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l’imaging RM – le sequenze dott. Mario Ricciardi DVM, MS (DICG) In RM lo studio di un distretto e la caratterizzazione delle patologie in esso eventualmente presenti si effettua attraverso una valutazione complessiva di molteplici immagini ottenute nelle varie sequenze. Ciascuna sequenza rappresenta una diversa modalità di visualizzazione della stessa porzione anatomica e fornisce informazioni proprie sulla natura dei tessuti (sani e/o patologici) in essa presenti. Di seguito un breve elenco delle sequenze più comunemente utilizzate: La sequenza spin echo/fast spin echo: è la sequenza classica che rappresenta lo step iniziale della caratterizzazione tissutale. Consente di ottenere immagini pesate in T1 e in T2 **: - spin echo/fast spin echo T1: fornisce un’immagine “anatomica” con ottimo dettaglio e definizione strutturale ma con bassa sensibilità per le modificazioni patologiche tissutali. Il maggior risalto di un’area patologica in T1 viene ottenuto nella maggior parte dei casi dopo somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso: la lesione captante il mezzo di contrasto apparirà iperintensa. la valutazione della presa di contrasto in T1 rappresenta uno step fondamentale nella caratterizzazione di una patologia. - spin echo/fast-turbo spin echo T2: fornisce immagini, con minor dettaglio anatomico rispetto alle T1, ma in cui la maggior parte delle aree patologiche appaiono iperintense (bianche). Le sequenze T2-pesate sono altamente sensibili; consentono spesso una rapida individuazione delle lesioni presenti all’interno di un tessuto senza alcuna somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso. La valutazione di una lesione nelle pesate T1 e T2 rappresenta lo step di base degli studi RM. ** le sigle T1 e T2 si riferiscono a diversi tempi e modalità di rilassamento dei protoni idrogeno al termine dell’eccitazione con impulsi a radiofrequenza – per una trattazione dettagliata dei principi fisici di base si rimanda a testi specifici)

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l’imaging RM – le sequenze

dott. Mario Ricciardi DVM, MS (DICG)

In RM lo studio di un distretto e la caratterizzazione delle patologie in esso eventualmente presenti si effettua attraverso una valutazione complessiva di molteplici immagini ottenute nelle varie sequenze. Ciascuna sequenza rappresenta una diversa modalità di visualizzazione della stessa porzione anatomica e fornisce informazioni proprie sulla natura dei tessuti (sani e/o patologici) in essa presenti.

Di seguito un breve elenco delle sequenze più comunemente utilizzate:

La sequenza spin echo/fast spin echo: è la sequenza classica che rappresenta lo step iniziale della caratterizzazione tissutale. Consente di ottenere immagini pesate in T1 e in T2 **:

- spin echo/fast spin echo T1: fornisce un’immagine “anatomica” con ottimo dettaglio e definizione strutturale ma con bassa sensibilità per le modificazioni patologiche tissutali. Il maggior risalto di un’area patologica in T1 viene ottenuto nella maggior parte dei casi dopo somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso: la lesione captante il mezzo di contrasto apparirà iperintensa. la valutazione della presa di contrasto in T1 rappresenta uno step fondamentale nella caratterizzazione di una patologia.

- spin echo/fast-turbo spin echo T2: fornisce immagini, con minor dettaglio anatomico rispetto alle T1, ma in cui la maggior parte delle aree patologiche appaiono iperintense (bianche). Le sequenze T2-pesate sono altamente sensibili; consentono spesso una rapida individuazione delle lesioni presenti all’interno di un tessuto senza alcuna somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso. La valutazione di una lesione nelle pesate T1 e T2 rappresenta lo step di base degli studi RM.

** le sigle T1 e T2 si riferiscono a diversi tempi e modalità di rilassamento dei protoni idrogeno al termine dell’eccitazione con impulsi a radiofrequenza – per una trattazione dettagliata dei principi fisici di base si rimanda a testi specifici)

Cane pastore tedesco, M, 8 anni – immagine T1-pesata sagittale del rachide toracolombare

Cane, meticcio, F, 3 anni – immagine T2-pesata sagittale del rachide cervicale.

Cane boxer, M, 5 anni – immagine T2-pesata sagittale del rachide toracolombare. Mielomalacia emorragica.

Cane yorkshire terrier, M, 6 anni – (a) immagini T2-pesate sagittale e (b) trasversa. Mielopatia ischemica (embolismo fibrocartilagineo).

Cane segugio italiano, M, 6 anni – immagine T2-pesata dorsale dell’encefalo a livello mesencefalico. Infarto territoriale dell’area irrorata dall’arteria cerebrale media sinistra associato ad infarto cerebellare.

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Cane meticcio, M, 9 anni – immagine T2-pesata trasversa del rachide cervicale a livello dello spazio intervertebrale

C3-C4. Estrusione discale.

Cane meticcio, M, 10 anni – immagini T1-pesate trasverse dell’encefalo a livello dell’adesione intertalamica (a) prima e (b) dopo somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso. Neoplasia del plesso corioideo del III° ventricolo.

La sequenza Inversion Recovery: consente di ottenere immagini pesate in T2 in cui è possibile annullare a seconda delle esigenze il segnale iperintenso dell’acqua (FLAIR – Fluid Attenuated Inversion Recovery) o del grasso (STIR – Short Time Inversion Recovery). STIR e FLAIR sono comunemente utilizzate per evidenziare particolari lesioni che per sede o segnale risulterebbero difficilmente individuabili nelle sequenze Fast Spin Echo T2 classiche.

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Cane meticcio, 15 anni – (a) immagine T2-pesata e (b) FLAIR dorsale dell’encefalo a livello del midollo allungato. Infarto lacunare laterale al quarto ventricolo (freccia). Notare come la soppressione del segnale del CSF in FLAIR consenta di distinguere l’area patologica dalla componente liquorale.

Cane Cavalier King Charles Spaniel, 2 anni - (a) immagine T2-pesata e (b) FLAIR sagittale del rachide cervicale. Idrosiringomielia (Chiari-like syndrome). In FLAIR si conferma la natura liquida dell’iperintensità intramidollare visibile in T2 e si delineano con precisione i confini delle cavitazioni intraparenchimali.

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Cane meticcio, M, 6 anni – (a) immagine T1-pesata, (b) T2-pesata e (c) STIR trasversa della regione cervicotoracica a livello dello spazio intervertebrale C7-T1. Malignant peripheral nerve sheath tumor (MPNST) della radice nervosa C7-T1 sinistra. Notare come la sequenza STIR a soppressione del tessuto adiposo metta in risalto solo le aree patologiche che nelle sequenze classiche possono essere poco distinguibili dal circostante tessuto muscolare o adiposo.

Cane meticcio, M, 8 anni - Immagine (a) T2-pesata e (b) STIR sagittale del rachide lombosacrale. Discospondilite L7-S1. Notare come l’iperintensità del processo flogistico a carico delle limitanti vertebrali di L7 ed S1 non risulti individuabile nella classica sequenza T2 a causa dell’iperintensità di fondo del tessuto adiposo del midollo osseo vertebrale. La soppressione del tessuto adiposo in STIR consente di individuare agevolmente le aree patologiche vertebrali (frecce).

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Cane meticcio,F, 3 anni – (a) immagine T2-pesata sagittale, (b) GE-STIR sagittale e (c) GE-STIR dorsale dell’articolazione del ginocchio sinistro. Rottura del legamento crociato craniale. Notare nelle immagini GE-STIR l’iperintensità intraossea (edema) a livello dei punti di inserzione femorale e tibiale del LCA (frecce). Tale iperintensità non è visibile nelle immagini T2-pesate a causa della sovrapposizione del segnale iperintenso della componente adiposa del midollo osseo.

La sequenza Gradient Echo: è una sequenza più veloce della classica Spin Echo, molto sensibile alle disomogeneità di campo indotte da sostanze metalliche (artefatto da suscettibilità magnetica) come ad esempio il ferro legato alle molecole di emoglobina nei focolai emorragici. La sequenza Gradient Echo risulta molto utile anche nella valutazione di strutture osteotendinee e legamentose.

Cane meticcio,F, 12 anni - (a) immagine T2-pesata trasversa e (b) GE trasversa a livello dello spazio intervertebrale C5-C6. Controllo post-operatorio dopo ventral slot. Notare come la lieve distorsione del segnale visibile in T2 appaia come grosso artefatto da suscettibilità magnetica in sequenza GE dovuto alla presenza di microscopiche particelle metalliche rilasciate durante l’azione della fresa sull’osso.

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La sequenza 3D HYCE: è una sequenza volumetrica con contrasto ibrido T1-T2. Risulta molto utile nello studio del midollo spinale: garantisce un ottimo effetto mielografico ed un ottima definizione delle radici nervose, con la possibilità di ottenere (in post-processing a partire dalla sequenza d’origine) immagini ricostruite secondo piani dello spazio arbitrari.

Cane pastore tedesco, M, 10 anni – (a) 3D HYCE trasversa a livello dello spazio intervertebrale T13-L1. Protro-estrusione discale. (b) ricostruzione dorsale, (c) ricostruzione sagittale.

Cane chihuahua M, 9 anni – (a) immagine 3D HYCE sagittale dell’encefalo. Raccolta sovracollicolare di pertinenza della cisterna quadrigemina. (b) ricostruzione in 3D volume rendering del sistema liquorale; (c) ricostruzione Maximum Intensity Projection del sistema liquorale (notare i rapporti tra porzione dorso-caudale del III° ventricolo – freccia bianca - e cisterna quadrigemina dilatata –punta di freccia). Porzione ventrale del III° ventricolo – freccia gialla; ventricolo laterale sinistro parzialmente sezionato- freccia rossa.

La sequenza Turbo 3D T1: è una sequenza volumetrica con pesatura T1. Risulta molto utile negli studi in cui è necessario aumentare la risoluzione spaziale per valutare strutture molto piccole come ad esempio i nervi cranici (consente di ricostruire immagini fino a 0.6 mm di spessore). Anch’essa consente di ottenere (in post-processing a partire dalla sequenza d’origine) immagini ricostruite secondo piani dello spazio arbitrari.

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La sequenza XBONE: è una sequenza speciale che consente di ottenere da un’unica acquisizione quattro immagini differenti dello stesso distretto:

- un’immagine assimilabile ad una Gradient Echo, - un’immagine assimilabile ad una T1, - un’immagine con soppressione del grasso, - un’immagine con soppressione dell’acqua.

Risulta molto utile quando usata in T1 con somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso: si ottiene una buona visualizzazione delle lesioni captanti il mezzo di contrasto (iperintense) in un’immagine in cui il grasso appare ipointenso. Questa tecnica completa le valutazioni effettuate in STIR (che non può essere usata post-contrasto) ed in SE T1 post-contrasto.

Cane pastore tedesco,M, 8 anni – (a) immagine T1-pesata pre e (b) post MdC trasversa a livello dello spazio intervertebrale C-C. (c) stessa immagine in sequenza XBONE T1 post MdC (con soppressione del segnale del grasso). Malignant peripheral nerve sheath tumor (MPNST) della radice nervosa C6-C7. notare come la radice nervosa neoplastica captante il MdC risulti maggiormente individuabile nell’immagine XBONE con soppressione adiposa rispetto alla classica SE T1 post MdC.

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