L’IDENTITA’ E LO STILE DEL LAICO VERNIANO NELLA … · spunto di meditazione che nei Gruppi:...

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1 L’IDENTITA’ E LO STILE DEL LAICO VERNIANO NELLA SOCIETA’ L’Assemblea Generale ultima (22-25 ottobre 2015) ha prodotto un documento che tutti i verniani dovrebbero avere ricevuto e commentato (in italiano, spagnolo e inglese) sia come personale spunto di meditazione che nei Gruppi: “CONCLUSIONI FINALI DELLA IVASSEMBLEA GENERALE”. Esso è diviso in due temi principali: Identità del Laico Verniano e stile di vita Prospettive per il futuro Non cercherò di inventare nulla perciò, ma solo di dare un’anima e una interpretazione a quanto già emerso in sede assembleare. A) IDENTITA’ “I Laici Verniani si riconoscono come una comunità di fedeli impegnati a crescere nella fede, a vivere il Vangelo ed i valori della gratuità, della disponibilità, del rispetto, della solidarietà, nell’umiltà, nella semplicità e nel servizio, massime ai poveri, così come li ha vissuti Madre Antonia, prendendo ispirazione e forza dal mistero dell’Immacolata Concezione.” Inoltre: “Il Laico Verniano è una persona che “cerca Gesù” con passione e con il profondo desiderio di incontrarLo Per questo ciascuno di noi è chiamato a riscoprire e ravvivare la relazione con Dio nella preghiera (Parola di Dio, Eucarestia), nella propria comunità verniana con veri e frequenti momenti di fraternità, nella relazione con ogni fratello, specialmente con i più poveri, come ci ha chiesto Madre Antonia: massime ai poveri.”

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L’IDENTITA’  E  LO  STILE  DEL  LAICO  VERNIANO  NELLA  SOCIETA’  

 L’Assemblea Generale ultima (22-25 ottobre 2015) ha prodotto un documento che tutti i verniani dovrebbero avere ricevuto e commentato (in italiano, spagnolo e inglese) sia come personale spunto di meditazione che nei Gruppi: “CONCLUSIONI FINALI DELLA IVASSEMBLEA GENERALE”.

Esso è diviso in due temi principali: • Identità del Laico Verniano e stile di vita • Prospettive per il futuro  

 Non cercherò di inventare nulla perciò, ma solo di dare un’anima e una interpretazione a quanto già emerso in sede assembleare.  A) IDENTITA’  

 “I Laici Verniani si riconoscono come una comunità di fedeli impegnati a crescere nella fede, a vivere il Vangelo ed i valori della gratuità, della disponibilità, del rispetto, della solidarietà, nell’umiltà, nella semplicità e nel servizio, massime ai poveri, così come li ha vissuti Madre Antonia, prendendo ispirazione e forza dal mistero dell’Immacolata Concezione.”

Inoltre:

“Il Laico Verniano è una persona che “cerca Gesù” con passione e con il profondo desiderio di incontrarLo Per questo ciascuno di noi è chiamato a riscoprire e ravvivare la relazione con Dio nella preghiera (Parola di Dio, Eucarestia), nella propria comunità verniana con veri e frequenti momenti di fraternità, nella relazione con ogni fratello, specialmente con i più poveri, come ci ha chiesto Madre Antonia: massime ai poveri.”

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E ancora:

Gli aspetti negativi ci sfidano, mentre il positivo ci spinge a sognare un futuro in cui sarà possibile realizzare una maggiore apertura ai fratelli, una più audace testimonianza e annuncio del Vangelo, un più vivo dinamismo nel coinvolgere i giovani in un cammino di maturazione verniana e cristiana, una maggiore collaborazione tra i gruppi.

Infine:

“L’approfondimento della propria vocazione, la convinzione che ognuno deve viverla con serio impegno, la dedizione nella missione, ci sollecitano a usare tutte le energie e la formazione ricevuta, per un’attiva pastorale vocazionale lavorando tra i giovani.

Abbiamo bisogno di coraggio, di profondo senso di appartenenza, di disponibilità, impegno e spirito di sacrificio nel donarci fino ad essere “ il seme che accetta di morire per far vivere gli altri” per portare Gesù a coloro che lo cercano.”

Ma queste sono solo le particolarità del Laico Verniano emerse dai lavori dell’Assemblea dei vostri rappresentanti.    Sentiamo cosa ne pensa il Santo Padre in un suo discorso abbastanza recente (17 giugno 2016) ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, dal titolo: “Abbiamo bisogno di Laici che rischino e si sporchino le mani!” Il discorso del Papa, sempre chiaro ed incisivo e comprensibile a tutti, si articola in cinque punti fondamentali: 1) Alla Chiesa si entra per il Battesimo, non per l’ordinazione sacerdotale o episcopale, si entra per il Battesimo! E tutti siamo entrati attraverso la stessa porta. È il Battesimo che fa di ogni fedele laico un discepolo missionario del Signore, sale della terra, luce del mondo, lievito che trasforma la realtà dal di

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dentro.

2) Possiamo dire, perciò, che il mandato che avete ricevuto dal Concilio è stato proprio quello di “spingere” i fedeli laici a coinvolgersi sempre più e meglio nella missione evangelizzatrice della Chiesa, non per “delega” della gerarchia, ma in quanto il loro apostolato «è partecipazione alla missione salvifica della Chiesa, alla quale sono tutti deputati dal Signore per mezzo del battesimo e della confermazione» (Cost. dogm. Lumen gentium, 33). E questa è la porta d’entrata!

3) Vorrei proporvi, come orizzonte di riferimento per il vostro immediato futuro, un binomio che si potrebbe formulare così: “Chiesa in uscita – laicato in uscita”. Anche voi, dunque, alzate lo sguardo e guardate “fuori”, guardate ai molti “lontani” del nostro mondo, alle tante famiglie in difficoltà e bisognose di misericordia, ai tanti campi di apostolato ancora inesplorati, ai numerosi laici dal cuore buono e generoso che volentieri metterebbero a servizio del Vangelo le loro energie, il loro tempo, le loro capacità se fossero coinvolti, valorizzati e accompagnati con affetto e dedizione da parte dei pastori e delle istituzioni ecclesiastiche. 4) Abbiamo bisogno di laici ben formati, animati da una fede schietta e limpida, la cui vita è stata toccata dall’incontro personale e misericordioso con l’amore di Cristo Gesù. Abbiamo bisogno di laici che rischino, che si sporchino le mani, che non abbiano paura di sbagliare, che vadano avanti. Abbiamo bisogno di laici con visione del futuro, non chiusi nelle piccolezze della vita. 5) abbiamo bisogno di laici col sapore di esperienza della vita, che osano sognare. Oggi è il momento in cui i giovani hanno bisogno dei sogni degli anziani. In questa cultura dello scarto non abituiamoci a scartare gli anziani! Spingiamoli,

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spingiamoli affinché sognino e – come dice il profeta Gioele – “abbiano sogni”, quella capacità di sognare, e diano a tutti noi la forza di nuove visioni apostoliche. Tutto questo si può e deve adattare al Laico Verniano. A voi!

B) LO STILE DI VITA Anche “lo stile di vita” è stato trattato nella Vostra Assemblea: non invento nulla perciò. Ecco quanto emerso nell’ottobre 2015:

. “Cercare Gesù” dovrà essere il vero obiettivo spirituale per tutti i Laici Verniani nel prossimo quadriennio, con scelte di vita in linea con il carisma verniano. Lo cercheremo, con entusiasmo e convinzione. Lo cercheremo con la fiducia nell’azione di Dio, nella consapevolezza che nessuno viene da Lui abbandonato. Lo cercheremo con gioia semplice e sincera

� Nella Parola sia a livello individuale che nella

comunità verniana di appartenenza.

� Nell’Eucarestia partecipando, il più possibile, alla santa Messa e frequentando i Sacramenti.

� Nella fraternità e nel fratello sapendo trovare con fantasia creativa opportunità per aprirsi agli altri e possibilità di incontro con il nostro prossimo. Il fratello va cercato nelle periferie vicine e lontane con spirito missionario e con sguardo attento ai bisogni di ciascuno, come ci chiede il Santo Padre. Potremo trovarlo sulla Croce accettando anche noi le nostre croci, quando ci si presentano, con cristiana pazienza e spirito evangelico.

Potremo trovarlo sulla Croce accettando anche noi le nostre croci, quando ci si presentano, con cristiana pazienza e spirito evangelico.  “

In estrema sintesi, unendo le parole del Santo Padre alle

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conclusioni della nostra Assemblea Generale, può uscire finalmente l’IDENTIKIT DEL LAICO VERNIANO, un decalogo:

Ø Battezzato che cresce nella Fede, formandosi, e vive il Vangelo nella sua concretezza;

Ø Cristiano che ama i valori della gratuità, della disponibilità, del rispetto, della solidarietà, del servizio agli altri;

Ø Persona che “cerca Gesù” con passione, entusiasmo e amore, e con il profondo desiderio di incontrarLo

Ø Persona che ha nel dna la vocazione laica per una missione, “il bene degli altri, soprattutto gli ultimi”, che vive con grande impegno e dedizione

Ø Persona coraggiosa, disponibile, con spirito di appartenenza e sacrificio e con “capacità di accoglienza” (serio problema attuale);

Ø Persona coinvolta nella missione evangelizzatrice della Chiesa, non per “delega” ma per partecipazione della missione salvifica della stessa (Lumen Gentium) avendo ricevuto il Battesimo;

Ø Cristiano “in uscita” in una “Chiesa in uscita” verso le genti (Papa Francesco), verso le famiglie in difficoltà ed a tutti coloro che necessitano di misericordia;

Ø Persona con una buona esperienza di vita e che “sappia sognare”;

Ø Cristiano con una buona visione del futuro e non “chiuso nelle piccolezze della vita”

Ø Laico che “sappia rischiare, che si sporchi le mani, che non abbia paura di sbagliare”

   C) La paura di non farcela Fino a questo punto hanno parlato I documenti assembleari ed il magistero del Santo Padre…in modo ineccepibile, descrivendo,

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dipingendo e scolpendo la figura “ideale” di un laico impegnato nel sociale e, quindi, anche di un Laico Verniano. So già che le persone serie ed impregnate davvero, qui presenti, si spaventeranno e non si riconosceranno in uno, o più, di questi dieci punti. Anche il sottoscritto si sente lontano, spesso, vuoi per carattere o vuoi per caratteristiche personali, da queste indicazioni ottimali. Eppure da tanti anni è in prima linea in questa meravigliosa avventura…non avendo ancora perso la “paura di non farcela” ma avendo imparato a convivervi ogni giorno. E avendo mantenuto quasi intatto l’entusiasmo.  Tuttavia, conoscendovi, so che questo identikit vi appartiene. Alcuni di voi, sei, precisamente, e non sono pochi conoscendo la consistenza del vostro gruppo, (Miled Hossry, Antoinette Fahed, Marie Fahed , Zahida Fahed, Nissrines Abi Khalil e Charbel Khairallah) “si sono buttati” in una formazione a livello universitario per una propria crescita personale e spirituale. Questo per sapere meglio seguire gli infermi e gli anziani (una delle attività del vostro Gruppo) o per meglio saper portare il “Credo” agli altri. Forse altri del Gruppo libanese seguiranno il loro esempio, abbastanza unico nel mondo verniano. Forse anche in Italia, o in Argentina, si procederà ad una formazione “mirata” e ad un buon livello. Loro sono i precursori, direi, un esempio abbastanza unico nella nostra Associazione. Grazie, allora, Miled, Antoinette, Marie, Zahida, Nissrines e Charbel! Altri (Najat) sono stati cooptati nel nostro Consiglio Generale e fanno la spola con l’Italia due volte all’anno, con tutti i disagi che la cosa comporta. Altri (Abdou) hanno accettato il compito di Capo Gruppo, con senso di responsabilità.

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Altri, pur avendo problemi di famiglia e di lavoro o, pur trovandosi in un Paese così travagliato e tribolato, politicamente e socialmente, si “sono buttati” egualmente in questa avventura verniana. Hanno buttato il cuore al di là degli ostacoli. “La paura di non essere in grado”, la “paura della paura” è la più grande tentazione ed il più grosso freno che un serio laico impegnato può avere! Ad essa si possono contrapporre solo • la coscienza personale di avere una buona “vocazione

laicale”; • La speranza di non sbagliare “troppo”, di agire, in piena

umiltà, impegnandosi al massimo ; • La consapevolezza che Lui guida I nostril passi, quando

sono finalizzati al bene, ed ascolta le nostre preghiere. “Sappiate rischiare, sporcatevi le mani e non abbiate paura di sbagliare”…ve lo chiede Papa Francesco. Come vi chiede di pregare per lui ogni giorno, ed in ogni circostanza (finisce sempre così i suoi discorsi) perchè sa di essere solo un uomo ma gravato da fortissime responsabilità (che è ovviamente inutile spiegare).  

D) PROSPETTIVE PER IL FUTURO DEL LAICO VERNIANO NELLA CONGREGAZIONE E NELLA CHIESA

 1. Il futuro del Laico Verniano

Facendo tesoro da quanto precede, il nostro futuro, come Laici Verniani, è già molto ben delineato ed è solo nelle nostre mani. A ciascuno di noi, e a noi solo, spetta il saperlo attuare. Ancora una volta mi aiutano le tracce assembleari:

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L’approfondimento del carisma

Senso di appartenenza

La formazione

Massima attenzione ai Giovani e alle giovani coppie

Il senso di Famiglia

Lo sviluppo di progetti di carità

Il tutto con uno stile di vita dedicato alla “ricerca di Gesù”.

 

Tutti questi elementi fanno parte del già citato documento “CONCLUSIONI FINALI DELLA IV ASSEMBLEA GENERALE”, al quale si rimanda.

Come ulteriore supporto per il futuro, il Consiglio Generale dell’Associazione ha elaborato,, negli incontri di gennaio e luglio 2017, quattro “regole di vita” del Laico Verniano,” cercando di esprimere una nostra identità, come fece la Fondatrice, quasi duecento anni fa, per le sue consorelle. In realtà le nostre regole, che partono dalla numero cinque, esprimono quanto già detto, a parole, fin qui, e non avrebbero bisogno di commento. E ogni azione che si intraprenderà dovrà avvenire nel più puro rispetto del nostro carisma: “a gratis”. Eccole dunque, oserei dire, in anteprima, anche se confluiranno sul sito anche in inglese, spagnolo, arabo e swahili, e saranno ampiamente diffuse e discusse in ogni Gruppo.

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REGOLE DI VITA DEL LAICO VERNIANO

5. Vivere in comunione con gli associati e tutta la Famiglia Verniana, crescendo insieme nella fede alla luce del Vangelo. 6. Vivere l’amore gratuito, ispirandosi al mistero dell’Immacolata Concezione; 7. Vivere la propria vita come vocazione con chiarezza, convinzione e perseveranza, a completo servizio del prossimo; 8. Curare la formazione spirituale, nell’operatività, in umiltà e semplicità; il tutto “a gratis”.  Il  fatto  di  partire  dalla  regola  numero  cinque  significa  che  si  considerano   parte   integrante   e   fondamentale   dell’identità  verniana   le   prime   Quattro   Regole   del   1823   di   Madre  Antonia,  che  non  è  mai  male  ricordare:    . D’assistere   giorno   e   notte   e   soccorrere   secondo   le   loro  forze   gli   ammalati   di   entrambi   i   sessi,   presi   da  qualunque  malattia,  benché  contagiosa,  o  di  lepra,  e  ciò  a  gratis  senza  alcuna  mercede,  e  ciò  massime  coi  poveri.  

 . Di  catechizzare  le  figlie,  massime  povere,  tanto  nel  ritiro  che   nella   parrocchia,   e   ciò   massime   nella   quaresima,  sempre  a  gratis.  

 . D’insegnare   a   leggere   e   a   scrivere   a   tutte   le   figlie  indistintamente,  massime  alle  povere,  a  gratis.  

 

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. D’aver   cura   speciale   di   tutte   le   figlie   che   sono   e  rimarranno   orfane   e   abbandonate,   massime   di   quelle  che  sono  sprovviste  affatto  dei  beni  di  fortuna,  per  darle  qualche   collocamento   sicuro   e   vantaggioso,   secondo   la  loro   vocazione   e   abilità,   dandole   ancora   quel   soccorso  pel  mantenimento   secondo   le   circostanze   e   le   forze   del  ritiro.  

 Rileggendo  queste  prime  quattro  Regole  di  Antonia  Maria  ci  si   rende   conto   quanto   semplici   ed   efficaci   siano   state   le  parole   da   lei   usate   ed   il   suo   linguaggio.   Altrettanto  semplicemente,   in   modo   più   succinto,   ho   personalmente  tentato  di  esprimere  le  nostre  “quattro  Regole  laicali”.      • Crescita   nella   fede   evangelica,   in   piena   comunione,   di  tutta  la  Famiglia  verniana;  

• Carità  amorevole  e  gratuita  sotto  il  patrocinio  di  Maria  Immacolata;  

• Chiara,   convinta   e   perseverante   vocazione   laicale   nel    completo  servizio  agli  altri  

• Continua   formazione   spirituale   corroborata   da  laboriosa  e  creativa  operatività,  il  tutto  con  umiltà  

Come   si   potrà   notare   queste   Regole   racchiudono   quanto  espresso  nelle  prospettive  per   il   futuro  del  Laico  Verniano,  sopra   riportate:   carisma,   appartenenza,   formazione,   senso  di  Famiglia  Verniana  e  operosa  attività.    2. Il  futuro  del  verniano  nella  Congregazione    Lo   Statuto   dell’Associazione,   inserito   nel   sito   in   tre   lingue,  con   la  possibilità  di  essere   tradutto   in   tante  altre,  presenta  una   specifica   sezione,   la  VI,   intitolata   “Collegamento   con   le  Suore   di   Carità   dell’Immacolata   Concezione   d’Ivrea”   (si  raccomanda   una   meditata   lettura   di   questo   capitol)   nella  

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quale   dall’   Art.   20   al   23   vengono   regolati   i   rapporti   con   la  Congregazione.  Questo  vale  nel  presente  e,  ovviamente,  nel  futuro.  Premesse  importanti  sono:  

“L’Associazione può realizzare il suo scopo solo in comunione con le Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, al cui Carisma si ispira. Tale particolare comunione comporta che l’Associazione partecipi alla vita e alla spiritualità dello stesso Istituto…” (Art 20)

“La Superiora Generale è garante del Carisma dell’Associazione, della formazione spirituale dei membri e tutela l’identità della stessa Associazione; in modo particolare promuove il discernimento sui campi apostolici e sulle urgenze alle quali volgere l’impegno…” (Art.21)

“Per la sua crescita e il suo sviluppo l’Associazione vede quanto mai utile la presenza delle suore. Si dovrà però prestare attenzione perché ciascuno viva la propria spiritualità secondo il proprio stato di vita. In particolare occorrerà evitare tutte quelle forme di collaborazione che non rispettino la vocazione familiare e secolare dei laici e la vocazione religiosa delle suore”. (Art.23)

Particolarmente importante, e caratterizzante indubbiamente il futuro, è anche l’Art.14, nella Sezione IV, “Vita dell’Associazione”

“I membri sono chiamati ad operare particolarmente nell’ambito della presenza delle Suore di Ivrea e in collaborazione con esse, negli ospedali, nelle scuole, nelle parrocchie, in terra di missione ed in altre realtà presenti nel territorio in costante comunione con la legittima autorità ecclesiastica e in armonia con altre aggregazioni.”

Tuttavia questi paragrafi, che prendono in esame i rapporti Laici-Suore, non esprimono ancora adeguatamente l’attuale realtà. Da anni, infatti, agli ordini religiosi vengono a  mancare  

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nuove vocazioni e gli organici delle Congregazioni si assottigliano paurosamente. Questo succede anche nel caso delle nostre suore, obbligando, penosamente, la Curia Generalizia a ritirarsi da molte realtà per carenza di organici. Ed ecco che, in un prossimo futuro il Laico di Madre Antonia dovrà ancora più seriamente ed intensamente: • stringersi di più accanto alle Suore d’Ivrea, creando

veramente “Famiglia”, sia pure nel rispetto del citato Art.23;

• intensificare un dialogo sincero ed aperto, ma rispettoso, con loro e con le Missionarie di Carità;

• sapere essere dei veri validi, fraterni, umili collaboratori nelle realtà nelle quali ancora è impegnata la Congregazione, citate nell’Art.14, e ovunque possa loro servire.

 Tutti questi aspetti sono stati toccati nel nostro ultimo Consiglio Generale (1 e 2 luglio scorsi), molto sensibile a questo tema, nel punto 3 dell’odg: “La Chiesa ha bisogno della partecipazione di tutti nella testimonianza e nella missionarietà. Si avverte la necessità di lavorare insieme nella Famiglia Verniana, tenendo in considerazione i quattro pilastri dell’anno Sinodale (ascolto, vicinanza, dialogo, bontà)”. E questo sarà nostra cura far sì che avvenga, sensibilizzando al massimo tutti i verniani. 3. Il futuro del verniano nella Chiesa Quanto espresso nel precedente punto, inerente il rappoto con la Congregazione si può riferire, in senso più ampio, alla Chiesa stessa. Tuttavia nella Christifideles laici ,Esortazione Apostolica post-

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sinodale di papa Giovanni Paolo II, firmata a Roma il 30 dicembre 1988, come riassunto e compendio della dottrina sorta dal Sinodo dei vescovi dell’anno precedente, viene esposto il tema "Vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo". Nel periodo del Concilio Vaticano II, e anche in tempi successivi, si è avuto un grande fiorire di Associazioni laicali e di movimenti cattolici sicchè il documento, non ancora superato, nonostante gli anni trascorsi, riveste una grande importanza nell'indicare le strade maestre della partecipazione dei laici alla vita della chiesa. Nella sua “introduzione” Giovanni Paolo, riferendosi alla parabola della vigna, così si esprime: “ Andate anche voi (nella vigna). La chiamata non riguarda soltanto i Pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo”. Lo ricorda anche S. Gregorio Magno che, predicando al popolo, così commenta la parabola sopra citata: « Guardate al vostro modo di vivere, fratelli carissimi, e verificate se siete già operai del Signore. Ciascuno valuti quello che fa e consideri se lavora nella vigna del Signore ». Immagino che l”Esortazione apostolica” sia già stata letta e discussa in passato nel Gruppo, mi permetto, tuttavia, di fornirvi il suo schema nella eventualità possa ancora interessarvi qualche argomento più specifico: . Introduzione (1-7) . Cap. I - Io sono la vite, voi i tralci - La dignità dei fedeli laici

nella Chiesa-Mistero (nn. 8-17) . Cap. II - Tutti i tralci dell'unica vite - La partecipazione dei

fedeli laici alla vita della Chiesa-Comunione (nn. 18-31) . Cap. III - Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto - La

corresponsabilità dei fedeli laici nella Chiesa-Missione (nn. 32-44)

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. Cap. IV - Gli operai della vigna del Signore - Buoni amministratori della multiforme grazia di Dio (nn. 45-56)

. Cap. V - Perché portiate più frutto - La formazione dei fedeli laici (nn. 57-64)

4. Un saluto da verniano a verniano Gibran Khalil Gibran, uno dei vostri poeti e artisti più amati, quando, nel suo “Il profeta” partì per sempre dalla città immaginaria di Orfalese, diretto alla sua isola natia, così consola e salute le persone che lo avevano amato: “potuto avremmo non incontrarci nel tempo”. Con tanta saggezza lascia agli amici afflitti alcune “regole di vita”, come ultimo regalo. Lungi dall’essere un poeta e, tanto meno un profeta, e ancor meno saggio, devo però osservare che questa è la mia quinta volta in questa splendida terra, e con queste suore, e con questo gruppo...in quasi quindici anni del mio mandato. Posso iniziare perciò anch’io a salutarvi sperando di incontrarvi, magari ancora, ma come semplice amico. Dopo questa lunga esposizione…basta regole, quindi, ma solo alcuni sentiti consigli: • Curate, difendete e fate crescere con cura, questo piccolo

fiore nel vostro cuore, che si chiama “vocazione laicale”; • Siate un esempio, gioioso e vivo, per le persone che vi

circondano e per quelle alle quali cercherete di fare del bene;

• Non abbiate paura di essere troppo deboli, o impegnati o inadeguati nello svolgere la “missione” che il buon Dio vi ha affidato;

• “Sappiate rischiare, sporcatevi le mani e non abbiate paura di sbagliare” ma mettete tutta l’anima e la vostra fantasia in ciò che fate.

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• Un giorno le suore, queste, che tanto amate, potrebbero essere stanche e sostituite con altre, o neppure sostituite: sappiate cogliere la loro grande eredità spirituale e portare nelle vostre mani il testimone che vi hanno lasciato.

Ricambio l’affetto e l’amore che mi avete sempre dimostrato. Mario V.Trombetta