III GEMELLAGGIO

IMAGO

LICEO GINNASIO STATALE ANTONIO CANOVA, TREVISO

LICEO CLASSICO CONVITTO NAZIONALE VITTORIO EMANUELE III, ROMA

CLASSI VD-2B

DIARIO DI BORDO

I FASE TARVISIO ROMAM

A cura della classe VD

PRIMO GIORNO - 21 MARZO 2017

Il giorno 21 Marzo ha dato inizio alla prima fase del gemellaggio Tarvisio-Romam, un progetto culturale e

didattico, nato con lo scopo di creare delle relazioni tra cultura, luoghi e persone accomunate dalla passione

per gli studi classici. Il tema che ha guidato le attività e le visite durante il progetto è legato alla parola latina

polisemica IMAGO, come rappresentazione dell’immagine nella storia, nell’arte e nel paesaggio.

La conoscenza degli studenti romani è iniziata in una realtà per noi completamente diversa, fatta di grandi

palazzi e strade trafficate che si inseriscono, però, in un paesaggio unico come quello della Città Eterna. La

mattina, infatti, tutti noi ci siamo recati al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, vivendo la quotidianità

dei nostri compagni di viaggio e, dopo una breve presentazione del programma, ci siamo diretti con i mezzi

pubblici verso la prima tappa del percorso: l’orto botanico.

La visita del parco è iniziata con una breve introduzione storica da parte della nostra guida, ed è stato

interessante scoprire che in origine l'intera area costituiva il giardino privato di palazzo Corsini, un tempo

anche residenza della regina Cristina di Svezia.

È poi seguita un’attività didattica in cui abbiamo potuto osservare diverse specie di piante, semi e fiori e

discutere delle problematiche ambientali che minacciano la loro esistenza. La visita ha offerto inoltre uno

spunto di riflessione sull’importanza della biodiversità, infatti abbiamo avuto l’occasione di vedere molte

tipologie di giardino, da quello mediterraneo, a quello tropicale, fino a quello giapponese.

Durante il percorso, inoltre, siamo stati sorpresi da un colpo di cannone proveniente dal Gianicolo, colle

prospiciente la riva destra del Tevere, usanza istituita da Papa Pio IX nel 1847 con lo scopo di scandire l'ora a

tutta Roma.

A seguito della visita a carattere naturalistico, abbiamo proseguito verso Villa Farnesina, un edificio storico

che ospita l’Accademia dei Lincei, uno dei più importanti centri culturali mondiali. All'ingresso siamo stati

accolti da straordinari affreschi di Raffaello che ci hanno accompagnato in un affascinante percorso storico-

mitologico per tutta la villa. L’ambiente che più ci ha affascinato è la loggia in cui è dipinto il ciclo di storie

di Amore e Psiche tratto dall’Asino d’oro di Apuleio che riprende la vicenda del matrimonio tra il banchiere

Agostino Chigi e Francesca Ordeaschi, i primi proprietari della villa.

Dopo una pausa ristoratrice, gli studenti romani ci hanno presentato la città partendo dal quartiere di Trastevere,

una delle zone più caratteristiche, che durante l’epoca monarchica della Roma antica era territorio etrusco. Lì

abbiamo potuto ammirare la chiesa di Santa Maria in Trastevere, caratterizzata da un soffitto a cassettoni

decorato in foglia d’oro e da un’abside ornata con i mosaici di Pietro Cavallini.

La passeggiata è proseguita attraverso il ponte Fabricio fino al ghetto, uno dei più antichi d’Italia.

Ha inoltre colpito la nostra attenzione il Portico d’Ottavia, un complesso monumentale dedicato alla sorella di

Augusto, e il Teatro di Marcello per poi arrivare al Campidoglio, uno dei più importanti colli della città.

Qui ci ha accolto una piazza tipicamente rinascimentale, progettata da Michelangelo, al cui centro spicca la

statua equestre bronzea di Marco Aurelio; l'originale però si trova all'interno del Palazzo dei Conservatori nel

lato destro della piazza dirimpetto al Palazzo Nuovo. Siamo inoltre stati colpiti dalla maestosità del Palazzo

Senatorio e affascinati dalla vista del Foro Romano su cui il palazzo si affaccia.

Infine, una foto ricordo al tramonto su questo ha coronato una giornata all'insegna della cultura e della

bellezza della città eterna, e che ha dato inizio a un'esperienza davvero indimenticabile.

Leonardo Pantaleoni, Angela Tesser, Sara Verdier, Giulia Miatello, Elisabetta Monastero, Thomas Gentile.

SECONDO GIORNO - 22 MARZO 2017

Abbiamo iniziato la giornata di mercoledì 22 Marzo ritrovandoci come la mattina precedente davanti al convitto nazionale Vittorio Emanuele di Roma e abbiamo preso il bus urbano per raggiungere villa Medici. In breve tempo abbiamo raggiunto Piazza del Popolo, dove si trovano le due chiese gemelle, di cui una in ristrutturazione e dopo una folle corsa su per le scalinate del Pincio, incitati dalla promessa di un otto in greco per il primo arrivato, abbiamo raggiunto la villa.

Costruita dal 1564 al 1580 fu la residenza del Cardinale Ferdinando Medici; il colle su cui sorge però ha origini ben più antiche. Infatti questo, che prende il nome da un illustre famiglia dell’epoca tardo imperiale: i Pinci. Ha visto abitanti molto illustri, come Lucio Lucinio Lucullo, generale favorito di Silla o Messalina, moglie dell’imperatore Claudio. Nella villa, che per merito di Napoleone, è diventate sede dell’accademia delle arti francesi, abbiamo partecipato ad un laboratorio di incisione divisi in due gruppi dove ci siamo sbizzarriti a disegnare, dagli stemmi della squadra del cuore a paesaggi non molto riusciti… Ci siamo poi ridivisi e il gruppo che prima aveva “giocato” con l’inchiostro ha visitato la Villa, dove ha potuto scoprire cose come l’origine del blasone dei de’Medici o il progetto originale della villa che comprendeva un enorme scalinata, non potuta realizzare sia a causa della prematura morte del cardinale, sia perché avrebbe fatto concorrenza al Cupolone.

Finita la visita, siamo scesi lungo la scalinata di piazza di Spagna, naturalmente sempre piena di turisti, per poi mangiare e passare un’oretta di relax, prima di entrare in tre secoli di storia, da Cesare a Costantino.

Nel primo pomeriggio ci siamo immersi nell’antica Roma, camminando magari dove un tempo aveva parlato Cicerone, oppure dove era stato deposto il corpo esanime di Cesare. Passando dal tempio di Vesta al tempio di Antonino Pio all’arco di Costantino, sotto gli archi trionfali come quello di Settimio Severo e accanto a vari templi dedicati alle divinità più strane, arrivando infine al cosiddetto “lapis niger” un luogo sacro, dove secondo alcuni fu sepolto Romolo, secondo altri invece dove sorse un altare a una divinità ctonia, con tanto di sorgente, su cui fu posta una pietra nera per indicare la natura particolare di quel luogo. Essendo anche la fine di una giornata particolarmente faticosa, magari non abbiamo goduto a pieno delle spiegazioni delle guide, infatti molti di noi erano piuttosto esausti a causa della lunga giornata, ma comunque tutti abbiamo trovato che cimentarsi una giornata intera in secoli di storia, da Romolo a Napoleone, sia stata un’esperienza fantastica.

Per concludere in bellezza la giornata, le nostre gemelle e i nostri gemelli romani ci hanno portato in giro per le principali vie di Roma, chi a giocare a calcio, chi a fare shopping e chi a mangiare un grande gelato, per rinfrancarci dal mal di piedi.

Baseggio Giorgia, De Santis Leonardo, Mazzola Annalisa, Murador Elisa, Piscopo Edoardo Pasquale, Rasera Martina, Sanson Emma. Stellini Alessandro

DIARIO DI BORDO: TERZO GIORNO - 23 MARZO 2017

Del terzo giorno si riportano due pagine differenti, una più seria e una più colorita.

Il terzo giorno del gemellaggio Tarvisio-Romam, siamo giunti alla Via Appia, una delle strade più famose dell’Italia antica, considerata dai romani la “Regina Viarum”, quella stessa strada che secoli fa venne attraversata da Giulio Cesare, Virgilio, Augusto e molti altri grandi della storia che ancor oggi studiamo.

Appena iniziata la camminata, ci siamo subito trovati davanti a uno dei monumenti simbolo dell’Appia Antica: il Mausoleo di Cecilia Metella, la tomba monumentale costruita da Quinto Cecilio Metello sia come omaggio alla figlia defunta che come una forma di celebrazione delle glorie, delle ricchezze e del prestigio della famiglia committente.

Dopo una breve spiegazione del Mausoleo ci siamo incamminati lungo la Via e, percorso un breve tragitto, ci siamo fermati per fare la prova sui verbi greci: non è stato un momento particolarmente felice, infatti faceva caldo e scrivere seduti sui sassi era abbastanza scomodo… malgrado queste condizioni abbiamo quasi tutti ottenuto buoni risultati, per fortuna!

Finita la prova abbiamo proseguito la nostra camminata per un altro po’e infine siamo tornati alla corriera.

La seconda tappa della giornata è stata Palazzo Massimo alle Terme; lì abbiamo potuto ammirare alcuni bronzi e statue che rappresentavano molti personaggi importanti della storia antica, come la statua di Augusto Pontefice Massimo o il Dioniso Bronzeo.

Arrivati al museo eravamo molto stanchi per la camminata sull’Appia motivo per cui non siamo riusciti sempre a mantenere la concentrazione e a goderci al massimo la visita guidata. Nonostante ciò abbiamo ugualmente apprezzato il museo; infatti le opere esposte erano veramente splendide e vederle era valsa sicuramente la fatica della giornata.

Conclusa la visita siamo tornati alle case dei nostri gemelli per prepararci alla cena sociale durante la quale abbiamo potuto conoscerci meglio e passare una bella serata in compagnia; inoltre a fine serata ci sono state le premiazioni dei vincitori del gioco a cui abbiamo partecipato il giorno precedente. La cena si è conclusa con un’allegria generale e dopo i saluti, alcuni sono tornati a casa di corsa per riposare in vista della giornata successiva altri invece, i più intrepidi, incuranti della stanchezza e del dolore ai piedi si sono avventurati in una passeggiata notturna per Roma.

Un attimo e subito ci trovammo davanti alla Regina delle vie: la Via Appia.

Mentre camminavamo sopra quelle pietre, tale era l’emozione e tanta era la voglia di godersi quel momento sull’Appia che ci sedemmo e, invasi dall’ardore dei ricordi dei tempi della Pax Augustea e fieri della nostra preparazione classica, ci venne il desiderio di tirar fuori le nostre capacità di traduzione e iniziare a esercitarci ancora sugli amati aoristi!

Subito il Prof. Pavan ci diede dei fogli con delle voci verbali greche che dovevamo tradurre e fra le varie esclamazioni dei diligenti alunni volavano:“Ohh”, “ Zeus ci aiuti!”, “ Moire siate clementi col nostro fato!”. Un miscuglio di emozioni prese momentaneamente in noi il sopravvento, ma dopo l’impatto iniziale, riacquistata la lucidità iniziammo a prendere piena coscienza della prova che avevamo davanti. Fu un attimo, niente di più, nella testa vagava una sola frase: “ Hic aut vincendum aut moriendum est” e coscienti e pronti a ciò che ci aspettava, superammo la prova con lo stesso onore con cui Ottaviano sconfisse Marco Antonio ad Anzio.

Ci alzammo dalle solenni pietre con la stessa soddisfazione di Caligola dopo aver nominato il suo cavallo senatore e, alzando lo sguardo, notammo che quelle che erano sembrate ore erano stati in realtà pochi minuti. Osservammo spaesati la selva che ancor oggi delinea la via e con passo sicuro avanzammo un altro po’...

Ci accompagnava il canto soave degli usignoli e il fruscio delle foglie mosse da quel leggero venticello: c’eravamo solo noi, poveri alunni costretti al labor anche nei rari momenti destinati all’ammirazione della natura… nessuna pietas era stata trovata in noi, il nostro fato si era compiuto e con l’andazzo di chi ancora crede, tornammo alla corriera.

Non fu un viaggio come quello di Enea verso il Lazio ma sicuramente l’ingorgo stradale che trovammo una volta rientrati nel centro della capitale ci tenne bloccati con la stessa ostinazione di Giunone nei confronti dell’amato eroe, sappiamo bene però, come dice il nostro amato Cicerone “ historia magistra vitae” e volenti o nolenti eravamo destinati a raggiungere Palazzo Massimo dove una guida, che ci scrutò con lo stesso sguardo di Paride verso Pirro Neottolemo, ci accolse con fare gentile: ebbe così inizio la discesa nel nuovo girone…

Nell’ ottocentesco palazzo neorinascimentale trovammo una serie di sculture e bronzi davvero mozza fiato.. come la statua di Augusto Pontefice Massimo.

Fummo estasiati dalla visione del Discobolo, dell’Ermafrodito, Il Pugile, Il Dioniso Bronzeo.. niente meglio di quei bronzi poteva rappresentare le nostre energie in quel momento…ossidate.

La visita durò circa un’ora e mezza e una volta usciti la visione della corriera ci apparve come Beatrice a Dante, un amore incondizionato, che il solo tatto del velluto rimembrava alla mente momenti magici e irrecuperabili.

Tornati nelle nostre umili dimore ai Parioli ci prendemmo un po’ di tempo per l’otium, riorganizzammo la valigia e nel giro di pochi minuti tutte le puelle armate di rossetto porpora e rimmel si prepararono per l’importante evento serale: la cena sociale.

Giungemmo al ristorante dove ci rifocillammo fra una risata e l’altra e alla fine, d’un tratto, come il cavallo trovato sui lidi di Troia, ci ritrovammo nel bel mezzo di una premiazione per la prova del giorno prima, dove tutti avevamo combattuto valorosamente… fra un sospiro e l’altro arrivò il nome del gruppo che era arrivato primo e i vincitori, mostrando fieri il loro premio se ne tornarono al loro posto, fra le lodi e le grida degli altri.

Uscimmo dal ristorante e dopo i vari saluti ci guardammo negli occhi, tutti con lo stesso sguardo e detto un fievole “a domani” prendemmo tutti strade diverse.

Di Lauro Gaia, Guizzo Letizia, Petenò Gianmarco, Rumignani Linda, Zottarelli Sofia

DIARIO DI BORDO: ULTIMO GIORNO – 24 MARZO 2017 Il nostro quinto e ultimo giorno a Roma, è stato davvero intenso: dopo gli addii alle nostre famiglie ospitanti, ci siamo riuniti alla sede dell’ Istituto Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, per dare inizio alla nostra uscita ad Anzio. Nonostante un iniziale ritardo, siamo comunque riusciti ad apprezzare le meraviglie esposte al Museo di Lavinium: purtoppo non ci è stato permesso di fare moltissime fotografie! Il personale del luogo ci ha sorpreso con il metodo innovativo di presentarci gli avvenimenti riguardanti la città: infatti ad ogni opera che ci veniva mostrata, era allegato un filmato multimediale.

Intorno alle 12.55, siamo ripartiti alla volta di Anzio, vera meta dell’uscita, dove abbiamo anche mangiato: chi col pranzo al sacco e chi con ciò che aveva comprato nei bar. Dopo questa breve pausa, ci siamo diretti, in corriera, verso la nostra prossima destinazione: i resti della villa imperiale di Nerone.

Qui abbiamo avuto modo di ascoltare le parole della nostra guida, che è riuscita ad appassionarci con una visione alternativa della vita di Nerone. In seguito ci siamo recati al Museo dello Sbarco di Anzio, laddove, lo stesso accompagnatore di prima, ci ha raccontato delle vicende svoltesi nella città durante la seconda guerra mondiale. Successivamente, abbiamo fatto un rapido giro all’ interno del vero e proprio museo. Tornati a Roma, sempre in corriera, siamo andati alla stazione Roma Termini, per prendere il treno che ci avrebbe ricondotti a casa: purtroppo, a causa di una imprevisto, eravamo stati costretti a posticipare la nostra partenza.

Separarci dai nostri gemelli, è stato davvero molto commovente; infatti, anche se sapevamo che da lì ad una settimana ci saremmo rincontrati, è stato difficile dire addio alle famiglie romane che non avremo più rivisto. La giornata stessa è stata intrisa di una profonda amarezza, sui cui però ha prevalso la frenesia con cui dell’ escursione. Il viaggio in treno è stato lungo e scomodo, in quanto eravamo sopraffatti dalla stanchezza accumulata durante tutta la settimana, ma andarsene dalla città eterna, illuminata solo dalla luna e le stelle, è stato davvero indimenticabile.

Giustiniani Giacomo Maria, Iovanna Maria Vittoria, Martinato Anna, Serra Valentina, Tasca Marco