LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A … · OROSCOPO Copertina realizzata da Ludovica Manfren...

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LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL LICEO “A. CANOVA” - NUMERO I ANNO IX

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LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL LICEO “A. CANOVA” - NUMERO I ANNO IX

Capi redattori: Niccolò Bonato e Mathilde RomeoLuna BenottoFederica Bettiol Sara Bonan (illustratrice)

Anita Borsato Giulia Caruso Martina Cenedese Nicola Ceolotto (impaginatore)

Silvia Cogo (illustratrice)

Chiara Cortesi (illustratrice)

Serena DeoniChiara Ferretti (illustratrice)

Giorgia FerriElena Franceschini Matteo Franceschini (illustratore)

Marco Frassetto (illustratore)

Marta Gallina Lucrezia Gazzola (illustratrice)

Greta GiacobiniGiulia Giacomin Angelo Granà Letizia GuizzoNicolò LurtrìCristina Mala (illustratrice)

Ludovica Manfren Anna MartinatoGiulia MiatelloAliaksandra Miadzvedzeva Anastasia MoroSerena NicolettiGiulia Pavan Francesca Pastorelli Davide Pettenò Elisa Pozzobon Martina RaseraMargherita RicciVirginia Rizzo Anna Rizzotto (illustratrice)

Francesca Ronchin (illustratrice)

Clarissa Rossi Matteo RubbiniGiulia Tronchin Siria Varetton Andrea VistosiFude ZhouDaniela Zotea

NOVEMBRE 2017

EDITORIALE

PLANISFERO

ATTUALITÀ ESTERA

ATTUALITÀ INTERNA

RUBRICHE

VIAGGI

SPORT

CUCINA

POESIA

LIBRI

CINEMA

TONY CANOVA

OROSCOPO

Copertina realizzata da Ludovica Manfren email: [email protected]

pagina FB: Giornalino del Liceo Canova

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EDITORIALE

Freddo pungente, foglie variopinte, morbide coperte con cui avvolgersi, “caivo” alla mattina, caldo pallido alpomeriggio, febbre alla sera: l’Autunno ha fatto la sua entrata in scena. Le solari, calde, lunghe giornate estive sonoscappate e hanno lasciato il posto a quelle più brevi, più fresche, più malinconiche. Gli alberi lasciano cadere le lorofoglie iammeggianti, cornice alle nostre solite strade, su cui, ino a pochi mesi fa, camminavamo con maglietteleggere e menti senza problemi.

L’Autunno, ora che è tornato, ha portato con sé la tipica atmosfera da inizio scuola, accompagnato da un’ariafrizzantina ricca di novità che preannuncia nuove esperienze ancora da provare, sia per quelli che hanno appenainiziato il loro percorso da canoviani, sia per quelli che si preparano a prendere il volo verso l’università e sonogiunti ormai alla ine della loro avventura al Canova.

Per tutti i canoviani, ogni anno è più arduo e più faticoso di quello precedente, costituito (per i classicisti) daversioni di greco con frasi talmente strane da farti credere di aver sbagliato tutto (es. “un uomo che ha fatto persinofustigare il mare e gli ha imposto catene”, Er., VIII, 109), (per quelli del linguistico) da quinte ore durante le qualinon sai più che lingua parli, da lezioni di ilosoia in grado di mettere in dubbio la tua stessa esistenza e da studimatti e disperatissimi durante notti solitarie, in cui l’unica compagnia è forse data dalla propria tazza preferita checontiene una dose concentrata di cafeina.

Però, per dirla alla latina, per aspera ad astra, cioè che attraverso le diicoltà si ottengono i risultati migliori: se daun lato c’è uno studio impegnativo, dall’altro c’è la possibilità di ampliare la propria cultura ino ad un livello unicoed incomparabile. Attraverso le molteplici opportunità disponibili nel nostro Liceo, cresciamo dal punto di vistaculturale, ma soprattutto dal punto di vista dell’individuo, di noi stessi, poiché l’essere umano è composto senzadubbio da una parte razionale, ma anche da una fatta di sentimenti.

Tra queste fantastiche occasioni, si distingue “La Venticinquesima Ora”, il giornalino d’istituto, dove l’inchiostro ela carta incontrano il pensiero e le idee di molti giovani studenti, uniti dalla curiosità e dalla comune volontà dimettersi in gioco. Gli articoli sono approfondimenti dal nostro di vista di giovani, sia sulle notizie in primo pianosia su quelle di cui i principali mezzi di comunicazione non trattano. “La Venticinquesima Ora” si caratterizzaanche per lo spazio che concede a tutti coloro che sentono di avere qualcosa da comunicare, poiché noi delGiornalino riteniamo importante l’uso della Parola: uno strumento di grande potere, in grado di inluenzare, se nonaddirittura cambiare, il Presente. Non a caso tutti i mezzi di comunicazione rientrano nel cosiddetto “QuartoPotere”.

Niccolò Bonato

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STATI UNITI:Donald Trump ha deciso il ritiro for-male degli Stati Uniti dall’Unesco, un gesto che viene visto come uno“ schiaffo alla cultura e ai diritti univer-sali”: la decisione entrerà in vigore nel dicembre 2018. Secondo ilpresidente americano, la decisione de-lle Nazioni Unite di includere la Pa-lestina sarebbe stata vista come unamossa “anti-israeliana”.

CALIFORNIA:Centinaia di chilometri quadrati di territorio, distribuiti in circa 8 contee, continuano a bruciare nel nord dellaCalifornia. Le iamme hanno distrutto circa 1500 ediici, causando l’evacuazione di più di 20 mila abitanti ela morte di 15 di loro. I danni maggiori si sono registrati nelle contee di Mendocino, Sonoma e Napa, famoseper la produzione vinicola. La diffusione degli incendi sarebbe favorita dalle condizioni climatiche delleultime settimane: aria molto secca e venti costanti, che avrebbero anche alimentato le iamme favorendone ladiffusione.

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SOMALIA:Strage nel centro di Mogadiscio, capita-le della Somalia, nel primo pomeriggio del 14 ottobre: un camionpieno di esplosivo è saltato in aria da-vanti al ministero degli Esteri, causando la morte di 30 persone e decinedi feriti. Poco dopo avviene una secon-da esplosione in un altro quartiere della città, causando altre duevittime. Gli attacchi non sarebbero an-cora stati rivendicati.

SIRIA:Viene annunciata dai curdi la liberazione della città di Raqqa, scelta come capitale dallo Stato Islamico. Lamattina del 17 ottobre viene ripreso il con-trollo dello stadio di calcio e dell’ospedale, le ultime due roccafortidove si erano rifugiati i combattenti de-ll’Isis. Purtroppo però, come presumibile, interi quartieri della cittàsono ormai inagibili e gran parte dei pala-zzi sono ridotti in macerie.

AFGHANISTAN:Kabul, 21 ottobre: un kamikaze si è fatto esplodere vicino ad un bus carico di cadetti dell’Accademiamilitare della città, con un bilancio di 14 morti e 4 feriti. Proprio il giorno prima un altro attacco, realizzatocontro la moschea sciita di Kabul, che ha portato alla morte di 85 persone, tra cui alcune donne e duebambini.

A cura di Giorgia Ferri5

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In occasione del Merry ChristmART, noi della Redazione de La Venticinquesima Ora organizziamo un CONCOR-SO di DISEGNO. Realizzeremo una MOSTRA esponendo i vostri lavori e nel mezzo della serata avverrà la pre-miazione! Il disegno vincente verrà pubblicato come COPERTINA del III numero del Giornalino Scolastico. Il tema proposto quest’anno è il “Silenzio, tutto ciò che ci lascia senza parole”, ovvero ciò che vi toglie il iato (un paesag-gio, un quadro, una persona, …) oppure quello che per voi è il silenzio.

DETTAGLI TECNICI: Il disegno dovr essere presentato su un foglio bianco A4 (possibilmente un foglio da di-segno) e realizzato interamente in bianco e nero. La scadenza per la consegna è giovedì 14 DICEMBRE ed i disegni dovranno essere portati personalmente ai nomi qui sotto riportati, speciicando NOME, COGNOME e CLASSE al momento della consegna. - CENTRALE: Niccolò Bonato, II B classico - SUCCURSALE: Giorgia Ferri, 4b linguistico - GALLETTO: Margherita Ricci, 4d linguistico

PER INFO scrivete alla mail [email protected] oppure contattate Niccolò Bonato(3481890653) o Mathilde Romeo (3452387010). La Redazione de La Venticinquesima Ora

In occasione del Merry ChristmART, noi di Canograia organizziamo una MOSTRA DI FOTOGRAFIA realizzata con le vostre foto! Se volete partecipare, mandate le vostre foto alla mail [email protected] entro lunedì 11 DICEMBRE. Le foto migliori verranno premiate durante la serata del Merry ChristmART, per il primo posto è in palio un’ENTRATA GRATIS per il Ballo d’Istituto!!Partecipate numerosi!!

I temi proposti quest’anno sono: Tutto ciò che vi lascia senza parole; Luce; Bellezza.

PER INFO scrivete a Lisa Pace (3663778028), a Giorgia Ghirardo (3314730492) o a Maddalena DelMutolo (3801429922). Canograia

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Lo scorso 25 Settembre si è concluso il progetto di scam-bio che, da più di un anno, il nostro liceoportava avanti con il Loreto College di Adelaide, un co-llegio femminile cattolico con sede nel SouthAustralia, e che ha coinvolto la maggior parte di noi stu-denti della II D. Il gruppo di ragazzeaustraliane era già stato ospitato in Italia nel mese di No-vembre del 2016, mentre a Settembre è statoil nostro turno di ricambiare la visita.

Il programma del viaggio era suddiviso in due momenti: il primo costituito da due giorni datrascorrere a Sydney, il secondo dalle due settimane rima-nenti in cui siamo stati ospitati singolarmentedalle famiglie ad Adelaide. Nonostante la brevità del soggiorno a Sydney abbiamo visitato l’interacittà, una metropoli che fonde grattacieli con enormi par-chi e una spiaggia, Bondi Beach, meta deisuristi di tutta la nazione. Sydney, con le sue ampie stra-de ordinate, i centri commerciali e i suoigiganteschi monumenti ci ha fornito un’idea di quella che è una parte dell’Australia, ma è stato graziealle escursioni organizzate per noi dal Loreto College e dalle nostre famiglie che abbiamo potutoconoscere l’altra parte, quella più autentica, di questo grandissimo continente. Riserve naturali eparchi zoologici, lezioni di surf e gite in spiaggia sono state alcune tra le esperienze che abbiamopotuto vivere.

Ciò che però mi ha stupito negativamente è stato senza dubbio il sistema scolastico australiano.Sebbene dal loro punto di vista gli australiani ritengano il loro sistema scolastico molto vicino alnostro, tra i due ci sono differenze molto

profonde. Le lezioni,ad esempio, consistono in una deci-na di minuti in cui il professore assegna unessay da consegnare nelle settimane successive e nei rimanenti quaranta minuti in cui le ragazzeascoltano musica, guardano ilm al computer e parlano tra loro, tutte cose che lasciavano noiCanoviani parecchio perplessi. Le materie sono scelte dalle studentesse e, oltre alle tradizionali comeInglese, scienze o isica, comprendono anche moda, busi-ness, nutrizione e cucina; i libri invece sonopraticamente inesistenti e i quaderni sono sostituiti da-ll’uso del computer, cosa che ci ricordava moltoil peso delle nostre cartelle italiane. La struttura scolastica era moderna, attrezzata di ogni laboratoriopossibile, da quelli di tecnologia e chimica, a quello di cucina. L’atmosfera che si respirava all’internodella scuola era ovviamente molto più rilassata di quella a cui siamo abituati, ma non credo cheprepari gli studenti ad affrontare la realtà del mondo lavo-rativo e soprattutto non fornisca loro unacultura suficiente.

Nonostante le 23 ore di volo, le 8 di fuso orario e l’indi-menticabile pizza all’ananas, quest’esperienzaè stata utile a tutti noi non solo perché abbiamo avuto un’occasione, davvero singolare, di visitare unpaese bellissimo e totalmente diverso dal nostro da un punto di vista naturalistico ed umano, ma ancheper riscoprire un po’ noi stessi, per imparare ad apprezza-re la nostra romantica vita italiana fatta dicaffè nei piccoli bar, di passeggiate in Restera e di pome-riggi in biblioteca.

Elena Franceschini e Virginia Rizzo

SCAMBIO IN AUSTRALIA

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REFERENDUM CONSULTIVO DELLA REGIONE VENETOBuone e cattive notizie

Finalmente, dopo mesi di continua pubblicit, dibattiti, commenti (negativi e positivi), il 22 ottobre ilVeneto (assieme alla nostra amica Lombardia) ha votato per la sua “indipendenza”.Ma cos’è questa tanto acclamata e venerata forma di “libert vigilata”? Girando per il web (per esserepiù precisi, in giro per i social) ho “beccato” qualche rilessione su questa consulta popolare, presacome se facesse diventare subito il Veneto uno Stato indipendente, autocrata ed anche con un propriogoverno centrale. Pensiero particolarmente inluenzato in modo estremistico dalle alte promesse diuno dei personaggi più particolari nella vita politica del Nordest, il governatore Zaia, il quale, partitocon la iera idea di liberazione da tasse e pagamenti vari, ha tirato in ballo anche la difesadell’identità veneta sollevando polveroni su polveroni nel corso degli ultimi mesi solo per ottenere latanto desiderata autonomia. Ma allora, se non serve a farci diventare “liberi” dall’Italia subito, questoreferendum, che utilità sociale ha? La risposta è una ed una sola: vedere se il popolo Veneto haintenzione di diventare autonomo (Wikipedia ha una meravigliosa deinizione: autonomiadifferenziata). Tutto ciò necessita di due fattori per essere attivato: un quorum (50% dei votanti piùuno) ed una buona media di Sì.Effettivamente le stime sono più che rosee: 2.300.000 votanti solo in Veneto e 98,1% di Sì. Ottimoper il nostro caro governatore, che ora potrebbe già far partire un tavolo in governo per trattare lanostra simil indipendenza, se non fosse che sembra essersene dimenticato per puntare più in alto:Veneto Regione a Statuto Autonomo. Suona bene, eh? Non tanto allo Stato quanto a noi, quindicome al solito, ci toccher aspettare altri lunghi mesi per la risposta, e ino all’arrivo di essa, rilettetesu queste domande: con tutti i soldi “mangiati” dalle regioni a statuto speciale italiane (in tutto 5) sipotrebbe migliorare di gran lunga la situazione economica italiana, senza bisogno di scissioni varie?Quindi, abbiamo veramente bisogno di qualcun altro (anche se noi) che si aggiungi a mangiare l’economia della Penisola a stivale?

Angelo Granà

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“Le nostre piste sono famose in tutto il mondo e Cortina, «Regina delle Dolomiti», deve tornare asplendere”. Questo dichiara Luca Lotti, ministro per lo sport, parlando dell’evento globale che Cortinaospiterà nel 2021: i Mondiali di sci alpino.

Dopo molte discussioni e soprattutto molti dubbi sulla possibilità di tenere in questo luogo un evento cosìprestigioso, i numerosi presidenti e ministri addetti alla progettazione di tale iniziativa hanno ormai inito divagliare diverse soluzioni in merito a un problema che da anni interessa Cortina: lo smaltimento del trafico.

Cortina risulta infatti carente dal punto di vista stradale, come molti avranno notato rimanendo talvoltabloccati nel trafico dei vip. Riguardo questa problematica i tempi sono molto lunghi: questioni burocratichea parte, i lavori principali saranno la modiica delle due statali, la 51”di Alemagna” e la 52”Carnica”.

Ma sorge spontanea la domanda riguardo a come mai si punti così tanto su questo avvenimento. Prima ditutto, essendo una manifestazione sportiva, è naturale che vengano coinvolti moltissimi atleti, famiglie osemplicemente gruppi numerosi. Lo scopo di organizzare questi eventi è infatti quello di promuovere lo sport(in questo caso, lo sci) cercando di convincere sempre più persone a mettersi in gioco iscrivendosi egareggiando a questo tipo di competizioni: è tutta una questione di marketing e propaganda, in in dei conti!Ed, a proposito di marketing, che cosa si prevede dal punto di vista economico? Certamente è un’occasioneper spiccare! Gli organizzatori dell’evento (e non solo loro) sperano in un decisivo incremento economico :“imondiali di sci possono diventare volano per l’economia e motore di crescita e di promozione per ilterritorio”.

Certamente la notizia di questi Mondiali ha riempito di orgoglio e speranza i cuori veneti, in particolarequelli degli amanti della montagna: il grande senso di appartenenza mescolato al non voler rinunciare adun’occasione così particolare è infatti ciò che, secondo molti, ha spinto gli abitanti di Cortina e gliorganizzatori a trovare una soluzione valida in così poco tempo. Poco più di un anno fa nessuno avrebbe maicreduto, infatti, alla realizzazione di tale sogno ( se così vogliamo chiamarlo), ed invece i mondiali si farannoa Cortina che tornerà a splendere! Sara Bonan

MONDIALI A CORTINA NEL 2021Un’occasione d’oro per riemergere

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COLPEVOLI E/O INNOCENTI?È polemica per la mostra che commemora vittime e carneici

Recentemente si è tenuta una mostra d’arte a Pagazzano, una piccola città nei pressi di Bergamo, nella qualesono state esposte due statue che hanno fatto molto discutere. Si tratta di opere di Gaetano B., famoso peraver creato scalpore con il suo lavoro.Nella città lombarda, in occasione della Biennale del Dialogo, l’autore ha presentato due obelischiluorescenti di uguali fattezze, grandezza e forma in ricordo delle vittime della strage del 18 agosto 2017avvenuta presso la Rambla a Barcellona. La particolarità sta nella considerazione che l’artista ha del con-cettodi “vittima”; i due monumenti infatti, sono dedicati ai morti di quel giorno, innocenti e terroristi. Sulle duesculture infatti, sono incisi da una parte i quattordici nomi delle vittime e dall’altra quelli degli assassini, inquesto modo tutti vengono posti sullo stesso piano. La polemica si è scatenata immediatamente, tanto che adoggi i due obelischi non sono più visibili al pubblico.Gaetano B. si giustiica dicendo: “Ognuno piange i propri morti caduti in una guerra asimmetrica, guerra cheriposa spesso sull' autoinvestitura di un agente che vive come nemico chiunque abbia usi, costumi e riti cuilui intamente si è adeguato. Questo autoproclamato combattente ha padre, madre, parenti, amici. Tuttepersone a cui la memoria non può essere negata”. Il curatore della mostra Giuliano Ottaviani prende, inol-tre,le difese dell’artista sottolineando come costui volesse solamente rilettere sulla morte senza giudicare ofarne una questione politica.Lo sdegno e la critica nei confronti delle opere sono sicuramente giustiicabili, tuttavia bisogna ammettereche esse facciano rilettere su molte questioni, sia personali sia politiche. In un primo momento è ovvioritenere eticamente scorretto il pensiero che sta dietro alle due creazioni, ma non si può negare la forteemotività che queste creano ed il fatto che obbligano lo spettatore a interrogarsi sulla giustizia, sulla morte insé, sul dolore provato dai familiari di chiunque muoia, sulle tensioni internazionali ed i loro effetti.

Anastasia Moro

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CATALOGNA: CHE SUCCEDE ORA?Le conseguenze del referendum e il piano del Governo spagnolo

Il 1 ottobre scorso, nella comunità autonoma spagnola della Catalogna, si è svolto un referendum con domanda “Vo-rresti che la Catalogna diventasse uno stato indipendente nella forma di una repubblica?”, nonostante i tentativi delle istituzioni spagnole di fermarlo. Sia le azioni di quest’ultime, sia il referendum stesso hanno provocato grande scalpo-re, dal momento che queste votazioni erano state deinite in da subito illegali ed anticostituzionali da parte del gover-no spagnolo, che ha quindi deciso di agire violentemente contro gli indipendentisti. Tuttavia, il 43% della popolazione catalana si è presentata ai seggi, il 90% dei quali ha votato sì e, solo dopo un po’ più di due settimane dal referendum, il governo di Madrid ha deciso come reagire al desiderio di indipendenza catalano.

Rajoy ha infatti deciso di invocare l’articolo 155 della costituzione nel caso in cui la Catalogna decida di non rispetta-re i limiti posti dallo stato. Questo articolo non implicherebbe la perdita di autonomia per questa comunità, ma sarebbe utile al Paese per assicurarsi che l’autonomia catalana esista nei limiti della legge. Infatti Rajoy potrebbe anche usarlo per indire delle votazioni regionali, per ottenere un governo meno indipendentista. Ciò chiaramente potrebbe andare male se gli stessi indipendentisti riuscissero a riottenere il governo con una percentuale di voti più alta, che nel 2015 era il 47%. Gli indipendentisti sostengono però che il governo abbia gi avviato l’articolo 155 intervenendo nelle inanze della regione e inviando migliaia di guardie e uficiali della polizia nazionale in Catalogna, dove si trovano an-cora. Tuttavia, è improbabile che i catalani intervengano, dal momento che ino ad ora hanno protestato solo in modo paciico.

Alla ine però pur utilizzando l’articolo 155 non cambier molto: gli indipendentisti hanno acquistato più seguito durante gli ultimi anni e la maggior parte di loro non si fermeranno inché non otterranno quello che desiderano. Allo stesso modo il governo spagnolo non si tirerà indietro dopo un affronto tale, che ha colpito non solo l’unità nazionale, ma anche quella territoriale.

Clarissa Rossi e Giulia Giacomin

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In questi ultimi mesi si è molto parlato delle provocazioni scambiate tra Nord Corea e Stati Uniti. Mase dovesse scoppiare un conlitto, quale sarebbe la reale portata dei danni?L’arsenale statunitense è in continua evoluzione, anche se dopo la ine della Guerra Fredda una parte èstata formalmente ceduta alla NATO.Tra le armi statunitensi igurano ordigni del calibro della bomba nucleare B-41 (anche nota comeMK-41), con una potenza di 25 megaton, ovvero mille volte la potenza della bomba utilizzata controHiroshima (denominata Little Boy). Stupiscono per po-tenza anche le bombe convenzionali, chenonostante siano le più potenti attualmente in uso hanno solo una minima parte della potenzadell’atomica usata in Giappone. Tra i missili ci sono que-lli radiocomandati e intercontinentali, capaci,a qualsiasi segno di minaccia, di raggiungere l’altra parte del mondo. Per non parlare dei sottomarini,della lotta, dei carri armati e dei sempre nuovi modelli di aerei militari. Come pensare che tuttoquesto non sia assolutamente suficiente per vincere una possibile guerra contro la Corea del Nord?Non sappiamo però quale parte la Cina potrebbe prendere in un eventuale conlitto.Ma dell’imponente arsenale statunitense vi è una impor-tante parte anche in Italia. Infatti il nostropaese ha ben due basi militari in cui sono custoditi ordig-ni nucleari statunitensi: quella di Ghedi(Aeronautica militare italiana) e quella statunitense di Aviano. Le bombe qui stipate hanno unapotenza di gran lunga maggiore di quella di Hiroshima e, in caso di bisogno, sarebbero sganciate davelivoli italiani: gli F-35. Il Pentagono tuttavia mantiene un velo di segretezza su queste armi, uncomportamento decisamente ingrato, dato che una parte delle spese per mantenere gli ordigni ricadesullo stato italiano. Come dovremmo reagire noi cittadini italiani sapendo di avere delle pericolosearmi atomiche alla porta di casa?Come sono equipaggiati invece gli altri protagonisti di questa “nuova Guerra Fredda”, i nordcoreani?Per ora solo poche delle armi a disposizione di Pyong-

yang sono tanto avanzate da colpire direttamenteil territorio statunitense (quasi sicuramente l’Alaska, forse gli stessi USA); ovvero i missiliHwasong-14. Ma i rischi sono altri.Trump ha recentemente minacciato una “guerra preventi-va” nei confronti della Nord Corea, ma sipotrebbero trovare innumerevoli motivi per evitare il conlitto, che avrebbe conseguenze diproporzioni immani. Innanzitutto, sarebbero così tanti i loro alleati a trovarsi in una situazione dipericolo che se gli Stati Uniti attaccassero per primi non otterrebbero alcun tipo di consenso da partedegli altri stati. E se anche bombardassero il paese, le varie testate nucleari disperse nei rifugi scavatinelle montagne renderebbero praticamente impossibile distruggere l’intero arsenale nordcoreano.Ipotizzando però che gli Stati Uniti riuscissero ad elimi-nare gli ordigni capaci (forse) di colpiredirettamente il loro territorio, Pyongyang avrebbe ancora a disposizione innumerevoli missili capaci diraggiungere il Giappone e la Corea del Sud. Per non par-lare dei cannoni schierati all’interno dicaverne sul 38° parallelo, non raggiungibili da attacchi aerei e capaci di scagliare proiettili chimicisulla Corea del Sud, ino ad una distanza di 60 chilometri. Anche la capitale Seul sarebbe quindicompresa nel loro raggio d’azione.Una guerra costerebbe quindi milioni di vittime, se non tra gli americani almeno tra i loro alleati. Unadelle possibili soluzioni rimangono le trattative con la Cina, che esercita ancora una moderatainluenza sulla dittatura di Kim Jong Un. Il paese asiatico potrebbe domandare, in cambio del disarmoatomico di Pyongyang, un’interruzione degli aiuti ameri-cani a Taiwan o altre questioni rimaste insospeso con gli Stati Uniti, come il possesso di arcipela-ghi contesi nel Mar Cinese Meridionale.Tutto quello che possiamo fare, per il bene di tutti, è spe-rare che questa situazione si risolva al piùpresto.

Martina Cenedese

ARSENALI TRA ORIENTE E OCCIDENTEGli armamenti di USA e Nord Corea: le due nazioni che fanno tremare il mondo

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Negli anni ’90, quando regnava Kim Il-sung, i cittadini coreani erano già stati sottoposti ad un ‘lavaggio delcervello’: il dittatore incominciò ad essere venerato come un dio, e chi non lo rispettava veniva punitoseveramente; era assolutamente vietato guardare canali o trasmissioni straniere; ai bambini venivano fattifare giochi che li istigavano alla guerra (soprattutto con-tro l’America). Quelli furono anni tremendi, riportatispesso nei libri di clandestini scappati da quell’inferno senza libertà. Ben pochi furono i superstiti a quelladura fuga, poiché i conini erano costantemente vigilati e chi veniva beccato, poteva inire in prigione, omorire in una esecuzione pubblica.Era nata, nei cittadini coreani, la convinzione che la Co-rea del Nord fosse il miglior paese nel quale sipotesse vivere. Ma negli ultimi anni ormai questa idea è andata via via scomparendo.Spesso non ci rendiamo conto della libertà che abbiamo, anche nella vita quotidiana, che diamo per scontatoche gli altri ce l’abbiano e ne possano usufruire. La liber-tà è basata sui diritti e sui doveri delle singolepersone, punti fondamentali di ogni stato del mondo.Attualmente della Corea si parla molto soprattutto dei suoi armamenti, test nucleari, e la ipotetica ‘guerra’contro l’America. Ma come vivono i cittadini coreani? La situazione è cambiata rispetto a 25 anni fa? Icoreani sono contro o favorevoli alla dittatura? Esiste la libertà in Corea del Nord?Questa dittatura è spesso taciuta, messa in disparte. Una dittatura che reprime, obbliga al silenzio; pena: lamorte, o la reclusione in qualche campo di “concentra-mento”.È sempre dificile rispondere a delle domande di cui non si hanno molte informazioni, come in questo caso.Però possiamo affermare che se si hanno poche notizie è dovuto anche all’uso controllato della reteinternet usata dai cittadini coreani. Infatti internet è stret-tamente sotto il controllo del governo, che censura isiti che scomodano alla dittatura, lasciandone navigabili solo pochi, la maggior parte dei quali riferiti a Jong-un.Nella Corea del Nord non c’è libertà di stampa: nel paese circolano 20 periodici, tutti controllaticostantemente dalle autorità. Le informazioni “scomode” vengono eliminate, censurate. La libertà di scriveree pubblicare qualcosa che uno ritiene importante, sia che riguardi tutto il paese, sia una sola città, è

fondamentale per creare una società libera di esprimere idee, di ascoltare e migliorare. Ovviamente la Corea,in quanto dittatura, sottopone tutti i cittadini alle stesse idee, che si riferiscono sempre al dittatore.In quanto dittatura, le visite da parte di turisti non sono molto gradite. Si deve essere accompagnati da unaguida e se vengono scattate fotograie, esse sono sotto-poste al controllo dell’autorità e quelle ritenute“pericolose” per il regime vengono eliminate.Quindi, ricapitolando, in Corea del Nord non può esserci libertà, perché in base a queste informazionicapiamo che moltissime cose vengono vietate. Moltissi-me cose che noi facciamo abitualmente. Moltissimedelle quali facciamo senza renderci conto della libertà con la quale possiamo agire.In questo momento è come se i cittadini coreani (e anche tante altre persone nel mondo) stessero vivendosotto una cupola di vetro, sotto la quale alcuni si sento-no protetti, altri no. Questa cupola però prima o poisi romperà, grazie alle azioni degli uomini, in quanto molto fragile, e la Corea ritornerà un paese libero. Voivi starete chiedendo: “e perché sperare che la Corea di-venti un paese libero, se noi non ci viviamo? Perchéaiutarla a diventare un paese migliore?”Semplicemente perché facendo parte tutti dello stesso mondo, risentiamo delle situazioni degli altri paesi indiversi modi. Ma anche perché tutto nasce da una scelta profonda, personale, del voler vedere un mondounito e libero, per tutti. Purtroppo non è affatto semplice riuscire ad aiutare un paese lontano dal nostro amigliorare. Quindi dobbiamo cercare prima di tutto di informarci sui fatti che avvengono nel mondo,soprattutto di essere ‘curiosi’, di voler capire e sapere. E poi riuscire, in futuro, ad aiutare le persone aguardare fuori, ad essere ‘curiosi’. E ad eliminare dal cervello l’idea di ‘supremazia personale’, diegoismo. Perché dobbiamo cominciare ad uscire dalle nostre case, dai nostri paesi (anche idealmente),soprattutto per sentirci più ‘cittadini del mondo’.

Giulia Caruso

UN PAESE NEL SILENZIO

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LETTERE SULL’ ATTUALITÀ

17/10/17Fremont, USA

Touch, screen or stars?

Ogni giorno sempre peggio, ogni giorno piccoli o grandi cervelli che siano vengono sottomessi, sottomessi da una nostra idea. Un’idea, o meglio, un’invenzione, un qualcosa che è diventato un accessorio. La cosa incredibile è che un oggetto sia in grado di sottomettere l’uomo. Un oggetto come il cellulare. Giustiichiamo il tutto con “lo scopo è sem-pliicarsi la vita”, ma non ci rendiamo conto che questo “sempliicarsi la vita” è sinonimo di “distruzione continua”.L’uomo è diventato apatico: effettivamente, a cosa servono i sentimenti quando ci sono le emoji? A cosa serve incon-trarsi con gli amici quando c’è la possibilità di vedersi attraverso uno schermo? A cosa serve parlare quando possiamo inviare messaggi vocali? Stiamo diventando dei vegetali, ovvero “persone” dotate solo di una vita biologica, a causa della perdita delle facol-t mentali. Non esistono più i corteggiamenti per conquistare una donna, i mazzi di rose rosse, i baci, gli abbracci, basta un semplice messaggio, un semplice cuore rosso mandato su whatsapp mentre si gioca alla Play. Bello, davvero emozionante. Ma il dramma è che la maggior parte delle “persone” preferisce questo tipo di rapporto. Ci sono alcuni che non si sono mai conosciuti dal vivo, che “coltivano” la loro amicizia virtualmente o, addirittura, altri idanzati attraverso lo schermo. Ma i rapporti umani dove sono initi? La risposta è molto semplice: si stanno estinguendo, stiamo diventando degli esseri telecomandati dai nostri cellulari. Non ditemi che non avete mai bisogno di un abbrac-cio, non ditemi che, se poteste tornare indietro, sostituireste il primo bacio con un computer, non ditemi che le emoji rispecchiano i vostri stati d’animo. Il problema peggiore è che il cellulare sta diventando la droga dell’umanità; l’unica differenza fra la marijuana e il cellulare è che la prima si coltiva, e il secondo è frutto di una nostra ideazione tradotta in realt. I sintomi, però, sono gli stessi: insonnia per più giorni e settimane, pupille dilatate, ingannevole senso di po-tere, paranoia, depressione, perdita di controllo, nervosismo, perdita di interesse e di rapporti umani. Questo processo è un regime autoritario, noi uomini siamo gli schiavi della tecnologia. Il concetto di comunità si è sbiadito. Ogni uomo o donna è un pianeta a sé che si collega con i propri simili per via telematica. Come dimostrano molti studi, il cellulare è una dipendenza, caratterizza la nostra quotidianità e, purtrop- po, nessuno potrebbe privarsene. Pensiamo a pochi anni fa, quando ancora non esisteva nulla di tutto ciò. Le persone erano più tranquille e rilassate, meno problemi. I “bisogni altrui” non ricoprivano il tempo libero delle persone. Tutti erano più isolati dal resto del mondo. Nel giro di pochi anni c’è stato un cambiamento radicale: è come se vivessimo tutti nella stessa città; le in-formazioni ci vengono trasmesse in tempo reale e siamo sempre al corrente di tutto. Siamo a disposizione del mondo intero 24 ore su 24. Incredibile come, in così poco tempo, le cose siano state completamente stravolte. Un fenomeno molto ambiguo, ma dominante. Sinceramente, non so come sarà la situazione fra un po’ di anni, è un processo troppo rapido per essere programmato.Una cosa è certa, non potrò concludere con la classica frase iabesca “E vissero tutti felici e contenti”,purtroppo non si addice alla nostra realtà. Ma, per favore, da ora in poi rispondete “sì” alla domanda: “Vienia fare una passeggiata con me? Solo noi due, la città e le stelle”.

Clare Hill

(Siria Varetton)

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“GEOCACHING”Una caccia al tesoro mondiale

Vi è mai capitato di ritrovarvi in città passeggiando a vuoto, senza uno scopo o una meta, semplicementeannoiandovi? Ecco, la prossima volta che vi accade, sca-ricatevi l’applicazione Geocaching. Il gioco esisteormai da diciassette anni ma in Italia è ancora poco co-nosciuto. È nato negli Stati Uniti, quando un certoDave Ulmer volle testare l’accuratezza del GPS senza la Selective Availability, un segnale che necomprometteva la precisione, all’epoca appena rimosso dal Governo statunitense. Il 3 maggio quindi, Ulmernascose in un bosco un contenitore con dentro un quader-no, una penna e dei libri, chiamato “Stash” (inseguito, diventerà l’attuale Geocache), e condivise online le sue coordinate geograiche perché altri utenti lotrovassero. L’idea era che chi lo trovasse dovesse prende-re qualcosa e lasciare qualcos’altro in cambio. Inbreve tempo questo ebbe grande successo, diffondendosi in tutta l’America, approdando poi in Australia e inEuropa (il primo in Italia fu nascosto nel 2001, in Sicilia).Oggi il gioco consiste in una caccia al tesoro mondiale: attraverso l’applicazione si individuano lecoordinate geograiche dei Geocache, contenitori con all’interno un logbook (un foglietto su cui ogni geocacher può scrivere il suo nome utente, ndr), che poi ven-gono trovati con l’aiuto di indizi.Esistono vari livelli di dificolt e i Geocache non sono tutti uguali: alcuni sono minuscoli, quasi invisibili,altri magnetici, ma tutti si mimetizzano con l’ambiente circostante. Chi crea e nasconde il Geocache vienedeinito hider, mentre i seekers sono coloro che li cerca-no. Nel linguaggio del gioco ci sono anche imuggles (“babbani”), ovvero i comuni mortali “non

geocachers”.Esistono poi i multi-cache, ovvero dei cache particolari che contengono indizi per trovarne altri ino adarrivare al cache inale. In questo modo si creano dei per-corsi che portano ad esplorare una zona e acimentarsi con enigmi più o meno complessi.Descritto così il Geocaching potrà sembrare una strana setta nostalgica dei passatempi dell’infanzia, ma inrealtà è un modo alternativo e divertente di riscoprire la propria città o di visitarne una nuova. Per esempio,avreste mai pensato che, nascosto in un tubo dalle parti della Biblioteca di Città del Giardino, si trovasse uncache?Quando poi proviamo l’esperienza in un luogo a noi sco-nosciuto scopriamo dei posti incredibili, che maiavremmo potuto conoscere seguendo le semplici indica-zioni di una guida, oppure notiamo dei dettagliinteressanti che altrimenti ci sarebbero sfuggiti. Il gioco ci dimostra quindi come il mondo virtuale si possafondere con quello reale e sebbene parta dalla tecnologia, inisce per diventare una vera e propria attivitall’aperto.L’unico aspetto da ricordare tuttavia, è che non tutti sono a conoscenza del Geocashing. Perciò se mai ungiorno cercaste i cache tra le crepe dei muri andando avanti e indietro o analizzando un cartello stradale inmodo troppo accurato e ossessivo, non sorprendetevi se qualcuno vi lancia uno sguardo torvo, perché è soloun babbano che non conosce il Geocaching.

Mathilde Romeo

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Che sia per moda o per il prezzaccio dell’all you can eat, è innegabile che molti italiani adorino mangiare ilsushi: questi piccoli involtini di riso, alghe e pesce (a volte anche verdure) hanno conquistato tutti grazie allaloro forma molto “minimal” ed al loro sapore atipico. Nonostante l’apparente semplicit, sono molto dificilida preparare, tanto che la ricetta richiede anni di studio, di cui due solo per il riso, da parte dei veri sushiman:d’altronde le prime forme di sushi risalgono al V secolo a.C. La nostra pizza in confronto non ha neanche lametà dei suoi anni!Inizialmente il sushi è nato come forma di conservazione del pesce: non essendo ancora stato inventato ilfrigorifero, si impacchettava il pesce crudo nel riso, che veniva divorato dai batteri “buoni” e venivatrasformato in acido lattico. L’accumulo di questo acido impediva la crescita e la contaminazione del pesceda parte di batteri nocivi, quali il botulino, ma natural-mente il riso non veniva mangiato dopo latrasformazione in acido lattico.In seguito, quando si trovarono altri metodi di conserva-zione, si iniziò a mangiare il pesce con il riso, che,come ai giorni nostri, veniva condito con aceto, zucchero e a volte kombu, una specie di alga: inoltre, nellapreparazione, lo chef deve stare attento a non rompere i chicchi di riso, poiché, se rotti, libererebberol’amilopectina e si incollerebbero tra loro, rendendo ques-to alimento stopposo e immangiabile.Tuttavia, se il sushi è così buono non è soltanto grazie al riso, ma anche grazie a ciò che lo rende cosìrinomato: il pesce crudo. Non solo esso è ricco di ome-ga-3, un grasso insaturo che è molto presente nelsalmone e nel tonno, ma conferisce anche colore ai vari tipi di sushi. Questo dipende soprattutto dalleabitudini del pesce: per esempio, i nigiri con il tonno sono bordeaux perché questi sono grandi nuotatori e iloro muscoli hanno bisogno di tanto ossigeno, che viene trasportato dalla mioglobina (quella che rende imuscoli così rossi). Analogamente, i pesci pigri, come ad esempio il salmone, dovrebbero essere bianchi, main questo caso c’è un’eccezione: quest’ultimo infatti si nutre di crostacei come i gamberi, che hanno al lorointerno l’astaxantina. Grazie a questa sostanza, il salmone assume il colore rosaceo che conosciamo.Vi è inine un ultimo ingrediente e questo, a nostra insa-puta, è il più importante di tutti: le alghe (nori ekombu). Utilizzate spesso per tenere unito il riso con il pesce, conferiscono al sushi un gusto particolare, chei Giapponesi chiamano “Umami”, ossia il quinto gusto percepibile all’uomo dopo dolce, salato, amaro ed

aspro: esiste persino un recettore speciico per questa sostanza sulla lingua. In realtà, agli inizi del Novecentoè stato scoperto il suo nome scientiico: glutammato monosodico (MSG). Usato anche a scopo industrialecome additivo esaltatore di sapidità in cibi come il dado da brodo o la salsa di soia (che aggiunge altro“Umami” al piatto), è stato al centro di molte polemiche, perché veniva accusato di causare obesità,intolleranze e molto altro. In realtà, in base alle ricerche della European Food Information Council e dellaFao sulla relazione tra l’assunzione da parte di questa sos-tanza nella dieta asiatica e la percentuale di malattiead essa associata, queste affermazioni si sono rivelate solo dicerie. Come il sale, se ne assumiamo troppo èdannoso per l’organismo, mentre in quantità controllate, non provoca niente di tutto ciò.In ogni caso, il mio consiglio è di mangiare sushi se pia-ce, ma di non farne un’ossessione: se ci si riduce amangiare solo questo, si inisce per non assaporarlo più veramente!

Anna Martinato

LA CHIMICA DEL SUSHII motivi “chimici” per cui il sushi piace

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IL PESO DELLA CULTURAZaino: istruzioni per l’uso

La fronte imperlata di sudore, la borraccia vuota in mano e un’espressione affaticata. Se per caso un giornoincontraste una ragazza che girovaga per la scuola e ris-pecchia queste caratteristiche... beh, quella sono ioalle prese con il mio enorme zaino.Sono diventata ormai nota tra i miei coetanei per la mia inquietante somiglianza a una tartaruga ingobbita.Eppure porto con me solo lo stretto necessario per la so-pravvivenza a scuola: una banana, i fazzoletti e i soldiper le macchinette. Ah, e ovviamente un carico di libri per un peso che varia dai 3 agli 11 chili.Non abbandono nella libreria ciò che potrebbe non servir-mi nel corso della mattinata per amor della cultura(e per evitare che il mio voto in condotta precipiti sotto la soglia del decoro).Nonostante ciò sono consapevole del fatto che mentre il mio cervello evolve, la mia spina dorsale si involve.Non sono l’unica a quanto pare: a migliaia di studenti sono state riscontrate malattie della colonna vertebrale,come la scoliosi, a causa della loro postura scorretta.“Il carico sopportato dalla schiena di bambini e ragazzi - ci spiega l’Associazione Italiana dei Fisioterapisti -non deve essere superiore al 10/15 % del loro peso corporeo”.C’è però da puntualizzare che gli zaini pesanti modiica-no in modo impercettibile ma costante la colonnavertebrale, che fortunatamente è costretta a sopportare la fatica per non più di un’ora al giorno. Il veroproblema per i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, le cui ossa sono ancora in crescita, è la posizione che assumonosui banchi di scuola, davanti al computer e alla televisio-ne. In questi casi, la spina dorsale assume posizioniinnaturali che possono modiicarla in modo permanente.Oltre che a migliorare le nostre posizioni “di relax”, è bene anche risolvere il problema del peso degli zainettiche, se pur minimo, ci reca quel fastidioso dolore lombare capace di tormentarci per ore.Allarmati? Non preoccupatevi! Oltre che a metterci in guardia riguardo i problemi che un eccessivo peso puòinliggere alla nostra schiena, i medici hanno anche sug-

gerito soluzioni per risolverli o alleviarli. Questiconsigli, che se seguiti alla lettera si riveleranno essere la nostra salvezza, possono essere riassunti in 4punti.1) Anche lo stesso zaino vuoto ha un peso che andrà ad aumentare il carico totale sopportato dalla nostracolonna vertebrale. É perciò importante valutare accurata-mente le caratteristiche del prodotto nel dificilemomento dell’acquisto, preferendo quelli con schienale rigido e spallacci larghi e imbottiti.2) Anche il modo in cui riponiamo i libri nello zaino può inluire sulla nostra fatica nel trasportarlo. Se fatecome me e buttate il materiale scolastico nella cartella a casaccio e anche un po’ controvoglia, allora statesbagliando. Il metodo corretto in cui farlo ci è dettagliata-mente spiegato dal Gruppo italiano di studio dellascoliosi e delle patologie vertebrali: inserire i libri più pesanti e con una supericie più ampia dalla parte delloschienale, mentre quelli più leggere andranno sistemati verso l’ esterno.3) Come dice nota rivista italiana per ragazzi, Focus Ju-nior “lo zaino è come un vestito, bisogna scegliere lataglia giusta”. Quelli troppo grandi possono far perdere l’ equilibrio e creare danni ancor più gravi di quelliche causerebbe una cartella di medie dimensioni.4) Ecco arrivati al punto dolente della lista, quello per cui i più modaioli rimarranno contrariati. Anche se vifa sembrare più cool, lo zainetto portato su una spalla sola non è vostro amico! Questo generaun’asimmetria che, se particolarmente accentuata, dificil-mente si potrà correggere. Al contrario, la vostraschiena vi sarebbe grata se le faceste riscoprire il caro e vecchio trolley, esemplare di zaino molto raro allesuperiori.Come diceva quel motto,“è meglio prevenire che curare”, aspettando con ansia che tutti i nostri libri venganoriversati dentro un ben più leggero e amichevole tablet.

Greta Giacobini

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IL SOLE E LA LUNA TRA LE NUVOLELa dodicesima edizione del Sole Luna Doc Film Festival a Treviso

Il Sole Luna Doc Film Festival è una rassegna di docu-mentari che hanno come tema il dialogo interculturale. Nato nel 2006 a Palermo, oggi comprende appuntamenti a Milano e a Treviso.Quest’anno a Treviso, dall’11 al 17 settembre si è svolta la quarta edizione; i trentuno ilm che sono stati proiet-tati tra la sala dei Trecento e la sede della associazione TRA a Cà dei Ricchi si dividevano in tre sezioni: “Di-ritti umani”, “Il viaggio” e “Corti”. Agli spettatori del festival veniva richiesto di esprimere le loro preferenze sulle pellicole in concorso. Ma i ilm visionabili durante la settimana sono stati molti di più, grazie alle 2 sezioni fuori concorso e alla proiezione di 5 “Corti” del Veneto Film Network: una vera fortuna per gli appassionati di cinema della nostra città poiché ogni giorno dalle 18.30 alle 23:30 veniva offerta una non-stop di proiezioni. I ilm vincitori per ciascuna sezionesono:“Dove vanno le nuvole”; “Il segreto delle calze” e “Ama”; “L de Libertad”.

Il ilm “Dove vanno le nuvole” ci dimostra come dovre-bbe essere gestita l’accoglienza degli immigrati, ovvero nelle famiglie e nelle nostre città, non in luoghi isolati e di esclusione, sicure fonti di disagio e malessere. Uno degli episodi racconta in prima persona l’esperienza di un professore della nostra scuola, il professor Calò, e della sua famiglia che ha accolto 6 migranti. Il ilm si sofferma sui momenti principali della giornata, presentandoci la quotidianità della casa immersa negli impegni di ciascu-

no e nei vivaci momenti di vita comunitaria. In un altro episodio del ilm viene narrata la storia del sindaco di Riace, il quale ha invitato dei migranti ad andare a vivere stabilmente nella sua città, ormai spopolata a causa de-ll’emigrazione. I migranti che hanno scelto di stabilirsi lì, hanno imparato le antiche attività artigianali, ormai quasi perdute del tutto, e hanno integrato le loro tradizioni, consentendo lo sviluppo di un nuovo artigianato.

Un evento veramente speciale è stata la proiezione del ilm “Nanook of the North (Nanook l’eschimese)”, un ilm muto del 1922 di Robert Flaherty, accompagnata dal sottofondo di un pianoforte. Il ilm fa conoscere la lotta per la sopravvivenza di una famiglia eschimese nell’Arti-co canadese. Per la sua particolarit, nel 1989 è stato uno dei 25 ilm selezionati dalla Library of Congress per il suo alto valore culturale, storico ed estetico.

E’ stato molto interessante partecipare al Sole Luna Doc Film Festival perché ho avuto la possibilit di vedere ilm insoliti e complessi, molto diversi da quelli solitamente disponibili. Potrebbe essere una bella esperienza per noi studenti del Canova far parte della giuria e partecipare all’organizzazione di questo concorso sempre più impor-tante.

Eleonora Pezzin

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I POETI NELL’OMBRAIl MeP dona nuova vita alla poesia

“La poesia non è una cosa morta, ma vive una vita clandestina” diceva Edoardo Sanguineti. Quest’estate, in effetti, è rinata grazie a un movimento non autorizzato che ha tappezzato di versi le maggiori città italiane.

Il Movimento per l’Emancipazione della Poesia (MeP) è nato a Firenze nel marzo 2010, ma è salito alla ribalta solo 7 anni più tardi; ad oggi si è diffuso in tutta Italia (è arrivato anche nella Marca, a Castelfranco e Vittorio Veneto) e in alcune capitali europee come Amsterdam, Berlino, Londra e Parigi. In particolare hanno destato scalpore le poesie apparse sulle barriere antiterrorismo a Milano, che hanno dato una nuova immagine a ciò che era considerato un sim-bolo della paura.

Le poesie sono facilmente riconoscibili: sono tutte stampate su fogli A4, viene utilizzato il Georgia come font e su ogni pagina si trova il timbro rosso del MeP. Per attaccare le poesie ai muri i membri del movimento utilizzano la colla di farina prodotta da loro stessi ed evitano i monumenti storici e gli ediici sacri, optando, invece, per le zone perife-riche e, quindi, agendo su muri già rovinati. Di tanto in tanto i versi appaiono anche in pieno centro, dove possono godere di una maggiore visibilità.

Il gruppo di poeti è molto eterogeneo sia per sesso che per età, infatti è composto da persone tra i 18 e i 50 anni, di conseguenza i temi trattati spaziano dai turbamenti adolescenziali alle rilessioni di persone più mature. La ricchezza del MeP è proprio questo, il non avere canoni contenutistici né stilistici, nonostante al suo interno possano formarsi nuove correnti.

L’unica condizione che il movimento impone ai poeti è l’anonimato (si distinguono unicamente grazie a delle sigle). La prima motivazione è pratica: l’attacchinaggio pubblico è un’attività illegale, infatti viene svolta di notte. La secon-da, invece, è operata per esaltare la poesia in sé: associandola ad un autore, inevitabilmente la si leggerebbe con dei pregiudizi, mentre lo scopo dell’associazione non è quello di pubblicizzare o stroncare gli autori, ma, come dice lo stesso manifesto, il ine è “restituire alla poesia il ruolo egemone che le compete sulle altre arti e al contempo di non lasciarla esclusivo appannaggio di una ristretta élite”. Una domanda sorge spontanea: perché questa forma di cultura non può dirsi democratica? O meglio, che retaggi culturali ci fanno preferire la prosa ai versi?

Il movimento è meno chiuso di quanto sembri, infatti utilizza qualsiasi mezzo per promuovere la poesia, collaborando con radio, riviste e artisti. Inoltre, è molto attivo sui social, dove su Facebook siora i 50000 seguaci e su Instagram ne ha oltre 20000. L’entourage del MeP è sempre in espansione e i blitz dei poeti anonimi sono destinati a crescere, perché anche quando ricevono delle critiche, riescono nel proprio intento: stupire.

Anita Borsato

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CANOVA IN POESIA

Per entrare nel pieno spirito canoviano (se le prime veriiche non l’hanno ancora fatto), la Rubrica di Poe-

sia vi presenta alcune delle più celeberrime poesie sotto forma di parodie, reinterpretate come se l’autore

fosse uno studente del Canova.

Però prima, cominciamo con un’ode, composta da una studentessa anonima, per un anno scolastico fortunato esereno:

O Antonio Canova,che sei in via Mura San Teonisto,

sia rinomata la tua gloria,come in Centrale così al Galletto,dacci oggi il nostro 6 quotidiano

e rimetti a noi i nostri 4come noi li rimettiamo nello studio notturno.

E non ci indurre in bocciatura,ma liberaci dai debiti,

Amen.

Cominciamo con il più celebre sonetto di Ceco Angiolieri (1260-1313), uno dei più famosi poeti della tradizionecomica toscana:

S’i’ fosse fuoco, arderei’l moka;s’i’ fosse vento, inserei del caffè la polvere;

s’i’ fosse acqua, la riempirei;s’i’ fosse studente, tutto la berrei.

S’i’ fosse dizionario greco, allor sarei giocondo,chè tutti i classicisti imbrigarei;

s’i’ fosse calcolatrice, ben lo farei:a tutti darei calcoli sbagliati.

S’i’ fosse bocciatura, non andrei a mi’ compagni;s’i’ fosse promozione, starei con loro:

similmente faria dai miei amici.

S’i’ fosse Canoviano, com’i’ sono e fui,torrei le lezioni belle e interessanti:quelle brutte e noiose lasserei altrui

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Proseguiamo con uno tra i più famosi sonetti di Francesco Petrarca (1304-1374), considerato il primo poetarinascimentale e che di problemi (poveretto) ne aveva:

Solo et pensoso i più bizzarri signiicativo cercando con la testa torda e confusa,

et di senso la versione mia mancaove da altri copiar non potei.

Altro sistema non trovo che mi scampidal 4 in greco del mio docente,perché nelle frasi mie sciocche

si capisce subito che studiar dovei;

tanto che io ormai credo che solo i miei compagnie i miei libri sappian in che modo

sia la mia vita da studente, ch’è celata ad altrui.

Ma anche in questo modo non riesco a trovarcosì intelligente modo che Quattro non venga sempre

ragionando con meco, et io co’llui

Per concludere, una poesia composta da Ugo Foscolo (1778-1827), poeta che riuscì a fondere nella sua poetica ilNeoclassicismo e il Romanticismo:

Forse perchè della sapienza anticatu sei l’immago a me sì cara, vieni,

o Studio! E sia quando ti accompagnanoliete le tazze calde e le penne variopinte,

sia quando giungi durante le nottilunghe e allietate da arie invernali,mi arrivi sempre lieta, e le secrete

vie del mio animo soavemente occupi.

Vagar mi fai co’ miei pensier su materieche parlano del bello; e intanto fugge

il tempo e con esso scorrono le innumerevoli

pagine dei libri, che con me si consumano;e mentre ho di fronte la tua passione, si sazia

quello spirito sapiente ch’entro mi rugge.

A cura di Niccolò Bonato

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Cent’anni di solitudine (1967)dello scrittore venezuelano Gabriel Garcìa Màrquez e La casa degli spiriti (1982) della cilena Isabel Allende sono due libri che vi faranno perdere la cognizione della realtà, crederete di essere dei folli e vi potrà sembrare di capire sempre meno man mano che andate avanti, sino alla ine, quando tutto acquister un senso e non ci sar più la preoccupazione di capire la logica degli eventi, che non c’è, e tanto meno fa-rete più lo sforzo vano di attribuire un particolare evento a qualche personaggio. Non è questo l’importante, l’unica cosa fondamentale è, una volta arrivati alla ine, rimanere senza iato, nerti sul vostro letto con una lacrima che vi scende sulla guancia, felici perché siete consapevoli che dentro di voi si è abbattuto un vortice di emozioni, pen-sieri, nulla che prima vi apparteneva ma che ora, volenti o nolenti si è innestato e fa parte di voi.Entrambi si svolgono come una saga familiare, trattan-do, sempre in modo diverso, temi quali l’onore, l’amore, l’avventura, la magia, la guerra, la crudeltà. Per esempio, il tema dell’avventura, che in Cent’anni di solitudine è pazzia, ne ”La casa degli spiriti” è invece evasione, ricerca di libertà da una realtà familiare a volte troppo soffocante; o la crudeltà che da Marquez viene descritta come una cosa quotidiana e gratuita tanto da sorprendersi se non la si trova in ogni momento, e per la Allende è pazzia; ogni personaggio della storia ècaratterizzato dall’amore nei confronti dei propri cari e ciò che di male capita nel corso della loro storia non sembra far parte del romanzo, dove inizialmente prevale un’atmosfera di assoluta serenità. Il lettore deve abituarsi e capire che si è arrivati a un punto di svolta, ma che alla ine, inevitabilmente, tutto si ricongiunger all’inizio.

Nulla è più irreale della realt, ciò che i personaggi fanno senza pensare o sognare non è reale, è una convenzione, non sono le azioni istintive o rilettute ad essere tangibili, ma lo sono quelle che per convezione sono ritenute irreali e che non si possono spiegare o raccontare né con la voce né con la scrittura, esse possono essere tramandate solo con le emozioni, con un passaggio diretto da mente a mente perché nient’altro riuscirebbe a dare loro giustizia. E’ la meraviglia che rende vivi e lo stupore con la curio-sità che porta a vivere una vita sensazionale, a seguire i desideri e gli ideali, ad essere succubi degli eventi e ad apprezzare la vita se za pensare a problemi fondamentali e ad essere inconsciamente consapevoli solo della propria anima. E’ tutto una contradizione di principi che segue solo un ilone, quello della realt: i fatti non avvengono con ordi-ne, misura e tanto meno sono calcolati, la storia, la trama della vita è irreversibile ma è così illogica che non serve nulla di più della mente stessa per cambiarla, si tratta solo di punti di vista. Gabriel Garcia scrive: ”Siamo al punto che nessuno può sapere con cognizione di causa dove sono i limiti della realtà”, ma quale realtà?Ancora una volta, terminata questa stravolgente lettura, saranno le emozioni di cui probabilmente vi siete resi conto solo alla ine del libro a farvi capire di essere stati ingannati e poi trasportati velocemente nel vortice di questa corrente letteraria nata in America Latina, il Rea-

lismo magico.

Letizia Guizzo

LA REALTA’ MAGICA DELLA VITADa Gabriel Garcìa Marquez a Isabel Allende

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Dunkirk è un ilm di guerra del 2017 scritto e diretto da Christopher Nolan, regista britannico noto per i suoi “balzi” indietro e in avanti nel tempo e per la sua riserva-tezza riguardo alla trama e ad altri particolari all’interno dei suoi ilm.

Il ilm, ambientato durante la seconda guerra mondia-le, racconta la drammatica evacuazione di Dunkerque (operazione Dynamo), che ebbe luogo dal 27 maggio al 4 giugno 1940, dopo che centinaia di migliaia di soldati in-glesi, francesi e belgi, bloccati sulle spiagge dall’avanzata dell’esercito tedesco, attendevano di essere salvati.Il protagonista è Tommy, un soldato di terra inglese che dopo essere scampato ad una sparatoria ed essere giunto alla fatidica spiaggia affronta ininiti rischi e pericoli pur di tornare a casa sano e salvo.

La vicenda viene raccontata da Nolan, che per più di venticinque anni ne aveva pianiicato il ilm, con pochi ed essenziali dialoghi e da tre diversi punti di vista (linee narrative): terra, mare ed aria. Ciascuna di queste è legata alle altre in modo non lineare ed è ambientata in uno speciico arco di tempo: la prima avviene sulla terrafer-ma e dura una settimana; la seconda in mare e dura un giorno; la terza nei cieli e dura un’ ora. Questa tecnica, chiamata “effetto palla di neve”, permette infatti al regista di aumentare l’intensità delle scene rendendone il ritmo sempre più incalzante e concitato. La sceneggiatura, lun-ga 76 pagine, è la più corta mai scritta da Nolan, il quale inizialmente pensò di non introdurla nel ilm per potersi concentrare solo sul movimento e sull’ azione.

Per aumentare il realismo ha invece utilizzato aerei d’epoca, navi (dodici delle quali presero realmente parte all’evacuazione), e armamenti originali, e impiegato seimila comparse, girando il più possibile sui luoghi dove i fatti avvennero realmente, cercando di ricostruire il senso di accerchiamento che i soldati dovevano provare in riva al mare. Secondo Nolan, uno tra gli aspetti più interessanti del ilm è il fatto di raccontare un evento che

in realtà non rappresentò una vittoria per gli alleati: nel ilm, infatti, non esistono vincitori o sconitti, ma solo sopravvissuti.

Il cast riunisce un gruppo di grandi attori britannici e non, di diverse generazioni: Tom Hardy, Mark Rylance, Ken-neth Branagh, Cillian Murphy, Fionn Whitehead e, al suo debutto cinematograico, il cantante degli One Direction, Harry Styles. I personaggi che interpretano si ispirano va-gamente a testimonianze e a persone reali, poiché, come il regista ha dichiarato, la inzione può comunicare agli spettatori qualcosa di più autentico rispetto al documen-tario e mostrare vari aspetti con molta più chiarezza di quanto in realtà si possa fare attenendosi ai semplici fatti.

Dunkirk è un movimento dietro l’altro, un susseguirsi e rincorrersi di avanti e indietro, di salire e scendere: ora vediamo le ile dei soldati ordinate in attesa d’ imbarcarsi, ora le ile scomposte dalle bombe che cadono dal cielo, ora i soldati che risalgono dal mare verso la riva, ora lo scroscio delle onde.Nolan è riuscito ancora una volta a stupire con l’amore e l’ossessione per i dettagli che solo i grandi registi notevolmente particolareggiato, animato da personaggi emotivi che il pubblico impara in fretta ad amare e con i quali condivide la tensione delle scene. A differenza di molti, il regista è riuscito a capire realmen-te l’evento, a comprendere l’angoscia degli uomini che circa otto decenni fa lo hanno vissuto e le cui sorti furono decise dal tempo, a riportare alla luce un incubo surreale che sembrava essere rimasto sepolto sotto la sabbia di Dunkerque.

Anna Rizzotto

DUNKIRK“Un incubo sepolto sotto la sabbia”

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“Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, da quello che mi è dato di sapere e na-rrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonio di pioggia.”Così comincia il libro “IT”, realizzato dalla geniale e folle mente del famoso scrittore Stephen King e pubblicato per la prima volta nel 1986, da cui è stato tratto l’omonimo ilm del 1990. L’amato capolavoro letterario, un mattone di milleduecento pagine, è, per chi abbia avuto il corag-gio e la voglia di leggerlo, magari in autobus o in classe durante l’ora di matematica, uno dei libri più terriicanti mai stati scritti. La trama della storia ha come protagonis-ta un clown malvagio e orrido, che si diverte ad infestare con la sua sporca essenza le strade della gi insigniicante (o quasi) Derry, una piccola cittadina nel Maine, adescan-do e rapendo le sue vittime e nutrendosi prima delle loro più grandi paure e poi della loro carne. Il nostro simpati-cissimo amico, con tanto di naso rosso e abito colorato, stracciato e palesemente “home-made edition”, preferisce uccidere i bambini, soggetti più adescabili, innocenti e ingenui. Dopo anni e anni di torture inlitte, IT, appro-ittando dell’acquazzone più disastroso mai abbattutosi sull’intera cittadina di Derry, riesce ad attirare nelle sue grinie George Denbrough, un piccolo bambino intento a far galleggiare la sua barchetta di carta sotto la pioggia, sull’acqua che scorre per le strade e si getta negli scarichi e nei tombini lungo i marciapiedi. Forse per la troppa velocità con la quale la barchetta sfreccia sul ciglio della strada, o per la lentezza del nostro George nell’inseguir-la, la barchetta inisce in uno degli scarichi. Quando il bambino si china per cercare di riprenderla, viene accolto da due occhi gialli e luminosi, che si scoprono appartene-re ad un losco iguro vestito da pagliaccio, che lo invita gentilmente a riprendere il proprio giocattolo, presentan-dosi a lui come Pennywise, “il clown danzante”. George, nel tentativo di riprendersi la sua barchetta, viene ucciso dal mostro. Dopo questo episodio, il fratello di George, con alcunisuoi amici che si autodeiniscono “Il club dei Perdenti”, cerca la soluzione al mistero che riguarda la persisten-te e costante scomparsa di numerosi bambini abitanti a Derry. Riusciranno i nostri prodi guerrieri a sconiggere il Male e, soprattutto, fare in modo che le barchette di carta

galleggianti vengano abolite a Derry? Secondo la leggen-da, IT torna a terrorizzare le sue vittime ogni ventisette anni, dopo un lungo periodo di pausa. Questo è fonda-mentalmente il motivo per il quale, anche per celebrare la grandiosità e l’enorme riuscita del capolavoro del caris-simo Stephen King, è stato deciso di realizzare proprio nel 2017 un ilm ispirato al libro, esattamente ventisette anni dopo l’uscita della prima pellicola. E’ anche grazie a questo se “IT”, secondo numerose statistiche, è risul-tato una delle pellicole più attese di sempre. In qualun-que cinema si vada, in questi giorni, è impossibile non incontrare fanatici dell’horror muniti di palloncini rossi, uno dei simboli distintivi del libro, e barchette di carta di giornale. Uscito in tutte le sale il 19 Ottobre, in meno di una settimana, “IT” ha incassato più di sei milioni di euro solo in Italia. Dopo averlo visto, non posso fare a meno di deinire questo ilm davvero ben riuscito, con una trama abilmente costruita e un fantastico dosaggio di relativa ironia e serietà. L’unica cosa che non condivido, riguardo al ilm, è l’insieme delle caratteristiche isiche di Penn-ywise, la cui principale caratteristica nel libro è l’appa-rente innocuità, cosa che nella pellicola di quest’anno, anche rispetto a quella del ‘90, è stata completamente stravolta: IT infatti ha un aspetto tetro ed inquietante. Insomma, questo non sarebbe l’individuo più indicato per adescare bambini e offrire loro di accompagnarlo nelle tenebre di un tombino.TU! Sì, proprio tu, che stai leggendo. So che sei andato a vedere “IT”. E, nel caso in cui tu non l’abbia ancora fatto, ti consiglio di correre immediatamente a saziare la tua curiosit al riguardo nel cinema più vicino a casa tua o, comodamente seduto sul tuo divano con una ciotola di popcorn in mano. Conidando nel fatto di rivederti vivo dopo il tuo incontro con Pennywise, ti mando un super-saluto!!

Francesca Pastorelli

IT 2K17: L’HORROR SBARCA IN ITALIA.E tu? Di cosa hai paura?

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Lunedì 30 ottobre ho potuto visitare, anche se per sole 2 ore, la Biennale d’ Arte a Venezia: un giornod’ eccezione, visto che tutti gli altri lunedì è chiusa. Sono arrivata verso le 16, col tramonto che illuminavad’ arancione i padiglioni, e sono uscita col buio pesto: ormai con l’ inverno il sole cala in troppo presto. A miasorpresa, c’ erano ben 42 padiglioni creati da 120 artisti provenienti dai diversi paesi del mondo, conall’interno opere di arte contemporanea che purtroppo non ho compreso sempre appieno. Inoltre, ma soloper una questione di tempo, ho potuto visitare solo una quindicina di padiglioni. I miei preferiti ? ilpadiglione centrale e quelli esposti dall’ Austria, dal Gia-ppone, dalla Corea e dalla Russia, ideatirispettivamente da Erwin Wurm, Takahiro Iwasaki, Cody Choi e Semyon Mikhailovsky.La mostra è aperta al pubblico da sabato 13 maggio a domenica 26 novembre 2017, ai Giardini eall’Arsenale. È la 57° Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “Viva Arte Viva”, curata da ChristineMacel e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.“Viva Arte Viva” è progettata con gli artisti, dagli artisti e per gli artisti, sulle forme che essi propongono, gliinterrogativi che pongono, le pratiche che sviluppano e i modi di vivere che scelgono. La mostra non trattatutto un unico tema, ma offre invece un percorso che dà forma alle opere degli artisti. Infatti, usando leparole del Presidente della Biennale Paolo Baratta, “ques-ta Biennale è proprio dedicata a celebrare, e quasi arender grazie all’ esistenza stessa dell’ arte e degli ar-tisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazionedella nostra prospettiva e dello spazio della nostra esis-tenza.”

“Una Mostra ispirata all’umanesimo”, dice invece Christine Macel. “Un umanesimo non focalizzato su unideale artistico da inseguire, né tanto meno caratterizzato dalla celebrazione dell’ uomo come essere capace didominare su quanto lo circonda; semmai un umanesimo che celebra la capacità dell’ uomo, attraversol’ arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo. È un umanesimo nelquale l’ atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”.Tutto questo percorso si sviluppa in nove episodi, ini-ziando appunto dai primi due universi del PadiglioneCentrale: il Padiglione degli Artisti e dei Libri e il Padi-glione delle Gioie e delle Paure e sette altri universiche si dilungano dall’ Arsenale al Giardino delle Vergini. Per cui, non ci sono separazioni che ritmano ilpercorso di questi padiglioni, che anzi si susseguono lui-damente come i capitoli di un libro.Oltre ad essere un ambiente davvero curato, vicino all’en-trata vi sono anche varie zone di ristoro, siaall’ aperto che al chiuso: quindi è possibile entrare anche la mattina e intrattenersi ino alla chiusura, che è alle18.Personalmente, ho trovato la mostra molto suggestiva, sebbene lunga, e ho intenzione di tornarci per visitarei restanti padiglioni, magari proponendola come gita di classe. Detto questo, lo consiglio anche a chi, comeme, non ama molto l’ arte contemporanea: per certi versi, mi sono ricreduta.

Giulia Giacomin

“VIVA ARTE VIVA”Una mostra internazionale a pochi chilometri da casa, merita anche quest’anno?

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Venezia: una delle citt tra le più affascinanti in Italia e, forse, in tutto il mondo. Turisti da ogni doveaccorrono ogni anno per passare anche solo qualche gior-no in questa magica città, che lascia un segnoindelebile nei cuori di tutti i suoi visitatori. Noi trevigiani, avendo la Serenissima a pochi minuti di treno,possiamo visitarla in ogni momento e, di conseguenza, conosciamo molto bene le sue attrazioni principali.La maggior parte di noi sa dove si trova San Marco. Per questo motivo, abbiamo deciso di fornirvi unpercorso alternativo per riscoprire questa bellissima città, con delle proposte che potrebbero essereinteressanti da alternare alle visite delle installazioni della Biennale o ai quadri della Galleriadell’Accademia!Iniziamo da un dettaglio che pochi conoscono: di fronte alla farmacia d’angolo tra campo Santo Stefano e laCalle dello Spezier, si possono notare per terra i tre rin-forzi circolari che contraddistinguevano il luogo doveerano posti i mortai per preparare la Teriaca. Ma cos’era la Teriaca? Si trattava di un medicinale, quasimagico, che veniva usato come rimedio per molte malat-tie. La migliore Teriaca era in assoluto quella diVenezia, dove la sua preparazione era considerata un vero e proprio rito da svolgere davanti ad un pubblico.Essa godeva di fama mondiale ed ebbe una grandissima diffusione sino al Settecento. Chi avrebbe mai dettoche una mattonella potesse nascondere tanti segreti?Come seconda tappa del nostro tour, vi proponiamo una meta sicuramente molto apprezzata dalle persone ditutte le età: un pranzo a Castelletto, nel quartiere delle Carampane. Considerato come uno dei migliori luoghidi Venezia dove mangiare, il locale vanta una selezionata clientela, nonostante l’ atmosfera familiare etranquilla che lo caratterizza. Un cartello appeso alla por-ta però, avverte subito i visitatori : “No pizza, nopasta, no menù turistico”. La specialit di questo ristoran-te è infatti il pesce fresco, selezionato ogni mattinaal mercato di Rialto. Forse il prezzo sarà eccessivo, ma noi vi consigliamo caldamente di provare. Tentar non

nuoce e se non vi fermerete per mangiare, potrete dire di esserci passati e di aver goduto almeno il profuminodi cibo che esce dalle porte, diffondendosi in strada.Un altro luogo altrettanto interessante è l’ antico casinò Venier. Facente parte della grande “comunità deicasinò”; situati nei pressi di San Marco (in tutto erano 118) era, soprattutto nel Settecento, sede discommesse, giochi e chiacchiere. Dal 1987 è sede de-ll'associazione culturale Alliance Française, che, oltre a corsi di lingua, propone anche varie iniziative culturali, nonché rassegne cinematograiche. E’ un posto molto interessante e di grandissimo valore culturale e storico che, al giorno d’ oggi, in pochissimi conoscono. Una particolarità è sicuramente il piccolo spioncino nel pavimento di marmo della sala di ingresso, sopra il ponte Baretteri, dal quale chi si trovava dentro si divertiva a spiare chi sostava alla porta d’ ingresso.Ultima, ma non per importanza, una curiosità riguardo a Palazzo Ducale: avete mai provato la sensazione diguardarlo come un condannato a morte? Ovviamente no, nessuno di noi può averlo fatto, ma, all’ epoca dellaSerenissima, questa pratica era molto comune. Due co-lonne del loggiato sono di colore rosa, a differenzadelle altre che sono bianche; apparentemente un dettaglio insigniicante, ma facilmente individuabile da unocchio attento e conoscitore della storia di quelle due colonne: il patibolo dei condannati a morte venivacollocato esattamente lì, di fronte alla Torre dell’ Orolo-gio, per fare sì che il condannato vedesse l’ ora dellasua morte. Inoltre, il colore delle colonne ricorderebbe quello del sangue dei condannati. Con due piccoleluci sempre accese e visibili sul lato Sud-Ovest del palaz-zo, viene ricordato l'errore (o forse uno dei tanti)compiuto dalla Serenissima, che condannò a morte un uomo innocente; era il 22 marzo del 1507. L’ uomo inquestione era Piero Tasca, un umile fornaio vittima dell’ ingiusta organizzazione dei suoi tempi.

Elisa Pozzobon e Margherita Ricci

VENEZIA ALTERNATIVALuoghi d’interesse all’ombra di San Marco

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Spalletti mura Sarri e le pretendenti si avvicinanoE’ un pareggio che accontenta entrambe, arrivano le minacce dal terzo posto

Una breve introduzione alla sezione sportiva, tenuta quest’anno da un Interista, un Milanista e un tifoso occasionale. Se volete stregare il vostro uomo con informazioni puntuali sull’ultimo mese sportivo, questa è la pagina per voi.

Questa settimana ha visto scontrarsi la capolista Napoli con la sua diretta inseguitrice nerazzurra. Il pareggio a secco di gol tra queste ha avvicinato il gruppo delle terze composto da Juventus e Lazio che hanno segnato complessivamen-te 9 gol alle povere formazioni di Udinese e Cagliari. Si riconferma capocannoniere il biancoceleste Ciro Immobile che allunga su Dybala con una doppietta. Il tutto si conclude, inoltre, con la vittoria del Chievo contro Verona al Derby pomeridiano della Scala. Manca, invece, all’appuntamento col primo punto della sua storia in Serie A la formazione del Benevento, guidata da Marco Baroni.

I risultati di questa nona giornata di Serie A:NAPOLI-INTER 0-0 : Partita equilibrata caratterizzata da azioni su entrambi i fronti e da un Handanovic in ottima serata. Buona anche la partita di Raul Albiol.SAMPDORIA-CROTONE 5-0 : Allo stadio Luigi Ferraris la Sampdoria asfalta il povero Crotone che continua la sua lotta per la salvezza a quota 6 punti.LAZIO-CAGLIARI 3-0 : Gara strepitosa dei Biancocelesti che sidano le big Inter, Juventus e Napoli in una classiica cortissima a inizio campionato.MILAN-GENOA : Partita per lo più equilibrata, dominata dal Milan per alcuni fragenti. Clamorosa l’espulsione al 10’ di Leonardo Bonucci che anzichè spostare gli equilibri in campo si sposta fuori.TORINO-ROMA 0-1: Si avverte l’assenza di Belotti per la formazione granata che mettecomunque in dificolt i Romanisti. Nonostante la partita in meno questi rimangono a -4 dal gruppo delle terze.UDINESE-JUVENTUS 2-6: Tripletta del tedesco Sami Khedira, che trascina la sua squadra a Udine e la porta a una spaventosa statistica di 27 gol segnati.ATALANTA-BOLOGNA 1-0: Si impone di una lunghezza la squadra di Gasperini che, nonostante i 12 punti, fa sog-nare i tifosi in Europa.BENEVENTO-FIORENTINA 0-3: La squadra sannita non riesce a mettere a segno una rete contro la Viola, sprofon-dando all’ultimo posto.SPAL-SASSUOLO 0-1: Nonostante la scarsa qualità di gioco del Sassuolo in confronto all’anno scorso, è positivo il risultato per i neroverdi.

Matteo Franceschini, Andrea Vistosi, Nicolò Lustrì

Samir Handanovic para prima su Callejon e poi su Mertens

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UN ASSAGGIO DAL MONDOUn burrito o taco de harina è un piatto tipico della cucina messicana. Consiste in una tortilla di farina riempita con carne di bovino, pollo o maiale.

BURRITO CON CARNE6 PERSONE DIFFICOLTÀ = FACILE PREPARAZIONE = 20 MINUTI COTTURA = 20 MINUTI

INGREDIENTI :CARNE MACINATA 500gCIPOLLA ROSSA 1PEPERONE VERDE 1AGLIO 1spicchioPAPRIKA 1/2 cucchiainoCUMINO 1/2 cucchiainoPEPERONCINO IN POLVERE 1/2 cucchiainoCONCENTRATO DI POMODORO 6 cucchiaiMAIS 1 confezioniQuanto basta di Pomodorini, lattuga, olio extra vergine d’oliva

PER LE TORTILLAS :FARINA DI MAIS 450gSALE 2 cucchiaini da caffè

Procedimento …IN UNA PADELLA scaldate un ilo d’olio e lasciate soffriggere la cipolla affettata sottilmente. Aspettate qualche mi-nuto che la cipolla caramelli, quindi unite la carne tritatela e salatela in padella per farla colorire in modo uniformeUNITE IL PEPERONE, il mais e lo spicchio d’aglio tritato. Dopo qualche minuto, insaporite con paprika, cumino e peperoncino e lasciate cuocere un altro minuto. Inine, aggiungete il concentrato di pomodoro,regolate di sale e pepe,quindi cuocete per altri 10 minuti.PER LE TORTILLAS, miscelate la farina con 1 bicchiere d’acqua e lavorate con le mani ino ad avere un impasto liscio e omogeneo. Quindi, formate delle palline e stendetele aiutandovi con un matterello: devono essere sottili, molto sottili. A questo punto, cuocete su una piastra già calda 1 minuto per ogni lato.FARCITE LE TORTILLAS con il composto di carne tritata e poi ripiegatele a metà, quindi fatele saltare in padellacon un ilo di olio da entrambi i lati. Inine, servite i tacos accompagnati con pomodorini conditi con olio e sale,e lattuga affettata in base alle preferenze.BUEN PROVECHO!!!

Martina Bevilacqua

Disegno di Marco Frassetto

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OROSCOPO

Acquario (20 Gennaio- 19 Febbraio)Si prospetta un inizio di mese abbas-tanza teso. La vostra creatività verrà messa in secondo piano a causa di alcuni pianeti contro. Tipo la Terra. Siete il segno dei più grandi artisti de-lla storia, ma non sarà di certo questo a fermare la siga, che questo mese vi prender molto più volentieri a schia-fi. Per voi il consiglio è: difidate del “buttati che è morbido!” e le vostre azioni prese d’impulso tenetevele per la prossima volta.

Pesci (20 Febbraio - 19 Marzo)In questo periodo state cavalcando la cresta dell’onda! Siete uno dei segni più fortunati di questo mese, anche in amore. Ebbene sì…occhi aperti che potreste andare in contro all’es-ca che vi farà abboccare all’amo del suo amore. Consiglio per novembre: Utilizzate il vostro sottile intuito per cogliere al volo le opportunità che vi si presenteranno, è il mese giusto!

Ariete (20 Marzo - 20 Aprile)Cari Ariete, questo mese ci sará un passo avanti rispetto alla condizione di “voglio farla inita” che si trasfor-merà in un “bene ma non benissimo”. Infatti novembre sarà caratterizzato da un’inaspettata voglia di vivere, condita però dall’immancabile testardaggine che caratterizza il vostro segno. Ecco il nostro consiglio: approittate di questo mese per iscrivervi ad un corso di yoga per incrementare lo zen interiore.

Toro (21 Aprile - 20 Maggio)Inguaribili pigri, questo mese dovete rimboccarvi le maniche. Eh sì, amici del toro, inutile fare tantepolemiche, è arrivato il momento di affrontare decisioni importanti con un animo diverso. Abbandonate il meto-do poco ortodosso del vostro illustre maestro, Vittorio Sgarbi, e afidatevi ai consigli di un buon amico. Consiglio per novembre: non rifugiatevi dallo stress nella vostra trincea fatta di cibo, che non è mai troppo presto per prepa-rarsi alla prova costume.

Gemelli (21 Maggio - 20 Giugno)Buona notizia per i gemelli, che questo mese aumenteranno la loro capacità di concentrazionedal 3% ad un emozionante 5%. Sar infatti un novembre caratterizzato da recupero e forza, di cui potranno godere tutte le vostre personalità. Re indiscussi del bipolarismo, cercate di placare gli sbalzi d’umore e ponetevi un solo obbiettivo alla volta. Lonfe docent: ci vuole calma e sangue fre-ddo per affrontare le dificolt e non fatevi sopraffare dagli istinti.

Cancro (21 Giugno - 21 Luglio)Tranquilli cari amici del Cancro, potete inalmente disdire il telepass per i dotti lacrimali. Infatti anche se siete caratterizzati da un accentuato vittimismo, questo mese vi arrive-ranno gioie inaspettate. Tutte le stelle sono in tuo favore, e questo fa di te il segno del mese. Non commuovetevi, sensibiloni! Conservate le lacrime per quando tornerá il periodo #maiu-nagioia.Il nostro consiglio è: sfruttate il tem-po libero che utilizzavate piangendo-vi addosso per trovarvi un hobby.

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Leone (22 Luglio - 22 Agosto)Massimo esponente del vostro seg-no é l’umile Gianluca Vacchi, e già questo la dice lunga su di voi. Reduci da un’estate indimenticabile in cui vigeva il motto “no leone, no party”, armatevi ora di pazienza perchè il prossimo periodo propizio lo si vede con il cannocchiale; non arriverá infatti prima del 2018. Consiglio del mese: scendete dal gradino più alto del podio, soprattutto in amore: non siete più il re dellasavana.

Vergine (23 Agosto - 22 Settem-bre)Segno di un’intelligenza superiore, vi scervellate per avere tutto sotto controllo. Questo è il momento gius-to per lasciarsi un pochino andare e farsi guidare dalle emozioni. Appro-ittate delle feste che offre la mon-dana Treviso e mettetevi in tiro, che l’amore è nell’aria anche per l’algida regina delle nevi, Vergine. Consiglio lonfesco: rompete tutte le vostre barriere e siate meno freddi, a quello ci pensa già la nebbia padana.

Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)Cari Bilancia, inalmente dopo anni ed anni di casi umani è arrivata la vostra anima gemella. Magari ancora non l’hai conosciuta, ma possiamo assicurarvi che per lo meno non è più dall’altra parte del mondo, ma più vicina di quanto pensate. Usate il vos-tro spirito affabile e predisposto alla socializzazione pertrovarla! Consiglio delle lonfe: L’amore è come quel 6 in una veriica di matematica…quando pensavi di aver scrittogiusto solo il tuo nome; godetevelo!

Scorpione (23 Ottobre - 21 No-vembre)Questo sarà il mese della vostra ri-nascita, mese che si prolungher ino all’inizio del nuovo anno. Favorevole in tutti i classici ambiti: soldi, lavoro e amore. Ma visto che non si hanno né soldi né lavoro, impegnatevi al massi-mo in ambito amoroso. Non guardate solo bianco o nero, in questo periodopotete permettervi di utilizzare anche un po’ di grigio. Il nostro consiglio: mettetevi in gioco, osate, siate colora-ti…non piegatevi al peso del Canova.

Sagittario (22 Novembre - 21Dicembre)Siete sempre nel vostro mondo sopra le nuvole, allegri e senza preoccu-pazioni. Attenzione però, la vostra procrastinazione dovuto al “faccio dopo, ora esco” potrebbe causare un tragico cambiamento in negativo al vostro umore. Questo weekend è meglio non uscire a far baldoria, ma recuperare tutte le faccende scolasti-che arretrate, altrimenti il nostro Ca-nova ve lo farà pagare amaramente.Lonfe docent: Ogni tanto stacca la spina, una serata stile “nonnet-to” (coperta, thè e tante pagine di sapienza) potrebbe rivelarsi più pia-cevole di quanto si possa pensare!

Capricorno (22 Dicembre - 20Gennaio)Cosi non va. Perseverate nell’essere arrivisti, girando ogni situazione a vostro vantaggio; ricordate peró che anche il karma gira e che anche lo stambecco più furbo può cadere dalla montagna. Per questo mese il nostro consiglio è: tenete gli occhi aperti, c’è qualcuno che reclama vendetta.

A cura delle Lonfe

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Le Perle Rosa di Tony Canova

Caro Tony Canova,eccomi qua, come spesso di recente, a scriverti una lettera a cui probabilmente non risponderai, data la tua popolarità.Comunque io non demordo… allora, da un paio di mesi a questa parte sono iscritta ad un sito di incontri, il perché è abbastanza scontato, non mi si ila nessuno. O meglio, tutti quelli che cercano di provarci, appar-tengono alla conosciuta categoria dei casi umani, di cui fanno parte aspiranti stalker, sigati e bambini, così deiniti per altezza, carattere ed et. Una volta sono arrivata persino a pensare di aver trovato il ragazzo giusto per me, ovviamente mi sbagliavo. Dal suo proilo sembrava davvero intrigante, bello, alto e intelligente… quindi abbiamo cominciato a scri-verci in chat… ero davvero felice, non sbagliava neanche un congiuntivo. Dopo qualche settimana ci siamo dati appuntamento in un locale del centro, magicamente il principe isicato e cortese che credevo ormai di conoscere si è trasformato in uno scaricatore di porto che nemmeno a Marghera credo esista. Come puoi ben immaginare le nostre uscite non hanno avuto seguito!Sono disperata, trasmettimi un po’ della tua grande conoscenza per far sì che mi si avvicini anche qualche bell’esemplare!Tua @loveDigixoxo

Cara @loveDigixoxo,eccomi qui a risponderti nonostante il tuo scetticismo.Detto tra noi, la fortuna non sembra essere per niente dalla tua parte in questi ultimi tempi, credo però che abbia capito anche tu quanto sia dificile che l’immagine che ci creiamo delle persone sui social corrisponda a quella della vita reale. Tutti prima di trovare quello giusto ci ritroviamo a contatto con persone completamente incompatibili con noi, ma questo non implica che tu ti debba scoraggiare al primo fallimento. Questo ragazzo non è di sicuro l’ultimo che vorr avere a che fare con te e perciò non disperarti, goditi la vita da single che, idati, ha i suoi vantaggi…E ti assicuro anche che a Marghera qualcuno di peggio lo becchi di sicuro!!!Spero di averti un po’ rassicurata e aggiornami quando riuscirai a incontrare qualcuno all’altezza delle tue grandi aspettative!

Baci,

Tony Canova

Se anche tu stai affrontando un momento dificile, che sia per amore, per scuola o per famiglia, scrivi a [email protected], Tony Canova ti risponderà con tutta la sua saggezza.

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BUCCIA DI BANANAScivoloni e svarioni di alunni e professori (quando lo stress al Canova gioca brutti scherzi!)

Prof: “Dovete venerarlo, il dizionario!”Alunno: “Io lo Venero”Alunna: “Io lo Afrodito”

Prof: “Qual è il femminile di αυτόν ?”Alunno: “αυτάν?”Prof: “Quello è per le zanzare!”

Prof: “I soisti confondono le idee, ragazzi”Alunno: “Quindi lei è un soista, prof?”

Prof: “ Eros è ighissimo, perché è iglio di due sigati, ma lui si ingegna a trovare sempre nuovi espedienti…”Alunno: “ meno per meno fa più”

Prof: “Mi state facendo uscire di senno: continuate così e si va di furor bacchico”

Prof: “scrivete questo verbo, io intanto cambio lavoro: ho fallito”

Prof: “ Anche X ha fatto uno o due errori nel compito”Alunno X: “Non ci credo, mi butto da un ponte”Alunno Y: “Tranquillo X, ne parlerai nelle tue 13 cassette”

Prof: “Per Anassimandro il principio è l’Apeiron”Alunno: “Aperol?”

Prof: “Devi trattare le versioni come tratti le donne: con delicatezza. Quando vai all’esame di stato è come se la por-tassi a cena.”

*parlando del commensalismo, durante la lezione di scienze*Prof: “ Gli uccellini sui denti dell’ippopotamo sono importanti, perché il dentista è costoso e l’ippopotamo non ha soldi”

Prof d’Italiano: “Questa cosa è sbagliata; è come dire che meno per meno fa più”

Prof: “Perché citavamo Platone dunque? A parte il fatto che è un grande e va sempre citato.”

Alunno: “Mazzarò disse al pusher : <<Hai la roba?>>”

Prof: “Uno si suicidò, l’altro si tagliò la vita”

Anche tu hai degli scivoloni da raccontare? Scrivili a [email protected].

Federica Bettiol e Giulia Pavan

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“A LUDOVICA”

Vorremmo dedicare queste pagine a Ludovica, una nostra ex-compagna che ha lasciato un segno indelebile nella scuo-la e nei nostri cuori e che con la sua forza di guerriera continua ad essere per noi tutti una fonte d’ispirazione.- Cogliamo l’occasione anche per invitarvi venerdì 15 dicembre, ore 20.30, al concerto che si terrà in suo onore alla Chiesa di Santa Maria Maggiore di Treviso. La serata sarà intrattenuta dal coro di medici e infermieri, CROmatiche Armonie del Cro di Aviano, e saranno presenti tutti i nostri gruppi autogestiti.Spesso le poesie nella loro brevità riescono a raccontare una persona; esse sono talmente intense che mai un libro lun-go pagine e pagine riuscirebbe ad eguagliarne la forza nel comunicare i sentimenti intimi, l’essenza dell’anima. Noi vi lasciamo, allora, alla magia e al potere delle parole, che vi parleranno di lei, della persona che era, e di chi le è sempre stato accanto.

“All’animo gioioso di Ludovica”Acqua alpina

Gioia di cantare come te,torrente;

gioia di rideresentendo nella bocca i dentibianchi come il tuo greto;

gioia d’esser natasoltanto in un mattino di sole

tra le violedi un pascolo;

d’aver scordato la notteed il morso dei ghiacci.

Antonia Pozzi

“Alle sorelle e ai compagni, che non hanno mai abbandonato Ludovica”Ai fratelli

Se dubitate ancora – vi diròche per me il vostro bene

è come un mazzo purpureo diiori

portati a serain una stanza che si abbuia –

Antonia Pozzi

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“A Ludovica”

Desiderio di cose leggereGiuncheto lieve biondo

come un campo di spighepresso il lago celeste

e le case di un’isola lontanacolor di vela

pronte a salpare –

Desiderio di cose leggerenel cuore che pesa

come pietra dentro una barca –

Ma giungerà una seraa queste rive

l’anima liberata:senza piegare i giunchi

senza muovere l’acqua o l’ariasalperà – con le case

dell’isola lontana,per un’alta scogliera

di stelle-Antonia Pozzi

“Sento il bisogno di arricchirmi culturalmente e personalmente, di crescere.

Sogno di poter avere molte possibilità per il mio futuro

Sogno di poter essere di aiuto agli altri”

“Ludovica”

Non ci ha mai lasciati la memoria della nostro Fenicottero, del suo contagioso sorriso e di tutte le

cose meravigliose che ci ha insegnato. Lei sola è capace di avere un posto unico in ognuno di noi, di

saperci dire cos’è giusto, cos’è magico in ogni momento della nostra vita, lei sola é capace di farci

vedere poesia nella realtà.

“La tua cara IE”

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