Liceando from Gff vol. 9

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liceand network 27 l ug l i o Giffoni Film Festival

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Diario dal borgo: 27 luglio 2010. Liceando from Giffoni Film Festival. The LOVE.

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liceand n e t w o r k

27 lug

lio

Giffon

i Film

Festi

val

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Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.

|||Emlio Salgari|||“liceando.net

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Fliceando.net

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Michele Riondino attore

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“Io, attorecontrogli artistidi potere”

di Giorgia navarra

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Michele riondino nasce a taranto nel 1979. L’attoredi origini meridionali arriva al festival di Goffini nel2010, 31 anni dopo. acclamato dalle fan dichiara:“amo fare l’attore perché, recitando e interpretandoruoli sempre diversi, riesco a capire meglio mestesso. recitare è come un viaggio interiore. e’artee antropologia”. e continua: “La cultura, del teatrocome del cinema, è sempre più sotto attacco in Ita-lia. Il problema non sono i cinepanettoni, i film di Na-tale. Il punto è che bisogna dare spazio anche adaltro, alle mille storie che affollano il nostro paese.Il cinema deve raccontare la vita. La vita vera. Cisono tante storie, e non tutte sono a lieto fine”. rion-dino confessa inoltre al pubblico che “non mi capitaspesso di andare nei gradi teatri. Il cartellone deglispettacoli è purtroppo monopolizzato dai soliti attori.Preferisco di gran lunga andare nei teatri piccoli, diprovincia. Nei centri sociali e, perché no, nelle can-tine. e’ lì che si raccontano le storie vere. e’ lì che cisono i talenti del domani. e’ quello il teatro che hoamato quando ero piccolo e che mi ha formato arti-sticamente”. “In Italia- prosegue l’attore- ci sonograndi artisti. Il cinema italiano e non solo deveguardare agli incassi: ma questo non deve farci per-dere la voglia di rischiare. Il pubblico ha voglia anchedi film impegnati. e noi abbiamo gli attori che pos-sono interpretarlo”. “Il cinema-conclude- non ha ildovere di raccontare solo le storie belle. Il cinemaha il dovere di raccontare. Punto e basta”. Ispiran-dosi al film “L’attimo fuggente”, riondino fonda coni suoi amici la band “La setta dei poeti estinti”, anchese la sua aspirazione è quella di recitare. a 17 annientra a far parte dell’ accademia d’arte drammatica“Silvio D’amico”, a roma. recita in opere teatrali e,dopo il diploma del 2000, dà vita alla compagnia “IlCirco Bordeaux “. Il suo debutto televisivo risale al2001, quando prende parte alla serie rai “Casa Fa-miglia”, con Massimo Dapporto e arnoldo Foà. Neglianni successivi compare in numerose altre fiction efilm sul piccolo e grande schermo, tra i quali ricor-diamo ”Il passato è una terra straniera” , di DanieleVicari, grazie al quale ha ricevuto nel 2008 la nomi-nation al Nastro d’argento come migliore attore nonprotagonista. (g.n)

photo giulia rosco

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“Non vado

nei teatri

importanti

perché

lavorano

sempre

gli amici

degli amici”

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red carpetphoto giulia rosco

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PalermoCinemaSolo AndataisAbellA RAGonese attrICe

Attrice e autrice teatrale. Uno deivolti più profondi della cinemato-grafia italiana, ha convinto tutticon l'interpretazione di una gio-vane precaria nella commediaTutta la vita davanti, ma conoscebene anche la drammaturgia deldramma. Un'attrice ormai affer-mata, pronta ad affrontare un fu-turo di conferme. Questa è isabellaRagonese, presente al festival diGiffoni.

di Massimo cavaliero

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isabella, molti dei nostri giurati so-stengono di averti scoperta da poco,nonostante tutte le tue partecipa-zioni nel mondo del cinema: dallescene comiche con Aldo, Giovanni eGiacono nel cosmo sul comò finoalla tua passione per il teatro e l’artegreca. - anche io mi sono riscoperta da poco, mipiace essere un tipo di attrice non impostadall’alto, mi segue semplicemente chi miapprezza. essendo palermitana il teatroda noi è totalmente vivo, il valore dellacultura vive nella cultura stessa, è estre-mamente eccitante poter recitare qual-cosa che migliaia di anni prima è statorecitato da altri. C’è sempre la sensazioneche nelle tragedie greche sia stato affron-tato tutto, Freud non ha scoperto niente,anche tutti i grandi commediografi attin-gono da quella che è la sfera ellenica. Vo-lendo fare un confronto, quello che siavvicina molto alla tragedia è, a mio pa-rere il film “onora il padre e la madre.si parla molte volte di crisi del ci-nema italiano. Tu, da giovane artistaoramai affermata, hai vissuto questasituazione di crisi durante la tua “ga-vetta”?Io sono nata con il lavaggio dei cervellisulla crisi del cinema italiano. e’ dagli anni’70 che si parla di questa crisi, in europal’Italia comunque produce dei film moltodiversi fra di loro. C’è un po’ di malizia nelparlare di crisi del cinema italiano, il ci-nema che è una delle poche cose di cuil’Italia può andare fiera all’estero.anche il fatto stesso di parlare di “paras-sitismo” da parte degli attori... quellodell’attore è un lavoro che paga poco epochi, è sicuramente un mestiere nobilema che non comporta di sua volta un gua-dagno maggiore. Noi siamo tanto contentidi vincere il mondiale ma vi ricordo che leproduzioni italiano vincono la palma d’oro!hai mai avuto paura di non potercelafare? Qual è il tuo rapporto con lapaura, come fai ad affrontarla, haimai avuto paura di trovarti nella si-tuazione della protagonista di “Tutta

PalermoCinemaSolo Andata

photo

giulia rosco

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la vita davanti”?- Basta saperla governare. Paradossalmente, la paura è sicuramente qualcosa cheti protegge, un limite che ti imponi per preservarti. e’ bello poter cambiare le pro-prie paure: se non avessi fatti Palermo-roma in treno, per la paura dell’aereo men-tre facevo i provini di “tutta la vita davanti”, ora sarei forse meno ricca.L’Italia è un paese che ha paura, e qui ci governano con la paura.in ‘Tutta la vita davanti’, che tratta la vita del tipico precario italiano im-piegatpo in un call center, si parla anche del tema della malattia. comehai fatto a dare determinate sfumature ad un rapporto così delicato comequello con un malato?- Molte volte ti domandano se mi imbarazza fare scene di sesso, ma non ti doman-

“Il timore di non

farcela?

Se la sai governare

la paura ti protegge

E io ho sempre

tanta, tanta paura...”

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deranno mai se ti mette in imbarazzo fare scene di pianto. Mentre giravo questo filmnon ho pensato alla malattia, la cosa bella di quel film è che un film disperato sotto moltiaspetti, senza lieto fine, eppure un piccolo miracolo c’è: la protagonista non è miglioredelle altre, ha una forza in più che non sono né i soldi né la bellezza, ha la cultura, nonintesa come mole di libri, ma la cultura è una cosa diversa che uno si costruisce. e poiquel rapporto tra madre e figlia con la piccola che alla fine dice: “Voglio studiare filosofia”.anche la malattia rende queste due persone fortunate, rendendole libere. La malattiaera quasi un’occasione per fare quello che non si sarebbe mai fatto. e’ sempre tutto re-lativo: non è tanto la durata della vita, ma la qualità della stessa. (m.c.)

“Il timore di non

farcela?

Se la sai governare

la paura ti protegge

E io ho sempre

tanta, tanta paura...”

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“Scene di sesso?Sul set mi imbarazza

molto di più piangere”

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“Scene di sesso?Sul set mi imbarazza

molto di più piangere”

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Pasquale 36 annicos'è l'amore per te?L'amore è tutto nella vita, senza amore non c'è vita: sennò che vita è?l'amore in due parole: Dare e avere.

Antonia 19 annicos'è l'amore per te? Mmmmmmmm l'amore in due parole: Batti-cuore.

Raffaele 47 annicos'è l'amore per te?Come si fa a dare una definizione unica di amore?! l'amore in due parole: Dopo tredici anni di matrimonio solo due parole?

Roberta 43 annicos'è l'amore per te?L'amore è tutto. L’amore per tutto.l'amore in due parole: Fiducia e rispetto.

Ela 40 annicos'è l'amore per te? L'amore è una delle cose più importanti che esiste. Senza amore non si può vivere!!l'amore in due parole: Solo passione. ?

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Loveis??

di Rosario Minervini

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writer on gff

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giu

lia ro

sco

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lia ro

sco

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come ti senti a essere qui non soloda giurato ma anche come regista?Indubbiamente è una grandissima emo-zione perché quando ho iniziato col ci-nema ho sempre sognato, seduto sullepoltrone della sala truffaut, di essere aldi là della transenna. Fare il regista erauno dei miei obiettivi: oggi è un sognoche si realizza. come ti senti ad essere il più gio-vane regista italiano a girare in 35mm?Non mi fa alcuna impressione. avevo 17anni quando ho girato questo corto. Maquesto non è un merito, è solo dato unanagrafico. L'importate in questo me-stiere è sapere narrare: una capacità chepuoi avere a 18 come a 81 anni. Sei haiqualcosa da dire l’età non conta. e imezzi e l'apparato organizzativo sonosolo il contorno.come ti senti ad aver fatto un cortocosi bello a quest'età?orgoglioso. Questo corto è l'apice dellamia sperimentazione artistica, non pen-savo potesse avere un riscontro, ma lacandidatura al David di Donatello, alGiffoni Fil Festival e al Festival del Ci-nema di Salerno è motivo, per me, digrandissimo orgoglio. Questo corto miha fatto ottenere l'attenzione dellegrandi produzioni per la realizzazione diun lungometraggioRealizzerai un lungometraggio...Il lungo sarà prodotto dalla ‘Partner film’di Carlo Corbucci, figlio del grande regi-sta Sergio Corbucci, e da Giuseppe Man-fré, anello storico della rai. Sarà inoltrecoprodotto dal Csc (Centro sperimentaledi cinematografia) in collaborazione conil Giffoni Film Festival, e col sostegno delministero della cultura russa. di cosa tratta?Questo lungometraggio è tratto dal

di Rosario Minervini

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Cristan Patané

regista

15

06

1991

‘Sosia’ di Dostoieskij. L'ho scelto mentrestavo scrivendo un altro film. Quando leproduzioni si sono interessate a me, mi ècapitato questo romanzo e ho potuto ri-scontrare diversi tratti autobiografici trame e il personaggio principale, dato chesolitamente uso l'arte come via di fugaper le mie nevrosi. Ho così deciso di scri-vere questa sceneggiatura, che mi ha aiu-tato molto per la mia tranquillitàpersonale.ci racconti la trama?e' la storia di un regista che cerca di rea-lizzare l'opera della sua vita, ma tra in-toppi e motivi vari si trova a scindere ilsuo io in una figura perturbante che haun carattere decisamente differente ri-spetto a sé e vive una storia d’amore tur-bolenta. Dopo varie peripezie personali,riesce a realizzare il film, ma il prezzo perla sua creazione è la consapevolezza diquello che è accaduto alla sua psiche.come mai la scelta di dostoieskij?e’ uno dei mie autori preferito. Soprat-tutto il giovane Dostoieskij che è contortoe contraddittorio. Ha un carattere grotte-sco che riesce a smorzare con una poesiaunica . Mi ha sempre affascinato la cul-tura russa in quanto ai avvicina la mia fi-losofia di vita, e sopratutto Dostoieskij èuno dei primi autori coi quali mi sono ap-procciato nella mia adolescenzacosa consigli ai giovani aspiranti re-gisti?Di credere sempre, profondamente, inquello che fanno. Di sperimentare ecreare delle storie che non siano spot sulsociale o commedie. e’ importante e pre-zioso sperimentare nuovi linguaggi enuove forme di comunicazione cinemato-grafica. ormai è stato fatto di tutto.cos'è l'amore per te?a questa domanda preferisco non rispon-dere.

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masterclass

Carlo Rambaldicreatore di Et

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masterclassPrincipale artista del panorama cinematografico italiano, accompagnato da una inattesa ventatadi follia, Giovanni Piccioni viene accolto dalla giuria di Masterclass nella capitale del cinema perragazzi. Follia: è questo di cui parla l’autore, dopo aver descritto il mondo del cinema comeuna “nuova industria”. Descrive il cinema come “una cosa difficile in un mondo già difficile disuo”. entrato in questo universo con umiltà, sereneità che caratterizza tuttora le sue produzioni,Piccioni rinnova in maniera imprevedibile quello che è il classico “Ciak-Motore-azione”, attin-gendo dalle più disparate fonti: “a volte -spiega- si può arrivare ad una certezza più profondatramite un accumulo di incertezze”. “ogni regista -chiude il cerchio subito dopo- si stanca unpo’ di sé”. Piccioni continua il suo “elogio alla Follia” perché nel mondo del cinema l’apparenzaè la sostanza, vale molto di più della realtà. “Bisogna essere un po’ folli -sostiene il regista- pervivere nella più completa falsità. Mi piace l’attore quando recitando l’amleto può inserire unpo’ della propria follia”. Piccioni propone quindi un ritorno alla leggerezza, stanco forse dellapesantezza del mondo moderno.

di Massimo cavaliero

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