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IL SISTEMA AZIENDA Libro II

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1elementi costitutivi, soggetti e classiFicazioni

1. l’attività economica

L’uomo avverte, durante tutta la vita, una serie di bisogni sia materiali sia spirituali per soddisfare i quali deve procurarsi beni e servizi. Il bisogno sorge da uno stato di carenza e di privazioni che qualifica la condizione umana; non potrebbe parlarsi di bisogno o ne-cessità, però, se il bene utile a soddisfarlo non fosse esistente in natura e se i mezzi neces-sari per conseguire l’utilità medesima non fossero reperibili. In sostanza, ciò che sotten-de al bisogno è una duplice condizione: 1) reperibilità del bene desiderato; 2) disponibili-tà dei mezzi per raggiungerlo.La scarsità di beni suscettibili di determinare e soddisfare i bisogni porta a che essi siano disponibili in misura limitata e che, perciò, non possano considerarsi liberi. Questa limitata disponibilità dei beni economici rende l’appagamento non immediato e diretto ma, a volte, lungo e laborioso ed implica il dispiegamento di una certa attività economica.In conclusione, dal bisogno ha origine l’attività economica, cioè una serie di azioni rivolte al procacciamento delle risorse utili ad eliminare il bisogno stesso.Diversamente, l’attività economica consiste nel complesso di scelte e di fatti volto ad un fine anche mutevole, nello spazio e nel tempo, compiuto con risorse scarse.L’attività economica è, quindi, l’attività pratica svolta dall’uomo per procurarsi i mezzi ne-cessari (beni e servizi) che servono a rendere massimo il soddisfacimento dei bisogni.Nell’attività economica possiamo distinguere quattro fasi:— la produzione, con la quale l’uomo, combinando opportunamente beni e lavoro, rende

disponibili nuovi beni o accresce l’utilità di quelli preesistenti;— lo scambio, che trova la sua espressione nella cessione di un bene contro un altro bene;— il consumo, con il quale l’uomo impiega i beni ottenuti per soddisfare specifici bisogni;— il risparmio, con il quale l’uomo rinuncia ad un consumo presente ed immediato in vi-

sta di un maggiore consumo futuro.È nello svolgimento dell’attività economica che si intersecano le fasi sopra descritte, in cui all’individuo isolato si sostituiscono organismi più o meno complessi risultanti dalla com-binazione di beni e persone, la cui finalità è rivolta al soddisfacimento del bisogno.

2. il concetto di azienda

L’azienda è un’organizzazione di persone e beni indispensabili per il raggiungimento dei bi-sogni umani; per quanto non esaustivo, tale concetto individua gli elementi fondamentali che informano la struttura aziendale.Volendo introdurre uno schema sintetico delle componenti della struttura aziendale, essa risulta dotata delle seguenti caratteristiche:— un insieme coordinato e differenziato di risorse, inteso come uomini, capitali, impianti etc.,

che a vario titolo ed in diverse forme partecipano allo svolgimento dell’attività aziendale;— un’organizzazione stabile, necessaria per far esistere e perdurare il complesso azienda-

le per periodi di tempo medio-lunghi;— un insieme di mezzi patrimoniali, inteso come beni monetari e non monetari coordinan-

ti tra loro che ne costituiscano il capitale;

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— un fine da raggiungere, rappresentato dal soddisfacimento o appagamento di bisogni at-traverso processi di produzione e di consumo della ricchezza;

— un sistema di operazioni che permettono di realizzare il fine aziendale.L’insieme organico e sistematico di tali elementi o, quanto meno, il loro vario miscelarsi de-termina l’azienda come un complesso economico. In altre parole, solo la continua interazio-ne dei suddetti requisiti e l’imprescindibile coordinamento degli stessi rende possibile qua-lificare come «azienda» l’insieme di fattori così promiscui ed eterogenei.Gli elementi strutturali sopraindicati sono funzionali allo svolgimento dell’attività econo-mica per cui l’azienda è stata istituita e rappresenta il sistema delle operazioni di gestione (combinazioni economiche).Il codice civile definisce l’azienda come «il complesso dei beni organizzati dall’imprendito-re per l’esercizio dell’impresa» (art. 2555 c.c.).

3. la classiFicazione delle aziende

È possibile classificare le aziende in base a svariati criteri:— il fine perseguito;— il luogo in cui si svolge l’attività;— la natura della produzione svolta;— la prevalenza del fattore produttivo impiegato;— il soggetto giuridico promotore;— la forma giuridica;— la dimensione.

3.1 aziende di produzione, di erogazione e composte

Secondo il fine perseguito, le aziende sogliono distinguersi in tre classi:— aziende di produzione;— aziende di erogazione o di consumo;— aziende composte.Le aziende di produzione o imprese sono quelle che perseguono lo scopo istituzionale di pro-durre beni e servizi al fine di collocarli sul mercato per soddisfare indirettamente i bisogni de-gli individui e conseguire un lucro, cioè un divario positivo tra i ricavi provenienti dalla cessio-ne dei beni e servizi prodotti ed i costi dei fattori produttivi consumati per il loro conseguimento.Nell’ambito di tali imprese è possibile operare un’ulteriore distinzione tra:— azienda di produzione diretta, quali le imprese industriali e le imprese che producono

servizi (elettriche, telefoniche etc.);— aziende di produzione indiretta, quali le imprese mercantili che svolgono una funzione di in-

termediazione nello scambio delle merci (commercio all’ingrosso) e le aziende bancarie.Le aziende di erogazione o di consumo sono quelle che hanno per fine istituzionale il sod-disfacimento diretto e durevole dei bisogni ordinari e straordinari di determinati soggetti, o anche solo di una data classe di questi bisogni e a tal fine provvedono ad impiegare la ric-chezza che ad esse proviene da più fonti. In queste aziende la ricchezza non è il fine, ma un mezzo per svolgere l’attività di gestione.Le aziende di erogazione si distinguono in:— corporazioni, ove prevale, nella loro struttura ed operatività l’elemento personale che

fornisce in prevalenza i mezzi necessari all’attività attraverso contributi volontari o ob-bligatori (Stato, Comuni etc.);

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— fondazioni, dove prevale l’elemento patrimoniale e hanno finalità assistenziali, cultura-li, benefiche.

Le aziende composte o miste sono quelle aziende in cui accanto ad una attività di consu-mo si riscontra un’attività di produzione di beni e servizi da collocare sul mercato a scopo di lucro. Gli esempi sono numerosi: imprese individuali gestite da complessi familiari (bar, ristoranti, negozi etc.), aziende che fanno capo ad enti pubblici etc.

3.2 aziende divise e indivise

Secondo il luogo in cui si svolge l’attività, le aziende possono distinguersi in:— aziende indivise;— aziende divise.Le aziende indivise sono quelle che svolgono la loro attività economica in un solo luogo, inteso questo sotto il profilo giuridico e fisico. Tali aziende operano senza dipendenze, filia-li, succursali etc. Il lavoro viene, quindi, svolto in un’unica sede.Le aziende divise sono quelle che esercitano la loro attività attraverso sezioni variamente denominate (sede centrale, filiali, succursali etc.), dotate di differente autonomia gestiona-le ma coordinate secondo le disposizioni organizzative e amministrative definite dall’azien-da nel suo insieme.

3.3 aziende private e pubbliche

Secondo la natura del soggetto giuridico promotore, le aziende si possono distinguere in:— aziende private;— aziende pubbliche;— aziende non profit.Le aziende private sono quelle il cui soggetto giuridico è una persona fisica oppure una persona giuridica o un’associazione di persone con finalità private (es. aziende di produzio-ne, aziende familiari, associazioni ricreative etc.).A loro volta le aziende private si possono distinguere in:— aziende individuali sono quelle che hanno per soggetto giuridico una singola persona fi-

sica;— aziende collettive sono invece quelle che hanno per soggetto giuridico una pluralità di

persone fisiche o una persona giuridica. Sono aziende collettive le società commerciali nelle quali si hanno più proprietari, che prendono il nome di soci.

Le aziende pubbliche sono quelle il cui soggetto giuridico è una persona giuridica di di-ritto pubblico, ossia un ente che persegue finalità di pubblico interesse (es.: Stato, Regioni, Province, Comuni, aziende gestite da enti pubblici etc.).Le aziende non profit, dette anche aziende del terzo settore, o del cosiddetto privato socia-le, si caratterizzano per l’assenza dello scopo lucrativo. Si tratta di organizzazioni che, non avendo scopi di lucro, e non essendo destinate alla realizzazione di profitti, reinvestono gli utili interamente per gli scopi gestionali. Gli enti che compongono il mondo del non profit si differenziano sostanzialmente nella loro struttura, distinguendosi per tipologia e status giuridico. In particolare, fino ad ora la nostra legislazione italiana ha disciplinato cinque dif-ferenti tipi di organizzazioni private che operano senza fini economici con finalità solidari-stiche: le organizzazioni non governative (L. 49/1987), le organizzazioni di volontariato (L. 266/1991), le cooperative sociali (L. 381/1991), le fondazioni ex bancarie (L. 461/1998) e le associazioni di promozione sociale (L. 383/2000).

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3.4 aziende grandi, medie e piccole

Con riferimento alla loro dimensione, distinguiamo le aziende in:— grandi;— medie;— piccole.Tale distinzione può essere condotta secondo due differenti approcci, l’uno di tipo quanti-tativo, l’altro qualitativo.Secondo l’approccio quantitativo, le imprese vengono classificate in base a parametri di tipo tecnico, economico o patrimoniale, quali il numero degli addetti, l’entità del fatturato, oppure l’ammontare del capitale investito nell’impresa. I parametri più utilizzati nelle sta-tistiche ufficiali sono il numero degli addetti e il fatturato. A questi due parametri, infatti, fanno riferimento le principali disposizioni nazionali e comunitarie.In particolare, secondo la nuova definizione di piccola e media impresa (PmI), entrata in vigore il 1° gennaio 2005, sono considerate:— medie imprese, quelle che hanno un numero di addetti compresi tra 50 e 249 persone e

il cui fatturato non supera 50 milioni di euro;— piccole imprese, quelle che hanno un numero di addetti compresi tra 10 e 49 persone e

il cui fatturato non supera 10 milioni di euro;— microimprese, quelle che hanno meno di 10 addetti e il cui fatturato non supera 2 milio-

ni di euro.Secondo un approccio qualitativo, invece, le piccole e medie imprese si differenziano dal-le grandi imprese perché hanno un team di vertice molto ristretto, operano in ambiti com-petitivi limitati, sono per lo più di proprietà familiare e, più in generale, hanno un assetto organizzativo relativamente semplice e flessibile. Per il codice civile «sono piccoli impren-ditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che eserci-tano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei com-ponenti della famiglia» (art. 2083 c.c.).

4. il soggetto giuridico e il soggetto economico d’azienda

L’azienda può essere astrattamente osservata sia dal punto di vista oggettivo, ossia nelle sue operazioni economico-finanziarie e nelle sue relazioni con il mercato, sia dal punto di vista soggettivo e quindi sia in relazione alla forma giuridica scelta per la sua gestione (for-ma da cui discende il soggetto giuridico d’azienda) che in relazione alla persona, o grup-po di persone, che di fatto ne assumono ed esercitano il potere di comando (soggetto eco-nomico d’azienda).Il soggetto giuridico d’azienda è rappresentato dalla persona fisica o giuridica a cui fanno capo, per legge, i diritti e gli obblighi che nascono dalla costituzione dell’azienda e dal suo esercizio.Nelle imprese individuali, il titolare, ossia il soggetto giuridico, è rappresentato dall’impren-ditore individuale. Nel caso delle società di persone il soggetto giuridico è rappresentato da un gruppo di per-sone che coincidono con i soci.Nel caso, invece, di società di capitali, il soggetto giuridico è rappresentato dalla stessa società ossia da quella entità astratta dotata di propria personalità giuridica e di un proprio patrimo-nio completamente autonomo rispetto a quello personale dei soci (cd. autonomia patrimoniale).Il soggetto economico d’azienda (o soggetto dominante) è, invece, la persona o gruppo di persone che di fatto domina l’azienda e che ne indirizza la gestione secondo i propri interessi.In sostanza il soggetto economico è quello che ha il controllo dell’azienda.

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In particolare, nella individuazione del soggetto economico si possono presentare le se-guenti circostanze:1) il soggetto economico è composto da coloro che hanno il diritto di esercitare il potere

di indirizzo, ossia i conferenti il capitale proprio;2) quando esiste separazione tra i proprietari e coloro che gestiscono l’azienda, il soggetto econo-

mico è composto da coloro che di fatto esercitano il potere di indirizzo, ossia il management.Nelle aziende di piccole dimensioni soggetto giuridico e soggetto economico tendono a coincidere. Il titolare investe nell’azienda i propri risparmi, assume il relativo rischio eco-nomico ed esercita il potere decisionale.In questo caso, il titolare si configura quale imprenditore, soggetto giuridico ed economi-co ed esercita in proprio le funzioni di indirizzo fondamentali.Nelle aziende di più grandi dimensioni la complessità determina la necessità di ridistri-buire responsabilità e funzioni fra diversi soggetti. I portatori del capitale di rischio, che as-sumono il rischio economico, potrebbero:1) essere coinvolti nella gestione, e allora si verifica coincidenza tra soggetto giuridico e

soggetto economico;2) non essere coinvolti nella gestione e allora in questo caso il manager diventa il sogget-

to economico.

5. le relazioni tra l’ambiente e l’azienda

Il termine ambiente, nell’ambito dell’economia aziendale, viene normalmente definito come tutto ciò che circonda l’azienda. Tuttavia, ai fini dell’amministrazione aziendale è rilevante solo ciò che può influire sulla struttura e sul comportamento dell’azienda stessa.L’ambiente può essere distinto in macroambiente (o ambiente generale) e microambien-te (o ambiente specifico). Il primo rappresenta un quadro generale di riferimento comune a tutte le aziende che in esso operano. Il secondo, invece, è costituito soprattutto dai gruppi sociali ed economici con cui l’azienda interagisce sulla base di scambi di mercato.Il macroambiente può essere considerato come un sistema complesso formato dai seguen-ti sottosistemi:

— ambiente naturale o fisico (le risorse naturali);— ambiente culturale (istruzione, religione e tradizioni);— ambiente sociale (struttura della società e relazioni fra i vari gruppi sociali);— ambiente politico-legislativo (assetto politico e ordinamento giuridico);— ambiente tecnologico (stato delle conoscenze tecniche);— ambiente economico (tipo di sistema economico e indicatori macroeconomici principali).Il microambiente è, invece, costituito dall’insieme dei mercati in cui l’azienda opera. Tali mercati possono così distinguersi:

— mercato delle materie prime;— mercato delle tecnologie;— mercato del lavoro;— mercato dei capitali;— mercato di sbocco.L’azienda, in quanto organismo operante, trae dall’ambiente ogni possibilità di vita.In particolare, l’azienda viene considerata come un sistema di input-output che:— riceve dall’ambiente esterno molteplici «input», sotto forma di fattori produttivi (capi-

tale, lavoro, materie prime, conoscenze scientifiche e tecniche, fonti di energia etc.) e di

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influssi di varia natura (ecologici, norme di legge, valori culturali, esenzioni fiscali, age-volazioni finanziarie etc.);

— trasforma tali input;— produce degli output che ritrasmette all’ambiente sotto forma di prodotti e servizi.L’azienda, per svolgere economicamente i suoi processi e realizzare convenientemente le sue finalità, deve adattare continuamente le sue attività produttive alle condizioni sempre mu-tevoli dell’ambiente in cui è chiamata ad operare. essa, inoltre, nel suo operare, è in grado di influenzare bisogni, gusti, mode, nonché di condizionare l’ambiente esterno che la circonda.Schematicamente il rapporto azienda-ambiente può essere riassunto come illustrato nel-lo schema che segue:

INPUT informazioni interne decisioni operazioni oUTPUT ed esterne

energia e prodotti informazioni e serviziesterne

mercato e ambiente sociale

6. l’azienda come sistema

Ogni azienda può essere considerata un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’am-biente di cui è parte complementare, un processo di produzione a favore degli individui che vi cooperano (AmADUzzI).Le forze che costituiscono il «sistema azienda» consistono nei mezzi, cioè i beni economici destinati alla produzione, nelle persone (individui che partecipano all’attività), nell’organiz-zazione (i criteri di divisione e specializzazione del lavoro tra le persone che ne fanno parte). In sintesi, indicando con S il sistema, con m, P ed O le componenti fondamentali, avremo che:

S = f (m, P, O)

cioè l’azienda è funzione della combinazione degli elementi costitutivi del sistema.Il sistema azienda può essere scomposto in tre sottosistemi fra loro legati da reciproche relazioni preordinate al conseguimento dell’obiettivo comune:1) il sottosistema organizzativo, che si occupa di coordinare le risorse umane, materiali

e immateriali di cui l’azienda dispone;2) il sottosistema gestionale, che si occupa di eseguire le operazioni, diverse in ragione

della tipologia di attività svolta dall’azienda, necessarie per raggiungere le finalità per-seguite dal soggetto aziendale (es.: operazioni di acquisto, processi di produzione o di consumo, vendite, pagamenti, riscossioni, negoziazione dei finanziamenti etc.);

3) il sottosistema informativo, che si occupa dei metodi e dei sistemi per la determina-zione e la rappresentazione in termini quantitativi delle operazioni svolte dal sistema aziendale (costi, ricavi, reddito, capitale, movimenti finanziari etc.).

L’azienda può essere considerata un sistema:— socio-tecnico, in quanto si tratta di un sistema composto di beni, persone, operazioni.

Tutte le aziende presentano questi tre elementi. L’insieme dei beni dà origine al capitale dell’azienda. Le persone, invece, danno luogo

all’organizzazione dell’azienda. Le operazioni, infine, costituiscono la gestione aziendale;

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— aperto, in quanto vive in virtù di continui scambi con l’ambiente in cui opera (scambi di materie, energia ed informazioni);

— dinamico, in quanto le sue condizioni di equilibrio variano continuamente nel corso del tempo;

— duraturo, in quanto inteso a durare nel tempo e capace di sopravvivere all’imprenditore;— probabilistico, in quanto il funzionamento ed il risultato del sistema è sottoposto all’in-

certezza, al rischio di mancare il conseguimento dei fini;— economico, in quanto svolge l’attività di produzione di beni economici;— finalizzato, in quanto ha delle finalità, degli obiettivi (es.: il profitto, la sopravvivenza, lo

sviluppo, la crescita, la presenza sul mercato, la fedeltà dei clienti);— funzionale, in quanto è costituito da elementi deputati a svolgere, al suo interno, diffe-

renti funzioni;— complesso, in quanto è caratterizzato da un’innumerevole quantità di variabili che inte-

ragiscono fra loro e con l’ambiente esterno in maniera sempre diversa e tale da non po-ter essere racchiusa in un modello immutabile.

7. gli stakeholders

Tutte le aziende esistono per creare durevolmente ricchezza e questa comune ragione di es-sere le porta a confrontarsi con un articolato insieme di soggetti che sono portatori di interes-si (e quindi di aspettative) verso di esse e che ne influenzano il raggiungimento degli scopi.Tali soggetti, denominati stakeholders o interlocutori aziendali, a fronte della prestazione di un’attività o dell’apporto di risorse di contributi o di consensi, conseguono benefici o «ri-compense» di natura economica e non.Gli stakeholders possono essere considerati, in un’accezione allargata, come i soggetti con i quali l’azienda istituisce relazioni durature di collaborazione e di «interscambio» finaliz-zate alla soddisfazione dei reciproci bisogni ed esigenze in un’ottica di medio-lungo periodo.Di seguito, vengono esaminati i principali stakeholders ed i loro interessi principali:— gli azionisti. essi costituiscono la classe di portatori conferenti il capitale di rischio. Le

loro attese riguardano ritorni sull’investimento commisurati al rischio (dividendi, capi-tal gains, aumento del valore di mercato degli investimenti in azioni);

— gli investitori istituzionali. Questi, rappresentati da fondi comuni di investimento, fon-di pensione, banche, compagnie di assicurazione, società di intermediazione mobiliare, sono particolarmente interessati all’andamento della gestione in funzione dei rendimen-ti derivanti dalle decisioni di investimento;

— il management. L’interesse del management si connette con la stabilità del rapporto con l’impresa, con le possibilità di sviluppo della carriera, con la diffusione di formule di re-munerazione che si collegano ai risultati aziendali (ad es.: stock options);

— il personale. I lavoratori dipendenti e le organizzazioni sindacali che ne tutelano gli in-teressi guardano alla stabilità del posto di lavoro, ai livelli di remunerazione, alle inden-nità pensionistiche, alle opportunità di sviluppo della carriera;

— i finanziatori esterni. essi (banche, singoli finanziatori etc.) sono interessati alla soli-dità patrimoniale e al grado di solvibilità delle imprese finanziate, con le quali condivi-dono, in definitiva, il rischio di impresa;

— i consumatori. Le attese dei consumatori riguardano la qualità dei prodotti, la conve-nienza dei prezzi, l’assistenza post-vendita, l’innovazione di prodotto;

— i fornitori. essi collaborano all’attività aziendale con la somministrazione di beni e ser-vizi a pagamento dilazionato. Ad essi interessa la continuità degli ordini e la solvibilità dell’impresa nel breve periodo;

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— il governo. Le istituzioni governative sono interessate al pagamento delle imposte, ai contributi, all’occupazione, alle esportazioni e alla difesa dell’ambiente.

Gli stakeholders, come si è visto, si attendono dall’impresa delle ricompense in termini non solo economici (dividendi, interessi, stipendi, imposte a seconda dei diversi interlocutori) ma anche sociali o qualitative (condizioni di lavoro, qualità dei prodotti, consegne tempe-stive, difesa dell’ambiente etc.).A sua volta l’impresa si attende dei contributi dagli stakeholders sia economici (finanzia-menti, quantità di lavoro, aumenti di capitale, servizi pubblici), che qualitativi (fedeltà di ac-quisto da parte dei clienti, motivazione e aggiornamento da parte del personale etc.).

8. la corporate governance

Con l’espressione corporate governance, che tradotta letteralmente significa «governo delle corporation», si fa riferimento ad un sistema di regole e di vincoli attraverso cui il soggetto economico esercita il suo potere di governo e persegue il soddisfacimento dei propri interessi.La corporate governance è un «sistema normativo» che include le leggi del Paese, le regole societarie interne, le relazioni fra tutti gli attori coinvolti nella società (come manager, pro-prietari e amministratori, allorché esista un Consiglio di Amministrazione), rappresentan-do un sistema di compensazione fra interessi potenzialmente divergenti dei soci di mino-ranza, dei soci di controllo e degli amministratori di società.Gestire l’impresa significa governarla, cioè amministrare i diversi fattori impiegati per il funzionamento e, quindi, assicurarle sviluppo mediante la creazione di equilibri economi-ci e finanziari.È opportuno capire, perciò, le figure a cui è riconosciuto il diritto di esercitare la funzione di indirizzo e di governo. Già precedentemente si è fatto riferimento ai soggetti che a va-rio titolo possono far parte del sistema impresa e che ne condizionano l’attività. essi sono:— soggetto economico, ossia la persona o il gruppo di persone che rappresentano l’organo

volitivo;— soggetto giuridico, ossia la persona o il gruppo di persone in capo alle quali si formano

diritti ed obblighi derivanti dallo svolgimento dell’attività aziendale.Nella realtà aziendale spesso ci si trova dinanzi a situazioni in cui il soggetto economico as-sume decisioni fondamentali e, di fatto, governa e controlla l’impresa, identificandosi con colui che ha il diritto di esercitare il potere di indirizzo perché conferente il capitale di ri-schio. Questo è il tipico caso di realtà aziendali di piccole dimensioni in cui soggetto eco-nomico e soggetto giuridico coincidono in un’unica entità, confluendo nella figura dell’im-prenditore, ossia del titolare dell’azienda che in essa investe i propri risparmi, assumendo-ne il relativo rischio economico ed esercitandone il potere decisionale.In realtà aziendali più complesse e di più grandi dimensioni si rende necessario, invece, ri-distribuire responsabilità e funzioni fra i diversi soggetti, distinguendo i portatori di capitale (che assumono il rischio economico e potrebbero non necessariamente entrare nelle politiche di governo e indirizzo dell’impresa) da coloro che guidano e determinano le scelte dell’impre-sa; ruolo, quest’ultimo, assunto dal cd. soggetto economico.

9. i modelli di governance

Sotto il profilo economico-aziendale, le modalità di governo dell’impresa dipendono dalla composizione della compagine azionaria (che può essere di tipo unitario e monolitico o fortemente articolato e frazionato) e dal grado di stabilità di tale compagine (che, a sua volta, può presentare caratteri di tendenziale stabilità o di continua e intensa mutabilità).

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Dalla combinazione tra queste due modalità di governo derivano due principali modelli di corporate governance:1) l’impresa a proprietà chiusa (o padronale o tradizionale);2) l’impresa manageriale (o a proprietà aperta):

— la public company (o impresa a proprietà diffusa);— l’impresa consociativa (o a proprietà ristretta).

9.1 l’impresa padronale

Il modello dell’impresa padronale è il più diffuso al mondo, ed è quello più naturale per le imprese di ridotte dimensioni o per le imprese tipicamente familiari.esso si caratterizza per due elementi principali:1) la proprietà è concentrata e tendenzialmente stabile e appartiene a uno o pochi in-

dividui e alle loro famiglie;2) il soggetto economico è l’imprenditore azionista di maggioranza e manager, con scarso

peso dei portatori del capitale di minoranza o degli investitori istituzionali e del management.In questo tipo di imprese l’obiettivo è rappresentato dalla massimizzazione dei benefici per-sonali della famiglia proprietaria dato che spesso si riscontra una sovrapposizione totale tra la famiglia e l’impresa anche perché tutti i fattori necessari all’attività aziendale sono forni-ti dalla famiglia proprietaria.Il modello dell’impresa padronale ha sicuramente il vantaggio di essere flessibile ed agile data la scarsità di un numero elevato di fattori da gestire ma si tratta di imprese caratteriz-zate generalmente da:— una debolezza finanziaria nella capacità di attrarre capitale di prestito;— una debolezza economica, data la scarsa diversificazione del capitale investito dai pro-

prietari, il che comporta alto costo del capitale proprio e scarsa propensione al rischio;— una debolezza manageriale dal momento che tali imprese non sono gestite da manager

professionisti.In sintesi, l’imprenditore è nel contempo padrone e capo dell’impresa, della quale si assu-me, più di ogni altro soggetto, rischi e responsabilità.

9.2 la public company

Il modello dell’impresa manageriale si caratterizza per una proprietà articolata e diffusa do-vuta ad una dissociazione dei ruoli di proprietà (azionisti) e gestione (manager).Gli azionisti mettono a disposizione dell’azienda risorse finanziarie utili al circuito econo-mico interno e hanno l’obiettivo di conseguire la massimizzazione del profitto inteso come il diritto al rendimento residuale.I manager, invece, immettono nel circuito aziendale risorse e capacità professionali ed han-no l’obiettivo di massimizzare la loro remunerazione in termini economici e personali at-traverso la massimizzazione del valore delle proprie capacità.Il modello della public company si caratterizza per una vera e propria polverizzazione del ca-pitale tra una moltitudine di azionisti eterogenei, nessuno dei quali viene a possedere quote di rilievo assoluto, e per una elevata dinamica di compravendita delle azioni. È tipica dei paesi anglosassoni e si caratterizza per operare in settori altamente competitivi e di grandi dimen-sioni in cui è importante accrescere le dimensioni aziendali sfruttando le economie di scala.Le public company devono essere necessariamente quotate in Borsa e sono caratterizza-te da una vera e propria dissociazione tra controllo azionario e governo dell’impresa. Quest’ultimo è affidato a persone legate all’azienda da rapporti di lavoro (managers).

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Il peso relativo con cui gli obiettivi di azionisti e manager incidono sulle scelte aziendali dipen-de da come azionisti e manager si dividono il potere, la gestione ed il governo dell’impresa.Il modello della public company presenta una serie di vantaggi così sintetizzabili:— assenza di vincoli finanziari alla crescita dal momento che può contare non solo sul mer-

cato del credito ma anche su un azionariato ampio e diffuso;— basso costo del capitale di rischio per effetto della elevata diversificazione del capitale

investito dai risparmiatori;— management di elevata professionalità.A fronte dei vantaggi precedentemente illustrati esiste un unico ma enorme problema le-gato alla separazione tra la proprietà ed il governo, riconducibile agli ormai noti problemi di agenzia. Si intende fare riferimento al difficile rapporto tra azionisti proprietari e mana-gement ed al naturale conflitto di interessi esistente tra le due categorie di soggetti. La pu-blic company, nata come modello di impresa senza padroni, finisce per trovare nel manage-ment un padrone rilevante ed interessato.Per la risoluzione di simili problemi di agenzia occorre adottare, come la dottrina e la pras-si suggeriscono, meccanismi di controllo gerarchico o meccanismi di allineamento tra gli interessi dei proprietari e gli interessi dei manager come, ad esempio, la remunerazione in azioni della società o stock option le quali rispondono proprio alla funzione economica di allineamento degli interessi divergenti tra shareholders e manager, nelle public company.

9.3 l’impresa consociativa

Il modello dell’impresa consociativa (o a proprietà ristretta) si caratterizza per una confi-gurazione dell’azionariato in qualche misura intermedia tra i modelli della public company e dell’impresa padronale. Come nella public company, la compagine proprietaria si presenta numerosa e articolata, senza posizioni dominanti di controllo; ma, come nell’impresa padro-nale, questa compagine tende a mantenersi stabile, almeno nella sua parte più consistente.La proprietà del capitale delle imprese consociative si articola su due gruppi di azionisti:1) un nucleo di azionisti di riferimento che detengono, nel loro insieme, una quota rilevante del

capitale e che tendono a mantenere la loro posizione per periodi lunghi di tempo. essi costi-tuiscono quello che viene denominato il nocciolo duro dell’azionariato;

2) le rimanenti quote azionarie sono disperse tra azionisti minori e rappresentano di rego-la la porzione di capitale effettivamente trattabile sul mercato di Borsa.

Peculiare a questo modello di governo di impresa è la composizione del nocciolo duro che tipicamente si caratterizza per i seguenti aspetti:— nessun singolo azionista detiene una posizione di maggioranza assoluta tale da consen-

tirgli di far prevalere il proprio specifico interesse;— una quota significativa si trova nelle mani di banche o investitori istituzionali orientati a impie-

gare capitale in una prospettiva di lungo periodo, e quindi di sufficiente respiro finanziario;— una parte è spesso posseduta da altri soggetti portatori di forti interessi nei confronti

dell’impresa, come ad esempio la famiglia originariamente proprietaria, enti pubblici, gruppi di dipendenti, clienti o fornitori importanti.

Tra i vantaggi riconducibili al modello consociativo ricordiamo la flessibilità finanziaria de-rivante dalla presenza di istituti finanziari all’interno del capitale di comando.Tra gli elementi di criticità si segnala invece:— la scarsa propensione al rischio;— il perseguimento di obiettivi prudenti e conservativi nel lungo periodo a scapito della red-

ditività.

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10. i gruppi aziendali

Il gruppo aziendale è un sistema di imprese giuridicamente distinte l’una dall’altra, che ope-rano in stretta reciproca coordinazione sotto il controllo di un unico soggetto economico rap-presentato dalla «capogruppo» (denominata anche holding).Lo strumento attraverso cui la capogruppo (holding) indirizza il comportamento delle al-tre imprese del gruppo è tipicamente rappresentato dal possesso di partecipazioni nel-le imprese partecipate.I caratteri fondamentali che contraddistinguono l’istituto in oggetto sono:— l’esistenza di una pluralità di imprese aventi ciascuna una autonomia giuridica propria;— la struttura societaria azionaria o, più raramente, a responsabilità limitata delle singole

imprese;— la concentrazione della maggioranza (o della totalità) delle azioni o delle quote delle im-

prese appartenenti al gruppo presso la società capogruppo;— l’unità economico-finanziaria delle imprese del gruppo.Le principali motivazioni che portano alla formazione di un gruppo aziendale sono:— il frazionamento e la limitazione dei rischi economici e finanziari, grazie alla possibilità di

distribuirli fra società del gruppo formalmente indipendenti;— la concentrazione finanziaria. La struttura a cascata consente di controllare una molte-

plicità di società senza dover disporre di rilevanti risorse finanziarie da investire nel ca-pitale proprio di tali società;

— la ricerca della migliore dimensione;— la convenienza fiscale, grazie alla possibilità del soggetto economico di realizzare politi-

che di «aggiustamento» del carico fiscale;— la flessibilità organizzativa della struttura di gruppo, grazie alla quale è possibile ricerca-

re modelli organizzativi più efficaci ed efficienti (vedi Cap. 6 nelle espansioni on line).

In relazione alla natura del soggetto economico, i gruppi possono essere distinti in:— pubblici: sono tali quelli il cui soggetto economico è pubblico, con finalità eminentemen-

te di carattere sociale o collettivo;— privati: sono tali quelli il cui soggetto economico è privato, con finalità di lucro.

Secondo il tipo di attività svolta, si hanno:— gruppi economici, che realizzano tra le diverse imprese appartenenti al gruppo un’uni-

tà non solo finanziaria ma anche economico-produttiva;— gruppi finanziari, che sono costituiti da imprese operanti in settori produttivi differen-

ti e controllati normalmente da una holding pura;— gruppi misti, che cumulano in vario modo le caratteristiche dei gruppi economici e dei

gruppi finanziari.Con riferimento al tipo di integrazione realizzato, si distinguono:— gruppi ad integrazione orizzontale, che sono caratterizzati dal fatto che le varie

imprese del gruppo operano nel medesimo settore di attività (bancario, assicurati-vo etc.);

— gruppi ad integrazione verticale, che sono caratterizzati da una pluralità di imprese che hanno per oggetto specifico il compimento di fasi diverse di un medesimo processo produttivo. Sono frequenti in alcuni settori industriali del nostro Paese;

— conglomerati, cioè gruppi costituiti da una pluralità di imprese che operano in diffe-renti settori di attività economica. Sono frequenti nel settore della produzione di artico-li sportivi, nel settore della moda, nel settore della cosmesi.

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Rispetto alla nazionalità delle imprese, si hanno:— gruppi nazionali, in cui la capogruppo e le imprese del gruppo hanno sede tutte nello

stesso Paese;— gruppi multinazionali, nei quali alcune imprese del gruppo sono poste in Paesi diversi.Il processo di formazione dei gruppi aziendali può avvenire, essenzialmente, in base a due meccanismi:1) per acquisizione;2) per enucleazione.La formazione del gruppo per acquisizione avviene mediante l’acquisto, da parte di una società già esistente, di partecipazioni di controllo in una o più società.Se, invece, la formazione del gruppo avviene per enucleazione può essere realizzata attra-verso le seguenti vie:— il conferimento in una società — che così diviene la società holding — dei pacchetti di

controllo di altre società, da parte dei possessori degli stessi pacchetti;— il conferimento, da parte di una società già esistente, in una o più nuove società operative,

delle attività e delle passività ed in genere di rami d’azienda esercitati dalla prima socie-tà, in cambio delle partecipazioni costituenti il capitale sociale delle società conferitarie.

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1. l’imposta sul valore aggiunto (iva)

L’imposta sul valore aggiunto è un’imposta indiretta sui consumi, si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi e, grava sul consumatore finale.Infatti, l’IVA colpisce i cittadini contribuenti nel momento in cui manifestano la loro ricchez-za, ovvero quando acquistano beni e servizi.L’IVA è un’imposta oltre che indiretta:— neutra, poiché il suo importo finale corrisponde all’aliquota nominale, al di là del nume-

ro dei passaggi che la merce compie dal produttore al consumatore finale;— trasparente, poiché in ogni passaggio è sempre possibile distinguere imponibile e im-

posta ad esso relativa;— proporzionale, poiché il suo importo aumenta in modo proporzionale all’imponibile;— plurifase, poiché grava sui consumi e sul consumatore finale, sebbene sia pagata in modo

frazionato dai singoli operatori disposti lungo la catena distributiva.L’ordinamento tributario stabilisce aliquote differenziate: la minima è del 4%, la massima è del 22%, detta aliquota ordinaria, l’aliquota intermedia è pari al 10%.L’IVA non colpisce in modo diretto il reddito prodotto, né viene pagata in funzione della ca-pacità contributiva, come avviene per l’IRPeF. L’IVA colpisce i cittadini contribuenti nel mo-mento in cui «manifestano la loro ricchezza», ovvero quando acquistano beni e servizi. È, di conseguenza, pagata nella stessa misura da tutti. Per questo motivo l’ordinamento tributa-rio stabilisce aliquote differenziate, piuttosto contenute per i beni e servizi che devono sod-disfare bisogni primari, così da influire poco sui redditi dei poco abbienti.

EsempioImmaginiamo che un imprenditore, in un dato periodo, abbia acquistato beni per 100.000 e abbia venduto merci per 150.000. L’IVA applicata nelle transazioni commerciali è del 10%.La sua posizione verso lo Stato, relativamente all’IVA pagata, è la seguente:

Descrizione Imponibile IVA a credito IVA a debitoPosizione verso

l’Erario

Beni venduti in un determinato periodoBeni acquistati nello stesso periodo

Valore aggiunto

150.000,00

100.000,00

50.000,00

10.000,00

15.000,00

5.000,00di debito

da versare

L’esempio mostra che, con riferimento a un determinato periodo (per esempio un mese), l’IVA a credito, cioè pagata sui beni e servizi acquistati, deve essere confrontata con quella a debito, cioè riscossa sulle vendite.I risultati possono essere i seguenti:a) Se IVA a debito > IVA a credito, come nel caso esposto, la differenza deve essere versata

all’erario;

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b) Se IVA a debito = IVA a credito, non si deve effettuare alcun versamento;c) Se IVA a debito < IVA a credito, la differenza costituisce un credito verso lo Stato.Dall’esempio non è difficile dedurre che:— la posizione verso l’erario si calcola deducendo imposta da imposta (IVA a debito — IVA

a credito);— il debito verso l’erario è dovuto al fatto che il valore dei beni venduti è superiore al valo-

re di quelli acquistati. In termini economici ciò significa che l’impresa, nello svolgere la sua attività, ha prodotto valore aggiunto; nel caso esposto esso ammonta a 50.000, sul quale grava l’IVA del 10% per complessivi 5.000.

Si badi però che il valore aggiunto non corrisponde all’utile. L’imprenditore, infatti, dovrà prima destinare l’importo ottenuto alla remunerazione dei dipendenti (con gli stipendi), dei finanziatori (con gli interessi) e al pagamento delle imposte ecc.

1.1 le condizioni per l’applicazione dell’iva

Un’operazione economica è imponibile ai fini IVA se:— rappresenta la cessione di beni e la prestazione di servizi, ovvero se esiste il presuppo-

sto oggettivo;— almeno uno dei due soggetti coinvolti nell’operazione ha la qualifica di imprenditore, ov-

vero se esiste il presupposto soggettivo;— avviene nel territorio dello Stato, ovvero se esiste il presupposto territoriale.Secondo quanto disposto dal D.P.R. 633/72 art. 1 (decreto IVA), i tre presupposti devono co-esistere contemporaneamente.

1.2 la classificazione delle operazioni ai fini iva

In funzione dei presupposti, le operazioni economiche possono essere classificate in:— operazioni non soggette a IVA o escluse, quelle per le quali non sussiste il presuppo-

sto oggettivo;— operazioni non imponibili, quelle per le quali non sussiste il presupposto territoriale.

Si tratta delle cessioni alle esportazioni, ovvero di tutte le operazioni connesse agli scam-bi internazionali. La non imponibilità di tali operazioni è collegata al principio dell’ap-plicazione dell’imposta nel paese di destinazione;

— operazioni soggette a IVA, quelle per le quali sussistono i tre presupposti contempo-raneamente. Queste a loro volta devono essere distinte in:— operazioni esenti, che per loro natura dovrebbero essere soggette a IVA, ma per op-

portunità di ordine economico e sociale sono esenti: operazioni di finanziamento, i premi pagati alle assicurazioni, le prestazioni per la formazione e riqualificazione del personale ecc.;

— operazioni imponibili, tutte le altre.

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1.3 il meccanismo applicativo dell’iva

Con il sistema dell’IVA ogni contribuente, al passaggio della merce, è tenuto al pagamento dell’aliquota IVA non per l’intero ammontare del valore del bene, ma solo per la quota di va-lore che il contribuente ha aggiunto con il proprio lavoro.In pratica, il meccanismo dell’IVA si basa sulle seguenti fasi:— fatturazione;— rivalsa;— deduzione;— versamento.

Il sistema impositivo funziona in questo modo: il contribuente soggetto passivo dell’IVA, ogni volta che cede un bene o un servizio riscuote dal cliente sia il prezzo pattuito che l’IVA emetten-do all’atto dell’operazione un apposito documento fiscale: in particolare i grossisti devono rila-sciare la fattura, su cui va indicato il prezzo pattuito e l’importo dell’IVA, mentre i professioni-sti e i dettaglianti devono rilasciare la ricevuta fiscale ovvero lo scontrino fiscale. Alle scadenze previste detraendo dall’IVA ricevuta dai clienti quella pagata ai fornitori, ciascun contribuen-te è tenuto a versare il saldo IVA all’erario mediante delega ad una banca. In tal modo ciascun imprenditore diventa anche esattore per conto dello Stato, versando periodicamente l’imposta.Si attua così il sistema di liquidazione dell’imposta per autoaccertamento, nel senso che è lo stesso contribuente ad accertare, ad ogni versamento, il proprio debito di imposta.In ipotesi di credito occorre una annotazione nei registri delle operazioni attive; in ipotesi di debito nasce l’obbligo di effettuare il versamento.In pratica, sebbene l’imposta si dica sul valore aggiunto non è necessario calcolare in alcun modo questo valore perché esso si determina automaticamente, in modo indiretto, attra-verso l’applicazione del meccanismo delle detrazioni:— dell’imposta addebitata (riscossa o da riscuotere) sulle fatture di vendita;

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— dell’imposta dovuta (pagata o da pagare) sulle fatture ricevute dai fornitori nello stesso periodo.

2. i documenti della compravendita

Tra i principali documenti della compravendita analizziamo il documento di trasporto o di consegna e la fattura.Il documento di trasporto o di consegna viene emesso dall’impresa venditrice prima del-la consegna o spedizione delle merci al cliente e consente di rinviare il momento dell’emis-sione della fattura.Per le cessioni di beni, la cui consegna o spedizione risulti da documento di trasporto, può essere emessa una fattura differita entro il giorno 15 del mese successivo a quello di con-segna o di spedizione.La forma di tale documento è libera, i contenuti obbligatori sono:— la data di compilazione e il numero progressivo;— la data della consegna o della spedizione della merce;— i dati identificativi dell’impresa venditrice, del compratore e dell’eventuale incaricato del

trasporto;— la descrizione della natura, qualità e quantità delle merci vendute.La fattura è il documento che attesta l’esecuzione del contratto di vendita e il diritto dell’im-presa venditrice di riscuoterne il prezzo.La fattura è un documento obbligatorio fondamentale, infatti:— dal punto di vista legale, comprova l’esecuzione del contratto da parte del venditore ed

il suo diritto a riscuotere il prezzo;— dal punto di vista fiscale, comprova l’applicazione dell’IVA da un lato e dall’altro rappre-

senta il mezzo per appurare le imposte sul reddito, inoltre la fattura emessa costituisce la principale documentazione dei ricavi tipici di ogni impresa.

La fattura, documento emesso sempre da colui che cede beni e servizi, è composta da due parti:— una descrittiva, nella quale sono riportate le generalità dei due contraenti (fornitore e

cliente), data e luogo di emissione, numero progressivo della fattura, aspetti tecnici del contratto di compravendita (tempo e luogo di consegna, tempo e luogo di pagamento, clausole relative all’imballaggio);

— una tabellare, nella quale vengono riportati i dati relativi al bene oggetto di compraven-dita: quantità, qualità, prezzo unitario, sconti, spese al fine di pervenire al calcolo dell’im-porto complessivo che il cliente dovrà saldare.

Nella pratica commerciale esistono due tipi di fatture:a) la fattura immediata, emessa in duplice esemplare dal venditore che dovrà spedirne

una copia al compratore entro le 24 ore del giorno in cui la merce è stata consegnata o spedita; questo tipo di fattura accompagna le merci viaggianti, assolvendo anche la fun-zione del documento di trasporto;

b) la fattura differita, che dovrà contenere nella parte descrittiva data e numero dei vari documenti di trasporto a cui fa riferimento. essa deve essere emessa entro il giorno 15 del mese successivo a quello di consegna o spedizione della merce.

La base imponibile delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi è costituita dall’am-montare complessivo dei corrispettivi su cui si applicano le aliquote IVA in vigore al mo-mento della compilazione della fattura, al fine di determinare l’importo dell’imposta sul va-lore aggiunto.

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Esemplificazione di fattura

La fatturazione elettronica o e-invoicing è un’innovazione entrata a far parte del nostro sistema di recente e che promette numerose opportunità per imprese, banche e organismi istituzionali. L’1 gennaio 2004 è entrata in vigo-re la direttiva 2001/115/Ce che obbliga gli Stati dell’Ue ad adottare tutti i provvedimenti necessari a semplifica-re, modernizzare e uniformare le modalità di fatturazione salvaguardando il controllo delle diverse amministra-zioni fiscali. L’Italia ha recepito la direttiva coi decreti mef23/1/04 e D.Lgs. n.52 del 20/2/04.L’e-invoicing è un meccanismo divenuto obbligatorio con la legge finanziaria 2008, secondo cui l’emissione, la tra-smissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture, emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Sta-to, anche ad ordinamento autonomo, e con gli enti pubblici nazionali, anche sotto forma di nota, conto, parcella e simili, deve essere effettuata esclusivamente in forma elettronica. Le aziende che lo praticano possono beneficia-re di indubbi vantaggi logistici, economici (nella riduzione dei costi amministrativi), finanziari (come nella ridu-zione dei mancati pagamenti), nel rapporto coi clienti e col fisco.Per le aziende adottare la fatturazione e l’archiviazione elettronica significa ridurre i costi di trattamento delle fat-ture del 50-60%, riduzione che deriva da:— eliminazione dell’acquisto di carta, buste e francobolli;— eliminazione dei costi per spazi destinati ad archivi;— eliminazione del tempo destinato all’archiviazione ed alle successive ricerche;— eliminazione del data entry manuale in contabilità delle fatture clienti/fornitori;— eliminazione del data entry manuale in contabilità dei pagamenti/incassi;— eliminazione dei ritardi e dei disguidi dell’inoltro cartaceo delle fatture;— eliminazione dei costi di distruzione delle fatture;— riduzione del tempo di trattamento della posta;— riduzione del contenzioso e riduzione dei mancati pagamenti;— automatizzazione della riconciliazione delle fatture con i pagamenti e con gli incassi;— miglioramento della gestione della tesoreria;

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— accesso on-line da parte di tutte le diverse aree aziendali alle fatture di acquisto e di vendita ed ai loro rispettivi contratti, ordini e ad ogni ulteriore comunicazione trasmessa e/o ricevuta;

— aumento e miglioramento della qualità nelle informazioni, accrescendo la relazione cliente-fornitore;— facilitazioni nell’orientamento verso l’outsourcing nella fatturazione, archiviazione, contabilità e gestione della

tesoreria, con tutti i vantaggi che ne derivano;— riduzione degli spazi destinati agli archivi.

2.1 la fatturazione degli imballaggi

Con riferimento agli imballaggi, ai fini della base imponibile, bisogna distinguere i seguenti casi:— imballaggi ceduti gratis. Non appaiono in fattura; il costo dell’imballaggio è incluso nel

costo delle merci;— imballaggi fatturati a parte. Rientrano nella base imponibile. Vengono indicati in fat-

tura con un prezzo distinto da quello delle merci. Si tratta di una vera e propria cessio-ne di beni da assoggettare all’IVA;

— imballaggi a rendere. Non rientrano nella base imponibile; l’eventuale cauzione richie-sta dal venditore si configura semplicemente come una garanzia per la restituzione. Solo nel caso in cui non vi sia una restituzione degli imballaggi nei termini convenuti, questi s’intendono venduti a tutti gli effetti, sicché il venditore, verificandosi questa ipotesi, è tenuto ad emettere regolare fattura che comprenda sia il prezzo dell’imballaggio che la relativa IVA, rivalendosi sulla cauzione corrisposta dal compratore.

2.2 Fattura con sconti incondizionati

I contratti di compravendita possono prevedere due tipi di sconti:a) sconti mercantili, che prevedono la riduzione del prezzo dei prodotti da calcolarsi in for-

ma percentuale senza tener conto del fattore tempo;b) sconti finanziari, che si riferiscono al pagamento anticipato di un debito rispetto alla sca-

denza naturale dello stesso. Vengono calcolati in funzione del tempo di anticipo.Ai fini della fatturazione, in qualsiasi modo siano determinati, gli sconti vengono distinti in sconti incondizionati e sconti condizionati.Gli sconti incondizionati consistono in riduzioni del prezzo già definite al momento della fatturazione, non subordinate in alcun modo al verificarsi di scelte o eventi futuri.Tali riduzioni di prezzo possono essere concesse come trattamento di favore a singoli clien-ti (in relazione alla loro importanza), alla generalità dei clienti (quando i prodotti vengono fatturati in base al prezzo di vendita imposto al pubblico), oppure solo in determinati pe-riodi coincidenti con iniziative promozionali.Lo sconto, normalmente espresso in forma percentuale, può riguardare l’intero quantitativo di merce acquistata, oppure può essere limitato ad uno o più prodotti quando gli acquisti siano su-periori a un certo ammontare, si parla in tal caso di sconto per quantità: In ogni caso, lo sconto in-condizionato riduce la base imponibile in quanto viene calcolato e dedotto prima di applicare l’IVA.Diversi sono gli sconti condizionati, che, come dice il loro nome, sono condizionati al ve-rificarsi di un evento futuro.Considerato che questi sconti diventano operativi in un momento successivo all’emissione della fattura, ovviamente non possono rientrare nella composizione del documento di vendi-ta e di conseguenza non riducono la base imponibile.essi generalmente si riferiscono alle modalità del pagamento del prezzo come accade, per esempio, quando nel documento di vendita è inserita la clausola «pagamento a ricevimen-to fattura, sconto 5% oppure a 3 mesi data netto» (sconto per pronta cassa o per contanti), oppure quando lo sconto sia subordinato al raggiungimento di un certo volume di acquisti da effettuarsi in un determinato periodo di tempo.

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Al verificarsi della condizione cui la concessione dello sconto è subordinata, il venditore emetterà una nota di accredito, ovvero un documento rettificativo della fattura per defini-re l’importo a favore del compratore.

2.3 la fattura con spese documentate e non documentate

Spesso in fattura vengono addebitate all’acquirente spese e prestazioni accessorie alla cessione dei beni quali: il trasporto, il collaudo, la consegna, l’assicurazione, l’etichettatu-ra personalizzata ecc.Dato che alcuni di questi oneri aggiuntivi rientrano nella base imponibile, mentre altri ne sono esclusi, è quanto mai opportuno effettuare una distinzione tra spese documentate e spe-se non documentate per appurare la «tassabilità» o meno di queste spese.Sono dette spese non documentate o a forfait una serie di spese che il venditore viene a sostenere in relazione alla vendita della merce. Le spese non documentate non sono com-provate da alcuna fattura a nome dell’acquirente in quanto si riferiscono a prestazioni ef-fettuate dallo stesso venditore, utilizzando personale e mezzi propri, oppure a prestazioni effettuate da terzi per conto del venditore che ne sostiene le relative spese. Tali costi, non provati da alcuna «pezza giustificativa», vengono addebitati forfetariamente in fattura e, a norma dell’articolo 12 del Decreto IVA, rientrano nella base imponibile; devono, quindi, es-sere assoggettati a IVA con la stessa aliquota che colpisce i beni ceduti.Le spese documentate consistono, invece, in pagamenti anticipati dal venditore per ordine e conto del compratore. Tali spese, comprovate da regolari fatture intestate direttamente al compratore, sono escluse dalla base imponibile in quanto già comprensive di IVA.L’esempio tipico si ha nel trasporto di merci affidato a un vettore: questi rilascia al vendito-re, contro il pagamento del corrispettivo del trasporto, una fattura intestata al nominativo dell’acquirente in cui espone, ovviamente, l’importo dell’IVA.Il venditore che anticipa il pagamento, nel predisporre la fattura relativa alla vendita delle merci, addebiterà l’importo delle spese documentate senza assoggettarle ulteriormente a IVA, specificando il relativo articolo di esenzione (art. 15 del Decreto IVA).Il documento in base al quale viene eseguito l’addebito (la fattura del vettore), viene poi alle-gato alla fattura relativa alla merce ed entrambi vengono spediti o consegnati al compratore.

Esempio

Riparto delle spese non documentate o a forfait

Un grossista vende a un dettagliante le seguenti merci:— merce A per l’importo di 2.000,00 + IVA 22%;— merce B per l’importo di 1.500,00 + IVA 10%;— merce C per l’importo di 500,00 + IVA 4%.

Paga per ordine e conto del compratore il corri-spettivo del trasporto

Rilascia al venditore la fattura di trasporto diret-tamente intestata al compratore

Redige la propria fattura specificandovi le spese anticipate per ordine e conto del compra-tore e citando l’art. 15 che ne prevede l’esenzione IVA; allega alla fattura di vendita la fatturarelativa al trasporto e spedisce o consegna il tutto al compratore

VENDITORE VETTORE COMPRATORE

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La vendita viene effettuata con la clausola «franco magazzino partenza»; il trasporto viene effettua-to direttamente dal venditore con mezzi propri, che addebita in fattura spese a forfait per 80,00.Procediamo al riparto delle spese e alla determinazione degli imponibili IVA da assoggetta-re alle diverse aliquote, ai quali facciamo seguire lo sviluppo della fattura.

802.000+1.500+500

=80

4.000= 0,02 (coefficiente di riparto)

0,02 × 2.000 = spese a forfait soggette a IVA 22%: 40 + 2.000 = 2.040 importo da assoggettare a IVA 22%0,02 × 1.500 = spese a forfait soggette a IVA 10%: 30 + 1.500 = 1.530 importo da assoggettare a IVA 10%0,02 × 500 = spese a forfait soggette a IVA 4%: 10 + 500 = 510 importo da assoggettare a IVA 4%

2.4 la fattura con applicazione degli interessi

Nel caso di pagamento differito, le norme contrattuali possono prevedere la corresponsio-ne di un interesse.Tale compenso, che prende il nome di interesse di dilazione, a norma dell’art. 10 D.P.R. 633/72:— è esente da IVA (non concorre cioè alla formazione della base imponibile, ma deve esse-

re comunque indicato in fattura);— concorre alla formazione del volume d’affari.

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Se la dilazione viene accordata al compratore in un tempo successivo a quello dell’emissio-ne del documento di vendita, l’interesse di dilazione deve risultare da una apposita fattu-ra (fattura di soli interessi).Diversi sono gli interessi di mora, dovuti per ritardi nei pagamenti rispetto ai termini con-venuti, per colpe imputabili al compratore. Questi interessi, venendo a costituire un risarci-mento del danno subito dal venditore per il ritardato pagamento del dovuto, a norma dell’art. 15 D.P.R. 633/72 sono esclusi dal campo di applicazione dell’IVA, quindi non sono soggetti all’obbligo della fatturazione e non concorrono a formare il volume d’affari.Per volume d’affari del contribuente si intende l’ammontare complessivo delle operazio-ni attive (cessioni di beni o prestazioni di servizi) dallo stesso effettuate, registrate o sog-gette a registrazione con riferimento ad un anno solare. Si tratta, quindi, della sommatoria delle operazioni imponibili, non imponibili, esenti e di quelle effettuate senza applicazione dell’imposta di cui all’art. 74, comma 8, del decreto IVA. esso non include la cessione di beni strumentali soggetti ad ammortamento. La misura del volume d’affari è rilevante, in regi-me IVA, ai fini dell’applicabilità o meno delle semplificazioni previste riguardo agli adempi-menti di fatturazione e registrazione e di liquidazione e versamento dell’imposta.

3. i registri, le liquidazioni e le dichiarazioni

3.1 i registri

Sono i registri obbligatori previsti dal D.P.R. 633/72 e dalle norme integrative di cui si dirà qui di seguito.L’art. 36 del decreto istitutivo dell’IVA regola l’esercizio di più attività ed i criteri di applica-zione separata dell’imposta, mentre l’art. 36bis stabilisce l’obbligo della tenuta delle scrit-ture contabili per tutti gli operatori economici, salvo particolari semplificazioni stabilite a favore di particolari imprese od operatori economici.A norma dell’art. 12 del D.P.R. 435/2001 i soggetti di cui all’art. 13 del D.P.R. 600/73 (sogget-ti IReS, s.n.c., s.a.s., società equiparate alle società di persona e persone fisiche che esercita-no imprese o arti e professioni), possono non tenere i registri IVA sempreché provvedano a:— effettuare le registrazioni dei dati contabili nel registro cronologico, entro i termini previ-

sti dalla disciplina IVA;— fornire su richiesta dell’amministrazione finanziaria i dati contabili che sarebbe stato ne-

cessario annotare nei registri non tenuti.Ai sensi dell’art. 24 D.P.R. 633/72 un’ampia fascia di contribuenti, che pongono in essere un gran numero di piccole operazioni, possono non emetter la fattura, salvo che questa non sia richiesta dal cliente all’atto di effettuazione dell’operazione.I soggetti d’imposta, non obbligati all’emissione della fattura sono tenuti ad annotare nel registro dei corrispettivi l’ammontare delle vendite effettuato giornalmente. La registrazio-ne degli introiti deve essere effettuata — con riferimento al giorno in cui le operazioni sono effettuate — entro il giorno festivo successivo.Sono registri previsti dalla normativa IVA:— Il registro delle vendite con fattura che serve per annotare le fatture emesse a segui-

to delle cessioni di beni, delle prestazioni di servizi e delle prestazioni artistiche e profes-sionali (art. 23 D.P.R. 633/72).

Le annotazioni devono contenere: la data di emissione della fattura, il numero progres-sivo attribuito alla stessa, l’intestazione della ditta o nome e cognome del cessionario se persona fisica, la base imponibile distinta per aliquota di imposta e l’ammontare dell’im-posta distinto per aliquota.

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La registrazione deve essere effettuata entro 15 giorni dall’emissione della fattura, a meno che non si tratti di beni la cui consegna o spedizione risulti da documento di tra-sporto; in tal caso l’annotazione va fatta entro il termine di emissione e con riferimento al mese di consegna o spedizione dei beni.

I soggetti di imposta, non obbligati all’emissione della fattura se non sia richiesta espressa-mente dall’acquirente (ad es.: commercianti al minuto), sono tenuti ad annotare nel registro dei corrispettivi — entro il giorno non festivo successivo a quello in cui è stata effettuata l’operazione — l’ammontare delle vendite effettuate giornalmente (art. 24 D.P.R. 633/72).

I contribuenti minimi sono esonerati dall’obbligo di tenuta di tale registro;— il registro degli acquisti (art. 25 D.P.R. 633/72) dove vanno annotate le fatture e le bol-

lette doganali relative ai beni e servizi acquistati o importati nell’esercizio dell’impresa, arte o professione.

Dalla registrazione deve risultare la data della fattura o bolletta, il numero progressivo ad essa attribuito, la ditta, denominazione o ragione sociale del cedente il bene, l’am-montare imponibile e l’ammontare dell’imposta distinto secondo l’aliquota.

La registrazione deve essere effettuata anteriormente alla liquidazione periodica, ovve-ro alla dichiarazione annuale, nella quale viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta.

I contribuenti minimi sono esonerati dall’obbligo di tenuta di tale registro.Sono inoltre previsti i seguenti registri contabili:— registro per vincere le presunzioni di operazioni di cessione od acquisto in evasione d’imposta (D.P.R. 441/97);— il bollettario a madre e figlia, per i contribuenti con volume d’affari inferiore a 400.000 euro o a 700.000 euro

a seconda che abbiano ad oggetto prestazioni di servizi o altre attività), in luogo del registro delle fatture (art. 32 D.P.R. 633/72);

— registro delle somme ricevute in deposito da esercenti le professioni notarili, forensi o di commercialista;— registro unico sul quale registrare tutte le operazioni IVA. In tal caso negli altri tre registri (vendite, corrispettivi

e acquisti) dovranno essere indicati, per ogni annotazione, il numero della pagina e della riga dov’è riportata la corrispondente annotazione sul registro unico;

— registro riepilogativo: nel quale possono essere riportati i totali dei singoli registri se tenuti in forma di registri sezionali;

— registro delle dichiarazioni d’intento sul quale gli esportatori abituali e i loro fornitori devono annotare le dichiarazioni con cui viene manifestata la volontà di avvalersi del beneficio fiscale.

La disciplina IVA contempla la tenuta di alcuni elenchi:— l’elenco clienti e fornitori: per tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA soggette all’obbligo di fatturazione, gli

operatori devono comunicare all’Agenzia delle entrate, telematicamente, l’importo complessivo delle operazioni attive e/o passive svolte nei confronti di un cliente o fornitore;

— i modelli INTRASTAT: i soggetti passivi IVA sono tenuti a compilare elenchi riepilogativi delle cessioni, ov-vero degli acquisti di beni effettuati, nei confronti dei soggetti all’imposta sul valore aggiunto degli altri Stati dell’Unione europea.

3.2 liquidazioni e versamenti

Il contribuente provvede a liquidare l’imposta dovuta attraverso la differenza tra il tota-le dell’IVA esigibile nel periodo precedente (come risulta dalle registrazioni, eseguite o da eseguire, delle fattura emesse o dei corrispettivi delle operazioni imponibili) e il totale dell’imposta (derivante dalle registrazioni delle fatture di acquisto) in relazione alla qua-le, nel medesimo periodo, è sorto o viene esercitato il diritto alla detrazione.Ove risulti un debito, il soggetto passivo procede al versamento della somma dovuta pres-so uno sportello bancario o postale.In genere, è prevista la liquidazione mensile dell’IVA.Tuttavia, per i contribuenti minori, ossia coloro che nell’anno precedente non hanno supe-rato il volume d’affari di 400.000 euro, se esercenti arti, professioni o imprese di servizi, ov-

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vero di 700.000 euro se imprese esercenti altre attività, è prevista la facoltà di optare per il versamento trimestrale anziché mensile (art. 7 D.P.R. 542/99).Infatti è previsto che tale categoria di soggetti può optare per:— effettuare le liquidazioni periodiche e i relativi versamenti entro il giorno 16 del secon-

do mese successivo a ciascuno dei primi tre trimestri solari; se l’imposta non supera il limite di 25,82 euro, il versamento andrà effettuato insieme a quello per il trimestre suc-cessivo;

— versare l’imposta dovuta entro il 16 marzo di ciascun anno ovvero entro il termine pre-visto per il pagamento delle somme dovute in base alla dichiarazione unificata annua-le con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse, per ogni mese o frazione di mese successivo alla predetta data.

Tale facoltà, da esercitarsi in sede di dichiarazione annuale, comporta una maggiorazione dell’1% a titolo d’interesse. L’opzione, una volta presentata, è vincolante per gli anni suc-cessivi finché non viene revocata mediante comunicazione nella dichiarazione annuale IVA.È opportuno precisare che nell’ipotesi di esercizio contemporaneo di più attività per le qua-li sono previsti diversi limiti del volume d’affari la possibilità di optare per la liquidazione trimestrale è subordinata alle modalità di tenuta della contabilità. Nel caso in cui la conta-bilità sia unificata senza distinta indicazione dei corrispettivi percepiti, si applica il limite di 700.000 euro per tutte le attività esercitate.Per quanto riguarda i termini relativi alla liquidazione e versamento dell’imposta que-sti sono fissati:— al giorno 16 del mese successivo a quello a cui si riferisce la liquidazione se questa av-

viene mensilmente;— al giorno 16 del secondo mese successivo a quello cui si riferisce la liquidazione se que-

sta avviene trimestralmente.Qualora i termini sopra indicati cadano in un giorno festivo o comunque non lavorativo, le liquidazioni e i versa-menti mensili ai fini IVA devono essere effettuati nel primo giorno lavorativo immediatamente successivo.

Inoltre i contribuenti obbligati alla liquidazione periodica (mensile o trimestrale) debbono versare entro il 27 dicembre — a titolo di acconto — una somma pari all’88% del versa-mento effettuato (o che avrebbero dovuto effettuare) per l’ultimo mese o trimestre dell’an-no precedente (metodo storico). Se i contribuenti prevedono di versare per il mese di di-cembre (ovvero per il quarto trimestre, per i trimestrali) in corso un importo inferiore a quello versato per lo stesso mese (ovvero per lo stesso trimestre) dell’anno precedente, po-tranno versare l’88% di tale minor valore (metodo previsionale).In alternativa il comma 3bis dell’art. 6 della L. 405/90, stabilisce che l’obbligo relativo all’ac-conto può essere assolto anche mediante il versamento di un importo determinato tenendo conto delle operazioni realmente effettuate alla data del 20 dicembre (metodo analitico).L’acconto non va effettuato se è d’importo inferiore a 103,29 euro.Sono in ogni caso esonerati dal versamento dell’acconto i soggetti che:— hanno iniziato l’attività nel corso dell’anno;— hanno cessato l’attività entro il 30 settembre se versano l’IVA trimestralmente ed entro il 30 novembre se

versano l’IVA mensilmente;— hanno evidenziato nell’anno precedente un credito d’imposta o un debito inferiore a 116,72 euro;— prevedono di chiudere l’ultima liquidazione con un credito d’imposta o un debito inferiore a 116,72 euro.

3.3 la dichiarazione annuale

A seguito dell’introduzione della dichiarazione unificata (v. supra cap. 1, par. 4) la dichia-razione annuale IVA è rimasta in vita per poche categorie di contribuenti. Questi ulti-

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mi devono ogni anno presentare la dichiarazione relativa all’imposta dovuta per l’anno precedente.A decorrere dal periodo d’imposta 2016 (quindi per le dichiarazioni da presentare nel 2017) viene eliminato l’obbligo di presentare la dichiarazione in forma unificata (art. 1, co. 641, L. 190/2014).Dalla dichiarazione, da redigersi in conformità al modello approvato ogni anno con decreto dirigenziale, devono risultare (art. 8, co. 2, D.P.R. 322/98) dati ed elementi idonei:— all’individuazione del contribuente;— a determinare l’ammontare delle operazioni e dell’imposta;— a porre in essere i controlli.Il contribuente, inoltre, deve fornire gli altri elementi richiesti nel modello di dichiarazione eccetto quelli acquisibili direttamente dall’amministrazione finanziaria.In base al novellato art. 3 del D.P.R. 322/98 tutte le dichiarazioni, per cui anche la dichiara-zione annuale IVA, devono essere presentate per via telematica all’Agenzia delle entrate, di-rettamente o per il tramite degli appositi intermediari abilitati, di una banca convenziona-ta o di un ufficio postale.L’obbligo di presentare la dichiarazione IVA in via autonoma è attualmente rimasto per i contribuenti quali:a) le società di capitali e gli enti soggetti ad IReS nonché le società di persone, con l’esercizio non coincidente con

l’anno solare;b) le società controllanti e controllate, che effettuano la liquidazione dell’IVA di gruppo ai sensi dell’art. 73;c) i curatori fallimentari e i commissari liquidatori, per le dichiarazioni da questi presentate per conto dei soggetti

falliti o sottoposti a procedura di liquidazione coatta amministrativa;d) i soggetti risultanti da operazioni straordinarie o da altre trasformazioni sostanziali soggettive in relazione

alla dichiarazione annuale dei soggetti incorporati o fusi;e) i rappresentanti fiscali dei soggetti non residenti e senza stabile organizzazione in Italia, per le dichiarazioni

presentate per conto dei loro rappresentanti;f) i soggetti non residenti identificati direttamente ai sensi dell’art. 35ter;g) i venditori porta a porta, se non titolari di altri redditi, e/o sostituti d’imposta.

La dichiarazione IVA deve essere presentata, telematicamente, tra il 1° febbraio e il 30 settem-bre dell’anno successivo a quello cui la dichiarazione si riferisce (art. 8, co. 1, D.P.R. 322/98).La dichiarazione IVA, con l’eliminazione della dichiarazione unificata, andrà presentata en-tro il mese di febbraio (art. 1, co. 641, L. 190/2014).Sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione annuale i contribuenti che nell’an-no solare precedente hanno registrato esclusivamente operazioni esenti dall’imposta di cui all’art. 10 del D.P.R. 633/72 salvo che siano tenuti alle rettifiche delle detrazioni o abbiano registrato operazioni intracomunitarie, nonché i contribuenti esonerati ai sensi di specifi-che disposizioni normative.

3.4 la comunicazione dei dati iva

Entro il mese di febbraio di ciascun anno, i contribuenti devono presentare una comunica-zione dei dati IVA riferita all’anno precedente: in tal modo il legislatore ha voluto garanti-re il rispetto dell’obbligo comunitario in base al quale la dichiarazione IVA dovrebbe essere presentata entro 2 mesi dalla scadenza del periodo fiscale di riferimento.Per effetto di quanto disposto dalla legge di stabilità per il 2015 (art. 1, co. 641, L. 190/2014) la comunicazione dati IVA viene abrogata a decorrere dal periodo d’imposta 2016: non dovrà, pertanto, essere presentata a partire dal 2017.Obbligati alla suddetta comunicazione sono tutti i titolari di partita IVA tenuti alla presen-tazione della dichiarazione IVA anche se nell’anno non hanno effettuato operazioni impo-nibili o non siano tenuti ad effettuare le liquidazioni periodiche.

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Ai sensi dell’art. 8bis del D.P.R. 322/98 sono invece esonerati:— i contribuenti che nell’anno solare precedente hanno registrato esclusivamente opera-

zioni esenti, salvo che abbiano registrato operazioni intracomunitarie;— i contribuenti esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione IVA annuale,

da specifiche norme;— gli organi ed amministrazioni dello Stato, i Comuni e i consorzi tra enti locali, le associa-

zioni e gli enti gestori dei demani collettivi, le comunità montane, le Province e le Regioni;— i soggetti sottoposti a procedure concorsuali;— le persone fisiche che hanno realizzato nel periodo di riferimento un volume d’affari in-

feriore o uguale a 25.000 euro;— i contribuenti che presentano la dichiarazione annuale entro il mese di febbraio.In tale comunicazione il contribuente deve indicare:— l’ammontare delle operazioni attive e passive al netto dell’IVA;— l’ammontare delle operazioni intracomunitarie;— l’ammontare delle operazioni esenti e non imponibili;— l’imponibile e l’imposta relativa alle operazioni in oro e argento effettuate senza il paga-

mento dell’IVA;— l’imposta esigibile e l’imposta detratta, risultanti dalle liquidazioni periodiche.Tale comunicazione non ha, pertanto, effetto dichiarativo, in quanto il contribuente non pro-cede all’autodeterminazione dell’imposta che avverrà, invece, per il tramite della dichiara-zione annuale.La comunicazione deve essere presentata, tramite un apposito modello approvato con provvedimento dell’Agenzia delle entrate esclusivamente per via telematica. È pertanto esclusa ogni altra modalità di presentazione. La trasmissione telematica, come per la di-chiarazione, può essere effettuata direttamente dal contribuente o per il tramite di in-termediari abilitati.La comunicazione deve essere presentata, tramite un apposito modello approvato con provve-dimento dell’Agenzia delle entrate esclusivamente per via telematica. È pertanto esclusa ogni al-tra modalità di presentazione. La trasmissione telematica, come per la dichiarazione, può esse-re effettuata direttamente dal contribuente o per il tramite di intermediari abilitati.Dal 1° gennaio 2012 per tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA soggette all’obbligo di fattu-razione, gli operatori devono comunicare all’Agenzia delle entrate, telematicamente, l’im-porto complessivo delle operazioni attive e/o passive svolte nei confronti di un cliente o fornitore per le quali sussiste l’obbligo di fatturazione. Per le operazioni per le quali non è previsto tale obbligo è dovuta la comunicazione telematica solo se di importo superio-re a 3.600 euro, al netto dell’IVA.Pertanto l’emissione di una fattura, in sostituzione di altro documento fiscale fa scattare co-munque l’obbligo di comunicare l’operazione anche se di importo inferiore a 3.600 euro. La comunicazione, da trasmettere esclusivamnente per via telematica, deve essere effettuata annualmente attraverso il modello di comunicazione polivalente.

3.5 libri obbligatori per i commercianti al dettaglio

I commercianti al dettaglio devono tenere i seguenti registri IVA:a) il registro degli acquisti, sul quale annotare, come i commercianti all’ingrosso, gli im-

porti delle fatture ricevute;b) il registro dei corrispettivi, sul quale registrare l’importo giornaliero delle vendite al

lordo dell’imposta. La registrazione deve essere eseguita entro il giorno successivo non festivo a quello dell’incasso. In alternativa, si possono indicare, con un’unica annotazio-

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ne, entro il 15 del mese successivo i corrispettivi del mese precedente, purché certifica-ti con scontrini fiscali da allegare al registro stesso.

Per compilare la dichiarazione periodica nessun problema nasce per la determinazione dell’IVA a credito, che si desume dal registro delle fatture ricevute. L’IVA a debito, invece, può desumersi dal registro dei corrispettivi solo se le operazioni sono tutte soggette a una sola aliquota.Poiché ciò è molto raro, per calcolare l’IVA a debito distinta per aliquota, il D.P.R. 633/72 consente un procedimento denominato ventilazione dei corrispettivi, caratterizzato dall’iter qui di seguito esposto.

Alla fine di ciascun periodo d’imposta (mese o trimestre):— si sommano tra loro i totali degli acquisti, distinti per aliquota e al lordo di IVA, riguar-

danti i beni destinati alla vendita;— i totali così ottenuti vanno sommati ai totali degli acquisti effettuati nei periodi prece-

denti a quello in liquidazione, si ottiene il totale degli acquisti effettuati dall’inizio dell’an-no solare;

— si determina il coefficiente di riparto dividendo il totale dei corrispettivi del periodo d’im-posta, esclusi quelli per i quali è stata emessa fattura, per il totale degli acquisti (al lor-do di IVA) effettuati dall’inizio dell’anno solare;

— si moltiplica il coefficiente di riparto per il totale degli acquisti, distinti per aliquota e al lordo di IVA effettuati dall’inizio dell’anno solare;

— si scorpora l’IVA dai corrispettivi lordi ottenuti al punto precedente;— l’imposta così determinata va sommata a quella eventualmente risultante dalle vendite

con emissione di fattura;— l’ammontare dell’IVA da versare (oppure a credito) viene poi determinato con il con-

sueto meccanismo di deduzione di imposta da imposta;— se il contribuente opta per la liquidazione trimestrale dell’IVA, bisogna maggiorare l’im-

posta da versare dell’1% a titolo di interesse.Nel commercio al dettaglio gli importi di vendita sono distinti per aliquota e comprensi-vi dell’imposta per cui è necessario ricorrere allo scorporo dell’IVA in sede di liquidazio-ne periodica o annuale.Il criterio utilizzato per effettuare lo scorporo è quello «matematico» in base al quale l’im-ponibile viene determinato dividendo gli importi al lordo dell’IVA per i seguenti valori:— 104 per l’aliquota del 4%;— 110 per l’aliquota del 10%;— 122 per l’aliquota del 22%.

Esempio

Lo scorporo dell’IVA

Un commerciante al dettaglio di articoli per la casa, che liquida l’IVA mensilmente, nel cor-so del mese di giugno effettua e registra le seguenti operazioni:• Vendite senza emissione di fattura (IVA inclusa)

— ad aliquota IVA 10% 18.500,65— ad aliquota IVA 22% 55.478,25

• Vendite con emissione di fattura— fattura n. 398 emessa sul cliente Rustichelli Sandro di 741,55 + IVA 22%— fattura n. 399 emessa sul cliente Carlon Giovanni di 3.152,44 + IVA 10%— fattura n. 400 emessa sul cliente Fantoni Giuliano di 978,00 + IVA 22%

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• Acquisti— fattura n. 1432 del fornitore Arredocasa Snc di 13.456,87 + IVA 10%— fattura n. 1298 del fornitore Punto Casa Srl di 24.879,65 + IVA 22%— fattura n. 945 del fornitore La casa moderna di 19.555,12 + IVA 22%

Procediamo al calcolo della liquidazione dell’IVA con il metodo matematico.

Determinazione dell’imposta riscossa sulle vendite senza emissione di fattura. Dato che le vendite sono state effettuate con IVA inclusa è necessario procedere ad una operazione di scorporo.

Aliquota Prezzo di vendita Importo Prezzo di vendita ImPoRTo IVA su base 100 IVA al pubblico IVA comprensivo IVA del prodotto

10 : 110 = x : 18.500,65 1.681,88 22 : 122 = x : 55.478,25 10.004,27

IVA sulle vendite senza emissione di fattura 11.686,15 11.686,15

Calcoliamo l’IVA sulle vendite effettuate con emissione di fattura.

3.152,44 × 10% 315,24(741,55 + 978,00) = 1.719,55 x 22% 378,30 IVA sulle vendite con emissione di fattura 693,54 693,54 IVA a debito per il mese di giugno 20.. 12.379,69

Calcoliamo ora l’IVA pagata sugli acquisti

13.456,87 × 10% 1.345,69(24.879,65 + 19.555,12) = 44.434,77 x 22% 9.775,65 IVA a credito per il mese di giugno 20.. 11.121,34 11.121,34 IVA da versare 1.258,35

L’importo del versamento viene arrotondato a 1.258,00.

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1) L’azienda sotto l’aspetto giuridico è:

❑❑ A) il complesso di beni strumentali per l’esercizio dell’impresa❑❑ B) l’attività svolta dall’imprenditore❑❑ C) il luogo ove si svolge l’attività produttiva❑❑ D) il nome dell’impresa

2) L’imprenditore è:

❑❑ A) colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi

❑❑ B) colui che dirige l’azienda❑❑ C) colui che ha investito i propri risparmi nell’azienda❑❑ D) colui che esercita una qualsiasi attività diretta alla produzione di reddito

3) Le società sono:

❑❑ A) imprese collettive che perseguono scopi che i singoli non potrebbero raggiun-gere individualmente

❑❑ B) un insieme di persone che svolgono in comune un’attività economica❑❑ C) imprese collettive che svolgono una qualsiasi attività al servizio di terzi❑❑ D) insieme di persone che soddisfano interessi comuni

4) Le società di capitali sono caratterizzate da:

❑❑ A) una pluralità di soci capitalisti❑❑ B) autonomia patrimoniale perfetta❑❑ C) responsabilità illimitata e solidale dei soci❑❑ D) autonomia patrimoniale imperfetta

5) Le società di persone sono caratterizzate da:

❑❑ A) autonomia patrimoniale imperfetta❑❑ B) l’esercizio di attività non commerciale❑❑ C) responsabilità limitata ai conferimenti❑❑ D) la gestione diretta della società

6) Il concetto giuridico di azienda coincide con quello economico?

❑❑ A) Sì❑❑ B) No❑❑ C) Solo nelle aziende individuali❑❑ D) Solo nelle società

7) Il soggetto giuridico nelle aziende è:

❑❑ A) il dirigente❑❑ B) «colui» a cui si riferiscono i diritti e i doveri che scaturiscono dalle operazioni

aziendali

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❑❑ C) «colui» che rappresenta l’impresa all’esterno❑❑ D) «colui»/«coloro» che percepisce/scono gli utili dell’attività

8) Il soggetto economico nelle aziende è:

❑❑ A) il dirigente❑❑ B) la/e persona/e che dirige/ono e controlla/no l’azienda❑❑ C) colui/coloro che rispondono dei debiti❑❑ D) colui che decide il budget da raggiungere

9) Nelle aziende si distingue un soggetto giuridico da uno economico?

❑❑ A) No❑❑ B) Sì❑❑ C) Solo in alcuni casi❑❑ D) Solo nei casi previsti dalla legge

10) Per stakeholder si intendono:

❑❑ A) gruppi di persone portatori di interessi diversi❑❑ B) interessi diversi espressi da persone diverse❑❑ C) gruppi di minoranza che vogliono tutelare i propri interessi❑❑ D) gruppi di persone che gestiscono l’azienda con interessi diversi

11) L’azienda è un sistema strutturato in:

❑❑ A) elementi con caratteristiche simili❑❑ B) sottosistemi collegati❑❑ C) sottosistemi indipendenti❑❑ D) una pluralità di elementi materiali coordinati in modo da formare un comples-

so organico

12) Lo scopo delle organizzazioni non profit è:

❑❑ A) determinare un impatto sociale❑❑ B) produrre reddito pari ai costi❑❑ C) migliorare i prodotti e i servizi offerti alla clientela❑❑ D) distribuire gli utili in beneficenza

13) L’azienda è condizionata dall’ambiente culturale?

❑❑ A) Sì❑❑ B) No❑❑ C) Solo in determinati contesti politici❑❑ D) Solo in assenza di contesti democratici

14) Quale delle seguenti società ha personalità giuridica?

❑❑ A) La società in nome collettivo❑❑ B) La società semplice❑❑ C) La società in accomandita per azioni❑❑ D) La società in accomandita semplice

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15) Quale tipo di forma societaria non può essere adottata per l’esercizio di un’atti-vità commerciale?

❑❑ A) Società in nome collettivo❑❑ B) Società semplice❑❑ C) Società in accomandita semplice❑❑ D) Società in accomandita per azioni

16) È necessaria una forma particolare per il contratto costitutivo della società sem-plice?

❑❑ A) Sì, sempre la forma scritta❑❑ B) No, mai❑❑ C) No, salvo l’uso della forma richiesta dalla natura dei beni conferiti❑❑ D) Sì, sempre l’atto pubblico

17) Il socio che esercita, di nascosto dai soci di una s.n.c. cui partecipa, un’attività con-corrente con quella della società può essere escluso dalla società?

❑❑ A) Sì❑❑ B) No❑❑ C) Sì, ma solo se partecipa come socio illimitatamente responsabile alla società con-

corrente❑❑ D) No, perché non è amministratore della s.n.c.

18) In quale momento può considerarsi estinta una società in nome collettivo?

❑❑ A) Al momento del verificarsi di una causa di scioglimento❑❑ B) Al momento della conclusione della liquidazione❑❑ C) Al momento della presentazione del bilancio di liquidazione❑❑ D) Al momento della cancellazione della società dal Registro delle imprese

19) Che cosa comporta il divieto di immistione posto a carico dei soci accomandanti?

❑❑ A) Che gli accomandanti non possono esaminare i libri sociali❑❑ B) Che non possono lavorare all’interno della società❑❑ C) Che non hanno potere di gestione e di rappresentanza❑❑ D) Che non possono concorrere all’approvazione del bilancio

20) Il socio accomandante può essere preposto all’esercizio dell’impresa sociale?

❑❑ A) No❑❑ B) Sì, in ogni caso❑❑ C) Sì, solo sotto la direzione degli amministratori❑❑ D) Solo se previsto nell’atto costitutivo

21) La morte del socio accomandante produce lo scioglimento della società?

❑❑ A) No❑❑ B) Solo se vi è espressa manifestazione di volontà di scioglimento da parte degli al-

tri accomandanti❑❑ C) Solo se gli accomandatari decidono per lo scioglimento❑❑ D) Sì, se la morte dell’unico socio accomandante produce il venir meno della cate-

goria degli accomandanti e non si provvede entro sei mesi a sostituire il socio deceduto

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1 anno aCCademICo 2011-2012

1) Il just in time consente di contrarre:

❑❑ A) i tempi di produzione❑❑ B) i costi di magazzinaggio ❑❑ C) i tempi di approvvigionamento ❑❑ D) i tempi di dilazione di pagamento concessi ai clienti

2) Il ciclo economico ha inizio con:

❑❑ A) il sostenimento dei costi e termina con la riscossione delle vendite❑❑ B) l’avvio della produzione e termina con il conseguimento dei ricavi ❑❑ C) il pagamento degli acquisti e termina con la riscossione delle vendite ❑❑ D) il sostenimento dei costi e termina con il conseguimento dei ricavi

3) Il diritto di opzione:

❑❑ A) viene corrisposto dai nuovi azionisti agli amministratori dell’azienda❑❑ B) non può essere ceduto a terzi❑❑ C) tende a tutelare i vecchi azionisti❑❑ D) viene corrisposto dai vecchi azionisti agli amministratori dell’azienda

4) La conversione di obbligazioni in azioni della società provoca:

❑❑ A) nessuna modifica del patrimonio netto❑❑ B) una diminuzione del patrimonio netto❑❑ C) un aumento del patrimonio netto ❑❑ D) nessuna modifica del capitale sociale

5) Il decremento delle rimanenze di merci partecipa alla formazione del risultato economico:

❑❑ A) nel valore della produzione con segno negativo❑❑ B) nel costo della produzione con segno negativo❑❑ C) nel valore della produzione con segno positivo❑❑ D) nel costo della produzione con segno positivo

6) Se il valore di cessione di un bene strumentale è inferiore al suo valore contabi-le è necessario rilevare:

❑❑ A) una minusvalenza ordinaria❑❑ B) una minusvalenza straordinaria❑❑ C) una plusvalenza ordinaria❑❑ D) una plusvalenza straordinaria

7) I costi fissi totali:

❑❑ A) sono direttamente proporzionali alle quantità prodotte❑❑ B) sono direttamente imputati ai prodotti❑❑ C) sono costi originati dalla struttura aziendale❑❑ D) sono inversamente proporzionali alle quantità prodotte

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8) I costi variabili:

❑❑ A) si manifestano anche in assenza di produzione❑❑ B) sono inversamente proporzionali alle quantità prodotte❑❑ C) sono indipendenti dalle quantità prodotte❑❑ D) sono direttamente proporzionali alle quantità prodotte

9) La struttura patrimoniale aziendale è equilibrata se:

❑❑ A) l’attivo immobilizzato è maggiore del capitale proprio❑❑ B) l’attivo circolante è inferiore delle passività correnti❑❑ C) l’attivo circolante è maggiore delle passività correnti❑❑ D) l’attivo immobilizzato è superiore al capitale permanente

10) Il break even point individua il punto in cui:

❑❑ A) occorre reinvestire❑❑ B) i ricavi complessivi eguagliano i costi fissi totali❑❑ C) i ricavi complessivi eguagliano i costi totali❑❑ D) il costo unitario variabile uguaglia il ricavo unitario

11) Le rimanenze di prodotti finiti sono:

❑❑ A) componenti negativi del reddito di esercizio ed elementi dell’attivo immobiliz-zato

❑❑ B) componenti positivi di reddito di esercizio ed elementi dell’attivo circolante❑❑ C) componenti negativi del reddito di esercizio ed elementi dell’attivo circolante❑❑ D) componenti positivi del reddito di esercizio ed elementi dell’attivo immobiliz-

zato

12) Il costo primo è:

❑❑ A) il prezzo di acquisto dei fattori produttivi❑❑ B) ottenuto sommando i costi fissi❑❑ C) il valore di partenza per determinare il prezzo di vendita❑❑ D) ottenuto sommando i costi diretti

13) Il costo differenziale si ottiene:

❑❑ A) dividendo la produzione per il numero dei prodotti ottenuti❑❑ B) diminuendo la produzione di una unità❑❑ C) aumentando la produzione di una unità❑❑ D) dividendo la produzione per il numero dei prodotti attesi

14) La Break even analysis presenta dei limiti in quanto:

❑❑ A) si può utilizzare solo all’inizio dell’attività aziendale❑❑ B) si utilizza solo nelle aziende multiprodotto❑❑ C) non utilizzabile dalle aziende di servizi❑❑ D) i costi e i ricavi non presentano sempre andamento lineare

15) La contabilità gestionale si occupa di:

❑❑ A) rilevare i costi nelle fasi del processo produttivo secondo la loro destinazione❑❑ B) rilevare i costi che derivano da scambi con terzi secondo la loro natura

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IndICe generale

PARTE IFONDAMENTI DELLE DISCIPLINE DI INSEGNAMENTO

LIBRO IIL SISTEMA ECONOMICO

CAPITOLO 1: L’ATTIVITà ECONOMICA E I SISTEMI ECONOMICI

1. I bisogni ........................................................................................................................................................ Pag. 8 2. Beni, servizi e loro utilità ...................................................................................................................... » 8 3. L’attività economica ................................................................................................................................ » 9 4. I sistemi economici .................................................................................................................................. » 10

4.1 Il sistema collettivistico (o economia pianificata) ............................................................ » 104.2 L’economia di mercato (o economia capitalista) ............................................................... » 114.3 Il sistema economico misto ........................................................................................................ » 124.4 Il sistema economico locale ........................................................................................................ » 13

CAPITOLO 2: IL MERCATO

1. Le famiglie e le imprese ......................................................................................................................... » 15 2. Il mercato ..................................................................................................................................................... » 15 3. La domanda dei consumatori ............................................................................................................. » 16 4. L’offerta del produttore ......................................................................................................................... » 18 5. L’incontro tra domanda e offerta: lo scambio .............................................................................. » 21 6. Lo Stato e il Resto del mondo .............................................................................................................. » 22 7. I distretti industriali ................................................................................................................................ » 23 8. Le banche ..................................................................................................................................................... » 25

CAPITOLO 3: L’ECONOMIA REALE E LA FINANzA

1. Il mercato dei capitali ............................................................................................................................. » 26 2. I soggetti del sistema finanziario ...................................................................................................... » 28 3. L’oggetto del mercato mobiliare ........................................................................................................ » 28 4. I titoli di debito .......................................................................................................................................... » 29 5. Caratteristiche comuni dei titoli di debito .................................................................................... » 29 6. Il debito pubblico ..................................................................................................................................... » 31

6.1 Il corso dei titoli di debito ........................................................................................................... » 336.2 Negoziazione dei titoli di debito ............................................................................................... » 336.3 Acquisto e vendita di titoli dello Stato ................................................................................... » 37

7. I titoli degli Enti locali ............................................................................................................................ » 39 8. Obbligazioni pubbliche private .......................................................................................................... » 40 9. Acquisto e vendita di obbligazioni .................................................................................................... » 4010. Acquisto di BOT all’emissione ............................................................................................................ » 4111. Il tasso effettivo d’impiego ................................................................................................................... » 4112. Le azioni ....................................................................................................................................................... » 4213. La negoziazione di titoli azionari ...................................................................................................... » 4314. La Borsa ........................................................................................................................................................ » 44

14.1 Le negoziazioni di Borsa ........................................................................................................... » 4514.2 L’evoluzione normativa ............................................................................................................. » 4614.3 Le quotazioni di borsa ............................................................................................................... » 4814.4 Gli operatori di borsa ................................................................................................................. » 4914.5 Le operazioni di borsa ............................................................................................................... » 50

15. L’operatività delle imprese sul mercato monetario e sul mercato finanziario ........................ » 51

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CAPITOLO 4: L’INTERVENTO PUBBLICO NEL SISTEMA ECONOMICO

1. Il ruolo dello Stato nel sistema economico ................................................................................... Pag. 54 2. L’intervento pubblico .............................................................................................................................. » 55 3. La produzione di beni da parte dello Stato ................................................................................... » 55 4. Le spese pubbliche e la ridistribuzione del reddito .................................................................. » 55

4.1 Obiettivi della spesa pubblica .................................................................................................... » 554.2 Presupposti economici delle spese pubbliche.................................................................... » 564.3 La redistribuzione del reddito nazionale ............................................................................. » 56

5. Le entrate pubbliche e la loro classificazione .............................................................................. » 565.1 Classificazione delle entrate pubbliche ................................................................................. » 575.2 Classificazione delle entrate originarie ................................................................................. » 575.3 Classificazione delle entrate derivate..................................................................................... » 57

6. Il sistema impositivo ............................................................................................................................... » 586.1 Le imposte .......................................................................................................................................... » 586.2 Le tasse ................................................................................................................................................ » 59

7. Regolamentazione e politiche per la concorrenza ..................................................................... » 59

CAPITOLO 5: L’UNIONE EUROPEA

1. La dichiarazione Schuman e la nascita della CECA .................................................................... » 61 2. La creazione della CEE e dell’Euratom ............................................................................................ » 61 3. L’unione doganale .................................................................................................................................... » 62 4. Le adesioni di nuovi Stati ...................................................................................................................... » 62 5. Un’Europa senza frontiere interne ................................................................................................... » 63 6. Nasce l’Unione europea: dal Trattato di Maastricht a quello di Lisbona ......................... » 63 7. Le novità apportate dal Trattato di Lisbona ................................................................................. » 64 8. La struttura dell’Unione europea ...................................................................................................... » 64 9. L’Unione Economica e Monetaria ...................................................................................................... » 6610. Il SEBC e la BCE ......................................................................................................................................... » 68

LIBRO IIIL SISTEMA AzIENDA

CAPITOLO 1: ELEMENTI COSTITUTIVI, SOGGETTI E CLASSIFICAzIONI

1. L’attività economica ................................................................................................................................ » 70 2. Il concetto di azienda .............................................................................................................................. » 70 3. La classificazione delle aziende ......................................................................................................... » 71

3.1 Aziende di produzione, di erogazione e composte ........................................................... » 713.2 Aziende divise e indivise .............................................................................................................. » 723.3 Aziende private e pubbliche ....................................................................................................... » 723.4 Aziende grandi, medie e piccole ............................................................................................... » 73

4. Il soggetto giuridico e il soggetto economico d’azienda .......................................................... » 73 5. Le relazioni tra l’ambiente e l’azienda ............................................................................................ » 74 6. L’azienda come sistema ......................................................................................................................... » 75 7. Gli stakeholders ........................................................................................................................................ » 76 8. La corporate governance ...................................................................................................................... » 77 9. I modelli di governance ......................................................................................................................... » 77

9.1 L’impresa padronale ...................................................................................................................... » 789.2 La public company .......................................................................................................................... » 789.3 L’impresa consociativa .................................................................................................................. » 79

10. I gruppi aziendali ..................................................................................................................................... » 80

CAPITOLO 2: LE FORME GIURIDICHE

1. La scelta della forma giuridica............................................................................................................ » 82 2. Imprenditore e azienda secondo il codice civile ......................................................................... » 82 3. Le società secondo il codice civile ..................................................................................................... » 83 4. La società semplice .................................................................................................................................. » 84 5. La società in nome collettivo ............................................................................................................... » 88

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6. La società in accomandita semplice ................................................................................................. Pag. 91 7. La società per azioni ............................................................................................................................... » 92

7.1 La costituzione ................................................................................................................................. » 937.2 L’atto costitutivo .............................................................................................................................. » 947.3 L’iscrizione nel registro delle imprese ................................................................................... » 957.4 La nullità della società .................................................................................................................. » 957.5 La S.p.a. con unico azionista ....................................................................................................... » 957.6 I contratti parasociali .................................................................................................................... » 96

8. la società in accomandita per azioni ................................................................................................ » 97 9. la società a responsabilità limitata ................................................................................................... » 98

CAPITOLO 3: LA GESTIONE DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DI SERVIzI

1. La gestione per operazioni ................................................................................................................... » 102 2. La gestione per funzioni ........................................................................................................................ » 103

2.1 Le funzioni operative primarie ................................................................................................. » 1042.2 Le funzioni di supporto ................................................................................................................ » 1042.3 Le funzioni ausiliarie ..................................................................................................................... » 105

3. Le operazioni di gestione interna ed esterna ............................................................................... » 105 4. Le operazioni aziendali. Il circuito della produzione ................................................................ » 106 5. I fattori produttivi a fecondità semplice e a fecondità ripetuta ........................................... » 109 6. Le condizioni di economicità delle aziende di produzione .................................................... » 110 7. La classificazione delle operazioni per aree gestionali ............................................................ » 111

CAPITOLO 4: PATRIMONIO E REDDITO

1. La nozione di capitale ............................................................................................................................. » 113 2. Il capitale nell’aspetto qualitativo ..................................................................................................... » 113 3. Il capitale nell’aspetto quantitativo .................................................................................................. » 117 4. I processi di finanziamento con capitale proprio e con capitale di debito ...................... » 119 5. Il patrimonio netto .................................................................................................................................. » 121 6. Le quote ideali del patrimonio netto ............................................................................................... » 121 7. Le riserve del patrimonio netto ......................................................................................................... » 122 8. Le riserve proprie, improprie e i fondi rischi ............................................................................... » 125 9. Il reddito totale.......................................................................................................................................... » 12610. Periodo amministrativo ed esercizio ............................................................................................... » 12611. Il reddito di esercizio .............................................................................................................................. » 12712. Il principio di realizzazione economica dei ricavi...................................................................... » 13113. Il principio di correlazione economica dei costi ......................................................................... » 13214. La maturazione economica dei costi e dei ricavi ........................................................................ » 13315. La classificazione dei costi e dei ricavi ai fini della determinazione del reddito di esercizio ....................................................................................................................................................... » 135

15.1 Costi e ricavi misurati nell’esercizio .................................................................................... » 13515.2 Costi e ricavi sospesi finali e pluriennali ........................................................................... » 13615.3 Costi e ricavi presunti finali ..................................................................................................... » 136

16. La classificazione dei costi ................................................................................................................... » 13617. La classificazione dei ricavi.................................................................................................................. » 13818. Il reddito minimo o normale ............................................................................................................... » 139

CAPITOLO 5: LA RESPONSABILITà SOCIALE DELLE AzIENDE

1. L’impresa etica e la responsabilità sociale delle aziende ........................................................ » 140 2. I principi dell’impresa socialmente responsabile: la riduzione dell’impatto ambien- tale e la tutela dei diritti dei lavoratori ........................................................................................... » 142

2.1 Il marchio etico ............................................................................................................................... » 144 3. Le iniziative dell’Unione europea e delle Nazioni Unite per favorire la diffusione del- la responsabilità sociale delle imprese ........................................................................................... » 144

3.1 Il Libro verde della Commissione europea ........................................................................... » 1443.2 Il Global Compact delle Nazioni Unite .................................................................................... » 145

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4. I documenti dell’impresa socialmente responsabile: il bilancio sociale, il bilancio ambientale e il codice etico ................................................................................................................. Pag. 146

4.1 Il bilancio sociale ............................................................................................................................. » 1464.2 Il bilancio ambientale .................................................................................................................... » 1474.3 Il codice etico .................................................................................................................................... » 1474.4 Gli standard di responsabilità sociale .................................................................................... » 148

CAPITOLO 6: LE ALLEANzE STRATEGICHE PER FRONTEGGIARE I RISCHI AzIENDA-LI [Espansione web]

LIBRO IIIL’ORGANIzzAzIONE

CAPITOLO 1: STRUTTURE ORGANIzzATIVE

1. Organizzazione aziendale ..................................................................................................................... » 150 2. I vari tipi di organizzazione ................................................................................................................. » 151 3. L’organizzazione gerarchica ................................................................................................................ » 151 4. L’organizzazione funzionale ................................................................................................................ » 153

4.1 Lo scientific management ........................................................................................................... » 1534.2 Vantaggi e limiti dell’organizzazione tayloristica ............................................................. » 153

5. L’organizzazione per line e staff ........................................................................................................ » 155 6. Gli inconvenienti delle strutture gerarchiche .............................................................................. » 155

6.1 Inconvenienti strutturali ............................................................................................................. » 1556.2 Struttura gerarchica e comunicazione ................................................................................... » 156

7. L’organizzazione divisionale ............................................................................................................... » 1567.1 Aspetti generali ................................................................................................................................ » 1567.2 Le diverse forme divisionali ....................................................................................................... » 156

8. Le organizzazioni evolutive ................................................................................................................. » 1578.1 L’organizzazione per comitati e direzioni multiple o per matrici .............................. » 1578.2 L’organizzazione per progetti .................................................................................................... » 158

9. Strutture e organigrammi ..................................................................................................................... » 1599.1 L’organigramma verticale ............................................................................................................ » 1609.2 L’organigramma orizzontale ...................................................................................................... » 1609.3 L’organigramma ripiegato ........................................................................................................... » 1619.4 Il livellogramma ............................................................................................................................... » 1619.5 L’organigramma circolare ........................................................................................................... » 1629.6 Limiti dell’organigramma ............................................................................................................ » 163

10. L’organizzazione migliore ..................................................................................................................... » 163

LIBRO IVPIANIFICAzIONE E CONTROLLO DI GESTIONE

CAPITOLO 1: LA GESTIONE STRATEGICA

1. La strategia d’impresa ............................................................................................................................ » 1661.1 Strategia di business e strategia di corporate .................................................................... » 166

2. La Vision e la Mission ............................................................................................................................. » 168 3. Le strategie concorrenziali ................................................................................................................... » 169 4. La pianificazione ....................................................................................................................................... » 169 5. Il sistema di pianificazione strategica ............................................................................................. » 171 6. La programmazione ................................................................................................................................ » 172

6.1 Caratteristiche .................................................................................................................................. » 1726.2 I contenuti della programmazione .......................................................................................... » 1726.3 Il piano d’azione .............................................................................................................................. » 1736.4 Il controllo dei piani ....................................................................................................................... » 173

7. Le tecniche di programmazione ........................................................................................................ » 1747.1 Programmazione di breve e medio periodo ........................................................................ » 1747.2 Gli scostamenti ................................................................................................................................. » 174

8. I livelli di strategia ................................................................................................................................... » 1758.1 Strategia a livello di corporate o d’impresa ......................................................................... » 175

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8.2 Strategia al livello di singola unità di business o area strategica di affari (ASA)..... Pag. 1758.3 Strategia funzionale ....................................................................................................................... » 175

9. Manager e strategia ................................................................................................................................. » 1759.1 L’approccio razionalista ............................................................................................................... » 1759.2 La coerenza strategica .................................................................................................................. » 176

10. Il management strategico e l’apprendimento organizzativo ................................................. » 17610.1 Il management strategico ......................................................................................................... » 17610.2 L’apprendimento organizzativo ............................................................................................. » 17710.3 Strategia e apprendimento ...................................................................................................... » 17710.4 Gestione strategica e learning organization ..................................................................... » 178

11. Il modello competitivo di Porter........................................................................................................ » 17811.1 L’ambiente settoriale .................................................................................................................. » 17811.2 Le strategie di base di Porter .................................................................................................. » 179

12. Il sistema competitivo allargato di Porter ..................................................................................... » 17913. Le critiche al modello di Porter .......................................................................................................... » 182

13.1 L’evoluzione delle strategie e politiche aziendali ........................................................... » 18213.2 Limiti del modello ........................................................................................................................ » 183

CAPITOLO 2: CONTROLLO DIREzIONALE ED OPERATIVO: LA CONTABILITà DIRE-zIONALE

1. La contabilità analitica ........................................................................................................................... » 184 2. Confronto fra contabilità generale e contabilità analitica ...................................................... » 184 3. Le tipologie di costo ................................................................................................................................ » 185 4. La break-even analysis ........................................................................................................................... » 186

4.1 Il procedimento matematico ...................................................................................................... » 1864.2 Il procedimento grafico ................................................................................................................ » 187

5. Le principali modalità di tenuta della contabilità industriale .............................................. » 1895.1 La contabilità industriale a costi diretti ................................................................................ » 1905.2 La contabilità industriale a costi pieni ................................................................................... » 1915.3 L’Activity Based Costing (A.B.C.) ............................................................................................... » 192

6. Il controllo di gestione ........................................................................................................................... » 193 7. La pianificazione ....................................................................................................................................... » 193 8. La programmazione ed il budget....................................................................................................... » 193 9. Le tipologie di budget ............................................................................................................................. » 19410. La redazione del budget ........................................................................................................................ » 19511. L’analisi degli scostamenti .................................................................................................................... » 19612. Il sistema di reporting ............................................................................................................................ » 197

LIBRO VIL SISTEMA INFORMATIVO AzIENDALE DI GESTIONE

CAPITOLO 1: INFORMAzIONI E SISTEMA INFORMATIVO

1. Le informazioni e le decisioni ............................................................................................................. » 2001.1 I requisiti delle informazioni ..................................................................................................... » 2001.2 La gestione delle informazioni .................................................................................................. » 200

2. Il sistema informativo ............................................................................................................................ » 2012.1 Il sistema informativo ................................................................................................................... » 2012.2 Risorse immateriali e informazione ....................................................................................... » 2012.3 L’informazione nell’orientamento ai processi .................................................................... » 2022.4 Trasmissione e gestione delle informazioni ........................................................................ » 2022.5 I Sistemi CIM ..................................................................................................................................... » 2022.6 Internet, intranet e l’impresa a rete ........................................................................................ » 203

3. La comunicazione .................................................................................................................................... » 2033.1 Comunicazione e semiotica ........................................................................................................ » 2033.2 Comunicazione verbale e non verbale ................................................................................... » 2033.3 Il processo di comunicazione nell’impresa .......................................................................... » 2043.4 Comunicazione formale e informale ....................................................................................... » 2043.5 La comunicazione nel marketing ............................................................................................. » 205

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4. Informazione, conoscenza e teorie ................................................................................................... Pag. 205 5. Il reporting informativo ......................................................................................................................... » 206

5.1 Aspetti generali ................................................................................................................................ » 2065.2 I Decision Support System (DSS) ............................................................................................. » 2075.3 I Sistemi ERP ..................................................................................................................................... » 207

LIBRO VIIL SISTEMA DELLE RILEVAzIONI DI GESTIONE

CAPITOLO 1: IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA

1. Definizioni ................................................................................................................................................... » 210 2. I libri della partita doppia .................................................................................................................... » 211 3. Partita doppia e contabilità generale .............................................................................................. » 213 4. Il sistema del capitale e del risultato economico (o sistema delle operazioni) ...................... » 214 5. Lo strumento del conto.......................................................................................................................... » 215 6. Classificazione dei conti nel sistema del capitale e del risultato economico ................. » 217 7. Le convenzioni di funzionamento dei conti .................................................................................. » 219 8. Le correlazioni tra le variazioni finanziarie e le variazioni economiche.......................... » 220 9. Il metodo della partita doppia applicato al sistema del capitale e del risultato eco- nomico .......................................................................................................................................................... » 22410. Gli strumenti per l’attuazione della contabilità in partita doppia ...................................... » 22511. Analisi e rilevazione di fatti amministrativi di esercizio ......................................................... » 226

CAPITOLO 2: CONTABILITà GENERALE: LE PRINCIPALI OPERAzIONI DI GESTIONE

1. Il momento della rilevazione............................................................................................................... » 231 2. Le scritture contabili............................................................................................................................... » 232 3. La costituzione .......................................................................................................................................... » 232

3.1 Costituzione di impresa individuale ....................................................................................... » 2323.2 Costituzione di una società di persone .................................................................................. » 2333.3 Costituzione di una società di capitali ................................................................................... » 234

4. Acquisti di beni e servizi ....................................................................................................................... » 235 5. Acquisti di immobilizzazioni materiali e immateriali .............................................................. » 238 6. Acquisizioni mediante leasing ............................................................................................................ » 240 7. Cessioni di beni e prestazioni di servizi a rapido ciclo di utilizzo ....................................... » 241 8. Rettifiche agli acquisti e alle vendite ............................................................................................... » 244

8.1 Rettifiche agli acquisti ................................................................................................................... » 2458.2 Rettifiche alle vendite.................................................................................................................... » 245

9. Gli anticipi a fornitori e da clienti ...................................................................................................... » 2469.1 Anticipo a fornitore di importo inferiore all’importo totale dei beni ....................... » 2469.2 Anticipo a fornitore di importo superiore all’importo totale dei beni ..................... » 2469.3 Anticipo da cliente di importo inferiore all’importo totale dei beni ......................... » 2479.4 Anticipo da cliente di importo superiore all’importo totale dei beni ....................... » 2489.5 Anticipi a fornitori e anticipi da clienti quando il regolamento finanziario dell’an- ticipo e la relativa fatturazione non sono contemporanei............................................. » 248

10. Interessi per ritardi o dilazioni di pagamento ............................................................................. » 24911. Regolamento finanziario dei crediti e dei debiti......................................................................... » 25012. Sconto di cambiali attive commerciali ............................................................................................ » 25113. Rinnovo degli effetti commerciali mantenuti in portafoglio dal creditore ...................... » 25214. Ricevute bancarie al dopo incasso .................................................................................................... » 25415. Ricevute bancarie all’incasso salvo buon fine (s.b.f.) ................................................................ » 25416. Anticipi su fatture .................................................................................................................................... » 25517. Finanziamenti attinti e concessi a titolo di capitale di debito .............................................. » 25618. Emissione di prestiti obbligazionari ................................................................................................ » 25619. Il conto titoli ............................................................................................................................................... » 25920. Costo del personale ................................................................................................................................. » 26121. Dismissione delle immobilizzazioni ................................................................................................ » 26222. Sopravvenienze e insussistenze ......................................................................................................... » 26723. Variazioni di patrimonio netto ........................................................................................................... » 268

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CAPITOLO 3: CONTABILITà GENERALE: ASSESTAMENTO, CHIUSURA E RIAPERTURA DEI CONTI

1. La determinazione analitica del reddito di esercizio ................................................................ Pag. 270 2. La formazione del reddito di esercizio e del capitale di funzionamento ......................... » 271 3. Le scritture di completamento (o aggiornamento) preliminare dei valori di conto ... » 272

3.1 Rilevazione di differenze nei valori in cassa, di interessi maturati, di componenti di reddito che scadono a fine esercizio .................................................................................. » 2733.2 Stanziamento di crediti e debiti da liquidare ...................................................................... » 274

4. Lo stanziamento per il TFR maturato nell’esercizio ................................................................. » 274 5. I procedimenti contabili del bilancio ............................................................................................... » 275 6. La valutazione del capitale di funzionamento ............................................................................. » 276 7. L’inventario ordinario di esercizio .................................................................................................... » 278 8. Le nozioni di competenza secondo la dottrina economico-aziendale .............................. » 279 9. Il principio di competenza economica secondo i principi contabili nazionali (PCN) ... » 28010. Confronto con i principi contabili internazionali ....................................................................... » 28011. Il reddito prodotto nell’esercizio ....................................................................................................... » 28112. L’aspetto originario e l’aspetto derivato di osservazione delle operazioni di assesta- mento ............................................................................................................................................................ » 28213. Le scritture di assestamento dei valori di conto secondo il principio della competen- za economica in ragione di esercizio ............................................................................................... » 28414. Le scritture di integrazione di fine esercizio ................................................................................ » 287

14.1 Imputazione di ratei attivi e passivi ..................................................................................... » 28814.2 Stanziamenti di debito o fondi per la copertura di oneri specifici di futura manifestazione .............................................................................................................................. » 29014.3 Stanziamenti ai fondi per la copertura di rischi specifici di futura manifesta- zione .................................................................................................................................................. » 291

15. Le scritture di rettifica (o di storno) di fine esercizio .............................................................. » 29215.1 Rilevazione delle rimanenze di magazzino di fine esercizio ..................................... » 29315.2 Risconti attivi e passivi .............................................................................................................. » 29515.3 Costi e ricavi anticipati .............................................................................................................. » 29815.4 La rilevazione degli incrementi di valore di immobilizzazioni per lavori interni .... » 299

16. Le scritture di ammortamento dei costi pluriennali ................................................................. » 30017. Le rettifiche di valore di elementi patrimoniali attivi .............................................................. » 30218. La chiusura dei conti accesi alle variazioni economiche di reddito senza ripresa di saldo ............................................................................................................................................................... » 30419. La chiusura generale del sottosistema dei conti di patrimonio ........................................... » 30620. Il bilancio di diretta derivazione scritturale ................................................................................. » 30721. I collegamenti contabili tra le due parti del bilancio ................................................................ » 30922. La riapertura dei conti patrimoniali ................................................................................................ » 31023. Lo storno dei costi e dei ricavi sospesi ........................................................................................... » 31024. Lo storno dei ratei passivi e attivi ..................................................................................................... » 31125. I fondi di bilancio ...................................................................................................................................... » 31226. L’utilizzo contabile dei fondi per rischi ed oneri ........................................................................ » 31327. L’utilizzo contabile dei fondi rettificativi dell’attivo .................................................................. » 314

LIBRO VIIIL SISTEMA DI BILANCIO DI GESTIONE

CAPITOLO 1: IL BILANCIO DI ESERCIzIO

1. Il bilancio di esercizio come strumento di informazione aziendale ................................... » 316 2. Il bilancio di esercizio ............................................................................................................................. » 317 3. I principi di redazione del bilancio di esercizio .......................................................................... » 318

3.1 Principio della prudenza ............................................................................................................. » 3183.2 Principio della prospettiva di funzionamento dell’impresa ......................................... » 3193.3 Principio della prevalenza della sostanza sulla forma .................................................... » 3193.4 Principio dell’effettiva realizzazione degli utili.................................................................. » 3193.5 Principio della competenza ........................................................................................................ » 3193.6 Principio della considerazione dei rischi e delle perdite ............................................... » 320

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3.7 Principio della valutazione separata delle voci di bilancio ........................................... Pag. 3203.8 Principio della continuità di applicazione dei criteri di valutazione ........................ » 321

4. Lo Stato patrimoniale civilistico ........................................................................................................ » 321 5. Il Conto economico civilistico ............................................................................................................. » 326 6. Il rendiconto finanziario ....................................................................................................................... » 330 7. La Nota integrativa .................................................................................................................................. » 331 8. La relazione sulla gestione ................................................................................................................... » 331 9. Il bilancio di esercizio in forma abbreviata ................................................................................... » 33110. Il bilancio per le microimprese .......................................................................................................... » 334

CAPITOLO 2: I PRINCIPI CONTABILI NAzIONALI ED INTERNAzIONALI

Introduzione ............................................................................................................................................... » 335 1. Le funzioni del bilancio.......................................................................................................................... » 335 2. I principi contabili internazionali ..................................................................................................... » 335 3. I principi contabili nazionali ............................................................................................................... » 336 4. Soggetti obbligati e soggetti esonerati dall’applicazione dei principi contabili inter- nazionali ....................................................................................................................................................... » 336 5. Principi contabili ...................................................................................................................................... » 337

5.1 Interpretazione dei principi contabili .................................................................................... » 3375.2 I principi dello IASB approvati dall’Unione Europea con Regolamento (CE) n. 1725/2003 ......................................................................................................................................... » 3385.3 Approvazione successiva al Regolamento n. 1725/2003 o non ancora entrati in vigore ................................................................................................................................................... » 3385.4 Interpretazione dei principi contabili internazionali IAS emessi dallo Standing

Interpretations Committee (SIC) e dall’International Reporting Interpretation Committee (IFRIC) ......................................................................................................................... » 339

6. Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma ......................................................... » 340 7. La valutazione al Fair value ................................................................................................................. » 340 8. Osservazioni sul criterio di valutazione al costo storico e al Fair value ........................... » 341 9. Gli sviluppi della normativa tributaria per i soggetti IAS ....................................................... » 34110. Il processo di transizione: prima applicazione degli IFRS ...................................................... » 34211. Postulati del bilancio d’esercizio secondo i principi contabili internazionali ................... » 34212. Struttura del bilancio di esercizio secondo lo IASB ................................................................... » 34313. Strutture dello Stato patrimoniale a confronto: Codice Civile, OIC e IASB ...................... » 34314. Strutture del Conto economico a confronto: Codice Civile, OIC e IASB ............................ » 34515. La Nota integrativa secondo il Codice Civile, l’OIC e lo IASB ................................................. » 34716. Il rendiconto finanziario secondo il Codice Civile e lo IASB .................................................. » 34717. La Relazione sulla gestione secondo il Codice Civile e l’OIC .................................................. » 348

CAPITOLO 3: I GRUPPI DI IMPRESE ED IL BILANCIO CONSOLIDATO

1. Il gruppo di imprese ................................................................................................................................ » 3491.1 I gruppi di imprese secondo la dottrina aziendalistica e civilistica .......................... » 349

2. Fonti normative ......................................................................................................................................... » 3492.1 Normativa giuridica relativa alle società controllate e collegate: art. 2359 ................... » 3492.2 Normative giuridiche di controllo: D.Lgs. 127/1991 ...................................................... » 350

3. La nozione di bilancio consolidato ed i criteri generali di redazione ................................ » 3503.1 Armonizzazione delle date di riferimento di tutti i bilanci ........................................... » 3533.2 Procedure di consolidamento .................................................................................................... » 353

4. Metodi di consolidamento .................................................................................................................... » 3534.1 Metodo integrale di consolidamento ...................................................................................... » 3534.2 Metodo proporzionale di consolidamento ........................................................................... » 3544.3 Metodo del Patrimonio netto ..................................................................................................... » 354

5. Osservazioni sulle « differenze di consolidamento» .................................................................. » 354 6. Tecniche di consolidamento ................................................................................................................ » 355 7. Aspetti fiscali del consolidamento .................................................................................................... » 356 8. Principi contabili nazionali e internazionali ................................................................................ » 357

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CAPITOLO 4: ANALISI DI BILANCIO

1. Lo Stato patrimoniale riclassificato in forma finanziaria «a zone» .................................... Pag. 358 2. I limiti informativi del Conto economico civilistico e sue riclassificazioni ..................... » 359 3. Conto economico a costi e ricavi della produzione tipica realizzata ................................. » 361 4. Conto economico a valore aggiunto caratteristico con evidenziazione del margine operativo lordo (MOL) ........................................................................................................................... » 362 5. Conto economico a valore aggiunto caratteristico e a valore aggiunto globale ........................ » 363 6. Conto economico a costo industriale del venduto e a costo pieno delle funzioni azien- dali .................................................................................................................................................................. » 364 7. Conto economico a ricavi e costo complessivo del venduto .................................................. » 365 8. Analisi della struttura patrimoniale................................................................................................. » 366 9. Gli indici di bilancio ................................................................................................................................. » 36810. Gli indici di liquidità ................................................................................................................................ » 36911. Gli indici di struttura finanziaria ....................................................................................................... » 37012. Gli indici di solidità patrimoniale ...................................................................................................... » 37113. Gli indici di redditività ........................................................................................................................... » 37214. La formula della leva finanziaria ....................................................................................................... » 37415. La rotazione del capitale investito .................................................................................................... » 37516. L’incidenza degli oneri finanziari sui ricavi netti di vendita .................................................. » 37517. I flussi finanziari: cenni ......................................................................................................................... » 37618. Il rendiconto finanziario ....................................................................................................................... » 377

18.1 Il rendiconto finanziario delle variazioni del capitale circolante netto ................ » 37718.2 Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità .................................................. » 380

19. La documentazione necessaria per il rendiconto finanziario ............................................... » 38020. Il flusso dei mezzi monetari prodotto dalla gestione (cash flow) ....................................... » 381

LIBRO VIIILA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

CAPITOLO 1: CARATTERISTICHE DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DEI RAPPORTIDI LAVORO

1. Tipologie di lavoro (GENERI) .............................................................................................................. » 384 2. Il rapporto di lavoro subordinato ...................................................................................................... » 385

2.1 Il prestatore di lavoro ed il concetto di subordinazione ................................................ » 3852.2 Gli effetti della natura subordinata del rapporto di lavoro ........................................... » 386

3. Il contratto individuale di lavoro subordinato e i rapporti di lavoro speciali .................... » 387 4. Il contratto di lavoro a tempo determinato................................................................................... » 388

4.1 Requisiti che legittimano l’apposizione del termine ....................................................... » 3884.2 L’illegittimità del termine ............................................................................................................ » 3894.3 Il rapporto di lavoro ....................................................................................................................... » 3894.4 La proroga del contratto .............................................................................................................. » 3894.5 La prosecuzione temporanea del rapporto alla scadenza ............................................. » 3894.6 La riassunzione a termine del lavoratore. Gli intervalli temporali tra un contrat- to e un altro ....................................................................................................................................... » 3904.7 Il limite massimo di durata del lavoro a termine .............................................................. » 390

5. Il contratto di apprendistato ............................................................................................................... » 3905.1 Nozione ............................................................................................................................................... » 3905.2 Disciplina ............................................................................................................................................ » 3915.3 Limiti all’assunzione ...................................................................................................................... » 392

6. Il lavoro a tempo parziale ..................................................................................................................... » 3926.1 Nozione e requisiti ......................................................................................................................... » 3926.2 Il lavoro supplementare e straordinario ............................................................................... » 3936.3 Le clausole di elasticità ................................................................................................................. » 393

7. Il lavoro intermittente e il lavoro ripartito .................................................................................... » 3937.1 Nozione e caratteristiche del lavoro intermittente .......................................................... » 3937.2 Norme e caratteristiche del lavoro ripartito ....................................................................... » 394

8. La somministrazione di lavoro e l’esternalizzazione ................................................................ » 394 9. Le collaborazioni coordinate e continuative ................................................................................ » 396

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10. Prestazione di lavoro e vincolo associativo. L’associazione in partecipazione ...................... Pag. 39711. Le trasformazioni del diritto del lavoro.......................................................................................... » 398

CAPITOLO 2: AMMINISTRAzIONE DEL PERSONALE

1. La gestione delle risorse umane ........................................................................................................ » 3991.1 La Direzione Risorse Umane ...................................................................................................... » 3991.2 Il budget del personale ................................................................................................................. » 3991.3 La pianificazione delle risorse umane ................................................................................... » 4001.4 L’impiego delle risorse umane .................................................................................................. » 400

2. Il reclutamento del personale ed il sistema di assunzione .................................................... » 4002.1 Il reclutamento ................................................................................................................................. » 4002.2 La selezione ....................................................................................................................................... » 4012.3 Il reclutamento esterno: il sistema del collocamento ..................................................... » 4022.4 L’assunzione dei lavoratori ......................................................................................................... » 4032.5 L’obbligo d’informare il lavoratore sulle condizioni del rapporto di lavoro .......... » 403

3. Formazione e addestramento ............................................................................................................. » 4043.1 Formazione: nozione e obiettivi ............................................................................................... » 4043.2 Le fasi del processo di formazione .......................................................................................... » 4043.3 L’analisi dei fabbisogni formativi ............................................................................................. » 4043.4 La progettazione e gli interventi formativi .......................................................................... » 4053.5 L’addestramento .............................................................................................................................. » 4053.6 Formazione sul lavoro................................................................................................................... » 407

4. L’organizzazione del lavoro e lo stile di direzione ..................................................................... » 4074.1 L’organizzazione del lavoro ........................................................................................................ » 4074.2 Lo stile di direzione ........................................................................................................................ » 408

5. «Human Resources Management» (HRM) .................................................................................... » 408 6. Il consenso nella direzione ................................................................................................................... » 409 7. La Direzione per obiettivi ..................................................................................................................... » 409

7.1 Caratteristiche generali ................................................................................................................ » 4097.2 L’applicazione ................................................................................................................................... » 4107.3 Lo stile di leadership nella Direzione per Obiettivi .......................................................... » 4107.4 Gli inconvenienti della Direzione per Obiettivi .................................................................. » 411

8. Le politiche del personale .................................................................................................................... » 4118.1 La pianificazione delle carriere ................................................................................................ » 4118.2 La valutazione .................................................................................................................................. » 412

9. La motivazione e la cooperazione: le nuove tendenze organizzative ................................ » 413

CAPITOLO 3: GESTIONE PREVIDENzIALE: CONTRIBUzIONE OBBLIGATORIA E FON-DI PENSIONE

1. Le assicurazioni sociali e gli enti previdenziali ........................................................................... » 415 2. La contribuzione obbligatoria ............................................................................................................ » 416

2.1 Soggetti obbligati ............................................................................................................................ » 4162.2 L’obbligo contributivo ................................................................................................................... » 4162.3 La misura della contribuzione: l’aliquota contributiva .................................................. » 416

3. La contribuzione INPS per i lavoratori dipendenti .................................................................... » 4163.1 La misura delle aliquote contributive .................................................................................... » 4163.2 I contributi previdenziali ............................................................................................................. » 417

4. La contribuzione INPS per i collaboratori coordinati e continuativi ................................. » 418 5. La retribuzione imponibile ai fini contributivi ............................................................................ » 419

5.1 Gli elementi della retribuzione ................................................................................................. » 4195.2 Armonizzazione delle basi imponibili derivanti dal lavoro dipendente ................. » 4205.3 Calcolo della retribuzione imponibile .................................................................................... » 4205.4 Assoggettabilità di determinate voci a contribuzione .................................................... » 421

6. Il principio di competenza. Minimali e massimali di accredito contributivo ..................... » 4236.1 Il principio di competenza .......................................................................................................... » 4236.2 Minimali e massimali di contribuzione ................................................................................. » 423

7. Il pagamento della retribuzione: il prospetto-paga................................................................... » 424 8. Gli adempimenti del datore di lavoro .............................................................................................. » 426

8.1 Il libro unico del lavoro (LUL) ................................................................................................... » 426

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8.2 La determinazione e il pagamento dei contributi mediante la procedura UNIE- MENS .................................................................................................................................................... Pag. 4278.3 Il pagamento unificato mediante il modello F24 .............................................................. » 4288.4 La consegna della Certificazione Unica (modello CU) ai lavoratori .......................... » 4288.5 I modelli 770 ..................................................................................................................................... » 428

9. La contribuzione INAIL ai fini dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ......... » 4299.1 L’assicurazione e il rapporto assicurativo ............................................................................ » 4299.2 Gli adempimenti del datore di lavoro ..................................................................................... » 4309.3 La contribuzione ............................................................................................................................. » 4309.4 Determinazione del premio e autoliquidazione ................................................................ » 430

10. Il trattamento di fine rapporto (TFR) ............................................................................................. » 43110.1 Il calcolo del TFR .......................................................................................................................... » 43110.2 Il conferimento al Fondo di Tesoreria ................................................................................. » 43210.3 Il conferimento del TFR alla previdenza complementare .......................................... » 433

11. I fondi pensione ........................................................................................................................................ » 43311.1 Funzione e tipologie ................................................................................................................... » 43311.2 La partecipazione alle forme pensionistiche complementari .................................. » 43411.3 I requisiti di accesso alle prestazioni della previdenza complementare....................... » 43511.4 La tipologia delle prestazioni ................................................................................................. » 435

LIBRO IXLA GESTIONE DEL MAGAzzINO E DEI BENI STRUMENTALI

CAPITOLO 1: LA GESTIONE DEI BENI STRUMENTALI

1. L’acquisizione dei beni strumentali.................................................................................................. » 4381.1 Classificazione .................................................................................................................................. » 4381.2 Le modalità di acquisizione dei beni strumentali materiali ......................................... » 439

2. La dismissione dei beni strumentali ............................................................................................... » 4432.1 La cessione ......................................................................................................................................... » 4442.2 La radiazione..................................................................................................................................... » 4442.3 La perdita ........................................................................................................................................... » 445

CAPITOLO 2: LA GESTIONE DEL MAGAzzINO

1. Il magazzino e le scorte ......................................................................................................................... » 4461.1 La logistica ......................................................................................................................................... » 4461.2 Le scorte .............................................................................................................................................. » 4481.3 Gli indici di valutazione ................................................................................................................ » 457

2. La contabilità del magazzino ............................................................................................................... » 4592.1 La contabilità sezionale ................................................................................................................ » 4592.2 La valorizzazione dei movimenti ............................................................................................. » 460

LIBRO XLA GESTIONE COMMERCIALE

CAPITOLO 1: LA FUNzIONE DI MARKETING

1. Definizioni ................................................................................................................................................... » 464 2. Il direct marketing ................................................................................................................................... » 465 3. Il piano di marketing .............................................................................................................................. » 466 4. Che cos’è il marketing-mix ................................................................................................................... » 467

CAPITOLO 2: IL SISTEMA DISTRIBUTIVO

1. I canali distributivi................................................................................................................................... » 472 2. Le tipologie di canale distributivo .................................................................................................... » 472 3. Il canale diretto ......................................................................................................................................... » 473 4. Il canale corto ............................................................................................................................................ » 474 5. Il canale lungo ............................................................................................................................................ » 474 6. Gli elementi di scelta del canale di distribuzione ....................................................................... » 475

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7. I soggetti dell’apparato distributivo ................................................................................................. Pag. 476 8. Il commercio all’ingrosso ...................................................................................................................... » 476 9. Il commercio al dettaglio ...................................................................................................................... » 47710. I vari tipi di commercio al dettaglio ................................................................................................. » 47811. La distribuzione associata .................................................................................................................... » 47912. Il Franchising ............................................................................................................................................. » 48013. Gli intermediari del commercio ......................................................................................................... » 48114. Gli agenti e i rappresentanti ................................................................................................................ » 48115. La tipologia dei costi ............................................................................................................................... » 48316. Il costo sociale e il costo aziendale ................................................................................................... » 483

CAPITOLO 3: L’E-COMMERCE

1. Introduzione ............................................................................................................................................... » 485 2. I vantaggi del commercio elettronico .............................................................................................. » 486

CAPITOLO 4: COMMERCIO INTERNAzIONALE

1. Gli scambi internazionali e la globalizzazione ............................................................................. » 487 2. La gestione degli scambi con l’estero .............................................................................................. » 487 3. Clausole internazionali relative alla consegna della merce ................................................... » 488

LIBRO XILA GESTIONE FINANzIARIA

CAPITOLO 1: IL FABBISOGNO FINANzIARIO E LA GESTIONE DELLE RISORSE

1. Il circuito dei finanziamenti attinti e concessi ............................................................................. » 490 2. Debiti e crediti di funzionamento ..................................................................................................... » 493 3. Il circuito dei finanziamenti e degli investimenti ....................................................................... » 493 4. Il fabbisogno di finanziamento e le modalità di copertura .................................................... » 495 5. L’autofinanziamento ............................................................................................................................... » 498 6. La scelta della struttura finanziaria ................................................................................................. » 501 7. I flussi finanziari ....................................................................................................................................... » 506 8. Il rendiconto finanziario ....................................................................................................................... » 510 9. Cash flow ...................................................................................................................................................... » 514

LIBRO XIILA GESTIONE FISCALE

CAPITOLO 1: LE IMPOSTE DIRETTE

1. Generalità .................................................................................................................................................... » 518 2. Reddito imponibile .................................................................................................................................. » 518 3. Il reddito d’impresa ................................................................................................................................. » 519

3.1 I crediti ................................................................................................................................................ » 5203.2 Le rimanenze .................................................................................................................................... » 5213.3 L’ammortamento ............................................................................................................................. » 5243.4 Le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione .... » 5273.5 Gli interessi passivi......................................................................................................................... » 5273.6 Le plusvalenze .................................................................................................................................. » 5283.7 I dividendi .......................................................................................................................................... » 529

4. La dichiarazione delle imposte sui redditi .................................................................................... » 529 5. I versamenti e la liquidazione dell’imposta .................................................................................. » 531 6. La fiscalità anticipata e differita ........................................................................................................ » 537

CAPITOLO 2: L’IVA

1. L’imposta sul valore aggiunto (IVA) ................................................................................................. » 5391.1 Le condizioni per l’applicazione dell’IVA .............................................................................. » 5401.2 La classificazione delle operazioni ai fini IVA ..................................................................... » 5401.3 Il meccanismo applicativo dell’IVA .......................................................................................... » 541

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2. I documenti della compravendita ..................................................................................................... Pag. 5422.1 La fatturazione degli imballaggi ............................................................................................... » 5442.2 Fattura con sconti incondizionati ............................................................................................ » 5442.3 La fattura con spese documentate e non documentate .................................................. » 5452.4 La fattura con applicazione degli interessi .......................................................................... » 546

3. I registri, le liquidazioni e le dichiarazioni .................................................................................... » 5473.1 I registri ............................................................................................................................................... » 5473.2 Liquidazioni e versamenti ........................................................................................................... » 5483.3 La dichiarazione annuale ............................................................................................................. » 5493.4 La comunicazione dei dati IVA .................................................................................................. » 5503.5 Libri obbligatori per i commercianti al dettaglio .............................................................. » 551

CAPITOLO 3: L’IRAP

1. Presupposto e soggetti passivi ........................................................................................................... » 554 2. La base imponibile ................................................................................................................................... » 555

2.1 La determinazione della base imponibile per le società di capitali e gli enti com- merciali ................................................................................................................................................ » 5552.2 La determinazione della base imponibile per le società di persone e le imprese individuali .......................................................................................................................................... » 556

LIBRO XIIII SERVIzI ALL’IMPRESA

CAPITOLO 1: IL CREDITO

1. Concetto di credito .................................................................................................................................. » 558 2. L’interesse .................................................................................................................................................... » 558

2.1 Problemi inversi dell’interesse ................................................................................................. » 563 3. Montante ...................................................................................................................................................... » 565 4. Casi particolari di calcolo dell’interesse ......................................................................................... » 569 5. Lo sconto ...................................................................................................................................................... » 570

5.1 Lo sconto mercantile ..................................................................................................................... » 5705.2 Lo sconto commerciale ................................................................................................................. » 572

6. Il valore attuale commerciale ............................................................................................................. » 5736.1 Le formule inverse del valore attuale commerciale ......................................................... » 575

7. Lo sconto razionale e il valore attuale razionale ........................................................................ » 576 8. La scadenza adeguata ............................................................................................................................. » 578 9. Adeguato di tasso ..................................................................................................................................... » 57910. Compenso di anticipazione e dilazione del residuo .................................................................. » 57911. La scadenza comune stabilita ............................................................................................................. » 582

11.1 Scadenza comune stabilita anteriore alle scadenze di tutti i capitali.................... » 58211.2 Scadenza comune stabilita posteriore alle scadenze di tutti i capitali ................. » 58211.3 Scadenza comune stabilita intermedia alle scadenze dei capitali .......................... » 582

12. Il rapporto di c/c: un caso particolare di scadenza comune ................................................. » 582

CAPITOLO 2: IL TRASPORTO

1. Il contratto di trasporto ......................................................................................................................... » 589 2. Trasporto di persone .............................................................................................................................. » 589 3. Trasporto di cose ...................................................................................................................................... » 590 4. Obbligazioni e responsabilità del vettore nel trasporto di cose .......................................... » 590 5. Trasporti cumulativi ............................................................................................................................... » 591

CAPITOLO 3: L’ASSICURAzIONE

1. Il contratto di assicurazione ................................................................................................................ » 592 2. Natura giuridica e soggetti del contratto ....................................................................................... » 592 3. Il rischio ........................................................................................................................................................ » 592 4. Il premio ....................................................................................................................................................... » 593 5. L’assicurazione contro i danni ............................................................................................................ » 594

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6. L’assicurazione della responsabilità civile .................................................................................... Pag. 595 7. L’assicurazione sulla vita ...................................................................................................................... » 596

LIBRO XIVAMMINISTRAzIONI PUBBLICHE: CARATTERISTICHE

PECULIARI, FINANzIAMENTO E PRODUzIONE DEL VALORE PUBBLICO, MANAGEMENT, ORGANIzzAzIONE,

PROGRAMMAzIONE, RILEVAzIONI E RENDICONTAzIONE

CAPITOLO 1: LE AMMINISTRAzIONI PUBBLICHE

1. Il management ........................................................................................................................................... » 5981.1 Manager pubblici e privati .......................................................................................................... » 598

2. L’ente pubblico come sistema aziendale ........................................................................................ » 5992.1 L’azienda pubblica composta ..................................................................................................... » 599

3. Nozione di processo decisionale ....................................................................................................... » 600 4. La gestione per obiettivi........................................................................................................................ » 601 5. La cultura della strategia ...................................................................................................................... » 602 6. Pianificazione e programmazione .................................................................................................... » 603 7. La pianificazione strategica ................................................................................................................. » 604 8. Le fasi del processo di pianificazione .............................................................................................. » 605

8.1 L’analisi della situazione di partenza ..................................................................................... » 6068.2 L’individuazione e l’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’ente rispetto ai suoi principali competitor ........................................................................................................... » 6068.3 La definizione degli obiettivi, intermedi e finali, che si intende raggiungere ....... » 6078.4 La formulazione delle strategie ................................................................................................ » 6078.5 La redazione, l’approvazione e l’esecuzione operativa del piano .............................. » 608

9. La programmazione ................................................................................................................................ » 60910. La programmazione strategica nelle Amministrazioni dello Stato .................................... » 61111. Il controllo strategico ............................................................................................................................. » 612

11.1 Il controllo strategico come guida nell’implementazione della strategia .................. » 61311.2 Gli strumenti per la comunicazione dei risultati del controllo strategico .................. » 614

12. L’analisi costi-benefici ............................................................................................................................ » 61613. La Swot analysis ........................................................................................................................................ » 616

PARTE IIQUESITI DISCIPLINARI

Questionario unico ............................................................................................................................................. » 620 Risposte .............................................................................................................................................................. » 655

PARTE IIICOMPETENzE LINGUISTICHE

CAPITOLO 1: COMPRENSIONE DI BRANI

1. Tipologia di domande ............................................................................................................................ » 658 2. Brani seguiti da domande con formulazione ampia ................................................................. » 658 3. Brani seguiti da domande con formulazione stretta ................................................................ » 659

CAPITOLO 2: TEST DI COMPRENSIONE DI BRANI

Brano 1 .................................................................................................................................................................... » 662Brano 2 .................................................................................................................................................................... » 664Brano 3 .................................................................................................................................................................... » 666Brano 4 .................................................................................................................................................................... » 668Brano 5 .................................................................................................................................................................... » 670Brano 6 .................................................................................................................................................................... » 672Brano 7 .................................................................................................................................................................... » 673Brano 8 .................................................................................................................................................................... » 675Brano 9 .................................................................................................................................................................... » 676

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Brano 10 ................................................................................................................................................................. Pag. 678Brano 11 ................................................................................................................................................................. » 680Brano 12 ................................................................................................................................................................. » 682Brano 13 ................................................................................................................................................................. » 683Brano 14 ................................................................................................................................................................. » 684Brano 15 ................................................................................................................................................................. » 685Brano 16 ................................................................................................................................................................. » 685Brano 17 ................................................................................................................................................................. » 686Brano 18 ................................................................................................................................................................. » 688Brano 19 ................................................................................................................................................................. » 688Brano 20 ................................................................................................................................................................. » 689

CAPITOLO 3: TEST ASSEGNATI AI PRECEDENTI TFA

Brano 1 .................................................................................................................................................................... » 695Brano 2 .................................................................................................................................................................... » 697Brano 3 .................................................................................................................................................................... » 698Brano 4 .................................................................................................................................................................... » 700Brano 5 .................................................................................................................................................................... » 702Brano 6 .................................................................................................................................................................... » 703Brano 7 .................................................................................................................................................................... » 705Brano 8 .................................................................................................................................................................... » 706

Risposte .............................................................................................................................................................. » 708

PARTE IVTEST UFFICIALI PER LA PROVA PRELIMINARE DEL TFA

Test 1: Anno accademico 2011-2012 ......................................................................................................... » 714 Risposte .............................................................................................................................................................. » 724

Test 2: Anno accademico 2014-2015 ......................................................................................................... » 725 Risposte .............................................................................................................................................................. » 736