Libro focus start up

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Lira Blog Focus Start Up a cura di Salvatore Barbato e Stefania Barbato Lira Blog racconta la sua esperienza con le start up. 1

Transcript of Libro focus start up

Lira Blog

Focus Start Up a cura di

Salvatore Barbato e Stefania Barbato

Lira Blog racconta la sua esperienza con le start up.

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Lira Blog

Un prodotto di LIRA BLOG finito di impaginare nell'aprile 2015.

www.lirablog.itBlog per la diffusione della cultura economica.

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Indice

Introduzione.....................................................................................pag. 5

APPUNTI PER START UP

Idee e start up...........................................................................................9

Start up Innovative.................................................................................13

Perché fare start up conviene................................................................17

Trova la tua nicchia................................................................................20

Strumenti: i bigliettini da visita delle start up.....................................22

EXTRA

Le interviste............................................................................................ 28

Conclusioni .............................................................................................30

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Introduzione

Perché un libro sulle Start Up?

di Stefania Barbato

L'idea di questo libro sulle Start Up è nata durante il lavoro svolto per Lira

Blog. Dopo aver verificato sul campo quanta energia e intelligenza c'è nelle

nuove idee delle persone incontrate, quelle che ogni giorno lavorano per

innovare. Un'energia che è intorno a noi e che abbiamo cercato di mettere

in evidenza con le interviste realizzate a start up locali e non solo. Si è

presentata perciò l'esigenza di raccogliere tutti questi "appunti di lavoro"

collezionati sul campo, compattarli e metterli a disposizione di chiunque ne

potesse avere bisogno.

Penso sia importante dimostrare ai giovani, e mi rivolgo anche a me stessa,

che non devono subire quello che il contesto propone, passare le giornate a

mandare CV in attesa di una risposta. Siamo in un contesto storico in cui la

frase di Thomas L. Friedman del New York Times "Ti serve un lavoro?

Inventalo." dovrebbe essere affissa sopra le nostre scrivanie. Dobbiamo

essere attori del cambiamento e propositori delle cose che devono

cambiare. E puntare su quegli enti, quelle aziende che vogliono dare ai

ragazzi fiducia, e mostrare che le idee possono diventare una realtà, anche

sul territorio in cui viviamo. Una start up rende tutto questo possibile.

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L'importanza di credere

Perdere i propri sogni in un momento di crisi è facile. Perdere le speranze.

Con una start up si può recuperare un sogno e si accede alla risorsa

principale per realizzarlo: il capitale umano, che è il capitale sul quale

bisogna puntare. Sempre e comunque.

Con le start up si riesce a limitare il problema della fuga dei cervelli, che

tanto sta facendo retrocedere l'Italia. Riuscire a trattenere qui quei dottori di

ricerca, assegnisti che sono costretti ad emigrare perché non riescono a

trovare spazio all'interno dell'università, costituisce un valore aggiunto.

Sono figli della nostra formazione, della nostra terra e con le start up

possono mettere a valore la loro esperienza senza emigrare. Vanno fuori per

degli stage, per esperienze ma poi rientrano portando un arricchimento

culturale al loro stesso progetto. Quello che serve a una start up innovativa

è proprio contaminazione, un'osmosi continua di scambi di ricerca

innovativa, di strumentazioni, di applicazioni tecnologiche. I giovani

ricercatori stanno contribunedo ai progressi dell'attività sia scientifica che

commerciale anche nella nostra regione.

Noi riteniamo che investire nell'innovazione sia l'unica strada che ci

permetterà di superare questo momento difficile che l'Italia sta

attraversando. E per quanto essere innovatori abbia un prezzo da pagare,

permette comunque di muovere qualcosa, come ha fatto Diaman Tech, che

ha realizzato la prima operazione di Equity Crowdfunding in Italia,

assumendosi tutti i rischi che derivavano dall'essere i primi.

Il ruolo degli Enti pubblici e della Regione, poi, dovrebbe essere più

incisivo per lo sviluppo delle start up innovative, perché possono servire

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veramente a produrre e contribuire alla crescita. Si tratta quindi di un

settore su cui puntare e da incentivare in ogni maniera possibile. Perché

potrà contribuire alla nostra rinascita. Economica e non solo.

"Non lasciatevi abbattere da un no o da un'impossibilità. Con l'energia,

la passione e la dedizione a ciò che si ama si possono produrre delle cose

fantastiche".

Dott. Carlo Purassanta, amm.re Microsoft Italia

promotore di Restart

Struttura del libro

La sezione principale del libro è "Appunti per start up", una vera e

propria raccolta di informazioni, indicazioni, suggerimenti e spunti per

chiunque voglia realizzare una start up, realizzare una propria idea o anche

solo saperne di più. Suddivisa in vari capitoli per argomento, abbiamo

cercato di renderla il più agevole possibile, in modo che si possa consultare

direttamente il capitolo che interessa di più anche a fini pratici.

La seconda sezione "Extra" contiene le conclusioni e i riferimenti per le

interviste, che sono state il fiore all'occhiello dell'attività di Lira Blog in

questi anni: si tratta delle "chiacchierate" esclusive con fondatori di start up

o esperti del settore.

Per qualunque informazione d'approfondimento o domanda, potete

consultare il blog o contattarci direttamente su www.lirablog.it.

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Appunti per

Start Up

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Idee e Start Up

Le idee, il digitale e la ricerca

Dall'epoca storica in cui viviamo dobbiamo cercare di prendere il meglio

che ha da offrire e sicuramente il nostro vantaggio più grande è possedere il

digitale, una forza dirompente, la possibilità per qualunque cittadino del

mondo di avere informazioni come una grande impresa, tutto è a

disposizione e si può toccar con mano.

Il digitale può aiutare gli studenti ad avere più risorse per approcciarsi

facilmente al mondo universitario con strumenti che possano dare un mano,

anche economica, dato che il digitale è alla portata di tutti e offre

conoscenze da poter sfruttare al meglio.

Quando parliamo di digitale e mondo del lavoro, invece, ci riferiamo a 4

soggetti: i giovani, per cui costruire l'opportunità, la buona politica, ossia

quella che può effettivamente aiutare a realizzare le idee, la tecnologia che

è il mezzo e le aziende che sono i soggetti principali. Con più conoscenza

circolano più idee.

Il digitale incide sul lavoro anche nell'area mediterranea e può migliorare

la vita nelle città e migliorare i rapporti. E l'Italia, dal canto suo, è sempre

stata una terra ricca di idee, pertanto tutti si possono inventare il loro futuro

direttamente, in qualunque città, creando ricchezza e benessere.

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Molte sono le Start Up nate da progetti di ricerca per risolvere problemi

teorici e con in mente una visione: portare la loro tecnologia ad una vasta

gamma di consumatori e farla diventare realtà, contribuendo allo sviluppo,

all'occupazione ed alla competitività del nostro Paese.

Sono molte le Start Up nate da Spin Off universitari che, avendo sempre

avuto predisposizione a progetti con aziende e visti gli attacchi al mondo

universitario, hanno deciso di rimettersi in gioco e trovare nuovi stimoli e

sfide. Come la Des. ad esempio, a cui è bastato individuare una nicchia di

quello che potesse essere un mercato molto interessante e potenzialmente

redditizio per poi intraprendere un percorso per imparare a lavorare più

come azienda che come gruppo di accademici.

Altre Start Up sono nate con l'idea di riportare realtà estere in un prodotto

all'interno dell'Italia, come la Crime map di Datatoknowledge. E in questi

casi, dinanzi a qualcosa di altamente innovativo, mai esistito prima in Italia

e che si scontra con il sentire comune la difficoltà è far capire agli

investitori l'importanza dei propri progetti.

Start up = idea + team

Una start Up è un progetto di azienda con un potenziale di crescita

altissimo: parte da un'idea di progetto e finisce con un'azienda con milioni

di utenti e di fatturato. Continuamente alla ricerca di un segmento di clienti,

cerca di identificarli compiendo anche variazioni rilevanti di business

model, di prodotto e di segmento di clienti target. Il tutto usando il minor

numero possibile di risorse umane e costi. L'ambiente di una Start Up è

estremamente stimolante e molto spesso si tratta di società piccoline in cui,

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quindi, umanamente parlando, ci si trova sempre a proprio agio, avendo

ampi margini di manovra sia per studiare che per i problemi da affrontare e

lavorare insieme per risolverli. Infatti l'importanza di una buona

organizzazione è fondamentale, proprio come il bisogno di aggregarsi per

realizzare qualcosa.

Il team della Start up, pertanto, deve essere molto competente, possedere

anche grandissima flessibilità e puntare su un'alta qualità: il team è

fondamentale per determinare il successo di una start up.

Queste caratteristiche sono le fondamenta di ogni start up che si rispetti. Il

finanziamento è un'altra delle caratteristiche peculiari di questo mercato.

E pertanto occorreranno degli strumenti per presentare in maniera efficace

la propria idea agli eventuali investitori sia nelle maniere tradizionali che

con strumenti altamente innovativi e in voga al giorno d'oggi. Uno su tutti:

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il crowdfunding (per questi argomenti si rimanda al capitolo Strumenti: i

bigliettini da visita delle start up dove sono trattati nello specifico).

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Start Up innovative

Le Start Up oggetto delle interviste di questo libro sono Start up

innovative, ossia quelle iscritte al registro apposito delle Camere di

Commercio. Da quest'iscrizione derivano vantaggi fiscali, amministrativi e

di contratto di lavoro. Infatti, Il 19 dicembre 2012 è entrata in vigore la

legge n. 221/2012 di conversione del Dl 179/2012, chiamato anche Decreto

Legge Crescita 2.0, con il quale lo Stato ha adottato una normativa per lo

sviluppo e la crescita del Paese.

Non corrisponde alla definizione condivisa internazionalmente di start up,

ma è un sottoinsieme legale e fiscale italiano. La Start up innovativa è una

società di capitali di diritto italiano, costituita anche in forma cooperativa, o

società europea avente sede fiscale in Italia, che risponde a determinati

requisiti e ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la

produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto

valore tecnologico.

Parlare di Start Up Innovative è importante per tre aspetti:

1. Per favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e

l'occupazione, in particolare giovanile.

2. Per contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla

creazione di un contesto maggiormente favorevole all'innovazione.

3. Per promuovere maggiore mobilità sociale e attrarre in Italia talenti,

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imprese innovative e capitali dall'estero.

Caratteristiche

I requisiti necessari per poter definire una start up innovativa si possono

riassumere in sei punti:

• è costituita e svolge attività d'impresa da non più di quarantotto

mesi;

• ha la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;

• a partire dal secondo anno di attività della startup innovativa, il totale

del valore della produzione annua, così come risultante dall'ultimo

bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non è

superiore a 5 milioni di euro;

• non distribuisce e non ha distribuito, utili;

• ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la

produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi

ad alto valore tecnologico;

• non è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a

seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Inoltre è richiesto che sia rispettato almeno uno dei seguenti requisiti:

1. le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 15 per cento

del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della

startup innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono

escluse le spese per l'acquisto e la locazione di beni immobili. Ai fini di

questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai principi contabili,

sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese

relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione,

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prototipazione e sviluppo del business pian, le spese relative ai servizi di

incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale

interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo,

inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e

protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso.

Le spese risultano dall'ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota

integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro

effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale

rappresentante della startup innovativa;

2.impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in

percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva,

di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta

svolgendo un dottorato di ricerca presso un'università italiana o straniera,

oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività

di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o

all'estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza

lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi

dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione,

dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270;

3. sia titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa

industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una

topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale

ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore

originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi

per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all'oggetto

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sociale e all'attività d'impresa”.

A marzo 2015 le Start Up innovative in Italia sono 3567, di cui 148 in

Puglia.

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Perché fare Start Up conviene

Essere Start Upper vuol dire avere oltre alle abilità tecniche una grande

voglia di innovare, di mettersi in gioco. Ciò che distingue una Start Up

dalle altre aziende è il fatto di investire gran parte dei profitti in ricerca e

sviluppo: infatti ogni fase viene svolta seguendo criteri scientifici e di

ricerca consolidati anche con enti di ricerca, come le università, e con

partecipazioni a bandi.

Agevolazioni

Essere inseriti nell'elenco delle Start Up innovative consente molta

visibilità, non solo sul panorama locale ma anche all'estero, oltre ad una

serie di agevolazioni, con contributo della Regione Puglia. Vi sono

sicuramente benefici fiscali formali nell'essere una start up innovativa,

come i vantaggi dati dal D. Lgs. 179/12, convertito in Lg. 221/12 (il

cosiddetto "Decreto Crescita 2.0") ma al momento nell'ecosistema

nazionale le Start Up lamentano la presenza di vantaggi reali. Ci sono

infatti alcuni bandi indicati per Start Up innovative ma i cui requisiti non

sono affatto quelli di una Start Up innovativa.

Le piccole società, infatti, soffrono della mancanza di capitali, che spesso

vengono reperiti con notevole difficoltà, ma soprattutto incontrano degli

intoppi di tipo burocratico.

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Il settore "Ricerca"

Molte Start Up, come anticipato nel primo capitolo, nascono da anni di

attività di ricerca in ambito accademico o da veri e propri spin off

universitari: è l'occasione ideale per affacciarsi al mondo dell'imprenditoria,

mettendo sul mercato il prodotto dei tanti studi.

La matrice accademica dà una marcia in più a una società. Perché molte di

queste nascono con obiettivi che sono spesso molto vicini nel tempo ma

tecnologicamente non di alto livello. Poter partire da una base di ricerca e

innovazione è importante per poter rimanere altamente competitivi sul

mercato globale. Ricordiamo che il Politecnico rappresenta l'eccellenza in

Puglia e non solo.

Pertanto cercare di aumentare l'investimento nelle università, nella scuola è

molto importante: i progetti di ricerca sono la base del poter essere

competitivi e innovativi. L'Italia sta andando in controtendenza rispetto a

Germania e Francia e ha ridotto i finanziamenti: è invece necessario

incrementare e supportare le attività delle università, le start up e la ricerca

con programmi di investimento come quelli del Miur, acceleratori o

incubatori, investimenti e sgravi fiscali, come quelli di venture capital e

attività di questo tipo.

La collaborazione come motore

Un singolo individuo può avere un'idea grandiosa, un prodotto fantastico

da offrire e un mercato altrettanto interessante da coprire con la creazione

di un progetto ma se non c'è un team che sostiene alla base, nessun

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progetto può riuscire ad andare in porto.

Occorre darsi da fare, creare contatti, creare struttura e vincere bandi: un

progetto positivo è positivo per l'intero territorio nazionale.

Acceleratori di start up e sinergie

Vi sono delle società acceleratrici di start up, come ad esempio Qiris, nate

con l'obiettivo di portare avanti progetti di start up sia esterni che interni,

accogliendo idee innovative di gruppi di ragazzi che vogliono creare

qualcosa e hanno bisogno di supporto sia dal punto di vista tecnico

(sviluppo di hardware, software)che dal punto di vista del business (stesura

Business Plan da utilizzare in bandi o come presentare la propria idea

progettuale ad investitori)

Nel 2012 Qiris, ad esempio, ha aperto un intero padiglione della Fiera del

Levante a start up affinché potessero esporre gratuitamente le loro idee:

offrire servizi è una spinta molto forte. Soprattutto all'inizio. Sono

esperienze di confronto e collaborazione come questa che permettono di

andare avanti con sempre maggior passione, sfruttando sinergie locali.

"Le Start Up possono essere la spinta per tornare nuovamente al centro

dell'attenzione mondiale. Qualcosa di cui noi Italiani siamo capaci.

Basta tornare a fare bene quello che facevamo secoli fa, quando

navigavamo in questo bacino: dobbiamo navigare nel senso digitale del

termine, facendo rete, creando mercato ed opportunità e dando visibilità

ai nostri talenti." Emanuela Zaccone, Co-founder di Talk Tv

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Trova la tua nicchia

Quando si ha un'idea o si sceglie di costituire una propria start up, occorre

avere ben presente che specializzarsi in una nicchia sgombra è molto

spesso una scelta vincente. La possibilità di trovare un piccolo settore in

cui poter ricoprire il ruolo di "massimo esperto" frutta molto di più che non

dover competere con mille altre aziende, magari veri e propri colossi in

grado di abbracciare settori vasti. Questa idea di business funziona bene

soprattutto quando si è ancora numericamente piccoli.

In tal modo invece di ostinarsi a competere con veri giganti, ci si ricava una

nicchia esclusiva e fruttifera: in modo tale che se qualcuno ha bisogno, ad

esempio, di una consulenza in giardini verticali sa che dovrà venire per

forza da voi e non dai mille giardinieri che si occupano di tutto. Voi

rappresenterete l'eccellenza in quel settore.

Il segreto per emergere dal mucchio è rendere innovativo il settore scelto,

con nuovi modi per intercettare una frazione di mercato in grado di

apprezzare la settorialità.

L'idea può anche non essere inedita, ma semplicemente da approfondire

con un po' di lavoro. Se nessuno ci ha pensato prima e se la tua proposta è

efficace intercetta una domanda per cui quella piccola nicchia di mercato

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sarà tutta tua. Fino a costituire un vero e proprio monopolio di un

determinato settore.

Tutto questo può contribuire a rendere una start up un'impresa di successo.

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Strumenti: i bigliettini da visita delle start up

Sono tanti gli strumenti disponibili per presentare business plans ad un

investitore. I più efficaci risultano essere:

1. Pitch

Si intende un discorso di brevissima durata, generalmente oscillante tra i

60 secondi e i tre minuti, con lo scopo di mettere in evidenza in poche

parole l'oggetto, lo scopo e le caratteristiche dell'idea di base della propria

start up.

Le peculiarità del pitch sono il tempo, il problema da risolvere e

l'aggiornamento costante. Infatti il pitch si plasma a seconda di chi abbiamo

di fronte.

2. Business Model Canvas

Negli ultimi anni si è affermato nel marketing quasi con prepotenza. Si

tratta di sviluppare visivamente modelli di business innovativi. Consiste in

un foglio con 9 sezioni dove si fa brainstorming e che vuole puntare

l'attenzione su determinati elementi, molto spesso da riempire con post-it

per un ancor più maggiore impatto visivo.

Le voci di riferimento del business model canvas sono:

Customer segments

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Value propositions

Channels

Customer Relationship

Revenue Streams

Key Resources

Key Activities

Key Partners

Cost structure

3. Executive Summary

Quando hai un'idea da presentare a un investitore, questo strumento può

essere fondamentale. Fa parte del business plan e si tratta della prima

pagina di impatto dove viene descritta in maniera sintetica tutto il

contenuto del resto del plan. Per redigerlo occorre focalizzarsi sulle voci

principali del Business Plan, esponenedo in maniera sintetica i risultati.

4. Business Plan

Si tratta del modo più efficace per mettere nero su bianco la propria idea di

start up. Alcuni business plans sono lunghissimi, ma in realtà bastano

cinque-sei pagine dense delle informazioni giuste. I punti salienti sono:

• la tua start up in poche parole (progetto/servizi/prodotti/clienti/

sede/membri)

• racconta di te (esperienza)

• che cosa hai da offrire?

• l'identikit del cliente tipo

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• come hai intenzione di organizzarti? (mezzi/tempo/ tegime fiscale)

• competitors

• strategie per raggiungere gli obiettivi (prezzi/canali di distribuzione/

costi)

• piano entrate e uscite previste in un certo lasso di tempo (di solito si

calcola su cinque anni)

• quali potrebbero essere gli investitori e cosa si richiede.

Crowdfunding: ottenere successo ancora prima di iniziare

Il crowdfunding si basa su una semplice verità: internet è un ottimo

strumento per raccogliere denaro. Al giorno d'oggi è comune pensare che

un prodotto possa essere finanziato ancora prima che venga messo sul

mercato: questo è anche un ottimo indice per valutarne l'effettivo

apprezzamento. Fino a 10 anni fa questo era impensabile.

Nel 2006 nacque il "Crowdsourcing" dando origine ad una generazione di

idee che nasce dalla partecipazione di quanti sono interessati ad offrire il

loro personale contributo su una marea di progetti diversi. Sicuramente

un'inestimabile risorsa per idee e contributi. Inoltre internet, operando dal

basso, permette alle persone di essere parte di un progetto più grande, una

futura influenza.

Il "crowdfunding" è l'evoluzione in termini monetari del crowdsourcing:

un progetto che ha bisogno di fondi viene proposto via web ad una platea

indeterminata per raccogliere, proprio tramite internet, non già idee o

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contributi, bensì risorse finanziarie. Il crowdfunding è un "finanziamento

collettivo", che mette in contatto i possessori di buone idee con quanti sono

disposti a puntare qualche soldino sul progetto. Anche solo un euro. Infatti

il crowdfunding punta sulla quantità degli investitori più che sulla quantità

di un singolo investimento.

Il modello di crowdfunding più diffuso, in Italia e nel mondo, è

rappresentato dal donation/rewards crowdfunding. Secondo tale modello,

a seguito di una donazione, è prevista un tipo di ricompensa di carattere

non finanziario (un gadget, un prodotto, un meeting con il creatore

dell'idea, un ringraziamento sotto varie forme). I siti di crowdfunding più

diffusi sono: Kickstarter, piattaforma che ha contribuito a distribuire oltre

360 milioni di dollari a 29mila idee creative, ed in Italia Eppela e

Siamosoci .

Ingredienti per un crowdfunding di successo:

• condividi i tuoi sogni;

• mettici la tua faccia;

• crea la giusta immagine;

• crea condivisione;

• racconta la tua storia;

• stabilisci l'obiettivo;

• promuovi il progetto;

• scegli gli strumenti da usare;

• scegli la direzione giusta;

• aumenta la community.

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Equity Crowdfunding

La crescente difficoltà di accesso al credito, ha contribuito allo sviluppo di

un nuovo modello, l'equity crowdfunding. Il modello equity prevede un

finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere delle

quote di partecipazione nella società.

In Italia, il crowdfunding è diventato un fenomeno di grande interesse,

soprattutto a partire dallo scorso anno quando fu introdotto nel report

“Restart, Italia!” commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Nel 2013, la Consob, dopo varie ricerche e consultazioni con esperti del

settore, è arrivata alla pubblicazione della normativa sull'equity

crowdfunding che permetterà alle start-up innovative di raccogliere fondi

attraverso le piattaforme di crowdfunding registrate presso un registro

Consob; tutelando l'investitore e l'imprenditore.

L’Italia è stato il primo stato Europeo ad adottare una normativa per questo

settore.

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Extra

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Le interviste

L'attività di Lira Blog di questi anni si è focalizzata sull'intervista alle Start

Up Innovative, quelle che sono regolarmente iscritte al Registro delle

imprese nell'apposita sezione. Sono loro il futuro dell'economia: la ripresa

economica italiana, infatti, confida in loro.

La forma delle interviste è sembrato il miglior modo per invitare i fondatori

a parlare di loro e contribuire al far circolare idee. Con la speranza che

sempre più persone possano decidere di investire nel futuro e nei loro

sogni.

Per vedere o leggere le interviste basta connettersi su

http://www.lirablog.it/. Qui di seguito alcune delle Start Up che hanno

partecipato.

Apis

AuLab

Best

Bio for drug

BreD

Club degli sviluppatori

Cube

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Da.bi.mus

Datatoknowledge

Des

DiamanTech

Geovis

Muum Lab

Nextome

Plasmapps

Puglia Start Up

Quavlive

Qiris

Restart Italia

Segreteria Tecnica Ministro dello Sviluppo

Unicaseed

Unicredit Start Lab

Se hai una start up innovativa e sei interessato a realizzare un'intervista per

far circolare le idee alla base del tuo lavoro, scrivici all'indirizzo email

[email protected] .

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Conclusioni

Le start up innovative contribuiscono alla competività, all'occupazione e

allo sviluppo economico del Paese. Questi i principi con cui è stato

promulgato il decreto per la nascita delle imprese innovative.

Dal momento in cui ho deciso di conoscere le start up innovative della

regione Puglia, e non solo, ad oggi sono passati meno di 20 mesi e in

questo percorso ho coinvolto un amico laureato in economia e commercio,

Gaetano Rutigliano che si occupa di far nascere e far finanziare le start

up, mio figlio Giuseppe per il supporto tecnologico, l'emittente televisiva

Delta Tv sul canale digitale 78, prima in assoluto ad aver dedicato uno

spazio ad una trasmissione sulle start up innovative: Equity Crowdfunding

innovative start up. Ed infine, ma non per questo meno importante mia

figlia Stefania che si occupa dei problemi legali delle start up, le intervista

e motiva amici e non a crearne di nuove.

Gli ultimi dati disponibili sul registro nazionale delle start up evidenziano

che sono 3.657, al 30 marzo 2015, di cui 807 nella regione Lombardia. E

se all'inizio ci siamo posti le seguenti domande: dove sono, quante sono, e

di cosa si occupano, ora diventa importante rispondere ad altre domande:

cosa rappresenta questo boom? E' riservato solo ai giovani o anche i non

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giovani possono usufruire di questa opportunità? Cosa possiamo imparare

da queste prime esperienze? Di quali nuove competenze abbiamo bisogno e

chi può fornirle? E quali difficoltà dobbiamo affrontare?

Il trend di iscrizione delle imprese nel registro nazionale delle start up è

interessante: una media di 60 imprese alla settimana al netto delle imprese

che escono dal registro perchè nate da più di quattro anni. Il dato è

importante. Se confrontato con il numero delle imprese standard che

chiudono è eccezionale. Non si tratta di una moda forse è un nuovo

rinascimento, dove alle botteghe tuttofare del Leonardo, del Michelangelo

e del Giotto, si sono sostiuite le botteghe dei nativi digitali e di quanti

pensano di accendere le lampadine con la mente. Creare una start up

innovativa non è prerogativa solo di giovani: nei forum e negli incontri

degli incubatori, degli acceleratori e dei programmi che promuovono le

nuove imprese, partecipano anche i non giovani. Anzi sulla scorta della

ventennale esperienza nell'ambito della consulenza finanziaria posso

affermare senza commettere errori che un'impresa matura abbia il dovere

sociale, o quantomeno dovrebbe averlo, di adottare una start up innovativa

o entrare in collaborazione con un "nativo digitale" per favorire la nascita

una neo impresa frutto dell'esperienza del primo con l'innovazione del

secondo.

Un aspetto che abbiamo imparato da questi primi mesi è che se una start up

ha una visione internazionale non necessità di soli laureati e per i nuovi

addetti spesso ci si rivolge più a quanti "sanno fare" che a quanti hanno

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una laurea. Il mio conoscente Daniele Rutigliano, informatico founder

dell'impresa AproWeb, formatore, nonchè autore di un interessante e

dettagliato libro sull'e-commerce edito da Hoepli, per una sua iniziativa di

marketing ha postato su un social una offerta di lavoro in cui richiedeva

come unico elemento il possesso di almeno 500 follower su Twitter. Questa

nuova situazione deve far riflettere il mondo universitario e quanti vi

lavorano.

L'Università lamenta il calo degli iscritti: quanti professori sono sui social

o insegnano con nuove tecnologie, o utilizzano i social per promuovere i

propri programmi formativi?

Non deve trarre in inganno il connubio innovazione e tecnologia: gli

affari, i progressi economici e culturali si realizzano con le relazioni. Forse

può cambiare il sistema o lo strumento con cui ci relazioneremo: alla base

del successo vi è e vi sarà sempre una buona dose di capacità relazionali.

Quali difficoltà dovremo affrontare? Diverse. Desidero soffermarmi sulla

capacità di alcune start up innovative di inserirsi in quegli ambiti in cui

esiste un attrito tra produttori e clienti. Per far questo deisdero parlare di

Uber. Società nata a San Francisco che fornisce, anche in Italia, una

applicazione in cui i clienti richiedono di essere trasferiti da un luogo ad un

altro e gli autisti, anch'essi collgeati con la stessa app forniscono la propria

disponibilità. Uber rappresenta un modo diretto per valutare come, in un

momento di difficoltà economica, una categoria come quella dei tassisti si

senta minacciata da questa applicazione e reagisce inveendo contro il

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general manager di Uber Italia Benedetta Arese Lucini, costretta a

muoversi sotto scorta: non demorde dalla sua battaglia in quanto ha dalla

sua il progresso tecnologico. Infatti nei giorni in cui in Italia sisono svolti

gli scioperi di quanti lavorano nei trasporti Uber ha promosso una

campagna per quanti non hanno mai utilizzato il servizio una corsa gratis.

Ogni lavoratore dovrebbe convertirsi al progresso, per migliorare la propria

situazione.

Concludo con una frase di Peter Ferdinand Drucker: " Il futuro è già

qui" e personalmente chi non si attiva per comprendere i nuovi linguaggi, i

nuovi strumenti social e quanto offre la tecnologia sarà come il pilota di un

areo bimotore che tenta la traversata oceanica con un solo motore in

funzione: possibile ma faticosa e dispersiva.

Salvatore Barbato

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