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zo della guerra, agli arrestati si aggiunse anche il signor Burtek, la Gestapo lo arrest con tutto il grammofono. Lo caricarono con tutta la bicicletta e il Signor Burtek risplendeva di felicit, urlava: Armagedon! Armagedon!, ma poi lo buttarono gi e la gente ricordava che in fondo quel macellaio lo diceva gi da tanti anni che era scoppiata lultima battaglia, Armagedon, e loro lo prendevano in giro e quando passava bicicletta gli gridavano dietro: Armagedon!. E lui si limitava a chinare la testa e ripeteva, ma con un altro senso: Armagedon, Armagedon. E alla fabbrica di birra era venuta una commissione militare e aveva requisito le cantine di germinazione e disposto che il malto la fabbrica di birra lavrebbe comprato altrove e nelle cantine di germinazione sarebbe venuta una fabbrica di munizioni, ma la fabbrica di munizioni non venne, solamente si stabil nellalloggio degli operai uno di Vienna, lingegner Friedrich, passava la giornata a disegnare progetti, come avrebbe sistemato nelle cantine macchine e quali, e la sera usciva per andare in citt, si fermava a Zofn, chiacchierava con le signorine in ceco storpiato, ma Vlasta, quella che conosceva perfettamente il tedesco, da quando erano arrivati i tedesco nella cittadina dove il tempo si fermato lei parlava solo e soltanto in ceco. E quel Friedrich, quando andava con i padroni in giro per la fabbrica di birra salutava rispettosamente tutti gli operai, ma gli operai lo guardavano come se non ci fosse, come se fosse trasparente, non rispondevano, ma il signor Friedrich continuava salutarli tutte le volte. E quando faceva buio cera 1scuramento e quando scendeva la sera le luci stradali si spegnevano, ma lo zio Pepin continuava a fare il giro delle sue birrerie con le chellerine, continuava sempre a portare i fiori alle belle signorine, continuava a portare il berretto bianco da ufficiale di marina e, quando entr nel locale di Zofn oscurato, url: Che ci fate l seduti come funghi del fiele? Suonatemi un pezzo scatenato!. E offr a Marta delle rose sfiorite e Marta le odorava. Sono solo per lei disse lo zio, e ordin un caff nero. E com agghindato oggi, maestro! disse Bobinka, non star mica andando a fissare le nozze? indagava, e pass la mano sul polpaccio dello zio Pepi e tastando gli cont addosso tre paia di mutandoni e sopra la tuta da ginnastica. Non le stanno salendo addosso le formiche? disse Marta, e tu, Bobinka, lasciamelo, una visita per me, va be?, e lo zio giocherellava con le dita e nel locale entr un vecchietto, aveva i capelli ricciuti come un cappello di pelle di pecora, portava un pacco e sulla porta gi gridava e sbraitava allegro: Gente, la vita bella, ma tanto bella, offro un bicchierino a tutti!. E si sedette subito vicino allo zio Pepin, strapp il pacco e mostr allo zio che dentro cerano una stoffa chiara e una scura. Poi disse: Io ormai ci vedo poco, ma vedo giusto, vedo che lei un uomo di mondo, che ne pensa, come me lo devo far cucire un vestito con questa roba?. Bobinka port un vassoio di bicchierini, di quelli grandi, distribu i bicchieri e il vecchietto alz il suo e disse: Alla salute, alla fine della guerra! Ho ottantatr anni, gente, non vedo lora che venga la pace! E per la pace mi faccio cucire subito due vestiti! Allora, signore, come me li devo far cucire?. Lo zio Pepin disse: Con la stoffa chiara si faccia cucire un completo sportivo con le tasche applicate e ci metta un cappello da cacciatore con un ciuffo di pelo di camoscio o una piuma colorata, come quello che portava limperatore Cecco Beppe quando in land andava a caccia di camosci a Ischl. Doveva essere bello come lei, eh? disse Bobinka. Che? Io sono un belluomo, ma a quel tempo il pi bello non solo tra i civili, ma tra le famiglie regnanti di tutto il mondo era limperatore Cecco Beppe, una bella boccia pelata, qui sotto il naso baffoni come quelli di una tigre e un naso meraviglioso, come quello di un bimbo. Una meraviglia!. Bobinka accarezz i capelli radi dello zio e disse piena di stupore: Come le sono diventati folti i capelli, maestro, quando si pettina non ce la fa a passarci il pettine, vero? Ci deve mettere lolio!. Ma che gliene frega, lo zio fece un gesto con la mano e staccandosi dalla mano della signorina perse lequilibrio e cadde sulla schiena con tutta la sedia, le signorine sollevarono lo zio e si misero a pulirlo, gli pulivano con cura i pantaloni sulla patta Bobinka in ginocchio alz gli occhi e disse: E gi eletrizzato?. Ma lo zio Pepin alz il dito davanti al naso del vecchietto e disse: E per il vestito bianco prenda una camiciola azzurra e una cravatta bianca a pallini come quella che portava Hans Albers ne La Paloma, da questa stoffa blu si faccia cucire una giacca a doppiopetto, come quella che porta Jrynek Pospsil nel commedia Io ho nove canarini, e ci metta una camicia bianca e una cravatta blu. Il vecchietto sbatt ripetutamente il pacco sul tavolo, appoggi la testa sulla tovaglia e grid ridendo: Gente, io sono felice, come sono felice, oggi pago tutto io!. E la signora ostessa entr col coltello, fece un gesto di disperazione, poi gir il bottone della radio e si sent una voce mesta informare che era stato assassinato il Reichsprotektor Heydric, che erano vietati tutti i teatri e i cinematografi e che erano vietati tutti i divertimenti e le feste in cui si ballava. E lo Zio Pepin salt in piedi e grid: Cristo, che razza di schifo ? Noi cechi non possiamo mai fare niente; Cristo! Nel Venti abbiamo occupato un pezzo di Ungheria e poi ci hanno detto che non potevamo! Abbiamo occupato un pezzo del territorio di Tesn, e, di nuovo, dice che non potevamo prenderlo ai polacchi. E poco tempo fa volevano darle ai tedeschi, e ancora dice che non possiamo! Ancora lInghilterra e la Francia! Cristo, se io mi lascerei svegliare cos a mezzanotte dagli ambasciatori, che non possiamo attaccare la Germania! Se fossi stato io i1 presidente ci avrei detto al portiere e ai servitori: Buttate gli ambasciatori sul marciapiede a calci nel culo!. E mi sarei circondato dei portabandiera e dei marescialli della vecchia Austria e avrei fatto la guerra e i tedeschi li avremmo sbaragliati! E adesso perch hanno ammazzato Heydrich non possiamo ballare? Bobinka, metti su un pezzo bello scatenato!. E Bobinka mise il disco Io ho nove canarini e lo zio la invit a ballare, e il vecchietto batteva il tempo col pacco delle stoffe che si era comprato per i vestiti che avrebbe portato appena la guerra fosse finita e la pace fosse incominciata, quel vecchiettino ricciuto continuava a urlare: Gente, la vita bella! Portate i bicchierini, io rimarr qui fino a novantanni! Ascoltate!. E lo zio ballava veloce con Bobinka, prima se la appoggiava sulla schiena, poi la prese, la lanci verso lalto e se la mise sulle spalle e la portava in giro per il locale a passo di danza e la signora ostessa intanto chiudeva a chiave la porta principale e si disperava e il vecchietto gridava: Mio padre, anche se non aveva le gambe, aveva il vantaggio che era il pi vecchio della Invalidovna, e allora deponeva ogni anno per il compleanno del conte Strozzi, che aveva fondato lInvalidovna per i veterani, ogni anno gli deponeva una corona al monumento! Gente mia, io sono felice! I soldati spingevano pap sulla sedia a rotelle verso il monumento, gli mettevano la corona in mano e lo sollevavano e lo portavano fino al monumento, passando accanto ai drappelli donore dei veterani e della guarnigione! Solo il fante Valsek invidiava a pap questa cosa, ma che ci poteva fare, dal momento che pap aveva novantadue anni e lui solo novanta! Mentre pap deponeva la corona Valsek sussurrava: Che tu possa crepare subito, carogna. E poi ogni giorno quando la mattina Valsek, pure lui sulla sedia a rotelle, quando usciva nel corridoio, l tutti i veterani andavano in sedia a rotelle, solo alcuni fortunati camminavano, ma a quelli in compenso mancavano tutte e due le braccia. allora Valsek ogni giorno veniva a vedere, apriva la porta della stanza dovera il letto di pap, e domandava a pap: Ancora non sei crepato? E pap gridava dal letto: Valsek, io sono vivo e vivr fino a centanni, per altri dieci anni andr a deporre corone al monumento del conte Strozzi, e tu intanto sarai crepato e la rabbia ti avr divorato! E il vecchietto si alz, allimprovviso era cos bello, il viso liscio, e il berretto di pelle di pecora dei suoi capelli duri, irti e ricciuti fremette come il crine di cavallo sullelmo romano, Marta lo prese per le mani e si misero a ballare una danza infantile, Pascolava le pecorelle nel bosco nero, e lo zio sollev Bobinka e se la tolse dal collo e in quattro si misero a ballare, Io a lei tralla lalla l, lei poi tara tara t e tenendosi per mano muovevano le gambe di qua e di l e il disco ricominci Io ho nove canarini. E si apr la porta del corridoio e dal corridoio entr il San Bernardo Dedek, quello che non sopportava il ballo, ma ormai non ce la faceva pi a buttare per terra nemmeno lo zio Pepin, cos si limitava a camminare per il locale e a rosicchiare con le gengive sdentate, tent di rosicchiare allo zio la tuta che gli spuntava dai pantaloni, ma lo zio indietreggiava e cos alla fine le ragazze smisero di ballare e anche il vecchietto e lo zio si ritrov a ballare da solo con il San Bernardo Dedek, in realt ormai non ballava, si difendeva, perch Dedek lo voleva buttare per terra, ma lo zio saltava allindietro, saltava in alto, sempre a ritmo di foxtrot, e le signorine Marta e Bobinka battevano le mani e piangevano e urlavano per le risate, mentre il vecchietto rimase soprappensiero, poi sbatt alcune volte le stoffe sul tavolo, poggi la testa sulla tovaglia e ridendo gridava: Gente, la vita bella!. E dalla stessa porta da cui era entrato il San Bernardo ora entr silenziosamente con luniforme del Reich lingegner Friedrich, stanco, ma dun tratto irritato si sedette e si mise a guardare la compagnia. Bobinka aveva preso lo zio e ballava con lui e il signor Friedrich allimprovviso batt il pugno sul tavolo e disse: Basta!. E Bobinka si mise a sedere e lo zio Pepin indic il militare e disse: Sarebbe quello?. E si sedette e ansimava e Marta gli asciug il sudore dalla fronte e con la mano gli ravviava i capelli. Non avete sentito la radio? disse Friedrich, Un uomo cos nobile caduto, e voi ballate?. Bobinka disse: Hans, ricordati che se ci combini qualcosa non voglio pi avere niente a che fare con te. Ma Friedrich continuava: Il Reich tedesco combatte anche per voi. Bobinka disse: Ma noi non siamo tedeschi. Hans, bada di non denunciarci!. Friedrich Si alz, sollev il coperchio del grammofono e ferm la musica. Lo zio Pepin grid: Se solo ci fossero cento divisioni austriache, per la madonna, vi cacceremmo via! Basterebbe che il Freiherr Von Wucherer comandasse: Vorwrts! Nach Bertin!, e i tedeschi li avremmo gi cacciati via!. Bobinka prese il signor Friedrich per la manica e disse: Lui, il maestro, si riferisce agli eserciti dellimperatore, non vero, Pepinek?. Ma lo zio Si infuri: Macch, penso proprio a quelli uncinati, quelli li cacceremmo fino a Berlino, se solo ci fossero cento divisioni austriache al comando dellarciduca Carlo!. E Bobinka cambiava discorso: Adesso, maestro, qualcosa di pi delicato, qualcosa sulligiene sessuale, qualcosa di adatto alle signorine. Secondo il trattato del signor Batista, maestro, qual la cosa pi importante?. E lo zio ansimava e lanciava occhiate al signor Friedrich, ma Bobinka lo accarezzava e gli girava la testa facendo in modo che la guardasse negli occhi e implorava: Dopo le faccio vedere le federe nuove del piumino, va bene?. E lo zio Pepin si mise a ridere e disse: La diverte? Allora, lei lo sa che la cosa principale un sesso sviluppato come si deve, testicoli e pene. Appunto di questo si tratta disse Marta e aspir con volutt il fumo della sigaretta. Lo zio continuava: Il vecchio Havrnek voleva farsi investire per via della copula ovverosia coito, sua moglie durante la copula mangiava delle mele, e allora Havrnek prese delle pillole per dormire e si sdrai sui binari e si addorment, e al mattino si svegli e vicino a lui passavano i treni, infatti quel binario lo stavano riparando e avevano girato il traffico su un solo binario e quindi il vecchio Havrnek non lavevano investito, perch secondo il trattato del signor Batista il coito deve essere eseguito nel letto e nel silenzio e in concentrazione, e non mentre la vecchia intanto sgranocchia delle mele Ma cento divisioni austriache quello, lo zio indic il signor Friedrich, lo sconfiggerebbero. Il signor Friedrich bevve un po di liquore dalla coppa, accavall le gambe e disse: Non lo sconfiggerebbero. Lo zio Pepin cacci un urlo: Lo sconfiggerebbero. Bobinka cercava di salvare la situazione: E com che io e Marticka potremmo fare delle brutte esperienze, eh, come?. E lo zio Pepin disse: Come? Per caso ce ne sono pochi di delitti e di disgrazie? I giornali ne sono pieni! Un membro sessuale maschile come si deve bisogna che ci ha il pene e lo scroto e poi i testicoli e una bella prostata, il pene secondo il trattato del signor Batista ci deve avere il cosiddetto prepuzio, la parte superiore ovverosia linizio del pene il glande, poi c un frenulo come si deve, e lo scroto importante, una specie di sacchetto che contiene le ghiandole i maschili. Marta respir: Le cosiddette tiroidi?. Ma che cosa blaterate come delle giovani gazze? Quelle sono da qualche parte nel petto, queste qui sono le ghiandole ovverosia palle, il signor Batista usa un brutto termine, testicoli, tastando potrete convincervi, conformemente a quanto dice il trattato del signor Batista, che c anche una prostata, ma a volte non ci so no neanche i testicoli, cio, ci sono, ma attraverso linguine sono saliti nella cavit addominale, oppure sono nel canale inguinale, e questo il cosiddetto criptorchidismo. Che cosa? si spavent Bobinka, che aveva portato dei bicchieri di caff, il criptorchidismo, ovverosia criptopallismo?. E scoppi a ridere rivolta al signor Friedrich, che ordin una tazza di cioccolata e intanto aggiunse: Non vincerebbero!. Lo zio Pepin si alz e punt il gomito verso il signor Friedrich: Vincerebbero! Sarebbero vittoriosi! Su quei cazzo di tedeschi!. E il signor Friedrich scosse la testa e disse: Non vincerebbero!. E Marta si inginocchi davanti allo zio Pepin e giunse le mani: Allora devo fare prima unispezione di tutto quanto?. Lo zio Pepin continuava a urlare: Deve fare unispezione, perch ci sarebbe poco da ridere se invece di un giovanotto focoso le capitasse un finocchio ovverosia un frocio, oppure la pagherebbe cara, se come a una nel trattato del signor Batista le capitasse un ermafrodito, un certo Gottliesch, ci aveva lo scroto conformemente al trattato del signor Batista composto di due testicoli, al posto del pene ci aveva un clitoride ovvero un caporalino, se gliene capitasse uno cos, lei si metterebbe a piangere. Bobinka, quando vide che lo zio voleva gridare al signor Friedrich: Vincerebbero!, gli mise una mano sulla bocca e disse dolcemente: Come mai ha le orecchie tutte belle screziate, maestro?. E lo zio rise allegramente: Vero? E per via del colore con cui abbiamo dipinto lo steccato con una bella, che in cambio mi ha cucito dei bei calzoncini. Su misura, vero, su misura, oh, lei un fedifrago! si adir Marta, e correva di qua e di l per il locale e inciamp nel vecchietto che dormiva beatamente, se ne stava abbracciato al pacco con le stoffe e si era addormentato sul pavimento. Cosa c tra lei e quella bella che le cuce le mutande? esclam Bobinka, che portava un calice fumante, una tazza di cioccolata. Deve decidersi, o lei o me, oppure nessuna, batteva per terra con la scarpina, se poi succede qualcosa, se poi faccio una sciocchezza, allora vedr!, punse lo zio al petto tanto forte che lui si spavent, Mi avr sulla coscienza!. Non vincerebbero! disse il signor Friedrich dopo aver riflettuto. Ma cosa sta cianciando? Vincerebbero e gloriosamente! url lo zio, ma Bobinka gli muoveva un dito avanti e indietro davanti agli occhi, Un momento, me che deve vincere, ma lo dica qui, quando ci sposiamo?. E lo zio Pepin si intener, giocherellava con le dita e disse: Quando ci avr larmadio nuovo, e poi lei deve anche andare dal dottore, lo scrive trattato del signor Batista, che alla sua et ed essendo stata nubile per tanti anni, potrebbe avere la tendenza allonanismo ovverosia masturbazione. Che cos? Cosa si sta insinuando sul mio conto? batt le mani Bobinka. E che invece di un membro maschile come si deve lei utilizza le dita, o secondo il trattato del signor Batista magari anche una bottiglia della birra o altri oggetti che hanno la forma del membro maschile e suppliscono cos la sensazione di piacere, come adesso che c la guerra e invece del caff vero si bevono orzo e cicoria come Perola o Caro Franckovka di Pardubice, perci la cosa migliore sar che lei si sposi, perch quel primo presupposto ce lha, ed un coso ben sviluppato. Veramente? arross Bobinka. Per sei fortunata, tu esclam Marta. S, tuttavia durante la copula secondo il trattato del signor Batista non deve passare un treno sotto la nostra finestra, n martellare lofficina di un fabbro, questo disturba moltissimo istruiva lo zio Pepin raggiante di felicit. Non vincerebbero! disse il signor Friedrich. Che cosa? grid lo zio, ma Bobinka disse: Lasci perdere! Adesso mi istruisca, sono una stupida ochetta, ho imparato solo qui al locale, mi dica, come stanno le cose riguardo a membro come si deve? Come?. Be, come, c chi ce lha fatto in modo tale che quando si infila nella vasca deve prima mandare avanti il membro e poi seguirlo nellacqua, altri, invece, quando ci hanno voglia di pisciare devono prendere le pinzette, ma soprattutto deve fare attenzione a non prendersi malattie veneree come il tifo, il colera, la dissenteria e linfluenza Che cosa? Vincerebbero!, lo zio si alz e il signor Friedrich pure e stando in piedi uno di fronte allaltro si gridarono trenta volte in faccia: Vincerebbero! Non vincerebbero! Sarebbero vittoriosi! Non sarebbero vittoriosi!, e le ragazze correvano di qua e di l e separavano il tedesco urlante e lo zio Pepin, gli tappavano la bocca, ma lo zio riusciva sempre a divincolarsi e url: Vinceremmo!. E il signor Friedrich allimprovviso si infiamm di rabbia, punt il dito e scandendo col dito grid: E voi qui ballavate, mentre proditoriamente sparavano al Reichsprotektor Heydrich assassinandolo, mentre veniva commesso un attentato contro di lui! Una parola di pi e io vi denuncio! Vinceremmo!. E lo zio Pepin taceva, giocherellava con le dita e guardava per terra, e Bobinka disse piano: Non vincereste!. E Friedrich butt i soldi sul tavolo e se ne and, e quando ebbe aperto la porta e fu uscito nel buio, Bobinka url dietro alle sue spalle che si allontanavano: Hans, non fare nessuna denuncia, ricordati che poi da me non ci puoi venire!. E il signor Friedrich la denuncia la fece, ma non alla Gestapo, che lo zio Pepin ballava per festeggiare lattentato al Reichsprotektor lo disse a pap. E pap ne fu atterrito, ma il signor Friedrich fece un gesto con la mano e disse che non lo sapeva nessuno, solo lui e le signorine di Zofn, e cos pap ide un piano e lo confid al maresciallo dei gendarmi Klohn, e il maresciallo dei gendarmi venne alla fabbrica di birra e pap la sera convoc Pepin nellufficio della fabbrica di birra, nella sala delle riunioni, e il maresciallo si sedette e accese una candela e si mise a fare domande allo zio, dove era nato e come si chiamava, e poi gli comunic che era stato presentato un rapporto, secondo cui lo zio Pepin ballava, mostrando cos di approvare lattentato al Reichsprotektor, e poneva allo zio delle domande e lo zio rispondeva, e quando lesse il verbale allo zio, lo zio Pepin giocherellava con le dita ed era imbarazzato, soprattutto quando il signor maresciallo disse che in questo modo aveva danneggiato specialmente suo fratello, lamministratore della fabbrica di birra, perch i tedeschi non hanno piet e trascinano nella cosa tutta la famiglia, e che quindi lo zio Pepin con i suoi balli aveva precluso a suo fratello la promozione, perch doveva essere nominato direttore della fabbrica di birra. E poi il maresciallo dei gendarmi chiese se lo zio non fosse stato ferito in guerra. E lo zio Pepin disse di s, ma alla testa, alla nuca, che di sangue ne aveva perso uno stivale pieno. E il maresciallo disse che in questo caso, giacch era stato ferito, le conseguenze del ferimento alla testa avrebbero potuto causare un deterioramento delle condizioni psichiche dello zio, che ballava senza rendersene conto, che quindi il maresciallo dei gendarmi voleva favorirlo, e sul verbale scrisse una postilla, che lo zio fu ferito alla testa il giorno del Corpus Domini, quando gli eserciti fecero gloriosamente irruzione a Premysl nellanno 1916, e le conseguenze di questo ferimento durano ancora, che raccomanda allo zio di farsi rilasciare un certificato medico che attesti che il suo stato di salute miserando, che fa cose di cui non si rende conto, che quindi non responsabile delle proprie azioni, dunque domani vada subito dal dottor Vojtesek, che gli rilascer un attestato, in cui lo zio Pepin sar privato della capacit di intendere e di volere. E lo zio e pap la mattina si fecero subito rilasciare questo certificato e quando la sera lo portarono, il maresciallo rilesse il verbale allo zio, gli chiese di firmarlo ed esclam, rivolto allo zio: Se per promette che non baller mai pi nelle birrerie e nelle osterie con le chellerine e nei locali notturni, considerer nullo questo verbale. E lo zio Pepin piangeva, pap gli batteva la mano sulla spalla e lo zio Pepin porse la mano al maresciallo dei gendarmi e il maresciallo prese il verbale e lo strapp due volte a met, le met di nuovo a met e tutto insieme ancora una volta, lasci cadere i pezzetti di carta sul pavimento della sala per le riunioni e usc dallufficio. Pap poi ricostru il verbale rimettendo insieme i pezzettini di carta, affinch non ne sparisse nemmeno uno o non lo trovasse unestraneo, e li gett nella stufa e li bruci, quando i pezzetti di carta furono bruciati, pap usc in bicicletta e raggiunse il maresciallo vicino al muro della fabbrica di birra e lo ringrazi, gli strinse la mano con dentro un biglietto da mille corone, per il servizio prestato. Non cera tempo da perdere disse il maresciallo dei gendarmi, con questa storia dei balli vi avrebbe portati tutti in campo di concentramento. E cos il signor Friedrich continuava ad andare a trovare Bobinka a Zofn, quando si incontravano lui e lo zio Pepin continuavano a gridare fino a diventare rauchi e nessuno poteva capire perch e cosa si gridassero. Continuavano a strillarsi: Vincerebbero!. E il signor Friedrich: Non vincerebbero! Sarebbero vittoriosi. Lo zio Pepin e il signor Friedrich: Non sarebbero Vittoriosi!. Cos si incrociavano, da lontano si gridavano ancora con urla sempre pi deboli, alla fine si sentiva un suono quasi impercettibile, come quando uno scrive con la matita numero quattro, ognuno dei due voleva avere limpressione che il proprio urlo fosse lultimo, quello trionfante Ma poi il signor Friedrich smise di gridare quando il fronte si spost il signor Friedrich si trov un angolino vicino alla malteria della fabbrica di birra, tra la tettoia e due vecchi prugni, e ci andava tutti i pomeriggi sul tardi e poi anche dopo pranzo con un seghetto, e tagli paletti e rami e ne fece un bello sgabello, uno sgabellino per bambini, poi un intero sabato e una domenica lavor a un tavolino e poi con il seghetto e il coltello a serramanico da bacchette e bastoncini e rami tagli anche una poltrona e una sedia, quando pioveva si sedeva sotto la tettoia e leggeva e lavorava l, in quella cameretta per bambini fatta di frasche e rami, si fece addirittura degli armadi, che assomigliavano a gabbie per uccelli, si potevano chiudere, ci appendeva la giacca e la camicia, poi per un mese intero il signor Friedrich lavor a un cavallo a dondolo, si fece persino un lampadario, quando il signor Friedrich andava alla guarnigione o agli uffici, a chiedere che fine avevano fatto le macchine per la fabbricazione di munizioni da mettere nelle cantine di germinazione della fabbrica di birra, gli operai della fabbrica di birra andavano a guardare, ammiravano tutti quel lavoro, si fermavano l davanti e si stupivano e si chiedevano perch quelluomo si ammazzava di fatica in quel luogo, perch giocava in quel modo per giornate e serate intere e poi sugli operai della fabbrica di birra scese la paura, avevano paura di quella cameretta per bambini, che era cos priva di senso, ma lo zio Pepin disse: Se osservate bene, vi renderete conto che quel tedesco fa queste cose solo per non dover pensare al fatto che gli eserciti alleati batteranno gloriosamente gli eserciti dei tedeschi. Si avvicina una fine amara aggiunse lo zio Pepin, e quel vecchietto pu farseli cucire i suoi vestiti, perch la pace non si far aspettare a lungo. E infatti era cos, il signor Friedrich si era ormai intristito, era ormai incerto, ormai sapeva che presto sarebbe andato da unaltra parte, ma che anche l, in un altro luogo, sarebbe stata la stessa cosa fino a quando sarebbe arrivata la fine e gli altri eserciti avrebbero inondato non solo il paese in cui si trovava adesso, ma anche la sua patria, e che il risarcimento sarebbe stato proporzionato a quello che i suoi eserciti avevano fatto nei paesi dove erano venuti senza essere stati invitati e cos tutte le sere stava seduto sul cavallo a dondolo e si dondolava, poi un giorno lordine arriv e il signor Friedrich fu trasferito altrove. Pap gli disse addio, ma quando offr agli operai quello che era rimasto di suo, un maglione e giacche da lavoro e scarpe appesi negli armadi trasparenti della cameretta per bambini fatta di frasche e bastoncini, nessuno prese niente, il signor Friedrich se ne era andato come se fosse stato trasparente e nessuno lo aveva salutato, solo lo zio Pepin gli aveva gridato: Avremmo vinto! Avremmo vinto gloriosamente!. E il signor Friedrich se ne and, camminava verso la stazione con una piccola valigia e disse piano: Avete vinto. E poi nessuno ne seppe pi niente Subito, il giorno dopo, i bottai presero una tanica di alcol, portarono secchi e catinelle dacqua e dietro la malteria cosparsero di alcol la cameretta per bambini, le poltrone e il cavallo fatto di frasche e gli armadi e le giacche e i maglioni, e diedero fuoco a ogni cosa. La cameretta si incendi e bruciava, ma si oppose al fuoco fino allultimo momento, rimaneva in piedi e i paletti che la componevano erano circondati da una criniera di fiamme, che sembrava una copia della cameretta, ma di fuoco, finch allimprovviso le poltrone e la panchina cominciarono a sfondarsi contemporaneamente, caddero a terra, e come eseguendo un comando si incendiarono ancora di pi, i paletti si torsero e si adagiarono per terra, era come se stesse bruciando solo la pianta di quelle cose a tre dimensioni solo il cavallo a dondolo bruci a lungo, si impenn per il fuoco e nel fuoco, come se volesse saltare, salt, ma nellimpennata cadde su un fianco, si liber dei piccoli zoccoli e le fauci gli si aprirono e le fibbie gli si rizzarono dalle fauci avevano lodore della carne affumicata, poi il cavallo di legno cadde disteso, e uno dei bottai spruzz dellalcol sul lampadario fatto di frasche e gli diede fuoco e quello bruci verso lalto come una sorta di segno celeste, rapidamente, e senza posa ne cadevano piume in fiamme, come dalluccello di fuoco, dalla Fenice, alla fine con potenti secchiate dacqua i bottai spensero la cameretta per bambini, che fin dallinizio era stata un miglior barometro e un miglior indicatore degli sviluppi al fronte di tutti i comunicati di guerra del mondo. 8. Verso la fine della guerra, quando la benzina scarseggiava, affinch gli automezzi della fabbrica di birra potessero continuare a consegnare la birra due camion furono trasformati a gasogeno. Dato che girava per i paesini per andare dagli osti, pap fece trasformare a gas pure la Skoda 430. E lo zio Pepin, che aveva sempre il lavoro che nessuno voleva fare, fu nominato fuochista del camion, e pap lo nomin fuochista della Skoda quattrocentotrenta. Il signor Fuks della piazza, quello che vendeva libri, quello aveva una grossa Lancia lunga otto metri, a sedici cilindri, anche lui se lera fatta trasformare a gas, i meccanici avevano dovuto applicare a quella carrozzeria stupenda non una, ma due caldaie. Ogni sabato due persone scaldavano la caldaia della Lancia fin dal mattino con legna di quercia, in modo che nel pomeriggio la macchina fosse calda e avesse gas a sufficienza. E il signor Fuks si metteva il completo. bianco per le terme e nel pomeriggio saliva sulla Lancia, due meccanici stavano dietro, alle caldaie, in piedi sul predellino, e il signor Fuks usciva dallo stretto cortile, ma ogni volta si incastrava nel passaggio in modo tale che i meccanici dovevano chiamare gli operai, perch facendo leva con cric e pali staccassero la macchina dal muro. Allora i meccanici decisero di disegnare con la calce sul pavimento del passaggio il percorso che il signor Fuks doveva fare, in modo che riuscisse almeno a uscire. Ma, appena furono usciti, nelle caldaie il fuoco si abbass, allora i meccanici in piedi attizzavano con i ganci e aggiungevano pezzetti di quercia e i cittadini guardavano, curiosavano, che bella cosa era quel giro in automobile, le caldaie dietro fumavano e i meccanici in piedi stavano pronti a versare i blocchetti di quercia, e allora il signor Fuks usc, attravers la piazza vestito di bianco e, dopo aver fatto il giro della piazza, rientr nel passaggio della sua casa e di nuovo, entrando come un pistone nel cilindro, di nuovo incastr la Lancia nel passaggio in modo tale che dovettero venire gli avventizi che, facendo leva con i cric e i pali, staccarono la macchina dal muro, la raddrizzarono e i meccanici con la calce segnarono il percorso per le ruote anteriori, per mandare la macchina in garage. Il camion della fabbrica di birra, che veniva alimentato dallo zio Pepin, non si trovava in una situazione migliore. O lo zio Pepin faceva troppo fuoco, oppure troppo poco, mentre caricavano la birra lo zio Pepin urlava e con i lunghi ganci e gli attizzatoi ingaggiava battaglia con la grande caldaia, imprecava e si rivolgeva alla caldaia come se si fosse trattato di un cavallo o di un bue o di una persona stupida, ostinata e recalcitrante. E allora quando i camion con la birra uscivano dalla fabbrica di birra, lautista, che ne era contento, per tutto il tragitto non faceva che ridere, e una volta che in piazza cera molta gente si ferm, anche se avrebbe potuto andare avanti, e disse: signor Jozef, non mi convince per niente, mi pare di avere poco gas, ci dia un po unocchiata!. E lo zio Pepin usc dalla cabina e gi urlava: Ecco qua -se vedesse il capitano Tonser, a cui portavo la sciabola, come si ridotto un soldato austriaco!. E salt sul predellino e scavalc la sponda e si mise in ascolto, poi prese la caldaia con tutte e due le mani e si mise a tastarla per sentire quanto fosse arroventata, poi sollev il coperchio, ogni volta sembrava che il fuoco nella caldaia fosse spento, ma in realt mancava laria, allimprovviso il gas prese fuoco e la fuliggine salt in aria, nella piazza si sent un botto e poi di colpo usc una colonna di fumo nero alta cinque metri, da cui uscivano volando le scintille, e quando il fumo si dirad lo zio Pepin era l in piedi e si reggeva al bordo della caldaia, il coperchio della caldaia saltellava per la piazza, lo zio stava l nero in faccia e con le sopracciglia bruciacchiate urlava: Un soldato austriaco si fa valere nelle situazioni pi difficili. Ho vinto di nuovo!. E prese il gancio si mise ad ammucchiare le braci nella caldaia e aggiunse blocchetti di quercia, rimise e chiuse il coperchio che gli aveva portato uno dei cittadini pi coraggiosi, perch dopo la detonazione erano scappati via tutti e si mise a sedere nella cabina per lo scaricatore strillando entusiasta. Cos ogni volta che aggiungeva legna, che riempiva il focolaio di blocchetti di quercia, lo zio Pepin non indovinava mai la situazione, ogni volta pensava che fosse tutto a posto, che nella caldaia il fuoco fosse quasi spento, ma, quando sollevava il coperchio per guardare bene, si sentiva sempre un botto e il fumo infuocato usciva di colpo verso lalto come un razzo e lo zio Pepin non toglieva mai la faccia in tempo e ogni volta il fumo gli frustava il viso. E cos accadde che una volta, mentre passavano vicino a un corteo funebre, lo zio si mise a rimestare nella caldaia e i cavalli si spaventarono tanto che si misero a correre e si imbizzarrirono unaltra volta, mentre incrociavano una compagnia di soldati tedeschi che tornavano da unesercitazione cantando In der Heimat, in der Heimat, dopo la detonazione nella caldaia tutti i soldati caddero a terra riparandosi, e per poco non spararono sul camion della fabbrica di birra, perch avevano pensato che fosse un tentativo di attentato. Il giorno del Corpus Domini lautista, dato che era un libero pensatore, disse, mentre passava un corteo di damigelle che spargevano fiori e lui aveva cominciato a scaricare la birra in una casa cattolica, davanti alla quale cera un altare ornato di rami di betulla, lautista, dunque, disse allo zio Pepin: Si sta spegnendo, non ce la faremo a ripartire, e appena lo zio Pepin sollev il coperchio la fuliggine prese fuoco e il gas si incendi e la polvere di carbone scoppi verso lalto, e la fuliggine poi cosparse maestosa il corteo di bambini vestiti di bianco e blu che spargevano petali dai cestini e la corrente daria non strapp, vero, lostensorio al reverendo padre, ma nessuno pot impedire che il baldacchino si sollevasse, gli si strappasse di mano e volasse sulla piazza come una vela rossa ricamata doro, come un tappeto persiano volante Unaltra volta, alla fiera annuale, stavano scaricando la birra dai Bernek allangolo della piazza, lo zio Pepin aggiungeva legna, voleva solo aggiungere un po di legna nella caldaia, a causa delle esplosioni lo zio ormai era cos nero che non riusciva pi a lavarsi, per era un autentico fuochista, bruno come un italiano o uno zingaro, con le sopracciglia bruciacchiate e la testa pelata, perch gli prendevano sempre fuoco anche i capelli o il berretto, dunque lautista espresse il dubbio che il fuoco fosse spento, voleva che lo zio lo ravvivasse con lattizzatoio, e raccomand allo zio di lasciare il coperchio chiuso, per lo zio, dopo aver ascoltato con lorecchio incollato alla caldaia se l dentro si sentiva crepitare, suppose che il fuoco si fosse davvero spento, allora sollev il coperchio e l alla fiera ci fu un altro botto, e dopo la detonazione e il fumo i campagnoli scappavano di qua e di l, incespicavano nei cavalletti, nelle corde che legavano le tende e le tele, e le bancarelle si rovesciavano, e i bambini gridavano e strillavano e i venditori imprecavano e minacciavano, ma curiosi e compratori, mentre scappavano, mentre si allontanavano dal focolaio del camion lanciandosi in tutte le direzioni, cadevano sui cavalletti sollevati e sulle tavole sparse di qua e di l, inciampavano nelle stoffe e nei panni e, quel che peggio, cadendo sullo spiazzo libero andarono a finire sui piatti e sulle pentole di coccio e ci vollero ore perch la fiera riprendesse il suo corso Verso la fine della guerra pap ormai non viaggiava pi a blocchetti di faggio, n smontava pi. In compenso lo zio Pepin entrava nella cittadina ancora pi gloriosamente, soprattutto da quando la gente era venuta a sapere che lo zio Pepin aveva ballato in onore dellassassinio del Reichsprotektor Heydrich, le porte e le finestre si aprivano anche di pi e sempre pi gente, se non poteva parlare con lo zio Pepin, voleva almeno vedere leroe, che continuava a andare dietro alle belle col berretto da capitano di corvetta, come se nulla fosse accaduto. Nessuno degli abitanti della cittadina voleva pi smontare con pap, da un lato perch alla fabbrica di birra cera una compagnia dellesercito del Reich, dallaltro perch a turno ormai cerano andati tutti a smontare con pap il sabato e la domenica. E poi ci fu anche la mobilitazione di tutti i mezzi di trasporto e pap mise la Skoda sui cavalletti e una volta, di notte, svegli lo zio Pepin, smont le ruote e mise i pezzi dentro dei sacchi e poi portarono le ruote, compresa quella di scorta, sul tetto della fabbrica di birra e pap apr il coperchio del vecchio comignolo e cal prima una corda, poi cal gi lo zio Pepin con una torcia elettrica, pap sussurrava: Com la situazione laggi?. E lo zio Pepin dichiar con gioia che la fuliggine gli arrivava fino al petto E pap fu contento: E il mezzo di conservazione migliore, come se li mettessimo nellolio, anche meglio che se mettessimo i pezzi della macchina nella grafite o nella piombaggine o se li coprissimo di grasso animale o di strutto di maiale. E poi pap si mise a calare i pezzi e lo zio li slegava, li sistemava in attesa di tempi migliori sul fondo del camino, in cui il fuoco non veniva acceso da ventanni e pi. E poi gi una gomma dopo laltra, ma, mentre pap la calava, lultima ruota, cosiddetta di scorta, gli scivol, cadde, e pap grid: Jozka, attento!, e poi si sent un tonfo e dal camino turbin a lungo la fuliggine, pap si chin sulla fuliggine e chiam: Jozka, non ti successo niente?. E dal basso si levarono le grida allegre dello zio Pepin: A un soldato austriaco non ci pu mai succedere niente, ho vinto di nuovo gloriosamente! Che forza, eh?. Ma ormai il nascondiglio non era neanche pi necessario. Il fronte si era spostato tanto che anche i treni si erano fermati, i soldati tedeschi feriti si incamminavano attraverso la cittadina da soli, a piedi, quelli che non potevano camminare venivano trasportati sulle barelle, poi si fermavano al traghetto nel primo paesino lungo il corso dellElba, pregavano il traghettatore di traghettarli, stavano l malridotti, dominava il colore bianco del gesso, sembravano calchi di arte moderna, sembravano i resti di quando si toglie dal calco linvolucro di gesso, dunque sulla riva verde derba fresca e di ranuncoli gialli cerano gambe e braccia ferite e clavicole rotte e teste fasciate, si frugavano nelle tasche e stavano l in piedi, tendevano le mani offrendo soldi e catenine e orologi, e il traghettatore si grattava dietro le orecchie, alla fine, per, i tedeschi feriti li traghettava, a gruppi. i soldati feriti avevano limpressione che di l, dallaltra parte fiume, ci sarebbero stati ancora i loro eserciti in fuga che avrebbero avuto ancora una possibilit di arrivare a casa, ma il traghettatore sapeva che l cerano i partigiani, che aspettavano nelle tagliate e nei canali e nei fossati e nelle cunette con le mitragliatrici e i fucili, che per loro ormai era finita, amen, e nonostante ci traghettava, perch anche se non amava i tedeschi e non poteva amarli, quando vedeva la speranza nei loro occhi, quel momento di felicit, di possibilit di salvarsi, di essere felici una volta arrivati con le fasce e con i gessi lucenti sullaltra sponda perch non procurare loro un poco di quella gioia? Proprio come si fa con i condannati a morte, quando lultima notte si esaudiscono loro eventuali ultimi desideri. E i tedeschi misero dei fazzoletti bianchi su dei piccoli pali e si avviarono i marcia come andando verso la terra promessa. Era lultima compagnia tedesca e poi continuarono a correre di qua e di l calessi con cavalli imbizzarriti e soldati tedeschi terrorizzati e la sera arrivarono i russi, lEsercito sovietico. Il nonno, il pap della mamma, quella sera di nascosto aveva tagliato del lill fresco in fiore, i soldati russi si erano insediati nel suo cortile e si erano messi nei letti e con i moschetti in mano dormivano come sassi, davanti alla stanza in cui dormiva il colonnello un soldato col fucile dormiva sdraiato sulla soglia e allo stesso tempo vegliava e faceva la guardia al colonnello e sul far del mattino il nonno prese i fiori freschi di lill e voleva metterli in un vaso, ma il vaso era in cucina e quando il nonno voleva qualcosa quella cosa doveva accadere, era sempre tanto accecato dal proprio volere che non not che il grande vaso si trovava nella credenza solo perch insieme ad alcuni libri fungeva da supporto a un lato della credenza e allora in una mano teneva il lill tagliato, con laltra tirava il vaso, su cui erano appoggiati alcuni piatti e le salsiere e stoviglie varie, tirava e gridava: Nanynka, dove sei finita, vieni ad aiutarmi!. E continuava a tirare il vaso, contento al pensiero di come ci sarebbe stato bene il mazzo di fiori che avrebbe messo sul tavolo al signor colonnello E continuava a gridare: Dove siete, ragazze, per la miseria! Nanka!. Ma la nonna e la serva tenevano il mastello in cui il macellaio sovietico stava versando il fegato di una mucca squarciata, e il nonno urlava: Puttane, puttane, che fine avete fatto, perch non mi venite ad aiutare? Mannaggia e porcaccia!. E urlava, perch voleva fare piacere ai soldati sovietici donandogli i fiori E la nonna arriv di corsa quando il nonno era riuscito a tirar fuori il vaso ma contemporaneamente la credenza crollava con rumore di vetri rotti, il nonno calpestava le stoviglie e gridava: Puttane, quando chiamo, perch non venite?. E la nonna correndo chiudeva le finestre, ma il nonno le riapriva e dalla finestra gridava ai vicini: Razza di puttane, se ne stanno con le mani in mano ma un vaso non me lo danno!. E la nonna gridava dalla finestra: Non vero! e chiudeva le finestre, ma il nonno apriva le altre finestre e gridava: Puttane! Io vi ammazzo tutte quante!. E poi pestava le stoviglie, tir gi tutta la credenza e i piatti che non si erano rotti, e calpestava e imprecava, ma a un certo punto cominci a pestare di meno e pi lentamente, e smetteva anche di gridare, e poi si mise a sedere, prese in grembo i fiori di lill muoveva solo le gambe e voleva dire qualcosa. Quando la nonna si chin su di lui, sussurr soltanto: Nanynka, addio io trapasso. E dopo un momento la nonna sent il polso al nonno e quando vide che la serva Anna apriva la legnaia per trascinare nel cortile un vecchio armadio, apr la finestra e disse: Ora di armadi non avremo mai pi bisogno, salt in bicicletta a cercare il dottore e si ferm alle pompe funebri, che vengano nel pomeriggio Quella sera pap e la mamma si misero un nastrino nero sul bavero del cappotti e intanto preparavano gli abiti neri, lo zio Pepin partecip ai festeggiamenti col berretto bianco da ufficiale di marina, sulla banchina al fiume i russi avevano portato le fisarmoniche, offrivano pezzi di carne arrostita e bottiglie di vodka, verso sera erano ubriachi, alcuni cittadini non riuscirono a reggere quella quantit di grandi brindisi alla salute e alla fine della guerra, brindisi bevuti nei bicchieri della senape, vomitavano nella penombra vicino allo steccato, e lalcol era cos forte che nella penombra strappavano le assicelle a cui si reggevano, e a ritroso percorrevano di corsa la banchina illuminata dal fuoco e dai lampioni, qualcuno a casa vomit addirittura accanto al lavandino attaccato al muro e strapp la coppa di porcellana del lavandino e a ritroso corse sulla soglia, poi sulla via e a ritroso, sempre reggendosi al lavandino, pass in mezzo ai ballerini e spar sulla riva e si rovesci addosso il lavandino. Solo lo zio Pepin beveva e brindava con tutti, e pi beveva, pi era sobrio, si lasci convincere a ballare dal primo ballerino dellesercito, e al suo kasatcok lo zio rispose pure con un kasatcok, ma migliorato da un salto per aria concluso da una spaccata magnifica, poi un soldato riposato attir lo zio in una specie di monferrina in cui era incorporata una danza armena veloce, una specie di danza su variazioni, come fanno gli slovacchi della Moravia, con scambietti, lo zio Pepin comprese bene e a ritmo della fisarmonica aggiunse agli scambietti degli affondi nellaria, un fante di campanelli volante, che prima di ricadere si gir per aria e a terra fece una capriola in avanti e poi una allindietro, e i soldati russi esaltatissimi battevano le mani e gridavano: Bravo, papascka! Bravo, papascka!. Poi un altro soldato mise alla prova lo zio Pepin con una danza delle spade, girava come un gallo, saltava sotto una sciabola inesistente evitandone i colpi, e lo zio Pepin circondato da bellezze e belle signorine ansimava e continuava a brindare con tutti e si preparava alla danza successiva, in cui applic un miglioramento che aveva visto fare alla coppia Fuksa e Kostlov, come se avesse davanti a s una ballerina salt sulle mani e fece il salice secco, come faceva con la signorina Vlasta sul biliardo, del resto era come se per tutta la vita lo zio Pepin si fosse esercitato nella danza per quel confronto, in cui aveva trovato per la prima volta dei veri partner, che non ballavano per ridere, ma perch cos si ballava nel loro paese, perch cos era duso ballare e non diversamente, quindi lo zio per la prima volta non ballava per divertimento e per ridere, ma per la danza stessa, vedeva che anche i soldati prendevano la danza come una gara, che si consultavano su chi mandare perch battesse papascka, giacch non lavevano sopraffatto con lalcol, a cui erano abituati, che per lo zio Pepin beveva proprio quanto loro e per di pi brindava con i vicini, e beveva per quelli che non potevano bere affatto o che non ne potevano pi. E tutti potevano vedere che di tutte le persone sulla banchina il pi stimato dai russi era lo zio Pepin, gli manifestavano la loro stima, lo avevano fatto sedere sulla sedia accanto al direttore della banda, il maestro alla fine porse allo zio il bastoncino di salice e lo preg di dirigere la banda che era venuta a suonare per festeggiare la vittoria. Quando le danze finirono i soldati accarezzavano lo zio e gli dicevano continuamente papascka e, quando fin di dirigere, il miglior ballerino dei russi riconobbe che lo zio era bravo quanto lui e dichiar: Mi porto papascka con me a Mosca!. Ma lo zio Pepin disse che il giorno dopo alla fabbrica di birra bisognava solfitare le botti, che non ci aveva tempo, forse con laieroplano avrebbero potuto farci un salto sabato pomeriggio, a sta Mosca, a una qualche gara di danza. E aggiunse: Un soldato austriaco vince dovunque. Pap quella notte sfrutt il fatto che aveva i vestiti neri da lutto e aspett lo zio Pepin, che torn dalle visite alle signorine nei locali solo sul far del mattino, pap port zio Pepin sul tetto della malteria, apr il coperchio in cima al vecchio comignolo tronco, cal lo zio Pepin con una corda e tir fuori i pezzi della macchina uno dopo laltro, poi anche le ruote quando ogni cosa fu tirata su, pap si mise in ascolto, ma non sentiva lo zio sul fondo del camino, e laggi nulla si mosse. Jozka, Jozka!i chiamava pap nel camino, faceva luce verso il basso, ma dal fondo della voragine nera saliva un pennacchio di fuliggine dopo laltro. Jozka, rispondi! chiama disperato pap, e poi corse gi, verso lufficio, dove sotto la gru dormiva il guardiano notturno Vantko coperto con il pastrano, lo svegli, ma il guardiano era cos assonnato che allinizio pens che i rapinatori avesse attaccato la cassaforte allimprovviso e fu contento, ma pap gli disse che lo zio Pepin era nel camino e non rispondeva, e il signor Vantko disse: Un momento! batt i tacchi, fece il saluto e si present: Il guardiano notturno al posto di guardia, comandi. E sleg Tricek, il fedele cagnolino, e sal con pap sul tetto della malteria, poi fece luce verso il basso con la torcia elettrica, poi chiamarono a turno, poi provarono a chiamare insieme, ma l sotto cera silenzio Allora il guardiano notturno Vantko, contento, si tolse il cinturone delluniforme dellIntesa, pos il fucile messicano e il revolver e pap gli pass una corda intorno al petto, e signor Vantko fece il saluto, batt i tacchi e dichiar: Il guardiano notturno pronto!, si mise in posizione di riposo e pap lo cal lentamente verso il fondo del camino Poi Vantko grid verso lalto: Dichiaro che signor Jozef qui, ma dorme! Sta schiacciando un pisolino!. E pap grid: Lo leghi!. E Vantko chiam verso lalto: E legato, issa!. E pap si mise a tiraticosamente lo zio Pepin, la corda strisciava sul bordo del camino, ma un metro dopo laltro lo zio saliva dal quel pozzo di sette metri. Quando la testa tutta nera dello zio comparve, pap non ebbe la forza di afferrare lo zio per un braccio o di prenderlo sotto le ascelle, perch doveva tenere la corda a cui lo zio era appeso. Sembrava ormai che dovesse calarlo nuovamente gi, quando Vantko da sotto grid: Vada a legare la corda al parafulmine! E pap per la prima volta ringrazi che alla fabbrica di birra anni prima fosse arrivato il signor Vantko, perch per la prima volta riconobbe che il consiglio del guardiano notturno era sensato. Assicur la corda, diede un forte strattone alla graffa del parafulmine, poi prese lo zio sotto le ascelle e lo tir su, stanchissimo e distrutto cadde con suo fratello nei semprevivi gialli, e lo zio continuava a dormire profondamente, giaceva sulla schiena e le stelle fredde gli facevano corona. Poi pap tir su anche Vantko e per prima cosa gli diede la mano con piacere, e anche questo era poco, allora lo abbracci, e Vantko con le labbra nere gli diede un bacio militare. Ma poi si spaventarono entrambi: Dov il berretto da ufficiale di marina? Fecero luce verso il basso, ma la pozza di fuliggine si era richiusa e del berretto bianco non cera traccia 9. Il signor caposquadra stava in piedi dietro il cancello col taccuino tra le dita come sempre, gli operai andavano al lavoro come prima, ma questa era solo un apparente apparenza. Non salutavano il signor caposquadra di proposito erano arrivati tutti con un quarto dora di ritardo, e il caposquadra era trasparente, inesistente, come se non ci fosse. Prendeva appunti, registrava il ritardo sul taccuino con note velenose, mentre poi distribuiva il lavoro laiuto bottaio disse: Non abbiamo pi bisogno di un negriero, non abbiamo pi bisogno di avere sopra di noi un qualche signor Franz del castello, da oggi in poi il lavoro ce distribuiremo da soli. E il signor caposquadra disse Fino a quando avr la nomina di vostro superiore finch alla fabbrica di birra ci sar il consiglio damministrazione che mi ha nominato, fino a quel momento ascolterete me. Ma laiuto bottaio disse: Solo che da oggi la fabbrica di birra unimpresa nazionalizzata e non ci sono pi padroni, i padroni adesso siamo noi, e da oggi stato nominato un consiglio di fabbrica e io ne sono il presidente. E se ne and, e il caposquadra rimase l attonito e, quando torn dallufficio, era piccolo piccolo. Rintracci laiuto bottaio disse piagnucolando: Ma io sono uno di voi, sono stato per tanti anni operaio qui alla cantina di fermentazione. Ma laiuto bottaio disse: Per ci stato contro, ha sempre voluto quello che volevano i padroni, lamore dei padroni calpesta la gente, e non solo, lei ha voluto dimostrare di essere pi bravo di noi e questo non possiamo perdonarglielo, questo non si pu davvero perdonare. Il caposquadra si oppose ancora: Ma non mi avete assunto voi. Ma il mastro bottaio disse: Non labbiamo assunta noi, ma la licenziamo noi, abbiamo deciso che faremo a meno di lei del resto la sua lettera di licenziamento gi alla posta, e sar meglio che se ne vada a casa.. E il caposquadra se ne and, poi ritorn, come sempre gli sembrava di stare solo sognando, era come il sogno di riuscire a diventare caposquadra, tanti anni prima non ci credeva, allora adesso ritorn nel cortile della fabbrica di birra, perch non ci credeva, pensava di stare solo sognando, pensava che non era possibile che fosse stato licenziato, ma nessuno lo notava pi, nessuno si accorgeva di lui, era trasparente, perch aveva perso il potere, non poteva pi licenziare un operaio e assumerne un altro al suo posto, gli operai non torturavano pi il berretto tra le mani, non chiedevano pi umilmente del lavoro, adesso i padroni erano loro. E cos accadde che in autunno, quando la mamma cominci a raccogliere le mele, quando anche il caposquadra venne a raccogliersi le mele degli alberi che aveva in assegnazione, si port i suoi cestini, le sue scale, e allora stava sulla scala e porgeva i cestini di mele che sua moglie in lacrime svuotava nelle ceste della biancheria, la mamma con due donne raccoglieva le mele mettendole nei suoi cestini, allora la moglie del caposquadra scoppi a piangere, perch la mamma stava cogliendo le mele dal suo albero, le renette a botticella che erano sempre appartenute a lei ma la mamma disse che il signor caposquadra non aveva pi voce in capitolo, che adesso quegli alberi erano suoi, perch pap era rimasto sempre in servizio e secondo i vecchi accordi come amministratore della fabbrica di birra aveva diritto alla met, e la met del frutteto arrivava fin l e quindi comprendeva anche il filare che ingiustamente si era preso il signor caposquadra, e allora la moglie del caposquadra si arrampic sulla scala dietro la mamma e si mise a raccogliere le renette a botticella, e la mamma di proposito si scrostava le scarpe piene di fango e il fango secco cadeva sulla faccia e sui capelli della moglie del caposquadra, ma lei continuava a raccogliere, e allora la mamma scese dalla scala pestando la moglie del caposquadra sulle nocche delle mani richiuse intorno al piolo della scala, dovette scendere pure lei con la mamma, e allora la moglie del caposquadra prese il cesto della mamma con le mele e lo svuot nel proprio e poi le donne si affrontarono, sembrava ormai che sarebbero venute alle mani, avevano gi preso lo slancio per gettarsi sui capelli e strapparsi le camicette e dare sfogo al vecchio odio che si rinnovava con la raccolta delle mele autunnali, quando dalla malteria si avviarono tre operai capeggiati dallaiuto bottaio, e, una volta arrivati l, laiuto bottaio disse: Anche lassegnazione ai dipendenti finita, il frutteto e la frutta sono nostri. Tutto il frutteto, portatevi via le scale, da oggi la frutta ce la raccoglieremo noi, abbiamo figli, nipotini, e, anche se non li avessimo, il giardino appartiene adesso a tutti noi, non appartiene pi ai padroni Pap si avvicinava attraversando il giardino, camminava evitando i rami, e, sentita la fine del discorso, disse con voce sommessa: Ma io non ho mai fatto il padrone. Laiutante bottaio disse pacato: Signor amministratore, lei non ha fatto il padrone, lei stato gentile e buono con noi, ma il fatto che sia stato buono con noi oggi pi che altro la danneggia, perch ha servito padroni, ma adesso qui i padroni siamo noi e, visto che qui, neanche lei sar pi il nostro amministratore, lamministratore ce lo eleggeremo dalle fila degli operai, i sindacati ci nomineranno qui un amministratore operaio, perch da domani le azioni nazionalizzate si vendono solo agli operai e gli azionisti della fabbrica di birra siamo noi, quindi abbiamo il diritto di nominare i nostri capi, come la societ borghese a responsabilit limitata aveva il diritto di nominare alla guida dellimpresa la sua gente Signora caposquadra, si prenda le mele che ha raccolto, e lei, signora amministratrice, prenda le mele che ha colto, e lei, signor amministratore, se ne vada a casa, ha un preavviso di tre mesi, in ufficio da luned non ci deve pi andare, perch abbiamo gi i nostri dirigenti. Lei stato buono con noi e noi glielo rimproveriamo, perch in questo modo ha smussato la lama della lotta di classe, capisce?. Pap scosse la testa e disse: Non capisco, ma mi rendo conto e mi adeguo. E il mastro bottaio, mentre si allontanava con i tre membri del consiglio di fabbrica, si gir e, bench con fatica, disse: Oggi stesso cominciamo anche a sgomberarle il garage, lauto se la porti via e tutte le taniche e i pezzi di ricambio pure, le metteremo tutte quelle carabattole contro il muro. E la mamma arross fino alla radice dei capelli, prese le ceste piene di mele e le svuot sullerba calpestata, sistem i cesti pi piccoli dentro quelli pi grandi e si mise a ridere e disse a pap: Ora cominceremo una nuova vita, e accarezz pap e gli sorrise e lui la guard negli occhi, questo dalla mamma non se lo aspettava, prese i cesti per i manici e se ne andarono, si guardarono intorno come per lultima volta o per la prima nel bel frutteto della fabbrica di birra, dove avevano vissuto insieme per un quarto di secolo, e videro il giardino bello come non mai, le mele sui rami emettevano colori e profumi come per accompagnarli nellultima passeggiata nel giardino dove stendevano la biancheria sulle corde ad asciugare, dove la mamma raccoglieva margherite e altri fiori di campo, ma bastava chiudere gli occhi e nellimmaginazione il giardino si ripeteva, la mamma chiudendo gli occhi avrebbe potuto non solo contare dietro le palpebre chiuse tutti gli alberi, ma riconoscere ogni albero come accade per i ricordi delle persone, dei loro volti, dei movimenti, dei loro piccoli difetti E dopo che pap ebbe portato i pezzi della macchina nella nuova rimessa, alla casetta che avevano comprato anni prima, dopo che ebbe tirato fuori la Skoda, torn in ufficio, era l per lultima volta, svuot i suoi cassetti, prese le sue penne, il nuovo direttore apriva la posta e beveva birra di prima mattina, comera sua abitudine, apr la posta la distribu e aspettava che pap se ne andasse, e pap aspettava, tergiversava, entr di nuovo nella fabbrica di birra, dimentic apposta le taniche vuote vicino muro, anche l temporeggiava, ma nessuno degli operai gli si avvicin, nessuno and a salutarlo, nessuno gli manifest la sua comprensione, neanche una parola, passavano come se pap non ci fosse, come se con la Skoda e con la motocicletta non avesse accompagnato le loro mogli a partorire, i loro figli in vacanza, come se poco tempo prima non avesse prestato loro i camion e le macchine per trasportare i mobili nuovi o il materiale per le case e le casette che si costruivano, e cos pap se ne and come se fosse stato colpevole come il signor caposquadra. Quando si fu portato via lultima scatola con le penne e i calendari e i taccuini, pap apr larmadietto e prese due lampade panciute, le lampade alla cui luce soleva scrivere anni prima, che erano sempre pronte, per il caso che se ne andasse la luce elettrica, le lampade panciute con i paralumi verdi, e mentre se le stava portando via, il direttore operaio disse: Quelle lampade, veramente, sono nellinventario della fabbrica di birra, e le tolse di mano a pap. Le compro disse piano pap. Ma il direttore operaio scosse la testa e disse con durezza: Ha gi accumulato abbastanza, ci si fatto la villa. E poi pap usc dallufficio, il direttore operaio stava aspettando proprio questo e gett dalla finestra tutte e due le lampade con tutti i paralumi verdi su un mucchio di ciarpame e di ferraglia e i paralumi verdi e i cilindri andarono in frantumi, e pap si prese la testa tra le mani e gli sembr di sentire che qualcosa allinterno si frantumava, come se gli stessero mandando in pezzi il cervello. La nuova epoca comincia anche qui disse il direttore operaio ed entr nellufficio. E cos il giorno in cui pap e la mamma traslocarono, dopo che ebbero appeso le ultime tende, dopo che pap ebbe attaccato col cacciavite il suo nome sul muretto, dopo che ebbe avvitato con cura su quattro tronchetti la cassetta verde per le lettere, allora dalla fabbrica di birra arriv lo zio Pepin con due valigie, intorno alla testa gli svolazzava un macaone e dove andava lo zio, lo seguiva volando ondeggiante quella farfalla bruna con gli occhi di pavone sulle ali. Quando lo zio Pepin ansante pos le valigie, il macaone si alz in volo sopra di lui come la colomba che annuncia limmacolata concezione, pap guardava lo zio e usc anche la mamma, e quando vide la farfalla, disse: Zio Jozin, ma dove ve ne andate, e che ci fa quella farfalla sopra di voi?. E lo zio Pepin fece un gesto con la mano e disse: Questo mostro vola con me fin dalla fabbrica di birra, appena sono uscito dallalloggio degli operai, eccomelo dietro Lo caccio, ma non ne vuole sapere. E la mamma chiese: E dove ve ne andate, zietto? A divertirvi? In gita dalle belle signorine? Quale di loro vi ha invitato?. E lo zio Pepin disse: Macch, ormai sono in pensione, e allora vengo da voi per un pochino a trovarvi. Tutto ci che ci ho lo sto portando con me. E la mamma si spavent, con tutte e due le braccia si fece scudo come per difendersi da una nube, con tutte e due le mani, e i capelli le si rizzarono dal terrore. Ma pap sorrise e disse: Dai, entra, fratello, vieni dentro. E la mamma sussurr a pap: Vedrai che rimarr da noi vita natural durante. Ma pap sorrise di nuovo e disse: E allora?. E cos lo zio Pepin si install nel seminterrato e un tempo nuovo ebbe inizio, pap impiant un giardino e lavorando cominci a cambiare, lui, lui che beveva solo caff con un pezzo di pane asciutto cominci a mangiare carne, beveva volentieri la birra, lui, che prima non la sopportava, adesso andava matto per la cipolla. E adesso che mangiava di pi pure la sua voce divenne pi forte, gli piaceva arrabbiarsi e gridare, e pi gridava, pi gli si ingrossava la voce e col gridare cominci a mangiare con appetito, e quando gli mandavano la maialatura pap non soltanto faceva fuori da solo tutta la minestra, ma mangiava anche la coppa di testa fredda, e le salsicce di fegato le mangiava senza pane e ci beveva sopra la birra. Invece lo zio Pepin, che aveva sempre mangiato cos volentieri, e dovunque fosse invitato faceva fuori sei pranzi e beveva tutto ci che chiunque gli offrisse, dunque lo zio Pepin cominci a tornare al principio, a diventare come era Franzin per il mangiare, e le pietanze di carne le lasciava l e chiedeva solo un bicchiere di latte o di caff e un pezzo di pane. Che volete, cognata, quando uno non lavora non ci ha voglia di mangiare. Ma smettendo di mangiare e mangiando solo gli alimenti fondamentali, patate e minestra, smetteva di gridare, smetteva di arrabbiarsi, non aveva pi motivo di andare urlando a tutta la citt le sue sparate, si limitava a fare un gesto con la mano, e quando Franzin si arrabbiava e gridava lo zio Pepin lo calmava giungeva le mani, si turava le orecchie e pregava Franzin di calmarsi. E cos durante il giorno i due fratelli lavoravano nellorto, lo zio affermava che cominciava a vederci poco, allora Franzin gli diede la zappetta, tese delle corde e Pepin zappettava la verdura, ma una volta scav anche i cavoli insieme alle erbacce, Franzin si mise a gridare, Pepin dovette limitarsi a zappare i vialetti. Li faceva cos profondi che diventavano delle trincee, ma Franzin era contento che lo zio facesse un po di moto, e cos lo zio zappava, ma col passare del tempo sempre di meno, ogni tanto si sedeva, e aveva imparato a camminare con i movimenti cauti dei ciechi o di chi ci vede poco, con le braccia tese tastava davanti a s, come se lo minacciasse sempre un qualche ostacolo. E come se camminassi nellacqua diceva, e poi non trov pi nemmeno il sentiero e, quando pap ce lo condusse, tastando non riusc a trovare neanche la zappetta, e quando pap gliela mise in mano, si mise a zappare in modo disordinato e non manteneva la direzione e scavava il sentiero nelle aiuole, e Franzin sbraitava e urlava. E cos i vicini, che erano abituati allo zio Pepin, cominciarono a dare consigli presso il recinto: Signor Jozef, dica un po, e se portasse qui due locomotive per arare il giardino?. Ma lo zio Pepin tastando trov il bordo del sentiero, si sedette, e Franzin intanto strillava: Che cosa, pezzo dimbecille, secondo lei in mezzo a questi teneri alberelli possiamo rimorchiare una trebbiatrice? Una locomotiva le pare un giocattolo? Come potremmo trascinare qui un bestione del genere? Dovremmo abbattere il recinto! Ma di chi stata lidea? E il vicino si teneva con le dita alla rete metallica e insisteva: Signor Jozef, un consiglio del capitano Meldk, quello che adesso presidente del circolo di giardinaggio. E lo zio Pepin guardava lontano, da tuttaltra parte, e Franzin gridava: Eh gi, perch secondo lei questo Meldk pu essere presidente del circolo di giardinaggio! E in guerra quello non e mai stato capitano. E il vicino continuava: Ma, signor amministratore, le dico che era capitano, un momento fa diceva: Io, a quei due ragazzini della villetta, glielo insegno io a coltivare il giardino. Pipnek. E pap strill: E secondo lei quellimbecille pu insegnare a qualcuncoltivare il giardino? E quale Pipnek, come si permette? Quello che lui ci ha nella zucca io e mio fratello ce labbiamo nel culo! esclam conciso pap. E il vicino disse: Meldk diceva che vi insegnerebbe a coltivare il trifoglietto e che potreste tenere delle capre, ma dovreste arare il giardino in profondit con lavanvomere. Macch allevare le capre, non mica una cosa da niente gridava pap con la zappetta in pugno, la capra una puttana golosa, a mia madre ha mangiato tre fiorini dal portamonete, e una volta avevamo messo a freddare un secchio di strutto e la capra se l bevuto, non rompa lanima con le capre, pezzo dimbecille! la mamma apr la finestra e disse: Potremmo fare un piccolo ovile per le capre vicino al garage e sarebbe guadagno. E pap scatarr e grid alla mamma: Siete tutti degli imbecilli, con le capre ci si perde sempre! Ma la mamma insisteva: Non vero niente, due capre tranquille le vorrei proprio, la mattina la capra vi sveglia e poi ve ne andreste al pascolo con le capre, che bella cosa, allaria aperta. Ma Franzin gridava che allaria aperta non ci voleva andare, gridava rivolto al fratello, che per ormai non si opponeva pi, ormai era altrove, ormai non gli veniva pi neanche in mente di gridare, tutto ci che sentiva non lo agitava pi, non gli dava motivo di arrabbiarsi, si limitava a stare seduto al margine del sentiero, stava seduto su unassicella e faceva caso solamente alla luce del sole, se ne stava seduto come in un bagno caldo e per essere felice non aveva bisogno daltro che di ci che aveva intorno, di quel tiepido silenzio. Io non ci vedo pi? diceva Pepin, e Franzin si mise a gridare: Che cosa? Non ci vedi? Tu non vuoi vederci, ecco come stanno le cose!. E lo zio Pepin disse piano: Io le capre non riuscirei a trovarle tastoni nellovile. E la mamma disse dalla finestra: Basterebbe che vi accompagnassi al pascolo, zio Pepin, poi al pascolo vi legherei le capre al braccio, mamma era contenta che lo zio si lasciasse attirare nel gioco, ma lo zio Pepin fiss lo sguardo sulla finestra, dove brillavano le tende chiare, e fece un gesto con la mano e disse: Che cosa ve ne frega. Ma ci sarebbe latte e il latte di capra fa buon sangue! disse il vicino con voce speranzosa, ma invece dello zio Pepin, che aveva fatto un gesto con la mano e si era zittito definitivamente, fu Franzin a gridare: Ma che cosa sta dicendo? Mio fratello Pepin, che il tenente gli mandava cognac e champagne, e si divertiva con le signorine, e in societ era lui a condurre la conversazione, che una volta i poliziotti se lo sono portato via lungo disteso, adesso dovrebbe bere latte di capra?. Il vicino allarg entrambe le mani a ventaglio e disse: Ma al maestro piaceva cos tanto cantare e ballare, se cantasse alle capre, quelle avrebbero tanto latte, Micurin scrive che quando si canta e si fa sentire la musica alle vacche, danno pi latte. Ma invece di Pepin si arrabbi pap: Che cosa sta dicendo? Micurin insegna che si possono coltivare le mele sui salici, innestarli, ma che ne pu sapere quello dellallevamento delle capre? Come si permette? gridava pap, e si mise in posizione dattacco ed esclam: Pepin, vieni diamogli un einfacher stoss dritto sul naso, come soldati austriaci, vieni, diamogli addosso!. E pap fece un affondo diretto col manico, infil il manico della zappetta attraverso la rete metallica, e aggiunse allegramente: E il soldato austriaco sar di nuovo vincitore, e guardava suo fratello, ma lo zio Pepin era silenzioso, guardava altrove, fece solo un gesto con la mano, come se quel che era stato detto non valesse ormai neanche un solo urlo, un solo movimento, perch tutto era vano, ormai tutto era vano. Eppure lo zio si lasci trascinare ancora una volta da Franzin, si misero a cercare funghi, porcini. E Franzin dovette utilizzare ancora linganno, la prima volta che andarono nei boschi di Dymokury Franzin prima di partire compr tre porcini, e la mattina, quando presero il treno, videro che con loro partivano altri cento cercatori di funghi, quando arrivarono a Rozdalovice scesero tutti precipitosamente, tutta una mandria di cercatori di funghi arrabbiati luno con laltro e il bosco era pieno di urla e di esclamazioni e di richiami. E Franzin sapeva come fare per allontanare da s i cercatori che gli passavano vicino, lasci passare un cercatore e subito, sul bordo del bosco, tir fuori il porcino che aveva comprato e lo sollev dietro al cercatore che si affrettava e disse: Ma i funghi lei li lascia l?. E sollev il porcino comprato e il cercatore si ferm, fulminato e pap pul il porcino e lo mise nel cestino dello zio, e lo zio lo tast e lo annus e si beava e pap utilizz cos i tre porcini comprati, per allontanare da s i cercatori di funghi, sempre dietro a un cercatore tir su il secondo e il terzo fungo, e il cercatore dietro il quale pap aveva trovato il porcino era ormai tanto distrutto dallinvidia che cominciava a cercare male. E cos i fratelli camminavano per il bosco, Franzin guidava lo zio nellattraversare i fossati e poi si sedevano, lo zio prendeva i porcini, li odorava e pap urlava di entusiasmo. Poi per cominciarono a venire dalla stazione della cittadina dove il tempo si fermato tanti di quei cercatori di funghi che pap disse che sarebbe stato meglio andare in cerca di funghi nel pomeriggio, ma la stessa cosa probabilmente se lerano detta anche gli altri cercatori di funghi, e cos alla stazione nel pomeriggio si incontrarono di nuovo tutti quanti, poi decisero di andarci in autobus, ma di nuovo vicino allautobus si accalcarono tutti i cercatori di funghi che prima andavano in treno, erano cos tanti che dovettero far partire un autobus in pi, e cos pap disse che la cosa migliore sarebbe stata andare in macchina, ma la mattina allalba dalla cittadina dove il tempo si fermato usc una colonna di macchine e motociclette e biciclette e tutti andavano di nuovo nella stessa direzione, e quindi si ritrovarono di nuovo tutti quanti nel bosco e ciascuno aveva gli altri a portata di mano e di occhi. E pap decise che, seguendo le indicazioni del professor Smotlacha, avrebbero cominciato a raccogliere anche i funghi non commestibili e i funghi sospetti. Pap portava con s un tegamino e un pezzetto di burro e con lo zio Pepin cominciarono a coltivare la micologia sperimentale. E avevano funghi continuamente, quasi dalla fine della primavera sino allautunno inoltrato. Cominciarono col raccogliere colombine e famiglie di zolfini, accesero un focherello, fecero soffriggere la cipolla nel burro, aggiunsero una vescia e unamanita panterina. Pap diede la frittura di funghi prima allo zio Pepin e aspett una mezzoretta, e chiedeva allo zio: Jozka, non ti sembra di sentire suonare le campane?. E dato che lo zio non sentiva le campane, oppure le sentiva, ma era solo lo scampanio della campana della chiesa o il tintinnio del campanello di una bicicletta, anche pap mangi la frittura e la trov buonissima. Una volta per rimasero nel bosco per cinque ore intere, pap aveva aggiunto pi vescia o tartufo e, dopo aver mangiato, erano rimasti nel bosco perch gli si erano paralizzate le gambe. Lo zio Pepin era contento che non avrebbe pi dovuto camminare, che sarebbe stato invalido, che lo avrebbero portato sulla sedia a rotelle. Ma un paio dore dopo lo zio rimase deluso. Le forze ritornarono ed entrambi arrivarono alla stazione a piedi e se ne tornarono a casa. In quel periodo Franzin cominci a sentirsi molto in forma mangiando quei funghi sospetti, portarono con s anche la mamma, ormai si erano spinti tutti e due tanto lontano, che avevano fatto una frittura di porcini del fiele e di boleti luridi e di agarici, con alcune elvelle, che secondo il professor Smotlacha contengono acido elvellico e diedero da mangiare quella prelibatezza di funghi prima alla mamma, e poi, mezzora dopo, visto che la mamma non aveva sentito nessuno scampanio, la mangiarono pure loro, le elvelle raccolte la mamma le mise sottaceto e le trov ottime, molto migliori dei porcini. E poi a Franzin venne in mente che quelle elvelle in conserva, se si mettono sotto aceto aromatizzato con lassenzio insieme a gallinacci e anche a steccherini e piedi di capra, chiamati anche pagnottine, poi si possono mettere in una coppetta, aggiungendo qualche goccia di limone e un pochino di worchester e di tabasco, e questo misto di funghi ha il sapore dei pi delicati frutti di mare e dellaragosta. E cos accadde che una volta scesero a Trebestovice e mentre Franzin e Pepin tenendosi per mano attraversavano il campo di calcio vicino al boschetto, Franzin fa, cos che rosseggia laggi? E tornarono indietro e rimasero sbalorditi, poi si inginocchiarono e raccolsero un cestino colmo di bei porcinelli rossi. E poi rimasero seduti sulla rena al margine del boschetto a riscaldarsi, e poi alla stazione i cercatori di funghi, che avevano cercato per tutto il giorno e sul fondo del cestino avevano un paio di funghi commestibili, gli gridarono contro che li avevano comprati da qualche parte, che quella di Franzin e Pepin era una provocazione. E cos accadde che la sera, quando a casa la mamma per la prima volta rifece una frittura di classici funghi commestibili, vomitarono tutti e tre e allo zio Pepin vennero svenimenti, diarrea, poi gli venne una gran sete e di nuovo da vomitare, poi un dolore sordo alla testa, i crampi ai polpacci e a tratti vedeva doppio e aveva uno scampanio continuo nelle orecchie. Quando portarono la famiglia allospedale, perch avevano le gambe paralizzate da sei ore, il primario disse che si erano tutti avvelenati coi funghi commestibili, cosa che alla fine era accaduta anche al professor Smotlacha, che pure fu trovato in profondo stato di incoscienza dopo aver ingerito dei porcini. 10. Una volta pap torn con lo zio senza funghi, ma estremamente eccitato. Il giorno dopo compr le gomme per i camion, quelle pi grandi, le caric sulla Skoda quattrocentotrenta, tir fuori i sedili posteriori e l sistem gli attrezzi e le leve e anche il suo tornio a pedale e poi lo zio Pepin, presero con s del cibo per alcuni giorni e delle coperte e se ne andarono nel bosco. Il giorno prima, mentre erano in cerca di funghi, in mezzo ai rovi pap aveva trovato un camion marca White, che significa bianco, e quel camion lo aveva affascinato tanto, in effetti era senza gomme, gli erano ormai cresciuti sopra rovi di more e di lamponi, nella cabina era addirittura cresciuta una piccola betulla, ma quando pap aveva sollevato il cofano, era rimasto di stucco. Il motore era intatto, perch era cromato o di un acciaio speciale, non era un motore, era unofficina intera, e quando guard il telaio, scopr che il camion aveva la trazione integrale, e allora con lo zio Pepin sollevarono col cric una ruota dopo laltra, inserirono le gomme sui cerchioni e, quando il camion fu in piedi, pap smont il carburatore, poi lo spinterogeno, lo zio ormai vedeva di nuovo tutto come dentro lacqua, allora pap gli diede da toccare ogni pezzo e lo zio annuiva contento. Poi pap tir fuori anche la testata del motore e url di gioia, il motore non sera nemmeno ingrippato, era ancora ben oliato, come se avesse smesso di funzionare il giorno prima E pap allora controll il livello della benzina, ne vers dalla tanica e inser la manovella di avviamento e facendole fare un giro fece girare lentamente il motore, perch avesse abbastanza miscela e si trovasse al punto morto superiore, e poi avvi e il motore part, e pap correva di qua e di l per il bosco e gridava e cantava, e lo zio Pepin scatarr, voleva cantare pure lui un bel do di petto, ma la voce lo trad, voleva ballare pure lui col fratello e solo per fare piacere al fratello, ma inciamp e cadde tra i lamponi e le more. E pap sal in cabina, pigi lacceleratore e il motore romb, emise una voce allegra, il canto allegro e bianco del motore, poi pap tagli i piccoli tronchi della betulla, e riusciva gi a regolare i giri del motore usando lacceleratore E poi si sedette nella cabina di guida, diede gas, con cautela e con angoscia schiacci la frizione, inser la marcia, e quando lasci la frizione la fronte gli si imperl, ma il White non solo si mise in movimento, non solo part, ma si trascin dietro anche il boschetto che gli era cresciuto sopra e lo strapp senza misericordia, strapp via con facilit tutti i gambi e le radici che a centinaia e con enorme gusto gli erano cresciuti intorno, e quel motore non temeva nemmeno il pantano, pap gridava e lo zio, che pap aveva messo seduto accanto a s, voleva gridare pure lui qualcosa di allegro, per far piacere al fratello, ma non emise neanche un suono. E pap era cos entusiasta che mise Pepin a sedere accanto a s e gli diede il volante, apr la porta e salt fuori dalla cabina, lo zio Pepin si limitava a tenersi al volante ed era ammutolito dalla paura e poi anche dalla fiducia di cui lo aveva onorato il fratello, che gli aveva affidato la guida del camion, non poteva accadere nulla, perch il White si faceva strada attraverso la radura lentamente e quasi al passo E pap da dietro guardava la sponda, poi sorpass di corsa il White e lo guardava da davanti come se non ne avesse mai visto uno, come se vedesse un camion per la prima volta, e guardando il White da tutte le parti e da tutte le angolature, ogni volta vedeva che quel camion era un bel veicolo, e sar ancora pi bello dopo che gli avr fatto fare le sponde nuove, di quercia. E in quel momento sent che tutta la vita aveva vissuto solo per quel momento, in sostanza il fatto che era stato contabile e poi amministratore e infine direttore della fabbrica di birra era stato un errore, in realt dallinizio avrebbe dovuto fare lautista di professione, sent che quel suo amore per i motori adesso era diventato professionalit, proprio come se uno per trentanni avesse scritto dopo il lavoro per hobby poesie e racconti chiudendoli nel cassetto e poi avesse avuto il coraggio di interrompere il lavoro, lasciarlo e non fare altro che quello a cui sentiva di essere chiamato. E cos pap usc col White sulla strada, si ferm, poi torn a prendere la Skoda 430 e con quella raggiunse il White, in cui lo zio Pepin stava seduto e stringeva spasmodicamente il volante, poi pap fece un altro chilometro col White e di nuovo torn a prendere la sua macchina, e cos, un pezzo alla volta, pap entr nel cortile e la notte non riusc a dormire, ogni momento si svegliava e con la torcia elettrica andava a guardare il camion, sollevava il cofano e di nuovo ispezionava il motore, e leuforia non lo abbandonava. La mattina dopo and subito al Comitato nazionale a dichiarare quello che aveva trovato, e dal Fondo di ricostruzione nazionale compr il camion per diecimila corone del deposito vincolato. E subito si occup delle sponde nuove, e un mese dopo pap comunic alle autorit che avrebbe trasportato verdura col White, dato che aveva una pensione bassa. E cos pap trasportava verdura, lo zio Pepin viaggiava con lui come scaricatore, questo sempre, quando arrivarono sul campo oppure al deposito della verdura, gli domandarono: E lo scaricatore dov?. E pap chiese che lo aiutassero a tirar fuori lo zio Pepin dalla cabina, lo estrassero e quando videro che lo zio era effettivamente in grado di portare le cassette con la verdura, ma che molte volte invece che sul camion portava la cassetta di lato, mancando il camion, allora rimisero lo zio nella cabina e aiutarono loro stessi, e quando poi vedevano il camion di pap e lo zio Pepin come aiutante, gli operai del deposito dicevano vogliamo finire prima, lo zio meglio lasciarlo sul camion E cos pap chiuse le sponde, continuavano a lanciargli delle altre cassette, pap poi leg con cura il carico con delle corde e con una gran risata si mise al volante, mise le bolle daccompagnamento nella tasca laterale e non era mai stato cos contento come al pensiero che sarebbe andato con il camion in citt sconosciute, oltre le colline e le montagne, e ascoltava White marciare, e durante il viaggio pap cantava e lo zio Pepin berciava con lui. E una volta arrivati al luogo di destinazione pap faceva marcia indietro verso la passerella o verso il deposito, quando gli chiedevano se aveva con s uno scaricatore, pap diceva di s, ma perch lo aiutassero a tirare fuori lo scaricatore, e dopo che avevano tirato fuori lo zio Pepin, e dopo che avevano visto in che condizioni era ridotto, preferivano rimetterlo lo dovera e lo mettevano a sedere su una sedia e caricavano loro stessi le cassette, perch tutti volevano finire in fretta di caricare. Cos pap trasportava verdura, poi trasport stufe fino in Moravia, niente poteva debellare pap, in qualche modo lo aiutava il tempo che andava contro di lui, adesso lo aveva aiutato a rimettersi in piedi, era come se per pap gli anni, mentre aumentavano, in realt si detraessero, riacquistava la forza che aveva da giovane, e mise su i muscoli e le spalle, e aveva le mani come pale e le dita rigide e separate, quando la serrava, la sua mano diventava il pugno di un operaio, proprio come quello che cera sui manifesti. Anche pap, come Pepin prima, cominci a raccontare fatti grotteschi di quando era giovane, quando raccontava gridava e strepitava, proprio come gridava, quando raccontava, lo zio Pepin, che per ormai era tanto malridotto che si limitava a sorridere, e poi in fondo pap aveva capito che lo zio Pepin, per non dover gridare e strepitare, faceva arrabbiare pap facendogli delle domande e dicendo apposta frasi mal formulate, cos pap gridava proprio come lo zio Pepin aveva fatto per un quarto di secolo da quando era arrivato alla fabbrica di birra per due settimane. E anche la vista non andava poi cos male, quante volte pap aveva detto: Cos, Jozka, che sta passando?. E lo zio Pepin: Una vecchia in bicicletta. E pap aveva detto: E cosa trasporta sul manubrio, un collare?. E lo zio si era messo a strillare sottovoce: Che vai cianciando, quella l trasporta una corona funebre. E pap aveva detto: E che c scritto sul nastro? Riposa in pace?. Ma lo zio Pepin aveva dato unocchiata e aveva detto: Ma come leggi, possibile che sei tanto stupido, come la mattina agli esami? L ci sta Ultimo addio. E poi pap sospirava e lo zio Pepin giocherellava con le dita, perch sapeva che non era vero che non ci vedeva, ma adesso laveva dimostrato, che ci vedeva, che ci vedeva anche molto bene. Ma lo zio Pepin aveva deciso che ci vedeva male, e quindi ci vedeva male. Pap gli diede da firmare gli auguri di compleanno per la cugina, ma lo zio firm a lato, sul tavolo, sulla tovaglia dincerata. E cos pass la primavera, e pap ora trasportava gassose e limonate. E a maggio partirono con le bibite per la cittadina vicina, dove cera la festa per linaugurazione del monumento a un celebre generale, ma pap appena partito dovette cambiare una gomma, e cos fece tardi. Quando lui e lo zio Pepin arrivarono nella cittadina, un tenente dellartiglieria li ferm e comunic a pap di aspettare, perch dieci minuti dopo sarebbe cominciata la salva di artiglieria dal fossato insieme allinaugurazione del monumento, da cui sarebbe stato rimosso il drappo. Ma pap disse che in due minuti doveva oltrepassare la batteria di artiglieri, che portava proprio le bibite per il festeggiamento ed era gi mattina inoltrata e sicuramente gli scolari che assistevano alla scopertura del monumento avrebbero avuto sete come tutti i giovani del mondo. E allora il tenente dellartiglieria di nuovo si colleg via radio con la piazza della cittadina e da l gli dissero che il camion con le bibite poteva passare perch cera abbastanza tempo. E pap fece il saluto e il White part, andava lentamente e pap vedeva i cannoni nel fossato, centoventidue millimetri, con un servizio di sette artiglieri, e cos oltrepass il primo cannone, quando pass oltre il secondo cannone vide lartigliere nel sole, era in piedi con la carica accanto al cannone, vicino al terzo cannone pap not che i serventi si stavano gi inginocchiando accanto agli affusti e li legavano saldamente a terra E il White cominci per la prima volta nella vita a sputacchiare, sicuramente una scoria nel carburatore, e pap si spavent e lo zio Pepin disse: Non vorrei che crepasse cos, ci abbiamo ancora sette cannoni davanti!. E White si ferm e pap si busc cos un reumatismo, adesso pap avrebbe avuto di nuovo bisogno che qualcuno gli scaldasse col cannello le giunture, e non solo il ginocchio, ma anche le giunture delle braccia, teneva il volante e vedeva che il tenente da lontano gli faceva segno di sparire, gli faceva cos: sci, sci! Il tenente scacciava il White come si fa con le galline, e pap si domin e salt fuori, sollev il cofano e poi torn a prendere il cacciavite e le chiavi e con movimenti rapidi sganci il carburatore, e dopo che pap ebbe svitato la vaschetta e sbloccato lugello e ci ebbe soffiato dentro vide che il tenente ascoltava la radio e poi con un movimento della mano dann pap, guard lorologio, alz la mano guardando lorologio da polso, e tutti gli artiglieri erano concentrati, alcuni soldati si tappavano le orecchie e poi nella mattina di sole il tenente diede lordine con un movimento della mano e la prima salva part, e pap vide che quella prima salva aveva divelto le sponde dalla fiancata del White, le sponde cadendo spazzarono via tutte le gassose e le schegge di vetro come una bufera di neve si spinsero lontano nella campagna scintillando e pap sent che lo spostamento daria aveva strappato il cofano, e quella fu probabilmente la sua salvezza, perch sul cofano come su un orecchio di elefante pap vol nellaria sopra al campo che maturava, come volava nellaria alle feste religiose il signor Jirout, un maltatore che da giovane si faceva sparare dal cannone alla festa del patrono, e quando la forza dellaria si attenu, pap sul cofano tocc terra, planando arriv sul margine del fossato, ma teneva sempre il carburatore, e poi fu coperto da uno spruzzo di vetri e vetrini e poi una seconda salva rovesci il White e spazz via le cassette rimaste e la gassosa gi in frantumi e le sponde divelte sorvolarono pap e poi altri colpi, pap aveva il tempo di sporgere la testa per vedere che ogni volta il White veniva spostato un po pi lontano e rivoltato da unaltra parte e ad ogni colpo ne rimaneva sempre di meno, e pap si sforzava di vedere attraverso la polvere cosa era successo allo zio Pepin e, calatosi nel fossato, pap vide che lo zio Pepin stava seduto sul sedile del White in un cespuglio di biancospino e rose selvatiche, probabilmente come lui era volato in aria e aveva toccato terra nei cespugli che avevano attutito il colpo, e dopo ogni scarica di salva donore dellartiglieria i cespugli erano scossi da una forte corrente e lo zio dondolava come in una vecchia carrozzina a dondolo di vimini. E poi linaugurazione solenne con la scopertura del monumento sulla piazza della cittadina cominci con un discorso che con gli altoparlanti era trasmesso da tutti i megafoni