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LIBERALIZZAZIONI E ACCESSO ALLE ESSENTIAL FACILITIES: REGOLAMENTAZIONE E CONCORRENZA NELLO STOCCAGGIO DI GAS NATURALE di Alberto Cavaliere 1. Introduzione Nel corso dell’inverno 2005-2006, il manifestarsi di una crisi degli ap- provvigionamenti 1 ha evidenziato l’inadeguatezza delle infrastrutture di im- portazione e stoccaggio di gas, insufficienti rispetto ai fabbisogni di un mer- cato caratterizzato da una domanda in continua crescita. D’altra parte la carenza di capacità era già stata evidenziata nell’indagine conoscitiva sullo stato della liberalizzazione del settore, condotta congiuntamente dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM d’ora in poi) e dall’Au- torità per l’Energia Elettrica e il Gas (d’ora in poi AEEG) 2 . In particolare, il ricorso anticipato all’impiego delle scorte strategiche ha evidenziato l’esau- rimento dell’offerta di stoccaggio di modulazione in piena stagione invernale. È così divenuto di dominio pubblico il razionamento che caratterizza la do- manda di stoccaggio dopo la liberalizzazione ed è emerso il delicato ruolo che la stessa attività di stoccaggio svolge nell’ambito della filiera. L’opportunità di stoccaggio rappresenta per il settore del gas un elemento distintivo rilevante rispetto al settore dell’energia elettrica, poiché consente di superare i problemi di bilanciamento posti dal differente profilo che do- Versioni precedenti di questo articolo sono state presentate alla prima Conferenza Nazionale dellaSocietàItalianadiDirittoedEconomia(SIDE),Siena,novembre2005eallaXIXRiunione Scientifica della Società italiana di Economia Pubblica (SIEP), Pavia, 13-14 settembre 2006. La stesura di questo articolo ha notevolmente beneficiato del lungo periodo di collaborazione con la Direzione Gas presso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Desidero ringraziare un anonimo referee per i commenti costruttivi. Le valutazioni espresse sono strettamente personali e resta na- turalmentemialaresponsabilitàpereventualierroriedomissioni. 1 Per un riepilogo dei fatti relativi all’emergenza gas si veda: Autorità per l’energia elet- trica e il gas (2006). Una breve analisi critica è contenuta in Cavaliere (2006). Più in generale sull’esperienza italiana di liberalizzazione del mercato del gas si veda Cavaliere (2007). 2 AGCM e AEEG (2004). 29 POLITICA ECONOMICA / a. XXIII, n. 1, aprile 2007

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LIBERALIZZAZIONI E ACCESSO ALLE ESSENTIAL FACILITIES: REGOLAMENTAZIONE E CONCORRENZA NELLO STOCCAGGIO DI GAS NATURALE

di Alberto Cavaliere

1. Introduzione

Nel corso dell’inverno 2005-2006, il manifestarsi di una crisi degli ap-provvigionamenti1 ha evidenziato l’inadeguatezza delle infrastrutture di im-portazione e stoccaggio di gas, insufficienti rispetto ai fabbisogni di un mer-cato caratterizzato da una domanda in continua crescita. D’altra parte lacarenza di capacità era già stata evidenziata nell’indagine conoscitiva sullostatodella liberalizzazionedelsettore,condottacongiuntamentedall’AutoritàGarante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM d’ora in poi) e dall’Au-torità per l’Energia Elettrica e il Gas (d’ora in poi AEEG)2. In particolare,il ricorso anticipato all’impiegodelle scorte strategicheha evidenziato l’esau-rimentodell’offertadistoccaggiodimodulazione inpienastagione invernale.È così divenuto di dominio pubblico il razionamento che caratterizza la do-manda di stoccaggio dopo la liberalizzazione ed è emerso il delicato ruolochelastessaattivitàdistoccaggiosvolgenell’ambitodellafiliera.

L’opportunitàdistoccaggiorappresentaperilsettoredelgasunelementodistintivo rilevante rispetto al settore dell’energia elettrica, poiché consentedi superare i problemi di bilanciamento posti dal differente profilo che do-

�Versioni�precedenti�di�questo�articolo� sono� state�presentate�alla�prima�Conferenza�Nazionale�della�Società�Italiana�di�Diritto�ed�Economia�(SIDE),�Siena,�novembre�2005�e�alla�XIX�Riunione�Scientifica� della� Società� italiana� di� Economia� Pubblica� (SIEP),� Pavia,� 13-14� settembre� 2006.� La�stesura�di�questo�articolo�ha�notevolmente�beneficiato�del� lungo�periodo�di� collaborazione� con� la�Direzione� Gas� presso� l’Autorità� per� l’energia� elettrica� e� il� gas.� Desidero� ringraziare� un� anonimo�referee�per� i� commenti� costruttivi.�Le�valutazioni�espresse�sono�strettamente�personali�e� resta�na-turalmente�mia�la�responsabilità�per�eventuali�errori�ed�omissioni.

1 Per un riepilogo dei fatti relativi all’emergenza gas si veda: Autorità per l’energia elet-trica e il gas (2006).Unabreveanalisi critica è contenuta inCavaliere (2006).Più ingeneralesull’esperienzaitalianadiliberalizzazionedelmercatodelgassivedaCavaliere(2007).

2 AGCMeAEEG(2004).

29POLITICA ECONOMICA / a. XXIII, n. 1, aprile 2007

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manda e offerta d’energia assumono nel tempo3. Con la liberalizzazione an-che il segmento dello stoccaggio deve essere considerato come attività indu-striale separata, rispettoallaproduzione,alla trasmissionedigas inaltapres-sione,all’importazioneeallavendita.Lostoccaggiononèun’attivitàdireteenoncostituisceunmonopolionaturale,magli impiantidistoccaggioesistentipossono essere condivisi dalle imprese operanti nella vendita, e in partico-lare di quelle impegnate a servire i clienti del mercato civile, per garantirela disponibilità sufficiente di gas in qualunque circostanza. Lo stoccaggio è,infatti,uno strumento idoneoa far fronte ex-ante alla variabilità stagionale eall’incertezzadelladomanda, riconducibile siaa ragioniclimatiche, siaad in-terruzioni delle forniture dovute a ragioni accidentali o geopolitiche. Le im-prese nuove entranti, al pari dell’incumbent, devono essere sempre in gradodi soddisfare la domanda dei clienti finali, pena la perdita della loro reputa-zione di fornitori affidabili. Per cui la disponibilità di sufficiente capacità distoccaggiopuòcostituireunabarrieraall’entratanellavendita.

Laprimadirettivaeuropeaintemadiliberalizzazionedelmercatodelgas(98/30/CE) non prevedeva espressamente l’accesso separato agli impianti distoccaggio e pertanto tale servizio poteva essere offerto congiuntamente allatrasmissione del gas in alta pressione, da parte delle imprese di trasporto.La seconda direttiva (2003/55/EC) richiede almeno la separazione contabiledelle attività di stoccaggio, rispetto alla rete di trasmissione, all’approvvigio-namentoeallavenditadigasedispone inoltre, incapoalle impresedi stoc-caggio, l’obbligo di fornire l’accesso ai terzi. Tuttavia i Paesi membri nel re-cepirelanuovadirettivapossonoancoraoptarefraaccessoregolatoeaccessonegoziato.

La concessionedi talepossibilità è frutto anchedeldibattito riguardantelanaturadegliimpiantidistoccaggio.Nontrattandosidiunmonopolionatu-rale, lo stoccaggio è potenzialmente duplicabile e pur costituendo un «collodi bottiglia», per le imprese che non hanno ancora sviluppato propri im-pianti, non si può escludere che si affermino più imprese di stoccaggio inconcorrenza fra loronell’offertadi servizi.Vedremo inoltreche lostoccaggioèpotenzialmente sostituibileconaltri servizinelgarantire sufficiente flessibi-lità ai venditori di gas. Si pone dunque innanzitutto un quesito circa la na-turadiessential�facilitydegliimpianti,aifinidellesceltediregolamentazione.Le norme europee richiedono a tutti i Paesi di garantire l’accesso condivisoallo stoccaggio, ma a livello nazionale deve essere risolto il problema della

3 Com’è noto tale opportunità non può esistere fisicamente nel settore dell’energia elet-trica, che deve garantire il bilanciamento istantaneo fra domanda ed offerta, contando solosulladisponibilitàsufficientedicapacitàdiproduzioneedimportazione.

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regolamentazione ottimale dell’accesso, tenuto conto sia degli obiettivi di al-locazione efficiente delle risorse, sia della relazione verticale fra imprese distoccaggioed impresedivendita, invistadell’affermazionedellaconcorrenzanelmercato.

Sitrattadiproblemirilevantiancheperl’Italia,cheèstataprecedutasolodal Regno Unito nell’implementare, la separazione legale degli impianti distoccaggio con la costituzione della nuova società (Stogit) e la regolamenta-zionedelle tariffedi stoccaggiodapartedell’AEEG,andandocosìoltre i re-quisitiminimi impostidallanormativaEuropea.Lapresenzadiunmonopo-liodi fattonello stoccaggio, con lapresenzadiuna societàdiproprietàENI– a sua volta impresa dominante nella vendita di gas – ed il razionamentonella domanda di servizi di stoccaggio, ripropongono a livello nazionale ilproblema della configurazione e della regolamentazione ottimale di tale atti-vità, in un mercato formalmente aperto alla concorrenza ma sostanzialmenteancora esposto al potere di mercato4. Si tratta di un tema rilevante nel-l’agenda attuale della liberalizzazione, come segnalato fra l’altro dall’AEEG5richiedendo di implementare una vera e propria separazione proprietaria fraENIeStogit.

Nel secondo paragrafo faremo riferimento alle conclusioni della dottrinadelle essential� facilities,� così come emergono nella giurisprudenza antitrustamericana ed europea. Nel paragrafo tre discuteremo le caratteristiche fon-damentalidellostoccaggio,dal latodelladomandaedell’offerta.Ilparagrafoquattrosaràdedicatoall’applicazionedel test sviluppatonellagiurisprudenzaantitrust per riconoscere l’esistenza di una essential� facility. Nel paragrafocinque lo stesso test sarà applicato al caso italiano e sarà analizzata l’espe-rienzanazionale in temadiregolamentazionedell’accessoallostoccaggio.Se-guirannoalcuneconclusioni.

2. Concorrenza�e�regolamentazione:�la�dottrina�delle�«essential�facilities»

Nell’ambito del settore dello stoccaggio, la possibilità di preferire tariffee condizioni di accesso negoziabili, fra impresa di stoccaggio ed imprese divendita del gas, rimanda implicitamente all’eventualità che in alcuni mercatinazionali esista un livello di concorrenza tale da rendere non necessaria l’at-

4 Si vedano a questo proposito le conclusioni dell’Indagine conoscitiva sulla liberalizza-zione del mercato del gas in Italia condotta congiuntamente dall’Autorità per l’energia elet-tricaedilgasnaturaleedall’AutoritàGarantedellaConcorrenzaedelMercato(2004).

5 Si vedano la Segnalazione al Governo e al Parlamento, in materia di stoccaggio di gasnaturale.AEEG(2005a,b).

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tività di regolamentazione ex-ante. Potrebbe essere sufficiente un’attività diregolamentazioneex-post, finalizzata a garantire che l’accesso allo stoccaggiofosseeffettivamenteconcessoa tuttigliutenti (impresedediteallavenditadigas)acondizioninondiscriminatorie.Analizzeremoquindilerelazionifrare-golamentazioneeconcorrenzanel settoredellostoccaggiodigasapartiredaun tentativo d’applicazione della dottrina delle essential� facilities, seguendo iprincipi offerti da un approccio di regolamentazione ex-post, al fine di indi-viduarelesoluzioniottimaliperlaregolamentazioneex-ante.

La dottrina delle essential� facilities è stata sviluppata inizialmente nel-l’ambito della prassi antitrust statunitense, volta ad accertare se il rifiuto diun’impresa di contrattare con altre l’accesso ai suoi impianti (refuse� to� deal)non implicasse una strategia di monopolizzazione del mercato e non fossequindisanzionabileinbaseallasecondasezionedelloSherman�Act(Pitofssky,Patterson e Hooks, 2002). In Europa il rifiuto d’accesso può essere inqua-drato nei casi di abuso di posizione dominante e quindi essere sanzionabileinbaseall’Articolo82delTrattatodiRoma.

L’origine del concetto di essential� facility è tradizionalmente individuatadalla giurisprudenza statunitense nel cosiddetto Terminal� Railroad� Combi-nation� Case6, riguardante uno snodo ferroviario il cui controllo consentival’eserciziodiunpoteredimonopolioneiconfrontidiogni rete inentrataedin uscita dal medesimo. Un consorzio di società ferroviarie acquistò la pro-prietàdellosnodoesi trovònellaposizionedi farvalere ilpropriopoteredimercato, al fine di escludere le imprese concorrenti dall’accesso a tale infra-struttura. La Corte Suprema ritenne quindi che il miglior rimedio a questadistorsione della competizione fosse l’imposizione dell’obbligo di ammetterealconsorzioancheiconcorrenti,considerandoessenzialel’accessoallosnodopercompeteresulmercatodeiserviziferroviari.

Altri due casi, frequentemente citati come esempi d’applicazione delladottrinadelleessential�facilities�(Pitofssky,PattersoneHooks,op.cit.),hannoin comune con il precedente il riferimento a relazioni verticali tra imprese,una delle quali operante sia a monte, in condizioni di monopolio naturale,sia a valle in concorrenza con le imprese che richiedono l’accesso agli im-pianti situati a monte7. Ad esempio nel caso Otter� Tail un’impresa operantesul mercato all’ingrosso di energia elettrica e proprietaria della rete di tra-smissione rifiutò ad alcuni gestori municipali sia l’accesso alla rete – richie-stoal finedi convogliarenei loroComunienergiaprodottada imprese terze

6 United�states�v.�Terminal�R.R.�Ass’n.224U.S.383(1912).7 L’esistenzadiuna relazioneverticalenonè tuttaviaunacondizionenecessariaper invo-

careladottrinadelleessential�facilities.

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– sia la cessione di energia all’ingrosso per poterla rivendere direttamente aldettaglio.Eracosì impeditoalleaziendemunicipalidiparteciparealmercatodella distribuzione e della vendita di energia nei rispettivi Comuni, con evi-dente distorsione dei meccanismi concorrenziali. La Corte Suprema stabilìanche inquesto casoche il rifiutodi contrattaredapartediOtter�Tail, con-figuravaunaviolazionedell’art. 2delloSherman�Act,�vistoche la retedi tra-smissione rivestiva il ruolo di essential� facility. La giurisprudenza precedentediede quindi luogo a decisioni simili anche nell’ambito di livelli inferiori digiurisdizione, come dimostrato dal caso MCI� Communications� v.� AT&T Co.,affrontato in Corte d’Appello. In tale caso fu imposto al monopolista verti-calmente integrato delle telecomunicazioni AT&T di concedere l’accesso allasuarete localeal finediconsentireaiclienti finalidiusufruireanchedeiser-vizi a lunga distanza (ad esempio telefonate interurbane) offerti dai concor-renti. A tal proposito ricordiamo che mentre la duplicazione di reti a lungadistanza non è di per sé inefficiente, la rete locale (o «ultimo miglio») costi-tuisceunmonopolionaturale.Tuttavia ilricorsoallarete localeè indispensa-bileperoffrirequalsiasi tipodiservizio,dalmomentoche implica laconnes-sioneall’utentefinale,pressoilqualeoriginaoterminailserviziomedesimo.

Maggiormente controversa è stata l’estensione della dottrina al di fuoridei servizi di pubblica utilità8. Ciò non esclude affatto che la dottrina delleEssential� Facilities possa essere applicata ad altri settori9. Piuttosto è stato

8 Un caso frequentemente citato è Aspen, riferito alla controversia sorta fra due impiantisciistici situatinell’omonima localitàdelColorado,unodeiquali controllava trepiste a frontedell’unica pista controllata dall’altro (Pitofssky, Patterson e Hooks, 2002). Dopo molti anninei quali i titolari avevano offerto congiuntamente un abbonamento settimanale che consen-tiva indifferentemente l’uso di uno qualsiasi dei quattro impianti, il gestore dotato di tre im-pianti (Aspen�Skiing�Co.)decisedioffrireun abbonamento alternativodellamedesimaduratache dava però accesso solo ai suoi impianti. Il concorrente (Aspen� Highlands) perse quindiquote di mercato in seguito a tale decisione, contro la quale fece ricorso ottenendo poi unverdetto a suo favore in Corte d’Appello. Il verdetto infatti stabiliva che l’abbonamento aiquattro impianti costituivaunaessential� facility e che ladecisionedapartediAspen�Skiingdinonoffrirlopiùdipendevadall’intenzionedicreareunaposizionedimonopolio.LaCorteSu-premaescluseesplicitamenteilricorsoalladottrinadelleEssential�Facilitiesperstabiliredaunlato che non sussisteva alcun obbligo del convenuto di contrattare con l’attore nella manieradesiderata da quest’ultimo e che tuttavia la condotta dell’attore si configurava come compor-tamentoanticompetitivo.SecondoAreeda (1989) il convenutoera impegnato inuna formadi«quasi exclusive dealing» dal momento che ai fini pratici il suo comportamento equivalevaall’offerta di un abbonamento settimanale alla condizione che gli sciatori non utilizzassero gliimpiantidelconcorrente.

9 Tipico è il caso riguardante l’Associated� Press (Associated� Press� vs.� United� States, 326U.S.I1945), famosaagenziadistampacreatadacirca1200quotidianial finediottenere l’ac-cessoreciprocoallenotiziediffusedaognimembroesfruttare leeconomiedi scalanellapro-

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rilevato come l’espandersi dell’applicazione della dottrina a una molteplicitàdi industrie implichi poi la necessità da parte dell’Autorità Antitrust di tro-varedeirimedispecifici,disciplinandosia ilprezzosia lemodalitàdiaccessoall’infrastruttura ritenuta di volta in volta essenziale, un compito che esuladagli interventi ex-post a tuteladella concorrenza e che è tipico invecedellaregolamentazione ex-ante. Nel caso dei servizi di pubblica utilità l’esistenzadi Agenzie di regolamentazione implica che l’ onere di disciplinare l’accessopossaricaderesuquesteultime(Gorinson,1989;Owen,1989),unavoltachel’AutoritàAntitrustabbia imposto l’accessosullabasedelladottrinadelleEs-sential�Facilities.

Più in generale l’opportunità di applicare la essential� facility� doctrine de-riva dalla considerazione di un trade-off fondamentale. Da un lato, imporrel’obbligo d’accesso ad infrastrutture ritenute essenziali è apparso funzionalerispetto al fine di preservare lo sviluppo della concorrenza nei settori con-siderati. Dall’altro, tale obbligo è apparso come un limite eccessivo al di-ritto dei proprietari d’infrastrutture di escludere dai frutti dei loro investi-menti e, più in generale del loro successo imprenditoriale, coloro che nonavevano inalcunmodocontribuitoadottenerli.L’applicazionedelladottrinaconfigurerebbe,infatti, una sorta di esproprio ai danni dei proprietari dellefacilities esistenti, inducendo al contempo le imprese nuove entranti ad ap-profittaredi taliasset�senzapreoccuparsidi investirerisorse incapacitàaddi-zionale.Apparentementequestamotivazionecontrolaconcessionedeldirittod’accessopuò apparire fondata solo su argomentidi tipo etico, senon ideo-logico,equindiscarsamentegiustificabilesulpianoeconomico.

Tuttavia l’obiezione al diritto di accesso potrebbe essere fondata anchedalpuntodivistamicroeconomico.Occorreconsiderare la riduzionedell’in-centivo ad investire (e ad innovare) che può conseguire dall’obbligo di con-cedere l’accesso. In tal senso potrebbe manifestarsi un classico trade-off fraefficienza statica e dinamica. Il contrasto appare particolarmente evidente,quando si consideri l’estensione della dottrina delle essential� facilities allaproprietàintellettuale.

duzione di informazione. La politica di ammissione di nuovi membri evidenziò l’esclusionedei concorrenti e ciò indusse la Corte Suprema a ritenere che tale comportamento avesse ca-ratterediscriminatorio,configurandocosìunaviolazionedelloShermanAct.Areeda(1989) inproposito ricorda che il verdetto della Corte non implicava l’obbligo da parte dell’agenzia diammettere chiunque e che il ricorso alladottrinadelle essential facilities derivava dalla consi-derazione che la produzione e diffusione di informazione ha la natura di servizio di interessegenerale e come tale è assai simile ai servizi di pubblica utilità. Dunque l’obbligo di ammis-sionedei concorrenti andavanelladirezionedi salvaguardare lamassimizzazionedei flussi in-formativiabeneficiodituttiicittadini.

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Da un alto non vi è motivo per escludere che anche attività intangibilisiano riconosciute come essential� facilities. D’altra parte però la titolarità didiritti di brevetto o di copyright include per sua stessa natura la possibilitàdi escludere i non titolari dal godimento dei medesimi, così da proteggerel’incentivoadinnovare.Tuttavia,secondolagiurisprudenzaamericana,èpos-sibile solo introdurreunapresunzione inmerito alla correttezzadel compor-tamento tenuto dall’impresa escludente. Questa potrebbe abusare del dirittodi monopolio, legittimamente conquistato grazie ai suoi sforzi innovativi, alfinedi limitare lacompetizionesuunaltromercatonelquale l’accessoall’as-set intangibileprotettodaidirittidiproprietà intellettualesirivelaessenziale.In tal caso si potrebbe invocare la dottrina delle essential� facilities per di-mostrarelaviolazionedelladisciplinaantitrustedimporreconseguentementela condivisione dei suddetti diritti. Le conclusioni della giurisprudenza ame-ricana non sono tuttavia univoche10, mentre sembra ormai appurato che ilrifiuto di concedere licenze d’accesso alla condivisione della proprietà intel-lettualepossaessereconsideratounaviolazionedelladisciplinaeuropeadellaconcorrenza(TempleLang,2004)11.

Nelcasodellepublicutilities(nonnecessariamentericonducibiliamono-polionaturale)12occorreancheconsiderarechespessoessesonosortegraziea forme di finanziamento pubblico e a sussidi di vario tipo. In tal caso nonsi configurerebbe alcun esproprio, nella misura in cui il proprietario dell’in-frastruttura non ha investito risorse proprie nell’attività che dovrebbe essereoggetto di condivisione e quindi non avrebbe ragione di opporsi al dirittod’accesso. Tale opposizione o determinerebbe l’esclusione dell’impresa dalmercato incui intendecompetereo laobbligherebbea sostenerecon risorseproprieoperazionid’investimentochel’incumbentesistentehafinanziatoconsussidi pubblici. Dunque anche in questo caso possono essere invocate ra-

10 Posizioni differenti sono emerse nel caso Image� Technical� Services� v.� Eastman� Kodak�Co,� nel quale è stata superata la presunzione di legalità del rifiuto a contrattare una volta ac-certato il comportamento anticompetitivo messo in atto dal detentore del diritto di proprietàintellettuale, e nel caso CSU� v.� Xerox, in seguito al quale sembra sia stata concessa una quasiimmunità, rispetto all’accusa di violazione della legge antitrust, ai titolari di brevetti o dicopyright.SivedainpropositoLévê¢que(2005),nota5,p.4.

11 Esemplaredaquestopuntodivistaè stato il casoMicrosoft.Lanota impresanel1998è stata accusata da un concorrente di negare informazioni essenziali sul sistema operativoWindows, al finedi impedire lo sviluppodiprodotti alternativi aquelli giàoffertidalla stessaMicrosoft. La Commissione Europea ha successivamente condannato quest’ultima, ritenendofra l’altro che l’informazione non fornita costituisse una essential� facility� per competere nelmercatodel softwareeobbligandoMicrosoft aconcedere ledovute licenze,nonostante l’invo-cazionedellaprotezionegarantitaaidirittidiproprietàintellettuale(Lévê¢que,2005).

12 Sivedalanota1inPitofsky,PattersoneHooks(2002),p.443.

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gioni economiche per concedere l’accesso. Il rifiuto d’accesso si tradurrebbeinfatti inunabarrieraall’entratanel sensoche imporrebbealnuovoentranteun costo di ingresso sul mercato che l’incumbent� non ha dovuto sostenerea suo tempo per affermarsi nello stesso tipo di industria (von Weizacker,1980).

Per quanto riguarda poi in particolare il mercato dell’energia le direttiveEuropee di liberalizzazione hanno ormai comportato il superamento dell’as-settoverticalmente integratodella filiera (Cavaliere,2007),disponendo la se-parazione fra attività monopolistiche (trasporto e distribuzione) e potenzial-mente concorrenziali (produzione, importazione e vendita). Le prime sonoautomaticamente considerate essential� facilities per poter competere nelle se-condeepertanto iproprietari (ex-monopolisti verticalmente integrati)hannol’obbligo di concedere l’accesso non discriminatorio ai terzi (nuovi entranti)che, al momento dell’apertura del mercato sono privi di tali infrastrutture(principiodelthird�party�access).

Tuttavia il sostegno degli investimenti (da cui può ugualmente dipen-dere lo sviluppo della concorrenza se la capacità delle infrastrutture è in-sufficiente) trae al contrario beneficio dalla concessione del diritto d’esclu-siva al proprietario dei nuovi impianti che dovrebbero sorgere (Caillaud eTirole, 2004). Non a caso la Commissione Europea, avendo constatato cheil decollo della concorrenza nei mercati liberalizzati dell’energia trovava unostacolo nella congestione delle infrastrutture e nella carenza di nuova capa-cità, ha disposto l’esenzione dall’applicazione del principio del Third� Party�Access (TPA) alla capacità incrementale risultante dai nuovi investimenti chesiano funzionali ad aumentare il gradodi concorrenzanelmercatodell’ener-gia elettrica e del gas naturale, introducendo così un limite alla garanzia diaccessoalleessential� facilities.Taleesoneroèstatoquindiaccoltoanchenellalegislazione nazionale (legge 239/04) che consente ai nuovi investitori di de-stinare l’80% della capacità incrementale di importazione e stoccaggio alpropriousoesclusivo(comprendendoquindilafacoltàdiconcederel’accessonegoziatoaiconcorrenti).Taletensionefraincentiviallaconcorrenzaeincen-tiviall’investimentononcostituisce solounasfidaper lecorrentipolitichediliberalizzazione, ma anche un terreno fertile per l’analisi economica (Gans,2001;GroutePark,2004eCaillaudeTirole2004).

3. Lo�stoccaggio�di�gas�naturale:�funzioni�e�impianti

Inquestoparagrafo analizzeremo l’attivitàdi stoccaggio siadal latodelladomandachedal latodell’offerta, illustrandocosì sia le funzioni svoltedallostoccaggio che le caratteristiche degli impianti in relazione ai servizi offerti.

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In generale si può affermare che gli impianti di stoccaggio offrono alle im-prese che operano nel mercato del gas la flessibilità necessaria per servireuna domanda incerta e fluttuante nel tempo a fronte di un’offerta che pre-senta un profilo diverso. Nei sistemi verticalmente integrati lo stoccaggiosvolge funzioni di ottimizzazione dei flussi di gas e degli investimenti nellarete di trasmissione13, nei sistemi liberalizzati appare maggiormente la fun-zione ancillare dello stoccaggio rispetto alla vendita sul mercato finale e cre-sce l’impiego «commerciale» di tale strumento per sfruttare i differenziali diprezzoneltempo(Chaton,CretieVilleneuve,2007).

3.1.� La�domanda�di�servizi�di�stoccaggio

I consumi di gas naturale, specialmente nel settore civile, variano consi-derevolmente e strutturalmente a livello stagionale, settimanale e giornaliero,soprattuttoacausadell’andamentodelladomandadigasperilriscaldamentodomestico. L’imprevedibilità dei fenomeni climatici può poi comportare ilmanifestarsi d’improvvise punte di domanda. In compenso il profilo dell’of-ferta è legato alle caratteristiche ed alla prossimità dei giacimenti di produ-zione. Nel caso in cui l’offerta sia composta soprattutto da gas importato, lecaratteristiche dei contratti comportano un profilo o completamente piattooppure congradidi flessibilità variabili anche in ragionedella forza contrat-tualedegliimportatoririspettoagliesportatori.Soloselaproduzionesitrovain prossimità dei mercati di consumo (Regno Unito) è possibile modularladirettamente sull’andamento della domanda, riducendo così il ricorso allostoccaggio.

Gli impianti di stoccaggio soddisfano quindi diversi tipi di richieste. In-nanzitutto vi è una domanda� di� modulazione� stagionale che è soddisfattainiettando il gas nei giacimenti durante la stagione estiva ed erogandolo du-rante l’autunno e l’inverno. Tale domanda deve essere distinta da quella di�prestazioni� di� punta per far fronte alla richiesta massima che si può presen-tare nei giorni più freddi della stagione invernale, pur escludendo le punte

13 Gli investimenti in stoccaggio possono essere visti da un lato come sostituti degli in-vestimenti inmetanodottipoichéconsentonodi contenere la capacitàdiquestiultimi rispettoa quanto sarebbe necessario in assenza di stoccaggio. In quest’ultimo caso, a rigore la capa-cità dei metanodotti dovrebbe essere adeguata alla portata massima richiesta dalle punte didomanda, dando luogo ad un vistoso spreco poiché la frequenza con cui tali punte si verifi-canoèassairidottaneltempo.D’altraparteselostoccaggioconsentediridurrelaportatadeimetanodotti, l’estensione e l’incremento di capacità di questi ultimi dovrebbe andare di paripassoconl’incrementodellacapacitàdistoccaggio.

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eccezionalichesimanifestanoconfrequenzeventennaliechepossonoessereimputate allo stoccaggio� strategico. La richiesta di stoccaggio riconducibile atali eventi climatici è spesso considerata separatamente proprio per la minorfrequenza con cui tali eventi si presentano. Vi è poi una domanda di modu-lazione settimanale e giornaliera. Questa può essere soddisfatta attraverso lostoccaggiodigasdirettamenteneimetanodotti(linepack).

Lostoccaggiopuòpoiessereutilizzatoperfarfronteadimprovviseinter-ruzioni delle forniture che potrebbero derivare sia da eventi accidentali chegeopolitici (nel caso di dipendenza dalle importazioni di gas naturale extra-UE,) iqualiprovochino ilvenirmenodelle fornitureprovenientidaPaesiri-schiosisulpianodellastabilitàistituzionale(stoccaggio�strategico)14.Inoltrelostoccaggioèd’ausilioall’attivitàdiproduzionedigas(stoccaggio�minerario).

Con l’avvento della liberalizzazione e lo sviluppo degli scambi e della li-quidità sui mercati spot, lo stoccaggio può essere utilizzato come strumentod’arbitraggio suiprezzi (il ciclo stagionaledi immissione-erogazione siprestaa sfruttare il differenziale nei prezzi fra estate ed inverno) e più in generalecome strumento di flessibilità per garantire il bilanciamento dei flussi di gasin seno alla rete. Infatti, con la rottura dell’integrazione verticale il coordi-namento degli scambi passa dall’impresa (presente in tutti i segmenti dellafiliera) al mercato e dovrebbe essere il prezzo a garantire il continuo equi-librio fra erogazioni (domanda di gas) ed immissioni (offerta di gas) in senoalla rete, comeavvienenelmercatodi altre commodities. Infatti, se l’impresache gestisce la rete resta responsabile del bilanciamento dei flussi fisici, ilbilanciamento in senso commerciale è affidato alla responsabilità dei singolishipper,cioèallediverseimpresechericorronoallaretepervettorialeilgaseconcludere i loro scambi sulmercato.Allora ilbilanciamentodella retedeveaffidarsi ad incentivi economici15 e la flessibilità garantita dall’accesso allostoccaggioèd’ausilioalleimpresenelrispettarel’equilibriofrailgasimmessoin rete e il gasprelevato.L’impresadi stoccaggiopuòquindioffrire vari tipidi servizi innovativi che soddisfano la domanda di flessibilità delle impreseimpegnate nell’approvvigionamento e nella vendita sul mercato. Tali servizihanno quindi un orizzonte temporale molto più breve e danno luogo a ciclid’iniezioneederogazioneancheinsensooppostoallamodulazionestagionaleosettimanaledelleforniture.

14 Sulla definizione ottimale dei fabbisogni di stoccaggio strategico si veda Chaton, CretieVilleneuve(2006.)

15 Questi ultimi dovrebbero consistere o nel pagamento di penali di sbilanciamento e/onel pagamento di prezzi per gli sbilanci (positivi o negativi) nel caso in cui esista un veroe proprio mercato per il bilanciamento come accade ad esempio nel Regno Unito (Wright,2006).

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3.2.� L’offerta�di�servizi�di�stoccaggio

L’offertadei servizidi stoccaggio tradizionalmente si articola in servizidi«spazio» e di «punta». I servizi di «spazio» si riferiscono tradizionalmente(ma non esclusivamente) alla soddisfazione di domanda di modulazione me-diante l’immissione(edilsuccessivogradualeprelievo)divolumidigasnellospazioresodisponibileneigiacimenti.Lalorooffertasidistingueinbaseallacapacitàdisponibileperiniettareederogaregassecondoilcicloillustrato.Lacapacitàdegli impianti interminidispazioèridottadallaquantitàdigaschedeve essere mantenuta costantemente presente per assicurare l’erogazione digas in terminidipressioni richieste.Talequantitàdigasè tecnicamentenotacome cushion� gas, che si distingue così dal gas ciclicamente iniettato ed ero-gato(working�gas)diproprietàdegliutenti.

I servizi di «punta» si riferiscono alla capacità massima degli impianti dierogare determinati quantitativi nell’arco di un’unità di tempo, tradizional-menteinungiorno.Lecapacitàmassimed’erogazionesonocorrelateaquelled’iniezione ed entrambe sono ottenute anche grazie all’installazione d’im-piantidi compressionedel gas, i quali regolano lapressionedell’impiantodistoccaggio rispetto a quella del gas che proviene o viene immesso nella reteditrasmissione.

Esistonodiversetipologied’impiantidistoccaggio:giacimentiesauriti,ac-quiferi,cavitàsalineeserbatoi(reservoir)Gnl(Gasnaturaleliquefatto).Igia-cimenti esauriti, prima adibiti all’attività di produzione di gas naturale, sonodi ampiezza tale da offrire notevoli prestazioni in termini di spazio disponi-bile, ma evidenziano minori capacità in termini di punta. La loro conforma-zione geologica è tale per cui il gas viene necessariamente erogato a velocitàcontenute (e variabili per giacimento), incrementabili solo con investimentiaddizionali in capacità di compressione. Prestazioni analoghe sono eviden-ziate dagli acquiferi. Le cavità saline sono di dimensioni strutturalmente piùcontenute rispettoaigiacimenti esauriti.Le loroprestazioni in terminidi ca-pacità di spazio sono quindi minori. Esse evidenziano invece notevoli pre-stazioni in termini di punta, essendo adatte ad erogare notevoli quantitatividi gas in tempi ridotti rispetto ai giacimenti esauriti. I serbatoi Gnl possonoesserepartedellafilieraGnl16cheprevedela liquefazionedelgasnei lontanisiti di produzione, il trasporto via nave metaniera e la successiva rigassifica-zionenegli impianti costieriprossimiaimercatidi consumo.Unavolta com-piuta la rigassificazione, il metano presente nei serbatoi può essere veloce-

16 Tali impianti possono anche essere localizzati all’interno della rete di trasmissione na-zionalepereliminarecongestionilocali,comeaccadeadesempionelRegnoUnito.

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menteerogatoequindianchequesti impianti,quandoadibitiastoccaggio,sicaratterizzanoperleloroprestazionidipunta.

La classificazione compiuta degli impianti di stoccaggio evidenzia impli-citamente che il numero di siti di stoccaggio è limitato sia da considerazionigeologiche, che determinano il numero di giacimenti esauriti e cavità salinedisponibili in un determinato territorio, sia da considerazioni temporali poi-ché, una volta scelto un sito, la sua trasformazione in un vero e proprio im-piantodistoccaggiorichiedealcunianni.Nondevonopoiesseretrascurateledifficoltà di localizzazione, dovute all’eventuale opposizione degli enti locali.Leprestazionipossonoesseremoltodiverse fraunsitoe l’altroe, conriferi-mentoalcasodeigiacimentiesauriti, ilrischiominerarioincidesullacertezzadi tali prestazioni nel corso del tempo, sebbene gli sforzi sul piano tecnolo-gicopossanocontribuireamigliorareleprestazionimedesime.

Gli impianti possono essere caratterizzati da economie di scala conside-revoli, ma, vista la dimensione del mercato, non tali da determinare la sub-additivitàdella funzionedi costo.Lo stoccaggiodigasnaturalenoncostitui-scequindiunmonopolionaturaleInlineadiprincipioèquindipossibilecheimpianti di stoccaggio appartenenti ad imprese diverse siano in concorrenzafra di loro nell’offerta di servizi di spazio e/o di punta per soddisfare la do-manda di flessibilità da parte delle imprese impegnate nella vendita di gasai clienti finali.D’altrapartepoiché alcuni impianti offronomaggioripresta-zioni di spazio ed altri di punta, la pluralità degli impianti, anche sotto ilprofilo proprietario, non garantisce di per sé un sufficiente grado di concor-renzanelsettoredellostoccaggio.

4. Lo�stoccaggio�è�un’infrastruttura�essenziale?

La dottrina delle essential� facilities, così com’è venuta a configurarsi at-traverso i casi esaminati dalla giurisprudenza, non consente di definire consufficientegeneralità eprecisione le caratteristichecheun’infrastrutturadevepossedere per essere considerata essenziale17. Pertanto, l’attribuzione dellaqualificadiessential�facilityadunassetrichiedeun’analisicasopercaso.Tut-tavia l’esperienzamaturatahasviluppato l’impiegodi testsperstabiliresegliassetconsideraticostituisconoomenounaessential�facility.

17 A questo proposito Areeda (1989) ha sostenuto che «The� essential� facility� doctrine islessadoctrinethananepithet, indicatingsomeexceptionstotherighttokeepone’screationstooneself,butnottellinguswhatthoseexceptionsare»

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I criteri oggetto del test possono essere riassunti nei seguenti quattropunti18:1)La facilitydeveesserecontrollatadaun’impresadominante2)Leimprese concorrenti interessate all’accesso non sono praticamente e ragione-volmenteingradodiriprodurrelafacility3)L’accessoallafacilitydeveesserenecessario per poter competere nel mercato interessato 4) La fornitura del-l’accesso alla facility deve essere realizzabile. I quattro criteri rappresentanocondizioni necessarie per l’esistenza di un’essential� facility e soltanto quandosono contemporaneamente soddisfatti si può ragionevolmente affermare cheè necessario garantire l’accesso al fine di evitare monopolizzazioni (secondola terminologia USA) o abusi di posizioni dominante (secondo la terminolo-giaeuropea)sulmercato.

Svilupperemoun’applicazionedel test agli impiantidi stoccaggioper ap-prossimazioni successive, valutando prima se le caratteristiche di tale attivitàlarendanoriconoscibilecomeessential�facilitypercompeterenelmercatodelgas, per poi passare al caso particolare dell’Italia. Non esistendo ancora unveroepropriomercatounicoeuropeo, lavalutazionecirca l’attribuzioneallostoccaggiodellaqualificadiessential� facilitydeveesserenecessariamenterife-ritaallastrutturadelsettoredelgasnaturaleinciascunPaese.

4.1.� Monopolizzazione

Per quanto riguarda il primo criteri, occorre ricordare che l’offerta distoccaggio nei singoli Paesi europei spesso dipende da divisioni dell’ex-mo-nopolista, che svolge il ruolo d’impresa dominante nel mercato del gas (se-parazionecontabile),oppureda impresenatedalla separazionesocietariadelmonopolista stesso e quindi ancora controllate in tutto o in parte dal me-desimo. L’offerta di stoccaggio avviene spesso in condizioni di monopolio esovente l’impresa monopolista nello stoccaggio è dotata direttamente o indi-rettamenteanchediunconsistentepoteredimercatonelsegmentodellaven-dita di gas. Le direttive europee non prescrivono dismissioni degli impiantidapartedell’impresadominantedistoccaggio,al finedicrearecompetizioneinquesta fasedella filiera19.Lamotivazionediquesta sceltapotrebbeessere

18 Test di questo tipo, per quanto non esattamente identici, sono riportati in vari studiriguardanti la Essential� Facility� Doctrine. Si veda ad esempio Pitofsky, Patterson e Hooks(2002),p.448.

19 Daquestopuntodivistailsegmentodistoccaggiopotrebbeessereassimilatoallagene-razionedienergiaelettrica,perlaqualeinveceladismissionediimpiantiimpostaall’ex-mono-polista al fine creare concorrenza è stata una caratteristica della liberalizzazione (si pensi alladismissionedellecosiddetteGencodapartedell’ENEL,nelcasoitaliano).

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ricondottaallanecessitàdi conservare leeconomied’integrazione incapoal-l’impresa di stoccaggio (gestione integrata dei giacimenti) ma anche al fattoche, attraverso il controllo indiretto della proprietà della società di stoccag-gio, l’impresa dominante ex-monopolista conserva ingenti riserve strategichedigas.L’ammontareditaliriservecondizionasiailsuovaloredimercatocheil suo potere di contrattazione per quanto riguarda l’approvvigionamento digas.Neicasi incuiesistonopiù impresedi stoccaggio, ilcontrollodelprimorequisito dovrebbe essere demandato all’effettuazione di un test sul poteredimercato, simile aquello tradizionalmenteusato casoper casodalla FERC(Federal� Energy� Regulatory� Commission) negli Stati Uniti per decidere se re-golamentare le tariffe di stoccaggio oppure lasciare la formazione del prezzoallaliberanegoziazionetraleparti.

4.2.� Duplicazione

In merito invece al secondo criterio occorre verificare la possibilità, dapartedeinuovientrantisulmercatodelgas,diricorrereaproprie infrastrut-ture di stoccaggio. La duplicazione deve essere verificata sia in senso fisicoche economico. Dal punto di vista fisico la duplicazione delle infrastrutturedi stoccaggio trova limiti nella disponibilità di siti idonei dal punto di vistageologico (enon solo).Ciò significa chenon tutti i nuovi entrantinella ven-ditadigaspotrebberoprocurarsiunpropriositodi stoccaggio.D’altraparteè sempre possibile che più imprese formino joint-ventures per investire col-lettivamente in un sito. Altri limiti potrebbero derivare dall’opposizione am-bientale locale contronuove installazioni industriali, comeconseguenzadellacosiddetta sindrome NIMBY (Not� In� My� Back� Yard) e tenuto conto dei ri-sultati delle VIA (Valutazioni di Impatto Ambientale). I limiti alla duplica-zione in senso fisico devono quindi essere verificati caso per caso. La dupli-cazione deve però essere possibile anche in senso economico e resta esclusain caso di sub-additività della funzione di costo. Questo non è, però il casodello stoccaggio di gas naturale, che non costituisce un monopolio naturale.Tuttavia l’impossibilitàeffettivadiduplicazionedalpuntodivistaeconomicopotrebbe emergere anche per la presenza di barriere all’entrata o di satura-zione del mercato (Durante, Moglia e Nicita, 2001). Nel caso dello stoccag-gio potremmo essere effettivamente in presenza di una barriera all’entrata,nellamisuraincui inuovientrantidovrebberosopportareintuttooinparteun costo non sopportato in passato dall’incumbent. Ciò potrebbe dipenderead esempio dal fatto che in passato l’incumbent ha ottenuto in concessionegiacimenti di produzione poi adibiti a stoccaggio a prezzo nullo dallo Stato,mentre i nuovi entranti dovrebbero corrispondere un corrispettivo per le

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nuove concessioni. Nel caso dello stoccaggio i problemi di saturazione po-trebberomanifestarsisel’assetfosseduplicabileinsensofisicomal’offertadiservizidi stoccaggio fosse taledasaturare ladomandadistoccaggioesistente(eccessodiofferta).

Come si può intuire un’interpretazione più o meno restrittiva del requi-sitodiduplicazionepuòesseredecisivonelqualificareomenoun’infrastrut-turadistoccaggiocomeessential�facility.Daquestopuntodivistaoccorreri-cordarecheproprio lagiurisprudenzaeuropeacon la sentenzaBronner20hadi fatto elaborato un criterio relativamente semplice (per quanto restrittivo)per verificare la duplicazione in senso economico (Bergman, 2003) in capoadunpotenzialeentrantedidimensioniparagonabiliall’incumbent.

Data la domanda di mercato e la tecnologia, si ipotizzi che attraverso lalibertàdientratasirealizziunduopoliosimmetricosianelmercato(amonte)dei servizi offerti dall’infrastruttura essenziale, sia nel mercato (a valle) nelquale tali servizi costituisconoun inputper competere (ilmercatodella ven-dita di gas). Nel caso in cui i profitti ottenuti dai duopolisti su entrambe imercati siano non negativi allora la duplicazione è possibile e quindi l’in-frastruttura non risulta essenziale. Nel caso del mercato del gas e con rife-rimento alla situazione attuale è relativamente più frequente incontrare unastruttura di mercato caratterizzata da un’impresa monopolista nello stoccag-gio, mentre nel mercato a valle della vendita di gas accanto ad un’impresadominante (che controlla a monte lo stoccaggio) si sviluppa una frangiacompetitiva di imprese minori nuovi entranti, nessuna delle quali può averedimensioni paragonabili all’incumbent e quindi essere in grado di diventareduopolistasimmetricosianellostoccaggiochenellavendita.

La mera applicazione del criterio derivante dalla sentenza Bronneravrebbe quindi come esito la non duplicazione in senso economico degli as-set di stoccaggio. Secondo un approccio meno restrittivo al requisito di du-plicazione,puòesseregiustificabilerichiederelafunzionalizzazionedell’infra-struttura rispetto ai fabbisogni dei nuovi entranti, in base all’esigenza prio-ritaria di creare nuovi mercati e/o di incrementare il grado di concorrenzasui mercati esistenti, esigenza che tipicamente si manifesta in caso di libera-lizzazione21. L’accesso ad una determinata facility, per un periodo di tempopur limitato,può essere infatti l’unico strumento atto a consentire che inunmercatoappenasorto laconcorrenzasisviluppi inuntemporagionevoleesicreinoinunsecondotempolecondizionieconomichedibaseperladuplica-

20 SullasentenzaBronnersivedaadesempioBastianon(1999).21 Si veda a questo proposito la comparazione con la liberalizzazione del mercato delle

telecomunicazioniinDurante,MogliaeNicita(2001).

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zione della facility stessa22. Tale approccio favorisce implicitamente la tuteladei nuovi entranti, anche di piccole dimensioni rispetto all’incumbent, comecondizionenecessariaper il decollodella concorrenza inunmercato appenaliberalizzato.

4.3.� Essenzialità

Il terzo criterio richiede che la facility sia effettivamente necessaria per iconcorrenti e quindi non agevolmente sostituibile con altri asset. Il requisitodell’essenzialità, per quanto riguarda l’accesso allo stoccaggio, è particolar-mente delicato e deve essere verificato riguardo alla potenziale sostituibilitàdello stoccaggio di gas con altri input adeguati a soddisfare i fabbisogni diflessibilità delle imprese operanti nella vendita di gas. Possiamo valutare lasostituibilità riguardoalledueprincipali funzioniche svolge lo stoccaggio: lamodulazione stagionale e la copertura della domanda di punta. Per quantoconcerne la domanda di modulazione stagionale, lo stoccaggio è sostituibiledalla modulazione della produzione di gas, nei Paesi che ne dispongono inmisura sufficiente (è il caso del Regno Unito), oppure dalla flessibilità deicontratti d’importazione take� or� pay23, nei Paesi maggiormente dipendentidall’approvvigionamento estero (come ad esempio l’Italia). Le richieste diflessibilità per periodi più brevi (mensili, settimanali) possono anche es-sere soddisfatte dal ricorso al mercato spot, se sufficientemente liquido. Perquanto riguarda invece la copertura della domanda di punta lo stoccaggioè sostituibile dai contratti interrompibili relativi alle forniture industriali op-puredalle sceltedi fuel� switcing disponibili per le impresedotatedi centralitermoelettrichepoli-combustibileedoperanticongiuntamentesiasulmercatodell’elettricità, sia sulmercatodelgas (questoadesempioè il casodiENELin Italia). Le imprese potrebbero interrompere le forniture di gas ai clientiindustrialie/oallecentralitermoelettriche,perliberarerisorsedadestinareal

22 Siconsideriadesempionelcasodelletelecomunicazionimobili l’imposizionetempora-neaall’incumbentdell’obbligodiconcederealnuovoentranteilcosiddettoroamingnazionale,cioèlapossibilitàdiavvalersidellaretediunaltrooperatoreinquelleareeincuiilprimononhaancorarealizzatolapropriainfrastruttura.Cfr.Durante,Moglia,Nicita(op.cit.p.35).

23 Ricordiamoche l’approvvigionamentodigasmediantecontrattidi lungo terminecon iPaesi esportatori prevede l’applicazione di clausole che impongono il pagamento di determi-nati quantitativi di gas indipendentemente dal ritirino dei quantitativi stessi, così da garantireil finanziamentoelarealizzazionedegli ingenti investimenti iniziali.Taliclausolenoteappuntocome take� or� pay, possono riguardare solo una parte dei quantitativi contrattati ed essere af-fiancate da clausole che consentono un grado più o meno ampio di flessibilità circa il ritirodeiflussidigasneltempo.

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mercato civile. L’interruzione delle forniture potrebbe anche tradursi nell’in-terruzione(totaleoparziale)dellaproduzioneindustrialeotermoelettrica24.

Le (modeste) evidenze empiriche a disposizione dimostrano che a livelloeuropeo la domanda di modulazione stagionale nel 2004 era soddisfatta permetàconilricorsoallostoccaggioepermetàconilricorsoadaltreformediflessibilità. Nel caso della domanda di servizi di punta, la proporzione rela-tivaalricorsoallostoccaggiorisultaancoramaggiore,collocandosifrail60%e l’80%25.Naturalmente si trattadivalutazionibasate suiprezzi relativicor-renti. Al mutare di questi ultimi tale proporzione potrebbe ben modificarsi.Unavalutazionemetodologicamentecorrettadellasostituibilitàdellostoccag-gio richiederebbe una stima dell’elasticità incrociata riferita al mercato rile-vante, che in questo caso coincide con il mercato della flessibilità di ciascunPaese.Perquantoèanostraconoscenza,talestimanonèstatamaicompiutae incontrerebbe la difficoltà di non poter rilevare il prezzo della flessibilitànel caso di strumenti che non sono venduti su un vero e proprio mercato,ma derivano da scelte strutturali e congiunturali interne alle imprese. Tutta-via attraverso un confronto fra il valore delle vendite di gas, realizzate conproporzionidiverse fra stoccaggioe strumentialternatividi flessibilità, sipo-trebberoottenereinformazioniutilialriguardo.

Anche tralasciando le valutazioni quantitative, restano due questioni cru-ciali nel determinare l’essenzialità dello stoccaggio per la competizione nellavenditadi gas.Perquanto lo stoccaggio sia sostituibile,pernessuna impresatalesostituibilitàpuòritenersicompleta,inparticolareperquantoriguardalasoddisfazionedelladomandadipunta26.D’altraparteanchese lostoccaggiocostituisse un servizio essenziale solo per soddisfare la domanda di punta,l’erogazionedelgasdipunta richiederebbecomunque la richiestadiunaca-pacitàdispazionell’impianto.

In secondo luogo occorre tener conto che sul mercato del gas operanoimprese che dispongono in misura diversa di questi sostituti, ma anche im-prese che non ne dispongono affatto, specialmente nel periodo immediata-mente seguente alla liberalizzazione del mercato. Queste ultime sono le im-prese minori che operano sul mercato all’ingrosso senza disporre né d’im-piantidiproduzionenédicontrattid’importazione–edipendonoquindidaaltri concorrenti per il loro approvvigionamento – ma che svolgono in ognicaso funzioni di compravendita e virtualmente dovrebbero procurarsi tutta

24 SivedanoaquestopropositoleevidenzecitateinWright(2006).25 Cfr.GlobalInsight(2004).26 Ad esempio nel Regno Unito, dove la disponibilità abbondante di produzione di gas

nazionale consente di modulare alternativamente le forniture, le imprese ricorrono anche allostoccaggio.

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laflessibilitàattraversolostoccaggio.Lescelte inmeritoall’accessoallostoc-caggiocondizionanoquindiparticolarmente lepossibilitàperqueste impresedi competere sul mercato e d’altra parte, come vedremo nel paragrafo suc-cessivo, le asimmetrie nella disponibilità di sostituti si rivelano un elementofondamentale nel determinare l’efficienza dell’allocazione della capacità distoccaggiofraleimprese.

Nelvalutare l’essenzialitàdelle facilitiesdistoccaggiononbisognatrascu-rare che la domanda di modulazione e di copertura delle punte climaticheriguarda soprattutto le imprese impegnate a servire il mercato civile, poichéè soprattutto il consumodi gasper riscaldamentocheorigina la variabilità el’imprevedibilità della domanda. Negli usi prettamente industriali la variabi-litàèminore,anchesecomevedremoè increscita ladomandadi stoccaggioper gli usi termoelettrici. A rigore i nuovi entranti nel mercato del gas, chenon dispongono in misura sufficiente di stoccaggio e/o di sostituti, potreb-bero limitarsi a servire i clienti industriali. Tuttavia ciò potrebbe costituireuna forte limitazione allo sviluppo della competizione nella vendita. Quindise si assegna all’infrastruttura un ruolo� essenziale� per incentivare lo sviluppodella concorrenza27 (ritenendo questa la finalità primaria da raggiungere se-condo il legislatore ed il regolatore), allorapossiamo ritenere che lo stoccag-giosiauna facilityessenzialeseunoperatore,purgiàpresente inunanicchiadi mercato, senza di essa non è in grado di raggiungere (sotto il profilo tec-nicoedeconomico)unapartesignificativadeiclientipotenziali,qualèquellarelativaalmercatodeiconsumodigasperriscaldamento.

4.4.� Condivisione

Il quarto ed ultimo criterio è quello della realizzabilità effettiva dell’ac-cesso alla facility. Occorre che l’accesso sia realizzabile sia sul piano tecnicochesuquelloeconomico.Lacondivisionedalpuntodivista tecnicorichiedeche la facility sia un bene non rivale, cioè un bene il cui utilizzo da partedelle imprese che richiedono l’accesso non riduca le possibilità di utilizzocongiunto da parte del proprietario stesso della facility28. Dal punto di vi-sta economico, la condivisione richiede che l’accesso dei concorrenti alla fa-cilitynonriduca laprofittabilitàdell’impiegodella facility stessadapartedelproprietario. Lo stoccaggio può essere effettivamente considerato un bene

27 SutalepuntosivedaladiscussionesviluppatainDurante,MogliaeNicita(op.cit.)28 In pratica deve trattarsi di un bene pubblico impuro, in quanto bene non rivale ma

escludibile,vistocheè tecnicamentepossibile limitare l’accessoacolorochepaganouncorri-spettivo.

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non rivale soggetto a congestione, nel senso che, entro i limiti determinatidal confronto fra la capacità degli impianti e la domanda degli utenti, piùimprese possono congiuntamente immettere ed erogare gas. Si noti poi cheil raggiungimentoeffettivodellacongestionepuòesserenoto inogniunitàditemposoloalgestoredella facility,vistochealciclostagionaledi immissioneederogazione,solitamenteoggettodiprenotazioniannualiopluriennalidellacapacità, si possono sovrapporre cicli più brevi in senso opposto («serviziodimodulazioneaciclica»).Risultaquindievidente lapresenzadiunrilevanteproblemadiasimmetria informativa,nel sensochedurante ilperiododipre-lievoinvernale–equindisuccessivamenteaiconferimentidell’interacapacitàa disposizione – si genera ulteriore spazio per l’immissione destinata a ciclibrevi, ma la disponibilità di tale spazio risulta nota di volta in volta solo al-l’impresadistoccaggio29.

Per quanto riguarda poi il requisito di condivisione in senso economico,il proprietario della facility dovrebbe avere tutto l’interesse a concedere l’ac-cesso ad altre imprese,nellamisura in cui – aparitàdi costo– l’incrementodella domanda di mercato determina un incremento dei profitti30. Pertantounrifiutod’accessoouncomportamentotendenteacontenerloapparecomeirrazionale, salvochenonsi introducanoconsiderazionidi tipostrategico.Seinfatti l’impresa che controlla gli impianti di stoccaggio è anche impresa do-minante nel mercato a valle della vendita di gas, come spesso accade, allorauncomportamentostrategicotendenteadescludereoalimitarel’accessoallostoccaggio potrebbe incrementare i suoi profitti nella vendita, grazie alla di-storsione della competizione a valle operata con il razionamento dello stoc-caggio. Pur diminuendo i profitti nell’attività di stoccaggio, i profitti totalipotrebbero verosimilmente aumentare. Proprio per evitare simili comporta-menti viene imposto l’obbligodi accesso.Nonessendo tuttaviapossibile im-porreun«obbligod’investimento», inpresenzadi congestione ladistorsionedella concorrenza nella vendita può comunque verificarsi a causa della ca-renzadicapacitàdeterminatadall’assenzadi investimenti.Sicomprendecosìla necessità di introdurre forme di separazione proprietaria dell’impresa distoccaggio rispetto alle imprese di vendita. Tale forma di unbundling è coe-rente con la gestione dello stoccaggio come attività indipendente e neutralerispetto agli altri segmenti della filiera del gas e costituisce la premessa perun’attivitàdiinvestimentocherimuovaleeventualicongestioni.

29 Ciònaturalmenteamenodi imporreall’impresadistoccaggioobblighi informativicosìstringentieverificabilidasuperarel’asimmetriainformativa.

30 Negli impiantiche funzionanoaregime icostimarginalidibreveperiodosono trascu-rabili.Problemipotrebberoriscontrarsinegli impianti in fasedi sviluppo inquantocaratteriz-zatidacostimarginalicrescenti.

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5. Regolamentazione�e�Concorrenza:�il�caso�italiano

L’Italia è stata, nell’Europa continentale, il primo Paese a regolamentarel’accesso allo stoccaggio separatamente rispetto al trasporto e alla vendita al-l’ingrosso, inseguitoallasceltadiunbundling legale,chehacomportato,nel-l’ambitodiENI, ladistinzione fraunasocietàdivendita (ENIGas&Power),una societàdi trasportodel gas (SNASMRete gas) euna societàdi stoccag-gio (Stogit) nella quale sono confluiti asset appartenenti sia alla società diproduzione (ex-AGIP ora «ENI divisione esplorazione e produzione») siaalla societàdi trasporto.Stogit, tuttora controllata completamentedaENI, èsostanzialmentemonopolistanell’attivitàdistoccaggio,poichédetieneil98%della capacità esistente in Italia (il residuo 2% essendo in capo alla societàEdison che gestisce attualmente due impianti). Tale capacità riguarda la ge-stione in concessione di 8 giacimenti esauriti, gran parte dei quali localizzatinella pianura padana, gestiti in maniera integrata, sia per quanto riguardal’accessodegliutenticheperquantoriguarda le tarifferegolatedaAEEG.Ilmonopolio di Stogit è probabilmente destinato ad estendersi nel tempo, te-nutocontocheconlaleggediriordinodelsettoreenergetico(l.n.239/2004,precedentementenotacome«DecretoMarzano»)leconcessionidistoccaggioin scadenza sono state prorogate per altri due decenni. Altre concessioni distoccaggio, sempre in giacimenti esauriti, sono state assegnate dal Ministerodell’Industria ad alcuni nuovi entranti dopo una procedura durata anni31 echenonvedeancora laconclusioneacausadi ricorsipendentipresso lama-gistraturaamministrativa32.

5.1.� In�Italia�lo�stoccaggio�è�un’Essential�Facility?

Applicando il test, il primo requisito (monopolizzazione) sarebbe soddi-sfatto,vistocheStogitnonsolomonopolizzadifattolostoccaggiodigas,maè anche controllata interamente da ENI, impresa dominante nella vendita digas.

Il secondo requisito richiede di valutare la possibilità di duplicazionedegli impianti di stoccaggio. Nel caso italiano la duplicazione, pur essendopotenzialmente possibile in senso tecnico, non è ancora effettiva. L’attivitàdi stoccaggio viene esercitata in concessione. Pur essendo prevista dal d.l.164/00 l’assegnazione di nuovi giacimenti esauriti, da adibire a stoccaggio,la mancata conclusione della procedura di attribuzione della concessione da

31 SivedanoatalpropositioleinformazionicontenuteinAGCMeAEEG(2004).32 SivedaAEEG2005ce2006b.

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parte del Ministero delle Attività Produttive, rende del tutto teorica la pos-sibilità di duplicazione, almeno per altri otto anni33. In secondo luogo laduplicazione in senso economico è condizionata dal pagamento di un cor-rispettivo34 da parte del subentrante al concessionario uscente (di solitocoincidentecon ladivisioneENIesplorazioneeproduzione)eciòpotenzial-mentepuòcostituireunabarrieraall’entratanellamisuraincuinéStogit,né,nel lontano passato AGIP, hanno dovuto pagare simili corrispettivi all’iniziodella loroattivitàdistoccaggio.Inoltre inuovigiacimentisonoritenutimenoefficienti rispetto a quelli gestiti dal monopolista. Nello stadio attuale di li-beralizzazionedelmercato sipuòaffermarequindiche lo stoccaggiodi fattonon sarà duplicabile fino a quando non saranno completati gli investimentidiconversionedaproduzioneastoccaggiodapartedeinuovientranti.

Per quanto riguarda l’essenzialità dell’infrastruttura, occorre notareche la sostituibilità dello stoccaggio con la modulazione della produzioneè un’opportunità non disponibile in Italia, visto che la produzione è quasicompletamente controllata dall’incumbent che ha scelto un profilo flat disfruttamento, copre quote progressivamente minori dei consumi (inferiori al20%) ed è prevista declinante nel tempo. La flessibilità dei contratti d’im-portazione, altro sostituto dello stoccaggio di modulazione, è distribuita inmaniera asimmetrica e a favore dell’incumbent, vista la sua posizione storicasulmercato internazionaledelgas.Alcunideinuovientranticheoperanosulmercatoall’ingrosso, si approvvigionano inpartedaENIcheha lorocedutoquantitatividigasavaleresupropricontrattidi importazionemenoflessibili(Norvegia)35. Altre ancora ottengono forniture spot sul mercato del GNLcheper loronaturasonoflat,oppureancorpossonoricorrerealla limitata li-quiditàoffertadagli scambidigas inreteconsentitaalPSV(PuntodiScam-bioVirtuale) l’hubper scambidi gas in rete, gestitodaSNAMRetegas, so-

33 Perquantoriguardal’elencodeigiacimentieleprocedurediattribuzionedelleconces-sionesivedaAGCM(2004).

34 IlcuiammontaredeveesseredeterminatoinbaseaicriteristabilitidaappositodecretodelMinisterodelleattivitàproduttivedel3dicembre2005.

35 Alloscopodirispettareitettiantitrust impostinell’impostazioneenellavenditadigas,Eni ha ceduto quantitativi di gas ad alcuni concorrenti selezionati, congiuntamente alla ca-pacità di trasporto sui metanodotti di transito situati all’estero e controllati direttamente daENI (non vale l’unbundling e il TPA per queste infrastrutture di transito). Ciò determina ilformale rispettodei tetti antitrustpoiché il gasvienevendutoall’esteroedentra alla frontieraitalianacomegasimportatodainuovientranti.Tuttaviaattraversoilmark-upottenutodaENIsu queste vendite viene controllato il mercato all’ingrosso del gas, visto che ulteriori importa-zioni indipendenti da ENI sono difficilmente realizzabili a causa della carenza di capacità suigasdotti internazionali. Cfr. AGCM-AEEG, 2004, nonché i successivi provvedimenti in mate-riadapartediAGCM.

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cietàancoracontrollatadaENI.Lasostituibilitàdellostoccaggiopercoprireladomandadipuntaèinveceun’opportunitàdisponibilealleimpresechedi-spongonogiàdiunportafogliodicontratti industriali interrompibiliequindianche tale forma di flessibilità è asimmetricamente distribuita fra incumbente nuovi entranti. Un’altra forma di sostituibilità della punta deriva com’ènotodallaproduzione termoelettrica (fuel switching)e tale formadi sostitui-bilitàèdisponibilequindiperENELGaseper lealtre impresecheoperanocongiuntamente sul mercato dell’elettricità (generazione e vendita) e del gas,ma non per altri concorrenti esclusivamente operanti sul mercato della ven-ditadigas.Anche le impresechedispongonodi sostituti (ENIedENELadesempio) richiedono comunque stoccaggio per coprire il loro fabbisogno diflessibilità. Le imprese minori spesso non hanno alternative nell’attuale fasediliberalizzazionedelmercato.

Infineperquanto riguarda lacondivisione, l’accessoaigiacimentidiSto-git è realizzabile, ma nelle condizioni attuali lo stoccaggio italiano appareeffettivamente come un bene pubblico escludibile e soggetto a congestione.La capacità di stoccaggio è pienamente utilizzata e dopo la liberalizzazionesièassistitoadunrazionamentodelladomandaperquantoriguardaiservizifondamentali di modulazione stagionale e di punta invernale. Torneremo ol-tre su quest’aspetto, che potrebbe configurare un comportamento strategicodell’impresadominantenellavenditaemonopolistadistoccaggio.Inuncon-testostrategiconelqualeENInonpuòaccrescere la suaquotadimercato,acausadeitettiantitrustchelesonostati imposti,ENInonhaconvenienzaadinvestire in tale attività visto che i benefici ricadrebbero soprattutto sui suoiconcorrentinellavenditaall’ingrosso.

5.2.� �La�regolamentazione�dello�stoccaggio�in�Italia�nel�primo�periodo�regolatorio

Ildecreto164/00(notocome«DecretoLetta»),con ilqualeè statarece-pita in Italia laprimadirettiva europea sulla liberalizzazionedelmercatodelgas, prevede la garanzia d’accesso allo stoccaggio di gas naturale mediantetariffe regolate da AEEG e stabilisce altresì che le condizioni d’accesso av-venganosecondocriteridefinitidallastessaAutorità.

5.2.1.� Le�tariffe�per�il�primo�periodo�regolatorio

L’Autorità ha definito per la prima volta le tariffe che il monopolista haapplicato per il periodo regolatorio 2002-2005, prevedendo l’aggiornamentoannuale con il metodo del price-cap (si veda la delibera 26/02 dell’AEEG,

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mentre sono state applicate disposizioni provvisorie in tema d’accesso finoall’approvazione di criteri definitivi nel 2005 (si veda la delibera 119/05 del-l’Autoritàper l’energia)sebbene,perquanto riguarda ilmetodo seguitoper iconferimenti annuali di capacità, restino in vigore le disposizioni provvisoriechesarannoillustratenellasuccessivasezione5.2.2.

Letariffedimonopoliosonostatefissateinbasealmetododelcostosto-rico rivalutato e prevedono una struttura tariffaria a più parti con due com-ponenti fisse, dipendenti rispettivamente dalla capacità di spazio (volume diworking� gas iniettato) e di punta (rapportata alla massima quantità erogabileinungiorno) annualmenteprenotatadagliutenti, edunaparte variabile chedipendedai flussidi gas immesso eprelevatodagli impianti.Le tariffe rego-lateriguardano i servizidi stoccaggiodimodulazione, strategicoeminerario.Nel caso dello stoccaggio strategico le imprese che importano gas da Paesiextra-UE, oltre a pagare una tariffa composta dai precedenti corrispettivi,adempiono l’obbligo di destinare a stoccaggio il 10% delle quantità impor-tate mediante l’affitto delle riserve di gas di proprietà ENI, già disponibilinei giacimenti proprio per scopi strategici36. Al fine di stimolare l’innova-zione nei servizi di stoccaggio nel nuovo mercato liberalizzato del gas, il re-golatore aveva escluso dalla regolamentazione le tariffe per i servizi speciali,che offrono alle imprese flessibilità per periodi più brevi. Inoltre al fine difavorireilsorgeredellaconcorrenzaanchenell’attivitàdistoccaggioilregola-tore aveva previsto che i nuovi impianti entrati in attività nel primo periodoregolatorio (grazie ad investimenti dell’incumbent o dei nuovi entranti) fos-seroesclusidalcontrollo tariffarioepotesseroquindiremunerare i lorocostia tariffa libera (i nuovi impianti avrebbero potuto operare in concorrenza,diversamentedai siti storici).Nonessendostataassegnataalcunanuovacon-cessionedistoccaggio,gliuniciprezziliberidistoccaggioriguardanoiservizispecialiofferti siadaStogitchedaEdison(checon tali servizihasaturato lasuacapacità).

Le tariffe italiane sono le più basse in Europa, tenuto conto delle carat-teristiche dei giacimenti esauriti in cui avviene l’attività, giacimenti che sonocaratterizzati da impianti in parte già ammortizzati e che evidenziano note-voli economie di scala rispetto a giacimenti «medi» che svolgono le stessefunzioni in altri Paesi Europei37. La regolamentazione delle tariffe in base aquesti criteri ha dunque raggiunto l’obiettivo di controllare il potere di mer-

36 Taleobbligo era stato a suo tempocriticatodall’AGCMcheha visto in essoun limitealla nascente concorrenza, nella misura in cui riduce potenzialmente la già piccola quota dimercato dei nuovi entranti, tuttavia la disposizione regolatoria relativa all’adempimento me-diantel’affittodigasdiStogitharidottolaportataditalelimiteallaconcorrenza.

37 DRI-WEFA(2002).

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cato (esercitato esclusivamente sui servizi non regolati) e si è rivelata funzio-nalerispettoalla tuteladellaconcorrenzanelmercatoavalledellavenditadigas all’ingrosso. Resta da vedere se tali tariffe abbiano generato anche un’al-locazioneefficientedellarisorsaingioco.

Durante il primo periodo regolatorio si è assistito ad un razionamentodellacapacitàdi stoccaggiodestinataai servizi regolati,manonèmancata ladisponibilitàdicapacitàperaccedereinveceaiservizispecialioffertiaprezzolibero. La scarsità della risorsa potrebbe facilmente essere posta in relazionecon ilbasso livellodelle tariffe.Occorre tuttaviaconfrontarsi con lacapacitàdi stoccaggio messa effettivamente a disposizione degli utenti (dipendenteanche da norme del Ministero delle Attività Produttive), e con i metodi uti-lizzati per allocare la capacità disponibile fra gli utenti stessi (dipendenti daregoleimpostedaAEEG).

La capacità di stoccaggio disponibile in Italia è ripartita fra le varie fun-zioni in base a disposizioni del Ministero delle Attività Produttive nella suafunzione di indirizzo della politica energetica ed in particolare di tutela del-l’obiettivo della sicurezza degli approvvigionamenti. Tale ripartizione è illu-stratanellaseguentetabellaconriferimentoalperiodo2003/200438.

Come risulta dalla tabella 1, solo il 43% circa della capacità dei giaci-menti,paria7,5Gmcdiworking�gas,risultavaadisposizionedegliutentiperilserviziodimodulazioneciclica.Afrontediunadomandatotaledicapacità(interminidispazio)cheammontavaacirca9,3Gmc.Lacapacitàrimanenteessendo destinata allo stoccaggio strategico e al cosiddetto «Pseudo-workinggas».Questapartedelleriserveèclassificataconunadefinizionechenonesi-steneisistemidistoccaggiodeglialtriPaesieuropei.Siriferisceallaquantitàdigas immobilizzato ingiacimentoal finedigarantire lepressioninecessariealla copertura di punte di domanda anche in caso di eventi climatici ecce-zionali. Risulta quindi sottile la distinzione tra pseudo-working� gas e cushion�gas (il gas costantemente mantenuto in giacimento per garantire le pressioniadeguate alle prestazioni di stoccaggio). Le scelte riguardanti l’immobilizzodi quantità così enormi di gas per far fronte ad eventi eccezionali (tali sonoinfatti le finalità siadello stoccaggio strategico chedellopseudo-working� gas)meriterebbero un’analisi benefici-costi che, per quanto a nostra conoscenza,non è mai stata realizzata dalle autorità di politica energetica. Non è que-sta la sede per tentare una simile analisi, ma ci limitiamo a ricordare che loscopodituteladellasicurezzadelleforniturevieneraggiuntoalcosto(oppor-

38 I lunghi tempi di investimento fanno si che la situazione odierna non sia sostanzial-mente mutata. Per un aggiornamento si veda l’ultima relazione annuale dell’AEEG, disponi-bilesulsitowww.autorita.energia.it.

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tunità)diridurrelacapacitàdisponibileperiservizirichiestidagliutentiedilimitare quindi la concorrenza. Tale costo (sociale) si aggiunge naturalmentealcostoperl’impresadistoccaggiodiimmobilizzarequantitànotevolidigas,un altro costo opportunità che dovrebbe però essere remunerato attraversole tariffe. L’immobilizzo di gas che, come dimostra la tabella, resta nella di-sponibilità dell’impresa che ha ottenuto le concessioni ventennali di stoccag-gio (Stogit) determina però anche benefici per la società proprietaria (ENI)poichérafforza lasuaposizione,quandooperacomeimpresachecontratta ilproprioapprovvigionamentodigassuimercatiinternazionali.

La scarsità dell’offerta di capacità per i servizi di modulazione ciclica di-pende quindi anche dalle scelte relative all’immobilizzo di gas per scopi diriservastrategica,oltrechedallasostanzialecarenzadinuoviinvestimentie/opotenziamenti da parte dell’impresa monopolista costituita nel 200139, vistal’assenza di nuovi entranti dovuta alla mancata conclusione delle proceduredi assegnazione di nuove concessioni di stoccaggio. Occorre essere quindicauti nell’attribuire la scarsità di offerta al contenimento delle tariffe cheremunerano il monopolista. Occorre piuttosto considerare che il controllodell’impresa di stoccaggio da parte di ENI, è in conflitto con l’obiettivo diespansione degli investimenti, poiché ogni incremento della capacità di stoc-caggio risulta sempre maggiormente essenziale per i nuovi entranti rispettoall’impresa dominante, che dispone anche di servizi sostitutivi dello stoccag-gio e anzi controlla in larga parte la fornitura di questi ultimi. Gli incentiviad investire sonodestinati a risentiremaggiormentedelladecisionedi realiz-zare l’obiettivo di separazione proprietaria fra impresa di vendita e impresadi stoccaggio, piuttosto che dal livello delle tariffe che remunerano il mono-polista.

39 L’incrementodicapacitàdi stoccaggionelcorsodelprimoperiodoregolatoriopuòes-sere così riassunto: lo «spazio» è passato da 6,3 a 7,5 Gmc e la «punta» da 0,241 a 0,275Gmc/giorno, cfr. AGCM (2004), p. 64. Stogit pur avendo ottenuto due ulteriori concessionidi stoccaggio (nel1999enel2001),nonhamaieffettuato investimentiper renderleoperativenelcorsodelprimoperiodoregolatorio.

Tab. 1.� Capacità�di�Stogit�nell’anno�termico�2003/2004�(valori�in�Gm3)

Workinggas17,2 ModulazioneCiclica7,5 Gasappartenenteagliutenti7,5StoccaggioStrategico5,1Pseudo-Workinggas4,6

Cushiongas9,4 Cushiongas9,4 GasdiStogit(5,1+4,6+9,4)19,1

Totale26,6 Totale26,6 Totale26,6

Fonte:AGCM-AEEG(2004).

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Nonbisognapoitrascurarecheafrontedelrazionamentodelladomandadiserviziregolati,sièsempreresadisponibilecapacitàdistoccaggiopersod-disfare ladomandadiservizinonregolati.L’assenzadinormeperstabilire lacapacitàdi stoccaggioeffettivamentedisponibilenel tempoemitigarequindiiproblemidiasimmetria informativa–unavoltaeffettuati iconferimentian-nualidicapacitàagliutenti–e soprattuttoper ripartire lacapacità totale fraservizi regolati e servizi non regolati ha potenzialmente consentito che moltiutenti riuscissero a colmare la loro domanda di stoccaggio di modulazioneciclica solo attraverso il ricorso a servizi speciali e quindi a tariffe ben piùelevatediquellestabilitedalregolatore.

5.2.2.� I�metodi�di�conferimento�di�capacità

Tenuto conto del razionamento della domanda, è cruciale confrontarsicon il metodo seguito nella ripartizione della capacità esistente fra le varieimprese di vendita del gas. Le norme ancora in vigore hanno privilegiatoun metodo di conferimento di carattere amministrativo che, a partire dalladomanda espressa dalle imprese, prevede l’assegnazione del diritto ad unaquotamassimadi capacitàdi stoccaggioproporzionale allaquotadimercatocivile servita da ciascun venditore40. Nel caso in cui la somma di tali quoteecceda la capacitàdisponibile–com’è sempreaccaduto– siprocedeconunrazionamento pro-quota Tale metodo, combinato con tariffe di stoccaggiopiuttosto convenienti, incentiva le imprese a richiedere quote di stoccaggioanchesuperioriaquellerisultantidagliobblighidiserviziopubblicodeiven-ditori sul mercato civile, vista sia l’incertezza della domanda finale a cui lostoccaggiofa fronte,sia l’incertezzariguardante il risultatofinaledelraziona-mento pro-quota. Senza contare che le imprese richiedono stoccaggio ancheper servire i clienti esclusi dagli obblighi di servizio pubblico (industriali etermoelettrici). Nei fatti solo l’impresa dominante ha svolto il ruolo di «va-riabiledipendente», richiedendoquantitatividi stoccaggio inferiori rispettoa

40 Tale modalità di conferimento amministrativo è riconducibile agli obblighi di serviziopubblico in capo alle imprese di vendita (utenti dello stoccaggio) che devono in particolaresalvaguardare i clienti con consumi inferiori a 200.000 mc/anno (clienti vincolati fino al gen-naio2003).Ifabbisognidistoccaggiochecompetonoaivenditoridigasinbaseataliobblighisonodistinti in fabbisogniper soddisfare ladomanda relativa adun«invernomedio», stimaticome il 33,4% della quota di mercato di ciascun venditore relativa al segmento di clientelasuddetto, e fabbisogni relativi ad un «inverno rigido» (con frequenza ventennale), stimaticome l’8,25% della medesima quota di mercato per ciascun venditore. Il razionamento dellostoccaggiohaimplicatochequest’ultimotipodifabbisognorimanessedifattononcoperto,senonricorrendoquandonecessarioaiquantitatividestinatiperleggeallostoccaggiostrategico.

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quelli cui avrebbe diritto in base alla quota di mercato civile servito. D’altraparteciòèstatopossibilepropriograzieallasuadisponibilitàdiservizisosti-tutivi41.

Vi è da chiedersi se tale metodo di razionamento non induca un’alloca-zione inefficientedella scarsacapacitàdi stoccaggioesistente.Lapresenzadiun mercato secondario nel quale le imprese scambiano fra loro a prezzo li-bero i diritti d’accesso acquisiti in base ai conferimenti amministrativi, sem-brerebbe confermare quest’ipotesi. Nell’ambito di tale mercato, le impreseche cedono capacità di stoccaggio ottenuta a prezzi regolati, ottengono unarendita e quindi ciò testimonia la presenza di operatori che possono esserespintiall’accaparramentodistoccaggioaprezzicalmieratinelmercatoprima-rio(facendovalerecompletamente i lorodirittid’accessoconnessiagliobbli-ghi di servizio pubblico) per speculare in seguito sul mercato secondario, aspesedialtreimpreseperlequalilostoccaggiohaunvaloremaggiore.

In effetti, il valore dello stoccaggio non è il medesimo per i vari opera-tori, tenuto conto che pur essendo lo stoccaggio essenziale per ogni impresaoperante nella vendita, le quantità effettive di cui ogni impresa necessita di-pendonodalladisponibilitàdisostitutiedaiprezzirelatividell’inputstoccag-giorispettoaisostitutimedesimi.

A questo proposito è anche utile confrontarsi con quanto avvenuto du-rante l’emergenza dello scorso inverno, quando buona parte dei prelievi digas dallo stoccaggio, assegnato per coprire la domanda relativa ai clientitutelati, è risultato invece destinato alla produzione di energia elettrica perl’esportazione42. L’inattesa convenienza dei prezzi presso la Borsa elettricaitaliana (IPEX) rispetto alla Borsa elettrica francese43 ha infatti determinatouna richiesta aggiuntiva di produzione termoelettrica nazionale da esportareall’estero.L’incrementodiproduzioneèstatogeneratodacentralifunzionantia gas naturale, alimentando queste ultime con quantità in stoccaggio. Nellamisura in cui tale gas era stato acquistato a prezzi bassi durante la stagioneestiva–e tenutocontodeicosti contenutidi stoccaggio– taleprelievorisul-tava sicuramente più conveniente rispetto all’approvvigionamento su mercati

41 Si tenga poi presente che ENI oltre al conferimento di capacità per lo stoccaggio mo-dulazione ottiene anche quote di capacità per lo stoccaggio minerario in quanto principaleproduttore di gas. Tuttavia problemi di asimmetria informativa impediscono di stabilire se lostoccaggiominerariosiadestinatoeffettivamenteallaproduzioneoallamodulazione.

42 Secondo le analisi dell’AEEG riguardanti l’emergenza gas l’eccesso di prelievo daglistoccaggi rispetto ad un inverno medio (cosiddetto «eccesso di svaso») è imputabile ai mag-giori consumi termoelettrici per una percentuale variabile tra il 34 ed il 40%. Si veda AEEG(2006a).

43 Sivedanoaquestopropositoiconfrontipresentati inAEEG(2006c)ediparticolareilgrafico7apagina10.

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spot, ove il livello dei prezzi risentiva naturalmente dell’elevata domanda in-vernale.

Essendolostoccaggiouninputscarso,disporrel’allocazioneditale inputsullabasedell’eterogeneitàdel suovalorepotrebbecondurrea risultatimag-giormente efficienti. Ciò potrebbe essere realizzato mediante il ricorso adaste per l’allocazione della capacità disponibile, poiché in tal caso la concor-renza fra le varie imprese dovrebbe comportare l’assegnazione della risorsascarsa alle imprese che vi attribuiscono il maggior valore, cioè alle impresechemenodispongonodisostitutieperlequali lostoccaggiorisultamaggior-mente essenziale. Naturalmente questo potrebbe essere l’esito delle aste inassenzadicomportamentistrategici,nullavietainfatticheinassenzadi limitisullequotetotalicheciascunoperatorepuòottenerenell’asta l’operatoredo-minante, o altre imprese intenzionate ad affermare il loro potere di mercatonella vendita di gas, tentino comunque di accaparrarsi nell’asta quantitativisuperori ai loro fabbisogni con il solo scopo di distorcere la concorrenzanellavenditae/odiottenererenditesulmercatosecondario44.

Inoltre l’assegnazione mediante asta, a prezzi maggiori rispetto a quelliuniformi risultanti dalle tariffe regolate, incentiverebbe anche le imprese asviluppare servizi sostitutivi allo stoccaggio (ad esempio incrementando glisconti offerti ai clienti interrompibili, così da estenderne la platea), contri-buendoaridurrenellungoperiodolapressionesuunarisorsascarsa45.

L’impiego dell’asta per l’allocazione di capacità incrementerebbe peròil prezzo dello stoccaggio e quindi le imprese di vendita con un’operazionedi pass-through recupererebbero i maggiori costi attraverso l’incremento deiprezzi finali, a meno che sul mercato del gas non vi fosse un grado suffi-

44 L’impiego di aste nell’assegnazione della capacità di stoccaggio ha un precedente nel-l’esperienzadelRegnoUnito,dovelatransizionedalletarifferegolateallaconcorrenzaneiser-vizi di stoccaggio è avvenuto passando attraverso l’uso delle aste per effettuare conferimentiannualiepluriennali.SivedaHawdoneStevens(2001)eGiorgi(2002).

45 Ad esempio l’emergenza gas ha rivelato le difficoltà ad attuare il passaggio dal gas adaltri combustibili (fuel� switching) anche nelle centrali poli-combustibile. Visti infatti i ridotticosti dello stoccaggio di gas i produttori di energia elettrica non predispongono stoccaggi dioliocombustibilenon inquinante (cosiddettooliocombustibileBTZ–abasso tenoredi zolfo– o STZ – senza tenore di zolfo) e ciò abbinato alle difficoltà connesse alla logistica di ap-provvigionamento – capacità e tempi di trasporto e raffinazione – ed ai tempi tecnici di av-viamentodellacentraleconuncombustibilealternativo,rendepococoncreti imarginidi fles-sibilità che dovrebbero essere connessi all’interrompibilità dell’alimentazione a gas di centralitermoelettriche policombustibile. Nel corso dell’emergenza, al fine di contenere i consumi digasdestinatiallaproduzione termoelettricanonsièpotutichericorrereall’accensionedicen-tralifunzionantiesclusivamenteadoliocombustibileATZ(altotenoredizolfo)derogandoaglistandardambientalifinoaquelmomentoapplicati.

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ciente di concorrenza. La concorrenza nel mercato della vendita di gas po-trebbe funzionare come calmiere sulle offerte dei vari operatori nell’asta perlo stoccaggio e contenere quindi l’impatto sui consumatori finali. Tuttaviaquesto non sarebbe il caso dell’Italia, che vede ancora mercati finali domi-natidalmonopolio localenellavenditaequindidaprezzi elevatidelgasna-turale46. D’altra parte, l’incidenza dei costi dello stoccaggio sulla media deiprezzi finalièmolto limitata (nonsuperaattualmente il3%).Inoltresi tengapresente che la necessità di contenere i consumi di gas durante l’emergenzadello scorso inverno ha costretto le autorità a bandire un’asta per la conces-sione di sussidi ai clienti che erano disposti ad interruzioni supplementaridelleforniture(spostandoquindipiùavallel’operativitàdeimeccanismieco-nomici). Ciò ha in ogni caso generato un onere aggiuntivo che è stato scari-catosuiprezzipagatidaiclientifinali.

5.3.� Le�tariffe�per�il�secondo�periodo�regolatorio

Nelmarzo2006AEEGhastabilitoicriteridideterminazionedelletariffedi stoccaggio per il secondo periodo regolatorio47, introducendo modifichesostanziali rispetto all’approccio in precedenza seguito. In un contesto nelquale l’attività di stoccaggio continua ad essere monopolizzata dall’impresadominantenellavendita,persistedalpuntodivistastrategicoilproblemade-gliincentiviall’investimento.

Il monopolista ha finora rinviato i potenziamenti delle concessioni esi-stentie l’avviodinuoveconcessioni.purottenutedalMinisterodelleattivitàproduttive. Al contempo, i pesanti ritardi nell’avvio delle nuove concessionidi stoccaggio inducono a ritenere che tali impianti non potranno essere infunzione prima del 201448. A fronte della scarsità di capacità il regolatoreha quindi scelto di privilegiare il sussidio ai nuovi investimenti, rinunciandoall’obiettivodiintrodurrequalcheformadiconcorrenzanelsettore.

I nuovi investimenti in stoccaggio godranno di molteplici agevolazioni.Innanzi tutto, in base alla legge 239/04, le imprese dedite all’incremento dicapacitàsarannoesentatedall’obbligodiconcederel’accessoregolatoaiterzi,per un ammontare pari all’80% della nuova capacità. I costi sostenuti peri nuovi investimenti potranno inoltre essere remunerati direttamente in ta-

46 Si vedano a questo proposito le conclusioni dell’Indagine conoscitiva sulla liberalizza-zionedelmercatodelgas(AGCM-AEEG,2004).

47 Sivelaladelibera50/06dell’AEEG.48 Si vedano idocumentidi consultazione relativi alladefinizionedelle tariffedi stoccag-

gioperilsecondoperiododiregolamentazione:AEEG(2005c)e(2006b).

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riffa, mediante un corrispettivo relativo ai costi di capitale degli incrementipatrimoniali. Esso prevede fra l’altro la concessione di una maggiorazionedel tasso di rendimento sul capitale investito, tale da incrementare il tassofino all’11,1% pre-tax. Tale agevolazione vale sia per l’espansione della ca-pacitànelleconcessioniesistenti (perunaduratadiottoanni)chepergli in-vestimenti riguardantinuoveconcessionidi stoccaggio (perunaduratadi16anni).

Una rilevante modifica della regolamentazione riguarda il passaggio aduna tariffa unica nazionale che sostituisce le tariffe per singola impresa pre-viste nel primo periodo. Ciò significa che gli utenti dello stoccaggio paghe-rannouna tariffa risultantedallamediaponderata fra icosti (bassi)degli im-pianti già a regime (appartenenti a Stogit) e i costi (più elevati) che riguar-dano gli impianti in sviluppo (fra questi rientrano già gli impianti di Edisonper una capacità pari al 2% circa del totale). Un meccanismo di compen-sazione ripartirà i ricavi totali fra le imprese in base ai costi riconosciuti se-condo i criteri formulati dal regolatore. Al contempo è stata eliminata la di-stinzionefraserviziregolatienonregolati, includendonelcontrollotariffarioanche i cosiddetti servizi specialimediante la concessionedi componenti ad-dizionalidei ricavi riconosciuti alle impreseper capacità addizionalemessaadisposizionedegliutenti.L’introduzionediunatariffaunicanazionaleèstatagiustificata con il timore che le tariffe per impresa penalizzino la vendita dicapacità incrementale derivante dagli investimenti in sviluppo da parte diEdison e dei futuri concorrenti, poiché le loro tariffe sarebbero più elevaterispetto a quelle di Stogit, visti i maggiori costi relativi ai nuovi investimentirealizzati ingiacimentimenoefficientidiquelli storici49.Tuttavia tale timoreapparepoco fondato sulpianoeconomico,alla lucedell’eccessodidomandachecaratterizzailsettore.

Al fine di rassicurare i nuovi investitori viene anche garantita la remune-razione derivante dal corrispettivo di capacità della tariffa anche nel caso incui talecapacità resti invenduta. Inoltre il corrispettivovariabiledella tariffa,medianteilqualesonoremunerati icostioperativi,potràessereincrementatomediante una componente addizionale, in relazione ai maggiori costi di av-viamentodeinuoviinvestimenti,perunperiododitreanni.

49 ConilnuovoperiodoregolatorioanchegliimpiantigiàinfunzionediEdisonrientranonelcontrollotariffario,mentrenelrimoperiodoregolatorionevenivanoesclusiessendoconsi-derati impianti insviluppo(operanticioèacostimarginalicrescenti)ecompletamentesaturatidalla vendita di servizi speciali. Attualmente anche per tali impianti sono previsti potenzia-menti che ne incrementerebbero la capacità, gli investimenti già effettuati nel primo periodoregolatorioresterannoperòesclusidalleagevolazionigiàdescritte.

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La struttura tariffarianon subirà invecenotevolimodifiche, ad eccezionedell’inclusione di un altro corrispettivo legato alla capacità di iniezione pre-notata dagli utenti e una parziale modifica nell’allocazione delle varie cate-gorie di costo tra i diversi corrispettivi (di spazio, punta di erogazione e diiniezione) al fine di rendere le tariffe stesse maggiormente aderenti ai costidelservizio.

All’inizio del nuovo periodo regolatorio non vi è stata alcuna redistribu-zione dei maggiori guadagni di produttività che dovrebbero essere stati con-seguiti dal monopolista soggetto a price-cap, mentre al termine del secondoperiodo regolatorio è previsto un profit-sharing che ridistribuisca tali guada-gni in parti uguali tra utenti ed imprese. D’altra parte nel secondo periodoregolatorio l’applicazionedelprice-cap è stata limitata alla componentevaria-bile della tariffa (corrispondente ai costi operativi) e alla parte dei costi dicapitaleriguardantegliammortamenti. Ilvaloredelcapitale investitosarà in-veceaggiornatodiscrezionalmentemedianteuncalcoloannuale.

I sussidi concessi agli investimenti in potenziamenti e nuovi impianti po-tranno tuttavia incrementare la capacità solo nel lungo periodo. Gli effettidei potenziamenti sono più ravvicinati. ma comunque tali da manifestarsinonprimadel2010.Restaquindineiprossimianniilproblemadigestirenelmodo più efficiente possibile il razionamento di una risorsa scarsa. Al mo-mento manca qualsiasi riforma dei metodi di conferimento provvisori sceltidall’autoritànel2002edespostinellaprecedentesezione,nonostantetalime-todi si siano rivelati inadeguati. Tenuto conto che la domanda di stoccaggiosarà sempre più condizionata dai fabbisogni del sistema elettrico, limitarsi aconsiderareilproblemadalpuntodivistadegliobblighidiserviziopubblico,rischiadiesserecontroproducenteancherispettoall’effettivosoddisfacimentoditaliobblighi.

Il ricorso a criteri di allocazione economicamente fondati è da ritenersiindispensabile a fronte della scarsità della risorsa. Attraverso il ricorso alleastepotrebberoessereottenutemaggioririsorsefinanziariedadestinareal fi-nanziamento dei nuovi investimenti. Tali risorse finanziarie sarebbero gene-rate dai segnali trasmessi attraverso l’asta stessa piuttosto che attraverso unmeccanismo di sussidi che emerge da tariffe uniformi attraverso le quali gliutenti del servizio non possono inviare alcun segnale circa la loro effettivadisponibilità a pagare per una risorsa scarsa ma che ha valori eterogenei invistadell’esistenzadisostitutiasimmetricamentedistribuiti.

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6. Conclusioni

La dottrina delle essential� facilities è in grado di fornire utili indicazioninellaricercadiprincipidiregolamentazioneottimaleperilsettoredellostoc-caggio di gas naturale. Tale dottrina si sviluppa sulla base di problemi postidalla regolamentazione ex-post, ma le questioni di fondo che essa affrontasi ripropongono anche nella valutazione degli effetti della regolamentazioneex-ante. Ci riferiamo in particolare al rapporto esistente fra sostegno dellaconcorrenzae incentiviall’investimento,checostituisceattualmenteunapro-blematica molto rilevante per il progresso delle liberalizzazione in Europa.Anche nel caso del mercato del gas naturale il mancato sviluppo della con-correnzaneisingoliPaesie ivincolialla formazionediunmercatounicoeu-ropeo sono sovente ricondotti anche alla mancanza d’investimenti in nuoveinfrastrutture. Proprio per questa ragione sono state introdotte limitazioni alprincipio del Third� Party� Access, al fine di rimuovere le strozzature nell’of-fertadicapacità,supponendocheciòpossafavorirelosviluppodellacompe-tizionenellungoperiodo.

Le esenzioni al principio del TPA si estendono anche ai nuovi investi-mentiper lostoccaggiodigasnaturale.Lenormeeuropeedi liberalizzazioneprevedono ormai la garanzia d’accesso separato a queste infrastrutture, malasciano ai singoli Paesi l’opzione fra accesso negoziato ed accesso regolato.Si trattadiunproblemadi regolamentazioneex-ante,mapuòessereutile ri-feritisi alla dottrina delle essential� facilities per individuare le scelte regolato-riepiùopportune.Nel casodiquesto settore, come in altri, l’individuazionedeirequisitiaffinchégliasset ingiocosianoqualificaticomeinfrastrutturees-senziali deve essere compiuta caso per caso, distinguendo quindi fra diversestrutturedimercatoe,nell’ambitodiqueste, fradiversigradidimaturitàdelprocessodiliberalizzazione.

All’avvioditaleprocesso,gliimpiantidistoccaggioappartengonogeneral-mente all’impresa dominante (ex-monopolista) nel mercato a valle della ven-dita di gas, seppure in presenza di separazione contabile o anche societariafraleduedistinteattività.Ilrequisitodimonopolizzazionedelmercatoavalletramiteilcontrollodell’infrastrutturaamonte,richiestodalladottrinadellees-sential� facilities èdunquepresente. Inassenzad’accessoregolato, l’impresadistoccaggio può sfruttare il suo potere di mercato, mettendo in atto compor-tamenti strategici che creano distorsioni della competizione nella vendita digas.D’altraparteanche inpresenzad’accesso regolato, limitazioni alla condi-visionedellafacilitypossonoinognicasoderivaredaproblemidicongestioneche l’incumbentnonè incentivatoa rimuoveremediantenuovi investimentioin ogni modo da comportamenti strategici che riducono la capacità disponi-bilecomeeffettodiinformazioneasimmetricasullagestionedeigiacimenti.

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Pur essendo lo stoccaggio duplicabile, di solito la duplicazione fisica ri-chiede siti adeguati ed anni per ottenere il funzionamento degli impianti aregime.Laduplicazioneinsensoeconomicononèscontata,purnonessendolo stoccaggio un monopolio naturale. Gli investimenti in stoccaggio possonocostituire una barriera all’entrata se, come nel caso italiano, i nuovi entrantidevono pagare corrispettivi per le concessioni, non versati a suo tempo dal-l’incumbent. In merito invece all’essenzialità, pur esistendo input sostitutidello stoccaggio che costituiscono strumenti alternativi di flessibilità, in ge-nere tali inputonon rientranonelladisponibilitàdeinuovi entranti all’avviodella liberalizzazione oppure sono asimmetricamente distribuiti fra l’incum-bent e le imprese minori operanti nella vendita di gas. Di fatto nella primafase della liberalizzazione sarà improbabile riscontrare una concorrenzaeffettiva sia fra servizi di stoccaggio ed altri strumenti di flessibilità, sia fraimpianti di stoccaggio appartenenti ad imprese diverse. Le infrastrutture distoccaggio saranno dunque qualificabili come essential� facilities e l’opzionepreferibilesaràl’accessoregolatodapartediun’Autoritàindipendente.

Laregolamentazioneottimadell’accessoallostoccaggiononpotràchees-sere guidata dal principio dell’uso socialmente efficiente delle risorse dispo-nibili e quindi non potrà prescindere dall’asimmetria nella disponibilità diinput sostituti fra le varie imprese che richiedono l’accesso allo stoccaggio.Pertanto la regolamentazione mediante tariffe d’accesso uniformi cost-reflec-tive, nonostante la sua efficacia nel controllare il potere di mercato dell’im-presa di stoccaggio, è destinata a sortire un’allocazione non efficiente dellacapacità disponibile. Pur ammettendo che tramite il mercato secondario ab-bia luogouna re-distribuzionedella capacità assegnata, ciò avverrà alprezzodi trasferire rendite aquelle imprese chepurdisponendodi sostituti si sonoaccaparratecapacitàdistoccaggiosulmercatoprimarioproprioconilfinedispecularesulmercatosecondario.

La regolamentazione mediante il ricorso ad aste si rivela invece maggior-mente idonea ad allocare la capacità in base al valore dei servizi di stoccag-gio e quindi dovrebbe determinare un risultato superiore dal punto di vistadell’efficienza, purché il bando d’asta preveda cessioni di capacità assistiteda prezzi di riserva corrispondenti a quote di ricavi minimi per l’impresa distoccaggio, e limiti all’ammontare di capacità assegnabile ad un singolo ope-ratore.Cosìdaevitarecomportamentistrategicidiaccaparramento,finalizzatia distorcere la concorrenza nel mercato a valle della vendita di gas. Quantomaggiore sarà il grado di concorrenza nella vendita finale e tanto più, sa-rannocontenuti gli effettidelle aste sui costidello stoccaggio e suiprezzi fi-nalidelgas.

In fasi più avanzate della liberalizzazione e soprattutto una volta com-piutalaseparazioneproprietariafrasocietàdistoccaggioedivenditasipotrà

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valutare il grado di concorrenza effettiva derivante sia dai sostituti, sia dallapresenzadinuovientrantinelsettoredellostoccaggio,esceglieredisuperareil sistema di allocazione mediante aste con un sistema di contrattazioni bila-terali,affidandoallaregolamentazioneex-post ilcompitodicontrollare l’effi-cienza allocativa. Com’è consuetudine negli USA tali valutazioni dovrebberoesseresempreassistitedauntestsulpoteredimercato.

Nel caso italiano occorre rilevare i seguenti fatti: 1) Non è ancora avve-nuta la separazione proprietaria tra ENI e Stogit, mentre sono state proro-gate le concessioni in capo a questa società 2) La duplicazione fisica degliimpianti di stoccaggio ha incontrato insormontabili vincoli amministrativi eburocratici. La duplicazione in senso economico è condizionata dal paga-mento di un corrispettivo per le nuove concessioni. 3) Lo stoccaggio si con-figuraessenzialepermolte impresechenondispongonodi sostituti,onedi-spongono ancora in misura insufficiente. 4) la condivisione è limitata dallascarsitàdicapacitàriconducibileanotevoliimmobilizzidiquantitàdigasperragionistrategiche.

Nel caso italiano si giustifica quindi tuttora la scelta di optare per l’ac-cesso regolato allo stoccaggio, ma in condizioni di scarsità della risorsa sa-rebbe necessario rivedere le scelte relative agli immobilizzi di gas in base adun’analisi costi-benefici e gestire il razionamento di capacità con il ricorsoad aste. I ricavi eccedenti i costi riconosciuti dalla regolamentazione tarif-faria dovrebbero essere destinati ai nuovi investimenti. Solo quando i ricaviottenutimediante ilmeccanismod’asta fossero insufficientia finanziare inve-stimenti tali da rimuovere le congestioni dovrebbero intervenire altri mecca-nismi d’incentivo. Inoltre questi ultimi dovrebbero essere sempre precedutidallaseparazioneproprietaria frasocietàdistoccaggioed impresadominantenellavenditadigas.

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Keywords:liberalisation,accesstostorage,essentialfacilitytest.

J.E.L.�Classification:K21;L51;L95.