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Lezione 6 Costi, Produzione e Concorrenza Perfetta Docente: Leonardo Bargigli 2015 1

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Lezione 6Costi, Produzione e Concorrenza Perfetta

Docente: Leonardo Bargigli2015

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Costi, Produzione e Concorrenza

• Nella lezione di oggi ci occuperemo di analizzare da vicino l'attività delle imprese.

• Analizzeremo come esse producono e quali sono i costi che sostengono per produrre.

• Analizzeremo inoltre il loro comportamento in un regime di concorrenza perfetta.

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La produzione

• Le imprese operano nel mercato producendo dei beni e vendendoli.

• Le imprese producono dei beni utilizzando dei fattori di produzione.

• In pratica trasformano i fattori di produzione in beni finiti che vengono poi venduti sul mercato.

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I fattori di produzione

• I fattori di produzione sono ciò che viene impiegato nel processo produttivo per realizzare i beni.

• Tipicamente, i fattori di produzione sono la forza lavoro (L) e il capitale (K).

• Un altro fattore che potremmo considerare, ma che non includiamo per semplicità, sono le materie prime.

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I fattori di produzione

• La forza lavoro sono i lavoratori che sono impiegati nel processo produttivo.

• Il capitale è rappresentato dalle strutture, strumenti e macchinari utilizzati nella produzione.

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I fattori di produzione – una digressione storica• La definizione e i confini dei fattori di produzione non sono

sempre ben definite.

• Nelle analisi economiche condotte nel XIX secolo i fattori di produzione erano identificati con lavoro, capitale e terra. In particolare l'economia classica considerava fattori primari lavoro e terra, quella neoclassica includeva anche il capitale

• Questa classificazione, oltre ad avere un carattere economico ne aveva anche uno sociale e giuridico andando ad identificare le tre principali classi sociali (operai / agricoltori, capitalisti, proprietari terrieri)

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I fattori di produzione – una digressione storica

• Il lavoro era il fattore produttivo della classe operaia (che non aveva altra ricchezza se non la propria capacità di lavorare).

• La terra era il fattore in possesso della classe aristocratica, che tipicamente era in possesso di ampie tenute fondiarie.

• Il capitale era in possesso della classe borghese che tipicamente era proprietaria dei mezzi di produzione industriale (impianti, fabbriche, ecc…) e questa era la classe sociale che stava prendendo importanza.

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Fattori di produzione e produzione

• Nel processo di produzione i fattori di produzione vengono combinati insieme per produrre i beni finali.

• Se chiamiamo Q la produzione di un certo bene da parte di una certa impresa, possiamo definire la quantità prodotta di tale bene attraverso una funzione di produzione. Se consideriamo come beni di produzione il lavoro e il capitale abbiamo:

• Questa funzione ci dice che date le quantità di fattori di produzione L, K otteniamo una certa quantità di bene prodotto Q.

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I costi di produzione• Nel processo di produzione impieghiamo i fattori di

produzione e paghiamo un costo per tale impiego.

• Tali costi rappresentano i costi di produzione.

• Il lavoro viene remunerato con il salario (W). W indica il salario di ogni persona impiegata: il totale pagato per l'impiego del fattore lavoro è quindi . Tale quantità indica il monte salari o costo del lavoro.

• Il capitale viene remunerato al tasso di remunerazione del capitale che viene indicato con r (la remunerazione totale del capitale è ).

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I costi di produzione• L'insieme dei costi sostenuti nel processo di

produzione vengono chiamati costi totali (CT).

• Se i fattori di produzione sono rappresentati da lavoro, capitale, avremo che

Dove W, r e è il costo per un'unità di, rispettivamente, lavoro e capitale.

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Ricavo Totale e profitto• Il ricavo totale (RT) deriva dalla vendita della

produzione ed è pari alla quantità venduta (Q) per il prezzo unitaria p.

• Il profitto rappresenta gli introiti dell'impresa al netto dei suoi costi. E' quindi dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale.

• Il profitto rappresenta l'arricchimento effettivo dell'impresa.

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Costi espliciti e costi impliciti• Tutti quei costi che si traducono direttamente in un esborso di

denaro sono considerati costi espliciti.Ad esempio, il canone di affitto di un capannone, le spese per l'energia, i salari corrisposti ai dipendenti, ecc…

• Esistono però dei costi che non implicano un esborso di denaro ma che comunque corrispondono ad una perdita in senso economico. Tali costi sono detti costi impliciti.

• Esempio: se io avvio un'azienda utilizzando 100000 euro per pagare gli impianti e i miei dipendenti, i miei costi totali sono pari a 100000.

• Tuttavia, con tale cifra avrei potuto acquistare delle obbligazioni che mi avrebbero reso, ad esempio, il 5%, ovvero un totale di 5000 euro.

• Tale cifra, 5000 euro, è ciò a cui rinuncio ed è quindi una perdita (è un costo opportunità).

• In questo caso, 5000 euro è un costo implicito.

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Altri costi impliciti• Un altro costo implicito è relativo a quella che è l'attività

imprenditoriale.

• Esempio: se io avvio un'azienda utilizzando 100000 euro per pagare gli impianti e i miei dipendenti, i miei costi totali sono pari a 100000.

• Tuttavia, per mandare avanti tale azienda io devo dedicarci tempo e non posso svolgere altre attività. Ad esempio io devo rinunciare al precedente impiego che avevo che, ad esempio, mi fruttava 20000 euro.

• Tale cifra, 20000 euro, è ciò a cui rinuncio ed è quindi una perdita (è un costo opportunità).

• In questo caso, 20000 euro è un costo implicito.

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Profitto contabile e profitto economico• Il profitto contabile è dato dal totale dei ricavi meno i costi totali

calcolati utilizzando solo i costi espliciti.

• Il profitto economico è dato dai ricavi totali meno i costi totali calcolati utilizzando solo i costi sia espliciti che impliciti.

• In genere il profitto contabile è una buona misura dello stato di salute di un'impresa: se il profitto contabile è positivo, l'impresa è in buona salute.

• In genere, il profitto economico è una buona misura della convenienza dell'attività economica dell'impresa (per l'imprenditore): se il profitto economico è positivo, l'attività economica è conveniente.

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I costi nel breve periodo• Ci concentriamo adesso sulla struttura dei costi di produzione

nel breve periodo.

• In microeconomia il concetto di breve periodo è definito in maniera precisa:

• Il breve periodo è l'orizzonte temporale entro il quale alcuni fattori produttivi possono essere considerati costanti. In particolare, nel breve periodo, il capitale è considerato costante.

• In effetti l'acquisizione e la costruzione di edifici, strutture, impianti industriali richiede molto tempo. Per cui, nel breve periodo, non è possibile variare la quantità di tali fattori.

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La funzione di produzione nel breve periodo

• In maniera analoga, nel breve periodo, la funzione di produzione dipende solo da fattore lavoro che può quindi essere fatto variare così da ottenere il livello di produzione desiderato.

• Nel breve periodo:

• Ovvero vi è una relazione fra forza lavoro e produzione di una singola impresa.

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La funzione di produzione nel breve periodo• Nel breve periodo il capitale è fisso. Ad esempio viene utilizzato

un solo impianto industriale e per farlo variare occorrerebbe molto tempo. Anche il costo di tale capitale è fisso.

• Il lavoro impiegato invece può variare e, a seconda della quantità impiegata, viene determinata la quantità prodotta.

• La funzione di produzione è rappresentata dal seguente grafico:

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Quantitàprodotta

Funzione di produzione

Lavoro Impiegato

Il prodotto marginale• Il prodotto marginale di un fattore di produzione è

l'aumento della quantità prodotta che si ottiene aumentando di una unità il fattore stesso.

• Graficamente è dato dal segmento rosso:

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Quantitàprodotta Funzione di

produzione

Lavoro Impiegato

Incrementodi una unità di fattore diproduzione

Incremento della quantità prodotta,prodotto marginale

Il prodotto marginale decrescente• Si consideri il grafico sottostante. Il prodotto marginale relativo al

secondo incremento è inferiore a quello relativo al primo incremento.

• Il prodotto marginale decresce al decrescere della quantità di fattore di produzione impiegato.

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Incrementodi una unità di fattoredi produzione

Quantitàprodotta

Funzione di produzione

Lavoro Impiegato

Incremento della quantità prodotta,prodotto marginale

Il prodotto marginale decrescente• Come mai il prodotto marginale è decrescente?• Partiamo col ricordare che nel breve periodo il capitale è fisso. Ad

esempio vi è un solo impianto industriale e questo non può essere variato.

• Se la forza lavoro viene aumentata, chiaramente il maggior numero di lavoratori sarà in grado di produrre di più.

• Tuttavia, man mano che il numero di lavoratori aumenta, il loro contributo diviene meno rilevante. Poiché vi è un solo impianto industriale, i lavoratori dovrebbero fare dei turni per utilizzare i macchinari e alla fine l'impianto sarebbe talmente affollato che i lavoratori si darebbero quasi noia. L'incremento di produzione dovuto all'incremento di lavoratori va quindi riducendosi.

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Prodotto marginale e costo marginale• Il prodotto marginale indica l'incremento del prodotto ottenuto

dall'utilizzo di un'unità aggiuntiva di fattore produttivo.

• Il costo marginale (CM), è l'incremento del costo totale che si deve sostenere per produrre un'unità aggiuntiva di prodotto.

• Se la produttività marginale è decrescente, un'unità aggiuntiva di fattore produttivo contribuisce sempre meno all'incremento di produzione.

• Di conseguenza, produrre un'unità aggiuntiva di prodotto richiede un aumento sempre maggiore di fattore produttivo.

• Quindi, in presenza di produttività marginale decrescente si osservano, costi marginali crescenti.

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I costi totali• Abbiamo detto che i costi totali sono dati dall'insieme dei costi

sostenuti nel processo di produzione.

• Vogliamo andare a studiare come variano questi costi quando aumenta il volume di produzione.

• Chiaramente all'aumentare del volume di produzione i costi necessariamente aumentano, poiché aumentano i fattori impiegati.

• Inoltre, poiché nel breve periodo il capitale è fisso, tale spesa viene sostenuta indipendentemente dal volume di produzione.

• Mostreremo ora tramite un grafico l'andamento dei costi totali.

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I costi totali• Abbiamo detto che i costi totali sono dati dall'insieme dei costi

sostenuti nel processo di produzione.

• Vogliamo andare a studiare come variano questi costi quando aumenta il volume di produzione.

• Chiaramente all'aumentare del volume di produzione i costi necessariamente aumentano, poiché aumentano i fattori impiegati.

• Inoltre, poiché nel breve periodo il capitale è fisso, tale spesa viene sostenuta indipendentemente dal volume di produzione.

• Mostreremo ora tramite un grafico l'andamento dei costi totali.

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L'andamento dei costi totali• Poiché il capitale è fisso la curva non parte da zero.

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Costototale Curva di

costo totale

Quantità prodotta

L'andamento dei costi totali e il costo marginale• Sia il segmento verde l'incremento di un'unità di produzione:

il segmento rosso rappresenta allora il costo marginale.• Poiché il capitale è fisso la curva non parte da zero.

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Costototale Curva di

costo totale

Quantità prodotta

Incrementodi una unità di produzione

Incremento del costo totale,costo marginale

L'incremento del costo marginale• In presenza di produttività marginale decrescente si hanno costi marginali

crescenti.• All'aumentare del volume di produzione il costo marginale aumenta

(segmento in rosso).• La pendenza della curva di costo totale è crescente.

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Costototale Curva di

Costo Totale

Quantità Prodotta

Incrementodi una unità di produzione

Incremento del costo totale,costo marginale

L'andamento dei costi marginali• All'aumentare del volume di produzione il costo marginale

aumenta.• Possiamo riportare i costi marginali in un grafico:

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CostoMarginale Curva di

costo marginale

Quantità prodotta

Costi variabili e costi fissi

• Una parte dei costi totali varia al variare della quantità prodotta. Questi vengono definiti costi variabili.

Ad esempio i costi relativi alla forza lavoro variano quando variano il numero dei lavoratori impiegati.

• Una parte dei costi totali non varia al variare della quantità prodotta. Questi vengono definiti costi fissi.

Ad esempio i costi relativi all'acquisto di un impianto industriale rimangono fissi al variare della quantità prodotta: anche se la produzione fosse zero, tale costo è stato comunque sostenuto.

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Costo medio totale

• Il costo medio totale (CMT) è dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta. CMT = (CF / Q) + (CV / Q)

• Rappresenta il costo sostenuto per produrre ogni singola unità.

• Si consideri che:1) la presenza di costi fissi rende molto alti i costi medi totali quando la produzione è bassa (CF / Q è grande).2) La presenza di costi marginali crescenti rende molto alti i costi medi totali quando la produzione è molto alta. (CV aumenta più di Q, vale in caso di costi marginali crescenti)

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Valori medi e valori marginali

Se il costo marginale supera il costo medio, il costo medio aumenta, esempi:● Il costo medio per 10 unità è 25, produrre l'11a unità costa 27. Il costo medio diventa (25 x 10 + 27) / 11 = 25.18● N.B. Il costo medio è sempre più basso del costo marginale in caso di costi marginali crescenti● Il costo medio per 10 unità è 25, produrre l'11a unità costa 24. Il costo medio diventa(25 x 10 + 24) / 11 = 24.9

● Il costo medio è uguale al costo marginale dove il costo medio è minimo

L'andamento del costo medio totale• In presenza di costi fissi e di costi marginali crescenti, i costi

medi totali hanno il seguente andamento.• Sono molto alti all'inizio, per via dei costi fissi e sono molto

alti alla fine per via del costo marginale crescente.

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Costi

Quantità prodotta

C. m

edio totale

C. marginale

C. medio variabile

C. medio fisso

I costi totali nel lungo periodo• Nel lungo periodo non esistono fattori di produzione fissi e, di

conseguenza, non dovrebbero esistere i costi fissi.

• Inoltre, nel lungo periodo, le dimensioni degli impianti può essere scelta in maniera adeguata all'impiego degli altri fattori produttivi. Di conseguenza, questi ultimi, non dovrebbero avere produttività marginale decrescente e quindi i costi marginali dovrebbero essere costanti.

• Conseguentemente, in assenza di costi fissi e in presenza di costi marginali costanti, la curva di costo rimarrebbe crescente, ma la curva di costo medio sarebbe costante.

• Ovvero, per ogni singola unità prodotta viene sostenuto lo stesso identico costo.

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Economie e diseconomie di scala• In realtà, la costanza dei costi medi totali nel lungo periodo potrebbe

venire meno in presenza di economie e diseconomie di scala.

• Si hanno economie di scala quando vi è un vantaggio fisico/tecnologico/organizzativo nel produrre grandi quantità di prodotto.

• Si hanno diseconomie di scala quando vi è uno svantaggio fisico/tecnologico/organizzativo.

• In genere le economie di scala sono dovute alla specializzazione del lavoro (specializzandosi nel produrre un solo bene in grandi quantità si diventa estremamente efficienti nel farlo) e soprattutto all'utilizzo di beni capitali su grande scala (es. acciaieria), mentre le diseconomie sono legate a problemi di coordinamento (coordinare il lavoro di migliaia di lavoratori è estremamente complicato).

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Economie, diseconomie di scala e costi medi totali di lungo periodo• In presenza di economie di scala risulta più conveniente

produrre grandi quantità di prodotto e quindi i costi medi totali di lungo periodo sono decrescenti.

• In presenza di diseconomie di scala risulta meno conveniente produrre grandi quantità di prodotto e quindi i costi medi totali di lungo periodo sono crescenti.

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Relazione tra costi di breve e di lungo periodo

Quantità prodotta

Curve di breve periodo con impianti di dimensione diversa

Curva di lungo periodo(c. medio totale costante)

Diseconomie di scala

Economie di scala

La struttura del mercato• I mercati differiscono anche per le "regole" che

governano il meccanismo di compravendita.

• I mercati possono essere:1) Concorrenza Perfetta2) Monopolio3) Concorrenza Monopolistica4) Oligopolio

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La struttura del mercato• I mercati differiscono anche per le "regole" che

governano il meccanismo di compravendita.

• I mercati possono essere:1) Concorrenza Perfetta2) Monopolio3) Concorrenza Monopolistica4) Oligopolio

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I mercati di concorrenza perfetta• Alcuni mercati sono contraddistinti dalla

concorrenza perfetta.• La concorrenza perfetta è identificata dalle

seguenti caratteristiche del mercato:

1) I prodotti offerti in vendita sono uguali gli uni agli altri

2) Nel mercato esistono un numero molto elevato (infinito) di venditori e compratori.

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I mercati di concorrenza perfetta

1) I prodotti offerti in vendita sono uguali gli uni agli altri

Conseguentemente, un compratore non ha preferenza su dove acquistare il singolo bene.

Se un venditore chiede un prezzo troppo elevato, il compratore si recherà senz'altro da un altro.

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I mercati di concorrenza perfetta2) Nel mercato esistono un numero molto elevato (infinito) di venditori e compratori.- Conseguentemente il singolo compratore o venditore non può influenzare il prezzo.

- Se un venditore alza il prezzo sopra quello praticato dai concorrenti, nessun compratore acquisterà da lui poiché il compratore sicuramente troverà un altro venditore che offre un identico bene da un altro venditore ad un prezzo più basso.

- Identicamente, se un compratore propone un prezzo più basso di quello stabilito, il venditore può cedere tale bene ad un altro acquirente e non ha quindi convenienza ad abbassare il prezzo.

- Al prezzo di mercato, un venditore può vendere tutta la quantità che produce, qualunque essa sia (curva di domanda orizzontale, infinitamente elastica)

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I mercati di concorrenza perfettaVi è una terza proprietà che contraddistingue la concorrenza perfetta:3) Le imprese possono entrare e uscire liberamente dal mercato.

- Ovvero, le imprese possono scegliere di iniziare o terminare la loro attività.

- Questa caratteristica non ha conseguenze importanti quando si studia il breve periodo ma è invece molto rilevante nel lungo periodo.

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Nella realtà, i mercati sono perfettamente concorrenziali?

• Qualche mercato effettivamente è molto vicino alla concorrenza perfetta: principalmente sono quei mercati relativi alle risorse naturali di cui vi è grande abbondanza o di quei prodotti che vengono venduti all'ingrosso (i prodotti agricoli principalmente).

• In molti altri casi le ipotesi di concorrenza perfetta non sono rispettate.

• Spesso le teorie economiche vengono costruite sull'ipotesi che esista concorrenza perfetta nei mercati ma questo è un limite che rischia di compromettere l'analisi.

• Le teorie economiche più avanzate rimuovono questa ipotesi e studiano forme di mercato più complesse e realistiche.

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Ricavi e profitti in concorrenza perfetta• Il ricavo totale (RT) è dato dalla quantità venduta (Q) per il

prezzo unitaria p.

• Il profitto è dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale.

• In concorrenza perfetta l'impresa può vendere tutta la quantità che desidera al prezzo di mercato.

• L'obbiettivo dell'impresa è massimizzare i profitti. L'impresa sceglie quindi la quantità per massimizzare i profitti.

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La massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta• Ogni unità aggiuntiva che l'impresa vende, porta un ricavo aggiuntivo pari a p.

• Quindi l'impresa continua a produrre e vendere unità fino a quando il costo di produrre un'unità aggiuntiva è inferiore a p.

• Il costo per produrre un'unità aggiuntiva è il costo marginale.

• Avevamo visto che i costi marginali sono crescenti, quindi l'impresa continua ad aggiungere unità prodotte fino a quando il costo marginale non raggiunge il prezzo p.

• Quando il costo marginale è pari al prezzo l'impresa non può più ulteriormente incrementare i profitti e ne ha quindi raggiunto il massimo.

• La condizione che massimizza i profitti è p=CM

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La quantità ottima prodotta• La quantità prodotta viene scelta in maniera da uguagliare il

prezzo di mercato p al costo marginale CM• Possiamo utilizzare la curva dei costi marginali per

identificare graficamente la quantità ottima di produzione (Qo). Se nel mercato prevale un certo prezzo p possiamo ricavare la quantità ottima ponendo p=CM

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CostoMarginale,Prezzo

Curva di costo marginale

Quantità prodottaQo

p

Prezzo prevalente sul mercato

La quantità ottima prodotta• Cosa succede se aumenta il prezzo prevalente del mercato?• Se il prezzo passa da p a p1, la quantità prodotta aumenta.• In pratica, la curva di costo marginale rappresenta la curva di

offerta dell'impresa!

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CostoMarginale,Prezzo

Curva di costo marginale

Quantità prodottaQo

p

p1

Qo1

I profitti in concorrenza perfetta• Il ricavo totale (RT) è dato dalla quantità venduta (Q) per il

prezzo unitaria p.

• Il profitto è dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale.

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Profitto, costo marginale e costo medio totale• Se p>CMT il profitto è positivo. Questo succede se in

corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale è al di sopra di quello di costo medio totale

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CMT,CM

Curva del costo medio totale

Quantità prodottaQo

p

Curva di costo marginale

Profitto negativo• Se p<CMT il profitto è negativo. Questo succede se in

corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale è al di sotto di quella di costo medio totale.

• Nel grafico mostriamo un di questo tipo: l'area evidenziata rappresenta le perdite (profitto negativo).

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Curva del costo medio totale

Quantità prodottaQo

p

Curva di costo marginaleCMT,

CM

Curva di offerta• La curva di offerta è disegnata in rosso• Infatti massimizzare il profitto non equivale a rendere il

profitto positivo• Se il profitto è negativo (P < CMT) allora la quantità offerta

sarà zero, come indicato dalla figura

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Curva del costo medio totale

Quantità prodottaQo

p

Curva di costo marginaleCMT,

CM

Profitto nullo (lungo periodo)• Se p = CMT il profitto è nullo. Questo succede se in

corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale interseca quella di costo medio totale.

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Curva del costo medio totale

Quantità prodottaQo

p

Curva di costo marginaleCMT,

CM

L'entrata e l'uscita delle imprese nel lungo periodo.

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• Nel lungo periodo le imprese tenderanno ad entrare o ad uscire dal mercato.

• Se le imprese realizzano un profitto negativo usciranno dal mercato.

• Al contrario, in presenza di un profitto positivo, nuove imprese entreranno sul mercato e la loro numerosità aumenta.

• Per cui, nel lungo periodo il profitto è uguale a zero e p = CMT = CM

Offerta individuale• Ogni impresa offre una certa quantità di beni per un certo prezzo. Questa

costituisce l'offerta individuale• L'offerta individuale di ogni venditore può essere diversa.

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PrezzoCurva di offerta di A

Quantità domandata

P

ObOa

Curva di offerta di B

Offerta di mercato (breve periodo)• L'offerta di mercato è data dalla somma delle offerta individuali.• Ovvero, ad un certo prezzo P1, se nel mercato esistono solo il venditore A

e il venditore B, allora l'offerta di mercato è data dalla somma delle quantità offerte dal venditore A e dal venditore B.

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Prezzo

Curva di offerta di A

Quantità offerta

P

ObOa

Curva di offerta di B

Curva di offerta di mercato

Om=Oa+Ob

L'entrata delle imprese sul mercato

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• In presenza di un profitto positivo, nuove imprese entreranno sul mercato e la loro numerosità aumenta.

• In seguito alla maggiore numerosità delle imprese l'offerta complessiva (l'offerta di mercato) aumenta e la curva di offerta trasla verso destra.

La traslazione della curva di offerta di mercato• In seguito all'ingresso di nuove imprese la curva di offerta di

mercato trasla verso destra: il prezzo di mercato si abbassa!

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O2

Pe2

Prezzo

D1

Quantità domandata, quantità offertaQe2

O1Variazione della curva di offerta dovuta all'ingresso di nuove imprese

Pe1

Qe1

Ingresso di nuove imprese e profitti• In presenza di profitti positivi, nuove imprese entrano nel mercato e

questo fa ridurre il prezzo di mercato che passa da p a p1. I profitti si riducono ma sono ancora positivi. Le imprese continuano ad entrare…

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p

Qo

CostoMedioTotale

Curva del costo medio totale

Quantità prodotta

Curva di costo marginale

p

Qo1

CostoMedioTotale

Curva del costo medio totale

Quantità prodotta

Curva di costo marginale

p1

Ingresso di nuove imprese e profitti• In presenza di profitti positivi, nuove imprese entrano nel mercato

facendo abbassare il prezzo fino a quando questi non diventano zero. Chiamiamo il prezzo finale pm.

• In questo caso pm=CM=CMT.• Si noti che la quantità prodotta è quella quantità per cui i costi medi totali

sono al loro minimo. La produzione determinata in condizione di concorrenza perfetta rende minimi i costi medi: è la produzione efficiente!

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p

Qm

CostoMedioTotale

Curva del costo medio totale

Quantità prodotta

Curva di costo marginale

I profitti zero nella concorrenza perfetta di lungo periodo

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• Nel lungo periodo le imprese che operano in concorrenza perfetta hanno profitti pari a zero e scelgono la quantità di prodotto che minimizza i costi medi.

• Si consideri però che i profitti a cui dovremmo riferirci sono i profitti economici e non quelli contabili. E' quindi possibile che si registrino dei profitti contabili che rappresentano la remunerazione dell'attività imprenditoriale (costo opportunità dell'imprenditore).

Curva di offerta di mercatonel lungo periodo

P = CMT

Un aumento di domanda fa aumentareLa produzione senza effetti sul prezzo:La maggiore produzione sarà interamente assorbita dall'ingresso dinuove imprese

Eq_lp_1 Eq_lp_2

Curva di offerta di mercato nel lungo periodo con aggiustamento

CMT

Se esiste un ritardo nell'aggiustamento Dell'offerta alla domanda, nel breve periodo i prezzi aumentano e i profitti sono Temporaneamente positivi

Eq_lp_1 Eq_lp_2

CM

Eq_bp