Lezione 2 24 nov Guerre di religione e nuove dottrine

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CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN DIRITTI UMANI ED ETICA DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Storia delle istituzioni politiche a.a. 2011-2012 Lezione 2 Trasformazioni dello Stato di giustizia: guerre di religione e nuove dottrine

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CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN DIRITTI UMANI ED ETICA DELLA COOPERAZIONE

INTERNAZIONALE

Storia delle istituzioni politichea.a. 2011-2012

Lezione 2Trasformazioni dello Stato di giustizia: guerre di religione e

nuove dottrine

2/1Trasformazioni dello Stato giurisdizionale

Fasi di rafforzamento del polo centrale:

� prima fase di crescita: consolidamento dinastico e istituzionale / fine XV - inizio XVI secoloistituzionale / fine XV - inizio XVI secolo

� fase di crisi: guerre di religione /seconda metà XVI secolo-prima metà XVII secolo

� seconda fase di crescita: affermarsi dell’assolutismo in relazione a nuove tendenze espansionistiche / seconda metà XVII secolo -XVIII secolo

2/2Guerre di religione e trasformazione dello Stato

� Le “GUERRE DI RELIGIONE” iniziano con la Riforma protestante (1517) e occupano tutto il XVI e la prima metà del XVII secolo. Terminano con la pace di Westfalia (1648), che conclude la Guerra dei pace di Westfalia (1648), che conclude la Guerra dei Trent’anni (prima guerra europea).

� Esse interessano in successione:

La Germania, la Francia e i Paesi Bassi, la Germania ancora, l’Inghilterra.

� L’esperienza delle guerre di religione fa nascere una nuova cultura politica e nuovi assetti istituzionali.

2/3Dottrine politiche / 1

Durante le guerre di religione in Francia (secondo XVI secolo):

Jean Bodin, Jean Bodin,

Sei libri dello Stato,

Parigi 1576

Jean BodinAngers 1530 – Laon 1596

autore deiSei libri dello Stato

(Parigi 1576)

2/4 Jean Bodin, Les six livres de la république (I sei libri dello Stato), Parigi 1576 - documento 3

� “Per SOVRANITA’ s’intende quel potere assoluto e perpetuo ch’èproprio dello Stato…

� Chi è sovrano… non deve essere in alcun modo soggetto al comandoaltrui, e deve poter dare la legge ai sudditi, e scancellare le parole inutiliin essa per sostituirne altre, cosa che non può fare chi è soggetto alleleggi o a persone che esercitino potere su di lui. Per questo la legge diceche il principe non soggetto all’autorità delle leggi…

� Se dunque il principe sovrano è per legge esente dalle leggi deipredecessori, ancor meno sarà egli obbligato a osservare le leggi e lepredecessori, ancor meno sarà egli obbligato a osservare le leggi e leordinanze fatte da lui stesso…

� E’ ormai chiaro che il punto più alto della maestà sovrana sta nel darlegge ai sudditi in generale e in particolare, senza bisogno del loroconsenso. A parte ciò che avviene in altri regni, qui nel nostro abbiamospesso visto certe consuetudini generali abolite dagli editti del re, senzaconsultare gli stati in proposito, quando l’ingiustizia di esse era palese…

� Sotto questo potere di dare e annullare le leggi sono compresi tutti glialtri diritti e prerogative sovrane: cosicché potremmo dire che è questala ola vera e propria prerogativa sovrana, che comprende in sé tutte lealtre”.

[tratto da G. Dall’Olio, Storia moderna, Carocci]

2/5 Jean Bodin, Les six livres de la république, Parigi 1576

� “Quanto però alle LEGGI NATURALI E DIVINE, tutti iprincipi della terra vi sono soggetti, né è in loro poteretrasgredirle, se non vogliono rendersi colpevoli di lesamaestà divina, mettendosi in guerra contro quel Dioalla cui maestà tutti i principi della terra devonosottostare chinando a testa con assoluto timore e pienasottostare chinando a testa con assoluto timore e pienareverenza…

� Il principe non può derogare a quelle leggi cheriguardano la struttura stessa del Regno e il suo assettofondamentale, in quanto esse sono connesse allaCorona e a questa inscindibilmente unite (tale è peresempio la legge salica)”.

2/6 Jean Bodin, Les six livres de la république, Parigi 1576

� “Per tutte quelle consuetudini generali e particolari che nonriguardano la struttura fondamentale del Regno, non si haabitudine di far cambiamenti se non dopo avere debitamenteconvocato gli STATI GENERALI di Francia, oppure gli Stati delsingolo baliaggio; ma ciò non vuol dire che sia necessario seguireil loro potere o che il re non possa fare il contrario di ciò che gli sichiederà, se l’assista la RAGIONE NATURALE e la GIUSTIZIADEI PROPOSITI. Proprio questo fa risaltare la grandezza e lachiederà, se l’assista la RAGIONE NATURALE e la GIUSTIZIADEI PROPOSITI. Proprio questo fa risaltare la grandezza e lamaestà di un principe sovrano, che gli Stati di tutto il popolosi riuniscano e gli presentino richieste e suppliche intutta umiltà, senza avere alcun potere di dare ordini,fare decreti, né alcuna facoltà deliberativa; sì che ciòche al principe piace consentire o negare, comandare oproibire, passa in vigore di legge, di editto, diordinanza”.

2/7Dottrine politiche / 2

Durante le guerre di religione in Francia (secondo XVI secolo):

i ‘monarcomachi’

Stephanus Junius BrutusStephanus Junius BrutusVindiciae contra tyrannos. Il potere legittimo del principe sul popolo e del popolo sul principe1579

Philippe Du-Plessis de Mornay

2/8 S. Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579) documento 4

Quattro questioni discusse nel trattato:

1. Se i sudditi siano obbligati a obbedire al loro principe, qualora questi ordini cose contrarie alla legge di Dio;

2. Se sia lecito resistere a un principe che violi la Legge di Dio, o che danneggi la Chiesa; da chi, come e in che misura ciò sia lecito;

3. Se sia lecito resistere a un principe che opprima o rovini lo Stato, e sino a dove tale resistenza possa spingersi; da chi, come e in base a quale diritto o legge ciò sia permesso;

4. Se i principi o gli Stati vicini possano, o debbano, soccorrere i sudditi di tali principi, afflitti per cause inerenti alla vera religione o oppressi dalla tirannide.

2/9Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

QUESTIONE PRIMA«Oggi re e principi cristiani alla loro incoronazione sono chiamati servitori di Dio, destinati a governare il Suo popolo. Poiché i re sono solo luogotenenti di Dio, posti sul trono di Dio dal Signore di Dio infinito, e il posti sul trono di Dio dal Signore di Dio infinito, e il popolo è popolo di Dio, e poiché l’onore che si fa ai luogotenenti non procede che dalla riverenza che si porta a coloro che li hanno inviati, non è difficile dedurne che bisogna obbedire ai re a causa di Dio, non contro Dio, e quand’essi servano e obbediscano a Dio, non altrimenti».

Edizione a cura di Saffo Testoni Binetti, Torino, La Rosa, 1994 (p. 17)

2/10Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

«Ora, noi leggiamo di DUE TIPI DI PATTO nell’investitura dei re: il primo tra Dio, il re e il popolo, affinché il popolo fosse popolo di Dio; il secondo tra il re e il popolo, affinché il popolo obbedisse fedelmente al re che avesse comandato obbedisse fedelmente al re che avesse comandato con giustizia… Il re si impegnò, e così fece il popolo, non separatamente, bensì insieme, come le parole attestano, all’istante » (ivi, p. 19 e ss.).

2/11Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

O IL RE O DIO

«Con queste premesse si potrà facilmente risolvere la nostra questione.

Infatti, se Dio tiene il luogo di signore sovrano e il re di vassallo, chi osa negare che bisogna obbedire al di vassallo, chi osa negare che bisogna obbedire al sovrano piuttosto che al vassallo? Se Dio comanda una cosa e il re ne comanda una contraria, chi sarà tanto orgoglioso da chiamare ribelle colui che rifiuta di obbedire al re in contraddizione con Dio?....» (28)

2/12Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

QUESTIONE SECONDAChe cosa si intende con la parola «popolo»?«Sì che a questo punto mi si farà un’obiezione: sarà proprio necessario che l’intera popolazione, questa bestia da un milione di teste, si ammutini e dia luogo a disordini per dare ordine alla situazione suddetta? Che direzione c’è in una moltitudine senza briglie? Quale disegno e quale ordine alla situazione suddetta? Che direzione c’è in una moltitudine senza briglie? Quale disegno e quale discernimento per prendere provvedimenti? Quando parliamo del popolo nel suo complesso, intendiamo con questa parola coloro che hanno l’autorità dal popolo, ovvero i magistrati che sono inferiori al re e che il popolo ha delegato, o in qualche modo istituito, come consociati nel potere e controllori del re, e che rappresentano tutto il corpo del popolo. Intendiamo anche gli stati, che non sono altro che l’epitome o una breve sintesi del regno, cui tutti gli affari pubblici si rapportano…

2/13Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

QUESTIONE SECONDAGli ufficiali sopra nominati sono singolarmente inferiori al re, ma, considerati tutti insieme come corpo, gli sono superiori. Infatti, in accordo con quanto i concili di Basilea [1431] e di Costanza [1414] hanno determinato (e ben determinato), cioè che il concilio universale fosse superiore al vescovo di Roma, il capitolo è superiore al vescovo, l’università è superiore al il capitolo è superiore al vescovo, l’università è superiore al rettore, la corte è superiore al presidente; in breve colui a cui tutta una compagnia dà autorità è sempre inferiore alla compagnia, ancorché sia superiore a ciascuno dei suoi membri…

E poiché ciò che è fatto pubblicamente dalla maggior parte è attribuito a tutti, si dirà che tutti hanno fatto ciò che LA MIGLIOR PARTE dei primi ha fatto, o, in breve, che tutto il popolo vi ha messo mano» (51)

2/14Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

I privati

«Qui non parliamo dei PRIVATI E DEI SINGOLI CONSIDERATI UNO PER UNO e che non sono stimati parti del corpo intero, così come le assi, i chiodi, i cavicchi non sono parti di una barca, né le pietre, le capriate, il non sono parti di una barca, né le pietre, le capriate, il pietrisco sono parti di una casa; parliamo invece di città o province, che costituiscono una porzione del regno, così come la prua, la poppa, la carena e altre parti del genere sono la barca, e le fondamenta, il tetto, le pareti sono la casa. Parliamo quindi dei MAGISTRATI che governano queste città o province» (51)

2/15Stephanus Junius Brutus, Vindiciae contra tyrannos (1579)

QUESTIONE TERZA

Se sia lecito resistere a un principe che opprima o rovini lo Stato, e sino a dove tale resistenza possa spingersi; da chi, come e in base a quale diritto o legge ciò sia permesso.legge ciò sia permesso.

Risposta: è lecito ai magistrati, che sono i custodi del patto fra re e popolo.

Viene così ammesso e argomentato il DIRITTO DI RESISTENZA

2/16Dottrine politiche / 3

Le guerre di religione in Inghilterra (XVII secolo):

� Thomas Hobbes,

Leviatano, o la materia, la forma e il potere Leviatano, o la materia, la forma e il potere di uno Stato ecclesiastico e civile,

Parigi 1651

Thomas Hobbes 1588-1689(dipinto di John Michael Wright, XVII secolo,

National Portrait Gallery)

Thomas Hobbes 1588-1689(dipinto di John Michael

Wright, XVII secolo, National Portrait Gallery)

T. Hobbes, Leviatano , Parigi 1651

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Documento 5

T. Hobbes, Leviatano , Parigi 1651

[brano t ra t to da G . Da l l ’O l io , Stor ia moderna , Carocc i , Roma 2004, p . 127]

Hobbes, Leviatano / 1

STATO DI NATURA →

→ UOMINI individualmente intesi (desiderio →passione → agire umano → conflitto) →

→ Originaria condizione di guerra, causata dalle passioni →naturali degli uomini →

→ RAZIONALITA’ umana stimola ricerca di un rimedio

allo stato conflittuale, con il fine della conservazione della vita →

→ STATO CIVILE nasce da un atto di volontà degli

individui / fine dello Stato è la conservazione della vita degli uomini e il superamento della condizione di guerra.

Hobbes, Leviatano / 2

STATO CIVILE nasce da un atto di volontà degli individui / fine dello Stato è la conservazione della vita degli uomini e il superamento della condizione di guerra →

In che cosa si esplica questo atto di volontà? →

In un PATTO di ciascun individuo con tutti gli altri, In un PATTO di ciascun individuo con tutti gli altri, affinché ciascuno ceda tutto il potere e la forza che ha su se stesso a un terzo →

→ questo terzo è il SOVRANO [assemblea (→ repubblica) o persona fisica (→monarchia)] →

→ il sovrano non è soggetto ad alcun tipo di vincolo; il suo mandato non è revocabile per alcuna ragione →

→ si tratta di un SOVRANO ASSOLUTO

Hobbes, Leviatano / 3

La SOVRANITA’:- non è revocabile, non è vincolata, non è responsabile verso i sudditi in alcun modo

- poiché i sudditi sono parte del sovrano non possono contestarne gli atti o sottrarsi ai loro effetti

Implica:- facoltà di censura della parola e dello scritto- facoltà di emanare norme sulla proprietà privata e quindi disponibilità della proprietà dei singoli

- esercizio della giustizia- facoltà di decisione sulla ‘politica estera’- nomina di tutti i ministri e loro subordinati

Hobbes, Leviatano / 4

Dottrina politica:

- razionalistica

- individualistica- individualistica

- volontaristica

- contrattualistica

- assolutistica