Lezione 1 PORTA TICINESE Introduzione : I Sestieri · Cesare Correnti e via del Torchio, nella zona...

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Lezione 1 PORTA TICINESE Introduzione : I Sestieri Anticamente Milano era divisa in 6 spicchi i sei sestieri che si aprivano dalle porte del Broletto (l’odierna Piazza Mercanti) e davano vita a raggiere con confini labili dove però si sviluppavano modi di vivere, luoghi e tradizioni proprie. Prendevano il nome dalla porta di riferimento su cui si affacciavano lungo le mura. Col tempo le porte si moltiplicarono e si aggiunsero, con lo sviluppo della città e dei commerci, anche le pusterle, passaggi meno importanti, istituite per facilitare e controllare in modo più capillare i transiti da e per la città. Ma l’antica e ideale divisione urbanistica in sei parti rimase a lungo, almeno fino al piano Beruto del 1888, che introdusse nuove porte daziarie I sestieri non erano delle suddivisioni amministrative vere e proprie, tant'è che i loro confini erano indefiniti: in ogni sestiere era però presente una comunità che possedeva modi di vivere e tradizioni peculiari che si differenziavano da quelle degli altri sestieri. Anche l'inflessione del dialetto milanese variava da sestiere a sestiere. Ciascun sestiere, oltre a possedere uno stemma identificativo, era a sua volta diviso in cinque contrade, anch'esse caratterizzate da uno stendardo Gli stendardi dei sestieri erano portati in guerra dalle truppe comunali di Milano insieme al gonfalone della città. I sestieri avevano infatti origini militari: erano una suddivisione, forse di origine romana, che era collegata alla porta di riferimento e quindi alla guarnigione che la difendeva. Anche le contrade avevano importanza militare: a ciascuna di esse era legata una torre di guardia secondaria.. La suddivisione di Milano in sestieri resistette anche con la costruzione di nuove porte cittadine, che avvenne nel corso del XIX secolo[, fermo restando che il senso di appartenenza a un preciso sestiere fu sentito dai milanesi fino alla prima parte del XX secolo, quando i sestieri non erano più ufficialmente utilizzati come suddivisioni della città. Le contrade scomparvero dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell'approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, anche se le 1

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Lezione 1 PORTA TICINESE

Introduzione : I Sestieri

Anticamente Milano era divisa in 6 spicchi i sei sestieri che si aprivano dalle porte del Broletto (l’odierna Piazza Mercanti) e davano vita a raggiere con confini labili dove però si sviluppavano modi di vivere, luoghi e tradizioni proprie.

Prendevano il nome dalla porta di riferimento su cui si affacciavano lungo le mura.

Col tempo le porte si moltiplicarono e si aggiunsero, con lo sviluppo della cittàe dei commerci, anche le pusterle, passaggi meno importanti, istituite per facilitare e controllare in modo più capillare i transiti da e per la città. Ma l’antica e ideale divisione urbanistica in sei parti rimase a lungo, almeno fino al piano Beruto del 1888, che introdusse nuove porte daziarie

I sestieri non erano delle suddivisioni amministrative vere e proprie, tant'è chei loro confini erano indefiniti: in ogni sestiere era però presente una comunità che possedeva modi di vivere e tradizioni peculiari che si differenziavano da quelle degli altri sestieri.

Anche l'inflessione del dialetto milanese variava da sestiere a sestiere. Ciascun sestiere, oltre a possedere uno stemma identificativo, era a sua voltadiviso in cinque contrade, anch'esse caratterizzate da uno stendardo

Gli stendardi dei sestieri erano portati in guerra dalle truppe comunali di Milano insieme al gonfalone della città.

I sestieri avevano infatti origini militari: erano una suddivisione, forse di origine romana, che era collegata alla porta di riferimento e quindi alla guarnigione che la difendeva. Anche le contrade avevano importanza militare: a ciascuna di esse era legata una torre di guardia secondaria..

La suddivisione di Milano in sestieri resistette anche con la costruzione di nuove porte cittadine, che avvenne nel corso del XIX secolo[, fermo restando che il senso di appartenenza a un preciso sestiere fu sentito dai milanesi fino alla prima parte del XX secolo, quando i sestieri non erano più ufficialmente utilizzati come suddivisioni della città.

Le contrade scomparvero dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell'approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, anche se le

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denominazione di molte vie di Milano moderne, come via della Spiga, via Agnello, via Cerva, via Lupetta, via dell'Orso e via Fieno, derivano il proprio nome da alcune storiche contrade milanesi.

Nel gonfalone di Milano, custodito nel Castello Sforzesco, sono riportati i sei sestieri con i loro stemmi

Il Leone d’argento di Porta Orientale,

Rosso di Porta Romana,

Troncato di rosso e d’argento di Porta Vercellina

Inquartato d’argento e di nero di Porta Nuova

Sgabello rosso di Porta Ticinese

Scaccato di rosso e d’argento di Porta Comasina

Porta Ticinese

Il sestiere andava da corso Italia a via De Amicis a S. Maddalena al Cerchio.

Uno sgabello rosso su fondo bianco era lo stemma del sestiere Ticinese. contrade della Lupa, S.Ambrogio,Cornacchie, Torchio e Vetra.

Porta Ticinensis scamno rubeo intus, che in milanese diviene: on scagn ross su fond bianch.

La presenza di uno sgabello al centro dello stemma del sestiere è legata a una tradizione religiosa che si compiva nella "Torre dei Malsani". Era infatti tradizione, il lunedì della settimana santa, che un lebbroso venisse solennemente lavato all'interno della "Torre dei Malsani". Terminata l'abluzione, il lebbroso, uscito dal bagno, si asciugava e poi si vestiva grazie all'ausilio di uno sgabello.

Altra tradizione religiosa voleva che durante la processione che aveva luogo nel giorno dell'Epifania dalla basilica di Sant'Eustorgio al Duomo di Milano si trasportavano le reliquie dei Re Magi. Quando la processione giungeva al Carrobbio, vista la lunghezza del percorso, i sacerdoti si riposavano brevemente su sgabelli offerti dai milanesi. Lo sgabello della tradizione di Porta Ticiniese diede anche il nome a un'antica e celebre osteria di Porta Ticinese, "Alle tre scranne" (mil. Ai tri scàgn)

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.La Porta delle mura romane

Costruita durante il periodo repubblicano dell'epoca romana, era ricavata nella cinta delle mura romane di Milano

Venne fatta presumibilmente erigere, insieme alle mura, da Cesare dopo l'assunzione di Mediolanum al rango di municipium nell'anno 49 a.C., oppure in seguito da Ottaviano. Corrispondeva alla Porta Praetoria dell'originario accampamento militare romano, il cosiddetto castrum, che diede poi origine al centro abitato dell'antica Mediolanum romana.

Quest'ultimo si trovava poco distante dal primigenio insediamento celtico, chiamato forse Medhelan, da cui poi potrebbe avere avuto origine il toponimolatino "Mediolanum"

Fu demolita, insieme alle relative mura e alle altre porte romane, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa. Altra importante azione di guerra che subì la porta fu l'assedio di Milano del 538-539, che fu perpetrato da Regno ostrogoto. Entrambi gli assedi portarono alladistruzione di gran parte della città.

I resti di Porta Ticinese romana, che si trovano all'angolo di via Torino con viadel Torchio, nei pressi del Carrobbio, e che sono conosciuti come Torre dei Malsani o Torraccia.

Da Porta Ticinese aveva origine l'arteria stradale che collegava Mediolanum a Ticinum (Pavia), la via Giovia, da cui il nome della porta. Porta Ticinese si trovava nella parte terminale del cardo verso sud-ovest. Poco fuori da Porta Ticinese, oltre le mura cittadine, era presente uno dei quattro castelli difensividi Mediolanum, il Castrum Vetus.

Nei pressi di Porta Ticinese, lungo il cardo, sorgevano il palazzo imperiale romano di Milano (quest'ultimo al suo incrocio con il decumano) e il circo romano di Milano, mentre poco oltre essa, al di fuori delle mura cittadine, lungo la sopracitata arteria stradale, erano situati la basilica palatina (che esiste ancora oggi: ha poi cambiato nome in "basilica di San Lorenzo") e l'anfiteatro romano di Milano. Da Porta Ticinese il cardo di Mediolanum conduceva all'altro lato delle mura cittadine dov'era presente, diametralmenteopposta a Porta Ticinese, Porta Orientale.

Porta Ticinese era situata, considerando l'urbanistica della Milano odierna, dove ora è presente il Carrobbio, moderno largo della città le cui origini

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risalgono all'epoca romana. Al numero 4 dello slargo del Carrobbio è presente la cosiddetta "Torraccia", o "Torre dei Malsani". Situata nel cortile di uno dei palazzi dell'area, rappresenta l'unico resto tangibile dell'antica Porta Ticinese romana che è giunto sino a noi. Si tratta dei resti di una delle due torri della porta, che affiancavano il varco di ingresso. È nota come "Torre dei Malsani" perché in seguito, persa la sua funzione difensiva, è stata destinata a lebbrosario.

La conferma sul fatto che si tratti dei resti di Porta Ticinese viene da un documento del 1201, risalente quindi a diversi decenni prima dell'assedio di Federico Barbarossa, in occasione del quale le mura e le porte romane vennero distrutte, che recita:

«[...] ad Portam Isnensem (hoc est Ticinensem, sicut etiam corrupto nunc vocabulo Italice Porta Snesa vulgo nuncupatur), ibi, ubi dicitur ad Turricellam Malsanorum. [...]» cioè

«[...] la Porta Isnensem (ovvero Porta Ticinese romana, chiamata in lingua volgare anche Porta Snesa), corrisponde alla moderna "Torre dei Malsani". [...]»

Dalla presenza di questi resti è stato possibile costruire l'aspetto di Porta Ticinese romana. Porta Ticinese era probabilmente costituita da due fornici larghi circa 3 metri, divisi da un pilastro centrale, il tutto fiancheggiato da due torri. Sono giunti sino a noi i resti di una delle due torri. Questi resti hanno basi quadrate aventi 7,50 m di spigolo. Il muro perimetrale, avente spessore di 1,2 metri, presenta un perimetro circolare all'interno della costruzione e poligonale all'esterno. Le fondamenta di questi resti, che sono state realizzatein mattoni, poggiano su un terreno costituito principalmente da ghiaia in modotale da facilitare il drenaggio delle acque meteoriche

Il Carrobbio

In dialetto milanese el Carròbi, indicato anche col termine oggi desueto di Corrivio, è un largo di Milano le cui origini risalgono all'epoca romana. È posto indicativamente alla confluenza fra le vie Torino, via San Vito, via Cesare Correnti e via del Torchio, nella zona centrale della città.

In origine il termine "carrobbio", derivato dal latino quadrivium ("incrocio di quattro vie"), indicava, specialmente nell'area lombarda, un generico incrocio delle città romane su cui convergevano quattro strade a formare uno slargo.

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Il "carrobbio" giunto sino a noi nella moderna toponomastica stradale di Milano è il Quadrivium Portae Ticinensis, importante incrocio dell'antica Mediolanum (nome latino dell'odierna Milano). Tra le vie romane che convergevano verso il Quadrivium Portae Ticinensis c'era il cardo.

In particolare, l'origine dell'odierno largo del Carrobbio risale ai tempi della Repubblica romana, quindi agli albori della storia di questa civiltà: il moderno slargo ha poi mantenuto l'urbanistica originale non venendo mai modificato, da un punto di vista viabilistico, dalle demolizioni e dalle modifiche all'urbanistica avvenute nel corso dei secoli in altre parti della città.

Dopo l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa, le mura romane di Milano furono abbattute assieme alle relative porte, eccezionfatto per una delle torri di Porta Ticinese romana, chiamata poi "Torraccia" o "Torre dei Malsani", visibile ancora oggi nel cortile di uno dei palazzi dell'area del Carrobbio.

Negli anni della Controriforma nello slargo del Carrobbio fu eretta la croce di San Maderno, intervento voluto da San Carlo Borromeo durante la peste al fine di creare degli altari sparsi per la città dove celebrare messe visibili ai malati dalle finestre delle case, in modo da evitare grandi assembramenti di persone che avrebbero diffuso ancora di più la peste

Porta delle mura medievali

Storia

L'antica Porta Ticinese medioevale ( assieme agli archi di Porta Nuova in via Manzoni) è l'unica sopravvivenza delle antiche mura milanesi dell'XI secolo

Nelle immediate vicinanze della porta si trovano le Colonne di San Lorenzo e l'omonima basilica di San Lorenzo Mggiore.

Il quartiere che si sviluppa lungo l’asse di via Torino e corso di porta Ticinese in direzione di Pavia (la romana Ticinum) è uno dei più antichi di Milano. Il patrimonio architettonico presente nell’area, tra cui il circo e l’anfiteatro di epoca romana e le basiliche di San Lorenzo e Sant’Eustorgio, rivela un tessuto urbano stratificato in cui la città antica e quella contemporanea convivono.

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Quartiere di artigiani, per lo più fabbri e conciatori, che si servivano dei numerosi corsi d’acqua per le loro lavorazioni, il Ticinese si estendeva in origine fino all’antica porta comunale , oltre la quale sorgeva il Borgo di Cittadella. L’antico borgo di Cittadella, deve il suo nome dal recinto fortificato eretto nel XIV secolo da Azzone Visconti, ampliando le mura per proteggere sia gli edifici che le tante opere idrauliche ed i mulini.

È possibile cercare di immaginare come potesse essere questa zona passando da via Santa Croce e via Conca del Naviglio giacché i tracciati di queste strade sono i medesimi ancora oggi. Subito dopo piazza XXIV Maggio, imboccando quello che oggi chiamiamo corso di Porta Ticinese, troviamo la Basilica di S.Eustorgio

La porta spagnola del XVI secolo

La porta Ticinese attuale che si apre nei bastioni di Milano sorse sullo stesso asse viario (oggi corso di Porta Ticinese) su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana (sul tracciato delle mura romane) e di epocamedievale (sul tracciato delle mura medievali di Milano).

Caratterizzata oggi dalla presenza della porta neoclassica del Cagnola (1802-1814) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazza XXIV Maggio, allo sbocco di corso di Porta Ticinese. Era stata denominata Porta Marengo in epoca napoleonica.

Antica veduta di Porta Ticinese (metà del XIX secolo). Il corso d'acqua che si vede sottopassare la porta è il Cavo Ticinello, non ancora coperto, che esce dalla Darsena di Porta Ticinese dirigendosi a est

Il rifacimento del Cagnola (1802-1814

La porta fu progettata da Luigi Cagnola in stile neoclassico e costruita fra il 1802 e il 1814. Nel 1815, al termine delle guerre napoleoniche, vi fu posta l'iscrizione latina «paci populorum sospitae» («alla pace liberatrice dei popoli»). La porta venne posta a cavallo del fossato scolmatore della Darsena del Naviglio Grande, esternamente al tracciato delle mura spagnole,per costringere al pagamento del dazio chi entrava in città.

Tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento, il naviglio Grande e il naviglio Pavese divennero le nuove direttrici dello sviluppo urbano del quartiere. Nella

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zona si stabilirono alcune importanti fabbriche, venne inaugurata nel 1865 la stazione di porta Genova per il collegamento tra Milano e Vigevano e, in corrispondenza dell’attuale via Vigevano, sorsero nuovi edifici destinati alla classe operaia.

Porta CICCA

Tradizionalmente nella cultura popolare milanese è nota anche come porta Cicca, dallo spagnolo chica, ossia "piccola".

Meno lineare e ovvia la spiegazione del perché Porta Ticinese sia stata poi celebrata col tempo con il nomignolo.

L’interpretazione offre tre strade tracciate da tre diverse espressioni gergali, anch’esse tutto sommato ben poco eleganti. La prima riconduce “cicca” ad una distorsione del termine spagnolo chica, “ragazza” e, nell’accezione più volgare, “prostituta”, ad indicare che la porta era un luogo frequentato dalle ragazze notturne. Una seconda ipotesi ricollega invece cicca al cica milaneseche significa “nulla”: “Te varet una cica”, non vali niente. E anche in questo caso indicherebbe che la zona era un tempo abitata e frequentata da personepovere, nullatenenti. In ultimo potrebbe anche ricordare il vecchio mestiere del catamoeucc: il raccoglitore di sigarette, protagonista di una vecchia canzone “E’ mezzanotte in punto/gh’è scur, gh’è scur/ gh’è quell che cerca i moeucc”; che con un bastone terminante a spillo passava prima dello spazzino a recuperare le cicche, i mozziconi. Anche se Porta Cicca è un nomignolo antico, anche più delle sigarette.

Forse più semplicemente, Porta Cicca potrebbe derivare dal riferimento a cica, ciocch, ciuca, cicchetto, tutti termini che ci ricordano i fumi dell’alcol di cui la zona è tutt’oggi inebriata, mantenendo la nomea antica di celebre luogodi osterie e posti di mescita, luoghi insomma in cui, per una buona causa, nonsi esitava ad alzare il gomito.

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