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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA SECONDO LE NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI EMANATE CON D.M. 03/08/2015 IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Dott. Ing. Vasco Vanzini

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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA SECONDO LE NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI EMANATE CON

D.M. 03/08/2015

IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

Dott. Ing. Vasco Vanzini

TUTELA DELLA PUBBLICA INCOLUMITA’

IL D.P.R. 151/2011

Regolamento di carattere amministrativo, nasce per coniugare l’esigenza primaria di interesse pubblico

con i principi generali dell’attività amministrativa richiamati dalla Legge 241/90.

In particolare:

SEMPLIFICAZIONE del procedimento

RAPIDITA’ per l’avvio delle attività produttive (SCIA)

per il conseguimento di questi obiettivi è stato attuato il

ovvero la modulazione degli adempimenti previsti in relazione alla pericolosità delle attività (categoria A, B, C)

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’

PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’

dell’azione amministrativa

ovvero il trasferimento dei compiti di controllo svolti dai Vigili del Fuoco ai professionisti antincendio (Asseverazione)

D.P.R. 151/2011

la modulazione degli adempimenti amministrativi si realizza attraverso il

entra in vigore il 18/11/2015 dopo 20 mesi di lavoro

Rappresenta lo strumento di natura tecnica che, riconoscendo questo nuovo ruolo del Professionista antincendio, realizza il

passaggio

A completamento di questo percorso virtuoso nasce

IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

Regolamento di natura tecnica che

DALL’APPROCCIO PRESCRITTIVO

ALL’APPROCCIO PRESTAZIONALE

infatti…

Nella prima stesura dell’aprile 2014, e fino alla versione n. 120 venivano anche fissati i seguenti principi generali:

Nell’enunciato le Soluzioni Tecniche individuate dovevano essere:

GARANZIA DI SICUREZZA (Riferimento a Standard Internazionali),

SEMPLICI (Testo Unico; …le soluzioni da attuare, non il modo per definirle)

RAPIDE (Superamento dell’Istituto della Deroga)

ECONOMICAMENTE SOSTENIBILI

Era un progetto MOLTO AMBIZIOSO, ma come fare? OCCORREVA SUPERARE L’APPROCCIO PRESCRITTIVO

« Le soluzioni progettuali allineano il panorama normativo italiano ai principi internazionalmente riconosciuti consentendo realizzazioni PIU’ SNELLE e MENO ONEROSE per le attività, conservando l’elevato standard di sicurezza tradizionalmente

applicato in Italia»

APPROCCIO PRESCRITTIVO - LIMITI

Il legislatore effettua a priori la valutazione del rischio e stabilisce le prescrizioni ritenute idonee alla sua compensazione.

La sicurezza si traduce in una semplice verifica della rispondenza formale ai requisiti richiesti.

Facile nell’qapplicazione ma poco flessibile, spesso restrittivo, inadeguato nei confronti delle specificità.

Se non riesco a rispettare tutte le prescrizioni integralmente ricorro all’istituto della

DEROGA

che rappresenta un allungamento dei tempi ed è un procedimento a volte nebuloso (più interlocutori, esito non sempre omogeneo)

APPROCCIO PRESCRITTIVO – EDIFICI CASI LIMITE

APPROCCIO PRESCRITTIVO – DEROGA CASO LIMITE

E

APPROCCIO PRESTAZIONALE

Con l’approccio prescrittivo, la rispondenza di ogni singolo elemento ai requisiti richiesti ottiene un insieme soddisfacente e tutte le misure di

protezione hanno lo stesso peso. Non c’è alcuna possibilità di compensazione fra le varie misure.

Con l’approccio prestazionale i requisiti richiesti (prestazioni) sono raggiunti in una visione sistemica d’insieme e individuate in termini di livello. Essendo la sicurezza vista in modo integrato è possibile effettuare compensazioni fra le

varie misure antincendio al fine del conseguimento degli obiettivi.

CODICE – CAMPO DI APPLICAZIONE

D.M. 30/11/1983 “Termini e definizioni”

D.M. 15/03/2005 “Requisiti di reazione al fuoco dei materiali”

D.M. 15/09/2005 “Ascensori inseriti in attività soggette”

D.M. 16/02/2007 “Classificazione di resistenza al fuoco”

D.M. 9/3/2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco”

D.M. 20/12/2012 “Decreto impianti”

9, 14, da 27 a 40, da 42 a 47, da 50 a 54, 56, 57, 63, 64 70 75 solo

depositi rotabili, natanti e aeromobili, 76,

nonché alle stesse attività che però non raggiungono i limiti per essere

soggette ai controlli di prevenzione incendi

in questa prima fase è facoltativo e si applica, ai sensi dell’art. 2 comma 1, alle seguenti attività del DPR 151/11 non normate con DM verticali

è inoltre alternativo, fra le altre, alle seguenti norme:

CODICE – APPROCCIO PROGETTUALE

I metodi di progettazione previsti nel paragrafo G.2.7 sono:

1 FSE

2 PROVE SPERIMENTALI

3 GIUDIZIO ESPERTO

NUOVO CODICE – STRUTTURA

Sezione V

Sezione S

Sezione G Generalità

Contiene i principi fondamentali per la progettazione della sicurezza antincendio

Strategie Antincendio

Individua le misure di prevenzione, protezione e gestionali applicabili al fine di ridurre il rischio incendio

Regole Tecniche Verticali

Descrive la strategia antincendio riferita a specifiche attività

Sezione M

Metodi

Descrive le soluzioni alternative con i metodi dell’ingegneria della sicurezza antincendio (FSE)

CODICE – I 4 PASSI LOGICI DELLA PROCEDURA

Schema procedurale previsto dal Codice per l’individuazione della varie misure antincendio

CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA - OBIETTIVI 1

Ai 5 obiettivi che definiscono la sicurezza in caso di incendio individuati dalla Direttiva Prodotti da Costruzione (CPD) e che attengono alla sicurezza strutturale e delle persone:

Capacità portante della struttura garantita per un determinato

periodo di tempo;

Limitazione della produzione e della propagazione di fiamme

e fumi all’interno delle costruzioni;

Limitazione della propagazione dell’incendio alle costruzioni

vicine;

Possibilità per gli occupanti di abbandonare la costruzione o

di essere messi in salvo;

La sicurezza delle squadre di soccorso sia presa in

considerazione.

CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA - OBIETTIVI 1

Si aggiungono gli obiettivi individuati dal Requisito essenziale (R.E.) n° 7 del Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR):

Uso sostenibile delle risorse naturali

Oltre a quelli determinati dalle esigenze specifiche dell’attività:

Salvaguardia degli edifici di rilievo storico/artistico

Garanzia e continuità di esercizio per le opere strategiche

CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA –

VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2

La valutazione del rischio avviene attraverso la determinazione degli indicatori di rischio

Rambiente

Rbeni

Rvita Dipende dalle caratteristiche prevalenti degli occupanti e dalla velocità prevalente di crescita dell’incendio

Riferito al carattere strategico dell’opera e al suo valore storico, culturale, architettonico

Può ritenersi mitigato dall’applicazione di tutte le misure antincendio connesse ai profili di rischio Rvita e Rbeni (salvo casi particolari)

NUOVO CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA - CALCOLO DEGLI INDICATORI DI RISCHIO 2

La valutazione circa le caratteristiche prevalenti degli occupanti e della velocità di propagazione dell’incendio consente di modulare maggiormente le misure antincendio.

Calcolo dell’indicatore Rbeni

NUOVO CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA

ATTRIBUZIONE DEL LIVELLO DI PRESTAZIONE 3

Attribuzione dei livelli di prestazione per ciascuna delle misure individuate che compongono la strategia antincendio

Strategia

Misure Categoria omogenea di strumenti di prevenzione, protezione e gestionali per la riduzione del rischio incendio

Combinazione delle misure antincendio finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza antincendio

NUOVO CODICE – STRATEGIA ANTINCENDIO 4

Reazione al fuoco - limitare l’innesco dei materiali e la propagazione dell’incendio

nell’ambiente. (misura di protezione passiva).

Resistenza al fuoco - garantire la capacità portante per un tempo minimo determinato.

Compartimentazione - limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti verso altre

attività o all’interno dell’attività stessa.

Esodo - assicurare che gli occupanti possano raggiungere o permanere in un luogo sicuro in

caso d’incendio.

Gestione della sicurezza antincendio - garantire, nel tempo, un adeguato livello di

sicurezza dell'attività in caso di incendio (misura di tipo organizzativa/preventiva).

Controllo dell’incendio - individuare i presidi antincendio da installare nell’attività (misura

di protezione attiva).

Rivelazione ed allarme - rivelare l’incendio quanto prima possibile e lanciare l’allarme.

Controllo di fumi e calore - consentire il controllo, l’evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio.

Operatività antincendio - rendere possibile l’effettuazione degli interventi di soccorso dei Vigili del Fuoco, garantendo nel contempo la sicurezza dei soccorritori.

Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio.

NUOVO CODICE – I PASSI DELLA PROCEDURA

ATTRIBUZIONE DEL LIVELLO DI PRESTAZIONE

I requisiti richiesti per il soddisfacimento del livello di prestazione attribuito a seguito della valutazione del rischio sono di ordine crescente partendo da

quelli minimi del livello I per arrivare a quelli volontari o richiesti dalla Autorità competente previsti per i livelli IV e V

E’ prevista e possibile la compensazione fra i vari livelli di prestazione e le misure antincendio richieste

Strategia antincendio Livelli di prestazione Reazione al fuoco I II III IV

Resistenza al fuoco I II III IV V

Compartimentazione I II III

Esodo I II

Gestione della sicurezza antincendio I II III

Controllo dell'incndio I II III IV V

Rivelazione ed allarme I II III IV

Controllo di fumi e calore I II III

Operatività antincendio I II III IV

Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio I

Perché dobbiamo approcciarci al CODICE di Prevenzione Incendi?

Sostituirà nel tempo i Decreti prescrittivi tradizionali

Assolve alle esigenze di semplificazione (del procedimento), flessibilità (pluralità di soluzioni), aggiornabilità (schede tecniche modulari), omogeneità (testo unico)

E’ conveniente per le Aziende

NUOVO CODICE – SOLUZIONI ALTERNATIVE

Confronto fra CURVA NOMINALE d’incendio standard e CURVE NATURALI.

Queste ultime descrivono realisticamente lo sviluppo dell’incendio e gli effetti che esso provoca sugli elementi strutturali, consentendo valutazioni puntuali e non generalizzate

NUOVO CODICE – SOLUZIONI ALTERNATIVE

Confronto fra CURVA NOMINALE d’incendio standard e CURVA NATURALE PARAMETRICA (consentita per ambienti fino a 500 m2 e 4 metri di altezza)

NUOVO CODICE – SOLUZIONI ALTERNATIVE ESODO

Con i programmi di simulazione avanzata si è in grado di prevedere il reale andamento dei flussi di esodo

ASET ≥ 1,1 ∙ RSET

RSET = tdet + ta + tpre + ttra

RSET = t + t + t + t

Il CODICE di Prevenzione Incendi deve interessare:

Ai professionisti antincendio in quanto nuovo strumento di lavoro (livello progettuale)

Agli imprenditori in quanto conveniente per le Aziende

Ai Responsabili dell’attività (livello progettuale e gestionale), agli RSPP, ai Coordinatori e agli Addetti al servizio antincendio (livello gestionale e di risposta all’emergenza)

NUOVO CODICE – ESEMPIO

“Locali adibiti a deposito con quantitativi di merci e COMBUSTIBILI superiore complessivamente a 5000 kg di superficie lorda superiore a 3000 m2”

“Depositi di LIQUIDI INFIAMMABILI, combustibili e/o lubrificanti per capacità compresa da 1 m3 a 50 m3”

NUOVO CODICE – ESEMPIO

Struttura capannone – Calcestruzzo armato

Struttura soppalco per uffici – Acciaio

Deposito solidi combustibili

Deposito liquidi infiammabili in apposito compartimento

Applicazione delle sezioni S e V del Codice

Determinazione dell’indicatore di rischio vita

NUOVO CODICE – ESEMPIO

Elementi necessari ai fini della attribuzione dei livelli di prestazione

NUOVO CODICE – ESEMPIO

Individuazione delle misure antincendio di progetto

NUOVO CODICE – CONCLUSIONI

Il Nuovo Codice di Prevenzione Incendi rappresenta lo sforzo profuso dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per allineare la normativa di Sicurezza ai Paesi internazionali più evoluti.

Il salto culturale che viene richiesto ai Professionisti Antincendio è senza dubbio impegnativo, ma la strada è ormai tracciata e l’applicazione volontaria prevista in una prima fase ne consentirà l’impiego graduale e progressivo.

Si ringrazia per l’attenzione

Iniziare un nuovo cammino spaventa,

ma dopo ogni passo che percorriamo,

ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.

ROBERTO BENIGNI