L'evoluzione dei supporti e della fruizione musicale

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Corso di Laurea triennale in Sociologia L'evoluzione dei supporti e della fruizione musicale relatore: prof. Massimiano Bucchi laureando: Giulio Bazzanella anno accademico 2012/2013

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Corso di Laurea triennale in Sociologia

L'evoluzione dei supporti e della fruizione musicale

relatore: prof. Massimiano Bucchi

laureando: Giulio Bazzanella

anno accademico 2012/2013

Indice

Introduzione...............................................................................................................1

1. La nascita dei supporti musicali e della radio.......................................................2

1.1 La registrazione e i primi supporti............................................................................2

1.2 La radio ...................................................................................................................4

2. Il Vinile, il nastro magnetico e la musica come cultura di massa..........................7

2.1. La nascita del vinile.................................................................................................7

2.2 La nascita del pop....................................................................................................8

2.3 Il nastro magnetico................................................................................................10

3. La musicassetta e il walkman.............................................................................12

3.1 La compact cassette..............................................................................................12

3.2 Il walkman..............................................................................................................14

4. La musica digitale...............................................................................................16

4.1 Il compact disc.......................................................................................................16

4.2 Le conseguenze della musica digitale nella produzione musicale.........................18

4.3 La nascita e la diffusione degli mp3 e di internet....................................................18

4.4 La musica senza supporti......................................................................................21

4.5 le nuove frontiere della rete...................................................................................23

Conclusioni..............................................................................................................26

Bibliografia...............................................................................................................28

Sitografia.................................................................................................................29

Introduzione

La storia della musica registrata e dei suoi supporti non si colloca così lontano nel

cammino dell'uomo rispetto ai nostri giorni, eppure ha portato a molti mutamenti

che hanno stravolto la comunicazione e lo sviluppo tecnologico della società.

Quando non si poteva registrare era possibile trasmettere la musica solo

attraverso gli spartiti, che però fornivano un' informazione (scritta) relativa solo alle

partiture, e necessitavano di un'ulteriore interpretazione da parte dell'utente finale

per coglierne il significato. Inoltre erano riservate a chi disponeva degli strumenti

per poter comprendere tali pezzi di carta, quindi esclusivamente a chi sapeva

leggere la musica. In alternativa vi erano fogli che riportavano il testo delle canzoni

folk (popolari), che però non contenevano alcun tipo di informazione musicale.

Con l'avvento della registrazione abbiamo la possibilità di cambiare il rapporto

spaziale e temporale con i suoni, di produrre un originale, trasmesso non più

tramite la scrittura ma attraverso l'oralità, che non ha bisogno di essere

reinterpretato, e di diffondere in maniera massiccia il prodotto musica anche a chi

non è dotato delle basi teoriche. La possibilità di avere musica registrata e farne

uso con supporti di dimensione via via sempre più piccoli e mobili, cambia anche

la modalità di fruizione di questo prodotto, non più legata ad eventi particolari e

collettivi, ma in grado di diventare sempre più individuale, sempre più sottofondo

ad altre attività e sempre più legata alla portabilità.

.

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1. La nascita dei supporti musicali e della radio

1.1 La registrazione e i primi supporti

La storia della registrazione ebbe inizio nel 1877, quando Thomas Edison incise

per la prima volta la sua voce grazie al primo apparecchio al mondo in grado di

svolgere la funzione di registrazione e di riproduzione del suono, il fonografo. Fu

un momento molto importante nella storia della comunicazione e dello sviluppo

tecnologico: prima che nascesse il fonografo la musica era un prodotto fruibile

solo nel momento del concerto, quindi legato ad un particolare contesto che

implicava la compresenza di musicisti e di pubblico nello stesso luogo e nello

stesso momento. Con l'avvento della registrazione la situazione cambia

radicalmente, dando la possibilità, oltre che di separare la compresenza

spazio/temporale tra esecutore e ascoltatore, anche di avere un supporto fisico sul

quale incidere il suono. Disponendo di un hardware dedicato alla lettura del

supporto la musica può essere ascoltata in luoghi e in tempi diversi rispetto a

quando è stata incisa, e questa azione può essere compiuta in forma totalmente

privata; non è più necessario che sia l'uomo ad andare alla musica, fruendone in

momenti specifici di vita collettiva: tramite i supporti è la musica ad andare

all'uomo, nelle case, dando l'occasione di ascoltarla come e quando si vuole,

anche svolgendo parallelamente altre attività, e potendo utilizzare i "suoni

inscatolati" come barriera della sfera domestica rispetto all'esterno. L'ultimo

concetto è più comprensibile contestualizzando la nascita e lo sviluppo della

musica registrata nello specifico periodo storico. La scoperta avvenne in piena

rivoluzione industriale, un periodo in cui i rumori degli impianti produttivi

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stravolsero il paesaggio sonoro; le tecniche di registrazione/riproduzione aiutarono

a riportare un certo equilibrio tra i suoni industriali e quelli umani e naturali

(Schafer, 1985).

Aspetto di fondamentale importanza dell'innovazione di Edison, come già

accennato, è la creazione di un supporto: il primo tipo fu un cilindro ricoperto con

dello stagno, poi con della cera, su cui venivano incise le onde sonore. Aveva una

lunghezza di circa 10 centimetri ed un diametro di 5, ed una durata massima di 2-

3 minuti. Senza qualcosa su cui si possa fissare il suono nulla potrebbe arrivare

alle orecchie di chi è lontano. È grazie al supporto che può nascere un mercato e

che quindi il prodotto musica può essere prodotto e distribuito in grandi quantità.

Al momento dell'invenzione il fonografo venne visto come strumento di estensione

della memoria, fu una totale novità che non sostituiva qualcosa di pre-esistente

(come ad esempio la fotografia che prese la funzione della ritrattistica), quindi

inizialmente nessuno ne sentì la necessità. Perché avesse un ruolo sociale e

commerciale serviva il suo impiego in una dimensione domestica, intima e privata;

scartata la funzione dedicata al ricordo, la possibilità di registrare suoni trovò la

propria funzione nell’uso ricreativo, di intrattenimento. Il primo a comprendere

questo impiego fu sempre Edison, creando la "Edison Speaking Phonograph

Company", che installava fonografi nei luna park e nelle feste di paese,

permettendo la riproduzione musicale tramite il pagamento di un gettone. Ma fu

grazie al grammofono, inventato da Emile Berliner nel 1888, che la musica

registrata iniziò a mettere delle solide basi per diventare un prodotto di massa: con

l’adozione del supporto disco si realizzò un’innovazione tecnica che si manifestò

anche in un’innovazione sociale: era la prima volta che un dispositivo di

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comunicazione veniva utilizzato nella sfera privata per il divertimento delle

persone. Il disco, rispetto al cilindro, permetteva una maggiore fedeltà sonora e

soprattutto una maggiore praticità: era più duraturo, più facile da stampare in serie

e da distribuire in grandi quantità, e si prestava meglio ad essere conservato nelle

case borghesi. Inizialmente Berliner concepì il disco circolare come supporto

audio all'interno di giocattoli parlanti; fu nel 1894 che iniziò ad essere usato per il

mercato musicale. I primi esemplari avevano una velocità di rotazione intorno ai

70 giri al minuto, la quale non era ancora ben definita poiché non esistevano degli

standard comuni, erano incisi su una sola facciata, superavano di poco la durata

del cilindro ed erano in gommalacca. Rimase il supporto principale dai primi del

'900 fino alla fine degli anni '40 dello stesso secolo e fu il promotore di un genere

musicale, il jazz, che, per via dei tempi brevi di registrazione, si ritrovò costretto a

codificarsi per poter essere diffuso. Dal grammofono in poi la musica è identificata

con il supporto, il disco: nasce l'originale della popular music, cioè quello inciso.

L'introduzione del grammofono permise l'inserimento della musica nell'ambiente

domestico, possibile anche grazie alla nascita del concetto di tempo libero.

1.2 La radio

Ma come fa la "musica inscatolata" a soppiantare la musica dal vivo? Tramite

quali veicoli? Bastava forse produrre dischi perché la gente necessariamente li

comprasse insieme ad un apparecchio dedicato per poterli ascoltare? Il primo

veicolo di trasmissione promozionale fu la radio, apparecchio che negli anni '20 e

'30 del XX secolo, soprattutto negli Stati Uniti, diventò oggetto immancabile in ogni

casa. Il padre della radio come mezzo di comunicazione di massa fu Sarnoff con

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la sua “Radio Music Box”, una scatola musicale che avrebbe consentito alla

radiofonia di diventare uno strumento di intrattenimento a domicilio, permettendo

di trasmettere da un unico punto a più ricevitori. È la musica lo strumento scelto

per lanciare il medium a fruizione familiare. Oltre che agli aspetti tecnici venne

data importanza anche all’aspetto estetico dell’oggetto, al design del prodotto,

poiché i nuovi apparecchi diventarono parte integrante dell'arredamento di ogni

abitazione. La radio influenzò da subito il consumo di musica: mentre acquistare

dischi richiedeva un investimento iniziale per l'hardware ed altri per l'acquisto dei

supporti, la radio portava la musica ogni giorno in modo gratuito a chiunque, a

fronte di un unico investimento iniziale. Musica sempre e musica gratis.

Grammofono e radio inizialmente sembrarono due oggetti concorrenti, erano

entrambe macchine parlanti che svolgevano la stessa funzione, e la radio forniva i

contenuti gratuitamente, oltre ad avere la possibilità di trasmettere eventi di

qualsiasi tipo in diretta. Inoltre essa era uno strumento elettrico, funzionava tramite

delle valvole che amplificavano il suono, mentre il grammofono funzionava tramite

processi meccanici e acustici. Successivamente però, anche grazie alla

conversione del grammofono in strumento elettrico, si creò un sodalizio molto

fruttuoso per entrambi: la registrazione forniva buona parte dei contenuti dei canali

radiofonici e la radio agiva da promotore per la musica registrata. Apparirono i

primi sistemi di "home entertainment" che abbinavano i due hardware, e nacque

l'industria dell'intrattenimento assieme a grandi oligopoli del settore con interesse

nell'elettronica, nel settore musicale e in quello cinematografico, che si

preoccupavano di fornire l'hardware (radio e giradischi) e il software (il supporto

con la musica registrata) da proporre e vendere al pubblico. La radio diventò il

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mezzo per pubblicizzare il prodotto destinato al mercato, fu il primo strumento a

mediare i gusti musicali del pubblico ed era ciò che ne determinava il successo o

il fallimento. Nacque in questo periodo la pratica della payola, ossia la

trasmissione di musica sotto compenso illecito agli operatori, alterando la

concorrenza sul mercato.

L’evoluzione la portò ad essere sempre più piccola, meno costosa e di maggior

qualità. Il passaggio dalle valvole ai transistor negli anni '40 permisero di renderla

fautrice di un altro cambiamento culturale: la radio modificò il suo ruolo, diventò

portatile, permettendo di avere con se l’informazione e l’intrattenimento in ogni

luogo.

Ebbe un ruolo decisivo anche nella creazione dei cantanti come "star": fu infatti a

causa di uno sciopero del 1942 indetto dai musicisti a lanciare la categoria in

questo mass media: quest'ultimi non apprezzavano la tecnica radiofonica di

mandare in onda registrazioni invece che musica dal vivo, perché lavoravano di

meno. L'unica categoria non sindacalizzata era quella dei cantanti, che iniziarono

quindi a essere sfruttati dalle radio, dando rilievo all'interprete vocale più che

all'originalità o alla novità dell'esecuzione.

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2. Il Vinile, il nastro magnetico e la musica come cultura di massa

2.1. La nascita del vinile

Fu la seconda guerra mondiale a dare la spinta successiva al mondo

dell'intrattenimento musicale: grazie alle scoperte tecnologiche fatte in ambito

militare per avere tempi di registrazione più lunghi nacque il microsolco in vinile (il

disco in gommalacca, che lo precedeva, permetteva massimo 4 minuti di incisione

e aveva una vita tra i 75 e i 125 ascolti); inoltre il conflitto portò gran parte del

mondo occidentale in contatto con la cultura americana, che continuò ad arrivare

grazie ai sistemi di comunicazione di massa, uno già conosciuto, la radio, e l'altro

che stava per affacciarsi, la televisione. Il nuovo supporto garantiva anche una

maggiore qualità audio rispetto ai precedenti ed è stato il primo a sperimentare la

tecnica della registrazione stereofonica. A lanciare il vinile sul mercato furono nel

1948, la RCA e la Columbia (due compagnie discografiche) con due diversi

formati: il disco a 45 giri e il disco a 33 1/3 giri. Il primo era piccolo (18cm di

diametro), portatile e si legò subito al rito del ballo: serviva spesso per lanciare

una singola canzone, e trovò la sua collocazione ideale nei juke box e nelle feste

giovanili. Inoltre fu il primo supporto ad avere un hardware portatile, il

mangiadischi, che permetteva, rinunciando a un po' di qualità sonora, di ascoltare i

propri dischi ovunque si fosse. Il secondo, più grande (30 cm di diametro), aveva a

disposizione una durata maggiore di incisione, 25 minuti circa per lato. Questo non

fu un vantaggio puramente tecnico: il tempo a disposizione cambiò non solo il

modo di fruire del prodotto musica da parte degli ascoltatori, ma fu di

fondamentale importanza anche per chi la faceva. Non modificò solo il formato,

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ma anche l'idea di disco: si sviluppò il concetto di album, che permise la nascita di

nuovi generi musicali, i quali sfruttavano la maggior durata di incisione, e diede il

via al rito dell'ascolto seduto e attento, che diventò un momento di interazione tra

membri della collettività. Uno dei motivi che diede modo di imporsi al 33 giri fu la

possibilità di trovare un hardware a buon mercato (la Columbia fece un accordo

con la Philco per la produzione di giradischi a prezzi contenuti) e la non esclusività

sulla produzione del formato della compagnia discografica che lo brevettò.

Inizialmente l'album era pensato per un consumo da parte di un pubblico adulto,

mentre il singolo era dedicato ai giovani, con la sua velocità di ascolto e la sua

portabilità. Quando anche i 33 giri furono apprezzati dai giovani la funzione del 45

giri divenne quella di assaggio dell'album.

2.2 La nascita del pop

Al disco in vinile è indissolubilmente legato un genere musicale, trascinatore di

una vera e propria rivoluzione socio-culturale e commerciale: il rock'n'roll. Il motivo

per cui lo possiamo associare ad un mutamento è perché porta alla nascita della

"Popular music", così definita da Peterson e Berger:

"ciò che la caratterizza è una produzione di tipo industriale (per lo più sotto forma di

dischi) e il suo esistere e circolare in un sistema di mercato potenzialmente di massa,

caratterizzato dalla presenza di mass media, a prescindere dal suo valore estetico (che

può essere anche elevato, per quanto tendenzialmente sempre controverso) e dalla sua

commerciabilità"

Per la prima volta la musica, i supporti ed il mercato a questi legato furono un fatto

mondiale, trasmissibile attraverso i mass media e rivolti ad un pubblico molto

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ampio e ben definito: i giovani. Nel secondo dopoguerra e negli anni successivi

vivevano in condizioni di pace, stabilità e benessere economico, era la prima

generazione a disporre di queste caratteristiche. Avevano a disposizione il tempo

libero e una porzione di reddito da spendere, oltre che fame di prodotti: furono i

primi "consumatori globali". Trovarono nel rock'n'roll uno strumento di

identificazione e di distinzione, che servì come contrasto rispetto alle generazioni

precedenti. Grazie alla spinta di radio e televisione la rivoluzione avvenne in tutto il

mondo occidentale. Ad aiutare questa identificazione intervenne anche l'involucro

del nuovo formato, che riusciva a far apparire il disco come un' opera d'arte: le

copertine e gli inserti rendevano l'oggetto venduto unico e completo, con un'anima

propria. La musica diventò un vero strumento di aggregazione sociale, la "popular

music" infatti è indissolubilmente legata ai valori di una generazione, e la

rappresenta.

Inoltre fu in questo periodo che l'industria discografica prese piede su scala

internazionale ed iniziò ad avere il primato di guadagni su tutte le forme di

intrattenimento. Il mass media preferito fu sempre la radio, che si ritrovò, con la

nascita della televisione, a reinventarsi, differenziando i programmi: non era più il

medium principale, non poteva più puntare sull'omogeneità dei suoi ascoltatori,

ormai attirati verso la nuova scatola parlante, che in più trasmetteva anche

immagini: nacquero stazioni radio locali, riservate a gruppi diversi di ascoltatori,

dedicate maggiormente ai teenager e alle loro sottoculture , e la figura del d.j. che

sceglieva i dischi e influenzava l’opinione pubblica.

Il ruolo del disco diventò quello di oggetto di consumo, di facile reperibilità (si

poteva trovare in vari punti vendita, anche nei supermercati), con un basso costo e

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di veloce intuizione. Il mercato era sempre dominato da un oligopolio formato da

quattro grandi aziende, che avevano un grande potere sulle scelte musicali da

proporre, ma erano anche le uniche ad avere le spalle abbastanza larghe per

sostenere nuove proposte e nuovi generi musicali, rispondendo ad esigenze sia di

mercato che sociali. Assieme ai mass media erano loro a decidere cosa proporre

o meno al pubblico.

2.3 Il nastro magnetico

Un altro supporto che si sviluppò contemporaneamente al disco in vinile fu il

nastro magnetico, consistente in una sottile striscia in materiale plastico, rivestita

di un materiale magnetizzabile, in grado di memorizzare la musica come variazioni

di un proprietà magnetica. Furono gli ingegneri tedeschi della AEG durante il

secondo conflitto mondiale a svilupparne i primi prototipi. Fatto bottino di guerra,

negli Stati Uniti trovò applicazione pratica nel mondo della registrazione: il primo

ad utilizzarlo fu Bing Crosby nel 1946, per trasmettere in differita la propria

trasmissione radiofonica (e poter andare a giocare a golf nel momento della

messa in onda). Inizialmente venne utilizzato nelle stazioni radio per motivi

analoghi, poi trovò impiego negli studi di registrazione: grazie alla sua capacità di

incidere su più piste dava la possibilità di registrare in momenti e in luoghi diversi,

oltre a permettere la fase di montaggio del suono (editing). Il nastro ha stravolto

ancora di più il legame spazio/tempo, non era più necessario che i musicisti

suonassero contemporaneamente nello stesso posto e nello stesso momento. Un

ottimo esempio per comprendere la portata dell'innovazione introdotta dal nastro

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magnetico nella fase di registrazione ce lo fornisce Paolo Prato, quando parla del

primo 45 giri registrato a 16 piste, "The Boxer" di Simon & Garfunkel:

"... è stato realizzato in vari studi: la base a Nashville, il coro alla chiesa di St. Paul di New

York, voci e archi ai Columbia Studios. Il risultato finale - percepibile come un flusso

ininterrotto di suoni - emerge da operazioni separate nel tempo e nello spazio, è un'opera

collettiva in cui la distinzione tra creazione e realizzazione si assottiglia..."

In precedenza la musica registrata era una fotografia sonora, ora lo studio di

registrazione diventa uno strumento creativo, permette di plasmare un prodotto

artificiale, mai esistito in natura e che forse mai potrebbe essere riprodotto. Media

la realtà. Fino all'avvento della musicassetta questo supporto resta legato

all'ambito professionale, soprattutto per via del costo e dell'ingombro delle

apparecchiature.

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3. La musicassetta e il walkman

3.1 La compact cassette

Perché il nastro magnetico arrivasse nelle case servivano delle dimensioni e dei

costi decisamente inferiori. Ed ecco che nel 1963 l'azienda olandese Philips lanciò

la musicassetta, una scatoletta di plastica delle dimensioni di 10 cm di lunghezza

per 6,3 cm di altezza contente un nastro della durata tra i 46 e i 120 minuti. Per la

prima volta era possibile copiare in modo amatoriale la musica registrata su altri

supporti, o compiere registrazioni audio di altro tipo anche per la massa. Non fu

l'unico esperimento per rimpicciolire il nastro magnetico: la Motorola ne produsse

una versione "in miniatura" negli stessi anni, la Stereo8, che era però più grande,

fragile e meno maneggevole della sua collega. In più a sancire il successo della

compact cassette fu, come per il 33 giri, la concessione del brevetto ad altre

aziende, soprattutto giapponesi, come la Sony, che successivamente introdusse

uno dei mutamenti fondamentali per il successo di questo formato. Quella della

musicassetta non è tanto un'evoluzione tecnologica, quanto un'innovazione

sociale: tra il vinile e la compact cassette c'era ancora un abisso, sia qualitativo,

sia di presentazione del prodotto al pubblico (il formato disco permetteva una

grafica decisamente più accattivante e rendeva il prodotto sicuramente più

appetibile agli acquirenti). Quali furono allora i fattori che lanciarono il nuovo

supporto? Il primo fu la possibilità di spostare il dominio della copia: come detto la

musicassetta permetteva di produrre delle copie ad un costo decisamente inferiore

degli originali industriali; per possedere un supporto contenente la musica

desiderata non era più necessario spendere del denaro in un negozio

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specializzato, bastava conoscere qualcuno che la avesse e registrare il tutto,

sempre se si era in possesso dell'hardware dedicato. In secondo luogo cambiò

completamente il rapporto dell'ascoltatore con la musica: non erano più altri a

decidere l'ordine delle canzoni. Venne creato il concetto di playlist, centrale nella

fruizione musicale odierna. Era possibile ascoltare una lista di canzoni totalmente

gestita dall'utente finale, non mediato dall'artista che proponeva la sua opera, o da

un disc jokey radiofonico, oppure dalle case discografiche con le compilation

preconfezionate. Ognuno decideva cosa sentire e in che ordine, e poteva

appropriarsi della musica registrando il disco di un amico o le canzoni alla radio.

L'unica controindicazione, peraltro esclusiva delle compagnie discografiche, fu la

nascita della pirateria musicale, che però incrementò il consumo di musica,

soprattutto verso un pubblico meno interessato ad una fruizione attenta e

impegnativa ma piuttosto ad una funzione di sottofondo, e la portò in parti del

mondo dove il mercato fonografico non era sviluppato o non aveva interessi, come

l'Asia o L'Africa, che entrarono così in contatto con la cultura occidentale. Inoltre fu

il primo supporto a non avere un uso dedicato solo alla musica: la compact

cassette servì anche come strumento di archiviazione dei dati sui primi computer,

anche se il suo ruolo principale fu relegato all'audio.

La musicassetta è stata il primo mezzo di comunicazione musicale

personalizzabile ad offrire una flessibilità interpretativa, dando a tutti la possibilità

di svolgere non solo la lettura dell'informazione, ma anche la scrittura. Mutò il

modo di rapportarsi alla musica e gettò le basi per quella che sarà la fruizione in

ambito digitale. Il cambiamento più importante introdotto dalla compact cassette

fu però la portabilità, già sperimentata dalla radio e dal mangiadischi, ma senza

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l'elemento della personalizzazione, che è ciò che rese unico il suo approccio

sociale.

3.2 Il walkman

Nel 1979 Akio Morita, Kozo Ohsone e Masaru Ibuka, dell'azienda giapponese

Sony, lanciarono il walkman: un oggetto semplice, portatile, economico, leggero,

per ascoltare musica mentre si fa altro, in completo isolamento grazie all’uso di

cuffie dedicate. "Diventerà la colonna sonora della vostra vita" recitava lo slogan

pubblicitario pensato per il lancio del lettore portatile di musicassette. Il target era

sempre quello giovanile, anche se le proprietà multitasking dell'oggetto

incuriosirono buona parte della popolazione. Si poteva ascoltare musica mentre si

camminava, o si faceva jogging, o si andava in bicicletta, il tutto separandosi

completamente dal mondo esterno tramite delle cuffie, che creavano una barriera

sonora non più tra le mura domestiche ed il resto della società ma tra l'individuo,

rinchiuso nel proprio universo personale, ed il mondo intero. L'ascolto divenne

ancora più privato oltre che personalizzabile, per via delle possibilità di creare

delle playlist esclusive sul supporto. Il walkman ci mise un po' a capire la sua forza

individuale: il primo modello infatti nacque con due ingressi cuffie ed un pulsante

che consentiva di abbassare immediatamente il volume della musica per

permettere la conversazione. La concezione dominante dell'ascolto musicale era

ancora quella collettiva, e inizialmente si considerò l'ascolto in solitaria come

pratica scortese e quindi evitata dalla maggior parte delle persone. Monitorando

però l'uso che ne fecero i destinatari la conclusione fu ovvia: era nell'uso del

singolo che questo prodotto trovava la sua forza motrice. Ebbe anche il pregio di

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rilanciare il mercato delle musicassette: visto il boom dell'hardware la richiesta di

questo supporto crebbe sempre più. Aprì inoltre la via ad una diversa concezione

della fruizione musicale: è grazie alla dimensione individualistica e isolata

dell'ascolto creata dal walkman che sono nati i successivi hardware portatili per i

formati che nacquero dopo la compact cassette, come i lettori cd portatili e i lettori

mp3.

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4. La musica digitale

4.1 Il compact disc

L'evoluzione tecnologica portò, all'inizio degli anni '80 del XX secolo, alla nascita

del cd, un supporto in policarbonato di 12 cm di diametro, frutto di un sodalizio tra

la Philips e la Sony (due multinazionali con interessi a 360 gradi nell'home

entertainment). Resistente all'usura e agli agenti atmosferici, economico da

produrre e con grandissima capacità di archiviazione rispetto ai suoi predecessori:

furono questi i punti di forza che portarono i compact disc ad affermarsi sui suoi

antenati. Anche in questo caso sono state delle scoperte in ambito militare ad

aiutare lo sviluppo industriale, con l'ideazione della tecnologia laser.

La portata dell'invenzione fu enorme: per la prima volta il segnale audio non era

più analogico, ma digitale. Nel sistema analogico, un segnale viene riprodotto per

analogia. Ad esempio, nei dischi di vinile la profondità dei solchi segue le

modulazioni del suono. L'apparecchio ricevente riesce a trasformare, per semplice

analogia, i segnali elettrici di nuovo in segnali audio. Nel sistema digitale, al

contrario, qualunque messaggio è tradotto in sequenze binarie di 1 e 0. Non c'è

alcuna analogia diretta tra il segnale e la conseguente traduzione binaria.

L'apparecchio ricevente, dunque, deve essere istruito sul significato di ogni

sequenza e su come questa si ricompone per formare un messaggio

comprensibile. Mentre la musica analogica, come prodotto finito non aveva altro

che il supporto per manifestarsi, con l'audio digitale il supporto non è altro che un

mezzo (dei tanti a disposizione) che contiene dei dati, che possono, tramite un

hardware dedicato, essere riconvertiti e ascoltati.

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E quando il CD, primo prodotto digitale di massa, ebbe nella vita comune

l'occasione di entrare in contatto con il computer cambiò ancora di più la fruizione

musicale: venne utilizzato per memorizzare qualsiasi tipo di file digitale, fece si

che il supporto non fosse più identificato solo per un certo tipo di funzione (audio)

ma come archivio per qualsiasi dato, perdendo in parte la forza sociale che poteva

essergli attribuita come portatore unico di questo tipo di informazione. Inoltre, con

l'avvento dei masterizzatori casalinghi, rese possibile produrre una copia identica

all'originale in termini di qualità sonora del compact disc prodotto industrialmente.

É un gran passo avanti, fino a prima era possibile copiare un disco in vinile su una

musicassetta, più comoda da trasportare, ma era decisamente una copia

dell'originale, qualitativamente peggiore e con meno informazioni, per lo più di tipo

grafico. Con la tecnologia digitale è possibile ottenere due prodotti uguali, in cui

l'unica vera differenza è il prezzo, di molto inferiore nella copia. Anche in questo

caso c'era una perdita di informazioni non musicali, ma il pubblico fu disposto a

scambiarlo con una maggiore comodità e praticità del prodotto.

Iniziò una nuova era, dove la musica non era più uno strumento di identificazione

così potente, come successe nel caso del vinile e del suo legame con la

generazione giovanile e le subculture che si crearono, e non necessitava più (oltre

a non averne la possibilità viste le ridotte dimensioni del contenitore del nuovo

supporto) di trasmettere altri fattori culturali oltre all'audio in esso contenuto.

Il compact disc si pose come punto di incontro tra vinile e musicassetta: permise,

vista la sua durata (inizialmente di 74 minuti, poi estesa fino a 80) di fungere come

veicolo per l'album, che richiama ad un ascolto attento, e, grazie alla sua comodità

di trasporto, al nascere di hardware portatili dedicati e alla sua facilità di

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personalizzazione, di sostituire la musicassetta nell'ascolto "distratto", ovvero in

mobilità mentre si svolgono altri tipi di attività.

4.2 Le conseguenze della musica digitale nella produzione musicale

È bene fare un piccolo appunto anche sul campo della registrazione che con il

digitale cambia le sue prospettive: se con il nastro magnetico si aveva la

possibilità di incidere su un numero finito di piste, registrare in digitale permette di

avere un numero teoricamente infinito di tracce e di svolgere la fase di editing in

modo virtuale, montando e creando all'occorrenza suoni sintetizzati e finti. La

digitalizzazione del processo creativo apre a un mondo nuovo, dove tutto è

modificabile, e si hanno infinite possibilità di farlo, sia nello spazio sia nel tempo.

Una registrazione digitale non ha un limite di minuti, può essere presa e ripresa in

mano in qualsiasi studio e a distanze prima inimmaginabili rispetto alla sua

produzione. E tutto questo può essere fatto disponendo semplicemente

dell'hardware e del software dedicato, ovvero un personal computer e un

programma adatto all'acquisizione di suoni, quindi anche in modo casalingo: non

sono più necessari uno studio professionale e tutta la specifica attrezzatura

analogica del passato.

4.3 La nascita e la diffusione degli mp3 e di internet

Il cd è stato l'ultimo supporto. Con l'avvento dell'mp3, a metà degli anni '90 si è

persa la fisicità del prodotto e qualsiasi tipo di distinzione tra originale e copia

poiché tra due file digitali che contengono la stessa informazione audio non vi è

alcun tipo di differenza. Nasce la musica liquida (termine coniato da Bauman,con

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cui si intende quella porzione della musica fruibile dal grande pubblico

indipendentemente da un qualsiasi supporto fonografico) grazie al gruppo MPEG

che trovò un modo di ridurre le dimensioni (virtuali) del file audio digitale tramite un

fattore di compressione che non ne facesse perdere qualità sonora. L'mp3

permette quindi di ridurre lo spazio di cui necessita un prodotto musicale: ad

esempio su un CD è possibile archiviare delle tracce audio per un massimo di 80

minuti, da ascoltare con uno specifico hardware dedicato; ma con il nuovo

formato, come supporto di archiviazione, permette di salvare fino a 740 megabyte

di spazio, e, viste le dimensioni decimate del formato mp3 rispetto al formato wav

(l'audio digitale non compresso presente su un cd audio), di avere a disposizione

una quantità decisamente maggiore di musica nello stesso spazio fisico. Questo

cambia anche la concezione della canzone, che inizia ad essere misurata in bit, in

spazio virtuale, dando il via ad un altro mutamento sociale e di mercato, lanciando

un nuovo modello di fruizione spinto anche dalla nascita dei lettori mp3 portatili:

non esiste più un supporto predeterminato per l'ascolto di musica, che da ora in

poi è "liquida", immediata, ha poco valore e non deve occupare troppo spazio per

poter essere archiviata in grandi quantità ed essere trasportabile. Questa nuova

tecnologia è stata indubbiamente favorita dalla diffusione di internet e della banda

larga, che permette alte velocità nel trasferire i dati tramite la rete, e dalla nascita

dei programmi di file sharing "peer2peer" che consentono lo scambio di brani

musicali (e di qualsiasi altro tipo di file) tra utenti privati, per lo più in modo illegale.

Il primo programma su scala mondiale di questo tipo è stato Napster: nato nel

1999, fu fatto chiudere nel 2001, sotto pressione delle major discografiche perché

violava i diritti di copyright e i diritti connessi. Il file sharing però aveva preso il via,

19

e il prodotto principale su cui si basava era proprio l'mp3, per via delle dimensioni

ridotte che ne permettevano uno scambio veloce tra gli utenti e della richiesta di

musica che non accennava (e non accenna) a calare, piuttosto a crescere. Ma

qual è la chiave di successo del nuovo formato? Sicuramente la gratuità del

prodotto, scaricabile tramite la rete, quindi senza nemmeno muoversi da casa

propria, e la sua reperibilità, continua e costante. L'mp3 riprende quello che era

stato il punto di forza della radio nella sua epoca d'oro: musica sempre e musica

gratis, scelta dall'utente finale e non mediata da altri. Inoltre offre l’ascolto

istantaneo del prodotto desiderato, la sua “liquidità” permette un’appropriazione

rapida del prodotto musica, ma nello stesso modo in cui può essere recuperato

può anche essere eliminato. Con questo metodo cambia la mentalità del pubblico,

si apre una nuova frontiera, quella del consumo veloce. I fruitori non sono più alla

ricerca dell'oggetto, che non è più un mezzo di scambio sociale. La concezione

della musica diventa sempre più personale, serve a riempire gli spazi tra e durante

altre attività, ma non ne ha uno tutto suo. Il prodotto finale non perde solo la sua

fisicità, ma anche valore culturale ed economico: non ha più un lato tangibile, non

ha più niente che si possa toccare o vedere, e quindi la gente è meno disposta a

pagare per appropriarsene. È bene ricordare che la pratica del file sharing è

illegale se comporta lo scambio di prodotti coperti da copyright: per questo si è

sviluppato anche un mercato legale di musica digitale. Con la rivoluzione digitale

cambiano i protagonisti del mercato che non sono più le etichette, major o

indipendenti, ma gli operatori ed i costruttori informatici. Si sviluppano modelli di

vendita online di mp3, che si basano su un modello di business "pay per content":

si pagano singolarmente i contenuti. Ci si appropria definitivamente del file

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acquistato tramite download, del quale si può disporre ovunque, anche off-line.

L'azienda leader in questo campo è la Apple, che agisce tramite il proprio portale

I-Tunes, un'applicazione per riprodurre e organizzare file multimediali, necessaria

per i propri dispositivi hardware come i lettori "I-pod" e gli smartphone "I-Phone".

Vi è integrato un negozio digitale con un ampio catalogo che funziona tramite il

sistema "ClickandBuy" (dopo aver specificato in fase di registrazione un conto

corrente bancario o una carta di credito di appoggio, l'utente può effettuare

acquisti su internet semplicemente specificando il suo nome utente e la sua

password). Sono pochi però in proporzione gli utenti disposti a spendere per

questo tipo di prodotto, e solitamente sono legati ad un vecchio modello di

fruizione.

4.4 La musica senza supporti

Il ruolo commerciale della musica è costretto a trasformarsi: vista la sua facile

reperibilità a titolo gratuito, anche se spesso in modo illegale, diventa ancor più

una killer application, che serve a vendere altro: personal computer, lettori mp3 o

telefoni cellulari sempre più sofisticati. Non è più importante la musica incisa su un

supporto, ma l'hardware, che permette di archiviare un numero abbastanza

grande di canzoni da poter portare sempre con sé. Nascono nuovi modelli di

fruizione musicale, dedicati alle caratteristiche del nuovo formato:

personalizzazione, mobilità e intrattenimento sono le tre parole chiave di questo

nuovo mondo. E come si adeguano società e mercato a questa nuova

concezione? In questo caso, per la prima volta nella storia, è stato il lato

commerciale a doversi adattare a un esigenza sociale che si è manifestata

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precedentemente e al di fuori delle soluzioni proposte. Il mercato dell'hardware ha

dovuto seguire quest'onda creando i lettori mp3 portatili che hanno visto nell'I-pod

della Apple il massimo esponente su scala globale. Lanciato nel 2001 è diventato

ben presto un prodotto di massa e desiderato,e ad oggi è il mezzo più diffuso per

l'ascolto di musica. Racchiude tutte le caratteristiche attribuibili al walkman, con in

più la non usura del nastro (il file digitale non si rovina tramite ascolti ripetuti), una

capacità di archiviazione nettamente superiore al cd, e delle dimensioni ancor più

ridotte, che lo rendono il prodotto più portatile (fino ad ora) di tutti i tempi per la

musica. Al giorno d'oggi anche i lettori mp3 sembrano quasi superati a discapito

degli smartphone, piccole suite multimediali che permettono l'archiviazione di file

sempre pronti all'ascolto e la connessione perenne ad internet che apre ad una

nuova frontiera, quella dello streaming: il prodotto musica quindi non ha più

bisogno nemmeno dello spazio fisico per essere archiviato, è fruibile

semplicemente connettendosi alla rete dove è già disponibile all'ascolto. La

differenza sostanziale tra il nuovo modello di fruizione che sta emergendo e

quello più antico, che potremmo definire chiuso con l'mp3, è il passaggio dalla

vendita di un prodotto, del singolo supporto fisico o file digitale dedicato ad un

singolo artista, all'offerta di un servizio, realizzato tramite un portale che da

accesso a un vasto catalogo musicale, raggiungibile tramite qualsiasi hardware

che disponga di una connessione internet.

In che modo questa musica, sempre più globale e priva di supporti, arriva agli

utenti finali sotto forma di servizio?

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4.5 le nuove frontiere della rete

Oltre a rispondere alle esigenze del pubblico le nuove modalità di distribuzione

musicale cercano anche di ri-legalizzare il modo di appropriarsi del prodotto

musica da parte dei consumatori. Soprattutto tramite i servizi di streaming audio e

video si possono raggiungere potenziali nuovi clienti, perché permettono la

condivisione del materiale sui social network, che fungono da veri e proprio

amplificatori: i brand musicali su queste piattaforme sono i più allettanti per il

pubblico: su Twitter 7 su 10 dei personaggi più seguiti sono legati al mondo della

musica, su Facebook 9 su 10 delle pagine più apprezzate sono di musicisti, su

Youtube la percentuale rimane la stessa, il 90% dei video visualizzati ha contenuti

di tipo musicale. Fino a due anni fa piattaforme internazionali di digital download e

streaming audio come I-tunes, Spotify e Deezer erano presenti in poco più di 20

territori, oggi sono disponibili in più di 100 paesi. Si sono sviluppati due metodi

principali per la distribuzione del prodotto musica in streaming tramite la rete:

- i servizi in abbonamento che permettono l'accesso illimitato e indiscriminato a dei

contenuti, in streaming o in download, fino a che si paga la quota prevista. Devono

avere un catalogo ampio per invogliare gli utenti a sottoscrivere il contratto di

abbonamento. La modalità periodica e diluita del pagamento fa percepire il

prodotto quasi come se fosse gratuito, almeno nel momento in cui viene usufruito.

L'azienda leader è la svedese Spotify, che offre una selezione di brani di varie

case discografiche major ed etichette indipendenti. La musica può essere

visualizzata per artista, album, etichetta, genere o playlist così come grazie a

ricerche dirette. Sui dispositivi desktop un collegamento permette all'ascoltatore di

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acquistare materiale selezionato presso venditori di terze parti. Conta oltre sei

milioni di abbonati e ventiquattro milioni di utenti nel mondo, ed è la seconda fonte

di ricavi digitali a livello mondiale (dopo I-tunes). Un altro servizio in streaming è

Deezer, che conta tre milioni di abbonati.

- i servizi supportati dalla pubblicità: l'offerta di contenuti è sorretta dagli introiti

pubblicitari. Per lo più questi canali offrono un servizio in streaming radio o video.

La logica che sottende a questo metodo è che gli inserzionisti pagano per avere

accesso a consumatori attratti dalla fruizione di contenuti gratuiti. Il caso più

eclatante è Youtube: come detto sopra ben il 90% dei video visti sono di natura

musicale, e può offrire questo servizio grazie agli introiti pubblicitari: anche i canali

di questo social network, come "VEVO" , dedicato interamente alla musica e di

proprietà di Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Abu Dhabi

Media Company, sono sostenuti dalla pubblicità.

L'ultima frontiera che si sta sviluppando, sempre legata alla fruizione in mobilità

(ormai caratteristica necessaria per l'ascolto e la condivisione) è quella del cloud.

L’importante è avere a disposizione un hardware che permetta una perenne

connessione ad internet e tramite il cloud computing, accedere ai propri contenuti

musicali preferiti senza che questi occupino spazio fisico sul proprio device. Vi si

può accedere in ogni momento, in ogni luogo, e con qualsiasi dispositivo che

permetta una connessione veloce. Con Cloud computing si intende:

“un insieme di tecnologie informatiche che permettono l’utilizzo di risorse hardware o

software distribuite in remoto, cioè non residenti nel computer (o nel sistema) dell’utente.

L’utente richiama attraverso una rete esterna al proprio sistema sia i contenuti che i

programmi necessari a rielaborarli”

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(Claudio Gerino)

Sistema adatto per strumenti hardware come smartphone e tablet appunto, che

non hanno lettori CD o DVD, e grandi memorie, il loro ruolo è quello di permettere

tramite una connessione veloce l’accesso a una moltitudine di dati già presenti in

rete, che tramite il cloud sono personalizzabili. Le caratteristiche principali dei

nuovi servizi sono una grande capacità di archiviazione, una facilità di accesso da

vari dispositivi e la possibilità di accedere ad un ampio catalogo. Il valore aggiunto

della musica nella nuvola (quindi conservata e trasmessa da server remoti) è la

portabilità in movimento senza però portare nulla con sé se non l'hardware: gli

utenti possono ascoltare la musica sul servizio cui si sono iscritti da qualunque

dispositivo, in linea con il nuovo trend dell’ascolto della musica, sempre meno

legato a un terminale (che sia il PC o un lettore mp3) e sempre più all’accesso:

quel che conta è essere abbonati a un servizio di musica digitale.

Il futuro del mercato e della fruizione musicale sembra quindi dedicato all’era post-

computer: a farla da padrone sono gli smartphone e i tablet, collegati alla rete, a

cui i servizi descritti sono destinati.

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Conclusioni

Tutto è partito con la necessità di avere un supporto per poter fare arrivare il

prodotto musica più lontano di quanto permettesse una pubblica esecuzione,

stravolgendo i legami spazio/temporali e si è arrivati ad avere una diffusione

sempre più globale, anche grazie alla scomparsa del supporto. L'ascolto ha preso

una strada individuale e isolata, ed ha trovato la sua massima spinta nella

fruizione in mobilità, che richiede un hardware di dimensioni sempre più ridotte e

l'accesso a contenuti che hanno perso il concetto di spazio sia fisico che virtuale.

La rete ha cambiato più di ogni altra innovazione il modo di accedere alla musica,

non senza dare qualcosa in cambio, in termini di qualità sonora e di valore artistico

del prodotto finale. La società ha però non solo recepito, ma anche spinto per

questo cambiamento. E il mercato? Funzionano davvero i nuovi modelli di

business musicale? Sicuramente lo streaming è diventato il modo più usato per

l'ascolto di musica, e si stanno sviluppando dei mercati emergenti, come Brasile,

India e Russia, che in futuro potrebbero essere il motore dell'economia

dell'industria fonografica. Negli Stati Uniti il 2012 è stato il primo anno in cui le

vendite digitali hanno superato le vendite dei supporti fisici e questo è accaduto

anche in altri paesi come India, Norvegia e Svezia. Ma sono davvero aumentati i

guadagni? L'accesso al prodotto musica è ormai su scala mondiale, non si devono

più avere supporti, non ci sono più spazi virtuali occupati da file digitali musicali,

chiunque può ascoltare quello che vuole dove vuole disponendo di una

connessione internet. E il pubblico è ancora disposto a pagare? A guardare il

rapporto dell'IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) sulla

musica digitale aumentano gli utenti che ricorrono a questi servizi e aumentano gli

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introiti, che però, a ben vedere sono sempre meno rispetto al passato, al sistema

basato sui supporti. La gente vuole il prodotto musica, ma come una parte

integrante di un sistema legato alla mobilità e all'accesso a internet, paga già per

questi servizi acquistando uno smartphone, un tablet o un pc e una connessione

internet, quindi perché dovrebbe pagare per un prodotto che ha un consumo

veloce, istantaneo e circoscritto, del quale poi non gli rimane nulla? Alcuni artisti lo

hanno capito e hanno provato a reinterpretare la vendita della musica dando

diversi valori a diversi supporti: Radiohead e Nine Inch Nails hanno venduto i loro

prodotti in versione digitale (mp3) a costo nullo o basso, offrendo però la

possibilità di comprare anche un packacing di lusso venduto a prezzo più alto. La

soluzione di offrire diversi prodotti in base alle esigenze dei consumatori si è

rivelata per loro vincente. A volere il prodotto fisico però sono per lo più le "vecchie

generazioni" (non necessariamente così antiche se valutiamo il periodo di tempo

in cui la fruizione musicale digitale ha cambiato il suo modo di essere: il cd infatti

come prodotto di massa ha poco più di vent'anni, l'mp3 non più di una decina e i

servizi in streaming sono arrivati da poco), e per il grande pubblico, soprattutto

giovanile, l'ultima frontiera sembra la più accattivante. D'altra parte c'è stato un

incremento, seppur piccolo, nella vendita di un tipo di supporto: il vinile. Questo è

riconducibile al fatto che come formato è stato sicuramente il più completo dal

punto di vista musicale, di presentazione e come oggetto da conservare per cui

vale la pena spender del denaro.

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Sitografia

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Chiusi F., La musica social è un po' stonata

http://lettura.corriere.it/la-musica-social-e-un-po%E2%80%99-stonata/

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