Letture Dicembre, Gennaio e Febbraio

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6 dicembre 2009 - X domenica di Luca san Nicola. Tono I al Vespro 6 stichirà anastasimi del tono e 4 del santo; dhoxa del santo e ke nin del tono; letture del santo; aposticha del tono; dhoxa del santo e ke nin del tono; apolitikia: del tono e del santo; theotokìon: del tono (dell’apolitikio del santo). al Mattutino Apolitikia: del tono e del santo; Kathismata: del tono e del santo; Vangelo mattinale IV; Canoni: del tono e del santo; Katavasie del Natale; Exapostilaria: del IV Vangelo e del santo; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del santo, dhoxa del santo, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’. alla Litugia Apolitikia: del tono, del santo e della chiesa; Kontakion: prenatalizio. Apostolos del santo (Ebrei 13, 7-16): Fratelli, ricordatevi delle vostre guide, che vi hanno annunciato la parola di Dio e - considerando l’esito della loro vita - imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. Non lasciatevi trascinare qua e là da dottrine varie e strane. E’ bene infatti che il cuore sia rafforzato dalla grazia e non dai cibi, che non giovarono a quelli che erano in cammino. Noi abbiamo un altare da cui non possono mangiare quelli che prestano culto nella tenda. Il sangue di quegli animali, per il peccato, viene introdotto dal sommo pontefice nel santuario; le carcasse vengono bruciate fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha patito fuori della porta. Usciamo dunque verso di lui, fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio. Infatti non abbiamo qui una città permanente, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio una vittima di lode, cioè il frutto di labbra che proclamano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione: di tali sacrifici Dio si compiace. Vangelo della domenica (Luca 13, 10-17) In quel tempo Gesù stava insegnando in una sinagoga, ed era sabato. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d'infermità. Era curva e non poteva raddrizzarsi del tutto. Quando Gesù la vide, la chiamò e le disse: “Donna, sei slegata dalla tua infermità”. Impose le mani su di lei e subito si raddrizzò e glorificava Dio. Intervenne allora il capo della sinagoga, adirato perché Gesù aveva curato di sabato, e disse alla folla: “Sono sei i giorni in cui si deve lavorare: venite dunque a farvi curare in quelli e non di sabato!” Il Signore gli rispose e disse: “Ipocriti! Ognuno di voi non scioglie forse di sabato il suo bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli ad abbeverarsi? E costei, figlia di Abramo, che il Satana teneva legata da diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre tutta la folla si rallegrava per tutte le cose gloriose da lui compiute. nella settimana Lunedì 7 (sant’Ambrogio), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Martedì 8, festivo, (san Patapio; icona Apsiotissa), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Mercoledì 9 (Concepimento di sant’Anna), digiuno con licenza di vino-olio. Giovedì 10 (san Minà Bellavoce; san Luca Grammatico), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Venerdì 11 (san Leonzio), digiuno. Sabato 12 (san Spiridone), digiuno con licenza di pesce-vino-olio.

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Testi per Vespro e Liturgia

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6 dicembre 2009 - X domenica di Luca san Nicola. Tono I

al Vespro 6 stichirà anastasimi del tono e 4 del santo; dhoxa del santo e ke nin del tono; letture del santo; aposticha del tono; dhoxa del santo e ke nin del tono; apolitikia: del tono e del santo; theotokìon: del tono (dell’apolitikio del santo).

al Mattutino Apolitikia: del tono e del santo; Kathismata: del tono e del santo; Vangelo mattinale IV; Canoni: del tono e del santo; Katavasie del Natale; Exapostilaria: del IV Vangelo e del santo; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del santo, dhoxa del santo, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Litugia Apolitikia: del tono, del santo e della chiesa; Kontakion: prenatalizio. Apostolos del santo (Ebrei 13, 7-16): Fratelli, ricordatevi delle vostre guide, che vi hanno annunciato la parola di Dio e - considerando l’esito della loro vita - imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. Non lasciatevi trascinare qua e là da dottrine varie e strane. E’ bene infatti che il cuore sia rafforzato dalla grazia e non dai cibi, che non giovarono a quelli che erano in cammino. Noi abbiamo un altare da cui non possono mangiare quelli che prestano culto nella tenda. Il sangue di quegli animali, per il peccato, viene introdotto dal sommo pontefice nel santuario; le carcasse vengono bruciate fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha patito fuori della porta. Usciamo dunque verso di lui, fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio. Infatti non abbiamo qui una città permanente, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio una vittima di lode, cioè il frutto di labbra che proclamano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione: di tali sacrifici Dio si compiace. Vangelo della domenica (Luca 13, 10-17) In quel tempo Gesù stava insegnando in una sinagoga, ed era sabato. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d'infermità. Era curva e non poteva raddrizzarsi del tutto. Quando Gesù la vide, la chiamò e le disse: “Donna, sei slegata dalla tua infermità”. Impose le mani su di lei e subito si raddrizzò e glorificava Dio. Intervenne allora il capo della sinagoga, adirato perché Gesù aveva curato di sabato, e disse alla folla: “Sono sei i giorni in cui si deve lavorare: venite dunque a farvi curare in quelli e non di sabato!” Il Signore gli rispose e disse: “Ipocriti! Ognuno di voi non scioglie forse di sabato il suo bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli ad abbeverarsi? E costei, figlia di Abramo, che il Satana teneva legata da diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre tutta la folla si rallegrava per tutte le cose gloriose da lui compiute.

nella settimana Lunedì 7 (sant’Ambrogio), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Martedì 8, festivo, (san Patapio; icona Apsiotissa), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Mercoledì 9 (Concepimento di sant’Anna), digiuno con licenza di vino-olio. Giovedì 10 (san Minà Bellavoce; san Luca Grammatico), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Venerdì 11 (san Leonzio), digiuno. Sabato 12 (san Spiridone), digiuno con licenza di pesce-vino-olio.

13 dicembre 2009 – XI domenica di Luca (dei Patriarchi) (santa Lucia di Siracusa). Tono II

al Vespro 6 stichirà anastasimi del tono e 4 dei santi; dhoxa dei santi e ke nin del tono; aposticha del tono; dhoxa dei santi e ke nin del tono; apolitikia: del tono, dhoxa ke nin, dei santi.

al Mattutino Apolitikia: del tono e dei santi; Kathismata: del tono e del santi; Vangelo mattinale V; Canoni: del tono e dei santi; Katavasie del Natale; Exapostilaria: del V Vangelo e dei santi; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 dei santi, dhoxa dei santi, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Litugia Apolitikia: del tono, dei santi e della chiesa; Kontakion: prenatalizio (‘Oggi la Vergine viene nella grotta’). Apostolos dei santi (Colossesi 3, 4-11) Fratelli, quando apparirà Cristo, la nostra vita, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate dunque morire ciò che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passione, desideri sfrenati e quell’avidità di guadagno che è idolatria; a motivo di questi vizi piomba l’ira di Dio sui figli della disobbedienza. Anche voi un tempo li praticaste, quando di loro vivevate. Ora però bandite anche voi tutte queste cose: collera, escandescenze, cattiveria, maldicenza, ingiurie che escono dalla vostra bocca. Non mentitevi a vicenda, poiché vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una più piena conoscenza, a immagine di colui che lo ha creato: in questa condizione non c’è più Greco o Giudeo, circoncisione o prepuzio, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo, tutto e in tutti. Vangelo della domenica (Luca 14, 16-24) Il Signore ha detto questa parabola: “Un uomo faceva una gran cena, e invitò molti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, già è pronto. Ma tutti, a una voce, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità di andare a vederlo; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Il servo si presentò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa, pieno di sdegno, disse al suo servo: Esci presto per le piazze e i vicoli della città e fai entrare qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto ciò che hai ordinato, e c’è ancora posto. Allora il signore disse al servo: Esci per le strade e le siepi e costringili a entrare perché la mia casa sia piena. Vi dico infatti: nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena; molti infatti sono chiamati, ma pochi eletti”.

nella settimana Lunedì 14 (san Tirso), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Martedì 15 (sant’Eleftherio; san Giovanni VIII, papa di Roma), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Mercoledì 16 (santa Theofanò), digiuno. Giovedì 17 (san Daniele), digiuno con licenza di pesce-vino-olio. Venerdì 18 (san Sebastiano), digiuno. Sabato 19 (san Bonifacio), digiuno con licenza di vino-olio.

20 dicembre 2009 – domenica prima del Natale (dei Padri) (sant’Ignazio). Tono III

al Vespro Stichirà anastasimi del tono 4, prefestivi 3 e 3 dei santi; dhoxa dei santi e ke nin del tono; aposticha del tono; dhoxa dei santi e ke nin del tono; apolitikia: del tono, dhoxa ke nin, prefestivo.

al Mattutino Apolitikia: del tono e dei santi; Kathismata: del tono e prefestivi; Vangelo mattinale VI, segue il solo Canone dei santi; Katavasie del Natale; Exapostilaria: del VI Vangelo, dei santi e prefestivo; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 dei santi, dhoxa dei santi, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Apolitikia: del tono, prefestivo, dei santi e della chiesa; Kontakion: prenatalizio (‘Oggi la Vergine viene nella grotta’). Apostolos della domenica (Ebrei 11, 9-10. 32-40) Fratelli, per fede Abramo soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, e come Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa, abitò in tende. Aspettava infatti la città ben fondata, il cui architetto e costruttore è Dio. E che dirò ancora? Mi mancherà il tempo per Gedeone, Varàk, Sansone, Ieftae, e anche per Samuele e per i profeti. Per mezzo della fede hanno abbattuto regni, hanno operato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso la bocca dei leoni, hanno spento la potenza del fuoco, sono sfuggiti al filo delle lame, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono diventati forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri; le donne hanno ricevuto dopo la risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione onde ottenere una risurrezione migliore. Altri provarono scherni e flagelli, catene e prigione. Furono presi a sassate, furono segati, morirono assassinati a coltellate, vagarono coperti con pelli di pecore e capre, bisognosi, afflitti, maltrattati - di loro il mondo non era degno! - errando nei deserti e sui monti, nelle grotte e nelle fenditure della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto testimonianza per mezzo della fede, non hanno ottenuto la promessa, avendo Dio previsto per noi qualcosa di meglio, affinché non giungessero alla perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da tale nube di testimoni, deposto tutto ciò che appesantisce e il peccato che ci irretisce, corriamo con pazienza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Vangelo della domenica (Matteo 1, 1-25) Libro della generazione di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Farès e Zarà da Thàmar, Farès generò Esròm, Esròm generò Aràm, Aràm generò Aminadàv, Aminadàv generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Voòz da Rachàv, Voòz generò Ovìdh da Ruth, Ovìdh generò Iessè, Iessè generò il re David. David generò Salomone da quella di Urìa, Salomone generò Rovoàm, Rovoàm generò Avià, Avià generò Asà, Asà generò Iosafàt, Iosafàt generò Ioràm, Ioràm generò Ozia, Ozia generò Ioàtham, Ioàtham generò Achaz, Achaz generò Ezechia, Ezechia generò Manassì, Manassì generò Amòn, Amòn generò Iosìa, Iosìa generò Iechonìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Iechonìa generò Salathiìl, Salathiìl generò Zorovàvel, Zorovàvel generò Aviùdh, Aviùdh generò Elìakìm, Elìakìm generò Azòr, Azòr generò Sadhòk, Sadhòk generò Achim, Achim generò Eliùdh, Eliùdh generò Eleàzar, Eleàzar generò Matthàn, Matthàn generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù chiamato Cristo. Tutte le generazioni, da Abramo a David: quattordici generazioni; da David fino alla deportazione in Babilonia: quattordici generazioni; dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo: quattordici generazioni. L’origine di Gesù Cristo poi era così: Maria, la madre di lui, essendo stata data in sposa a Giuseppe, prima che venissero a stare insieme, si trovò in grembo incinta dallo Spirito Santo. Giuseppe, il marito di lei, era giusto e non voleva farne pubblico spettacolo, e così decise di rimandarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli appare in sogno un angelo del Signore e gli dice: “Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è dallo Spirito Santo. Partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai loro peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che fu annunciato dal Signore per mezzo del profeta che dice: “Ecco, la vergine avrà in grembo e partorirà un figlio, e lo chiameranno Emmanuele”, che è tradotto: Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio. E gli diede nome Gesù.

nella settimana Lunedì 21 (santa Giuliana), digiuno con licenza di vino-olio. Martedì 22 (sant’Anastasia Sciogliveleni), digiuno con licenza di vino-olio. Mercoledì 23 (san Nifon), digiuno. Giovedì 24 (sant’Eugenia), digiuno*. Venerdì 25 (festivo, Natale del Signore), non si digiuna. Sabato 26 (festivo, sinassi della Tuttasanta).

24 dicembre

Avvertenza: per le Grandi Ore il sacerdote indossa (sull’exòrason) l’epitrachilion di colore nero e, al Vangelo, il felonio dello stesso colore nero; per le incensazioni si usa il katsìon. Verso le ore 6 si celebra la Grande Ora I, verso le ore 9 la Grande Ora III, verso le ore 12 la Grande Ora VI, verso le ore 15 si celebra la Grande Ora IX e attorno alle 16 il Vespro battesimale (tuttavia, secondo un uso recente, in alcune chiese parrocchiali si anticipa tutto al mattino). Al Vespro, il sacerdote indossa tutti i paramenti di colore festivo (e fa la Protesi per tempo); 6 stichirà della festa, dhoxa ke nin della festa; Ingresso con il Megalìon; 8 letture (secondo un uso recente, in alcune chiese parrocchiali solo 3); dopo l’ultima lettura, trisaghio solito. Segue subito: Apostolos (Ebrei 1, 1-12) Fratelli, Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, alla fine dei giorni, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche i mondi. Questi, essendo irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, che sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto egli stesso la purificazione dei peccati. si è assiso alla destra della maestà nelle altezze, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli come i venti, e i suoi liturghi come fiamme di fuoco, del Figlio invece afferma: Il tuo trono, Dio, per l’eternità dell’eternità, e: Scettro di rettitudine lo scettro del tuo regno; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità; perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni. E ancora: Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non verranno meno. Vangelo (Luca 2, 1-20) In quei giorni uscì il decreto di Cesare Augusto perché fosse censita tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Kirino era governatore della Siria, e tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Ora anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì alla città di David che si chiama Betlemme - perché egli era della casa e della famiglia di David - per essere censito con Maria sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano là, si compirono per lei i giorni di partorire e partorì il suo figlio primogenito. Lo avvolse in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto all’albergo. C’erano in quella regione dei pastori che vegliavano di notte per custodire il loro gregge. Un angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore rifulse intorno a loro, e furono impauriti di paura grande. L’angelo disse loro: “Non abbiate paura! Ecco infatti vi evangelizzo gioia grande, che sarà per tutto il popolo, perché oggi, nella città di David, è stato generato per voi il salvatore, Cristo Signore. Questo è il segno per voi: troverete il bambino avvolto in bende e adagiato nella mangiatoia”. E subito ci fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria nelle altezze a Dio e sulla terra pace tra gli uomini della benevolenza”. Appena gli angeli partirono da loro per cieli, i pastori dicevano tra loro: “Passiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere!” Vennero in fretta e trovarono Maria e Giuseppe, e il bambino che giaceva nella mangiatoia. Dopo aver visto, fecero conoscere la parola che era stata detta loro circa questo bambino. Quanti udivano si meravigliavano delle cose che i pastori dicevano loro. Maria conservava tutti questi avvenimenti meditandoli nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quel avevano udito e visto, come era stato detto loro. Segue la Liturgia detta “di Basilio”. Apolisi: Cristo, nostro vero Dio, che per la nostra salvezza è nato in una grotta ed è stato deposto in una mangiatoia, per le preghiere… * Dopo la Liturgia, alcuni usano ‘rompere’ il digiuno, con una cena a base di crostacei, pesce secco (baccalà o stocco, aringhe, ecc.), vino e olio.

25 dicembre

Al Mattutino, Apolitikion della festa; Kathismata della festa; Vangelo mattinale (dal solèa) della festa; i 2 canoni della festa; Katavasie della festa; Exapostilarion della festa (3v); Lodi della festa; Grande dhoxologhia con l’apolitikion della festa. Alla Liturgia, antifone della festa con il loro ritornello; Ingresso: Dal seno prima della stella del mattino ti ha generato; tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisek. Pietà di noi, Figlio di Dio nato dalla Vergine, ché a te cantiamo: alliluia! Oggi si canta soltanto l’apolitikion della festa; kontakion della festa; al posto del Trisaghion, Voi tutti immersi. Apostolo (Galati 4, 4-7) Fratelli, quando giunse la pienezza del tempo, Dio ha inviato il Figlio suo, fatto da donna, fatto sotto la Legge, per riscattare quelli che sono sotto la Legge, affinché ricevessimo l’adozione a figli. Poiché siete figli, Dio ha inviato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida: “Avvà, il Padre!”. Così non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, anche erede di Dio per grazia di Cristo. Vangelo (Matteo 2, 1-12) Nato Gesù a Betlemme in Giudea, al tempo del re Erode, ecco giungere a Gerusalemme dall’oriente dei magi, i quali domandavano: “Dov’è il nato re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire ciò il re Erode fu turbato e con lui tutta Gerusalemme. Convocò tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo e si informava da loro dove dovesse nascere il Cristo. Essi gli dissero: “A Betlemme di Giudea. Infatti così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola tra i capoluoghi di Giuda; da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode chiamò di nascosto i magi e chiese loro informazioni sul tempo esatto dell’apparizione della stella; quindi li inviò a Betlemme, dicendo: “Andate e fate accurate ricerche del bambino; quando poi lo trovate, annunciatelo a me, in modo che anch’io possa andare ad adorarlo”. Essi, dopo aver ascoltato il re, si misero in cammino. Ed ecco: la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella si rallegrarono assai di gioia grande; ed entrati in casa videro il bambino con Maria sua madre e caddero a terra per adorarlo. Poi aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Quindi, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, si allontanarono verso il loro paese. Si usa l’anafora detta “del Crisostomo”. Alle Commemorazioni, l’irmo della IX Ode (Magnifica, anima mia… Vedo un mistero strano); al posto di Abbiamo visto la vera luce, l’apolitikion della festa; apolisi della festa (vedi sopra)

27 dicembre 2009 – domenica dopo il Natale (dei parenti) santo Stefano. Tono IV

al Vespro Stichirà anastasimi del tono 4, dei santi 3, di santo Stefano 3; dhoxa dei santi e ke nin del tono; aposticha anastasimi; dhoxa di santo Stefano e ke nin della festa; apolitikia: del tono e dei santi, dhoxa, di santo Stefano, ke nin, del Natale. Apolisi: Cristo, nostro vero Dio, che per la nostra salvezza è nato in una grotta ed è stato deposto in una mangiatoia, e che è risorto dai morti, per le preghiere…

al Mattutino Apolitikia: del tono, dei santi, del protomartire, del Natale; Kathismata: del tono e festivi; Vangelo mattinale VII; canoni del tono, dei santi e del protomartire; Katavasie del Natale; Exapostilaria: del VII Vangelo, dei santi, del protomartire e del Natale; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del protomartire, dhoxa dei santi, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Dove non si celebra la Liturgia di san Giacomo, alla Liturgia del Crisostomo si fanno le antifone del Natale con il loro ritornello; Isodhikon domenicale; apolitikia: del tono, del Natale, dei santi, del protomartire, della chiesa; kontakion del Natale. Apostolos del protomartire (Atti 6, 8-7, 5. 47-60): In quei giorni Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva miracoli e segni grandi tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, Cirenei, Alessandrini e altri della Cilicia e dell’Asia, a disputare con Stefano, ma non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Perciò misero in ballo alcuni che dissero: “Lo abbiamo udito dire parole blasfeme contro Mosè e contro Dio”. E così eccitarono il popolo, gli anziani e gli scribi; vennero, lo acciuffarono e lo portarono nel sinedrio. Presentarono falsi testimoni che dissero: “Quest'uomo non smette di dire parole contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazoreo distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che ci diede Mosè”. E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come volto di angelo. Disse allora il Gran Sacerdote: “Hai questa accusa?”. Ed egli rispose: “Uomini, fratelli e padri, ascoltate: il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era in Mesopotamia, prima che egli abitasse in Charràn, e gli disse: Esci dalla tua terra e dalla tua parentela e va’ nella terra che io ti indicherò. Salomone poi gli edificò una casa. Ma l’Altissimo non abita in manufatti, come dice il Profeta: Il cielo è per me un trono e la terra sgabello dei miei piedi. Quale casa costruirete per me - dice il Signore - o quale sarà il luogo del mio riposo? La mia mano non ha creato tutte queste cose? Teste dure, non circoncisi nel cuore e negli orecchi, voi fate sempre resistenza allo Spirito Santo: come i vostri padri, così anche voi. Quale profeta i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunziavano la venuta del Giusto, che voi ora avete tradito e ucciso; voi che avete ricevuto la Legge per disposizione degli angeli e non l’avete custodita”. All’udire queste cose, erano pieni di sdegno nei loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, guardando fissamente al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio. E disse: “Ecco, vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”. Gridarono allora a gran voce turandosi gli orecchi e si scagliarono tutti insieme su di lui, lo gettarono fuori della città e lo prendevano a sassate. E i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane chiamato Saul. E così lapidavano Stefano che pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, si addormì. Vangelo della domenica dopo il Natale (Matteo 2, 13-23): In quel tempo, quando i Magi si allontanarono verso il loro paese, ecco che in sogno un angelo del Signore appare a Giuseppe e gli dice: “Alzati; prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto e rimani là finché te lo dica. Infatti Erode sta per cercare il bambino per ucciderlo”. Egli allora si alzò e prese con sé il bambino e sua madre e, nella notte, si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quanto fu annunziato dal Signore per mezzo del profeta che dice: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Allora Erode, visto che era stato giocato dai Magi, si adirò molto e mandò a uccidere tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio da due anni in giù, secondo il tempo preciso che aveva chiesto ai Magi. Allora si adempì quanto fu detto per mezzo del profeta Geremia, che dice: Una voce s’è udita in Rama, pianto e lamento grande; Rachele piange i suoi figli, e non vuol essere consolata, perché non sono più. Dopo la morte di Erode, ecco un angelo del Signore appare in sogno a Giuseppe in Egitto e dice: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, e va’ in terra d’Israele, infatti sono morti quelli che cercavano la vita del bambino”. Egli allora si alzò, prese con sé il bambino e sua madre ed entrò in terra d’Israele. Quando poi udì che Archelao era re di Giudea al posto di Erode suo padre, ebbe paura di recarsi là. Avvertito però in sogno, si ritirò dalle parti della Galilea e venne ad abitare nella città chiamata Nazaret, affinché si compisse quel che era stato detto per mezzo dei profeti: Sarà chiamato Nazoreo.

nella settimana Lunedì 28 (Martiri di Nicomedia; memoria del grande maremoto e terremoto dell’anno 1908). Martedì 29 (i santi fanciulli uccisi da Erode). Mercoledì 30 (sant’Anisia; san Lorenzo di Frazzanò –ME), non si digiuna. Giovedì 31 (santa Melania la Romana). Venerdì 1 (festivo, Circoncisione del Signore; san Basilio il Grande), non si digiuna. Sabato 2 (san Silvestro)

1 gennaio 2010

A tempo opportuno si benedice l’acqua del nuovo mese [ma vedi 5 e 6] e - in genere dopo la Liturgia - si benedice la Vasilopitta. Al Mattutino, apolitikion del santo, dhoxa lo stesso e ke nin della Circoncisione. Kathismata del santo e della festa; Vangelo mattinale del santo (dal solèa); canoni della festa e del santo; Katavasie del santo e della festa; exapostilaria del santo e della festa. Alle Lodi, stichirà 1 della festa e 3 del santo, dhoxa del santo, ke nin della festa. Grande dhoxologhia con l’apolitikion della festa.

alla Liturgia Antifone proprie; Isodhikon: Salva noi, Figlio di Dio circonciso nella carne, ché a te cantiamo: alliluia!; apolitikia: della festa, del santo e della chiesa; kontakion della festa. Apostolos del santo (Colossesi 2, 8-12): Fratelli, badate che nessuno vi catturi con la filosofia e il vuoto inganno della tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi siete ricolmi in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potestà. In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano d’uomo, mediante lo svelamento del corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti insieme nell’immersione, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Vangelo della festa (Luca 2, 20-21. 40-52): In quel tempo i pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quel avevano udito e visto, come era stato detto loro. E quando si compirono gli otto giorni per la circoncisione, gli fu dato il nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che lui fosse stato concepito nel grembo. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. I suoi genitori ogni anno andavano a Gerusalemme, per la festa di pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo l’usanza della festa. Finiti i giorni, nel ritornare, Gesù - fanciullo - rimase in Gerusalemme, senza saperlo i suoi genitori. Pensando che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di strada, poi lo cercavano tra i parenti e i conoscenti. Non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme in cerca di lui. Lo trovarono dopo tre giorni, seduto nel tempio in mezzo ai maestri, tanto ad ascoltarli quanto a interrogarli. Tutti quelli che lo udivano erano meravigliati della sua intelligenza e delle sue risposte. Al vederlo restarono sbigottiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché a noi hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo!” Ma egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapete come è necessario che io sia nelle cose del Padre mio?” Essi però non compresero la parola che aveva detto loro. Egli scese con loro e venne a Nazaret, ed era loro sottomesso. Sua madre conservava tutte le parole in cuor suo. E Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini.

3 gennaio 2010 – domenica prima delle Luci Tono plagale I

al Vespro Stichirà anastasimi 6 e 4 prefestivi; dhoxa prefestivo e ke nin del tono; aposticha anastasimi; dhoxa ke nin prefestivo; apolitikia: del tono, dhoxa ke nin, prefestivo. Apolisi domenicale.

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa idem, ke ninprefestivo; Kathismata: del tono; Vangelo mattinale VIII; canoni del tono e prefestivo; Katavasie prefestive; Exapostilaria: dell’VIII Vangelo e prefestivo. Alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 prefestivi, dhoxa dell’VIII Vangelo, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Antifone e Isodhikon domenicali; Apolitikia: del tono, prefestivo, della chiesa. Kontakion prefestivo. Apostolos prefestivo (II Timoteo 4, 5-8): Diletto figlio Timòteo, sii sobrio in tutto, sopporta le sofferenze, fai opera d’evangelizzatore, adempi il tuo servizio. Io infatti sono già offerto in libagione ed è giunto il tempo della mia partenza. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno amato la sua apparizione. Vangelo prefestivo (Marco 1, 1-8): Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio angelo davanti al tuo volto, che preparerà la tua via; voce di uno che grida nel deserto: Preparate la strada del Signore; raddrizzate i suoi sentieri, venne nel deserto Giovanni per immergere, predicando l’immersione per cambiar mente e avere remissione dei peccati. Andava da lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme, e da lui si facevano immergere nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello e una cintura di pelle aveva intorno ai fianchi; mangiava cavallette e miele selvatico. Predicava dicendo: “Viene dopo di me il più forte di me; a lui non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali; io vi ho immersi nell’acqua, ma egli vi immergerà nello Spirito Santo”.

nella settimana Lunedì 4 (san Teoktist di Kukumio – PA). Martedì 5 (digiuno; santi Theopempto e Theonà). Mercoledì 6 (festivo; non si digiuna; la Teofania). Giovedì 7 (sinassi del Precursore). Venerdì 8 (digiuno, san Giuliano). Sabato 9 (san Polieutto).

5 gennaio Giorno digiunale *. Per le Grandi Ore il sacerdote indossa (sull’exòrason) l’epitrachilion di colore nero e, al Vangelo, il felonio dello stesso colore nero; per le incensazioni si usa il katsìon. Verso le ore 6 si celebra la Grande Ora I, verso le ore 9 la Grande Ora III, verso le ore 12 la Grande Ora VI, verso le ore 15 si celebra la Grande Ora IX e attorno alle 16 il Vespro battesimale (tuttavia, secondo un uso recente, in alcune chiese parrocchiali si anticipa tutto al mattino). Al Vespro (battesimale) il sacerdote indossa tutti i paramenti di colore festivo (e fa la Protesi per tempo); 6 stichirà della festa, dhoxa ke nin della festa; Ingresso con il Megalìon; 13 letture (secondo un uso recente, in alcune chiese parrocchiali solo 3); dopo l’ultima lettura, trisaghio solito. Seguono Apostolos (I Corinti 9, 19-27): Fratello, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la Legge, sono diventato come uno che è sotto la Legge – pur non essendo sottoposto a legge - allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge - pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo soggetto alla legge di Cristo - per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli. Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne compartecipe. Non sapete come quelli che corrono nello stadio, corrono tutti ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo. Però ogni lottatore è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato. Vangelo (Luca 3, 1-18): Nell'anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, mentre Erode era tetrarca della Galilea e suo fratello Filippo tetrarca dell’iturea e della regione della Traconitide, mentre Lisania era tetrarca dell'Avilène, sotto il pontificato di Anna e di Kaiafa, la parola di Dio fu su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli andò per tutti i dintorni del Giordano, predicando l’immersione per cambiar mente e per la remissione dei peccati, come è scritto nel libro delle parole di Isaia profeta: Voce di chi grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri; ogni burrone sarà riempito e ogni monte e colle sarà abbassato; i sentieri tortuosi diverranno strada dritta e i tratturi impervi vie piane; ogni carne vedrà la salvezza di Dio. A chi usciva dalla folla per farsi immergere da lui, diceva dunque: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira che viene? Fate dunque fatti degni di conversione e non cominciate a dire tra di voi: Abbiamo un padre, Abramo! Io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Anche la scure è già posta alla radice degli alberi: ogni albero che non fa frutto buono sarà tagliato e sarà gettato nel fuoco”. La folla lo interrogava dicendo: “Che facciamo?” E rispondendo diceva loro: “Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ha, e chi ha del cibo faccia lo stesso”. Vennero anche dei gabellieri per farsi immergere e gli dissero: “Maestro, che facciamo?” Egli disse loro: “Non fate niente di più di quanto vi è stato comandato”. Quelli in servizio militare lo interrogavano dicendo: “E noi che facciamo?” Egli disse loro: “Non minacciate né denunciate falsamente nessuno; contentatevi del vostro soldo”. Il popolo era in attesa e in cuor loro si chiedevano se Giovanni fosse il Cristo. Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi immergo nell’acqua, ma viene il più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere i lacci dei sandali. Egli vi immergerà nello Spirito Santo e nel fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per purificare la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma brucerà la pula nel fuoco inestinguibile”. Segue la Liturgia detta “di Giovanni Crisostomo”. Subito dopo la preghiera all’ambone si compie la benedizione dell’acqua (oggi, iniziando da Grande sei tu, Signore). Apolisi: Cristo, nostro vero Dio, che per la nostra salvezza da Giovanni è stato immerso nel Giordano, per le preghiere… * Dopo la Liturgia, alcuni usano ‘rompere’ il digiuno, con una cena a base di crostacei, pesce secco (baccalà o stocco, aringhe, ecc.), vino e olio.

6 gennaio – Festa della Luce Non si digiuna. Al Mattutino, l’apolitikio della festa (3v); kathismata della festa; Vangelo mattinale (dal solèa) della festa; canoni della festa; katavasie della festa; ecc. Grande dhoxologhia con l’apolitikion della festa. Alla Liturgia: antifone della festa; isodhikon proprio (Dio è il Signore, ed è apparso a noi. Salva noi, Figlio di Dio, da Giovanni immerso nel Giordano, ché a te cantiamo: alliluia!); apolitikion della festa (e nessun altro!); kontakion della festa; al posto del Trisaghio: Voi tutti immersi… Apostolos (Tito 2, 11-14. 3, 4-7): Tito, figlio mio, è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che c’insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e dell’apparizione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo eletto, zelante nelle opere buone. Quando apparve la benevolenza di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna. Vangelo ( Matteo 3, 13-17): In quel tempo, dalla Galilea Gesù viene al Giordano, da Giovanni, per essere immerso da lui. Ma Giovanni si opponeva, dicendo: “Io ho bisogno di essere immerso da te, e tu vieni da me?” Gesù rispose e gli disse: “Ora lascia; dobbiamo compiere così ogni giustizia”. E allora lo lasciò fare. Gesù, dopo essersi immerso, subito salì dall’acqua ed ecco, si aprirono a lui i cieli e vide lo Spirito di Dio scendere come colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che dice: “Questi è il Figlio mio, l’amato, in cui mi sono compiaciuto”. Oggi si usa l’anafora attribuita a san Basilio il Grande. Alle Commemorazioni: In te si rallegra. Al posto di Abbiamo visto la vera luce, l’apolitikion della festa. Subito dopo la preghiera all’ambone si compie la Consacrazione dell’acqua. Apolisi come al Vespro. Avvertenza: Non si confonda l’acqua benedetta (al Vespro del 5) con l’acqua consacrata oggi (che di solito viene distribuita, ma non usata per aspergere) e tanto meno la Consacrazione dell’acqua con similari celebrazioni che si compiono presso il mare o presso fiumi, fontane, ecc.

10 gennaio 2010 – domenica dopo le Luci Tono plagale II

al Vespro Stichirà anastasimi 6 e 4 della festa; dhoxa della festa, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa ke nin della festa; apolitikia del tono e della festa; apolisis della festa.

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa idem, ke nin della festa; Kathismata del tono e della festa; Vangelo mattinale IX; canoni del tono e della festa; Katavasie della festa; Exapostilaria del IX Vangelo e della festa. Alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 della festa, dhoxa del IX Vangelo, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Antifone della festa; Isodhikon domenicale; apolitikia: del tono, della festa e della chiesa; kontakion della festa. Apostolo post-festivo (Efesini 4, 7-13): Fratelli, a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo dice: Asceso in alto ha imprigionato la prigionia, diede doni agli uomini. Ma che significa Ascese, se non che prima discese nelle regioni inferiori della terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. Ed egli diede alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per il perfezionamento dei santi nell’opera del ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, affinché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, all’uomo perfetto, alla statura della pienezza di Cristo. Vangelo post-festivo (Matteo 4, 12-17): In quel tempo, avendo udito che Giovanni era stato consegnato, Gesù si ritirò nella Galilea e, avendo lasciato Nàzaret, venne e abitò a Cafarnao, lungo il mare, ai confini di Zàvulon e di Nefthalìm, affinché si adempisse quel che era stato detto per mezzo di Isaia profeta, che dice: Terra di Zavulòn e terra di Nethalìm, via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti: il popolo che sedeva nella tenebra, vide un luce, e a chi sedeva nella regione e nell’ombra di morte, una luce è sorta per loro. Allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Cambiate mente, perché è prossimo il regno dei cieli”. Apolisis della festa (sino all’Ora IX del 14 gennaio compresa)

nella settimana Lunedì 11 (san Teodosio il Cenobiarca). Martedì 12 (santa Tatiana; san Massimo, vescovo di Taormina). Mercoledì 13 (santi Ermilo e Stratonico), digiuno. Giovedì 14 (martiri del Sinai; san Felice di Nola). Venerdì 15 (santi Paolo il Tebano e Giovanni il Calivita), digiuno. Sabato 16 (la catena dell’apostolo Pietro).

17 gennaio 2010 – domenica XV di Luca sant’Antonio il Grande. Tono grave

al Vespro Stichirà anastasimi 6 e 4 del santo; dhoxa del santo *, ke nin del tono; Letture del santo; aposticha del tono, dhoxa del santo e ke nin del tono **; apolitikia: del tono , dhoxa, del santo, ke nin, del tono **. [* Giova ricordare che all’apolisis il “santo del giorno” si commemora solo quando – come in questo caso – se ne canta il dhoxastikon. ** Giova ricordare che quando si indica “theotokion (ke nin) del tono” non si intende il tono corrente - in questo caso, il tono grave - ma il tono della composizione poetica che immediatamente lo precede: in questo caso, il tono IV]

al Mattutino Apolitikia: del tono e del santo; Kathismata: del tono e del santo; Vangelo mattinale X; Canoni: del tono e del santo; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del X Vangelo e del santo; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del santo, dhoxa del X Vangelo, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Apolitikia: del tono, del santo e della chiesa; kontakion del periodo [ovvero: del 2 febbraio]; Apostolos del santo (Ebrei 13, 7-21): Fratelli, ricordatevi delle vostre guide, che vi hanno annunciato la parola di Dio e - considerando l’esito della loro vita - imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. Non lasciatevi trascinare qua e là da dottrine varie e strane. E’ bene infatti che il cuore sia rafforzato dalla grazia e non dai cibi, che non giovarono a quelli che erano in cammino. Noi abbiamo un altare da cui non possono mangiare quelli che prestano culto nella tenda. Il sangue di quegli animali, per il peccato, viene introdotto dal sommo pontefice nel santuario; le carcasse vengono bruciate fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha patito fuori della porta. Usciamo dunque verso di lui, fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio. Infatti non abbiamo qui una città permanente, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio una vittima di lode, cioè il frutto di labbra che proclamano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione: di tali sacrifici Dio si compiace. Vangelo (Luca 19, 1-10): In quel tempo Gesù passava per Gerico ed ecco che Zaccheo, capo dei finanzieri e molto ricco, cercava di vedere chi fosse Gesù, ma non poteva a causa della folla; infatti egli era troppo piccolo di statura. Allora corse avanti all’incontro e, per vederlo, salì sopra un sicomoro, perché lui stava per passare. Quando giunse sul posto, Gesù guardò in su e gli disse: “Zaccheo, scendi in fretta, perché è necessario che oggi mi fermi a casa tua”. Scese in fretta e lo accolse con gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano dicendo: “Da un peccatore è entrato ad alloggiare!” Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Signore, ecco io do ai poveri la metà dei miei beni e se in qualcosa ho frodato qualcuno, restituisco il quadruplo”. Gesù gli rispose: “Oggi è avvenuta la salvezza per questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo. Infatti il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

nella settimana Lunedì 18 (santi Atanasio e Cirillo). Martedì 19 (san Macario l’Egiziano; san Bassiano di Lodi; san Marco Eugenico). Mercoledì 20 (sant’Eutimio il Grande), digiuno con licenza di vino e olio. Giovedì 21 (san Massimo il Confessore; sant’Agnese; san Massimo il Greco). Venerdì 22 (san Timoteo; sant’Anastasio il Persiano) digiuno con licenza di vino e olio. Sabato 23 (san Clemente).

24 gennaio 2010 – domenica XVI di Luca (del Fariseo) Tono plagale IV

Verso la fine dell’Ora IX si pone un Triodhion su un dhiskelion davanti all’icona di Cristo nel templon. [Nel periodo che sta per iniziare è consigliabile usare addobbi sobri e vesti liturgiche di colore appropriato]

al Vespro Verso la fine della grande sinaptì, il primo cantore va davanti al dhiskelion, fa una metania e bacia l’icona di Cristo, prende il libro del Triodhion, fa una metania all’icona, [si reca innanzi a colui che presiede, fa una metania, gli bacia la mano, fa una metania] e quindi va al suo posto. Stichirà anastasimi 7 e 3 del Triodhion *; dhoxa del Triodhion, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del Triodhion e ke nin del tono; apolitikion del tono , dhoxa ke nin del tono. [* Giova ricordare che al vespro festivo si cantano (quasi sempre) 10 stichirà: qualora i testi riportati fossero di meno (come in questo caso), essi si ripetono quanto necessario]

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa, idem, ke nin, theotokion del tono; Kathismata del tono; Vangelo mattinale XI; Canoni: del tono e del Triodhion; Katavasie del periodo; Exapostilaria: dell’XI Vangelo e del Triodhion; alle Lodi, 5 stichirà del tono e 3 del Triodhion, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Apolitikia: del tono e della chiesa; kontakion del periodo [come del periodo intendiamo il kontakion della festa più vicina, che caratterizza appunto il periodo pre o post festivo: in questo caso, il kontakion del 2 febbraio] Apostolos (II Timoteo 3, 10-15): Diletto figlio Timòteo, tu hai seguito da vicino la mia dottrina, la condotta, i progetti, la fede, la longanimità, l’amore, la pazienza, le persecuzioni e i patimenti che mi toccarono ad Antiochia, a Iconio, a Listri. Quali persecuzioni ho sofferto! Da tutte mi ha liberato il Signore! E ora tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. Gli uomini malvagi invece e gli impostori andranno avanti verso il peggio, ingannando e venendo ingannati. Tu però rimani saldo nelle cose che hai imparato e che credi fermamente: sai bene da chi le hai apprese, e fin da bambino conosci le sacre Scritture; esse possono procurarti la sapienza che conduce alla salvezza per mezzo della fede in Cristo Gesù. Vangelo (Luca 18, 10-14): Il Signore ha detto questa parabola: “Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo e l’altro gabelliere. Il fariseo, stando in piedi, dentro di sé pregava così: Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri e neppure come questo gabelliere; digiuno due volte la settimana e pago la decima su tutto quanto guadagno. Il gabelliere stava da lontano e non voleva neppure alzare gli occhi al cielo ma si batteva il petto dicendo: Dio, sii benevolo a me peccatore! Io vi dico che questi scese a casa sua giustificato rispetto all’altro, perché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato”.

nella settimana Lunedì 25 ( san Gregorio il Teologo; san Massimo di Torino). Martedì 26 (san Senofonte). Mercoledì 27 (san Giovanni il Crisostomo), non si digiuna. Giovedì 28 (sant’Efrem il Siro; san Callinico d’Otranto). Venerdì 29 (sant’Ignazio il Teoforo), non si digiuna. Sabato 30 (i tre santi gerarchi).

31 gennaio 2010 – domenica XVII di Luca (del Dissoluto) santi Ciro e Giovanni. Tono I

al Vespro

Stichirà anastasimi 7 e 3 del Triodhion; dhoxa del Triodhion, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del Triodhion e ke nin del tono; apolitikion del tono, dhoxa ke nin del tono. [In questo periodo del Triodhion, è consigliabile usare addobbi sobri e vesti liturgiche di colore appropriato]

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa, idem, ke nin, theotokion del tono; Kathismata del tono; Vangelo mattinale I; Canoni: del tono e del Triodhion; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del I Vangelo e del Triodhion; alle Lodi, 5 stichirà del tono e 3 del Triodhion, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Apolitikia: del tono e della chiesa; kontakion del periodo; Apostolos (I Corinti 6, 12-20): Fratelli, tutto mi è lecito ma non tutto giova; tutto mi è lecito, ma io non sarò dominato da qualcuno. Il mangiare per lo stomaco e lo stomaco per il mangiare, ma Dio distruggerà questo e quelli! Il corpo non è per l’immoralità, bensì per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio ha risuscitato il Signore e risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di prostituta? Non sia! Non sapete che chi si unisce a una prostituta forma un corpo solo? I due – dice - saranno in una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite l’immoralità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del corpo; ma chi si dà all’immoralità pecca nel proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio del Santo Spirito che è in voi, che avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a prezzo! Glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che sono di Dio. Vangelo (Luca 15, 11-32): Il Signore ha detto questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il minore di loro disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta. Ed egli divise fra loro il patrimonio. Dopo non molti giorni, il figlio minore raccolse ogni cosa e partì in viaggio per un paese lontano e lì sperperò la sua sostanza, vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, ci fu una forte carestia in quel paese, ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Andò e si mise con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nelle sue campagne a pascolare i porci. E bramava sfamarsi con le carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava. Rientrato in sé, disse: Quanti salariati di mio padre hanno abbondanza di pane e io muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato figlio tuo, trattami come uno dei tuoi salariati. Si alzò e venne da suo padre. Mentre ancora era lontano, lo vide suo padre e si commosse; di corsa gli si gettò al collo e lo coprì di baci. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il cielo e dinanzi a te, non sono più degno di essere chiamato figlio tuo. Ma il padre disse ai suoi servi: Portate la veste, la prima, e vestitelo; dategli in mano l’anello e sandali ai piedi, portate e macellate il vitello grasso, mangiamo e facciamo festa perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore era in campagna e quando venendo fu vicino a casa, udì musica e balli, e chiamato uno dei servi s’informò cosa fosse. Quello gli disse: Tuo fratello è venuto e tuo padre ha macellato il vitello grasso perché lo ha riavuto salvo. Egli si adirò e non voleva entrare. Uscì suo padre a pregarlo. Egli rispose e disse a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e mai ho trasgredito un tuo comando, e mai mi hai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma appena è venuto questo tuo figlio che ti ha mangiato la vita con le prostitute, per lui hai macellato il vitello grasso. Gli disse il padre: Figlio, tu sei sempre con me, e tutto ciò che è mio è tuo, ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato trovato”.

nella settimana Lunedì 1 febbraio (san Trifone), benedizione dell’acqua del mese. Martedì 2 (Incontro del Signore). Mercoledì 3 (santi Simeone e Anna). Giovedì 4 (sant’Isidoro). Venerdì 5 (sant’Agata di Catania; san Giovanni di Fragalà –ME; san Saba il Siciliano), digiuno. Sabato 6 (san Fozio il Grande) delle Anime.

2 febbraio – Incontro del Signore

Al Vespro, 6 stichirà della festa, Ingresso *, prokimenon del giorno ** , letture, aposticha e Dhoxa ke nin della festa, apolitikion della festa (3 volte, ovvero: apolitikion, dhoxa, idem, ke nin, idem), apolisis: Cristo, nostro vero Dio, che per noi e per la nostra salvezza ha accettato di essere portato sulle braccia dal giusto Simeone, per le preghiere della sua purissima Madre… [* L’Ingresso (con felonion e incenso) si fa solo in alcune feste, al Grande Vespro; altrimenti, il Luce gioiosa è semplicemente letto dal Proestòs o dal cantore oppure dallo stesso sacerdote (col solo epitrachilio), stante innanzi alla Mensa. ** Tranne che in alcune grandi feste, il prokimenon è sempre del giorno: in questo caso, del martedì]. Al Mattutino (festivo), tutto della festa: vangelo proprio (si legge quindi dal solèa). Alla Liturgia: antifone della festa, apolitikion * e kontakion della festa, Apostolos (Ebrei 7, 7-17) Fratelli, non si discute che il minore sia benedetto dal maggiore. Qui uomini mortali ricevono le decime; là invece colui di cui è testimoniato che vive. Per così dire, anche Levi – che riceve le decime – ha versato le decime in Abramo, perché gli venne incontro Melchisedek quando era ancora nei lombi di Abramo. Se dunque la perfezione fosse venuta per mezzo del sacerdozio levitico – sotto di esso il popolo ha ricevuto la Legge – che bisogna c’era che sorgesse un altro sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedek, e non fosse detto, invece, secondo l’ordine di Aronne? Infatti, cambiato il sacerdozio, necessariamente avviene anche il cambiamento della Legge. Colui del quale si dicono queste cose, ha fatto parte di un’altra tribù, della quale nessuno si è occupato dell’altare. E’ palese infatti che il Signore nostro è germinato da Giuda, e di tale tribù Mosè nulla disse riguardo a sacerdoti. Ciò è ancora più evidente, se sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, il quale è stato costituito tale non secondo la legge di un ordine carnale, ma secondo una forza di vita indistruttibile. Infatti è attestato: Tu sei sacerdote per l’eternità, secondo l’ordine di Melchisedek. Vangelo (Luca 2, 22-40) In quel tempo i genitori portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio che apre la matrice, sarà sacro al Signore, e per offrire un sacrificio, secondo ciò che è detto nella Legge del Signore: Una coppia di tortore o due pulcini di colombi. Ed ecco, c’era in Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele e lo Spirito Santo era su di lui. Egli aveva ricevuto il responso dallo Spirito Santo che non avrebbe visto morte prima d’aver visto il Cristo Signore. Mosso dallo Spirito venne nel tempio e mentre i genitori facevano entrare il bambino Gesù per compiere a suo riguardo quanto ordinava la Legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora, o Sovrano, congedi il tuo servo, secondo la tua parola, in pace; perché i miei occhi hanno visto il tuo Salvatore, che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce di rivelazione per le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Giuseppe e sua madre erano meravigliati di quanto era stato detto di lui. Simeone li benedisse e a Maria, la madre di lui, disse: “Ecco, egli è posto per caduta e risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione – una spada ti trapasserà l’anima – affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori”. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuìl, della tribù di Asìr. Essa era molto avanti negli anni, avendo vissuto con il marito sette anni dalla sua verginità, poi era rimasta vedova sino a ottantaquattro anni, non si allontanava dal tempio e rendeva culto notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quello stesso momento, rendeva grazie a Dio e parlava di lui a tutti quelli che aspettavano la redenzione d’Israele. Quando ebbero compiuto tutto secondo la Legge del Signore, ritornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Apolisis della festa. [* Si ricorda che in alcune grandi feste si omette l’apolitikion della chiesa e qualsiasi altro apolitikion]

6 febbraio – Sabato delle Anime [Per quanto al giorno d’oggi – e nella nostra particolare condizione – si debbano fare Trisaghi anche di domenica, è opportuno ricordare la tradizionale prassi, spiegandone i motivi: storicamente Cristo ha ‘riposato’ il sabato, nell’attesa della risurrezione. A proposito, si ricorda che quando di domenica si fanno Trisaghi, è opportuno celebrarli del tutto distinti dalla divina Liturgia]. Alla Liturgia, Apostolos (I Tessalonicesi 4, 13-17): Fratelli, non vogliamo che voi siate nell’ignoranza circa i dormienti, affinché non siate afflitti come quelli che restano, che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto ed è risorto, così anche i dormienti Dio condurrà con sé per mezzo di Gesù Cristo: questo ve lo diciamo sulla parola del Signore. Noi, i viventi, i superstiti, alla venuta del Signore non andremo innanzi ai dormienti perché lo stesso Signore, con un comando, con voce di arcangelo e con tromba di Dio, scenderà dal cielo e prima risusciteranno i morti in Cristo. Poi noi, i viventi, i superstiti, insieme con loro saremo rapiti sulle nuvole incontro al Signore nell’aria e così saremo sempre con il Signore. Vangelo (Giovanni 5, 24-30) Il Signore ai Giudei che lo seguivano diceva: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a chi mi ha inviato, ha la vita eterna e non va in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: viene l’ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha dato al Figlio di avere la vita in se stesso e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, perché viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno: quanti hanno fatto il bene per una risurrezione di vita e quanti hanno fatto il male per una risurrezione di giudizio. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quel che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà del Padre che mi ha inviato”.

7 febbraio 2010 – domenica XVIII di Luca (di Carnevale)

Tono II

al Vespro Stichirà del tono 6 e 4 dal Triodhion; dhoxa dal Triodhion, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del Triodhion e ke nin del tono; apolitikion del tono, dhoxa ke nin del tono. [In questo periodo del Triodhion, è consigliabile usare addobbi sobri e vesti liturgiche di colore appropriato]

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa, lo stesso, ke nin, theotokion del tono; Kathismata del tono; Vangelo mattinale II; Canoni: del tono e del Triodhion; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del II Vangelo e del Triodhion; alle Lodi, 5 stichirà del tono e 3 del Triodhion, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia Apolitikia: del tono, della chiesa; kontakion del periodo; Apostolos (I Corinti 8, 8 - 9, 2) Fratelli, non è un cibo che ci fa stare davanti a Dio: se non mangiamo, non ne abbiamo mancanza; se mangiamo, non ne abbiamo vantaggio. Badate però che questa vostra capacità non divenga, in qualche modo, motivo di caduta per i deboli. Se uno infatti vedesse te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio di ìdoli, la debole coscienza di questi non sarà formata a mangiare le carni immolate agli ìdoli? Così per la tua conoscenza va in rovina il debole, il fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e schiaffeggiando la loro debole coscienza, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò più carne, per sempre, affinché non si scandalizzi il mio fratello! Non sono libero? Non sono apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? Non siete voi opera mia nel Signore? Se per altri non sono apostolo, almeno per voi lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. Vangelo (Matteo 25, 31-46) Il Signore ha detto: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli santi, siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri a sinistra. Allora il re dirà a quelli alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero carcerato e siete venuti a me. Allora i giusti gli risponderanno dicendo: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo vestito? quando ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a te? Rispondendo, il re dirà loro: Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sinistra: Allontanatevi da me, maledetti, al fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché io ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete fatto visita. Anch’essi allora risponderanno dicendo: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà loro, dicendo: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi alla punizione eterna e i giusti alla vita eterna”.

nella settimana Lunedì 8 febbraio (san Teodoro), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio. Martedì 9 (san Marcello di Taormina), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio. Mercoledì 10 (san Charalampos), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio: non si celebra alcuna Liturgia. Giovedì 11 (san Biagio), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio. Venerdì 12 (san Melezio), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio: non si celebra alcuna Liturgia. Sabato 13 (san Martiniano), digiuno con licenza di pesce, uova, latticini, vino e olio.

14 febbraio 2010 – domenica XIX di Luca (dei Latticini) Sant’Aussenzio. Tono III

al Vespro

Stichirà 6 del tono e 4 dal Triodhion; dhoxa dal Triodhion, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del Triodhion e ke nin del tono; apolitikion del tono, dhoxa ke nin del tono. [In questo periodo del Triodhion, è consigliabile usare addobbi sobri e vesti liturgiche di colore appropriato]

al Mattutino Apolitikia: del tono, dhoxa, lo stesso, ke nin, theotokion del tono; Kathismata del tono; Vangelo mattinale III; Canoni: del tono e del Triodhion; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del III Vangelo e del Triodhion; alle Lodi, 5 stichirà del tono e 3 del Triodhion, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia e ‘Oggi la salvezza’.

alla Liturgia [Preparare 3 Agnelli in tutto]. Apolitikia: del tono, della chiesa; kontakion comune [Protezione invincibile]; Apostolos (Romani 13, 11 - 14, 4) Fratelli, adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno si è avvicinato. Gettiamo via dunque le opere delle tenebre, indossiamo invece le armi della luce. Camminiamo con onestà, come di giorno, non con bagordi e ubriachezze, né a letto e con dissolutezze, né in contesa e gelosia. Vestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per gli impulsi sfrenati. Accogliete chi è debole nella fede, senza giudicarne i pensieri. Qualcuno crede di mangiare tutto, qualcuno ch’è debole mangia legumi. Chi mangia, non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi chi mangia: lo ha accolto Dio. Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Per il proprio padrone sta dritto o cade. Ma starà dritto: infatti può farlo stare dritto Dio. Vangelo (Matteo 6, 14-21) Il Signore ha detto: “Se voi rimettete agli uomini le loro cadute, rimetterà anche a voi il vostro Padre celeste, ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il vostro Padre rimetterà le vostre cadute. Quando digiunate, non siate d’aspetto triste come gli ipòcriti, che si sfigurano la faccia per apparire agli uomini che digiunano. In verità vi dico, hanno ricevuto il loro salario. Quando digiuni, ungiti la testa e lavati la faccia, per non apparire agli uomini che digiuni, ma solo al Padre tuo che è nel segreto. E il tuo Padre che vede nel segreto, ti ricompenserà in pubblico. Non tesorizzate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine deformano e dove i ladri scassano e rubano. Tesorizzate per voi tesori nel cielo, dove tignola e ruggine non deformano, e dove i ladri non scassano e non rubano; perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore”.

nella settimana Lunedì puro 15 febbraio (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 16 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Mercoledì 17 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati). Giovedì 18 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Venerdì 19 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati). Sabato 20 (), digiuno con licenza di vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo.