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A) OBIETTIVI DEL CORSO

1. quadro di riferimento teorico

2. lettura fenomenologica e interpretativa

3. conoscenza sistematica delle problematiche dei

giovani

4. Imparare a leggere le indagini sociologiche

5. Importanza di una lettura scientifica per

progettare l’educazione

6. Offrire strumenti per una lettura dei fenomeni

giovanili

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B) PRINCIPALI ARGOMENTI

• La questione giovanile: problemi teorici ed epistemologici.• Per una definizione della condizione giovanile: analisi strutturale e culturale; problemi di

concettualizzazione; la moratoria psicosociale e processi ad essa correlati .• Le rappresentazioni sociali dei giovani di ieri e di oggi: lo sguardo delle generazioni adulte sui giovani di

oggi.

• Modelli sociologici interpretativi della condizione giovanile. Analisi teorico-sistemica.• analisi critica delle categorie sociopolitiche (generazione, cultura, sub-cultura, classe, quasi-classe) • delle categorie interpretative post-moderne emergenti (emarginazione, frammentazione, movimenti

collettivi, ricerca di identità, rivoluzione silenziosa, eccedenza delle opportunità, quotidianità e domanda di senso).

• Approccio strutturale-statistico, demografico: Indicatori per una lettura quantitativa della condizione giovanile - analisi e metanalisi delle ricerche

• Giovani tra istituzioni e “mondi vitali’’. • Gli ambiti di vita: famiglia, scuola, lavoro, tempo libero, ecc.; • i quadri di riferimento valoriale: valori, futuro, religione, trasgressività, politica e subculture giovanili. • I mondi vicini e relazionali: amicizie, linguaggi, consumi, tipologie di associazionismo• Politiche giovanili nazionali ed internazionali

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PER UNA DEFINIZIONE DI CONDIZIONE GIOVANILE

PREMESSE METODOLOGICHE

E VARIABILI CULTURALI

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1. PREMESSE METODOLOGICHE

a) lettura strutturale

quella che privilegia

• le condizioni materiali,

• le situazioni obiettive (cioè economiche, politiche, formative, familiari, ecc.),

• gli accadimenti storici entro cui viene a svolgersi il vissuto giovanile;

è una "lettura" che tende a ridurre la condizione giovanile a:

• fenomeno subalterno della dinamica sociale

• a sminuire il ruolo storico dei giovani nella società.

Gli "aspetti strutturali" condizionano profondamente l'esperienza di vita dei giovani in un dato contesto storico e perciò si possono considerare come premesse necessarie per comprendere la "soggettività" giovanile, cioè l'insieme delle scelte di valore che denotano modi di adattamento alla realtà.

b) lettura sovrastrutturale

quella che privilegia la soggettività giovanile, cioè:

• la cultura,

• le domande,

• i bisogni,

• i valori,

• le opinioni,

• le attese dei giovani,

tendendo ad attribuire loro un ruolo autonomo, come di variabile indipendente capace di mutare il corso della storia.

• E' una lettura "culturale" con cui si intende considerare l'analisi delle risposte (dall'adattamento alla ribellione, dalla rassegnazione alla critica) che i giovani elaborano in rapporto ai processi di cui sono oggetto.

La soggettività è il terreno del possibile protagonismo dei giovani all'interno di una determinata società.

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1.1. Variabili di una lettura strutturale/1

1.Variabili strutturali interne al sistema sociale:

• la struttura di potere e di organizzazione sociale

• la struttura di classe: (stratificazione sociale e mobilità sociale).

2.Variabili politiche interne:

• relative alle caratteristiche del "sistema politico": (totalitario, bipartitico, pluripartitico)

• relative alla "cultura politica": (tradizionale, classista, nazionalista, etnica, di partecipazione/estraneazione al sistema politico)

• relative all'organizzazione istituzionale dei meccanismi del potere politico: (centralismo, decentramento, federalismo, regionalismo, ecc.)

Per descrivere la situazione obiettiva in cui si sviluppa la condizione giovanile in una determinata società è necessario tenere presenti una serie di variabili sociologiche di grande importanza

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1.1. Variabili di una lettura strutturale/2

4.Variabili connesse ai sistemi formativi: (all'interno)

• adeguatezza rispetto alle esigenze di formazione professionale

• flessibilità o rigidità dei sistemi scolastici

• qualità/quantità dei rapporti tra docenti e studenti.

5.Variabili connesse al rapporto tra sistemi educativi e sistemi produttivi (all'esterno):

• discrasie tra domanda e offerta sul mercato del lavoro giovanile

• discrasie tra capacità acquisite nei sistemi formativi e capacità richieste di fatto nei sistemi produttivi.

3.Variabili politiche esterne al sistema sociale:

rapporti di egemonia e subalternità con altri Paesi (USA-America Latina, Unione Europea, ecc.)

coinvolgimento/estraneità rispetto ai conflitti internazionali (Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, ecc. e intervento dei paesi europei/USA)

appartenenza a blocchi politici, economici, militari.

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1.2. Variabili di una lettura culturale/1

1. La cultura del privato/pubblicoi cui contenuti si riferiscono a :

• individualismo/personalismo

• analisi dei bisogni ed esperienze di soddisfazione dei giovani

• esperienze collettive (scarso/pieno contenuto ideale).

2. La cultura del consumo il consumo come:

• esperienza totalizzante

• bisogno frustrato

• veicolo di socializzazione

• fattore di identità

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1.2. Variabili di una lettura culturale/2

4. La cultura della "nuova razionalità":

• de-ideologizzazione della visione del mondo

• de-totalizzazione del politico

• razionalizzazione tra bisogni e risorse

• ripresa del bisogno di aggregazione

• riscoperta della dimensione del privato.

5. La cultura del "sacro”

• l'ipotesi del "ritorno del sacro”

• il rinnovamento qualitativo della religiosità giovanile

• i nuovi processi di socializzazione religiosa

• le forme tipiche della religiosità giovanile

• le nuove forme di aggregazione religiosa

• il rapporto con l'istituzione ecclesiale

• fede e politica, fede e cultura, fede e qualità della vita

3. La cultura del vitalismo: emozioni ed irrazionalismo

centralità delle emozioni e dei sentimenti

le radici dell'irrazionalismo giovanile: postmodernità

le forme dell’irrazionalismo e i suoi modi di espressione ed espansione.

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1.3. Dimensioni della struttura di personalità

A questi diversi tipi di cultura si possono correlare altrettante dimensioni della struttura di personalità come:

• Motivazioni

• opinioni e credenze

• valutazioni e giudizi

• Atteggiamenti

• Comportamenti

• stili di vita

che si dispiegano nei vari settori della vita sociale rispetto

• al lavoro

• alla scuola

• alla famiglia

• alle istituzioni

• alla Chiesa

• ai gruppi

• al tempo libero, ai consumi, al futuro.

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1.4. Rischi e prospettive

Una corretta metodologia di analisi implica l'uso contemporaneo di prospettive di lettura complementari, in particolare:

• 1. Una prospettiva storica, per collocare la CG nel flusso degli avvenimenti che la condizionano.

• 2. Una prospettiva socio-politica: per l'età giovanile più determinante di quella psicologica

• nel leggere i problemi • nell’avviare a soluzioni politiche necessarie per lo

sviluppo sociale adeguato dei giovani

• 3. Una prospettiva socio-pedagogica, • che tenta una sintesi tra diagnosi, prognosi e

programmazione degli interventi sia politici che educativi.

1. Generalizzazioni che non tengono presente la complessa stratificazione della condizione giovanile:… per cui non esistono "i giovani" in generale, ma diversi tipi di giovani ben caratterizzabili.

2. Proiezioni di desideri, attese e conoscenze parziali che ne anticipano un'immagine "ideologica" e/o "mitica".

3. Oscillazioni tra il discorso sugli adolescenti e quello sui giovani (15-24; 15-29; 15-35enni)

• ben distinta problematica personale e collettiva.

• Il tentativo di analisi riguarderà soprattutto i secondi.

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Il nostro approccio tiene conto dell'una o dell'altra delle due letture, cercando di cogliere i vantaggi di entrambi, in quanto "la questione giovanile ... è una combinazione di soggettività ed oggettività

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2. VERSO UNA CONCETTUALIZZAZIONE DELLA CONDIZIONE GIOVANILE

Giovinezza:

Periodo che si colloca tra

• il raggiungimento della maturità biologica

• e il raggiungimento della maturità sociale.

• Cioè la capacità di inserirsi autonomamente, con responsabilità da adulto nella società.

Cinque indicatori di maturità sociale

1- aver concluso la parte più rilevante del proprio iter formativo (conclusione degli studi)

2- occupare una posizione stabile nel mondo del lavoro (inserimento nel mercato)

3- avere abbandonato la casa dei genitori (autonomia economica e uscita di casa)

4- avere costituito una propria famiglia (matrimonio)

5- essersi assunta la responsabilità della paternità e maternità (generatività).

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2.2. Problemi di concettualizzazione della CG

• problemi teorici di definizione

• problemi teorici di confini

• problemi teorici di linearità storica

• problemi teorici di “gender”A livello critico si sono venuti sviluppando e sistematizzando una serie di problemi teorici, che possono essere riconducibili ai seguenti:

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2.2.1. Problemi teorici di definizione

Variabili anagrafiche nelle varie epoche

• Nella Roma antica: -> 40-45 anni

• Medioevo (ambienti colti): 20-35 anni

• Europa preindustriale: 10-28 anni

• oggi: 15-35 anni. Giovinezza prolungata

• La “giovinezza” è generalmente riconosciuta nel corso della storia europea occidentale, ma i suoi caratteri e confini cambiano di epoca in epoca, risultano diversi a seconda dei periodi.

• Difficoltà di giungere ad una definizioneunivoca e valida per tutti del termine giovinezza e dell'età corrispondente

• Il fenomeno della giovinezza “è una costruzione sociale e culturale”

variabilità

• dell'età

• della condizione di vita dei giovani

nelle varie epoche storiche.

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2.2.2. Problemi teorici di confini

Infanzia = dipendenza

Giovinezza = semiautonomia

Adultità = autonomia

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• La giovinezza è un’età liminale: tra infanzia e adultità

Immaturitàincompletezza

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2.2.3. Problemi teorici di linearità storica

• Abbandonare l'illusione di “un processo regolare di evoluzione che • dalla gioventù delle società

tradizionali • giunge sino ad una gioventù

"moderna”

• trend di sviluppo storico: • progressivo miglioramento delle

condizioni di vita dell'insieme dei giovani,

• nell'affermarsi della giovinezza come età della vita a se stante, caratterizzata da una propria autonomia

• Altro trend:• Da elitaria• A popolare

Carattere

• lineare /non lineare della storia della giovinezza

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2.2.4. Problemi teorici di “gender”

Giovani donne

• Doppia emarginazione• Perché giovani• Perché donne

• Socializzate ad essere mogli e madri o religiose

• Ruoli subalterni

(maggiorascato)

• donna = pericolosa• Emotivamente instabili• Tentatrici per la bellezza

Storia in occidente: al maschile

Donne emarginate

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2.3. Una prima descrizione-definizione sociologica di CG

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Un tempo categoria della "transizione", "ambivalenza di status", "fluttuazione", a cui i giovani erano sottoposti in certi contesti sociali.

Oggi quel periodo della vita intermedio tra l'infanzia e l'età adulta definita, detto moratoria psicosociale.

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2.3.1. Anticipo della maturità fisiologica

Posticipo della maturità sociale

• Nelle società economicamente più evolute dell’occidente: netto anticipo della età media d'inizio della maturità biologico-fisiologica (4-6 mesi all’anno)

• Tende a spostarsi sempre più verso l'età adulta il "terminusad quem", cioè il tempo della piena assunzione dei ruoli connessi al riconoscimento della raggiunta maturità sociale

• Effetto: prolungamento della scolarizzazione• Esperienze lavorative:

provvisorie - dilettantismo

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CAVALLI A., O. GALLAND [edd.], L'allongement de la jeunesse, Poitiers, Actes Sud, 1993, pp. 222;

tr. it. Senza fretta di crescere: l'ingresso difficile nella vita adulta, Napoli, Liguori, 1996

BASSOLI R., E. BENELLI, I nuovi adolescenti. Radiografia di un’età dimenticata, Roma, Ed.R., 1995

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2.3.2. Il prolungamento dell'adolescenza= moratoria piscosociale

Fattori del prolungamento:

• a) Il tipo di organizzazione sociale, economica, politica.

• b) Il grado di sviluppo di una certa società e/o cultura.

• c) La classe o strato sociale di appartenenza.

• d) La proporzione demografica tra la popolazione delle fasce giovanili e quelle più adulte.

• e) La differenza di gender

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2.3.3. Una definizione/ descrizione di Condizione Giovanile

• La condizione giovanile è riferibile ad uno strato di popolazione, caratterizzato da attribuzioni di età (15-25-34 anni),

• i cui limiti tendono a fluttuare e ad allungarsi (moratoria psico-sociale),

• la cui caratteristica fondamentale, superati i contenuti bio-psicologici delle problematiche del sistema status-ruoli,

• è di essere in una situazione di prolungamento-sospensione-emarginazione,

• sia per fattori strutturali interni alla società stessa, come le caratteristiche del sistema politico,

• sia per la cultura politica e i rapporti di egemonia e subalternità,

• sia per il processo di emarginazione di cui i giovani stessi sono oggetto da parte della società intera.

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In conclusioneb) Nell'ambito delle scienze sociali:incertezza sul significato dei termini "adolescenza" e "gioventù”

• Alcuni autori usano i termini come sinonimi

• Gli psicologi dell'età evolutiva tendono a parlare di "adolescenza”

• Mentre i sociologi preferiscono il termine "gioventù”, assieme a quello di "condizione giovanile" (=CG):

valenza strutturale socio-politica.

• Sia nel linguaggio comune che nel lessico delle scienze sociali

• regna una certa confusione in merito al contenuto delle parole "giovani", "gioventù" o "giovinezza".

a) Nel linguaggio comune questi termini indicano in genere una fase di transizione interposta tra l'infanzia e l'età adulta.

Valutazioni sia positive che negative:

potenziale forza rivoluzionaria

immatura generazione, "bohémienne”

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Quali trasformazioni prendere in considerazione?

• trasformazioni biosomatiche

allora -> Adolescenza ≠ giovinezza

• trasformazioni biopsicologicheil problema si complica:• trasformazioni sociali

• Politiche• Economiche• Culturali

Difficoltà anche dal punto di vista socio-pedagogico:

Giovani=coloro che sono impegnati nel compito di diventare adulti…

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Se + importanti:

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