Leseimossevincentidellacelebrecoppia - Corriere.it

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Pazzi delle curve e dello stretch Anna e quella sottoveste sotto la giacca Eleganti sempre con lo smoking Il miglior goal in fatto di stile La spallina che ricade è il nostro chic Come Madonna nessuna altra mai Le sei mosse vincenti della celebre coppia «La nostra creazione più rappresentativa? E' il punto da cui siamo partiti e insieme una specie di simbolo: la gue- pière. La prima, datata 1986, ricalca più o meno quella esposta tuttora nella nostra sede, a dimostrazione di quan- to ci rappresenti: davanti raso nera, stecche di balena e materiale elastico per aderire perfettamente al corpo. Per noi la guepière è il pretesto di esaltare l'interiorità fem- minile e anche un certo modello femminile molto italia- no, Un nome? La stupenda Silvana Mangano. La fortuna della guepière sta nella sua capacità di seduzione ma an- che nella sua dimensione reale, l'essere stata pescata nel guardaroba d'una certa Italia neorealistica. E infatti non è mai tramontata e ha avuto mille interpretazioni non neces- sariamente sempre in chiave mediterranea: ci piace ricor- dare il modo ironico con cui l'ha indossata Cindy Crawford. Che cosa facevamo nel 1986? Sognavamo di diventare due veri stilisti e abbiamo scelto di andare controcorrente. Sic- come tutti facevano cose costruite e monumentali, noi ab- biamo puntato sullo stretch». Guepière La prima con Cindy Per Domenico Cresciuto nel mito Magnani L’icona David Beckham in bianco nel 2003 La più bella Monica Bellucci da sempre amica «Un abito che ha preso un posto fisso della nostra me- moria e anche del nostro gusto, è il tailleur nero che Anna Magnani indossa nel film "Bellissima" di Luchi- no Visconti. La scena della vestizione con lei davanti allo specchio che indossa la giacca sopra la sottoveste e si dà una pettinata, per noi è un frammento di storia dello stile. Una donna del popolo che si mette il meglio del suo guardaroba e sa risultare seduttiva in modo assoluta- mente convincente. La Magnani aveva una naturalez- za e un fascino che rappresentano al meglio quel gran- de periodo dal dopoguerra ai primi anni '60, un perio- do che ci ha sempre incantati. Però quelli sono perio- di fortunati e ricchi di talento che capitano ogni tanto. Per noi il cinema è sempre stato fonte di ispirazione e ci siamo divertiti anche a fare qualche apparizione. Come qualche anno fa ne "L'uomo delle stelle" di Tor- natore e, recentemente, in "Nine" di Robert Marshall che uscirà a novembre ed è una specie di nuova versio- ne di "Otto e mezzo" del grande Fellini». «La mise in cui ci sentiamo più a nostro agio?». Stefano Gabbana: «Quella che indosso in questo mo- mento e cioè scarpe di velluto nero, jeans moooolto stracciati, camicia bianca, gilet nero. Che cosa c'è di più bello e più comodo?». Domenico Dolce: «Sì, più o meno sono sulla sua stes- sa linea di pensiero. L'unica variante sono le scarpe da tennis e soprattutto i jeans senza tagli: diciamo che so- no un po' meno spregiudicato. La camicia bianca è ok ma sta bene anche quella nera». Stefano e Domenico: «Da non molto abbiamo scoper- to, ovviamente nelle occasioni molto formali, la gioia dello smoking. No, non certo perché ci sentiamo più anziani, anzi. Tutto è cominciato con la festa per i vent' anni del nostro marchio, ci siamo piaciuti e abbiamo continuato. Come vestivamo quando eravamo più gio- vani? A parte lo smoking, più o meno come ora. Il ful- cro fondamentale è sempre stato il jeans, il resto è ruo- tato attorno. E poi con un pullover sulle spalle sopra una T-shirt sei a posto». «Ci sono molti uomini che hanno interpretato molto bene lo spirito del nostro stile. Però il miglior goal, pos- siamo dirla in questi termini, lo ha segnato David Be- ckham quando, prima di passare dal Manchester Uni- ted al Real Madrid, ha indossato un nostro smoking bianco. Un figurone. Giacca aderente e revers sciallato, sotto una T-shirt bianca e due collane con croci di diaman- ti. Lui è un personaggio ormai globale e ha la capacità nella moda di sdoganare attraverso la sua popolarità e il suo ruolo qualsiasi cosa.David nella vita è serio e ri- servato, molto diverso da come si potrebbe immagina- re, però ha un grande appeal. E pensare che il calcio prima lo vedevamo qualche volta soltanto in televisio- ne! Poi è diventato parte integrante della nostra imma- gine da quando abbiamo cominciato a vestire il Mi- lan. Lo sport sa accomunare e lo stadio è uno degli esempi più completi di mescolanza sociale e di comu- nicazione: ecco perché ci siamo buttati. Infatti basta guardare quanti ci sono poi venuti dietro». «Sempre difficile fare classifiche, difficilissimo se la do- manda è quale sia il vestito più elegante che abbiamo mai fatto. Alla fine però la scelta cade su uno dei vesti- ti neri, lunghi, molto aderenti, scollati a cuore o con le spalline che cadono, creati su misura per Monica Bel- lucci, amica nostra e donna stupenda. Il nostro concet- to di eleganza è quello, chic nella sua linea semplice e capace di valorizzare al massimo una personalità sola- re e mediterranea come quella di Monica. Perché ci piace lei? E' un esempio di bella italiana e non soltanto per quello che fa vedere. Monica riesce a essere una ottima mamma e un attrice molto impe- gnata. E' stra-sexy ma ama molto ridere. mica facile trovare donne belle e anche simpatiche. In più lei non è affatto cambiata dopo essersi affermata nel cinema: è rimasta la ragazza umbra che ha sfilato diversi anni fa per molte nostre collezioni. Suo marito Vincent Cas- sel? Un tipo gentile ma abbastanza schivo, come lo sanno essere certi francesi. Lui poi è parigino e quello, lo sappiamo, rappresenta uno status a parte». «La nostra icona di riferimento, come si sarà capito, è Madonna. Ha cominciato con noi anni fa, indossando body-guepière e sull'ultimo suo album ancora lo porta. Certo, mette abiti anche di altri stilisti, ma non ce ne importa nulla. Quest'estate a Milano l'abbiamo vestita con un abito stretch leopardato in grigio, drappeggiato e lungo al ginocchio: beh, era veramente uno spettaco- lo.Sì, lei è di un'ambizione spaventosa e investe tutto sulla sua immagine, però funziona. Basta vedere che trambusto ha provocato qualche settimana fa quando è stata nella nostra casa di Portofino: ha stravolto la vita di un paese abituato ai bei nomi. Noi non c'eravamo, stavamo a Stromboli, meglio così. Le vacanze quando eravamo ragazzi?». Stefano: «Io sono nato a Milano ma da genitori veneti. In villeggiatura si andava da quelle parti e cioè Caorle, Jesolo, Bibione. Lì ho fatto i primi bagni». Domenico: «Io sono di Polizzi, provincia di Palermo ma è montagna. E io in montagna mi sono sempre tro- vato bene. Al mare? Si andava a Cefalù». Eleganti Preferibilmente con lo smoking Musa Madonna il punto di riferimento Per Stefano Il primo amore è stata Madonna Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 - 25

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Pazzi delle curve e dello stretch

Anna e quella sottoveste sotto la giacca

Eleganti sempre con lo smoking

Il miglior goal in fatto di stile

La spallina che ricade è il nostro chic

Come Madonna nessuna altra mai

Le sei mosse vincenti della celebre coppia

«La nostra creazione più rappresentativa? E' il punto dacui siamo partiti e insieme una specie di simbolo: la gue-pière. La prima, datata 1986, ricalca più o meno quellaesposta tuttora nella nostra sede, a dimostrazione di quan-to ci rappresenti: davanti raso nera, stecche di balena emateriale elastico per aderire perfettamente al corpo.Per noi la guepière è il pretesto di esaltare l'interiorità fem-minile e anche un certo modello femminile molto italia-no, Un nome? La stupenda Silvana Mangano. La fortunadella guepière sta nella sua capacità di seduzione ma an-

che nella sua dimensione reale, l'essere stata pescata nelguardaroba d'una certa Italia neorealistica. E infatti non èmai tramontata e ha avuto mille interpretazioni non neces-sariamente sempre in chiave mediterranea: ci piace ricor-dare il modo ironico con cui l'ha indossata CindyCrawford.Che cosa facevamo nel 1986? Sognavamo di diventare dueveri stilisti e abbiamo scelto di andare controcorrente. Sic-come tutti facevano cose costruite e monumentali, noi ab-biamo puntato sullo stretch».

Guepière La prima con Cindy

Per Domenico

Cresciuto nelmito Magnani

L’icona David Beckham in bianco nel 2003

La più bella Monica Bellucci da sempre amica

«Un abito che ha preso un posto fisso della nostra me-moria e anche del nostro gusto, è il tailleur nero cheAnna Magnani indossa nel film "Bellissima" di Luchi-no Visconti. La scena della vestizione con lei davantiallo specchio che indossa la giacca sopra la sottovestee si dà una pettinata, per noi è un frammento di storiadello stile.Una donna del popolo che si mette il meglio del suoguardaroba e sa risultare seduttiva in modo assoluta-mente convincente. La Magnani aveva una naturalez-

za e un fascino che rappresentano al meglio quel gran-de periodo dal dopoguerra ai primi anni '60, un perio-do che ci ha sempre incantati. Però quelli sono perio-di fortunati e ricchi di talento che capitano ogni tanto.Per noi il cinema è sempre stato fonte di ispirazione eci siamo divertiti anche a fare qualche apparizione.Come qualche anno fa ne "L'uomo delle stelle" di Tor-natore e, recentemente, in "Nine" di Robert Marshallche uscirà a novembre ed è una specie di nuova versio-ne di "Otto e mezzo" del grande Fellini».

«La mise in cui ci sentiamo più a nostro agio?».Stefano Gabbana: «Quella che indosso in questo mo-mento e cioè scarpe di velluto nero, jeans mooooltostracciati, camicia bianca, gilet nero. Che cosa c'è dipiù bello e più comodo?».Domenico Dolce: «Sì, più o meno sono sulla sua stes-sa linea di pensiero. L'unica variante sono le scarpe datennis e soprattutto i jeans senza tagli: diciamo che so-no un po' meno spregiudicato. La camicia bianca è okma sta bene anche quella nera».

Stefano e Domenico: «Da non molto abbiamo scoper-to, ovviamente nelle occasioni molto formali, la gioiadello smoking. No, non certo perché ci sentiamo piùanziani, anzi. Tutto è cominciato con la festa per i vent'anni del nostro marchio, ci siamo piaciuti e abbiamocontinuato. Come vestivamo quando eravamo più gio-vani? A parte lo smoking, più o meno come ora. Il ful-cro fondamentale è sempre stato il jeans, il resto è ruo-tato attorno. E poi con un pullover sulle spalle soprauna T-shirt sei a posto».

«Ci sono molti uomini che hanno interpretato moltobene lo spirito del nostro stile. Però il miglior goal, pos-siamo dirla in questi termini, lo ha segnato David Be-ckham quando, prima di passare dal Manchester Uni-ted al Real Madrid, ha indossato un nostro smokingbianco.Un figurone. Giacca aderente e revers sciallato, sottouna T-shirt bianca e due collane con croci di diaman-ti. Lui è un personaggio ormai globale e ha la capacitànella moda di sdoganare attraverso la sua popolarità e

il suo ruolo qualsiasi cosa.David nella vita è serio e ri-servato, molto diverso da come si potrebbe immagina-re, però ha un grande appeal. E pensare che il calcioprima lo vedevamo qualche volta soltanto in televisio-ne! Poi è diventato parte integrante della nostra imma-gine da quando abbiamo cominciato a vestire il Mi-lan. Lo sport sa accomunare e lo stadio è uno degliesempi più completi di mescolanza sociale e di comu-nicazione: ecco perché ci siamo buttati. Infatti bastaguardare quanti ci sono poi venuti dietro».

«Sempre difficile fare classifiche, difficilissimo se la do-manda è quale sia il vestito più elegante che abbiamomai fatto. Alla fine però la scelta cade su uno dei vesti-ti neri, lunghi, molto aderenti, scollati a cuore o con lespalline che cadono, creati su misura per Monica Bel-lucci, amica nostra e donna stupenda. Il nostro concet-to di eleganza è quello, chic nella sua linea semplice ecapace di valorizzare al massimo una personalità sola-re e mediterranea come quella di Monica.Perché ci piace lei? E' un esempio di bella italiana e

non soltanto per quello che fa vedere. Monica riesce aessere una ottima mamma e un attrice molto impe-gnata. E' stra-sexy ma ama molto ridere. mica faciletrovare donne belle e anche simpatiche. In più lei nonè affatto cambiata dopo essersi affermata nel cinema:è rimasta la ragazza umbra che ha sfilato diversi annifa per molte nostre collezioni. Suo marito Vincent Cas-sel? Un tipo gentile ma abbastanza schivo, come losanno essere certi francesi. Lui poi è parigino e quello,lo sappiamo, rappresenta uno status a parte».

«La nostra icona di riferimento, come si sarà capito, èMadonna. Ha cominciato con noi anni fa, indossandobody-guepière e sull'ultimo suo album ancora lo porta.Certo, mette abiti anche di altri stilisti, ma non ce neimporta nulla. Quest'estate a Milano l'abbiamo vestitacon un abito stretch leopardato in grigio, drappeggiatoe lungo al ginocchio: beh, era veramente uno spettaco-lo.Sì, lei è di un'ambizione spaventosa e investe tuttosulla sua immagine, però funziona. Basta vedere chetrambusto ha provocato qualche settimana fa quando

è stata nella nostra casa di Portofino: ha stravolto la vitadi un paese abituato ai bei nomi. Noi non c'eravamo,stavamo a Stromboli, meglio così.Le vacanze quando eravamo ragazzi?».Stefano: «Io sono nato a Milano ma da genitori veneti.In villeggiatura si andava da quelle parti e cioè Caorle,Jesolo, Bibione. Lì ho fatto i primi bagni».Domenico: «Io sono di Polizzi, provincia di Palermoma è montagna. E io in montagna mi sono sempre tro-vato bene. Al mare? Si andava a Cefalù».

Eleganti Preferibilmente con lo smoking

Musa Madonna il punto di riferimento

Per Stefano Il primo amore è stata Madonna

Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 - 25