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    Le radici pagane della medicina

    Alberto Rampino

    Da qualunque parte si tenti di affrontare largomento, limmagineche viene via via formandosi quella di unottica multidimensionale,dallalto e dallinterno, in cui i confini fra spirito, intelletto,

    materia, troppo spesso enfatizzati nella visione materialistacontemporanea, sono quanto mai sfuggenti, mobili, comunque nonriconducibili allinterno di schemi e/o regole. Lapproccio umanitario la base e il fondamento della medicina tradizionale, laddove pertradizionale (da trado, consegnare, trasmettere) si intende quantoviene trasmesso, generazione dopo generazione, dallorigine dei tempi,catena ininterrotta dallo stato di primaria perfezione in cui si trovavalumanit e che ritroviamo agli albori di tutte le civilt arcaiche. Esso l a ricordare valori che sembra si siano smarriti nellodierna praticamedica, travolta dallonda meccanicistica e tecnologica.

    La visione delluomo della tradizione globale; non vi sonobarriere tra sacro e profano. Anzi, il profano non ha realt, poich

    tutto sacro ed ogni essere, ogni oggetto non fa che manifestare questoo quellaspetto della sola Realt Originaria, che ci che d vita allarealt dellessere. La filosofia delle societ tradizionali poggia su unmessaggio di origine divina, di cui il mito il veicolo e i miti sono letraduzioni sensibili di un ordine atemporale ed immutabile, che non puessere formulato in altro modo. Al contrario, la scienza moderna si fondasullosservazione e la sperimentazione che dipendono dallapprovazionesensoriale; solo il campo accessibile ai sensi umani pu costituireloggetto dellinvestigazione scientifica, cio il solo ordinefenomenologico. Appare evidente, da queste differenze, che parliamo diuna medicina che nasce come applicazione dei Principi trascendenti, nongi come teoria costruita a partire dalla sperimentazione

    Non vi dubbio che una delle principali difficolt incontrate dallascienza medica moderna, in rapporto allapproccio della tradizionearcaica, sta tutto nel mentale. Questo infatti, inteso come facolt diragionamento di tipo lineare, non pu fare altro che constatare rapportidi tipo quantitativo e, quandanche affronti laspetto qualitativo dellecose, lo fa riducendolo a quantit. Si situa, di fatto, su un pianoorizzontale, per definizione indefinito che consente sviluppiallinfinito. Al contrario, lapproccio tradizionale, che potremmo anchedefinire olistico, prendendo in considerazione diversi livelli, essenzialmente disposto per cos dire verticalmente, collegando cosquesti livelli al Principio dorigine; lungo questo asse si deverisalire per tentare di scoprire lessenza delle cose e la lorouniversalit ed proprio questa partecipazione con il piano divino arendere universale, non particolare, il carattere di questa Conoscenza,da cui origina larte della medicina. Quali sono, dunque, i fondamenti sucui poggia lapproccio degli antichi, cos apparentemente generale easpecifico? Almeno da tre punti di vista esso si distingue, pur nelle suediverse manifestazioni, dal cristianesimo nelle sue molteplici versioni.Innanzitutto il Paganesimo non dualista, non opponendo lo spirito alcorpo, n la fede alla conoscenza; non contempla una morale comeprincipio esterno, relativamente ai rapporti di forza e di senso chetraducono gli avvenimenti dellesistenza individuale e della vitasociale. Infine, postula una continuit fra ordine biologico e ordinesociale che relativizza lopposizione fra individuo e sociale, mentretende a sottolineare il fatto che ogni problema, singolo o collettivo chesia, una mera questione di interpretazione, poich ogni eventocostituisce un segno e ogni segno ha senso e finalit.

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    Se definiamo come pagano tutto quanto si riferisce alle tendenzevolte ad esaltare alcune qualit della Natura (definita come linsiemedelle Forze e delle Leggi, o Principi, che regolano/reggono il creato),nella filosofia vitalista che caratterizza la medicina tradizionale facile concepire lo stato di esistenza delluomo a partiredallequilibrio della sua Forza Vitale, la dynamis, la quale si manifesta

    in special modo nella volont, nellintelletto, nel sentimento. Quindi,il concetto di malattia che ne deriva contiene di per s una radicepagana, in quanto sostiene che, se la dynamis delluomo non in armonia,trascendendo tale fatto tutto il suo essere, lo far uscire dal ritmonaturale della sua esistenza (la Crasi di Ippocrate) e lo far vivere nelmalessere. Questo il disaccordo, la disarticolazione dellingranaggiouniversale, di cui luomo parte nellunit. Malattia , quindi,esistenza instabile, priva di appoggio. Gli esseri vanno consideratinellinsieme delle loro esistenze, quellinsieme in cui lazione delsingolo riverbera su tutti gli altri, in una realt che corrispondeallUnit di tutti; luomo , dunque, parte del tutto e il tutto lUnit che si rispecchia in ciascuno (Assioma Ermetico). Il ritmo si

    fonda sullequilibrio e il disordine di una parte anche minima deveimmediatamente essere assorbito dalle altre parti. Tale il motivo percui la Natura (di cui lumana parte integrante) tende a ristabilirelordine quando lo squilibrio si manifesta e tale il motivo per cui intutte le culture arcaiche, in cui larte del guarire era appannaggio diuna categoria di sacerdoti-sciamani, la tendenza era semplicemente (e intaluni casi ancora) quella di osservare levolversi della malattia, inquesto aiutando la natura nella sua opera di restituito ad integrum,stimolando la forza di autoguarigione, la Vis Medicatrix Naturae, coscome fu per Esculapio ed Ippocrate.

    di fondamentale importanza ricordare che la malattia in s unostato di esistenza dellorganismo vivente, solo pi intenso in dinamica ecomplessit, che presuppone le esagerazioni o le inibizioni degliinnumerevoli elementi che impiegheranno maggior energia, producendo cosripercussioni su tutta lorganizzazione, sulla psiche e persino sullIoprofondo. Si tratta di uno stato desistenza caratterizzato da una seriedi fenomeni difensivi che la natura produce, al fine di riorientarsiverso lequilibrio; questo stesso insieme ammirevole e formidabile difenomeni difensivi a costituire ci che comunemente definiamo malattia.

    Ma tornando alle differenze tra i due approcci, la cosa essenzialeche li distingue lottica, analitico-razionale (aspetto quantitativo,asse orizzontale) da una parte e sintetico-intutiva (aspetto qualitativo,asse verticale) dallaltra. Una tale diversit si sostanzia anche, esoprattutto, nel linguaggio e nellespressione scritta il cui fondamento, nellaccezione da noi approfondita, il simbolismo, inestricabilmentelegato alla comunicazione analogica. Uno dei settori privilegiati diarticolazione del linguaggio simbolico proprio il corpo delluomo,poich nei testi della tradizione le varie parti di questo vengonoutilizzate proprio come artificio simbolico. chiaro che in taleprospettiva la conoscenza del corpo umano acquisisce una chiave dilettura imprescindibile, cos come la conoscenza delle malattie, chevengono a rappresentare delle tappe importanti nel percorso evolutivo,come segni di mancata realizzazione di alcuni stati di coscienza. Isimboli sono espressioni attraverso le quali si esprimono i miti e imiti, si sa, sono le colonne portanti nella cultura e nella storia deivari popoli; essi sono il legame con la sola Realt, vera e propria, conci che rimane immutabile nel tempo. Questa ancora consente di nonlasciarsi trasportare o sommergere dalle onde della storia, dal giocodellillusione, dalla Maya. Di qui la necessit vitale che tali miti

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    vengono a rappresentare; non occorre cercare oltre la spiegazioneallangoscia, alle nevrosi e ad altre turbe che colpiscono le societ chedai miti si sono staccate: la relazione, il legame con il Punto fermosono stati interrotti e inizia il vagabondaggio, la deriva nel senso verodel termine. I miti ci riagganciano a ci che essi rappresentano perluomo: le risposte alle domande sulla genesi del mondo e sul suo ordine.

    Luomo, attraverso la metafisica, va alla ricerca di una conoscenzadiretta dei Principi universali, ma in virt dello studio delleCosmogonie e dellAntropogenesi che passa allapplicazione di questeconoscenze allordine sensibile, al manifesto. Da qui il delinearsi didue differenti tipi di medicina, a seconda che passi o meno attraverso lostudio di una cosmologia (Cosmos = ordine, mondo; da cui il significatodella parola: conoscenza dellordine del mondo):

    -una medicina diretta e immediata che produce la guarigioneattraverso un cambiamento di intenzione. la medicina di Cristo edEsculapio;

    -una medicina che opera in relazione alla conoscenza del mondo e deisuoi rapporti con luomo, grazie alle corrispondenze con i vari regnidella natura. la medicina di Ippocrate, di Paracelso; la medicinaomeopatica.

    Se consideriamo la Legge delle corrispondenze (altro non che ilsempiterno Assioma Ermetico) possiamo constatare lanalogia fra lacosmogenesi (il processo completo che partendo dal Principio supremo,attraverso il caos e lordine successivo, conduce alla vera e propriacreazione) e lorganogenesi del feto durante la vita intrauterina:lapplicazione e lespressione del Principio di ogni creazione: Come inalto, cos in basso!

    La manifestazione del mondo presuppone una rottura dellUnitoriginaria; ci che la caratterizza la dualit. In tal modo, con lecondizioni create dal dualismo (conoscenza del bene e del male), lamalattia fa la sua comparsa sullorizzonte umano e, ad essaindissolubilmente legata, la medicina. Questa stessa larte il cui finesembra quindi essere quello di riportare luomo ad una condizionecontigua a quella immediatamente antecedente allentrata nellesistenzafisica, allincarnazione compito quanto mai ardito! Ma questo fattospiega perch essa sia stata da sempre una funzione di stretta competenzasacerdotale. Relativamente ad uno scopo cos elevato, la medicina faappello ad una profonda trasformazione del soggetto, nel senso di unatrasformazione-conversione di intenti e di intendimenti: il corpoguarisce quando lanima sanata e questo avviene attraverso un processodi purificazione; una catarsi pi o meno lunga. grazie alla conversione

    interiore totale che il dio entra in gioco, determinando una guarigioneimmediata, anche se detta guarigione non va certo intesa secondo ilmodello che ne abbiamo a riguardo; una guarigione legata al sorgere diuna fede nuova, ma quella necessaria allo scopo non certo di ordinepsicologico, o meglio: non solo. Essa va al di l, fino alle radiciprofonde dellessere, nellunico luogo in cui possibile ristabilireil contatto con il proprio Centro. il mito del principe de Il Cantodella Perla; il Ritorno al Pleroma; il risveglio della coscienzanelle Dieci Sacre Sephiroth; il compimento del sette quando lacoscienza del quattro si espande fino ad integrare la Triade Superiore(e ad esserne integrata al contempo).

    Compito della medicina sarebbe quello di ristabilire una sorta di

    circuito spirituale interrotto, trasformando, come gi detto, gli intentidi vita, affinch il profano torni ad essere sacro; in altre parole,aiutare luomo ad eliminare lungo il sentiero tutto ci che costituiscela zavorra dellessere; ma allora ecco che non vi pi differenza tra

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    campi della conoscenza e loro applicazioni; non pi fra medicina,religione, filosofia, ricerca della Verit! Se dovessimo riassumere tuttoci con un pensiero, potremmo definire la Salute come conformit alPrincipio.

    La vastit dello studio della medicina nelle varie culture dellastoria delluomo sarebbe impresa incommensurabile per uno studio come il

    nostro, motivo per cui ho scelto di affrontare tale aspetto, in modogenerale ma non superficiale, secondo gli egizi, i greci e i filosofiermetici, nella figura di Paracelso.

    Quando facciamo riferimento allaspetto magico-religioso dellamedicina, credo che il pensiero evochi, quasi per una relazioneautomatica, la civilt egizia. Quello dellantico Egitto il contestonel quale, forse pi che in qualunque altro, sacro e profano sonoassolutamente indistinguibili luno dallaltro e dove lunica differenzafra i due piani riguarda solo il livello di coscienza di colui che siappresta allo studio di quella civilt. La maestria dei sacerdoti espertinellarte della medicina era tale che perfino i pi grandi esponentidella medicina antica, quali Ippocrate e Galeno, sembra si fossero recati

    in Egitto per studiare i manoscritti conservati a Menfi.Il medico egizio, esperto fra laltro anche nelle malattie non

    visibili, era anche detto Sacerdote di Sachmet - la dea-leonessaapportatrice e guaritrice delle malattie; a capo di tutto era il faraone,sommo sacerdote e sommo guaritore, colui che doveva essere mantenuto inbuona salute per garantire collettivamente la salute a tutti gli esseriviventi, uomini, animali e piante. Alla base dellarte medica era il mitodi Osiride, dio della resurrezione e della vita, minacciata perennementedalle forze ad essa ostili, le forze del disordine, impegnate nelladisgregazione delle forme, rappresentate dal dio Seth (Saturno), che oggipossiamo meglio comprendere come legge di natura insita nel II Principiodella Termodinamica.

    Le malattie possono essere provocate dallintervento di divinit, inspecial modo della dea-leonessa Sachmet, ma possono entrare in giocoentit inferiori, caotiche, esclusivamente negative, defunti o esseriviventi con lausilio di operazioni magiche. Un dio, un demone, un magopossono insufflare le malattie attraverso unapertura nel lato sinistrodel corpo, l dove si trovano le aperture usate dalle influenze nefaste emortali. Lintervento terapeutico mira a ristabilire nel microcosmo umanolordine cosmico, rappresentato e garantito da Maat, la divinit chepresiede il regolare svolgimento dei processi ciclici. Gli egizi,infatti, erano particolarmente sensibili al carattere ciclico di tutti ifenomeni naturali che riguardano il mondo e la natura: il movimento degliastri, lalternanza delle stagioni, la vita e la morte degli esseriviventi. Quella stessa ciclicit, lordine dei mutamenti, Maat stessa, siriflettono in ci che accade allinterno dellorganismo e, ai fini dellaterapia, riveste grande importanza il fatto che questo ordinamentociclico non venga compromesso e che tutto fluisca e defluisca secondonatura.

    Nel complesso sistema umano, in quanto sede dellintelletto e deisentimenti, al cuore riconosciuta una posizione di preminenzarelativamente agli altri organi, stomaco in testa; esso il luogo doverisiede il Dio e da dove questo dirige lesistenza delluomo e neimposta la formazione del carattere. Per quanto riguarda le divinit ingenerale, in Egitto come altrove, esse sono ambivalenti, hanno unaduplice natura, simili allinnumerevole schiera delle divinit ind,tutte rigorosamente duali; possono cio attivarsi in senso positivo, comein senso negativo; la stessa Sachmet poteva guarire ma anche farammalare. Essa, il cui nome significa la potente ed la divinit pi

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    importante in ambito medico, personificava la potenza distruttricedellocchio solare ed era consigliato propiziarla con riti adeguati;Sachmet allora si trasformava in Bastet: la leonessa diventava gatta.

    Tra le figure mitiche del pantheon egizio, non potendo nominarletutte, degne di nota al fine di questa trattazione sono senzaltro Isidee Thot. In Iside confluiscono magia e medicina e la sua ambivalenza

    messa in luce da una leggenda del ciclo solare, dove troviamo unvecchissimo Ra e una Iside desiderosa di ereditare il supremo potere delSole. La dea materializza un serpente e fa in modo che Ra ne sia morso,offrendosi di guarirlo in cambio della conoscenza del vero nome di lui.Costretto dallacuta sofferenza, Ra costretto a cedere rivelando il suovero nome, la conoscenza del quale conferir a Iside il possesso di tuttele facolt della persona nominata. E il medico egizio concretizzalinsegnamento del mito, in quanto la prima cosa che egli deve fare riuscire ad identificare lentit che entrata in azione contro il suopaziente, cio riuscire a conoscerne il nome, che non un semplice segnodistintivo, ma una parte della personalit. Conosciuto il nome, si ha inpugno la persona: lazione magica pu essere mirata, diretta su un

    bersaglio preciso, con sicuro effetto.Se il potere di Iside ambivalente, quello di Thot (Mercurio,

    Ermete Trismegisto) ha solo una connotazione positiva, benefica. Diodella scienza e degli uomini di scienza, nonch autore ante litteram ditutti i trattati medici, nel mito egli il guaritore dellocchio diHorus. Questultimo ha perso il suo occhio (la Luna) lottando con Sethche se ne impadronisce, lo danneggia e lo ingoia.

    La vicenda, rappresentativa del fenomeno della Luna che decrescefino a scomparire, termina con la riscossa di Horus, con la Luna cheriprende a crescere; nellimpresa viene aiutato da Thot che riprendelocchio dalle viscere del caos, lo risana e, con un atto magico, locompleta della parte mancante.

    Il mito appena ricordato serve a sottolineare quanto la magia sia instrettissima relazione con la medicina, in quanto facce di una stessamedaglia: una formula magica che serve a curare una malattia medicinae, inversamente, se visto con altri occhi, un trattamento medico, per noirazionale e scientifico, un atto magico. Ma non solo; loperazionemagica fa leva su tre elementi: formula, gesto, oggetto, cos come lattomedico completo poggia sugli stessi elementi e talvolta perfino uno diquesti fattori pu coincidere nelle due pratiche: loggetto! Insistendo,possiamo ricordare che talune sostanze (oggetto) possono anche non esseredotate di efficacia nelluso normale, ma in un contesto magico, acquisirequella particolare qualit che il medico-mago pu far affiorare,suscitandola dal profondo. Come non pensare ai gesti della diluizioneedella dinamizzazione, peculiari dellomeopatia, attraverso i qualisostanze inerti vengono ad assumere un potere sorprendente?

    Per ogni spirito colto delloccidente, la Grecia antica fu la culladella civilt; ma una forzata deformazione dello spirito razionalista havoluto credere di trovavi i germi di quel positivismo meccanicista checaratterizza lOccidente del dopo Cartesio e quelli dellotticascientifica dei secoli XIX e XX; ma, come vedremo, Ippocrate non affatto uno dei padri di tale approccio medico. Se infatti la Greciaclassica fosse stata un precursore del razionalismo moderno, nei secoliV e VI a.C., e non nel XVI, XVII, ecc. della nostra era che si sarebbedovuto sviluppare lo spirito che caratterizza la visione scientificacontemporanea, soprattutto per quanto riguarda la medicina.

    Per i greci, cos come per le civilt vicine, egizia, indiana,caldea, con cui frequenti erano i contatti, il divino era sempre eovunque presente. Il greco viveva in intimit costante con gli dei, di

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    cui egli aveva popolato il cielo e la terra e che rappresentavano imolteplici aspetti della Divinit Unica e trascendente: il Principio. Lostesso Platone ricorda che per luomo non c altro da fare se nonmettersi in armonia col divino che c in noi stessi. Tutto il pensierogreco impregnato di metafisica e larmonia generale del mondo, cui igreci erano particolarmente sensibili, aveva il suo esatto equivalente

    allinterno delluomo. Le malattie apparivano allorquando questa armoniaveniva infranta, o quantomeno alterata. Di conseguenza, anche qui come inEgitto, la medicina fu per molto tempo appannaggio dalla castasacerdotale e lo stesso Ippocrate fu un Asclepiade, ovvero discendenteda Asclepio (o Esculapio per i romani), dio della medicina. Ippocrate fuil primo ad affrontare in modo scientifico il collegamento integrale ditutte le reazioni dellessere umano e, sottolineando la necessit diaiutare la natura, diede avvio allantropologia e alla biotipologia,classificando gli individui in base al predominio degli umori che, comevedremo, sono in stretta analogia col la teoria dei Quattro Elementi. Lostesso Ippocrate, manifestando una concezione religiosa e filosofica diampio respiro, fornisce il concetto di Phisis, la forza vitale che

    produce e anima gli stati dellesistenza, nelle loro molteplici variet. la Forza Vitale creatrice e conservatrice della natura nella suainterezza, concepita in vari modi di energia che agiscono in modocomplementare e coerente. Questo tipo di energia stato definito in varimodi, a seconda delle tradizioni e delle epoche storiche:

    Prana, dallinduismo;Vis medicatrix naturae(Phisis), da Ippocrate;Magnale, da Paracelo;Azothe Archeus, dagli alchimisti;Luce Astrale, dai cabalisti;Magnetismo animale, da Mesmer;Corpo eterico, dai teosofi e da Steiner;Orgone, da Reich;Antimateria o quinto stato della materia, dai fisici.

    Una di queste modalit appunto la Vis medicatrix naturae, la forzadi autoguarigione insita nella natura, di cui bisogna tener contorelativamente alla sua supremazia su ogni altra azione terapeutica e invirt del fatto che va assolutamente cercata in ogni reazione dellapersona ammalata. la natura, quindi, a ristabilire lomeostasi perduta;essa il Medico di s medesima. Ci va inteso alla luce del fatto che,tanto lindividuo, quanto ogni sua parte costitutiva, sonoinevitabilmente soggetti al funzionamento armonico del tutto, cos comeogni elemento biochimico che costituisce la cellula non pu agireseparatamente, ma solo in relazione sinergica e complementare con glialtri, accordando cos, in una sorta di melodia, tutti gli impulsivitali.

    In Grecia, la prima anima mitologica della medicina si identifica inEsculapio, figlio di Apollo, il dio meno falso e bugiardo fra quellidellOlimpo. Esculapio fu affidato dal padre al centauro Chirone, che gliinsegn luso sapiente delle erbe medicinali; vediamo quindi tutto ildivino dellarte di Esculapio: figlio di un dio e istruito da un essere,il centauro, figlio di Crono-Saturno, ponte fra la generazione divinapre-storica e la mitologia olimpica che si intreccia con la storia greca.La simbologia del centauro, mezzo uomo e mezzo cavallo, che proviene daunaltra era e da unaltra civilt divina, precedente a quella delledivinit olimpiche che la sostituirono nel dominio del mondo, vuole forsesignificare la comparsa di qualche essere estraneo al mondo storico,

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    diverso anche nelle fattezze fisiche. Chirone fu il maestro pereccellenza nel mondo classico, avendo avuto per allievi il fior fiore dieroi e semidei, da Ercole a Giasone, allo stesso Achille, ma ad Esculapioin particolare insegn larte della medicina e della chirurgia, retaggioforse della precedente civilt saturnia.

    Altra figura divina di grande importanza ai fini del nostro

    argomento la dea Minerva, cui i romani, in epoca successiva,attribuirono lappello di Medica, riconoscendo in essa la seconda animamitologica della medicina. Fra laspetto medico legato ad Esculapio equello legato a Minerva esisteva, per, una differenza che potremmo oggidefinire come laspetto ufficiale (Minerva) e quello alternativo(Esculapio), caratterizzato da un insegnamento pi iniziatico chescolastico; anche nellantichit i due aspetti convivevano, sebbenesoprattutto gli esponenti della prima corrente, non vedessero di buonocchio i seguaci della medicina asclepiadea. A tal riguardo, emblematicafu la fine di Esculapio, ucciso da una folgore scagliata da Zeus, poichegli, che si trovava al di fuori dellOlimpo, era giunto ad un talelivello di maestria da resuscitare i morti, rischiando cos di

    sconvolgere la stabilit di leggi naturali considerate inviolabili.Levento serv a confondere quanti avevano forse intuito che, comeEsculapio aveva dimostrato, anche la strada della guarigione potevaportare allimmortalit e alla resurrezione, da sempre, e ancora oggi,considerate di esclusiva pertinenza religiosa.

    Di estrazione asclepiadea fu Ippocrate, per il quale la salute e lamalattia non avevano attinenza col mondo degli dei, non esclusivamente;non erano cio premi o punizioni, ma piuttosto il risultato naturale dicircostanze contingenti umane. Il medico doveva essere un attentoosservatore dei segni della malattia e il suo compito consistevanellaiutare la natura nel suo atto curativo. Relativamente alla teoriaumorale, egli afferma che lorganismo la miscellanea di quattrosostanze fondamentali:

    sangue, corrispondente allorgano cuore, elemento aria, qualitcaldo-umido;

    bile gialla, organo fegato, elementofuoco, qualit caldo-secco;bile nera, organo milza, elemento terra, qualit freddo-secco;flegma, organo cervello e sistema nervoso, elemento acqua, qualit

    freddo-umido.

    La giusta mescolanza degli umori regolata dal Pneuma, che dalcuore circola per tutto il corpo (ritroviamo la centralit del cuore,come gi visto per gli egizi). Se c un perfetto equilibrio si avr lacrasi, la salute; al contrario si avr la malattia, cio la discrasia. Aquesto punto la malattia, che sin qui ritroviamo confinata nei singoliorgani (come per la medicina contemporanea), diviene generale, asottolineare che per Ippocrate tutto uno! Poich, come detto, lamalattia deriva da uno squilibrio dei vari umori nel corpo, ovvio chela terapia sar mirata al ristabilire lequilibrio; si dovr quinditogliere se vi un eccesso e aggiungere laddove c carenza. Saranno leforze naturali del corpo a difenderci dalle malattie; compito del medico assecondare lo sforzo della natura nel suo tentativo di restitutio adintegrum, senza nuocere al paziente primum non nocere. Troviamo qui ifondamenti di quellomeopatia che Hahnemann formuler duemila anni dopo,a riprova che non gi la medicina convenzionale, ma quella omeopatica purivendicare la paternit di Ippocrate. Al grande medico di Cos attribuito il Corpus Ippocratico, una raccolta di scritti di medicina

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    cosmologica, scienza sacra basata sulla corrispondenza delluomo colmacrocosmo e i cui trattati sono stati suddivisi in 3 classi:

    Trattati teorici, di ispirazione prettamente filosofica;Trattati della Scuola di Cnido, scritti di matrice empirica;Trattati della Scuola di Cos, espressione di una medicina razionale

    e positivista.

    una classificazione alquanto artificiale, poich sembra nata da uncerto bisogno di sistematizzazione, che tiene conto soprattutto deicaratteri esteriori, come se si parlasse di tre medicine contemporanee;vi sono contenuti, al contrario, parti che dimostrano chiaramente come lamedicina di quellepoca fosse ancora intimamente legata alla tradizionepagana, centrata sullosservazione e il rispetto delle Leggi di Natura ebasata sul simbolismo e sul pensiero analogico. Non approfondiremo ildiscorso sul Corpus, in quanto la dettagliata esposizione di ogni singolotrattato esula dalle nostre intenzioni; va invece sottolineato il fattoche gli autori dei vari Trattati (non sono tutti attribuiti ad Ippocrate)sono coscienti della sovrapponibilit dei piani (divino e umano) e dellafamiliarit fra essi esistente e che la medicina, cos come ogni altra

    attivit umana, non pu essere separata dalla trascendenza e dal mondodei Principi che essa esprime. Come gi ricordato, la medicina greca soprattutto espressione di principi universali, tanto che i loro mediciaffermavano: Il medico curi di pi con lanima che con le mani. Secondola loro concezione filosofica, similmente ad altre, lanima delluomooccupa una posizione intermedia fra nous e soma ed proprio essa acaratterizzare luomo, il cui destino si gioca proprio a livellodellanima, che occorre purificare per farla reintegrare nella sua naturadivina. La condizione privilegiata di anima vicina al nous le conferisceil ruolo diprincipio per il corpo e per questo torna costantemente inPlatone, cos come nella filosofia a lui precedente, la nozione cheunanima sana d salute al corpo e, come corollario che ogni malattiadel corpo non altro che la traduzione di unalterazione dellanima.Come logica conseguenza ne segue che leziologia della malattia non diordine fisico, cio non sempre proviene dallesterno; lorigine deldisordine segue un ordine inverso a quello della sua comparsa: il corpofisico si ammala perch leterico non in armonia; e il corpo eterico siammala perch vi disordine nellastrale, ecc. Al riguardo, con unaconoscenza dei corpi sottili che originava dalla medicina egizia, imedici-sacerdoti greci (allo stesso modo in cui operavano gli egizi)attuavano una forma di terapia conosciuta come sonno del tempio. Essiprovvedevano ad abbassare lo stato di coscienza del malato, fino ad unasorta di sonno ipnotico, dopo di che dominavano le immagini del mondoanimico, fluttuanti intorno al corpo del dormiente, dirigendole in modoche avessero la forza di agire sul corpo fisico e di guarirlo. Non sisomministravano medicine ma si faceva dormire nel tempio il malato,basandosi su misteri che gli iniziati conoscevano bene, attraverso lartedi introdurre la spiritualit nellesperienza della malattia; in quellacondizione luomo non opponeva resistenza con la coscienza diurna e leforze necessarie alla guarigione potevano agire in pieno.

    Tutti conosciamo meglio i fondamenti della filosofia ermetica,substrato dellopera degli alchimisti, piuttosto che le sue possibiliapplicazioni in campo medico. Anche qui alla base ritroviamo il concettodel dualismo; infatti, se osserviamo pi in dettaglio, possiamo notareche fra i due aspetti complementari esiste sempre un fattore intermedio,risultante dal loro equilibrio. Mentre ciascuna delle forze antagonistepu essere concepita singolarmente, il punto equilibratore pu esisteresolo tramite esse e attraverso la loro reciproca interazione.Nellaffrontare la questione, per, non dobbiamo dimenticare che il

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    principio chiamato implicitamente in causa, che funge da fondamento, lacoscienza. Ad esempio, la coscienza del bianco e del nero pu percepirequesti estremi della scala cromatica solo uno alla volta;necessariamente, per una consapevolezza unitaria e totalizzante, lacoscienza deve riunirli in un unico fattore che sar proprio quel momentointermedio, equilibratore dei due e cio, la natura delloggetto. Ecco

    allora che la coscienza diviene la via di mezzo fra le polarit lequali, di per s, sarebbero indifferenziate senza una mente costretta asepararle per poterle conoscere e alle quali, sempre quella stessa mente,pu restituire la primigenia unit per effettuare il salto di qualitnecessario a passare dalla conoscenza alla comprensione. Perch tuttoquesto in un contesto che si occupa delle radici pagane della medicina?Per gli ermetici la modalit di preparazione dei loro rimedi imperniatasui presupposti appena descritti; rimedi come le tinture spagiriche diorigine animale, vegetale e minerale che, comunque, richiederebbero unatrattazione a parte per poter essere spiegate in dettaglio. Ci bastiricordare che il principio si basa sulla separazione dellessenza dalveicolo di materia, per poter poi essere riuniti dopo una serie di

    passaggi, secondo lassiomatico solve et coagula. In campo medico, ilsimbolo che sintetizza leterna contrapposizione e la riunione fra le duepolarit il Caduceo Ermetico, emblema di realizzazione e adattamento. Idue serpenti raffigurati, uno bianco e laltro nero, che simmetricamentesi arrotolano intorno allasta per giungere alla sfera doro che lasormonta,rappresentanola doppia polarit di una stessa energia, nonchla sua realizzazione, poich entrambe sono tenute in equilibrio dallabacchetta divina che ne controlla le forze. Sono le correnti cosmicheriferite alluniverso e alluomo, nella complessit del suo organismo, inquanto microcosmo come specchio del macrocosmo. Le ali simboleggiano ilprimato dellintelletto che si pone al di sopra della materia perintegrarla attraverso la conoscenza. Se riferito alluniverso, il Caduceoindica la potest di dominare il caos e mettere ordine, creando armoniafra le tendenze che ruotano attorno allasse del mondo. Significativo alriguardo anche linsegnamento tantrico, che pone il simbolo in relazioneai meccanismi delluniverso e del corpo umano; in questottica i dueserpenti rappresentano la forza primigenia, la Kundalini, che si levadalla base della schiena per innalzarsi lungo la colonna vertebrale,attraverso i vari Chakras, fino al Loto dai mille petali, sededellenergia pura da cui emana lo spirito evolutivo delluomo. Inalchimia ogni regno della natura, nonch ogni singolo costituente, costituito da tre principi che possiamo riferire alle due polarit e alloro centro equilibratore; essi sono universalmente conosciuti come:

    SOLFOMERCURIOSALPotremmo meglio definirli nel seguente modo: il Solfo, detto anche

    fuoco innato, ilprincipio di forma; il Mercurio, lumido radicale ilprincipio di sostanziazione; il Sal il principio neutro, risultatodellequilibrio degli altri due. Essi, nel loro aspetto unitario, sonodefinititi Etere da Paracelo. Per azzardare unassociazione che rimandialla Teosofia e alla Kabalah, potremmo fare la seguente equivalenza:

    Solfo = Volont

    Mercurio = Moto

    Sal = Spazio(inteso come manifestazione); quindi: il movimento della Volont che entra in manifestazione ma, aquesto punto, possiamo esprimere ci che sottinteso grazie alloperadella coscienza!

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    Quindi i tre principi appena visti costituiscono tutto ci cheesiste, in senso materiale. Ogni cosa costituita dal Tree si proponeai nostri sensi in Quattro modalit, (in questo analoga alla costituzionesettenaria dellUomo, secondo la Teosofia), in rispetto alla Teoria deiQuattro Elementi: solido, liquido, gassoso, radiante, che sono lemodalit di manifestazione rispettivamente di terra, acqua, aria, fuoco:

    tre i principi costituenti e quattro gli elementi di manifestazione Epoich triplice la costituzione, triplice sar anche la terapeuticaermetica; per dirla con Kircher (Mundus subterraneus, 1645): Il solfoeccedente causa di febbri; lelemento umido, difendendosi come pu, d

    produzione di fermenti e sudori e se il solfo pi o meno cattivo, la

    febbre sar leggera, grave o pestifera In quanto al mercurio, pu

    nuocere per distillazione, sublimazione o precipitazione. Quando esso

    esaltato distilla, risolvendosi in vapore sottilissimo, impregna tutto il

    corpo; allora produce mania, frenesia, epilessia Infine, anche il sal

    produce malattie; esso si estrae dagli alimenti ingeriti e precipita

    negli organi, dando luogo a ostruzioni calcolose, coliche, reumatismi,

    cirrosi, erisipela.

    Se luomo, che ne sia cosciente o meno, non ha altro fondamento chequello trascendente, la medicina e il medico saranno anchessicaratterizzati dallo stesso legame col Principio. Al riguardo, cos siesprime Paracelso: La medicina, come larte del medico, non nasce dalmedico, ma da dio Larte medica immortale, cos come lo sono le sue

    fondamentaLa medicina e la teologia sono inseparabili e da nessuno

    potranno mai essere divise. Sono principi filosofici ai quali Paracelonon attribuisce una sua specifica paternit, ma li riconduce sempre aquella Filosofia che degli ermetici costituisce il fondamento e che cossi esprime: - Qual il primo principio in medicina? Che essa conosca ciche precede luomo; ecco la filosofia. E che non tratti nulla di ci che

    segue, bens si occupi solo di ci che precede luomo.Siamo di fronte ad unottica metafisica, secondo cui la conoscenza

    dei principi di natura allorigine dellumanit, cio di ci che precedeluomo. Colui che vuole essere filosofo e medico deve poggiare le basidella sua filosofia in modo da unire cielo e terra in un solo microcosmo,

    senza sbagliare di una virgola Occorre studiare la Natura: essa il

    medico. Impara a guardare luomo attraverso la natura, poich il mondo

    che deve liberare luomo -e ancora- Una volta conosciuta la filosofia,lastronomia, i vari tipi e linsieme delle malattie e dei rimedi,

    bisogna imparare ad applicare queste conoscenze. Nulla di ci che la

    natura concede un prodotto finito: spetta alluomo compiere questo

    lavoro. Questa scienza sacra e ben reale, che guidata dallintento di

    reintegrare luomo nel suo centro, nellEssere-Principio di ogni cosa,

    persegue una grande opera che il problema stesso della vita: la ricerca

    del punto centrale di trasmutazione in cui la Luce si trasforma in

    materia, condensandosi in una terra che contiene in se il principio della

    vita e del movimento. Essa, essendo scienza suprema della vita,

    Medicina integrale.In tutto quanto fin qui detto si visto che ci che fornisce il

    presupposto ad una medicina per iniziati, totalizzante e olistica, larelazione costante fra luomo e lordine trascendente, il Principio. Ilmezzo per accedere alla trascendenza offerto alluomo attraversosimboli, miti e rituali che la Tradizione, in senso pagano, veicola.Tutte le attivit umane, se vissute in questottica, sono simboli, miti erituali e ognuna, nellambito che le proprio, tende a guidare luomoverso la realizzazione di detta trascendenza, cio verso lareintegrazione nella sua vera natura. La medicina si propone come una diqueste vie, poich raggiunge luomo nel suo centro, con lintento di

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    ripristinare ci che la malattia traduce come unassenza di interiorerealizzazione, tentando di superare gli ostacoli sul cammino di talerealizzazione. Non ci pu perci stupire il fatto che agli inizi essa siastata una funzione di competenza sacerdotale e che la sua terapeutica siastata estremamente diretta, spirituale.

    Nel corso di quanto fin qui sottolineato, abbiamo potuto meglio

    comprendere ci che separa la medicina della tradizione da quellamoderna, in quanto questultima considera totalit e realt lo statotransitorio in cui luomo si colloca in un determinato momento; lamatrice pagana della medicina sa, viceversa, che la propria esistenzapresente, nel dualismo, non altro che uno stato contingente etransitorio che maschera la fondamentale identit umana. DicevaHahnemann, padre dellOmeopatia: Attraverso la medicina (omeopatica)luomo entra in possesso di uno strumento di potenza inestimabile, grazie

    al quale pu restituire la salute al corpo, e che lo mette in condizione

    di assolvere agli scopi superiori della sua esistenza.

    Relazione tenuta presso la Sede Teosofica di Vicenza il 19 marzo

    2010.

    Alberto Rampino socio indipendente della Societ Teosofica

    Italiana.