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L’elogio del conflitto Livorno - 15 Marzo 2016 V Circolo Didattico E. De Amicis Arianna Tozzi, PhD. Psicologa Psicoterapeuta www.centropop.it [email protected]

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L’elogio del conflitto

Livorno - 15 Marzo 2016

V Circolo Didattico E. De Amicis

Arianna Tozzi, PhD. Psicologa Psicoterapeuta www.centropop.it [email protected]

Su chi siete chiamati a lavorare?

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ADHD

D.O.P.Deficit di Attenzione

Disturbi dell’Umore

Spettro Autistico

Senza diagnosi

DSA

Chi eravamo noi….?

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ADHD

D.O.P.Deficit di Attenzione

Disturbi dell’Umore

Spettro Autistico

Senza diagnosi

DSA

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L'ELogio Del Conflitto - 15 Marzo 2016 - V Circolo Didattico De Amicis

La mediazione del conflitto attraverso la mediazione cognitiva• Che cos’è la mediazione cognitiva?

• “Si applica ma non rende….”

• Perché bambini esposti allo stesso tipo di stimoli reagiscono in modo diverso?

• Il modello di Piaget, stimolo-soggetto-risposta, non riesce a spiegare tutto

• Nella mediazione cognitiva si dà rilevanza ad un intermediario che collega lo stimolo al soggetto per interpretarlo, renderlo comprensibile, suscitare una emozione

• L’incidente di Three Mile Island: di fronte ad un problema siamo portati a riproporre le stesse soluzioni

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L'ELogio Del Conflitto - 15 Marzo 2016 - V Circolo Didattico De Amicis

Esperienza di apprendimento

mediatoLa mediazione non è la semplice applicazione di attività o strategie educative: è un’arte che si adatta ai bisogni di bambini e genitori facendoli crescere insieme (Feuerstein).

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Esperienza di apprendimento mediato• Chi è il mediatore?

• un genitore

• un/a insegnante

• un fratello o sorella

• un compagno di scuola

• una tradizione culturale

• Che cosa fa il mediatore?

• seleziona, organizza, colloca entro uno schema e propone una sequenza agli stimoli7

I CRITERI DI MEDIAZIONE1. Intenzionalità e reciprocità

• avere un’intenzione ben precisa, assicurandoci di essere ascoltati

2. Trascendenza

• collegare situazioni e realtà diverse (es. arancia: semplice etichettatura o classificazione di categoria)

3. Significato

• qual’è il significato delle parole/ etichette che usiamo?

• qual’è il senso del lavoro fatto?

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Capacità di rappresentarsi le emozioni, di decodificarle dalle espressioni facciali e riconoscerle in situazioni diverse

Si collegano le azioni, strettamente collegate con le emozioni, con gli esiti delle emozioni stesse in un contesto sociale Insegna ad identificare una situatione di

conflitto e a prevedere le conseguenze di varie reazioni che possono portare a esiti diversi

1. Valutare i dettagli delle situazioni e gli stati emotivi dei protagonisti

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1. Valutare i dettagli delle situazioni e gli stati emotivi dei protagonisti

2.Considerare varie alternative a varie azioni potenziali

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1. Valutare i dettagli delle situazioni e gli stati emotivi dei protagonisti

2.Considerare varie alternative a varie azioni potenziali

3. Prevedere e valutare possibili esiti

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Favorire la risoluzione dei conflitti attraverso la mediazione cognitiva: è possibile educare alla pace attraverso Feuerstein?• La mediazione cognitiva favorisce il potenziamento di capacità cognitive ed affettive

necessarie per lo sviluppo del pensiero critico:

• capacità cognitive: valutare la credibilità delle fonti, stabilire dei criteri per ponderare il valore delle informazioni, afferrare i punti di vista divergenti senza distorcerli, osservare e cercare nuove informazioni, discutere e valutare la questione, ottenere punti di vista supplementari

• capacità affettive: manifestare uno spirito aperto ai nuovi punti di vista, tollerare il dubbio, rimettere in discussione il proprio punto di vista, riconoscere l’influenza delle emozioni.

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Favorire la risoluzione dei conflitti attraverso la mediazione cognitiva: è possibile educare alla pace attraverso Feuerstein?• Criteri di mediazione fondamentali in rapporto alla risoluzione dei conflitti:

• regolazione e controllo del comportamento mediato: prima dell’azione è necessario il controllo dell’impulsività e poi serve la gestione dell’azione stessa

• mediazione del sentimento di appartenenza: rinunciare a una parte dei propri bisogni individuali e modificare alcuni comportamenti per assumere quelli di gruppo

• mediazione del comportamento di condivisione: comprendere il punto di vista degli altri immaginando come ci si sentirebbe e si agirebbe al loro posto (empatia)

• mediazione di alternative: la modalità induttiva del metodo consente agli alunni di affrontare i compiti in modo attivo, collaborando costruttivamente con i compagni per mezzo della presenza facilitante del mediatore

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Un esempio di mediazione cognitiva nella vita di tutti i giorniUna nonna e suo nipote di circa tre-quattro anni si trovavano a un incrocio, aspettando che il semaforo diventasse verde per attraversare la strada. La nonna interagiva con il bambino dicendogli: “Guarda il semaforo. Di che colore è? Guarda le macchine…. vedi, si sono fermate; perché si sono fermate? Di che colore era il semaforo quando le macchine si sono fermate? Quando potremo attraversare, di che colore sarà diventato il semaforo? Che cosa pensi che faranno le altre persone che aspettano con noi? Che cosa potrebbe succedere se noi attraversassimo prima che il semaforo cambi colore? Osserviamo bene quello che succederà”. 15

Un esempio di mediazione cognitiva nella vita di tutti i giorniPoi il semaforo cambiò colore e i pedoni in attesa incominciarono ad attraversare. Mentre anche i due attraversavano, la nonna continuava a parlare: “Guarda che cosa è successo. Le auto che si stavano muovendo si sono fermate e noi possiamo attraversare in tutto sicurezza. Guarda come è cambiato il semaforo. Noi adesso possiamo attraversare senza pericolo. Il semaforo cambierà ancora, e che cosa succederà alle macchine che si sono fermate?”. Quando ebbero raggiunto l’altro lato della strada, la nonna disse: “Fermiamoci e guardiamo cosa succede … guarda come è cambiato il semaforo; guarda le macchine che si sono fermate e guarda quelle che si stanno muovendo…” e così via.16

Un esempio di mediazione cognitiva nella vita di tutti i giorniRimasero fermi per qualche istante ad osservare i cambiamenti in atto. Per tutto il tempo la nonna osservava il bambino per indirizzare la sua attenzione, permetteva di rispondere, ripeteva alcuni concetti, usava parole e domande che arricchivano e stimolavano l’attenzione, lo incoraggiava a pensare alle diverse possibilità, verificava la correttezza delle sue osservazioni.

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Grazie a tutti Arianna Tozzi, PhD. Psicologa Psicoterapeuta www.centropop.it [email protected]