PEDAGOGIA DEL CONFLITTO E DELLA MEDIAZIONE · Corso di Pedagogia del conflitto e della mediazione...

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI

BERGAMO

PEDAGOGIA DEL CONFLITTO E DELLA MEDIAZIONE

(A.A. 2017/2018)

Prof. Andrea Potestio


L’Emilio di J.J.Rousseau

Corso di Pedagogia del conflitto e della mediazione – anno 2017/2018

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Introduzione

• Emilio è un testo pubblicato nel 1762

• La prima traduzione italiana è fatta da Vizzotto nel 1887

• Il testo anticipa alcuni temi tipici del Romanticismo (sentimento-intuizione)

• È un testo di carattere teorico-ideale in cui si propongono le linee fondamentali dell’educazione naturale

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO 4

Il contesto di pubblicazione dell’Emilio

• R. nel 1762 ha cinquanta anni ed è considerato un intellettuale di una certa fama

• Ha pubblicato Discorso sulle scienze e sulle arti(che ha vinto il premio dell’accademia di Digione) e Discorso sulle origini e sui fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini

• Ha scritto su argomenti musicali. Ha composto l’opera Le Devin du village

• Ha collaborato con L’Enciclopedia degli illuministi (in particolare con Diderot)

• Egli afferma di aver composto l’Emilio in “vent’anni di meditazione e tre ore di lavoro” (Cfr., J.J. Rousseau, Confessioni, p. 515)

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• R. si trova nel 1759 a Montmorency, ospite del maresciallo Luxembourg. Qui compone l’ultima parte del testo dedicata a Sofia, compagna di Emilio

• Il luogo è naturale e paradisiaco e ispira lo scrittore

• R. ha avuto precedentemente due esperienze come precettore:o 1740 presso Mr De Mably, per circa dieci mesi

è precettore dei due suoi figli. Scrive una Memoire che può essere considerata il suo primo scritto educativo

o 1743 una breve esperienza fallimentare con il figlio di Madame Dupin. Esperienza che viene ricordata nell’Emilio

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• Queste parole di R. nelle Confessioni descrivono la prima esperienza fallimentare come precettore:

“avevo press’a poco le nozioni indispensabili per un precettore e credevo di averne la capacità. Nell’anno che passai in casa del signor de Mably ebbi agio di ricredermi. La dolcezza della mia natura mi avrebbe reso adatto a quel mestiere, se la facilità a incollerirmi non vi avesse mischiato i suoi temporali. Finché tutto andava liscio e vedevo riuscire le mie cure e le mie fatiche, che in quel caso non risparmiavo, ero un angelo; diventavo un demonio appena le cose andavano di traverso. Quando i miei allievi non mi capivano, sragionavano e, quando palesavano cattiveria, li avrei ammazzati: non era la strada per renderli colti e saggi. Di allievi ne avevo due. Erano di caratteri differentissimi. Uno fra otto e nove anni, chiamato Sainte-Marie, era grazioso di viso, di mente aperta, vivacissimo, stordito, faceto, maligno, ma di una malignità gioconda. Il minore, chiamato Condillac, pareva quasi stupido, perdigiorno, testardo come un mulo e incapace di imparare. Si capirà che, fra questi due soggetti, non trovavo la pappa scodellata. Con pazienza e con coraggio avrei forse potuto riuscire; ma, mancando dell’uno e dell’altra, non combinai nulla di buono, e i miei allievi andavano malissimo. Non mancavo di assiduità, ma difettavo di continuità, soprattutto di prudenza. Non sapevo adoperare con loro che tre strumenti sempre inutili e spesso dannosi con i bambini: il sentimento, il ragionamento, la collera.” (Confessioni, ivi, pp. 263-264)

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Le critiche alla pedagogia del Settecento

• R. legge fin da giovane diversi testi sull’educazione che lo influenzano, ma dai quali si distanzia anche:

o Rollin, Le Traité des études (1728)

o Lemaitre de Claville, Traité du vrai mérite du l’homme (1734)

o Locke, Pensieri sull’educazione (1693)

o Abate Saint-Pierre, Projet pour perfectioner l’education

• R. legge anche B. Lamy (cartesiano), Pascal, Montaigne, oltre ai classici Seneca, Plutarco, Aristotele e Platone.

• Egli critica il pedantismo della pedagogia a lui contemporanea:

o L’eccesso di studio a memoria

o La poca attenzione agli interessi e all’utile del fanciullo

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Le reazioni alla pubblicazione• Le reazioni contro la pubblicazione dell’Emilio non

si fanno attendere• 3 giugno 1762 il libro viene sequestrato• 19 giugno il Parlamento francese decreta l’arresto

dell’autore• Durante l’estate il papa Clemente XIII, la

repubblica di Ginevra, la Sorbonne, l’Olanda condannano il testo

• Si moltiplicano gli scritti contro l’Emilio: Formay scrive un Anti-Emilio

• Gli stessi illuministi (Voltaire) si scagliano contro R.

• Inizia la sua vita errabonda e di esule

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Le ragioni delle critiche

• Le istituzioni religiose criticano in particolare La professione di fede del vicario savoiardo per l’adesione a una religione naturalista (deismo)

• Il vescovo Beaumont critica nel suo Mandamentl’idea della bontà originaria dell’uomo (contro teoria del peccato originario)

• Gli illuministi gli rimproverano al contrario la sua religiosità e gli attacchi alla filosofia e alla cultura libresca

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Effetti positivi

• Rousseau ebbe diversi riconoscimenti dai lettori dell’Emilio. In particolare dalle madri per i consigli educativi

• Il libro si diffonde e viene letto esercitando una discreta influenza (nei 25 anni successivi alla pubblicazione di Emilio i testi sull’educazione raddoppiano)

• I principi dell’Emilio vengono molto apprezzati durante la Rivoluzione francese

• Rousseau verrà apprezzato soprattutto all’estero (Pestalozzi, Kant, Goethe)

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La struttura del testo Libro I: 0-5 anni• gran principio dell’educazione, bontà originaria della• natura umana;• educazione naturale come educazione domestica;• l’educazione comincia dalla nascita;• conoscere l’infanzia e rispettarla per quello che è;• educazione progressiva;• elementi di puericultura;• la madre come nutrice, il padre come primo

precettore;• caratteristiche del pedagogo ideale;• caratteristiche di Emilio;• l’educazione nella prima infanzia: dimensioni

psicologiche, emotive e linguistiche

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Libro II: 6-11 anni• Educazione dei sensi

• attenzione alla singolarità di ciascun alunno e

• predisposizione di un metodo appropriato;

• Contro il nozionismo

• no ai ragionamenti con i bambini (critica a Locke);

• educazione negativa;

• apprendimento attraverso l’esperienza;

• no educazione verbalistica e libresca, ma imparare a leggere e scrivere sulla base del proprio interesse

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Libro III: 12-14 anni

• Educazione dell’intelletto

• evitare disequilibrio fra bisogni e forze

• studio dei fenomeni naturali per apprendere le

• scienze naturali, la geografia, la cosmografia, ecc.

• centralità del criterio dell’utilità

• apprendimento di un mestiere (momento fondamentale di legame tra lavoro-educazione)

• l’unica lettura è quella del Robinson Crusoe

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Libro IV: 15-18 anni

• a 15 anni: la pubertà coincide con una seconda nascita

• educazione indiretta• educazione dei sentimenti (di pietà, filantropia,

riconoscenza) vs. sviluppo dell’amor proprio e dell’orgoglio;

• studio della storia come morale in azione, lettura delle

• favole;• a 18 anni: si manifesta la voce della coscienza,• necessità di un’educazione religiosa;• Professione di fede del vicario savoiardo: religione

naturale vs. ateismo e vs. scetticismo, critica alle religioni positive e rivelate

• educazione sessuale (massima franchezza e chiarezza)

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Libro V: 19-25 anni

• L’educazione femminile: il ruolo di Sofia

• incontro di Emilio con Sofia;

• viaggio di Emilio con il precettore in vari paesi dell’Europa: educazione politica e alla cittadinanza (v. ripresa di elementi dal Contratto sociale);

• matrimonio con Sofia (unione fra l’uomo e la sapienza);

• Emilio annuncia di diventare padre e quindi precettore del nuovo nato;

• educazione per tutta la vita.

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L’educazione naturale e la visione

antropologica dell’Emilio

• “Tutte le cose sono create buone da Dio, tutte degenerano tra le mani dell’uomo. Egli costringe un terreno a nutrire i prodotti di un altro, un albero a portare frutti non suoi; mescola e confonde i climi, gli elementi, le stagioni; mutila il cane, il cavallo, lo schiavo; tutto sconvolge, tutto sfigura, ama la deformità, le anomalie; nulla accetta come natura lo ha fatto, neppure il suo simile: pretende di ammaestrarlo per sé come cavallo da giostra, dargli una sagoma di suo gusto, come ad un albero di giardino” (Cfr., ivi, p. 7)

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“ La nostra specie non ammette di essere formata a metà. La situazione è ormai tale che un uomo, abbandonato a se stesso fin dalla nascita in mezzo ai suoi simili, sarebbe il più deforme di tutti. I pregiudizi, l’autorità, la necessità, l’esempio, tutte le istituzioni sociali in cui ci troviamo sommersi, soffocherebbero in la natura senza nulla sostituirle. In un uomo siffatto essa avrebbe vita stentata, quasi arboscello cresciuto per caso in mezzo a una strada e che i passanti fanno ben presto perire urtandolo da ogni parte, piegandolo in ogni senso” (cfr. Ibidem)

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I temi iniziali• Origine buona della natura umana

• Contrapposizione natura – cultura

• Irruzione dell’elemento negativo

• La società è responsabile della degenerazione dell’uomo (tesi sostenuta in particolare da Cassirer)

• L’educazione nella società è ribaltata: pretende di ammaestrare l’uomo

• Necessità di ristabilire un’educazione naturale (secondo la natura buona dell’uomo)

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