Leggere e scrivere fiabe cover 1^ H A.S. 2015-2016 · 1) Inventa una fiaba con gli stessi...

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Leggere e scrivere fiabe cover

1^ H – A.S. 2015-2016

LA COSTRUZIONE

DI UN AMORE

LEGGERE E SCRIVERE FIABE COVER

D.S. Prof.ssa Antonella Esposito

Coordinamento redazionale Prof.ssa Sonia D’Alessio

Chi non scrive in compagnia o è un

ladro o è una spia!

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AUTORI

ANNUNZIATA EMANUELA ANNUNZIATA MARIAPIA BARBUTO FEDERICO BELLO CHIARA CANZANELLI SERENA CASCONE FRANCESCO CUTOLO NICCOLO’ DE CRESCENZI GEREMIA DE LIGUORI ANGELA FUMO FERDINANDO LAVINEA ANTONIO MANDILE AMELIA MONTELEONE FRANCESCO NIGRO MAURIZIO

PANARESE CANDIDO PAPPACENA GIULIA PERANO GIULIA PERRINO SERENA PIPITONE ANNAPIA RAINONE FEDERICA RUOSI BENEDETTA SODANO MARTINA SORRENTINO MARTINA SQUILLANTE PIERFRANCESCO VINCENTI MARTINA VOLPE MARIA DALILA

EDITING: FEDERICA RAINONE

E CANDIDO PANARESE

COPERTINA: NICCOLO’ CUTOLO

PREFAZIONE

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

5 CLASSE I H – A.S. 2015-2016 – COORDINAMENTO: PROF.SSA SONIA D’ALESSIO

George Steiner, filosofo e linguista praghese, nel suo saggio critico "Vere Presenze" Ed. Garzanti, su l'importanza del libro, riprendendo un sonetto di Rilke, quello al torso antico di Apollo, in cui quest'ultimo dice che “Cambia la tua vita”, sostiene appunto: " Una lettura seria e profonda cambia la mia vita: è un incontro con una apparizione imprevista, come un incontro all'angolo della strada con l'amante, con l'amico, con il nemico mortale”. E' un amore che può costruirsi giorno dopo giorno, ma che è nella chimica delle vere presenze legate alla comunicazione di ogni bambino che diventa uomo e che per crescere ha bisogno di ascoltare e dire nonché di leggere e leggersi per poter poi, posseduto dall'amore per la lettura stessa, fermare nei segni mobili ed eterni della scrittura i suoi sogni e le sue certezze, le sue ansie e i suoi momenti di silenziosa riflessione, i conflitti e le aspirazioni a un equilibrio che solo la composita e ordinata pagina di un libro può regalare. Ho accolto l'invito da parte della docente prof. S. D'Alessio e della sua I H della scuola Secondaria di 1 grado "G. Amendola che mi onoro di rappresentare, a lasciare questa mia breve riflessione, perché ho con i testi e con ogni tipo di genere letterario un amore forte e folle e nonostante accolgo con favore le innovazioni tecnologiche dell'editoria desidero sempre e comunque un rapporto con la carta stampa. Mi piace annusare, sentire il profumo di un libro come se attraverso il foglio passasse il mondo di emozioni e di luci che chi scrive ci affida perché diventi nostro il suo sentire trasformandolo. Sono cresciuta tra i libri e nei libri e so che se oggi apro gli occhi verso orizzonti sempre più lontani lo devo alla lettura e a quanti mi hanno insegnato ad amarla, a quanti mi hanno consentito di portare fuori attraverso la scrittura il mio cuore semplice e vero senza retorica e senza pregiudizio. Ho sognato e ho aperto gli occhi attraverso le fiabe che divoravo e non posso che essere orgogliosa e fiera dei nostri ragazzi e della loro docente se con la padronanza delle moderne tecnologie continuano a perpetrare il misterioso e magico mondo di universo che nelle sue forme fantastiche diventa la misura per giudicare il reale e formare la propria coscienza di cittadini e di

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uomini e donne di un presente che essi stessi costruiranno. In bocca al lupo e che sia solo l'inizio di una passione vera ed eterna! Prof.ssa Antonella Esposito Dirigente Scolastico Presentazione del Percorso LA COSTRUZIONE DI UN AMORE “La costruzione di un amore” (sottotitolo “Leggere e scrivere fiabe cover”) è il lavoro dei ragazzi di 1^ H, nato lavorando sul mio testo di narrativa “Leggere e scrivere fiabe”, di cui rappresenta appunto una sorta di cover. Il testo edito dalla Medusa nel 2013 ha ottenuto numerosissimi consensi in tutta Italia, perché non è soltanto un libro da leggere, da soli o in compagnia, per fantasticare e imparare ad amare la lettura. È soprattutto un metodo di scrittura, che porta gli alunni a cogliere gli stilemi delle fiabe sia classiche che moderne e a interiorizzarli per imparare a scrivere allo stesso modo. Con esso, oltre ad affinare le competenze relative all’ascolto, al parlato, alla lettura individuale o espressiva a più voci, alla comprensione del testo, alla drammatizzazione, i ragazzi passano dalla fruizione di brani - che vengono appunto letti, ascoltati, narrati da ogni singolo alunno - alla produzione di testi personali. Il libro raccoglie testi nuovi e originali scritti da me, ma anche riscritture creative delle fiabe più note. Il laboratorio inoltre invita i ragazzi al “giocabolario”, con spunti per metagrammi, lipogrammi, acrostici, mesostici, domini sillabici eccetera. I ragazzi hanno lavorato sul testo un anno intero, ed ora ecco il frutto del lungo lavoro: un pot-pourri dei loro testi di scrittura creativa. I miei obiettivi erano tanti: appassionare i discenti all’invenzione di storie, alle riscritture creative, alla lettura collettiva, alla realizzazione di lavori di squadra…Ma l’obiettivo principale era soprattutto LA COSTRUZIONE DI UN AMORE. Quello per l’amico libro. Spesso i genitori agli incontri scuola-famiglia mi chiedono come possono cooperare. Io rispondo loro che l’aiuto più consistente mi serve in questo obiettivo: far appassionare i ragazzi alla lettura. La

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mia ricetta è semplice: bisogna fare del libro un oggetto “affettivo”, non scolastico. Per fare ciò, è necessario che la parola d’ordine sia CONDIVISIONE: il libro ricevuto sotto l’albero di Natale, quello donato dalla maestra per la prima Comunione, quello scambiato con l’amico di banco, la dedica di una persona cara, il segnalibro creativo costruito col papà, la lettura condivisa nel lettone con mamma (leggi tu che ti registro, ora leggo io, vedi come sono bravo…): sono tutti escamotage per costruire un amore di lunga vita. Quello per il libro amico. La lettura diventerà così educazione permanente, strumento di formazione umana e culturale importantissimo. Il presente lavoro va dunque inteso come atto del gettare il seme: una pianta nascerà se la curiamo tutti insieme. Buona lettura! Sonia D’Alessio SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO “UN BAMBINO, UN INSEGNANTE

UN LIBRO, UNA PENNA

POSSONO CAMBIARE IL MONDO”

Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace nel 2014

Non posso che apprezzare e lodare l’iniziativa della professoressa

D’Alessio, per la capacità di stimolare la creatività dei suoi alunni e

per l’abilità di farne dei veri piccoli scrittori.

Auguro di cuore ai bravissimi alunni della IH di non perdere mai la

capacità di guardare il mondo, non solo con la necessaria

razionalità, ma soprattutto con gli straordinari occhi della loro

fantasia.

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Dr Marino Panarese

1 -BOCCIOLINA

ILLUSTRATRICE: Giulia Pappacena

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BOCCIOLINA

UNA FIABA NELLA FIABA: Dai la parola al re, facendogli raccontare di quando la strega Mesista lo trasformò in un corvo.

Il “corvo” ovvero il re

Di Ferdinando Fumo

Mi trovavo in una foresta, lugubre, oscura e spaventosa, ma io coraggioso mi inoltrai nella mia paura, l’affrontai e mi trovai davanti ad un castello antico senza vegetazione né colori. Tutto era grigio come l’animo della donna che mi avrebbe poi tenuto prigioniero. Il castello era spaventoso e maestoso, ma io volevo entrare. Il mio senso di avventura mi diceva di imbattermi in questa impresa. Entrai nel castello e c’era un trono su cui era seduta una donna. Ella era vestita di nero, era brutta, faceva ribrezzo. Dopo un po’, scoprii che era la strega Mesista che portava sventura nel regno e l’unica cosa che le riusciva bene era far rimbombare quel luogo dei suoi sogghigni con un’eco senza paragoni. Tentai di ucciderla, ma lei sembrava invincibile e mi trasformò in un corvo. Le mie braccia divennero ali, le mie labbra si allungarono fino a trasformarsi in un lungo becco e d’improvviso iniziai a gracchiare, non mi uscivano più le parole, il mio corpo si restrinse e si riempì di lucide piume nere. Non riuscivo a crederci … volavo ed eseguivo gli ordini di quella brutta racchia, anche non volendo.

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2 - LE PROVE DELLA FATA ILLUSTRATRICE: ANGELA DE LIGUORI

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Il microfono al protagonista Di Antonio Lavinea

Vivevo coi nonni vicino a un bosco e mi prendevo cura di loro. Un giorno mio nonno mi chiamò e mi disse che non potevo più rimanere in quel posto ma dovevo partire in cerca di fortuna. Così la mattina seguente partii. Camminando vidi una vecchina che aveva freddo, così mi tolsi la coperta e gliela diedi, lei in cambio mi regalò un anello magico che, se infilato al dito medio, rendeva invisibili. Poi incontrai una ragazza cui una gazza aveva rubato una forcina dai capelli. Io con una fionda colpii l’uccello e feci cadere la forcina. La ragazza per ringraziarmi mi diede un pugnale che poteva tagliare il tempo e lo spazio. Vidi un uomo che era stato morso da una vipera. Subito gli legai una sciarpa alla gamba e succhiai la ferita. Per ricompensa lui mi donò un ventaglio magico che se aperto a metà poteva spegnere il fuoco, aperto per intero causava incendi. Incontrai anche una bimba che chiedeva la carità, io le diedi il mio pane e formaggio e lei mi regalò un’armonica a bocca che se la suonavi ricevevi l’aiuto di mille castorini. In città sentii che il re di Grama cercava una sposa per suo figlio, l’eletto doveva superare delle prove. Fui io a riuscirci e a diventare il fortunato sposo.

Sostituisci la filastrocca finale con una di tua invenzione

Di Francesco Cascone

Polvere stellata delle fiabe Incipria d’amore tutti i cuori

dei bambini E fa che i loro sogni

Brillino di fate e principini

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3 -LUCCIOLINA ILLUSTRATORE: PIERFRANCESCO SQUILLANTE

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SCRITTURA CREATIVA

1) Inventa una fiaba con gli stessi personaggi di questa: un principe, una lucciola, una strega e il suo ragno

1 - LE AVVENTURE DI ELLY di Federica Rainone

C’era una volta, una lucciola chiamata Elly che era sola, non aveva amici. Così decise di spostarsi ed iniziò a volare. Volò per giorni e giorni e arrivò nel “Castello Malefico” che si diceva un tempo fosse abitato da spiriti e fantasmi. Ora, invece, c’era solo la Strega Gen e il suo ragno. La lucciola, appena vide il ragno se ne innamorò, l’unico problema era che la Strega Gen usava il ragno per attirare animali e poi usarli per le sue pozioni. Elly, non essendo a conoscenza di tutto ciò, decise di dire i suoi sentimenti a Rob. Egli rispose: - Ma certo che voglio stare con te! - E poi si girò facendo una delle sue risatine malefiche. Appena Elly andò via, la strega disse al ragno: - Finalmente qualcuno da poter trasformare in pozione, ora possiamo divertirci! Il giorno seguente, Elly andò da Rob e decise di rimanere nel castello per sempre. La strega Gen all’improvviso prese la lucciola e le disse:- Ora ti porto in un bellissimo posto. Percorsero così tutto il corridoio principale ed arrivarono in una stanza buia e piena di calderoni. C’era, al centro, una piccola sfera trasparente. Gen ci mise all’ interno Elly che, spaventata, iniziò ad urlare:

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- Fammi uscire, fammi uscire! Non voglio rimanere qui, aiuto! - La strega ribatté: - Ora non ti lascio andare.- Mentre la lucciola stava per essere trasformata, arrivò un principe sul suo cavallo bianco. Spalancò il portone e disse rivolto alla strega: - Lascia quella piccola creatura innocente, in cambio ti darò questo filtro. Lo potrai usare per fare tutte le pozioni che vorrai! - La strega Gen accettò la proposta e rimase con il suo fedele ragno nel castello. Intanto la lucciola divenne la migliore amica del principe e vissero tutti felici e contenti.

2-LUCCIOLINA, PRINCIPESSA

Di Emanuela Annunziata. C’era una volta, in un castello, una maga che aveva imprigionato nelle celle sotterranee del castello un principe: Aristotene. Visca, questo era il nome della strega, era prepotente e voleva essere sempre la maga migliore, ma non ce l’avrebbe mai fatta se non avesse recuperato due stelle molto luminose che le davano potere: Syrio e Sibilla, e soprattutto non avesse avuto la forza di tutta la luce dell’Universo! Con lei viveva un ragno, Fil, che era sempre affamato ed assetato, tanto che combinava spesso pasticci. Fil era la sfortuna della maga Visca, che non riusciva mai a preparare pozioni o ad esercitarsi compiendo incantesimi superbi. Lucciolina, Luna e Fort erano tre fratelli che possedevano diverse virtù, ambite da maghi e fate le quali avrebbero offerto doni ancor più preziosi per quelle virtù, ma i tre fratelli avevano sempre rifiutato. Una sera Fort e Lucciolina erano a fare una passeggiata e videro due stelle luminosissime: Syrio e Sibilla che scesero in terra: “ Ciao, Syrio! Come va Sibilla?” chiesero i due giovani che conoscevano già quelle stelle: “Bene” risposero

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loro, la conversazione continuò fino a notte fonda, sicché Luna si preoccupò così tanto fino ad andarli a cercare ovunque. Li trovò appisolati sull’erba fresca e vicino c’erano le loro due amiche stelle che dormivano anch’esse. Luna si tranquillizzò e decise di andarsene, immersa nei suoi pensieri. Sulla via del ritorno urtò contro un giovane principe, anch’egli distratto, che si scusò subito e le raccontò di essere scappato dal castello di una maga, si trattava proprio di Aristotene. La maga era molto cattiva e voleva le tutte sue ricchezze. I due fecero presto amicizia e si raccontarono le loro storie. La strega-maga che era lì vicino e aveva sentito tutto li trasformò in sfere incantate che la seguivano sempre. Li portò al castello e pensò non ci fosse nessuno che potesse difenderli, così li lasciò da soli nella stanza degli incantesimi, ma era stata ingenua! Infatti le sfere si guardarono attorno e frugando in giro riuscirono a trovare una pozione che faceva svanire ogni incantesimo, la bevvero e divennero tutti e due di nuovo umani. Aristotene poi, con la bacchetta che aveva preso alla strega-maga fece sparire il castello maledetto al centro della città e trasformò lei in luce, poi fece apparire un nuovo castello e là portò tutte le sue cose, sposò Luna di cui si era innamorato e invitò a vivere nel castello tutti. Fort e Lucciolina divennero principe e principessa, e sposarono l’uno Sibilla, l’altra Syrio. Le tre coppie vissero a lungo felici e contente.

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IL LIMERICK DELLE FIABE

Di Martina Sorrentino

FOLLETTI

C’era un simpatico folletto Che aveva un bel berretto Lo metteva e lo toglieva Finché non lo perdeva

Quello sbadato simpatico folletto

PRINCIPI

Un principe subacqueo di Torino Di fiato ne aveva pochino

Non andava in immersione Altrimenti era in pallone

Quello sfiatato principe subacqueo di Torino

FATE

Una fatina di Nodi Dormiva sui chiodi

Non beveva camomilla Per essere più tranquilla

Quella nevrastenica fatina di Nodi.

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4 - L’ONDINA DEL LAGO ILLUSTRATRICE: MARTINA VINCENTI

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Pesca dal mazzo di carte delle fiabe: Protagonista: nano Antagonista: strega Aiutante: stella Dono magico: rugiada

1 -Le avventure di Feliciotto DI AMELIA MANDILE

Tanto tempo fa, nel regno incantato di Magilandia, viveva un nanetto, di nome Feliciotto, che aveva il compito di rallegrare i bambini tristi. Per ogni bambino che rendeva felice, nel giardino del castello del re sbocciava un fiore meraviglioso. Quando la terribile strega Crudelen vide il giardino reale tutto fiorito, decise di fare un maleficio al piccolo nanetto e lo trasformò in una statua. Feliciotto finì, così, proprio nel giardino del re, insieme ad altre statue. Pian piano, però, senza l'opera di Feliciotto, in quel giardino i fiori cominciarono ad appassire. La stella Brillina, che aveva visto tutto dall'alto, fece cadere un po' di rugiada magica sul giardino reale per annullare il maleficio della strega Crudelen. Così Feliciotto si rianimò e, insieme a lui, anche tutte le altre statue. Infatti si scoprì che si trattava di altri nanetti vittime dello stesso incantesimo. La stella Brillina diede poi a Feliciotto altra rugiada, per sconfiggere la strega. Tutti i nanetti si misero in cammino verso il castello della strega Crudelen. Una volta arrivati, si accorsero, però, che l'ingresso del castello era difeso da terribili animali mostruosi. Per sbaglio un po' di rugiada bagnò i mostri e questi, che erano anche loro vittime degli incantesimi di Crudelen, tornarono ad essere teneri cucciolotti. Anche gli animaletti si unirono a Feliciotto e lo accompagnarono fino alla stanza di Crudelen. Arrivati davanti alla porta, Feliciotto mise un secchio con dentro la rugiada e tutti insieme chiamarono a gran voce Crudelen. La strega,

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sentendo quel baccano, aprì la porta in fretta e furia e si bagnò con la rugiada. Immediatamente si trasformò in una statua. Tornati a casa i nanetti festeggiarono e a Magilandia tornò a regnare la felicità.

2 -La felicità in un dono

DI FEDERICO BARBUTO C’era una volta una principessa dal carattere difficile ma dall’animo buono. Sua madre, la regina, si arrabbiava spesso con lei perché non seguiva le regole del palazzo reale. Per questo motivo, la principessa veniva messa spesso in punizione ed ogni giorno diventava sempre più triste. Allora decise di scappare e di cambiare vita. Durante il suo cammino, incontrò una fata che le disse di non essere triste perché la vita va affrontata con un sorriso. Purtroppo, la principessa non riusciva ad essere allegra e la fata le lanciò un po’ di polvere d’oro; questa polvere era magica, serviva a rallegrare le persone. Finalmente la principessa fece un gran sorriso, capì di aver sbagliato e decise di tornare al palazzo reale da sua madre. Salutò la fata che le aveva donato la felicità e riprese il suo cammino. Uno gnomo di nome Fin, seguì la principessa perché aveva visto che la fata le aveva regalato un po’ di polvere d’oro. Lo gnomo si avvicinò con timore alla principessa e le chiese: “Per favore, principessa, puoi venire a Gnomolandia per salvarci dalle grinfie della strega Olivastra? Si è impadronita del nostro regno e ci fa lavorare tutto il giorno perché ci vuole rendere infelici proprio come lei”. La principessa acconsentì e decise di seguirlo. Arrivati a Gnomolandia, affrontò la strega Olivastra e le lanciò addosso la polvere d’oro. Immediatamente, la strega cambiò

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personalità e, da cattiva e triste, diventò gioiosa e solare. Allora si rese conto dello sbaglio che aveva fatto e liberò tutti gli gnomi dalla schiavitù. Fecero una bella festa e gli gnomi, per ringraziare la principessa, le regalarono l’eterna giovinezza. Subito dopo, la principessa si rimise in cammino per raggiungere il suo regno, dove si incontrò con sua madre la Regina, e da allora vissero per sempre felici e contenti.

3 - Il viaggiatore salvavite

DI MAURIZIO NIGRO Tanti anni fa, nell’antica città di Oxford, viveva una nonna che possedeva incredibili poteri magici: sfruttava questi poteri per aiutare i bambini e punire coloro che li maltrattavano. Un giorno la nonna, Gertrude, questo era il suo nome, morì e improvvisamente si disperse per la terra una polvere d’oro.In quel momento, un bambino chiamato Ash, un po’ timido e introverso, trovò la polvere e appena la toccò acquisì subito una delle quattro caratteristiche della nonnina: il coraggio. Ash amava molto viaggiare e, successivamente, andò a Parigi dove ritrovò la polvere di nonna Gertrude e immediatamente acquisì

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un’intelligenza superiore. Continuò il suo viaggio ed arrivò in Germania, dove trovò ancora polvere sulla finestra dell’albergo. Questa volta la polvere gli entrò nella pelle e Ash acquisì la responsabilità. Poi arrivò a Los Angeles e come ultimo dono imparò a conoscere le persone cattive a cui serviva una lezione. Grazie a questo potere, scoprì che nei paraggi c’era un orco terribile che teneva nascosti in un magazzino alcuni bambini. Ash, allora, con molta tenacia, affrontò da solo l’orco, usando l’astuzia e non la violenza. Infatti escogitò un piano che prevedeva di attirare l’orco fuori dal magazzino e chiudergli la porta alle spalle. In questo modo si poteva pensare a salvare i bambini. Il piano riuscì e, mentre l’orco combatteva con Ash, arrivarono i poliziotti che lo arrestarono. Infine, l’orco fu portato in isolamento, Ash divenne il presidente degli Stati Uniti d’America, i bambini furono riconsegnati alle proprie famiglie e Gertrude dal cielo fu orgogliosa di Ash. E così vissero tutti felici e contenti.

4 - La storia di Azzurra

DI Giulia Perano C’era una volta un’ondina di nome Azzurra, bella come il sole, lei abitava in un grande lago insieme a tanti pesciolini e tante ranocchie. Un giorno, mentre Azzurra tornava al lago, incontrò una fata che bisbigliando le disse:“Devi scappare, la mia bacchetta percepisce la mia padrona, la strega Morgana, tieni, questa, è polvere d’oro, ti servirà per gli ostacoli che dovrai affrontare. Però ora non c’è tempo per parlare, corri!” Azzurra corse a più non posso, finché non incontrò un branco di lupi

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famelici pronti a sbranarla. Azzurra, a quel punto tirò loro un po’ di polvere e i lupi diventarono subito docili e affettuosi. Cammina cammina incontrò una pesciolina molto triste e le chiese: “Come mai sei così triste?” e lei, alzando la testolina squamosa, singhiozzò: “I miei pesciolini, sono scomparsi!”. Allora la dolce ondina, intenerita dalla pesciolina, usò un altro po’ di polverina e in un “POOOOOFFFFF!!!!!” i pesciolini tornarono tra le pinne della mamma. Cammina cammina intravide due sentieri con due cartelli su cui c’era scritto “Sentiero delle meraviglie” e “Sentiero del terrore”. Tentata, ma contemporaneamente indecisa dalla scelta da fare, lanciò un po’ di polvere e nei due cartelli uscì indicato il percorso giusto che doveva fare e quindi scelse la seconda stradina. Però, alla fine del percorso, sentì una vocina stridula e colma di malizia che disse: “Ci incontriamo finalmente, ahahahahaha!”. “Chi sei?” chiese Azzurra, “Io sono la strega Morgana e io so il tuo bellissimo destino e per questo che prenderò il tuo posto!”. Un principe che passò di lì ascoltò ciò che stava succedendo e vedendo la bellezza di Azzurra se ne innamorò e decise di aiutarla.Prese così la sua possente spada e dopo aver combattuto con la strega, si avvicinò alla bellissima fanciulla sussurrandole: “Come ti chiami bella ragazza?” e anch’essa attratta da lui, rispose: “Azzurra”. I due si sposarono e non molto tempo dopo ebbero due gemellini, però, dopo un annodivorziarono e vissero tutti felici e contenti.

5 - Leonardo e l’anello magico di Giulia Perano

C’era una volta un bambino di nome Leonardo. Leonardo era conosciuto per il suo gran coraggio e buon cuore, infatti tutti lo chiamavano “Leone”. Un giorno Leo andò nel bosco a raccogliere i funghi, ma al posto dei funghi trovò una grande

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quercia quasi morente. Questa non era una quercia qualunque, infatti si diceva che fosse posseduta da uno spiritello e che sapesse pure parlare, muoversi e dare doni a chi li meritava. Leo, avendo un buon cuore, raccolse un po’ d’acqua e la mise nel terreno che circondava la quercia, in modo da nutrirla. La pianta con l’acqua ricevuta raccolse tutte le forze che le erano rimaste e disse al ragazzo: “Sono passati così tanti anni che nessuno mi ha aiutato, perché tu lo hai fatto?”, lui rispose: “Non so perché l’ho fatto, mi fa piacere aiutare gli altri’’. L’ albero, così, seppe distinguere un buon cuore, da uno cattivo e senza aggiungere altro, gli diede un anello magico e gli disse: “Tu che oggi hai compiuto questo gesto ricordati che questo anello sarà il tuo migliore amico in tutto e per tutto, lui saprà come difenderti; adesso vai, ma sappi che una potenza malefica si sta abbattendo su di te! ‘’. Il ragazzino spaventato se ne andò. Pero ad ascoltarli c’era il lupo più cattivo di tutta la foresta che volle a tutti i costi quell’ anello, cosi chiamo i suoi aiutanti: una volpe e un corvo. I due aiutanti Bob e Rob erano un po’ tonti e lo lasciarono scappare, il lupo Brok arrabbiato disse: “Voi due siete proprio degli incapaci! ’’. I due risposero tremanti :‘’ Capo, ma il marmocchio e quell’ anello sono troppo potenti’’ Brok intervenne: ‘’ Ma non lo sono più di me’’ e se ne andò inviperito a cercare Leonardo. Brok era pronto per attaccare il ragazzo, ma sentì l’anello fare uno strano rumore. Leonardo si girò e vide di sobbalzo il lupo pronto a sbranarlo, così Leo prese un bastone e glielo diede sul muso, il lupo furibondo lo morse ma venne sbattuto da una parte all’ altra fino a cadere frastornato. Il lupo non capendo niente se ne andò con la coda fra le gambe e tutti vissero felici e contenti

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6 - SQUIRRELAND di Candido Panarese

C’era una volta un bambino di nome Kevin, che viveva in campagna. Un giorno, mentre giocava a calcio con gli amici, uno di loro diede un calcio molto potente al pallone che finì su un albero. Allora, Kevin si arrampicò per prendere la sfera e lì vide uno scoiattolo che si era infilato in un buco molto grande. Poiché di animali così belli non se ne vedevano molti, egli lanciò la palla ai compagni ed entrò nell’albero all’inseguimento dell’animale. E così si trovò nella città di Squirreland. Lo scoiattolo gli spiegò: “Un mago cattivo, molto tempo fa, con il suo anello fatato trasformò gli abitanti di questo posto in scoiattoli per impossessarsi della città senza avere nessun rivale”. Allora Kevin gli chiese: “Dove dimora questo mago?” Lo scoiattolo rispose: “Abita in un castello che si trova su un monte, non molto distante da qui”. Il bambino, così, decise di partire. Arrivato al castello, vide dalla finestra il mago che stava dormendo. Si intrufolò e notò che l’anello era incustodito su un tavolino. Lo prese e scappò e così ritrasformò gli scoiattoli in uomini. Essi lo ringraziarono e insieme si divertirono ad usare il mezzo magico. Il mago dormiva ma, quando si svegliò, andò allo specchio e vide che si era trasformato in uno scoiattolo. Così impazzì e scappò via. Kevin tornò dagli amici e vissero tutti felici e contenti.

7 - La contadinella del sud

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di Federica Rainone C’era una volta una contadinella che viveva nella sua casa in campagna. Aveva solo un figlio che da tanto tempo non vedeva insieme alla nipotina. Un giorno, dopo aver dato da mangiare alle galline e aver preso le uova, decise di uscire. Così andò in paese con in mano il suo cesto di vimini e un cappello per proteggersi dal sole. Lei voleva comprare la farina par fare la focaccia. Dopo aver fatto questo, vide uno scialle su di un muretto e siccome l’inverno era vicino, decise di prenderlo. Tutto era nel suo cesto e poteva tornare a casa. Quando entrò nella cucina, indossò il grembiule ed iniziò ad impastare. La focaccia che preparava era sempre soffice all’interno e croccante all’esterno, grazie al suo forno a legna e la ricetta di famiglia. Ne aveva preparata in abbondanza, perché voleva portarne al figlio. Sempre nello stesso cesto, mise la focaccia, il suo scialle e un piccolo gioco in legno per la nipotina. Si incamminò, quando arrivò un fortissimo vento, allora indossò lo scialle dicendo:- Speriamo che riesco ad andare da mio figlio prima di sera, voglio fargli una sorpresa.- E fu così che si trovò davanti quella casa e si domandò: -Cosa ho fatto? Un minuto fa ero poco distante da casa mia e ora sono già qui. Il segreto era uno: lo scialle era magico. La contadinella dopo un po’ capì e lo mise nel suo cesto al riparo e senza dire niente a nessuno. Ma come ogni fiaba, arriva l’antagonista. Il problema era che c’era una strega, la strega Mila, che avrebbe fatto di tutto per avere quello scialle. La contadina stette tre giorni dal figlio e tutti erano felici. Il terzo giorno si salutarono, lei indossò lo scialle verde e disse: -Vorrei tornare a casa!- E così fu. Il giorno seguente, arrivò davanti la sua casa una fata, il suo nome era Fata Fiorella. Disse alla contadinella del Sud: -Io

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sono Fata Fiorella e proteggerò te e il tuo scialle magico dalla strega Mila. La contadina era stupita dalla bellezza di Fiorella e le rispose: -La strega non avrà mai questo scialle e farò di tutto per non darglielo. Da quel momento la fata non lasciò neanche per un secondo la contadina da sola. Dopo una settimana, la strega si travestì da fata per poter prendere lo scialle e disse rivolta all’anziana signora: -Io sono una fata, e proteggerò il tuo scialle, devi solo darmelo adesso. Fiorella, sapendo che era la strega Mila, rispose: -Tu sei la strega Mila, e non ti lascerò prendere lo scialle. E fu così che la Fata Fiorella protesse per sempre la contadina e il suo scialle.

8 - La storia di Sill

Di Emanuela Annunziata

C’era una volta una bellissima principessa di nome Sill che venne purtroppo trasformata in un gatto domestico dalla strega Liazie, che la teneva rinchiusa. La strega Liazie e la fata Schasera erano nemiche e avevano una differenza: la strega usava la magia per battersi con l’avversario ed era cattiva e superba, mentre la fata non ne approfittava. La usava solo per aiutare le persone e per essere più bella. Inoltre la fata Schasera era la fatina protettrice della bella principessa Sill. Sill a sua volta aveva una passione folle per la magìa perciò le due andavano perfettamente d’accordo. Un giorno la fata comparve in sogno alla piccola e rosea gattina Sill, e le preannunciò che sarebbe venuta a salvarla, ma il sogno fu interrotto dall’ingresso in camera del vassoio della colazione, una tazza di latte ed una

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manciata di biscotti che sarebbero dovuti bastarle per tutto il giorno. Sill si svegliò piena di rabbia e scese dal lettino tutta assonnata. I giorni passarono veloci, addirittura un mese intero, quando una mattina di buon’ora: “PSSS! Ehi dai abbiamo poco tempo!!!”. La gatta si svegliò controvoglia poi s’accorse che c’era la sua fatina e subito saltò in piedi sulle sue quattro zampette. La fata Schasera consegnò a Sill un’ampolla chiusa dorata che conteneva quattro tra le più grandi, belle e fresche gocce di rugiada. Ma la strega Liazie che nel frattempo si era svegliata stava scendendo nel salone dove dormiva la gattina e la fata fece appena in tempo a svanire! Sill nascose subito sotto al suo cuscino l’ampolla e fece finta di dormire e la strega non si accorse di niente. Quando la gatta fu di nuovo sola prese l’ampolla e bagnò il musetto con le gocce di rugiada, l’incantesimo svanì e tornò ad essere la bellissima principessa Sill e poté finalmente tornare al suo castello.

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5 - ANGELICA E FANTE GIGANTE

ILLUSTRATRICE: SERENA PERRINO

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ANGELICA E FANTE GIGANTE PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°2

CAMBIARE IL TITOLO DELLA FIABA E DI CONSEGUENZA LA FIABA STESSA

ANGELICA E FANTINO MIGNOLINO

DI Candido Panarese

C’era una volta un orco che, geloso della sua bella moglie, la teneva prigioniera in una torre dove nessuno poteva vederla. Angelica, dalle sbarre della sua finestra situata molto in alto, guardava le stelle e piangeva, e con loro soltanto parlava, parlava, parlava. Ricordava i bei tempi quando, fanciulla, amava passeggiare nel bosco con le amiche, raccogliendo fiori e cantando. Era stato purtroppo così che si era imbattuta, un brutto giorno, in quell’orco e sua madre, che si erano spacciati per venditori di pulcini. Lei e le sue due amiche si erano accostate al carretto dei due cannibali per osservare quei teneri animaletti e l’orco aveva agguantato lei con una mano e le sue amiche con l’altra. Un’amica se l’era pappata presto presto come fosse una caramella, l’altra l’aveva offerta in pasto a sua madre. Di lei, invece, si era invaghito e l’aveva condotta nel suo castello, dove la madre orca le faceva da guardia carceraria. Un giorno, la fanciulla sentì un melodioso fischiettio e si affacciò alla finestra ma non vide nessuno. Così cominciò anche lei a fischiettare. All’improvviso, ci fu il silenzio totale. Allora lei domandò: “Chi sta fischiando?”

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Una voce le rispose: “Eccomi, sono io.” La fanciulla, con tono insospettito: “Dove ti trovi?” Questo rispose: “Mi trovo tra l’erba alta.” La fanciulla aguzzò la vista e vide un uomo grande quanto un mignolo. “Come ti chiami?” domandò ancora con voce sottile alla fanciulla. “Mi chiamo Angelica e tu?” gli chiese la giovane donna. “Mi chiamo Fantino Mignolino. Ho sentito dire da alcune persone che in questa città c’è una splendida fanciulla intrappolata nella torre di un orco.” E Angelica rispose:”Sono io!” Allora, Fantino elaborò un piano per liberarla e le disse: “Stai tranquilla, tornerò domani a salvarti.” La fanciulla disse: “Ma come farai? Sei troppo piccolo!” Lui non rispose e se ne andò. Il giorno seguente Fantino arrivò e cominciò a fischiettare. Fu udito dall’orco che si svegliò e uscì fuori arrabbiato. Fantino, senza farsi scoprire, gli entrò nei pantaloni e lo punzecchiò con il suo pugnale. L’orco si dimenò e poi scappò via dalla disperazione. L’omino, così, entrò nella torre e si infilò nella serratura della porta della fanciulla. La liberò e lei stupita disse: “Sei stato coraggiosissimo.” Poi, lei baciò Fantino che si trasformò in un uomo bellissimo e alto. I due si sposarono e vissero felici e contenti.

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6 -IN BOCCA AL COCCODRILLO

ILLUSTRATRICE: ANGELA DE LIGUORI

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Inventa un finale diverso

DI SERENA PERRINO

Nella notte, peró, la coraggiosa Luna, montata sul suo cavallo si recó al fiume decisa a salvare in qualche modo il contadino di cui si era innamorata al primo sguardo. Arrivata al fiume, non trovava nessuno zufolo di canne di bambù perché la strega cattiva Orsola li aveva fatti bruciare tutti. Allora si diresse dal mago Obondo, e, arrivata da lui, gli chiese una fiala magica per fare addormentare il coccodrillo a bocca aperta. Cammina cammina, inciampó in un piccolo buco di fango, cominció a

urlare: <<Aiuto aiuto, qualcuno mi salvi!.>> Arrivò un airone che

la prese per le spalle e la portò al fiume. Luna diede la fiala al coccodrillo, lui si addormentò. Poi entró nella bocca della bestia e salvò Flavio. I due si sposarono, e... vissero per sempre felici e contenti.

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7 - L’ORCO MANGIALARDO ILLUSTRATRICE: Dalila Volpe

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L’ORCO MANGIALARDO PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°1

1) Una fiaba nella fiaba- Immagina e scrivi la fiaba che l’orco racconta a Giovannino

L’ORCO E LA PRINCIPESSA DI Candido Panarese

C’era una volta un orco cattivo che mangiava i bambini e trattava male tutte le persone. Un giorno vide passare una splendida fanciulla, così si nascose dietro un cespuglio e le fece delle domande: “Come ti chiami?” Lei rispose: “Mi chiamo Fiordaliso. E tu?” “Mi chiamo Mangialardo.” “Ti prego, puoi farti vedere?” replicò la principessa. Così, l’orco, di colpo, uscì e la principessa, spaventata, scappò. L’orco tornò a casa depresso; non parlava e non rideva più: l’amore che provava per lei era troppo forte. Così decise di cambiare e cominciò a trattare bene tutte le persone. Allora, la fata del bosco decise di premiarlo dandogli in dono la bellezza. Mangialardo decise di conquistare la fanciulla. Un giorno la rivide e lei gli chiese “Chi sei?” “Sono l’orco Mangialardo” rispose. La principessa rimase a bocca aperta, era sbalordita e disse: “Non ci posso credere!” I due, così, si conobbero, si sposarono e vissero felici e contenti.

Lo strano caso di Orco Blu di Federica Rainone

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C’era una volta un orco cattivo che aveva un nome buffo. Il suo nome, infatti, era Orco Blu. La sua pelle, però, non era blu ma

gialla. Neanche gli occhi blu aveva, erano anch’essi gialli. I capelli, come potete immaginare, erano gialli e non blu. Quand’era piccino lo prendevano in giro per questo. Tutti i giorni lui rimaneva in un angolino per non farsi vedere piangere. Orco Blu da piccolo era un orco buono e dolce, quando un giorno si stufò e decise di diventare cattivo. Da quel momento il suo soprannome divenne “il cattivissimo”. Faceva dispetti dalla mattina alla sera, dalle linguacce agli sgambetti. E questo era solo l’inizio, infatti quando crebbe, gli scherzi divennero sempre più pesanti. Aveva un amico, di nome Orco Giallo, anche lui cattivo. Era tutto blu. Un giorno i due amici andarono in una bottega. Orco Blu disse: -Io sono Orco Blu, e poi anche Orco Giallo si presentò. L’orca che lavorava lì, li stava prendendo per pazzi. Non riusciva a capire il perché di quei nomi che non corrispondevano al loro aspetto, così propose loro di

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scambiarseli. Gli orchi ignorarono quest’idea e andarono in un’altra bottega. Successe lo stesso fatto e i due decisero di andare all’anagrafe per scambiarsi i nomi. Orco Ugo era l’addetto ai nomi, aveva visto casi strani, ma mai come questo. Era qualcosa del tutto nuovo per lui. Quando lo scambio fu fatto i due orchi uscirono fischiettando. Da quel momento non dovettero più presentarsi e divennero buoni e affettuosi soprattutto con i bambini.

L'orco cattivo di AMELIA MANDILE

C'era una volta un orco cattivo che adorava i bambini, ma solo se cotti a puntino. Un giorno incontrò una streghetta che gli sembrava molto appetitosa e, proprio mentre stava per addentarla, lei gli disse: << Se tu non mi mangi, io potrò insegnarti molte cose, ma se tu mangerai me o altri bambini, io ti farò un maleficio, che ti farà diventare piccolo come una briciola>>. L'orco non credette alle parole della streghetta e la mangiò. Subito diventò piccolo piccolo e per lungo tempo visse in compagnia di un gruppo di formiche e imparò a collaborare con loro. Un giorno arrivò un bimbo di nome Giovannino che, afflitto e sconsolato, se ne strava tutto solo a guardare le formiche. Ad un tratto, Giovannino vide l'orco e subito strinse amicizia con lui. Ben presto divennero inseparabili. Il ragazzo gli costruì una casetta e ogni giorno gli portava da mangiare. In cambio l'orco, che nel gruppo delle formiche aveva avuto il compito di contare, dividere e moltiplicare le provviste ed era ormai esperto di tabelline, non doveva fare altro che suggerirle a Giovannino al momento dell'interrogazione. Dopo i primi voti positivi, Giovannino cominciò a non avere più paura della

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matematica. Pian piano si accorse che non aveva più bisogno dei suggerimenti dell'orco, che rimase per sempre il suo migliore amico. CAMBIARE UN PERSONAGGIO – L’orco, diventato buono, va sul comune all’ufficio anagrafe, chiedendo di poter fare volontariato e di voler cambiare nome: potrebbe essere Mangiamou, Mangiapraline, Mangiatopi…

L’ORCO MANGIALADRI DI SERENA PIA PERRINO

Ormai tutti i cittadini del bosco avevano il timore dei ladri perché ogni giorno veniva svaligiata la casa di qualcuno. Le vecchiette che vivevano da sole avevano paura di andare a letto la sera, gli adulti invece avevano paura di lasciare i figli a casa da soli per andare a fare la spesa e così pure tutti negozianti, avevano tutti la stessa paura, quella dei ladri. Ben presto la notizia di queste rapine giunse anche all'orecchio dell'orco che viveva in quel bosco e poiché era diventato buono non sopportava che i cittadini fossero così spaventati per colpa dei ladri. Così decise di fare qualcosa per loro e perciò una mattina si recò al Comune, dritto all'ufficio anagrafe perché voleva cambiare il suo nome da Mangialardo a Mangialadri. Così che ogni volta che arrivavano i ladri in una casa lui li avrebbe mangiati. Gli impiegati dell'ufficio colpiti dalla sua bontà gli cambiarono subito nome: cominciò così la caccia al ladro.

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In una notte tempestosa l'orco Mangialadri mentre era seduto vicino al focolare senti una strana puzza sotto il naso: “Sarà puzza di ladri” si disse, così decise di seguire questo odore sgradevole. Seguendo questo odore che si faceva sempre più forte, arrivò alla casa dove si erano intrufolati e li mangió in un

solo boccone. Fece così per molte altre notti. Rimase l'ultimo ladro: lo beccò nella villa comunale davanti a tantissima gente. I suoi concittadini orgogliosi di lui vollero fare una grande festa in suo onore e nella villa misero una sua statua che lo rappresentava mentre mangiava un ladro. E così vissero tutti felici, contenti e tranquilli, senza più timore dei ladri.

L’ORCO MANGIAMIELE Candido Panarese

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L’orco, diventato buono, andò sul Comune, all’ufficio anagrafe, chiedendo di cambiare nome perché era cambiato e voleva

fare volontariato. “Basta! Non voglio più essere chiamato Mangialardo. Da oggi voglio essere chiamato Mangiamiele, perché sono diventato buono e dolce. Infatti, ho deciso di fare volontariato. Mi occuperò dei bambini poveri e cercherò di farli sempre sorridere. Quando mi vedranno, non piangeranno più ma saranno felici.”

PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°3. L’orco diventa piccino come una formichina. Che ne sarà di lui? L’orca

sua madre riesce a vederlo? Inventa…

L’ORCO FORMICA di Candido Panarese

L’orco fu trasformato in una formichina. Da terra tutto sembrava enorme e aveva molta paura, soprattutto quando vedeva un piede. Aveva perso tutta la sua forza e persino il vento lo trasportava via facilmente. Mentre cercava di arrivare al castello, fece buio e così si addormentò sotto una foglia. Il giorno dopo, durante il tragitto, incontrò un cane e diventarono amici. L’orco salì sull’animale e gli diede tutte le indicazioni per arrivare alla torre. Una volta arrivati, si salutarono e l’orco formica entrò per andare dalla sua fanciulla. Arrivato nella sua stanza, non la vide e si arrabbiò molto. Così decise di andare alla ricerca di Fante e Angelica. Però, mentre scendeva le scale, fu schiacciato dalla mamma orca che lo stava cercando. Così l’orco morì.

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8 - UNA SALUMIERA PARTICOLARE

ILLUSTRATRICE: Martina Vincenti

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Inventa qualcuna delle strane ricette della salumiera Di Federica Rainone

MENU Petto di tarantola ripieno con contorno di coscette di cavalletta

fritte, patè di mosche, alghe marce

Ingredienti per una persona Una tarantola, una-due manciate di zanzare, cavallette fresche, olio extravergine di saliva, mosche fresche, alghe del mar nero marce, sale q.b.

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Procedimento: 1 – Prendere la tarantola e tagliare zampe e testa lasciando la peluria; tagliare come un panino. 2 – lasciare le zanzare in ammollo per due ore e poi riempire la tarantola. 3 – cuocere a 180° in forno preriscaldato. 4 – a metà cottura, aggiungere il sale. 5 – tagliare le coscette di cavalletta e friggerle in olio extravergine di saliva, finché non sono croccanti. 6 – bollire le mosche e a cottura ultimata lasciar raffreddare. Aggiungere olio, sale, e frullare. Con questa ricetta, si può diventare invisibili. Consiglio della chef: utilizzare durante i compiti in classe. Buon appetitooooo!!!

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9 -L’ONOREVOLE ARMANDO FESTA

ILLUSTRATRICE: ANNAPIA PIPITONE

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L'onorevole Armando Festa Fai anche tu uno scherzo all'onorevole Armando Festa, ad esempio con una telefonata, con una lettera, con un pacco postale....

Lo scherzo all’on. Festa DI AMELIA MANDILE

Armando Festa era in cucina a fare colazione con un cappuccino, un cornetto con la cioccolata e dei biscotti costosissimi. Stava appena gustando il cornetto, quando <<Din, don! >> suonò il campanello. Era il postino, che gli consegnò un pacco. Per la sua curiosità non esitò e aprì la scatola. C'erano creme di ogni tipo ed un abito nuovo proprio della sua taglia. C'era anche un biglietto dove c'era scritto: <<Complimenti! Se hai ricevuto questo pacco sei stato fortunatissimo! E’ totalmente gratuito e contiene abiti e prodotti di bellezza che puoi usare. E' importante fare prima il trattamento di bellezza e poi provare l'abito. Manda la foto con il tuo risultato finale. Il primo classificato vincerà una settimana in un centro benessere>>. Armando non aspettò neanche un secondo: lasciò il suo cornetto sul tavolo e corse a provare creme e profumi e poi indossò il vestito. Appena pronto, si guardò allo specchio e disse fra sé e sé: <<Wow! Certo che sono bellissimo ed elegantissimo! >>. Appena uscì di casa tutti coloro che lo vedevano ridevano, perché in realtà indossava dei vestiti brutti e ridicoli, che a lui sembravano belli per effetto di una magia sprigionata dalle creme che si era spalmato addosso. Finito l'effetto delle creme, capì di essere stato vittima di uno scherzo e si arrabbiò talmente tanto che gli caddero ad uno ad uno tutti i capelli.

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L’onorevole preso di mira DI MAURIZIO NIGRO I consiglieri di Festa organizzarono uno scherzo con un pacco postale, facendo credere ad Armando che fosse uno dei soliti regali degli elettori per congratularsi con lui della sua vittoria al Parlamento. Invece, all’interno, c’era una torta poggiata su una molla che, al momento dell’apertura del pacco, gli volò in faccia. In quel momento fuori dalla sua casa c’erano dei paparazzi; essi ripresero la scena e la mandarono sui social facendo divertire tante persone.

Prova a scrivere anche tu una fiaba che tocchi il tema della esasperata vanità

1 – La fata Fragolina Di Dalila Volpe C'era una volta una fata di nome Fragolina, lei passava tutto il tempo a guardarsi nello specchio. La mattina impiegava tre ore per truccarsi e pettinarsi, due ore le servivano solo per decidere cosa indossare. Il pomeriggio invece lo trascorreva presso varie estetiste, da loro si faceva fare massaggi, pedicure e manicure . Quando arrivava la sera si sentiva tanto stanca, eppure non aveva fatto un bel niente. Le altre fate stanche di vederla perdere tempo, le organizzarono un bello scherzetto Le nascosero tutti i suoi trucchi , le centinaia di vestiti che aveva nell' armadio e le altre cinquanta spazzole nel comodino . Poi si misero d' accordo con

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le estetiste e fecero in modo che ella le trovasse sempre indisponibili. La povera fragolina stava quasi per impazzire, ma ebbe tempo di riflettere e così capi' che nella vita la sostanza vale più dell' apparenza .

2 - L’ ON. A. FESTA di GEREMIA DE CRESCENZI

C’era una volta una regina molto vanitosa che si vantava del fatto che lei era la più bella ed aveva tutto l‘ oro del mondo. Lei, la regina Elisa, non aveva impegni e tutto il giorno si guardava allo specchio. Quando scendeva in paese, pretendeva che tutti si dovessero inchinare perché lei era la moglie del re. Il suo servo le faceva tutto, perché lei lo comandava a bacchetta. Un giorno doveva andare a fare un colloquio di lavoro: la regina voleva insegnare alla “Brooklyn School”, la scuola più prestigiosa! Per sostenere il colloquio stette ore e ore a farsi bellae disse al suo servo di preparare un discorso in modo che lei lo potesse leggere. Il servo scrisse un discorso molto lungo e la regina si lamentò dicendo che andava al colloquio solo per far apprezzare la sua bellezza, i discorsi erano inutili e poco importanti. Infine, lei buttò quel discorso facendosi solo ammirare. Il giorno dopo, quando le diedero i risultati, scoprì che non era stata assunta lei ma il suo servo… E vissero tutti felici e contenti, beh….non proprio tutti.

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10 - FANTASIELLA Illustratrice: EMANUELA ANNUNZIATA

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SCRITTURA CREATIVA Immagina che Fantasiella trovi marito e racconta.

1 - Fantasiella trova marito DI FEDERICA RAINONE

Fantasiella, il 26 settembre di un anno imprecisato, decise di voler trovare marito. Il suo compagno ideale doveva essere alto, muscoloso, insomma un vero e proprio modello. Fantasiella decise di iscriversi su un sito in cui puoi trovare l’amore online. Come foto di profilo, scattò un selfie e con Photoshop lo modificò, per sembrare più giovane e bella. Iniziò a chattare con qualcuno, ma nessuno sembrava l’uomo giusto. Quando all’improvviso vide una foto di un ragazzo bellissimo. Volle subito conoscerlo e si diedero appuntamento alle 16.35 al bar degli innamorati. Entrambi avevano modificato le loro foto di profilo, e quando si incontrarono faccia a faccia rimasero sconvolti. Fantasiella e Babbo Natale si erano incontrati. Le loro foto insieme erano sulla prima pagina di tutte le riviste di gossip. Era uno scoop. In un lampo divennero la coppia del momento e su tutti i social network l’hashtag più usato era #BabboSiella. Ah,che bella coppia!

2 - AMORE A PRIMA VISTA

DI AMELIA MANDILE Una delle caratteristiche di Fantasiella era appunto la fantasia. Le piaceva creare, disegnare, colorare e, quando vide un cartello con su scritto "Cercasi professore per il liceo artistico", entusiasta, pensò che fosse il lavoro adatto a lei. Fu subito assunta e qui conobbe il professore di Costruzioni, il prof.

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Natale, un uomo grosso, con i capelli bianchi, che aveva un sorriso dolcissimo. Il prof. Natale era un tipo originale, insegnava a costruire giocattoli e faceva indossare ai suoi alunni degli strani abiti verdi. A Fantasiella piacque molto, tra loro fu amore a prima vista e ben presto si sposarono. Il prof. Natale era un golosone e comprava troppe caramelle e cioccolatini, ma Fantasiella sapeva che gli facevano male e ogni volta glieli nascondeva. Inoltre l’ uomo costruiva troppi giocattoli e la loro casa ne veniva invasa. Fantasiella non voleva togliergli la sua passione, ma non voleva neanche essere sommersa dai giocattoli, così fece un patto con il marito: verso la fine di ogni anno, anzi, per essere precisi, la notte del 24 dicembre, avrebbe dovuto prendere la sua slitta e portare a tutti i bambini del mondo i giocattoli e liberare completamente la casa. Per le caramelle e cioccolatini ci avrebbe pensato lei. Infatti mise un annuncio in cui invitava i bambini ad appendere una calza, perché la notte del 5 gennaio sarebbe passata lei a riempirla di dolcetti. Scrivi anche tu una fiaba sul tema della diversità.

La bambola diversa

Di Federica Rainone C’era una volta un anziano uomo che creava delle bambole di stoffa. Tutte le bambole erano davvero belle, per questo vendeva molto. Da quando iniziò questo lavoro, tutte le sue creazioni sembravano fanciulle ricche e ben vestite. Ma un giorno, pensò

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di cambiare, cucendo una bambola un po’ più bruttina e all’apparenza povera e malandata e la mise in vetrina. Tutte le bambine che passavano davanti quella bottega disprezzavano la bambola diversa. Il tempo passava e tutte le creazioni venivano vendute, tranne quella. Quando, una mattina, una dolce ragazzina, anche lei diversa perché sorda, vide la bambola disprezzata da tutte le fanciulle e se ne innamorò. Così con alcuni spiccioli acquistò il giocattolo, ed era felice, perché era diverso da tutti gli altri e quindi unico, come lei. Da quel momento, le sue compagne smisero di essere invidiate dalla bambina sorda ed iniziarono ad invidiarla, perché era unica.

Lipogramma in “i” Il LIPOGRAMMA è un gioco linguistico che consiste nel trascrivere

la storia senza usare la vocale proibita. E’ utilissimo perché i ragazzi sono costretti a trovare sinonimi e perifrasi

DI Antonio Lavinea

C’era una volta una befana molto strana che stava al piano 160 della casa delle befane, fatta da nuvole colorate. Lavorava solo una volta all’anno, alla festa della befana, naturalmente e, dato che era stufa, trascorreva le ore cantando al karaoke. Era una befana anomala, non regalava cose pronte: a Mara, che voleva una bambola, aveva regalato l’occorrente per farsela; a Luca, che voleva qualche pupazzo, aveva regalato stoffe e tempere. E ad Andrea che voleva un treno, un pezzo di legno. Accadde che la befana lesse un fatto sconvolgente: l’uccello che porta bebè stava scomparendo e cercavano persone brave per dare una mano. La befana non poteva credere a questo,

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sarebbe stato un secondo lavoro per se stessa! Prese un cappello alla romana e andò con la sua scopa volante che stava dormendo accanto al fuoco e che le volò tra le gambe facendola volare all’esterno. Andarono dall’uccello che porta bebè. La befana prendendo un caffè offertole, affermò che ella sarebbe stata la persona adatta, possedendo un brevetto-volo e tempo da vendere. L’uccello, allora, le consegnò il lavoro; doveva prendere qualche pargolo dall’albero-bebè e curare quel terreno con l’acqua della bellezza e consegnare le lettere delle mamme future. Doveva andare nel paese Monocolore dove le creature avevano un aspetto latteo e colore smorto. La befana andò nell’orto col suo grande sacco senza neanche bucarlo, perché era molto lacero e scelse le acque per far crescere. Accanto a quelle della bellezza ce ne erano tante ancora nuove: fratellanza, fama e bontà. Ella le usò, attese, scelse quattro bebè che depose nel sacco (…)

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Fantasiella Scrivi anche tu una fiaba sulla diversità

1 -Nel Regno di Margherilandia

DI AMELIA MANDILE

Tanto tempo fa, nel regno di Margherilandia, vivevano solo margherite. Il regno era circondato da alte mura e nessuna margherita si era mai chiesta cosa ci fosse al di là di esse. Come tutte le primavere, le mamme attendevano la nascita delle loro piccoline. Ma quella primavera accadde qualcosa di strano. Lilly, la più dolce di tutte le margherite, diede alla luce un fiore diverso, una rosa. Lilly non si chiese il perchè, era la sua bimba e per lei era bellissima. Le altre margherite non la pensavano come lei. Per loro quel fiore era diverso, perciò brutto. Il primo giorno di scuola Rosa conobbe tante margheritine, che giocarono con lei allegramente, perchè la trovavano molto simpatica e a loro non importava il suo colore e la sua forma. Ma subito tutte le mamme cambiarono classe alle loro piccole per allontanarle da Rosa. <<Quel fiore non è come noi, è meglio starne alla larga!>> diceva una<<Non c'é da fidarsi!>>, borbottava l'altra. Ma Rosa un'amica ce l'aveva, la piccola Meggie che non l'aveva abbandonata. Rosa sapeva di avere un'amica speciale e questo le bastava per sopportare le cattiverie. Meggie e Rosa si divertivano tanto a giocare insieme. Rosa era bravissima in disegno ed era molto fantasiosa. Un giorno provò a mischiare il giallo, il bianco ed il verde, cioè i pochi colori che esistevano nel regno di Margherilandia, con il rosso dei suoi petali. Creò così l'arancione, il rosa ed il viola, con i quali colorò i petali della sua amica. Il risultato fu talmente bello, che da allora tutte le margherite vollero essere colorate. Per soddisfare tutte le

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richieste Rosa aprì un negozio, dove lavorava solo su prenotazione. Quando ormai era diventata famosa, ecco comparire l'uccellino pasticcione che aveva fatto cadere per errore nel regno di Margherilandia il semino dal quale era nata la piccola Rosa. Spiegato l'errore, voleva riportarla a casa sua, al di là delle mura. Ma ormai era tardi, le margherite avevano imparato ad apprezzare i colori e la diversità e non avrebbero mai rinunciato a Rosa. Fu così che furono abbattute le mura e creato Prato Fiorito, un unico meraviglioso regno, dove vissero allegramente insieme tutti i fiori del mondo.

2 - UN NERO E TANTI BIANCHI di Benedetta Ruosi

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Un giorno nella penisola italiana, dove erano tutti di pelle bianca, giunse un extracomunitario nero di nome Abdull. Gli italiani , però, non accettavano assolutamente i neri, ma lui non lo sapeva e si diresse in una meravigliosa città, la più bella che gli italiani avessero: Napoli. Ad Abdull sembrava di essere in paradiso, ma non conosceva un antico detto italiano: “ Chi a Napoli arriverà, presto la morte subirà”. Abdull si avviò tranquillo per le strade di Napoli ma tutte le persone che incontrava gli dicevano di andare via, lui però non se ne curava. Arrivata la sera, si sedette su una panchina di fronte al mare e si addormentò. Gli italiani decisero di ucciderlo ma lui si svegliò di colpo e li pregò di non farlo perché non conosceva le usanze e le tradizioni locali; gli abitanti del luogo , però, decisero lo stesso di ammazzarlo ma non più con la pistola ma legandogli i piedi ad una catena collegata ad un peso di 100 kg. Buttarono a mare il masso che si trascinò il povero Abdull. Per dieci anni nessuno parlò più dell’accaduto ma poi, uno alla volta, gli autori di quel gesto di grave razzismo si pentirono; fecero recuperare lo scheletro del ragazzo e si impegnarono a convivere con gli stranieri di qualunque colore o religione. Fu costruito anche un monumento per ricordare quel triste episodio di 10 anni prima e si decise di metterlo proprio su una collina di Napoli. Da quel giorno Napoli divenne la città più famosa e tollerante del mondo.

3 - MATTIA, IL PICCOLO EXTRACOMUNITARIO

di CHIARA BELLO

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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C’era una volta un bambino di nome Mattia, aveva 10 anni e frequentava la quinta elementare. Era basso, con i capelli mori e gli occhi verdi,un po’ introverso. L’unico suo problema era che si allontanava sempre da tutti, per via che si sentiva diverso dagli altri e, se qualcuno gli si avvicinava, lui girava la faccia o la metteva sul banco e non parlava mai. Le sue maestre per cinque anni provarono a farlo parlare, ma il ragazzo appena ci provava scoppiava in lacrime, così chiamarono i genitori senza capire che il problema erano proprio questi. Il piccolo faceva così perché all’età di tre anni era stato abbandonato e trovato da una sessantenne di nome Maria, che lo aveva cresciuto. Il giorno del quinto compleanno di Mattia, in un incidente stradale, Maria la madre adottiva morì; l’unica persona che rimase accanto a Mattia fu il padre che all’età di 70 anni si uccise perché era troppo addolorato per la perdita della sua amata. Dopo quest’ultima perdita, Mattia si chiuse nel silenzio e nella solitudine. Adesso il piccolo Mattia ha quarantanove anni ed é ancora alla ricerca dei suoi genitori che lo avevano abbandonato all’età di tre anni.

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LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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11 - Il VICO DEL NERO ILLUSTRATRICE :MARTINA SODANO

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IL VICO DEL NERO

PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°2

Immagina di voler raccontare la storia a un tuo amico e scrivigli una lettera. Se preferisci puoi scrivere anche un

articolo di cronaca.

LA GAZZETTA DELLE FIABE Rinvenuto un morto nel vico del nero

di MAURIZIO NIGRO

Nella serata di ieri è stato rinvenuto il cadavere di un uomo che viveva nel Vico del Nero, un vico puzzolente e infestato da topi. Il nome dell’uomo era Aristide, un inventore del posto che veniva accudito da un extracomunitario che ogni giorno gli portava da mangiare. Quando i carabinieri sono entrati nella sua abitazione hanno scoperto alcune invenzioni dell’uomo: un attaccapanni che cammina; una lampada parlante; pupazzi –robot capaci di preparare il caffè e accendere il fuoco. La gente del posto non immaginava che i rumori provenienti dalla casa fossero dovuti alle invenzioni di Aristide e pensava all’esistenza di un lupo mannaro presente nel vico.

Lettera ad Antonio

di Candido Panarese

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Caro Antonio, voglio raccontarti una storia incredibile accaduta nel mio paese. Nel mio paesello, in una stradina stretta, buia e fetida, chiamata da tutti “Vico del Nero”, abitava uno strabiliante inventore chiamato Aristide. Su “Vico del Nero” esistono molte leggende: ad esempio, una di queste dice che qui vive un grosso lupo mannaro. Mass, il Nero, portava ogni giorno il cibo ad Aristide e fu proprio lui ad accorgersi che Aristide era morto, perché il cibo che gli portava rimaneva sempre lì. Quella notte tutti udirono strani rumori, lamenti e pianti provenire dal vicoletto. L’indomani Mass passò di lì ed ebbe tanta paura nel vedere delle orme sudicie. Io e tutti gli altri cittadini pensammo fosse un lupo e così il tenente Locascio si recò sul posto. Appena entrò, si spaventò tanto a causa delle numerose ragnatele, accese la luce e sentì la lampadina parlare, un attaccapanni robot gli si avvicinò e gli tolse soprabito e berretto e, molti altri oggetti, che lui pensava inanimati, presero vita. Poi sentì quei pianti e scoprì che provenivano dalla scimmietta di Aristide, Amatilla, che era rimasta sola. L’appuntato Sam chiamò il tenente e gli disse che fuori c’era un uomo disposto ad adottare la scimmia. Quest’uomo era Mass, che, solo e triste, trovò così compagnia nella scimmia. Caro Antonio, questa storia è molto bella perché ci insegna che due esseri umani soli possono darsi coraggio e amarsi a vicenda. Il tuo amico Candido

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Scrivi anche tu una fiaba che abbia come protagonista un extracomunitario DI MAURIZIO NIGRO C’era una volta un extracomunitario di nome Zagaria che vendeva oggetti in spiaggia. Tutti i giorni camminava per chilometri cercando di vendere qualche oggetto. Di solito i turisti lo ignoravano o al massimo gli concedevano qualche sorriso. Zagaria non si scoraggiava e continuava ogni giorno a fare lo stesso percorso. Una mattina notò che in spiaggia c’erano molte persone che cercavano di aiutare un bambino finito in acqua. Tuttavia ancora nessuno si era buttato in mare. Fu così che Zagaria preparò uno dei suoi salvagente e, senza pensarci, si buttò in acqua e recuperò il bambino. Da quel momento Zagaria divenne l’ eroe della spiaggia ed ebbe l’ammirazione di tutti, compreso il sindaco del paese, che gli regalò una medaglia.

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VICO DEL NERO PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°3

INVENTA UNA FIABA CHE ABBIA COME PROTAGONISTA UN EXTRACOMUNITARIO

UN GRANDE CALCIATORE di Candido Panarese

C’era una volta un bambino chiamato Abdù, che viveva in un posto molto strano. Abdù abitava in una vecchia e misera casa con la sua povera famiglia e non poteva mai uscire perché fuori c’era un mostro che sparava e uccideva tutti ed era capace di far crollare le case. Abdù era molto triste della vita che conduceva e ogni giorno chiedeva alla mamma: ”Mamma, perchè non andiamo a vivere in un posto migliore dove i bambini possono giocare e divertirsi?” Un giorno, la mamma scoppiò a piangere perché suo figlio non era felice e così decise di accontentarlo. Dopo qualche giorno, Abdù e la sua famiglia salirono su una barca. Su questa barca il bambino vide tantissime persone e pensò: “L’uomo che sta guidando è un mago perché sta portando tutti noi a vivere una vita migliore!” L’uomo era un mago molto cattivo, che aveva fatto salire sulla barca troppe persone. Così, molti caddero in mare e morirono. Per fortuna Abdù e la sua famiglia si salvarono e arrivarono in Italia. Qui Abdù cominciò ad andare a scuola ed era felice perché ogni giorno vedeva tanti bambini. Però, gli altri lo chiamavano “negro” e lo lasciavano sempre solo.

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Un giorno successe un fatto strano: mentre gli altri giocavano a pallone, lui non riusciva a tenere ferme le gambe e così entrò in campo. Prese il pallone e cominciò a correre. Il pallone non si staccava dai suoi piedi: era sicuramente un incantesimo! Abdù corse verso la porta e segnò; gli altri lo guardarono stupiti: il “negro” era più bravo di loro! Un allenatore che lo aveva visto lo fece giocare nella sua squadra e così Abdù divenne un grande calciatore.

Prova a raccontare la vicenda partendo dal finale e andando a ritroso.

Di Serena Canzanelli

Che bel gesto quello di Moss, di adottare la scimmietta di nome Amatilla. L’ aveva trovata nel camino dell’inventore Aristide, il tenente Locascio , quel giorno che numerose telefonate di gente spaventata lo avevano costretto ad andare li . Appena arrivò Moss trovò la scimmietta tutta impaurita perché non aveva mai visto così tante persone che avevano paura di lei . Moss visto che aveva un buon cuore la adottò.La scimmietta era molto contenta perché finalmente poteva divertirsi con una persona e non vivere più in solitudine.

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12 - IL CICLOPE ESAU’ ILLUSTRATRICE: DALILA VOLPE

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IL RIASSUNTO

Di Benedetta Ruosi

Sull’isola degli antropofagi viveva il Ciclope Esaù, era un essere

sporchissimo. Un giorno disse a suo padre che voleva fare il

macellaio. Il padre era contrario, perché da 30 generazioni che

si lavorava con il ferro. La mamma però lo accontentò, e lo

mandò da suo cugino Orcobortolo che era il miglior macellaio

dell’isola.

Esaù in poco tempo diventò bravissimo. Era adorato da tutti,

suo zio mise persino dei tavolini di pietra, come un bar. Tutti

amavano la sua carne, non c’era neanche bisogno di incartarla

per portarsela via, la divoravano in un secondo.

Un giorno Esaù disse allo zio che si sarebbe sposato con una

bellissima donna: Mestera. Subito la conquistò e così lei diventò

vinaia della macelleria di Esaù. Il suo vino era molto buono e

piaceva a tutti.

Esaù era sulla riva del mare e stava mangiando un gabbiano,

quando arrivò dal mare una bottiglia che conteneva un

messaggio. Il gabbiano ne approfittò, perché visto che Esaù

non sapeva leggere, gli disse che se lo avrebbe lasciato libero

lui gli avrebbe letto il messaggio. Esaù accettò, ed il gabbiano

iniziò a leggere il messaggio, c’era scritto che una ragazza era

stata rapita da una strega che si cibava dei suoi capelli per

essere immortale.

Esaù senza esitare andò da Mestera, le raccontò tutto e partì.

Viaggiando trovò una torre, era proprio quella in cui era

rinchiusa la ragazza. Si avvicinò alla torre per liberare la

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ragazza, mentre la strega mangiava i suoi capelli. Il corvo la

colse di sorpresa e con il becco l’avvolse con i capelli che stava

mangiando. Esaù, il gabbiano e la ragazza scapparono.

Tornati sull’isola ella raccontò tutto, che suo padre era il mago

Orlando e sua madre una fata. Il padre le regalò i capelli per

l’immortalità, mentre la madre le regalò di scambiare

l’immortalità con cosa voleva. L’immortalità quindi la scambio

con l’isola degli antropofagi e farla diventare l’isola de pescatori,

insegnò loro l’igiene vissero tutti puliti e contenti !

. Prova a raccontare la vicenda con un diverso ordine, cioè partendo dalla nascita di Aissia

Di Federica Rainone

“E’ nata, è nata!” aveva urlato lo zio Mago Orlando, abbracciando la moglie Fata Perla. Aissia, così venne chiamata la principessa. Ricevette due regali:dallo zio, una chioma fatata che le donava l’immortalità; dalla zia,la possibilità di scambiare l’ immortalità. E da quando Aissia venne al mondo, la strega voleva a tutti i costi quei capelli.

Dopo qualche mese nacque, in un altro luogo a noi sconosciuto, un ciclope di nome Esaù. Già dalla nascita era brutto, sporco e davvero puzzolente. Crebbe e volle diventare un macellaio, non il fabbro come si faceva ormai da generazione nella sua famiglia.

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Intanto anche Aissia crebbe e venne rinchiusa in una torre dalla strega, che si cibava dei suoi capelli per avere la vita eterna. Allora la principessa gettò in mare u messaggio una bottiglia, nella speranza di essere salvata.

Nel frattempo Esaù fu mandato nell’ isola degli antropofagi, per imparare dallo zio Orcobortolo l’arte dello squarta, dissossa e spezzetta. Lì trovò per moglie un’ orca chiamata Mestera, che faceva per il marito e lo zio la vinaia.

Un giorno, sulla spiaggia, Esaù prese un gabbiano parlante, Filiberto, e trovò anche il messaggio di Aissia. Lo fece leggere da Filiberto, a patto di lasciarlo libero.

Così crearono una zattera e andarono a salvare la principessa nella torre. La strega fu imprigionata nei capelli che stava mangiando e la fanciulla trasformò quell’isola in un’isola di pescatori, grazie al dono della zia. Ne divenne la regina e vissero tutti felici e contenti.

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13 -IL DOTTORE DELLE BAMBOLE

ILLUSTRATRICE: AMELIA MANDILE

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IL DOTTORE DELLE BAMBOLE PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°1

Melissa racconta in varie pagine di diario la storia in

ordine cronologico , cioè da quando , presa in giro dai compagni perché non è brava a scuola, decide di

dedicarsi ad una bambola

IL DIARIO DI MELISSA di Candido Panarese

15 dicembre Caro diario, oggi la mia amica di banco mi ha detto tra i denti: “Non ti azzardare a copiare ché tanto lo so che non sai fare le divisioni…”. Stavo per piangere, perché è proprio vero, sai. Ma ho trattenuto con orgoglio le lacrime. Anche Alfredo, mio fratello, ha provato a ferirmi. Rideva e mi diceva: “Tabula rasa, tabula rasa…”. Ma forse c’è qualcosa in cui sarei brava, e io voglio dimostrarlo a tutti: voglio dedicarmi a una bambola. E’ quasi Natale, scriverò alla Befana per chiedergliene una. 6 gennaio Caro diario, oggi è l’Epifania e io ho trovato un regalo bellissimo accanto al caminetto. Indovina! Ti aiuto: ha capelli di lana rossa e indossa una salopette verde con una camicetta a quadratini bianchi e rossi. Ma sì, è la mia nuova supersplendida bambola Belinda! Ah, finalmente è arrivato questo fantastico momento! Non aspettavo altro! Finalmente avrò compagnia e con lei potrò giocare, fare la manicure, pettinarla e… molte altre cose. Caro diario, scusa se in tutti questi giorni non ho riempito le tue pagine.

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Però adesso sono molto triste. Io e la mia bambola abbiamo la febbre e possiamo alzarci dal letto solo per andare dal dottore e solo oggi pomeriggio. Ciao diario, auguraci buona fortuna… Eccomi ritornata, queste ore mi hanno resa sempre più triste! Belinda è ammalata e il dottore ha detto che lo sono anche io, perchè una bambola e la sua padroncina sono come gemelli siamesi. Domani dovrò essere operata. Però, se la befana scoprirà che Belinda è ammalata, la riprenderà con sé. No, non ce la faccio a stare senza la mia adorata bambola! Caro diario, per oggi basta, ho scritto troppo. Perciò ti saluto e ci rivedremo domani dopo l’intervento. 19 febbraio Ah, mi sono tolta di dosso un peso! Siamo arrivati dal dottore e là mi è stato riferito che la bambola era scomparsa. Io ero impaurita e ho chiesto al dottore di darmi delle informazioni. Lui mi ha detto che la befana l’aveva portata via ma lui era riuscito a recuperarla, poi mi ha condotta in una stanza segreta in cui, in trenta minuti, ha operato Belinda. L’intervento è andato per il meglio e io ho potuto riavere la mia adorata bambola.

Melissa racconta Di SERENA CANZANELLI

15 Dicembre 2014

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Caro diario, oggi la mia amica di banco mi ha detto tra i denti :”Non ti azzardare a copiare che tanto lo so che non sai fare le divisioni…”.Stavo per piangere , perché è proprio vero , sai ma ho trattenuto con orgoglio le lacrime . Anche Alfredo , mio fratello , ha provato a ferirmi. Rideva e mi diceva :”Tabula rasa, tabula rasa…”.Ma forse c’è qualcosa in cui sarei brava , e io voglio dimostrarlo a tutti: voglio dedicarmi ad una bambola, è quasi Natale, scriverò alla Befana per chiedergliene una. 6 Gennaio 2014 Caro diario, oggi è l’ Epifania e io ho trovato un regalo bellissimo accanto al caminetto. Indovina !!!! Ti aiuto : ha capelli di lana rossa e indossa una salopette verde con una camicetta a quadratini bianchi e rossi. Dai, E’ facilissimo: è una bambola . Oggi sono felicissima perché ora ho finalmente qualcuno che mi sta a sentire e non dice niente. 27 Gennaio 2016 Caro diario, sono molto dispiaciuta perché la mia bambola si è ammalata , ora sono in sala d’ attesa per far controllare la mia bambola di pezza. E’ arrivato il nostro turno, sono molto ansiosa perché non voglio che la mia Belinda abbia qualcosa di grave . Siamo appena entrati e il dottore ha detto che deve operarci l’ indomani perché stiamo molto male. Ho sentito dire dal dottore che se stava male la bambola anche la sua padroncina sarebbe stata male .

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Tornati a casa io e la mia mamma Bice abbiamo preparato una valigia con dentro due mutandine per me e per Belinda, due pigiamini , due canotte e due paia di pantofole . L’ indomani la mamma ci ha portate in clinica. Il dottore ci ha portato subito in sala operatoria , ha cominciato a cambiare tutti gli ingranaggi e ne ha messo poi uno nuovo. Io ero molto ansiosa mentre stavano operando la mia Belinda . Mentre lei era in sala operatoria io ho fatto una preghiera alle fate delle bambole poiché tutto andasse bene. Ad un certo punto e uscita la sua segretaria con una voce rauca disse:” La tua bambola é sparita”. Subito dopo uscì il dottor Corradino e disse :” Vieni con me!”. Il dottor Corradino mi ha portato in una sorta di laboratorio , segreto. Mi ha fatto avvicinare ad un acquario con dei dei pesci magnifici. Corradino poi ha avvicinato il suo stetoscopio vicino ad una ranocchia parlante: era orribile! Lei si chiamaGreen ed è la consigliera del dottore , infatti , gli ha detto dottore dove si trova la bambola . Nella notte il piccolo dottore è andato a rapire la mia dolce Belinda .Subito dopo è andato nel suo laboratorio, l’ha operata e poi siamo tornate a casa. Da quel momento me ne prendo cura ancora di più.

IL DOTTORE DELLE BAMBOLE PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA N°2

Inventa una fiaba che abbia come protagonista la Befana

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1 - CHE BELLA BEFANA!

Di Candido Panarese ”Basta! Mi dimetto!” urlò la befana guardandosi allo specchio. Era triste e ormai stanca di essere rappresentata come una vecchia brutta con il naso adunco e vestita di stracci. Addirittura i bambini cantavano: “La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col cappello e la sottana viene viene la befana”. Ma come facevano a dire questo se non l’avevano mai vista? Forse era stato quell’invidioso di Babbo Natale a spargere questa voce! In realtà, lei era una donna giovane e bellissima: aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi verdi e un fisico mozzafiato. E poi, ma quale scopa! Lei portava i doni ai bambini a bordo di una navicella spaziale supersonica! Perciò decise di non portare più regali e se ne andò a sciare. Si stava proprio rilassando, quando una sera, al TG3, cominciarono a parlare di lei: i bambini del mondo erano tristi e in lacrime perché non avevano ricevuto i doni desiderati. Allora, la befana si commosse e capì che i bambini le volevano bene anche se la immaginavano brutta. E così riprese il suo lavoro, perché la cosa più importante era rendere felici i bambini.

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2 - La Befana furbacchiona

di Federica Rainone C’era una volta una befana. Sembrava abbastanza normale: anziana, naso grande, viso rugoso, qualche dente mancante, il foulard in testa, una scopa vecchia. Ma nascondeva un terribile segreto: lei era giovane, quindi si travestiva, e il 7 gennaio andava nelle case dei bambini dove aveva portato i doni e, spacciandosi per povera, li riprendeva. Ah, che furba ‘sta befana! In questo modo i regali erano sempre gli stessi e facevano a turno fra i bambini: che bel metodo anti_crisi! Un anno finse di essere una migrante siriana senzatetto. Nel paesino in cui lavorava, gli abitanti erano tutti generosi e quindi cascavano puntualmente ogni anno nel tranello della befana Linda. Viveva in una grande casa e aveva un cane: Bill. Lui era giocherellone. Il suo mantello color nero, le orecchie grandi e una coda sempre scodinzolante. Le dimensioni erano medio piccole, la razza Jack Russell.

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14 - UNA STORIA ADDORMENTATA

ILLUSTRATRICE: AMELIA MANDILE

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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Una storia addormentata Questa fiaba tocca temi quali l’amore non corrisposto, l’amore omosessuale, l’amicizia. Inventa ancora un altro finale

Il gran finale

Di Ferdinando Fumo

Lug si svegliò dal suo sonno triste, causato dall’aviatore e, vide questa bella fanciulla di nome Ain che si era presa cura di lui e che aveva cercato in ogni modo di fargli tornare nel cuore quella gioia di una volta, ma all’improvviso Lug si accorse che Ain si era trasformata in ghiaccio.

Ne ammirò quella bellezza che il ghiaccio aveva reso “vitrea” e che sembrava renderla ancora più ammirabile. Capì quanto aveva sbagliato a non rendersi conto di quella meraviglia che era stata al suo fianco.

Quel ghiaccio gli riscaldò l’animo, il suo animo da scrittore e, nel riprendere la penna scrisse una nuova storia, una storia d’amore, la loro storia.

Lug non si stancava mai di leggerla, sperava che in quel modo avrebbe riportato in vita la fanciulla di ghiaccio, alla fine di ogni lettura una lacrima rigava il volto della fanciulla e creava dei solchi nel ghiaccio.Lug continuò per giorni, senza mai stancarsi. Voleva arrivare al cuore di Ain per liberarlo da quel ghiaccio freddo e gelido, per ritrasformarlo in un cuore caldo e pieno di gioia. Quando ci riuscì l’inverno dell’animo di Ain lasciò il posto ad una primavera eterna.

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Percorsi di scrittura creativa pag. 114

“Una storia addormentata”

FEDERICO BARBUTO

Ain continuò a stare sul corpo di Lug. Ella rimase, il suo amore era troppo forte e non si tolse da dosso. Rimase lì per giorni e giorni, mesi e mesi. Passò un anno. I primi sei mesi Ain fu molto felice perché stava vicino alla persona che amava e faceva caldo, gli altri sei mesi Ain fu triste ed ebbe molto freddo dato che le stalattiti le avevano trapassato il cuore . Secondo la legenda, le stagioni nacquero così…ah! Volete sapere che fine hanno fatto Ain e Lug? Si sono uniti e sono diventati una stella che ancora oggi viaggia nello spazio.

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15 - STREFOLLANDIA Illustratrice: Martina Sorrentino

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Strefollandia–GIOCABOLARIO

Com’è fatta la pozione che fa diventare buoni? Inventa la ricetta. Puoi farlo pure in rima

RICETTA SPECIALE

Di Federica Rainone

Una zampa di ragno

che vive vicino uno stagno, un verme essiccato

dopo il gioco dell’impiccato, sette occhi di gufi

che sono stati rinchiusi, gira, mescola, ma non assaggiare

potrebbe per te essere letale aggiungi undici scarafaggi

trovati nelle tende di esseri saggi, infine un po’ di latte

di un pastore chiamato Aratte. Gira, mescola, lo puoi ormai offrire

ma la ricetta non far scoprire.

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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Ora, una Filastrocca

Di Federica Rainone

Da streghelli a folletti tutto ciò che meno ti aspetti

così ti trasformerai e buono diventerai ma stai attento sai

la realtà dentro te rimarrà non farla però uscire

te ne potresti anche pentire esaranno guai

perchè cattivo ritornerai.

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16 - CAPPUCCETTO ROSSO ILUSTRATRICE: CHIARA BELLO

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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Lipogramma in “I”. La fiaba di Cappuccetto Rosso dal punto di vista

dell’uccellino.

DI FRANCESCO MONTELEONE Campo nel bosco, dentro un grosso albero accanto alla casa appartenente alla dolce Cappuccetto Rosso. E sono un po’ suo angelo custode: la accompagno ovunque. E quella volta che sua madre la mandò dalla nonna, pensavo dentro me che qualcosa molto brutta stesse per accadere. Allora la guardavo da lontano seguendola. Ella era buona e voleva prendere le rose per sua nonna, che amava tanto, non pensando a quello che le aveva detto la mamma. Mentre andava dalla nonna, un lupo la fermò per farle qualche domanda e proporle una corsa. Cappuccetto accettò la scommessa e quel lupo arrivò a casa della nonna perché aveva fame. Dopo averla pappata, andò a letto con la casacca da notte della nonna. Non potevo fermare Cappuccetto, che entrò a casa della nonna. La scena fu per me uno shock. Cappuccetto faceva delle domande al lupo. Quel lupo la guardò e la pappò. Passò un uccellatore accanto alla casa della nonna. L’uccellatore entrò nella casa e lacerò l’addome del lupo e salvò Cappuccetto e la nonna. Dopo averle salvate, Bernardo prese qualche oggetto per colmare l’addome del lupo, che, quando provò a correre, ruzzolò per la montagna.

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17 - UN LUPO VITTIMA ILLUSTRATORE: GEREMIA DE CRESCENZI

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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Un lupo vittima Percorsi di scrittura creativa

Far incontrare personaggi di fiabe diverse

Immagina che questa Cappuccetto incontri Lucignolo, l’amico di Pinocchio: saranno amici o nemici? Fai volare

la tua fantasia e racconta.

Di Martina Sodano

Un giorno Cappuccetto uscì con i suoi amici. Michele disse:<<We raga! Questo è Lucignolo, un mio caro amico! Da oggi farà parte della nostra banda.>> Cappuccetto appena lo vide se ne innamorò e gli disse:<< Ehi tu, Lucignolo, dammi il tuo braccio che ti scrivo il mio numero.>> Lucignolo rimase sorpreso e passò tutta la giornata a pensarla a pensarla. Quando arrivò sera, Lucignolo si chiuse nella sua stanza e mandò un messaggio a Cappuccetto. La ragazzina gli rispose subito e da quel momento si fidanzarono. Formarono una strana coppia, una coppia molto affiatata. Lucignolo infatti, quando Cappuccetto sbagliava qualcosa, era pronto a rimproverarla. Ma siccome Cappuccetto lo amava, lui la perdonava sempre.

PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREARE UN NUOVO PERSONAGGIO E UN DIALOGO

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CAPPUCCETTO, PESSIMA ALUNNA

DI Candido Panarese

“Buonasera, professore, sono la mamma di Cappuccetto Rosso”. “Cara signora, vostra figlia è la peggiore della classe ed io le metterò 4 in pagella.” “Ma… Come! Lei mi ha sempre detto che va benissimo…” “No, no signora; non ci siamo proprio: a scuola è sempre distratta e non vuole mai essere interrogata. Non so proprio come devo fare con lei! Non lo so proprio!” “Non ci posso credere!” “Credeteci, signora, credeteci. Sono disperato!” “Ok, non vi preoccupate. Appena ritornerò a casa, la metterò in castigo. Le toglierò il PC per un mese e non le farò più incontrare le amiche.” “Avete ragione, signora. Fate veramente bene! No, meglio, toglietele whatsapp per tre mesi. Con quell’app si fa passare i compiti dai compagni.” “Sì, avete ragione. Grazie professore. Arrivederci.” “No, un attimo. Devo dirvi un’altra cosa. Vostra figlia è anche bugiarda. Pensate che l’altro giorno ha detto che lei e sua nonna sono state mangiate da un lupo e sono state salvate da un cacciatore che ha tagliato la pancia del lupo e le ha fatte uscire. E’ grave, signora! E’ veramente grave!”

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18 - HANSEL E GRETEL

ILLUSTRATORE: Nicolò Cutolo

Leggere e scrivere fiabe cover

GAZZETTA DELLE FIABE

PERCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

Cambiare la tipologia testuale: l’ARTICOLO DI CRONACA

Immagina di essere un cronista e scrivi anche tu un articolo

di giornale su una fiaba.

L’articolo televisivo

Di Mariapia Annunziata

Buongiorno a tutti. E come sempre benvenuti su TG8. Oggi ci

sarà uno scoop favoloso riguardante la casa della vecchina

continuamente derubata. Due bimbi, incastrati mentre

rubavano dolci, confessano: “Sì, siamo stati noi ma non

abbiamo di che nutrirci”.

Ve ne parlerà la nostra inviata Francesca Esposito.

“Ciao a tutti. Stiamo vedendo passare le volanti della Polizia

mentre invece prima è passata l’ambulanza per prendere la

vecchina ormai con il corpo ricoperto da ustioni di terzo grado.

I bimbi sono stati arrestati e portati nel carcere minorile “Bimbi

pazzi”, dopo aver dichiarato di essere loro i colpevoli. La madre

e il padre sono stati condannati a tre anni di reclusione per aver

abbandonato i piccoli e la vecchina è deceduta all’ospedale

“Bella vita”:Grazie per la vostra attenzione. Alla prossima!”

La gazzetta delle fiabe

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

89 CLASSE I H – A.S. 2015-2016 – COORDINAMENTO: PROF.SSA SONIA D’ALESSIO

HANSEL E GRETEL, LADRI DI DOLCIUMI, PRESI CON

LE MANI NEL SACCO.

AFFIDATI A UN NUTRIZIONISTA

Di Candido Panarese Oggi, dopo un’attenta indagine svolta dalla polizia, sono stati arrestati Hansel e Gretel, due pericolosi ladri di dolciumi. Questi due ragazzi, all’apparenza dolci e gentili, sono stati capaci di mangiare in poche ore la casa di una povera strega, che per la disperazione si è suicidata, buttandosi nel forno. Non è la prima volta che i due facevano ciò, ma

stavolta sono stati colti con le mani nel sacco. Infatti, quando gli agenti sono arrivati sul luogo, hanno visto i due che avevano già mangiato il tetto, le porte e le finestre e la casa stava quasi per crollare. Adesso la famiglia della strega ha chiesto un risarcimento. I due ragazzi saranno portati in un carcere minorile e saranno affidati a un nutrizionista.

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19 - LE MOGLI DI BARBABLU’ ILLUSTRATORE: Francesco Monteleone

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

91 CLASSE I H – A.S. 2015-2016 – COORDINAMENTO: PROF.SSA SONIA D’ALESSIO

Le mogli di Barbablù Immagina che Barbablù sia un tipo assai scherzoso e che, d’accordo con una emittente televisiva, e con la complicità di quelle dame appese (che in realtà sono attrici che si fingono morte) abbia organizzato una candid camera. Insomma, è tutto uno scherzo: riscrivi tu il finale!

Di Emanuela Annunziata

”Anna vedi qualcuno?”

“ Si, due cavalieri in lontananza. Ora li distinguo, sono proprio i nostri fratelli”

Intanto Barbablù gridava così forte da far tremare tutta la casa. La povera moglie gli si gettò ai piedi supplicandolo di risparmiarla e cercando di prendere tempo. Ma quegli prima rise e poi le strillò sul viso , guardandola con occhi ridenti ma allo stesso tempo irati. La faccia della moglie rimase impietrita e l’espressione diventò stranita e perplessa, mentre il marito rideva a crepapelle. I fratelli, appena arrivati, spalancarono la porta e si misero a ridere, altro che sguainare le spade … si misero a ridere come matti! Poi si sentirono risate provenire anche dalla stanza in cui soggiornava Anna e quando ne uscì era tutta rossa, talmente rideva. Si sentirono anche grosse risate provenire dal corridoio che portava allo stanzino segreto! Le sette mogli di Barbablù, o meglio le sette bravissime attrici, uscirono dal corridoio con un bicchiere di champagne in mano, brindavano … E a guardarle bene, il loro non era sangue, bensì succo di lamponi e barbabietola frullata, che cospargeva i vestiti

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stracciati. Era una perfetta presa in giro. Poi si accorse di avere pure l’amplificatore all’orecchio, collegato al microfono di Barbablù, in modo che la voce sembrasse più imponente e forte :” Cara, non ti arrabbiare, era per scherzare … e per metterti alla prova …” disse Barbablù ridendo ancor di più. Lei però se la prese e per farsi perdonare, Barbablù organizzò una grandissima festa alla sera, con tutti gli amici e i parenti.

Inutile dire che vissero tutti felici e contenti, beatamente.

Intervista un personaggio delle fiabe

Di Mariapia Annunziata

Intervista alla moglie di Barbablù

- Dove era al momento dell’accaduto? Cosa ha visto al momento dell’accaduto? Che fine hanno fatto le sette mogli di suo marito? Perché sono state uccise? – così tutti i giornalisti tempestano la vittima di domande, cercando di poter fare la loro intervista.

- Che sia l’ultima volta, capito? -

E così la moglie di Barbablù inizia a parlare.

- Avevo organizzato un pomeriggio da passare con le mie amiche, quando poi, presa dall’ansia di vedere cosa ci fosse in quello stanzino, l’ho aperto. C’erano sette cadaveri di donne appesi al muro che facevano rabbrividire di spavento, e una grossa pozza di sangue.

- Poi che cosa ha fatto? - Sono andata via ma, sbadatamente, ho fatto cadere la chiave

facendola sporcare. - Quando è arrivato suo marito, cosa ha detto vedendo la

chiave sporca di sangue?

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

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- Devi morireeeee….!!!

E qui la donna sviene e si interrompe l’intervista.

INVENTA UN LIMERICK SU BARBABU’

Di EMANUELA ANNUNZIATA

Limerick

C’era un misterioso Barbablù

Che uccideva sempre più

Un giorno una donna sposò

E le disse:” Ti ucciderò!”

Quello psicopatico di Barbablù

DI MARIAPIA ANNUNZIATA

C’ERA UN SIGNORE ASSAI BRUTTINO

CHE ERA UNO SPIETATO ASSASSINO

LE SUE MOGLI AMMAZZAVA

A STAR IN UNO STANZINO LE CONDANNAVA

QUELL’ASSASSINO SIGNORE BRUTTINO

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L’antefatto: racconta cosa è successo prima che la piccola fiammiferaia uscisse di casa.

Di Emanuela Annunziata

Un grosso sbadiglio precedette il lento e stanco muoversi degli occhi. La piccola fiammiferaia era sveglia. Già sentiva le urla dei suoi genitori, intenti a vendere ad una bancarella di legno marcio frutta e verdura, quella poca che riuscivano a coltivare in quei pochi metri quadri di terreno, per tutto il mese di dicembre … poi non era neanche un mese che offriva abbastanza cibo nell’agricoltura. La sua famiglia si dava da fare, eh sì: suo fratello si occupava di tagliare la legna, ci faceva i fiammiferi e ci accendeva quel flebile falò di sera. Se era assai fortunato, ne abbatteva uno o due alla settimana, e per quei pochi pezzi di legno doveva pure viaggiare tanto, inoltre, come se non bastasse, viaggia anche a piedi!

Sua madre e suo padre, coltivavano la terra, ereditata dalla nonna morta,quel poco che ricavavano lo vendevano, ma avevano solo qualche cliente di passaggio, che compravano per necessità …

Lei, la piccola fiammiferaia, vendeva i fiammiferi che il fratello diciannovenne faceva; a volte mischiava terra e acqua per formare il fango, che usava per ricoprire i buchi della casa.

Appena il padre la vide le mise un grembiule ricolmo di fiammiferi, dicendole:” Sta’ attenta, porta i soldi, tuo fratello, tua madre ed io ci stiamo impegnando, ieri abbiamo raccolto il necessario per un pranzo, se tu non fai la tua parte, non mangerai!” e spingendola verso la strada, le diede un pezzo di panino tra le mani: era piccolo ma sufficiente per tutto il giorno, per una abituata come lei.

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20 - LA PICCOLA FIAMMIFERAIA

ILLUSTRATORE: Pierfrancesco Squillante

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Scrivere l’ANTEFATTO:

Cos’era accaduto in casa prima che la bambina uscisse?

Di MARIAPIA ANNUNZIATA

Mentre la bimba dormiva nella sua casa, sentì uno strano

rumore e delle urla. Il padre urlava contro la mamma: “Ora esci

e chiedi l’elemosina o dormirai fuori!!”. Poi, però, questo

diavolo, vedendo la bimba, decise di affidare tale compito alla

piccola, pensando che la gente provasse pena per una

bambina. La mandò fuori con due pantofole enormi e dei

pacchetti di fiammiferi che avrebbe dovuto vendere. Nient’altro.

E la bimba, prima di uscire, rispose al padre: “Papà, fa freddo,

io ho pure paura di uscire da sola la notte di Natale. Ma il padre

le regalò allora tre schiaffi e un calcio.

La piccola – lo sapete già – morì e la madre e il padre finirono

in prigione.

Cambiare la tipologia testuale: l’INTERVISTA .

Immagina di essere un cronista e INTERVISTA UN

PERSONAGGIO DELLE FIABE

DI Angela De Liguori

- Signorina Biancaneve, cosa ha provato il giorno che è

stata avvelenata dalla regina?

- Beh, Mike, io non me lo aspettavo per niente, mi ha colto

di sorpresa, mai mi sarei aspettata che una vecchina cos

indifesa potesse nascondere la perfida regina. Subito dopo

aver addentato la mela, mi sono sentita malissimo.

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- Come si è sentita al suo risveglio?

- Subito dopo il bacio del principe, ho sentito che ilmio

sangue iniziava a fluidificarsi e improvvisamente ho avuto la

sensazione di tepore e benessere.

- - Ma ora, dov’è la regina che tutti temono?

- - È stata rinchiusa nello specchio e lo specchio a sua

volta è stato riposto in un baule con doppio lucchetto, sa, non

si sa mai!

- Come ha fatto a intrappolarla nello specchio?

- Semplice, Mike! I miei amici nani, insospettiti dal

comportamento della regina, hanno rotto lo specchio, che ha

risucchiato la regina al suo interno: loro sono esperti della

stessa magia nera.

- Ed ora, quando ci sarà il matrimonio?

- In verità, il principe mi ha già chiesto di sposarlo e

cominceremo i preparativi a breve.

- Avete già scelto il luogo?

- Sì, ma preferisco non dirlo, sa per evitare la calca dei

fotografi.

- Almeno ci può dire di quanti piani sarà la torta?

- Mi dispiace, neanche questa notizia posso riferire perchè

l’esclusiva del matrimonio è stata venduta alla rivista rosa

“Sorrisi e Favole”.

- Ok, Signore e Signori, avete appena ascoltato l’intervista

alla futura regina, questo è tutto, da Mike Favoletto. Ciao e

linea allo studio.

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