Legge Fornero da cambiare: indispensabile gestire il …2017/08/24  · Trasparenza e legalità:...

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18 Quotidiano di Sicilia Giovedì 24 Agosto 2017 La salute, un bene da difendere QdS .it UOTIDIAODISICILIA Era il dicembre 2011 e la Professo- ressa Fornero spiegava alla TV che l’aumento dell’età pensionabile varato dal Governo avrebbe prodotto un cir- colo virtuoso, creando maggiore occu- pazione. Tutti capirono subito che sarebbe accaduto l’esatto contrario. Era del tutto evidente che bloccando l’uscita dal lavoro per tre anni, in quel periodo nessun giovane sarebbe stato assunto, e questo la Professoressa For- nero non poteva non saperlo. La Cimo, espresse subite una posi- zione fortemente critica sulla riforma e per bocca dei suoi rappresentanti isti- tuzionali parlò della Legge Fornero come di un “trattenimento coatto in servizio”, di “una nuova forma di pri- gionia” e di “futuri inquietanti scenari della vita in corsia per i nuovi ultra- sessantenni”. La Cimo fece anche presente che il mantenimento obbligato in servizio avrebbe inevitabilmente aggravato gli enormi problemi dei medici ospeda- lieri, legati all’avanzare dell’età, ai problemi fisici, alla stanchezza men- tale, al calo di entusiasmo, all’insoddi- sfazione per la remunerazione bloccata, alla mancanza di stimoli per la progressione di carriera abolita, al ti- more di sempre più frequenti conten- ziosi legali. Oggi, con l’attuale governo, non si vedono sbocchi per rivedere e modifi- care la legge Fornero in tempi brevi ed anche la proposta presentata il 30 aprile 2013 alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Damiano e Baretta, giace abbandonata dagli stessi che l’avevano presentata. Certamente la lotta della Cimo a livello nazionale per la revisione dell’attuale riforma pen- sionistica continuerà in tutte le sedi preposte e con tutte le armi che il no- stro sindacato potrà porre in campo, ma è chiaro che nessuna risposta si potrà ottenere prima dell’insediamento del nuovo esecutivo dopo le prossime elezioni politiche. Nel frattempo un altro importante appuntamento elettorale si avvicina, quello delle elezioni per il rinnovo del Parlamento siciliano. La Cimo è un sindacato di categoria e pertanto, opera in nome e per conto degli iscritti ai quali risponde, e proprio in virtù di tale mandato ritiene di poter avanzare una proposta a chi (chiunque esso sia ed a qualunque formazione politica appar- tenga) verrà designato come prossimo assessore alla Salute in Sicilia. La proposta è semplice: chiedere al futuro assessore di emanare una circo- lare o un decreto o una legge regionale che autorizzi i direttori generali ad eso- nerare i medici ospedalieri in servizio che hanno compiuto o superato i ses- sant’anni di età e che ne facciano espressa richiesta, dai turni di guardia e di reperibilità notturni. Un tale provvedimento, rappresen- terebbe una giusta opportunità per tutti quei colleghi che volessero avvaler- sene, oltre che rappresentare un cor- retto modo di gestire la grande risorsa delle Aziende sanitarie rappresentata dal Personale Medico. I “vecchi” medici ancora in servizio vanno considerati una risorsa in ter- mini di esperienza e di conoscenza da trasmettere ai nuovi assunti, ma se uti- lizzati in maniera impropria rappre- sentano anche un rischio. A sessant’anni i tempi di recupero dalla privazione del sonno si dilatano, la stanchezza dovuta anche ai primi ac- ciacchi fisici si amplifica, il burn out aumenta esponenzialmente. E così, da preziosa risorsa da sfruttare per gestire al meglio la fase di transizione tra “vecchi e giovani”, questi soggetti di- ventano fonte di accresciuto rischio clinico, trasmettendo insicurezza ai più giovani colleghi invece che aiutarli nella loro crescita professionale. Col perdurare dell’attuale situa- zione, si rischia di saltare una fase fon- damentale nel ricambio generazionale, di far venir meno l’indispensabile pas- saggio del testimone nella staffetta tra vecchi e giovani. Sulle piste in cui si disputano le gare di atletica leggera, la corsia è delimitata da strisce bianche disegnate sul tartan, un confine che il regolamento vieta di oltrepassare, pena la squalifica. È una gara appassionante la staffetta, una corsa da fare tutta d’un fiato, dove l’entusiasmo e le grida di incitamento del pubblico crescono fra- zione dopo frazione, fino ad arrivare all’ultima, la più importante, quella in cui c’è spesso il veterano di mille gare che consegna il testimone al quarto compagno di gara, il più giovane e il più veloce, fermandosi a guardarne l’agile falcata, incitandolo sommessa- mente ad andare sempre più forte in- contro al filo di lana posizionato sul traguardo, per poter alla fine esplodere in quella gioia incontenibile, liberato- ria, per una vittoria che rappresenta il giusto premio ai tanti sacrifici e alle tante ore di allenamento. Nelle corsie ospedaliere non ci sono strisce bianche dipinte sui pavimenti, ma esistono comunque regole da ri- spettare e limiti da non oltrepassare, che non ti insegnano nemmeno al- l’Università ma si apprendono col tempo e finiscono col formare quel ba- silare bagaglio di conoscenza e di prin- cipi etici, indispensabili per l’esercizio della professione medica. Come nelle gare di atletica, anche nella profes- sione medica è importante avere qual- cuno in grado di trasmettere la propria esperienza ai più giovani, un mentore che ti conforti nei momenti difficili e che ti sproni a dare il meglio di te stesso. Come nella staffetta che si corre sulle piste degli stadi di atletica, anche in ospedale diventa cruciale il mo- mento del passaggio del testimone, so- prattutto nell’ultima frazione, quella dove il vecchio medico ormai stanco e prossimo alla pensione, si ferma a guardare compiaciuto il giovane col- lega correre incontro alla sua vita e alla sua professione e in cuor suo grida “va’, corri, è il tuo momento, non fer- marti, io il mio l’ho già fatto, adesso tocca a te”. Privare i medici e gli ospedali sici- liani di questa rilevante opportunità sa- rebbe sbagliato e il rischio è quello di compromettere la formazione di gio- vani medici magari preparatissimi ma privi dell’indispensabile esperienza ne- cessaria a gestire al meglio le enormi potenziali risorse di cui sono portatori. È quindi fondamentale garantire la gradualità del passaggio generazionale senza trasformarlo in salto generazio- nale creando quindi un vuoto difficile da recuperare e da colmare. Spetta alla politica recepire le istanze del sindacato e di una categoria che viene sempre più spesso bistrattata e comoda soltanto per fare da capro espiatorio da additare all’opinione pubblica per giustificare le disfunzioni della sanità pubblica. Invece di cercare di addossare tutte le responsabilità delle inefficienze sui medici, la politica ha il preciso dovere di ascoltare le proposte degli attori del sistema sanitario, di chi lo vive nel quotidiano, di chi ne conosce a mena- dito limiti e possibilità di migliora- mento. La nostra proposta non vuole avere pretesa di panacea, sicuramente ne andranno aggiunte altre, ma è al- trettanto certo che il ricambio genera- zionale dopo anni di blocco delle assunzioni va gestito e non abbando- nato al proprio destino. Attendiamo adesso che la politica faccia finalmente la propria parte. Giuseppe Riccardo Spampinato Segretario Regionale Cimo Legge Fornero da cambiare: indispensabile gestire il ricambio generazionale in corsia PAGINA IN COLLABORAZIONE FRA CIMO E QDS PER LA CAMPAGNA ETICA RISORGIMENTO SICILIA Il prossimo assessore dovrebbe autorizzare i Dg ad esonerare i medici over 60 dai turni Il tema della trasparenza nella Pub- blica amministrazione è in Italia rela- tivamente recente e negli ultimi anni ha conosciuto un’evoluzione signifi- cativa. Come spesso è accaduto in ma- teria di diritti civili e libertà individuali il nostro Paese arriva con molti anni di ritardo. Siamo forse un popolo rifles- sivo o magari preferiamo imparare dal- le altrui esperienze se non dagli erro- ri. E spesso ci piace scopiazzare da al- tri, adottando addirittura terminologie estere, ricorrendo anche all’inglesiz- zazione delle nostre stesse leggi. Negli Stati Uniti d’America il Free- dom Of Information Act (FOIA) risa- le al 1966 ed è una legge sulla libertà d’informazione che garantisce la tra- sparenza della pubblica amministra- zione nei confronti del cittadino, ma anche il diritto di cronaca e la libertà di stampa. Questo fondamentale testo normativo fu poi integrato dal Priva- cy Act del 1974 per conciliare il dirit- to di cronaca e di informazione con la privacy individuale e infine con l’E- FOIA, allo scopo di regolamentare l’accesso ai documenti elettronici. A distanza di 50 anni esatti dal te- sto americano, rinunciando alla nostra tradizionale originalità e tradizione lin- guistica, anche in Italia abbiamo fi- nalmente avuto il nostro Foia, tra- guardo raggiunto con il decreto legi- slativo 97 del 2016, passando attra- verso svariati interventi normativi: dalla Legge 241 del 1990, poi modi- ficata col Decreto 85 del 2005, alla Legge 69 del 2009 e ancora alla co- siddetta Riforma Brunetta (D.Lgs. 150 del 2009) che aveva previsto ri- correndo ad un altro inglesismo (!!) il concetto di total disclosure, cioè la to- tale accessibilità delle informazioni per favorire un controllo diffuso del ri- spetto dei principi di buon andamen- to ed imparzialità nella P.A. Le norme adottate negli ultimi ven- t’anni hanno in realtà prodotto scarsi e stentati risultati e molto spesso le ri- chieste inoltrate dai cittadini sono state ampiamente disattese, con una pubblica amministrazione che ha finora fatto di tutto per non ottemperare agli obblighi di legge, che ponevano in re- altà numerosi vincoli e fornivano escamotage per svicolare. È così finora venuto meno quel ruolo di pilastro nella lotta alla corru- zione, intesa anche come distorsione di quella imparzialità richiesta al- l’azione amministrativa pubblica e tutelata dalla stessa Costituzione Ita- liana (Art. 97 comma 1). Il binomio trasparenza-prevenzione della corruzione si è fino ad oggi are- nato nelle secche di interpretazioni giu- ridiche e nelle resistenze a garantire il diritto di accesso alle informazioni ri- chieste, come dimostrato da uno stu- dio del 2013 condotto dall’Associa- zione “Diritto di Sapere” dal quale si evince che nel 73% dei casi la P.A. ita- liana ha risposto in maniera insoddi- sfacente alle richieste di informazio- ne. Oggi il Foia italiano spazza via gran parte di quei lacciuoli e cavilli giu- ridici che hanno frenato l’affermazio- ne di una vera trasparenza nel nostro Paese, con il riconoscimento del diritto di chiunque di ottenere e riutilizzare i dati e i documenti detenuti dalle pub- bliche amministrazioni, ulteriori ri- spetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubbli- ci e privati giuridicamente rilevanti. È dunque giunto anche nel nostro Paese il passaggio dal bisogno di co- noscere al diritto di conoscere, definito in un apposito parere dal Consiglio di Stato come una “rivoluzione coperni- cana per l’ordinamento nazionale”. Ma prima di cantar vittoria dobbiamo fare i conti con le ataviche resistenze di chi la pubblica amministrazione la gestisce e cercare di comprenderne i perché. Occupandosi di sanità e di sa- lute, Cimo, il sindacato dei medici ha voluto verificare a distanza di un anno dall’entrata in vigore del D.Lgs. 97 se qualcosa è realmente cambiato nella pubblica amministrazione e, nel- lo specifico, nelle aziende sanitarie si- ciliane. Collegandoci ai siti internet delle va- rie Asp, aziende ospedaliere e ospe- daliero-universitarie, l’impressione che se ne trae a prima vista è quella di un’adesione abbastanza variegata alla nuova normativa. Alcuni di questi siti hanno messo ben in evidenza il link “Amministrazione Trasparente”, in altri bisogna cercarlo in un elenco di link scritto in caratteri piccoli, ma bene o male tutte le Aziende sanitarie han- no ottemperato alla disposizione di Legge. Scavando più a fondo ed en- trando all’interno della sezione dedi- cata alla Trasparenza, un primo segnale inquietante è che quasi nessuno ha ag- giornato Regolamenti Aziendali e ri- ferimenti alla norma attualmente in vi- gore. C’è chi cita la “nuova” norma- tiva del 2013 ma anche chi ha già prov- veduto ad aggiornarsi con il Foia e mettersi al passo coi tempi. Al di là del mancato aggiornamento dei siti azien- dali che certamente è relativo a un fat- to meramente tecnico, abbiamo ri- scontrato ampia variabilità da un’azien- da sanitaria all’altra sulla effettiva disponibilità delle informazioni pre- vista dalla Legge. Spesso gli obblighi di pubblicazio- ne vengono interpretati in maniera sog- gettiva, applicandoli ai soli atti deli- berativi in corso di pubblicazione, dimenticando che la nuova normativa prevede la pubblicazione integrale dei documenti per almeno 3 anni e la creazione di un archivio storico con la sintesi della delibera. In alcuni casi l’accesso informatico ai documenti è veramente difficoltoso. Alcune azien- de non ottemperano per niente agli ob- blighi di pubblicazione integrale. Al- tre sezioni relative alla Trasparenza ap- paiono inoltre estremamente lacuno- se. Insomma, tranne rare eccezioni, sembra ci sia ancora molto da lavora- re per poter rendere effettive le inno- vazioni normative introdotte dal D.Lgs. 97 del 2016. Certo, il perdurare di alcune situa- zioni riscontrate non può che far na- scere sospetti e illazioni nei cittadini che continuano a vedersi privare di un diritto sancito per Legge. Ma non vo- gliamo certo rischiare di inseguire dietrologie a buon mercato, né inge- nerare dubbi di paventate illegalità. Siamo certi che col tempo tutti, prima o poi, si adegueranno. Restiamo fidu- ciosi nel veder realizzato anche nelle nostre aziende sanitarie pubbliche il pieno diritto all’accesso delle infor- mazioni, ben sapendo che purtroppo la celerità non è tra le qualità finora di- mostrate dal management attuale. Ma in ogni caso una cautelativa segnala- zione all’Anac non guasterà di certo. Giuseppe Bonsignore Responsabile Comunicazione Cimo Sicilia Trasparenza e legalità : ancora lontano il pieno recepimento del Foia, introdotto in Italia dal Dlgs 97/16 Aziende ospedaliere siciliane, altro che case di vetro L’esperienza dei medici anziani testimone da passare ai giovani © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Giuseppe R. Spampinato Giuseppe Bonsignore Nell’Isola quasi nessuna Azienda ha aggiornato i regolamenti

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18 Quotidiano di SiciliaGiovedì 24 Agosto 2017La salute, un bene da difendereQdS.it

UOTIDIAODISICILIA

Era il dicembre 2011 e la Professo-ressa Fornero spiegava alla TV chel’aumento dell’età pensionabile varatodal Governo avrebbe prodotto un cir-colo virtuoso, creando maggiore occu-pazione. Tutti capirono subito chesarebbe accaduto l’esatto contrario.Era del tutto evidente che bloccandol’uscita dal lavoro per tre anni, in quelperiodo nessun giovane sarebbe statoassunto, e questo la Professoressa For-nero non poteva non saperlo.La Cimo, espresse subite una posi-

zione fortemente critica sulla riformae per bocca dei suoi rappresentanti isti-tuzionali parlò della Legge Fornerocome di un “trattenimento coatto inservizio”, di “una nuova forma di pri-gionia” e di “futuri inquietanti scenaridella vita in corsia per i nuovi ultra-sessantenni”.La Cimo fece anche presente che il

mantenimento obbligato in servizioavrebbe inevitabilmente aggravato gli

enormi problemi dei medici ospeda-lieri, legati all’avanzare dell’età, aiproblemi fisici, alla stanchezza men-tale, al calo di entusiasmo, all’insoddi-sfazione per la remunerazionebloccata, alla mancanza di stimoli perla progressione di carriera abolita, al ti-more di sempre più frequenti conten-ziosi legali.Oggi, con l’attuale governo, non si

vedono sbocchi per rivedere e modifi-care la legge Fornero in tempi brevi edanche la proposta presentata il 30aprile 2013 alla Camera dei Deputatidagli onorevoli Damiano e Baretta,giace abbandonata dagli stessi chel’avevano presentata. Certamente lalotta della Cimo a livello nazionale perla revisione dell’attuale riforma pen-sionistica continuerà in tutte le sedipreposte e con tutte le armi che il no-stro sindacato potrà porre in campo,ma è chiaro che nessuna risposta sipotrà ottenere prima dell’insediamentodel nuovo esecutivo dopo le prossimeelezioni politiche.Nel frattempo un altro importante

appuntamento elettorale si avvicina,quello delle elezioni per il rinnovo delParlamento siciliano. La Cimo è unsindacato di categoria e pertanto, operain nome e per conto degli iscritti aiquali risponde, e proprio in virtù di talemandato ritiene di poter avanzare unaproposta a chi (chiunque esso sia ed aqualunque formazione politica appar-tenga) verrà designato come prossimoassessore alla Salute in Sicilia.La proposta è semplice: chiedere al

futuro assessore di emanare una circo-lare o un decreto o una legge regionaleche autorizzi i direttori generali ad eso-nerare i medici ospedalieri in servizioche hanno compiuto o superato i ses-sant’anni di età e che ne faccianoespressa richiesta, dai turni di guardiae di reperibilità notturni.Un tale provvedimento, rappresen-

terebbe una giusta opportunità per tuttiquei colleghi che volessero avvaler-sene, oltre che rappresentare un cor-

retto modo di gestire la grande risorsadelle Aziende sanitarie rappresentatadal Personale Medico.I “vecchi” medici ancora in servizio

vanno considerati una risorsa in ter-mini di esperienza e di conoscenza datrasmettere ai nuovi assunti, ma se uti-lizzati in maniera impropria rappre-sentano anche un rischio. Asessant’anni i tempi di recupero dallaprivazione del sonno si dilatano, lastanchezza dovuta anche ai primi ac-ciacchi fisici si amplifica, il burn outaumenta esponenzialmente. E così, dapreziosa risorsa da sfruttare per gestireal meglio la fase di transizione tra“vecchi e giovani”, questi soggetti di-ventano fonte di accresciuto rischioclinico, trasmettendo insicurezza ai piùgiovani colleghi invece che aiutarlinella loro crescita professionale.Col perdurare dell’attuale situa-

zione, si rischia di saltare una fase fon-damentale nel ricambio generazionale,di far venir meno l’indispensabile pas-saggio del testimone nella staffetta travecchi e giovani. Sulle piste in cui sidisputano le gare di atletica leggera, lacorsia è delimitata da strisce bianchedisegnate sul tartan, un confine che ilregolamento vieta di oltrepassare, penala squalifica. È una gara appassionantela staffetta, una corsa da fare tutta d’unfiato, dove l’entusiasmo e le grida di

incitamento del pubblico crescono fra-zione dopo frazione, fino ad arrivareall’ultima, la più importante, quella incui c’è spesso il veterano di mille gareche consegna il testimone al quartocompagno di gara, il più giovane e ilpiù veloce, fermandosi a guardarnel’agile falcata, incitandolo sommessa-mente ad andare sempre più forte in-contro al filo di lana posizionato sultraguardo, per poter alla fine esploderein quella gioia incontenibile, liberato-ria, per una vittoria che rappresenta ilgiusto premio ai tanti sacrifici e alletante ore di allenamento.Nelle corsie ospedaliere non ci sono

strisce bianche dipinte sui pavimenti,ma esistono comunque regole da ri-spettare e limiti da non oltrepassare,che non ti insegnano nemmeno al-l’Università ma si apprendono coltempo e finiscono col formare quel ba-silare bagaglio di conoscenza e di prin-cipi etici, indispensabili per l’eserciziodella professione medica. Come nellegare di atletica, anche nella profes-sione medica è importante avere qual-cuno in grado di trasmettere la propriaesperienza ai più giovani, un mentoreche ti conforti nei momenti difficili eche ti sproni a dare il meglio di testesso. Come nella staffetta che si corresulle piste degli stadi di atletica, anchein ospedale diventa cruciale il mo-

mento del passaggio del testimone, so-prattutto nell’ultima frazione, quelladove il vecchio medico ormai stanco eprossimo alla pensione, si ferma aguardare compiaciuto il giovane col-lega correre incontro alla sua vita e allasua professione e in cuor suo grida“va’, corri, è il tuo momento, non fer-marti, io il mio l’ho già fatto, adessotocca a te”.Privare i medici e gli ospedali sici-

liani di questa rilevante opportunità sa-rebbe sbagliato e il rischio è quello dicompromettere la formazione di gio-vani medici magari preparatissimi maprivi dell’indispensabile esperienza ne-cessaria a gestire al meglio le enormipotenziali risorse di cui sono portatori.È quindi fondamentale garantire lagradualità del passaggio generazionalesenza trasformarlo in salto generazio-nale creando quindi un vuoto difficileda recuperare e da colmare.Spetta alla politica recepire le

istanze del sindacato e di una categoriache viene sempre più spesso bistrattatae comoda soltanto per fare da caproespiatorio da additare all’opinionepubblica per giustificare le disfunzionidella sanità pubblica.Invece di cercare di addossare tutte

le responsabilità delle inefficienze suimedici, la politica ha il preciso doveredi ascoltare le proposte degli attori delsistema sanitario, di chi lo vive nelquotidiano, di chi ne conosce a mena-dito limiti e possibilità di migliora-mento. La nostra proposta non vuoleavere pretesa di panacea, sicuramentene andranno aggiunte altre, ma è al-trettanto certo che il ricambio genera-zionale dopo anni di blocco delleassunzioni va gestito e non abbando-nato al proprio destino. Attendiamoadesso che la politica faccia finalmentela propria parte.

Giuseppe Riccardo SpampinatoSegretario Regionale Cimo

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i Dg ad esonerarei medici over 60 dai turni

Il tema della trasparenza nella Pub-blica amministrazione è in Italia rela-tivamente recente e negli ultimi anniha conosciuto un’evoluzione signifi-cativa. Come spesso è accaduto in ma-teria di diritti civili e libertà individualiil nostro Paese arriva con molti anni diritardo. Siamo forse un popolo rifles-sivo omagari preferiamo imparare dal-le altrui esperienze se non dagli erro-ri. E spesso ci piace scopiazzare da al-tri, adottando addirittura terminologieestere, ricorrendo anche all’inglesiz-zazione delle nostre stesse leggi.Negli Stati Uniti d’America il Free-

dom Of Information Act (FOIA) risa-le al 1966 ed è una legge sulla libertàd’informazione che garantisce la tra-sparenza della pubblica amministra-zione nei confronti del cittadino, maanche il diritto di cronaca e la libertàdi stampa. Questo fondamentale testonormativo fu poi integrato dal Priva-

cy Act del 1974 per conciliare il dirit-to di cronaca e di informazione con laprivacy individuale e infine con l’E-FOIA, allo scopo di regolamentarel’accesso ai documenti elettronici.A distanza di 50 anni esatti dal te-

sto americano, rinunciando alla nostratradizionale originalità e tradizione lin-guistica, anche in Italia abbiamo fi-nalmente avuto il nostro Foia, tra-guardo raggiunto con il decreto legi-slativo 97 del 2016, passando attra-verso svariati interventi normativi:dalla Legge 241 del 1990, poi modi-ficata col Decreto 85 del 2005, allaLegge 69 del 2009 e ancora alla co-siddetta Riforma Brunetta (D.Lgs.150 del 2009) che aveva previsto ri-correndo ad un altro inglesismo (!!) ilconcetto di total disclosure, cioè la to-tale accessibilità delle informazioni perfavorire un controllo diffuso del ri-spetto dei principi di buon andamen-to ed imparzialità nella P.A.Le norme adottate negli ultimi ven-

t’anni hanno in realtà prodotto scarsie stentati risultati e molto spesso le ri-chieste inoltrate dai cittadini sonostate ampiamente disattese, con unapubblica amministrazione che ha finorafatto di tutto per non ottemperare agliobblighi di legge, che ponevano in re-altà numerosi vincoli e fornivanoescamotage per svicolare.È così finora venuto meno quel

ruolo di pilastro nella lotta alla corru-zione, intesa anche come distorsionedi quella imparzialità richiesta al-l’azione amministrativa pubblica etutelata dalla stessa Costituzione Ita-liana (Art. 97 comma 1).

Il binomio trasparenza-prevenzionedella corruzione si è fino ad oggi are-nato nelle secche di interpretazioni giu-ridiche e nelle resistenze a garantire ildiritto di accesso alle informazioni ri-chieste, come dimostrato da uno stu-dio del 2013 condotto dall’Associa-zione “Diritto di Sapere” dal quale sievince che nel 73% dei casi la P.A. ita-liana ha risposto in maniera insoddi-sfacente alle richieste di informazio-ne.

Oggi il Foia italiano spazza viagran parte di quei lacciuoli e cavilli giu-ridici che hanno frenato l’affermazio-ne di una vera trasparenza nel nostroPaese, con il riconoscimento del dirittodi chiunque di ottenere e riutilizzare idati e i documenti detenuti dalle pub-bliche amministrazioni, ulteriori ri-spetto a quelli oggetto di pubblicazioneobbligatoria, nel rispetto dei limitirelativi alla tutela di interessi pubbli-ci e privati giuridicamente rilevanti.È dunque giunto anche nel nostro

Paese il passaggio dal bisogno di co-noscere al diritto di conoscere, definitoin un apposito parere dal Consiglio diStato come una “rivoluzione coperni-cana per l’ordinamento nazionale”. Maprima di cantar vittoria dobbiamo

fare i conti con le ataviche resistenzedi chi la pubblica amministrazione lagestisce e cercare di comprenderne iperché. Occupandosi di sanità e di sa-lute, Cimo, il sindacato dei medici havoluto verificare a distanza di unanno dall’entrata in vigore del D.Lgs.97 se qualcosa è realmente cambiatonella pubblica amministrazione e, nel-lo specifico, nelle aziende sanitarie si-ciliane.Collegandoci ai siti internet delle va-

rie Asp, aziende ospedaliere e ospe-daliero-universitarie, l’impressioneche se ne trae a prima vista è quella diun’adesione abbastanza variegata allanuova normativa. Alcuni di questisiti hannomesso ben in evidenza il link“Amministrazione Trasparente”, inaltri bisogna cercarlo in un elenco dilink scritto in caratteri piccoli, ma beneo male tutte le Aziende sanitarie han-no ottemperato alla disposizione diLegge. Scavando più a fondo ed en-trando all’interno della sezione dedi-cata alla Trasparenza, un primo segnaleinquietante è che quasi nessuno ha ag-giornato Regolamenti Aziendali e ri-ferimenti alla norma attualmente in vi-gore. C’è chi cita la “nuova” norma-tiva del 2013ma anche chi ha già prov-veduto ad aggiornarsi con il Foia emettersi al passo coi tempi.Al di là delmancato aggiornamento dei siti azien-dali che certamente è relativo a un fat-to meramente tecnico, abbiamo ri-scontrato ampia variabilità da un’azien-da sanitaria all’altra sulla effettivadisponibilità delle informazioni pre-vista dalla Legge.Spesso gli obblighi di pubblicazio-

ne vengono interpretati in maniera sog-gettiva, applicandoli ai soli atti deli-berativi in corso di pubblicazione,dimenticando che la nuova normativaprevede la pubblicazione integraledei documenti per almeno 3 anni e lacreazione di un archivio storico con lasintesi della delibera. In alcuni casil’accesso informatico ai documenti èveramente difficoltoso.Alcune azien-de non ottemperano per niente agli ob-blighi di pubblicazione integrale. Al-tre sezioni relative alla Trasparenza ap-paiono inoltre estremamente lacuno-se. Insomma, tranne rare eccezioni,sembra ci sia ancora molto da lavora-re per poter rendere effettive le inno-vazioni normative introdotte dal D.Lgs.97 del 2016.Certo, il perdurare di alcune situa-

zioni riscontrate non può che far na-scere sospetti e illazioni nei cittadiniche continuano a vedersi privare di undiritto sancito per Legge. Ma non vo-gliamo certo rischiare di inseguiredietrologie a buon mercato, né inge-nerare dubbi di paventate illegalità.Siamo certi che col tempo tutti, primao poi, si adegueranno. Restiamo fidu-ciosi nel veder realizzato anche nellenostre aziende sanitarie pubbliche ilpieno diritto all’accesso delle infor-mazioni, ben sapendo che purtroppo lacelerità non è tra le qualità finora di-mostrate dal management attuale. Main ogni caso una cautelativa segnala-zione all’Anac non guasterà di certo.

Giuseppe BonsignoreResponsabile Comunicazione

Cimo Sicilia

Trasparenza e legalità: ancora lontano il pieno recepimento del Foia, introdotto in Italia dal Dlgs 97/16

Aziende ospedaliere siciliane, altro che case di vetro

L’esperienza dei medici anzianitestimone da passare ai giovani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giuseppe R. Spampinato

Giuseppe Bonsignore

Nell’Isola quasinessuna Azienda

ha aggiornatoi regolamenti