Leg.17.sed0169.allegato b

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169. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Causi ......................................... 1-00332 9551 Bianchi Dorina ........................ 1-00333 9552 Rostellato .................................. 1-00334 9554 Binetti ....................................... 1-00335 9555 Buttiglione ................................ 1-00336 9558 Bianchi Dorina ........................ 1-00337 9559 Risoluzioni in Commissione: II-XII Commissione: Businarolo ................................ 7-00257 9560 VIII Commissione: Moretto ..................................... 7-00256 9562 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazioni a risposta in Commissione: Carra ......................................... 5-02089 9564 Murer ........................................ 5-02090 9565 Interrogazione a risposta scritta: Sanna Giovanna ...................... 4-03498 9565 PAG. Affari esteri. Interrogazione a risposta scritta: Porta ......................................... 4-03503 9566 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazione a risposta in Commissione: Marzana .................................... 5-02096 9567 Interrogazioni a risposta scritta: Benedetti .................................. 4-03492 9570 Iannuzzi Cristian ..................... 4-03496 9572 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta scritta: Gasparini .................................. 4-03494 9573 Economia e finanze. Interrogazioni a risposta scritta: Cancelleri .................................. 4-03497 9574 Melilla ....................................... 4-03502 9575 Giustizia. Interrogazioni a risposta orale: Bazoli ........................................ 3-00621 9575 Piepoli ....................................... 3-00625 9577 Atti Parlamentari 9549 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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ISOLA DELLE FEMMINE P.D MAFIA ANTIMAFIA E potere “ … Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere ”. In altri termini,proprio a partire dagli anni settanta si registra anche nei luoghi come Isola delle Femmine un “salto di qualità” dell’azione di Cosa Nostra, legato all’urbanizzazione susseguente all’abbandono delle campagne. Le cosche spostano i loro interessi. Dall’economia agricola passano al settore commerciale e industriale. In particolare intervengono nel campo dell’edilizia e dei lavori pubblici. Ma Enea Vincenzo, dopo i reiterati atti di danneggiamento subiti, non si piega alla richiesta di Bruno Francesco di costituire con lui una società di fatto impegnata nell’edilizia e questo gli costerà la vita. IN altri termini Enea Vincenzo rimane vittima dei contrasti con “un’impresa ad infiltrazione mafiosa”, ossia la B.B.P., un soggetto economico che instaura con il sodalizio mafioso, cappeggiato da Riccobono Rosario e da personaggi come Bruno Francesco e Lo Piccolo Salvatore rapporti stabili di connivenza, accettandone i servizi offerti e ricambiandoli con altri servizi ed attività complementari. Non a caso, nel momento del contrasto con la società B.B.P., Enea Vincenzo subisce danneggiamenti nei cantieri e la proposta di bruno Francesco, “uomo d’onore” vicino a Riccobono Rosario, di costituire una società di fatto per attività nell’edilizia; e quando i fratelli D’Agostino cercano di aiutare l’Enea Vincenzo per risolvere i problemi con la società B.B.P. si rivolgono proprio a Riccobono Rosario referente mafioso indiscusso per risolvere certi problemi…..pag 56 Sentenza… http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2013/11/le-motivazioni-nella-sentenza-di.html

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169. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozioni:

Causi ......................................... 1-00332 9551

Bianchi Dorina ........................ 1-00333 9552

Rostellato .................................. 1-00334 9554

Binetti ....................................... 1-00335 9555

Buttiglione ................................ 1-00336 9558

Bianchi Dorina ........................ 1-00337 9559

Risoluzioni in Commissione:

II-XII Commissione:

Businarolo ................................ 7-00257 9560

VIII Commissione:

Moretto ..................................... 7-00256 9562

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Carra ......................................... 5-02089 9564

Murer ........................................ 5-02090 9565

Interrogazione a risposta scritta:

Sanna Giovanna ...................... 4-03498 9565

PAG.

Affari esteri.

Interrogazione a risposta scritta:

Porta ......................................... 4-03503 9566

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Marzana .................................... 5-02096 9567

Interrogazioni a risposta scritta:

Benedetti .................................. 4-03492 9570

Iannuzzi Cristian ..................... 4-03496 9572

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazione a risposta scritta:

Gasparini .................................. 4-03494 9573

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta scritta:

Cancelleri .................................. 4-03497 9574

Melilla ....................................... 4-03502 9575

Giustizia.

Interrogazioni a risposta orale:

Bazoli ........................................ 3-00621 9575

Piepoli ....................................... 3-00625 9577

Atti Parlamentari — 9549 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Interrogazione a risposta scritta:

Vargiu ....................................... 4-03491 9578

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta orale:

Ricciatti .................................... 3-00623 9579

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Agostino ................................ 4-03489 9579

Valente Simone ....................... 4-03495 9580

Gallinella .................................. 4-03499 9582

Meloni Giorgia ......................... 4-03508 9583

Interno.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Agostinelli ................................. 5-02091 9584

Interrogazioni a risposta scritta:

Caparini .................................... 4-03493 9585

Polverini ................................... 4-03506 9586

Molteni ...................................... 4-03509 9587

Guidesi ...................................... 4-03512 9587

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazione a risposta orale:

Sberna ....................................... 3-00624 9590

Interrogazione a risposta in Commissione:

Zan ............................................ 5-02095 9592

Interrogazioni a risposta scritta:

Sberna ....................................... 4-03507 9593

Minardo .................................... 4-03510 9594

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Fregolent .................................. 5-02097 9595

Interrogazioni a risposta scritta:

Melilla ....................................... 4-03500 9596

Melilla ....................................... 4-03501 9597

Lodolini .................................... 4-03505 9597

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Gallinella .................................. 5-02092 9598

Burtone ..................................... 5-02094 9598

Salute.

Interpellanza:

Melilla ....................................... 2-00403 9599

Sviluppo economico.

Interrogazione a risposta orale:

Rabino ...................................... 3-00622 9600

PAG.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Bellanova .................................. 5-02093 9600

Interrogazioni a risposta scritta:

Invernizzi .................................. 4-03490 9601

Paglia ........................................ 4-03504 9601

Cimbro ...................................... 4-03511 9602

Apposizione di una firma ad una mozionee modifica dell’ordine dei firmatari .... 9605

Apposizione di firme ad interrogazioni ... 9605

Pubblicazione di un testo riformulato ..... 9605

Interrogazione a risposta scritta:

Miotto ....................................... 4-03421 9605

Ritiro di un documento del sindacato ispet-tivo ............................................................ 9606

Trasformazione di un documento del sin-dacato ispettivo ....................................... 9606

ERRATA CORRIGE ...................................... 9606

Interrogazioni per le quali e pervenutarisposta scritta alla Presidenza:

Baruffi ..................................... 4-03006 I

Boccuzzi .................................. 4-01671 II

Carrescia ................................. 4-00452 IV

Chimienti ................................ 4-02671 VI

Cirielli ..................................... 4-00584 VIII

Di Salvo .................................. 4-02541 XII

Di Stefano Manlio ................. 4-03029 XIV

Fedi ......................................... 4-02633 XVI

Fucci ........................................ 4-01894 XVIII

Gagnarli .................................. 4-01930 XIX

Gozi ......................................... 4-00690 XXI

Grimoldi ................................. 4-00638 XXIV

Grimoldi ................................. 4-00718 XXV

Lodolini ................................... 4-00560 XXVI

Lorefice ................................... 4-01823 XXVIII

Lorefice ................................... 4-02147 XXX

Mattiello .................................. 4-03057 XXXI

Mazzoli ................................... 4-03005 XXXIII

Melilla ..................................... 4-01491 XXXV

Mogherini ............................... 4-02374 XXXVIII

Mongiello ................................ 4-01998 XXXIX

Scalfarotto .............................. 4-02859 XLII

Vargiu ...................................... 4-01048 XLIII

Atti Parlamentari — 9550 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,

premesso che:

la Commissione europea ha adot-tato, il 6 dicembre 2011, una comunica-zione sul futuro dell’IVA (COM (2011) 851)in cui sono definite le caratteristiche fon-damentali che devono essere alla base delnuovo regime e le azioni prioritarie daadottare per i prossimi anni;

secondo la Commissione europea,la frammentazione del sistema comunedell’IVA dell’Unione europea in 27 sisteminazionali ostacola gli scambi interni egenera complessità e incertezza giuridicache penalizzano soprattutto le piccole emedie imprese, tanto che una riduzionedel 50 per cento delle differenze esistentitra le strutture delle aliquote IVA degliStati membri è stimata tradursi in unincremento del 9,8 per cento degli scambiintraunionali e in un aumento dell’1,1 percento del prodotto interno lordo reale;

l’armonizzazione delle aliquote IVAimpedirebbe fenomeni di distorsione nelfunzionamento del mercato interno, non-ché alterazioni della concorrenza;

numerosi studi attestano che le di-vergenze tra le aliquote IVA negli Statimembri dell’Unione europea possono inci-dere sull’insorgere di fenomeni fraudolentiche sfruttano, tra l’altro, le debolezze insitenel sistema IVA di tassazione nel Paese didestinazione su cui si basa il vigente sistemadegli scambi transfrontalieri tra imprese.Tali fenomeni sono all’origine di enormiperdite di gettito e colpirebbero con mag-giore frequenza ed intensità i Paesi in cuivigono le aliquote al consumo mediamentepiù alte poiché in essi, a parità di altrecondizioni, risulta più redditizio porre inessere fenomeni di « frodi carosello », disottofatturazione all’importazione o di ven-dita sotto costo di beni di largo consumo. Al

danno erariale si deve aggiungere il nocu-mento che simili pratiche recano al sistemadella libera e leale concorrenza tra gli ope-ratori economici, che è fondamento del-l’Unione europea, e agli operatori coinvoltiinconsapevolmente in catene di transazionidella specie;

lo studio predisposto per la Com-missione europea « Study to quantify andanalyse the VAT Gap in the EU-27 MemberStates – Final Report » quantifica perl’Italia in 36 miliardi di euro il divario tral’IVA teorica e quella riscossa nel 2011,parte del quale è riconducibile ai fenomenidi frode organizzata dell’IVA nell’ambitodegli scambi internazionali di beni e ser-vizi;

gli aumenti avvenuti negli ultimianni dell’aliquota IVA ordinaria, ora lie-vemente superiore alla media comunitaria,e gli adempimenti amministrativi rischianodi disincentivare l’adempimento del tri-buto, alimentando fenomeni di concor-renza sleale,

impegna il Governo:

a promuovere in sede europea un’ar-monizzazione del sistema delle aliquote alfine di renderlo più coerente ed equo,eventualmente convergendo verso un’unicaaliquota ordinaria ed eliminando o ridu-cendo le differenziazioni nazionali in ma-teria di aliquote ridotte;

ad adottare il nuovo modello di di-chiarazione IVA standard proposto dallaCommissione europea in data 23 ottobre2013, che prevede un insieme uniforme direquisiti per le imprese relativi alla com-pilazione delle dichiarazioni IVA, indipen-dentemente dallo Stato membro in cuivengono effettuate, posto che la dichiara-zione IVA standard – che sostituirà ledichiarazioni IVA nazionali – introdurràprocedure semplificate più facili da rispet-tare e da applicare, determinando unariduzione dei costi di conformità stimatain 15 miliardi di euro in ambito comuni-tario, contribuendo a migliorare il rispettodella normativa IVA e ad aumentare leentrate pubbliche;

Atti Parlamentari — 9551 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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a favorire il processo di automazionee telematizzazione di tutte le operazionicontabili in materia di determinazionedell’imposta del valore aggiunto: emis-sione, ricezione e registrazione delle fat-ture, liquidazione e versamento del tri-buto, redazione ed invio delle comunica-zioni di dati e dichiarazioni fiscali, attra-verso la predisposizione di softwaregratuiti che agevolino i contribuenti nel-l’esecuzione dei menzionati adempimenti,in un’ottica di potenziamento delle banchedati informatiche, aggiornate in temporeale a disposizione dell’amministrazionefinanziaria per il contrasto all’evasione ealle frodi e, per quanto riguarda il con-tribuente, di normalizzazione, riduzionedei costi di compliance e progressivo su-peramento delle attuali e obsolete moda-lità cartacee di tenuta della documenta-zione e di tutti gli adempimenti non piùnecessari;

ad adottare iniziative per rivedere,coerentemente con le indicazioni fornitedalla Commissione europea nel Libroverde sull’IVA e nella successiva comuni-cazione sul futuro dell’IVA, i regimi spe-ciali a favore delle piccole imprese, fina-lizzati principalmente a ridurre gli oneriamministrativi risultanti dall’applicazionedelle normali disposizioni in materia diIVA, prevedendo per i soggetti aventi unfatturato annuo inferiore a una determi-nata soglia un regime semplificato chestabilisca l’esenzione dall’IVA e dalla mag-gior parte degli adempimenti di caratteredocumentale e informativo;

a collaborare alla realizzazione delportale web dell’Unione europea sull’IVA,impegnandosi, altresì, a fornire le infor-mazioni necessarie e ad aggiornarle tem-pestivamente;

a proseguire nella partecipazione alforum tripartito (Commissione, Stati mem-bri e parti interessate) dell’Unione europeasull’IVA, al fine di individuare le miglioripratiche per semplificare il sistema del-l’IVA transfrontaliera, ridurne i costi diconformità e garantirne il gettito, ancheprendendo parte al progetto pilota per

l’attività cross-border delle piccole im-prese, avviato dal forum sull’IVA e attual-mente in corso;

a proseguire attivamente nell’attivitàdi cooperazione al network Eurofisc per loscambio di informazioni in materia dievasione fiscale e frode fiscale;

a destinare il maggior gettito deri-vante dall’attività di contrasto alle frodialla riduzione delle aliquote Iva.

(1-00332) « Causi, Bargero, Capozzolo,Carbone, Colaninno, De Ma-ria, De Menech, Marco DiMaio, Marco Di Stefano, Fra-gomeli, Fregolent, Ginato,Gutgeld, Lodolini, Pelillo, Pe-trini, Ribaudo, Rostan,Sanga ».

La Camera,

premesso che:

la diversa legislazione nazionale intema di IVA rappresenta un ostacolo im-portante alla completa realizzazione delmercato unico europeo;

in particolare, da un punto di vistamacroeconomico, privilegiare l’imposi-zione sugli scambi, rispetto a quella chegrava direttamente sui fattori della pro-duzione, rappresenta, di fatto, una « sva-lutazione fiscale », i cui effetti sono para-gonabili a quelli della svalutazione mone-taria: dal momento che l’imposta si pagasui prodotti importati, mentre è restituitaall’esportazione;

alcuni Paesi, come la Germania,hanno utilizzato questo strumento perrilanciare ulteriormente le esportazioni,com’è dimostrato dal forte attivo della lorobilancia commerciale, con la conseguenzadi determinare asimmetrie che si riflet-tono negativamente sulla stessa efficaciadella politica monetaria;

il Consiglio e la Commissione eu-ropea si sono posti da tempo – Commis-sione COM (2007) 23 del 21 gennaio 2007– il tema di una possibile armonizzazione

Atti Parlamentari — 9552 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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tra i diversi regimi nazionali, al fine diregolare meglio gli scambi intracomuni-tari, specie nelle zone frontaliere, e ridurregli oneri amministrativi che gravano sulleimprese a causa dell’eccesso di regolazionefiscale;

successivamente – il 1o dicembre2010 – la Commissione europea ha adot-tato un Libro verde sul futuro dell’IVA(COM (2010) 695) in cui si indicano lelinee guide che dovrebbero essere seguitedagli Stati membri per dare a quell’impo-sta un’impronta effettivamente comunita-ria;

ancora più recentemente – (COM(2011) 851) – la Commissione europea hafatto proprie le indicazioni contenute nelprecedente Libro verde, al fine di ridurreil peso della frammentazione nazionale,rendere più uniformi le aliquote che gra-vano sui singoli beni, diminuire gli oneriamministrativi e gestionali che gravano sulcontribuente, specie se si tratta di piccolee medie imprese, ridurre, infine, l’areadell’evasione fiscale, molto estesa in alcuniPaesi, ma in parte riconducibile alla far-raginosità delle regole che sovraintendonola relativa regolamentazione;

il Consiglio europeo con la racco-mandazione del 29 maggio 2003 « sul pro-gramma nazionale di riforma 2013 » ine-rente al « programma di stabilità dell’Italia2012-2017 », che ha posto fine alla proce-dura d’infrazione, ha invitato, tra l’altro,l’Italia a « trasferire il carico fiscale dalavoro e capitale a consumi, beni immobilie ambiente, assicurando la neutralità dibilancio »: proposizione che non sembratener conto della specificità del caso ita-liano e della vasta platea degli « inca-pienti » che sosterrebbe il peso di uneventuale aumento dell’IVA – specie per igeneri di prima necessità – senza alcunacontropartita in termini di riduzione delcarico fiscale personale;

lo stesso Consiglio europeo, tutta-via, in precedenza (2013/678/UE) avevaautorizzato l’Italia, in palese contraddi-zione con quanto richiamato in prece-denza, a praticare un regime semplificato

di imposizione – fino a determinarel’esenzione al di sotto di una determinatasoglia (fatturato compreso tra 65 e 100mila euro) – per le piccole imprese, anchealla luce del successivo Small business actfor Europe (COM (2008) 394 del 25 giugno2008),

impegna il Governo:

a partecipare, in sede europea, congrande attenzione agli sviluppi che segui-ranno i lavori in tema di armonizzazionedel regime IVA, al fine di evitare l’insor-gere di ulteriori disposizioni tra loro con-traddittorie per quanto riguarda la com-plessiva situazione italiana e le relativepolitiche di bilancio, che non possonoprescindere dalle nuove regole che l’Eu-ropa intende darsi nei vari capitoli dellapolitica fiscale;

a realizzare un sistema fiscale com-plessivo – e non limitato solo all’IVA –che tenda a convergere verso standarduniformi, limitando la concorrenza fiscaleche determina distorsioni nell’allocazionedelle risorse e fenomeni di localizzazioneaziendale – l’ultimo caso è quello di FiatChrysler automobiles – in contrasto con leregole che dovrebbero presiedere alla rea-lizzazione di « un’area monetaria otti-male » che rappresenta il presuppostostesso dell’esistenza dell’euro;

a far valere le specificità del sistemaproduttivo italiano, caratterizzato - a dif-ferenza di altri sistemi economici - dallaprevalenza di piccole e medie imprese,rispetto alle quali è necessario introdurresistemi semplificati di contabilizzazione eriscossione, con un taglio netto degli oneriburocratici che sono a supporto di questaattività;

ad assumere iniziative per prevederela possibilità di una maggiore responsabi-lizzazione delle professioni, quale ele-mento di certificazione della corretta ap-plicazione della normativa, anche al finedi ridurre l’area d’evasione fiscale, sem-plificando i relativi adempimenti ed ac-

Atti Parlamentari — 9553 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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centuando, semmai, i controlli ex post,coinvolgendo in essi gli stessi professioni-sti;

ad assumere iniziative per renderecompensabili debiti e crediti d’imposta,quale elemento di semplificazione ammi-nistrativa, prevedendo, altresì, di estenderele possibilità della cosiddetta « IVA percassa »;

ad assumere iniziative per prevedere,nel rispetto dei vincoli di bilancio allentatidagli esiti della spending review, che restala via maestra per una riduzione delcarico fiscale complessivo, maggiori areedi esenzione a favore della piccola e mediaimpresa, con effetti immediatamente po-sitivi sulla crescita del prodotto internolordo e conseguenti benefici per la stessafinanza pubblica;

a adottare modelli standard per ladichiarazione IVA, come proposto dallastessa Commissione europea, e meccani-smi automatici di pagamento concordatipreventivamente con l’Agenzia delle en-trate, sulla base di una previsione trien-nale, con eventuale conguaglio a fine anno.

(1-00333) « Dorina Bianchi, Bernardo ».

La Camera,

premesso che:

l’originario spirito di solidarietà emutualità una volta espresso dal sistemacooperativo è da tempo sempre più sacri-ficato alla logica del mercato, della com-petizione e del profitto, alla pari delleimprese di capitale e difatti non accen-nano a diminuire i fenomeni di sfrutta-mento del lavoro ad opera di alcunecooperative operanti nell’area industrialesul territorio nazionale;

la cooperativa rappresenta, in molticasi, un paravento rispetto alla realtà,basata su retribuzioni inferiori ai minimicontrattuali, sulla riduzione delle tutelesociali, sulla precarietà del rapporto dilavoro, senza nessun diritto a partecipare

alle decisioni e al capitale della coopera-tiva, con la sola possibilità di scegliere tratale condizione e la disoccupazione;

appare chiaro che in molti casi lecooperative di produzione e lavoro ven-gono costituite con l’obiettivo unico e solo,di aggirare le leggi e i contratti di lavoro,nella logica di ridurre i costi di produzionea scapito dei lavoratori impiegati; in par-ticolare, questi lavoratori si trovano in unasituazione economica particolarmentesvantaggiata percependo retribuzioni chespesso non consentono neppure di man-tenere una famiglia, dei figli e vivere inuna relativa tranquillità. Lo stesso dicasiper la loro situazione assicurativa e pre-videnziale e le conseguenze sono insoste-nibili con particolare riferimento ai settorilegati all’acquisizione e gestione di appaltie concessioni, settori dove si possono re-gistrare, oltre all’estensione di un preca-riato diffuso, anche assenza di sicurezza el’incremento di lavoro nero;

l’attuale normativa, riconoscendoalle cooperative una funzione di caratteresociale, riserva loro particolari trattamentie agevolazioni senza che, a fronte dellemutazioni in atto, vi sia un conseguenteadeguamento nelle tutele e nella verificadelle effettive condizioni mutualistiche;

basti pensare che la vigilanza sullestesse cooperative se associate è affidatadirettamente alle stesse Legacoop, AGGI, eConfcooperative;

si assiste sovente, ad alcune situa-zioni poco chiare, come quelle legate acooperative che dichiarano fallimento allafine di ogni anno, per poi ricostituirsicambiando denominazione e sede sociale;

numerose risultano essere le sen-tenze di condanna da parte di giudici che,oltre ad accertare la natura subordinatadel rapporto di lavoro del socio, rilevanomolto spesso l’erronea qualificazione delcontratto;

tra gli aspetti più clamorosi risaltal’esclusione dell’applicazione a favore delsocio lavoratore delle norme di tutelapreviste dallo Statuto dei lavoratori (legge

Atti Parlamentari — 9554 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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n. 300/70) sul reintegro per licenziamentoillegittimo e sull’applicazione dei dirittisindacali nonché la possibilità, da partedei regolamenti interni, di modificare inpeggio le norme previste dalla contratta-zione collettiva e ciò comporta che lecooperative possano corrispondere ai socilavoratori, trattamenti contrattuali e pre-videnziali non conformi alla contratta-zione collettiva nazionale del settore af-fine,

impegna il Governo:

ad adottare e sostenere ogni inizia-tiva normativa volta ad estendere ognitutela ai lavoratori soci di cooperativa,nonché, più in generale, ad eliminare ognidisposizione che consenta l’esclusione del-l’applicazione a favore del socio lavoratoredi quanto previsto dallo statuto dei lavo-ratori;

ad assumere ogni iniziativa di com-petenza, anche normativa, affinché sianoriconosciuti ai soci lavoratori di coopera-tiva i trattamenti previsti dalla contratta-zione collettiva nazionale del settore af-fine, attraverso specifiche determinazionida inserire ope legis negli statuti dellecooperative medesime;

ad adottare le opportune iniziativevolte a contrastare le forme di elusionedelle ordinarie procedure relative ai licen-ziamenti dei soci lavoratori in cooperativa;

a valutare l’adozione di opportuneiniziative normative finalizzate a rendere« esclusivo » lo spirito mutualistico dellecooperative, anche attraverso la fissazionedi stringenti parametri di proporzionalitàtra il numero di soci ed il numero dibeneficiari dell’attività mutualistica;

a porre in essere tutte le possibiliiniziative volte ad accertare, attraversonuove forme di verifica, la genuinità delleimprese cooperative, ponendo competenzedi intervento ed accertamento delle carat-teristiche mutualistiche in capo ai compe-tenti servizi territoriali del Ministero dellavoro e delle politiche sociali e non piùdel Ministero dello sviluppo economico

adottando provvedimenti di commissaria-mento o scioglimento a fronte di palesiirregolarità ed estendendo tale attività divigilanza e controllo anche nei confrontidegli enti cooperativi aderenti alle asso-ciazioni nazionali di rappresentanza;

ad agire sul piano della prevenzionee del contrasto dei fenomeni di peggiora-mento delle condizioni di lavoro dei socilavoratori strettamente connesso con l’im-piego negli appalti nei vari settori (dalsociale alla logistica), assumendo con ini-ziativa utile per equiparare il trattamentocontrattuale di questi ultimi a quello ri-conosciuto ai lavoratori impiegati negliappalti come già riconosciuto per i lavo-ratori impiegati in regime di somministra-zione e quindi prevedendo il diritto a untrattamento economico e normativo com-plessivamente non inferiore rispetto aidipendenti di pari livello dell’utilizzatore/committente, a parità di mansioni svolte.

(1-00334) « Rostellato, Chimienti, Rizzetto,Baldassarre, Cominardi, Be-chis, Tripiedi, Ciprini, Mucci,Prodani ».

La Camera,

premesso che:

le malattie cardiovascolari (CV) co-stituiscono la più frequente causa di mortenel mondo e la loro elevata e crescenteprevalenza incide sulla salute pubblica,sulle risorse sanitarie ed economiche. Talipatologie sono state individuate come prio-rità sanitaria dall’Organizzazione mon-diale della sanità (OMS) e non si è man-cato, negli ultimi anni, di attivare pro-grammi di monitoraggio e di fornire in-dicazioni atte a promuovere programmi diprevenzione. L’invecchiamento della popo-lazione, un incongruo stile di vita e l’au-mentata sopravvivenza dopo eventi car-diaci acuti ne giustificano l’aumento diprevalenza negli ultimi anni e l’ulterioreincremento previsto nei prossimi decenni.Le maggiori malattie croniche non comu-nicabili (NCD) come le malattie cardiova-

Atti Parlamentari — 9555 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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scolari, sono responsabili del 70 per centodi disabilità e dell’85 per cento delle mortinel mondo;

oltre che un problema umano disofferenza e di morte, esse costituisconoun carico pesante di ordine economico,sempre meno sostenibile anche nei Paesi apiù elevata copertura sanitaria. Il costodiretto (costi sanitari) e indiretto (perditadi giornate di lavoro) delle malattie car-diovascolari nell’Unione europea nel 2009è stato superiore ai 200 miliardi di euro.Coloro che sopravvivono ad una formaacuta di cardiopatia divengono malati cro-nici con qualità della vita decisamenteridotta e con alto consumo di risorseassistenziali, nonché farmaceutiche, a ca-rico del Servizio sanitario nazionale. Irecenti dati Istat riportano che 1 italianosu 4 è affetto da malattie cardiache. Sonostati ampiamente studiati i fattori di ri-schio multiplo delle malattie cardiovasco-lari ed è stato riconosciuto che quelli adoggi modificabili (per prevenzione o perintervento medico) ne sostengono oltre il90 per cento del rischio globale. L’approc-cio terapeutico e diagnostico è, comunque,in costante evoluzione e grazie ai progressiraggiunti in campo scientifico e tecnolo-gico, vengono immesse sul mercato nuoveapparecchiature dotate di una maggiorecapacità di risoluzione, vengono introdottinuovi esami diagnostici che consentonocure più appropriate, vengono prodottinuovi e sempre più efficaci farmaci enuove terapie non farmacologiche;

la fibrillazione atriale (F.A.), inparticolare, è l’anomalia del ritmo car-diaco più diffusa tra le persone adulte:interessa l’1-1,5 per cento della popola-zione U.S.A e dell’Europa Occidentale. Lapatologia provoca l’accelerazione o il ral-lentamento eccessivo della frequenza car-diaca di solito associate alla irregolaritàdel battito e colpisce più di nove milioni dipersone solo fra Unione europea e StatiUniti;

il rischio di fibrillazione atrialeaumenta con l’età, con un range di pre-valenza tra lo 0,9 per cento ed il 2,5 per

cento, degli adulti in tutto il mondo: 0,5per cento nella fascia di età tra 50-59anni, 1,8 nella fascia di età tra 60-69 anni,4,8 per cento nella fascia di età tra 70-79anni e 8,8 per cento nella fascia di età tra80-89 anni. Una persona su quattro di piùdi 45 anni ne soffre. In Italia ne sonoaffette 850 mila persone;

l’ictus cerebri è la terza causa piùcomune di morte e la principale causa diincapacità funzionale nei Paesi occidentali,colpendo per il 50 per cento soggetti di etàinferiore ai 65 anni e per il 12 per centosoggetti al di sotto dei 45 anni e comportaper il paziente perdita di funzionalità,nonché un peggioramento della qualitàdella vita. Dati epidemiologici evidenzianoche essa è responsabile dell’85 per centodegli ictus dovuti ad aritmie cardiache e dioltre il 50 per cento delle forme cardioem-boliche;

chi soffre di fibrillazione atriale haun rischio di stroke 7 volte maggiore, conesiti particolarmente gravi: nel 20 percento dei pazienti l’ictus si rivela fatale,nel 60 per cento è causa di disabilità; ognianno, nel mondo, circa 3 milioni di per-sone vengono colpite da ictus come con-seguenza di fibrillazione atriale e il 50 percento muore entro il primo anno. L’ictusda fibrillazione atriale, inoltre, accresce icosti di ricovero ospedaliero di circa il 30per rispetto a quelli di un ictus nonprovocato da un’aritmia cardiaca;

nel nostro Paese sono 40.000 lepersone che soffrono della combinazionedelle due patologie: secondo recentistime, il numero complessivo dei casi difibrillazione atriale raddoppierà entro il2050, una crescita del tasso d’incidenzache provocherà un incremento della pro-babilità di essere colpiti da un ictus, conconseguenti ripercussioni sia sulle condi-zioni di salute dell’intera collettività, siasulla spesa sanitaria. A questa malattia èassociato, inoltre, un aumento della de-menza, dello scompenso cardiaco (dicirca 3 volte) e della mortalità (di circa2 volte);

Atti Parlamentari — 9556 — Camera dei Deputati

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ad aggravare ulteriormente la com-plessità di questo scenario è anche lanatura asintomatica della fibrillazioneatriale, che contribuisce a ritardare unadiagnosi tempestiva e finalizzata ad av-viare un adeguato trattamento clinico. Leterapie per la fibrillazione atriale gravanosui bilanci dei Paesi europei per circa 6,2miliardi di euro ogni anno, mentre in USAper 6,65 miliardi di dollari, ovvero circa3.200 dollari a paziente;

di questa spesa complessiva, il 52per cento riguarda i ricoveri in ospedale,il 23 per cento i farmaci, il 9 per cento levisite mediche, l’8 per cento ulterioriesami, il 6 per cento la perdita di redditoda lavoro e il 2 per cento le procedureparamediche. Ciò che, quindi, impattamaggiormente in termini di costi, non è laterapia farmacologica ma i costi relativi altrattamento ospedaliero;

nell’Health Technology Assessmentreport 2011 AIAC (Associazione italiana diaritmologia e cardiostimolazione) è statostimato il costo annuale della fibrillazioneatriale in Italia per il periodo 2007-2051.Assumendo come costo medio per pa-ziente euro 3.225 all’anno in base ai datidi costo risultanti dalla Euro Heart Survey,si ha una previsione di costo per ilServizio sanitario italiano per il 2011 dieuro 3.845.020.511 ed una stima neglianni futuri, in base all’andamento del-l’epidemiologia, che arriverà a euro7.096.000.000 nel 2051. In considerazionedi tali dati, a seguito della crescente pre-valenza della fibrillazione atriale, il Ser-vizio sanitario italiano sarebbe dunque difronte ad un incremento dei costi per iltrattamento tradizionale di tale aritmia dicirca 700 milioni di euro nel primo de-cennio, con un trend mediamente cre-scente, il cui incremento ammonta a circa70-80 milioni di euro all’anno,

impegna il Governo:

a favorire la definizione di un quadronormativo adeguato agli obiettivi da per-seguire per una piena tutela dei pazientiaffetti da fibrillazione atriale (FA);

ad incentivare la prevenzione e ladiagnosi della fibrillazione atriale e a fa-vorire la realizzazione di percorsi tera-peutici e di pratiche sanitarie ottimalinella gestione del paziente;

a rendere organici e fruibili tutti idati scientifici, medici e statistici sullafibrillazione atriale;

a sensibilizzare sia gli operatori sa-nitari che l’opinione pubblica sull’impor-tanza della prevenzione della fibrillazioneatriale attraverso uno stile di vita salubre,ricorrendo a campagne nazionali di sen-sibilizzazione e di informazione sulla fi-brillazione atriale, indispensabili per pre-venire e contrastare le malattie cardiova-scolari;

ad incentivare l’uso di dispositivi, siadiagnostici che terapeutici, per la cura e laprevenzione della fibrillazione atriale, dalmomento che oggi il processo di innova-zione tecnologica ha reso disponibile sulmercato dispositivi medici per la curadella fibrillazione atriale mediante tecno-logie che permettono di effettuare l’abla-zione transcatetere;

ad assumere iniziative per prevederefacilitazioni per l’accesso ai farmaci checurano la fibrillazione atriale e ne facili-tano la prevenzione e a stimolare la ri-cerca sui farmaci utili al trattamento dellafibrillazione atriale, incentivando l’innova-zione e la concorrenzialità dell’industriadei farmaci e dei dispositivi medici perfare in modo che i prodotti più innovativipossano accedere al mercato in modorapido ed efficiente a vantaggio dei pa-zienti e degli operatori sanitari;

a sostenere lo sviluppo della tele-medicina in modo che si possa individuaree monitorare la presenza e il grado diseverità della fibrillazione atriale attra-verso sistemi di monitoraggio ECG (looprecorder esterno, loop recorder impianta-bile, event recorder), che consentono latrasmissione a distanza dei parametri ri-levati dal dispositivo stesso;

Atti Parlamentari — 9557 — Camera dei Deputati

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ad inserire nel nomenclatore tariffa-rio le prestazione fornite in telemedicinaper il monitoraggio della fibrillazioneatriale.

(1-00335) « Binetti, Vargiu, Monchiero, Gi-gli, Buttiglione, Cesa, Cera,Adornato, De Mita, Rossi, Fi-tzgerald Nissoli ».

La Camera,

premesso che:

sin dal novembre 2006, la Commis-sione europea ha proposto di varare unambizioso programma d’azione per ri-durre gli oneri amministrativi imputabilialla legislazione dell’Unione europea invigore, individuando tra i settori prioritariquello riguardante la legislazione fiscale,in particolare quello relativo all’IVA;

nella comunicazione « Legiferarecon intelligenza nell’Unione europea - Ri-spondere alle esigenze delle piccole e me-die imprese » dell’ottobre 2010 è statoevidenziato, grazie a un’indagine on linepresso le piccole e medie imprese, il ca-rattere particolarmente oneroso della di-rettiva IVA nell’ambito della normativaunionale. La dichiarazione IVA, in parti-colare, è indicata come il settore in cui ledivergenze costituiscono un ostacolo alcommercio nell’Unione europea. La ge-stione dell’IVA rappresenta quasi il 60 percento dell’onere totale misurato per tredicisettori prioritari e questa situazione dimi-nuisce l’interesse degli investitori perl’Unione europea;

il 1o dicembre 2010 la Commis-sione europea ha adottato un Libro verdesul futuro dell’IVA, in cui invitava tutte leparti interessate ad esaminare in modocritico gli aspetti del sistema europeo del-l’IVA, in vigore ormai da oltre 40 anni;

al termine della consultazione pub-blica le parti interessate ritennero che laframmentazione del sistema comune del-l’IVA dell’Unione europea nei ventisettesistemi nazionali dell’IVA rappresentassel’ostacolo principale a scambi intraunio-

nali efficienti, impedendo così ai cittadinidi beneficiare dei vantaggi di un mercatounico autentico;

il 6 dicembre 2011 la Commissioneeuropea ha inviato al Parlamento europeo,al Consiglio ed al Comitato economico esociale europeo una comunicazione sulfuturo dell’IVA (COM (2011) 851), in cuisono delineate le principali linee di inter-vento su cui agire, al fine di realizzare unsistema dell’IVA più semplice, più efficace,più resistente ai fenomeni di frode e piùadatto al mercato unico europeo;

secondo quanto riportato nella« Valutazione retrospettiva degli elementidel sistema dell’IVA », una riduzione del10 per cento nella diversità delle proce-dure amministrative generali dell’IVA tra iPaesi potrebbe tradursi in un incrementodel 3,7 per cento degli scambi all’internodell’Unione europea, con un aumento delprodotto interno lordo reale e dei consumirispettivamente dello 0,4 per cento e dello0,3 per cento;

sarebbero circa 29,8 milioni le im-prese che compilano dichiarazioni IVAnell’Unione europea. Di queste, circa 3,8milioni presentano dichiarazioni in più diuno Stato membro, con un costo circa 2-3volte superiore a quello delle dichiarazioniIVA sul mercato interno, che è equivalentea 4 miliardi di euro;

uno studio della Commissione eu-ropea ha quantificato la differenza tra leentrate IVA effettivamente riscosse equelle che gli Stati membri dovrebbero inteoria percepire sulla base delle rispettiveeconomie. Per l’Italia tale divario am-monta a 36 miliardi di euro, più di Fran-cia (32), Germania (26,9) e Regno Unito(19), una differenza che è riconducibile afenomeni di evasione e frode fiscale rea-lizzate negli scambi commerciali intrau-nione;

il 23 ottobre 2013 la Commissioneeuropea ha depositato la proposta di di-rettiva recante modifica della direttiva2006/112/CE relativa al sistema comune

Atti Parlamentari — 9558 — Camera dei Deputati

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d’imposta sul valore aggiunto per quantoriguarda una dichiarazione IVA standard,

impegna il Governo:

ad adoperarsi sollecitamente pressole istituzioni comunitarie affinché:

a) si esaminino in tempi rapidi laproposta di direttiva COM (2013) 721,riguardante il nuovo modello di dichiara-zione IVA standard, al fine di favorire ladefinizione dello strumento legislativo;

b) si proceda ad un’armonizzazionedelle aliquote IVA per impedire che ildivario delle aliquote, oltre a determinaremaggiori oneri per le imprese e diminuirel’interesse degli investitori per l’Unioneeuropea, possa favorire fenomeni di eva-sione e frode;

a procedere con maggiore impulsonell’attività di cooperazione al networkEurofisc per lo scambio di informazionitra autorità fiscali e doganali per contra-stare efficacemente le frodi fiscali in ma-teria di IVA;

a favorire la realizzazione del portaleweb dell’Unione europea sull’IVA, impe-gnandosi, altresì, a fornire le informazioninecessarie e ad aggiornarle tempestiva-mente;

a partecipare attivamente al forumtripartito (Commissione europea, Statimembri, parti interessate), fortemente vo-luto ed istituito per scambiare opinioni suquestioni pratiche legate all’applicazionedell’IVA e per individuare le migliori pra-tiche atte a semplificarne il sistema;

a procedere ad un riesame comples-sivo della struttura delle aliquote IVA,anche alla luce degli aumenti che si sonorecentemente registrati, secondo i principiguida contenuti nel Libro verde e nellacomunicazione COM (2011) 851.

(1-00336) « Buttiglione, Fauttilli, Schirò, DeMita, Rossi, Caruso, Sberna,Gigli, Marazziti, FitzgeraldNissoli, Binetti ».

La Camera,

premesso che:

la crisi finanziaria e del debitosovrano che ha colpito il continente eu-ropeo negli ultimi anni ha fatto emergereprepotentemente l’esigenza di rafforzare ilprocesso di integrazione europea, con par-ticolare riferimento alla governance eco-nomica e al perseguimento degli obiettividi crescita, occupazione, coesione sociale esostenibilità sottesi alla « Strategia Europa2020 »;

i progressi che sono stati recente-mente compiuti sul piano del coordina-mento delle politiche economiche degliStati membri, del potenziamento deglistrumenti finanziari e dell’operatività dellaBanca centrale europea e, da ultimo, sulversante dell’unione bancaria, devono po-ter essere inquadrati in un disegno piùampio di riforma dell’Unione europea, perla realizzazione del quale è indispensabileaccrescere la legittimità democratica deisuoi processi decisionali, anche attraversoil rafforzamento del ruolo chiave dei par-titi politici europei nella formazione diuna coscienza politica europea e nellarappresentanza della volontà politica deicittadini dell’Unione europea;

in questo quadro, le elezioni euro-pee che si terranno nel mese di maggio2014 rivestono una rilevanza fondamen-tale ai fini del rafforzamento del processodi integrazione su basi democratiche, poi-ché esse saranno le prime dopo l’entratain vigore del trattato di Lisbona, cheaccresce notevolmente i poteri del Parla-mento europeo, il quale per la prima voltaeleggerà il Presidente della Commissioneeuropea, su proposta del Consiglio euro-peo, il quale dovrà tenere conto dell’esitodelle elezioni e aver consultato il nuovoParlamento prima di procedere alla no-mina;

per rendere effettiva la legittima-zione democratica del processo decisionaledell’Unione europea è essenziale che icittadini chiamati a rinnovare il prossimoParlamento europeo siano messi in grado

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di valutare compiutamente i programmidei diversi partiti politici collocandoli en-tro la dimensione politica europea, evi-tando, pertanto, che le campagne elettoralicontinuino ad essere focalizzate prevalen-temente su tematiche nazionali, relegandoin secondo piano il dibattito sulle que-stioni specificamente europee e incidendoin tal modo negativamente anche sul tassodi partecipazione alle elezioni del Parla-mento europeo;

al fine di favorire la partecipazionee l’espressione di un voto consapevole deicittadini dell’Unione europea, che tengaconto anche delle affinità identitarie, deiraccordi e delle affiliazioni intercorrentitra i partiti politici nazionali e le grandiformazioni politiche europee, sia la Com-missione europea, con raccomandazionedel 12 marzo 2013, sia lo stesso Parla-mento europeo, con risoluzione approvatanella seduta plenaria del 4 luglio 2013,hanno esortato gli Stati membri a pro-muovere e semplificare l’informazione de-gli elettori circa i collegamenti tra partitinazionali e partiti politici europei;

in particolare, la Commissione eu-ropea ha raccomandato agli Stati membrila diffusione all’elettorato delle informa-zioni sui collegamenti tra partiti nazionalie partiti politici europei, prima e durantele elezioni del Parlamento europeo, anchepermettendo e incoraggiando l’indicazionedi tali collegamenti sulle schede elettoralie auspicando, altresì, che i partiti politicieuropei e nazionali rendano « noti, primadelle elezioni del Parlamento europeo, irispettivi candidati alla carica di presi-dente della Commissione europea e i re-lativi programmi »;

analogamente, il Parlamento euro-peo si è espresso, tra l’altro, nel senso diesortare « gli Stati membri e i partitipolitici a provvedere a che i nomi e, se delcaso, i simboli dei partiti politici europeiappaiano sulla scheda elettorale »; ha,inoltre, chiesto ai partiti politici europei dinominare i rispettivi candidati alla presi-denza della Commissione europea con suf-ficiente anticipo rispetto alle elezioni, in

modo da consentire ai medesimi di orga-nizzare una campagna significativa suscala europea che si concentri su questionieuropee basate sul programma del partitoe su quello del candidato alla presidenzadella Commissione europea proposto dalpartito; ha, infine, ribadito l’invito ai « par-titi politici nazionali a informare i citta-dini, prima e durante la campagna elet-torale, in merito alla loro affiliazione a unpartito politico europeo e al loro sostegnoal candidato di quest’ultimo alla presi-denza della Commissione e al programmapolitico di tale candidato »,

impegna il Governo

ad adottare tempestivamente ogni inizia-tiva utile affinché, in coerenza con leraccomandazioni europee illustrate in pre-messa, nelle schede elettorali per le pros-sime elezioni europee siano indicati i nomie, se del caso, anche i simboli dei partitipolitici europei affiliati a ciascun partitonazionale che si presenti alle elezioni,nonché a promuovere campagne informa-tive circa la rilevanza delle elezioni euro-pee volte a incentivare la partecipazionedei cittadini al voto.

(1-00337) « Dorina Bianchi ».

Risoluzioni in Commissione:

Le Commissioni II e XII,

premesso che:

l’articolo 3, comma 1, lettere c) ed), del recente decreto-legge 23 dicembre2013, n. 146, reca misure urgenti in temadi tutela dei diritti fondamentali dei de-tenuti e di riduzione controllata dellapopolazione carceraria e contiene dispo-sizioni concernenti l’estensione temporalea quattro anni della misura dell’affida-mento in prova al servizio sociale;

l’articolo 4 del suddetto decretocontiene disposizioni concernenti l’intro-duzione della misura della liberazione an-ticipata speciale;

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con circolare n. 3645/6095 dell’11giugno 2013 il dipartimento dell’ammini-strazione penitenziaria ha stabilito le re-gole del « nuovo » contratto di convenzionetra gli istituti dell’amministrazione peni-tenziaria e gli esperti di psicologia e crimi-nologia clinica prevedendo – tra l’altro –la durata di un anno dell’incarico nonrinnovabile per più di quattro anni dalladata della sua sottoscrizione;

nella predetta circolare l’ammini-strazione sottolinea « l’utile apporto siner-gico degli esperti in parola » la cui colla-borazione capillare soprattutto nel frontoffice istituzionale si connota quale soste-gno o verifica costante del comportamentodei detenuti o internati;

la figura dell’esperto psicologo, pre-vista dall’articolo 80 della legge n. 354 del1975, rappresenta un tassello fondamen-tale nel trattamento e nell’osservazionecomportamentale del detenuto; l’espertopsicologo è il fulcro per la realizzazionedegli obiettivi delineati dall’articolo 27della Costituzione in tema di rieducazionedel condannato e del diritto fondamentalealla salute del detenuto;

l’esperto psicologo – in base allanormativa vigente – è coinvolto – inmaniera primaria – nell’ambito delle at-tività di osservazione comportamentale deldetenuto, nelle procedure di valutazioneper l’ammissione alle misure alternativealla detenzione e a tutti i benefìci premialipenitenziari dei detenuti, nell’ambito degliuffici di esecuzione penale esterna (cosid-detti UEPE) per lo svolgimento delle atti-vità di osservazione nei confronti di sog-getti libero-sospesi, nonché nelle attivitàtrattamentali nei confronti delle personein misura alternativa, nelle procedure diosservazione psicologica svolgendo la va-lutazione psicologica di tutti i nuovi in-gressi (nuovi giunti);

a ciò si aggiunga che recentementeil Governo anche con il decreto-legge 1o

luglio 2013, n. 78, approvato dal Senatodella Repubblica il 24 luglio 2013, all’ar-ticolo 4, comma 1, lettera b-bis), ha pre-visto, tra i compiti del commissario straor-

dinario per le infrastrutture carcerarie, il« mantenimento e promozione delle pic-cole strutture carcerarie idonee all’istitu-zione di percorsi di esecuzione della penadifferenziati su base regionale e all’imple-mentazione di quei trattamenti individua-lizzati indispensabili per la rieducazione eil futuro reinserimento sociale del dete-nuto »;

tali provvedimenti normativi sonosegno evidente della volontà del legislatoredi considerare – in maniera forte – l’im-portanza della rieducazione e inserimentosociale del detenuto e del trattamentorieducativo anche intramurario dellostesso quale strumento per realizzare gliobiettivi della Carta costituzionale (arti-colo 27 della Costituzione) e per dare unarisposta anche al gravissimo problema delsovraffollamento delle carceri e dei suicididei detenuti che nelle carceri italianehanno raggiunto livelli preoccupanti;

essenziale è dunque la figura del-l’esperto psicologo e criminologo ex arti-colo 80 ordinamento penitenziario anchequale figura di mediazione tra il detenutoe il personale di polizia penitenziaria non-ché quale « ausiliario » del tribunale e delmagistrato di sorveglianza per la conces-sione di tutti i provvedimenti attinenti lemisura alternative e di lavoro all’esterno;

i recenti provvedimenti normativihanno aumentato sensibilmente il caricodi lavoro per il suddetto personale che giàoggi soffre la incertezza e la precarietàlavorativa;

tale volontà legislativa tuttavia devecorrispondere un uguale risposta in ter-mini di dotazione di risorse finanziarie edi personale;

infatti, proprio gli esperti psicologi– figure cardine per il trattamento, l’os-servazione, il sostegno psicologico, la pre-venzione del rischio auto lesivo e suici-dano del detenuto, nonché nelle proceduredi ammissione alle misure alternative e atutti i benefici premiali penitenziari – oggivengono confinati in una posizione diincertezza professionale e instabilità lavo-rativa;

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l’esperto psicologo è soggetto a unmonte ore che può arrivare a 64 oremensili ma nei fatti non supererebbe le 20ore mensili, svolge l’attività lavorativa ingiorni feriali, festivi o notturni (senzaalcuna maggiorazione retributiva), non ècoperto da rischio professionale, maternitàe altro, è privo di qualsiasi strutturazionedel servizio fornito ai detenuti, e infinedeve sopportare un carico di lavoro (perrapporto tra numero detenuti e numerodegli esperti) non tollerabile;

da ultimo la circolare del Diparti-mento amministrazione penitenziarian. 3645/6095 dell’11 giugno 2013 ha sta-bilito che l’incarico degli esperti in psico-logia e criminologia clinica ha la durata diun anno non rinnovabile per più di quat-tro anni dalla data della sua sottoscrizionecon l’effetto di escludere e « tagliare fuori »numerosissimi esperti psicologi e crimino-logi qualificati e con una esperienzastraordinaria anche ventennale nel settoree che – esauriti quattro anni – nonvedranno più rinnovarsi l’incarico e checomunque già oggi non hanno ottenuto ilrinnovo dell’incarico perché la suddettacircolare non ha riconosciuto loro – qualititolo utile – l’esperienza e professionalitàgià maturata;

è necessario valorizzare e ricono-scere la professionalità maturata di tuttigli esperti psicologi e criminologi ex arti-colo 80 ordinamento penitenziario chevengono quotidianamente coinvolti nelleprocedure di valutazione del detenuto infunzione del perseguimento degli obiettividi rieducazione e cura previsti dalla leggee dalla normativa europea,

impegnano il Governo:

ad intervenire con idonee iniziativenormative al fine di assicurare la conti-nuità lavorativa degli esperti psicologi ecriminologi ex articolo 80 dell’ordina-mento penitenziario riconoscendone laprofessionalità e l’esperienza maturata;

a prorogare le convenzioni stipulatenel 2013 con gli esperti psicologi e crimi-

nologi al fine di realizzare in manieraadeguata gli obiettivi previsti dall’articolo27 della Costituzione in tema di rieduca-zione del detenuto e così come previstodalla recente normativa anche europea;

ad adottare ogni iniziativa normativa– anche in termini di disciplina del rap-porto di lavoro e/o di investimento dimaggiori risorse finanziarie – idonea avalorizzare e riconoscere l’esperienza, laprofessionalità, il ruolo e l’apporto degliesperti psicologi e criminologi anche infunzione della realizzazione degli obiettiviprevisti dall’articolo 27 della Carta costi-tuzionale in tema di rieducazione e salutedel detenuto così come previsto dalla le-gislazione vigente, dalla Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo e dalla norma-tiva europea.

(7-00257) « Businarolo, Grillo, Ciprini ».

L’VIII Commissione,

premesso che:

i recenti accadimenti alluvionalihanno riportato al centro dell’attenzione iltema della sicurezza idrogeologica che, inVeneto, per caratteristiche geomorfologi-che, necessita di particolare attenzione.Alcune aree del territorio veneto, in par-ticolare parti significative della fascia co-stiera veneziana, il delta del fiume Po e unampio settore del suo entroterra, sonointeressati da fenomeni di subsidenza, icui effetti hanno ricadute sull’assettoidraulico, geologico e di tutela del terri-torio e risulta, quindi, necessario metterein atto ogni azione che possa limitare talifenomeni irreversibili;

in nome del principio di precau-zione va anteposta la sicurezza e la tuteladi un territorio fragile, in difficile equili-brio e già pesantemente sfruttato e com-promesso, ad ogni possibile interesse eco-nomico derivante dall’estrazione degliidrocarburi dal sottosuolo, anche perchégli introiti sarebbero in ogni caso incom-mensurabilmente inferiori a quanto neces-sario per ulteriori interventi sulle opere di

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difesa a mare e per la messa in sicurezzadel bacino idrografico del Po e dell’Adige.Senza contare il rischio a cui verrebberosottoposti non solo centri urbani, ma an-che beni storico-artistici, monumentali edambientali disposti lungo il corso dei fiumie lungo le coste;

la fascia padana in generale e nellospecifico l’area al largo delle coste venete(Alto Adriatico) è notoriamente ricca diidrocarburi;

dagli anni Trenta e soprattutto ne-gli anni Quaranta e Cinquanta del secoloscorso, fino alla sospensione decisa dalGoverno nazionale nel 1961, furonoestratti nel territorio del Delta del Pomiliardi di metri cubi di metano e gasnaturali, contribuendo ad aggravare note-volmente il fenomeno della subsidenza,che determina un progressivo abbassa-mento del suolo;

la subsidenza « antropica », deri-vata all’estrazione del gas metano, hacontribuito ad aggravare notevolmente lasituazione idrogeologica di un territorio, ilPolesine – l’attuale provincia di Rovigo –che nel 1951 è stato colpito da una rovi-nosa alluvione;

nel periodo 1951-1960 è stimatoche gli abbassamenti del suolo raggiunseroi 2 metri, ma le conseguenze del fenomenonon si sono fermate con l’interruzionedelle estrazioni e, fino al 1980, gli abbas-samenti hanno raggiunto e superato i 3metri. Studi recenti effettuati dall’univer-sità di Padova hanno dimostrato una« coda » della subsidenza nel periodo1983-2008, che ha raggiunto i 50 cm nellazona meridionale del Delta del Po, alconfine tra Veneto ed Emilia Romagna;

in questa stessa zona, a ridossodelle coste polesane, è attualmente pre-sente un rigassificatore e l’impatto sulterritorio di questa recente struttura sisomma alla presenza trentennale dellacentrale Enel di Porto Tolle, situata nel-l’estremo Delta del Po: un impatto am-bientale che deve fare i conti con l’equi-librio di un delicato ecosistema e con le

previsioni, avanzate da più parti, di unprogressivo innalzamento del livello delmare, destinato ad interessare nei pros-simi anni anche il territorio deltizio;

buona parte del territorio polesanodeltizio è area protetta in quanto già parcoregionale veneto del Delta del Po;

rispetto al fenomeno della subsi-denza, cronicità di questa porzione co-stiera d’Italia, si sono registrati nel tempoattenzione e sensibilità di vari Governo,che hanno adottato politiche di tutela delterritorio e determinato anche significativiinterventi pubblici;

numerosi provvedimenti legislativiregionali e nazionali hanno allontanatodalla costa il pericolo della subsidenzaindotto dalle estrazioni a mare, a maggiorragione le estrazioni a terra contrastereb-bero con i concetti tecnici che costitui-scono presupposto della normativa citata,e quindi non possono ritenersi ammissibilinell’entroterra delle suddette zone di marenelle quali è posto il divieto in questione;

è urgente la necessità di tutelare ilterritorio della pianura così come quellolagunare e costiero dal rischio di subsi-denza e quindi anche dai conseguentipericoli di eventi alluvionali, di erosionedei litorali, dell’aumento di forze distrut-tive delle onde, della risalita del cuneosalino, che invece risultano favoriti dalleattività di ricerca, prospezione e coltiva-zione di idrocarburi;

l’area del permesso di ricerca in-testata a AleAnna Resources, LLC, inte-ressa alvei, invasi e corsi d’acqua tutelati;zone soggette a dissesto idrogeologico,zone esondabili o a ristagno idrico, zone diriconosciuta fragilità ambientale, zone arischio di incidente rilevante, zone sotto-poste a continua attività di bonifica anchemediante opere e manufatti idrovori, com-plessi archeologici (siti e monumenti) uf-ficialmente riconosciuti, edifici di pregioarchitettonico, ville venete, centri storici;aree naturali protette; aree SIC-ZPS;

in data 25 gennaio 2011, il consiglioregionale del Veneto ha già approvato una

Atti Parlamentari — 9563 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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proposta di legge statale, da trasmettere alParlamento nazionale, denominata « Inter-venti di tutela dal fenomeno della subsi-denza dei territorio delle province di Pa-dova, Rovigo e Venezia », primo firmatarioil consigliere regionale Graziano Azzalin,che ha già illustrato il testo in Commis-sione ambiente;

la vicenda della subsidenza e deirischi derivanti dalla ricerca di idrocarburiè da tempo ormai posta all’attenzione dellacommissione VIA della regione Veneto;

appare necessario un ruolo attivodel Governo nazionale per monitorare ifenomeni della subsidenza, dell’erosionedelle coste, dell’impatto ambientale distrutture già esistenti – impatto partico-larmente rilevante nel Delta del Po, comesi è accennato – e del progressivo innal-zamento del livello del mare, nonché permettere in atto strategie complessive fina-lizzate alla tutela della specificità del ter-ritorio del Delta del Po, che partano dalpronto coinvolgimento di tutti gli attorilocali e da una rinnovata elaborazione dicarattere generale rispetto alla valenzanazionale dei problemi in essere e dellequestioni che qui sono state richiamate,

impegna il Governo:

a tener conto, per le ragioni di cuisopra, della specificità del territorio del-l’Alto Adriatico, con particolare riferi-mento alla costa polesana e quella vene-ziana, al Delta del Po e all’entroterrapadovano e veneziano prossimo all’areapolesana, e della necessità di un interventorispetto ai fenomeni della subsidenza, adell’erosione delle coste e ai rischi deri-vanti dall’innalzamento progressivo del li-vello del mare;

a istituire e a convocare, per quantodi competenza un tavolo di coordinamentocon la regione Veneto, l’Ente parco regio-nale Veneto Delta del Po, le istituzionilocali dei comuni del rodigino, del vene-ziano e del padovano interessati da talefenomeno, e le forze sociali del territorio,rispetto ai temi richiamati e alle possibilistrategie da mettere in campo;

a verificare la possibilità di adottareulteriori iniziative normative volte a modi-ficare l’articolo 6 del decreto legislativo 3aprile 2006, n. 152 « Norme in materia am-bientale », al fine di vietare le attività diricerca, di prospezione nonché di coltiva-zione di idrocarburi liquidi e gassosi, di cuiagli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio1991, n. 9, nel territorio delle province diPadova, Rovigo e Venezia anche relativa-mente ai procedimenti in corso.

(7-00256) « Moretto, Crivellari, MariastellaBianchi ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CARRA. — Al Presidente del Consigliodei ministri. — Per sapere – premesso che:

il decreto-legge n. 74 del 6 giugno2012, convertito, con modificazioni, dallalegge n. 122 del 1o agosto 2012, stabiliscel’entità delle risorse finanziarie, stanziatedallo Stato per gli anni 2012, 2013 e 2014,da destinare alla ricostruzione di struttureed infrastrutture pubbliche danneggiatedal terremoto che ha colpito alcuni terri-tori dell’Emilia Romagna, della Lombardiae del Veneto nel maggio del 2012;

il sopracitato decreto stabilisce, inol-tre, le modalità per addivenire alla ripar-tizione di quei fondi tra le tre gestionicommissariali;

per quanto riguarda il territorio lom-bardo, ovvero per la provincia di Mantova,i fondi destinati per l’anno 2013 ammon-tano a circa 37 milioni di euro;

è opportuno ricordare che quei fondisono fondamentali per garantire la rico-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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struzione, ancorché parziale, di scuole,municipi, chiese ed altro dei comuni ri-compresi nel « cratere »;

ad oggi, nonostante i lodevoli im-pegni verbali che il Governo si è assuntoin diverse circostanze circa la rapida ero-gazione di questi fondi, nulla è accaduto;

quanto evidenziato in precedenza ali-menta una comprensibile insofferenza esfiducia nei confronti dello Stato da partedegli amministratori locali e delle comu-nità colpite dal terremoto –:

se il Presidente del Consiglio intendadare rapidamente attuazione a quantostabilito dal decreto-legge n. 74 del 2012,convertito, con modificazioni, dalla leggen. 122 del 2012, attraverso l’erogazionedel contributo per la ricostruzione cheammonta a circa 37 milioni di euro.

(5-02089)

MURER. — Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

l’11 ottobre 2013 il Senato della Re-pubblica ha approvato, in via definitiva, lalegge 15 ottobre 2013, n. 119 di conver-sione del decreto 14 agosto 2013, n. 93,approvato due giorni prima anche allaCamera dei deputati, recante nuove « Di-sposizioni urgenti in materia di sicurezzae per il contrasto della violenza di genere;

la nuova normativa, sulla base delleindicazioni provenienti dalla convenzionedel Consiglio d’Europa, fatta ad Istanbull’11 maggio 2011, concernente la lottacontro la violenza sulle donne mira arendere più incisivi gli strumenti del con-trasto dei fenomeni di maltrattamenti, vio-lenza e di atti persecutori;

con la legge si è provveduto a varareun percorso per un nuovo piano straordi-nario di protezione delle vittime di violenzasessuale e di genere che prevede azioni diintervento multidisciplinari, a carattere

trasversale, per prevenire il fenomeno, po-tenziare i centri antiviolenza e i servizi diassistenza, formare gli operatori;

con la legge sono state stanziate ri-sorse (10 milioni di euro per il 2013, setteper il 2014 e dieci a partire dal 2015) percentri anti-violenza e case-rifugio, al finedi sostenerne l’azione che viene ritenutafondamentale per una politica efficacecontro femminicidio e violenza;

la legge prevede anche lo stanzia-mento di 10 milioni di euro per un pianoanti-violenza elaborato dal dipartimentoper le pari opportunità, che avrà comeobiettivo l’informazione e la prevenzionedella violenza contro le donne, la promo-zione dell’uguaglianza di genere nellescuole, la sensibilizzazione della stampa sucome trattare l’argomento, la formazione dioperatori in grado di aiutare le persone chehanno subito stalking e maltrattamento e ilrecupero degli autori delle violenze –:

a che punto sia la procedura diripartizione dei fondi per centri antivio-lenza e case rifugio, e se esista un pianoche fissi fin da ora quantità, caratteristi-che, localizzazioni degli interventi previstidalla normativa stessa, di cui al finanzia-menti indicati nel decreto-legge;

in che tempi e con quali modalità ilGoverno intenda pervenire all’adozione delpiano nazionale antiviolenza previsto dallanormativa di cui in premessa. (5-02090)

Interrogazione a risposta scritta:

GIOVANNA SANNA e MARIANI. — AlPresidente del Consiglio dei ministri, alMinistro delle infrastrutture e dei trasporti.— Per sapere – premesso che:

a seguito dell’alluvione che ha colpitola Sardegna il 18 novembre 2013 si sonodeterminati ingenti danni alle infrastrut-ture viarie e ai ponti di quei territori. Inquella circostanza fra i tanti è crollatoanche il ponte sul Rio Loddone, che ha difatto isolato, rispetto all’essenziale colle-

Atti Parlamentari — 9565 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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gamento con Olbia, i comuni di Loiri –Porto S. Paolo, Padru, Berchideddu, Alàdei Sardi e Buddusò;

numerose sono state le segnalazioni ele richieste di intervento urgente da partedei sindaci dei citati comuni ai verticidell’ANAS e della Protezione civile, ma atutt’oggi l’isolamento non è finito;

la strada provinciale 24 nel trattoOlbia-Loiri è l’unica via di collegamentocon il porto e l’aeroporto di Olbia, sia peri comuni citati che per altri centri limitrofidel nuorese;

ai notevoli disagi che le popolazionidi questi territori hanno subito a seguitodell’alluvione si aggiunge anche quello didover tuttora affrontare quotidianamenteun percorso notevolmente più lungo etortuoso per raggiungere Olbia –:

quali tempi prevede il ministro in-terrogato per la ricostruzione del ponte sulRio Loddone;

per quando sia previsto l’avvio deilavori per la realizzazione di una bretellaprovvisoria per collegare Olbia ai predetticomuni, soluzione prospettata un mese fadal responsabile ANAS Sardegna;

se sia stata già firmata l’ordinanzache conferisce al presidente ANAS l’inca-rico di commissario della Protezione civileper la ricostruzione in Sardegna, al fine diaccelerare i lavori di ricostruzione.

(4-03498)

* * *

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

PORTA, LA MARCA, GIANNI FARINA,FEDI e GARAVINI. — Al Ministro degli af-fari esteri, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premesso che:

sono più di dieci anni che lo Statoitaliano ha sospeso i negoziati con i Paesi

di emigrazione italiana per la stipula e ilrinnovo delle convenzioni bilaterali di si-curezza sociale;

l’attuale accordo bilaterale di sicu-rezza sociale tra Italia e Argentina è invigore dal 1° gennaio 1984 e cioè da ben30 anni;

l’accordo (o convenzione) ha garan-tito, in materia di sicurezza sociale laparità di trattamento dei lavoratori che sispostavano da un Paese all’altro, l’espor-tabilità delle prestazioni previdenziali esoprattutto la totalizzazione dei contributiai fini del perfezionamento dei requisiticontributivi minimi previsti dalle varielegislazioni per la maturazione di un di-ritto a prestazione;

sono oltre 50.000 le pensioni Inpspagate in Argentina a fronte di una po-polazione di « oriundi » di circa 15.000.000di persone e di 400.000 cittadini italianiresidenti nel Paese sud americano;

purtroppo, come molti altri accordiin materia previdenziale stipulati dall’Ita-lia, si tratta di un accordo oramai eviden-temente obsoleto nello spirito, nei conte-nuti e nella forma che non può piùtutelare adeguatamente diritti e interessi odoveri degli attuali e soprattutto dei futuripensionati italiani e argentini perché nonè stato adeguato alle evoluzioni e agliaggiornamenti, talvolta radicali, delle legi-slazioni e dei sistemi previdenziali dei duePaesi contraenti;

l’accordo con l’Argentina infatti nonprevede, e quindi disciplina, nel suocampo di applicazione oggettivo il nuovosistema contributivo introdotto in Italia (ilcalcolo della pensione teorica e del rela-tivo pro-rata sono regolamentati esplicita-mente con il metodo retributivo), ma so-prattutto, in un periodo caratterizzatodalla ripresa di fenomeni migratori anchedi nuovi soggetti professionali, non con-templa nel proprio campo di applicazionesoggettivo i liberi professionisti e i dipen-denti pubblici italiani i quali quando sispostano dall’Italia in Argentina, o vice-versa, sono esclusi da ogni forma di tutela

Atti Parlamentari — 9566 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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previdenziale convenzionale (una intolle-rabile disparità di trattamento con i di-pendenti privati che è stata invece datempo colmata dai regolamenti comunitaridi sicurezza sociale);

è bene quindi essere consapevoli chele convenzioni bilaterali di sicurezza so-ciale non devono tutelare solo la vecchiaemigrazione: stanno emergendo, infatti,moderne figure di nuovi migranti italiani,come i ricercatori, i piccoli imprenditori,gli artigiani, gli insegnanti, gli studenti, ilavoratori al seguito delle imprese, i tantigiovani che si recano a lavorare all’estero,anche per lunghi periodi, dove versano icontribuii e pagano le tasse, e i qualirischiano poi, a causa delle convenzionioramai obsolete, di non essere adeguata-mente tutelati negli ambiti previdenziale,fiscale e sanitario;

le trattative per il rinnovo dell’ac-cordo italo-argentino di sicurezza socialedurano oramai da molti anni con alternevicende, ad avviso degli interroganti, ancheper la mancanza di volontà politica deiGoverni che si sono succeduti, preoccupatipiù che altro di « risparmiare » riducendola presenza, gli interventi e la politica delloStato italiano a favore del mondo dell’emi-grazione;

il nuovo accordo introdurrebbe im-portanti e positive modifiche e integrazionia favore di lavoratori e pensionati, comead esempio: l’estensione del campo diapplicazione ai dipendenti pubblici e ailiberi professionisti, attualmente esclusidall’accordo; il ricorso all’autocertifica-zione per tutta una serie di documenti dicui si potranno avvalere anche gli italianii quali hanno acquisito la cittadinanzaargentina; la previsione formale della pos-sibilità di esercitare nuovamente la facoltàdi opzione tra pensione autonoma argen-tina e pro-rata italiano; una norma cheprevede la possibilità per i lavoratori ita-liani i quali si impieghino in Argentinapresso imprese o datori di lavoro cheversano i contributi sociali in Italia, diversare e vedersi accreditati i contributinell’ assicurazione obbligatoria italiana, in

modo tale da costituirsi una posizioneassicurativa italiana che possa garantireloro importanti diritti previdenziali; lacopertura relativa all’indennità di disoc-cupazione, prestazione attualmenteesclusa dall’accordo; l’applicabilità dell’ac-cordo anche ai regimi di previdenza inte-grativa a capitalizzazione individuale siaper quanto riguarda l’Italia che l’Argen-tina –:

nel rispetto delle esigenze di con-trollo della spesa pubblica e degli attualivincoli di natura finanziaria, quali ini-ziative i Ministri interrogati intendanoadottare per garantire la revisione del-l’accordo in materia di sicurezza socialecon l’Argentina visto che essa non com-porterebbe spese aggiuntive onerose inquanto trattasi di rinnovare un accordogià in vigore e che le previste novitànormative convenzionali arrecherebberoun beneficio alle istituzioni e ai soggettiinteressati, e consentirebbero allo Statoitaliano di esercitare meglio una doverosatutela delle nuove migrazioni ma anchedei diritti socio-previdenziali di una partenon marginale della comunità italiana inArgentina, costituita da anziani chespesso vivono in realtà dove i sistemi diprotezione sociale non assicurano livellidi tutela adeguati. (4-03503)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARZANA, GRILLO, DAGA, TER-ZONI, ZOLEZZI, LOREFICE, DI VITA,CANCELLERI, VILLAROSA, LUPO, BU-STO, RIZZO, CURRÒ e DI BENEDETTO.— Al Ministro dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare, al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

la tutela dell’ambiente è riconosciutadal secondo comma dell’articolo 9 della

Atti Parlamentari — 9567 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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Costituzione, secondo cui la Repubblica« tutela il paesaggio », mentre la disciplinacontenuta nell’articolo 32 della Costitu-zione tutela la salute come diritto fonda-mentale dell’individuo e della collettività;

nonostante queste tutele, la gestionedei rifiuti in Sicilia è diventata un’emer-genza infinita, ma anche la situazionedelle discariche dismesse è preoccupante,proprio a causa della grande quantità dirifiuti convogliati nel corso degli armi,spesso in assenza di adeguata protezione econtrollo;

orbene, nel comune di Noto (SR), incontrada Bommiscuro, in territorio conti-guo al Comune di Rosolini (SR), ad unaquota di 80 metri sul livello del mare, conuna pendenza di 6 gradi circa, con incli-nazione verso la Saia Baroni, normal-mente utilizzata per fini irrigui, è ubicatauna discarica dove sarebbero stati sversati,ed illecitamente interrati, rifiuti specialialtamente tossici e nocivi per la salutepubblica, declassati in rifiuti ordinari, pro-venienti anche dalla zona industriale delpetrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta;

la base della discarica presentaun’alta permeabilità per fessurazione poi-ché risulta impostata su di un terrenomarnoso con strati calcarei molto frattu-rati, costituenti il tetto della falda; l’areadella predetta discarica risultava gestita edi proprietà della ditta BODEIN srl, allostato in fallimento, la cui gestione a fardata dal 3 agosto 1995, è passata alla dittaSBI, Smaltimento bonifiche industriali srl;

in data 18 settembre 1992 viene di-sposto il sequestro della discarica e i peritid’ufficio nominati dal pubblico ministerodella procura della Repubblica presso laPretura Circondariale di Siracusa (proce-dimento penale n. 9116/92), nella periziada loro redatta, evidenziavano: « Lo statodei luoghi (...) è sicuramente difformedalle condizioni di progetto (...). Infattil’area interessata allo smaltimento dei ri-fiuti presenta: una quota di gran lungasuperiore (...) con quanto progettato dallastessa BODEIN sin dal 1986; un sistema diintercettazione delle acque “defluenti” dal

corpo della discarica assolutamente nonidoneo (...) la presenza di evidenti feno-meni di ruscellamento con conseguentespandimento di materiale della discaricasia in direzione del varco di accesso, sianel vicino uliveto. La tecnica di smalti-mento adottata per la posa dei rifiuti (...)sicuramente difforme (...) »; per quantoattiene ai volumi di rifiuti presenti indiscarica: « Il valore totale stimato è (...)superiore alla capacità autorizzata »;

nel triennio 2000/2002 a seguito delriscontro di un alto tasso di mortalitàcausata da tumori nella popolazione delcomune di Rosolini, presumibilmente ri-conducibile all’inquinamento delle faldeacquifere della Saia Baroni utilizzata perl’agricoltura, dai reflui provenienti dalladiscarica in questione, il sindaco di Roso-lini, pro tempore, con delibera della giuntacomunale n. 316/2 e successiva integra-zione istituì una « Commissione di studioper indagine sul problema malattie tumo-rali nel territorio comunale »;

l’indagine della commissione ha pro-dotto un elenco di 139 soggetti decedutiper tumore nel territorio comunale, evi-denziando una maggiore mortalità pertumori nel sesso maschile (anni 2000/02numero di morti attese 66,69 – numero dimorti rilevati 98) e che interessa maggior-mente tumori del polmone (numero dimorti attese 17,15 – numero di mortirilevati 32) e del colon retto (numero dimorti attese 6,90 – rilevati 17);

cosicché, sulla scorta dei risultatiprodotti dalla (Commissione si avviò unsecondo procedimento penale nei con-fronti dei proprietari della discarica, ac-cusati di aver conferito in concorso traloro rifiuti tossici e nocivi non compatibilicon la tipologia « 2B » e cagionanti l’in-quinamento delle acque attigue;

nel corso del dibattimento del sud-detto procedimento pendente avanti lacorte di assise di Siracusa, ove la provinciaregionale ed i comuni di Rosolini e Notosi sono costituiti parte civile, è emerso chela discarica continua a produrre percolatoche si spande nei terreni circostanti, col-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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tivati ad ortofrutta, con ulteriore pericolodi infiltrazioni e avvelenamento per lafalda acquifera ed il torrente Passo Cor-rado;

difatti, da un decennio a questaparte, Rosolini presenta un tasso di mor-talità per tumore decisamente superiorealle medie provinciali, regionali e nazio-nali, la discarica rimane ancora luogo dacui le sostanze inquinanti altamente no-cive si diffondono nell’ambiente circo-stante: i rilievi compiuti dall’autorità giu-diziaria sui luoghi hanno rivelato l’avve-lenamento delle acque di un laghetto at-tiguo alla discarica, risultate avvelenatedalla presenza di mercurio, nonché dicloruri e fosfati di gran lunga superiori aiparametri di legge, dei pozzi circostantil’area interessata, nonché della faglia su-perficiale contaminata da idrocarburi po-liciclici aromatici;

le indagini e i relativi procedimentipenali avrebbero dovuto portare ad im-mediati interventi di messa in sicurezza, invista dell’approvazione di un piano dicaratterizzazione e bonifica, invece, adoggi, quel sito, rinominato « discarica deiveleni », non risulta ancora bonificato, no-nostante l’area in questione figurerebbenel piano regionale bonifiche redatto dal-l’Ufficio del commissario delegato perl’emergenza rifiuti e per la tutela delleacque in Sicilia, con alta priorità di in-tervento;

con decreto del Presidente della Re-pubblica 17 gennaio 1995 è stato appro-vato il « Piano di disinquinamento per ilrisanamento del territorio della provinciadi Siracusa-Sicilia Orientale »;

la legge 9 dicembre 1998, n. 426,« Nuovi interventi in campo ambientale »,all’articolo 1, disciplina la realizzazione diinterventi di bonifica e ripristino ambien-tale dei siti inquinati, anche in caso di lorodismissione;

anche, il decreto legislativo 3 aprile2006, n. 152, all’articolo 250, è moltochiaro: « Qualora i soggetti responsabilidella contaminazione non provvedano di-

rettamente agli adempimenti disposti dalpresente titolo ovvero non siano individua-bili e non provvedano né il proprietariodel sito né altri soggetti interessati, leprocedure e gli interventi [...] sono rea-lizzati d’ufficio dal comune territorial-mente competente e, ove questo non prov-veda, dalla regione, secondo l’ordine dipriorità fissati dal piano regionale per labonifica delle aree inquinate [...]. Al finedi anticipare le somme per i predettiinterventi le regioni possono istituire ap-positi fondi nell’ambito delle proprie di-sponibilità di bilanci »;

l’articolo 20 della legge 23 marzo2001, n. 93, ha stanziato complessivi euro934.967,59 per la realizzazione di unamappatura completa della presenza diamianto sul territorio nazionale nonchéper la realizzazione degli interventi dibonifica urgente; il decreto ministerialen. 101 del 2003, articolo 3, prevede, inol-tre, che i risultati della mappatura sianoorganizzati avvalendosi di sistemi infor-mativi territoriali e trasmessi annual-mente, entro il 30 giugno, dalle regioni alMinistero dell’ambiente e tutela del terri-torio e del mare, eppure la regione sici-liana e la Calabria non hanno trasmessoalcun dato –:

se ritengano possibile assumere ini-ziative, anche normative, per sostenerel’ente locale e la regione siciliana qualora,con proprie risorse, intervengano per labonifica dell’area citata in premessa, pre-vedendo l’allentamento degli obblighi delpatto di stabilità interno;

se, in riferimento al decreto ministe-riale n. 101 del 2003, non intendano ri-chiamare le regioni che non hanno tra-smesso alcun dato e contestualmente esi-gere informazioni di dettaglio sui finan-ziamenti pubblici utilizzati;

se non reputino opportuno promuo-vere, d’intesa con gli enti territoriali com-petenti, linee guida, per una continua edeffettiva sorveglianza e monitoraggio delterritorio;

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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quali iniziative intendano promuo-vere al fine di sensibilizzare la popola-zione, a cominciare dall’ambiente scola-stico, sulla corretta gestione dei rifiuti esui danni provocati alla salute pubblicadalla contaminazione del suolo e del-l’aria. (5-02096)

Interrogazioni a risposta scritta:

BENEDETTI, MASSIMILIANO BER-NINI, PARENTELA, BUSTO, DAGA, SE-GONI, MANNINO, TERZONI, DE ROSA,ZOLEZZI, COLONNESE, NESCI, CARI-NELLI e VIGNAROLI. — Al Ministro del-l’ambiente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro degli affari esteri. — Persapere – premesso che:

il Governo croato senza alcuna garapubblica e senza alcuno studio di impattoambientale, ha contattato direttamente lasocietà norvegese Geo Spectrum Limited,che dall’inizio di settembre 2013 sta con-ducendo la scansione del versante marit-timo croato in Adriatico di un’area di 12mila chilometri quadrati alla ricerca digiacimenti di idrocarburi (greggio e me-tano) intrappolati nei fondali;

la società conta di rifarsi delle spesevendendo i dati ottenuti nel corso dellerilevazioni alle compagnie petrolifere, met-tendo quindi sul mercato i risultati dellescansioni;

l’organizzazione internazionale per ladifesa del mare « Ocean Care » chiede alGoverno croato di fermare l’attività diricerca sottomarina per avviare un con-fronto pubblico, visto che quella stessaattività costituisce un enorme rischio per ilpatrimonio ittico croato e porterebbegrave nocumento anche allo sviluppo tu-ristico del Paese;

secondo il presidente di « OceanCare », Sigrid Lüber, come riportato dalquotidiano di Zagabria Ve>ernji list, latecnica adoperata nella ricerca dei giaci-menti di gas o di petrolio cosiddetta « 2D »prevede il rilascio di vere e proprie bombedi onde sonore ogni dieci secondi pari a

260 decibel ciascuna, mentre il rumore diun jet non supera i 125, 140 decibel;

secondo il presidente del Blue WorldInsitute, Drasko Holcer, le specie ittichepiù danneggiate sarebbero quelle dei del-fini e delle balene che possono percepirele onde sonore anche a chilometri didistanza. L’intensità con cui queste ven-gono « sparate » danneggia il loro sistemauditivo provocando lesioni ed emorragie e,a lungo andare, la fuga di queste duespecie dal loro habitat;

una interrogazione dell’eurodeputatoZanoni chiede alla commissione europeaindagini sullo svolgimento di attività diricerca subacquea di giacimenti di idro-carburi nel mar adriatico mediante l’uti-lizzo di onde sonore, segnalando inoltreche, lungo alcune coste italiane dell’altoadriatico si sta assistendo ad una con-comitante ecatombe di tartarughe marinecomuni con 165 esemplari morti in menodi due mesi, rendendo necessarie indaginianche sulla strana concomitanza del fe-nomeno italiano con le ricerche in corsoin Croazia;

con l’attuazione della direttiva 2008/56/CE (recepita in Italia con decreto legi-slativo n. 190 del 13 ottobre 2010) ilrumore diventa un parametro di qualitàdell’ambiente marino, imponendo agliStati membri di affrontare il problemaagendo in via precauzionale ed evitandoogni tipo di inquinamento transfrontaliere.La Commissione europea ha applicato ilprincipio secondo cui l’assenza di certezzascientifica, qualora sussista il pericolo didanni gravi o irreversibili, non esonera gliStati dal dovere di predisporre misureefficaci per evitare il degrado ambientale(principio 15 della dichiarazione di Rio).Tutti i Paesi devono inoltre assicurare che« le attività condotte sotto la propria giu-risdizione e sotto il proprio controllo av-vengano in modo tale da non provocaredanno da inquinamento ad altri Stati e alloro ambiente »;

pertanto, a prescindere dalla man-canza di disposizioni specifiche sia a li-vello interno che internazionale, vige il

Atti Parlamentari — 9570 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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principio di carattere generale correlatoall’obbligo di vigilare affinché il rumoresottomarino prodotto da attività soggettealla propria giurisdizione non determinieffetti dannosi sugli ecosistemi di altrenazioni, coerentemente con il generale« obbligo di proteggere e preservare l’am-biente marino » (articolo 192 della con-venzione UNCLOS);

si tratta di una cooperazione daitratti variabili in quanto gli Stati devonocooperare, direttamente o tramite le com-petenti organizzazioni internazionali, alfine di promuovere studi e sviluppareprogrammi di ricerca scientifica sull’inqui-namento acustico sottomanno, garantendola protezione di tutte le specie a rischio,sulla base di quanto disposto dalla con-venzione sulla diversità biologica e delrelativo patto d’azione del 2006 della Co-munità europea (PAB);

si legge nel rapporto tecnico 2012dell’ISPRA « valutazione e mitigazione del-l’impatto acustico dovuto alle prospezionigeofisiche nei mari italiani », che il con-cetto di inquinamento acustico è statoesteso all’ambiente acquatico quando si ègiunti alla certezza che alcuni suoni an-tropogenici hanno effetti negativi su di-versi phyla di organismi, in particolare suicetacei;

l’esposizione al rumore di origineantropica può produrre un ampia gammadi effetti sugli organismi acquatici, in par-ticolare sui mammiferi marini. L’esposi-zione a rumori molto forti può addiritturaprodurre danni fisici permanenti ad altriorgani oltre a quelli uditivi e può in alcunicasi portare al decesso del soggetto colpito;

lo studio di Bowles e altri (1994) hadimostrato la tendenza dei capodogli acessare i loro click (sistemi di segnalisonori per l’ecolocalizzazione e la socia-lizzazione) interrompendo l’attività di fee-ling (alimentazione) in risposta agli im-pulsi sismici emessi da una nave a più di300 chilometri di distanza;

uno studio di Miller e altri (2009) haampiamente dimostrato la tendenza dei

capodoglio a non spostarsi dalla zona diimpatto acustico, nonostante il ramp up(suoni di allarme usati come deterrenti pernon fare avvicinare i mammiferi alla fontedel rumore);

lo studio di Madsen e altri 2006 hainoltre dimostrato come la propagazionesonora sia molto più complicata di quellageneralmente rappresentata dai modelliutilizzati per le misure di mitigazione.L’impatto acustico potrebbe verificarsi adistanze maggiori di quelle previste e benoltre l’area di mare che gli osservatori abordo nave possono efficacemente moni-torare;

le specie di cetacei che frequentano inostri mari sono inserite nelle liste rossedell’IUCN (Unione internazionale per laconservazione della natura) in categorieche evidenziano la necessità di maggioriinformazioni e di urgenti azioni di con-servazione e protezione;

molte specie sono incluse in direttiveconvenzioni e accordi di carattere inter-nazionale per la protezione degli habitat,delle specie e della biodiversità (CBD,direttiva habitat, convenzione di Bonn,CITES, convenzione di Barcellona proto-collo ASPIM, IWC) che sono state ratifi-cate dall’Italia;

anche la nuova strategia per l’am-biente marino (2008/56/EC – Marine Stra-tegy Framework Directive) prevede il man-tenimento della diversità biologica marinaoltre agli specifici programmi di monito-raggio per la valutazione dello stato del-l’ambiente sulla base di specifici elementi,fra i quali i mammiferi marini;

il 1o luglio 2013 la Croazia è diven-tato il 28o Stato membro dell’Unione eu-ropea;

da notizie di stampa pare che laCroazia si appresterebbe a liberalizzare ilsettore della ricerca e dell’estrazione dirisorse naturali di metano e di petrolio sulsuo territorio, incluso il sottofondo marinonell’Adriatico, che finora era monopoliodella società petrolifera nazionale Ina;

Atti Parlamentari — 9571 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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sarebbero previste semplificazionedelle procedure burocratiche per ottenerepermessi per la ricerca e lo sfruttamentodi risorse di idrocarburi gassosi e li-quidi –:

se il Governo croato abbia informatoufficialmente a mezzo di formale notifi-cazione il Governo italiano delle attività discansione mediante l’utilizzo di onde so-nore del versante marittimo croato inAdriatico di un’area di 12 mila chilometriquadrati alla ricerca di giacimenti di idro-carburi (greggio e metano) intrappolati neifondali;

se il Governo italiano, indipendente-mente dalla formale notificazione di atti-vità frontaliera posta in essere dal Go-verno croato, sia comunque a conoscenzadei fatti e delle suddette attività poste inessere dal Governo croato o da società daesso incaricate;

quali garanzie di misure idonee edefficaci siano state offerte dal Governocroato al fine di proteggere e preservarel’ambiente marino ai sensi e per gli effettidell’articolo 192 della convenzione UN-CLOS, di evitare il degrado ambientale allaluce del principio 15 della dichiarazione diRio, di protezione della diversità biologicamarina disciplinata dalla direttiva 2008/56/EC, ed ogni via precauzionale per evi-tare l’inquinamento transfrontaliero, an-che in considerazione che il delta del Poè candidato ad essere riconosciuto riservadi biosfera dall’Unesco e la laguna diVenezia è già nell’elenco dei siti patrimo-nio dell’umanità;

se, indipendentemente dalle eventualigaranzie offerte dal Governo croato, siaintenzione del Governo italiano promuo-vere un’indagine conoscitiva al fine diaccertare se allo stato esiste il rischio chedalle suddette attività possano derivaredanni e inquinamento di ogni tipo ai dannidel nostro Stato;

se sia intenzione del Governo ita-liano, a seguito delle risultanze di indaginiconoscitive sullo stato delle attività postein essere dal Governo croato, giungere alla

ratifica di un protocollo di interventocongiunto al fine di predisporre misureidonee ed efficaci per prevenire ogni tipodi danno e inquinamento, e, comunque,disciplinare le ipotesi di responsabilità pertutti i danni che dovessero essere even-tualmente procurati ai cittadini italiani eal nostro Stato dalle suddette attività.

(4-03492)

CRISTIAN IANNUZZI, TERZONI, VI-GNAROLI, LOREFICE e PAOLO NICOLÒROMANO. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

nella premessa alla « relazione sugliassetti societari delle imprese operanti nelciclo dei rifiuti » della Commissione par-lamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiutidella XIII legislatura, il presidente e rela-tore Massimo Scalia afferma: « il 24 otto-bre 1997 una delegazione della Commis-sione parlamentare d’inchiesta sul ciclodei rifiuti, nel corso di un sopralluogo aPontinia, individuò in collaborazione conla locale polizia provinciale un’area uffi-cialmente destinata al trattamento e allapulizia di fusti per il trasporto di rifiutipericolosi liquidi: il sito risultò privo diqualsiasi macchinario adatto allo scopo emolti dei fusti in attesa del « trattamento »erano ancora pieni di materiale vario.Inoltre, i registri di carico e scarico del-l’impianto risultarono compilati in ma-niera non conforme alla legge, addiritturacon operazioni riportate non nell’esattasequenza temporale. Per tali motivi i par-lamentari presenti ritennero di convocaresul posto l’autorità giudiziaria per proce-dere all’immediato sequestro dell’area,supponendo anche il già avvenuto smalti-mento illecito di ingenti quantità di rifiutipericolosi liquidi. Le operazioni di seque-stro consentirono di accertare la presenzain quel sito di oltre 11.600 fusti e di duecisterne colme di liquido da classificarsicome rifiuto pericoloso. Gran parte deifusti proveniva da aziende di rilevanzainternazionale, operanti nel campo del-l’informatica e della farmaceutica. La ditta

Atti Parlamentari — 9572 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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responsabile dell’impianto è stata indivi-duata nella SIR SRL di Roma che avevainiziato ad utilizzare l’area sin dal feb-braio 1997, dando la comunicazione diinizio attività alla regione Lazio solo nelluglio 1997 »;

la Commissione parlamentare d’in-chiesta sul ciclo dei rifiuti della XIIIlegislatura nel documento XXIII n. 16 af-ferma: « Da tale episodio è scaturita un’at-tività d’indagine della Commissione che haportato all’individuazione di collegamentitra la società titolare dell’impianto, alcunipersonaggi collegati alla criminalità orga-nizzata ed altre società operanti in altrearee del territorio nazionale, già oggetto diindagini giudiziarie per reati commessi nelciclo dei rifiuti »;

i titolari della Sir srl di Roma eranoVittorio Ugolini e Vincenzo Fiorillo;

a distanza di sedici anni non sononote ulteriori informazioni e per quantoriguarda la bonifica del sito, ad oggi, nonc’è traccia del completamento del progettoda parte della regione Lazio –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti sopraesposti e quali iniziative sianostate intraprese o se si intendano intra-prendere, anche promuovendo verifiche daparte del Comando carabinieri per latutela dell’ambiente, in relazione al terri-torio del comune di Pontina di cui inpremessa;

se sia noto dove sono stati smaltiti glioltre 11.600 fusti rinvenuti. (4-03496)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

GASPARINI, RAMPI, MAURI, CIM-BRO, LAFORGIA, PELUFFO, QUAR-TAPELLE PROCOPIO, COVA e CASATI. —Al Ministro dei beni e delle attività culturali

e del turismo, al Ministro per gli affariregionali e le autonomie. — Per sapere –premesso che:

è volontà del Governo e del Parla-mento sostenere i comuni che decidono digestire in forma associata servizi sociali eculturali, e sostenere lo sviluppo dellalettura e della cultura anche come stru-menti per garantire nel concreto quellaformazione permanente così necessariaper la crescita civile ed economica delnostro Paese, come elemento di reale in-tegrazione, di emancipazione, di supportoa chi ha più difficoltà e rimozione deglisvantaggi;

la provincia di Milano ha effettuatoun taglio del 73 per cento delle risorsetrasferite annualmente ai sistemi bibliote-cari presenti sul territorio provinciale.Questa scelta avrà effetti negativi sul ser-vizio bibliotecario ai cittadini nel suo com-plesso, in una area geografica che da anniè una eccellenza su scala nazionale intermini di innovazione delle politiche bi-bliotecarie territoriali;

quanto deciso ha riflessi non solo sulbilancio preventivo 2014 dei sistemi bi-bliotecari, in quanto la comunicazionedella provincia riguarda anche il contri-buto per il bilancio 2013, fatto questoultimo molto grave perché i bilanci sonostati chiusi il 31 dicembre e a gennaio2014 nulla si può fare per ricercare risorsesostitutive –:

se il Governo intenda favorire, nelriordino dei diversi livelli di governo enell’auspicata riforma del titolo quintodella costituzione, un processo che favori-sca lo sviluppo di soggetti bibliotecari solidi,autonomi, con dimensionamenti adeguati asviluppare efficienza gestionale e proget-tuale, e li supporti verso lo sviluppo di unreale sistema nazionale di promozionedella lettura e di sviluppo delle bibliotechecome centri di formazione permanente,educazione all’informazione, emancipa-zione culturale. (4-03494)

* * *

Atti Parlamentari — 9573 — Camera dei Deputati

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

CANCELLERI, GRILLO e COLON-NESE. — Al Ministro dell’economia e dellefinanze. — Per sapere – premesso che:

alcuni funzionari di Equitalia e del-l’Agenzia delle entrate sono state coinvolte,da gran tempo, per numerosi episodi cri-minali connessi alla riscossione, tra cuiepisodi di manipolazioni e aggiustamentidi cartelle esattoriali, peraltro riportatenell’interrogazione a risposta immediata inCommissione 5-01868;

di recente l’indagine e l’arresto delfaccendiere Oliverio a Roma ha scoper-chiato un contenitore dove era preminentel’accesso ai dati Equitalia e l’aggiusta-mento di cartelle esattoriali in quantoesisteva una torbida rete di affari e dimalaffare assai raffinata;

il quotidiano Il Tempo del 5 febbraio2014 riporta la seguente notizia « La ca-morra nella Capitale gestiva un tesoro daoltre 400 milioni di euro con la presuntacomplicità di insospettabili, come un di-rettore di banca e due ispettori dell’Agen-zia delle entrate. L’operazione è di ierimattina, dopo tre anni di indagine dellaDirezione investigativa antimafia del co-lonnello Renato Chicoli e dalla Squadramobile di Renato Cortese, coordinati dallaProcura di Napoli. Il patrimonio seque-strato faceva capo al clan Zaza (...). Nellalista dei presunti complici gli insospettabiliservivano a far girare gli affari, i criminaliavevano vita facile, potevano riciclare me-glio. Il direttore di banca Paolo Sbrana (aidomiciliari) della Intesa San Paolo, in viaNapoleone III, nel rione Esquilino, è ac-cusato di aver fornito al gruppo malavi-toso informazioni coperte da segreto ban-cario. Ci sono due ispettori dell’Agenziadelle entrate di Roma, Guido De Mari eSalvatore Iannì. E ancora, nel napoletano:l’ispettore di polizia Francesco Pisa del

Commissariato San Paolo (Napoli), sospet-tato di aver preso soldi in cambio dellasua collaborazione infedele e di esserediventato socio dell’impresa di costruzioneRi.Na di Simone Di Maio (tra gli arrestati).E l’appuntato scelto Mario Perrella dellaStazione dei carabinieri, congedato nel2009. C’è anche un’infermiera del carceredi Tolmezzo (Udine), dove il boss SalvatoreZazo era recluso ma riusciva lo stesso acomandare: sia attraverso il telefono cel-lulare, sia nascondendo i fogli nella bian-cheria sporca, intercettata dalla poliziapenitenziaria il 2 luglio 2009. È questol’anno quando cominciano le indagini »;

La Repubblica del 5 febbraio 2014,sostiene a proposito dell’indagine in que-stione: « tra i comprimari, Guido De Marie Salvatore Iannì, impiegati infedeli del-l’Agenzia delle entrate di Roma3 che com-mettevano un numero indeterminato direati tributari e di truffe in danno alloStato (...). Mario Pannella, un carabiniereche consultava gli archivi di Equitalia/Gerit/Gestline per segnalare le varie posi-zioni »;

la denominazione di Gerit e Gestlinenell’articolo de La Repubblica fa arguireche si tratta di attività criminose messe inatto a partire da qualche anno fa, primadelle fusione di Gerit e Gestline in altresocietà di Equitalia;

il 10 marzo 2010 fu reso noto dalgiornale La Stampa un accesso importantedi faccendieri esterni a Gerit alle cartelleesattoriali di Equitalia a Roma in rela-zione al caso Mokbel/di Girolamo –:

se il Ministro interrogato non siapreoccupato dell’ennesima presenza crimi-nale presso l’Agenzia delle entrate;

come sia potuto accadere, se nontramite complici o, a dir poco, tramiteforti pressioni di suasion, che un carabi-niere in congedo abbia avuto accesso aifile di archivio di Equitalia;

se non ritenga inefficiente la fun-zione dell’audit in Equitalia, dato che

Atti Parlamentari — 9574 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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proprio in Gerit il sistema dei dati ri-sultava essere stato già « bucato » noto-riamente nel 2010. (4-03497)

MELILLA. — Al Ministro dell’economiae delle finanze, al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

i latti vegetali (di riso o di soia, farro,miglio, avena eccetera) sono ormai ali-menti comuni per milioni di italiani;

questi alimenti sono usati da chi hafatto una scelta « vegan » (sono 400 mila ivegan in Italia), da chi è intollerante allatte, dai celiaci, da chi per scelta alimen-tare ha deciso di eliminare i grassi animalidalla propria dieta e da chi semplicementeapprezza tali bevande;

insomma milioni di italiani bevonolatte vegetale, ma al contrario di quantoavviene per tutti i generi di prima neces-sità che hanno l’IVA al 4 per cento, devonopagare l’IVA al 22 per cento;

si tratta di una tassazione ingiustaessendo evidente che per queste persone illatte vegetale è un bene di prima neces-sità –:

se non ritengano di esaminare il supe-ramento di questa assurdità di assumereiniziative per applicare anche per il lattevegetale l’IVA al 4 per cento. (4-03502)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:

BAZOLI e AMODDIO. — Al Ministrodella giustizia. — Per sapere – premessoche:

il primo comma dell’articolo 518 co-dice di procedura civile dispone: « L’uffi-ciale giudiziario redige delle sue operazioniprocesso verbale nel quale dà atto dell’in-giunzione di cui all’articolo 492 e descrivele cose pignorate, nonché il loro stato, me-

diante rappresentazione fotografica ovveroaltro mezzo di ripresa audiovisiva, deter-minandone approssimativamente il presu-mibile valore di realizzo con l’assistenza,se ritenuta utile o richiesta dal creditore,di un esperto stimatore da lui scelto. Se ilpignoramento cade su frutti non ancoraraccolti o separati dal suolo, l’ufficialegiudiziario ne descrive la natura, la qualitàe l’ubicazione »;

da quanto sopra si evince l’obbliga-torietà della rappresentazione fotograficao audiovisiva nell’espropriazione in cuil’ufficiale giudiziario è l’artefice del pigno-ramento, trattandosi, in conformità con icommentatori della riforma e con le prassiapplicative degli uffici ai quali quest’ul-tima si è manifestamente ispirata, di unamodalità esclusiva di formazione di quelparticolare atto, consistente nel pignora-mento di beni mobili: modalità destinata aconferire certezza al contenuto dell’atto,nonché efficacia del processo esecutivomobiliare che su quello si fonda, perl’impossibilità di dubbi o di condotte ille-gittime;

il coordinatore UNEP di Napoli, connota prot. n. 5 dell’11 gennaio 2014, aventiad oggetto rappresentazione fotografica edaudiovisiva dei beni pignorati, ha datodisposizioni ai funzionari UNEP e agliufficiali giudiziari circa il comportamentoda assumere nell’esecuzione dei pignora-menti ed ha disposto, tra l’altro, quantosegue: « Appare opportuno, qualora laparte, benché notiziata ab initio dell’ob-bligo di fornire il fotografo, non vi prov-veda bisogna recarsi sul luogo dell’esecu-zione (il debitore ben potrebbe onorare ilsuo debito pagando a mani dell’ufficialegiudiziario) e dare atto dell’impossibilità didescrivere i beni da sottoporre a pignora-mento per inattività della parte. Infattirileva questa dirigenza che la descrizionefotografia e/o audiovisiva è la sola previstadall’articolo 518 c.p.c. e che, pertanto, nonvi sono forme alternative alla stessa che èassolutamente necessaria, come eviden-ziato in precedenti disposizioni. La ripro-duzione fotografica e/o audiovisiva, giusti irilievi dell’ispettorato generale, non deve

Atti Parlamentari — 9575 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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essere mai fatta personalmente dall’uffi-ciale giudiziario procedente. Qualora gliutenti non mettano a disposizione il foto-grafo e/o il cineoperatore, signori Funzio-nari UNEP ed Ufficiali Giudiziari, recatisisul posto per eseguire il pignoramento,diano atto di tale mancanza e restitui-scano gli atti all’ufficio perché li metta adisposizione dei richiedenti. Qualora que-sti ultimi, benché reiteratamente notiziaticirca le attività di propria competenza,ripresentassero la richiesta di pignora-mento senza provvedere a quanto richie-sto, i signori Funzionari UNEP ed UfficialiGiudiziari, secondo quanto indicato dalsuperiore Ministero, solleveranno inci-dente di esecuzione perché il G.E. dichiariimprocedibile l’esecuzione;

il preposto ufficio esecuzione del-l’UNEP di Napoli con nota del 13 gennaio2014 ha disposto, tra l’altro, che « i Fun-zionari UNEP e/o Ufficiali Giudiziari chenon si attengono alle disposizioni datedall’Ufficio in conseguenza delle istruzioniimpartite dal superiore Ministero violino,di fatto, le norme del codice disciplinare »;

il Ministero della giustizia con no-ta di risposta, prot. VI-DOG/1678/03-1/2012/CA del 24 ottobre 2012 a firma deldirettore generale indirizzata al presidentedella corte di appello di Campobasso (rif.prot. n. 3975 del 13 agosto 2012) e perconoscenza all’Ispettorato generale del Mi-nistero della giustizia ha disposto, per larappresentazione fotografica di cui all’ar-ticolo 518 del c.p.c. tra l’altro con ri-chiamo all’articolo 610 del codice di pro-cedura civile, che non ha niente a chevedere con l’istituto del pignoramento, inquanto non è una norma dell’espropria-zione ma attiene solo ed esclusivamenteall’esecuzione per consegna e rilascio dicui all’articolo 605 e seguenti del c.p.c,quanto segue: « Quest’Amministrazione ègià intervenuta con le indicazioni conte-nute nelle circolari DOG prot. n. 6/381/035/CA del 14 marzo 2007 (« Riformadelle esecuzioni mobiliari – Legge 24febbraio 2006 n. 52, pubblicata in Gaz-zetta Ufficiale 28 febbraio 2006, n. 49 –Modifiche rilevanti aventi riflesso sull’at-

tività dell’ufficiale giudiziario), e prot.n. 6/491/035/2010/CA del 26 marzo 2010(« Esecuzione del pignoramento mobiliare– Modalità della rappresentazione foto-grafica dei beni pignorati »), consultabilinella sezione intranet del sito web diquesto Ministero;

premesso che la prescrizione norma-tiva di cui all’articolo 518, comma 1, c.p.c.richiede tra le modalità attuative del pi-gnoramento mobiliare che la descrizionedelle cose pignorate avvenga « medianterappresentazione fotografica ovvero altromezzo di ripresa audiovisiva », nel caso incui tale rappresentazione sia ritenuta as-solutamente necessaria l’ufficiale giudizia-rio, ove il creditore procedente non abbiaassicurato la propria disponibilità a pagarel’operatore fotografico, potrà sollevare in-cidente di esecuzione ai sensi dell’articolo610 c.p.c., chiedendo « i provvedimentitemporanei occorrenti » riguardo al con-ferimento dell’incarico al professionista(fotografo) e alle modalità della immediataliquidazione delle spese della prestazioned’opera all’atto della consegna del refertofotografico da allegare al verbale di pi-gnoramento.

Pertanto, i suddetti provvedimenti po-tranno rendersi necessari per l’attuazionein concreto della rappresentazione foto-grafica dei beni staggiti e di conseguenzaper il prosieguo della procedura esecutiva,soprattutto in considerazione degli oneridi pagamento della prestazione che devonoessere assicurati dalla parte procedentenei termini sopra indicati (anche nei ri-corsi di lavoro) ed a prescindere dall’esito(che può essere negativo nel caso in cui insede di accesso al domicilio della parteesecutata, lo si rinvenga chiuso).

Si prega di portare a conoscenza delPresidente del Tribunale di Larino il con-tenuto della presente nota, affinché rendaedotti del medesimo i dirigenti dell’UfficioNEP in sede e di quello presso la Sezionedistaccata di Termoli »;

l’ufficiale giudiziario, nell’esecuzionedei pignoramenti può avvalersi, per le foto,di ausiliari (articolo 68 cpc) – se nonricorre allo stimatore ex articolo 518

Atti Parlamentari — 9576 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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comma 2 – e le relative spese sonoliquidate dal tribunale in base alle disp.att. cpc;

le note innanzi citate si fondano suinterpretazioni del tutto innovative, madecisamente opinabili e criticabili dellanovella del 2006, che potrebbero rallentarenotevolmente le operazioni esecutive, dan-neggiando i creditori oltre che l’immaginedell’amministrazione giudiziaria –:

quali iniziative intenda adottare perricondurre nell’ambito della stretta os-servanza del dettato della normativa leiniziative di singoli uffici NEP, comequelle appena ricordate, ribadendo che èillegittimo vietare all’ufficiale giudiziarioprocedente di eseguire la riproduzionefotografica ed audiovisiva dei beni pigno-rati, costituendo essa elemento formaleindefettibile del verbale di pignoramento;

in particolare, se il Ministro, accer-tato quanto in premessa, intenda assumereiniziative affinché siano rimossi, a tuteladell’immagine dell’amministrazione dellagiustizia, con provvedimento immediato ese del caso in via di autotutela o conqualunque mezzo ritenuto opportuno, glieffetti delle note sopra ricordate, al fine diripristinare la stretta legalità nelle proce-dure di pignoramento sia nell’UNEP diNapoli che su tutto il territorio nazionale;

se, al fine di evitare il ricorso agliausiliari di cui all’articolo 68 del c.p.c oallo stimatore di cui all’articolo 518,comma 2, cpc, o essere di peso al creditoreprocedente per le ovvie difficoltà e perragioni di economia processuale, intendapredisporre una iniziativa normativa conla quale si riconosca, anche forfettaria-mente, all’ufficiale giudiziario, un com-penso a carico della parte istante perl’espletamento di tale attività, così comeavviene, in materia di rimborso dell’inden-nità di trasferta, ex articolo 133 del de-creto del Presidente della Repubblican. 1229 del 1959 trasfuso nel testo unicodelle spese di giustizia, posto che talesistema consentirebbe una più celere at-tività di espropriazione da parte degli

ufficiali giudiziari e funzionari UNEP non-ché un risparmio notevole per il creditoreistante. (3-00621)

PIEPOLI. — Al Ministro della giustizia.— Per sapere – premesso che:

la stratificazione normativa in Italiaha comportato notevoli criticità in meritoa molteplici aspetti, relativi al sistemagiudiziario, al tessuto produttivo, all’au-mento del contenzioso, alla competitivitàdel sistema in generale, come peraltroricordato durante la scorsa legislaturanella relazione presentata dal presidenteonorevole Doris Lo Moro e pubblicata inallegato al resoconto della seduta del Co-mitato per la legislazione del 5 febbraio2013, dal titolo « I costi per la competiti-vità italiana derivanti dall’instabilità nor-mativa: cause e possibili rimedi »;

si ricorda che in sede europea vi sonostate molte iniziative volte alla diminu-zione del fenomeno dell’instabilità norma-tiva: in particolare si evidenzia l’impor-tanza dell’accordo interistituzionale « Le-giferare Meglio » adottato nel 2003;

tale accordo tra Parlamento, Com-missione e Consiglio prevede, in partico-lare: una maggiore sincronizzazione deilavori; maggiore trasparenza; scelta dellostrumento legislativo designato seguendoal criterio della maggiore semplicità pos-sibile; motivazione della base giuridicautilizzata per ogni proposta; metodi diregolazione alternativi, in particolare lacoregolazione e l’autoregolazione; miglio-ramento della qualità della legislazione, inparticolare attraverso il ricorso alla con-sultazione prelegislativa e all’analisi deglieffetti; semplificazione e riduzione del vo-lume della legislazione;

secondo il rapporto 2013 sulla legi-slazione, prodotto dall’Osservatorio sullalegislazione della Camera dei deputati, si èosservata una diminuzione nel tempo dellaquantità totale di leggi approvate dal Par-lamento, ma questa diminuzione è inver-samente proporzionale alla concentra-zione degli atti normativi, in altre parole

Atti Parlamentari — 9577 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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quel fenomeno che vede un’espansionedella quantità di disposizioni, spesso ete-rogenee tra loro, contenute nello stessoprovvedimento;

tale incremento di concentrazione de-gli atti normativi, in particolare per quantoconcerne quelli d’iniziativa governativa,comporta un aumento della frammenta-zione degli interventi normativi e la multi-settorialità dei provvedimenti approvati;

in particolare, questo fenomeno si èreso evidente per quanto concerne lo « tsu-nami normativo » nel settore della giustiziacivile: da uno studio del Consiglio nazio-nale forense si evidenziano 17 riforme delcodice di procedura civile in 7 anni, chehanno prodotto effetti negativi sulla du-rata, di circa due anni, e dei costi, del 55per cento, dei processi;

ciò produce un arretrato estrema-mente elevato, essendo arrivati alla cifraabnorme di 9 milioni di procedimenti civilipendenti nell’anno 2013 –:

quali iniziative, anche di natura nor-mativa, intenda il Ministro intraprendere,nello specifico, al fine di contrastare l’au-mento della durata e dei costi del conten-zioso, nonché, in generale, per semplifi-care e ridare coerenza al sistema norma-tivo italiano, al fine di risolvere le criticitàriportate in premessa. (3-00625)

Interrogazione a risposta scritta:

VARGIU. — Al Ministro della giustizia.— Per sapere – premesso che:

con P.D.G. 23 novembre 2003, pub-blicato nella Gazzetta Ufficiale – IV seriespeciale – n. 30 del 16 aprile 2004, è statoindetto un concorso pubblico a 50 postinell’area C, posizione economica C2, pro-filo professionale di educatore (Ministerodella giustizia – dipartimento dell’Ammi-nistrazione penitenziaria);

la graduatoria è stata pubblicata nel2010 e, ad oggi, sono state assunte solo 27unità sui 50 posti messi a concorso;

l’assunzione dei restanti 23 vincitorinon solo renderebbe giustizia a coloro iquali hanno maturato il diritto all’assun-zione, ma consentirebbe altresì di raffor-zare le azioni di rieducazione e di recu-pero dei detenuti previsti dall’articolo 27della Costituzione;

la situazione di soprannumero deireclusi negli istituti di pena (60 mila circa,quando ne potrebbero essere accolti solo40 mila) e la conseguente condizione diinvivibilità delle carceri è stata oggetto diripetuti e recenti richiami del Capo delloStato, volti a porre all’attenzione urgentedel Parlamento le stringenti esigenze del-l’intero settore penitenziario;

allo stato, tuttavia, il completamentodelle procedure di assunzione di tutti ivincitori del concorso sopra ricordato nonè possibile poiché (non essendo state ri-determinate le piante organiche, comeprevisto dal decreto-legge 6 luglio 2012,n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012,n.135, cosiddetta « spending review ») ilblocco delle assunzioni è operativo ancheper l’amministrazione penitenziaria;

il 14 novembre 2013, il Sottosegreta-rio di Stato alla giustizia Cosimo MariaFerri, intervenendo in Commissione giu-stizia nell’ambito dello svolgimento dell’in-terrogazione n. 5-01389, ha dichiarato diaver posto tale problema all’attenzione delcompetente Ministro per la pubblica am-ministrazione e la semplificazione e che,sul punto, erano in corso contatti con ildipartimento della funzione pubblica –:

quale sia il numero esatto degli educa-tori C2 previsti dall’attuale pianta organica;

se sia possibile, nel rispetto degliequilibri di finanza pubblica, interpretareil decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, nelsenso di ricomprendere anche l’intero per-sonale penitenziario (polizia penitenziaria,educatori, psicologi ex articolo 80, assi-stenti sociali) tra le ipotesi di deroga allavigente disciplina sulla riduzione dellepiante organiche già previste per il cosid-detto comparto sicurezza. (4-03491)

* * *

Atti Parlamentari — 9578 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

RICCIATTI. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

il 22 dicembre 2013, un gruppo dicirca cinquanta cittadini – per la maggiorparte stranieri con lo status di rifugiatipolitici, ma anche italiani – hanno paci-ficamente occupato uno stabile in disuso,la scuola Regina Margherita, in via Ra-gusa, ad Ancona;

i cittadini in questione – uomini,donne e bambini – versano in gravi con-dizioni economiche, anche a causa dellagrave crisi economica, al punto da nonpoter provvedere autonomamente al repe-rimento di una abitazione;

molti di loro hanno, invece, persol’abitazione a seguito di sfratto per moro-sità incolpevole;

di fronte alla carenza di struttureadibite ad abitazioni popolari, nonché allalentezza delle procedure amministrative diassegnazione delle stesse, i cittadini inquestione hanno deciso di occupare paci-ficamento uno stabile in disuso di pro-prietà pubblica;

nel corso dell’occupazione, durata 45giorni, i cittadini coinvolti hanno provve-duto a ripulire la struttura pubblica ab-bandonata ed hanno avviato una espe-rienza di co-housing sociale;

il progetto è caratterizzato dall’inte-grazione sociale, un esempio di convivenzatra persone provenienti da Paesi asiatici,africani, dall’Europa dell’Est e cittadinianconetani in stato di indigenza;

tra le attività promosse dagli occu-panti, oltre alla condivisione degli spazi, visono l’autoproduzione alimentare attra-

verso un orto urbano ed un piccolo fornoper la panificazione, ma anche l’attiva-zione di corsi di lingua italiana;

l’ex scuola è stata ribattezzata « Casadè niantri », ed è diventata in poco tempoun centro di aggregazione spontanea, cheha ricevuto il sostegno di molte organiz-zazioni, civili e religiose, nonché singolicittadini, che hanno donato cibo, coperte,vestiario ed attrezzi vari;

il 5 febbraio 2014, le forze dell’or-dine, su impulso del sindaco di Ancona,hanno provveduto allo sgombero dello sta-bile, provvedendo a smistare gli occupantiin diverse residenze temporanee;

a causa della prolungata crisi econo-mica, che sta interessando il nostro Paese,la scarsità di soluzioni abitative per sog-getti indigenti sta divenendo un problemadi natura strutturale, mentre sovente vieneaffrontato con misure emergenziali, perloro natura temporanee –:

quali iniziative di competenza in-tenda intraprendere il Governo al fine difronteggiare con maggiore incisività la ca-renza di strutture abitative per soggettiindigenti;

se non si ritenga di dover incenti-vare – ed in caso positivo, con qualiiniziative – progetti di co-housing sociale,così come avviene in altre esperienzecomunitarie. (3-00623)

Interrogazioni a risposta scritta:

D’AGOSTINO. — Al Ministro delle in-frastrutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

in data 28 ottobre 2013 è stato con-vertito nella legge n. 124 il decreto-leggen. 102 del 31 agosto 2013;

all’articolo 6 di detto decreto-leggevengono disciplinate le « Misure di soste-gno all’accesso all’abitazione e al settoreimmobiliare », ovvero vengono stabiliti cri-teri e priorità che definiscono le condi-zioni di morosità incolpevole, in virtù delle

Atti Parlamentari — 9579 — Camera dei Deputati

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quali gli aventi diritto possono accedere alfondo istituito presso il Ministero delleinfrastrutture e dei trasporti nella misuradi 20 milioni di euro per il 2014 edaltrettanti per il 2015;

allo stato attuale ancora manca ildecreto attuativo delle disposizioni citate;

sono decine di migliaia i soggetti chesi trovano nelle condizioni oggettive dimorosità incolpevole e si tratta soprattuttodi persone che hanno perso il lavoro inconseguenza dei tagli occupazionali effet-tuati dalle aziende in crisi;

su tali soggetti incombono i decretiesecutivi di sfratto –:

quali siano gli eventuali motivi osta-tivi che ancora ritardano l’emanazione deldecreto attuativo di cui sopra;

quali iniziative intenda assumere ilMinistro interrogato per accelerare almassimo l’emanazione di detto decretoattuativo. (4-03489)

SIMONE VALENTE, MANTERO, BAT-TELLI, DE LORENZIS, PAOLO NICOLÒROMANO, CRISTIAN IANNUZZI, NICOLABIANCHI, SIBILIA e SCAGLIUSI. — AlMinistro delle infrastrutture e dei trasporti.— Per sapere – premesso che:

la variante SS1 Aurelia, in seguitoAurelia-bis, è nata alla conclusione deglianni ’90 come progetto stradale finalizzatoal collegamento dei comuni limitrofi lungola conurbazione costiera del territorio sa-vonese, da Varazze a Vado Ligure;

dopo oltre due decenni, la societàANAS spa ha stabilito di realizzare solo unramo della variante, ovvero il tratto cheparte da Albisola Superiore, nella localitàcome Grana, e finisce a Savona, nella zona« a monte » di corso Ricci, dopo l’attra-versamento di buona parte della cittàattraverso gallerie sotterranee, alcunedelle quali scenderanno sotto la quota dilivello del mare;

la ditta appaltatrice si è aggiudicata ilbando, con un ribasso circa del 38 per

cento, alla cifra di 107 milioni di eurocirca. Solo in seguito è stata richiesta unavariante finanziata totalmente con la dif-ferenza tra la base d’asta ed il ribasso,pari a 46,5 milioni circa, portando quindil’ammontare totale della spesa intorno ai150 milioni di euro;

ad avviso degli interroganti, tale pro-cedura è in aperto contrasto con alcunenorme del decreto legislativo n. 163 del2006, nello specifico l’articolo 132;

dai progetti definitivi si evince comeil percorso sia per il 75,8 per cento ingalleria, per 3894,91 metri su 5137,79metri totali, comportando quindi necessariinterventi di sterro e conseguentementepiù di un milione di metri cubi di detriticui trovare stazionamento;

la posizione dell’Aurelia bis non èadatta ad intercettare il traffico sulla SS1Aurelia, visto che è situata molto a montedella strada stessa, non intersecando ledirettrici principali dei flussi di traffico. Sicalcola che la strada intercetterà appenatra l’8 per cento ed il 12 per cento deltraffico veicolare, andando, al contrario, acreare solo disagi alla viabilità, vista la nonimmediata accessibilità e la presenza disvincoli monodirezionali, oltre che la to-tale assenza di aree di parcheggio perife-riche con annessi mezzi pubblici di colle-gamento;

i lavori preparatori stanno solocreando notevoli disagi dei cittadini, chetrovano le strade di accesso alle proprieabitazioni chiuse da mesi; inoltre va se-gnalata la scelta della stazione appaltantedi procedere all’esproprio di ben due pa-lazzine, motivando che il passaggio dellanuova strada avrebbe causato gravi dannialla stabilità delle suddette;

non si comprende come, dopo quasivent’anni in cui il progetto e rimasto neicassetti, si sia proceduto in tempi brevis-simi, da parte delle amministrazioni inte-ressate, da parte degli organi preposti alledipendenze del Ministero delle infrastrut-ture e dei trasporti e da parte di ANAS,all’approvazione ed all’avvio del progetto

Atti Parlamentari — 9580 — Camera dei Deputati

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stesso, privo di continuazione a Ponente ea Levante, con un’assenza totale di pro-gettualità infrastrutturale e di pianifica-zione della mobilità;

ad avviso degli interroganti la com-prensione dell’impatto del progetto daparte dell’amministrazione del comune diSavona, appare piuttosto limitata; essasembra scoprire solo ora l’entità dei lavorie l’impatto sui cittadini, senza quindiavere adottato per tempo soluzioni o pro-poste che potessero limitare i disagi esenza mai avere sostenuto vie o soluzionialternative;

il problema del traffico nella zonacostiera del savonese sarebbe risolvibileinvestendo le stesse ingenti somme intrasporto pubblico leggero, e adeguando ipiani urbani della mobilità e del traffico aitempi ed ai traffici attuali con opportunisistemi di rilevazione e monitoraggio deiflussi di traffico, tramite una visione com-plessiva della viabilità e non limitando aquanto accade in una sola strada;

sempre a giudizio degli interroganti,l’Aurelia bis parte da un presupposto er-rato, ovvero far defluire il traffico dallaSS1 Aurelia, senza affrontare con deci-sione e progettualità a lungo termine gliinteri flussi di traffico che attraversanonon solo la città, ma che arrivano da piùparti;

nel resto d’Europa ed ormai anche inalcune grandi città italiane, il centro cit-tadino è precluso al traffico veicolareprivato, vengono estese da più parti zonea traffico limitato e, per far fronte altraffico eccessivo, si punta sempre più allariduzione del traffico stesso, favorendomezzi pubblici sostenibili e mobilità alter-native, puntando anche al bike sharing, carsharing o car pooling; inoltre come dettoprima si spostano i parcheggi dal centrocittà verso l’esterno creando delle areededicate connesse al centro tramite tra-sporto pubblico. La città di Savona è benlontana, sia come popolazione che comedensità urbana, dalle grandi città europeee l’Aurelia bis dimostra a giudizio degliinterroganti solo una mania di protagoni-

smo misto ad una mentalità anacronistica,con cui gli amministratori, soprattutto lo-cali, puntano solo ad opere che nullahanno a che fare con il contesto dellariduzione del traffico e di mettere alcentro di tutto la propria città, fornendoladi infrastrutture che lasciano il tempo chetrovano, anzi, procrastinano nel tempol’opportunità di avere una città più vivi-bile; il traffico veicolare della provincianon può giustificare un’opera di tale por-tata economica, ma soprattutto di taleimpatto ambientale;

i rilievi geologici, oltre a dimostrarel’instabilità di molti edifici che si vedrannopassare sotto le gallerie della nuova strada,hanno rilevato nel materiale risultantedagli scavi, detto « smarino », le anfibolitiche potrebbero costituire una complica-zione, per la presenza al loro interno dicrocidolite, un minerale, detto anche« amianto blu », che ha gli stessi effettipatologici dell’amianto comunemente in-teso e che i cittadini savonesi ed albisolesisi vedrebbero passare sotto il naso all’in-terno di centinaia di camion;

a tal proposito le ditte sub-appaltantiche hanno effettuato gli scavi hanno do-vuto attendere alcuni mesi prima di otte-nere il permesso per depositare i detriti daparte della regione Liguria; lo smarinoverrà depositato per il riempimento amare per la costruzione della piattaformaMaersk nel porto di Vado Ligure, stanti leprevisioni delle amministrazioni coinvolte.I lavori della piattaforma proseguono peròa rilento, o forse non sono ancora finan-ziati; ciò è dovuto anche, a quanto risultaagli interroganti, dall’assenza dei progettiesecutivi, pertanto si è reso necessarial’individuazione di depositi temporanei, almomento non ancora individuati: parequindi che ci siano milioni di metri cubidi terra che non si sa dove mettere –:

se il Ministro sia a conoscenze del-l’impatto economico ed ambientale delprogetto, sproporzionato rispetto allarealtà savonese;

Atti Parlamentari — 9581 — Camera dei Deputati

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se il Ministro non ritenga che lavariante in corso d’opera finanziata con ladifferenza tra base d’asta ed offerta almassimo ribasso, non sia in contrasto conl’articolo 132 del decreto legislativo n. 163del 2006;

se l’Anas abbia effettuato tutti i pas-saggi burocratici per l’avvio dei lavori;

quali siano stati i pareri ed i vincoliespressi dal Consiglio superiore dei lavoripubblici su tutti gli atti in cui è statochiamato in causa, con particolare atten-zione sulla variante in corso d’opera,anche fornendo eventualmente la docu-mentazione completa che comprovi talipareri;

come sia possibile che si dia avvioora ad un progetto pensato circa vent’annior sono con un modello di sviluppo ur-bano che oggi deve necessariamente cam-biare, pertanto se sia realmente necessarioproseguire con quello che agli interrogantiappare un ennesimo scempio del territorioo reinvestire l’ingente cifra in altre solu-zioni più sostenibili. (4-03495)

GALLINELLA e CIPRINI. — Al Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti. — Persapere – premesso che:

diverse fonti stampa riportano la no-tizia che il Governo avrebbe aperto allapossibilità di rifinanziare la legge n. 211del 1992 sulla mobilità alternativa, graziealla quale, tra le altre cose, è stata rea-lizzata tra il 2001 ed il 2008 la linea diMinimetrò nella città di Perugia;

una tale apertura – sempre secondoquanto si apprende da diversi articoli delGiornale dell’Umbria – avrebbe indotto ilcomune umbro e la società realizzatricedell’opera, la Minimetrò spa, a predisporreil progetto, finalizzato alla richiesta difinanziamento a fondo perduto, per larealizzazione della seconda tratta del Mi-nimetrò che dovrebbe collegare le zone diPincetto e Monte Luce;

il Minimetrò perugino è un’operacostata circa 98 milioni di euro (finanziata

per il 60 per cento dai ministeri delleinfrastrutture e dei trasporti e dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare e per il restante 40 per cento dasoggetti privati) ma che continua a costarealla città umbra circa 25 mila euro algiorno, senza contare il costo del biglietto;

è evidente che l’impatto dell’infra-struttura incide molto sull’economia dellacittà, ma non incide altrettanto sulla di-minuzione del traffico privato: a fronte diuna capacità di 18/20 mila passeggeri algiorno, ne serve meno di 10 mila. Ciò èdovuto con molta probabilità al fatto chela tratta realizzata non risponde alle esi-genze dei cittadini, in quanto i luoghi dilavoro ormai si trovano soprattutto nellaparte bassa della città, mentre il Minime-trò collega alla parte alta del centro sto-rico;

le fermate del Minimetrò non risul-tano efficientemente collegate con gli altrimezzi pubblici operanti sul territorio pe-rugino e ciò ne rende più complicata lafruizione da parte dei cittadini;

molte associazioni, gruppi o singolicittadini, hanno espresso forti critiche suquest’opera e soprattutto su un suo pos-sibile, quanto paventato, completamento,in quanto l’eventuale denaro messo a di-sposizione dallo Stato potrebbe servire apotenziare e migliorare il trasporto localegià esistente e non certo a realizzare unastruttura che, pur avendo un’elevata so-stenibilità ambientale, comporterebbe, infase di realizzazione, un grosso impattosul territorio perugino non introducendo,come dimostrato dai dati degli ultimi setteanni, adeguati benefìci –:

se il Ministro sia effettivamente in-tenzionato al rifinanziamento della leggesulla mobilità alternativa;

se, sulla base di quanto accaduto conla vicenda del Minimetrò della città diPerugia, non intenda assumere iniziativeper introdurre requisiti più stringenti perl’accesso al finanziamento pubblico per larealizzazione di progetti di mobilità alter-

Atti Parlamentari — 9582 — Camera dei Deputati

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nativa, quali, ad esempio, un adeguatostudio di efficienza, efficacia ed economi-cità dell’infrastruttura da realizzare;

se, per quanto nelle sue competenze,non intenda avviare uno studio comples-sivo dei benefici apportati in termini dimobilità pubblica, dalle opere finanziatedallo Stato attraverso la legge n. 211 del1992. (4-03499)

GIORGIA MELONI. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

nella giornata del 29 gennaio 2014 aMilano si è svolta una protesta spontaneadei tassisti, con parziale interruzione delservizio e conseguenti disagi, e le siglesindacali di categoria hanno indetto unosciopero ai sensi di legge per la giornatadel prossimo 20 febbraio;

analogo stato di crescente preoccu-pazione si percepisce in altre grandi città,quali Roma, Torino e altre;

a detta dei rappresentanti della ca-tegoria le mobilitazioni scaturiscono dal-l’avvento sul mercato del trasporto dipersone della multinazionale UBER e peril mancato rispetto da parte della stessadelle normative vigenti, sia nell’ambito delservizio taxi quanto in quello del serviziodi noleggio con conducente, rispetto alquale si accusa l’amministrazione comu-nale;

il servizio UBER consente – attra-verso un’applicazione o un sito web mobile– di prenotare un servizio di autovetturacon autista; il cliente, una volta registratofornendo i propri dati e quelli della pro-pria carta di credito, può richiedere ilservizio, e tramite GPS viene localizzata einviata l’auto libera più vicina;

il servizio, nato negli Stati Uniti, èarrivato negli scorsi mesi anche in cittàeuropee come Londra, Parigi, Amsterdam,Stoccolma, Milano e Roma, e si configuracome un ibrido tra taxi e noleggio auto

con conducente, agendo, tuttavia, in as-senza dei permessi e delle autorizzazioninecessari;

in Italia tale tipologia di serviziocontrasta sia con la legge quadro per iltrasporto di persone mediante autoservizipubblici non di linea (legge n. 21 del 1992)sia con il testo unico delle leggi regionaliin materia di trasporti, in particolare perquel che riguarda l’obbligo di staziona-mento dei veicoli utilizzati all’interno delleautorimesse, nonché rispetto al divieto distazionamento su suolo pubblico delle au-tovetture;

il prezzo della corsa non viene con-cordato preventivamente con l’utentecome previsto per il servizio di noleggiocon conducente, né viene determinato tra-mite tassametro omologato come per itaxi, ma pagato direttamente alla societàUBER tramite l’applicazione, e in virtùdella distanza e della velocità calcolate viaGPS;

la società UBER, a quanto constaall’interrogante, si appresterebbe a lan-ciare anche in Italia il servizio « UBER X »,già attivo in altri Stati, che si servirebbenon più di autisti con regolare licenza maarruolerebbe privati cittadini privi di li-cenza dopo un breve colloquio e senzaeffettuare alcuna verifica psicofisica o giu-diziaria;

il mercato della mobilità privata nellearee urbane è in continua evoluzione, maquesta deve avvenire nel rispetto dellenormative vigenti e tenendo conto l’esi-genza di non svalutare sostanziosi investi-menti fatti nell’acquisizione delle licenzeper i servizi taxi e noleggio con condu-cente –:

se sia informato dei fatti esposti inpremessa e, se del caso, quali urgenti inizia-tive, anche normative, intenda assumereper inibire il proliferare di tali servizi, cheappaiono in palese contrasto con la norma-tiva vigente e con i principi di una concor-renza leale e trasparente. (4-03508)

* * *

Atti Parlamentari — 9583 — Camera dei Deputati

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

AGOSTINELLI, BUSINAROLO, CEC-CONI, TERZONI, COLLETTI, BONAFEDEe SARTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

in dieci anni, tra il 2001 e il 2010, ireati denunciati dai marchigiani alle forzedell’ordine sono passati da 36.327 a 54.119con un incremento del 49 per cento: unapercentuale doppia rispetto al tasso dicrescita dei reati in Italia che è pari al 21,1per cento (fonte sito CNA);

in questo contesto i reati riconduci-bili in qualche modo a forme di crimina-lità organizzata sfiorano i 500 episodi ognianno, con una media di 30 reati ogni 100mila abitanti (fonte sito CNA);

è soprattutto necessario prestare par-ticolare attenzione al fenomeno della ma-fia che si fa impresa: ciò che avvieneattraverso il reinvestimento dei proventi diattività illecite in attività imprenditoriali; ènotorio, poi, che le imprese collegate allacriminalità organizzata si aggiudicano ap-palti o ricevono finanziamenti pubblici;

si tratta di episodi rispetto ai quali laRegione Marche è da tempo sotto osser-vazione;

già nel giugno 2012 il presidente dellacorte di appello di Ancona, il dottor PaoloAngeli, in occasione di un convegno orga-nizzato dalla Confederazione nazionaledell’artigianato e della piccola e mediaimpresa insieme alla associazione « Li-bera », ebbe modo di dichiarare che « leinfiltrazioni mafiose nella Marche nonsono un fenomeno allarmante, ma presen-tano un andamento in crescita » (fonte sitoCNA);

in quella stessa occasione il segreta-rio nazionale della Confederazione nazio-nale dell’artigianato e della piccola e me-dia impresa, Sergio Silvestrini, sottolineò« l’importanza di monitorare il fenomeno »

(fonte sito CNA); a tal fine il presidentedella CNA Marche, Renato Picciaiola, sug-gerì la costituzione di un « Osservatorioregionale antimafia », sulla scorta di unaproposta di legge regionale poi arenatasi;

recentemente, da fonti stampa locale,in occasione della cerimonia di aperturadell’anno giudiziario 2014, il procuratoregenerale della corte d’appello di Ancona, ildottor Vincenzo Macrì, ha parlato di « pre-senza di aggregati associativi simili a quellimafiosi »;

secondo il procuratore alcuni di que-sti aggregati fanno capo alla criminalitàorganizzata italiana, mentre altre allenuove mafie, come quella cinese, romena,nigeriana e dell’Europa dell’Est. Si trattadi organizzazioni che si occupano di« droga, riciclaggio, attività turistiche lungola costa delle Marche, altre di lavori pub-blici »;

con specifico riguardo al settore deilavori pubblici, risulta da fonti stampa, aseguito delle dichiarazioni del dottor Ma-crì che « l’ombra delle organizzazioni cri-minali si allunga sugli appalti per l’am-pliamento della A/14 e su quelli per larealizzazione del « Quadrilatero » Marche-Umbria, riferendo di segnali, anche daparte degli organi investigativi, della pre-senza di aziende che fanno capo a personepotenzialmente legate ad organizzazionicriminali;

si tratta di dichiarazioni estrema-mente gravi ed allarmanti per la regioneMarche. Sulla questione « Quadrilatero »,in data 18 settembre 2013, la prima fir-mataria del presente atto ha già provve-duto a depositare una interrogazione alMinistro delle infrastrutture e trasportirimasta ancora senza risposta;

sarebbe opportuno, ad avviso degliinterroganti, una ricognizione presso glienti locali marchigiani, al fine di indivi-duare eventuali soggetti (amministratori ofunzionari) direttamente o indirettamentericollegabili a organizzazioni criminali o

Atti Parlamentari — 9584 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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ad aziende della regione o extra regionaliimplicate in indagini per criminalità or-ganizzata –:

quali iniziative di competenza abbiaadottato o intenda adottare allo scopo diprevenire e contribuire a perseguire l’in-filtrazione mafiosa nelle Marche, ed inparticolare con riguardo al cosiddetto« Quadrilatero »;

se risultano segnalazioni di tipichesituazioni a rischio coinvolgimento crimi-nalità organizzata, come traffici « Nord-Sud » con sosta o appoggi in regione,anche con provenienze extra italiane, condestinazioni sospette verso aree forte-mente a rischio criminalità organizzata;

se risultino segnalazioni per opera-zioni tipicamente a rischio infiltrazionimafiose o della criminalità organizzata,che procurano miliardi di euro di soldipubblici e che comportano movimentiterra e grandi opere, oltreché riguardantirifiuti, energia, insediamento di aziendefortemente insalubri;

se risultino per le Marche segnala-zioni o indagini da parte della Direzioneinvestigativa antimafia;

se risultino interdittive antimafiaemesse dalle prefetture della regione Mar-che e, in caso affermativo, nei confronti diquali società e/o imprese. (5-02091)

Interrogazioni a risposta scritta:

CAPARINI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

il territorio della provincia di Bresciaè sempre più sguarnito di forze dell’ordinea causa della continua quanto inesorabileriduzione del personale operata in questianni che ormai ha raggiunto livelli dicronica, grave, insufficienza a cui si ag-giunge anche quella dei mezzi e strumenti;

la grave carenza degli organici delleforze dell’ordine comporta un superlavoroper coloro che restano in servizio aggra-vando le già onerose quanto difficili con-

dizioni in cui operare. Alla questura diBrescia, così come al commissariato Car-mine e a quello di Desenzano l’organico èin sofferenza come già dallo scorso ottobre2013 ha denunciato il Siulp, il Sindacatoitaliano unitario lavoratori polizia, in uncomunicato che a fronte dei numeri diagenti, funzionari e dirigenti delle diversesezioni indica anche i dati relativi allasicurezza bresciana, con numeri che au-mentano del 10, del 20 e pure di oltre il40 per cento, per quanto riguarda gliscippi, i furti e le truffe informatiche;

il segretario generale del sindacatobresciano del Siulp, Rosario Morelli, haevidenziato come « la sicurezza è garantitasolo ed esclusivamente grazie alla buonavolontà, al senso del dovere e di attacca-mento alle istituzioni e alla professionalitàdegli operatori di Polizia in servizio nellanostra provincia ». I carichi di lavoro sono« impressionanti per l’ufficio immigrazionee alla divisione amministrativa » con lacontestuale diminuzione del 10 per centodel personale della squadra mobile e dellaDigos mentre la volante, al massimo del-l’organico, ha 3 pattuglie ogni quadranteorario e delle 7 zone istituite nel 2002siamo passati a 4. Negli ultimi 5 anni laQuestura ha perso – per pensionamento eriforma dal servizio per inabilità fisica –ben 70 professionisti della sicurezza maisostituiti mentre dal Ministero, tra trasfe-rimenti e nuove assegnazioni, tra il 30settembre e il 7 ottobre sono in arrivo 17persone, ma ben 11 è già previsto che sene vadano e il saldo è di sole sei unità afronte delle 70 mai più « rimpiazzate »;

secondo i dati del Ministero dell’in-terno sono 62.376 i reati denunciati nellaprovincia di Brescia nel 2012, un dato incontinuità con l’anno precedente. Sonostate denunciate in libertà 18.072 personee si ben 3.993 arresti;

fra i reati con maggior numero didenunce ci sono i danneggiamenti, conoltre 10.272 delitti, seguiti dalle truffe efrodi informatiche (3.154), dalle minacce(1.922), dalle ingiurie (1.667), dalle lesionidolose (1.558) e dalle percosse (481). Un

Atti Parlamentari — 9585 — Camera dei Deputati

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posto di rilievo nella graduatoria dei delitticon più denunce spetta ai reati connessiagli stupefacenti (808) e alle rapine, che,complessivamente sono state ben 692. Gliomicidi volontari (11),i tentati omicidi (14),gli omicidi colposi (47), di cui ben 41determinati da incidente stradale. 112sono le denunce di violenza sessuale a cuisi sommano le 14 relative ad atti sessualie corruzione di minorenne. 46 sono ledenunce relative allo sfruttamento dellaprostituzione e una decina i reati connessialla pedo-pornografia. Tra i più diffusireati economici figura la ricettazione (412denunce) ma, anche in questo caso, lacapacità descrittiva delle statistiche delladelittuosità appare ampiamente lacunosase si considerano le 130 denunce perestorsione, le 99 per contraffazione dimarchi e prodotti industriali e, soprat-tutto, le sole 10 denunce registrate per ilreato di usura;

i 32.194 furti rappresentano il 51,6per cento dei reati denunciati del totale etra le undici diverse tipologie di furtoquello in abitazione è il più diffuso con6.251 nel 2012;

in base alle denunce registrate nel2013 in tutta la provincia di Brescia ognigiorno vengono rubate circa cinque auto-vetture, un’auto rubata ogni cinque ore.Un fenomeno che si è inasprito proprionegli ultimi due anni: dal 2011 al 2013 c’èstato un incremento dell’8 per cento (da1.645 a 1.783). Non si è certo alle cifre diqualche decennio fa, quando le denuncesuperavano abbondantemente le 3 milaunità;

tra le zone più colpite ci sono quelleche garantiscono numerose e facili vie difuga: laddove esistono autostrade e tan-genziali i furti crescono esponenzialmente.Oltre a Brescia (prima nella classifica conquasi un terzo delle auto rubate), Desen-zano (55) seguita da Roncadelle, Lonato eMazzano –:

quali misure intenda adottare il Mi-nistro interrogato al fine di mettere in

condizione gli operatori della sicurezza diBrescia di lavorare a pieno organico e coni mezzi necessari. (4-03493)

POLVERINI. — Al Ministro dell’interno,al Ministro per la pubblica amministra-zione e la semplificazione, al Ministro del-l’economia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

l’articolo 4, comma 3, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, conver-tito, con modificazioni, nella legge 28 gen-naio 2009, n. 2, prevedeva una riduzioned’imposta per il personale appartenente alcomparto sicurezza-difesa, rinviando adun decreto del Presidente del Consiglio deiministri l’individuazione della misura edelle modalità applicative della stessa;

la disposizione di cui al menzionatoarticolo 4, comma 3, è stata prorogata perl’anno 2010 con l’articolo 2, comma 156,della legge 23 dicembre 2009, n. 191; perl’anno 2011 con l’articolo 1, comma 47,della legge 13 dicembre 2010, n. 200; perl’anno 2012 con l’articolo 33, comma 13,della legge 12 novembre 2011, n. 183;

così come più volte segnalato dallaFederazione UGL Polizia di Stato, analogadisposizione non è stata riproposta per il2013 e 2014;

l’omessa proroga della sopra citataprevisione di legge ha impedito che glioperatori del comparto sicurezza-difesapotessero operare la conseguente ridu-zione dell’imposta sul reddito, fino al li-mite di 149,50 euro, connessa proprio allaspecificità dei compiti e delle condizioni distato e di impiego del comparto –:

quali iniziative normative urgenti ilGoverno intenda predisporre, tenutoconto dell’eccezionale contributo offertodalle forze di polizia in un contestosociale che richiede un loro straordinarioimpegno a garanzia dell’ordine e dellasicurezza pubblica, per prorogare, ancheper il 2013, le richiamate disposizioni dilegge. (4-03506)

Atti Parlamentari — 9586 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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MOLTENI. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

gli agenti della polizia ferroviario cheoperano in stazione centrale a Milanohanno arrestato la sera del 4 febbraio2014 un algerino che aveva poco primaaggredito e cercato di uccidere un tunisinoa colpi di mannaia;

la cruenta e gravissima aggressione,pare a seguito di futili motivi, è avvenutadi sera all’interno del mezzanino dellastazione centrale, in una galleria tra l’in-gresso e il piano binari, e avrebbe potutoavere ancor più tragiche conseguenze poi-ché si tratta di un transito particolarmentefrequentato dai passanti, stante la prossi-mità dell’importante scalo ferroviario mi-lanese;

a quanto emerge anche dalle impres-sionanti immagini registrate dalle teleca-mere a circuito chiuso installate nel mez-zanino della stazione centrale, il tunisinoè stato colpito al volto e al braccio piùvolte con un coltello da macellaio conlama larga circa 5 centimetri e lunga 30centimetri;

da quanto emerso successivamente altempestivo intervento degli agenti, chehanno poco dopo arrestato l’aggressore,sia quest’ultimo, Abdel Kader Farth, alge-rino di 31 anni e già con precedenti penali,sia il tunisino accoltellato, medicato poiall’ospedale Niguarda con oltre 50 punti disutura soltanto sul viso, risultano en-trambi irregolari, senza tetto e dunqueabituali e noti frequentatori della stazioneCentrale di Milano;

si tratta di un’altra aggressione vio-lenta a Milano che avrebbe potuto tra-sformarsi in tragedia e che riporta allamemoria, anche per le modalità cruente,l’aggressione solo di qualche mese adopera di Adam Kabobo che ha ucciso bentre persone inermi a colpi di piccone perle strade della medesima città;

i due extracomunitari protagonistidella violenta lite nel mezzanino dellastazione centrale di Milano, benché irre-golari e con precedenti penali, si trovavano

liberi di girare per le vie di Milano,anziché già espulsi o in apposito centroper l’immediata espulsione;

a causa di una serie di incendi dolosiad opera dei clandestini ospitati che nehanno danneggiato le strutture, il centro diidentificazione ed espulsione di via Corellia Milano è stato chiuso per lavori diristrutturazione;

il tema dell’ordine pubblico, dellasicurezza, soprattutto alla luce dei gravis-simi episodi sopra riportati e sempre piùfrequenti, ma anche del rispetto delleregole, così come il giusto riconoscimentoper il lavoro svolto dalle forze dell’ordine,impone che tale intervento sia fatto intempi brevi in modo da rendere la strut-tura nuovamente agibile e utilizzabile;

nel merito anche la senatrice Ema-nuela Munerato ha presentato al Ministerodell’interno un’interrogazione (n. 4-01512)alla quale non è ancora stata data rispo-sta;

i cittadini devono potersi sentire tu-telati e protetti e ciò significa intervenireprontamente sui temi della sicurezza edella legalità, pertanto alla loro preoccu-pazione le istituzioni debbano dare unapronta risposta –:

se il Ministro sia a conoscenza delgravissimo episodio avvenuto nella sta-zione centrale di Milano e quali siano isuoi orientamenti su quanto accaduto;

quali siano i motivi per cui i dueprotagonisti della violenta lite a colpi dimannaia non risultano già espulsi e nep-pure trattenuti in un centro di identifica-zione e d’espulsione; infine, quale sia ladata precisa in cui il centro di identifica-zione ed espulsione di via Corelli saràriaperto e a chi sarà affidata la suagestione. (4-03509)

GUIDESI. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

il 30 gennaio 2014 è apparso sullaGazzetta di Mantova un articolo dal titolo

Atti Parlamentari — 9587 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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che non lascerebbe spazio ad alcun dub-bio: « I mafiosi al telefono: “Viadana è inmano nostra” »;

la frase sopracitata sarebbe al centrodi una intercettazione effettuata dal ser-vizio di analisi criminale del Girer,Gruppo interforze per la ricostruzionedell’Emilia Romagna;

l’intercettazione risalirebbe al marzo2006 e la direzione distrettuale antimafia(DDA) identificherebbe l’attuale assessoredel comune di Viadana, Carmine Tipaldi,come una delle persone citate dai mafiosi;

il comune di Viadana è retto daun’amministrazione di centro-sinistra, so-stenuta da una coalizione composta da PD,IDV ed UDC, con a capo il sindaco GiorgioPenazzi;

secondo la cronaca del giornale lo-cale mantovano, la frase precedentementecitata sarebbe stata pronunciata proprio aViadana da Nicola Lentini, oggi in carcere,che allora era l’astro nascente della’ndrina di Isola di Capo Rizzuto, duranteuna conversazione telefonica con taleLuigi Morelli, alias Pinguino, che si trovavaa Cutro (Crotone), anch’esso presunto af-filiato alla ’ndrangheta, in cui direbbealtresì: « Ci possono dare 30, 40, 50 anniche importa? Ormai Viadana è nostra »;

l’intercettazione sarebbe stata auto-rizzata, a favore della direzione distret-tuale antimafia, per il lavoro di raccoltaprove per smantellare le cosche del Cro-tonese;

nella circostanza, Lentini non sa-rebbe solo: lo direbbe chiaramente altelefono. Tra gli amici, citerebbe un certoCarmine, « Pizzimenti », il figlio di Santo;

il testo dell’intercettazione, che è agliatti del faldone dell’operazione Pandora, ètrascritto in un documento ufficiale, che ilservizio analisi criminale del Girer, ilgruppo interforze per la ricostruzione del-l’Emilia Romagna, ha inviato il 21 marzo2013 alle prefetture di Mantova, Modena eReggio, nell’ambito dell’accesso alla white

list, l’elenco delle aziende pulite a cuiattingere per gli interventi di ricostruzionenelle zone terremotate;

le prefetture avevano chiesto al Mi-nistero dell’interno, come è prassi, il mo-nitoraggio della società Tipaldi CostruzioniSrl, ditta dell’assessore ai servizi sociali delcomune di Viadana, per inserirla nellawhite list;

il Ministero avrebbe risposto con unarelazione di sei pagine, che comprende-rebbe l’elenco dei dipendenti della ditta diTipaldi, tra cui figurano alcuni curriculanon proprio immacolati, e l’intercettazionedella telefonata tra Lentini e Morelli;

alla fine della trascrizione del testo,sarebbe stilato l’elenco dei personaggi: se-condo gli investigatori, « Pizzimenti » sa-rebbe identificabile in Carmine Tipaldi,figlio di Santo, nato a Crotone il 24 maggiodel 1972, emigrato a Viadana il 3 maggiodel 1993;

tale Nicola Lentini è figlio di PaoloLentini, alias Pistola, storico sicario degliArena, ritenuto killer e contabile dellacosca. Un altro signore citato nella con-versazione è Giovanni U Giannuzzu, natonel 1971, sposato con Daniela Arena;

la trascrizione dell’intercettazione ri-porta i saluti da parte di « zio Tonino » –« Sarò sempre al suo fianco » – e l’invitodi Nicola a raggiungerlo a Viadana: « tipago io il viaggio », « c’è Tonino Muto adisposizione ». Nicola racconta la serata:« abbiamo mangiato, bevuto e fatto ». Finoalla dichiarazione di vittoria: « Gisellè, quaViadana è nostro. Ora ci possiamo pren-dere 30, 40 e 50 anni, l’ergastolo, maViadana è il nostro »;

secondo i riscontri della direzionedistrettuale antimafia, Lentini a Viadanaaveva l’ordine di controllare gli affari dellacosca. Affari, che, stando alle sue parole,stavano già andando a gonfie vele, nel2006;

Atti Parlamentari — 9588 — Camera dei Deputati

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otto mesi dopo, nel novembre 2006,Nicola Lentini e Luigi Morelli verrannoarrestati nell’operazione Pandora, che spe-disce in carcere 37 persone presunte af-filiate ai clan Nicoscia e Arena di IsolaCapo Rizzuto e dispone il sequestro dibeni mafiosi per 40 milioni di euro, pro-venti del traffico di stupefacenti e diestorsioni, reinvestiti nel settore edilizio;

nel 2009 il giovane Nicola sarà con-dannato a 17 anni di carcere, riconosciutocolpevole (con l’aggravante mafiosa) deltentato omicidio di Vincenzo Riillo, feritoin un agguato l’11 aprile 2006 ad Isola.Una condanna che la corte d’appello,l’anno scorso, ha ridotto a 13 anni;

nel 2010, Nicola Lentini verrà con-dannato pure a sei anni in primo gradonell’ambito dell’operazione antimafia Ghi-bli, in cui finisce invischiato anche Morelli,condannato a sei anni poi ridotti a 4;

incredibilmente, dato il curriculum diquesti personaggi che catturano la scenadella relazione del Girer, la prefettura dàcomunque l’« ok » all’inserimento delladitta Tipaldi nella white list. Gli elementiemersi nelle sei pagine non vengono infattiritenuti sufficienti ad escluderla. La pre-fettura dà il via libera e dà un colpo dispugna ai sospetti sull’assessore CarmineTipaldi;

il sindaco di Viadana, Penazzi, con-tinua tuttavia a difendere e sostenere ilproprio assessore;

dopo due settimane dalla telefonataintercettata, come risulta scritto nella re-lazione del Girer, a Viadana si tengono leelezioni per il rinnovo del consiglio comu-nale, nelle quali Carmine Tipaldi sarà ilconsigliere più votato, con 316 preferenze;

le indagini relative all’operazionePandora delineano il traffico delle attivitàdelle cosche dei Nicoscia e degli Arena,padroni di Isola di Capo Rizzuto, di cui gliinvestigatori seguono il percorso delle ra-mificazioni in Lombardia e in Emilia;

dagli atti del processo si comprendecome gran parte delle risorse finanziarie

delle cosche crotonesi provengano da im-prenditori che stanno facendo fortuna alNord, nei settori degli appalti pubblici,degli autotrasporti e nell’edilizia privata.Un’economia legata all’usura e alla praticadelle false fatture. Nel Viadanese, giàprima del 2000, bazzicano soggetti « diprofonda caratura criminale »;

l’assessore viadanese Carmine Ti-paldi, nella bufera per la pubblicazionedelle intercettazioni dell’Antimafia in cuiviene associato alla ’ndrangheta, si è au-tosospeso dal PD ma non ha lasciato il suoposto in giunta a Viadana, perché il sin-daco Penazzi gli ha confermato la fiducia.Questa è la decisione resa nota dal PD altermine dell’incontro che il segretario pro-vinciale Antonella Forattini ha avuto conlo stesso Tipaldi, il segretario del circolo diViadana Centro, Fabrizio Nizzoli, e il sin-daco di Viadana, Giorgio Penazzi;

secondo quanto emerge dagli scrittidel giornalista-saggista Tizian Giovanni,presidente dell’associazione antimafia« DASUD », il quale ha svolto investigazionisul fenomeno ’ndranghetista, il territoriosul quale agisce la ’ndrangheta emiliana èvasto e comprende una parte di Lombar-dia. Di questa mappa criminale il Manto-vano è parte integrante, strategico per ibusiness dei clan insediati nella pianurapadana;

i capitali riconducibili agli affiliatidelle cosche originarie dalla provincia diCrotone hanno trovato fertili impieghi nel-l’economia locale, da Modena, Reggio Emi-lia, Parma, Brescello e Gualtieri;

gli inquirenti sospettano l’esistenza diuna vera e propria organizzazione distac-cata da quella calabrese, anche se noninteramente autonoma, una cellula strut-turata che in gergo viene chiamata « lo-cale » di ’ndrangheta. E la provincia diMantova, seppure in Lombardia, rica-drebbe sotto la giurisdizione delle ’ndrinereggiane anziché della struttura chiamata« La Lombardia »: una sorta di consiglio di

Atti Parlamentari — 9589 — Camera dei Deputati

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amministrazione con il compito di coor-dinare l’azione delle singole famiglie’ndranghetiste sparse sul territorio, la cuiesistenza è stata certificata con le sentenzedei processi « Crimine-Infinito » (300 ar-resti tra Calabria e Lombardia nel luglio2010);

la cosca emiliana sarebbe compostadai clan Arena, Grande Aracri, Nicoscia.Gli stessi che in Calabria fino al 2006hanno insistito su Isola Capo Rizzuto eCutro. Non a caso, uno dei personaggi dispicco è Michele Pugliese, che risiedeva aGualtieri, e a Viadana veniva a trovare ilpadre, Franco Pugliese;

le dinamiche ancora in atto nel Man-tovano non lasciano ben sperare. Gli in-cendi dolosi sono sempre più numerosi,così come risultano in ascesa le minacce,l’usura, il recupero crediti con metodimafiosi ed, ancora, l’accaparramento diappalti e subappalti nei cantieri del postterremoto da parte delle aziende legate aiGrande Aracri e agli Arena;

appare conseguentemente opportunoche il Ministero dell’interno disponga l’ac-quisizione delle relazioni degli inquirenti eprovveda, qualora vi siano i presupposti, asciogliere l’amministrazione in carica perinfiltrazioni mafiose –:

se il Governo sia a conoscenza deifatti di cronaca sopra riferiti, se abbia giàapprontato tutte le iniziative opportuneper far luce sulla vicenda, se abbia con-vocato il prefetto di Mantova, quale or-gano periferico del Ministero dell’interno,al fine di acquisire le motivazioni per lequali abbia ritenuto di inserire il nomi-nativo della Tipaldi Costruzioni Srl nellawhite list, e se non ritenga, infine, op-portuno assumere le iniziative di com-petenza per lo scioglimento dell’ammini-strazione in carica a Viadana e la con-seguente nomina, di commissari che por-tino il comune a nuove elezioni inprimavera. (4-03512)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

SBERNA e SANTERINI. — Al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

attualmente il reclutamento delcorpo docente avviene attraverso tre tipi digraduatoria:

graduatorie ad esaurimento: in cuivi sono iscritti i docenti provvisti di abi-litazione all’insegnamento. Sono struttu-rate su base provinciale, vengono aggior-nate ogni tre anni per quanto riguarda ititoli e le posizioni degli iscritti. Articolatein tre fasce, sono chiuse all’inserimento dinuovi nominativi dal 1998, salvo l’inseri-mento degli abilitati SSIS vincitori delricorso nazionale. Tutti i nominativi pre-senti sono, di fatto, corrispondenti allaprima fascia delle graduatorie d’istituto;

graduatorie di merito: in cui sonopresenti i docenti vincitori di concorsopubblico a cattedre;

graduatorie d’istituto: che sono ar-ticolate in 3 fasce:

I fascia: comprende i docentiiscritti a pieno titolo o con riserva nellegraduatorie ad esaurimento;

II fascia: comprende i docentiabilitati ma non iscritti nelle graduatorie aesaurimento;

III fascia: comprende i docentinon abilitati in possesso del titolo di studiovalido per l’accesso all’insegnamento;

l’immissione in ruolo avviene attin-gendo per metà dei posti disponibili dallegraduatorie ad esaurimento, per metàdalle graduatorie di merito;

l’assegnazione delle sostituzioni (sup-plenze) avviene partendo dal primo nomi-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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nativo disponibile della prima fascia dellegraduatorie d’istituto e procedendo a sca-lare;

l’aggiornamento delle graduatorienon avviene annualmente, ma « l’aper-tura » delle graduatorie è stabilita dalMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca e l’ultima risale al 2011;

con la sospensione delle SSIS, dal-l’anno accademico 2008/2009 non sonostati attivati percorsi abilitanti, fino all’at-tivazione del tirocinio formativo attivo(TFA), con il decreto del Ministero del-l’istruzione, dell’università e della ricercan. 249 del 10 settembre 2010. La realeattivazione di questi corsi, organizzatidalle università, è della fine del 2012(anche se l’anno accademico ufficiale è2011/2012) e la loro conclusione è delluglio 2013;

il decreto ministeriale n. 249 del2010 e le successive modifiche prevedonodue tipologie di corsi:

i tirocini formativi attivi;

i percorsi abilitanti speciali (PAS).

l’accesso ai primi prevede il supera-mento di una triplice prova (pre-test na-zionale di 60 domande a risposta chiusa;prova scritta redatta dalle università cheattivano il corso; prova orale);

va anche sottolineato che il numerodi posti disponibili in ciascun ateneo èstato determinato sulla base del fabbiso-gno regionale;

il tirocinio formativo attivo si articolain insegnamenti di scienze dell’educazione,in insegnamenti di didattica disciplinare ein 475 ore di tirocinio. Sono previste proved’esame in itinere e un esame finale. Ineo-insegnanti hanno diritto, a conclu-sione del corso, e col massimo dei voti, a18 punti per l’iscrizione nella II fasciadelle graduatorie d’istituto;

l’accesso ai percorsi abilitanti spe-ciali, invece, si basa sul rispetto dei re-quisiti previsti dal decreto ministerialen. 39 del 1998 e dal successivo decreto

ministeriale n. 22 del 2005: possono ac-cedere gli insegnanti non di ruolo cheabbiano maturato tre anni di servizio, adecorrere dall’anno scolastico 1999/2000all’anno scolastico 2011/2012, nelle scuolestatali, nelle scuole paritarie o nei centri diformazione professionale. In questo caso,inoltre, il numero di abilitandi è svincolatodal fabbisogno regionale;

se l’accesso al primo percorso pre-vede una selezione sulla base del merito, ilsecondo non offre alcuna garanzia in que-sto senso, ma il titolo e i diritti risultantida entrambi i corsi sono i medesimi:l’abilitazione all’insegnamento nella pro-pria classe di concorso e l’immissione inseconda fascia nelle graduatorie d’istituto;

chi ha frequentato i corsi di tirocinioformativo attivo, tuttavia, è in una condi-zione, paradossalmente, di svantaggio;

in primo luogo, le graduatorie ver-ranno aperte, presumibilmente, nell’aprile-luglio del 2014, col risultato che chi si èabilitato con il tirocinio formativo attivonel luglio 2013 non ha potuto sfruttare, inquest’anno scolastico, il titolo abilitante (lescuole nel 2013/2014, dunque, hanno as-sunto insegnanti non abilitati, piuttostoche insegnanti abilitati, ma non risultantinelle liste d’istituto);

in secondo luogo, essendo tra i re-quisiti dell’accesso ai percorsi abilitantispeciali l’aver insegnato tre annualità e,dando ogni annualità diritto a 12 punti,risulta che all’atto di immissione nellegraduatorie i partecipanti ai percorsi abi-litanti speciali avranno un vantaggio di 36punti sugli abilitati con il tirocinio forma-tivo attivo;

essendo in fase di attivazione, i per-corsi abilitanti speciali non possono piùessere bloccati e, per i motivi sopra elen-cati, si andrà necessariamente incontro aduna doppia procedura abilitante che nonpremia il merito ma, anzi, lo deprime –:

se non ritenga di procedere all’aper-tura delle graduatorie il più rapidamentepossibile, in modo da evitare l’iscrizione inqueste di coloro che stanno per frequen-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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tare i percorsi abilitanti speciali e consen-tire, da qui alla successiva apertura, al-meno un parziale livellamento del gap traabilitati con tirocinio formativo attivo eabilitandi attraverso percorsi abilitantispeciali, nonché all’iscrizione di chi hafrequentato i tirocini formativi attivi nellegraduatorie ad esaurimento (a prescinderedall’esito del ricorso sul tema, in attopresso il TAR del Lazio promosso dall’as-sociazione ANIEF) per riconoscere, da unlato, la qualità della selezione per l’accessoal corso e dall’altro per evitare che chi hasuperato un duro test di selezione si troviin una condizione di svantaggio rispetto achi ha evitato di sottoporsi a qualsiasiselezione. (3-00624)

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAN, COSTANTINO, FRATOIANNI eGIANCARLO GIORDANO. — Al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

la legge n. 240 del 30 dicembre 2010« Norme in materia di organizzazione delleuniversità, di personale accademico e reclu-tamento, nonché delega al Governo per in-centivare la qualità e l’efficienza del si-stema universitario », cosiddetta « LeggeGelmini », ha previsto, all’articolo 24, lapossibilità per le università di istituire lafigura dell’RTD, ricercatore a tempo deter-minato e, quindi, di stipulare contratti dilavoro subordinato a tempo determinatodistinguendo due tipologie di incarico:

di tipo « a »: di durata triennale, conla possibilità di estendere il contratto, previadisponibilità di un ulteriore finanziamento,per altri due anni e per una sola volta;

di tipo « b »: di durata triennale,non rinnovabile, che prevede alla fine deitre anni l’immissione in ruolo;

per l’accesso ai posti di tipo « b » lacondizione necessaria è quella di averusufruito:

1. di un contratto triennale di tipo« a », oppure;

2. di tre anni di assegni di ricercaex lege n. 449 del 1997 o borse postdoc exlege n. 398 del 1989: (entrambe le figuresono state ridefinite dalla stessa leggen. 210 del 2010), ovvero;

3. di analoghi contratti, assegni oborse in atenei stranieri;

la seconda condizione è stata intro-dotta per permettere l’attribuzione deicontratti di tipo « b » immediatamentedopo l’entrata in vigore della legge n. 240del 2010, senza dover attendere i tre anninecessari alla conclusione dei primi con-tratti di durata triennale (di tipo « a »);

tale condizione, originariamente pen-sata per agevolare le carriere dei precaricon maggiore anzianità, si è però tradottain un meccanismo distorsivo delle condi-zioni di reclutamento. Infatti, per ragioniben note, il numero di posizioni ricerca-tore a tempo determinato nei tre annisuccessivi all’entrata in vigore della cosid-detta « Legge Gelmini » è stato irrisorio;

in particolare, il fatto che anche icontratti di tipo « a » consumino punti-organico, ha di fatto contribuito a bloccareil meccanismo di arruolamento per tutto ilpassato triennio;

agli interroganti risulta del tutto in-comprensibile il motivo per cui una posi-zione a tempo determinato di tre anni (piùdue anni, previa disponibilità di ulteriorifinanziamenti) dovrebbe consumare punti-organico come una posizione a tempoindeterminato, ad esempio di professoreassociato;

inoltre, tra i vari effetti negativi in-trodotti da questa norma si è creata unacondizione di disparità fra « vecchi » pre-cari (con i tre anni di assegni postdoc exlege n. 449 del 1997 e n. 398 del 1989),che possono partecipare sia a posti banditiper posizioni di ricercatore a tempo de-terminato di tipo « a » che di tipo « b », e« giovani » precari, che non avendo matu-rato i tre anni di assegno di ricerca prelegge n. 240 del 2010 possono accederesolo a posizioni di tipo « a »;

Atti Parlamentari — 9592 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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in pratica, la norma in questionefinisce col creare una discriminazione inbase all’età, e non in base al merito,poiché i « giovani » precari non hannopotuto maturare i requisiti necessari permere ragioni anagrafiche;

il fatto che questa discriminazionesia completamente slegata da criteri dimerito è confermato da un paradosso: inquesti giorni, molti ricercatori precari« giovani », che non hanno i requisiti peraccedere a posizioni di tipo « b », hanno ostanno ricevendo l’abilitazione scientificanazionale (ASN). Al contrario, non c’èalcuna assicurazione che i « vecchi » pre-cari, che magari hanno interrotto la lorocarriera, abbiano una produzione scien-tifica o un’esperienza di ricerca superioreai « giovani »;

in tempi così avari di opportunità,sembra veramente scoraggiante continuarea riproporre limitazioni che, seppur sen-sate nel 2010, hanno perso oggi ogniragion d’essere. Non si capisce, infatti,quale sia il vantaggio di tale restrizione,visto che l’obiettivo non dovrebbe esserequello di allungare il percorso di recluta-mento, ma semmai di accelerarlo su basemeritocratica –:

se il Ministro non ritenga opportunoassumere iniziative per estendere la pos-sibilità di accedere ai concorsi di tipo « b »a tutti i candidati con una documentataesperienza di ricerca almeno triennale,maturata anche grazie all’attribuzione diassegni di ricerca previsti dall’articolo 22della legge n. 240 del 2010, proponendouna modifica normativa urgente, in questadirezione, all’articolo 24, comma 3, letterab) della legge citata. (5-02095)

Interrogazioni a risposta scritta:

SBERNA. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca, al Ministroper l’integrazione, al Ministro della difesa,al Ministro degli affari esteri. — Per sapere– premesso che:

nel 1992 la Agenda per la Pace pro-posta dall’ex Segretario Generale ONU,

B.B. Ghali, e poi approvata dalla Assem-blea ONU, ha istituito corpi di peace-making, peacekeeping e peacebuilding neiquali i civili sono inclusi alla pari deimilitari (così come le donne alla pari degliuomini);

l’articolo 11 della Costituzione ita-liana dichiara che « l’Italia ripudia laguerra... », frase che comunque intesa la-scia aperta la possibilità di scegliere didifendere la patria in altra maniera checon le armi;

la Corte Costituzionale, in più diun’occasione, a partire dalla sentenzan. 164 del 1985 per finire alla 228 del2004, ha sostenuto l’esistenza di una al-ternativa alla difesa nazionale armata in-dicandola nel Servizio civile nazionale;

come risultato di numerose iniziativeche si sono proposte da lungo tempo, ilParlamento italiano ha disposto con l’ar-ticolo 8, comma 2, lettera e), della legge 8luglio 1998, n. 230, di affidare all’Ufficionazionale per il servizio civile il compito di« predisporre, d’intesa con il Dipartimentodella Protezione civile, forme di ricerca edi sperimentazione di difesa civile nonarmata e nonviolenta » per gli obiettori dicoscienza riconosciuti dalla stessa legge;poi, già a partire dal 2001, l’Ufficio pro-poneva iniziative relative a forme di ri-cerca e sperimentazione di difesa civilenon armata e nonviolenta;

il Parlamento italiano, dopo la deci-sione di sospendere il servizio di leva, hafinalizzato il Servizio civile nazionale conl’articolo 1 della legge istitutiva n. 64 del2001 a « contribuire alla difesa della Patriacon mezzi ed azioni non militari »;

l’Ufficio suddetto ha proposto di co-stituire un comitato « di carattere tecnicoe ad elevata specializzazione » ai sensidell’articolo 8, comma 1, della legge 28dicembre 2001, n. 448, in quanto il per-seguimento di questo importante obiettivodi una difesa alternativa richiede il coin-volgimento di soggetti pubblici e privatiche garantiscano l’apporto di specifichecompetenze professionali;

Atti Parlamentari — 9593 — Camera dei Deputati

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a seguito di ciò il 18 febbraio del2004 la Presidenza del Consiglio dei mi-nistri con un decreto ha istituito un Co-mitato consultivo sulla difesa civile nonarmata e nonviolenta. Il primo Comitato èstato costituito con decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri del 18 febbraio2004 successivamente integrato con de-creto del Presidente del Consiglio dei mi-nistri del 29 aprile 2004 ed ha operato finoal termine della XIV legislatura. Successi-vamente il Ministro della solidarietà so-ciale pro tempore ha confermato il Comi-tato con decreto in data 27 dicembre 2007;inoltre il Comitato è stato ricostituito dalSottosegretario di Stato alla Presidenza delConsiglio dei ministri, con decreto delPresidente del Consiglio dei ministri 19gennaio 2010, integrato con decreto delPresidente del Consiglio dei ministri 27aprile 2010, decreto del Presidente delConsiglio dei ministri 20 ottobre 2010,decreto del Presidente del Consiglio deiministri 21 dicembre 2010; tale organismoè composto da diciotto membri, sei deiquali rappresentano le amministrazionicentrali maggiormente coinvolte (diparti-mento per la protezione civile; esteri; di-fesa; interno; regioni e province autonome;ANCI), mentre i restanti sono individuatiin quanto esperti in materia di difesa civilenon armata e nonviolenta; il 28 aprile2011, il Comitato per la difesa civile nonarmata e nonviolenta (Dcnan) ha iniziatouna prima sperimentazione, sia puremolto ridotta e molto poco indicativa;comunque, il fatto appare di importanzastraordinaria: è la prima volta che unoStato prova a realizzare ufficialmente unadifesa civile non armata e non violenta;

nel 2008 grazie al vice-Ministro protempore Sentinelli è stato disposto unfinanziamento di 170 mila euro per laformazione agli interventi di pace al-l’estero, formazione che è stata compiutada un gruppo qualificato di associazionioperanti nel settore, in tutta Italia, inparticolare con quattro corsi di forma-zione a Torino, Genova, Firenze e Napoli,ed infine la appena approvata legge distabilità ha aggiunto un altro importantericonoscimento della volontà dello Stato di

proseguire nella costruzione di una difesanon armata, in quanto in questa legge èstato inserito un finanziamento di 9 mi-lioni in tre anni per missioni di paceall’estero nell’ambito del Servizio civilenazionale;

sono consentite le visite di ufficialidella difesa nazionale armata nelle scuolesuperiori italiane per invitare i giovani ascegliere questa direzione di vita nono-stante lo Stato italiano abbia già deliberatoda vari anni e cercato di attuare unadifesa non armata –:

se non si ritenga che gli studentiabbiano il diritto di essere informati sututte le possibilità che lo Stato offre, comesu tutte quelle fornite dall’ONU che ognianno pone a concorso un consistente nu-mero di posti di lavoro nei cosiddettivolontari (analogamente esistono posti dilavoro nelle associazioni private di coope-razione internazionale, che danno luogo auna ulteriore forma di sostegno della pacesenza armi);

se non si ritenga opportuno emanareuna direttiva che, fatta salva l’autonomiadei consigli scolastici, indichi la necessitàpedagogica di aprire i giovani a tutte lepossibilità che lo Stato italiano ha decisoa proposito di difesa nazionale e interna-zionale;

se non si ritenga di invitare i consigliscolastici a prevedere visite di esponenti diambedue i tipi di difesa che lo Statoitaliano ha deliberato le quali avvengano oin tempi successivi o, ancor meglio assiemesotto forma di dibattito-confronto tra iloro rappresentanti, tipo di intervento si-curamente molto più adeguato alla mag-giore età degli studenti dell’ultimo annodelle scuole superiori. (4-03507)

MINARDO. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

sembra che gli atenei siciliani sianoorientati a non attivare alcuni percorsi

Atti Parlamentari — 9594 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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abilitanti speciali (PAS) operando in que-sto modo scelte discrezionali inaccettabilie spesso immotivate;

in particolare, si ritiene grave l’ipotesiper cui anche i conservatori musicali nonattiveranno i percorsi per la A077 – « stru-mento musicale » (avviso del 5 febbraio2014 dell’ufficio scolastico regionale per laSicilia) dopo una loro iniziale disponibi-lità, nonostante il significativo numero diaspiranti ai quali in questo modo vienenegato il diritto alla formazione e alconseguimento del titolo abilitante;

la conferenza dei direttori di conser-vatorio ha avanzato dubbi sulla liceità deldecreto che istituisce il PAS, e ha chiestochiarimenti al MIUR. Ad oggi, tali chiari-menti non risultano essere arrivati, per-tanto l’attivazione dei PAS per la classeA077 è stata sospesa; sui PAS per le classidi concorso A31/32 non ci sono dubbi diliceità, ma avendo questi, alcune attivitàformative in comune con il PAS per laclasse A077, si è preferito sospenderli;

inoltre, vi sono docenti risultati ido-nei a partecipare ad un PAS per unaspecifica classe di concorso che non po-tranno parteciparvi nella propria regionedi appartenenza, come nel caso della Si-cilia, perché per quella specifica classenon è stato ancora attivato il corso;

tale decisione è lesiva per le legittimeaspettative di migliaia di precari che at-tendono da tempo questi percorsi abili-tanti speciali (PAS) per conseguire, dopotanti anni di servizio, l’abilitazione all’in-segnamento dopo che una legge dello Statoli ha previsti, per cui è imprescindibile laloro attivazione, così come previsto daldecreto n. 45 del 22 novembre 2013 delMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca, garantendo i precari cheattendono, con giustificata apprensione eche sarebbero penalizzati in previsione delprossimo aggiornamento delle graduatorie;

considerato, inoltre, che l’attivazionedei PAS comporta un onere non indiffe-rente per i docenti precari che devonosborsare fino a 2.500 euro per lo svolgi-

mento degli stessi e la cui attività diformazione obbligatoria, a cui è tenutal’Amministrazione per legge, non deve in-fluire sul contingente del 3 per centofissato per la fruizione dei permessi per ildiritto allo studio di cui all’articolo 3 deldecreto del Presidente della Repubblican. 395 del 1988;

se il Ministro interrogato, in base aquanto si è appreso e descritto in pre-messa, intenda nell’immediato chiarire laquestione relativa all’avvio dei PAS per leclassi A077;

se intenda intervenire, nell’ambitodelle sue competenze, per l’attivazione intempi brevi dei corsi abilitanti speciali(PAS) al fine di consentire che i soggettiinteressati possano avere il titolo già nelleprossime graduatorie per il triennio 2014/2017;

se intenda promuovere l’attivazionedei PAS a costi contenuti;

se intenda garantire i diritti dei do-centi precari che da anni garantiscono ilfunzionamento della scuola pubblica.

(4-03510)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

FREGOLENT. — Al Ministro del lavoroe delle politiche sociali, al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

Agrati è un gruppo industriale inter-nazionale con sedi in Europa (Italia, Fran-cia Germania Repubblica Ceca), NordAmerica e Cina;

Agrati, fondata in Italia negli anni 30del secolo scorso, impiega oggi in numerosisiti produttivi ed amministrativi, circa1700 dipendenti per un fatturato annuo(2012) che supera i 325 milioni di euro;

Atti Parlamentari — 9595 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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il sito di « Fivit – Colombotto », nelcomune di Collegno (provincia di Torino),è uno dei cinque stabilimenti italiani delgruppo lombardo Agrati dove sono occu-pate 82 persone. La produzione della di-visione di Agrati Collegno è principalmentecostituita (si legge nel sito istituzionale delgruppo industriale) « da viti a resistenzamedio – alta, viti speciali, autofilettantiper metallo, per materiali teneri e conrondella imperdibile. Automotive (applica-zioni di carrozzeria in particolare) edelettrodomestico costituiscono le principalidestinazioni dei prodotti di questa divi-sione, anch’essa caratterizzata da unaforte propensione verso il prodotto spe-ciale »;

nonostante queste premesse, èemerso negli organi di informazione, chel’azienda starebbe per dismettere comple-tamente l’attività nonostante non sianomai emersi problemi o richieste di cassaintegrazione »;

i rappresentanti della Fiom – Cgilhanno dichiarato a mezzo stampa che dal31 gennaio 2014 « l’azienda ha improvvi-samente deciso di cessare l’attività e haavviato la procedura di licenziamento pertutti quanti »;

sempre secondo i mass media « ilgruppo Agrati ha fatto sapere che il mer-cato internazionale è in difficoltà, che ivolumi di produzione sono diminuiti e chedunque non c’è più lavoro sufficiente permantenere aperti cinque stabilimenti »;

i sindacati hanno controbattuto ri-spondendo che la fabbrica « ha appenacentrato tutti gli obiettivi richiesti perottenere il premio di risultato. Senza con-tare in altri siti produttivi del gruppo illavoro abbonda, tanto che vengono assuntidegli addetti con contratti interinali »;

è attualmente in corso un presidio diprotesta dei dipendenti davanti al cancellodella fabbrica –:

se e quando sia stata assunta dalgruppo Agrati per il sito produttivo di

« Fivit-Colombotto » la procedura di licen-ziamento per tutti i dipendenti e per qualireali e giustificati motivi;

quali iniziative urgenti si intendanoassumere per assicurare tutele e diritti ailavoratori del sito di « Fivit – Colom-botto », a partire dalla convocazione di untavolo interministeriale fra azienda, rap-presentanti dei lavoratori ed enti locali alfine di salvaguardare la continuità produt-tiva ed i livelli occupazionali dello stabi-limento. (5-02097)

Interrogazioni a risposta scritta:

MELILLA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

si apprende a mezzo stampa che dal15 febbraio 2014 saranno licenziate lecirca 50 operaie ancora in cassa integra-zione straordinaria dell’azienda « LaPerla » di Roseto degli Abruzzi (Teramo);

l’ammortizzatore sociale, attivato dal15 gennaio 2011, finirà il 14 febbraio;

i sindacati in una nota sottolineanocome purtroppo le 50 operaie non ricollo-cate andranno in mobilità, per cuiavranno solo un’indennità per un periodoche va da due a quattro anni, a secondadell’età;

la chiusura dell’ennesima aziendastorica in provincia di Teramo è un fattomolto grave che chiude una lunga agoniainiziata nel settembre 2010 quando lamultinazionale americana che aveva pre-cedentemente acquistato il gruppo bolo-gnese di biancheria di alta qualità annun-ciò che avrebbe chiuso lo stabilimento diRoseto perché voleva trasferire la produ-zione al Sud –:

se non ritenga doveroso promuovereuna iniziativa urgente con le parti socialie gli enti locali per cercare soluzioniproduttive e occupazionali e scongiurarequesto dramma occupazionale. (4-03500)

Atti Parlamentari — 9596 — Camera dei Deputati

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MELILLA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

si apprende a mezzo stampa che ivertici aziendali dell’ex Ofetal, i sirianidella Madar, hanno annunciato di esserein cerca di un partner o di un eventualeacquirente: l’asta, indetta dal curatore fal-limentare Omero Martella, dovrebbe svol-gersi il 27 febbraio 2014;

l’odissea dell’ex Otefal di Bazzano(L’Aquila), che contava 230 unità ed era diproprietà della famiglia bergamasca Poz-zoli, è iniziata nel 2008, dopo un investi-mento sbagliato in Sardegna, il crollo delprezzo delle materie prime, la stretta cre-ditizia e infine il terremoto del 2009;

a luglio 2010 il tribunale approva ilricorso al concordato preventivo e si fauna gara per l’affitto di un ramod’azienda, vinta dalla Madar: i siriani, acausa del conflitto bellico che sta dila-niando il loro Paese, decidono di investirein Italia e puntano sulla fabbrica aquilana,che opera in un settore parallelo. Leprocedure per la riattivazione del sito e ilriassorbimento del personale non sonofacili. Ma alla fine, dopo un anno mezzodi concordato preventivo e sei mesi dichiusura totale, si firma l’accordo perl’ingresso dei siriani e all’inizio del 2013 lafabbrica riapre i battenti;

era il gennaio del 2013 quando siinsediarono gli attuali vertici. La Madarsembrava intenzionata all’acquisto defini-tivo dell’immobile e vedeva in prospettivauna produzione di 24 mila tonnellate dialluminio all’anno;

fu riavviata la linea di verniciaturadell’alluminio e 120 dipendenti rientra-rono in fabbrica, con altri 60 in cassaintegrazione a rotazione;

ora, dopo soli 12 mesi ci sono moltenotizie negative e un futuro molto incerto:troppe spese per l’affitto dello stabilimentodi Bazzano, poche commesse, l’asta per lavendita del sito che ritarda;

anche gli stipendi vengono pagati arate, e così è partita la richiesta per lacassa integrazione straordinaria, si con-tano 47 esuberi;

in una nota i lavoratori sottolineanotutta la loro preoccupazione per il futurodell’azienda ed evidenziano come ci sia unevidente problema di liquidità: ancora nonviene erogata la terza rata dello stipendiodi dicembre e non si sa quando saràpagata la mensilità di gennaio;

mancano le commesse, ed è stata giàrichiesta l’attivazione della cassa integra-zione straordinaria fino a giugno;

infine i lavoratori lanciano un ap-pello alle istituzioni in cui chiedono diintervenire subito per capire se ci sonomargini per salvare lo stabilimento diBazzano –:

se non ritenga doveroso promuovereuna iniziativa urgente con le parti socialie gli enti locali per cercare soluzioniproduttive e occupazionali e scongiurarequesto dramma occupazionale. (4-03501)

LODOLINI e FRAGOMELI. — Al Mini-stro del lavoro e delle politiche sociali, alMinistro dello sviluppo economico. — Persapere – premesso che:

l’azienda « Bizzarri Spa », con sede aCorinaldo (AN), è una storica impresamarchigiana che da trentacinque anniopera nel settore della lavorazione dellegno e da oltre venti è fornitore ufficialedel « Gruppo IKEA », nota azienda multi-nazionale specializzata nella vendita dimobili e complementi d’arredo;

l’azienda « Bizzarri spa », dopo esserericorsa a tutti gli strumenti previsti dall’at-tuale normativa in tema di ammortizzatorisociali, ha infine deciso di annunciare illicenziamento di tutto il personale assuntoper un totale di oltre 150 lavoratori;

in un’intervista rilasciata a « Econo-miaweb.it » Giancarlo Battistelli, direttoregenerale di « Bizzarri Spa », dichiara che« per “Ikea” è importante avere aziende

Atti Parlamentari — 9597 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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che reagiscono in tempi brevissimi ad uninput. Tuttavia, qui in Italia, rischiamo inogni momento di andare fuori mercato,visto che i Paesi dell’Est Europa, o ilPortogallo, pagano l’energia il 20 per centoin meno e la manodopera il 40 per centoin meno. Noi abbiamo invece un costo dellavoro altissimo, pur erogando stipendinetti molto bassi »;

l’azienda « Bizzarri Spa » fattura ol-tre 20 milioni di euro di ricavi l’annograzie proprio alle forniture di compo-nenti a « Ikea » e, dichiara Battistelli,« questa cifra rappresenta l’80 per centodel nostro fatturato »;

il direttore generale Battistelli am-mette inoltre come « negli anni ci siamo″lasciati trasportare″ un po’ e, al di fuoridal rapporto con gli svedesi, abbiamo sìmaturato altre possibilità, ma su quanti-tativi ridotti » –:

quali iniziative di competenza inten-dano assumere al fine garantire, da unlato, la salvaguardia del posto di lavoroper i dipendenti di « Bizzarri Spa » e,dall’altro, le prospettive industriali del-l’azienda stessa. (4-03505)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GALLINELLA, GAGNARLI, L’ABBATE,PARENTELA, LUPO, BENEDETTI e MAS-SIMILIANO BERNINI. — Al Ministro dellepolitiche agricole alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

anche a seguito di una recente inda-gine conoscitiva svolta dalla Commissioneagricoltura della Camera dei deputati nelcorso della precedente legislatura, èemerso che una delle principali criticitàdel comparto primario è la sperequatadistribuzione del valore all’interno dellafiliera a causa della presenza di soggettioperanti in regime di oligopolio;

è noto infatti che nel settore di alcuniindispensabili mezzi tecnici di produzione,quali gli agro farmaci e le sementi, si sonoconsolidati, nel corso del tempo, processidi concentrazione di imprese produttrici,spesso organizzate su basi multinazionali,che incidono profondamente sui costi diproduzione a carico delle aziende agricole;

nel mercato europeo è autorizzatauna quantità di fitofarmaci molto limitata,le imprese produttrici sono in grado dicondizionare i prodotti che intendono col-locare sul mercato con il rischio di incen-tivare un utilizzo di fitofarmaci non sem-pre perfettamente confacente alla tipologiadi coltivazione e conseguente perdita dibiodiversità;

a conclusione dell’attività conoscitivadi cui sopra, la Commissione agricolturaha deliberato di trasmettere i risultati allaAutorità garante della concorrenza e delmercato, al fine di segnalare la mancanzadi concorrenza nel mercato degli agrofarmaci e delle sementi e il rischio che laconcentrazione di imprese che fornisconoi mezzi tecnici di produzione e che svol-gono sempre più un ruolo di « pricemaker », configuri l’illecito di abuso diposizione dominante incidendo pesante-mente sui rapporti contrattuali tra i sog-getti della filiera –:

di quali ulteriori elementi disponga ilMinistro in relazione a quanto espresso inpremessa e quali utili iniziative, per quantodi competenza, intenda intraprendere alfine di contribuire a rimuovere le cause chedeterminano la prospettata situazione dioligopolio nel mercato delle sementi e degliagro farmaci con grave nocumento per leaziende agricole. (5-02092)

BURTONE e OLIVERIO. — Al Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali, al Ministro dell’economia e delle fi-nanze. — Per sapere – premesso che:

il comparto agrumicolo siciliano staattraversando una delle crisi più acute di

Atti Parlamentari — 9598 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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mercato che mettendo a rischio la soprav-vivenza di tante imprese;

in dieci anni i costi di produzionesono aumentati di quasi il 40 per cento,mentre contestualmente i prezzi di venditasono diminuiti anche a causa di unaconcorrenza non regolamentata e spessosleale che si nasconde tra le pieghe delledirettive comunitarie;

decine di migliaia di posti di lavorosono a rischio;

diventa assolutamente prioritario isti-tuire un tavolo nazionale presso il qualeconvocare tutti i soggetti interessati pervalutare gli opportuni interventi a partiredall’aumento del prezzo di ritiro da partedelle imprese multinazionali che rappre-sentano in questo momento il peggiorenemico di un corretto funzionamento delmercato –:

se e quali iniziative il Governo in-tenda adottare per convocare in tempirapidi questo tavolo per il settore agru-micolo e per pervenire a una serie dimisure finalizzate al sostegno delle im-prese e dell’occupazione nel settore come:

a) dichiarare lo stato di crisi pertutto il settore agrumicolo e conseguenteesenzione dal pagamento degli oneri fiscalie previdenziali;

b) promuovere l’estensione dei be-nefici previsti per le avversità atmosfericheanche ai danni economici provocati dallacrisi di mercato;

c) promuovere il finanziamento, inmaniera adeguata, del fondo di solidarietànazionale e, di concerto con la regionesiciliana e la regione Calabria, un inter-vento finanziario per favorire il conferi-mento del prodotto a scopi umanitari;

d) determinare per il prossimotriennio la riduzione degli oneri previden-ziali per le aree montane e svantaggiate;

e) promuovere le sospensioni sul-l’obbligatorietà del durc;

f) bloccare per le aree agrumetatela rivalutazione degli estimi catastali;

g) promuovere un’intesa fra Mini-stero dell’economia e delle finanze, ABI eorganizzazioni agricole per riconoscere aiproduttori agrumicoli crediti agevolati;

h) modificare i rapporti all’internodella filiera agro-alimentare, per un rie-quilibrio della catena del valore, al fine diassicurare la giusta remunerazione deiproduttori e favorire la ripresa dei con-sumi alimentari. (5-02094)

* * *

SALUTE

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro della salute, per sapere – pre-messo che:

la Conferenza delle regioni ha pro-posto il rinvio al 1o aprile 2017 dellachiusura degli ospedali psichiatrici giudi-ziari in quanto non sono pronte le resi-denze in cui eseguire le misure di sicu-rezza detentive;

in questo senso per le regioni REMSsi configurano come inaccettabili miniospedali psichiatrici giudiziari che regio-nalizzano semplicemente la condizione in-tollerabile vigente;

Gli OPG sono stati giustamente defi-niti ai più alti livelli istituzionali come« indegni per un Paese civile »;

la chiusura degli ospedali psichiatricigiudiziari va affrontata attraverso il raf-forzamento della cultura della responsa-bilità e della presa in carico delle personeinternate da parte dei dipartimenti disalute mentale con un necessario aumentodelle risorse finanziarie a loro disposizionee attraverso l’applicazione da parte dellamagistratura delle sentenze della CorteCostituzionale del 2003 e del 2004 chefavoriscono le misure alternative all’inter-namento;

Atti Parlamentari — 9599 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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occorre dare priorità alla definizionedi programmi regionali a favore dei « per-corsi terapeutico-riabilitativi » che assicu-rino il diritto alle cure e al reinserimentosociale –:

se non ritenga di assumere iniziativeper evitare una ulteriore proroga dellachiusura degli ospedali psichiatrici giudi-ziari senza l’introduzione di precisi vincolidi legge che favoriscano le dimissioni e lemisure alternative alla detenzione e pon-gano fine alle proroghe delle misure disicurezza spesso motivate dalla mancanzadi presa in carico da parte dei servizi delterritorio.

(2-00403) « Melilla ».

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

RABINO e MONCHIERO. — Al Ministrodello sviluppo economico. — Per sapere –premesso che:

gli abitanti delle comunità montane,pur se assoggettati al pagamento del ca-none Rai, non ricevono il segnale della tvpubblica; specialmente dopo l’avvenutatransizione da analogico a digitale. Interevallate ed interi paesi alpini ed appenni-nici hanno totalmente perduto la ricezionedel segnale;

il canone è un’imposta sulla deten-zione di apparecchi atti alla ricezione diradioaudizioni televisive, ma nel caso dellecomunità montane, i ripetitori (che altri-menti non esisterebbero) sono gestiti di-rettamente dagli enti locali su mandatodella regione. Questi, infatti, hanno sop-perito al problema sorto in seguito allatransizione al digitale, riuscendo a coprireil segnale in alcune vallate rimaste total-mente al buio, come, nello specifico, leValli di Orco e Soana, nelle quali la tv non

sarebbe in alcun modo visibile senza i palimontati, negli ultimi anni, dall’ente sovracomunale;

se non fosse per la lungimiranza dialcuni giornalisti, le terre alte sarebberototalmente tagliate fuori dal piccoloschermo, in quanto, il servizio pubblico,nel palinsesto di tutte le reti, non tra-smette più alcuna trasmissione dedicataalla montagna, alle sue storie o alla suagente, ed inoltre nel 2013 è stato defini-tivamente sospeso il Tgr Montagne;

il Corecom Piemonte (Comitato re-gionale per le comunicazioni) allertatodalle istanze degli abitanti di numerosipaesi, ha avviato un’indagine per pubbli-care dati dettagliati in merito alla situa-zione effettiva di quei comuni, che, nono-stante paghino il canone Rai, non ricevonoalcun servizio al fine di sollecitare l’inter-vento dell’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni (AGCOM) ed evitare l’ac-crescimento del divario digitale e di ac-cesso all’informazione tra aree montaneed urbane –:

quali urgenti iniziative, per quanto dicompetenza, intenda attuare per venireincontro agli utenti che, pur pagando ilcanone RAI, non godono dei servizi adesso connessi, e se non ritenga opportunoavviare una ricognizione delle zone effet-tivamente servite dall’emittenza pubblicaattraverso un puntuale monitoraggio sulrapporto tra canone Rai e territorio ser-vito dall’emittenza pubblica, ponendo par-ticolare attenzione al disagio subito dagliabitanti delle comunità montane.

(3-00622)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BELLANOVA. — Al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

l’azienda Officine meccaniche e fer-roviarie del Salento Srl ha rappresentatoun punto di riferimento locale e nazionalenel settore della manutenzione ferroviaria.La principale commessa, prima che la

Atti Parlamentari — 9600 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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stessa entrasse in un vortice di crisi – finoa fallire – arrivava dalla società Trenitalia;

in data 8 gennaio 2014 si è tenuto unincontro per affrontare la vertenzaOmfesa presso il ministero dello sviluppoeconomico;

nel sopra citato incontro, come daresoconto di verbale pubblicato sul sito delMinistero dello sviluppo economico il rap-presentante di Assifer Service Srl ha con-fermato la disponibilità a « presentare intempi brevi alla curatela una manifesta-zione di interesse a seguito di un sopral-luogo dello stabilimento. Egli ha altresìconfermato confermato l’intenzione diproseguire l’attività di Omfesa attraversoun affitto di Ramo d’azienda, che nonpreclude l’acquisizione alla fine del per-corso, purché se ne manifestino le oppor-tunità. La suddetta manifestazione di in-teresse riguarderà tutti i lavoratori già inforza ad Omfesa al 31 gennaio 2013 (circa80 unità) »;

a margine del sopra citato incontrotante sono state le dichiarazioni di soddi-sfazione per l’avvio di una trattativa dirilancio dell’azienda, attraverso l’acquisi-zione di una manifestazione di interesseaziendale e soprattutto per l’apertura diuna prospettiva lavorativa per le tantepersone che operano nell’azienda. Dagliarticoli di stampa si registrava anche lapossibilità che nella settimana successival’incontro ministeriale si potessero avviarei sopralluoghi necessari propedeutici alfitto del ramo d’azienda;

tanti sono i lavoratori che in questigiorni sono tornati a porre la necessità dipoter tornare a lavorare insieme a quelladi far presto in tutto questo iter. Unanecessità impellente che viaggia di paripasso con le problematiche di bilanciofamiliare e le necessità primarie di queste80 famiglie;

si è a conoscenza che il Ministero« conferma che il tavolo rimane apertoper la verifica ed il monitoraggio delpercorso qui delineato fissando già laprima data entro febbraio 2014 per unaprima verifica –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dello stato dell’arte dei sopralluo-ghi propedeutici al fitto del ramod’azienda, se sia già stata calendarizzata ladata utile per la verifica per il mese difebbraio e che cosa intenda fare affinchéquesti lavoratori riprendano l’attività la-vorativa e non continuino a rimanere inuna condizione di incertezza. (5-02093)

Interrogazioni a risposta scritta:

INVERNIZZI. — Al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

il comune di Cologno al Serio sitonella provincia di Bergamo ha una popo-lazione di quasi 11 mila abitanti;

i cittadini sono costretti giornalmentead affrontare lunghe attese agli UfficiPostali, in quanto vi sono solo due sportelliche consentono di effettuare le operazioni;

sono già stati segnalati nelle passatelegislature, con numerosissimi atti di sin-dacato ispettivo (solo nella XVI legislatura:4/17347, 4/14531, 4/13410, 4/13294,4/12704, 4/12418, 4/12224, 4/10623,4/09537, 4/09469, 4/08137, 4/07966,4/07663, 4/07289, 4/06186, 4/05933,4/05900, 4/05801, 4/05200, 4/04302,4/03679) i disservizi nella provincia diBergamo e in altre province della Lom-bardia oltre che di regioni limitrofe cau-sati dalla inadeguata organizzazione del-l’azienda Poste Italiane spa sul territorioorobico –:

quali iniziative di competenza in-tenda adottare affinché Poste italiane ero-ghi un servizio puntuale ed efficiente allapopolazione della provincia di Bergamo.

(4-03490)

PAGLIA. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

l’evoluzione del mercato dell’energiaindica un progressivo spostamento della

Atti Parlamentari — 9601 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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capacità produttiva dalle centrali a com-bustione verso le fonti rinnovabili;

tale processo mette in discussione lastessa sostenibilità economica di medioperiodo degli impianti di tipo tradizionale,tanto da aver indotto di recente il Parla-mento a riconoscere sul piano economicoi costi di messa a disposizione della ca-pacità produttiva;

in particolare sono gli impianti acarbon fossile a doversi ritenere superati,per ragioni di impatto ambientale, e talisono considerati in prospettiva anche dallastrategia economica nazionale;

si potrebbe ipotizzare una riconver-sione ad altra fonte di alimentazione dellecentrali a carbone, che risultano peraltrooggi alimentate essenzialmente da combu-stibile acquistato all’estero –:

quale sia la quantità di carbone intonnellate che ogni anno viene utilizzatonelle singole centrali;

quali siano i Paesi di provenienza delcarbone utilizzato e per ciascun Paese diprovenienza quali siano le quantità ton-nellate/anno importate;

quali siano i costi necessari per ac-quistare la materia prima;

quali e quante siano le società ditrading che si occupano degli acquisti dicarbone;

quali e quante siano le società ditrasporto coinvolte per la gestione dellalogistica. (4-03504)

CIMBRO, CIVATI, CASSANO, CASATI,COMINELLI, COVA, COLANINNO, DA-NIELE FARINA, LORENZO GUERINI,MAURI, MOSCA, GUERRA, GIUSEPPEGUERINI e LAFORGIA. — Al Ministrodello sviluppo economico, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali, al Ministrodell’economia e delle finanze. — Per sapere– premesso che:

in data 21 novembre 2013 è sta-ta presentata un’interpellanza urgenteavente per oggetto la Franco Tosi Mecca-

nica e in particolare la preoccupante si-tuazione di stallo sul piano occupazionalee produttivo della medesima che si èaggravata con il passare del tempo prin-cipalmente a causa della mancanza diinterventi risolutivi per la messa in sicu-rezza dell’integrità e della continuità del-l’azienda;

è stata richiesta la cassa integrazionein deroga il 25 luglio 2013 per circa 250persone e a oggi non è stata ancoraapprovata. Di fatto da diversi mesi moltedi questi dipendenti non percepiscono al-cuna entrata ed è, invece, assolutamentenecessario, nel pieno rispetto della dignitàdelle lavoratrici e dei lavoratori, approvarenel più breve tempo possibile la proceduradi cassa integrazione in deroga e provve-dere ad un’azione di Governo che, inquesto particolare momento di crisi finan-ziaria per il Paese, sostenga le primarieesigenze economiche di operai ed impie-gati specializzati che nel corso degli annihanno reso la Franco Tosi Meccanicaun’azienda rinomata a livello mondiale;

a oggi l’azienda si trova nella proce-dura di amministrazione straordinaria inbase alla legge Prodi bis che prevede comeprerogative essenziali il mantenimentodell’integrità del valore dell’azienda e lacontinuità dell’attività al fine di tutelarecreditori, dipendenti ed agire nel rispettodelle politiche industriali del Ministerodello sviluppo economico;

la procedura di amministrazionestraordinaria prevede la presentazione diun piano industriale entro 60 giorni dal-l’inizio del mandato e la nomina di uncomitato di garanzia, elementi fondamen-tali per un approccio lineare e formal-mente corretto per la procedura;

lo stato delle finanze a disposizionedell’azienda, provenienti dai flussi di cassainterna, sono determinanti rispetto allascelta di un affitto o vendita dell’aziendain quanto le finanze a disposizione dettanoun preciso arco temporale per le possibilisoluzioni da attuare a tutela della proce-dura. Di fatto le cronache riportano larecente perdita di due importanti contratti

Atti Parlamentari — 9602 — Camera dei Deputati

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in Centro e Sudamerica: Bolivia e Nica-ragua. Dall’inizio della procedura di am-ministrazione straordinaria la perdita dicommesse ha danneggiato l’integrità delvalore dell’azienda, i possibili flussi dicassa proveniente da tali commesse e ilvalore dell’azienda stessa nei confronti difuturi acquirenti;

tema assolutamente necessario permantenere in essere la procedura è lacontinuità aziendale. Il ricorso alla pro-cedura di commissariamento è stata omo-logata dal tribunale di Milano in seguitoalla relazione dell’avvocato Barazzoni chelega la continuità aziendale alla manife-stazione di interesse per l’affitto d’aziendada parte di quattro soggetti di livellointernazionale ricevute nel mese di set-tembre 2013. Rispondendo alla precedenteinterpellanza presentata il 6 novembre2013, il Ministero dello sviluppo econo-mico aveva dichiarato « Dopo aver analiz-zato il percorso delineato dal bando, fi-nalizzato all’affitto dell’azienda, il com-missario straordinario ha incontrato tutticoloro che hanno manifestato interesse indetta procedura » ed ancora « Il Commis-sario sta predisponendo un programma dicessione del complesso aziendale, in con-tatto con il Ministero, avuto, in partico-lare, riguardo alle iniziative da assumereanche in via di urgenza, ove indispensabili.Da questo punto di vista le ultime notiziecitate dall’onorevole Cimbro, sono oggettoin questo momento di verifica, potrebberorientrare appunto nelle iniziative da assu-mere in via d’urgenza, dove però l’obiet-tivo comunque rimane quello del pro-gramma di cessione del complesso azien-dale. ». Inoltre, le cronache hanno ripor-tato le dichiarazioni del commissariostraordinario dottor Andrea Lolli alle or-ganizzazioni sindacali incontrate il giorno20 novembre 2013 alle quali lo stessogarantiva di procedere con una gara d’af-fitto entro il 31 dicembre 2013; a taleincontro erano presenti Mirco Rota, se-gretario generale Fiom Cgil Lombardia eLuigi Dedei, segretario regionale Fim CislLombardia. Ad oggi, tali dichiarazioni nontrovano riscontro. Le cronache riportanoinoltre che alcuni soggetti industriali ab-

biano fatto capire informalmente del de-cadere del loro interesse, mentre non siconosce la formale posizione degli altrisoggetti ancora interessati o di altri even-tuali nuovi soggetti;

la situazione della Franco Tosi èallarmante a tal punto da riaccendere lememorie dello spettro del fallimento chie-sto da tre aziende nel mese di luglio 2013.La legge Prodi bis prevede la conversionedell’amministrazione straordinaria in fal-limento qualora non siano rispettati itempi dettati dal piano industriale, ovveroquando i risultati di legge non siano rag-giungibili; nel caso della Tosi, le finanzeper l’attuazione non sono note e non siconoscono le posizioni delle aziende pos-sibilmente interessate alla luce della re-cente perdita di importanti commesse in-ternazionali. Il fattore tempo è determi-nante, così come riportato dall’interpel-lanza urgente presentata nel novembre2013 nella quale già si avvisava del pos-sibile aggravarsi della situazione;

il 24 gennaio 2014 si è tenuto unincontro presso il Ministero dello sviluppoeconomico durante il quale le rappresen-tanze sindacali hanno espresso severidubbi inerenti gestione della procedura. Iltema espresso chiaramente è il seguente:più lunghi i tempi, più alto il rischio didepauperamento del patrimonio indu-striale e più certa l’ipotesi « spezzatino ».Tale tesi sindacale è stata chiaramentesupportata da una lettera inviata al Mini-stero dello sviluppo economico e al com-missario Andrea Lolli nel mese di dicem-bre 2013 firmata da oltre 200 dipendentigli stessi che, preoccupati per il lorodestino lavorativo, durante l’incontro te-nutosi a Roma la settimana scorsa hannomanifestato davanti al Ministero dello svi-luppo economico e davanti alle portineriadella storica azienda di Legnano;

in questo contesto la soluzione del-l’affitto potrebbe portare nell’immediatoulteriori vantaggi per il rilancio industrialeed il mantenimento dell’integrità del va-lore dell’azienda stessa in quanto il mer-cato esige al più presto un dialogo ed un

Atti Parlamentari — 9603 — Camera dei Deputati

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confronto con un soggetto industriale. Talesoggetto deve essere credibile e in grado digarantire la propria capacità tecnico-fi-nanziaria per la gestione dell’azienda dalpunto di vista operativo, la presentazionedi garanzie bancarie necessarie ai progettiinternazionali, la formulazione di preven-tivi e l’esecuzione di ordini, nonché larinegoziazione e mantenimento deglistessi. La perdita di commesse è sicura-mente legata alla stringente esigenza di unmercato che necessita di una controparteindustriale il prima possibile. Si ricordaanche il delicato tema della denomina-zione aziendale;

un’ulteriore considerazione nasce dalfatto che quanto prima si affitta il ramoproduttivo dell’azienda, tanto prima si puòlegare un soggetto industriale alla stipuladi un contratto che obbliga lo stesso apresentare un’offerta per l’acquisto dell’at-tività. La nota più grave ad oggi è chetergiversando su quale fosse la migliore viada percorrere, la gestione da parte deltribunale di Milano e successivamente daparte del Ministero dello sviluppo econo-mico non abbia portato alla stipula efirma di nessun accordo vincolante daparte di alcun soggetto industriale né perl’affitto né tanto meno per la venditadell’attività;

ad oggi appare altamente improba-bile la possibilità di completare le proce-dure burocratiche previste per un acquistodell’azienda entro il mese di giugno 2014.La procedura di vendita potrebbe richie-dere un lasso di tempo molto più impor-tante, tale da costringere i termini per lacessione nell’anno 2015. La conseguenzadel dilatarsi dei tempi a tal punto mette-rebbe chiaramente a repentaglio l’integritàdel valore dell’azienda e l’esistenza stessadella fabbrica, fino a non rendere possibileil configurarsi di un piano industriale peril rilancio in continuità operativa. A taledata gli unici interessi per l’acquisto po-trebbero provenire da realtà industriali dipiù ridotte dimensioni e scopi interessatesolamente a tante piccole porzioni deltutto e « l’ipotesi spezzatino » diventerebbel’unico possibile epilogo alla vicenda Tosi.

Si sottolinea che il core business da unpunto di vista impiegatizio della fabbricadi Legnano è infatti costituito dalla pro-duzione di turbine a vapore che potrebbeimpiegare centinaia di dipendenti. I ramid’azienda service e « idraulica » possonoessere gestiti impiegando solo pochi tecnicidislocati in altre sedi e con produzioneconto terzi. Alcune aziende concorrentistanno già tentando di assumere specificidipendenti della Franco Tosi e disperdereil know-how tecnologico. Il tempo è unfattore di assoluta importanza per la con-servazione di questo asset aziendale chia-ramente legato all’integrità del valoreaziendale da mantenersi;

in questo contesto è emersa unacircostanza che desta gravissima preoccu-pazione riguardante la gestione aziendale.In assenza di un piano industriale appro-vato dal Ministero, senza alcuna forma dipubblicità, in totale assenza di una pro-cedura competitiva che avrebbe sicura-mente tutelato il più alto valore di ces-sione, sembrerebbe siano stati ceduti o sistiano per cedere disegni e/o l’utilizzo ditecnologia con cartiglio Franco Tosi Mec-canica relativo a turbine a vapore. Comeriportano diversi articoli, i sindacati del-l’azienda intendono, qualora tali fattisiano confermati e accertati, rivolgersi allaprocura della Repubblica e al tribunale diMilano e presentare formalmente un espo-sto al fine di sorvegliare sulla procedura diamministrazione straordinaria ed evitarequalsiasi frazionamento in una fase cosìdelicata per l’azienda –:

quali ulteriori iniziative i Ministri,per quanto di competenza, intendano in-traprendere al fine di garantire il mante-nimento dei livelli occupazionali e produt-tivi della società Franco Tosi Meccanicas.p.a. ed entro quale data tali iniziativeverranno intraprese, soprattutto, perquanto concerne la cassa integrazionestraordinaria;

quale sia l’orientamento del Ministrodello sviluppo economico, sulla base deidati forniti dal commissario straordinarioe a fronte della precisa analisi della si-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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tuazione effettuata dal medesimo, rispettoalla scelta da attuarsi, posto che risultaevidente che, nel rispetto delle competenzee responsabilità specifiche, il problemadella Franco Tosi richieda una rispostapolitica che sia lungimirante e, pur in unasituazione di gravissima crisi economica,possa garantire quel patrimonio produt-tivo e di competenze che hanno resol’Italia competitiva sul piano internazio-nale. (4-03511)

Apposizione di firme ad una mozionee modifica dell’ordine dei firmatari.

La mozione Di Lello ed altri n. 1-00157, pubblicata nell’allegato B ai reso-conti della seduta del 30 luglio 2013, deveintendersi sottoscritta anche dai deputati:Garavini, Quartapelle Procopio e, conte-stualmente con il consenso degli altri sot-toscrittori, l’ordine delle firme deve inten-dersi così modificato: « Di Lello, Garavini,Scotto, Locatelli, Mogherini, Ragosta, Mi-gliore, Del Basso De Caro, Di Gioia, Pa-storelli, Boccadutri, Franco Bordo, Lava-gno, Melilla, Nicchi, Paglia, Piazzoni, Qua-ranta, Ricciatti, Pilozzi, Giancarlo Gior-dano, Di Salvo, Kronbichler, Manciulli,Amendola, Paolucci, Quartapelle Proco-pio ».

Apposizione di firmead interrogazioni.

L’interrogazione a risposta scrittaFiano e altri n. 4-03158, pubblicata nel-l’allegato B della seduta del 16 gennaio2014, deve intendersi sottoscritta anchedai deputati: Roberta Agostini, Incerti,Miotto, Carnevali, Baruffi.

L’interrogazione a risposta scrittaMiotto n. 4-03421, pubblicata nell’allegatoB ai resoconti della seduta del 3 febbraio2014, deve intendersi sottoscritta anche

dai deputati: Lenzi, Patriarca, Amato, Scu-vera, D’Incecco, Capone, Bellanova, Casati,Cenni.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato dell’in-terrogazione a risposta scritta Miotto n. 4-03421, già pubblicata nell’allegato B ai re-soconti della seduta n. 165 del 3 febbraio2014.

MIOTTO, LENZI, AMATO, SCUVERA,D’INCECCO, CAPONE, BELLANOVA, CA-SATI e CENNI. — Al Ministro delle poli-tiche agricole alimentari e forestali, al Mi-nistro della salute. — Per sapere – pre-messo che:

il Ministero delle politiche agricolealimentari e forestali con proprio decretoin data 10 dicembre 2013 ha istituito iltavolo tecnico del settore piante officinalial quale partecipa il Ministero della salute,con lo scopo di valutare il piano triennaledel settore piante officinali, presentato alcostituendo tavolo in data 16 luglio 2013;

il piano di settore triennale dellepiante officinali in realtà prescinde dallalegge n. 99 del 1931 « disciplina della col-tivazione, raccolta e commercio dellepiante officinali », e dal regolamento diapplicazione, e non può essere buon mo-tivo la evidente obsolescenza della norma,che opportunamente può e deve essereaggiornata, come risulta confermato dallapresentazione di proposte di legge sia alSenato che alla Camera dei deputati – conatto 1961 – nonché dalle numerose leggiregionali che nel frattempo si sono suc-cedute;

nel piano compare un unico cennoall’erborista – al capitolo n. 6 – marisulta evidente, nel complesso del docu-mento, il tentativo di rimuovere il vincolodelle competenze specifiche derivanti daun adeguato percorso formativo che orapuò essere identificato nella laurea inscienze e tecniche erboristiche, a vantaggio

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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di una sorta di liberalizzazione nella col-tivazione, trasformazione e commerciodelle piante officinali, attività che erronea-mente verrebbero considerate come gene-rica pratica agricola;

eppure fra le azioni per affrontare lecriticità del sistema, individuate dal pre-detto documento, compare l’esigenza diinvestire sulla qualità e l’erborista puòrappresentare un fattore decisivo per qua-lificare l’intera filiera del sistema, fermorestando che un disconoscimento dellafigura dell’erborista sarebbe sicuramentenegativo anche per le aziende di coltiva-zione, indirizzando, in un certo senso laproduzione su una minore quantità dispecie con sicure ricadute negative anchesulla qualità delle materie prime vegetali.Invece, come afferma la bozza del piano disettore triennale, le piante officinali costi-tuiscono una categoria ampia di speciebotaniche, non classificabili nelle classichecategorie agronomiche per via della loropeculiarità, che le rende una classe dipiante trasversali dal punto di vista bota-nico, agronomico ed ecologico che si ca-ratterizzano per una molteplicità di desti-nazioni;

proprio sulla base di questi presup-posti quando si parla di piante officinaliper uso erboristico, alimentare, farmaceu-tico, cosmetico, l’assistenza della figuraprofessionale dell’erborista nella coltiva-zione e prima trasformazione è essenzialeper arrivare ad un prodotto di buonaqualità e sicuro per il consumatore, ingrado di competere con il prodotto im-portato;

in particolare le implicazioni di ca-rattere sanitario per le ovvie ricadute sullasalute dei cittadini, rivestono un ruoloimportante nel documento, in particolareal capitolo 5, e quindi appare contraddit-torio prescindere da una figura professio-nale che di fatto svolge un lavoro capillaredi educazione sanitaria, di informazionesulle piante medicinali e sull’uso dellestesse e una consulenza all’automedica-zione responsabile con le piante officinali.Un lavoro sicuramente importante per la

salute della popolazione che si trova sem-pre più in balìa di stimoli, suggestioni emessaggi pubblicitari a volte fuorvianti eche necessita di un orientamento qualifi-cato e professionale –:

se il Ministro interrogato non ritengadi dover considerare con attenzione leosservazioni che gli erboristi italianihanno proposto;

se non ritenga di dover considerarecon attenzione la circostanza che un do-cumento importante come il piano disettore delle piante officinali non possaprescindere dal rispetto della normativavigente ed in particolare della legge n. 99del 1931 a tutela anche della salute deicittadini. (4-03421)

Ritiro di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritiratodal presentatore: interrogazione a rispostain Commissione Prodani n. 5-02050 del 3febbraio 2014.

Trasformazione di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato cosìtrasformato su richiesta del presentatore:interrogazione a risposta orale Cimbro ealtri n. 3-00600 del 31 gennaio 2014 ininterrogazione a risposta scrittan. 4-03511.

ERRATA CORRIGE

Interpellanza urgente Brunetta n. 2-00400 pubblicata nell’allegato B ai reso-conti della Seduta n. 166 del 4 febbraio2014. Alla pagina 9419, prima colonna,dalla riga quarantaduesima alla riga qua-rantatreesima, deve leggersi: « cui all’arti-colo 2, comma 11, del decreto legge 31agosto 2013, n. 101, convertito, » e non« cui all’articolo 11, comma 2, del decretolegge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, »,come stampato.

Atti Parlamentari — 9606 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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INTERROGAZIONI PER LE QUALI E PERVENUTA

RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BARUFFI e RICHETTI. — Al Ministrodello sviluppo economico, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

la « Ceramiche Progres » è una dittadi produzione di piastrelle ceramicheavente il proprio stabilimento nel comunedi Serramazzoni, ai confini con Pavullo,nell’Appennino modenese;

l’azienda occupa attualmente unacinquantina di addetti, prevalentementeresidenti nella zona, e risulta quindi per ilterritorio montano una realtà produttivasignificativa anche per dimensioni;

la ditta, sebbene già toccata neglianni scorsi dalla crisi economica, tanto daavere adottato la misura della cassa inte-grazione ordinaria, costituisce ancoraun’importante risorsa economica per lamontagna modenese e resta un presidiocontro lo spopolamento del territorio ap-penninico;

sebbene non fossero sconosciute ledifficoltà economiche dell’impresa, nonera stata rappresentata alcuna emergenzasignificativa alle istituzioni locali nei mesie nelle settimane passate;

l’8 novembre 2013 la proprietà, inmodo del tutto inaspettato e dirompente,ha comunicato ai lavoratori la volontà dimettere in liquidazione la società;

una simile eventualità rappresente-rebbe un colpo fortissimo non solo per ledecine di lavoratori coinvolti, ma per le

loro famiglie e l’intera comunità coinvolta,stante la specificità del tessuto socioeco-nomico dell’appennino modenese;

l’immediata messa in liquidazione va-nificherebbe qualsiasi possibilità di rilan-cio di quella realtà produttiva, vanificandoal tempo stesso ogni tentativo, anche daparte dei sindacati e della amministrazionilocali, di trovare una soluzione condivisaalla crisi aziendale stessa;

appare quindi indispensabile agire infretta per evitare il depauperamento delterritorio e del suo tessuto economico, esoprattutto il precipitare della situazioneper i lavoratori coinvolti e le rispettivefamiglie;

occorre in via prioritaria ricercareuna soluzione che consenta il manteni-mento degli ammortizzatori sociali per gliaddetti coinvolti in attesa di un auspicabilerilancio dell’impresa che passi, eventual-mente, anche attraverso un cambio dellaproprietà –:

se siano a conoscenza dei fatti ripor-tati e dispongano di ulteriori informazioniin merito;

se non ritengano necessario assumereogni utile iniziativa, di concerto con leamministrazioni locali coinvolte e con laregione Emilia Romagna, affinché possaessere salvaguardata questa realtà produt-tiva così significativa per il territorio in-teressato;

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

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quali strumenti di protezione socialeintendano predisporre, d’intesa con gli entilocali e la regione, al fine di accompagnarei lavoratori coinvolti verso un auspicabilerilancio dell’azienda e, in ogni caso, affin-ché sia tutelata la capacità reddituale deilavoratori. (4-03006)

RISPOSTA. — Per quanto concerne ilcomparto delle piastrelle di ceramica pro-dotte in Italia, di cui chiedono gli interro-ganti, in tale settore si registrano segnali dirallentamento nell’economia europea, do-vuti all’aggravamento della congiunturaimmobiliare italiana con la conseguentegrave perdita di posti di lavoro e notevolidifficoltà nel tessuto socio economico dellezone del distretto in cui insistono.

La suddetta crisi ha coinvolto la ditta« Ceramiche Progres » avente il proprio sta-bilimento nel comune di Serramazzoni,nell’Appennino modenese che, come speci-ficato anche dagli interroganti, costituisceun’importante risorsa economica per lazona del modenese.

Al riguardo il Ministero del lavoro edelle politiche sociali ha comunicato che lasocietà usufruisce della cassa integrazioneordinaria dall’anno 2008 fino all’anno2012; peraltro, attualmente la ditta risultadal settembre 2012 essere in concordatopreventivo ed attualmente in fase di liqui-dazione.

Nella nuova situazione in cui si trova lasocietà, i lavoratori potranno fruire degliammortizzatori generali previsti come dalegge. Sarà cura dei Ministeri competentiverificare con gli organi della procedura lasituazione concretamente esistente.

Il Ministero dello sviluppo economicoconsapevole dell’importanza del settore ce-ramico, assicura il proprio impegno a con-tinuare nella individuazione di obiettivi erisorse che concorrano ad attenuare e in-dirizzare su binari positivi la pesante si-tuazione in cui versano le imprese delsettore. A tal riguarda si ricordano gliincentivi alla ristrutturazione delle abita-zioni che, come dimostrano i recenti datistatistici, hanno indubbiamente apportatobenefici anche al settore della ceramicasanitaria oltre che delle piastrelle in cera-

mica. Su questa strada continuerà l’impe-gno.

Il Ministero dello sviluppo economico,infine, ha avviato contatti con le partiinteressate al fine di concordare un incon-tro che consenta di verificare la possibilitàdi riprendere la produzione anche con unanuova proprietà.

Il Sottosegretario di Stato per losviluppo economico: ClaudioDe Vincenti.

BOCCUZZI. — Al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

viene definito acufene quella sensa-zione uditiva un suono continuo, costante(ad esempio fischi, ronzii, e altro) perce-pito in un orecchio o in entrambi o nellatesta. Questa patologia non è semplice-mente un disturbo molto fastidioso, comesi usa spesso liquidarlo, ma una vera epropria malattia invalidante che affligge inItalia il 10 per cento della popolazionepriva di difetti uditivi;

vivere per mesi, anni, sentendo inin-terrottamente nelle orecchie e nella testarumori, anche multipli è un vero stillici-dio, che provoca uno stato invalidante dalpunto di vista dell’assetto psicologico edemozionale, del livello di attenzione econcentrazione, della vita di relazione. Sitratta di fattori che spesso portano ad unostato di forte depressione, a volte conrisvolti drammatici quali la morte persuicidio;

varie sono le classificazioni degli acu-feni proposte dagli studiosi nell’arco dimezzo secolo. Alcuni distinguono gli acu-feni in oggettivi e soggettivi. Gli acufenioggettivi sono molto rari e si presentanocome suoni che si generano all’interno delcorpo umano, come ad esempio quellioriginati da un flusso vascolare particolareo da contrazioni muscolari;

gli acufeni soggettivi sono i più co-muni e si individuano nei casi in cui ilsoggetto percepisce un suono che non èascoltabile dall’esterno e che può essere

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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provocato da farmaci, ma anche da alcool,caffeina e antidepressivi;

ad oggi i portatori in Italia sono oltrecinque milioni –:

quali iniziative intenda adottare peravviare studi e ricerche su questa patolo-gia un po’ dimenticata, ma che può colpiretutti indistintamente. (4-01671)

RISPOSTA. — L’acufene è un problemaotologico assai frequente. Studi condottinegli ultimi due lustri in Paesi europei,quali la Germania e il Regno Unito, hannodimostrato come, mediamente, circa il10-20 per cento della popolazione del no-stro continente abbia sofferto di acufenealmeno una volta nella vita. Per quantoriguarda l’Italia, a seguito di una serie distudi risulterebbe che nel nostro Paese visia una prevalenza di tale problema otolo-gico pari a circa il 15 per cento.

L’acufene consiste in sensazioni acusti-che endogene, sotto forma di fischi, ronzii,fruscii o altro, percepiti in una o in en-trambe le orecchie o nella testa. Tale di-sturbo può incidere sulla qualità della vitadi chi ne soffre soprattutto a livello psico-logico, arrivando, nei casi più gravi, acompromettere seriamente il benessere delpaziente. La ricerca clinica ha chiaramentedimostrato come, in una alta percentualedei casi, questo disturbo debba essere af-frontato mediante una strategia terapeuticadi cui la psicoterapia sia parte integrante.

Purtroppo, la causa dell’acufene non èchiara nella maggioranza dei casi.

Tuttavia, nuove tecniche e metodi diricerca, come le tecniche di « neuroima-ging », che permettono di osservare l’atti-vazione delle aree del cervello deputateall’elaborazione dei segnali acustici, sem-brano promettere importanti passi avantiper la comprensione dell’eziologia della pa-tologia in questione.

Al fine di valutare quali iniziative adot-tare per gestire i problemi sanitari legatiall’acufene e considerata la necessità disviluppare ulteriormente la ricerca mirataalla comprensione delle basi fisiopatologi-che del disturbo, occorre effettuare un at-tento studio dello stato dell’arte delle co-

noscenze di base e cliniche, ottenute tramitela revisione sistematica della letteraturadisponibile e l’esame delle scoperte scienti-fiche più recenti. Potranno anche esseremesse a disposizione della comunità scien-tifica le competenze esistenti presso l’istitutosuperiore di sanità, per promuovere laricerca e la conoscenza delle problematicherelative all’acufene presso Istituzioni, centridi ricerca e opinione pubblica.

Tali iniziative sono necessarie ai finidella valutazione dell’eventuale inserimentodell’acufene nei livelli essenziali di assi-stenza, ai sensi del decreto ministerialen. 329 del 1999 e successive modifiche,come malattia cronica invalidante. Occorreinfatti sviluppare una serie di approfondi-menti, legati, ad esempio, all’accertamentodel quadro nosologico non unicamente ba-sato sull’autovalutazione da parte del pa-ziente stesso.

Attualmente, non è possibile prevederel’inserimento dell’acufene tra le malattiecroniche ed invalidanti di cui al decretoministeriale n. 329 del 1999, poiché essonon costituisce una vera e propria malattia,ma è un sintomo con diversi livelli digravità, determinato da patologie vascolari(fistole del collo, tumori carotidei, aneuri-smi intracranici o meningei, patologie deigrossi vasi del collo) o, più frequentemente,associato a patologie audiologiche, vestibo-lari, neurologiche, autoimmuni, cerebrova-scolari, dismetaboliche ed ematologiche.

Inoltre, la condizione in questione nonsembra rispondere ai criteri di inclusioneprevisti dal decreto legislativo n. 124 del1998 (gravità, invalidità ed onerosità delrelativo trattamento) e sarebbe difficoltosal’individuazione delle prestazioni erogabiliin esenzione (appropriate per il monitorag-gio della patologia e la prevenzione diaggravamenti e complicanze).

Peraltro, si rammenta che i pazientiaffetti da acufene sono tutelati dal Serviziosanitario nazionale attraverso i livelli es-senziali di assistenza e che gran parte dellecondizioni che determinano l’acufene sonogià comprese tra le malattie previste daldecreto ministeriale 329 del 1999, per le

Atti Parlamentari — III — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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quali sussiste l’esenzione dalla partecipa-zione al costo delle relative prestazionispecialistiche.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

CARRESCIA. — Al Ministro della difesa.— Per sapere – premesso che:

a far data dal 20 aprile 2013 è statasoppressa la commissione medica ospeda-liera di Chieti con determina del Capo diStato Maggiore della difesa;

a seguito di detta determina il per-sonale delle varie forze armate della po-lizia, del Corpo forestale dello Stato, deivigili del fuoco, della Guardia di finanza,delle Marche, si trova oggi a doversi recarea Roma per tutte le pratiche medico legalie per gli esami medici necessari ed obbli-gatori ai fini della verifica dell’idoneità alservizio;

le motivazioni all’origine della deter-mina sopra citata stanno correttamentenella necessità di riduzione della spesa,ma nel caso specifico delle Marche, con-siderando i tempi di percorrenza e quindii tempi per i quali il personale non èdisponibile al servizio d’Istituto, conside-rando le spese di viaggio e di missione edil disagio cui il personale dovrà esserenecessariamente sottoposto, si rischia, inrealtà, di ottenere un « locale » incrementodelle spese senza benefici di rilievo, conpregiudizio di quei criteri di ottimizza-zione e mantenimento dei livelli presta-zionali che invece si riteneva di migliorare;

in quest’ottica la presenza ad Anconadi una struttura MM di selezione (MARI-CENSELES), già dotata di apparecchia-ture, laboratori e di adeguate competenzespecialistiche potrebbe rappresentare unasoluzione atta a ridurre le spese, i disagied i tempi necessari alle prestazioni sani-tarie. Tale struttura, stando a notizie ac-creditate, a partire dal mese di giugno2013, si doterà di una CMO utilizzabileperò dal solo personale MM, con esclu-sione degli appartenenti alle Forze armate;

poiché la sanità militare è già ope-rante in senso interforze sarebbe oppor-tuno, proprio nell’ottica di riduzione deicosti e di ottimizzazione nell’uso dellerisorse disponibili attivare una CMO « in-terforze » in detta sede, per altro già inessere per la selezione M.M., con l’utilizzodelle competenze specialistiche disponibililocalmente nelle altre F.A.;

attualmente il personale militare ri-sulta penalizzato da detta direttiva: ilpersonale civile operante negli enti militariviene infatti già avviato presso le compe-tenti commissioni del Ministero dell’eco-nomia e delle finanze, istituite su basealmeno regionale, a differenza del perso-nale militare che deve sobbarcarsi disagiconsiderevoli, come nello specifico casodelle Marche;

alla luce della normativa vigente nonappare elemento ostativo alla costituzionedella già richiamata CMO presso MARI-CENSELES ANCONA la determina soprarichiamata;

infatti, il Ministero dell’economia edelle finanze (decreto interministeriale del12 febbraio 2005 pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 44 del 23 febbraio 2004, for-mulato di concerto con i Ministeri dellagiustizia, dell’interno, della difesa e dellasalute, recante i criteri organizzativi perl’assegnazione delle domande agli organi-smi di accertamento sanitario di cui al-l’articolo 9 del decreto del Presidente dellaRepubblica 29 ottobre 2001, n. 461 (com-missioni mediche AASSLL e CMV), hainteso dare concreta attuazione alle normein materia di semplificazione dei procedi-menti per il riconoscimento della dipen-denza delle infermità da causa di servizioper la concessione delle pensioni privile-giate ordinarie e dell’equo indennizzo se-condo quanto previsto dall’articolo 6,comma 13, del decreto del Presidente dellaRepubblica n. 461 del 2001 pubblicatonella Gazzetta Ufficiale n. 5 del 7 gennaio2002. Tale complesso normativo, oltre adisciplinare le procedure per gli accerta-menti sanitari ai fini del riconoscimentodella dipendenza della causa di servizio,

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dell’attribuzione della pensione privilegiataordinaria, dell’equo indennizzo e di altriconseguenti benefici spettanti per infer-mità dipendente da causa di servizio, re-gola anche le procedure per l’accerta-mento dell’inidoneità e di altre forme diinabilità, non dipendenti da causa di ser-vizio, ai fini del cambio mansioni, delladispensa dal servizio e dell’eventuale con-seguimento di trattamenti pensionistici;

all’esame sostanziale del testo delprovvedimento, come già sopra esposto, sipuò individuare una diversa « attenzione »rivolta ai dipendenti civili ed al personalemilitare della Difesa laddove l’articolo 3del citato decreto prevede al primo commauna dicotomia sostanziale di trattamentotra « personale civile e militare pur ap-partenente, come nel caso degli enti peri-ferici, alla stessa sede di servizio; vi è unambito territoriale « provinciale » per ilpersonale civile e un ambito almeno « re-gionale » o addirittura più vasto, come nelcaso specifico delle Marche per il perso-nale militare;

per quanto precedentemente espostoe tenuto conto della legislazione esistentein materia la presenza di ufficiali medicieffettivi a MARIDIPART ANCONA, CME« MARCHE » di Ancona, regione carabi-nieri Marche, questura di Ancona e re-gione Guardia di finanza di Ancona rendepossibile la composizione di una commis-sione medica « interforze » ai sensi dell’ar-ticolo 6, comma 2 del decreto del Presi-dente della Repubblica 9 ottobre 2001,n. 461, presso MARICENSELES Ancona;

tale Commissione, opportunamentestrutturata con il personale specifico inforza agli enti afferenti, potrebbe util-mente adempiere i compiti sopra richia-mati per le commissioni mediche. In taleottica una siffatta commissione « inter-forze » insediata presso i locali dell’exinfermeria autonoma M.M. (ora MARI-CENSELES) eviterebbe lunghi tragitti e icosti, sia diretti in termini di spese diviaggio/missione sia indiretti come la man-canza di, disponibilità temporale del per-sonale dipendente in missione presso la

« lontana » commissione medica ospeda-liera di Roma; nel contempo permette-rebbe di sanare la diversità di « tratta-mento logistico » – con il personale civile,che come è noto e per le norme soprarichiamate, si avvale delle strutture sani-tarie più vicine, quali ad esempio la com-missione medica di verifica del Ministerodell’economia e delle finanze di Ancona;

tale commissione « interforze », unavolta attivata, nello spirito del decreto delPresidente della Repubblica n. 461 del 29ottobre 2001, produrrà certamente la ri-duzione sostanziale dei tempi tecnici diesame dell’istanza/visita medica risolvendonel contempo sia i disagi « logistici » che leproblematiche medico-legali per il perso-nale della Marina Militare, Esercito, Ae-ronautica, Carabinieri, Polizia di stato,Corpo Forestale, vigili del fuoco delle pro-vince della regione Marche ed eventual-mente delle province confinanti, quali Ri-mini, Forlì-Cesena e Perugia –:

se sia a conoscenza del problemasopra esposto;

se e in che tempi intenda adottareiniziative che permettano di attivare unacommissione medica ospedaliera « inter-forze » presso MARICENSELES di Anconafruibile dal personale delle varie forzeARMATE, della polizia, del Corpo fore-stale dello Stato, dei vigili del fuoco, dellaGuardia di finanza dell’intera regioneMarche ed eventualmente delle provinceconfinanti, quali Rimini, Forlì-Cesena ePerugia. (4-00452)

RISPOSTA. — La questione sollevata conl’interrogazione in esame rientra nel piùampio quadro del processo di ristruttura-zione e snellimento dell’organizzazione mi-litare, caratterizzato da vari provvedimentidi soppressione, accorpamento e riorganiz-zazione delle strutture, avviato da alcunianni e tuttora in divenire, in attuazione diuna serie di atti normativi, tesi a megliomodulare le Forze armate alle nuove esi-genze.

Tale processo in chiave riduttiva, nonsuscettibile di comportare nuovi o maggiori

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oneri per il bilancio dello Stato, è volto adottimizzare tutte le componenti delle Forzearmate, ossia quelle di vertice, dell’areaoperativa-logistica, dell’organizzazione terri-toriale e della formazione.

In sostanza, s’intende perseguire solu-zioni tese ad ottenere un migliore rapportocosto/efficacia, attraverso la soppressione distrutture ormai non più funzionali, nonchéla ridefinizione delle funzioni di comandi/enti e il loro accorpamento, per quantopossibile, in chiave interforze e, comunque,di non sovrapponibilità funzionale e terri-toriale.

Nell’ambito della più ampia revisionedello strumento militare, il riordino dellasanità militare – già avviato nel corso del2012 attraverso una profonda opera direvisione della sua organizzazione per au-mentare l’efficienza delle strutture in rela-zione alla riduzione delle risorse disponibili– riveste particolare importanza, trattan-dosi di un settore strategico ad alta valenzaoperativa per l’assolvimento delle missioniinternazionali.

Tale riordino si è concretizzato sia nel-l’attribuzione al Capo di Stato maggioredifesa della direzione, coordinamento delleattività e dei servizi sanitari militari, dellaformazione del relativo personale (decretodel Presidente della Repubblica 15 dicembre2010, n. 270), sia in una riorganizzazionein senso riduttivo delle strutture sanitarie,sia attraverso la loro razionalizzazione insenso interforze per aumentarne l’efficienzae il rapporto costo/efficacia.

Sulla base delle specifiche esigenze,emerse nel corso di specifici studi e diriunioni con i vertici delle Forze armate/Arma dei carabinieri, sono stati individuatii provvedimenti e/o gli obiettivi da perse-guire.

In particolare, l’area della medicina le-gale è stata interessata da un consistenteridimensionamento con la riduzione da 13a 7 dei dipartimenti militari di medicinalegale.

Con specifico riferimento al diparti-mento militare di medicina legale di Chieti,com’è consuetudine della difesa nell’affron-tare le delicate tematiche connesse allariorganizzazione delle proprie strutture or-

dinative, anche la questione relativa allasua soppressione è stata oggetto di oppor-tuna valutazione, con l’obiettivo di contem-perare le aspettative del personale interes-sato con quelle istituzionali.

Quanto all’opportunità di « attivare unacommissione medica ospedaliera... pressoMARICENSELES di Ancona », devo osser-vare che sulla base degli elementi informa-tivi acquisiti dal competente ispettoratogenerale della sanità militare, non si rav-visano i presupposti né sono emersi ele-menti di criticità che giustifichino la costi-tuzione di una commissione medico ospe-daliera ovvero di un’ulteriore struttura sa-nitaria militare interforze presso il centroselezione della Marina militare di Ancona.

Ciò, anche in considerazione di quantoesposto in premessa, nonché alla luce deivigenti vincoli in materia di « spendingreview ».

Il Ministro della difesa: MarioMauro.

CHIMIENTI, MANLIO DI STEFANO,GRANDE, SPADONI, TACCONI, SIBILIA,PAOLO BERNINI, ALBERTI, DI BATTI-STA, SCAGLIUSI e DEL GROSSO. — AlMinistro degli affari esteri. — Per sapere –premesso che:

il 21 febbraio 2012 le tre cantantirusse del gruppo punk « Pussy Riot »,Yekaterina Samutsevich, Maria Alyokhinae Nadezhda Tolokonnikova, hanno im-provvisato sul sagrato della cattedrale delCristo Salvatore di Mosca una performancemusicale intitolata « Oh Madonna, liberacida Putin » per protestare contro il regimedel presidente della Federazione RussaVladimir Putin;

un mese dopo la performance le treragazze sono state arrestate e accusate delreato di « teppismo e vilipendio dei luoghisacri »;

il 17 agosto 2012, al termine delprocesso, le tre ragazze sono state dichia-rate da un tribunale di Mosca colpevoli di

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« vandalismo per motivi di odio religioso »e condannate a due anni di carcere senzacondizionale;

due di loro, Nadezhda « Nadya » To-lokonnikova e Maria « Masha » Alekhina,stanno scontando le condanne a due annidi reclusione in colonie penali, mentre lacondanna di Ekaterina Samutsevich, chedal 10 ottobre si trova in libertà vigilata,è stata sospesa in appello;

il caso delle Pussy Riot ha scatenatoun coro unanime di reazioni internazio-nali e da molti è stato interpretato comel’ennesimo esempio di violazione di dirittifondamentali quali la libertà di informa-zione, di dissenso e di parola, da parte delGoverno russo;

il 24 luglio 2013 un tribunale russoha respinto l’appello di Maria Alekhina, 25anni, madre di un bambino piccolo, controla decisione della corte di grado inferioredi negarle la scarcerazione prima del ter-mine fissato dalla condanna;

nel mese di agosto 2013 NadezhdaTolokonnikova, che scontava la sua penanella colonia penale n. 14 del paese diParts, è stata trasferita nel campo dilavoro di Nizhnii Novgorod e in una let-tera aperta diffusa il 23 settembre hadenunciato il trattamento disumano inflit-tole nel campo di lavoro, reso ancora piùinsostenibile a seguito della denuncia daparte del suo legale alla procura generalecontro le condizioni di vita nella colonia,dichiarando quanto segue: « Il tenente-colonnello Kuprianov, vicedirettore delcampo, ha immediatamente introdottocondizioni insostenibili nel campo: perqui-sizioni a ripetizione, rapporti su tutte lepersone in relazione con me, confisca deivestiti caldi e minaccia di confiscare purele calzature calde. Al lavoro si sono ven-dicati dandomi lavori di cucito particolar-mente complessi, aumentando le quote diproduzione e provocando imperfezioni ar-tificiali. La capa della brigata vicina allamia, braccio destro del tenente-colonnelloKuprianov, spingeva apertamente le dete-nute a strappare la produzione sotto lamia responsabilità nel laboratorio, affin-

ché fossi spedita in cella per “degrado dibeni pubblici”. La stessa ha ordinato adelle detenute della sua unità di provo-carmi a una rissa (...) »;

nella stessa lettera aperta, NadezhdaTolokonnikova ha reso noto di aver intra-preso uno sciopero della fame in segno diprotesta per il trattamento ricevuto nellacolonia penale, tra cui l’obbligo di lavoriforzati in « un modo che ricorda la schia-vitù » e le minacce di morte ricevute da undirigente del campo di lavoro e da altredetenute;

il 2 ottobre 2013 Amnesty Interna-tional ha lanciato un appello al procura-tore generale, chiedendo che MariaAlekhina e Nadezhda Tolokonnikova ven-gano rilasciate immediatamente e senzacondizioni, con la garanzia che durante laloro permanenza in carcere non venganomaltrattate dal personale carcerario o daidetenuti, che siano loro assicurati regolaricontatti con le loro famiglie e i legali, e chele autorità russe si adoperino per rispet-tare e sostenere il diritto alla libertà diespressione nella Federazione russa, rime-diando immediatamente al trattamento in-giusto nei confronti di queste giovanidonne;

dopo il ricovero ospedaliero subìto aseguito della prima settimana di sciopero,Nadezhda è tornata in carcere il 18 otto-bre, iniziando un secondo sciopero dellafame, e successivamente, il 21 ottobre, èstata trasferita in un altro carcere, rimastosconosciuto anche ai famigliari fino al 12novembre;

il 13 novembre 2013 l’amministra-zione penitenziaria russa ha confermatoche Nadia Tolokonnikova si trova « inquarantena in un carcere del territorio diKrasnoyarsk, nel nord della Siberia » e ilresponsabile della Ong per i diritti umanidella Russia, Vladimir Lukin, ha dichia-rato all’agenzia Interfax che « al momentola donna si trova in infermeria nel peni-tenziario del territorio di Krasnoyarsk.Non appena la quarantena sarà terminata,i legali e i familiari di Nadia Tolokon-nikova saranno informati, nel giro di due

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o tre giorni, su dove si trova », spiegandoinfine di « aver dovuto chiedere notiziesulla Tolokonnikova alla sede centrale delServizio penitenziario russo, dato che l’uf-ficio di Krasnoyarsk continuava a smentireche la donna si trovasse in un carceredella zona » –:

se non ritenga necessario accertarsidelle condizioni detentive di NadezhdaTolokonnikova e dei motivi che l’hannocostretta in quarantena;

se non intenda manifestare pubbli-camente e nelle sedi opportune il propriodissenso nei confronti del trattamento ri-servato alle prigioniere;

se non ritenga opportuno esercitareiniziative affinché la Corte europea deidiritti umani intervenga in favore di que-ste donne, definite « prigioniere di co-scienza »;

se non intenda adoperarsi, perquanto di sua competenza, per la scarce-razione delle due ragazze. (4-02671)

RISPOSTA. — Nell’ambito di una strategiacomplessiva di azione esterna che considerala tutela dei diritti umani come parteintegrante e fondamentale della politicaestera, sia nei rapporti bilaterali, sia nelcontesto delle azioni intraprese in sedeeuropea, il Ministero degli affari esteri haseguito costantemente gli sviluppi della vi-cenda che ha coinvolto le componenti delgruppo musicale punk « Pussy Riot » MariaAlyokhina, Nadezhda Tolokonnikova edEkaterina Samutsevich. Da parte italiana siè colta ogni utile occasione di dialogobilaterale per rinnovare con fermezza l’au-spicio che la vicenda fosse trattata nelrispetto dell’autonomia della magistraturarussa e dei principi fondanti dello stato didiritto e che venissero assicurate alle trecittadine russe adeguate condizioni carce-rarie. Da ultimo, in occasione del verticeintergovernativo di Trieste (26 novembre2013), si è fatto specifico riferimento allavicenda delle « Pussy Riot », attirando l’at-tenzione delle massime autorità russe sul-l’evidente mancanza di proporzione tracolpa e pena, reiterando l’auspicio per un

rapido e positivo esito della questione. An-che in sede UE, l’Italia ha insistito perchéil tema del rispetto dei diritti civili, conparticolare riguardo alla libertà d’espres-sione, costituisse un elemento caratteriz-zante del dialogo sui diritti umani con laRussia ed in tale contesto, abbiamo otte-nuto che il caso delle cittadine russe Alyo-khina, Tolokonnikova e Samutsevich fossesempre citato tra quelli più problematici.

Anche grazie alle nostre ininterrottepressioni, le autorità russe, venendo incon-tro alle aspettative della comunità interna-zionale e nel quadro di una più ampiaamnistia decisa all’unanimità dalla Dumadi Stato e promulgata con legge nazionaleil 18 dicembre 2013, hanno disposto lascarcerazione di Maria Alyokhina e di Na-dezhda Tolokonnikova. La terza compo-nente del gruppo, Ekaterina Samutsevich,già scarcerata il 10 ottobre 2012. ha otte-nuto la libertà vigilata.

Il Viceministro degli affariesteri: Marta Dassù.

CIRIELLI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

in una situazione di crisi del mercatoimmobiliare, che negli ultimi anni ha in-vestito il nostro Paese, la città di Roma staregistrando una vera e propria emergenzaabitativa;

a tale già preoccupante situazione siaggiungono le dismissioni del patrimonioimmobiliare di numerosi enti, previden-ziali e, in particolare, quella della Cassaragionieri e periti commerciali, nata nel1963 come ente di diritto pubblico, costi-tuito per garantire trattamenti di previ-denza e assistenza agli iscritti e ai lorosuperstiti;

in particolare, come si legge nellastessa relazione sulla gestione del bilancio2011 della Cassa, l’iter di dismissione sa-rebbe stato avviato con l’apporto dellamaggior parte del patrimonio immobiliare

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al fondo Scoiattolo, costituito e gestitodalla BNP Paribas REIM Italy SGR p.A.;

da notizie riportate da organi distampa locali e nazionali, la Cassa avrebbeintenzione di dismettere il suo patrimonio,in forme che non sembrano conformi alladisciplina normativa che regola la dismis-sione degli immobili degli enti pubblici;

gli attuali inquilini degli immobiliavrebbero, infatti, ricevuto dalla BNP Pa-ribas una proposta irrevocabile di acqui-sto, relativa agli appartamenti dagli stessicondotti in locazione;

tale procedura secondo l’interroganteviola in primo luogo la legge del 7 agosto2012, laddove non riconosce il diritto diprelazione ai conduttori, diritto che sus-siste in capo agli inquilini di tutti gli entiprivatizzati, esclusa unicamentel’ENASARCO a seguito della legge n. 228del 2012;

la suindicata norma al comma 11-bisdell’articolo 3 prevede, a riguardo, che « inconsiderazione delle particolari condizionidel mercato immobiliare e delle difficoltàdi accesso al credito, al fine di agevolaree semplificare le dismissioni immobiliarida parte degli enti previdenziali inseritinel conto economico consolidato dellapubblica amministrazione, come indivi-duati dall’ISTAT ai sensi dell’articolo 1,comma 3, della legge 31 dicembre 2009,n. 196, il termine per l’esercizio da partedei conduttori del diritto di prelazionesull’acquisto di abitazioni oggetto dellepredette procedure non può essere infe-riore a centoventi giorni a decorrere dallaricezione dell’invito dell’ente »;

tale disposizione interviene anzituttoa chiarire la sussistenza del diritto diprelazione in capo agli inquilini di tutti glienti previdenziali individuati dall’elencoISTAT e conferma la natura pubblica deisuddetti enti, poiché regolandone la di-smissione immobiliare, realizza un’inge-renza nelle modalità di gestione del loropatrimonio che, qualora si trattasse disoggetti privati, non sarebbe consentita daiprincìpi della Costituzione;

la Cassa non potrebbe agire qualesoggetto di diritto privato, gestendo il pro-prio patrimonio liberamente, bensì do-vrebbe ottemperare alle norme statuiteper gli enti pubblici e, di conseguenza,seguire le relative procedure di dismis-sione;

non da ultimo tale dimissione nonpuò sottrarsi all’applicazione del com-plesso normativo relativo alla dismissionedegli immobili degli enti pubblici soltantoperché è ricorsa all’utilizzo dello stru-mento dei fondi per attuare l’alienazionedel suo patrimonio immobiliare;

l’istituzione di un fondo comune diinvestimento non comporta, infatti, lacreazione di un soggetto giuridico auto-nomo, ma di un mero patrimonio sepa-rato, per cui la Cassa non può esimersidall’essere ancora considerata proprietariadegli immobili;

a ciò si aggiunga il fatto che laproposta di compravendita indicherebbeun prezzo di vendita notevolmente elevatorispetto al valore di mercato, che nonterrebbe affatto conto né delle condizioniattuali in cui versano gli immobili, né dellatotale assenza di manutenzione ordinariamai effettuata in tutti questi anni, né delfatto che si tratta di immobili realizzati inambito di edilizia popolare;

tale comportamento costituisce unserio ostacolo all’acquisto degli immobiliper tutti gli inquilini, data l’elevata con-sistenza degli stessi valori e tenuto ancheconto dell’attuale situazione di crisi eco-nomica generale;

è interesse della maggioranza degliinquilini pervenire, con tempistiche brevi,all’acquisto della propria abitazione a con-dizioni economiche ragionevoli, simil-mente a quanto è accaduto negli anniscorsi per migliaia di famiglie in affittopresso enti previdenziali pubblici e privati;

il quadro delineato desta non pochepreoccupazioni, soprattutto quando è ingioco la possibilità per molte famiglie diacquistare la casa che già abitano, obiet-

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tivo che ha da sempre condizionato sceltedi vita e di investimento di interi nucleifamiliari –:

se i Ministri siano a conoscenza deifatti esposti in premessa e quali iniziativeintendano adottare per garantire l’appli-cazione della disciplina normativa che re-gola la dismissione degli immobili deglienti pubblici, anche al fine di risolverel’emergenza abitativa legata alla gestionedei patrimoni immobiliari da parte deglienti previdenziali privatizzati, un feno-meno che si sta allargando a macchiad’olio sul territorio della Capitale.

(4-00584)

RISPOSTA. — In via preliminare occorreconsiderare che le questioni poste dall’in-terrogante non sono tutte riconducibili allecompetenze che il Ministero del lavoro edelle politiche sociali può esercitare nel-l’ambito della sua attività di vigilanza suglienti gestori della previdenza obbligatoriaprivata finalizzata alle garanzie di sosteni-bilità di lungo periodo del sistema previ-denziale, a tutela dei professionisti iscritti.

In merito al quadro normativo relativoalle procedure di dismissione immobiliareche interessano gli enti previdenziali tra-sformati in associazioni o fondazioni senzascopo di lucro ai sensi del decreto legisla-tivo 30 giugno 1994, n. 509 (attuazionedella delega conferita dall’articolo1, comma 32, della legge 24 dicembre1993, n. 537, in materia di trasformazionein persone giuridiche private di enti gestoridi forme obbligatorie di previdenza e assi-stenza), occorre rilevare che alcuni enti diprevidenza sono stati trasformati in personegiuridiche di diritto privato, determinandocosì, in via di principio, l’inapplicabilità neiloro confronti, stante la disposizione diinterpretazione autentica di cui all’articolo1, comma 38, della legge 23 agosto 2004,n. 243 (norme in materia pensionistica edeleghe al Governo nel settore della previ-denza pubblica, per il sostegno alla previ-denza complementare e all’occupazione sta-bile e per il riordino degli enti di previdenzaed assistenza obbligatoria), della normativarelativa alla dismissione del patrimonio

immobiliare degli enti pubblici (decretolegislativo 16 febbraio 1996, n. 104) e dellespeciali procedure di vendita previste per leoperazioni di dismissione del patrimonioimmobiliare.

Tuttavia, nel corso degli anni si è ma-nifestata, in modo evidente, l’oggettiva dif-ficoltà sistematica nel conciliare diverseesigenze che inseriscono da un lato, ilcarattere comunque privato degli enti pre-videnziali di cui al decreto legislativon. 509 del 1994 con ciò che ne consegue intermini di autonomia anche nella gestionedel patrimonio e, dall’altro, il fatto che talienti operano nell’ambito di un settore estre-mamente sensibile – quello della tutelaprevidenziale di base, intesa quale beneprimario ed intangibile, sì da giustificare lafissazione di regole e controlli di fontepubblica diversi e più incisivi rispetto aquelli che sarebbero ordinariamente giusti-ficabili nei confronti di soggetti di naturacomunque privatistica.

È altresì opportuno ricordare che iprincipi, ma anche le singole disposizioni,del decreto legislativo n. 509 del 1994 nonhanno subito fino ad oggi alcuna modificae sono tuttora pienamente operanti, nono-stante nel tempo si siano moltiplicate lespinte del legislatore ad incrementare ilcomplesso dei vincoli finanziari e ammini-strativi imposti alle gestioni, attraendo nel-l’orbita della finanza pubblica anche lecasse private di previdenza, sulla scortadella loro inclusione nell’elenco ISTAT, diindividuazione delle amministrazioni pub-bliche.

D’altra parte va anche considerato che,se taluni interventi hanno reso poco distin-guibile la linea di demarcazione tra auto-nomia privata e interesse pubblico, deveanche sottolinearsi come alcune iniziativehanno invece contribuito a rafforzare pro-prio l’autonomia originariamente ricono-sciuta agli enti previdenziali privatizzati,salvaguardando gli equilibri delle gestioniin funzione dell’autosostenibilità di lungoperiodo, ad ulteriore garanzia degli assicu-rati nella effettività e ottimizzazione delproprio bagaglio contributivo, una voltamaturati i requisiti pensionistici.

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In definitiva, pur dandosi atto di im-portanti spinte normative nel senso delrafforzamento dei controlli pubblicisticisull’attività degli enti, non può affermarsiallo stato l’esistenza di un orientamentolegislativo volto ad affermare la naturapienamente pubblicistica di talenti.

Al fine di individuare una disciplinauniforme in materia di gestione del patri-monio immobiliare, nel corso della passatalegislatura è stato istituito presso la dire-zione generale per le politiche previdenzialie assicurative di questo Ministero un tavolotecnico interistituzionale al quale hannopartecipato i rappresentanti del Ministerodell’economia e delle finanze – Diparti-mento del tesoro e degli enti previdenzialipubblici. I lavori del suddetto tavolo inte-ristituzionale si sono conclusi con la ela-borazione di alcune ipotesi normative voltea razionalizzare e semplificare le proceduredi dismissione del patrimonio immobiliare.

Con l’avvio della nuova legislatura, irisultati di tale lavoro possono certamenterappresentare un’utile base sulla quale av-viare un confronto tra tutti i soggetti in-teressati, nella prospettiva di individuare unpercorso condiviso che, nel rispetto delquadro normativo vigente, possa dare de-finitiva soluzione alle questioni sollevatedall’interrogante.

Tuttavia appaiono fin da ora poco per-corribili interventi non adeguatamente pon-derati, volti a modificare i rapporti con-trattuali in atto tra inquilini ed enti pre-videnziali laddove, ad esempio, siano stateaccertate ipotesi di morosità.

Del resto, occorre sottolineare che lecasse privatizzate, nel quadro normativodelineato dai decreti legislativi n. 509 del1994 e n. 104 del 1996, in materia digestione e disposizione del proprio patri-monio immobiliare, hanno piena autono-mia gestionale da esercitarsi al fine delraggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario e del contenimento del rischiodella gestione del proprio attivo nell’otticadi assicurare tutela agli interessi previden-ziali ed assistenziali degli iscritti alle cassestesse e, quindi, del perseguimento dellafunzione pubblica ad esse affidata dall’ar-ticolo 38 della Costituzione.

Anche la recente sentenza del Consigliodi Stato n. 6014 del 2012 sostanzialmenteha ribadito un principio già consolidatonell’ordinamento, laddove ha affermato che« la trasformazione operata dal decreto le-gislativo n. 509 del 1994 ha lasciato,quindi, immutato il carattere pubblicisticodell’attività istituzionale del carattere pub-blicistico dell’attività istituzionale di previ-denza e assistenza svolta dagli Enti inesame, che conservano una funzione stret-tamente correlata all’interesse pubblico, co-stituendo la privatizzazione un’innovazionedi carattere essenzialmente organizzativo.

Con riferimento più specifico alle que-stioni sollevate dall’interrogante in meritoalla cassa ragionieri e periti commerciali(CNPR), si precisa, quanto all’affidamentodell’incarico a Reag Tekna srl, società su-bentrata alla Previra immobiliare, che lamedesima cassa ha dichiarato che i servizidi property e di facility management delpatrimonio immobiliare dell’associazionesono stati affidati a Reag Tekna srl aseguito di procedura negoziata esperita aisensi dell’articolo 57, comma 2, lettera c)del decreto legislativo n. 163 del 2006, nelrispetto degli obblighi di pubblicità e diinformazione previsti dal medesimo decreto.

Inoltre l’articolo 3, comma 11-bis, deldecreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (Dispo-sizioni, urgenti per la revisione della spesapubblica con invarianza dei servizi ai cit-tadini nonché misure di rafforzamento pa-trimoniale delle imprese del settore banca-rio) convertito, con modificazioni, dallalegge 7 agosto 2012, n. 135, nel fissare untermine (120 giorni a decorrere dalla rice-zione dell’invito dell’ente all’acquisto dellaproprietà) per l’esercizio, da parte dei con-duttori, del diritto di prelazione, particolaree diverso rispetto al termine ordinario, nonha attribuito alcun diritto di prelazione. Inaltri termini la norma ha semplicementefissato un termine per l’esercizio del dirittodi prelazione a chi gode di un tale diritto.

Tuttavia, i conduttori degli immobili –rappresenta la CNPR – già di proprietàdella cassa ragionieri non possono vantareun diritto di prelazione, dal momento cheesso deve essere attribuito da un contrattoo da una legge.

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Ad ogni modo, per confermare l’interessedel Governo alle importanti tematiche se-gnalate, si ritiene di richiamare il contenutodi alcuni impegni recentemente assunti dalGoverno a seguito dell’approvazione di ta-lune mozioni inerenti, appunto, la dismis-sione del patrimonio immobiliare degli entiprevidenziali pubblici e privatizzati.

In particolare, con specifico riferimentoal patrimonio degli enti privatizzati, il Go-verno si è impegnato « a farsi promotore diuna decisa iniziativa presso i medesimi entiche, nel richiamarli alle responsabilità cheanche essi rivestono quali attori del sistemasociale, sia volta a favorire, nel rispetto enell’ambito della loro autonomia gestionale,organizzativa e contabile – avvalendosi an-che di apposite procedure di negoziazionecon le organizzazioni sindacali degli inqui-lini – politiche di gestione del mercato dellelocazioni e dei processi di dismissione im-mobiliare (prevedendo eventualmente anchel’alienazione in favore dei conduttori delleunità abitate). Le politiche in questionedovranno ispirarsi a criteri di tutela esalvaguardia, in ogni caso, dei nuclei fa-miliari che presentino condizioni di mag-giore svantaggio e disagio economico, ov-vero che siano a rischio di esclusionesociale, così come individuati dal decreto-legge 20 ottobre 2008, n. 158, convertito,con modificazioni, dalla legge 18 dicembre2008, n. 19. Le medesime politiche do-vranno, più in generale, ispirarsi a criteriche, nel rispetto della funzione di garanziaeconomico-finanziaria che il loro patrimo-nio assume per le rispettive gestioni previ-denziali, siano quanto più aderenti a quellidi carattere sociale previsti per la dismis-sione del patrimonio immobiliare degli entipubblici di previdenza ».

Il Governo si è impegnato, inoltre, « amonitorare che i processi di dismissioneimmobiliare degli enti previdenziali, siapubblici che privatizzati, siano conformi aicriteri di piena trasparenza, conoscibilità erendicontazione ».

Il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali: Enrico Gio-vannini.

DI SALVO. — Al Ministro degli affariesteri. — Per sapere – premesso che:

il 17 agosto tre ragazze appartenential gruppo punk-rock Russo « Pussy Riot »(Yekaterina Samutsevich, Maria Alyokhinae Nadezhda Tolokonnikova) sono statecondannate a due anni di carcere. Afebbraio, per protestare contro il regime diVladimir Putin, le tre ragazze erano en-trate nella cattedrale di Cristo Salvatore aMosca e avevano suonato sull’altare. Unmese dopo sono state arrestate con l’ac-cusa di comportamenti violenti e oltrag-giosi. In Russia e nel resto del mondo sononate molte manifestazioni di solidarietà. Il10 ottobre Yekaterina Samutsevich è statarilasciata e ora si trova in libertà vigilata;

nell’agosto 2013, Maria Alekhina èstata trasferita in un campo di lavoro diNizhnii Novgorod. In una lettera apertadiffusa il 23 settembre, Nadezhda Tolo-konnikova aveva reso noto di aver intra-preso uno sciopero della fame in segno diprotesta per il trattamento ricevuto nellacolonia penale in cui è detenuta da quasiun anno, tra cui l’obbligo di lavori forzatiin « un modo che ricorda la schiavitù » ele minacce di morte ricevute da un diri-gente del campo di lavoro e da altredetenute. Per questo è stata messa inisolamento;

il 26 agosto 2013 Maria Alekhina hainformato telefonicamente alcuni amiciche la colonia penale ha fatto distruggerealcune lettere a lei indirizzate, perchécontenevano « critiche di regime e neiconfronti del sindaco di Mosca SergeiSobianin »;

il 30 agosto l’avvocato Irina Khru-nova, difensore di Maria Alekhina, hadepositato un appello alla Corte di NizhniiNovgorod chiedendo che venga rivista lasentenza e che le venga concesso di scon-tare la pena svolgendo lavori di pubblicautilità, in alternativa alla detenzione. Ladata dell’udienza di appello non è statastabilita;

Amnesty International ha denunciatoche dal 22 ottobre, giorno in cui è stata

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prelevata dalla colonia penale, non èchiaro dove si trovi Nadezhda Tolokon-nikova. Una fonte dell’amministrazionepenitenziaria avrebbe informato il maritocirca il possibile trasferimento verso unacolonia penale in Siberia;

l’amministrazione penitenziaria russaha confermato il giorno 13 novembre cheNadia Tolokonnikova si trova in quaran-tena in un carcere del territorio di Kra-snoyarsk, nel nord della Siberia. Lo hareso noto il responsabile della Ong per idiritti umani della Russia, Vladimir Lukin,all’agenzia Interfax. « Mi è stato detto cheal momento la donna si trova in inferme-ria nel penitenziario del territorio di Kra-snoyarsk. Non appena la quarantena saràterminata, i legali e i familiari di NadiaTolokonnikova saranno informati, nel girodi due o tre giorni, su dove si trova », haspiegato Lukin. Il responsabile per i dirittiumani della Russia ha fatto sapere al-l’agenzia Interfax di « aver dovuto chiederenotizie sulla Tolokonnikova alla sede cen-trale del Servizio penitenziario russo, datoche l’ufficio di Krasnoyarsk continuava asmentire che la donna si trovasse in uncarcere della zona »;

Amnesty International ha lanciato unappello alle autorità russe per la scarce-razione di Nadia e Maria, essendo statearrestate solo per aver espresso pacifica-mente le proprie idee e quindi essendoprigioniere di coscienza. Si chiede che ledue donne siano rilasciate immediata-mente e senza condizioni, di garantire chedurante la loro permanenza in carcerenon vengano maltrattate dal personalecarcerario o dai detenuti, e che siano loroassicurati regolari contatti con le lorofamiglie e i legali –:

quali misure la Ministra interrogataintenda adottare per difendere i dirittiumani e per sostenere il diritto alla libertàdi espressione;

se non ritenga necessario assumereiniziative per verificare le condizioni diNadezhda Tolokonnikova e perché si troviin quarantena;

se non ritenga necessario, per quantodi competenza, agire per la scarcerazionedi queste due prigioniere di coscienza.

(4-02541)

RISPOSTA. — Nell’ambito di una strategiacomplessiva di azione esterna che consi-dera la tutela dei diritti umani come parteintegrante e fondamentale della politicaestera, sia nei rapporti bilaterali, sia nelcontesto delle azioni intraprese in sedeeuropea, il Ministero degli affari esteri haseguito costantemente gli sviluppi dellavicenda che ha coinvolto le componentidel gruppo musicale punk « Pussy Riot »Maria Alyokhina, Nadezhda Tolokonnikovaed Ekaterina Samutsevich. Da parte ita-liana si è colta ogni utile occasione didialogo bilaterale per rinnovare con fer-mezza l’auspicio che la vicenda fosse trat-tata nel rispetto dell’autonomia della ma-gistratura russa e dei principi fondantidello stato di diritto e che venissero as-sicurate alle tre cittadine russe adeguatecondizioni carcerarie. Da ultimo, in oc-casione del vertice intergovernativo diTrieste (26 novembre 2013), si è fattospecifico riferimento alla vicenda delle« Pussy Riot », attirando l’attenzione dellemassime autorità russe sull’evidente man-canza di proporzione tra colpa e pena,reiterando l’auspicio per un rapido e po-sitivo esito della questione. Anche in sedeUE, l’Italia ha insistito perché il tema delrispetto dei diritti civili, con particolareriguardo alla libertà d’espressione, costi-tuisse un elemento caratterizzante del dia-logo sui diritti umani con la Russia ed intale contesto, abbiamo ottenuto che il casodelle cittadine russe Alyokhina, Tolokon-nikova e Samutsevich fosse sempre citatotra quelli più problematici.

Anche grazie alle nostre ininterrottepressioni, le autorità russe, venendo incon-tro alle aspettative della Comunità inter-nazionale e nel quadro di una più ampiaamnistia decisa all’unanimità dalla Dumadi Stato e promulgata con legge nazionaleil 18 dicembre 2013, hanno disposto lascarcerazione di Maria Alyokhina e di Na-dezhda Tolokonnikova. La terza compo-nente del gruppo, Ekaterina Samutsevich,

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già scarcerata il 10 ottobre 2012. ha otte-nuto la libertà vigilata.

Il Viceministro degli affariesteri: Marta Dassù.

MANLIO DI STEFANO, ARTINI, DIBATTISTA, DEL GROSSO, GRANDE,SCAGLIUSI, SIBILIA, SPADONI, RIZZO,FRUSONE e TACCONI. — Al Ministrodell’interno. — Per sapere – premesso che:

il giorno 17 dicembre 2013 un ser-vizio del TG2 ha mostrato alcune imma-gini relative al Centro di accoglienza e diprimo soccorso di Lampedusa;

si tratta di immagini sconcertanti incui gli ospiti in fila e nudi, vengonosottoposti a una « doccia » di disinfesta-zione, mediante spruzzatori, che avrebbedovuto preservarli da eventuali malattieinfettive come la scabbia;

non risulta essere stata rilevata, innessuno dei presenti, alcuna traccia diinfezione da scabbia;

la disinvoltura e la naturalezza con lequali gli operatori del centro agiscono,lasciano presupporre che questo tratta-mento « da lager » sia già divenuto, datempo, una prassi del centro di acco-glienza;

quest’ultimo, come spiegano i funzio-nari Onu che si occupano di rifugiati, hala mera funzione di « fornire un primosupporto ai migranti e richiedenti asilosoccorsi in mare in attesa del loro rapidotrasferimento, entro 48 ore al massimo,verso appositi centri dislocati su tutto ilterritorio nazionale » dove i loro casi ver-ranno presi in esame;

tra gli ospiti « disinfettati » vi sonouomini e donne di nazionalità eritrea,ghanese, siriana, kurda, e, pare, anchealcuni sopravvissuti dei naufraghi della piùgrave, recente tragedia accaduta nel Me-diterraneo che ha causato la morte di piùdi 300 migranti –:

come intenda intervenire per porrefine a questa vergognosa violazione dei

diritti umani inaccettabile per un Paesecivile come il nostro;

quali misure intenda adottare al finedi migliorare gli standard di accoglienzanel centro di Lampedusa per tutti coloroche, costretti alla fuga da guerre e perse-cuzioni, giungono sul nostro territorio incerca di protezione;

come intenda agire per risolvere ilproblema del sovraffollamento del centroche, di fatto, blocca i lavori di amplia-mento dello stesso;

se il padiglione attualmente non uti-lizzabile a causa dell’incendio del 2011 siain fase di ristrutturazione ovvero, in casocontrario, quali siano le tempistiche per laconclusione di detti lavori di ristruttura-zione, atteso che ciò comporterebbe lacreazione di nuovi 400 posti letto.

(4-03029)

RISPOSTA. — In seguito al grave episodioverificatosi nel centro di soccorso e primaaccoglienza di Lampedusa – citato nell’in-terrogazione – è stata immediatamente av-viata la procedura di risoluzione della con-venzione con la cooperativa affidataria dellagestione, per grave inadempienza contrat-tuale. Non appena la risoluzione sarà ope-rativa, seguirà l’affidamento a un nuovogestore, che potrebbe essere individuato inun soggetto di indiscussa capacità e diassoluto prestigio internazionale quale laCroce rossa italiana, previa verifica dellapercorribilità giuridica di tale soluzione.

Inoltre, sono state fornite precise indi-cazioni alle singole prefetture interessateaffinché – d’intesa con le organizzazioniumanitarie aderenti al progetto Praesidium– dispongano un piano straordinario diispezioni, volte a verificare che, nell’esple-tamento dei servizi erogati nei centri perl’immigrazione, siano sempre tutelati ladignità e i diritti umani dei migranti.

Peraltro, dall’inizio di questa legislaturasono state avviate molte iniziative sul temadell’asilo e dell’accoglienza, sia sul pianooperativo, sia su quello normativo, anche inrisposta al massiccio afflusso di migrantiverificatosi sulle nostre coste; nel corso del

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2013, infatti, sono giunti in Italia oltrequarantatremila stranieri, più di quattor-dicimila dei quali sono sbarcati proprio aLampedusa.

In particolare, sono state attivate circasessanta strutture temporanee di primis-sima accoglienza ed è prevista la prossimaistituzione, a San Giuliano di Puglia, di unnuovo centro governativo dedicato ai mi-granti vulnerabili, famiglie e minori inparticolare, nel quale potranno essere ospi-tate fino a mille persone. Nei prossimi mesisi concluderanno pure i lavori di ristrut-turazione del centro di Lampedusa, iniziatiil 10 novembre 2013, che consentiranno diampliarne la capienza fino a più di trecen-tocinquanta posti. Queste iniziativeavranno positive ripercussioni sulla ge-stione del centro, riducendo la possibilitàche si verifichino condizioni di sovraffol-lamento e di eccessiva sollecitazione dellaricettività della struttura.

In ogni caso, nell’ambito del piano deitrasferimenti predisposto dal competenteDipartimento del Ministero dell’interno, icittadini stranieri giunti sull’isola di Lam-pedusa vengono rapidamente condotti, amezzo nave o voli charter, verso altri centrie strutture della rete Sprar (Sistema diprotezione per richiedenti asilo e rifugiati)dislocati sul territorio nazionale. Attual-mente, quindi, presso il centro di Lampe-dusa sono presenti tredici persone, a di-sposizione dell’autorità giudiziaria; dopoaver partecipato a due udienze che si svol-geranno nelle prossime settimane presso iltribunale di Palermo, essi saranno accom-pagnati presso il centro di accoglienza diPozzallo. Il cittadino siriano autore delvideo trasmesso dagli organi di informa-zione, invece, si è allontanato arbitraria-mente dal centro nella mattinata del 29dicembre 2013, con una nave diretta aPorto Empedocle.

Per quanto riguarda le fasi successivealla prima accoglienza e i percorsi finaliz-zati all’inclusione sociale, si evidenziano glisforzi, anche finanziari, sostenuti per l’am-pliamento dello Sprar. Tale Sistema, chegarantisce già oggi quasi diecimila posti inaccoglienza (erano tremila negli anniscorsi), sarà ulteriormente potenziato, nel

corso del prossimo triennio, fino a raggiun-gere sedicimila posti. Gli enti locali restanocomunque obbligati a garantire una per-centuale di posti aggiuntivi, qualora se neravvisi l’esigenza, sulla base di un modellodi accoglienza volto sempre più al coinvol-gimento attivo e responsabile dei territori.In questo contesto, è stata potenziata anchela rete delle commissioni territoriali per ilriconoscimento della protezione internazio-nale, con l’istituzione di sei sezioni inaggiunta alle dieci commissioni esistenti,che potranno essere ulteriormente aumen-tate fino a un massimo di dieci.

L’impegno del Ministero dell’internoproseguirà con la revisione del capitolatogenerale di appalto per la gestione dei centridi accoglienza, in un’ottica di razionalizza-zione e miglioramento dei servizi attual-mente resi. Inoltre, sarà emanata una di-rettiva generale sulle buone prassi indivi-duate dalle organizzazioni umanitarie checurano il monitoraggio dei centri per im-migrati e saranno fornite precise indica-zioni sui correttivi da apportare per unamigliore organizzazione dei servizi. Sarannoaltresì rivisti i prezzi posti a base delle gareper l’affidamento della gestione dei centri,anche in rapporto alla loro capienza, al finedi elevare gli standard dei servizi erogati.

Sarà cura del Ministero dell’interno ac-celerare i tempi di attuazione delle nuovedirettive comunitarie in materia di acco-glienza dei richiedenti la protezione inter-nazionale (cosiddetta « direttiva acco-glienza ») e di procedure comuni ai fini delriconoscimento e della revoca dello statusdi protezione internazionale (cosiddetta « di-rettiva procedure »). Ciò consentirà di giun-gere, nel minore tempo possibile, a unadefinizione più puntuale delle regole chepresiedono al sistema di accoglienza ita-liano, anche con riguardo all’attività dimonitoraggio e alla regolamentazione degliaccessi ai centri, mediante l’introduzione dinorme che semplifichino le procedure diesame delle domande di protezione inter-nazionale.

Infine – pur nelle attuali ristrettezze dibilancio – il Governo intende affrontarecon risolutezza i problemi connessi al fun-zionamento e alla gestione dei centri per

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l’immigrazione, promuovendo un significa-tivo miglioramento degli standard di acco-glienza e un maggiore livello di sicurezzadegli stranieri e degli operatori dei centri.Peraltro, la riforma complessiva dell’interosistema di accoglienza richiede un percorsonormativo di più ampio respiro, che ne-cessita di un sostanziale contributo parla-mentare.

Il Sottosegretario di Stato perl’interno: Domenico Man-zione.

FEDI. — Al Ministro degli affari esteri,al Ministro del lavoro e delle politichesociali, al Ministro dell’economia e dellefinanze. — Per sapere – premesso che:

le retribuzioni del personale a con-tratto locale, impiegato dal Ministero degliaffari esteri presso la rete diplomatico-consolare italiana in Marocco, sono sog-gette alla legislazione italiana ed a normepreviste dalle convenzioni bilaterali in vi-gore tra Italia e Marocco;

il personale a contratto locale impie-gato presso ambasciata, consolato e isti-tuto italiano di cultura, pertanto, è sotto-posto al regime fiscale previsto dalla con-venzione in vigore con il Marocco ed allaritenuta fiscale operata alla fonte secondole percentuali previste dalla normativa invigore;

l’articolo 19 della convenzione tra laRepubblica italiana ed il Regno del Ma-rocco per evitare le doppie imposizioni inmateria di imposte sul reddito, firmata aRabat il 7 giugno 1972 con protocolloaggiuntivo firmato il 28 maggio 1979, eresa esecutiva in Italia con legge 5 agosto1981, n. 504, prevede che:

« 1. Le remunerazioni pagate da unoStato contraente, da una sua suddivisioneamministrativa, da un suo ente locale o dauna persona giuridica di diritto pubblico,ad una persona fisica residente dell’altroStato contraente in corrispettivo di serviziresi, sono imponibili nel primo Stato. Taliremunerazioni sono esonerate da imposi-

zione nell’altro Stato quando il beneficia-rio possieda la nazionalità del primo Stato,senza contemporaneamente possedere lanazionalità dell’altro Stato »;

l’articolo 21 della convenzione tra laRepubblica italiana ed il Regno del Ma-rocco per evitare le doppie imposizioni inmateria di imposte sul reddito, firmata aRabat il 7 giugno 1972 con protocolloaggiuntivo firmato il 28 maggio 1979, eresa esecutiva in Italia con legge 5 agosto1981, n. 504, prevede che:

« 1. Nel caso dei residenti nel Marocco,la doppia imposizione viene eliminata nelmodo seguente:

a) allorché un residente del Ma-rocco ritrae redditi, diversi da quelli con-siderati negli articoli 10, 11 e 12, che sonoimponibili in Italia in conformità delledisposizioni della presente Convenzione, ilMarocco esenta dall’imposizione detti red-diti, ma può, per calcolare le sue impostesugli altri redditi di detto residente, ap-plicare l’aliquota d’imposta che sarebbestata applicata se i redditi in questionenon fossero stati esentati »;

al personale a contratto in servizio inMarocco si applicano quindi le normedell’accordo Italia-Marocco per evitare ledoppie imposizioni fiscali;

esiste quindi un obbligo da partedella amministrazione degli affari esterinella applicazione puntuale di tali norme;

le autorità fiscali del Marocco avreb-bero chiesto agli interessati a quanto ri-sulta all’interrogante, con varie modalità,di pagare quanto dovuto sulle retribuzionie risultano imminenti azioni esecutive neiconfronti dei dipendenti, ai quali sareb-bero stati congelati i conti correnti bancaripersonali;

il Ministero degli affari esteri, qualedatore di lavoro, assolve il compito e laresponsabilità di sostituto d’imposta, do-vendo operare, in forza di disposizionenormative, le ritenute previste per legge;

il dipartimento delle finanze del Ma-rocco avrebbe, a quanto risulta all’inter-

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rogante, avviato una serie di accertamentifiscali a cui hanno fatto seguito ingiun-zioni di pagamento nei confronti del per-sonale a contratto –:

quali urgenti misure si intendanoadottare per garantire che non vi sianoindebiti prelievi fiscali a danno dei lavo-ratori a contratto presso la rete diploma-tico-consolare e degli istituti italiani dicultura in Marocco;

se non si ritenga indispensabile ac-quisire informazioni su accordi, proceduree specifiche regolamentazioni in vigore traMarocco e rappresentanze diplomatico-consolari di altri Paesi dell’Unione euro-pea;

se non si ritenga indispensabile veri-ficare la precisa e puntuale applicazionedelle norme anche in relazione alle rite-nute fiscali già versate all’erario italiano;

quali iniziative si adotteranno pergarantire in futuro la piena applicazionedelle norme della convenzione fiscale invigore tra Italia e Marocco garantendo idiritti del personale a contratto anche neiconfronti delle autorità locali. (4-02633)

RISPOSTA. — In Marocco prestano servi-zio complessivamente 24 impiegati a con-tratto assoggettati a ritenute alla fonte del-l’erario italiano, in applicazione dell’articolo19 della convenzione tra la Repubblicaitaliana e il Regno del Marocco per evitarele doppie imposizioni in materia di impostesul reddito. La convenzione riconosce lapotestà impositiva esclusiva all’Italia uni-camente nel caso di personale a contrattoin possesso della sola cittadinanza italiana.Nel caso di doppi cittadini, di cittadinimarocchini e cittadini in possesso di terzacittadinanza, la convenzione rimanda ad uncriterio impositivo concorrente, ricono-scendo ad entrambi gli Stati il diritto aprelevare le imposte e demandando al mec-canismo di cui all’articolo 21 della con-venzione la soluzione di casi di doppiaimposizione.

A seguito della decisione assunta nel2012 dalle autorità marocchine di assog-gettare fiscalmente in via esclusiva le re-

tribuzioni del personale a contratto di cit-tadinanza marocchina, esigendo dal perso-nale il pagamento delle imposte e degliarretrati relativi agli ultimi 5 anni edescludendo l’applicazione dei meccanismi dicompensazione previsti dall’articolo 21della convenzione, questa Amministrazioneha interessato il dipartimento delle finanzedel Ministero dell’economia che, il 18 no-vembre 2013, ha chiesto formalmente alleautorità marocchine l’avvio di una proce-dura amichevole per giungere ad un’inter-pretazione condivisa del testo convenzio-nale. Contestualmente, l’ambasciata d’Italiaa Rabat sta esercitando i suoi buoni ufficial fine di ottenere la riduzione o la dila-zione dei debiti pregressi.

Occorre sottolineare che gli obblighifiscali dei dipendenti nei confronti delleautorità marocchine hanno natura perso-nale e la normativa locale non prevede peril datore di lavoro l’obbligo di fungere dasostituto d’imposta. I contratti d’impiego delpersonale di più recente assunzione recanoinfatti una precisa clausola che ricordacome l’assoggettamento al regime fiscaleitaliano non esoneri l’interessato dagli ob-blighi nei confronti del fisco locale.

In merito alla possibilità suggerita dal-l’interrogante di compiere un’indaginepresso le altre rappresentanze diplomatiche,si fa presente come tale strada sia già statapercorsa sebbene gli esiti siano stati al-quanto incerti. Prima dell’Italia, altri Paesicome Francia, Stati Uniti, Germania eSpagna hanno incontrato difficoltà nell’ap-plicazione della convenzione ed ognuno diessi ha optato per una soluzione concordatacon le autorità del Marocco. Vale la penaosservare come non tutte le convenzionisulla doppia imposizione sono uguali e casispecifici riguardanti altri Stati potrebberoessere difficilmente paragonabili a quelloitaliano.

In conclusione, atteso che esiste unobbligo per gli impiegati a contratto dicittadinanza marocchina o doppia cittadi-nanza di onorare i propri debiti col fiscolocale, questa Amministrazione si impegnaa seguire costantemente il negoziato tra ilMinistero dell’economia e le autorità ma-rocchine, favorendo il raggiungimento di

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una soluzione il più possibile indolore peril nostro personale.

Sono altresì allo studio ulteriori misure,laddove le autorità marocchine non dimo-strassero disponibilità a raggiungere unaccordo soddisfacente.

Il Viceministro degli affariesteri: Marta Dassù.

FUCCI. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

le cure palliative, secondo la defini-zione dell’Organizzazione mondiale dellasanità, si occupano in maniera attiva etotale dei pazienti colpiti da una malattiache non risponde più a trattamenti spe-cifici e la cui diretta evoluzione è la morte;

nei giorni scorsi si è svolto a Bolognail congresso della Fondazione ANT du-rante il quale si è svolto un significativodibattito sulla necessità di ampliare lecure palliative e in particolare l’assistenzadomiciliare;

le cure palliative, è emerso nei lavoriin sintonia anche con i trend per il futurodisegnati dall’Organizzazione mondialedella sanità, sono indispensabili e lo sa-ranno sempre di più per la tenuta deisistemi sanitari, vista la tendenza all’al-lungamento medio della vita e al contem-poraneo aumento della popolazione an-ziana con patologie tumorali che necessi-tano di assistenza domiciliare –:

quali eventuali iniziative il Governointenda programmare (o stia eventual-mente già attuando) in merito a quantoesposto in premessa in relazione alle curepalliative e alle cure domiciliari. (4-01894)

RISPOSTA. — La legge 15 marzo 2010n. 38, « Disposizioni per garantire l’accessoalle cure palliative e alla terapia del do-lore », detta un quadro organico di principie disposizioni normative per garantireun’assistenza qualificata e appropriata inambito palliativo e della terapia del dolore,per il malato e la sua famiglia.

L’articolo 2 della citata legge definisce ilmalato come « la persona affetta da unapatologia ad andamento cronico ed evolu-tivo, per la quale non esistono terapie o, seesse sussistono, sono inadeguate o sonorisultate inefficaci ai fini della stabilizza-zione della malattia o di un prolungamentosignificativo della vita... », individuando larete assistenziale di cure palliative sia per imalati oncologici che non oncologici.

La legge n. 38 del 2010 impegna ilsistema ad occuparsi di cure palliative intutti gli ambiti assistenziali ed in ogni fasedella vita e per qualunque patologia adandamento cronico ed evolutivo, indivi-duando le modalità assistenziali attraversocui è possibile accedere alla rete assisten-ziale di cure palliative.

In particolare, la stessa legge individuanell’assistenza domiciliare una delle sedideputate a erogare l’insieme degli interventisanitari, socio-sanitari e assistenziali dicure palliative, sia per ciò che riguarda gliinterventi di base, coordinati dal medico dimedicina generale, sia per quei gruppi spe-cialistici di cure palliative, in cui il medicodi medicina generale è in ogni caso parteintegrante, garantendo così la continuitàassistenziale di cura nelle diverse modalitàassistenziali.

Gli atti normativi successivi e di attua-zione della legge n. 38 del 2010, hannodefinito in modo organico, sia le modalitàorganizzative delle tre reti assistenziali pre-viste dalla normativa (cure palliative, tera-pia del dolore e paziente pediatrico), sia glistandard qualitativi e quantitativi che de-vono possedere le strutture facenti parte delmodello organizzativo di cure palliative eterapia del dolore.

In particolare, l’intesa siglata in data 25luglio 2012 in sede di conferenza perma-nente per i rapporti tra lo Stato, le regionie le province autonome di Trento e Bol-zano, recante « Definizione dei requisiti mi-nimi e delle modalità organizzative neces-sari per l’accreditamento delle strutture diassistenza ai malati in fase terminale e delleunità di cure palliative e della terapia deldolore », individua, come previsto dall’arti-colo 5, comma 3, della legge n. 38 del 2010,

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le dimensioni strutturali e di processo checaratterizzano la rete locale di cure pallia-tive.

Tale intesa pone particolare attenzioneai livelli di qualità necessari per l’assistenzadomiciliare in cure palliative, affinché sem-pre più pazienti possano essere curati edassistiti presso il proprio domicilio, luogoprivilegiato di cura, evitando ricoveri im-propri presso le strutture ospedaliere.

Sono nove, ad oggi, le regioni italianeche hanno recepito, con delibera regionale,l’intesa sottoscritta in data 25 luglio 2012.È, infatti, attraverso tali atti normativi chel’avvio di un modello assistenziale di curepalliative può svilupparsi nel territorio re-gionale. È dunque auspicabile che, nelcorso di breve tempo, tutte le regioni ita-liane recepiscano tale documento tecnico,rispondendo all’esigenza primaria di fornirecure adeguate ai bisogni del paziente, perogni età e in ogni luogo di cura, nell’interoterritorio nazionale, garantendo equità nel-l’accesso ai servizi e qualità delle cureerogate.

Si assicura che è un preciso impegno delMinistero della salute monitorare il pro-cesso di attuazione di quanto previsto dallacitata normativa.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

GAGNARLI, BENEDETTI, MASSIMI-LIANO BERNINI, GALLINELLA, L’AB-BATE, LUPO e PARENTELA. — Al Mini-stro delle politiche agricole alimentari eforestali, al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

il riconoscimento degli animali qualiesseri senzienti, e quindi portatori di di-ritto, è uno dei capisaldi della politicadell’Unione europea; le fasi di trasporto escarico degli animali, rappresentano unodei maggiori fattori di stress per gli ani-mali avviati al macello, influenzando inmaniera significativa la qualità delle carnida esse derivate;

in osservanza del Regolamento (CE)853/2004 (Norme specifiche in materia di

igiene degli alimenti di O.A.) allegato III,sezione I cap. I, chi effettua il trasportodegli animali vivi al macello deve accer-tarci che durante la raccolta e il trasporto,gli animali vengano manipolati con curaevitando inutili sofferenze;

in osservanza del regolamento (CE)1099/2009, applicativo dal 1° gennaio2013 « gli animali feriti o malati devonoessere macellati e abbattuti sul posto; ilveterinario ufficiale può tuttavia, autoriz-zare il loro trasporto per la macellazioneo l’abbattimento, purché non comportiulteriori sofferenze »;

lo stesso regolamento comunitariostabilisce che le condizioni relative albenessere degli animali di ogni partitadevono essere valutate sistematicamente almomento dell’arrivo del responsabile dellatutela del benessere animale o da unapersona che renda conto direttamente alresponsabile della tutela del benessere ani-male, al fine di individuare le prioritàdefinendo in particolare quali animalihanno specifiche esigenze di benessere e lerelative misure da adottare;

secondo quanto si apprende da di-verse fonti stampa e a seguito della de-nuncia della Lega Anti Vivisezione, dopo56 giorni di controlli, effettuati dalla taskforce della polizia stradale, in collabora-zione con Lav e Animals’ Angels, sullestrade e autostrade italiane di Lombardia,Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Mar-che, Toscana, Lazio e Calabria, sono stateriscontrate 534 violazioni su 650 veicolicontrollati (8 veicoli su 10), per un totaledi 345 mila euro di sanzioni;

altre migliaia sarebbero le violazioniriscontrate, durante controlli di routine,dagli agenti formati dalla Lav;

il trasporto degli animali vivi verso imattatoi, si legge in una nota della stessaLAV, coinvolge ogni anno, solo in Italia,500 milioni di animali, 5 milioni dei qualiaffrontano distanze incredibili, con viaggiche durano diversi giorni, in condizionidrammatiche, a temperature che d’estatesuperano i 40° C, a volte senza soste o

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cibo e acqua adeguati; condizioni cheportano alla morte prematura molti ani-mali, quasi sempre dopo una terribileagonia, e che configurano molte delleillegalità riscontrate nei controlli della taskforce;

la Lav si batte da anni per portarealla luce la sofferenza degli animali tra-sportati, chiedendo, sia in sede nazionaleche comunitaria, normative che mettanofine a queste inutili sofferenze –:

se il Governo sia a conoscenza deifatti esposti in premessa e se non intendaintervenire, nell’ambito delle proprie com-petenze, sia in sede nazionale che comu-nitaria, per migliorare la normativa sultrasporto animale introducendo limititemporali massimi al trasporto degli ani-mali su lunga distanza;

se il Governo non intenda porre inessere iniziative volte all’adozione di po-litiche che non prevedano la sovvenzione,attraverso fondi pubblici, per l’apertura digrandi macelli industriali che richiedanola movimentazione di decine di migliaia dianimali. (4-01930)

RISPOSTA. — Il Ministero della salute ècostantemente impegnato sia nelle attivitàdi vigilanza e controllo rivolte a contrastarele violazioni di carattere amministrativo egli illeciti penali che possono essere perpe-trati durante il trasporto di animali vivi, sianelle attività di informazione e formazionein materia, nonché nella partecipazione agruppi di lavoro in sede comunitaria percontribuire alla evoluzione della normativadi settore.

In particolare, il Ministero della saluteha emanato numerose note circolari peruniformare nel territorio nazionale le mo-dalità interpretative della normativa vigentesulla protezione degli animali durante iltrasporto, con particolare riferimento alregolamento (CE) n. 1 del 2005, e perrichiamare l’attenzione degli organi compe-tenti deputati ai controlli sulle procedureoperative a cui devono attenersi al fine digarantire l’attuazione delle norme sul be-nessere animale.

Per uniformare le modalità di esecu-zione e la programmazione dei controllisulla protezione degli animali durante iltrasporto, nel piano nazionale benessereanimale 2010 è stata introdotta la program-mazione annuale minima dei controlli, daattuarsi sulla base di criteri di valutazionedel rischio che tengono conto di situazioniin cui vi è una più alta probabilità diriscontro di irregolarità.

Inoltre, per implementare l’efficaciadelle attività di controllo su strada, alla finedel 2011 è stato siglato e messo in atto unprotocollo d’intesa tra il Ministero dellasalute e il Ministero dell’interno, finalizzatoal coordinamento delle diverse autoritàcompetenti (uffici veterinari per gli adem-pimenti comunitari, servizi veterinari delleASL e Polizia stradale) e quindi al miglio-ramento quali-quantitativo dei controlli sustrada dei veicoli che trasportano animalivivi, nonché alla necessità di presidiare conmaggiore efficacia sia le direttrici della retestradale nazionale sulle quali si sviluppanoi maggiori volumi di traffico di animalivivi, sia quelle su cui è più alta la proba-bilità di riscontrare irregolarità nel tra-sporto di animali vivi.

Molta importanza è stata data agliaspetti informativi e formativi inerenti lospecifico settore del trasporto di animalivivi, che il Ministero della salute ha curatoin collaborazione con il centro di referenzanazionale sul benessere animale e la Fede-razione nazionale degli ordini dei veterinariItaliani.

Tra le altre iniziative, vi sono l’elabo-razione e diffusione di manuali operativicome ausilio per facilitare i controlli sulcampo, nonché l’elaborazione di un « po-ster » che è in corso di distribuzione agliallevatori per sensibilizzarli in maniera piùimmediata al problema della idoneità deglianimali al trasporto, aspetto che rivesteparticolare criticità, specie in alcune regioniitaliane.

La formazione erogata è stata indirizzatanon solo ai veterinari ma anche agli alle-vatori, ed ha visto sino ad oggi la forma-zione di circa 13.000 allevatori, poichéattraverso il miglioramento della gestione edelle tecniche di allevamento è possibile

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ridurre il numero di animali che sono incondizioni di grave precarietà fisica equindi di probabile inidoneità al trasporto.

Per i veterinari è stato organizzato unpercorso formativo a distanza sull’applica-zione del regolamento (CE) n. 1 del 2005,comprendente il rilievo e la gestione dellecriticità, riscontrate in allevamento e almacello, sull’idoneità degli animali al tra-sporto.

Tutte queste azioni messe in atto dalMinistero della salute sono la testimo-nianza della ferma volontà di migliorare lemisure di applicazione delle norme in ma-teria di protezione degli animali durante iltrasporto, in quanto l’attuale impianto nor-mativo comunitario, se correttamente at-tuato, ha in sé gli strumenti necessari perapportare miglioramenti significativi nelsettore del trasporto degli animali vivi.

Tuttavia, si ritiene che l’introduzione,nella normativa comunitaria vigente, dilimiti temporali massimi per il trasporto dianimali su lunga distanza, possa esserepresa in considerazione qualora non creiulteriori disuguaglianze commerciali tra glioperatori delle imprese di trasporto; peral-tro la Commissione europea, nella suarelazione 2011 al Parlamento ed al Consi-glio sull’impatto del regolamento (CE) 1 del2005 sulla protezione degli animali duranteil trasporto, non ritiene prioritaria unamodifica di quest’ultimo per risolvere nellamaniera più adeguata i problemi finorariscontrati nell’applicazione dello stesso re-golamento.

È opportuno, inoltre, evidenziare chel’Italia ha un saldo commerciale negativoper quanto riguarda l’approvvigionamentodi animali vivi dai Paesi comunitari, chepermette però di alimentare numerosestrutture di macellazione di piccola-mediadimensione, dislocate soprattutto nel cen-tro-sud Italia, che danno vita ad unamicroeconomia fondamentale per il man-tenimento di delicati equilibri socio-econo-mici, specie nelle aree più marginali delnostro Paese.

Pertanto, una modifica normativa de-v’essere attentamente valutata e supportatada un adeguato sostegno economico checonsenta attività alternative alla macella-

zione, al trasporto e a tutto l’indotto, op-pure da una incentivazione degli alleva-menti nelle stesse aree ove insistono lestrutture di macellazione.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

GOZI. — Al Ministro dell’interno, alMinistro degli affari esteri. — Per sapere –premesso che:

l’Alto Commissariato delle NazioniUnite per i rifugiati (UNHCR), l’Organiz-zazione internazionale per le migrazioni(OIM) e Save the Children – che dal 2006operano come partner nell’ambito del pro-getto Praesidium finanziato dal Ministerodell’interno – hanno dichiarato che dal-l’inizio dell’anno sono stati centinaia imigranti egiziani e tunisini rimpatriatisenza avere avuto la possibilità di entrarein contatto con le organizzazioni umani-tarie, che svolgono un’importante attivitàdi tutela nei confronti di persone biso-gnose di protezione tra cui rifugiati, vit-time di tratta e minori non accompagnati.Secondo le convenzioni che tali organiz-zazioni hanno stipulato con il Ministerodell’interno, esse hanno il compito di as-sistere i migranti che sbarcano sulle costeitaliane per garantire il rispetto dei lorodiritti e delle procedure di accoglienza;

il mancato accesso delle organizza-zioni ai migranti è stato criticato anche daFrançois Crepeau, special rapporteur delleNazioni Unite per i diritti umani deimigranti al termine della sua missione inItalia del mese di ottobre 2012 e sembre-rebbe riguardare esclusivamente i cittadinidi nazionalità tunisina ed egiziana per iquali sembra che vi siano degli accordi diriammissione specifici ma non pubblici;

come già accaduto più volte, anche il30 aprile 2013, per diverse ore, alle orga-nizzazioni è stato negato l’accesso ai 78migranti egiziani sbarcati a Siracusa, tracui 25 minori non accompagnati. Le or-ganizzazioni, così come stabilito anchedalla convenzione con il Ministero dell’in-terno, avevano richiesto di poter incon-

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trare i migranti a conclusione delle ordi-narie operazioni da parte delle forze del-l’ordine e prima che fossero adottati prov-vedimenti lesivi che riguardassero il lorostatus giuridico, come eventuali misure diallontanamento dal territorio italiano.Solo dopo l’ingresso delle organizzazionisul luogo di sbarco, 5 cittadini egizianicristiani copti hanno potuto presentarerichiesta di asilo;

in data 7 maggio 2012, sono arrivatiin Calabria a Cariati (provincia di Co-senza) altri 70 migranti egiziani e nuova-mente alle organizzazioni è stato consen-tito di parlare soltanto con i minori,identificati come tali dalle forze dell’or-dine e solo dopo l’intervento della garanteregionale per diritti dei minori della re-gione Calabria, mentre gli altri migrantisono stati rimpatriati senza aver potutovedere le organizzazioni;

in questi mesi l’UNHCR, l’OIM e Savethe Children hanno più volte ribadito checomprendono l’importanza che lo Statoeserciti il legittimo controllo delle fron-tiere nell’ambito di flussi migratori misti,la necessità di effettuare indagini e dirispettare eventuali esigenze di ordinepubblico;

le organizzazioni hanno fatto peròpresente che tali circostanze non possonofare venire meno la necessità di tutelare idiritti di tutti i migranti, a prescindere dalPaese di origine degli stessi, e hannochiesto alle autorità che venga concessoloro la possibilità di svolgere pienamentele attività di tutela previste dal propriomandato e dalle rispettive convenzioni conil Ministero –:

per quale motivo l’accesso alle orga-nizzazioni sia negato e le esigenze dieffettuare verifiche vengano sollevate sol-tanto quando sbarcano cittadini egiziani etunisini e non anche quando gli arrivi viamare riguardano altre nazionalità (adesempio eritrei, somali, nigeriani), consi-derato che si immagina che le stesseindagini vengano effettuate anche in questicasi;

quale sia il contenuto degli accordi diriammissione con il Governo tunisino edegiziano, e quali siano le procedure postein essere per l’identificazione della nazio-nalità dei migranti;

quali iniziative intendano assumereper garantire all’UNHCR, all’OIM e a Savethe Children di avere accesso a tutti imigranti che sbarcano sulle coste italiane,indipendente dalla loro nazionalità – eprima che nei loro confronti vengano presidei provvedimenti lesivi, come il rimpatrioforzato. (4-00690)

RISPOSTA. — Il primo sbarco menzionatonel testo dell’interrogazione risale al 29aprile 2013, quando a largo delle costesiracusane è stato intercettato un pesche-reccio con a bordo settantotto cittadiniegiziani. Sono state immediatamente pre-state le prime cure mediche e poi, alleoperazioni di soccorso, sono seguite quelledi identificazione giudiziaria, oltre ai col-loqui con rappresentanti dell’Alto commis-sariato delle Nazioni unite per i rifugiati(UNHCR) e dell’organizzazione internazio-nale per le migrazioni (OIM).

L’attività info-investigativa ha consen-tito di identificare quarantanove uominiadulti e ventinove minori. Nei confronti diquesti ultimi – prima di procedere all’af-fidamento ai competenti enti locali – sonostati effettuati gli esami antropometrici ne-cessari a dissipare ogni incertezza sulla lorominore età. In relazione ai maggiorenni,cinque sono stati condotti presso un centrodi accoglienza per richiedenti asilo, trenta-due sono stati rimpatriati, tre scafisti sonostati arrestati per favoreggiamento dell’im-migrazione clandestina e nove testimonisono stati messi a disposizione della pro-cura di Siracusa.

Il secondo sbarco citato nel testo del-l’interrogazione è avvenuto nella tarda se-rata del 6 maggio 2013, quando a largodelle coste di Cariati (Cosenza) è statointercettato un peschereccio con a bordosettanta cittadini stranieri. Anche in questocaso, nell’immediatezza dell’evento sonostate prestate le prime cure mediche e, alleoperazioni di soccorso, sono seguite le pro-cedure di identificazione.

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In particolare, sono stati identificati cin-quantuno maggiorenni e diciannove minori.Questi ultimi sono stati affidati al sindacodi Cariati e, il giorno successivo, hannoincontrato i rappresentanti dell’OIM e diSave the Children. Tra i maggiorenni, cin-que hanno chiesto la protezione interna-zionale e, pertanto, sono stati condotti in uncentro di accoglienza richiedenti asilo: duedi loro erano di cittadinanza egiziana, unosiriana, uno mauritana e uno yemenita;inoltre, un cittadino egiziano è stato rico-verato perché bisognoso di cure mediche,mentre gli altri quarantacinque, sempre dinazionalità egiziana, sono stati rimpatriati.

In entrambe le circostanze hanno tro-vato applicazione le intese operative stipu-late dall’Italia con l’Egitto, secondo cui ilprimo riscontro identificativo viene effet-tuato sul luogo di sbarco o di rintraccio,attraverso l’intervento di interpreti e me-diatori culturali particolarmente qualificati,che prestano ausilio al personale dellapolizia italiana, in conformità alla norma-tiva vigente. Nei casi in questione, il que-store competente per territorio ha emessoun motivato provvedimento di respingi-mento dall’Italia nei confronti di ciascuncittadino egiziano, ai sensi dell’articolo 10,comma 2, del novellato decreto legislativo286 del 1998. Infatti, i suddetti cittadiniegiziani erano tutti privi di passaporto, sierano resi responsabili del reato di ingressoillegale sul territorio nazionale, e nessunodi loro aveva presentato domanda di asilo,né aveva espresso la volontà di accedere aqualsiasi altra forma di protezione inter-nazionale.

Più in generale, le intese in materia diriammissione dei cittadini rintracciati inposizione irregolare, stipulate nell’ambitodelle relazioni bilaterali con i paesi diorigine dei migranti che giungono in Italia,sono finalizzate alla cooperazione nella ge-stione dei flussi migratori. In particolare,l’accordo di riammissione con l’Egitto, invigore dal 25 aprile 2008, prevede che i duePaesi non possano arrecare pregiudizio aidiritti, agli obblighi e alle responsabilitàderivanti dal diritto internazionale.

Con la Tunisia, invece, si applicano lemisure operative concordate dai rispettivi

ministri dell’interno nel processo verbaledel 5 aprile 2011, che prevedono proceduresemplificate di identificazione dei cittadinitunisini sbarcati illegalmente sulle costenazionali e programmi di rimpatrio setti-manale. I rimpatri si svolgono per gruppi di30 persone – identificate come cittadinitunisini direttamente dalle autorità italiane,presso le località di sbarco – tramite duevoli charter a settimana. Nel giorno pro-grammato per il rimpatrio, un funzionarioconsolare tunisino ratifica l’identificazionee, contestualmente, emette il necessario la-sciapassare. Tali circostanze non consen-tono di trattenere i tunisini sbarcati neicentri di identificazione ed espulsione, inquanto la normativa nazionale, conformealla direttiva 2008/115/CE, prevede il ri-corso a tale misura solo laddove si rendanecessario superare eventuali ostacoli al-l’esecuzione immediata dell’allontanamento.

Tutto ciò premesso, si ribadisce chel’attività identificativa svolta nell’immedia-tezza degli sbarchi avviene sempre in mododa garantire il pieno rispetto dei diritti edella dignità degli stranieri che entrano nelnostro Paese; peraltro, tale attività è svoltacon l’ausilio di interpreti e di mediatoriculturali qualificati, che comunicano pron-tamente al personale della Questura even-tuali esigenze di protezione rappresentatedagli immigrati stessi. Pertanto, nessunostraniero viene allontanato dall’Italia qua-lora paventi il timore di essere perseguitatoin caso di rimpatrio; inoltre, i suddettiaccertamenti di polizia giudiziaria consen-tono di identificare le vittime di tratta, iminori e le persone vulnerabili, che se-condo la legge italiana sono inespellibili. Altermine delle attività info-investigative,dunque, i minori non accompagnati sonoavviati ai percorsi di assistenza previstidalla normativa vigente.

Infine, le attività svolte dalle competentiquesture sono finalizzate a contrastare leorganizzazioni criminali dedite al traffico diesseri umani e, nel contempo, a salvaguar-dare i diritti degli stranieri, soprattutto serichiedenti asilo o appartenenti a categorievulnerabili. Tali attività sono sempre im-prontate al rispetto della normativa vigente,che prevede che l’attività informativa in

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favore dei richiedenti asilo, come quellasvolta tramite il progetto Praesidium, siaprestata dopo che lo straniero abbia richie-sto di essere protetto.

Il Sottosegretario di Stato perl’interno: Domenico Man-zione.

GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

si parla da tempo di iniziative voltead assicurare il cosiddetto « reddito dicittadinanza », nella provincia autonomadi Trento è in vigore il « reddito di ga-ranzia »;

la finalità del « reddito di garanzia »,secondo la legge trentina, è quella disostenere il reddito dei lavoratori colpitidalla crisi economica e di prevenire econtrastare situazioni di povertà secondoun criterio di equità;

il « reddito di garanzia » è destinato anuclei familiari particolarmente fragili dalpunto di vista economico e lavorativo;

tra i requisiti per accedere al « red-dito di garanzia » vi sono la residenza inun comune della provincia di Trento daalmeno tre anni, al momento di presen-tazione della domanda con riferimentoanche ad uno solo dei componenti; unindicatore ICEF attualizzato (che sostitui-sce l’ISEE nazionale) inferiore a 0,13,tenendo conto di tutti i componenti delnucleo; impegno alla ricerca attiva di unlavoro, cioè sottoscrizione della dichiara-zione di disponibilità immediata all’accet-tazione di un impiego, da parte di tutti icomponenti in grado di assumere o rias-sumere un ruolo lavorativo;

oltre al reddito di garanzia, spettanoun contributo per il canone di locazione(qualora il nucleo non benefìci al mo-mento della domanda di altre agevolazionianaloghe), un contributo riscaldamento,un tesserino per la gratuità dei trasportipubblici e buoni pasto;

è notizia recente di stampa che lamaggior parte di questi contributi, chepossono arrivare anche ad oltre 2.000 euromensili, sia destinato a cittadini extraco-munitari, in quanto per un cittadino ita-liano è difficile soddisfare i requisiti postidalle norme trentine;

considerata la grave situazione eco-nomica del Paese e quella lavorativa deinostri concittadini appare prioritario at-tuare politiche differenti da quelle sud-dette, al fine di incentivare l’occupazione edi non discriminare i cittadini italianinella concessione di sussidi e contributi –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti descritti e se, qualora intendesseassumere iniziative normative di caratteresimile a quella delineata in premessa,non intenda evitare che siano stabilitipresupposti e requisiti di accesso tali darisultare, alla luce dei fatti, lesivi dei dirittidei cittadini italiani, favorendo invecequasi esclusivamente i cittadini extraco-munitari. (4-00638)

RISPOSTA. — La direttiva europea 2003/109/CE, recepita con il decreto legislativon. 3 del 2007, stabilisce la parità di trat-tamento tra i cittadini di Paesi membridell’UE e gli stranieri lungo soggiornantiper quanto riguarda le prestazioni sociali,l’assistenza sociale e la protezione sociale aisensi della legislazione nazionale, mentre ladirettiva 2004/38/CE, recepita con il decretolegislativo n. 30 del 2007, estende tale prin-cipio ai familiari non aventi la cittadinanzadi uno Stato membro, che siano titolari deldiritto di soggiorno permanente.

La Commissione europea sottolinea chesecondo la giurisprudenza costante dellaCorte di giustizia le norme relative allaparità di trattamento previste dal dirittodella UE « vietano non solo le discrimina-zioni palesi, in base alla cittadinanza, maanche qualsiasi discriminazione dissimu-lata che, fondandosi su altri criteri didistinzione, pervenga in effetti al medesimorisultato. »

Le iniziative dedicate alle politiche diinclusione sociale, pertanto, alla luce dellanormativa vigente e degli attuali orienta-

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menti comunitari, anche al fine di evitaredi incorrere in procedure di infrazione,devono ispirarsi al principio di parità ditrattamento, attraverso criteri e requisiti diaccesso alle provvidenze sociali idonei adevitare situazioni di discriminazione siadiretta che indiretta.

Al riguardo si evidenzia che la Commis-sione europea ha chiesto informazioni inmerito alla compatibilità dell’articolo 20,comma 10, del decreto-legge n. 112 del2008, con la direttiva 2004/38/CE, relativaal diritto dei cittadini dell’Unione e dei lorofamiliari di circolare e di soggiornare libe-ramente sul territorio degli Stati membri. Ilsuddetto articolo 20, infatti, ha introdottoper l’erogazione dell’assegno sociale l’ulte-riore requisito del soggiorno legale e con-tinuativo sul territorio nazionale per al-meno dieci anni. Tale requisito di anzianitàdi residenza, secondo la Commissione, sem-brerebbe voler impedire o rendere più dif-ficoltoso l’accesso a tale prestazione diassistenza sociale agli stranieri comunitaried extracomunitari, costituendo una formadi discriminazione dissimulata.

Si rappresenta, inoltre, che la Commis-sione ha avviato una procedura di infra-zione nei confronti dello Stato italiano inmerito alla non conformità delle disposi-zioni nazionali relative alla carta acquisti,agli assegni per il nucleo familiare e dimaternità con la Direttiva 2003/109/CErelativa allo status dei cittadini di paesiterzi che siano soggiornanti di lungo pe-riodo.

La Commissione, infine, ha richiestoinformazioni supplementari in merito allacompatibilità dell’articolo 81, comma 32,del decreto-legge n. 112 del 2008, che haistituito la carta acquisti, con la direttiva2003/109/Ce, in merito alla posizione deicittadini di paesi terzi che beneficiano dellacarta acquisti nell’ambito della sperimen-tazione, prevista dall’articolo 60 del decreto-legge n. 5 del 2012.

In conclusione, sembra che le proposteavanzate dall’interrogante, in specie laddovemirano a rendere più difficoltoso per icittadini extracomunitari l’accesso alle pre-stazioni di carattere sociale e assistenziale,risultino difficilmente armonizzabili con i

richiamati princìpi comunitari. Inoltre, lemedesime proposte sembrano porsi in con-trasto con la costante giurisprudenza co-stituzionale che ascrive le richiamate pre-stazioni all’ambito dei diritti inviolabili del-l’individuo che, in quanto tali, devono es-sere assicurati senza distinzione alcuna aicittadini italiani e agli stranieri.

Il Viceministro del lavoro e dellepolitiche sociali: Maria Ceci-lia Guerra.

GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile2008 concernente la sicurezza sul lavoroequipara i volontari ai lavoratori dipen-denti; ciò comporta che i volontari deb-bano necessariamente essere visitati da unmedico del lavoro per ottemperare agliobblighi del decreto;

per un’associazione di volontariato icosti relativi alle visite prestate ai proprivolontari da un medico del lavoro, quindiesterno all’associazione, sono molto elevatie difficili da sostenere;

i volontari della Croce Bianca diBrescia sono sottoposti ad un’accuratavisita medica da parte del direttore sani-tario della stessa associazione, anch’essovolontario e quindi non pagato;

la visita medica prestata dal direttoresanitario dell’associazione soddisfa piena-mente le disposizioni del succitato decretosulla sicurezza del lavoro; nella sostanza,cambia solamente la qualifica del medicovisitante –:

se non si ritenga opportuno assumereiniziative normative volte a equiparare, aisoli fini del decreto legislativo n. 81 del 9aprile 2008, il direttore sanitario dell’as-sociazione al medico del lavoro. (4-00718)

RISPOSTA. — Preliminarmente, è oppor-tuno precisare che la disciplina in materiadi salute e sicurezza sul lavoro applicabilealle associazioni di volontariato, di cui alla

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legge n. 266 del 1991 (cosiddetta legge qua-dro sul volontariato), si rinviene nell’arti-colo 3, comma 12-bis, del decreto legisla-tivo n. 81 del 2008 e successive modifica-zioni e integrazioni.

Tale disposizione, nel richiamare la di-sciplina relativa ai lavoratori autonomi dicui al successivo articolo 21, stabilisce chei volontari che effettuano servizio civilesono soggetti ad una serie di obblighi e difacoltà in materia di salute e di sicurezza.

Sotto quest’ultimo aspetto, infatti, glistessi possono beneficiare, in relazione airischi propri delle attività svolte e con oneria proprio carico, della sorveglianza sanita-ria (secondo le previsioni dell’articolo 41del testo unico in materia di salute esicurezza sul lavoro e fermi restando gliobblighi previsti da norme speciali), nonchépartecipare a corsi di formazione specificiin materia di salute e sicurezza sul lavoro,in conformità a quanto previsto dall’arti-colo 37 del testo unico in materia di salutee sicurezza sul lavoro.

Tutto ciò premesso, facendo riferimentoa quanto auspicato dall’interrogante, oc-corre precisare che la posizione del direttoresanitario e quella del medico competentesono, in concreto, nettamente differenti, inparticolare, per quanto attiene la peculia-rità del percorso universitario e/o formativorichiesto al medico competente, in relazionealle funzioni che lo stesso è chiamato asvolgere.

Di conseguenza, una generalizzata equi-parazione, agli effetti della salute e sicu-rezza sul lavoro, delle due figure potrebberisultare non coerente con la necessità digarantire i livelli di tutela in ogni luogo dilavoro, obiettivo perseguito dalla normativadi cui al decreto legislativo n. 81 del 2008e successive modificazioni e integrazioni.

In ogni caso, si può assicurare l’atten-zione di questo Ministero in ordine allaproposta formulata dall’interrogante qua-lora si vada nella direzione di elaboraredisposizioni di modifica del testo unico inmateria di salute e sicurezza sul lavorodirette a tener conto delle peculiarità dellespecifiche situazioni di lavoro, compresequelle delle associazioni di volontariato.

In tale contesto, pertanto, potrà esserevalutata l’opportunità dell’intervento ipotiz-zato dall’interrogante.

Il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali: Enrico Gio-vannini.

LODOLINI. — Al Ministro dello svi-luppo economico, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

la Beta spa, in qualità di editricedell’emittente televisiva delle Marche Tvrs,ha fatto domanda di operatore di rete,ottenendo dal Ministero i numeri Lcn 11e 111, in virtù dei requisiti previsti dallalegge tra cui il numero dei dipendenti;

la Beta spa in data 11 maggio 2013ha avviato la procedura di messa in mo-bilità per tutto il personale per cessazionedell’attività, affermando di voler mante-nere lo status di « operatore di rete »;

il consiglio dell’ordine dei giornalistidelle Marche ha espresso in una nota« sorpresa e sconcerto per la decisionedella Società Beta Spa di cessare, dopo 35anni, l’attività di Tvrs, una delle principalie storiche emittenti televisive della regioneMarche », dichiarando che « l’annuncio as-sume contorni particolarmente gravi esoprattutto oscuri »;

la Beta spa in tutti questi anni habeneficiato di contributi pubblici e haavuto finanziamenti dagli enti locali attra-verso la stipula di convenzioni;

gli stessi bilanci presentati dalla so-cietà non giustificherebbero una sceltacosì drastica e che quindi la volontà dicessare l’attività e di licenziare tutti idipendenti sembra nascondere ipotesimolto diverse dalle paventate difficoltàeconomiche –:

come sia possibile che Beta spa, chenel passaggio dall’analogico al digitale ter-restre ha usufruito di notevoli contributistatali in base ad una serie di parametritra cui il numero dei dipendenti e in

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particolare di giornalisti assunti a tempoindeterminato, possa, oggi che ha deciso dicessare l’attività di produzione mettendoin mobilità tutto il personale, continuare atrasmettere sugli stessi canali 11 e 111,senza variazione alcuna;

come sia possibile che ai privati con-cessionari di frequenze televisive sia con-sentito di sviluppare attività di impresasenza un vincolo reale a che questa av-venga nel rispetto dei posti di lavoro edelle professionalità ad essa collegate;

se la decisione di conservare solo lostatus di operatore di rete, modificando difatto il piano editoriale che con il numerodi dipendenti rappresentava requisito fon-damentale per l’assegnazione degli Lcn,non faccia venir meno due importantiprerogative che dovrebbero apparteneread un concessionario di frequenze;

come evitare che i numeri Lcn ri-mangano in capo ad un privato che senzai dipendenti non avrebbe ottenuto i nu-meri 11 e 111 sul telecomando prevalendosu altre realtà televisive territoriali, postoche appare evidente che la gara di asse-gnazione sia stata inficiata da un compor-tamento ad avviso dell’interrogante scor-retto e sleale da parte della stessa aziendanei confronti delle principali emittenticoncorrenti, mentre sarebbe preferibile fa-vorire i lavoratori – riuniti in una delleforme societarie previste dalla legge – nelpercorso di acquisizione dello status di« operatore di rete » subentrando a Betaspa e avere le frequenze oggi in possessodella Beta stessa, salvaguardando così iposti di lavoro. (4-00560)

RISPOSTA. — Dagli atti in possesso degliuffici competenti del Ministero dello svi-luppo economico non risulta che la societàBeta spa abbia cessato l’attività di fornitoredi servizi media audiovisivi ma che abbia,invece, inoltrato in data 23 giugno 2013una richiesta di autorizzazione per fornitoredi servizi media per la regione Marche perun ulteriore marchio.

Per quanto riguarda i dipendenti appli-cati, si evidenzia che la delibera AGCOM

353/11/CONS, all’articolo 3 comma 5, pre-vedeva che per poter rilasciare la suddettaautorizzazione bisognava essere in possesso,tra l’altro, del requisito di almeno « 4dipendenti in regola con le vigenti disposi-zioni di legge in materia previdenziale ».Tale requisito è stato superato con l’entratain vigore della delibera 350/12/CONS chenella circolare esplicativa allegata allastessa ha chiarito come il predetto requisitotrovasse applicazione « fino alla data sta-bilita dalla legge per la definitiva cessazionedelle trasmissioni televisive in tecnica ana-logica ». Pertanto, dalla data dello swich-off, ovvero dal 4 luglio 2012 tale requisitoè venuto meno.

Alla luce di quanto stabilito dalla nor-mativa citata, la società BETA spa, anche inassenza di personale dipendente, risultapertanto attualmente legittimata a svolgeresia l’attività di fornitore di servizi media sial’attività di operatore di rete.

Per quanto riguarda la numerazioneLCN assegnata in sede di switch-off dellaregione Marche, si fa presente che la stessaè stata attribuita dal Ministero dello svi-luppo economico ai sensi della delibera366/10/CONS, tenendo conto della colloca-zione derivante dalla media dei punteggiconseguiti da ciascuna emittente nelle ul-time tre graduatorie approvate dal CORE-COM alla data di entrata in vigore dellacitata delibera.

Per completezza di informazione, si evi-denzia che la delibera n. 237/13/CONS del21 marzo 2013 recante « Nuovo piano dinumerazione automatica dei canali dellatelevisione digitale terrestre, in chiaro e apagamento, le modalità di attribuzione deinumeri ai fornitori di servizi di mediaaudiovisivi autorizzati alla diffusione dicontenuti audiovisivi in tecnica digitale ter-restre e relative condizioni di utilizzo » haannullato la precedente delibera n. 366/10/CONS, rinviando le modalità operative diattribuzione delle nuove numerazioni in unapposito Bando di formazione del Mini-stero.

Per ciò che attiene, in particolare, allaassegnazione delle numerazioni LCN, oc-corre rilevare che le stesse sono assegnate aisingoli fornitori di servizi di media audio-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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visivi cui è riconducibile la responsabilitàeditoriale della scelta del contenuto audio-visivo del servizio di media audiovisivo e nedetermina le modalità di organizzazione enon agli operatori di rete (soggetto titolaredel diritto di installazione, esercizio e for-nitura di una rete di comunicazione elet-tronica su frequenze terrestri in tecnicadigitale, e di impianti di messa in onda,multiplazione, distribuzione e diffusionedelle risorse frequenziali che consentono latrasmissione dei programmi agli utenti).Conseguentemente nell’ipotesi di dismis-sione dell’attività di fornitore di servizimedia audiovisivi, la relativa autorizzazionee l’attribuzione della numerazione assegnatadecade a meno che la stessa autorizzazioneper la fornitura di servizi di media nonvenga trasferita dalla società titolare (edi-tore) ad un soggetto terzo, tramite regolareatto notarile.

Non risultando infine, come già detto,dagli atti in possesso degli uffici competentidel Ministero dello sviluppo economico chela Beta spa abbia cessato l’attività di for-nitore di servizi media audiovisivi ed es-sendo stato il requisito dei dipendenti su-perato con l’entrata in vigore della delibera350/12/CONS ne consegue che ad oggi lasocietà Beta risulta legittimata ad operare.

Il Viceministro dello sviluppoeconomico: Antonio Catri-calà.

LOREFICE, CIPRINI, DI VITA, BENE-DETTI, GRILLO, BALDASSARRE, MAR-ZANA, DI BENEDETTO, CHIMIENTI, SIL-VIA GIORDANO, BRESCIA, ZOLEZZI,CECCONI e MANTERO. — Al Ministrodella salute. — Per sapere – premesso che:

in Italia sono circa 5000 le personeammalate di mcs (sindrome sensibilitàchimica multipla), una malattia che col-pisce prevalentemente tra i 30 e i 40 annigenerando nei soggetti affetti una forteintolleranza e allergia a quasi tutti gliagenti chimici;

nonostante molti scienziati abbianoindividuato le cause di questa malattia,

superando la vecchia tesi dell’origine psi-cologica della patologia, la stessa in Italianon viene considerata dal servizio sanita-rio nazionale;

secondo quanto riportato da un ar-ticolo su laspia.it del 9 settembre 2013, acausa di tale circostanza la signora Ma-riella Russo residente a Marina di Ragusa,affetta da questa malattia, deve recarsi aLondra periodicamente per curarsi, conun jet privato (non potendo prendere aereidi linea) e solo con un piccolo sussidiofornito dalla regione –:

se il Ministro interrogato non ritenganecessario assumere immediatamente ini-ziative per fornire sussidi economici allenumerose persone malate presenti sul ter-ritorio nazionale che sono costrette arecarsi all’estero a proprie spese per usu-fruire di cure che l’Italia nega loro oppureper riconoscere la mcs come malattiaposta a carico del servizio sanitario na-zionale, in attesa che vengano calendariz-zate e discusse in Parlamento le propostedi legge presentate in materia. (4-01823)

RISPOSTA. — Le problematiche relativealla sindrome da sensibilità chimica mul-tipla (Multiple chemical sensitivity — Mcs)sono all’attenzione del Ministero della sa-lute, anche grazie alle numerose segnala-zioni da parte di malati e associazioni difamiliari e alle precedenti interrogazioniparlamentari sulla tematica.

Si precisa, in primo luogo, che gli in-terventi di assistenza economica per soste-nere le spese di viaggio e soggiorno per cureall’estero, non essendo prestazioni di assi-stenza sanitaria, non sono previste tra ilivelli essenziali di assistenza.

Riguardo al riconoscimento delle ma-lattie, intese come singole entità nosologicheposte a carico del servizio sanitario nazio-nale, si ricorda che tutte le malattie econdizioni godono di tutela nell’ambito delS.S.N., in quanto gli assistiti possono ac-cedere alle prestazioni e ai servizi offerti afronte del pagamento di una quota dipartecipazione al costo (ticket).

Il diritto all’esenzione dalla partecipa-zione al costo delle prestazioni incluse nei

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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livelli essenziali di assistenza può, invece,essere riservato alle malattie per le quali siascaturito un consenso della comunità me-dico-scientifica sulla definizione nosologica,sulle loro caratteristiche e sui criteri dia-gnostici.

Infatti, il « riconoscimento » della ma-lattia, non si fonda su un atto ammini-strativo, ma discende esclusivamente dalconsenso espresso dalla comunità scienti-fica: nel caso della Mcs, è in corso da anniun serrato dibattito tra gli esperti dellamateria, che vede posizioni assai distanti, inquanto alcuni affermano l’esistenza dellasindrome come entità nosologica ben defi-nita, altri negano tale evidenza.

Quanto ad un eventuale inserimentodella Mcs tra le malattie oggetto di parti-colari tutele, come le malattie rare (decretoministeriale n. 279 del 2001), ciò non ap-pare al momento possibile, in quanto lamancanza di consolidate conoscenze epide-miologiche, cliniche e terapeutiche, rendedifficile la condivisione dei criteri e deimetodi necessari per effettuare una precisadiagnosi ed una efficace gestione del pa-ziente.

Solo tali condizioni consentono, infatti,di identificare correttamente i destinataridei benefici, evitando pericolose generaliz-zazioni che provocherebbero solo un au-mento della spesa sanitaria, senza vantaggiconcreti per gli interessati.

Della problematica si è interessata anchela seconda sezione del consiglio superiore disanità, che nel 2008, esprimendo parere suldocumento di sintesi prodotto dal gruppo dilavoro istituito presso il centro nazionaleper le malattie rare dell’istituto superiore disanità (finalizzato ad individuare possibilicriteri diagnostici, prestazioni sanitarie ri-spondenti a criteri di appropriatezza edefficacia ed eventuali tutele assistenziali), haritenuto che la indisponibilità di evidenzenella letteratura scientifica internazionalenon consentisse di considerare la Mcs comeentità nosologicamente individuabile e che,comunque, il servizio sanitario nazionale,attraverso livelli essenziali di assistenza,fosse già in grado di fornire una adeguata

assistenza a tutti coloro che mostrano in-tolleranza all’esposizione a sostanze chimi-che.

Il Ministero della salute ha preso attodel parere del consiglio superiore di sanità,e in attesa che venissero sciolti i dubbirelativi al riconoscimento della MCS comeentità nosologica definita, ha ritenuto utilegarantire agli assistiti alcune semplici mi-sure, al fine di evitare costosi trattamentiall’estero, dove, in taluni casi, vengonoerogate prestazioni di dubbia efficacia.

Infatti, tra le principali criticità, è statospesso riportato il rifiuto da parte deipazienti di sottoporsi alle prestazioni sani-tarie per il timore di possibili reazioniavverse scatenate dalla contaminazione chi-mica di ambienti ed attrezzature.

D’altro canto, anche alcuni medicihanno segnalato qualche perplessità, acausa della scarsa conoscenza dei mecca-nismi eziopatogenetici di tale sindrome, cherende difficile l’applicazione di specifici pro-tocolli di ospedalizzazione e di validi orien-tamenti volti a ridurre l’esposizione adinquinanti ambientali, materia quest’ultimacomunque già oggetto dell’accordo del 27settembre 2001 tra il Ministero della salute,le regioni e le province autonome suldocumento concernente: « Linee Guida perla tutela e la promozione della salute negliambienti confinati », sancito in sede diconferenza Stato-regioni.

È indubbio che l’allestimento di specificiambienti nell’ambito delle strutture sanita-rie, così come l’adozione di alcune precau-zioni da parte del personale che si trovi adinteragire con questi pazienti, sarebbe digrande aiuto per favorire un approcciopositivo con il SSN. In tale ottica, pressoquesto Ministero è stato attivato un tavolotecnico, che si è avvalso anche di profes-sionalità esperte, segnalate dalle stesse as-sociazioni di pazienti.

Nel corso dei lavori è tuttavia emersoche le ipotesi oggetto di analisi risultanoessere ancora in fase di approfondimento edi verifica e che i risultati sperimentaliraggiunti non sono, purtroppo, sufficienti asupportare decisioni di natura amministra-tiva, né ad intraprendere iniziative utilinell’immediato.

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Pertanto, anche al fine di non alimen-tare false aspettative, è sembrato ragione-vole sospendere le attività del tavolo al-meno fin quando le conoscenze in materiasiano maggiormente consolidate, assicu-rando comunque la disponibilità del Mini-stero a prendere in esame sia eventualiiniziative sia le proposte che dovesseroemergere dalle commissioni o dai gruppitecnici istituiti da regioni e province auto-nome.

In conclusione, si deve ancora una voltasegnalare come, allo stato, le iniziative piùefficaci per venire incontro alle richiestedegli assistiti, consistono nella ulteriorepromozione di studi e ricerche che possanocolmare le lacune ancora imponenti nellaconoscenza della MCS, definendone l’ezio-logia e la patogenesi, producendo stimeepidemiologiche affidabili e proponendo va-lidati schemi di trattamento.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

LOREFICE, CATALANO, DE LOREN-ZIS, TURCO, TANCREDI, TRIPIEDI e CO-LONNESE. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

circa il 10 per cento della popola-zione italiana soffre di una patologia de-vastante di cui si parla raramente suimezzi di comunicazione di massa, deno-minata acufene, che genera dei suoni con-tinui e costanti percepiti in un orecchio, inentrambi o nella testa;

questa patologia non può essere de-finita semplicemente un « disturbo moltofastidioso », ma una vera e propria ma-lattia invalidante in quanto influisce sul-l’assetto psicologico ed emozionale dellapersona, sul ritmo sonno-veglia, sul livellodi attenzione e concentrazione, nonchésulla vita di relazione;

tali fattori spesso generano nell’indi-viduo affetto dalla patologia uno stato digrave depressione che culmina, in alcunicasi, in episodi drammatici quali la morteper suicidio;

l’articolo 32 della Costituzione rico-nosce la salute come diritto fondamentaledell’individuo che lo Stato ha il dovere ditutelare e garantire –:

se il Ministro interrogato intenda sol-lecitare l’avvio di studi e ricerche sullecause e le possibili cure di questa pato-logia che è in grado di annientare lenta-mente la salute psico-fisica di chi ne ècolpito. (4-02147)

RISPOSTA. — L’acufene è un problemaotologico assai frequente. Studi condottinegli ultimi due lustri in Paesi europei,quali la Germania e il Regno Unito, hannodimostrato come, mediamente, circa il10-20 per cento della popolazione del no-stro continente abbia sofferto di acufenealmeno una volta nella vita. Per quantoriguarda l’Italia, a seguito di una serie distudi risulterebbe che nel nostro Paese visia una prevalenza di tale problema otolo-gico pari a circa il 15 per cento.

L’acufene consiste in sensazioni acusti-che endogene, sotto forma di fischi, ronzii,fruscii o altro, percepiti in una o in en-trambe le orecchie o nella testa. Tale di-sturbo può incidere sulla qualità della vitadi chi ne soffre soprattutto a livello psico-logico, arrivando, nei casi più gravi, acompromettere seriamente il benessere delpaziente. La ricerca clinica ha chiaramentedimostrato come, in una alta percentualedei casi, questo disturbo debba essere af-frontato mediante una strategia terapeuticadi cui la psicoterapia sia parte integrante.

Purtroppo, la causa dell’acufene non èchiara nella maggioranza dei casi.

Tuttavia, nuove tecniche e metodi diricerca, come le tecniche di « neuroima-ging », che permettono di osservare l’atti-vazione delle aree del cervello deputateall’elaborazione dei segnali acustici, sem-brano promettere importanti passi avantiper la comprensione dell’eziologia della pa-tologia in questione.

Al fine di valutare quali iniziative adot-tare per gestire i problemi sanitari legatiall’acufene e considerata la necessità disviluppare ulteriormente la ricerca mirataalla comprensione delle basi fisiopatologi-

Atti Parlamentari — XXX — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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che del disturbo, occorre effettuare un at-tento studio dello stato dell’arte delle co-noscenze di base e cliniche, ottenute tramitela revisione sistematica della letteraturadisponibile e l’esame delle scoperte scienti-fiche più recenti. Potranno anche esseremesse a disposizione della comunità scien-tifica le competenze esistenti presso l’istitutosuperiore di sanità, per promuovere laricerca e la conoscenza delle problematicherelative all’acufene presso Istituzioni, centridi ricerca e opinione pubblica.

Tali iniziative sono necessarie ai finidella valutazione dell’eventuale inserimentodell’acufene nei livelli essenziali di assi-stenza, ai sensi del decreto ministerialen. 329 del 1999 e successive modifiche,come malattia cronica invalidante. Occorreinfatti sviluppare una serie di approfondi-menti, legati, ad esempio, all’accertamentodel quadro nosologico non unicamente ba-sato sull’autovalutazione da parte del pa-ziente stesso.

Attualmente, non è possibile prevederel’inserimento dell’acufene tra le malattiecroniche ed invalidanti di cui al decretoministeriale n. 329 del 1999, poiché essonon costituisce una vera e propria malattia,ma è un sintomo con diversi livelli digravità, determinato da patologie vascolari(fistole del collo, tumori carotidei, aneuri-smi intracranici o meningei, patologie deigrossi vasi del collo) o, più frequentemente,associato a patologie audiologiche, vestibo-lari, neurologiche, autoimmuni, cerebrova-scolari, dismetaboliche ed ematologiche.

Inoltre, la condizione in questione nonsembra rispondere ai criteri di inclusioneprevisti dal decreto legislativo n. 124 del1998 (gravità, invalidità ed onerosità delrelativo trattamento) e sarebbe difficoltosal’individuazione delle prestazioni erogabiliin esenzione (appropriate per il monitorag-gio della patologia e la prevenzione diaggravamenti e complicanze).

Peraltro, si rammenta che i pazientiaffetti da acufene sono tutelati dal ServizioSanitario Nazionale attraverso i livelli es-senziali di assistenza e che gran parte dellecondizioni che determinano l’acufene sonogià comprese tra le malattie previste daldecreto ministeriale n. 329 del 1999, per le

quali sussiste l’esenzione dalla partecipa-zione al costo delle relative prestazionispecialistiche.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

MATTIELLO. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

nel 1952 a Trappeto, in Sicilia, mo-rirono di stenti un bambino e poi un uomoche aveva scelto di vivere e lottare accantoagli ultimi di Trappeto, e che decise disdraiarsi proprio sul pagliericcio dove eramorto quel bambino e di iniziare lo scio-pero della fame per provocare l’interventodelle istituzioni: si chiamava Danilo Dolci;

il collega parlamentare KhalidChaouki ha deciso di entrare e poi chiu-dersi dentro il centro di identificazione edespulsione di Lampedusa;

il deputato Chaouki ha dichiarato chenon uscirà dal Centro di identificazione edespulsione di Lampedusa fino a quandonon verrà ripristinata la legalità, e nonsaranno trasferiti i profughi siriani ederitrei, i sopravvissuti al terribile naufragiodello scorso ottobre, e l’autore del video,girato di nascosto con un telefono cellu-lare, che ha testimoniato le condizioniinaccettabili nelle quali avveniva nellostesso centro il trattamento sanitario con-tro la scabbia, mandato poi in onda dalTg2;

tra il gesto di Danilo Dolci e quello diChaouki sono passati più di sessant’anni:gesti estremi di questo genere non dovreb-bero più essere necessari, ma, se c’è chiancora sente il bisogno di porli in essereè perché le soluzioni, pur tante volteannunciate, tardano ad arrivare;

nei centri di identificazione ed espul-sione, nei centri di prima accoglienza(CDA) e nei CARA, centri di accoglienzarichiedenti asilo, distribuiti su tutto ilterritorio nazionale, si concentra unaquantità di sofferenza insopportabile, cheoffende sia chi in queste strutture è co-stretto a rimanere sia chi in quelle strut-

Atti Parlamentari — XXXI — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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ture deve lavorare: si tratta di una soffe-renza tanto più odiosa perché figlia discelte politiche, non di tragiche fatalità,una sofferenza e un’ingiustizia contrarie aifondamenti dello Stato di diritto, di cuisoprattutto i parlamentari non possononon sentirsi responsabili –:

quali iniziative il Ministro abbia in-tenzione di adottare al fine di ripristinarela legalità all’interno del centro di identi-ficazione ed espulsione di Lampedusa e senon ritenga di dover intervenire con ur-genza al fine di far trasferire tutti iprofughi dal centro di prima accoglienzadi Lampedusa e il giovane siriano autoredel video. (4-03057)

RISPOSTA. — In seguito al grave episodioverificatosi nel centro di soccorso e primaaccoglienza di Lampedusa – citato nell’in-terrogazione – è stata immediatamente av-viata la procedura di risoluzione della con-venzione con la cooperativa affidata affida-taria della gestione, per grave inadempienzacontrattuale. Non appena la risoluzionesarà operativa, seguirà l’affidamento a unnuovo gestore, che potrebbe essere indivi-duato in un soggetto di indiscussa capacitàe di assoluto prestigio internazionale qualela Croce rossa italiana, previa verifica dellapercorribilità giuridica di tale soluzione.

Inoltre, sono state fornite precise indi-cazioni alle singole prefetture interessateaffinché – d’intesa con le organizzazioniumanitarie aderenti al progetto Praesidium– dispongano un piano straordinario diispezioni, volte a verificare che, nell’esple-tamento dei servizi erogati nei centri perl’immigrazione, siano sempre tutelati ladignità e i diritti umani dei migranti.

Peraltro, dall’inizio di questa legislaturasono state avviate molte iniziative sul temadell’asilo e dell’accoglienza, sia sul pianooperativo, sia su quello normativo, anche inrisposta al massiccio afflusso di migrantiverificatosi sulle nostre coste; nel corso del2013, infatti, sono giunti in Italia oltrequarantatremila stranieri, più di quattor-dicimila dei quali sono sbarcati proprio aLampedusa.

In particolare, sono state attivate circasessanta strutture temporanee di primis-

sima accoglienza ed è prevista la prossimaistituzione, a San Giuliano di Puglia, di unnuovo centro governativo dedicato ai mi-granti vulnerabili, famiglie e minori inparticolare, nel quale potranno essere ospi-tate fino a mille persone. Nei prossimi mesisi concluderanno pure i lavori di ristrut-turazione del centro di Lampedusa, iniziatiil 10 novembre 2013, che consentiranno diampliarne la capienza fino a più di trecen-tocinquanta posti. Queste iniziativeavranno positive ripercussioni sulla ge-stione del centro, riducendo la possibilitàche si verifichino condizioni di sovraffol-lamento e di eccessiva sollecitazione dellaricettività della struttura.

In ogni caso, nell’ambito del piano deitrasferimenti predisposto dal competentedipartimento del Ministero dell’interno, icittadini stranieri giunti sull’isola di Lam-pedusa vengono rapidamente condotti, amezzo nave o voli charter, verso altri centrie strutture della rete Sprar (Sistema diprotezione per richiedenti asilo e rifugiati)dislocati sul territorio nazionale. Attual-mente, quindi, presso il centro di Lampe-dusa sono presenti tredici persone, a di-sposizione dell’autorità giudiziaria; dopoaver partecipato, a due udienze che sisvolgeranno nelle prossime settimanepresso il tribunale di Palermo, essi sarannoaccompagnati presso il centro di acco-glienza di Pozzallo. Il cittadino sirianoautore del video trasmesso dagli organi diinformazione, invece, si è allontanato arbi-trariamente dal centro nella mattinata del29 dicembre scorso, con una nave diretta aPorto Empedocle.

Per quanto riguarda le fasi successivealla prima accoglienza e i percorsi finaliz-zati all’inclusione sociale, si evidenziano glisforzi, anche finanziari, sostenuti per l’am-pliamento dello Sprar. Tale Sistema, chegarantisce già oggi quasi diecimila posti inaccoglienza (erano tremila negli anniscorsi), sarà ulteriormente potenziato, nelcorso del prossimo triennio, fino a raggiun-gere sedicimila posti. Gli enti locali restanocomunque obbligati a garantire una per-centuale di posti aggiuntivi, qualora se neravvisi l’esigenza, sulla base di un modellodi accoglienza volto sempre più al coinvol-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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gimento attivo e responsabile dei territori.In questo contesto, è stata potenziata anchela rete delle commissioni territoriali per ilriconoscimento della protezione internazio-nale, con l’istituzione di sei sezioni inaggiunta alle dieci commissioni esistenti,che potranno essere ulteriormente aumen-tate fino a un massimo di dieci.

L’impegno del Ministero dell’internoproseguirà con la revisione del capitolatogenerale di appalto per la gestione dei centridi accoglienza, in un’ottica di razionalizza-zione e miglioramento dei servizi attual-mente resi. Inoltre, sarà emanata una di-rettiva generale sulle buone prassi indivi-duate dalle organizzazioni umanitarie checurano il monitoraggio dei centri per im-migrati e saranno fornite precise indica-zioni sui correttivi da apportare per unamigliore organizzazione dei servizi. Sarannoaltresì rivisti i prezzi posti a base delle gareper l’affidamento della gestione dei centri,anche in rapporto alla loro capienza, al finedi elevare gli standard dei servizi erogati.

Sarà cura del Ministero dell’interno ac-celerare i tempi di attuazione delle nuovedirettive comunitarie in materia di acco-glienza dei richiedenti la protezione inter-nazionale (cosiddetta « direttiva acco-glienza ») e di procedure comuni ai fini delriconoscimento e della revoca dello statusdi protezione internazionale (cosiddetta « di-rettiva procedure »). Ciò consentirà di giun-gere, nel minore tempo possibile, a unadefinizione più puntuale delle regole chepresiedono al sistema di accoglienza ita-liano, anche con riguardo all’attività dimonitoraggio e alla regolamentazione degliaccessi ai centri, mediante l’introduzione dinorme che semplifichino le procedure diesame delle domande di protezione inter-nazionale.

Infine – pur nelle attuali ristrettezze dibilancio – il Governo intende affrontarecon risolutezza i problemi connessi al fun-zionamento e alla gestione dei centri perl’immigrazione, promuovendo un significa-tivo miglioramento degli standard di acco-glienza e un maggiore livello di sicurezzadegli stranieri e degli operatori dei centri.Peraltro, la riforma complessiva dell’interosistema di accoglienza richiede un percorso

normativo di più ampio respiro, che ne-cessita di un sostanziale contributo parla-mentare.

Il Sottosegretario di Stato perl’interno: Domenico Man-zione.

MAZZOLI e TERROSI. — Al Ministrodello sviluppo economico. — Per sapere –premesso che:

il modello di sviluppo economico fon-dato su sistemi locali di piccole e medieimprese è in seria difficoltà a causa delmutamento del mercato internazionaleche ha causato l’ingresso di nuovi compe-titor e un processo di frammentazioneproduttiva che ha messo in ginocchio lacultura distrettuale a vocazione manifat-turiera, specie quella di derivazione arti-gianale;

al riguardo, è opportuno sottolinearela tragica situazione del distretto dellaceramica di Civita Castellana che sta af-frontando da oltre un decennio una crisisenza precedenti, sia in termini di fattu-rato, sia sul fronte occupazionale;

inizialmente il malessere ha interes-sato il comparto delle ceramiche dellestoviglierie domestiche, causando la per-dita di 1.800 posti di lavoro con la chiu-sura di 30 aziende, ma alla metà del 2008si è esteso anche al comparto degli articoliigienico sanitari – che all’epoca contavaben 37 aziende sulle 43 totali presenti nelterritorio italiano – registrando un calonella produzione e nelle vendite;

secondo dati Filctem-CGIL nel di-stretto dal 2010 a giugno 2013 si è passatida 3.424 occupati a 2.729, sono statilicenziati o pensionati 814 lavoratori esono stati dichiarati 153 esuberi; 314 la-voratori sono sottoposti a cassa integra-zione guadagni ordinaria, 933 a cassaintegrazione guadagni straordinaria, 164 acassa integrazione guadagni straordinariain deroga, 152 a mobilità in deroga, 93 acontratto di solidarietà;

Atti Parlamentari — XXXIII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 7 FEBBRAIO 2014

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solo nelle ultime settimane, la Cera-mica Flaminia e Catalano srl, due tra lepiù grandi aziende del distretto di CivitaCastellana, hanno comunicato ai sindacatil’intenzione di avviare le procedure dimobilità per una parte dei propri dipen-denti;

si tratta di 119 posti di lavoro: Ce-ramica Flaminia ha dichiarato 39 ecce-denze (24 per cento), compresi gli impie-gati, su 162 dipendenti; Catalano srl ne haannunciate 80 (34 per cento) su 237 la-voratori;

numerose altre aziende sono desti-nate a conoscere la medesima sorte checontempla, purtroppo, solo due alterna-tive: la chiusura o il licenziamento di granparte dell’organico, dovute al permaneredi una tendenza negativa che non accennaa fermarsi;

è necessario attivare un monitoraggiosistematico per individuare i principalifattori di criticità, elaborare strategie uni-tarie per l’intero polo e centralizzare itroppo dispersivi canali di vendita;

occorre intervenire mettendo in attoprovvedimenti volti a promuovere e atutelare l’industria della ceramica italiana,di cui Civita Castellana rappresenta il polomanifatturiero d’eccellenza;

è necessario rilanciare la competiti-vità, con la creazione di una task-forceche agisca da catalizzatore del sistemalocale, promuovendo progetti in comune,avviando la costruzione di nuove reti direlazione tra le istituzioni locali e leimprese, procedendo all’individuazione,ove inevitabile, di possibili strategie diriconversione produttiva, anche puntandoad alleanze con altre imprese del set-tore –:

quali misure intenda mettere incampo per invertire la tendenza negativadel comparto nazionale della ceramica ese ritenga opportuno convocare con ur-genza un tavolo del settore, con le partisociali e gli enti locali, al fine di decideree formalizzare l’attivazione degli interventipiù urgenti per favorire la ripresa produt-

tiva, l’accesso a finanziamenti agevolatiper le imprese e il prepensionamento deiceramisti più anziani. (4-03005)

RISPOSTA. — Il distretto industriale diCivita Castellana costituisce un polo pro-duttivo importante, non solo perché cen-trale nell’economia locale, ma anche peraver contribuito all’affermazione nel mondodel prodotto made in Italy.

Nell’ultimo decennio il polo ceramicoviterbese è stato interessato da una fortecrisi strutturale, che ha messo in seriadifficoltà la competitività dell’intero sistemaproduttivo locale, sempre più incapace diessere protagonista anche nel solo mercatonazionale.

Il « sistema ceramico » di Civita Castel-lana ha pesantemente subito l’ingresso neimercati occidentali di prodotti provenientidal Far east e imposti a prezzi talvoltamolto inferiori ai costi di produzione dellenostre imprese. Ma soprattutto, non hasaputo offrire alternative di alta qualitàcaratterizzate da design e tecnologie inno-vative sia per i materiali utilizzati, sia peri processi produttivi adottati. Il distrettoviterbese, nel quale le piccole imprese (assainumerose) non hanno saputo creare inmodo stabile le necessarie sinergie produt-tive, commerciali e di ricerca, ha quindivissuto un costante degrado che la crisieconomica generale (in particolare si ri-corda la caduta degli investimenti in nuoveabitazioni oltre che nelle ristrutturazionidel parco esistente) ha reso ancora piùgrave.

Su questo stato delle cose, il Ministerodello sviluppo economico, in stretto rac-cordo con la regione Lazio, ha più voltemanifestato la disponibilità a costruirestrumenti di intervento e di supporto aprogetti di riorganizzazione e sviluppo dellastruttura produttiva della ceramica viter-bese. Anche in questa occasione, pur cono-scendo i limiti finanziari che un interventoin quella area incontra, si rinnova quelladisponibilità, auspicando che insieme allaregione Lazio ed alle amministrazioni localiinteressate sia possibile addivenire rapida-mente ad un quadro concreto di riferi-mento.

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Per quanto concerne gli interventi ri-chiesti dagli interroganti quali l’accesso afinanziamenti agevolati per l’impresa ed ilprepensionamento dei ceramisti più an-ziani, di prevalente competenza del Mini-stero del lavoro e delle politiche sociali, siricorda che non sono possibili interventi afavore del costo del lavoro che siano limi-tati a settori specifici od a singoli territori.La legislazione, peraltro, di recente ampia-mente innovata, non prevede il ricorso alcosiddetto prepensionamento ritenuto ec-cessivamente costoso per la finanza pub-blica. La normativa, tuttavia, ha introdottoalcune disposizioni legislative finalizzate afacilitare, con oneri finanziari posti a caricodel datore di lavoro, l’uscita anticipata dilavoratori vicini al raggiungimento dei re-quisiti per il pensionamento.

In particolare, proprio nei casi di ecce-denza di personale, l’articolo 4 della leggen. 92 del 2012 recante « Disposizioni inmateria di riforma del mercato del lavoroin una prospettiva di crescita » ha previsto,previo accordi tra datori di lavoro cheimpieghino più di 15 dipendenti e organiz-zazioni sindacali maggiormente rappresen-tative, la corresponsione al lavoratore, daparte del datore di lavoro, di una presta-zione di importo pari al trattamento dipensione che spetterebbe in base alle regolevigenti, nonché il pagamento all’INPS, sem-pre da parte del datore di lavoro, dellacontribuzione fino al raggiungimento deirequisiti minimi per il pensionamento. A talproposito si sottolinea che il requisito per ilavoratori per accedere al sopra citato trat-tamento di pensione è il raggiungimento deirequisiti minimi per il pensionamento divecchiaia, anticipato nei quattro anni suc-cessivi alla cessazione del rapporto di la-voro.

Per quanto concerne più specificata-mente le società Ceramica Flaminia srl eCastellano srl espressamente richiamatedall’interrogante, il medesimo Ministero hacomunicato che con proprio decreto del 13febbraio 2013 è stato approvato un pro-gramma di crisi aziendale per il periododecorrente dal 5 novembre 2012 al 4 no-vembre 2013 che coinvolgeva i lavoratoridegli stabilimenti siti in Civita Castellana

(Viterbo) ed in Fabbrica di Roma (Viterbo).A seguito della sopradetta approvazione èstata autorizzata la concessione del tratta-mento di integrazione salariale in favore din. 126 lavoratori dipendenti del sito diCivita Castellana (Viterbo) e n. 7 lavoratoridel sito di Fabbrica di Roma (Viterbo), peril medesimo periodo sopra indicato.

Allo stato attuale è presente un ulterioreistanza presentata dalla suddetta società,tuttora in fase istruttoria, per l’accesso altrattamento di integrazione salariale a se-guito della stipula di un contratto di soli-darietà che coinvolge i lavoratori dei duestabilimenti sopra indicati per il periododecorrente dal 18 novembre 2013 al 17novembre 2014.

Il Ministero dello sviluppo economicoconsapevole dell’importanza del settore ce-ramico, inteso nella sua complessità e di-mensione nazionale ove la crisi sta col-pendo anche importanti gruppi multinazio-nali come Ideal Standard, assicura il pro-prio impegno a continuare nellaindividuazione di obiettivi e risorse checoncorrano ad attenuare e indirizzare subinari positivi la pesante situazione in cuiversano le imprese del settore. A tal ri-guardo si ricordano gli incentivi alla ri-strutturazione delle abitazioni che, comedimostrano i recenti dati statistici, hannoindubbiamente apportato benefici anche alsettore della ceramica sanitaria oltre chedelle piastrelle in ceramica. Su questastrada continuerà l’impegno.

Il Sottosegretario di Stato per losviluppo economico: ClaudioDe Vincenti.

MELILLA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

L’INPDAP, dal 27 ottobre 1995, haavviato a Pescara l’attività della casa al-bergo « La Pineta »; questa apertura av-viene a fronte dell’esperienza acquisita conla casa albergo di Monteporzio Catone(Roma) in attività dal 1961;

la casa albergo di Pescara è in gradodi ospitare 119 persone. Una struttura

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moderna costruita per i pensionati auto-sufficienti (accertati da una commissionedi valutazione geriatrica) iscritti al fondodi previdenza e credito per dipendenticivili e militari dello Stato;

questa prestazione, così come tutte lealtre prestazioni di welfare (creditizie esociali), sono finanziate in via esclusivadalla gestione unitaria delle prestazionicreditizie e sociali (il cosiddetto « Fondocredito »), alimentato dal prelievo obbliga-torio – sulle retribuzioni dei dipendentipubblici in servizio – dello 0,35 per centoper quanto riguarda la gestione dipendentipubblici (ex Inpdap); dello 0,80 per centoper quanto riguarda la gestione assistenzamagistrale (ex Enam) e dello 0,40 percento per quanto riguarda la gestione (exIpost); nonché dalla trattenuta dello 0,15per cento per quanto riguarda i pensionatipubblici;

la struttura offre integrazione socialee sicurezza personale. La vita nella comu-nità è cadenzata da numerosi momentidurante i quali si svolgono attività ricrea-tive, culturali e sportive al fine di favorireintegrazione e socialità fra gli ospiti. Par-ticolare attenzione è rivolta all’attività fi-sica, seguita da personale specializzato.Accanto a ginnastica, cinema, teatro, con-ferenze e giochi di società anche assistenzamedica e infermieristica. La casa garanti-sce vitto, alloggio, servizi comuni, assi-stenza sociale, medica, dietetica e infer-mieristica;

per effetto del decreto-legge n. 201del 6 dicembre 2011 « decreto salva Ita-lia »), poi convertito con modificazionidalla legge n. 214 del 27 dicembre 2011,dal 1° gennaio 2012 l’Inpdap è confluitoin INPS e di conseguenza tutto il patri-monio di immobili e di servizi che veni-vano erogati;

il 30 marzo 2012 il CIV riunito inseduta congiunta delibera (Del. n. 351) nelsuo rapporto di fine mandato, le lineeguida 2011-2013 indicando tra le prioritàstrategiche l’ampliamento dell’offerta neiconfronti di anziani e giovani; riguardoalle case albergo sottolinea in un passag-

gio: « Il servizio rappresenta un esempio dieccellenza che non dovrebbe restare ap-pannaggio di pochi utenti. Nell’ambito delpiù ampio progetto di valorizzazione delpatrimonio immobiliare ad uso sociale,che ha subito un arresto a seguito dellasoppressione dell’INPDAP, una delle pro-poste è quella di utilizzare strutture diproprietà dell’ente che risultino a tutt’oggiinutilizzate o sottosviluppate. Viene solle-citata quindi la presentazione di un pianodi razionalizzazione e valorizzazione dellestrutture al fine di evitare il depaupera-mento del patrimonio stesso »;

a fronte del quadro illustrato si evi-denziano alcune preoccupanti criticità:

1) dal luglio 2011 l’amministra-zione cambia le spese a carico degli ospiti:non più con una quota fissa e uniformeper tutti ma con una quota mensile legataall’indicatore ISEE così da determinaremaggiore equità contributiva e nel con-tempo una più adeguata correlazione tracosti e contribuzioni per gli utenti. (De-termina n. 299 del 09 marzo 1999 delPresidente sull’adeguamento delle rette).Tuttavia il suddetto adeguamento e ladifferenziazione per fasce ISEE, ha gene-rato negli ospiti un forte malcontentotanto da aprire un contenzioso ancora incorso che ha prodotto un abbandono dinumerosi ospiti della struttura, al puntotale che lo stesso presidente del CIV hadichiarato: « L’adeguamento delle rette èintervenuto con un approccio e metodosbagliato dell’istituto in quanto avvenutosenza consultazione preventiva (verbaledella seduta congiunta del CIV del 21febbraio 2012);

2) a fronte dell’aumento numerosiservizi (fisioterapia, ginnastica, anima-zione, elioterapia eccetera) dall’anno 2012vengono sospesi e poi, solo alcuni, nuova-mente erogati dopo lunghissime pause (an-che sei mesi di attesa);

3) il bando di accesso per la gra-duatoria 2013 non ancora viene pubblicatolasciando numerosi posti letto inutilizzatie danneggiando così numerosi anziani e leloro famiglie che potrebbero usufruirne;

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questi disagi destano preoccupazionisia per i numerosi ospiti della strutturache per i lavoratori rispetto al futuro dellastruttura –:

quali iniziative intenda mettere incampo per valorizzare e promuovere lecase-albergo di Pescara e MonteporzioCatone (Roma) e se intenda aumentarel’offerta complessiva ad uso sociale comeauspicato dal CIV recuperando e valoriz-zando il patrimonio immobiliare acquisitonegli anni con i soldi dei contribuenti.

(4-01491)

RISPOSTA. — Attualmente sono presentipresso la casa di soggiorno di Pescara « LaPineta » 104 ospiti, che costituiscono laquasi totalità dei soggiornanti che la strut-tura può ospitare.

Per quanto riguarda gli aspetti relativiall’aumento della quota mensile di contri-buto alle spese, addebitato agli ospiti dellacasa albergo di Pescara, il cui costo è legatoall’ISEE (indicatore della situazione econo-mica equivalente), si ritiene che il riferi-mento a tale indicatore rappresenta la mo-dalità più oggettiva per correlare i costi allacontribuzione degli utenti. L’ISEE infatti èil valore assoluto dato dalla somma deiredditi e dal 20 per cento dei patrimonimobiliari e immobiliari dei componenti ilnucleo familiare. Esso consente ai cittadinidi accedere, a condizioni agevolate, alleprestazioni sociali o ai servizi di pubblicautilità.

Tenendo quindi in considerazione taleparametro, le linee di indirizzo del Consigliodi indirizzo e vigilanza per gli anni 2011-2013 hanno previsto esplicitamente l’ade-guamento delle rette, differenziate per fascedi reddito, a carico dei pensionati ospitidelle case albergo. Ciò anche alla luce delleosservazioni che già dall’anno 1998, laragioneria generale dello Stato aveva sol-levato con riguardo all’inadeguatezza dellerette rispetto al servizio offerto.

In effetti la determinazione presidenzialeINPDAP n. 299 del 1999 faceva presente

che, a titolo di quota di partecipazione allespese, ogni ospite corrispondeva, in prece-denza, rapportati ad euro 537,11 mensili incamera singola e euro 914,12 per i coniugiin camera matrimoniale, a fronte di uncosto pro capite pari a 18.000 euro annui,al netto degli oneri per il personale internoe per i costi di manutenzione ordinaria estraordinaria dell’immobile.

Ai fini di una corretta e adeguata pia-nificazione delle nuove tariffe, l’Ammini-strazione ha preliminarmente provveduto arichiedere alle case albergo i dati relativialle attestazioni ISEE degli ospiti presential momento della variazione, al fine diverificarne il livello e la distribuzione.

Quanto ai servizi integrativi della pre-stazione, erogati agli ospiti, quali quellifisioterapici, di ginnastica o animazione,essi sono previsti dai contratti con la so-cietà vincitrice della gara di appalto per lagestione della casa albergo. Eventuali ri-tardi sono da attribuire ai tempi legatiall’attivazione delle rinnovate gare di ap-palto e, al mese di ottobre 2013, essirisultano superati.

In ordine al bando di accesso per lagraduatoria 2013, si evidenzia che il bandoper l’ammissione alla casa albergo è unbando di tipo “aperto”, annuale, senza vin-coli temporali per la presentazione delladomanda di accesso da parte dei pensionati.In tal modo si offre una maggiore possi-bilità riguardo al numero di accoglimentodelle richieste, e si garantisce, con l’appli-cazione dell’ISEE, maggiore equità.

Da ultimo si rappresenta che, nelle moredella ridefinizione della nuova architetturadell’Inps conseguente all’assorbimento del-l’Inpdap e dell’Enpals, sono allo studiointerventi complessivi di valorizzazione ditutte le strutture sociali complessivamenteconfluite nell’istituto, in modo da metterlea disposizione degli iscritti, con particolareattenzione per coloro che versano in con-dizioni di disagio.

Il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali: Enrico Gio-vannini.

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MOGHERINI. — Al Ministro degli affariesteri, al Ministro dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

la Turchia è interessata da diversesettimane da un ampio movimento diprotesta nei confronti del Governo delPrimo Ministro Erdogan, contestazionenata da una specifica mobilitazione sulfuturo di Gezi Park ad Istanbul e sullacontrarietà a progetti di speculazione edi-lizia che avrebbero dovuto coinvolgerequell’area, e ben presto sviluppatasi in unmoto ben più generalizzato per rivendi-care il rispetto da parte delle autoritànazionali dei principi di libertà, di laicitàe di partecipazione democratica nella vitadello Stato turco;

i movimenti di protesta hanno regi-strato una larga adesione popolare, inparticolare nelle grandi città come Istan-bul e Ankara, e una grande attenzione deimedia internazionali, circostanze che tut-tavia non hanno impedito il verificarsi dinumerosi e gravi episodi di scontri e diviolenze tra manifestanti e forze dell’or-dine;

nel prossimo anno accademico 2013/2014, secondo dati forniti dalla Commis-sione europea, circa 4.000 studenti prove-nienti da tutta Europa si recheranno inTurchia per svolgere il programma LLPERASMUS (Lifelong Learning Programme– Erasmus), tra cui anche un centinaio distudenti italiani;

in questi giorni, a seguito degli avve-nimenti citati che stanno interessando laTurchia, molte università italiane si tro-vano in una condizione di incertezza inmerito alla decisione di rilasciare o menoai propri studenti i contratti finanziari e lerelative cartelle Erasmus necessarie perl’effettivo svolgimento del periodo di stu-dio nello Stato turco;

le stesse università italiane, secondoquanto riferito da diversi rappresentantidegli studenti, rivolgerebbero informal-mente a coloro che saranno coinvolti nella

partecipazione al programma Erasmusl’invito ad attivarsi autonomamente perverificare le reali condizioni di praticabi-lità per la loro partenza e di sicurezza peril periodo di loro permanenza in Tur-chia –:

quali siano le valutazioni del Mini-stero degli affari esteri e dell’Agenzianazionale Lifelong Learning ProgrammeItalia – ufficio Erasmus sulle reali con-dizioni di sicurezza, di ordine pubblico,di incolumità e di piena libertà di mo-vimento da assicurare agli studenti ita-liani che abbiano in programma di svol-gere nei prossimi mesi un periodo dipermanenza presso un ateneo turco nel-l’ambito del programma europeo Era-smus, se effettivamente sussistano omeno tali condizioni e se intendano darespecifiche indicazioni alle università ita-liane per il rilascio o il diniego di tuttele autorizzazioni necessarie a riguardo.

(4-02374)

RISPOSTA. — La situazione in Turchia ècomplessivamente sicura. Dalla fine del2002 non vi sono state zone dichiaratesoggette a stato di emergenza. Allo statoattuale vanno considerate ancora zone dicautela quelle situate ad est della linea cheunisce le città di Sivas, Malatya e Mardin,ovvero le zone di confine con l’Iraq e laSiria. Con riferimento alle specifiche situa-zioni di sicurezza relative agli studentiitaliani che effettueranno un periodo distudio in Turchia, e con riferimento allemanifestazioni che la scorsa estate hannocoinvolto, tra gli altri, il movimento stu-dentesco locale, non si registrano ripercus-sioni sulla libertà di movimento e sullasicurezza degli studenti italiani e stranieri.

Resta vivamente raccomandabile, tutta-via, evitare assembramenti e manifestazioni,e controllare costantemente le informazioniche vengono rese note dall’unità di crisisulla situazione sicurezza (http://www.viag-giaresicuri.it/), valide anche per i lavoratoriitaliani in Turchia e per tutti coloro che visi recano, anche per motivi turistici.

L’Agenzia nazionale LLP (Lifelong Lear-ning Program) Italia ha preso di recente

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contatti con l’Agenzia nazionale turca, cheha rassicurato sulla situazione nel loroPaese. La stessa Commissione europea nonsi è espressa su una eventuale sospensionedella mobilità verso la Turchia. L’indica-zione data dell’agenzia nazionale LLP Italiaalle università è stata quella di valutarecaso per caso, rispetto al luogo di destina-zione e di consultare sempre il succitatosito del Ministero degli affari esteri perinformazioni sulla sicurezza dei Paesi esteri.Ad oggi solamente l’università degli studi diTeramo con delibera del senato accademicodell’11 giugno 2013 ha deciso di sospendereper l’anno accademico 2013-2014 la mobi-lità studentesca verso le università turche.

Si rammenta e si consiglia agli studentila possibilità di inserire i dati relativi alproprio soggiorno all’estero, a partire da 30giorni prima del viaggio, nel sito www.do-vesiamonelmondo.it. Si tratta di un serviziodel Ministero degli affari esteri che consenteagli italiani che si recano temporaneamenteall’estero di segnalare – su base volontaria– i dati personali, al fine di permettereall’unità di crisi, nell’eventualità che siverifichino situazioni di emergenza, di pia-nificare con maggiore rapidità e precisioneinterventi di soccorso.

Questo Ministero degli affari esteri nonravvisa elementi ostativi al normale svol-gimento dei programmi ERASMUS in Tur-chia, previsti per l’anno accademico 2013-2014, con l’accorgimento di adottare lemisure sopra richiamate di prudenza e divigilanza durante la permanenza nel Paese.

Il Viceministro degli affariesteri: Marta Dassù.

MONGIELLO. — Al Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo. — Persapere – premesso che:

il territorio settentrionale della Pugliaè storicamente noto anche con la designa-zione di « Daunia », una vasta area geo-grafica che nel primo Millennio a.c. siestendeva dal fiume Tiferno (l’odierno Bi-ferno) all’Ofanto;

secondo la mitologia, infatti, le popo-lazioni indigene di questa area geografica

discenderebbero dal dio Dauno, figlio diLicaone, re dell’Arcadia;

attualmente l’area geografica in que-stione, appartenente alla provincia di Fog-gia, ospita numerosi siti archeologici, tracui quello di Arpi, un esteso insediamentodauno risalente al III-II Millennio a.c.All’interno del sito di Arpi è presentel’Ipogeo della Medusa ed in esso è ospitatal’omonima tomba della Medusa;

si tratta di un’opera funeraria a ca-mera di tipo ipogeico, ricca di valorestorico e simbolo della immensa ricchezzaarcheologica della città di Arpi. Essa èinterrata a più di 5 metri ed era abbellitada decorazioni pittoriche di straordinariabellezza;

la tomba della Medusa nel corso deglianni è stata oggetto di gravi atti vandalicie di furti. Fin dal 1980, quando fu indi-viduata dai « tombaroli », venne completa-mente saccheggiata dei suoi reperti e delsuo corredo e successivamente, nel 1984,sempre i predetti tombaroli la deturpa-rono con un escavatore meccanico, di-struggendone la copertura del vestibolo etrafugandone il frontone che raffigurava laMedusa. Di tutto il materiale fino ad alloratrafugato, solo i capitelli figurati e lo stessofrontone furono ritrovati e riportati nelsito;

nel 1998 la regione Puglia, nell’am-bito dei programmi operativi europei « pop94/99 », ha assegnato specifici fondi (3miliardi di lire) al comune di Foggia(anche quest’ultimo ha contribuito al fi-nanziamento con 555 milioni di lire), perla realizzazione del parco archeologicodella Medusa. L’ipotesi progettuale preve-deva, tra l’altro, la realizzazione di unpercorso museale lungo la rete autostra-dale della A14;

nel corso dei successivi tre anni, acausa di complicazioni amministrative e dicontenziosi nella gestione degli appaltirelativi alla realizzazione del sito museale,i lavori di recupero e di restauro dellaTomba hanno subito gravi rallentamenti enumerose sospensioni, per poi riprendere

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nuovamente nell’aprile del 2001, a seguitodi una perizia tecnica suppletiva chiestadalla competente Soprintendenza per ibeni archeologici della Puglia. Tuttavia, nelluglio del 2002 i lavori furono nuovamenteinterrotti in ragione di problematiche con-nesse alla revisione dei prezzi di appalto;

da ultimo, per consentire la prose-cuzione dei predetti lavori, sono stati as-segnati al parco archeologico della Medusaoltre un milione e mezzo di euro nell’am-bito dell’accordo di programma tra re-gione Puglia e Ministero dei beni e delleattività culturali e del turismo;

a seguito dei lavori di restauro, latomba della Medusa è stata quindi rac-chiusa in una infrastruttura di cementoarmato, dotata di cupole in vetro, di zonedi accesso, di ampie aree per accogliere ilpubblico e per erogare servizi di informa-zione e approfondimento culturale, conall’esterno un’area a verde e locali per gliaddetti alla sorveglianza;

purtroppo, allo stato attuale, latomba della Medusa versa nel più totalestato di incuria, con le strutture di pro-tezione e di arredo rimosse, i servizi e gliimpianti elettrici danneggiati e le vetraturedistrutte. Inoltre, a causa del deteriora-mento delle strutture, essa è soggetta ainfiltrazioni di acqua che ne mettono arischio il prezioso patrimonio archeologicoe artistico, già seriamente compromesso acausa dei continui atti vandalici;

in tale contesto di abbandono sonoanche riprese le azioni di furto e disaccheggio dei reperti archeologici da mitedei « tombaroli ». Si è calcolato che ilnumero dei reperti trafugati dagli anni ’80a oggi nella tomba della Medusa, ammontia oltre 200.000;

va infine fatto presente che questosito, ove fosse gestito e valorizzato inmaniera adeguata, potrebbe rappresentareuno tra i più importanti beni archeologicidel nostro Paese, capace di richiamaremilioni di appassionati e di studiosi datutto il mondo, trasformandosi in preziosovolano economico e di occupazione per un

territorio del Sud che ancora oggi è con-siderato nell’ambito « obiettivo conver-genza » dell’Unione europea –:

se sia a conoscenza dello stato didegrado e di abbandono in cui versa latomba della Medusa, come meglio de-scritto in premessa;

se non intenda intraprendere inizia-tive urgenti volte al recupero, alla prote-zione e alla valorizzazione del parco ar-cheologico della Medusa e della tombadella Medusa;

quali ulteriori provvedimenti e ini-ziative di competenza intenda adottare persalvaguardare il valore del sito in que-stione, nonché per promuoverlo e renderloancora più noto a livello nazionale einternazionale. (4-01998)

RISPOSTA. — In riferimento all’interroga-zione in esame, con il quale l’interrogantechiede quali iniziative questa Amministra-zione intenda assumere al fine di recupe-rare e valorizzare il parco archeologicodella Medusa e della tomba della Medusadel sito di Arpi si comunica quanto segue.

La tomba della Medusa, che insiste nellavasta area della metropoli daunia di Arpi,purtroppo nota per la sistematicità degliscavi clandestini e l’impatto catastrofico ditali attività illegali sul patrimonio archeo-logico, costituisce una delle principali te-stimonianze dell’edilizia funeraria delle ari-stocrazie daune, caratterizzata dalla ric-chezza degli apparati architettonici e deco-rativi.

Il monumento, noto in seguito al sac-cheggio da parte di scavatori clandestinialla metà degli anni ottanta, fu recuperatoe restaurato dalla soprintendenza per i beniarcheologici, in collaborazione con l’istitutosuperiore per la conservazione e il restauro,con fondi ordinari del ministero, tra il 1989e il 1990. Parti delle membrature architet-toniche furono rimosse e esposte presso ilmuseo civico di Foggia.

La strategia di intervento per la coper-tura e la musealizzazione del sito archeo-logico ha, di fatto, creato un « recintoarcheologico » con un breve percorso che

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immette nell’area coperta, in cui insistonole strutture ipogee. Il sistema di protezione,la cui realizzazione si è conclusa nel 2007,ha di fatto isolato il monumento dall’am-biente circostante, con soluzioni costruttiveche, per dimensioni e invasività degli ele-menti portanti e delle copertura in cemento,nonché le eccessive dimensioni dell’areacoperta, riflettono una metodologia proget-tuale risultata, fin da subito, problematicaper il completamento delle opere e la frui-bilità del sito archeologico.

Va anche ricordato che per il comple-tamento dei lavori, rimasti incompiuti, nel-l’ambito dell’Accordo di programma quadro,sottoscritto tra la regione Puglia e la dire-zione regionale per i beni culturali e pae-saggistici pugliese, furono stanziati ulteriorieuro 1.500.000,00. Il comune di Foggia,individuato quale soggetto attuatore, nonha mai trasmesso il progetto alle compe-tenti Soprintendenze e i lavori non sonomai stati avviati.

Allo stato attuale, il progetto denuncia lascarsa validità del modello adottato, privodi connessione visiva con le memorie dellacittà antica e con scelte non calibratenell’ideazione degli spazi fruibili. Si tratta diun’opera non finita per il protrarsi dellefasi attuative di intervento e il venir menodelle risorse finanziarie, oltre che per con-tenziosi amministrativi che vanno riferitialla stazione appaltante rappresentata dalcomune di Foggia.

Ciò ha avuto gravi ripercussioni sul sitoarcheologico per il convergere di attivitàsistematiche di saccheggio e manomissionedelle strutture già realizzate.

Occorre evidenziare come abbia influitonegativamente, nel tempo, l’assenza di unpiano condiviso che individuasse, con ilconcorso di tutti gli Enti competenti, unmodello di gestione dell’area posta in unterritorio rurale caratterizzato da orticol-tura e da produzioni agro-alimentari, privodi reti infrastrutturali che possano definirepercorsi razionali di accesso e visita a unsito archeologico.

Da quanto detto sopra, emerge chiara-mente come le problematiche relative allatromba della Medusa siano ben chiareall’amministrazioni dei beni culturali. Nel

2012, su sollecitazione della Soprintendenzacompetente, la direzione regionale per i beniculturali e paesaggistici della Puglia, al finedi risolvere le problematiche di naturatecnica e amministrativa e attuare un pro-getto di bonifica e recupero (anche dinatura architettonica e ambientale) riferitoalla struttura di moderna realizzazione,profondamente degradata, e, soprattutto, diaffrontare le prospettive di gestione del-l’area, ha istituito un tavolo tecnico di cuifanno parte anche la Soprintendenza per ibeni architettonici e paesaggistici delle pro-vince di Bari, Foggia, Barletta, Andria eTrani, la regione Puglia e il comune diFoggia.

Il predetto tavolo tecnico ha svolto giàalcune riunioni (l’ultima risale al 25 otto-bre 2013) ed in esse sono state avanzateipotesi progettuali a cui la regione Pugliaha garantito sostegno finanziario.

È opinione condivisa del tavolo tecnico,tuttavia, riesaminati gli elementi di criticitàgià a suo tempo riscontrati in ordine alproblematico rapporto relazionale tra laforma architettonica ed il contesto paesag-gistico-ambientale ed alle condizioni di pre-caria accessibilità ad un’area destinata allamusealizzazione ma decentrata rispetto allarete della viabilità principale, che la for-mulazione di proposte progettuali miglio-rative non possa prescindere dalla prelimi-nare definizione di un piano di gestione che,accanto alle forme della cooperazione tra isoggetti a vario titolo coinvolti nei processidi ricerca, fruizione e valorizzazione cultu-rale del sito, individui una priorità d’inter-venti sostenibili sotto il profilo economico-finanziario, seguendo un percorso metodo-logico ispirato dalle linee guida in materiadi costituzione dei parchi archeologici, dicui al decreto del Ministro per i beni e leattività culturali 18 aprile 2012, e dallanormativa regionale di riferimento.

Risulta, inoltre, necessario, sempre se-condo il predetto tavolo tecnico, porre incondizioni di sicurezza la principale emer-genza archeologica, l’ipogeo della Medusa, ilcui stato di conservazione risulta progres-sivamente compromesso dalle cospicue in-filtrazioni di acqua piovana provenienti dalmanufatto di copertura in cemento armato,

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in condizioni di grave degrado a causa dellamancata esecuzione di opere di completa-mento e dei continui atti vandalici perpe-trati in assenza di qualsiasi forma di sor-veglianza attiva e/o passiva dei luoghi;pertanto, si devono attuare, in tempi brevi,inderogabili interventi che assicurino nel-l’immediato la conservazione di una dellepiù significative testimonianze dell’architet-tura funeraria daunia, in attesa della messaa punto di un piano coordinato di azionivolti alla tutela ed alla valorizzazione in-tegrata del sito.

A tal proposito, si deve ricordare che,con nota prot. 40402 del 7 novembre 2013della direzione generale per l’organizzazione,gli affari generali, l’innovazione, il bilancioed il personale dello scrivente Ministero, èstato attribuito alla Soprintendenza per ibeni archeologici della Puglia un finanzia-mento pari ad euro 150.000,00 per inter-venti di tutela e messa in sicurezza dellatomba della Medusa e, a tal fine, la predettaSoprintendenza sta provvedendo all’elabo-razione di un progetto che prevede inter-venti urgenti di restauro, consolidamento,rilievo anche tridimensionale ed elabora-zione di un supporto multimediale, in col-laborazione con l’università di Foggia, chesarà avviato all’inizio del 2014.

Il Ministro dei beni e delle at-tività culturali e del turismo:Massimo Bray.

SCALFAROTTO. — Al Ministro degliaffari esteri. — Per sapere – premesso che:

gli organi di stampa hanno dato no-tizia che domenica 1° dicembre si ètenuto in Croazia un referendum sul-l’emendamento costituzionale che intendelimitare l’istituto giuridico del matrimonioalle coppie eterosessuali;

sempre da organi di stampa si ap-prende che alle urne si è recato solo il37,86 per cento degli elettori. La maggio-ranza dei votanti, il 65,77 per cento si èespressa a favore del « sì » al quesito in cuisi chiedeva: « Vuoi definire il matrimoniocome l’unione tra un uomo e una

donna ? ». Contro questa modifica costitu-zionale si è schierato invece il 33,62 percento dei votanti;

il 24 giugno 2013 il Consiglio del-l’Unione europea ha adottato il documenton. 11492/13 recante « Gli orientamenti perla promozione e la tutela dell’esercizio ditutti i diritti umani da parte di lesbiche,gay, bisessuali, transgender e intersessuali(LGBTI) »;

sia l’Italia sia la Croazia sono mem-bri del Consiglio d’Europa e sottoscrittoridella Convenzione europea dei dirittiumani. Da ultimo con la raccomandazioneCM/Rec(2010)5 del Consiglio dei ministriagli Stati membri è stata avanzata larichiesta di adottare misure per combat-tere la discriminazione sulla base del-l’orientamento sessuale e dell’identità digenere –:

quali azioni intenda intraprendereper conto dell’Italia o di quali iniziativeintenda farsi promotore presso altri Paesial fine di verificare e garantire che idiritti umani in Croazia siano pienamentetutelati e che il referendum in questione,per quanto formalmente insindacabile daparte dell’Unione europea, non risultiessere un espediente che nella sostanzamira ad aggirare gli standard democratici,di rispetto e di inclusione di tutti icittadini – indipendentemente dal loroorientamento sessuale – che devono in-derogabilmente caratterizzare tutti gliStati membri. (4-02859)

RISPOSTA. — In riscontro all’interroga-zione in esame, il nostro Paese mantieneuna posizione di sostegno nei confronti ditutte le iniziative multilaterali volte a pre-venire o a contrastare ogni forma di di-scriminazione basata sull’identità di generee l’orientamento sessuale.

In ambito europeo abbiamo contribuitoalla stesura delle linee guida operativeeuropee per la tutela dei diritti delle per-sone LGBTI (lesbian, gay, bisexual, tran-sgender, intersexual). Le linee guida sonodestinate a fornire indicazioni sulla tuteladella categoria LGBTI alle delegazioni del-

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l’Unione e alle missioni diplomatiche deiPaesi membri e sono state approvate dalConsiglio affari esteri del 24 giugno 2013.

L’Unione europea ha inoltre incluso idiritti LGBTI tra le proprie priorità, as-sieme all’abolizione della pena di morte,alla promozione della libertà di religione,all’abbandono della pratica delle mutila-zioni genitali femminili, della tortura, delrazzismo e la protezione dei diritti dellepopolazioni indigene e dei disabili.

Non vanno, tuttavia, taciute anche al-cune ritrosie sull’argomento, manifestate daalcuni partners dell’Unione in sede di ne-goziato sulle menzionate linee guida euro-pee. Si tratta segnatamente di Bulgaria,Lituania, Polonia e Slovacchia, che nonsembrano avere il sostegno dell’opinionepubblica nazionale, attestata su una lineapiù conservatrice.

L’Italia partecipa al gruppo di Paesi piùimpegnati sull’argomento. Abbiamo cofir-mato, il 17 maggio 2013, un appello controla discriminazione in occasione della gior-nata mondiale contro l’omofobia e la tran-sfobia. L’appello chiede fra l’altro un’azionepiù incisiva e coerente dell’Unione europea.

Siamo anche attivamente impegnati sulversante della discriminazione contro lacategoria LGBTI, in connessione con latutela della libertà di espressione anche informa collettiva, con azioni di tipo bilate-rale, nonché sostenendo le principali ini-ziative multilaterali, sia in ambito Nazioniunite che Consiglio d’Europa.

In merito all’estensione dell’istituto ma-trimoniale alle coppie formate da personedello stesso sesso oggetto dell’interrogazionein esame, si fa presente che il dibattito edi negoziati multilaterali attualmente incorso in ambito Nazioni unite, Unioneeuropea e Consiglio d’Europa non riguar-dano almeno per ora tale problematica.

Il Viceministro degli affariesteri: Marta Dassù.

VARGIU. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

l’articolo 2, comma 3, della legge 1o

febbraio 2006, n. 43, disposizioni in ma-

teria di professioni sanitarie infermieristi-che, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanita-rie e della prevenzione e delega al Governoper l’istituzione dei relativi ordini profes-sionali, stabilisce l’obbligatorietà dell’iscri-zione all’albo professionale anche per ipubblici dipendenti, subordinandola alconseguimento del titolo universitario abi-litante e salvaguardando comunque il va-lore abilitante dei titoli già riconosciuticome tali alla data di entrata in vigoredella stessa legge;

in apparente contraddizione con taleprincipio generale si è espressa la Cassa-zione penale che con sentenza n. 6491 del13 febbraio 2009 stabilisce: « (...) L’obbligod’iscrizione non sussiste per gli infermieriprofessionali che non svolgono attività au-tonoma e libera, ma sono legati da unrapporto di lavoro dipendente anche conuna struttura privata, direttamente o in-direttamente accreditata presso la Pub-blica Amministrazione, considerato che intale caso non esplicano “attività professio-nale mediante contratti d’opera diretta-mente con il pubblico dei clienti”, nonnecessitano di una sorveglianza sulle ta-riffe applicate, in quanto percepiscono unostipendio fisso, rispondono disciplinar-mente al loro datore di lavoro al qualesono legati da rapporto gerarchico, devonoincontrare — nello svolgimento delle lorofunzioni — il gradimento e la piena sod-disfazione della struttura sanitaria pressolo quale lavorano, anche se quest’ultimanon è pubblica ma è comunque accredi-tato e convenzionata con il Servizio Sani-tario Nazionale »;

sostanzialmente, con la sua sentenza,la Corte di Cassazione ha ritenuto disottolineare come l’iscrizione all’albo pro-fessionale configuri un atto di accerta-mento costitutivo, operante erga omnes,dello status di professionista ed è pertantoimposta soltanto a coloro che esercitano la« libera professione » mediante contrattid’opera direttamente con il pubblico deiclienti. L’obbligo d’iscrizione nell’appositoalbo degli esercenti la libera professione diinfermiere (decreto legislativo C.P.S.n. 233 del 1946, articolo 8) sarebbe, in

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definitiva, strettamente connesso alla ne-cessità di portare a conoscenza del pub-blico quali siano le persone autorizzate adesercitare tale professione e di garantireche le stesse siano sottoposte alla vigilanzadei competenti collegi per eventuali aspettidisciplinari e per l’osservanza delle tariffepredisposte;

esercitare liberamente una profes-sione significa compiere atti caratteristicidella stessa, ovvero che una persona, do-tata di un corredo particolare di cogni-zioni tecnico-scientifiche, pone tale suobagaglio culturale, in piena autonomia e afine lucrativo, a disposizione della poten-ziale utenza con continuità e sistematicità.Ciò presuppone il notevole rilievo etico-sociale della professione medesima e lanecessità che la stessa sia monitorata at-traverso l’iscrizione dell’esercente nell’ap-posito albo previsto dalla legge;

risulta all’interrogante che alcuni col-legi provinciali IPASVI, misconoscendo larichiamata sentenza della Corte di Cassa-zione, stiano attualmente inviando dellediffide di pagamento agli infermieri che sitrovano nelle condizioni giuridiche di cuialla predetta sentenza della Corte di Cas-sazione n. 6491 e si sono cancellati daglialbi provinciali di residenza ovvero chenon hanno versato le quote annuali, pa-ventando, in difetto, di rivolgersi diretta-mente alle strutture pubbliche di cui sonodipendenti al fine di verificarne la posi-zione relativamente all’iscrizione all’albo;

la creazione e la regolamentazionedegli albi è competenza esclusiva del Go-verno centrale, anche nelle materie dicompetenza concorrente di Stato e regioni,restando invece nella competenza delleregioni la disciplina di quegli aspetti chepresentano uno specifico collegamento conla realtà regionale;

nello specifico, non risulta essere maiavvenuta la trasformazione dei collegi inordini e albi professionali, pure previstadall’articolo 3 della legge 1o febbraio 2006,n. 43;

la normativa e la giurisprudenzastanno attualmente creando conflitti inter-pretativi nella prassi applicativa delle di-sposizioni in materia di iscrizione agli albiprofessionali –:

se non ritenga opportuno assumerecon tempestività iniziative normative perchiarire la questione della non obbligato-rietà d’iscrizione agli albi professionalidegli infermieri dipendenti di strutturepubbliche, tenendo conto del pronuncia-mento della Corte di Cassazione richia-mato in premessa. (4-01048)

RISPOSTA. — Per quanto riguarda l’inter-rogazione in esame, a cui si risponde aseguito di delega della Presidenza del Con-siglio dei ministri, è opportuno osservareche il caso esaminato dalla Suprema Corte(sentenza n. 6491 del 13 febbraio 2009della sezione VI della Corte di cassazionepenale, concernente l’annullamento di unasentenza della Corte d’appello di Torino,circa l’obbligatorietà dell’iscrizione all’alboprofessionale degli infermieri dipendentidalle pubbliche amministrazioni), si riferi-sce ad un episodio isolato precedente allaemanazione della legge n. 43 del 2006, chefa stato solo tra le parti.

Infatti, la sentenza della Corte di Cas-sazione prende in considerazione solo ildecreto legislativo del capo provvisoriodello Stato n. 233 del 1946 e non la piùrecente legge n. 43 del 2006, che, al comma3 dell’articolo 2, prevede l’obbligatorietàdell’iscrizione all’albo professionale per gliesercenti le professioni sanitarie, estesa an-che ai pubblici dipendenti, quale requisitoessenziale ed indispensabile per poter svol-gere senza condizioni l’attività sanitaria siacome libero professionista sia nell’ambitodel rapporto di servizio in regime di lavo-ratore dipendente.

Pertanto permane valido, allo stato at-tuale, quanto previsto dalla citata leggen. 43 del 2006.

Per quanto attiene alla operatività dellastessa legge n. 43 del 2006 e, di conse-guenza, alla possibilità di attuazione deiprincipi ivi contenuti, si osserva che sol-

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tanto l’articolo 4, concernente la conces-sione della delega al Governo per l’istitu-zione degli ordini e degli albi professionali,risulta essere inapplicabile, in quanto iltermine temporale per la presentazione delrelativo decreto legislativo è scaduto.

I restanti articoli della legge n. 43 del2006, e quindi anche l’articolo 1, sonovigenti.

Il Sottosegretario di Stato per lasalute: Paolo Fadda.

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