L'educazione mediale come prospettiva pedagogica ecologica

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L'educazione mediale come prospettiva pedagogica ecologica Lidia Pantaleo, Marta Marchi XIII ICS e MED Veneto

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L'educazione mediale come prospettiva pedagogica ecologica

Lidia Pantaleo, Marta MarchiXIII ICS e MED Veneto

La realtà in cui si trova immersa la scuola è formattata dai media e dai loro linguaggi diffusi dagli adulti.

Adulti hanno trasformato la società dello spettacolo in società pedagogica, in realtà di fatto!

In questo tipo di società la scuola è schiacciata e posta di fronte a degli alunni il cui orizzonte è così dilatato da perderne i confini.

Ma "i ragazzi sono nudi" (M. Serres, 2013)

Non c'é più distanza. La fisicità ha perso i suoi confini, i ragazzi sono persi e soli dinanzi a tutto ciò.Cosa può e deve fare allora la scuola? Siamo oltre la testa ben fatta? Come uscire dal formato della pagina?

Probabilmente sarà necessario pensare a un nuovo cogito, ad una visione dell'autonomia dell'intelletto dove i contenuti, facilmente reperibili e fruibili in vari formati sul web, non siano oggetto e fine, ma strumenti tra altri strumenti.

La scuola dovrebbe muoversi verso una nuova concezione del sapere che pone l'inventività al centro dell'azione educativa e didattica. Una inventività non frutto estemporaneo del pensiero, ma conseguenza di un agire educativo costante progettuale pensato, agito e condiviso.

Per riuscire in ciò, la scuola non può trincerarsi nei suoi saperi, mantenersi sulla difensiva. Deve accogliere altri sguardi, altri saperi.

Deve uscire autenticamente da sé per ritornare a sé arricchita da nuovi stimoli e nuove prospettive

fare squadra con altre professionalità “fuori dal suo mondo”

mettersi in ascolto autentico

Ascoltare in cinese

trasformare potenziali competitor in alleati

mettersi in ascolto di altri saperi, non necessariamente scolastici, per ritornare in aula arricchiti e liberi di gestire autonomamente la capacità pedagogico-didattica nell'ottica dell'etica della creatività (M. Castells, T. Ibanez, 2014)

Una possibilità concreta è la media education o media literacy• scruta il reale, lo fa leggere, smontare, costruire e ricostruire con

attenzione all’etica e alla responsabilità

• è capace di mettere in comunicazione autentica più linguaggi vicinissimi ai ragazzi

• è agire in una prospettiva pedagogica dove “i diversi” approcci co-costruiscono una azione educativa significativa e autentica.

Siamo immersi nei media, ma ci comportiamo come “il pesce che non sa dell’esistenza dell’acqua” (Marconato, 2013)

Oppure guardiamo questa realtà liquida e digitale dall’esterno come uno che la fissa con ammirazione o uno che la punta con intenzioni poco pacifiche.

I media sostengono in modo quasi naturale i PROCESSI DI APPRENDIMENTO RICCHI.

Non esiste solo il PC o solo il Web!

È necessario un ecosistema di riferimento per un LAVORO INTEGRATO

Diversi saperi, expertise, espressioni creative, linguaggi, media, opportunità… permettono di costruire un ponte che solo in apparenza è precario e difficoltoso da mantenere in essere… In realtà è forte e ricco di possibilità.

Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare.

(Lucio Annio Seneca, lettera 71)

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