L’editoriale Dieta mediterranea Una fiera in Sicilia · della pesca mediterranea della Regione...

8
U na nuova Fiera del Mediterraneo che coinvolga l’intero Mezzogiorno d’Italia e tutti i Paesi europei e non che si af- facciano sul Bacino è la proposta di Acli Terra Sicilia, per fare in modo che dopo l’Expo del 2015 il baricentro dello scambio tra culture agroalimentari possa essere la Sicilia. «Gra- zie al patrocinio del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali e dell’Assesso- rato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Sici- liana, abbiamo iniziato un dialogo – spiega Nicola Perricone, vicepresidente nazionale vicario e presidente regionale di Acli Terra, – per rendere la Dieta mediterranea una oppor- tunità di sviluppo per i Paesi del Bacino del Mediterraneo e un modello culturale e saluta- re per il rilancio del Mezzogiorno». «La fase esecutiva potrebbe partire subito – spiega Fausto Cantarelli, già professore ordi- nario di Economia agroalimentare presso l’università di Parma, – abilitando un giovane laureato per capoluogo di provincia, aderente all’iniziativa, italiano o straniero, purché medi- terraneo, previa frequentazione del master di I livello “Green Economy, Dieta Mediterranea e Sostenibilità Ambientale: Management in Sicurezza, Qualità ed Economia Agro-Ali- mentare”, predisposto dall’Università della Calabria in vista di questa iniziativa e che si trova al suo primo anno di svolgimento» . «Il modello alimentare mediterraneo oltre ad es- sere salutare per le persone lo è anche per l’ambiente poiché si estende oltre il semplice concetto di cibo se si considera che i suoi ef- fetti si riflettono sulla sfera sociale, economi- ca ed ambientale, rendendo la dieta mediter- ranea espressione di uno stile di vita», ha spiegato Santino Scirè, vicepresidente nazio- nale delle Acli. Secondo Fabrizio Nardoni, Assessore alle Ri- sorse Agroalimentari della Regione Puglia, che non era presente ma che ha fornito co- munque il suo contributo al convegno, «la Si- cilia, candidata naturale a regione capofila del biomediterraneo, è in grado di canalizzare tutte le risorse necessarie per l’avvio di un processo di sviluppo durevole e sostenibile dell’economia dell’intera area del Bacino del Mediterraneo». (segue a pag. 3) Dieta mediterranea Una fiera in Sicilia Riprenderanno i lavori della Fondazione, nata nel 2012 con 400 mila euro stanziati per lo start-up ma mai usati Globalizzazione o corsa a ostacoli? ....................................p. 3 Olivicoltura, potatori in gara..........p. 4 Credito, i dati Ismea-Sgfa dividono l’Italia in due..................................p. 5 Gdo, aumenta il potere su produttori e consumatori...............................p. 5 da Acli Terra Trapani......................p.6 da Acli Terra Enna.........................p.6 da Acli Terra Messina....................p.6 Ortofrutta sotto la lente dell’Ue......p.7 Periodico di Acli Terra Sicilia, Associazione professionale agricola Anno IV - Numero 1 - gennaio-aprile 2014 - distribuzione gratuita di Nicola Perricone Presidente regionale e Vicepresidente nazionale vicario di Acli Terra D opo quattro anni di lavoro, sia a livello regionale che nazionale, il nuovo mandato per continuare l’azione di rilancio dell’Associazione rappresenta una importante confer- ma, in un momento politico e socia- le decisivo per l’agricoltura e per le famiglie siciliane. Con la nuova Poli- tica agricola comune per il periodo 2014-2020 abbiamo davanti a noi un’occasione storica per declinare gli interventi in funzione delle pecu- liarità della nostra agricoltura e realizzare un modello di sviluppo territoriale che metta assieme la tradizione e l’innovazione. (segue a pag. 2) L’editoriale Impegno rinnovato per un’agricoltura 2.0 Sommario Da sinistra, Francesco Sderlenga, Michele Zannini, Santino Scirè, Fausto Cantarelli, Giuseppe Castiglione, Nicola Perricone, Antonino Bacarella, Dario Cartabellotta AcliTerra Associazione Professionale Agricola SICILIA

Transcript of L’editoriale Dieta mediterranea Una fiera in Sicilia · della pesca mediterranea della Regione...

Una nuova Fiera del Mediterraneo checoinvolga l’intero Mezzogiorno d’Italiae tutti i Paesi europei e non che si af-

facciano sul Bacino è la proposta di Acli TerraSicilia, per fare in modo che dopo l’Expo del2015 il baricentro dello scambio tra cultureagroalimentari possa essere la Sicilia. «Gra-zie al patrocinio del Ministero per le politicheagricole, alimentari e forestali e dell’Assesso-rato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale edella pesca mediterranea della Regione Sici-liana, abbiamo iniziato un dialogo – spiegaNicola Perricone, vicepresidente nazionalevicario e presidente regionale di Acli Terra, –per rendere la Dieta mediterranea una oppor-tunità di sviluppo per i Paesi del Bacino delMediterraneo e un modello culturale e saluta-re per il rilancio del Mezzogiorno».«La fase esecutiva potrebbe partire subito –spiega Fausto Cantarelli, già professore ordi-nario di Economia agroalimentare pressol’università di Parma, – abilitando un giovanelaureato per capoluogo di provincia, aderenteall’iniziativa, italiano o straniero, purché medi-terraneo, previa frequentazione del master di

I livello “Green Economy, Dieta Mediterraneae Sostenibilità Ambientale: Management inSicurezza, Qualità ed Economia Agro-Ali-mentare”, predisposto dall’Università dellaCalabria in vista di questa iniziativa e che sitrova al suo primo anno di svolgimento» . «Ilmodello alimentare mediterraneo oltre ad es-sere salutare per le persone lo è anche perl’ambiente poiché si estende oltre il sempliceconcetto di cibo se si considera che i suoi ef-fetti si riflettono sulla sfera sociale, economi-ca ed ambientale, rendendo la dieta mediter-ranea espressione di uno stile di vita», haspiegato Santino Scirè, vicepresidente nazio-nale delle Acli.Secondo Fabrizio Nardoni, Assessore alle Ri-sorse Agroalimentari della Regione Puglia,che non era presente ma che ha fornito co-munque il suo contributo al convegno, «la Si-cilia, candidata naturale a regione capofiladel biomediterraneo, è in grado di canalizzaretutte le risorse necessarie per l’avvio di unprocesso di sviluppo durevole e sostenibiledell’economia dell’intera area del Bacino delMediterraneo». (segue a pag. 3)

Dieta mediterraneaUna fiera in Sicilia

Riprenderanno i lavori della Fondazione, nata nel 2012con 400 mila euro stanziati per lo start-up ma mai usati

Globalizzazione o corsa a ostacoli? ....................................p. 3 Olivicoltura, potatori in gara..........p. 4Credito, i dati Ismea-Sgfa dividonol’Italia in due..................................p. 5Gdo, aumenta il potere su produttorie consumatori...............................p. 5 da Acli Terra Trapani......................p.6da Acli Terra Enna.........................p.6da Acli Terra Messina....................p.6Ortofrutta sotto la lente dell’Ue......p.7

Periodico di Acli Terra Sicilia, Associazione professionale agricolaAnno IV - Numero 1 - gennaio-aprile 2014 - distribuzione gratuita

di Nicola PerriconePresidente regionale e Vicepresidentenazionale vicario di Acli Terra

Dopo quattro anni di lavoro, sia alivello regionale che nazionale,

il nuovo mandato per continuarel’azione di rilancio dell’Associazionerappresenta una importante confer-ma, in un momento politico e socia-le decisivo per l’agricoltura e per lefamiglie siciliane. Con la nuova Poli-tica agricola comune per il periodo2014-2020 abbiamo davanti a noiun’occasione storica per declinaregli interventi in funzione delle pecu-liarità della nostra agricoltura erealizzare un modello di sviluppoterritoriale che metta assieme latradizione e l’innovazione. (segue a pag. 2)

L’editoriale

Impegno rinnovatoper un’agricoltura 2.0

Sommario

Da sinistra, Francesco Sderlenga, Michele Zannini, Santino Scirè, Fausto Cantarelli, Giuseppe Castiglione, Nicola Perricone, Antonino Bacarella, Dario Cartabellotta

AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIA

-

(continua da pag.1)Infatti, considerato l’attuale configu-razione del comparto costituito da220.000 imprese agricole di cui200.000 di piccola e media dimen-sione, è indispensabile una defini-zione della figura dell’agricoltore atti-vo che includa l’intera gamma dellecomponenti che effettivamente oper-ano, vivono e lavorano in agricoltura. Per Acli Terra il processo di codeci-sione (Ministero delle Politiche Agri-cole e Conferenza Stato Regioni)deve rendere gli interventi della PACequi, solidali e vicini alle famiglie, maallo stesso tempo l’agricoltura deveuscire da uno schema di settore pro-duttivo da proteggere intrinseca-mente e vedersi riconosciute le suecapacità di promuovere sicurezza ali-mentare di filiera, di intervenire sullasostenibilità territoriale e ambientale,di custodire e valorizzare, insieme aipaesaggi ed alle biodiversità, ancheculture, saperi e tradizioni. La gestione integrata dei fondi eu-ropei rappresenta una novità impor-tante che consente di eliminare le di-visioni per settori economici. Infatti il“multifondo”, approccio partecipativosu tutti i fondi strutturali e la possibil-ità di un loro utilizzo integrato, rapp-resenta un’occasione per far cresce-re le aree rurali con iniziative divalenza sociale, economica e produt-tiva, valorizzando gli itinerari enogas-tronomici, culturali ed ambientali,promuovendo e potenziando il turis-mo in un reciproco scambio di valorieconomici, culturali e sociali. La recente approvazione dell’Assem-blea regionale siciliana del Born inSicily può essere un passo avanti perla tutela e la promozione dei prodottitipici siciliani ancorati ad una biodi-

versità differenziata e non omologa-ta, che ne esalta le caratteristichequalitative mettendo al centro il terri-torio e salvaguardando i produttori.Ma il processo che verrà attivatodeve integrarsi con la Dieta mediter-ranea, oggi patrimonio dell’Unesco,che rappresenta un pilastro dellanostra cultura ma principalmente laproduzione agricola siciliana e puòdiventare una risorsa di Marketingnella comunicazione e nella pro-mozione da un lato dell’enogastrono-mia siciliana e del territorio sicilianonel turismo internazionale. Occorrequindi avviare azioni di comarketingtra agricoltura e turismo al fine di va-lorizzare le risorse enogastronomi-che locali con iniziative pubbliche dirilievo e di interesse, in quanto il mer-cato turistico in Italia svela che visono più di 15 milioni di turisti eno-gastronomici di cui circa la metàstranieri. Nuove sfide si presentano per unmondo, quello rurale, che è in conti-nua trasformazione, per un comparto

agricolo che deve essere maggior-mente tutelato, in quanto assicurafunzioni e servizi che vanno ben oltrela finalità principale di produrre ma-terie prime per l’alimentazione perconsumatori sempre più attenti edesigenti. Infatti oggi abbiamo un’agri-coltura da produzione, sostenuta daimprese agroalimentari, e un’agricol-tura da post- produzione, caratteriz-zata da servizi turistici e ambientalima anche logistici, informativi ed e-ducativi che determinano crescita esviluppo. L’agricoltura può crescere,grazie ad imprese sane, moderne, alpasso con lo sviluppo tecnologicodell’era 2.0, capaci di concorrere allaripresa economica. La politica di sostegno deve essereorientata a favore di imprese vere, in-nanzitutto quelle promosse dai gio-vani, che scelgono per il loro futuro diimpegnarsi nel comparto, ancor piùse questo avviene attraversopratiche di cooperazione e di associ-azionismo professionale e interpro-fessionale. A loro, innanzitutto,bisogna assicurare accesso alla terrae al credito e agevolazioni fiscali mi-rate. Per questo abbiamo scommes-so sulla nascita della Banca dellaTerra, un registro di terreni di propri-età pubblica a cui potranno fare richi-esta i giovani che intendono inve-stire, fare impresa, realizzare strut-ture aggregative, implementare pro-cessi di innovazione di processo e diprodotto. Prossimo passo sarà quello di cer-care di collegare questa iniziativa adagevolazioni per l’accesso al credito,nell’ottica di un aiuto concreto alleaziende che porti allo sviluppo inte-grato del territorio siciliano. (ripro-duzione riservata)

Impegno rinnovatoper un’agricoltura 2.0

2 AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIA g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 4

(continua da pag .1)

«Proprio per valorizzare al meglioquesto modello alimentare e cul-turale partendo dalla Sicilia, ri-

prenderemo i lavori della Fondazione DietaMediterranea –, ha dichiarato Dario Carta-bellotta, assessore per l’Agricoltura, lo svi-luppo rurale e la pesca mediterranea dellaRegione siciliana, – costituita dallo stessoassessorato nel 2012». Secondo lo statuto, laFondazione dovrebbe durare 30 anni dallasua costituzione e il Presidente della Regio-ne siciliana ne è il presidente onorario. «Sitratta di una grande opportunità per l’agri-coltura siciliana –, ha detto Antonino Baca-rella, già professore ordinario di Economia emarketing dei prodotti agroalimentari pressol’Università di Palermo, – che riflette quasifedelmente la piramide alimentare della die-ta mediterranea, riconosciuta nel novembre2010 patrimonio culturale immaterialedell’umanità dall’Unesco». Quando fu costi-tuita la Fondazione poteva contare su 400mila euro di cui 250 mila di capitale inizialee 150 mila di fondi per il funzionamento, cheperò non sono mai stati utilizzati.Per Rosa Giovanna Castagna, presidente

della Cia Sicilia, «Si deve partire dalla dietamediterranea per creare una rete di interven-ti che permettano uno sviluppo del territorionel suo complesso, sviluppo in cui l’ammi-nistrazione regionale deve avere un ruolofondamentale di catalizzatore». «Anche la

Puglia ha avviato un processo di valorizza-zione delle campagne puntando sul territo-rio, e quindi sulla multifunzionalità del-l’agricoltura più che sul prodotto», ha spie-gato Francesco Sderlenga, pugliese, vice-presidente di Acli Terra. «Il grande lavoro èutilizzare i giacimenti culturali come volanoper lo sviluppo del Paese –, ha detto Miche-le Zannini, presidente nazionale di Acli Ter-ra, – ma serve l’aiuto della politica che devedare una mano ai produttori e ai loro rappre-sentanti nella grande impresa di rilanciarestrategicamente l’agroalimentare italiano.In questo contesto la Sicilia, attraverso AcliTerra regionale, sta iniziando un percorsoimportante e impegnativo». «Dobbiamoavere un obiettivo di sistema, iniziando a

valorizzare le tre risorse fondamentali dellaSicilia che sono l’agricoltura, il turismo e lacultura –, ha aggiunto Giuseppe Lupo, de-putato del Pd all’Ars, – lavorando in siner-gia per realizzare iniziative concrete, comela prima Fiera della dieta mediterranea, epuntando su un modello di sviluppo che laSicilia potrà mantenere negli anni». «Questi sono i primi risultati di un dialo-

go iniziato nel 2001 –, ha concluso Giusep-pe Castiglione, sottosegretario di Stato alMipaaf, – ma che deve continuare perché ilsettore potrà contare su oltre 20 mila miliar-di di euro nei prossimi 6-7 anni, che dobbia-mo riuscire ad utilizzare al meglio a partiredalla prossima programmazione 2014-2020». (riproduzione riservata)

Dieta mediterranea, una fiera in SiciliaL’Isola destinata a diventare baricentro dell’agroalimentare di qualità, patrimonio dell’Unesco

3AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIAg e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 4

Nella foto, Giuseppe Castiglione, Nicola Perricone, Dario Cartabellotta, Fausto Cantarelli

In un periodo in cui il termine «globalizza-zione» sembra essere l’unica ancora di

salvezza per le imprese contro la crisi, intutti i campi e nell’export, anche su mercatilontani, arriva una notizia in controtenden-za: l’annuale Rapporto della Commissioneeuropea sullo stato delle «misure restritti-ve del commercio nel mondo» certificache nell’ultimo anno sono state applicate150 nuove gabelle che hanno chiuso ledogane alle merci, anche agroalimentari,in tutto il globo, mentre ne sono state di-sattivate solo 18. In pratica, mezzo mon-do corre a innalzare barriere di ogni tipo allibero commercio e il «locale» (inteso co-me prossimo e vicino) sembra avere piùappeal del «globale». Fino al 2008 il numero di nuove misure re-strittive sale addirittura a 700. La novitàmeno lieta del 2013 è il ritorno delle barrie-re tariffarie, dopo anni di predominanza diquelle relative a standard sanitari, fitosani-tari, veterinari, omologazioni di tipo tecni-co. Argentina, Brasile, Russia e Ucraina

hanno fatto ricorso all’incremento di dazi.Tra nuove barriere tariffarie e non, l’elenconon riguarda solo l’agroalimentare.  Il Sudafrica come nuova potenza econo-mica emergente ha deciso di aumentare idazi all’importazione di tredici prodotti ali-mentari e industriali, e di incrementareanche il prezzo di riferimento per l’importdel grano. Jakarta, la capitale dell’Indonesia, ha alza-to dal 5 al 10% i dazi su otto prodotti ali-mentari per salvaguardare la produzione

nazionale dall’invasione di cibi stranieri eha varato una legge sugli alimenti che pre-vede un complicata etichettatura obbliga-toria, stabilendo che gli scambi commer-ciali dovranno essere effettuati secondo ibisogni nazionali. In Cina due nuove leggisul controllo delle spedizioni nel settoreformaggi e vini hanno aumentato la buro-crazia e costituiscono un disincentivo sulleesportazioni. Inoltre, a causa dei ripetutiscandali in cui latte e pollame hanno mietu-to vittime, Pechino si è dotata di regole sul-l’etichettatura che sono più severe di quel-le europee. Tra le altre misure, vita difficileper i kiwi italiani, con il certificato fitosanita-rio che è un’odissea burocratica. In Brasilee India, infine, si applicano restrizioni al-l’import di vino e, nel primo caso, anchestandard per la stagionatura dei salumi chemettono a dura prova la pazienza dei pro-duttori. Insomma, nel mondo la globaliz-zazione è sempre più una corsa ad ostaco-li. (riproduzione riservata)

GLOBALIZZAZIONE O CORSA AD OSTACOLI?di Federica Terrana

4

Èampiamente con-divisa l’opinioneche la più importanteleva motivazionaleumana sia la competi-zione; ed è per questoche il servizio divul-gazione dell’Assesso-rato regionale del-l’agricoltura della Si-cilia organizza, ora-mai da tre anni, un meeting itinerante con lo scopo di diffondere laforma di allevamento dell’olivo a Vaso policonico. Quindi, conrinnovato spirito competitivo, lo scorso 21 marzo a Ramacca, nelcuore dell’agrumicoltura catanese, dove però l’olivicoltura sta as-sumendo una sempre maggiore rilevanza, si è svolta la terza edi-zione dell’atteso campionato regionale di potatura. Ad ospitarlal’Azienda Agricola Arena, dei fratelli Giuseppe e Michelangelo,che pur non abbandonando le tradizionali colture dell’area, dichia-rano di puntare decisamente all’olivicoltura di qualità perché, an-che in un periodo difficile per l’agricoltura, l’olio extra vergine dioliva trova ancora favorevoli condizioni di mercato. Invece, le dueprecedenti edizioni erano state, rispettivamente, ospitate a Vicari(PA) e a Castelvetrano (TP).Come in precedenza, la competizione è stata organizzata

dall’Unità operativa specializzata Olivicoltura e colture mediterra-nee e dalla SOAT di Lercara Friddi, quest’anno coadiuvata dallaSOAT di Ramacca. Anche questa edizione ha avuto la rilevantecollaborazione del prof. Tiziano Caruso del Dipartimento di scien-ze agrarie e forestali dell’Università di Palermo. Per la giornata in-formativa sono stati coinvolti i professori Davide Neri e PrimoProietti, rispettivamente, dell’Università Politecnica delle Marchee dell’Università di Perugia che hanno messo a disposizione tuttala loro esperienza maturata in anni di attività nella gestione del-l’olivo con la forma del Vaso policonico.Fondamentale il sostegno degli sponsor, a cominciare dall’As-

sociazione produttori olivicoli di Catania (APO) che, con il suopresidente, Gino Catania, ha dato una grande collaborazione, an-che nella parte logistica. Un contributo fondamentale è stato forni-to inoltre dalle Acli Terra Sicilia, attraverso il suo presidente regio-nale Nicola Perricone, dalla ditta Maniscalco Irrigazioni di Sciac-ca e dalla Bahco Italia, azienda leader nel settore delle attrezzaturaper l’agricoltura. Si ringraziano, ancora, le ditte RI.M.A. di Bolo-gnetta (Palermo) e Tenuta Rocchetta di Castelvetrano (Trapani).Questa terza edizione del campionato ha fatto registrare la par-

tecipazione di diciannove concorrenti, provenienti da tutta la Sici-lia, che si sono sportivamente sfidati, a suon di forbici e seghetto,dopo aver seguito con grande attenzione l’illustrazione della provateorico-pratica e gli obiettivi dell’azione effettuata dai relatori edai componenti della giuria. Il regolamento di gara, analogo aquello nazionale, consiste nel potare tre piante senza l’ausilio discale e senza salire sulla pianta, pena la squalifica. È consentitoesclusivamente l’uso di attrezzature manuali, vale a dire: forbici,seghetto, svettatoio e seghetto su prolunga. I concorrenti devonoeseguire rigorosamente il lavoro di potatura in un tempo massimocomplessivo di trenta minuti. Alla fine della gara, una giuria dicinque componenti tra cui: Davide Neri, Primo Proietti, TizianoCaruso, e Francesco Bruscato, regolamento alla mano, hanno va-lutato il lavoro eseguito su ciascuna pianta, assegnando un punteg-gio variabile da 0 a 4 per ognuna delle seguenti voci: conformazio-ne delle cime, conformazione delle branche primarie e secondarie,

l’equilibrio vegeto-produttivo e la valuta-zione complessiva ri-guardante il lavorosvolto dal concorrentesulla pianta in esame.Ad aggiudicarsi il

posto più alto del po-dio Daniele Barresi diScordia (CT), che harealizzato il punteggio

di 53/60; seguito da Angelo Laurino di Riesi (CL), con il punteg-gio di 45/60 e da Antonino Schepisi di Patti (ME), con 41/60. Han-no invece realizzato il punteggio minimo di 36/60, richiesto peraccedere al campionato nazionale, in ordine decrescente: Antoni-no Debilio di Riesi (CL), Giorgio Collura di Prizzi (PA), Alessan-dro Alberghina di Ramacca (CT) e Santo Bono di Sciacca (AG).Per Daniele Barresi, si è trattato di un ulteriore miglioramento

e allo stesso tempo di una riaffermazione considerato che nelledue precedenti edizioni, si era classificato terzo. Ottima la presta-zione di Angelo Laurino e Antonino Schepisi che, da esordienti,hanno ottenuto un’eccellente posizione. Ottimo anche GiorgioCollura, esperto della manifestazione, anche se rimasto fuori dalpodio. Altrettanto buona la prova di Santo Bono che ha miglioratodi molto la sua performance con un punteggio più alto rispetto alleprecedenti esibizioni. Il comitato organizzatore auspica che per laprossima edizione si possa procedere con le preselezioni interpro-vinciali e si possa arrivare alla costituzione di un Elenco regionaledegli esperti potatori, da realizzare sotto l’egida della RegioneSiciliana.Leonardo CatagnanoDirigente UOS Olivicoltura e coltura mediterraneeDipartimento dell’Agricoltura, Regione Siciliana

Olivicoltura, potatori siciliani in garaAd aggiudicarsi il primo premio è stato Daniele Barresi di Scordia (CT) con un punteggio di 53 su 60

Èuna forma di allevamento concepita per l’olivo negli anni’30 da studiosi del calibro di Roventini e Tonini che propo-sero il sistema negli oliveti della costa tirrenica della Toscana ein Umbria, con risultati che si rivelarono al tempo sorprendenti.Consiste, in sintesi, nel individuare sulla pianta 3-4 brancheprimaria e, su ciascuna di queste, la cima; ossia, il prolunga-mento della branca che dovrà avere la funzione di regolare ilflusso linfatico ascendente e, quindi, anche la distribuzione del-le sostanze nutritive sulle brache secondarie e fruttifere. Ognibranca primaria dovrà avere la forma di un cono rovesciato conl’apice leggero e la base sempre più “piena”, nel verso alto/bas-so. Dalle branche primarie si svilupperanno le brache seconda-rie che dovranno essere ben distanziate per aumentare il piùpossibile la superficie fogliare elaborante (LAI). Il sistema pun-ta a sostituire la forma ad “ombrello”, molto diffusa in alcunearee della Sicilia, che si presenta “acefala”, dove la chioma sisviluppa orizzontalmente, determinando squilibri vegetativi, unprecoce invecchiamento delle brache primarie, per eccessivaesposizione alla radiazione solare, alti costi della potatura, spe-cialmente se la stessa non è annuale, a causa degli impegnativie lungi interventi di pulitura dei numerosi succhioni che si svi-luppano soprattutto sulle brache primarie. La forma sarebbe an-che la più adeguata per la diffusione della raccolta con scuotito-re da tronco per una più efficiente distribuzione dell’energiadiffusa dal braccio meccanico. (riproduzione riservata)

La curiosità - Cos’è il vaso policonico

g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 4AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIA

5

La grande distribuzione organizzata (gdo) ha sempre più pote-re nel mercato degli alimentari e questo potrebbe avere riper-cussioni anche a danno dei consumatori, in quanto rende difficileabbassare i prezzi. A mettere in luce le criticità del settore è l’An-titrust, che ha concluso l’indagine conoscitiva sul ruolo di super-market e ipermercati nella filiera agroalimentare e assicura chevaluterà con attenzione i nuovi assetti di merca-to, intervenendo anche con i nuovi strumentiprevisti dalla normativa. Dall’indagine, termi-nata nelle scorse settimane, emerge un «au-mento del potere di mercato della grande distri-buzione organizzata nei rapporti commercialicon i fornitori, anche attraverso un rafforza-mento del ruolo delle centrali di acquisto». L’Autorità guidata daGiovanni Pitruzzella individua criticità che riguardano sia le ca-ratteristiche strutturali sia quelle di funzionamento del settore. Egli effetti «si riverberano non solo sulle condizioni economichenel mercato a monte dell’approvvigionamento, ma anche in quel-lo a valle delle vendite, con possibili ripercussioni a danno deiconsumatori finali». Tre i punti salienti dell’analisi. Innanzitutto,la differenza tra la concentrazione contenuta a livello nazionalema non a livello locale, dove esiste un «grado di concentrazione

molto alto, che pesa sui rapporti di forza degli attori della filiera».In secondo luogo è aumentata la presenza delle supercentralid’acquisto (7 in tutto, che aggregano 21 catene, con una quotadelle vendite nazionali complessive della Gdo pari a quasil’80%), nate per rispondere alla pressione concorrenziale deigrandi gruppi internazionali, ma che negli ultimi anni «hanno su-

bito trasformazioni che sollevano problemiconcorrenziali», prima tra tutte la «variabilitàdella loro composizione, con operatori che en-trano e escono dalle diverse centrali». Infine,«emerge un quadro di rapporti conflittuali traproduttori e Gdo sui contributi versati dai pri-mi a fronte della prestazione di servizi esposi-

tivi, distributivi e promozionali», che mette in difficoltà i fornito-ri. Si tratta del trade spending, un termine che i tecnici utilizzanoper indicare l’insieme dei costi accessori che i fornitori devonoversare alle imprese della grande distribuzione organizzata a tito-lo di remunerazione dei servizi resi. Il fenomeno nell’ambito del-la filiera agroalimentare sembra avere contribuito, da un lato, adaumentare la conflittualità tra produttori e distributori e, dall’al-tro, a indebolire la competizione sui prezzi finali, senza generarevantaggi per il consumatore. [f.t.]

g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 4

I dati sul credito dividono Nord e SudL’analisi di Ismea-Sgfa sul periodo 2007-2012 parla di un’Italia a due velocità

In sei anni, tra il 2007 e il 2012 il creditcrunch, per intenderci la stretta crediti-zia, ha sottratto in campagna quasi mezzomiliardo di finanziamenti alle imprese agri-cole. Una decrescita del 3% in media l’an-no, frutto degli andamenti fortemente diffe-renziati nei vari territori. Sono alcuni deidati forniti da Ismea-Sgfa che mostrano unquadro sul dualismo tra nord e sud anche incampagna. Differenza non solo sul pianostrutturale, con dimensioni aziendali chetoccano punte di 14,4 in media nel Nord-ovest e valori minimi di 5,1 ettari al Sud,isole escluse. Ma anche sull’evoluzione delcredito, dove nel Mezzogiorno il volanodei finanziamenti bancari sta peggiorandouna situazione già critica. Nel Centro-sud l’evoluzione del credito

agrario è stata fortemente negativa. Ridu-zioni a doppia cifra che hanno sottratto de-naro contante alle aziende, comportandouna riduzione del credito del 15% nelle re-gioni centrali e dell’11% nel Mezzogiorno.Al Nord, diversamente, negli ultimi anni leimprese hanno potuto beneficiare di unamaggiore apertura da parte degli istitutibancari. Precisamente, nel Nord-ovest i da-ti segnano una crescita dell’1%. Ma nelNord-est l’evoluzione in sei anni registraun aumento del 3% annuo. Al Nord, inol-tre, finisce più del 70% dei prestiti, mentreil Centro-sud intercetta solo il 29% residuo.Risulta ancora più critico lo spaccato nelle

campagne del Mezzogiorno dove mancanole risorse per investire e ammodernare leaziende. Se si guarda alla durata dei prestitibancari, emerge un crollo del 15% del cre-dito a medio termine e dell’11 dei mutui alunga durata, finalizzati all’ampliamentodella maglia poderale o alle ristrutturazioni.Peggiora la situazione sulla stretta crediti-zia del Centro Italia, dove il medio terminecede il 18% ogni dodici mesi e il lungo ter-mine il 10%. Le aziende delle regioni cen-trali sono le uniche a subire un tracollo an-

che sulle linee di credito a breve termine,destinate a coprire i costi di esercizio. Un -39% che stride rispetto al 72% di crescitasperimentato nel Nord-est, ma che apparein controtendenza anche rispetto al +6%del Nord-ovest e al 3% di aumento rilevatonelle regioni meridionali. A livello nazio-nale a una crescita del 10% dei finanzia-menti a breve (entro 18 mesi) si è contrap-posta un’evoluzione negativa del creditosia a medio sia a lungo termine, con ridu-zioni rispettivamente del 9 e 2%. Il primatodei finanziamenti nei territori del Nord-ovest è assegnato alle aziende agricolelombarde. Nel 2012 la Lombardia ha capta-

to quasi due terzi delle erogazioni comples-sive dell’area. Segue il Piemonte con il34% e la Liguria con appena il 2% di quota.Il distretti emiliano-romagnolo e venetoraccolgono al Nord-est il 90% dei flussicreditizi. Nelle aziende del Friuli VeneziaGiulia confluisce l’8% e il 2% residuo nelTrentino-Alto Adige. Forti le differenzenelle dinamiche regionali: sia in Emilia-Romagna sia in Veneto il credito ha fattosegnare incrementi del 7 e 2%. Pesante-mente negativa, invece, l’evoluzione inTrentino-Alto Adige (-13%), affiancata daun -4% nel territorio friulano. Al CentroItalia la ripartizione regionale si presentameno paralizzata. La dinamica appareovunque negativa con riduzioni che tocca-no punte di -18% nel Lazio e -16% nellecampagne toscane. Infine al Sud, Abruzzo,Puglia e Sicilia risultano tutte con quote aldi sopra del 20% del credito agrario del-l’area. Il credito nelle campagne è ostacola-to dalle entità dei finanziamenti, inferiorialle richieste, dagli alti tassi di interesse edai lunghi tempi di istruttoria. Non si esclu-dono fenomeni di credit crunch passivo,causati, nello specifico, da un atteggiamen-to rinunciatario da parte delle aziende. Infi-ne, i dati della Banca d’Italia segnano unadinamica fortemente negativa dei prestiti,con il monte finanziamenti a famiglie e im-prese che ad agosto ha fatto segnare unacontrazione annua del 32%. [f.t.]

Gdo, aumenta il potere su produttori e consumatoriL’indagine conoscitiva dell’Antitrust su supermercati e iper mette la grande distribuzione sotto la lente

AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIA

6

Un geologo alla guida dell’associazione nello StrettoRinnovato il Comitato provinciale di Acli Terra Messina

Giusy Messina, una donna al topCambiano i vertici di Acli Terra Enna

Occhio al futuroAcli Terra Trapani

g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 4

A seguito del congresso che si è svolto a Messina giorno 7/11/2013 al-la presenza del presidente regionale di Acli Terra Nicola Perricone edel presidente provinciale delle Acli di Messina Antonio Gallo, è statorinnovato il comitato provinciale di acli terra Messina.Nella prima riunione tenutasi a Messina giorno 18/11/2013 il comitatoprovinciale ha eletto all'unanimità come nuovo presidente di Acli TerraMessina, il dott. Soccorso Stimolo e su proposta del neo presidente inuovi componenti della presidenza: Claudio Bartucciotto, che ricopriràla carica di vice presidente e Antonino Scimone, che invece svolgerà lefunzioni di segretario.Soccorso Stimolo, 36 anni, svolge la professione di geologo a Casteldi Lucio (Me), in cui ricopre anche la carica di consigliere comunale; èattivamente impegnato nelle Acli dal 2004 e dal 2010 è componentedel consiglio provinciale. “Sono onorato di rappresentare questa asso-ciazione”, spiega il neopresidente, “ed esprimo un forte ringraziamentosia al presidente provinciale delle Acli di Messina, Antonio Gallo che alpresidente regionale di Acli Terra, Nicola Perricone, per avere ricono-sciuto la guida dell'associazione ad un uomo che vive giornalmente inun area delle provincia marginale e distante dalla città, ma fortementelegata ai costumi di vita di un mondo agricolo, che oggi vive serie diffi-coltà ma che attraverso una rivisitazione e trasformazione delle attivitàagricole può costituire il punto di partenza per il rilancio della nostraeconomia”.Il suo impegno sarà principalmente quello di radicare Acli Terra in tuttala provincia, attraverso iniziative specifiche nei vari territori finalizzatealla promozione e tutela di tutte le realtà rurali. “Si tratta -, spiega il neo

presidente, “di promuovere uno sviluppo associativo diverso, che ve-de l'associazione impegnata a far conoscere nuove prospettive di svi-luppo agricolo alle comunità locali e specialmente a quelle montane.Per questo Acli Terra Messina deve assicurare e potenziare la rete diservizi a supporto delle aziende agricole presenti nel territorio; devesvolgere un'azione politica a tutti i livelli per agevolare gli investimentiin agricoltura, compresa la formazione dei giovani agricoltori e fronteg-giare le speculazioni di un mercato globale che vede penalizzati sem-pre di più i piccoli produttori; deve rivendicare una giusta riforma dellaPAC ed un nuovo PSR più vicino ai territori e a sostegno di una nuovapolitica agricola che integra fra loro valori civili, culturali, economici edambientali; deve promuovere eventi e pubblicizzare i prodotti agroali-mentari locali che fanno parte della dieta mediterranea che ormai vie-ne riconosciuta da tutti come uno stile divita sano, ma che nello stesso tempopuò essere volano per un economia chelega l'agricoltura e i prodotti al territorio”.Infine ribadisce che la capacità organiz-zativa di Acli Terra nel territorio provincia-le passa attraverso una politica di inte-grazione di tutto il sistema Acli, che devesostenere e condividere ogni iniziativaintrapresa da un'associazione specificae presentarsi al territorio come soggettoattivo e capace di proporre nuovi modellidi sviluppo socio-economici.

Laureata in Economia e gestione delle Im-prese agroalimentari, abilitata alla liberaprofessione ed iscritta all’Ordine dei Dottoriagronomi e forestali della Provincia di Enna.Dal 2010 svolge attività di consulenza attra-verso il proprio studio di consulenza ed ilCaa. “Grazie a queste esperienze ho avutola possibilità di conoscere altri liberi profes-sionisti e di collaborare con loro, e soprat-tutto dal confronto con i più “anziani edesperti” ho appreso gran parte delle proble-matiche sulle varie fasi di realizzazione diprogetti di finanziamento relativi al Pro-gramma di sviluppo rurale della Regione Si-ciliana”, spiega la neo-eletta. “Le esperien-ze formative mi hanno consentito di svolge-re attività di consulenza e di responsabilitàcon il Caa Acli. Nella campagna 2013 mi so-no dedicata alla compilazione della Doman-da unica di aiuto ed ho potuto constatare larealtà che caratterizza lo sportello Caa Aclidi Enna. Si tratta di una piccola realtà com-posta per la maggior parte da produttori oli-vicoli e per la restante parte da aziende ce-realicole spalmate in tutto il territorio provin-ciale”. Il territorio ennese, per quanto di ri-dotte dimensioni, offre un ampio ventagliodi prodotti derivanti dal settore agricolo cheprovengono dalle coltivazioni di grano duro(storicamente il centro Sicilia ed in partico-lare il territorio di Enna erano il granaio del-l’Impero romano), da uliveti e mandorleti,per lo più in produzioni biologiche diffuse intutto il territorio, dagli ortaggi, anche in col-ture protette nella zona di Barrafranca, agliagrumeti nelle zone di Catenanuova e Cen-turipe, dai prodotti derivanti dagli alleva-

menti zootecnici della zona settentrionaledella provincia (Nicosia, Cerami, Troina,Gagliano, Agira) come salumi e prodotti ca-seari, alla coltivazione di pesche e fave nelterritorio di Leonforte, Nissoria e Assoro.Inoltre la “pesca di Leonforte o tardiva” de-nominata “Settembrina” è un prodotto IGP eche la “fava larga o fava di Leonforte” è sta-ta ufficialmente inserita nella lista dei pro-dotti agroalimentari tradizionali italiani delMinistero delle Politiche Agricole, Agoali-mentari e Forestali. Importante è la produ-zione del piacentinu ennese, formaggio fat-to con latte di pecora che ha ottenuto il mar-chio dop, e non di minore importanza sono iprodotti come l’olio extravergine di oliva e ilPan Dittaino. “Questo vasto paniere offre al-le aziende agricole locali la possibilità dispecializzarsi su determinate coltivazioni inbase alla zona in cui si trovano”, concludel’esperta, “e a noi tecnici la possibilità di gui-darle ed accompagnarle verso produzionisempre più specializzate e di alta qualità inmodo da risollevare l’economia del settore,stimolare i giovani al ritorno alle campagnee diffondere l’idea di associazionismo”.

di Leonardo Peralta Acli Terra Trapani intende avviare una nuovafase, potenziando e rilanciando i servizi giàesistenti e istituendo nuovi servizi di suppor-to agli operatori agricoli, per promuovere evalorizzare le eccellenze dell’agroalimentaredel territorio, attraverso un azione sinergicafra tutti gli operatori della filiera. Le proble-matiche del comparto sono molteplici: lascarsa competitività dovuta alle carenzestrutturali. Laframmenta-zione azien-dale. Lamancanza dia d e g u a t eazioni siner-giche voltealla promo-zione e alla comunicazione, e non ultima lamancanza di un ricambio generazionale.Tutto questo si traduce in una mancanza diredditività dell’azienda agricola. In conse-guenza di ciò, dobbiamo puntare alla com-mercializzazione diretta dei nostri prodotti,supportando in modo serio e concreto il si-stema cooperativistico e non solo, con politi-che mirate ed efficienti. Dobbiamo alzare latesta e non essere più succubi di sciacalli edi aziende non del territorio, i quali avendoa disposizione risorse finanziarie, nonché igiusti canali commerciali e sfruttando ilbrand Sicilia per ottenere profitti. Il momento economico è difficile ma dobbia-mo avere il coraggio di cominciare a cammi-nare con le nostre gambe, perché è sono co-sì che potremmo dare un futuro alla nostral’agricoltura e alle generazioni future.

dalle sedi provinciali

AcliTerraAssociazione Professionale Agricola

SICILIA

Qualcosa si muove nel-l’ortofrutta in Europa.Cambiano le regole di

funzionamento della politica disostegno settoriale.Le importanti novità arrivanoda Bruxelles che vedrà al lavo-ro nei prossimi mesi anche glioperatori agricoli italiani.La prima riguarda la propostadi revisione dell’ocm, la riforma

dell’organizzazione comune dimercato di settore del 2007, daparte della Commissione euro-pea che l’ha ufficializzata nelcorso del Consiglio agricolo.Allo studio norme più rigorosesull’esternalizzazione delle at-tività commerciali delle orga-nizzazioni dei produttori (op).Il primo rapporto dell’Esecutivoeuropeo e l’avvio di una con-

sultazione pubblica, che hapermesso di raccogliere il pa-rere dei diversi soggetti e orga-nismi interessati, ha dato il viaal processo di riforma. Era laprimavera del 2012.Mesi di lavoro e attese per laconclusione della riforma ge-nerale della pac, hanno porta-to la Commissione a una con-clusione. Adesso è pronta esta per comunicare i propriorientamenti e le proposte chesaranno oggetto di negoziatocon le altre istituzioni europeeprima di divenire norme ufficialicui i produttori, le op e gli altrioperatori economici dovrannosottostare.In merito all’esternalizzazione,il settore ortofrutticolo è in con-tinua evoluzione grazie alletecnologie, anche informati-che. Soprattutto se si pensache prima del telefono, del faxe della posta il commercianteera costretto a recarsi perso-nalmente alle fiere portandocon se la copia commissione esi valutava l’opportunità e il va-

lore della partecipazione sullabase degli ordini effettuati. Inoltre in passato per rispar-miare, sia in termini economiciche lunghi e faticosi viaggi, ilcommerciante valutava lagamma di offerta disponibile inun’unica fiera per raccoglieregli ordini. Uno scenario nettamente cam-biato. Il rapporto fisico, quellodel faccia a faccia, diviene viavia meno importante anche inun settore legato alle tradizionicome l’ortofrutta. Adesso stan-do comodamente seduti sullapoltrona di casa, grazie ad unpc, si può con un sempliceclick trovare l’indirizzo delleprincipali catene distributive ditutto il mondo. Oppure si arrivaanche all’email dei responsabi-li dell’ortofrutta e dei loro im-portatori di fiducia. Se serve uncampione dimostrativo, i tempiper arrivare dall’altra parte delmondo si sono dimezzati attra-verso la nave o l’aereo, se sivuol fare più in fretta. (riprodu-zione riservata)

L’ortofrutta sotto la lente dell’Ue

Pulire, spellare e togliere le interiora dai calamari. Sciacquarli e metterli a scolare. Nel frattempo togliere le parti più dure dai car-ciofi ricavandone il cuore e successivamente tagliarli a dadini.In una padella mettere dell’olio d’oliva con lo scalogno e fare soffriggere dolcemente. Aggiungere i tentacoli dei calamari tagliatipiccoli e i carciofi, un pizzico di sale ed il pepe bianco e dopo averli spadellati per bene sfumare col vino rosso. Lasciare cuocereper 5 minuti circa e, una volta  raffreddati, aggiungere il pan grattato integrale. Ottenuto un composto omogeneo e consistente,riempire i calamari fino a tre quarti e chiuderli con dei bastoncini di legno. Metterli in forno per 15 minuti circa a 180 gradi con un fi-lo d’olio ed una spolverata di sale. Per preparare la Bisque occorre sgusciare i gamberi e mettere i gusci e le teste in una piccolacasseruola insieme alla cipolla e la carota tritati finemente e alcuni pezzetti di cannella in bacche aggiungendo un filo d’olio e farerosolate a fuoco moderato.In seguito, versare il brandy e fare flambare il tutto in modo che l’alcool evapori e si bruci completamente. A questo punto aggiun-gere l’acqua fredda, il concentrato e fare cuocere per circa un’ora. Appena pronto passare al setaccio il tutto e rimetterlo sul fuocoper altri 10 minuti aggiungendo i gamberi che avevamo sgusciato. Spento il fuoco, frullare il tutto in modo da ottenere una salsaomogenea che in seguito legare con l’amido o la lecitina di soia, a seconda della densità voluta. Per comporre il piatto prendere icalamari e tagliarli trasversalmente. Poi metterli a scala su un julienne di radiccio e con un cucchiaio porre sopra la bisque. Taglia-re a spicchi il formaggio alle vinacce e comporre il piatto a piacere, condendo il tutto con un filo d’olio d’oliva.

CALAMARO RIPIENO AL CARCIOFO UBRIACO,con bisque di gambero rosso e stagionato alle ciliegie

Ingredienti per 4 persone:4 calamari da 300g circa4 carciofi di Cerda2 cipollotti di scalogno1 bicchiere di nero d’Avola50 g. pangrattato integraleOlio extravergine d’oliva BiancolillaSalePepe bianco8 piccoli spicchi di formaggioaffinato alle vinacce rosse

Per la bisque:300g. Di gambero rossodi Mazara del ValloMezza cipolla1 carotaQualche pezzetto di cannella in baccheMezzo bicchiere di brandy o cognac50g. concentrato di pomodoroAcqua freddaSaleAmido di mais o lecitina di soia qb

pagina a cura di Federica Terrana

a tavola

g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 47AcliTerra

Associazione Professionale AgricolaSICILIA

UFFICI PER L’ASSISTENZA ALLE IMPRESE AGRICOLE

g e n n a i o - a p r i l e 2 0 1 48

ACLI TERRAAGRIGENTOVia Dinocolo, 392100 - Agrigento (AG)Tel.: 0922 596560 Fax: 0922 594221 [email protected] www.acli.agrigento.it

ACLI TERRA CALTANISSETTAVia Malta, 10593100 - Palazzo Pastorello Caltanissetta (CL)Tel./Fax: 0934 591640 [email protected] www.acli.cl.it

ACLI TERRA CATANIACorso Sicilia, 11195131 - Catania (CT)Tel.: 095 321286 Fax: 095 2503240 [email protected]

ACLI TERRA ENNAVia IV Novembre, 894100 - Enna (EN)Tel./Fax: 0935 38216 [email protected]

ACLI TERRA MESSINAVia Beata Eustochia, 1598100 - Messina (ME)Tel./Fax: 090 409861 [email protected]

ACLI TERRA PALERMOVia Trapani, 390141 - Palermo (PA)Tel.: 091 7434702 Fax: 091 7434713 [email protected] www.aclipalermo.it

ACLI TERRA RAGUSAVia S. Anna, 12797100 - Ragusa (RG)Tel./Fax: 0932 623262 [email protected]

ACLI TERRA SIRACUSAVia Demostene, 196100 - Siracusa (SR)Tel.: 0931 65468 Fax: 0931 483689 [email protected]

ACLI TERRA TRAPANICorso Italia, 6691100 - Trapani (TP)Tel.: 0923 22258 Fax: (0039) 0923 546315 [email protected]

Acli Terra Sicilia magazine - Periodico di Acli Terra SiciliaANNO IV - numero 1, Gennaio - Marzo 2014Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 26 il 6/10/2010Direttore editoriale: Nicola PerriconeDirettore responsabile: Annalisa RicciardiHanno collaborato: Leonardo Catagnano, Francesca Gallo, Federica Terrana, Viviana Pisciotta, Giusy Messina, Leonardo Peralta, Saverio Fontana.Sede: Via Francesco Crispi, 120 - 92100 PalermoE-mail: [email protected] - Sito web: www.acliterra.sicilia.itStampa: Grafiche «T. FAZELLO» - Via F.lli Cervi, 13 - Tel. 0925 23701 - Sciacca (AG)