L’ECO DI SUZZARA · cui la città di Genova ha dedicato una piazza. Per Negri si è parlato di...

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L’ECO DI SUZZARA Mensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XIII > N. 5 > Maggio 2015 > e 1,50 Wainer Mazza 40 anni da cantastorie

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L’ECO DI SUZZARAMensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XIII > N. 5 > Maggio 2015 > e 1,50

Wainer Mazza40 anni

da cantastorie

2 L’ECO DI SUZZARA > n. 5 > maggio 2015

L’ECO DI SUZZARAPeriodico mensile iscritto al Registro Stampa del Tribu-nale di Mantova in data 14/12/2002 al n. 14/2002

Direttore responsabile: Vanni Buttasi

Editore: Bruno Melli – via Curtatone e Montanara, 10 Suzzara (Mn) – Tel. [email protected] – www.ecodisuzzara.it

Impianti e stampaPubli Paolini s.r.l. – via R. Zandonai, 946100 Mantova – tel. 0376.380768 [email protected]

Il numero è stato chiuso in tipografia giovedì 7 maggio 2015

Suzzaresi dimenticatidi Vanni Buttasi

Memoria. Un vocabolo che, troppo spesso, vie-ne dimenticato. Nostalgia, una parola che evo-ca ricordi lontani. Eppure la Storia è memoria, talvolta anche un po’ nostalgica. E poi, in una società frenetica come la nostra, dove basta un clic per cancellare il pensiero scritto solo un se-condo prima, diventa sempre più difficile par-lare di Storia. Io direi, invece, di storie. Una premessa che mi porta a toccare un argomento come la toponomastica della nostra Suzzara. Purtroppo ci si dimentica troppo presto delle persone che hanno fatto il bene della comunità. Nella nostra città ci sono vie intitolate a rivolu-zionari, che hanno combattuto per la loro pa-tria in posti molto lontani da noi, o ad attori e registi che hanno fatto grande il cinema: tutti non hanno avuto nulla a che fare con Suzzara. In questo caso non voglio accusare nessuno, anzi, ma sarebbe bene d’ora in poi privilegiare i personaggi di casa nostra: troppo provinciali-smo, ma ben venga. E, continuando così, mi decido a fare i nomi: a cominciare da Giovanni Negri, intellettuale fine, “padre” del rilancio de-gli autori della Bassa e docente illuminato, per proseguire con un’attrice come Olga Villi o uno sportivo come Paolo Marocchi, a cui la città di Genova ha dedicato una piazza. Per Negri si è parlato di intitolargli la biblioteca comunale: se son rose fioriranno. Ritornando al passato, sa-rebbe giusto che Dino Villani avesse una via

propria dopo tutto quello che ha fatto per Suz-zara. C’è via Perticate-Dino Villani la tipica so-luzione all’italiana anche perché sui documenti compare solamente via Perticate. In un’epoca anche di “rivoluzione” toponomastica si po-trebbe cancellare definitivamente anche via XI Febbraio: i Patti Lateranensi, stipulati nel 1929, furono rimossi con il nuovo Concordato firma-to nel 1984. Allora togliamo la via e intitoliamo-la a un suzzarese: suggerisco il nome di Dino Villani.Infine concludo con un richiamo al restauro del teatro Guido: avevo lanciato un appello e sol-tanto qualcuno ha risposto sui social, dicendo che sono altre le priorità. Ribadisco che il Gui-do va ridato alla città: non si può disperdere un patrimonio di questo valore. E non mi interessa se altri paesi vicini hanno un teatro. Di questo passo, allora, ognuno perde la propria identità. E su un fatto non transigo: io sono suzzarese!

10 maggio: Auguri a tutte le mamme

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cultura ToRna a SuZZaRa la gioRnaliSTa-SCRiTTRiCe PeR PReSenTaRe TRe Suoi liBRi

Roberta Maresci al PoliteamaRitorna l’amica giornalista e scrittrice per presentare tre suoi libri dedica-ti alle “Donne nel mito”. Roberta Maresci, presente in diverse occasioni nella nostra città durante il periodo di presidenza di Bruno Melli della Pro loco Dino Villani, torna a Suzzara per presentare, in una serata cultural-musicale, le ultime sue creazioni dedicate a tre donne importanti dello spettacolo. Wanda Osiris, Raffaella Carrà e Mina saranno le protagoniste dell’incontro con l’autore che il nostro mensile organizza per venerdì 22 maggio, alle 21, al Teatro Politeama. La serata è resa interessante grazie alla presenza di altre tre donne, suzzaresi, che intervisteranno la scrittri-ce, Bruna Chiaventi, per il libro dedicato a Wanda Osiris, Erika Mazza, su quello di Raffaella Carrà e Nicoletta Ferrari , su Mina. La serata vedrà la presenza di altri due illustri concittadini con la conduzione di Mauro Pi-notti e canzoni cantate da Lenda Lee, voce femminile dei mitici “Daniel Sentacruz Ensamble”. L’evento è realizzato grazie al contributo degli sponsor “Superstore Conad” di Suzzara e il “Ristorante – Pizzeria – Bar- BESITO” e alla collaborazione degli “Amici del Cinema Dino Villani”.

ROBERTA MARESCI (1971), giornalista e scrittrice. Esperta di collezio-nismo e antiquariato. Voce e autrice per Rai Radio2 di programmi come “La stanza delle meraviglie”, “Il buongiorno di Radio2”, “La notte dei mi-steri” e “Sabato Italiano”. Ha scritto per la Treccani alcune voci dell’En-ciclopedia della Moda ma non ha neppure un gatto. Ha pubblicato 12 li-bri: “La stanza delle meraviglie” (RaiEri), “Death Market” (Castelvecchi), “Lo scambio” (Castelvecchi), due edizioni dell’ “Annuario del collezioni-smo” (Mosè edizioni), “I grandi miti del XX secolo” (Newton Compton), “Il grande libro del collezionismo” (Newton Compton), “La sigaretta” (Idealibri). Per Gremese editore ha pubbicato “Mina”. Per la collana Donne nel mito (Gremese-Diva Universal) ha pubblicato “Raffaella Car-rà”, “Maria Callas” e “Mina”. Per De Agostini ha curato “L’enciclopedia del profumo”. Ha ricevuto premi. Il più curioso? “Due palle in carriera”. Come giornalista collabora con Il Tempo, For Men e Bellezze d’Italia.

Suzzara 2001: presentazione del libro “900 addio” di Roberto Bertoni. Da sinistra Irene Nico-lis, Gianni Bellesia, don Lino Boselli, Roberto Bertoni, Bruno Melli, Roberta Maresci.

Suzzara, settembre 2001: Bottega dell’Arte, presentazione della mostra del pittore Proferio Grossi. Da sinistra Fausto Valenza, Roberta Maresci, Bruno Melli.

Mauro Pinotti e Roberta Maresci

Suzzara, settembre 2001: Piazza Garibaldi, sfilata di moda di Luca Verbeni.Roberta Maresci sfila in abito da sposa.

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personaggio il CanTaSToRie di MoTTeggiana RaCConTa la Sua CaRRieRa aRTiSTiCa

Wainer Mazza, 40 anni da cantastorie

Spesso ospitiamo sulle pagine del nostro gior-nale le molteplici attività e iniziative che vedo-no protagonista Wainer Mazza, il cantastorie di Motteggiana. Ma, al di là dei tanti incontri, che vedono la presenza assidua del nostro, qua-si, concittadino mi stimola, di tanto in tanto, fare il punto della situazione del mondo che lui rappresenta, che sento amche mio, vale a dire quello del folclore e del canto popolare. Sono due, forse molte di più, le ragioni che lo porta-no ad essere il “personaggio del mese”, primo il piacevole ritrovamento di un disco 45 giri che contiene due canzoni composte dall’allora can-tautore Wainer, risalgono esattamente a trent’anni fa. Due brani che riguardano il socia-le “Una rosa per la vita“ è dedicata alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Manto-

fig. 1

va, promotrice anche dell’iniziativa, e “Manto-va mia“, dedicata all’amata città. E il libro con il quale Wainer celebra i suoi 40 anni di attività. Il cantastorie Wainer Mazza di Motteggiana, con il 2015, festeggia ufficialmente i suoi qua-rant’anni di attività e io, a questo punto, non mi lascio sfuggire l’occasione per omaggiare l’amico, andando a intervistarlo a Motteggia-na, suo amato paese. Wainer amico di tutti, amico di molti, amico mio, un personaggio che se non ci fosse stato era da inventare. L’amicizia, mia personale e le collaborazioni con lui affondano nei tempi della nostra ado-lescenza. Di lui conservo nastri con incise canzoni scritte e cantate negli anni Sessanta, che ascolto ancora sul mio vecchio geloso.

Cosa vogliono dire quarant’anni di atti-vità?«Per me rappresentano un traguardo quasi inaspettato e ancor di più gratificante visto che non è mai stata una professione ma semplice-mente una passione per il territorio, la mia gen-te , il dialetto. Dialetto che, ci tengo a precisare mi ha visto in campo dal 19 maggio del 1975 con la mia prima uscita in compagnia e soste-nuto dal mio amato Fogolèr».

Cosa ti spinge a seguire questa strada a diversità di molti tuoi colleghi?«Io ho sempre creduto e avuto convinzione in quello che facevo e che continuo a fare perché non ho mai inseguito il successo momentaneo e perché, diciamo, sono votato al contatto con la mia gente, ai valori che essa rappresenta ed è preponderante in me il bisogno di dare più che di ricevere».

Dopo quarant’anni, come vedi il mondo del folclore e delle tradizioni, del dialet-to soprattutto?«Domanda quanto mai impegnativa e risposta ancora più difficile. Intanto perché le mie com-petenze sono limitate e non provengono da chi può essere definito studioso o ricercatore, ben-sì da un interprete dilettante che si è fatto solo, si fa per dire, una bella esperienza in questo campo. Certamente assistiamo ad una perdita continua di identità, di radici, di valori che fino a pochi anni fa sembravano intoccabili e che in-vece oggi vediamo naufragare nel grande mare dell’indifferenza e dell’apparire a tutti i costi. Per il dialetto affermo convinto che resisterà più dell’italiano».

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Non ci sono molte prospettive per il pro-getto che porti avanti?«Non saprei esattamente, non voglio essere ca-tegorico. Certamente per quello che ancora oggi riesco a fare in ambito provinciale, ma an-che oltre, vedo che non sono oramai affiancato da nessuno, o quasi, e quindi la mia voce e i miei intendimenti vanno facilmente a perdersi o a cozzare contro altri generi di intrattenimen-to con chiara matrice commerciale e di interes-si diversi».

Perchè ti definisci cantastorie?«Perchè credo di avere il piglio ed il modo di intrattenere la gente come facevano una volta i cantastorie al mercato e nelle piazze (e io questo riesco a farlo decentemente) e poi per-ché parlo di storie vere della nostra terra, dei nostri personaggi, di luoghi e di esperienze di vita vissuta anche se non mi appello o affido ad avvenimenti truci e di facile presa emotiva che erano il cavallo di battaglia dei cantastorie di tradizione».

Ci puoi dare, in termini numerici, qual-che numero sul tuo quarantennale vaga-bondare.«È un po’ dura e direi sarebbe un elenco inter-minabile: ti basti sapere che ho scritto oltre 500 canzoni tra italiano e dialetto, ho fatto oltre 4000 spettacoli, ho cantato in tutti i 70 comuni della provincia mantovana per un numero com-plessivo di 180 paesi, ho investito in 25 chitar-re, ho...ho, ma è meglio che, a questo punto, tu mi chieda del mio libro, o no?».

Certo, non me ne sono dimenticato, sta-vo per farlo. Allora tu hai pubblicato un libro dal titolo “Ho fatto quaranta”. Qua-li sono i contenuti?«Semplice, molte cose della risposta preceden-te. Mi è bastato sfogliare il mio archivio perso-nale di quarant’anni di attività, riportando no-tizie, aneddoti, nomi, attestati, incontri, onorificenze, feste organizzate e promosse, per-sone e personaggi mantovani e nazionali con cui ho avuto a che fare per una miscellanea a

dir poco impensabile, sempre riferita al mio agire da dilettante e il libro: è fatto».

Ti senti di lasciare un messaggio e pre-vedere il tuo prossimo futuro?«Il messaggio che vorrei condividere con tutti i mantovani ed in special modo con quelli della mia bassa, è quello di riservare più attenzione e considerazione a quello che succede nel locale ed alle persone che, magari a costo di grandi sa-crifici, tengono in vita l’anima e il retaggio di valori che sono unici delle nostre contrade. Per quanto riguarda il mio futuro mi appello all’in-cipit che apre il mio libro e che dice così “Ho fatto quaranta”, un bel traguardo... ma non sono Cinquanta!».

Grazie all’amico Wainer, in bocca al lupo. Noi lo aspettiamo al prossimo tra-guardo: Bruno Melli.

Palidano, “Fera dla Pepa”, agosto 2000: Wainer Mazza e Carmen Russo. Suzzara, stadio Comunale Allodi, 2004: “Partita del Cuore”, Wainer Mazza, Gianni Morandi e Luca Verbeni.

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redazione una CollaBoRaTRiCe PeR l’eCo di SuZZaRa

Erika Mazza: «Sono in cerca di nuove sfide»Il lettore più attento si sarà accorto che, su l’Eco di Suz-

zara di aprile, due articoli portavano la firma di Erika

Mazza, quella che noi amorevol-mente chiamiamo “la nuova penna”. Erika è una giovane di trent’anni, nata e cresciuta a Suzzara da una famiglia semplice, ma ricca di valori. Ha frequentato il liceo linguistico al Manzoni, ma subito dopo il diploma ha deciso di entrare nel mondo del lavoro, nonostante i suoi genitori sperassero proseguisse gli studi iscrivendosi all’università. Lei, determinata e un po’ testarda, decide di iniziare un nuovo percorso alla ricerca di novità, stimoli e indi-pendenza. Così, appena due mesi dopo la ma-turità, trova un impiego.

«Ho lavorato per sette anni nella stessa ditta, una piccola impresa suzzarese dedita all’im-port/export, come impiegata commerciale. Era un impiego sicuro e comodo perché vicinissimo a casa, ma le cose semplici non mi sono mai piaciute troppo, per questo iniziando a sentir-mi inappagata capii che dovevo fare altro. Do-vevo fare qualcosa per me, per la mia formazio-ne ed educazione, ma anche per la mia famiglia che con grandi sacrifici, non ha mai fatto man-care nulla né a me, né a mio fratello maggiore. Mi sentivo pronta per una nuova sfida, una fol-lia per alcuni, ma io sono del parere che, nella vita, occorra mettersi in gioco per cercar di ot-tenere e dare qualcosa di concreto. Allora, nel

2011, mi licenziai definitivamente dal lavoro per iscrivermi all’università di Verona; lascio a voi immaginare lo stupore e la preoccupazione dei miei famigliari e amici. Scelsi la facoltà di Lingue e culture per l’editoria cercando di con-ciliare quelli che da sempre sono i miei interes-si: la comunicazione, il viaggio e la lettura. De-cisi di frequentare ogni lezione proprio per arricchirmi, trovando ogni giorno uno stimolo diverso in un nuovo insegnamento piuttosto che in un volto sconosciuto, proprio perché cre-do fermamente che ognuno di noi sia il risulta-to di un percorso fatto non solo di libri, viaggi e scoperte, ma anche di persone e realtà che ci stanno intorno. Studiando due lingue stranie-re, francese e inglese, tentai di partecipare al progetto europeo Erasmus e grazie anche ad un pizzico di fortuna, venni accettata. A gennaio 2013 partii per quest’esperienza, avendo l’op-portunità di vivere e studiare per sei mesi in Francia. Fu questa una grandissima occasione di accrescimento, non solo da un punto di vista universitario, quanto da un punto di vista per-sonale. Vivere da sola e lontano da tutti i miei punti fermi infatti, è stata una prova unica e in-descrivibile. Tornata in Italia, decisi allora di vivere il mio ultimo anno universitario a Vero-na, condividendo un appartamento con altre studentesse, ora amiche, ma ogni fine settima-na tornavo a Suzzara non solo per ritrovare i miei affetti, ma anche per lavorare come bari-sta, in modo da permettermi l’affitto mensile e di non gravare sulle spalle dei miei genitori.

Terminate le lezioni, ma ancora assetata di co-noscenza, decisi di frequentare un corso di lin-gua inglese in Inghilterra per tutto il mese di novembre appena trascorso, scegliendo di al-loggiare in famiglia in modo da poter condivi-dere totalmente le abitudini di quel mio nuovo nucleo. Ora sono tornata qui, tra le nostre piaz-ze e le nostre campagne, giunta quasi al termi-ne del mio percorso universitario, ma con già in cantiere l’eventuale progetto di continuare ul-teriormente gli studi. Oggi in modo casuale e fortuito, come solo la vita sa essere, sono anche arrivata a collaborare con L’Eco di Suzzara. Questa collaborazione è per me una ricca opportunità che mi consente di iniziare un percorso che spero di poter conti-nuare a lungo, con il desiderio di diventare nel tempo giornalista. Scrivere è ciò che voglio fare, in quanto è ciò che mi emoziona. Quindi scrivo per me, perché mi stimola e mi rigenera, ma non solo, scrivo per il direttore Vanni Buttasi e per l’editore Bruno Melli che hanno riposto in me la loro fiducia, ma scrivo soprattutto per voi lettori che, se vorrete, avrete il compito di ali-mentare la mia voglia di crescere leggendo i miei articoli, condividendoli ma anche critican-doli. Ovviamente però, scrivo anche per gli affetti più cari che mi circondano, affinché possano conoscere di me un lato insolito, con la speran-za inoltre di strappar loro un sorriso affettuoso e colmo di orgoglio».

Con l’esecuzione della commedia “Potrebbe essere ….aggiungi un posto a tavola” la com-pagnia teatrale “Le mei perdi che catai” di Palidano, ha affrontato un progetto di gran-de solidarietà e collaborazione inserendo nel cast quattro ragazzi della cooperativa “Il Ponte“. Lo spettacolo andato in scena il 18 aprile nel teatrro comunale di Gonzaga, ha regalato a tutti i protagonisti grande soddi-sfazione. Nicoletta Ferrari, la regista, così scrive: «Non è facile avvicinarsi alla diversità, al disa-gio, all’handicap. Il più delle volte è più sem-plice guardare a queste realtà con compassio-nevole distacco. La Compagnia teatrale “L’è mei perdi che catai” di Palidano che da anni collabora con la Cooperativa “Il Ponte” di Pali-dano, mettendo in scena uno spettacolo a so-

“L’è mei perdi che catai” in teatro a Gonzaga

in SCena i RagaZZi della CooPeRaTiVa “il PonTe“

stegno delle loro attività, quest’anno ha voluto fare di più. Siamo così entrati nella realtà della cooperativa per vivere un’esperienza di vera integrazione e di condivisione accettando, con esterma umiltà, di essere partner in un pro-getto di educazione teatrale con i ragazzi del Ponte. Il progetto iniziato a ottobre dello scor-so anno ha visto l’inserimento di quattro ra-gazzi che frequentano il centro diurno (Fabio Menegatti, Angelo Setti, Camilla Barilli, Gisel-la Rosati) nelllo spettacolo “Potrebbe esesse-re…. aggiungi un posto a tavola“ che abbiamo rappresentato nel teatro comunale di Gonza-ga. Il titolo è stato scelto, non a caso, per il si-gnificato e la morale che trasmette nel suo in-

vito a lasciare la porta sempre aperta a tutti nella convinzione che solo la solidarietà, la condivisione e l’unione ci potrà essere di aiuto. E il bilancio dell’espierenza è più che positivo. Lo spettacolo è riuscito benissimo riscuotendo il meritato successo. Ci siamo divertiti tutti, alla grande, emozionati e lusingati dai molti applausi ricevuti. Nulla è facile, ma vi garan-tiamo che non siamo stati noi a regalare il no-stro tempo a questi ragazzi, ma sono stati loro a regalarci momenti bellissimi di vera felicità ed amicizia. Grazie a tutte quelle persone che hanno contribuito alla realizzazione del pro-getto e grazie ai responsabili e agli educatori del Ponte che ci hanno accordato fiducia».

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ecologia “SalVaPeSCe”, i VolonTaRi della F.i.P.S.a.S al laVoRo in FiuMi e Canali

Ezio Menotti guardia giurata itticaÈ bastata una telefonata di Ezio Menotti per farmi accorre al canale di via Donella per assistere all’operazione salvataggio dei pe-sci del canale.

Chi siete e cosa fate?«Siamo un corpo di volontari della F.I.P.S.A.S (Federazione italiana pesca sportiva attività su-bacquee), che dopo aver sostenuto esami ve-niamo riconosciuti quali “ agenti di polizia giu-diziaria” con mandato della prefettura, addetti alla vigilanza ittica nella provincia di Mantova. Cosa facciamo? Essendo addetti al controllo del territorio con la qualifica e i poteri della Prefettura possiamo elevare contravvenzioni a chi non rispetta le regole della pesca, non solo, anche a chi non rispetta il territorio. Siamo a tutti gli effetti “ agenti di polizia” identificabili dalla divisa e dal tesserino».

Che ruolo ricoprite?«Siamo attrezzati e specializzati nel salvataggio del pesce che per varie ragioni si trova in diffi-coltà. In questo caso, stiamo recuperando il pe-sce del canale per trasferirlo in acque sicure».

Quali sono le ragioni di ciò?

«Con la bufera dei giorni scorsi un grosso albe-ro, al margine del canale, è stato sradicato ed è caduto nel canale rompendo una chiusa. Que-sto fa sì che l’acqua va dispersa in direzioni sba-gliate pertanto serve ricostruire la chiusa, così che il Consorzio, proprietario del canale e ad-detto all’acqua, da diversi giorni non manda l’acqua nel canale con il conseguente prosciu-gamento pertanto il pesce rimane intrappolato in pozzanghere e questo, con il passare dei gior-ni, ne causa la morte».

Come avviene la cattura?«I volontari si calano nel canale muniti di un attrezzo, che alimentato dal generatore posto sull’automezzo, produce corrente a bassa ten-sione, sufficiente per fare da richiamo e al con-tempo stordire il pesce che viene così catturato, messo nel bidone e poi versato nella vasca pie-na d’acqua ossigenata, dove si riprende pronto per nuova vita in un posto sicuro, in questo caso nello “Zara”».

Verrebbe da dire che state svolgendo un volontariato inutile?«Direi di no! Perché in casi come questo, delle famose “morie di pesci” i cittadini si arrabbiano Ezio Menotti con la carpa regina del peso stimato di 2,5 Kg.

La chiusa rotta dall’albero caduto

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 9

e l’Asl ci avrebbe chiamato per ripulire, in que-sto modo si è evitato il peggio Sarebbe auspica-bile che il Consorzio potesse farsi carico del problema trovando soluzioni capaci di salva-guardare il pesce, per quanto possibile».

Se il Comune di Suzzara vi dovesse inca-ricare per il controllo del parco San Co-lombano, cosa potreste fare?«L’incarico di controllo dato a noi darebbe si-curezza al Parco e garanzia di punibilità ai cit-tadini che non rispettassero le regole e le leggi. Sicuramente sarebbe più fruibile e godibile. Es-sendo agenti di polizia, siamo tutelati dai pote-

ri concessi, di conseguenza rispettati nel ruolo, non temuti, ma autorevoli».

Protrete svolgere tale ruolo per il parco suzzarese?«Certo, basta una convenzione con l’Ammini-strazione comunale che da l’incarico e i poteri, che il controllo sarebbe garantito».

Cosa vi differenzia dai guardiapesca a noi noti?«La F.I.P.S.A.S nei suoi corsi ci insegna a non reprimere il pescatore ma a insegnargli norme di comportamento utili ad agire nel rispetto

delle specie ittiche e dell’ambiente».

Come viene evidenziato dal servizio fotografico questi volontari, personaggi di un mondo sco-nosciuto ai più, svolgono un ruolo molto utile, quasi tutti sono pescatori per passione, divisi nelle diverse discipline ed esperti conoscitori del fiume e dei pesci. Nel recupero, di oltre 5 quinta-li di pesce, hanno trovato una tinca che a loro dire è quasi introvabile e diverse carpe regine del peso stimato sui 2.50 chilogrammi. Tutto il pescato, con garanzia di non sofferenza ma trattato con i guanti, si trova ora in acque libere e abbondanti del fiume Zara. Bruno Melli

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teatro uno SPeTTaColo iSPiRaTo all’aMleTo di ShakeSPeaRe

In scena l’ultima fatica di Temenos Teatro

Dal 2007 Temenos Teatro porta avanti una sperimentazione che coinvolge operatori, vo-lontari e utenti dei servizi psichiatrici, con un laboratorio teatrale permanente in collabora-zione con l’associazione La Rondine e il Servi-zio diurno psichiatrico di Suzzara.Lo spettacolo, presentato al Piazzalunga il 17 e il 18 aprile, ha riscosso il meritato successo con la presenza di un folto pubblico che, al termine delle presentazioni, ha applaudito a lungo gli attori, il regista Marco Panizza e Claudio Ca-valli, che da sempre si occupa dell’aspetto so-noro. Così scrive l’attrice e portavoce di Teme-nos, Laura Panizza.

«Questo spettacolo è il risultato di un lavoro lungo e complesso che inizia, nel settembre del 2013, dall’incontro con l’Amleto, grazie al pro-getto “costantiPresenze”, finanziato dalla Fon-dazione Presidio Ospedaliero F.lli Montecchi di Suzzara. Il testo shakespeariano da cui siamo partiti è stato in realtà un pretesto, una scusa per confrontarci con determinati spunti e te-matiche. Lo scopo rimane, da sempre, “parlare di noi”, far emergere il nostro vissuto attraver-so il gioco serio del teatro; chi viene chiamato in causa nei nostri percorsi laboratoriali è l’at-tore, ma, prima di lui, l’uomo che è, ricco della sua espressività, curioso di trovare del nuovo in sé, oltrepassando i propri limiti quotidiani. L’intento di Temenos Teatro è porre al centro il singolo e dargli la parola, lasciandolo esprime-

re liberamente, senza costringerlo all’interno di convenzioni o regole precise, pur inserendolo però nel rapporto con gli altri partecipanti. È un’occasione per conoscere qualcosa di nuovo di sé dando spazio, allo stesso tempo, alla co-struzione di rapporti che rinforzino l’identità del gruppo, per condividere, cooperare e colla-borare nel migliore dei modi. Il percorso sull’Amleto si è sviluppato in diverse fasi di la-voro, che hanno coinvolto esercizi di riscalda-mento corporeo e vocale permanenti, esercizi di improvvisazione, giochi che scoprissero o mescolassero il confine tra tragico, comico e grottesco, esercizi di vera e propria coordina-zione corale, partendo da un singolo suono e arrivando ad inserire anche il gesto. È stato un viaggio di ognuno nella mente di Amleto, alla ricerca di corrispondenze con la propria vita, nel tentativo di comprendere i dubbi, le ango-sce e i turbamenti del personaggio shakespea-riano. “Potrei essere confinato in un guscio di noce e stimarmi re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni” (W. Shake-speare, Amleto, II.2) è una delle frasi di Amleto su cui abbiamo ragionato maggiormente: il gu-scio di noce è diventato l’”oggetto” di scena, è stato rotto, frantumato, lasciato cadere, se ne è mangiato il contenuto, è stato diviso nella metà perfetta, è stato svuotato o lasciato pieno… Da questa sperimentazione concreta con l’”ogget-to” è nata la corrispondenza tra guscio di noce e cervello umano (o di Amleto), non solo in ter-

mini di morfologia ma anche, e soprattutto, da un punto di vista etimologico: nous in greco si-gnifica mente e anima, e quel nous greco con pronuncia corretta nus vede una sorta di tra-slitterazione secondo la quale dal greco al no-stro dialetto la mente/anima si trasforma in noce. In queste fasi di lavoro così lunghe ma così piene, dense di sperimentazione e impe-gno, è incredibile come emergano sempre in maniera piuttosto spontanea certe corrispon-denze tra attori e personaggi. È proprio in quel momento che il confine tra me attore e perso-naggio del testo drammaturgico scompare, e allora agli occhi del pubblico (e un po’ anche ai miei) c’è quasi una identificazione; è proprio in quel momento che trasformo il vissuto del per-sonaggio dell’opera nel mio, facendolo apparire così concreto, così vicino a qualsiasi altra per-sona. Dal mio personale punto di vista, non solo come attrice, l’aspetto straordinario di queste espe-rienze è quanto rimanga sempre centrale il no-stro divertimento, il nostro giocare così seria-mente, dove si respira una tensione emotiva che però ha sempre un limite, ha sempre un fine: tutto funziona così incredibilmente bene perché quel fine è e rimane il teatro, nient’altro. E allora io e loro, tutti quanti insieme, sappia-mo sempre che esiste un confine che non va su-perato… così possiamo e sappiamo divertirci anche ragionando su una tragedia come quella di Amleto».

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 11

La città in festa per i 70 anni della liberazioneSono state molteplici le manifestazioni orga-nizzate a Suzzara per ricordare il 70° della libe-razione. Ma la città del Premio, essendo stata liberata il 23 aprile, ha visto eventi in quella data. Così si è potuto assistere al corteo orga-nizzato dagli studenti dei diversi Istituti che partendo dalle rispettive sedi si sono incontrati davanti al Monumento dei caduti per passare dalla “stamperia clandestina” e nel cortile del Piazzalunga per le conclusioni. Forte emozione al canto dell’Inno nazionale fatto dagli studenti e docenti davanti al monumento come l’inter-vento dei tre studenti Andrea Battaglia, Elia Benzi e Nicolò Barbieri alle letture e alla pre-sentazione delle loro “Pietre d’inciampo”. «Sul-le orme dell’artista tedesco Günter Damnig, che ha realizzato le “Pietre d’inciampo” per ri-cordare chi è scomparso nei campi di stermi-nio, anche noi ragazzi della classe 2ª A dell’Isti-tuto “Manzoni”, abbiamo voluto rendere memoria a chi ha perso la vita per restituire a tutti noi la libertà: Abbiamo scelto quattro arti-coli della Costituzione e inciso sui nostri matto-ni le brevi frasi che esprimono quei diritti es-

Da sinistra: Enrico Canova (Anpi Suzzara), Elio Maramotti, Ferdinando Motta, il sindaco Ivan Ongari, Giuseppe Zanini e Carlo Benfanti (Anpi di Mantova).

senziali di cui noi oggi possiamo godere e per ottenere i quali tante persone hanno dovuto ri-nunciare al più essenziale dei diritti: il diritto alla vita».Al Piazzalunga dopo gli interventi del sindaco Ivan Ongari, Raffaella Zaldini, assessore alla

Cultura, e di Ezio Frontelli dell’Anpi Suzzara, alcuni ragazzi hanno intervistato i suzzaresi Fernando Motta, Elio Maramotti, Giuseppe Za-nini di Mantova, reduci della Seconda guerra mondiale, ai quali l’Anpi ha donato un attestato di benemerenza.

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25 Aprile RiCoRdaTi i CaduTi della SeConda gueRRa Mondiale

La ricorrenza vissuta in tutto il territorio del comuneLa giornata del 25 aprile 2015 che ricordava il 70° della Liberazione, Suzzara l’ha vissuta in un modo nuovo voluto dalla giunta. Gli eventi dedicati ai caduti della Seconda guer-ra mondiale sono iniziati davanti al monumen-to di viale Zonta, con gli interventi delle autori-tà civili e religiose, con l’esecuzione da parte della corale Marenzio dell’inno europeo, dalla nona sinfonia di Beethoven”An die Freude” con testo di Schiller e l’Inno di Mameli. La cerimo-nia si è conclusa con canti partigiani e popola-ri della resistenza del duo, di Viadana, Daniele Goldoni e Luca Barbi. Parte introduttiva del pensiero letto dal sinda-co Ivan Ongari: «….Credo valga la pena parti-

re riprendendo Calvino ed un assioma cristal-lino” Chi combatteva per il ripristino del partito fascista, anche il più orgoglioso, il più bello, il più onesto, il più idealista purtroppo combatteva per un’idea sbagliata: la dittatu-ra. Mentre il più balordo, il più terribile e diso-nesto dei partigiani combatteva per un’idea giusta: la libertà. Voglio però chiarire una cosa: non siamo tutti uguali di fronte al giudi-zio della storia, ma siamo tutti uguali di fronte alla morte e quindi pietà per tutti gli italiani caduti......».La nuova formula ha previsto il giro dei monu-menti delle frazioni al pomeriggio, così il corteo delle autorità, accompagnato da un gruppo dei

“Ciclisti suzzaresi”, si è ritrovato sotto la torre civica per il saluto alle lapide della torre per proseguire nel percorso: cimitero comunale, Riva, al ceppo a Po, a Tabellano, Sailetto, San Prospero, Vie Nuove, Brusatasso per termina-re in viale Lenin allo “Skatepark” per la scoprire la targa dedicata ai coniugi (partigiani) Nardi-no Bottazzi e Luigia Dall’Acqua. Una gradita sorpresa è stata quella che nelle frazioni di Tabellano, Sailetto e San Prospero, la carovana è stata ricevuta da associazioni lo-cali con un rinfresco. Ad ogni sosta sono stati letti pensieri di alunni delle scuole, questa formula di coinvolgimento è stata molto sentita e gradita.

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 13

Piazza Castello: la formazione della “carovana” guidata dal sindaco Ivan Ongari per l’omaggio ai monumenti del territorio suzzarese

Cimitero capoluogo Riva

Tabellano Sailetto

“Skatepark” di via Lenin “Skatepark” di via Lenin

San Prospero Tabellano

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La stamperia clandestina, che si rifà a quelle di partigiana memoria in atto nella Seconda guerra mondiale, è un progetto di laboratorio frutto di creatività e riflessione basato sul prin-cipio democratico di resistenza e liberazione. Dieci studenti di classe terza secondaria con nomi in codice: Vento, Fiamma, Hob, Marchi, Don, Din, Dan, Principe, sotto la guida della

(R)esistenze e il progetto di Stamperia clandestina

VolanTini FaTTi a MaMo di PaRTigiana MeMoRia

“Ci avevano tolto tutto: i vestiti, i soldi, le no-stre cose, i capelli, la libertà, la dignità e l’uma-nità. Una cosa però non erano riusciti a levar-ci: il cielo. Di quello mi sentivo padrona ogni volta che alzavo a fatica la testa, sorretta da un corpo ormai scheletrico. Il cielo mi confortava, anche quando veniva offuscato dal fumo pro-veniente dai camini dei forni crematori.”Sono queste alcune delle toccanti parole pro-nunciate da Jolanda Dugoni, sopravvissuta al campo di concentramento femminile di Ravensbrück, a nord di Berlino, protagonista dell’incontro avvenuto nella tarda mattinata di mercoledì 22 aprile all’Istituto superiore Manzoni.L’evento al quale Jolanda ha partecipato, or-ganizzato per alcune classi dell’istituto, è sta-to reso possibile grazie all’Anpi, come spiega nella sua introduzione la preside del Manzoni, Paola Bruschi. All’incontro hanno partecipato diversi ospiti, tra i quali lo stesso presidente dell’associazione, Enrico Canova, la professo-ressa Joséphine Autelitano e la professoressa

Jolanda Dugoni: il dramma del lager

Carla Bignotti, ora in pensione, la quale ha confessato di aver conosciuto Jolanda nel 2014 proprio grazie all’Anpi alla quale è iscritta.Classe 1924, Jolanda Dugoni nasce a Fréjus da genitori mantovani emigrati in Francia in cer-ca di lavoro. Lavorava come cameriera in un albergo quando nel 1942, durante un rastrel-lamento, viene arrestata dalla polizia francese, consegnata da questa ai tedeschi e così impri-gionata solo perché figlia di un comunista, già internato per questo motivo in un campo per prigionieri politici. Iniziò allora per Jolanda un “viaggio” verso Lipsia, dove fu fatta prigio-niera per sei mesi, proseguito poi verso il lager di Ravensbrück, soprannominato “l’enfer des femmes”, dalle prigioniere francesi lì detenute insieme a donne appartenenti ad altre 47 na-zionalità diverse. «Quando siamo arrivate lì, una polacca mi ha protetta perché aveva capito che ero italiana, anche se io ho sempre cercato di nasconder-lo, perché gli italiani erano mal visti. Poi ci hanno spogliate tutte, ci hanno fatto il bagno, ci hanno rasato tutti i capelli e ci hanno dato un vestito di sacca a righe. Ci hanno portate nelle baracche, tutti i campi avevano le barac-che, erano tutti uguali quei campi. E lì, nella baracca numero sette, ci hanno dato i numeri: «Lei non si chiama più Jolanda Dugoni, lei è il numero 30562» e ho dovuto impararlo a me-moria in tedesco in appena tre giorni.Alla liberazione del campo, avvenuta il 30

aprile 1945 grazie alle truppe sovietiche, Jo-landa pesava solo 25 chili, era affetta da tuber-colosi e sifilide ed aveva pidocchi e piaghe su tutto il corpo.Tornata a Mantova le tribolazioni continuaro-no, riuscì a ritrovare la famiglia, purtroppo in-completa, la fame la tormentò a lungo e la sua salute cagionevole le impedì di sposarsi. A distanza di parecchi anni, ha avuto la forza di ritornare a Ravensbrück accompagnata dalla professoressa ed amica Joséphine Autelitano e nel libro destinato alle dediche scrisse: “Vi perdono. Perdono le donne soldato che sono state qui perché costrette a venire, ma che come me, non hanno scelto di venire in questo inferno. Per questo io vi perdono. Ma non per-dono le SS che hanno scelto volontariamente di venire qui”. L’emozione la tradisce durante il suo raccon-to. Il dolore, la sofferenza, la vergogna, ma soprattutto la paura di non esser creduta, l’ha sempre spinta in passato a tacere tutto questo anche ai propri familiari. Proprio per lo stesso motivo, Jolanda Dugoni ha sempre declinato ogni invito a raccontarsi, cosa che invece è ri-uscita a fare davanti alla giovane generazione suzzarese che a fine incontro, ha voluto omag-giarla di un piccolo dono floreale, impegnan-dosi inoltre ad essere la nuova testimone di domani, affinché questo vergognoso passato non si ripeta mai più.

Erika Mazza

professoressa Daniela Lubrano, e gli operatori della “Galleria del Premio” Marco Panizza, Claudio Cavalli e Luigi Curcio, hanno ideato e realizzato il manifesto suzzarese della comme-

morazione del 70° anno di liberazione. Nella giornata del 23 aprile, in occasione del corteo che le scuole hanno organizzato per ricordare la liberazione di Suzzara avvenuta il 23 aprile 1945, hanno stampato centinaia di volantini che sono stati distribuiti ai partecipanti. La stamperia clandestina, per l’occasione, è stata allestita nell’ex bar del Parco delle Scienze.

Dalmazio Balasina, Enrico Canova, Carla Bignotti,Jolanda Dugoni, Paola Bruschi e Joséphine Autelitano

il RaCConTo della Sua PRigionia agli STudenTi

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 15

25 Aprile Paolo BianChi RiVela i SegReTi del luogo della MeMoRia

Il campo di concentramento a Suzzara

Sicuramente molti suzzaresi associano il ples-so “Olga Visentini” e “Centro Culturale Piazza-lunga” di viale Zonta all’idea di un luogo di for-mazione, cultura e ritrovo, ma probabilmente molti di loro non sanno che si tratta soprattut-to di un luogo di memoria. Ed è proprio questa memoria che il volume scritto da Paolo Bian-chi, intitolato «Altre resistenze: il campo di concentramento di Suzzara», vuole rivelare ai lettori. Ecco spiegata la scelta del luogo della presentazione del libro, avvenuta nel caldo po-meriggio di mercoledì 22 aprile, proprio nel cortile interno della scuola ora denominata comprensivo 1 “M.Hack”. Dopo la breve intro-duzione della dirigente scolastica dell’Istituto, Patrizia Mantovani, il professor Bianchi ha in-trodotto gli ospiti: Rodolfo Rebecchi, storico e presidente onorario dell’Anpi Provinciale, e Maurizio Bertolotti, storico e presidente dell’Istituto Mantovano di Storia Contempo-ranea. Lo stesso Bertolotti confessa di aver ap-preso dell’esistenza del campo di concentra-mento di Suzzara proprio dal libro di Bianchi. Il libro è dedicato alla ricostruzione della sto-ria del campo di concentramento, attivo dall’autunno del 1943 all’estate del 1944, po-polato da circa 140 militari tedeschi e sostenu-to dall’attività di diverse sedi funzionali dislo-cate in varie zone del paese. Le ricerche del

professore svelano che la zona del Mantovano, rafforzata dallo stesso campo di Suzzara, era un punto strategico in grado di creare una fitta rete di concentramento e smistamento di de-portati. “Le testimonianze riportate nel libro evidenziano una nuova e più ampia geografia dei campi fino a questo momento conosciuti” – sottolinea Bertolotti – “Ecco quindi il vero valore storico e culturale di questo lavoro.” Forse il compito più arduo di Bianchi non è stato il reperimento di nominativi e racconti di chi ha vissuto questo luogo, quanto piuttosto l’amarezza di doverli riportare scoprendo veri-tà che solo la voce di chi ha provato sulla pro-pria pelle quegli attimi può far trasparire. An-goscia e dolore non sono le uniche note che emergono dalle trenta testimonianze raccolte, quanto lo sgomento provato da chi è stato cat-turato da connazionali appartenenti alla Re-pubblica sociale italiana. “Il libro è uno spac-cato della dimensione suzzarese vista come una micro storia nella quale si riflette la macro storia europea dell’epoca, fatta di antisemiti-smo, persecuzioni e leggi razziali!”: queste le parole di Rebecchi, il quale prosegue il proprio intervento dicendo: “Tra queste pagine emer-ge chiaramente la concezione che i tedeschi avevano degli italiani, vale a dire di alleati mal tollerati e sicuramente disprezzati dopo gli ac-

cadimenti dell’8 settembre 1943”. In seguito è proprio Bianchi a prender la parola e lo fa con l’intento di svelare ai copiosi presenti, il vero spirito del suo libro: “Abbiamo parlato oggi di memoria sepolta, di un passato triste ma esi-stito che molti tendono a tacere, ma perché lo fanno? Sicuramente si tratta di una volontà di rimuovere la tragedia, ma oltre a questo desi-derio c’è anche un sentimento di vergogna nell’esser sopravvissuti ad altri. Per questo, tutti noi dobbiamo far attenzione a non giudi-care persone che proprio qui hanno sofferto e che si sono sentite più fortunate di altre.” L’au-tore rivela inoltre che quest’opera è solo la pri-ma di una serie che verrà pubblicata in più vo-lumi ogni 25 Aprile e che ha l’intento di raccontare la Resistenza suzzarese a partire dal fascismo fino al periodo postbellico. Ultimo momento toccante dell’incontro è l’omaggio che Paolo Bianchi porge a Stefania Bottazzi, titolare dell’omonima tipografia che ha permesso l’edizione del libro. Si tratta di copie di documenti ufficiali tratti dall’Archivio di Stato di Mantova che testimoniano la sorve-glianza segreta subita dal 1955 al 1961 dal pa-dre Nardino, soltanto perché ritenuto perico-loso dalle autorità in quanto ex partigiano.

Erika Mazza

È noto nella città del Premio come il calzolaio più anziano in attività. Personaggio unico, Vincenzo Pizzetti, arcinoto ai nostri lettori (vedi servizio a lui dedicato, n. 12/dic. 2014) per le sue stravaganti scarpe fatte a mano in occasione del 150° dell’Unità d’Italia e per quelle omaggiate al Papa, ha mantenuto fede alla promessa fatta ad amici e parenti: quella

Vincenzo Pizzetti fedele alla promessa fatta

FeSTeggiaTi i 70 anni di aTTiViTà nel 70° della liBeRaZione

di festeggiare il 70° di attività il 25 aprile in oc-casione del 70° anniversario della Liberazione offrendo loro un ricco buffet. Il sindaco Ivan Ongari, reduce dalla commemorazione fatta al

monumento ai Caduti, gli ha fatto visita con tanto di fascia, sorpresa molto gradita dal fe-steggiato. «Ringrazio quanti con la loro pre-senza sono intervenuti alla mia festa. Ringra-zio il sindaco, il parroco, i figli e i nipoti dei maestri artigiani che mi hanno insegnato il mestiere. Un grazie agli amici suzzaresi che mi hanno onorato con omaggi floreali, pa-renti e amici di Polesine dove il 2 gennaio 1945, all’età di 11 anni, ho iniziato. Grazie a Claudia, Sante Lorenzo e Gianni, nipoti del mio primo maestro Ruggero Contrasti, che per ricordare il nonno mi hanno omaggiato una targa, raffigurante un calzolaio seduto al deschetto. Un ringraziamento particolare a mia moglie Arianna e ai miei figli Lorenzo e Dario, assente per lavoro: Grazie».

Da sinistra: il figlio Lorenzo, Vincenzo Pizzetti,Ivan Ongari e la moglie Arianna.

16 L’ECO DI SUZZARA > n. 5 > maggio 2015

manifestazioni SuCCeSSo della 6ª ediZione di “TRa PianTe oRTi e giaRdini”

Debutto vincente per la nuova “Pro loco Città di Suzzara”Si è chiusa con successo la manifestazione di primavera “Tra piante orti e giardini”, giunta alla 6ª edizione, organizzata dalla nuova “Pro loco Città di Suzzara”. L’annunciata “Suzzara dai mille colori” è stata una due giorni di spet-tacoli, con un mix di presenze: vivaisti, e fio-risti, con piante e fiori esposti, il mercato con-tadino e pane in piazza a cura del Rotary Gonzaga – Suzzara, il tradizionale punto ri-storo del padiglione “Mantova Golosa” della Millenaria di Gonzaga con i risottai mantova-ni. La due giorni, che si è svolta nelle piazze Garibaldi e Castello, ha visto anche il coinvol-gimento della Villa dei Noccioli, con diverse manifestazioni. Gli studenti e insegnanti dell’istituto tecnico agrario “Strozzi” di Palida-no hanno presentato le loro ricerche e le attivi-tà didattiche e le insegnanti della scuola par-

rocchiale “Rosa Agazzi” hanno allestito un laboratorio - mercato. La suggestiva villa è sta-ta anche la location ideale per la vendita, da parte della sezione Avis di Suzzara, della colle-zione di quadri il cui ricavato è destinato al nuovo punto di raccolta sangue. Ma le sorpre-se per il visitatore sono continuate con l’espo-sizione di modellini di macchine agricole e la mostra dei pittori suzzaresi Grazia Badari, Lu-cia Bonseri, Claudio Cattini, Claudio Cavalli, Anna Ferrari, Valentino Ferrari, Antonella Gnocchi, Carlo Moretti, Luigi Pacchioni, Paolo Pasotti, Antea Pirondini, Elisabetta Rebucci e Sergio Riviera. La villa ha visto il massimo del-le presenze quando l’Ensemble dei ragazzi del-la scuola comunale di musica ha eseguito l’ap-plauditissimo “Concerto di primavera”.

B.M.

Il secondo torneo “Città di Suzzara”, organiz-zato dalla compagnia “Daniel’s friends” con la collaborazione del Suzzara calcio e della Pro loco Città di Suzzara, si disputerà interamente

Al via il torneo “Città di Suzzara”

allo STadio allodi Si ToRna a gioCaRe in noTTuRna

allo stadio comunale “Italo Allodi” e sarà in notturna, fatto che non accadeva da diversi de-cenni. Il torneo inizierà lunedì 8 giugno e ter-minerà venerdì 3 luglio. Nelle prime tre setti-mane si giocheranno tre incontri a serata (alle 20 - 21 e 22). Nell’ultima settimana si gioche-rà la fase ad eliminazione diretta con quarti, semifinali e finali. Il torneo, con un montepre-mi per la squadra vincitrice di 1000 euro (in buoni), è riservato a squadre di calcio a 7 (mas-simo 15 tesserati per team) e vedrà in campo 18 squadre, suddivise in 3 gironi. «Gli obbiet-tivi che noi organizzatori ci siamo prefissati, e

che ci spingono ad allestire il torneo sono principalmente due. Primo quello di poter fare una donazione benefica alla cooperativa Chv, in memoria dell’amico Daniel. Secondo proporre una manifestazione volta ad ani-mare le serate estive, creando attraverso lo sport un punto di aggregazione e divertimen-to. Durante le partite, sarà in funzione il bar. Nella speranza di un riscontro positivo di partecipazione, ci teniamo a dire che l’ingres-so allo stadio è libero».

Stefano Bassani e Marco Vincenzi

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 17

PArCHeGGio liBero iN PiAzzA CASTello

Era da tempo che le voci circolavano finalmente il pagamento della so-sta auto in piazza Castello è stato abolito. L’Amministrazione comunale con la delibera di giunta n° 59 del 14 aprile 2015 ha deciso che a parti-re dal 27 aprile la sosta, in tutti gli stalli di piazza Castello, venga rego-lamentata a disco orario con 120 minuti di sosta massima.

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PoDio Per Gli ATleTi SUzzAreSi DellA 5 ANelli

Si è disputata nella palestra bi-fit di Legnano il 12 aprile la gara di Cop-pa Italia di distensione su panca. Per Suzzara in pedana gli atleti della Asd Palestra 5 Anelli, accompagnati dal tecnico Micaela Comini. Ottimi i risultati, ottenuti con medaglia d’oro per Davide Panigalli, nella cate-goria master, e medaglia d’argento per Federica Tummillo, categoria senior. Buone le prestazioni di Angela Riggio, Singh Amritpal e Singh Sheev, che seppur non saliti sul podio hanno confermato i record per-sonali.

Nella foto: Singh Sheev, Federica Tummillo, Micaela Comini, Singh Amritpal. Seduto: Davide Panigalli

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SoliDArieTà Del CoNAD VerSo l’iSTiTUTo MANzoNi

In un momento di forte crisi il Superstore Conad di Suzzara è stato vi-cino al Manzoni donando, nelle mai del dirigente scolastico Paola Bru-schi, 10 cartoni di risme di carta, che i ragazzi useranno per fotocopie nella quotidianità. Nella foto Marzio Ferrari, presidente Conad Centro Nord, la preside Paola Bruschi e Roberto Lugli, responsabile del Super-store.

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CeNA CoN i ViNi DellA CANTiNA VAlTiDoNA

La cena con i vini della cantina Valtidona, di Borgonovo, sulle colline della Val Tidone (Pia-cenza), rappresentata dall’agente provinciale Matteo Montanari si è svolta alla Cambusa di Motteggiana. La serata condotta dal cantasto-rie Wainer Mazza ha riscosso grande successo fra i 40 commensali, grazie alla lezione sui vini tenuta da Mario Zilioli, responsabile delle ven-dite, e da Giovanni Debral, presidente associa-zione italiana somelier Emilia

18 L’ECO DI SUZZARA > n. 5 > maggio 2015

scuola lo SCoPo è quello del ConFRonTo PeR RaCConTaRe le loRo SCelTe

Al Manzoni sono tornati gli ex studentiUn grande e produttivo incontro si è svolto all’Istituto Manzoni di Suzzara, sabato 18 aprile, tra i ragazzi delle classi quinte e, invitati per l’oc-casione, una quarantina di ex studenti, che oggi hanno intrapreso il loro cammino professionale all’università o nel mondo del lavoro. La scelta universitaria o lavorativa dovrebbe es-sere sempre il frutto di una riflessione ragionata e programmata alla luce delle proprie aspirazio-ni, competenze, sogni e realistiche possibilità. Per questo, all’interno di un percorso di orienta-mento che include più proposte (salone dell’orientamento universitario, partecipazione agli open day, svolgimento di “lectiones magi-strales” gratuite specifiche per indirizzo), si è in-serito, ormai da qualche anno, anche questo in-contro di “peer to peer”. La presenza degli ex studenti con la loro esperienza diretta e la loro capacità di mettersi in sintonia con i propri pari è sempre di fondamentale importanza per ra-gazzi che vogliono intraprendere la strada uni-versitaria. Le domande rivolte agli ex studenti sono diversificate e determinanti per la scelta: formulazione dei test, pagamento tasse univer-sitarie, difficoltà specifica dei corsi, organizza-

zione oraria, presenza dei tirocini, importanza dei crediti, alloggi, prospettive di lavoro, neces-sità di conoscenza di una o più lingue e la loro certificazione.È sempre con grande entusiasmo che gli ex stu-denti accettano di venire per rispondere ed aiu-tare i loro “coetanei” e per questo dobbiamo loro un dovuto ringraziamento. Per la prima volta

quest’anno grazie al contributo del nuovo Su-perstor “CONAD” di Suzzara, l’accoglienza è stata arricchita da un generoso e gratuito rinfre-sco. Nella speranza che questo sia l’inizio di una fruttuosa e lunga collaborazione, l’Istituto Man-zoni ringrazia i dirigenti Conad Marzio Ferrari e Roberto Lugli, per la sensibilità dimostrata.

Maddalena Bigi

Ci ha lasciati in silenzio. In punta di piedi. Quasi volesse non disturbare. Addio a Giusep-pe Marmiroli, 95 anni compiuti il 2 aprile scor-so, calciatore negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta nel secolo scorso. Una delle ultime bandiere del calcio bianconero suzzarese. Ma il “Gepe”, come era chiamato da tutti, aveva saputo farsi amare anche dai tifosi del Manto-va e della Reggiana, le due società insieme al Suzzara in cui aveva militato. Aveva giocato in serie B e in serie C. Un giocatore generoso, in-stancabile in campo, sempre pronto ad aiutare il compagno in difficoltà. Con la maglia bian-conera ha collezionato 177 presenze condite da 25 reti. Ricordo ancora, con una certa emozio-

Ricordo di Giuseppe Marmiroli

ne, quando lo invitai alla presentazione del mio libro “Suzzara nel pallone”: mi disse subi-to di sì e fu ben felice quel 20 marzo 2010 quando il presidente del Suzzara Ugo Morselli gli consegnò la maglia con il suo nome. Quelle emozioni lo facevano ritornare ragazzo quan-do giocava con i coetanei in piazza Castello. E, anche a Mantova, nonostante fosse suzzarese, ha saputo farsi voler bene. D’altra parte era ve-ramente difficile litigare con lui. Ma, sul cam-po, dava tutto. E ricordo ancora di come me ne parlasse bene anche il cugino Antenore Mar-miroli. Tra gli aneddoti legati a Giuseppe Mar-miroli, questo ci sembra quello più significati-

vo. Un elogio lo ebbe dal corrispondente della Gazzetta dello Sport in occasione della partita Suzzara-Padova quando il giornalista dichiarò che era venuto per vedere Formentin ma inve-ce aveva visto il bianconero Marmiroli.Ora, in cielo, ritrova l’amata moglie e gli amici di sempre, a cominciare dal cugino “Nano” a Corradini, a De Negri, Catelli, al presidentissi-mo Tagliavini, a Maloghi. Ricorderanno i bei tempi del calcio bianconero. Tutti insieme ap-passionatamente.Grazie ancora “Gepe” per l’emozione vissuta da me quel pomeriggio del 20 marzo 2010.

Vanni Buttasi

Sono riconoscibili, da sinistra: Isa Gorreri, Alberto Palvarini,

Giuseppe Marmiroli e Carlo Piccinini

Giuseppe Marmiroli con Bruno Melli

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 19

scuola PRiMa ClaSSiFiCaTa la ClaSSe 3ªa della SCuola FoCheSSaTi di MoTTeggiana

Il Cai ha premiato i vincitori del concorso di grafico-pitturaLa quinta edizione del

concorso grafico-pitto-rico organizzato dal Cai, dedicato ad An-gela Sivelli, inse-gnante, prematura-mente scomparsa

nel settembre 2010, è stato vinto dalla classe

3ªA della scuola primaria “Fochessati” di Motteggiana.

Il loro disegno, su flora e fauna, con le varie de-scrizioni “a cassetto”, inserite nell’opera, di ogni animale che vive sulla montagna, ha convinto la giuria di maestre ad assegnarne il premio consi-stente in una gita al lago di Tenno con il Cai se-zione di Suzzara. Il concorso, rivolto alle classi terze della scuola primaria, ha visto la parteci-pazione di 10 classi dell’Ic “Margherita Hack” e dell’Ic “Il Milione”. La cerimonia di premiazio-ne si è svolta al “Piazzalunga” luogo della mo-stra “La montagna incantata” con esposti tutti i lavori partecipanti, alla presenza del sindaco Ivan Ongari, dell’assessore alla scuola e alla cul-tura Raffaella Zaldini. Per il Cai erano presenti il presidente Luca Martini, Mario Compagnoni, Dario Papotti, Gianni Sgarbi e Attilio Pavesi. Questi gli alunni della classe vincitrice: Beatrice Borioli, Giacomo Bosi, Alessio Bottardi, Christa Caramaschi, Vittoria Fontanini, Ilaria Galli, Mu-skanpreet Kaur, Leonardo Martinelli, Fatima

Mazhar, Elisa Miah, Nora Mounji, Lisa Pedraz-zi, Giulia Ponti, Simone Prandi, Maria Eliana Russo, Robin Singh, Sandeep Singh, Yuvraj Sin-gh, Gianluca Solimeno, Alessia Stasi, Mattia

Tellini, Eleonora Tirotta, Raffaele Tommolini, Elia Zanelli, Emma Zanelli. Le insegnanti sono Fausta Carra e Anna Maria Virzì.

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concerto a Palidano la SeRaTa delle ChiTaRRe

“Sei corde in musica”Si è svolta all’Off-Side Ristoart C.H.V. di Pali-dano la serata “Sei corde in musica” uno spet-tacolo dedicata alla chitarra, con cena. Consoli-dato, premia la bravura dei cuochi e delle cuoche, le novità della serata sono state le pre-senze dei musicisti che si sono esibiti. Dopo anni di assenza la presenza di Giancarlo Brioni, nostro concittadino, eccellente chitarrista pro-fessionista, ha sbalordito quanti non lo ascol-tavano da tempo. Ottime le esecuzioni dei due nuovi ospiti, insegnanti di musica scoperti da Alex Guidetti che con lui hanno suonato in trio: Massimo Greco alla chitarra e Lorenzo Valente al pianoforte. Ma la serata ha avuto al-tri musicisti d’eccezione come il trio con An-drea Inchierchia, Cristina Moretti e Pietro Be-nucci. Accompagnato da Giancarlo Brioni, ottima esecuzione di Alfredo D’Errico, chitarra e voce, che ha omaggiato Pino Daniele interpre-tando alcune sue canzoni. Applauditi i giovani chitarristi , diretti dal maestro Franco Tidona. “Sei corde in musica” organizzata da Alex Gui-detti, direttore della “Play Scoll Music” preludio di una serata importante in programma a set-tembre in piazza Garibaldi, ha riscosso il meri-tato successo.

Bruno Melli

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La cucina Il maestro Franco Tidona e i giovani allievi di chitarra

Cristina Moretti e Andrea Inchierchia

Massimo Greco, Alex Guidetti e Lorenzo Valente

Giancarlo Brioni Giancarlo Brioni e Alfredo D’Errico

n. 5 > maggio 2015 > L’ECO DI SUZZARA 21

sociale la CaSa di RiPoSo Si RinnoVa e aPRe nuoVe STRade

I cambiamenti e le novità del “Boni”Per la casa di riposo Boni, questo è un periodo di forti mutamenti con novità strutturali in molti sensi. Aperti una nuovi spazi per gli am-malati di alzheimer, inaugurata e benedetta dal vescovo la nuova chiesetta e la nomina del nuovo consiglio direttivo.

Il sindaco Ivan Ongari, con proprio provvedimento, ha nominato i cinque membri del nuovo consiglio di am-ministrazione della Fondazione “Luigi Boni”. Si tratta di Dante Andrao, 66 anni, presidente e ad della ditta Direca srl di Reggiolo, specializzata in tecnologie di cassa per attività commerciali, Francesca Bigi, 36 anni, commercialista e revisore legale; Michele Carrillo, 56 anni, medico di medicina generale; Antonio Zucchi, 67 anni, pensionato impegnato in attività di volontariato, e Lara Siliprandi, 46 anni di Motteggiana, dipendente del Comune di Mantova dove si occupa della gestione amministrativa dei servizi sociali rivolti agli anziani, disabili e minoriIl sindaco Ivan Ongari, nell’augurare “buon lavoro” al nuovo Cda ha espresso gratitudine nei confronti dell’ex presidente Tiziana Gualtieri che insieme alla sua squa-dra, formata da Armando Inchierchia, dal dottor Giu-seppe Crotti, Marzia Pavesi e Antonio Truzzi hanno la-vorato per far crescere la “Fondazione Boni”. I membri del nuovo Cda, come i precedenti, non riceveranno al-cun compenso. Il nuovo cda della Rsa Boni

Ultima conferenza stampa per il consiglio uscente della casa di riposo Boni, per la pre-sentazione dello spazio dedicato agli anziani con sindromi da compromissione della sfera cognitiva. Alla conferenza stampa erano pre-senti per la Fondazione Boni la presidente Ti-ziana Gualtieri, il vicepresidente Armando In-chierchia, il direttore generale Domingo Pacchioni, il responsabile sicurezza e preven-zione dottor Remo Tedesco, il sindaco di Suz-zara Ivan Ongari e i medici geriatri dell’Ausl di Modena che collaborano alla gestione dottor. Andrea Fabbo, la dottoressa Mara Veschi e il

dottor Elio Roti dell’ospedale “Montecchi”. Il nucleo dispone di 20 posti letto a piano terra, in cui sono state create le condizioni ambien-tali di sicurezza, adottate strategie gestionali finalizzate alla cura e all’assistenza di persone affette da demenza di Alzheimer e altre forme di demenza aggravate da disturbi del compor-

tamento. Possono essere ricoverate persone dementi affette da turbe comportamentali in-compatibili con l’ambiente di vita comune agli ospiti non gravati da tali problematiche. Il nu-cleo protetto potrà usufruire di spazi esterni non appena allestito anche l’apposito giardino (Wandering Garden).

Il vescovo di Mantova, monsignor Roberto Busti, ha inaugurato la chiesetta della nuova ala della rsa “Luigi Boni” di via Cadorna. Alla cerimonia erano presenti l’ex presidente della Fondazione “Boni” Ti-ziana Gualtieri, il direttore generale Domingo Pac-chioni e i membri del nuovo consiglio di ammini-strazione. Dopo aver salutato con una stretta di mano ospiti e dipendenti della casa di riposo ed aver visitato la struttura, il vescovo Busti, accompa-gnato dal parroci dell’Immacolata monsignor Egi-dio Faglioni e don Nicola Catarin, oltre a don Gior-gio Bugada, parroco di Riva, si è recato nella chiesetta per un momento di preghiera e per la be-nedizione.

Da sinistra: Antonio Zucchi, Michele Carrillo, Domingo Pacchioni, Lara Siliprandi, Francesca Bigi e Dante An-drao, presidente.

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volontariato l’iMPoRTanZa del VolonTaRiaTo di PRoTeZione CiVile

Progetti e programmi dell’associazioneL’assemblea dei soci del 24 marzo ha riconfer-mato buona parte del direttivo uscente per il triennio 2015/17. Il consiglio risulta così com-posto: Angelo Scazza presidente; Vanni Bian-chi vicepresidente; Alessandro Sarzi Amadè segretario; Auro Ferrari tesoriere e Lugli Da-niele consigliere.

«In questo triennio – scrive il presidente Scazza – saranno sperimentate nuove attrezzature e ci sarà molto spazio dedicato alla formazione pro-fessionale del personale, che ad oggi risulta es-sere di 50 volontari operativi, partecipando ad esercitazioni e prove di soccorso e garantendo l’operatività dei volontari nei servizi che l’asso-ciazione effettua nel campo della Protezione ci-vile. Importante si sta anche rivelando il contri-buto di entusiasmo e voglia di fare dei nuovi volontari, determinante per il futuro prossimo della associazione.Già per questo 2015 l’associazione è chiamata a svolgere importanti compiti istituzionali, oltre alle ordinarie attività in collaborazione con le amministrazioni comunali convenzionate di Suzzara, Gonzaga e Pegognaga. Di recente si è svolto un incontro con giovani scout del gruppo “Gonzaga 1” per spiegare la Protezione civile, quando interviene, chi sono le persone che ne fanno parte e vedere dal vivo l’organizzazione del gruppo. Un altro importante risultato è il rafforzamento dei rapporti di collaborazione con il mondo della scuola locali. In tale contesto gli sforzi della nostra associazione sono stati fi-nalizzati alla predisposizione, in collaborazione con insegnanti, dirigenti scolastici e volontari, di un percorso formativo ad hoc sulle tematiche di protezione civile, che è culminato con i due incontri (una lezione in aula e la partecipazione ad una attività pratica con i volontari) insieme agli studenti di una classe dell’Istituto Manzoni di Suzzara (Liceo delle scienze umane). Per la formazione obbligatoria dei volontari, nell’am-

bito degli incontri che mensilmente vengono svolti, il 26 aprile si è tenuta una sessione for-mativa teorico-pratica riguardante l’impiego dei gommoni. La presenza del fiume Po sul no-stro territorio, oltre a diversi corsi d’acqua a li-vello provinciale, ci impone di avere a disposi-zione mezzi natanti, come ad esempio la coppia di gommoni che abbiamo in dotazione, utili per il trasporto di cose e persone lungo i fiumi e i la-ghi. L’associazione, fin dalla sua costituzione, persegue costantemente l’obiettivo di migliora-re le proprie attrezzature e mezzi ed è per que-sto che è stato acquistato recentemente un nuo-

vo automezzo fuoristrada Land Rover Defender 110, capace di accedere anche nei luoghi più im-pervi, o di percorrere strade che altri mezzi non sarebbero in grado di affrontare. Per conclude-re, posso affermare che il volontariato di Prote-zione Civile ricopre un ruolo di primaria impor-tanza che ci ha portato e ci porta a sviluppare un processo di crescita continuo e costante in sinergia con gli enti e le istituzioni, integrando-ci in modo organizzato e professionale. L’asso-ciazione ha sede nei locali dell’ex ospedale Mon-tecchi, in via Cadorna 2/A: aperta nei giorni di lunedi e mercoledi dalle 21 alle 22.30».

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ricorrenze CoRTeo e CoMiZio, BandieRe e PallonCini

In piazza Garibaldi festeggiato il Primo Maggio

Primo Maggio a Suzzara tra solidarietà, nuove povertà e speranze per un rilancio dell’econo-mia e lotta alla disoccupazione. Quest’anno lo slogan era “La solidarietà fa la differenza: inte-grazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Dopo il tradizionale corteo partito dai giardini di via Cadorna dove il Cral aziendale “Uniti si vince” della Bondioli & Pavesi ha offerto un rinfresco con distribuzione di garofani rossi e i palloncini ai bambini, c’è stata la deposizione di una corona di fiori al mo-numento dedicato ai caduti sul lavoro. Il corteo, preceduto dalla Filarmonica di Novi, è giunto in piazza Garibaldi per le orazioni conclusive. Pre-senti il sindaco Ivan Ongari, il vicesindaco di Motteggiana Rubes Calzolari, il segretario della Camera del Lavoro di Suzzara Gianni Nosari, e a nome di Cgil, Cisl e Uil, intervento del segre-

tario generale provinciale Uil, Paolo Soncini. «Non è facile, vi confesso, e talvolta risulta es-sere molto frustante non avere risposte concre-te ed immediate, specialmente quando si espri-me un ideale solidarietà non suffragata da soluzioni concrete. Penso a quei giovani che fa-ticano ad entrare nel mondo del lavoro o a colo-ro che una volta usciti in età avanzata si sforza-no per rientrare cercando disperatamente un ponte verso la pensione. Ci sono poi operai in cassa integrazione o mobilità, magari marito e moglie appartenenti alla medesima ditta in dif-ficoltà, alla ricerca una nuova occupazione ma anche molti artigiani appartenenti allo stagnan-te settore dell’edilizia privi di ammortizzatori sociali». Così ha esordito sul palco, il sindaco Ivan Ongari: «Salendo per la prima volta su questo palco – ha continuato – ho la fortuna, a

Al Sud United la “Suzzara Community Cup” di Terre Lontane

Finita la stagione multietnica di calcio a 7 sul campo Cadorna portata avanti dall’Asd Olimpia – Terre Lontane. Con la finale del 26 aprile si è concluso il torneo di Coppa Multietnica vinta dal Sud United. La squadra che rappresenta le regioni dell’Italia meridionale ha battuto nell’ul-timo atto la Bip Uilm, formazione mista di ban-

gladesi, indiani e pakistani. Il trofeo è stato con-segnato ai vincitori dall’assessore Francesco Bianchi. Alle premiazioni, presiedute dal coor-dinatore di Terre Lontane Alfredo D’Errico, era-no presenti anche il consigliere delegato allo sport Massimo Siliprandi e il dirigente della Uisp provinciale Sandro Aldrovandi.

differenza di chi mi ha preceduto, di poter se-gnalare, pur in un quadro complessivo ancora molto grigio, alcune buone notizie provenienti dal mondo del lavoro locale». Gianni Nosari, segretario della Camera del Lavoro di Suzzara, su disoccupazione e mancanza di lavoro, ha ag-giunto: «Bisogna trovare le risorse perché ci sono, si devono e si possono trovare: basta pen-sare al livello di corruzione presente nel Paese, alle speculazioni finanziarie, all’evasione fisca-le, agli sprechi, alle mafie, ai grandi patrimoni. La crisi non è affatto finita, perdura da sette anni ma ancora non si intravede una fine. Le misure prese fino ad ora non sono né adeguate né sufficienti. La situazione economica del no-stro distretto è altalenante. Ci sono aziende che stanno andando abbastanza bene ma ci sono al-tre realtà produttive con situazioni difficili».

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