L’ECO DI SUZZARA · tiva del Cavallino Bianco avvenuta il 31 ottobre 2010. Una storia chiusa...

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L’ECO DI SUZZARA Mensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XV  •  N.  2  • Febbraio 2017   •  e 2,00  Suzzara piange Mauro Gorreri

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L’ECO DI SUZZARAMensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XV  •  N.  2  • Febbraio 2017   •  e 2,00  

Suzzara piangeMauro Gorreri

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Manifestazioni della “Festa della Donna”

EVENTI DELL’8 MARZO

L’Auser e lo Spi Cgil, organizzano “Festa della donna 2017:

Mercoledì 8 marzo ore 12, “Pranzo al parco La Quercia” ore 21 al Centro Sociale di viale Libertà: “Serata danzante”

Giovedì 9 marzo ore 21 al cinema Politeama, spettacolo teatralecon la partecipazione di Katia Belli, musiche di Gianluca BenattiAl termine un buffet

Sabato 11 marzo, al Piazzalunga, nelle iniziative della ricorrenza del-la Festa della donna la Commissione Pari Opportunità organizza una giornata dedicata al tema “Benessere=Bellezza”. Il motto sarà: star bene con sé stesse, piacersi al di fuori dagli schemi e stereotipi imposti dalla società, un approfondimento su ciò che significa benessere che si tramuta nella “Bellezza della donna”. Nei due momenti della gior-nata, mattina e pomeriggio, il pubblico potrà interfacciarsi con diverse tipologie di esperti, una nutrizionista, una psicoterapeuta, un’esperta di comunicazione, e altri che si passeranno la parola tra punti di vista, esperienze e consigli da condividere; tra gli esperti con il pubblico.Per informazioni più dettagliate, rivolgersi nelle sedi di competenza.

L’ECO DI SUZZARAPeriodico mensile iscritto al Registro Stampa del Tribunale di Mantova in data 14/12/2002 al n. 14/2002

Direttore responsabile: Vanni Buttasi

Editore: Bruno Melli – strada Arginotto, 27 – Suzzara (Mn)Tel. 333.5755104 – [email protected] – www.ecodisuzzara.it

Impianti e stampaPubli Paolini s.r.l. – via R. Zandonai, 9 – 46100 Mantova

Il numero è stato chiuso in tipografia venerdì 10 febbraio 2017

Sabato 4 marzo, alle 17 nella “Sala Arti 48” della .Galleria del Premio Suzzara presentazione del volume di Pietro Ghizzardi “Mi richordo an-chora”, a cura Gustavo Marchesi e Giovanni Negri, introduzione di Al-fredo Gianolio. L’evento è promosso da Assessorato alla Cultura, Asso-ciazione Amici del Museo, Associazione Amici del Premio, Casa Museo “Al Belvedere Pietro Ghizzardi”. Nell’occasione, grazie alla disponibilità della famiglia, saranno esposte alcune opere dell’artista.

Domenica 12 marzo, alle 17, nella sala “Arti 48” della Galleria del Premio Suzzara si terrà il Concerto di Auroraensemble, un gruppo stru-mentale femminile che si dedica specificatamente all’esecuzione del re-pertorio dal Novecento a oggi. Nell’occasione si esibiranno la chitarrista Sara Rozzi, e la flautista Jessica Gabriele.Alle ore 18 mostra di pittura presentata da Stefania Ferrari, con opere di Grazia Badari, Lisa Beneventi, Erika Bonato, Marisa Bottazzi, Elisabetta Corbelli, Carla Nardotti, Anna Paglia, Simona Simonini, Laura Zilocchi.

In copertina: da sinistra Mauro Gorreri, Roberto Buelloni, Marzio Ferrari, Wainer Melli, Egidio Gorreri, Fabrizio Binacchi, Bruno Melli (foto di Gianni Bellesia)

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Dario Pizzetti cuoco internazionaleDario Pizzetti nato a Suzzara nel 1968, dopo le scuole dell’obbligo, ha realizzato il suo desiderio di stu-diare l’arte della cucina, una pas-sione che lo aveva affascinato fin da bambino.

Come è diventato cuoco?«Dal 1983 al 1988, ho frequentato l’Istituto Alberghiero a Desenzano del Garda, diplomandomi come tec-nico delle attività alberghiere. Du-rante la scuola, nel periodo estivo, ho fatto due stagioni all’Hotel Olivi di Sirmione (1985 e 1986), e altre due all’Hotel Posta Cavallino Bianco di Ortisei (1987 e 1988). Finito la scuola, ho fatto due stagioni di sette mesi l’una sempre all’Hotel Olivi di Sirmione (1989 e 1990). D’inver-no studiavo Economia del Turismo alla scuola Superiore del Turismo di Verona e facevo il cameriere al ristorante da Battista di Suzzara. Nel 1991 ho lavorato per tre mesi al Park Hotel di Desenzano, in sostitu-zione di un altro cuoco, per poi pas-sare al ristorante Bagatta Alla Lepre, sempre di Desenzano. Ad agosto del 1992, dopo un anno e mezzo, ho dovuto lasciare per svolgere il servizio civile alla Croce Rossa di Ostiglia. Nel 1994 ho lavorato per un anno al Ristorante Da Battista di Suzzara, per poi lavorare per 2 anni al Ristorante La Rucola di Sirmione (1995 e 1996). A settembre del 1996 il salto di qualità, che mi ha cambiato la vita e mi ha portato a lavorare nella capitale. Arrivato a Roma ho lavorato come sous chef a Villa Taverna, residenza dell’am-basciatore americano, dove sono

personaggio UN sUZZAREsE chEF sTELLATO IN gIRO PER IL MONDO

rimasto per otto anni. Nel 2004 sono passato a Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciatore Bri-tannico dove, a tutt’oggi, ricopro il ruolo di chef».

Quali soddisfazioni e gratificazioni offre il suo lavoro oggi?«Il lavoro di chef, negli ultimi anni, è finito sotto i riflettori grazie ad un’esposizione mediatica senza precedenti. Molti si sono avvicinati al lavoro in cucina e le scuole alber-ghiere si sono moltiplicate. Devo dire che è un lavoro che da grandi soddi-sfazioni, ma richiede grossi sacrifici, lontani dalle atmosfere glamour delle trasmissioni televisive. Nell’ambiente in cui lavoro da vent’anni a questa parte, le soddisfazioni sono molte. È un modo di lavorare molto stimolante e decisamente diverso dal mondo degli alberghi e dei ristoranti. Ogni pranzo, cena o ricevimento deve essere organizzato in maniera im-peccabile e nei minimi particolari, spesso con poco preavviso. Alla fine di ogni anno, sono circa 12.000 i pasti serviti nei diversi eventi che si tengono nella Residenza e i continui riscontri positivi da parte degli ospi-ti sono per me la gratifica migliore per continuare, migliorando, il mio lavoro».

Qual è il suo piatto forte?«Devo dire che il mio lavoro è una continua ricerca e sfida nel proporre nuovi piatti e rielaborarne di esistenti. In cucina lavoro da solo, per cui i miei piatti forti spaziano dall’antipasto al dolce con una particolare predilezio-ne per i primi. Le mie origini Suzza-

resi mi hanno portato a perfezionare i risotti, una mia grande specialità, così come i ravioli (o tortelli) di ogni forma e ripieno. In più, amo molto fare i soufflè sia dolci che salati, cre-andone sempre di nuovi».

Incontri personaggi importanti, ricorda qualcuno in particolare?«Nelle ambasciate, i personaggi sono quasi all’ordine del giorno, sia del mondo politico, che di quello mediatico. Ho avuto modo di in-contrare personaggi “mitici” come Henry Kissinger e Bill Gates, attori come Colin Firth, Meryl Streep e Russel Crowe. Ricordo l’emozione nell’incontrare il presidente Ameri-cano George W. Bush, con la sua carovana di auto nere degna di un film hollywoodiano, ma anche le chiacchere scambiate con il presi-dente Giorgio Napolitano e i compli-menti che mi fece per la cena che gli avevo preparato. Un altro incontro che ricordo con piacere è stato con il Principe Carlo e Camilla. Però quello più bizzarro è stato il mio primo incontro con Silvio Berlusconi che, felice per come aveva mangiato, mi venne a prendere personalmente in cucina e mi portò in mezzo agli ospi-ti, osannando la mia arte culinaria e facendomi assistere ad un suo “concerto” di canzoni napolatane con il chitarrista Apicella».

Scrive un diario con le sue memo-rie?«No, non l’ho mai fatto...ma forse dovrei! Caro Bruno, mi hai dato un bell’idea! Magari potrei iniziare con un libro con le mie ricette».

Nel suo futuro, c’è il progetto di un lavoro in proprio?«Attualmente no. Il mondo della ristorazione è diventato un mondo difficile e, a mio avviso, saturo. Se nel futuro qualcosa dovesse cambia-re, ci si potrebbe fare un pensiero...mai dire mai!»

Cosa la lega a Roma e cosa a Suzzara?«Suzzara e Roma sono i posti della mia vita. Abitandoci da vent’anni, Roma è diventata la città con cui condivido sentimenti, lavoro e quo-tidianità. Torno spesso a Suzzara, dove ho la famiglia e dove ci sono gli amici di sempre a cui, nonstante il mio girovagare ultratrentennale, sono rimasto indissolubilmente le-gato. Sono entrambe nel mio cuore e non potrei fare a meno né dell’una e né dell’altra».

Bruno Melli

Con George W. Bush (2003)

Con il Principe Carlo (2009)Dario Pizzetti con Silvio Berlusconi e l’attuale ambasciatore britannico Jill Morris

Con Colin Firth (2010)

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Mauro gorreri: cucina, arte e cultura

Concentrare il ricordo di Mauro Gorreri in fretta e in poche righe è una presunzione che non trova giustificazione se non nel fatto che a lui e alla sua famiglia mi legano quasi sessant’anni di amicizia e ri-cordi. Di momenti importanti vis-suti insieme, dentro e fuori il suo ristorante. Era un amico speciale. La fortuna di averlo incontrato e frequentato, per me è stata grande. La sua presenza mi ha avvicinato ad un mondo che senza di lui non avrei mai conosciuto. Il Cavallino Bianco degli anni Cinquanta era il bar dove mi ritrovavo con gli ami-ci del tempo, adolescenti ma già frequentatori assidui, e lì inizia la conoscenza di Mauro, di pochi anni più vecchio di me, della sua famiglia: la nonna Maria, il padre Ernesto, la madre Dina, il fratello Egidio e quella di Dino Villani nel-le occasioni del Premio Suzzara e

lutto UNA DELLE ANIME DEL “cAVALLINO BIANcO”

non solo. Al Cavallino Bianco negli anni del boom economico, c’era un fermento di arte e di cultura, che non potevi non vivere a pieni pol-moni: Dino Villani ha fatto arrivare a Suzzara personaggi che, senza di lui, non sarebbero mai arrivati, ma ha contribuito anche alla cre-scita della popolarità del ristorante grazie alla bravura della famiglia Gorreri. Mauro l’ho conosciuto a Pinzolo nel 1958, quando io, in colonia al Laurentianum con don Carlo Ziliani, loro, Egidio e Mauro, gestori della pensione Aurora, dove andavo a fare colazione. Per poi tornarci nel 1962 a suonare con il complesso “Gli Atomi” quando, lasciata l’Aurora gestivano il Garden Hotel. Amico d’infanzia di Lisetta, sua moglie, ho vissuto l’amicizia delle famiglie che nel tempo sono nate al ristorante, Egidio con Ma-tilde e Mauro con Lisetta e i loro figli Daniele e Rossella. L’amicizia si rafforza quando, nel 1971, vado ad abitare con mia moglie Cosetta e i miei figli Beatrice e Davide in via Luppi Menotti, di fronte al loro ristorante, e apro i negozi di bom-boniere e di fotografia, portando alla frequentazione ancor più intensa, con Mauro e Lisetta, e la piccola Rossella, coetanea di Beatrice, una forte amicizia che le due ragazze conservano tuttora. Nel 1973 inizia ufficialmente la mia professione di fotografo, così con la macchina fo-tografica al collo e con Mauro, agli albori della sua carriera di somme-

lier, con tanto di giacca blu, il cava-tappi e il tastevin al collo, il nostro rapporto si consolida al punto che con lui e il Cavallino Bianco, vado in televisione, ai Vinitaly, a cene dai colleghi del gruppo “Ristoratori Mantovani, con il grande Gianpaolo Cangi, presidente, alle cantine con il gruppo “Sommelier Mantovani”. Mauro era una persona squisita, un professionista serio e preparato, amante della pesca, collezionista di cartoline e documenti storici, amico di colleghi che lo stimavano come tale; un uomo dal carattere socie-vole e disponibile. Mentre scrivo mi accorgo che per raccontare Mau-ro, la sua famiglia, il loro Cavallino Bianco, servirebbe quel libro che il cugino Stelio aveva iniziato a scri-vere con me ma che, con la sua morte prematura, è rimasto un’ope-ra incompleta. Un’opera che non potevo lasciare ad ammuffire nel cassetto dei ricordi, così che l’ho pubblicato ugualmente per festeg-giare l’amicizia e la riconoscenza dei Gorreri, organizzando il pranzo in loro onore il 27 febbraio 2011, alla pinacoteca “Dino Villani” alla Pepa di Palidano, dopo la chiusura defini-tiva del Cavallino Bianco avvenuta il 31 ottobre 2010. Una storia chiusa definitivamente, con il magone in gola per tutti. Una storia meravi-gliosa vissuta da loro ma anche da tutti i frequentatori e buongustai di “Caplet adla Sagra” e dal “Bevri in vin”. Un periodo vissuto alla gran-de, che ha portato in alto e in giro

per il mondo il nome di “Suzzara”, un periodo di cui andare orgogliosi. Ciao Mauro. Bruno Melli.

Lisetta Azzoni, Rossella e Mauro Gorreri I fratelli Gorreri, Mauro, Isa, Egidio con Dea Carra, Dina e Dino Villani.

Attestato del Premio “La Torre d’oro”.

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Mauro e il fratello Egidio erano titola-ri del rinomato ristorante del “Buon ricordo”, “Cavallino Bianco”, culla del Premio Suzzara. L’edificio dove c’era la trattoria “Il vapore”, era sta-to acquistato nel 1886 dal nonno, Antonio Gorreri, arrotino, ma fu nel 1939 che il ristorante prese il nome di “Cavallino Bianco che, successi-vamente, divenne la sede naturale delle prime edizioni del Premio Suzzara, nato nel 1948, dall’idea dello zio Dino Villani e dall’allora sindaco Tebe Mignoni. Il. neorealismo italiano e l’accademia della Cucina Italiana, sono nati proprio al Cavallino Bianco. Dina Villani, mamma di Mauro e Egidio, scomparsa nel 1993 all’età di 92 anni, sorella del grande pubblicista-giornalista e scrittore, nel 1980 entrò a far parte dell’equipe di cuochi e, grazie alle sue ricette esclusive, fece conoscere il ristorante in tutta Italia. Il Cavallino Bianco è stata la casa della buona cucina italiana: dove si potevano gustare cappelletti, tortelli di zucca, tagliatelle all’anatra, risotto con pesce di fiume, risotto alla pilota, luccio in salsa verde e tante altre golosità. Nell’arco di quasi 60 anni il Cavallino Bianco ha realizzato, grazie all’estro artistico della sorella Isa Gorreri vedova Palvarini, sei piatti simbolo del “Buon ricor-do”: 1966, il piatto del boscaiolo; 1971, luccio in salsa verde; 1975, tagliatelle col “puntel” d’anatra; 1981, Caplet dla sagra; 1988, storione alla griglia; 2005, risotto al pesce di fiume. Mauro all’età di 79 anni lascia nel dolore la moglie Lisetta Azzoni, la figlia Rossella, il fratello Egidio con Matilde e il nipote Daniele, la sorella Isa con i nipoti Enzo e Gabriele. (m.p.)

Lisetta, Mauro, Franco, Rossella, Daniele, Dina, Matilde, Egidio e Gina.

Mauro Gorreri, Antonio Magnani, Nazario Ardori e Egidio Gorreri.

Gianni Usvardi, Mauro Gorreri, Dino Villani e Renato Bonaglia.

Il gruppo dei ristoratori suzzaresi con le autorità locali, 30 gennaio 2001: Carlo Prandi, Silvio Scipioni, Mauro Gorreri, Leo Pizzetti, Marco Magri, Giambattista Ferrari, Raffaele Lusetti. Seduti, Tiziana Gualtieri, Antonino Zaniboni, Anna Bonini, Nereo Montanari, Eristeo Banali.

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Azzurra Furgeri e la “body painting”personaggio LA MODELLA chE sI FA DIPINgERE IL cORPO

Si potrebbe essere portati a pensare che bastino colori atossici, una mo-della (o un modello) che faccia da tavolozza e alcune ore di pazienza, per creare un’opera d’arte su un cor-po umano: Azzurra Furgeri è una modella della disciplina chiamata “body painting”. Questa disciplina consiste nel dipingere, sul corpo umano, maschio o femmina, vere opere d’arte, effettuate da artisti di fama internazionale. Per farlo ven-gono usati colori ad acqua specifici per il corpo che se ne vanno con una semplice doccia. Si pratica in tutto il mondo, in Italia si sta diffonden-do sempre più. Ci sono campionati a livello nazionale, il più famoso è “L’Italian body painting Festival” che si svolge sul lago di Garda a Bardolino. A questo seguono nume-rosissimi campionati in tutta Italia soprattutto nel periodo estivo. Ci sono gare a livello mondiale che si svolgono in Austria, campionati eu-ropei e in tutto il mondo dalla Corea ad Atlanta. Quella della pittura del corpo è un’arte che si sta ampliando moltissimo. Se l’artista è certamente il personaggio chiave di quest’arte, la modella, per ovvie ragioni, svolge un ruolo primario nella realizzazione dell’opera.

Chi è Azzurra Furgeri?«Abito a Gonzaga. Nella vita “nor-male” sono dipendente presso l’azienda ospedaliera Carlo Poma. Lavoro alla palestra 5 anelli di Suz-zara e nelle comunità psichiatriche come consulente per quel che con-cerne l’attività motoria cercando di migliorare il benessere psico fisico dei pazienti psichiatrici. Il collega-mento con Suzzara è dovuto alla mia presenza alla palestra 5 anelli dove mi occupo dei servizi salute, e alle due comunità psichiatriche dove lavoro che sono situate a Suzzara e a Riva».

Azzurra, perché modella di body painting? «Tutto è nato per caso e si sa, le cose migliori nascono per caso. Una richiesta improvvisa da par-te di una truccatrice/body painter, durante una normalissima giornata lavorativa in Comunità, dove si stava

organizzando una sfilata con abiti della Maxbell di San Benedetto per i ragazzi del Centro. Mi si chiedeva se mi sarebbe piaciuto provare l’espe-rienza di essere una modella piena di colore per una gara sulla riviera romagnola, peraltro vinta, a cui ha subito fatto seguito un meraviglioso servizio fotografico in Svizzera, dove, grazie al fotografo, ho avuto l’occa-sione di conoscere il team migliore al mondo (in tutti i sensi) con cui lavo-ro tuttora e partecipare direttamente ai mondiali con un fantastico body painter Toscano che mi ha permes-so di vivere dal nulla direttamente l’esperienza “mondiali”».

Quali sono le soddisfazioni nell’es-sere dipinta?«Spesso mi si pone questa do-manda riguardante un’arte ancora sconosciuta a molti e spesso non vista nel modo artistico con cui si dovrebbe. Una delle domande più frequenti è: “Ma che gusto ci trovi a farti dipingere, passare ore e ore ferma, non ti stanchi?” Ma voi cosa preferite? Una giornata grigia e ug-giosa o una meravigliosa giornata di sole? Io amo il colore, la luce, l’ener-gia e la vitalità. Amo sperimentare, provare, vivere situazioni sempre nuove. Divento la protagonista di un mondo in cui posso estraniarmi dalla realtà quotidiana, portatrice di opere d’arte di altissimo livello. Amo questa enorme famiglia colorata di cui mi sento ormai parte e di cui fanno parte persone di ogni parte del mondo, amo sentirmi felice, amo vivere a colori!».

Chi è l’artista?«Ho iniziato dal nulla fino ad essere

direttamente catapultata ai mondia-li, esperienza unica, indescrivibile, con un artista toscano, body painter Maurizio Fruzzetti, grazie al quale ho partecipato a innumerevoli gare raggiungendo ottimi risultati, per poi iniziare a lavorare con un team proveniente dalle Marche conosciuto in Svizzera, Lucia Postacchini, Alex Hansen, Giusy Campolungo, con cui lavoro tuttora. Artisti, campioni a livello mondiale, Alex Hansen innu-merevoli volte campione del mondo, Giusy Campolungo con cui abbiamo vinto gli Europei in Olanda, Lucia Postacchini, vincitrice di numerosis-sime gare a livello nazionale e inter-nazionale, addirittura in Korea. Un team di artisti, ma soprattutto amici, con cui si è creato un legame e un rapporto meraviglioso. Sono persone vere, sincere, caratterizzate da una forte energia con positività, vitalità, e creatività tipica degli artisti».

Partecipate a concorsi?«Stiamo girando il mondo. Tante

gare a livello nazionale, la più im-portante quella di Bardolino: “Ita-lian body painting Festival”. Abbia-mo partecipato a gare in Olanda, dove abbiamo vinto gli europei e il Mascherade, i mondiali in Austria, una importantissima gara in Korea del sud, il “Daegou Body Painting Festival” dove abbiamo raggiunto il podio e ho vinto il primo premio come miglior modella. Soddisfazio-ni? Tantissime, podi? Ancora di più. Un’emozione unica e indescrivibile ogni volta. Stiamo partecipando a molti servizi fotografici in tutto il mondo. Questi artisti, con le loro opere sanno emozionare, è impos-sibile non apprezzare la bellezza di questi capolavori».

Come definisci quest’arte e il tuo ruolo?«Alcuni potrebbero dire che la mo-della in questo caso è una sempli-ce tela. Io mi sento la portatrice di un’opera d’arte. Il set fotografico alla fine di ogni gara mi permette

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di esprimere me stessa e cercare di rappresentare al meglio l’opera che rappresento. Devi calarti nel perso-naggio o nel tema della gara a cui stai partecipando. Prima di salire sul

performance, il modo per mostrare a tutti il capolavoro che porto addosso, ne sono entusiasta, non vedo l’ora di salire sul palco, perché mai una volta sono stata delusa dal lavoro di questi grandi artisti. Col colore hanno cambiato la mia vita, e io voglio cercare di far capire al mondo

palco, nonostante le innumerevoli volte, c’è sempre un po’ di ansia e agitazione, quell’adrenalina che amo da morire e che mi dà la carica. È il mio momento quello del set e della

cosa provo, la mia felicità nell’esse-re ogni volta diversa, camaleontica, vivendo ogni singolo istante, assa-porando l’amicizia, l’entusiasmo che ti caricano durante tutta la durata di una gara. Insomma amo questa vita a colori».

Bruno Melli

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Tiro con l’arco: suzzara protagonistaL’importante evento, dedicato ai disabili del tiro con l’arco, ha visto momenti intensi e interessanti an-che alla conferenza stampa che si è tenuta nella sala consigliare, alla presenza di autorità civili e della Fitarco. L’apertura dei giochi si è svolta sotto la regia dell’associazio-ne alpini di Luzzara con l’alza ban-diera e l’esecuzione dell’inno della federazione e l’inno di Mameli. Ce-rimonia ripetuta al termine dei gio-chi con gli interventi dei sindaci e dei responsabili Fitarco, con le pre-miazioni degli atleti vincitori delle varie categorie, al canto dell’inno di Mameli con l’ammaina bandiera. «Siamo stanchi ma decisamente soddisfatti». Così si sono espressi all’unisono Mirko Benetti ed Enrico Zoboli, rispettivamente presidente e vicepresidente della compagnia arcieri “La Meridiana” di Luzzara responsabili organizzativi del 30° campionato italiano di tiro con l’arco “Para Archery Indoor” Fitar-

evento sUccEssO ORgANIZZATIVO DELLA MERIDIANA

co svolto al palasport “Marmiroli” per il secondo anno consecutivo. Gli atleti e i portacolori delle socie-tà sportive arrivate da tutta Italia, si sono complimentati con gli or-ganizzatori per il servizio di acco-glienza e assistenza. Sulla pagina di Facebook sono arrivati decine di messaggi che confermano la buo-na riuscita della manifestazione. La compagnia reggiana ha impiegato una cinquantina di volontari che si sono prodigati nell’ospitalità dovuta a tutti i partecipanti e accompagna-tori sia per l’assistenza ai bersagli, che nella parte logistica tra rinfre-sco, sistemazione atleti nei vari al-berghi e ristoranti della zona. Mirko Benetti, ha chiuso la manifestazione ringraziando la Fitarco per la stima concessa e, tutti i collaboratori, che con la loro presenza, il loro impe-gno, hanno contribuito al successo dell’evento nazionale, portando in alto il nome di Luzzara e Suzzara. La Fitarco, per regolamento, conce-

La conferenza stampa in sala consiliare.In piedi da sinistra: Guglielmo Fushsova (tecnico della nazionale), Giovanni Vanni (presidente Fitarco Sicilia), Lorenzo Bortolamasi (presidente Fitarco Emilia Roma-gna), Francesco Mapelli (presidente Fitarco Lombardia). Seduti da sinistra: Oscar De Pellegrini (consigliere Fitarco Lombardia), Stefano Negri (assessore allo Sport del co-mune di Luzzara), Silvia Cavaletti (vice sindaco di Suzzara), Mirko Benatti (presiden-te compagnia arcieri La Meridiana), Enrico Zoboli (vice presidente la Meridiana).

de l’organizzazione del campionato solo per due anni consecutivi nella stessa città e stessa associazione, come avvenuto per la Meridiana, nel 2016 e quest’anno. Soddisfatti anche i sindaci di Suzzara e Luz-zara, Ivan Ongari e Andrea Costa

che, attraverso una fattiva collabo-razione e condivisione del progetto, hanno messo in campo uomini, mezzi e strutture. Alle premiazioni erano presenti diversi rappresen-tanti istituzionali oltre al delegato Coni Giuseppe Faugiana. (m.p.)

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Tiro con l’arco: suzzara protagonista Il Partito democratico in crisi a suzzaraHa fatto un gande clamore nella città del Premio, la notizia che il Partito de-mocratico non farà più il Festival Pro-vinciale al parco la Quercia di Suzzara. Dopo molti anni quella che sembrava una tradizione consolidata e inattacca-bile risulta essere giunta al capolinea. Per fare chiarezza sul tema, a scanso di equivoci e illazioni, e sapere che tipo di Festival sarà fatto a Suzzara, abbiamo incontrato il segretario cittadino Mas-similiano Artoni.

Effettivamente di congetture se ne sono fatte parecchie. Cerchiamo di fare il punto della situazione. Il parco la Quercia, costruito negli anni dai compagni Suzzaresi, circa nel 2007 è di fatto passato nella piena proprie-tà della Fondazione Ds, per tanto il circolo di Suzzara non ha un legame giuridico con la fondazione ma vi è sicuramente un legame storico-politico, ma sopra ogni cosa esiste un legame affettivo nei confronti del Parco la Quercia.In virtù di questo forte legame il PD svolge la festa dell’Unità in questa area, pagando un affitto, perchè chia-ramente il proprietario a sua volta per mantenere il parco deve affrontare delle spese di diversa natura.Di fatto il Circolo suzzarese si prende carico di pagare anche una parte se non tutte le manutenzioni del parco con i proventi della festa.Negli ultimi anni la festa di Suzzara era riconosciuta come festa provin-ciale mantovana sicuramente per-chè Suzzara è una realtà importate per il Partito Democratico e perchè nella provincia di Mantova il par-co La Quercia è indubbiamente lo spazio “aree feste” meglio attrezzato dove si possono ospitare un numero elevato di persone in perfetta sicu-rezza. Suzzara è tuttora una realtà importante nel rete politica PD, il parco la quercia continua ad offrire gli stessi standard di ricezione di un tempo ma per diversi motivi socia-li, economici e politici nelle feste è calato il numero di partecipanti e di conseguenza gli incassi. Mantenere

politica sTOP AL FEsTIVAL DELL’UNITà PROVINcIALE AL PARcO LA QUERcIA

tutta la struttura operativa è diven-tato molto oneroso. Il progetto che abbiamo deciso di portare avanti in accordo, benché se ne dica con i volontari che sono la spina dorsale della festa è di organizzare l’edizione del 2017 di meno giorni e rivedendo l’ubicazione di alcuni spazi.Se facciamo un passo indietro tutti quanti noi ricordiamo che le feste dell’Unità erano sinonimo d’entu-siasmo, di amicizia e di voglia di condividere un ideale, vi erano lun-ghe tavolate dove persone che non si conoscevano pranzavano e cenavano con una salsiccia e un bicchiere e di Lambrusco, pochi piatti semplici e buoni che fanno parte della nostra cucina tradizionale con tovaglie di carta e tante discussioni sul futuro. Con il passare degli anni si è ampliata la proposta gastronomica, si sono divise le tavolate e creati tavoli da 4 posti come se fosse un ristorante gourmet, abbiamo in qualche modo perso lo spirito che nasceva dalle feste. Non è stato un errore certo, ma forse è il caso di provare a ritornare alle origini, quando la Festa era per tutti, meno ovattata e più casalinga. Quindi dopo le polemiche, dopo le varie congetture ribadiamo ancora una vola che a Suzzara faremo la festa dell’Unità, al parco La Quer-cia con la voglia ed entusiasmo che abbiamo sempre avuto e che conti-nuiamo ad avere.

Massimiliano Artoni

La festa de l’Unità al Parco la Quercia è per il nostro gruppo podistico un importante e indispensabile base d’appoggio per l’organizzazione della pluridecennale corsa dell’ultima do-menica di luglio.

Sandro Aldrovandi Gruppo Podistico Avis Suzzara

La festa dell’Unità ha sempre caratte-rizzato Suzzara, è sempre stata una valida motivazione per fare qualcosa di diverso durante le serate estive, andare a sentire qualche brava band, fare un giro tra le bancarelle, por-

tare i bimbi sulle giostre, mangiare qualche piatto tipico della zona o semplicemente andare a bere una birra con gli amici. Ormai questa è diventata la nostra festa, la festa di giovani e meno giovani. Noi ragazzi quest’anno ce la metteremo vera-mente tutta per rendere lo Spazio Left più giovane e forte che mai con serate piene di sorrisi, birra e musica degna di questo nome. Quest’anno vogliamo migliorarci più che mai, con un solo obbiettivo, riempire questa festa di sorrisi, bei ricordi e belle situazione da vivere con chiun-que, dalle famiglie alle compagnie di amici, perché vogliamo dare il meglio, perché NOI suzzaresi lo meritiamo!

I Giovani dello Spazio Left

Stiamo seguendo in questi giorni tutta la discussione che si fa a Suz-zara sulla questione festa de l’Unita sì, Festa de l’unità no, rimanendo meravigliati degli articoli apparsi sulla Gazzetta di Mantova riguar-danti la frettolosa scelta da parte del partito a livello provinciale per non dare più la disponibilità, come da anni avviene, a impegnarsi sia a livello politico che di volontari per il proseguimento della festa stessa, mettendo in evidenza la questione finanziaria e di volontariato che non riesce a coprire una percentuale dell’80/90 per cento di presenze al lavoro per dare risposte alle esi-genze del funzionamento per tutti i comparti della festa. È da questa necessità che l’organizzazione del partito già da tempo copre alcuni spazi con persone a pagamento. Anche da qui il mancato guadagno della festa. Noi come altri compagni e amici comunque riteniamo che la festa debba continuare prendendo

le dovute precauzioni per quanto riguarda gli spazi stessi della festa, impegnandosi in un miglioramento anche in una forma più ristretta, aumentando le iniziative per attrarre la cittadinanza, mantenendo fermo la validità politica che Suzzara stori-camente ha sempre avuto durante questo momento e per un’occasione per i cittadini di svago, divertimento e incontri tra la gente.

Gaia Marchetti, Selvino Brioni, Marco Marchetti

La festa dell’Unità è un momento di aggregazione tra diverse generazioni, un momento di confronto politico, di pensieri differenti ma che in fondo convergono sempre, di spettacoli e di tanto impegno profuso da tanti volon-tari. Insomma la festa dell’Unità non è solo una festa ma molto di più.

Davide Rabitti

Cari lettori sono uno dei ragazzi volon-tari del Festival de l’Unità di Suzzara da quando avevo 13 anni. Mi ricordo come se fosse ieri che passando per puro caso dal Festival ho chiesto se avevano bisogno di una mano, loro mi risposero di sì accogliendomi con affetto, incominciai la mia avventura il giorno seguente orgoglioso di quello che facevo, come tuttora sono. Gli anni passano e nacque un rappor-to di amicizia che si rafforzò con il passare del tempo; ho conosciuto molte persone sia coetanei che più anziani e più giovani. Con ciò voglio dire che se si farà la festa io e gli altri giovani siamo lì pronti a dare il nostro contributo mantenendo la tradizione ma con un tocco di nuovo. Chiudo questa lettera con una frase che mi è cara di Giovanni Falcone «Gli uomini passano le idee restano». Grazie!!

Alessandro Castagnoli

Antonella Forattini, Francesco Romani e Piero Fassino.

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Fondazione Boni: iniziata la pet therapySi chiama pet therapy o zooterapia. A dispetto del nome altisonante e pomposo, è dolce come una carezza e semplice come un cenno d’intesa tra un cane e il suo padrone. Alla Fondazione Boni Onlus di Suzzara, in collaborazione col Centro di Cul-tura Cinofila Villa Drusilla di Soliera (MO), si è deciso di affrontare que-sto nuovo percorso di stimolazione cognitiva per gruppi di anziani re-sidenti. Già dal 1960 erano noti i benefici della presenza di animali su particolari pazienti con disturbi cognitivi o comunque con carenza di collaborazione spontanea. Qui, alla Fondazione Boni, all’interno

progetto ALLA cAsA DI RIPOsO ENTRANO IN AIUTO I cANI

del progetto di trasformazione della struttura in una “casa”, le perso-ne anziane vengono coinvolte, in modo graduale, in momenti di cura degli animali, ovviamente adde-strati e predisposti ad accettare di buon grado le cure e le coccole che vengono loro elargite. Ancora una volta si dimostra la sacrosanta veri-tà del vecchio adagio che recita: il cane è il miglior amico dell’uomo.Il richiamo al passato è forte e coinvolgente: molti residenti aveva-no cani o gatti e anche coloro che dimostrano scarsa collaborazione a causa delle ridotte capacità cogniti-ve o perché affetti da patologie de-

generative come l’Alzheimer o altre forma di demenza, riescono a sta-bilire un canale comunicativo attra-verso la presenza e il contatto con gli “operatori” a quattro zampe.

Maria grazia Benatti in pensione dopo 39 anni di servizioMaria Grazia Benatti, dipendente comu-nale, responsabile del settore commer-cio, dopo 39 anni di servizio è andata in pensione. Fra baci, abbracci e brindisi, con una semplice ma allegra cerimonia è stata festeggiata dai colleghi. Il sindaco Ivan Ongari, dopo i saluti istituzionali, ma anche di amicizia, a nome suo e della giunta le ha donato un mazzo di fiori.

LA cERIMONIA cON TUTTI I cOLLEghI

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L’Autostrada del Brennero in cittàCoinvolgenti e partecipati gli appuntamenti di quest’anno con “L’ABC - l’Autostrada del Brennero in Città”, il progetto educativo di Autostrada del Brennero, realizzato con la collaborazione della Polizia stradale, del-la Provincia di Mantova e del Comune di Suzzara, svolti al Politeama di Suzzara. Le classi dell’Istituto Superiore Manzoni hanno preso parte all’iniziativa, volta a sensibilizzare i ragazzi delle scuole secondarie di se-condo grado sul tema dell’educazione stradale. Il progetto, giunto alla sua terza edizione, proposto nuovamente a Suzzara era in contemporanea a Rovereto (TN), San Michele all’Adige, Verona, Bussolengo e Bolzano. All’apertura hanno portato i saluti e presentato l’evento ai ragazzi: il vice-sindaco di Suzzara, Silvia Cavaletti, il vicecomandante della Polizia Locale di Suzzara, Ornella Moretti, il vicepresidente di Autostrada del Brennero, Fausto Sachetto, e il dirigente del COA di Trento, Raffaele Federici. Negli incontri sono stati proiettati film prodotti dalla Polizia di Stato e cofinanzia-ti dalla Commissione Europea, ideati con il preciso scopo di promuovere un comportamento prudente alla guida. Utilizzando il tema dell’incidente automobilistico per parlare di legalità e sicurezza stradale, i film si rivolgo-

progetto sIcUREZZA sTRADALE IN PRIMO PIANO A sUZZARA

no ai ragazzi con un linguaggio semplice ed efficace. Dopo la proiezione hanno avuto luogo gli interventi dell’ispettore capo della Polizia di Stato Roberto Ferrais e di personale di Autostrada del Brennero che, con le proiezioni di alcuni incidenti colti dalle telecamere poste in autostrada, hanno coinvolto gli studenti in un dibattito sulla sicurezza stradale. A seguire, gli studenti sono stati invitati a provare, a turno, degli speciali occhiali che, tramite una particolare tecnologia ottica, consentono a chi li indossa di vivere le stesse limitazioni che si hanno quando ci si trova in stato di ebbrezza provocando una leggera visione offuscata e un re-stringimento del campo visivo. In tal modo anche semplici attività come camminare dritti, restare in equilibrio su una gamba sola, o afferrare un mazzo di chiavi, risultano difficili. Per promuovere una guida responsabi-le, al termine dell’attività, è stato distribuito ad ogni studente un etilotest monouso. Con quest’iniziativa Autostrada del Brennero continua il viaggio dedicato ai giovani, futuri utenti autostradali che aveva intrapreso due anni fa attraverso il teatro come strumento formativo e didattico, con la pièce “Quando passa Nuvolari”.

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Nebbia gialla, edizione da record È sicuramente un’edizione da record quella appena conclusa, con la par-tecipazione di circa 2000 presenze di pubblico nei 12 incontri con gli autori, oltre 30, che si sono sottopo-sti a importanti interviste. È piena-mente soddisfatta del risultato Raf-faella Zaldini assessore alla Cultura, intervenuta all’apertura del Festival. Così come il sindaco Ivan Ongari che ha portato i saluti istituzionali, intervenendo alla chiusura di dome-nica, con un ringraziamento a quan-ti hanno contribuito alla riuscita del Festival e ai volontari dell’associazio-ne “Amici del cinema Dino Villani” gestori del cinema Politeama, per la disponibilità data nei tre giorni dell’evento. Il successo dell’iniziativa è dovuto anche alla “Libreria Ulisse” di Giovanni Montessori, che con grande professionalità ha messo a disposizione una bancarella piena di libri della rassegna con soddisfa-zione dei tanti amanti del genere che hanno così potuto acquistar-li e farli autografare dagli autori.

evento TUTTO EsAURITO AgLI INcONTRI DEL FEsTIVAL NOIR

Il direttore artistico suzzarese Paolo Roversi commenta così l’ultima edi-zione: «È stato un festival entusia-smante, dove ci siamo divertiti con tanti bravi autori che sono piaciuti al pubblico e non a caso ad ogni evento c’era sempre il sold out. Mai visto così tanta gente come in

questa edizione, superiore anche a quella del decennale. Nebbia Gialla ha chiuso con numeri da record di lettori nei 12 eventi dei tre giorni del Festival, con scrittori felicissimi ed entusiasti nel vedere sempre la sala piena durante i loro interventi».

Bruno Melli

Antonella Forattini, Francesco Romani e Piero Fassino.

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La giornata conclusiva ha visto protagonisti quattro autori tutti molto bravi, tra cui la star di Nebbia gialla 2017 Alessia gazzola

Valerio Varesi sempre presente ad ogni edizione, in anteprima assoluta ha presentato “Il commissario Soneri e la legge del Corano”. Il commissario Soneri questa volta è spiazzato in quanto non deve indagare sul classi-co delitto banale, ma l’omicidio del tunisino Hamed, lo porta dentro la comunità musulmana di Parma dove tutto può succedere. Per l’evento “Misteri e delitti”, Massimo Picozzi ha presentato il suo libro “Profiler” ricevendo un sacco di applausi, mentre la giornalista Rosa Teruzzi dove aver ribadito al pubblico che “nel mio lavoro la notizia viene prima di tutto” ha parlato del suo primo romanzo “La sposa scomparsa”, an-nunciando che il seguito che uscirà in libreria a fine ottobre con il titolo “La fioraria del Giambellino”. Ha chiuso le tre giorni del Noir la 34enne Alessia Gazzola che di professione è medico legale sempre in cima alle classifiche e i suoi sette romanzi finora pubblicati hanno venduto oltre 700mila copie. La sua ultima fatica editoriale uscita nel novembre dell’anno scorso “Un po’ di follia in primavera”, parla della morte dello psichiatra Ruggero d’Armento trovato assassinato nel suo ufficio. Pochi ingannevoli indizi, nessuna traccia, ma l’instancabile Alice Allevi forse ha trovato la strada giusta. Le cartoline più belle del festival sono: l’evento di apertura con il tedesco Wulf Dorn, il tu per tu con Massimo Carlotto, la bellezza femminile di Elisabetta Cametti, e naturalmente Alessia Gazzola per la sua bravura e simpatia che ha chiuso il Nebbia Gialla.

Roberto Sissa

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Teatro guido, si recupera la facciataParafrasando il proverbio: “Chi ben comincia è già a metà dell’opera”, per chi si ricorda cos’era il teatro Guido per la comunità suzzarese, non può che essere felice dell’iniziativa presa dalla giunta comunale di rifare la facciata del teatro perché c’è poi la speranza che si arrivi al progetto definitivo per ridare alla città il “suo teatro”. Ecco se il sindaco di oggi e quelo di domani tiene al fatto che una comunità in crescita ha bisogno di luoghi di incontro aggreganti, il teatro ha qualche speranza di tornare a vivere. Sulla questione pubblichiamo alcuni interventi.

Francesco Bianchi, assessore ai lavori pubblici:«I soldi che spendiamo finanziano un progetto definitivo ed esecutivo importante anche per gli interventi futuri su tutta la struttura, nonché il rifacimento conservativo delle tre facciate, la nuova piazza antistante esterna e la sostituzione di serramenti. Direi, che in rapporto a tutto que-sto, la cifra non è assolutamente fuori luogo (avremo anche dei ribassi da gara). Per il resto, siamo in attesa di notizie sui fondi che potrebbero portarci alla ristrutturazione completa del teatro. Questo primo intervento è importante per il restauro e per il decoro dell’edificio e anche degli spazi che ruotano attorno ad esso. Non c’è una percentuale certa, c’è la ferma volontà (e questo si sa, fa la differenza in ogni ambito) di mettere tutte le energie per portarlo negli anni a venire operativo, magari con più significati e funzioni. Se poi arriva il contributo meglio, ma una politica lungimirante guarda oltre, al futuro, che spesso è anche incerto nelle sue variabili. Quindi si, io lo reputo un buon primo investimento per il teatro che verrà. La visione prima di tutto, pian piano il resto seguirà. Parlo di visione politica futura, nel progetto non c’è sperpero di denaro, ma buon senso. Questo è un bene architettonico, che ha una storia e un valore per Suzzara. Se si può riportare in vita e valorizzarlo, lo spreco non esiste? Ma per fare questo c’è ancora un iter che prevede approvazione dei progetti e indicazioni dalla soprintendenza, poi esecuzione lavori».

Da Facebook: Gianni Bertellini«Quando toccò alla piscina, erano in tanti a dire no....perché c’era già Pegognaga, ed era inutile spendere soldi, molto meglio rimanere senza nulla.! Ora finalmente si procede col recupero del Guido..... ma risulta che c’è già un teatro a Pegognaga, e quindi meglio rimanete senza nulla! Al di là di inutili ironie su moschee e cavolate varie che nulla hanno a che vedere con ragionamenti seri.... Suzzara deve continuare a crescere e il recupero del teatro lo ritengo cosa importante per valorizzare la nostra comunità. O continuiamo a rimanere per sempre nell’immobilismo che ci ha caratterizzati fino ad oggi?»

teatro LA gIUNTA cOMUNALE ANNUNcIA I LAVORI DI REsTAURO

Da Facebook: Don Giorgio Bugada «Senza entrare nel merito degli altri commenti vorrei dire del mio senti-mento di soddisfazione alla notizia che al primo passo della salvaguardia dell’edificio con il tetto, in attesa di coppi che dallo sfacelo del terremoto sarà facile recuperare, siamo giunti al secondo passo. Non è una opera-zione di facciata ma di rispetto della cittadinanza. Come abbiamo potuto sopportare il degrado finora! È un segnale di reazione allo scandaloso degrado di edifici di diversa natura nelle nostre campagne, penso ad esempio a Sailetto, Zara Bignardina. E vero che ci sono urgenze diverse ma son sicuro che quando ci si interessa del bello della città, ci interessa anche del suo bene, il bene comune. Quanto al completamento dell’opera, perché non dobbiamo pensare che al segno di buona volontà degli am-ministratori non possa seguire quello di privati, associazioni, fondazioni, ditte e magari un comitato di cittadini, uniti una volta a rendere onore a Francesco Piazzalunga, che Riva si onora di aver generato alla vita divina nel Battesimo, nella sua Chiesa. In fondo a salvare questa è stata un Po di incoscienza del parroco che la gente ha assecondato con impegno e costanza che è stata ripagata addirittura con la collaborazione, certo indesiderata, dello stesso terremoto. Perché non salvare il Guido che nonostante l’incuria ha resistito al terremoto? In campo diverso perché non ripetere il miracolo del Comitato Zuccati?! Non è un torto all’impegno per il terremoto in atto con le gravi complicazioni sopraggiunte: stiamo su insieme o insieme cadremo.

Il meglio di Andrea MingardiL’incontro con l’autore, organizza-to da Luca Verbeni, Bruno Melli, Franco Bigi, per la presentazione del libro giallo “Vendetta di sangue” di Andrea Mingardi, si è rivelato un successo di presenze ma anche di contenuti. Un Mingardi in pie-na forma che, intervistato da Luca Verbeni, ha intrattenuto il pubblico riscuotendo applausi ad ogni inter-vento, rivelandosi un personaggio a 360 gradi. Pittore, cantante, poeta, scrittore, sono i campi coltivati da

POLITEAMA EsAURITO PER UNA sERATA sPEcIAL

Andrea, dove sono usciti aneddoti veramente stupendi. Ma l’aspettativa per diversi suoi fans, sperata ma non scontata, era che Andrea cantasse e così è stato. Sette canzoni, cantate senza problemi accompagnato da un improvvisato quartetto, che si è rivelato di massima qualità artistica ricevendo i complimenti di Mingardi (Alex Guidetti, Basso. L’incontro è ter-minato con la consegna di una targa alla carriera consegnata e gli autografi sui libri e cd.

Bruno Melli, Luca Verbeni, Andrea Mingardi, Franco Bigi

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Annalisa spedo nuovo presidenteDopo 20 anni di presidenza, Giovanni Falavigna lascia, per motivi perso-nali, la dirigenza dell’Auser, rimanendo membro del direttivo. Alla massima carica è stata eletta Annalisa Spedo. Auser (acronimo di autogestione servizi) è una associazione di volontariato e promozione sociale, tesa a valorizzare gli anziani e a far crescere il loro ruolo attivo nella società. Nata nel 1989 per iniziativa della Cgil e del sindacato dei pensionati Spi-Cgil, si propone di contrastare ogni forma di esclusione sociale, in particolare nei confronti dei migranti e delle donne di tutte le età, miglio-rare la qualità della vita, sostenere le fragilità, diffondere la cultura e la pratica della solidarietà e della partecipazione, valorizzare l’esperienza, le capacità, la creatività e le idee degli anziani, sviluppare i rapporti di solidarietà e scambio con le generazioni più giovani. Per iniziativa di Auser è attivo il numero verde Filo d’Argento 800-995988, dedicato agli anziani soli e in difficoltà, attivo in tutta Italia. Attualmente conta 304.899 iscritti, 45.263 volontari e 1.500 sedi in tutta Italia. Quella di Suzzara è una svolta epocale, in quanto Giovanni, Gianni, Falavigna è stato presidente per 20 anni portando l’associazione a livelli molto alti di iscritti costruendo, inventando, gestendo importanti iniziative sociali utili alla comunità. Oggi per motivi personali lascia la presidenza cedendo il passo ad una donna Annalisa Spedo, eletta all’unanimità presidente dell’Auser di Suzzara.

La sua carta d’identità?«Sono nata a Castagnaro ma abito a Suzzara da quando avevo 11 anni; ho una laurea in matematica conseguita all’Università di Modena nel 1976. Ho insegnato matematica e scienze nella scuola media per quasi 40 anni, dal 1985 presso l’Istituto Il Milione di Suzzara. Sono sposata con Gianni Falavigna (omonimo di Giovanni Falavigna ex presidente Auser) ho un figlio, Gianluca. Sono socia operativa dell’Auser dal 2015, dopo il pensionamento e, dallo stesso anno sono membro del direttivo».

Quali progetti e cambiamenti prevede di fare?«Mi sono affacciata al volontariato da poco tempo, ma ho scoperto un mondo di persone che, senza chiedere nulla in cambio, si prodigano per far si che altre persone abbiano una vita migliore. Ho scoperto anche che fare volontariato non fa bene solo agli altri ma anche e, soprattutto, a se stessi. L’Auser di Suzzara, alla quale appartengo, è una grande associazione con circa 700 iscritti e un buon numero di volontari che si impegnano in attività di vario tipo e, poiché non è il caso di stravolgere una squadra che funziona, non penso in questo momento a grandi cam-

volontariato gIOVANNI FALAVIgNA LAscIA LA MAssIMA cARIcA DELL’AUsER cITTADINA

biamenti anche se sarà inevitabile dare un’impronta personale. I progetti più importanti riguardano la collaborazione con altre associazioni che operano nello stesso territorio, nella convinzione che mettere insieme le forze sia sempre un vantaggio. L’Auser si occupa di turismo sociale, di giochi in società, di trasporto protetto per il Centro Chv, di serate di intrattenimento con musica e balli inoltre, nei mesi estivi, gestisce uno spazio con bar ai giardini Cadorna, tutte attività molto importanti perché creano aggregazione ma, nell’ultimo anno, abbiamo anche ampliato notevolmente le offerte di carattere culturale che hanno contribuito ad allargare l’utenza. Viste le dimensioni dell’Associazione penso sia anche necessario un ammodernamento della struttura organizzativa utilizzando anche i nuovi mezzi di comunicazione; per questo motivo siamo alla ricerca di volontari con competenze specifiche che possano utilizzare tali mezzi».

Appello agli iscritti...«Ho intenzione di fare tesoro dell’esperienza pluriennale di chi mi ha preceduto e di mettere tutto il mio impegno per far si che l’Auser continui ad operare sul territorio e continui ad essere un punto di riferimento per molte persone che vi trovano compagnia, stimoli, aiuto, consigli. Ma conto anche su tutti i soci, volontari e non, per spunti, idee, critiche costrutti-ve. Se un cittadino verrà in sede, troverà sempre qualcuno pronto ad ascoltare i vostri problemi, ma anche proposte e critiche». B.M.

Otto gli studenti meritevoli delle borse di studioCon una cerimonia organizzata al Piaz-zalunga Cultura, il Rotary Gonzaga-Suzzara, benefattori delle borse di stu-dio, del valore di 500 euro ciascuna hanno consegnato a otto studenti (sei del Manzoni, di Suzzara, due dello Strozzi, di Palidano), per il brillante risultato conseguito nell’anno scolastico 2015/16. Questi i premiati dell’Istituto “Strozzi” di Palidano: Valentina Goldoni di Luzzara; Luca Bertellini di Gonzaga; Corrado Gambetti di Guastalla; Irene Pecchini di Luzzara; Pietro Cortelazzi di Marcaria e Riccardo Gilioli di Carpi.

IL ROTARy gONZAgA-sUZZARA PREMIA gLI sTUDENTI DEL MANZONI E DELLO sTROZZI

I due del “Manzoni” sono: Elisa Spezia di Moglia e Chiara Malavasi di Gonzaga. Erano presenti alla cerimonia, condot-ta dal presidente Rotary Giacomo Zini, i sindaci di Suzzara e Gonzaga, Ivan Ongari e Claudio Terzi, gli assessori, Silvia Cavaletti, Raffaella Zaldini, Paola Bruschi, preside del Manzoni, Massimo Pantiglione preside dello Strozzi. La pre-miazione, condotta dal professor Bruno Merlotti, è terminata con un buffet orga-nizzato dai ragazzi del corso alberghiero dell’Arti e Mestieri, guidati dal maestro Fabio Cortellazzi. (m.p.)

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Massimo Marchini lascia la segreteria cgilMassimo Marchini, originario di Quistello, ma suzzarese di adozio-ne, perché sposato con la nostra concittadina Flavia Giavazzi, dopo anni passati alla guida della Cgil mantovana come segretario ge-nerale, lascia il passo per scaduti termini statutari.

Come sono stati e come li ha vis-suti questi anni?«Sono stati gli anni della crisi eco-nomica più grave della storia, con conseguenze sociali e occupazionali drammatiche: solo nella nostra Pro-vincia sono stati spazzati via 10mila posti di lavoro. Anni in cui hanno chiuso tante aziende, anche storiche se penso alla Tasselli di Suzzara, e altre hanno deciso consistenti riduzioni di personale. Ho vissuto momenti difficili e di grande ten-sione, ci siamo trovati di fronte a una continua emergenza, a una crisi senza fine. Rimarranno nella mia mente i volti sconcertati e rigati di lacrime di donne e uomini che da un momento all’altro hanno perso il lavoro e sono stati costretti a chie-

sindacato cAMBIO DELLA gUARDIA AI VERTIcI

dersi come potevano fare per soste-nere le spese dei figli a scuola, del mutuo per la casa o delle bollette. Sono stati 8 anni durissimi dove in aggiunta alla crisi, i governi che si sono succeduti hanno svalorizzato il lavoro, con tante leggi che hanno cancellato diritti e tutele. Se faccia-mo un bilancio serio di queste leggi che ci sono state presentate come se potessero far crescere l’occupazio-ne, oggi possiamo affermare senza rischi di smentita che abbiamo un lavoro più povero con meno diritti, la precarietà non è diminuita e la stragrande maggioranza dei giovani non ha futuro».

Cosa si prova nel momento del distacco? «È difficile spiegarlo, ma posso as-sicurare che non è semplice per uno come me che ha vissuto con grande passione e impegno questa esperienza. È stata un’esperienza straordinaria che mi ha dato gran-di soddisfazioni e adesso, dopo 29 anni, ho concluso non solo il mandato da Segretario generale,

ma direttamente anche con la Cgil mantovana, e questo per me segna la chiusura di un rapporto che vivo con emozione e coinvolgimento».

Come sarà il suo futuro? «La Cgil mi ha proposto l’incarico di seguire il Caaf Cgil Lombardia che ha sede a Brescia; anche se fare il pendolare è un evidente sacrificio, ho accettato e con il 1° febbraio ho assunto il nuovo incarico. Sarò chiamato a un lavoro completamen-te nuovo, questo rappresenta per me una nuova sfida che affronterò

come sempre con tanta passione e voglia di fare».

Cosa la lega a Suzzara? «Per quanto riguarda la sfera perso-nale, da ragazzo ho spesso frequen-tato Suzzara, le serate al Blu Max e i locali; sul piano affettivo è la città dove ho conosciuto e sposato Flavia, inoltre ho parenti e tanti amici. Sul piano sindacale, Suzzara ha rappre-sentato e tuttora rappresenta una dimensione importante per la Cgil. La zona di Suzzara ha una storia sindacale importante, fatta di lotte e di conquiste, che rappresenta un imprescindibile riferimento per tutto il territorio mantovano. Suzzara è stata la patria di importanti dirigenti provinciali della Cgil, un tempo si diceva che per fare il segretario ge-nerale della Cgil bisognava essere di Suzzara e su questo requisito, nel mio caso si scherzava, affermando che lo potevo fare perché avevo la moglie di Suzzara».

Bruno Melli

www.ristorantepizzeriacrocedelgallo.com

Flavia Giavazzi, Susanna Camusso e Massimo Marchini.

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Massimo Marchini lascia la segreteria cgil

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Il nuovo romanzo di ImprotaL’ex vigile Giovanni Carlo Improta (Giancarlo per tutti) in occasione dell’incontro della ricorrenza di San Sebastiano, consegna al sindaco Ivan Ongari il suo ultimo libro “Serpenti tatuati”, un romanzo edito dall’editoriale Sometti. Poeta, scrittore autodidatta, Improta è da sempre appassionato di fotografia, pittura, disegno e scultura, oltre che essere volontario in associazioni quale il wwf.

5 Anelli: i nuovi arrivi del sollevamento pesi Sì allarga la squadra del sol-levamento pesi della pale-stra “5 Anelli”, allenata dal tecnico Gianluca Giorgi. Questi atleti, Denny Prandi-ni, Elia Frignani e Alice An-cellotti, con gli ottimi risultati ottenuti nella prime gare, sono le nuove promesse del-la palestra. Nella foto, da si-nistra, il tecnico Gianluca Giorgi, Elia Frignani, Alice Ancellotti e Denny Prandini.

Al mercatino un stufa Marocchi in miniaturaVista e fotografata al mercatino dell’usato di Villafranca, questa stufa in miniatura, della Marocchi di Suzzara, è stata acquistata da un signore di Verona. Non ab-biamo notizie in me-rito a questo mera-viglioso oggetto di casa nostra, proba-bilmente era un mo-dello, in miniatura, per le fiere, certo è che è un bel cimelio della nostra storia industriale.

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Un ricordo da SuzzaraFrancesco Mapelli, ieri arbitro di tiro con l’arco, oggi presidente Fitarco Lombardia, mostra orgoglioso il gagliardetto in ceramica donatogli dal sindaco Luigi Salardi nel 1992 quando venne a Suzzara a dirigere una gara di tiro. Nella nuova veste era presente al 30° campionato svolto a Suzzara e presente alla conferenza stampa. Nella foto con il vice sinda-co Silvia Cavaletti e Stefano Negri, assessore allo Sport di Luzzara.

La biblioteca comunale compie 50 anniIl 2017 è un anno molto importante per la Biblioteca Comunale: ricor-rono infatti i 50 anni dalla sua istituzione avvenuta, con atto deliberati-vo di Consiglio Comunale, il 28 febbraio 1967. La Consulta Giovanile di Suzzara, molto sensibile ai temi culturali e in particolare al tema della lettura e convinta che a tutta la cittadinanza dovesse essere consentita l’opportunità di migliorare le proprie conoscenze, sollecitò fortemente l’Amministrazione perché provvedesse ad una Biblioteca Comunale aperta a tutti. Il 21 giugno 2013, dopo un restyling degli spazi e del pa-trimonio, veniva presentato alla cittadinanza il “Centro Culturale Piazza-lunga”, “piazza del sapere” in grado di offrire attività diverse e diversifi-cate per interessi e fasce d’età. A breve ci sarà una sala dedicata agli autori locali e a libri che parlano di Suzzara.

“Totalmente sport” con giovani stelleSi è svolto al Piazzalunga Cultura l’evento organizzato dall’Amministra-zione comunale “Totalmente speciale Sport” dove, alla presenza di mol-ti intervenuti, si sono raccontati e hanno risposto alle domande dei pre-senti. Questi gli ospiti: i calciatori Simone Bassoli e Gabriele Bellodi, il pesista Matteo Cattini, i pallamanisti Cristian Cuzzi e Matteo Guariso, ospite d’onore, Elena Leoni, campionessa mondiale di pattinaggio arti-stico a rotelle.

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Al Politeama registi protagonistiL’associazio-ne Amici del cinema “Dino Villani” ha pro-posto nel mese di gennaio due eventi per gli amanti del buon film e,

non a caso, in entrambe le sera-te il Politeama era tutto esaurito. Strabiliante successo ha ottenuto il film “La rugiada di San Giovan-ni” del regista Christian Spaggiari che era presente alla proiezione con l’unica superstite alla strage Liliana Manfredi, la sceneggiatrice Samanta Melioli e Beppe Carletti che oltre ad

evento DUE PROPOsTE DEgLI “AMIcI DEL cINEMA DINO VILLANI”

essere attore nel film è anche autore della colonna sonora. Il film che sta ottenendo un grande successo ri-corda il massacro della notte di San Giovanni tra il 23 e 24 giugno del 1944 sulle colline di Reggio Emilia tra Vezzano sul Crosotolo e Casina, quando 32 abitanti della borgata la Bettola vennero uccisi dalle trup-pe tedesche come rappresaglia per un’azione partigiana fallita. La pellicola, romanzata, è tratta dal li-bro “Il nazista e la bambina” la cui autrice Liliana Manfredi fu l’unica superstite alla strage.Giusto sentire da lei cosa si ricorda di quel tragico evento: «È doloroso ricordare quello che mi è successo.

Sono una persona forte che sono riuscita a superare tutto ma è stata dura in quanto ero sola al mondo. Quando c’è stato l’eccidio nella notte tra il 23 e 24 giugno del 1944 dove persero la vita 32 persone mi sono salvata in quanto ero a letto coperta dai corpi dei miei nonni, mentre nel film mi vedete che mi sono riparata sotto il letto. Pur avendo tre proiet-tili in corpo e una gamba rotta e sporca di sangue mi sono buttata dalla finestra dal retro della locanda ormai completamente avvolta dal-le fiamme e mi sono nascosta in mezzo all’erba, trascinandomi verso il fiume e per mia fortuna un sol-dato tedesco invece di uccidermi,

in braccio, mi ha portato sul ciglio della strada ed è stata la mia sal-vezza». Molti applausi anche per il film italiano “Mine” dei registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro che è la rivelazione cinematografica della stagione e parla del cecchino dei marines Mike Stevens (interpretato da Armie Hammer che di ritorno da una missione fallita con un suo amico mette un piede su una mina e resta bloccato nel deserto. In sala, oltre a Fabio Guaglione, anche il sceneggiatore Matteo Santi che ha raccontato come è nato il film pur con un misero budget.

R.S.

Silvia Cavaletti (vicesindaco) e Mauro Pinotti (presentatore). Ivan Ongari, Liliana Manfredi, Cristian Spaggiari, Samanta Melioli.

Beppe Carletti e Cristian Spaggiari. Fabio Guaglione, Matteo Santi, Raffaella Zaldini e Chiara Sgarbi.

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Al Politeama registi protagonisti Terre Lontane organizza le ‘amichevoli’Come consuetudine, il mese di gennaio per l’Associazione “Terre Lontane” è dedicato alle amichevoli della selezione del Campionato Multietnico. La serie, organizzata dal coordinatore Alfredo D’Errico, è iniziata con il “derby” con l’asd Olimpia di Lucio Bellesia che milita nel calcio a 7 Uisp, poi è proseguita con la trasferta a San Michele in Bosco dove la Rappresentativa ha incontrato gli Amatori San Michele dello stesso

calcio IN PREPARAZIONE AL cAMPIONATO MULTIETNIcO

campionato a 7. Il ciclo si è concluso con due forti squadre della serie A del campionato di calcio a 8 Uisp: il Lecce, attualmente 4° in classifica e il Bari che è capolista a fine girone d’andata. Una serie di test-match in crescendo per una selezione di giocatori messosi in mostra nel cam-pionato multietnico e presi dalle sei squadre che lo stanno affrontando: India, Pakistan, Marocco, Moldavia, Sud United e Suzzara.

I partecipanti a Bari - Terre Lontane

Terre Lontane e Olimpia Suzzara

I partecipanti all’amichevole San Michele - Terre Lontane

Terre Lontane e Lecce, calcio a 8

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“Luzzara autodemolizioni”: nuova gestioneCon il cambio di gestione, Stefano Pisani è il direttore del “Centro de-molizioni” di Luzzara, un’azienda autorizzata alla demolizione di auto vecchie e sinistrate.

LA sEDE sI TROVA IN ZONA INDUsTRIALE IN FREgIO ALLA NUOVA sUPERsTRADA

tinenti alle demolizioni, le facciamo a titolo gratuito, togliendo al clien-te tutti i problemi della burocrazia, una pratica che spesso allarma il cliente che noi svolgiamo quotidia-namente».

In pratica il vostro cliente è pro-tetto con garanzia?«Certo, il cliente per noi è vitale che sia messo al sicuro, sia quello che ci vende l’auto, sia quello che acquista i pezzi di ricambio. Un cliente sod-disfatto, è portatore di altri clienti, Questa è la filosofia che adottiamo alla “Luzzara demolizioni”: Serietà, competenza e professionalità».

Il “Centro demolizioni” è aperto mattina e pomeriggio dal lunedì al sabato compreso.

Cosa offre la sua ditta?«La mia ditta offre diverse oppor-tunità per chi ha la necessità di liberarsi della vecchia auto, anche sinistrata. Disponiamo di un mezzo per il soccorso stradale che usia-mo anche per il ritiro delle auto da demolire».

A chi è indirizzata la vendita di pezzi di ricambio? «Siamo aperti al pubblico, con pez-zi di ricambio di ogni marca, che vendiamo in garanzia, e nel limite del possibile siamo attrezzati per il montaggio».

Fate anche il servizio gomme?«Certo, con esperienza e professio-nalità, vendiamo gomme nuove e usate garantite con montaggio e bilanciatura».

Cosa fate per la parte burocratica della demolizione?«Il disbrigo di tutte le pratiche, per-

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“Luzzara autodemolizioni”: nuova gestione

Umberto consolini e sergio LusvardiQuando ripenso a Umberto, la tri-stezza lascia posto al sorriso. Troppe risate insieme. A volte folli e irri-verenti. Nazional-popolari, come amerebbe dire qualcuno. Insieme a Sergio Lusvardi, abbiamo formato, per alcuni anni, il gruppo “ARTRE”, il cui significato non era poi tanto ovvio. Non si trattava solamente di una semplice collaborazione, quan-to di un’operazione che andava a scardinare l’egoismo di chi aveva la pretesa dell’operare artistico. Quadri, in cui i nostri tre stili non soli si af-fiancavano, ma si sovrapponevano. Operazione non certamente indolo-re: uno stile rischiava di “coprire” l’altro, ma questo non comportò mai materia di contrasto, perché, prima di tutto, venivano l’amicizia e il rispetto reciproco, in cui ognuno aveva il suo ruolo specifico. Non eravamo proprio gli ultimi arrivati. Questa collaborazione ebbe il suo

ricordo gLI AMIcI scOMPARsI DEL gRUPPO “ARTRE”

apice nell’acquisizione da parte del Museo Nazionale Naïfs di Luzzara di una nostra opera a “tre mani” che risultò vincitrice di una edizione di allora. Pur essendo connotati in questo tipo di arte, amavamo ogni espressione artistica che ci arrivas-se “dentro”, ma era soprattutto il “colore” la nostra stella polare. Con Umberto, l’Arte Fiera di Bologna era

una tappa irrinunciabile del nostro vagabondare. Io passavo per “l’in-tellettuale” e ci giocavo molto con questa cosa. Nei padiglioni dedicati a un certo tipo di arte concettuale, apposta, assumevo un atteggia-mento pensieroso e assorto dando l’impressione di perdermi totalmente nell’opera “d’arte”, quasi fossi vit-tima della sindrome di Stendhal. Umberto, che già conosceva la solfa, seguiva sornione ogni mio movimento e poi a un certo punto sbuffava “tacomia mia….sta mia fa al sumari…”. Traduzione non neces-saria. Umberto era un uomo schietto e non ci girava tanto intorno. Fa-ceva parte di una generazione che pensava che le ideologie contassero ancora qualcosa e le riversava con passione nei suoi quadri che solo cromaticamente sembravano espri-mere una semplicità infantile. In realtà erano il prodotto di un’attività

complessa d’idee e ragionamenti che articolava come un racconto fantastico e surreale, ma che parla-va alla “carne” delle persone. I suo quadri andavano veramente “spie-gati”, tanto erano gli elementi che li componevano. Io, a volte pensavo che la costante della sua poetica non fosse tanto la politica, ma, a volte, l’inspiegabile follia della vita. La si leggeva nei volti deformati dei suoi personaggi schiacciati da un meccanismo inesorabile e ingiusto. Avevo l’impressione che tu ne sa-pessi qualcosa e qualche “segreto” te lo portavi sicuramente dentro. Le persone ti lasciano sempre qualco-sa. Umberto mi ha insegnato cosa sia la semplicità, che sembra poca cosa, ma così non è e mi ha lasciato il sorriso beffardo e irriverente di chi, nonostante tutto, non aveva mai smesso di giocare con la vita.

Ugo Azzoni

I suzzaresi ricordano san sebastianoCon la forma-zione del cor-teo delle forze dell’ordine, da-vanti al muni-cipio, è iniziata la giornata in ricordo di San Sebas t i ano, patrono della

polizia locale. Il corteo, con in testa il gonfalone, della città, guidato dal sindaco Ivan Ongari, ha assistito alla messa celebrata all’Immacolata da monsignor Egidio Faglioni. La cerimonia ha visto la partecipazio-ne del comandante della polizia locale di Suzzara, Sergio Cantoni, accompagnato da suoi agenti e ex, oggi in pensione. Erano presenti il comandante di San Giorgio, Gloria Zani (primo vigile “in gonnella” a Suzzara) gli agenti di polizia locale di Motteggiana, Moglia, il luogotenente Marcello Errante, comandante della caserma della Guardia di Finanza,

devozione LA POLIZIA LOcALE hA FEsTEggIATO IL PATRONO cON LA MEssA ALL’IMMAcOLATA

componenti della Protezione civile “Cittá di Suzzara”, Vigili del fuoco, della Croce Rossa e dell’associa-zione nazionale Marinai d’Italia, e i presidenti delle locali sezioni Avis, Aido e Auser. Al termine della mes-sa, i partecipanti sono stati ospitati nella sede municipale, per un fresco offerto dagli agenti. (m.p.)

Monsignor Egidio Faglioni. Il sindaco Ivan Ongari.

Ugo Azzoni, Arnaldo Maravelli e Umber-to Consolini.

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L’avventura di Paolo OngariCi sono tanti modi di provare emo-zioni e per mettersi alla prova, Paolo Ongari, del “Gruppo podi-stico Avis di Suzzara”, si è cimen-tato nella “Oman Desert Mara-thon”, corsa estrema nel deserto dell’Oman. Un’avventura portata a termine con successo percorrendo i 165 chilometri del tragitto.

Come nasce l’idea della maratona nel deserto?«Correre per me è diventato un modo per viaggiare e conoscere posti, il modo migliore per ‘esplorare’ un paese o territorio è quello di viverlo attra-verso i propri passi, solo la corsa con il suoi ritmi può regalarti le emozioni che in altro modo non potresti apprezzare.L’idea della corsa nel deserto è venuta leggendo le imprese dei campioni che affrontano questo genere di corse tra cui Marco Olmo (vera leggenda del settore) che ho avuto la fortuna di avere in tenda proprio durante il mio viaggio».

Quali sono state le difficoltà che ha affrontato?«Le difficoltà principali in questa corsa sono date dal tipo di terreno com-pletamente sabbioso, dal caldo (38° all’ombra) e dalla gestione dello zai-no e del cibo: non avendo esperienza ho impiegato mesi per testare i cibi da prendere con me, testare materiali, provare la corsa con lo zaino a pieno carico (11kg). La preparazione è stata lunga e stressante ma non da meno poi la corsa che ha messo a dura prova mente e fisico».

Ci descriva la corsa, le tappe e la giornata tipo.«La corsa è divisa in 6 tappe di varia lunghezza, si parte da un’oasi nel deserto per raggiungere al termine il mare attraversando una zona disabitata dell’Oman. Dopo la prima tappa relativamente semplice di 20 km, la gara si fa più dura aumentando progressivamente i km giorno dopo giorno fino ad arrivare al 5° giorno con la prova della maratona in notturna, 42km sotto un cielo stellato da correre con la pila frontale molto suggestiva. L’ultima tappa che arriva al mare è la più spettacolare per le dune altissime quanto dure da attraversare per poi tuffarsi nel mare e

personaggio UN sUZZAREsE ALLA ‘OMAN DEsERT MARAThON’ DI 165 chILOMETRI

concludere la corsa. Ogni giorno dopo la corsa, veloce toilette e poi tutti a fare fuoco e mangiare i cibi liofilizzati che nell’occasione sembravano buonissimi. La tenda da 10 posti era il luogo dove chiaccherare a lungo con i propri compagni di avventura».

Come è andata la gara?«Sono arrivato e questo mi basta e avanza: non sono un professionista, sono un runner come tanti altri che ha voglia di mettersi alla prova e cor-rere in posti nuovi, vivere nuove esperienze. La corsa si è rivelata molto difficile, ci sono stati 6 ritiri, persone che hanno sottovalutato lo sforzo e sono state male. Io ho vinto la mia sfida personale superando i miei limiti e portando a termine la corsa anche se sono arrivato tra gli ultimi».

Quali emozioni e sensazioni ha provato?«Il deserto è un ambiente ostile ma molto affascinante, il caldo di giorno raggiunge i 40° all’ombra mentre di notte scende a 13°. In questi spazi infiniti la vista si perde all’orizzonte e ti senti parte di quei granelli che compongono la sabbia del deserto. La fatica e il sudore mettono a dura prova mente e fisico ma le emozioni poi vengono ripagate da albe e tra-monti stupendi, cieli stellati e silenzi maestosi».

Ci parla dell’Oman?«L’Oman è un paese pacifico dove non esiste criminalità lontano da que-gli stereotipi che vedono gli islamici tutti terroristi, le persone si salutano addirittura facendo nasino-nasino!! Le differenze culturali con noi occi-dentali ci sono e sono evidenti, il ruolo della donna, l’organizzazione e la gestione del tempo (sono dei gran casinisti), la religione così presente nelle ore della giornata, ma anche la cordialità e la disponibilità delle persone».

Sarebbe disposto a rifare l’esperienza?«Assolutamente ni!! Nei momenti più difficili più volte mi sono chiesto perché affrontare una simile fatica, mi sono ripetuto più volte ‘mai più’ ma poi al termine, con la gioia nel cuore, con i compagni di avventura già fantasticavamo su nuove avventure (magari al freddo!)».

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Malawi: emergenza fameNel mese di dicembre Suzzara so-lidale risponde all’appello dell’as-sociazione umanitaria “Per una ciotola di riso” che ha ricevuto una pressante richiesta di aiuto dalle missioni di Matumba, Mikoke, Kan-kao e Kapire. Una grave carestia ha colpito la gente dei villaggi che ora è a rischio fame. La siccità e le diverse inondazioni improvvise e devastanti hanno causato una crisi alimentare senza precedenti. Le inondazioni hanno distrutto abitazioni e ucciso il bestiame, dimezzando le scorte di cibo delle famiglie povere. Tutto è cominciato nel 2015, la siccità e una quantità insolita di piogge hanno danneggiato le coltivazioni in Malawi, la situazione è peggiorata nel 2016. La causa della siccità è provocata dal Niño, il fenomeno naturale originato dal riscaldamento delle acque del Pacifico meridiona-le che influenza il clima in tutto il mondo. Secondo le stime circa 3 milioni di persone nel Paese si trova-

volontariato sUZZARA sOLIDALE INVIA sAcchI DI FARINA

no a fare i conti con la mancanza di cibo, tra questi 500.000 bambini. Nel Malawi la gravissima penuria alimentare sta avendo conseguenze sociali molto pesanti: nelle popola-zioni riemergono antiche credenze della stregoneria per esorcizzare la povertà, ad esempio si dà la caccia alle persone affette da albinismo perché possedere un pezzo del cor-po di un albino fa diventare ricchi immediatamente. C’è stato un padre che ha venduto suo figlio di nove anni per poco più di mille euro. La

produzione del mais è calata del 27% rispetto al 2015. Il governo del Malawi ha chiesto aiuto alla co-munità umanitaria internazionale. Gli organismi che lottano contro la fame hanno predisposto un piano di intervento per rispondere a questa grave emergenza. Il primo intervento riguarderà l’assistenza ai bambini e alle fasce più deboli. La gente dei quattro villaggi citati, che per anni ha lavorato con noi per la costru-zione delle scuole, dell’ ospedale, della maternità e dei pozzi per acqua potabile, si è ricordata del gruppo italiano e ha chiesto alle missioni il nostro aiuto. “Per una ciotola di riso” l’associazione umanitaria pre-sente sul nostro territorio, ha accolto l’appello di questa gente e tramite gli organismi internazionali ha in-viato 400 sacchi di mais bianco per la popolazione e 350 sacchetti di farina di soia per i bambini. La farina di mais con la quale si fa la polenta è il principale alimento

per gli adulti, mentre la farina di soia unita all’olio di arachide e ad altri ingredienti, serve per nutrire i bambini. La distribuzione del mais e della farina viene effettuata dai mis-sionari presenti sul posto in quanto sono a conoscenza delle effettive necessità delle famiglie. Le foto documentano la distribuzione del granoturco e della farina.

Alfredo Neviani

L’avventura di Paolo Ongari

Alfredo Neviani con i bambini del villaggio

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Nuovo e importante servizio della Parafarmacia Conad Da oggi si erogano alimenti per celiaci con tessera sanitaria

Il Superstore Conad di Suzzara solidale con la città, nella manifestazione del campionato italiano di tiro con l’arco “Para Archery Indoor”