«Avere pazienza e confidare nella bontà del...

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1 Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008 SAPIENZA FRANCESCANA 2 5 6 9 11 13 14 15 18 19 20 21 22 26 32 VITA ECCLESIALE________________________________________ Vespri e Te Deum di ringraziamento. L’omelia di fine anno del Santo Padre NOTIZIE DALL’ORDINE___________________________________ Comunicazioni del Definitorio generale. Riunione del Definitorio, Dicembre 2008 La situazione degli studi nell’OFM. Fr. Massimo Fusarelli al Consiglio internazionale F&S Nuovi cammini francescani . II incontro europeo Nuove forme di Evangelizzazione Compi Ecumenismo e Dialogo. Lettera del Segretariato ai Delegati e a alla Famiglia francescana NOTIZIE DALLA PROVINCIA________________________________ Inform@zioni 11.08. Incontro del Definitorio del 16 dicembre 2008 Sorella Morte. Necrologio di Fr. Vito De Bianchi Conferenza programmatica FoPe. Incontro Guardiani, Formatori, Responsabili settoriali Incontro Ofs a Palestrina. Quattro Fraternità festeggiano i Novizi del Terz’Ordine Ma lo hai riconosciuto?. I frati del Santuario alla comunità di Poggio Bustone Palestrina guarda verso Betlemme. Una reliquia dalla Terra Santa per il Natale Rileggendo le Fonti. La libertà come autentico stile evangelico Notizie in breve. P. Ginepro Cocchi, celebrazione a Vallinfreda, ecumenismo, dialogo Comunione dei beni. Natale e Capodanno “minori”, racconti di misssione Ricorrenze dei frati. Onomastici e compleanni C a rissimi Fratelli, Pace e Bene! Con questo Numero del Notizia- rio si chiude un anno 2008 par- ticolarmente denso: è stato celebrato il Capitolo intermedio; ci hanno lasciato 5 confratelli: Fr. Marcello Di Vico (2/01), Fr. Guido Anagni (7/01), Fr. Anselmo Pado- vani (2/02), Fr. Lorenzo Ferrante (1/05), Fr. Bernardo Mele (1/06); Sono state mo- dificate le composizioni delle Fraternità locali, secondo le nuove tavole di famiglia Nella lettera al sacerdote diocesa- no Don Gioacchino Botticelli, del 24 giugno 1714, il Beato Tommaso da Cori, nel suo linguaggio straordi- nariamente semplice ed eloquente, esprime l’incodizionata fede in Dio; in risposta alla sofferenza lamenta- ta dal sacerdote, il frate non può che dare il solo consiglio suggeritogli da umiltà e consapevolezza: confidare nel Signore senza la pretesa di com- prenderne i disegni. Molto Ill. e Rev. Signore, mio carissimo, da fra Giuseppe, eremita del Pian- to, ho ricevuto la sua carissima e da essa ho inteso li suoi desideri, li quali non dubito che saranno e doveranno essere ragionevoli; et per essere tali non potranno esse- re che ben conformi e regolati con la volontà dell’Altissimo, quale santissima volontà io, benché mi- serabilissimo, non ho mancato né mancarò di pregare in avvenire che si adempi nel suo Signor fratello, per gloria di esso Signore e loro santificazione. Il buon figlio onora il padre con mostrargli soggezione e obbedienza rassegnata, e saria sconcertato (disdice- vole, n.d.e.) quel figlio che pretendessi <di> dovere, il padre, segui- re il suo volere. Siamo certissimi che il nostro Padre Celeste ci ama e che tutti i suoi pensieri sono rettissimi, i suoi giudizi imperscrutabili ma però santissimi, e «Avere pazienza e confidare nella bontà del Signore» SOMMARIO pubblicate dopo il congresso capitolare. Avvenimenti, questi, tutti puntualmen- te registrati dal Notiziario che si prepa- ra, con il prossimo numero dell’anno 2009, ad un ulteriore salto di qualità: contiamo infatti, con il prossimo nume- ro, di farne la pubblicazione a colori. Rinnovo a tutti i Guardiani il pressante invito alla collaborazione perché si pos- sa condividere sempre meglio il cam- mino delle Fraternità, inviando alla re- dazione ([email protected]) notizie, piccoli articoli e informazioni sulle attivi- tà e le esperienze vissute nelle fraternità. Dio ci chiede sempre di leggere il nostro tempo in chiave pasquale, rinnovando le ragioni della Speranza e della Comu- nione. Il Notiziario si immette appunto in questo insieme di strumenti, semplici ma efficaci, per alimentare, lungo il cam- mino, la gioia di una Speranza comune in un Mondo rinnovato nell’amore di Cristo. Ancora in cammino insieme... ____________________ di Fr. Ezio Casella che ciò che dispone sapientissimamente, ordina tutto a nostro bene e per sua gloria. «Haec est voluntas Dei, sanctificatio nostra» e «Scimus quoniam diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum». Sappiamo di certo stare in buonissime mani. Stiamo- cene dunque quieti, rassegnati e fidiamoci di Lui. Se si compiace darci la salute, sia benedetto; quando no, sia parimente benedetto: quello sarà il meglio, e quello sarà più espediente. Non cerchiamo altro, contento Lui, contenti tutti. Io e V. Sig.ria non siamo servi, ma domestici assai favoriti da questo gran Padre di famiglia, nostro Dio; onde siamo grandemente tenuti non solo a stare no bene soggetti et ordinati alla disposizione del suo santo volere, ma procurare altresì che tutti gli altri della famiglia stiano ben regolati... Nelle mani di questo buon Signore sta la salute... di tutti. Preghia- molo, dunque... che dispona quello che misericordiosamente egli conosce essere più espediente... Con che resto ai suoi comandi, cordialmente salutandola nell’amoroso cuore di Gesù. Aff.mo Servo nel Signore fra Tomaso di Chori miserabile peccatore

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

SAPIENZA FRANCESCANA

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13 14 15 18 192021222632

VITA ECCLESIALE________________________________________Vespri e Te Deum di ringraziamento. L’omelia di fine anno del Santo Padre

NOTIZIE DALL’ORDINE___________________________________Comunicazioni del Definitorio generale. Riunione del Definitorio, Dicembre 2008La situazione degli studi nell’OFM. Fr. Massimo Fusarelli al Consiglio internazionale F&SNuovi cammini francescani . II incontro europeo Nuove forme di EvangelizzazioneCompi Ecumenismo e Dialogo. Lettera del Segretariato ai Delegati e a alla Famiglia francescana

NOTIZIE DALLA PROVINCIA________________________________Inform@zioni 11.08. Incontro del Definitorio del 16 dicembre 2008Sorella Morte. Necrologio di Fr. Vito De BianchiConferenza programmatica FoPe. Incontro Guardiani, Formatori, Responsabili settorialiIncontro Ofs a Palestrina. Quattro Fraternità festeggiano i Novizi del Terz’OrdineMa lo hai riconosciuto?. I frati del Santuario alla comunità di Poggio BustonePalestrina guarda verso Betlemme. Una reliquia dalla Terra Santa per il NataleRileggendo le Fonti. La libertà come autentico stile evangelicoNotizie in breve. P. Ginepro Cocchi, celebrazione a Vallinfreda, ecumenismo, dialogoComunione dei beni. Natale e Capodanno “minori”, racconti di misssione Ricorrenze dei frati. Onomastici e compleanni

C a rissimi Fratelli, Pace e Bene! Con questo Numero del Notizia-rio si chiude un anno 2008 par-

ticolarmente denso: è stato celebrato il Capitolo intermedio; ci hanno lasciato 5 confratelli: Fr. Marcello Di Vico (2/01), Fr. Guido Anagni (7/01), Fr. Anselmo Pado-vani (2/02), Fr. Lorenzo Ferrante (1/05), Fr. Bernardo Mele (1/06); Sono state mo-dificate le composizioni delle Fraternità locali, secondo le nuove tavole di famiglia

Nella lettera al sacerdote diocesa-no Don Gioacchino Botticelli, del 24 giugno 1714, il Beato Tommaso da Cori, nel suo linguaggio straordi-nariamente semplice ed eloquente, esprime l’incodizionata fede in Dio; in risposta alla sofferenza lamenta-ta dal sacerdote, il frate non può che dare il solo consiglio suggeritogli da umiltà e consapevolezza: confidare nel Signore senza la pretesa di com-prenderne i disegni.

Molto Ill. e Rev. Signore, mio carissimo,da fra Giuseppe, eremita del Pian-to, ho ricevuto la sua carissima e da essa ho inteso li suoi desideri, li quali non dubito che saranno e doveranno essere ragionevoli; et per essere tali non potranno esse-re che ben conformi e regolati con la volontà dell’Altissimo, quale santissima volontà io, benché mi-serabilissimo, non ho mancato né

mancarò di pregare in avvenire che si adempi nel suo Signor fratello, per gloria di esso Signore e loro santificazione. Il buon figlio onora il padre con mostrargli soggezione e obbedienza rassegnata, e saria sconcertato (disdice-vole, n.d.e.) quel figlio che pretendessi <di> dovere, il padre, segui-re il suo volere. Siamo certissimi che il nostro Padre Celeste ci ama e che tutti i suoi pensieri sono rettissimi, i suoi giudizi imperscrutabili ma però santissimi, e

«Avere pazienza e confidare nella bontà del Signore»

SOMMARIO

pubblicate dopo il congresso capitolare.Avvenimenti, questi, tutti puntualmen-te registrati dal Notiziario che si prepa-ra, con il prossimo numero dell’anno 2009, ad un ulteriore salto di qualità: contiamo infatti, con il prossimo nume-ro, di farne la pubblicazione a colori.Rinnovo a tutti i Guardiani il pressante invito alla collaborazione perché si pos-sa condividere sempre meglio il cam-mino delle Fraternità, inviando alla re-

dazione ([email protected]) notizie, piccoli articoli e informazioni sulle attivi-tà e le esperienze vissute nelle fraternità. Dio ci chiede sempre di leggere il nostro tempo in chiave pasquale, rinnovando le ragioni della Speranza e della Comu-nione. Il Notiziario si immette appunto in questo insieme di strumenti, semplici ma efficaci, per alimentare, lungo il cam-mino, la gioia di una Speranza comune in un Mondo rinnovato nell’amore di Cristo.

Ancora in cammino insieme... ____________________ di Fr. Ezio Casella

che ciò che dispone sapientissimamente, ordina tutto a nostro bene e per sua gloria. «Haec est voluntas Dei, sanctificatio nostra» e «Scimus quoniam diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum». Sappiamo di certo stare in buonissime mani. Stiamo-cene dunque quieti, rassegnati e fidiamoci di Lui. Se si compiace darci la salute, sia benedetto; quando no, sia parimente benedetto: quello sarà il meglio, e quello sarà più espediente. Non cerchiamo altro, contento Lui, contenti tutti. Io e V. Sig.ria non

siamo servi, ma domestici assai favoriti da questo gran Padre di famiglia, nostro Dio; onde siamo grandemente tenuti non solo a stare no bene soggetti et ordinati alla disposizione del suo santo volere, ma procurare altresì che tutti gli altri della famiglia stiano ben regolati... Nelle mani di questo buon Signore sta la salute... di tutti. Preghia-molo, dunque... che dispona quello che misericordiosamente egli conosce essere più espediente... Con che resto ai suoi comandi, cordialmente salutandola nell’amoroso cuore di Gesù.

Aff.mo Servo nel Signore fra Tomaso di Chori miserabile peccatore

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

Il nuovo anno. Alla fine del 2008 il Santo Padre celebra il tradizionale ringraziamento dei cristiani nella Basilica di San Pietro. Riportiamo l’omelia di Sua Santità Benedetto XVI

VITA ECCLESIALE

glioso scambio!”. Così inizia l’antifona del primo salmo, per poi proseguire: “Il Creatore ha preso un’anima e un cor-po, è nato da una vergine”. “Quando in modo unico sei nato dalla Vergine hai compiuto le Scritture”, proclama l’anti-fona del secondo salmo, a cui fanno eco le parole della terza antifona che ci ha introdotti al cantico tratto dalla Lette-ra di Paolo agli Efesini: “Integra è la tua verginità, Madre di Dio: noi ti lodiamo, tu prega per noi”. La divina maternità di Maria viene sottolineata anche nella Lettura breve poc’anzi proclamata, che ripropone i ben noti versetti della Lette-ra ai Galati: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato

da donna…perché ricevessimo l’ado-zione a figli» (Gal 4,4-5). Ed ancora, nel tradizionale Te Deum, che eleveremo al termine della nostra celebrazione dinanzi al Santissimo Sacramento so-lennemente esposto alla nostra adora-zione, canteremo: “Tu, ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum”, in italiano: “Tu, o Cristo, nascesti dalla Vergine Madre per la sal-vezza dell’uomo”.

Tutto dunque, questa sera, ci invita a volgere lo sguardo verso Colei che “ac-colse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò al mondo la vita” e proprio per questo – ricorda il Concilio Vaticano

Mercoledì, 31 dicembre 2008

C ari fratelli e sorelle!L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’orizzonte sono

posti entrambi sotto lo sguardo benedi-cente della Santissima Madre di Dio. Ci richiama la sua materna presenza anche l’artistica scultura lignea policroma po-sta qui, accanto all’altare, che la raffigu-ra in trono con il Bambino benedicente. Celebriamo i Primi Vespri di questa so-lennità mariana, e numerosi sono in essi i riferimenti liturgici al mistero della divi-na maternità della Vergine.

“O admirabile commercium! Meravi-

Vespri e Te Deum di ringraziamento

Foto D.Scipioni

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3VITA ECCLESIALE

Questa sera vogliamo porre nelle mani della celeste Madre di Dio il nostro cora-le inno di ringraziamento al Signore per i benefici che lungo i passati dodici mesi ci ha ampiamente concessi. Il primo sen-timento, che nasce spontaneo nel cuore questa sera, è proprio di lode e di azione di grazie a Colui che ci fa dono del tem-po, preziosa opportunità per compiere il bene; uniamo la richiesta di perdono per non averlo forse sempre utilmente impie-gato. Sono contento di condividere que-sto ringraziamento con voi , cari fratelli e sorelle, che rappresentate l’intera nostra Comunità diocesana, alla quale rivolgo il mio cordiale saluto, estendendolo a tutti gli abitanti di Roma. Un particolare saluto indirizzo al Cardinale Vicario e al Sindaco, i quali entrambi hanno iniziato quest’anno le loro diverse missioni – l’una spirituale e religiosa, l’altra civile ed amministrativa – al servizio di questa nostra città. Il mio saluto si estende ai Vescovi Ausiliari, ai sa-cerdoti, alle persone consacrate ed ai tanti fedeli laici qui convenuti, come pure alle Autorità presenti. Venendo nel mondo, il Verbo eterno del Padre ci ha rivelato la vicinanza di Dio e la verità ultima sull’uo-mo e sul suo destino eterno; è venuto a restare con noi per essere il nostro inso-stituibile sostegno, specialmente nelle inevitabili difficoltà di ogni giorno. E que-sta sera la Vergine stessa ci ricorda quale grande dono Gesù ci ha fatto con la sua nascita, quale prezioso “tesoro” costituisce per noi la sua Incarnazione. Nel suo Natale Gesù viene ad offrire la sua Parola come lampada che guida i nostri passi; viene ad offrire se stesso e di Lui, nostra certa speranza, dobbiamo saper rendere ragione nella nostra esistenza quo-tidiana, consapevoli che “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova

vera luce il mistero dell’uomo” (Gaudium et spes, 22).La presenza di Cristo è un dono che dobbiamo saper condividere con tutti. A questo mira lo sforzo che la Comu-nità diocesana sta conducendo per la formazione degli operatori pastorali, af-finché siano in grado di rispondere alle sfide che la cultura moderna pone alla fede cristiana. La presenza di numerose e qualificate istituzioni accademiche a Roma e le tante iniziative promosse dal-le parrocchie ci fanno guardare con fidu-cia al futuro del cristianesimo in questa città. L’incontro con Cristo, voi lo sapete bene, rinnova l’esistenza personale e ci aiuta a contribuire alla costruzione di una società giusta e fraterna. Ecco al-lora che, come credenti, si può dare un grande contributo anche per superare l’attuale emergenza educativa. Quanto mai utile è allora che cresca la sinergia fra le famiglie, la scuola e le parrocchie per una evangelizzazione profonda e per una coraggiosa promozione umana, capaci di comunicare a quanti più è pos-sibile la ricchezza che scaturisce dall’in-contro con Cristo. Incoraggio per questo ogni componente della nostra Diocesi a proseguire il cammino intrapreso, at-tuando insieme il programma dell’anno pastorale in corso, che mira appunto ad “educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”.

In questi nostri tempi, segnati da incer-tezza e preoccupazione per l’avvenire, è necessario sperimentare la viva presen-

II - “viene riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio” (Cost. Lumen gen-tium, 53). Il Natale di Cristo, che in questi giorni commemoriamo, è interamente soffuso della luce di Maria e, mentre nel

presepe ci soffer-miamo a contem-plare il Bambino, lo sguardo non può non volgersi

riconoscente anche verso la Madre, che con il suo “sì” ha reso possibile il dono della Redenzione. Ecco perché il tempo natalizio porta con sé una profonda con-notazione mariana; la nascita di Gesù, uomo-Dio e la maternità divina di Maria sono realtà tra loro inscindibili; il miste-ro di Maria ed il mistero dell’unigenito Figlio di Dio che si fa uomo, formano un unico mistero, dove l’uno aiuta a meglio comprendere l’altro.

Maria Madre di Dio – Theotokos, Dei Genetrix. Fin dall’antichità, la Madonna venne onorata con questo titolo. In oc-cidente, tuttavia, non si trova per tanti secoli una specifica festa dedicata alla maternità divina di Maria. La introdusse nella Chiesa latina il Papa Pio XI nel 1931, in occasione del 15° centenario del Con-cilio di Efeso, e la collocò all’11 ottobre. In tale data iniziò, nel 1962, il Concilio

E c u m e n i -co Vaticano II. Fu poi il servo di Dio Paolo VI, nel 1969, ripren-

dendo un’antica tradizione, a fissare questa solennità al primo gennaio. E nell’Esortazione apostolica Marialis cul-tus del 2 febbraio 1974 spiegò il perché di questa scelta e la sua connessione con la Giornata Mondiale della Pace. “Nel ricomposto ordinamento del perio-do natalizio – scrisse Paolo VI – ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata solennità di Ma-ria Ss Madre di Dio: essa… è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa…; ed è, altresì, un’occasio-ne propizia per innovare l’adorazione al neonato Principe della Pace, per ria-scoltare il lieto annuncio angelico (cfr Lc 2,14), per implorare da Dio, mediante la Regina della Pace, il dono supremo della pace” (n. 5 in: Insegnamenti di Paolo VI, XII 1974, pp. 105–106).

L’altar maggiore e il baldacchino bronzeo della Basilica Vaticana

Vespri e Te Deum di ringraziamento

In occidente non si trova

per tanti secoli una specifica festa

dedicata alla maternità divina

di Maria. Fu introdotta da

Papa Pio XI nel 1931,

in occasione del XV centenario del

Concilio di Efeso

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

VITA ECCLESIALE

Nuovo Vescovo ofm in Brasile

za di Cristo. È Maria, Stella >

> della speranza, che a Lui ci conduce. E’ Lei, con il suo materno amore, che può guidare a Gesù specialmente i giovani, i quali portano insopprimibile nel loro cuore la domanda sul senso dell’uma-na esistenza. So che diversi gruppi di genitori, incontrandosi per approfondi-re la loro vocazione, cercano nuove vie per aiutare i propri figli a rispondere ai grandi interrogativi esistenziali. Li esor-to cordialmente, insieme con tutta la comunità cristiana, a testimoniare alle nuove generazioni la gioia che scaturi-sce dall’incontro con Gesù, il quale na-scendo a Betlemme è venuto non a to-glierci qualcosa, ma a donarci tutto.Nella Notte di Natale ho avuto un ricor-do speciale per i bambini, questa sera in-vece è soprattutto ai giovani che vorrei rivolgere la mia attenzione. Cari giovani, responsabili del futuro di questa nostra città, non abbiate paura del compito apostolico che il Signore vi affida, non esitate a scegliere uno stile di vita che non segua la mentalità edonistica cor-rente. Lo Spirito Santo vi assicura la for-za necessaria per testimoniare la gioia della fede e la bellezza di essere cristiani. Le crescenti necessità dell’evangelizza-zione richiedono numerosi operai nella vigna del Signore: non esitate a rispon-dergli prontamente se Egli vi chiama. La società ha bisogno di cittadini che non si preoccupino solo dei propri interessi perché, come ho ricordato il giorno di Natale, “il mondo va in rovina se ciascu-no pensa solo a sé”.Cari fratelli e sorelle, quest’anno si chiu-de con la consapevolezza di una cre-scente crisi sociale ed economica, che ormai interessa il mondo intero; una cri-si che chiede a tutti più sobrietà e soli-darietà per venire in aiuto specialmente delle persone e delle famiglie in più se-rie difficoltà. La comunità cristiana si sta già impegnando e so che la Caritas dio-cesana e le altre organizzazioni benefi-che fanno il possibile, ma è necessaria la collaborazione di tutti, perché nessu-no può pensare di costruire da solo la propria felicità. Anche se all’orizzonte vanno di-segnandosi non poche ombre sul nostro futu-ro, non dobbiamo ave-re paura. La nostra grande speranza di credenti è la vita eterna nella comunio-ne di Cristo e di tutta la famiglia di Dio. Questa grande speranza ci dà la forza

di affrontare e di superare le difficoltà della vita in questo mondo. La materna presenza di Maria ci assicura questa sera che Dio non ci abbandona mai, se noi ci affidiamo a Lui e seguiamo i suoi inse-gnamenti. A Maria, dunque, con filiale affetto e fiducia, presentiamo le attese e le speranze, come pure i timori e le diffi-coltà che ci abitano nel cuore, mentre ci congediamo dal 2008 e ci apprestiamo

ad accogliere il 2009. Lei, la Vergine Ma-dre, ci offre il Bambino che giace nella mangiatoia come nostra sicura speran-za. Pieni di fiducia, potremo allora can-tare a conclusione del Te Deum: “In te, Domine, speravi: non confundar in ae-ternum – Tu, Signore, sei la nostra spe-ranza, non saremo confusi in eterno!”. Sì, Signore, in Te speriamo, oggi e sem-pre; Tu sei la nostra speranza. Amen!

Il Papa ha nominato Vescovo Prelato di Óbidos (Brasile) Fr. Bernardo Johan-nes Bahlmann, della Provincia dell’Immacolata Concezione in Brasile. Fr. Ber-

nardo è nato il 10 dicembre 1960, a Visbek (Germania). Nella scuola Professionale di Wildeshausen ha fatto studi di Economia, Agronomia e Zootecnia. Arrivato in Brasile a 22 anni, è entrato nel Noviziato a Rodeio il 10 gennaio 1986, ha emesso la professione temporanea il 10 gennaio 1987 e quella so-lenne il 4 ottobre 1991. Ha studiato filosofia presso l’Istituto São Boaventura a Campo Largo e teologia presso l’Istituto Teologico Francescano a Petrópolis. È stato ordinato sacerdote il 12 luglio 1997 a Visbek. È stato successivamente Vicario parrocchia-le, Presidente del Centro “Educacional Terra Santa” in Petrópolis (1998-2007); Membro del Consiglio Presbiterale della diocesi di Petrópolis; più volte Guardiano di case dei Frati Minori; Visitatore Generale della Custo-

dia Francescana São Benedito dell’Amazzonia; Responsabile del “Progetto Al-bergue São Francisco” e “Centro Franciscano de Re-inserção Social”, a São Pau-lo; Coordinatore Provinciale della “Campagna per l’eliminazione della lebbra”.

Intorno alla Vergine e al Bambino benedicente, i santi sono in tranquillo colloquio tra loro. Notevolissima, nel peculiare uso strutturale del colore, la resa delle ombre proiettate dalle lesene, cui si deve il nome dell’opera.

Beato Angelico, “Madonna delle

ombre”

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

NOTIZIE DALL’ORDINE

Comunicazionidel Definitorio generale

Herzegovina che dimorano in Australia;dopo la morte di p. Gino Concetti, il Definitorio ha affidato a Fr. Gianpaolo Masotti, della Provincia Serafica di San

Francesco d’Assisi (Italia), l’incarico di direttore respon-sabile delle seguenti riviste: Antonianum, Archivum Histo-ricum Franciscanum, Voce di

S. Antonio, Acta Ordinis; tenendo conto delle necessità dei frati penitenzieri, ha iniziato un profondo scambio di idee sul personale; ha trattato il tema di Franci-scan International, in vista del prossimo incontro dei quattro Ministri generali nel mese di gennaio 2009.

Il prossimo Tempo Forte è previsto dal 12 al 26 gennaio 2009. In questo tempo forte viene inserito l’incontro (19-24) del Definitorio con i nuovi Ministri e Custodi che sono stati eletti nell’arco degli ultimi 12 mesi.A nome del Ministro e del Definitorio generale porgo a tutti i frati l’augurio di vivere santamente le Feste natalizie e che la benedizione del Signore vi accompa-gni lungo il Nuovo Anno!

Fr. Ernest K. SiekierkaSegretario generale

Il 19 dicembre si è concluso l’ultimo tem-po forte di quest’anno, con una festa per gli auguri di buon Natale alla fraternità della Curia e ai suoi dipendenti. Anche se è stato tra i più brevi, si è dedicata una Giornata di Formazione e di Studio per il Definitorio Generale, i Guar-diani, i Vicari ed i Delegati delle Case dipendenti dal Ministro Ge-nerale in Italia, sul tema: “L’animazione di comunità internazionali”. La riflessio-ne è stata guidata da P. Giuseppe Crea, comboniano. Sempre durante questo tempo forte il Definitorio ha parteci-pato alla Benedizione dei locali della nuova fraternità di S. Isidoro in Roma.

Oltre alla solita condivisione, l’esame di 45 pratiche amministrative, il Definitorio:grazie alla presenza del Segretario del Ca-pitolo generale, ha passato in rassegna l’iter preparatorio del Capitolo stesso;ha esaminato la relazione sulla visita straordinaria ai frati appartenenti alla Custodia di Terra Santa e che vivono in Siria, Libano e Giordania, presente Fr. Ma-nuel Blanco, Visitatore generale;ha approvato il bilancio preventivo 2009 per le case dipendenti dal Ministro generale;ha approvato il sussidio per la pastorale parrocchiale a cura del Segretariato gene-rale per l’Evangelizzazione che verrà stam-pato con il titolo “Inviati per evangelizzare in fraternità e minorità nella parrocchia”;ha preso visione della bozza delle Linee Gui-da per la Pastorale Educativa Francescana;ha approvato gli Statuti Particolari del-la Provincia San Pietro Battista nelle Filippine e delle Norme transitorie della Custodia Maria Madre di Dio, dipendente dalla provincia di San Tommaso in India;ha nominato due visitatori assistenti: Fr. Marko Puljić, custode della Custodia Sa-cra Famiglia dipendente dalla Provincia Herzegovina (USA) per i frati della Provin-cia del SS. Redentore in Croazia che abita-no negli Stati Uniti ed in Canada; Fr. Paul Smith, provinciale della Provincia dello Spirito Santo in Australia per i frati della Provincia della Santa Croce in Bosnia-

Dicembre 2008

Nuovo documento Fo.Pe.Siete stati chiamati a liberta’La Formazione Permanente nell’Ordine dei Frati Minori«Siete stati chiamati a libertà» (Gal 5,13): il titolo del nuovo Documento sulla Formazione Permanente nell’O-dine dei Frati Minori esprime bene il centro di ogni percorso formativo, orientato verso una reale trasfor-mazione personale e comunitaria. Il documento è scaricabile al link http://www.ofm.org/01docum/form/FoPeITA.pdf.

Consiglio internazionale EvangelizzazionePromosso dal Segretariato generale per l’Evangelizzazione, si è tenuto nelle Filippine, a Manila/Tagaytay dal 20 al 28 ottobre 2008, il Consiglio In-ternazionale per l’Evangelizzazione (CIE) per approfondire la dimensione della Fraternità evangelizzatrice.Il motto, “Rinnovare le nostre moti-vazioni e il nostro modo di evange-lizzare oggi”, è stato scelto proprio per tentare di rilanciare e rinnovare le nostre “Fraternità contemplative di minori in missione”... Preparato in formato pdf dalla Segreteria provin-ciale, il Documento è scaricabile da ofmroma.blogspot.com/2008/12/consiglio-internazionale.html

Notiziario della Provincia Romana dei Frati MinoriPubblicato pro manuscripto a cura della

Segreteria provinciale dei Frati Minori del Lazio Redazione: Fr. Ezio Casella ofm, Dott. Diego Scipioni Impaginazione e grafica: Diego Scipioni

Hanno collaborato: Fr. Adolfo Marmorino, Dome-nico Berardi ofs, Fr. Fabio Berti, Fr. Luciano De Giusti, Fr. Massimo Fusarelli, Elide Maltese, Ass. Punti di Vista, Fr. Nicola Sorbo, Valeria Vestrelli.

Notiziario on line: ofmroma.blogspot.com Email: [email protected][email protected]: Scala dell’Arce Capitolina 12, 00186 RomaTel. 06.69763815 • 345.3305559 (Fr. Ezio Casella) • 339.4311558 (Diego Scipioni) • Fax 0669763816

Il Notiziario e il Blog sono aperti a ogni tipo di col-laborazione pertinente al mondo della Chiesa, del francescanesimo, della cultura, dell’arte etc. Per qual-siasi proposta contattare la Segreteria provinciale.

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

NOTIZIE DALL’ORDINE

I l titolo di questo intervento è molto ampio ed è impossibile fare una sin-tesi completa e soddisfacente. Posso

tentare di offrire alcune linee di tendenza a partire dall’osservatorio privilegiato della Segreteria Generale.

Una rinnovata sensibilità e un maggiore impegno. Sembra esaurito il tempo di quella opposizione tra Assisi e Parigi, al-meno come si era manifestata nei decen-ni passati. Se è vero che questa tensione resta sempre presente nel nostro Ordine, oggi sembriamo più consapevoli dell’im-portanza di coltivare lo studio come parte integrante della nostra vita francescana. Quanto dice al riguardo la nostra Ratio Studiorum è illuminante:Lo studio, come “espressione del mai ap-pagato desiderio di conoscere sempre più a fondo Dio, abisso di luce e fonte di ogni umana verità” (VC 98), è fondamentale nel-la vita e nella formazione, sia permanente che iniziale, di ogni frate minore (art. 3)Il frate minore ha l’esigenza interiore, de-rivante dalla sua vocazione, di cercare, conoscere e apprezzare la Verità di Dio, dell’uomo e del creato rivelata dal Verbo in-carnato (cf GS 53), e perciò coltiva lo studio come risposta a questa esigenza (art. 9).

La situazione degli studi nell’Ofm

Segni concreti di questo risveglio sono: l’apertura o la rivitalizzazione di nuovi Centri di studio OFM; la partecipazione attiva a centri simili in collaborazione con altri Istituti religiosi (l’ultimo in ordine di tempo è ad Abidjan in Costa d’Avorio); la preoccupazione di integrare la tradizione intellettuale francescana nel curriculum ordinario delle discipline; il numero di frati avviati agli studi superiori.L’elevazione dell’Antonianum a Pontificia Università è un primo risultato importan-te di questa crescita. Quanto la Chiesa ha voluto riconoscere ci impone un cammi-no di qualificazione accademica in linea con i relativi processi europei ai quali la Santa Sede ha aderito (Processo di Bolo-gna). Da qui occorre approfondire ancora perché l’Ordine vuole avere un proprio centro di studi a Roma e quale ne debba essere l’identità e l’offerta scientifica specifica. Sono evidentemente superate nell’Ordi-ne le remore del passato circa la P.U.A.. Ad essa ormai è chiesto di crescere come istituzione autono-ma e adulta, capace di misurarsi con le domande che emergono soprattutto dai grandi temi del-la filosofia, teologia e tradizione

francescana, con particolare riferimento al Medioevo, del dialogo, della giusti-zia e pace, della formazione. Qualificare un’Università Pontificia a Roma obbliga l’Ordine intero a sentirsene responsabile e ad attendersi da essa anche l’aiuto per approfondire la propria identità e missio-

ne oggi. Non l’Ordine da solo, ma sempre più con tutta la Famiglia Francesca-

na e con quegli intellettuali e ricercatori, ance laici, con i quali possiamo interagire. La partenza presso la nostra Università del Master per formatori è un altro segno di vitalità ritrovata, soprattutto grazie alla ricerca interdisciplinare in corso per tro-vare le linee portanti di una visione pro-priamente francescana della formazione.Fa parte del processo di rinnovamento della P.U.A. la crescita dei Centri affiliati ad essa in un sistema “a rete”, che supera la visione periferia-centro e pone le basi per una fitta rete di collaborazioni scientifiche che allarghino il respiro internazionale dell’Università e dell’Ordine stesso. Proprio tra questi Centri, segnalo l’aper-tura, presso l’Istituto Teologico France-scano di Murcia in Spagna ora aggregato alla Pontificia Università Antonianum, di una Licenza in Teologia Fondamentale e in quello di Petropolis di una Licenza in Teologia dell’Evangelizzazione. Sono segni notevoli della rinnovata sensibilità verso gli studi e dell’attenzione dell’Or-dine al rapporto col mondo, al dialogo con le culture e le religioni e ad un’azione evangelizzatrice che sia solida anche gra-zie al contributo intellettuale.Per quanto riguarda le statistiche, abbia-mo attualmente nell’Ordine 9 Università e circa 40 Centri di studio, da soli o in colla-borazione con altri, prevalentemente per gli studi istituzionali di Filosofia e Teologia. Alcuni sono di fondazione recente, mentre altri hanno una bella tradizione alle spalle...È difficile fare una recensione completa del numero dei frati impegnati attual-

Murica, Spagna. Consiglio Internazionale Formazione e Studi 2008. Fr. Massimo Fusarelli dipinge l’affresco del momento.

I partecipanti al Congresso.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

mente nella ricerca e nella docenza. La Segreteria generale non dispone di elen-chi aggiornati. Mi sembra di poter dire sulla base delle visite e dei contatti, che il numero è relativamente consistente, soprattutto per quanto riguarda l’inse-gnamento. La ricerca lascia un po’ più a desiderare, perché non sono molti i frati veramente liberi da altri impegni per de-dicarsi allo studio e alla pubblicazione. Nell’Ordine c’è anche una discreta pro-duzione di riviste specializzate, mentre ne nascono di nuove proprio nei Centri di studio ricordati sopra. I Ministri generali negli anni del dopo Concilio hanno dedicato una cura pun-tuale agli studi, richiamando i frati a que-sta dimensione tanto importante. Mi per-metto di riportare di seguito i documenti che testimoniano questa attenzione co-stante negli ultimi 40 anni:La Formazione nell’ordine dei Frati mi-nori. Documento del Capitolo generale straordinario di Medellín, 22 agosto-24 settembre 1971;Messaggio dei Ministri generali del 1° e del TOR in occasione del VII Centenario del-la morte di s.Bonaventura (4 gennaio 1974);Studi e missione dell’Ordine dei Frati Mi-nori oggi, Lettera del Ministro generale (13 giugno 1981);La promozione degli studi nel nostro Ordine, Intervento del Ministro generale al Convegno Rappresentanti dei Centri di Studio OFM (5 luglio 1994);Ratio Studiorum dell’Ordine dei Frati Minori. “In notitia veritatis proficere” (25 marzo 2001);Intervento del Ministro generale al Con-gresso Internazionale dei Rettori di Uni-versità e dei Direttori dei Centri di Ricerca OFM (20 settembre 2001).L’attuale Ministro generale ha dedicato al nostro assunto una lettera, Il Sapore del-la Parola (13 marzo 2005), che propone un vero e proprio itinerario sapienziale per riappropriarci della vocazione intel-lettuale del frate minore come parte del carisma, a partire da S. Francesco fino ad oggi, soprattutto in riferimento alla voca-zione evangelizzatrice dell’Ordine. Una preoccupazione continua nella Lettera è anche quella di coltivare con passione e creatività gli studi in vista di un dialogo fecondo e aperto con le culture di oggi.

Valore della tradizione intellettuale francescana. Assistiamo ad una rinnova-ta attenzione e passione per lo sviluppo della nostra tradizione intellettuale fran-

cescana nel corso di otto secoli di storia e non appena nel momento fondativo del-le origini. Un po’ dappertutto soprattut-to i formatori sono preoccupati di come trasmettere ai candidati la conoscenza di questa lunga tradizione, non solo in un modo che definirei archeologico, ma an-che nei suoi risvolti attuali. La domanda di fondo è: come fare filo-sofia e teologia, come studiare l’attuale mondo scientifico e quello delle arti a partire dalla visione dell’uomo, del co-smo e di Dio che ritroviamo nella nostra tradizione? Non si tratta appena di cono-scere il pensiero e le opere degli autori delle Scuole francescane di pensiero, ma di assimilarne lo spirito per fecondare dal di dentro la ricerca e il confronto a cui noi siamo chiamati nel nostro tempo. È evi-dente quanto sia esigente un simile com-pito, che resta ineludibile. Conoscere e coltivare la tradizione intellettua-le francescana, anche per quanto riguarda il pensiero scientifico e l’estetica, ci obbliga ad una rinno-vata sintesi di vita e di pensiero. In questo processo noi siamo più ripeti-tori, a volte stanchi, che ricercatori crea-tivi. E ciò non dipende solo dagli studi e dai frati impegnati in essa, ma è specchio della situazione più ampia dell’Ordine. Qualsiasi rinnovato slancio negli studi, infatti, potrà venire solo da una più pro-fonda e radicale dedicazione alla nostra vocazione e missione in questo tempo. Una prassi nuova potrà ispirare una teo-ria più creativa, per rimandare con energie moltiplicate ad una prassi trasformatrice e così via.L’approfondimento della tradi-zione intellettuale francescana è possibile solo se si continua lo sforzo di edizione critica dei testi dei Maestri francescani, insieme alla loro interpretazione. A que-sto proposito l’Ordine ha insigni istituzioni già al lavoro in questo campo. Ricordo il Collegio S. Bo-naventura dei Frati Editori di Qua-racchi, fondato da Fr. Bernardino da Portogruaro nel 1877 soprat-tutto in vista dell’edizione critica delle opere del Dottore Serafico e che tanto ha lavorato e lavora per altre edizioni e per la ricerca storica, espressa soprattutto nella prestigiosa Rivista Archivum Fran-ciscanum Historicum, che da poco ha celebrato il primo centenario di vita. Il Collegio, che dal 1 luglio

sarà trasferito da Grottaferrata al conven-to di S. Isidoro in Roma, è in un momen-to delicato della sua storia, per l’urgente bisogno di nuovi ricercatori per non la-sciar morire un servizio tanto prezioso. Il Definitorio generale è all’opera per individuare le linee di una rinnovata vi-sione e missione del Collegio stesso, nel-la fedeltà ai suoi fini istituzionali propri. La Commissione Scotista in Roma da ol-tre 50 anni lavora all’edizione critica delle opere del Dottor Sottile. Fondata da Fr. Calo Balic presso l’Antonianum in con-tinuità con la Sezione Scotista attiva nel Collegio di Quaracchi, essa sta ultimando l’edizione delle opere filosofiche del Dot-tor Sottile, il cui pensiero non può esse-re ben conosciuto e approfondito senza l’accesso diretto alle fonti.Colgo l’occasione per rivolgere un appel-lo a questa Conferenza, perché preveda

la possibilità di inviare almeno uno se non due giovani frati a prepararsi per il lavoro scienti-fico in queste istituzioni dell’Or-dine, un servizio esigente, na-

scosto eppure tanto prezioso.Il Franciscan Institute presso la St. Bo-naventure University (New York) lavora all’edizione e alla traduzione in ingle-se dell’opera omnia di S. Bonaventura, mentre nell’Università di Washington è all’opera un gruppo scientifico che lavora all’edizione critica delle opere filosofiche di Duns Scoto, servendosi, col permesso del Ministro generale, del materiale della

Momenti di celebrazione e preghiera.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

Commissione Scotista dell’Ordine.In Giappone da poco tempo è nato un centro di ricerca e di pubblicazioni del-le opere del Dottor Sottile, al pensiero del quale si rivolgono con interesse stu-diosi anche di altro credo religioso. Un segnale confortante per le possibilità di confronto e di dibattito scientifico aperte dalla visione francescana dell’uomo e del mondo.L’attività di queste istituzioni permette di continuare l’edizione dei Maestri france-scani con gli strumenti propri della ricer-ca, dell’analisi e dell’edizione critica.A mio avviso, occorre promuovere una lettura possibile della nostra tradizione intellettuale francescana in nuovi con-testi culturali come l’Africa e l’Asia. Pen-siamo ai valori della solidarietà e della famiglia; al confronto con le più grandi e antiche religioni del mon-do; alla ricchezza culturale di questi continenti che oggi premono sulla scena mon-diale o inquietano per gli squilibri scandalosi di cui sono vittime. Se nella nostra tradizione è viva una vi-sione provvidenziale della storia di mar-ca agostiniana, che rilegge il senso e il posto dell’Ordine nella storia del mon-do e della Chiesa, oggi potremmo rivi-talizzare questa lettura nell’incontro con nuovi contesti e con un’attenzione mag-giore all’incontro con uomini e donne di altre tradizioni culturali e religiose, sino alle sfide enormi poste oggi dai temi e dalle realtà legate alla promozione della giustizia e della pace.

Alcune tendenze rispetto agli studi su-periori. È avvertita in modo diffuso nelle nostre Province e Custodie la necessità di una seria preparazione ai diversi mini-steri che ci sono richiesti, con la relativa

specializzazione negli studi. È chiaro che la maggior parte dei frati che sono av-viati agli studi superiori, saranno poi de-stinati all’insegnamento nei vari Centri, alla formazione permanente e iniziale e a specifici ministeri di evangelizzazione. La scelta delle discipline da approfondi-re continua a privilegiare l’ambito della Teologia nelle sue diverse branche. Al se-condo posto mi sembra che vengano gli studi di pastorale, da quella generale, alla pastorale giovanile e vocazionale, alla missiologia. Anche il settore della Peda-gogia e Psicologia è abbastanza ricerca-to, mentre resta quasi all’ultimo posto la Filosofia, sintomo di una difficoltà ad af-frontare gli scogli della riflessione critica su quanto esiste e a confrontarsi col pen-siero contemporaneo. Ci sono frati che approfondiscono il campo delle arti e del-

la musica e del canto. Si registra un investi-mento molto scarso in studi più diretta-mente professionali e

tecnici. Solitamente sono le Province ad orientare i frati agli studi superiori, anche dopo qualche anno dalla Professione so-lenne e dall’Ordinazione. Non mancano i frati che presentano un possibile proget-to di studi come base per il dialogo con gli organi dell’Entità. A questo proposito devo lamentare che non mancano gli esempi di poco dialogo su una materia tanto delicata, come pure dell’incapacità spesso di pianificare l’orientamento degli studi in base alle necessità della Provin-cia o Custodia. Non mancano in tal modo percorsi solitari, che il candidato sceglie e prosegue da solo. Spesso al termine di un ciclo di studi vediamo il frate sceglier-si autonomamente l’ambito di lavoro, che diventa esclusivo. A questo riguarda devo aggiungere che ancora è abbastan-

za diffuso nell’Ordine il pericolo che gli studi siano scelti come una via individua-le di affermazione e anche di promozio-ne sociale, specie dove essi conducono ai titoli più alti e in materia profana. Il frate corre il rischio di farsi la sua nicchia e di gestire così del tutto autonomamente il suo tempo e i frutti del suo lavoro. Alcu-ne Entità sono già alle prese con questo processo di professionalizzazione dell’in-segnamento e di altri tipi di lavoro. Come richiama molto opportunamente la no-stra RS, gli studi devono tenere conto delle «opzioni fondamentali che caratte-rizzano la forma di vita francescana» (art. 19). In questo stesso spirito, «il frate mino-re non considera il compimento di un pro-gramma di studio o il conseguimento di un titolo accademico come motivo di orgoglio o occasione di promozione ad uno stato di privilegio, ma mette gioiosamente a di-sposizione e a vantaggio della Fraternità il frutto del suo lavoro intellettuale» (RS 11).

Integrazione tra formazione iniziale e studi. Si vuole approfondire questo le-game perché l’integrazione appare an-cora troppo estrinseca, per cui gli itine-rari della formazione sembrano scorrere paralleli rispetto ai curricula accademici. Del resto, non sempre lo studio delle di-scipline filosofiche e teologiche sembra spingere lo studente a rivedere e riassu-mere la propria impostazione mentale riguardo all’uomo e alla fede.Insieme a questo aspetto, mi sembra vitale per l’oggi approfondire la cono-scenza e l’uso dei mezzi di comunica-zione sociale, che hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispi-razione per i comportamenti individua-li, familiari, sociali. Una situazione simile ci tocca ormai molto da vicino e coinvol-ge sempre di più la mentalità e la for-mazione dei nostri candidati e anche di molti di noi frati professi. La formazione è chiamata a prendere chiara coscien-za di questa situazione, senza esaltarla acriticamente o subirla passivamente. Si tratta invece di promuovere una co-noscenza adeguata e positiva di questo moderno areopago, che da mezzo e strumento è ormai diventato vero e pro-prio “luogo” di comunicazione e quindi anche di annuncio: per questo si richie-de un vero e proprio cambiamento di mentalità. L’ascolto di questo segno dei nostri tempi ci chiede una riflessione approfondita, positiva, creativa e critica.

I documenti che testimoniano l’ attenzione agli studi negli ultimi 40 anni:La Formazione nell’ordine dei Frati minori Documento del Capitolo generale straordinario di Medellín, 22 agosto-24 settembre 1971.Messaggio dei Ministri generali del I Ordine e del TOR in occasione del VII Centena-rio della morte di san Bonaventura (4 gennaio 1974).Studi e missione dell’Ordine dei Frati Minori oggi, Lettera del Ministro generale (13 giugno 1981).La promozione degli studi nel nostro Ordine, Intervento del Ministro generale al Convegno Rappresentanti dei Centri di Studio OFM (5 luglio 1994).Ratio Studiorum dell’OFM “In notitia veritatis proficere” (25 marzo 2001).Intervento del Ministro generale al Congresso Internazionale dei Rettori di Univer-sità e dei Direttori dei Centri di Ricerca OFM (20 settembre 2001).Il Sapore della Parola (13 marzo 2005), lettera del Ministro generale ofm.

É vitale approfondire la conoscenza e l’uso dei mezzi

di comunicazione sociale.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

L ’incontro. Si è svolto a Frascati, nei giorni 7-10 gennaio 2009, il II Incontro europeo sulle nuove for-

me di evangelizzazione, promosso dal Segretariato Generale per l’Evangeliz-zazione come suggerito dal I Seminario-Atelier tenuto ad Assisi nel marzo 2006. Eravamo oltre cinquanta frati minori, da varie Province d’Europa, rappresentanti di Fraternità impegnate in nuove forme di evangelizzazione. Erano con noi i fra-telli del Definitorio Generale, nonché i Presidenti o i rappresentanti delle Con-ferenze d’Europa. Incoraggiati dal messaggio del Ministro Generale, Fra José Carballo, a percorrere con fede e audacia cammini inediti di presenza e testimonianza francescana, e ad alimentare il fuoco della nostra vo-

cazione evangelica ed evangelizzatrice, abbiamo vissuto intense giornate di condivisione, discernimento comunita-rio, verifica e approfondimento, anche in vista della creazione di una rete di co-municazione e collaborazione tra queste nuove Fraternità europee. “La coinciden-za di questo incontro europeo con il Cen-tenario della fondazione dell’Ordine e la prossimità all’appuntamento del Capitolo Generale – afferma il Ministro – saranno opportunità favorevoli affinché la rifles-sione dell’intera nostra Fraternità accolga gli esiti del Seminario”.

Contesto europeo e nuova evangeliz-zazione francescana Abbiamo riflettuto insieme, con l’aiuto di competenti e autorevoli testimoni, sui

Nuovi cammini francescani in Europa

molteplici contesti della nostra evange-lizzazione in Europa: di rottura polemica con la Chiesa, di permanenza di forme tradizionali di cristianesimo, di problemi legati alla fine della clandestinità del-la fede, di assenza totale e scontata di qualsiasi riferimento a Dio. Ma abbiamo riflettuto anche sull’occasione favorevo-le che tali contesti offrono ad una nuova incarnazione e diffusione del Vangelo, che noi, in quanto frati minori, siamo chiamati a vivere e a testimoniare. Sono emersi con forza e da più parti, come tratti fondamentali della nuova evan-gelizzazione: la gratuità dell’annuncio, motivata soltanto dalla sovrabbondanza dell’Amore sperimentato, e non dall’at-tesa di risultati misurabili; il primato della Grazia sulle opere, il ritorno al lin-

Frascati, Assemblea di Frati Minori della Provincia Romana

Frascati. II incontro europeo sulle nuove forme di evangelizzazione. Focus sulla Fraternità contemplativa in missione della nostra Casa di Palestrina.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

guaggio del kerygma, a quello narrativo e simbolico; l’incontro con l’uomo rag-giunto sulla strada, nei luoghi della sua vita concreta per farlo conoscere Gesù. Abbiamo inoltre fatto memoria della lunga storia della nostra Fraternità uni-versale, con le sue molteplici riforme, per imparare anche da essa gli itinerari di un rinnovamento del carisma oggi: tornare alla forma vitae originaria per ritrovarne l’ispirazione evangelica; approfondire il nesso tra vita spirituale, studio e predica-zione, nella coscienza di essere inviati a tutto il mondo; riscoprire la persona di Francesco come “uomo del secolo futuro”, non da rimpiangere nostalgicamente ma da raggiungere sulle vie del Vangelo; cogliere la capacità carismatica di perso-ne o gruppi di frati a coagulare intorno a sé movimenti di rinnovamento.

Chi siamo? Alla luce della condivisione delle espe-rienze, la maggior parte delle Fraternità presenti, pur nella multiformità delle espressioni, si è ritrovata accomunata da alcuni elementi ricorrenti e prioritari per la nostra forma vitae evangelica: • primato della vita di preghiera e di ascolto della Parola; • cura di autentiche e profonde relazioni

fraterne; • stile di vita semplice e sobrio, tradotto in scelte concrete; • itineranza come dimensione integrante del nostro carisma, in una vulnerabilità che si affida alla Provvidenza; • accoglienza e condivisione di vita con la gente che incontriamo, soprattutto i po-veri e i lontani; • servizio alla Chiesa locale, nelle sue esi-genze specifiche; • apertura alla dimensione interprovin-ciale ed internazionale; • ricerca di un collegamento tra le varie esperienze fraterne con riferimento alla Fra-ternità missionaria per l’Europa (Palestrina).

Alcuni suggerimenti per camminare insieme Alla luce del dialogo e della condivisio-ne di questi giorni si avanzano i seguen-ti suggerimenti:

Per il coordinamento interprovinciale Per favorire il coordinamento tra le nuo-ve Fraternità in Europa, anche in vista dei prossimi atelier e di esperienze inter-provinciali di evangelizzazione, il Segre-tariato Generale per l’Evangelizzazione crei una Commissione costituita da rap-presentanti della Fraternità di Palestrina

e delle Conferenze. Nell’organizzazione dei prossimi atelier, da programmare a scadenza periodica, il Segretariato as-sicuri la condivisione esperienziale, la verifica fraterna e un sostanziale appro-fondimento formativo.

Per le singole Province Si invitano i Ministri dell’UFME e le Fra-ternità Provinciali: • a riconoscere i carismi personali dei frati nell’ambito della nuova evangeliz-zazione e a promuoverli per il bene della Provincia stessa o dell’Ordine, tenendo presenti le dimensioni interprovinciale ed internazionale; • ad accogliere e sostenere i progetti di queste nuove Fraternità, anche in vista di un loro servizio di animazione a be-neficio di tutta la Provincia; • a far conoscere ai frati con adeguati strumenti queste nuove realtà e a fa-vorirne il contatto, sia nella formazione iniziale che in quella permanente; • ad approfondire la collaborazione con l’intera famiglia francescana, con le Chiese locali e con il laicato, nel campo dell’evangelizzazione; • ad accogliere e promuovere il ruolo di animazione della Fraternità internazio-nale missionaria di Bruxelles, anche per le nuove forme di evangelizzazione.

Per la Fraternità dell’Ordine Si invita il Governo Generale dell’Ordine: • a portare a conoscenza dell’intera Fra-ternità, attraverso idonei strumenti di informazione (es. Fraternitas, internet, etc.), i vari incontri e le iniziative delle nuove Fraternità, in vista di una più am-pia partecipazione; • a sensibilizzare le Province sulla ne-cessità di cercare nuovi cammini fran-cescani in Europa, incoraggiandole con decisione ad accogliere e promuovere nuove Fraternità, con nuove forme e nuove presenze, anche interprovinciali; • a sviluppare processi formativi volti ad inculturare sempre più nei vari conte-sti europei la nostra presenza e azione evangelizzatrice; • ad affidare alla Fraternità missionaria per l’Europa (Palestrina) il servizio di coordinare una rete di comunicazione tra le Fraternità d’Europa, impegnate in nuove forme di evangelizzazione.

Evangelizzazione tra la gente: i Frati Minori delle Marche alla guida di un corteo.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

Verona, Natale 2008

C arissimi,è bello intrattenerci fra noi pro-prio nel cuore delle feste nata-

lizie. Il Natale è il canto all’incontro, alla condivisione, al dialogo. E’un’occasione per recuperare il cuore da bambini e da pastori, l’unico capace di accogliere il messaggio di luce e di speranza che viene dal cielo, incomprensibile per i nostri criteri umani ma affidabile per chi crede all’amore come al fondamento della propria esistenza. Quando il nostro cuore è nella gioia è meglio disposto ad accogliere le notizie anche di piccole esperienze gioiose.Fra queste ricordo l’incontro in Corea della Commissione del Servizio per il dialogo dell’Ordine, il nostro seminario di formazione a Genova, l’imminente settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e le aspettative riposte nel pros-simo Capitolo generale per la formazio-ne dei frati al dialogo.

1. L’esperienza in CoreaInedita e avvincente è stata l’esperien-za fatta in Corea dalla Commissione del Servizio per il dialogo dell’Ordine dal 23 al 30 novembre. L’incontro con i frati e le altre componenti della famiglia france-scana, il seminario e soprattutto il pelle-grinaggio ai monasteri buddhisti ci han-no fatto capire quanto sia importante il dialogo e la conoscenza reciproca per vivere in maniera più cosciente e coe-rente la propria fede. A contatto diretto con i monaci buddhisti abbiamo impa-rato ad apprezzare la loro concentrazio-ne verso l’acquisto dell’equilibrio inte-riore e a gioire per la partecipazione alla vita divina che Gesù ci ha donato. (Per chi desidera una riflessione più partico-lareggiata allego alcune considerazioni che saranno pubblicate in Acta Ordinis).

1. Il seminario di GenovaIl 15 e 16 dicembre ci siamo incontrati

alla Madonna del Monte di Genova per il seminario di formazione. Vi assicuro che sono stati due giorni di seria formazione e di autentica e gioiosa preparazione al Natale, sia per la splendida, cordiale e generosa ospitalità che ci ha riservato la fraternità locale, sia per le riflessioni che ci sono state offerte dai tre relatori. Alcuni spunti presi dalle riflessioni ve li trasmetteremo attraverso il notiziario che dovrebbe riapparire all’inizio del prossimo anno.Ciò che non può essere trasmesso attra-verso lo scritto è il calore espresso e co-municato dalla fraternità, che con i sin-goli frati compone uno scrigno ricolmo di svariati e singolari carismi. Fra questi spicca la singolare e popolare figura di Fra Matteo, che merita un viaggio a Genova solo per essere conosciuta. Fra Matteo è “tutto e solo frate”; al primo approccio ti dà l’impressione di un frate “sacrificato” ai più umili servizi domesti-ci, e poi vieni a saper che nel suo passato e nei suoi progetti, anche prossimi, ci sta una lunga serie di interventi in lontani paesi di missione, come specialista nel settore edile e particolarmente in quello idraulico. Ti accorgi del perché egli è un centro di attra-zione e attenzione all’in-terno della fraternità e della città: non ha perduto niente della più genuina umani-tà e ognuno ritrova in lui qualche cosa di se stesso. A noi ricorda la simpati-ca (e aggiungerei furbetta) figura di frate Ginepro, ma con aggiunto un pizzico di profezia: infatti, se non fosse stato lui a chiedermi se alla partenza portavo tutto con me, compreso il bre-viario, il mio breviario sarebbe ancora al Monte. Per questo e altri motivi vale la pena andare al santuario del Monte per

incontrare fra Matteo; ma attenzione! previo appuntamento perché si rischia di arrivare quando lui sta prestando la sua opera in Africa o in America: non è un evento di ogni giorno feriale godere della sua presenza, soprattutto quando la sua tenerezza lo spinge a offrire ai suoi confratelli una cenetta in localini che lui solo conosce.

3. Incontro di CommissioneIl seminario ha offerto l’occasione per dare il benvenuto nella Commissione a due nuovi delegati provinciali: Fr. Anto-nio Salinaro, della Provincia di Lecce, e Fr. Antonio Sacco della Calabria.Dopo alcune comuni considerazioni sul-la scheda presentata all’Assemblea della Compi, nella quale si sintetizzano le ca-ratteristiche e le attività del nostro set-tore, si è passati al concreto formulando una proposta da presentare al Presiden-te della Compi e confermando l’impe-gno per l’attuazione di alcuni orienta-menti emersi e formulati in passato.

Convegno di settore: vista la concreta (modesta) partecipazione

ai nostri convegni, si decide di pro-porre al Pre-sidente della Compi e ai Se-gretari nazio-nali dell’Evan-gelizzazione e della Formazio-ne di sospende-

re il nostro con-vegno annuale di

settore per conflu-ire, ad anni alternati,

nei convegni rispettiva-mente dell’Evangelizzazione e

della Formazione, ai quali si chiede di offrire uno spazio alla dimensione ecu-menica delle loro tematiche. La propo-sta, se accolta, metterebbe in risalto la funzione di “servizio” propria del nostro

Commissione Ecumenismo e dialogo

Inedita e avvincente è stata l’espe-

rienza coreana della Commis-sione del Servizio per il dialogo

dell’Ordine. L’incontro con i frati e la Famiglia francescana, il semi-

nario e soprattutto il pellegrinag-gio ai monasteri buddhisti ci hanno fatto capire quanto sia impor-tante il dialogo e la conoscenza reciproca per vivere in manie-

ra più cosciente e coeren-te la propria fede.

Lettera ai delegati per l’Ecumenismo e il Dialogo, ai Ministro provinciali della Compi e alla Famiglia francescana. Dall’incon-tro con i buddhisti ai vari livelli della Formazione attuale.

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NOTIZIE DALL’ORDINE

settore, con il vantaggio di far pervenire più direttamente il proprio messaggio agli animatori dell’Evangelizzazione e della Formazione.Notiziario: ci si ripromette veramente di riprendere la compilazione e diffusio-ne via internet del notiziario di settore a partire dal primo trimestre del 2009. Tutti siamo invitati a inviare riflessioni, informazioni e suggerimenti riguardanti il nostro campo di animazione.Giornata mensile di preghiera per l’unità: in occasione e come promemo-ria della terza domenica di ogni mese, nella quale invitiamo molte persone a unirsi a noi nella preghiera per l’unità, invieremo via internet una scheda con un riferimento biblico e una breve riflessione; invitiamo tutti voi a col-laborare per estendere la partecipazione a questa iniziativa; la scheda verrà inviata a tutti coloro che comunicheranno il loro in-

dirizzo e-mail; per il mese di gennaio, al posto della scheda allegherò già a que-sta lettera uno schema per la settimana di preghiera per l’unità che va dal 18 al 25 gennaio; tale schema contiene riflessioni francescane.

4. Prossimi appuntamenti18-25 gennaio 2009: settimana di pre-ghiera per l’unità dei cristiani: uno sche-ma di preghiera, con riflessioni di carat-tere francescano, lo ricevete in allegato alla presente lettera: vi posso già antici-pare il tema per la settimana del 2010: “Unità e missione”.26-30 gennaio 2009: esercizi spirituali ecumenici a Timisoara; quest’anno sare-

mo in tredici a partecipare a questa esperienza.Altri appuntamenti sono previsti a livello di Ordine: in febbraio un seminario al

Cairo sul dialogo interreligioso per i frati operanti in paesi a maggioranza musul-

Papa Benedetto XVI rende visita al Patriar-cato di Costantinopoli.

mana nell’area mediterranea e un altro a Bogotà per i frati dell’America Latina sul Pentecostalismo. Al prossimo Capi-tolo generale verrà rivolta la proposta di istituire stretti rapporti diretti fra la Commissione del Servizio per il dialogo e gli organismi delle Conferenze, in par-ticolare con i segretariati dell’evangeliz-zazione e della formazione.

Sentendomi in sintonia con la gioia cia-scuno di voi vi auguro un nuovo anno benedetto dal Signore e pregno di felicità.

Fr. Tecle Vetrali

Incontro mensile: Una grande famiglia ecumenica si incontra nella preghiera e ri-flessione la III domenica di ogni mese; i suoi membri non sono registrati, ma si mettono in comunione attraverso la preghiera e la riflessione privata o comunitaria; si sen-tono così corroborati dalla loro unità con Cristo, all’interno di una grande famiglia.

Assisi 1986 Lo storico incontrodi Giovanni Paolo IIad Assisi con i rappresentanti di tutte le religioni del mondo.

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

Collaborazione tra le Province OFM dell’Italia CentraleNei giorni 2-3 Dicembre 2008 ha avuto luogo, a Vicovaro, l’incontro tra i Defi-nitorii delle Province del Centro Italia. Una risonanza positiva di tale evento, grazie anche all’incoraggiamento del Definitore generale Fr. Mario Favretto, è la incentivazione di iniziative comuni, soprattutto nell’ambito della formazio-ne e delle missioni al popolo. Il Defini-torio, nella sessione di Gennaio, dovrà esprimere il proprio voto su vari aspetti, attualmente in esame, concernenti la promozione di iniziative in collabora-zione tra le Province “Compi centro”.

Tempo forte del DefinitorioDal 12 al 14 Gennaio 2009 il Definito-rio della nostra Provincia vivrà l’espe-rienza del tempo forte presso la Fra-ternità interprovinciale di Palestrina, secondo un programma incentrato sull’ascolto della Parola, la preghiera liturgica e momenti di fraternità. Sono previsti inoltre un incontro di preghie-ra e di agape fraterna nel Monastero S. Maria degli Angeli con le Sorelle Clarisse di Palestrina, un momento di verifica personale e comunitaria del servizio svolto dai definitori ed una gita. Un congruo spazio di tempo sarà riservato, chiaramente, alla riunione vera e propria del definitorio.

Visita del Ministro Generale Viene approvato, con alcune modifi-che, il programma definitivo della visi-ta del Ministro Generale alla Famiglia Francescana della Provincia Romana (27 – 29 Gennaio 2009), preparato dalla équipe all’uopo incaricata dal de-finitorio (Recchia, Cocchi, Galli, Sarro, Di Pietro, Casella). Il tema che sarà trattato dal Ministro è il seguente: “Conqui-stati da Cristo, restituiamo tutto al Signore con la parola e con la vita”. I vari momenti si svolgeranno in tre diversi luoghi: Convento Frati Minori Cappuccini “San Francesco” al Tuscolo; Convento Frati Minori “San Bonaven-

tura” a Frascati; Teatro parrocchiale di Capo Croce a Frascati. Il programma dettagliato, dopo gli ultimi ritocchi a cura dell’équipe, sarà inviato a tutte le fraternità, alle Clarisse, all’OFS e alla Gi-fra subito dopo le feste natalizie.

Recenti ContrattiIl rappresentante legale della Provincia Fr. Luciano de Giusti ha recentemente firmato i seguenti contratti:- 01.10.2008, con la Comunità Luce della Speranza ONLUS (Presidente Signora Anna Spurio Consoli) per il convento di Valmontone. Tale comu-nità intende realizzare una “casa di accoglienza alla vita” proponendo un percorso rivolto a donne con bam-bini e/o maternità difficili causate da disagi relazionali familiari e difficoltà di provvedere a sé e alla prole. Il per-corso include un soggiorno all’interno delle strutture del convento S. Angelo della durata di sei mesi, volto al soste-gno e all’aiuto verso l’autonomia. Gli strumenti attraverso i quali viene rea-lizzato il percorso sono: la fraternità, la collaborazione, il lavoro.- 21.10.2008, con l’Associazione cul-turale – Religiosa ONLUS “La Sama-ritana” (Presidente Sig.na Carmela Aversano) per il Convento di Cori. L’at-tività di tale associazione sarà esercita-ta congiuntamente all’Agape – Madre dell’Accoglienza, il cui Presidente è Alessandro Meluzzi;- 21.11.2008, con la Fraternità Regiona-le O.F.S. del Lazio per il Convento di Pofi. Sarà assicurata per ogni festività, compre-si i Sabato e le Domenche, la presenza di un sacerdote per l’officiatura della chiesa.

Decisioni riguardanti singoli ReligiosiFr. Rafael Rico, tornato recentemente dalla Colombia, verrà ospitato presso la Fraternità S. Maria delle Grazie di Ponticelli.Con decreto del Ministro provinciale (prot. 195/08 del 28 Novembre 2008) è stato concesso a Fr. Paolo Zhang il permesso di dimorare per un anno extra domum Ordinis, a decorrere dal

1° Dicembre 2008. Il suddetto Religio-so ha chiesto questo tempo per poter fare un’accurata riflessione sul proprio percorso vocazionale e trarne adegua-te conclusioni.

Amministrazione economicaL’Economo provinciale, Fr. Massimo Cocci, presenta il resoconto annuale con il bilancio consuntivo e quello pre-ventivo per l’anno prossimo.

Auguri NataliziIl Ministro provinciale e i Definitori, al ter-mine della riunione, si sono intrattenuti con i fratelli dell’Infermeria provinciale per lo scambio degli auguri natalizi. Un altro momento di comunione con loro e con gli altri frati della comunità di san Sebastiano era stata la celebrazione delle lodi e dell’Eucaristia con cui si era aperta la giornata. Gli altri punti previsti all’ordine del giorno, come ad esempio la verifica delle visite alle Fraternità fatte dai definitori, per mancanza di tempo, non sono stati trattati ed è parso oppor-tuno rinviarli alla sessione di Gennaio.

Prossimi appuntamenti12-14 Gennaio 2009, a Palestrina: Tempo forte del Definitorio;27-29 Gennaio 2009: Visita del Mini-stro Generale alla nostra Provincia. Il Ministro incontrerà le Clarisse, l’OFS e la Gi.Fra, i formatori e i formandi, tutti i frati, il Definitorio;16-20 Febbraio 2009 ad Assisi: Con-vegno Parroci OFM d’Italia;10 Marzo 2009 ad Artena: Riunione Parroci;4-9 Maggio 2009 a S. Severino Mar-che: Esercizi spirituali nella Terra dei Fioretti animati da Fr. Ferdinando Campana;19 Maggio 2009, in luogo da stabilire: Riunione Parroci.

Nuovo numero di fax del convento di Fontecolombo: 0746.210637

Pax et Bonum!

Inform@zionidal Definitorio provinciale 11 .08

Roma S. Sebastiano; 16 dicembe 2008

DALLA PROVINCIA

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

SORELLA MORTE

Scheda biograficaNato a S. Vito Romano (Roma), diocesi di Palestrina, il 9 Novembre 1916 e bat-tezzato con il nome di Igino, a 12 anni lasciò la famiglia e intraprese il suo cam-mino vocazionale entrando nel Colle-gio S. Bernardino di Orte. Frequentò a Subiaco il 5° Ginnasio e in seguito fu a Tarquinia per i tre anni del liceo. Espletò l’anno di noviziato a S. France-sco di Bellegra, dove il 15 Agosto 1933 emise la prima professione nelle mani dell’allora Ministro provinciale fr. Lino Lottatori. Studiò teologia a Roma nei conventi di san Sebastiano e di Aracoeli e conseguì il titolo accademico di licen-za in Filosofia presso l’Ateneo Angeli-cum. Il 13 Febbraio 1938 Il Ministro pro-vinciale fr. Benigno Cuccioli ricevette i

voti solenni di fr. Vito. Il 16 Giugno 1940, a Roma, fu ordinato presbitero da Mons. Luigi Traglia. Quattro anni dopo l’or-dinazione, Fr. Vito si iscrisse al corso di laurea in Scienze naturali nell’Università “La Sapienza” di Roma dove si laureò, a pieni voti, con una tesi sul “Rilevamento geologico della parte centro orientale dei Monti Prenestini”. Nel 1951 fu posto di famiglia nel con-vento San Francesco in Tarquinia con l’incarico di professore di matematica e nel 1955 fu trasferito a Civitavecchia, dove rimase per circa 30 anni, esercitan-do numerosi servizi sia all’interno della fraternità religiosa che in parrocchia e sia attraverso il ministero dell’insegna-mento. Nel Luglio del 1987 fu posto di famiglia nel convento di San France-

sco in Subiaco e, in seguito al decreto di soppressione di quella casa, firmato dall’allora Ministro generale Fr. Giacomo Bini l’8 Marzo 2001, Fr. Vito fu trasferito a Bellegra. In seguito fu posto di famiglia presso la nostra infermeria provinciale Regina Apostolorum, dove attualmente era ricoverato. Fr. Vito ci lascia all’età di 93 anni, di cui 76 di professione religiosa e 69 di ministero ordinato.

Profilo spiritualeFr. Vito ha saputo sempre ringraziare il Si-gnore per i benefici concessi alla sua vita durante tanti anni di onorato servizio alla Provincia Romana dei Frati Minori e alla Chiesa. Forse perché influenzato dalla sua formazione scientifica, egli era un attento osservatore non solo degli elementi della natura ma anche delle persone, dei tratti somatici, del carattere. Era capace di en-tusiasmarsi e desideroso di trasmettere, in ogni occasione, le proprie conoscenze scientifiche. Aveva anche una bella voce tenorile e grandi risorse di intelligenza. I doni naturali, i talenti che il Signore gli aveva affidato, erano, a volte, leggermen-te offuscati da un carattere un po’ impul-sivo e precipitoso che si manifestava, a tratti, con una sorta di eccessiva animo-sità nell’affrontare le situazioni. Dotato di un altissimo senso del dovere, non rispar-miava energie nell’esercizio del ministero sacerdotale e soffriva interiormente per le incongruenze che gli capitava, talvol-ta, di notare intorno a sé. Amava la verità e la giustizia e per questo non metteva a tacere la propria coscienza. Il suo animo, a volte turbato dalle sofferenze patite in questi ultimi anni in cui la nostra Provin-cia religiosa ha deciso di effettuare un ri-dimensionamento della sua presenza nel Lazio, non sempre riusciva a cogliere la misteriosa azione della Provvidenza. Il Si-gnore, infatti, sa trarre il bene da tutte le circostanze, anche dolorose, della nostra vita e un giorno ci presenteremo davanti a Lui ricchi solo della carità che avremo vissuto e speso per i fratelli.Il Signore ricompensi questo nostro fra-tello per il bene operato nella sua lunga vita e lo accolga tra le sue braccia amoro-se così come soltanto un Padre buono e clemente sa accogliere il proprio figlio. La sua memoria resti come segno di bene-dizione per quanti lo hanno conosciuto.

Fr. Ezio Casella, ofmSegretario provinciale

n. 09/11/1916 m. 05/01/2009

Laureatosi in Scienze dopo l’Ordinazione presbiterale, visse per 30 anni a Civitavecchia, dove si distinse nel ministero dell’insegnamento.

Forse perché influenzato dalla sua formazione scientifica, egli era un attento osserva-tore non solo degli elementi della natura ma anche delle persone, dei tratti somatici, del carattere. Era capace di entusia-smarsi e desideroso di trasmettere, in ogni occasione, le proprie conoscenze scientifiche.

Fr. Vito De Bianchi

Foto Fabio Martino

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Sono presenti all’incontro odierno i se-guenti frati: Fr. Marino Porcelli, Fr. Lucia-no De Giusti, Fr. Giovanni Rossi, Fr. Luigi Recchia, Fr. Fabio Berti, Fr. Sidival Fila, Fr. Paolo Maiello, Fr. Massimo Cocci, Fr. Ezio Casella, Fr. Aldo La Neve, Fr. Nicola Sor-bo, Fr. Alessandro Partini, Fr. Piermarco Luciano, Fr. Carlo Di Giovanni, Fr. Vincen-zo Galli, Fr. Andrea Stefani, Fr. Fabrizio Ciampicali, Fr. Stefano Tamburo, Fr. Ales-sandro Cavicchia, Fr. Carlo D’Andrea, Fr. Virgilio Maurizi, Fr. Salvatore Donadio.Puntualmente, alle 9,30, presso il salone dell’OFS di Frascati, iniziano i lavori con la presentazione, da parte del Ministro provinciale, in qualità anche di Modera-tore Fope, dell’itinerario triennale 2008 – 2011 per la Formazione permanente, dal titolo: «Conquistati da Cristo, fra-telli tra fratelli, inviati nel mondo».Il Ministro premette alcune informazioni

riguardanti alcuni frati della Provincia, quindi informa i Guardiani dei Santuari su una iniziativa riferita dalla Signora Ele-na Sabbatini, responsabile della forma-zione all’interno del Consiglio Regionale dell’OFS, riguardo alla possibilità, da par-te di giovani dell’OFS e della Gifra, di fare degli stages nei santuari, condividendo con i frati il servizio pastorale. Il Ministro si dice personalmente favorevole a tale esperienza che dovrebbe riguardare spe-cialmente i santuari della Valle reatina.Dopo le questioni introduttive si passa ai tre punti previsti all’odg:1. Approvazione dell’Itinerario triennale 2008-2011 per la Formazione permanente2. Piano “Rinascere” presentato all’ulti-mo capitolo provinciale su proposta di Fr. Alessandro Cavicchia3. Condivisione sul questionario in pre-parazione al Capitolo Generale

1. “Conquistati da Cristo...”: Itinerario triennale Fope 2008 – 2011L’itinerario è articolato in tre tappe, corri-spondenti rispettivamente ai tre anni in cui saranno sviluppati i seguenti temi:a) Conquistati da Cristo (anno 2008-2009): riferimento Atti degli Apostolib) Fratelli tra fratelli (anno 2009 – 2010): riferimento ad 1 Corinzi.c) Inviati nel mondo (anno 2010 – 2011): riferimento a Galati.Si giustifica il perché di tale scelta tema-tica per il suo nesso di comunione con le scelte fatte dall’Ordine negli ultimi due Capitoli e con le Cinque Priorità (Lo spiri-to di orazione e devozione, La comunione fraterna, La minorità, la povertà e la soli-darietà, L’evangelizzazione/missione, La formazione).Nell’introduzione il Ministro provinciale scrive: Avere sempre “a portata di mano” questo cammino di incontri e appunta-menti ci aiuterà a camminare insieme come fratelli, a prenderci cura gli uni degli altri, a programmare insieme la nostra vita e missione senza spegnere lo spirito di amore e appartenenza alla nostra Provin-cia romana dei santi apostoli Pietro e Pao-lo. Esorto tutti i frati a rileggere la prima parte della mia relazione triennale ai fratelli capitolari, testo che situa e spiega l’urgenza e la necessità di vivere l’impegno della formazione permanente, quale prio-rità delle priorità del prossimo triennio.Dopo aver presentato in modo abbastan-za dettagliato il contenuto, tale documen-to viene approvato dall’assemblea senza ulteriori emendamenti.A margine vengono formulate alcune proposte sulla festa della Provincia e sulla celebrazione dell’VIII centenario di appro-vazione della regola non bollata. Non si è del parere di unire le due celebrazioni. Fr. Fabio Berti propone, per il centena-rio della Regola, la programmazione di alcuni eventi celebrativi in diversi luo-ghi di Roma, studiati in modo da favo-rire una “proiezione” sul territorio, con il coinvolgimento di tutta la famiglia fran-cescana, prevedendo diverse iniziative a livello culturale, liturgico, ecc.Fr. Aldo La Neve fa notare come sia op-portuno, in occasione della festa della Provincia, o in un altro appuntamento, che il Ministro provinciale comunichi ai frati informazioni sul Capitolo generale che sarà stato appena celebrato. In tal caso per la festa della Provincia andreb-

Frascati. Mercoledi 10 dicembre, Definitorio, Guardiani e Delegati, Formatori e Responsabili settoriali si sono incon-trati per discutere il futuro della Formazione Permanente.

di Fr. Ezio Casella ofm

FoPe: Conferenza programmatica

Foto Fr. Nicola Sorbo

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DALLA PROVINCIA

be mantenuta la sua data consueta del-la fine di Giugno.Fr. Vincenzo Galli fa notare che, trattan-dosi della regola approvata a voce da Innocenzo III, il luogo da tener presen-te per le varie celebrazioni non è tanto Fontecolombo, quanto piuttosto Roma.Si demanda alla Commissione Fope il compito di studiare l’attuazione concre-ta di tali proposte.

2. Piano “Rinascere” (Fr. Alessandro Cavicchia, foto)

È una nuova proposta nell’ambito della Fope che si articola in tre tappe: Formazio-ne specifica di alcuni frati come animatori

(che agiranno in modo persona-le, non legati a dinamismi isti-tuzionali), sen-sibilizzazione delle fraternità, inizio itinerario per chi desidera aderire libera-mente. Già la commissione precapitolare per la Fope si era posta il pro-blema di come dare nuovo im-

pulso alla Fope. La proposta “Rinascere” è arrivata come iniziativa personale di Fr. Alessandro Cavicchia al Capitolo provin-ciale e riguarda il tentativo di aiutare i frati a riformulare la propria adesione ai valori essenziali della nostra vita di fede e france-scana. Approvata dal Capitolo, la proposta è confluita nel lavoro del commissione , istituito su delibera del Capitolo stesso. Ora la commissione Fope sta accompagnando questa proposta riformulandola. Fr. Ales-sandro riporta in assemblea il parere degli esperti consultati, i Proff. Giuseppe Crea e Mario Becciu, per mandato della commis-sione Alcuni punti da tener presenti: la Formazione Permanente riguarda la vita stessa e deve partire da questa, da ciò che già c’é. Importante è la fase dell’ascolto, del raccontare la propria vita. Si tratta di prendere coscienza di ciò che siamo e su questo si possono fare ulteriori proposte settoriali e diversificate. Riguardo alla par-tecipazione del governo o di frati che ne sono al di fuori occorre tener conto si in-nescano meccanismi diversi se agiscono gli uni o gli altri; tuttavia sono interventi

che non si escludono, ma si completano. Si rischia infatti di essere condizionati dal ruolo prima ancora che dalla relazione personale. La partecipazione di frati al di fuori del governo potrebbe favorire una concezione della che sta nel promuovere una qualità della vita francescana al di là di chi in quel momento guida la Provincia. La libertà di adesione è conditio sine qua non perché ci sia una effettiva formazione. Gli incontri a cui si è precettati incidono poco. Le resistenze, ad un primo livello, vanno viste come positive in quanto dipendono dall’equilibrio che una persona si è data. La libera adesione ad entrare in dialogo è successiva alla domanda su che cosa suc-ceda al di fuori del mio equilibrio, in vista di una ridefinizione del proprio equilibrio personale e relazionale. In questo caso si innesca un percorso valido di formazione permanente, di apertura relazionale. Biso-gna rivedere la percezione un po’ negativa che si potrebbe avere della Fope, vista a volte come ingerenza dall’esterno.Una Fope efficace reinveste nella frater-nità. Chi ha fatto un percorso valido nel luogo in cui vive innesca meccanismi po-sitivi di riqualificazione della vita frater-na. Se il percorso non è ben impostato, viceversa, si rischia di innescare movi-menti centripeti ed egocentrici, creando distacco tra chi, avendo seguito un per-corso speciale, si percepisce migliore o comunque distaccato dai fratelli. Operativamente: Il percorso formativo per gli animatori si potrebbe conclude-re con un fine settimana. Ed è questo l’impegno per l’anno in corso. Il secondo anno (2009-2010) è prevista la sensibi-lizzazione nelle fraternità da parte degli animatori e il terzo anno (2010 – 2011) il percorso formativo strutturato secondo un fine settimana al mese con moduli formativi da stabilirsi in base alla previa visita nelle fraternità.L’assemblea, dopo la presentazione di Fr. Alessandro, interviene su alcuni pun-ti che sintetizziamo come segue:1) a livello pratico si fa notare l’impor-tanza di questo percorso come aiuto personale a leggere gli eventi della vita in modo salvifico e non di esaltazione personale o, all’opposto, di depressio-ne. Tale percorso quindi può essere uno strumento valido come chiave di lettura di ciò che ci accade al di là delle valuta-zioni tecniche su chi sia più adatto a fare l’animatore: se un membro del governo o un altro frate.2) Si fa notare come possa esserci il ri-

schio di cercare la novità di un metodo per se stessa, perché forse non sia ha la pazienza di restare nella continuità di metodi e strutture già visti in passato.3) In definitiva quello che può esserci di positivo è che si inneschi tra i frati una rinnovata percezione della Fope, qua-le gioiosa esperienza di rinnovamento della propria vita, evitando che si ripe-tano dinamiche che hanno già favorito resistenza o disinteresse.4) È stato demandato al consiglio lo svi-luppo della proposta.Come viene vissuta la dimensione evangelizzatrice missiona-ria del nostro carisma al livello personale nella vita della fraternità – quali elementi di valutazione vanno sottolineati?

Questionario in preparazione al Capitolo generale 2009

Una dimensione che è stata sottolineata è quella della vita fraterna, luogo in cui le diversità si incontrano e superano la ten-sione conflittuale della differenza, in una sintesi che è possibile vivere soltanto se Gesù è veramente posto al centro della nostra vita. E’ la fraternità che dovrebbe essere la prima forma di evangelizzazio-ne, il modo di accogliere, di programma-re iniziative, confrontarsi, fare progetti e poi verificarli. Sembra che l’evangeliz-zazione sia ancora troppo personale e risenta di una mentalità individualistica. Tuttavia molto si fa nel campo dell’evan-gelizzazione nella nostra Provincia. Nelle

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DALLA PROVINCIA

parrochie da noi servite c’è uno sforzo notevole di lavorare insieme. Nei luoghi che noi lasciamo resta generalmente un buon ricordo del nostro passaggio.Inoltre la nostra vita ha un senso al di là di tutto quello che possiamo saper fare an-che se questo può risultare non significa-tivo secondo le logiche del mondo: per cui anche la vita dei piccoli e dei fragili ha senso, anzi questa fragilità è benedetta da Dio e amata per ciò che è, spesso in-vece viene mascherata, rifiutata e si è alla ricerca di una significatività che diventa oggetto di conquista, di sfida, di pretesa. Nel valutare la nostra opera evangelizza-trice è necessario sempre mettersi in di-scussione evitando di riciclare ogni volta modelli precostiuiti ma cercando invece di acquisire una preparazione cultura-le più specifica. Quale spazio diamo alla preparzione specifica nei determinati set-tori della pastorale, quale incidenza si ha nell’evangelizzare i nuovi aeropaghi della cultura moderna? Quale capacità i frati hanno di agire in sinergia con il laicato?Dimensioni importanti da rafforzare sono ancora, nell’ambito dell’evangelizzazione, quello specifico dell’essere propriamente missionari cioè inviati, mandati verso i più lontani dentro modalità d’annuncio ca-ratterizzate sempre più da piena gratuità e dalla semplicità delle forme. A volte si rischia di essere troppo assorbiti dalle at-tività pastorali ordinarie dell’evangelizza-zione tanto da non poter più andare ver-so i cosiddetti lontani. Si opta così, spesso,

per una pastorale di mantenimento.Come è stato recepito ciò che il Capi-tolo Generale del 2003 ha chiesto ad ogni Entità/Conferenza? Come è stato recepito il documento finale del capi-tolo straordinario del 2006 (Il Signore ci parla lungo il cammino)?I documenti della Curia Generale sono belli, ma poi ci si chiede quanto effettiva-mente incidono sulla vita delle fraternità. C’è un sovraffollarsi di documaneti e un loro accavallamento che non favoriscono la ricezione. Inoltre, ciò che non passa at-traverso un rapporto personale, resta car-ta scritta. Bisogna far propri i contenuti di fondo e cercare di incarnarli nei luoghi in cui si svolge la nostra vita. Ci sono sicura-mente degli effetti però un documento in sé rischia di essere inefficace se non è veicolato da un rapporto concreto. E’ un problema di “trasmissione” del documen-to. La nostra Provincia sta lavorando mol-to sul tema dell’evangelizzazione e quindi questo aspetto certamente è stato rece-pito. Non solo, ma anche le altre priorità hanno dato un input a scelte operative e quindi si può affermare che c’è stata una ricezione. Sarebbe preferibile avere linee orientative anziché lunghi documenti, anche se un Capitolo generale deve na-

turalmente pro-durre un adeguato documento: esso è una memoria, è il risultato di una

condivisione e deve contenere materiale che poi viene approfondito. Forse sono quei documenti di completamento dei vari settori della Curia Generale che ap-pesantiscono un po’ il bagaglio. A che punto si trova la vostra fraterni-tà locale e provinciale (o custodiale) nel vivere alla luce delle cinque priorità dell’Ordine? Provate ad esprimere breve-mente alcuni aspetti problematici e alcu-ni aspetti significativi.

Aspetti problematici sono i “contromes-saggi” che emergono ad esempio sulla disparità tra investimento sulle strutture e/o sulle persone. Aspetti positivi: Per ogni animatore que-ste cinque opzioni sono state un grande aiuto. Anche se si fa fatica si è tuttavia sti-molati nel vivere la conversione facendo nostre queste priorità.Aspetti negativi: le cinque priorità sono state sviluppate, forse, solo nel settore della formazione iniziale e permanente. Gli altri settori? Come dare continuità? Per esempio nel settore dell’ecumenismo l’Or-dine ha fatto molto in passato. Come con-tinuare oggi? A livello dei centri di studi dell’Ordine si registra un ritardo epocale impressionante nei programmi di studio.Quali proposte formulate sulla missio-ne / evangelizzazione?Una delle sfide più grosse è quella di ri-vedere le strutture che sono inefficienti. L’entità “Provincia” non sembra più una struttura adeguatamente capace, per esempio dal punto di vista dell’organiz-zazione del lavoro. C’è inoltre, a volte, una sorta di corto circuito tra la base che svolge un determinato lavoro e il settore che dovrebbe rappresentarla. Si avverte l’esigenza di una evangeliz-zazione che passi soprattutto attraver-so la condivisione della vita e lo stare veramente in mezzo alla gente – una pastorale di primo annuncio che sap-pia lasciare alle chiese locali diocesane la formazione cristiana per liberare e dedicare pienamente la vita consacrata nell’andare ad annunciare oltre, alle “pe-core perdute della casa di Israele”. Come andare? Con la comunità inserita, con le Missioni al popolo? Con nuove iniziati-ve? Il problema poi si riduce alla carenza del personale. È necessario, inoltre, crescere sempre più nella collaborazione con altre entità ec-clesiali e movimenti.

Santa Maria degli Angeli, vista dal cortile interno.

Il dvd «Misit vos in uni-verso mundo», racconto dell’evangelizzazione francescana nel mondo.

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

convertirlo: a questo pensa il Signore.Si tratta, in sintesi, di vivere il Vangelo e trasmetterlo agli altri, percorrendo il proprio cammino con il sostegno della Fraternità francescana riunita intorno alla figura di Cristo.Ognuno di noi, inoltre, deve esprimere il meglio di sé stesso, altrimenti sarà l’inte-ra fraternità a soffrirne, a impoverirsi.L’importante, rac-comanda p. Giaco-mo, è aprirsi verso l’esterno, con un movimento centri-fugo, non avendo paura di rischiare, di osare. Una frater-nità che si chiude su sé stessa è destinata a morire senza dare

frutti. La nostra identità spirituale deve poi potersi adattare e, se necessario, cambiare attraverso l’incontro con gli altri, rispettando le diversità e vivendo il Vangelo con flessibilità. “Non conosco perfezione senza cambiamenti” dice S. Teresa d’Avila, la quale, per approfon-

dire la nostra rela-zione col Signore, ci esorta a “entrare in noi stessi, per poter

uscire da noi stessi”.Dopo l’Eucaristia e uno spazio di rifles-sione individuale, ci siamo scaldati (face-va piuttosto freddo!) con il pranzo, che si è svolto secondo le migliori tradizioni francescane di condivisione, allegria e convivialità.Nel pomeriggio abbiamo vissuto con gioia ed emozione la cerimonia, presie-duta da p. Aldo, dell’accettazione nella Fraternità Ofs di Frascati di ben 13 novi-zi, in gran parte giovani. Salutiamo e ac-cogliamo con affetto Cristina, Alberto, Camilla, Pino, Gianni, Marta, Leonar-do, Marco, Daniela, Bruno, Luciana, Giuseppe e Ivana.In un pomeriggio in cui è anche spun-tato il sole e l’aria si è fatta più tiepida, siamo poi ritornati alle nostre case, con il cuore colmo di gratitudine al Signore per la splendida giornata che ci ha vo-luto donare.

Domenico Berardi ofs

Incontro Ofs a Palestrina

Per chiudere l’anno liturgico e prepararci convenientemente all’Avvento, le frater-nità ofs di Frascati, Palestrina, Artena e Castel S. Pietro, domenica 23 novem-bre, festa di Cristo Re, si sono riunite nel convento S. Francesco di Palestrina.Ad accoglierci c’era p. Giacomo Bini, il quale, prima di celebrare l’Eucaristia, ha voluto offrirci degli importanti spunti di riflessione, affrontando il tema della di-mensione missionaria della vocazione dei francescani laici.Il Signore chiama ognuno di noi per un compito specifico – dice p. Giacomo – e si aspetta da noi qualcosa di grande, che riguarda il suo Regno. Ognuno di noi è “una parola unica uscita dalla bocca del Signore”. E quindi preziosa e creatrice.La missionarietà si esprime soprattut-to attraverso la spiritualità dell’in-contro, andando verso l’al-tro per accoglierlo e non per

La cerimoniad’accettazione

In preparazione dell’Avvento 2008 quattro Fraternità del Lazio si sono incontrateper festeggiare insieme il dono di 13 Novizi.

Il chiostro delConvento di

Palestrina

DALLA PROVINCIA

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

Lo scorso anno incontrai un asino per le strade del paese e parlando uscì fuori che era un lontano pa-

rente dell’asino della Grotta di Betlem-me. Una coincidenza importante perché poi mi è cresciuta la voglia di incontrare altri personaggi. Questa volta mi sono voluto mettere nei panni di quelli che hanno riconosciuto il Bambino nato nella stalla. Mi ha toccato la loro esperienza nel riconoscere il Bambino, lo hanno ricono-sciuto come Salvatore.Chi ha riconosciuto Gesù? Leggendo il passo di Marco si vede benissimo che non gli esperti della S. Scrittura, non i potenti, né coloro che avevano bei ve-stiti. Non i notabili o i giudici, ma... un falegname, la moglie e i pastori. Gente umile, quelli ai quali nessuno volge il sa-luto perché non possono aiutare e invece questi hanno riconosciuto il Salvatore del

mondo: Gesù, il Bambino che ha salvato il mondo. Il Cristo che ha voluto portare la pace al mondo. Questo riconoscimen-to lo vorrei attualizzare vivendo questa esperienza camminando nelle viuzze di Poggio Bustone ... non guardare il lato artistico dei Presepi, ma guardare l’attore principale... il centro della scena. Il Bambi-no che si fa gioia e consolazione per noi.Riconosciamo anche noi quel Bambino.Furbetto questo Bambino, ha fatto in modo che un giorno (forse di più) all’anno ci si fermasse tutti senza lavo-ro senza telefoni senza le corse della quotidianità. Ci si fermasse per ascoltarLo. Anzi secondo me per guar-darLo. Natale, dovrebbe es-sere un giorno particolare, scandito dalla tradizione

del ritrovarsi in famiglia, invece per tanti è strano perché è un giorno in cui... non ho lo stress degli altri giorni. Che faccio? Vado a caccia, a pesca... cosa? Che noia, quando passa questo Natale... Ecco il mo-mento! Lo ha pensato il Bambino Gesù per te! Quando vivi questa sensazione fermati e pensa a come Lui ha creato que-sto vuoto ‘lavorativo’ per attirare la tua at-tenzione. Sei troppo preso dal tuo lavoro dai tuoi hobby, oggi, a Natale Gesù Bam-bino ti chiede un po’ di tempo per Lui.Avvicinati ad un presepe e guarda il Suo volto. Lui è lì che ti guarda in silenzio e quieto. E’ questa la pace che vuole do-narti. Sarebbe fantastico che tu ti fer-

massi qualche ora con Lui. In silenzio soltanto guardan-dolo come fai con la persona che

ami o con l’oggetto che ti attira... stai lì e lo guardi.. senza riflettere o parlare. Lui, il Bambino Gesù dovrebbe essere l’og-getto giornaliero delle nostre azioni. Lui e nessun altro. Non vergogniamoci di portarlo insieme a noi, con le parole con i gesti o con altro. Accogliamo il suo sa-luto... Pace a te! e non altri !!! Pace a te! è il saluto che rende grandi e importanti davanti alla gente, più dei soldi e delle automobili! Essere aggressivi per esse-re importanti non è da uomini... ma da bestie.. così si comportano gli animali... il più aggressivo vorrebbe vincere... ma l’uomo ha l’intelligenza che lo distingue e con il saluto di pace, l’uomo diventa grande perché accoglie l’invito del Bam-bino... “prendete da me che sono mite e umile di cuore...”. Un punto di riferimento lo abbiamo, il nostro S. Francesco che ha imitato perfettamente il Bambino Gesù, con la sua obbedienza al progetto di Dio, con la sua umiltà, con il suo saluto “buon-giorno buona gente”. Altro che esempio... dobbiamo solo metterlo in pratica!!!

Buone feste, buona gente!

Ma lo hairiconosciuto?Buone feste, buona gente. Da una riflessione di Fr. Ni-cola, Guardiano, il messaggio natalizio dei frati alla città che per prima, nel Lazio, accolse S. Francesco.

Presepe tra le rocce dell’eremo. Sotto, vista esterna.

DALLA PROVINCIA

Foto Diego Scipioni

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Palestrina guarda verso Betlemme

D ilaniata dalle lotte intestine e dalle distruzioni che l’uomo ha provocato nei secoli, la Terra

Santa almeno dal XIII secolo ebbe una certezza in più: i francescani. La Chie-sa romana pose infatti a custodia dei luoghi toccati dal passaggio di Gesù il neonato Ordine dei Frati Minori, che aveva ereditato dal fondatore Francesco d’Assisi tutto il suo impeto missionario. Il connubio tra luoghi santi e frati france-scani, nato nel 1223 grazie al Poverello di Assisi, primo “presepista” della storia, è stato celebrato emozionalmente a Pa-lestrina in occasione dell’edizione 2008 della Mostra Presepi nel Chiostro. L’Associazione Prenestina del Presepe e i

frati prenestini sono infatti riusciti a por-tare alla devozione della città un manu-fatto proveniente dalla Terra Santa, che è insieme oggetto di culto e documento storico. Nel corso della mostra è stato infatti esposto esposto al pubblico un consistente frammento marmoreo di una delle lastre che per secoli ha segna-to il punto esatto della nascità di Gesù all’interno della Grotta della Natività. Un segno tangibile, per i cristiani, del luo-go dove il divino è entrato in salvifico contatto con la storia umana. E, in defi-nitiva, il luogo celebrato da ogni prese-pe del mondo. Oltre che un oggetto di secolare devozione, una testimonianza archeologica d’eccezione, che dalla Ter-

ra Santa, devastata dalle crociate, è par-tita alla volta dell’Europa approdando nella prima metà del 900 a Madrid, da dove giunse a Santiago di Compostela, nel Museo di Terra Santa; luogo di col-locazione attuale dal quale è partita alla volta di Palestrina.Minimo comun denominatore di tutta l’edizione 2008 della Mostra il francesca-nesimo, celebrato in vista dell’ottavo cen-tenario della fondazione dell’Ordine. E così nella rinnovata sala-teatro del Con-vento troveranno posto alcune ricostru-zioni presepiali di luoghi cari al france-scanesimo di tutte le epoche: i quattro Santuari francescani della valle di Rieti, luoghi dove San Francesco visse momen-ti fondanti della sua esperienza cristiana, Greccio, il Santuario del primo presepe, e una riproduzione in grande stile del Ca-pitolo delle Stuoie. Ancora, un omaggio in grande stile, con la riproduzione della Basilica di San Francesco di Assisi, luogo di custodia e venerazione del corpo delle spoglie mortali del santo, un plastico-pre-sepe realizzato dai soci durante il corso an-nuale per presepisti dell’Associazione.Ma gli espositori e le opere saranno come ogni anno numerosi e multiformi, con new entry come i ragazzi dell’Associazio-ne Il nostro futuro i quali, coordinati dai soci presepisti, presenteranno un loro esclusivo presepe. Spazio anche per la tradizione locale, con una monumentale creazione sartoriale a “punto palestrina”: alcune signore locali hanno realizzato un polittico, interamente ricamato, a ce-lebrazione del Cantico delle Creature (Laudes Creaturarum), riproducendo vi-sivamente gli elementi della natura, tra cui la Terra, il Sole, la Luna, che il Santo Serafico celebrò in uno dei più celebri componimenti della letteratura italiana.

Da Betlemme a Santiago, da Santiago fino al Convento San Francesco di Palestrina, la memoria dell’Incarnazione tra fede, storia e archeologia.

Il frammento lapideogià nella Grotta della Natitivà.

DALLA PROVINCIA

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Se vuoi che celebriamo a Greccio l’im-minente festa del Signore, precedimi e prepara (1 Celano 84: FF 469) sono

le parole che a Fontecolombo San France-sco rivolge a Giovanni Velita, signore del castello di Greccio, quindici giorni prima del Natale del 1223. E’ interessante riflet-tere sui termini che Tommaso da Celano, primo biografo del Poverello, utilizza nel racconto della nascita di Gesù; mi piace sottoline-are la grande libertà che Francesco usa, nel met-tersi in relazione con il no-bile di Greccio. Con ogni probabilità quest’ultimo ha compreso la statura spirituale dell’Assisiate; una santità che non pone distanze e non mette a disagio, che ne eviden-zia la grande delicatezza d’animo e di cuore, così

simile allo stile di Gesù. Francesco gli dice infatti “se vuoi”! Un’ espressione frequen-te nel Vangelo che il Santo ha assaporato e interiorizzato; quel “se vuoi” che rivela la sua profonda libertà nell’intessere rela-zioni; un’ intuizione “alta” che ancora oggi noi possiamo ricordare, vedere e gusta-re, tanto da reinterpretarla nel corso dei secoli, fino a giungere a quest’iniziativa

della Mostra Mercato; un’ in-tuizione, quella di Francesco, che ha bisogno di libertà pro-prio come quella che Gesù chiede ai discepoli del Vange-lo: ”Se vuoi …, và…”. Anche i

progetti di Dio, dai più piccoli ai più impe-

gnativi necessitano di rispo-ste libere. Due libertà e due deside-ri hanno compiuto quello

che noi oggi raccontiamo e che ancora adesso Greccio “racconta al mondo” con la sua immediatezza e semplicità: Fran-cesco d’Assisi e Giovanni Velita. Due uo-mini totalmente diversi per esperienze e cultura, eppure accomunati dal desi-derio di bellezza e di rapporti autentici e genuini. Davvero l’intuizione di Francesco non obbliga Giovanni a preparare l’occorren-te per il Natale, ma quest’ultimo lo fa con naturalezza, perchè ha compreso che può accadere qualcosa di nuovo nella sua vita in maniera inaspettata; l’impor-

tante è saper ascoltare e attendere il momen-to opportuno.Ma c’è ancora un ul-teriore passaggio da fare: affinché tutto sia

autentico, è necessario che la gioia sia condivisa da tutti! Quella notte infatti, non è speciale solo per Francesco e per Giovanni; lo è pure per la gente che ac-corre per partecipare all’ evento: infatti il Celano scrive che ognuno sperimenta “un gaudio mai assaporato prima” (1 Ce-lano 85: FF 469). Sì! E’ forse questo desiderio di “gaudio” che mai si è assopito nel cuore dell’uo-mo, che rende ancora possibile tutto questo anche ai nostri giorni, tanto di-versi da quelli narrati in quel lontano 1223. Oggi il cuore dell’uomo è tanto inquieto in una società definita dal so-ciologo Z. Bauman “liquida”; realtà dove non ci sono punti di riferimento, dove la verità dipende da se stessi, dove ognu-no diviene la misura di ogni cosa e, dove quello che oggi è vero, domani non lo sarà più. Eppure se provassimo ad ascoltare l’in-quietudine del cuore che ci accomuna più di quanto pensiamo, riusciremmo forse a ritrovare quel Dio che si è fatto Uomo; la Sua flebile voce amante di ogni essere, che ancora oggi mendica uno spazio di libertà, è quel “se vuoi” che Lui, rispettoso della nostra dignità, non si stanca di ripeterci.

La libertà come autentico stile evangelico

di Fr. Luciano De Giusti ofm

Il Natale di Greccio. Non soltanto memoria e cele-brazione della nascita del Redentore, ma anche luogo di libero incontro di due mondi interiori.

Francesco: una santità che non pone distanze e non mette a disagio, così simile allo stile di Gesù

Rileggendo le Fonti Francescane

DALLA PROVINCIA

Fr. Luciano, Guardiano del Convento

Foto Diego Scipioni

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NOTIZIE IN BREVE

C i sono parole che parlano e paro-le che danno la

scossa, come quelle di p. Ginepro Cocchi. Nelle sue lettere le parole ema-nano ancora il calore del-le azioni da poco com-piute, come se le avesse appena scritte e spedite. Eppure quest’anno ricor-re il Centenario della sua nascita (14 ottobre 1908) e l’ultima lettera risale al gennaio del 1939, due mesi prima che fosse ucciso (Shang-Lien-Ti, 6 marzo 1939). Ma il suo stile trasparente oltrepassa la con-sueta mediazione del linguaggio e ripor-ta luoghi e persone alla loro dimensione originaria, vivi davanti ai nostri occhi come se li vedessimo. Così ci si dimentica di leggere e si sta lì, accanto a lui mentre prega, mentre percorre da missionario i sentieri montuosi del Wutai, a portare la luce del Van-gelo negli angoli più bui della Cina. Lo ascoltiamo pregare per ore ed ore: la preghiera era il suo cibo, il suo riposo, la sua medicina, di notte, di giorno, durante i viaggi da un villaggio all’altro, dice di lui Fr. Genesio Troiani. Lo seguiamo mentre

Artena. A cento anni dalla nascita, la città ricorda e ce-lebra il suo figlio prediletto attraverso le sue lettere.

Centenario di p. Ginepro Cocchi

pre più staccati dai comodi della vita per essere un giorno degli apostoli di Gesù” consigliava ai giovani chierici “lo zelo del-la salute delle anime, la gloria di Dio mi consuma e assorbe tutte le mie energie. Fare dei pagani dei cristiani, fare dei cri-stiani superficiali dei veri cristiani, far dei veri cristiani dei santi, ecco il mio lavoro, o meglio, la missione del Signore assegnata a noi apostoli suoi” dice alla sorella. La sua interiorità cresce lettera dopo lettera, nu-trita da una fede fortissima e travolgente, coltivata e amorevolmente accudita come unico vero dono della vita terrena, pre-zioso più ancora dell’esistenza. Inaugura chiese, sceglie i catechisti ad uno ad uno fino a formare uno dei gruppi più nume-rosi, non smette mai di portare il Vangelo ai più poveri, ai dimenticati da tutti, ma opera sempre in disparte, senza gloriarse-ne: “io amo la vita umile sotto gli sguardi di Dio” scrive alla sorella “tu vuoi rallegrarti di me? Pensa che tuo fratello è un buon soldato di Cristo, fortificato sempre e pro-tetto dalla sua grazia, e che più? La mia missione è di santificarmi e di santificare le anime. Tu aiutami con le tue preghiere”. Nel centenario Artena ha ricordato p. Gi-nepro con numerose iniziative: il 14 otto-bre, è stata organizzata una fiaccolata per le vie cittadine con partenza dalle tre Par-rocchie e arrivo in piazza Ginepro Cocchi, quindi concelebrata la Santa Messa con commemorazione. Il 26 Ottobre più di 500 artenesi si sono portati a piazza S. Pietro in Roma per perorare la causa di beatificazio-ne; è in preparazione una missione al po-polo che si svolgerà a marzo, in concomi-tanza con il 70° anniversario del martirio. Concludiamo con una frase profetica scrit-ta poco prima della morte: Potessi dare anch’io il mio sangue per la santa causa e fe-condarne ancor più questa terra. Il suo desi-derio non tardò a realizzarsi il 6 marzo 1939.

cammina lungo l’arduo sentiero della spiritualità. Egli lavora pazientemen-te su di sé per eliminare a poco a poco dall’anima tutti i residui di umanità. “Si esercitino [i chierici] nello spirito di sacrificio e di povertà, specialmente quelli che hanno avuto la grazia della vocazione missionaria”, scrive ad un suo maestro nel 1935. Attraverso una disciplina durissima sembra dimen-ticarsi completamente di

sé per occuparsi solo degli altri: “ho qua-si trent’anni, ma per le fatiche sostenute mi sento quasi in fin di vita. Tuttavia sono contento di averla spesa per Cristo e per le anime”. “Pensa a farti santo. Tutto il re-sto è vano”, scrive ancora al confratello P. Stefano Bianchi. Quando arriva in Cina

comincia a studia-re notte e giorno il cinese per arrivare a predicare al più

presto, corre pericoli di ogni sorta, ma non manca mai di dispensare un sorriso o una parola di conforto ai bisognosi, cui spesso fa dono del proprio pasto, unico della giornata. “Sempre avanti dunque: sempre puri, sempre più fervorosi, sem-

Professo solenne nel 1929, appe-na Sacerdote, si imbarcò per la Cina: era il 30 settembre del 1931.

Il Santo Padre ribadisce: uno solo Ofs, quello unitario

U lteriore conferma sulla que-stione dell’Ofs unitario. Il 13 luglio del 2008 alcuni terziari

francescani sottoscrivevano una peti-zione diretta al Santo Padre, nella quale si esprimevano a sfavore della decisione circa l’unitarietà.A dicembre la risposta del Card. Franc Rodè, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Socie-tà di Vita Apostolica, che su incarico del

Santo Padre ha inviato loro una lettera ufficiale, con la risposta pontificia. Il te-sto è stato inviato per conoscenza anche al Ministro Generale ofm e Presidente di turno della Conferenza dei Ministri Ge-nerali, Fr. Josè Rodriguez Carballo, e al Ministro Generale ofs Encarnacion del Pozo.Nella lettera si riporta che il Santo Padre «conferma quanto hanno già deciso e approvato i Suoi Predecessori» e si riba-

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Il Santo Padre ribadisce: uno solo Ofs, quello unitario

NOTIZIE IN BREVE

numero, ha voluto rendere onore ai due frati della Provincia Romana proclamati Beati da Giovanni Paolo II domenica 3 ottobre 1999 in piazza San Pietro. Li ricordiamo proprio con le parole che Giovanni Paolo II proferì in quell’occa-sione, quando celebrò queste due ca-

rismatiche figure di francescano con dei profili tanto brevi quanto acuti della loro personalità di uomini e Religiosi. Diego Oddi andò «alla scuola di san Francesco... durante il suo lungo ser-vizio di questuante fu autentico an-

gelo di pace e di bene per tutte le persone che lo incontravano, soprat-tutto perché sapeva porsi accanto alle neces-

sità dei più poveri e provati».Mariano da Roccacasale «portò dap-pertutto la pace, che è dono di Dio... Egli ci è d’esempio, in particolare, nell’eserci-zio dell’ospitalità, così importante nell’at-tuale contesto storico e sociale e partico-larmente significativo nella prospettiva del grande Giubileo dell’anno Duemila».

L o scorso 5 ottobre 2008, Do-menica, Fr. Ezio Casella ha preso parte alle solenni Ce-

lebrazioni in onore di Fr. Diego Oddi e Fr. Mariano da Roccacasale. Si è trattato di una vera e propria festa, con la quale il popolo, accorso in gran

Vallinfreda celebra i BeatiDiego Oddi e Mariano da Roccacasale

Alcuni momenti del-la Celebrazione: la solenne proces-sione, la venera-zione delle reliquie, l’omelia di p. Ezio

dice, ancora una volta, come «l’Ordine Francescano Secolare debba essere uno ed unico, strutturato in maniera unitaria e centralizzata». Ancora una volte, dunque, viene sancita ufficialmente la scelta uni-taria, e la necessità che tutti i Terziari del mondo si allineino alla volontà comune.La missiva invita i firmatari a vivere la vocazione francescana nelle forme canoniche: «Benedetto XVI vi esorta a riprendere definitivamente il vostro

posto nell’unico Ordine Francescano Secolare, al quale, del resto, non ave-te mai smesso di appartenere, in virtù dell’incorporazione pro-dotta dalla Professione... È doveroso ricordarvi che il persistere nel non ricono-scervi nell’unico Ordine Francescano Secolare equivarrebbe a decidere di non appartenervi».Infine, ricordando l’amore e l’obbedien-

za che al Signor Papa San Francesco tri-butava, la lettera conclude scrivendo ai Terziari affinché decidano di ascoltare

«con l’obbedienza di Fran-cesco d’Assisi, la voce della Chiesa, alla quale preme so-pra ogni cosa il vostro bene

spirituale e quello di tutto l’Ordine Fran-cescano Secolare, così come l’edificazio-ne di quella comunione senza la quale non vi è autentica fedeltà al Vangelo».

«L’OFS deve essere uno ed unico».

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NOTIZIE IN BREVE

La chiesa San Francesco in Jujuy elevata Basilica

Argentina. Dai fratelli della Fraternità di San Sal-vador de Jujuy la lieta notizia sulla chiesa mino-ritica costruita dai frati della Provincia Romana.

Giungeva qualche tempo fa in Segreteria provinciale un grosso plico dal quale, oltre a numerosi

carteggi rivolti al Ministro e alla Fraterni-tà provinciale, uscì prepotente una cari-ca di gioia e di lode: Fr. Juan Josè Nunez, Guardiano del Convento San Francesco di Jujuy (Argentina nord-occidentale) raccontava con grande entusiasmo e allegria l’avvenuta elevazione della lo-cale chiesa “San Francesco” a Basilica, allegando copia del documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, due lettere rivolte a Fr. Marino, e un ritaglio di gior-nale (foto). “Questa notizia riempe di gioia tutta la nostra comunità - scrive Fr. Juan al Mi-

nistro provinciale - gioia che vogliamo dividere con la nostra Provincia madre, invitandola ad accompagnarci nell’atto di proclamazione del titolo il prossimo 7 luglio 2009, in una celebrazione presie-duta dal S.E. il Nunzio Apostolico e dal nostro Ministro provinciale”.Fr. Juan ricorda poi la storia della chiesa, “costruita grazie allo sforzo dei fratelli di Roma, che aprirono il cantiere nel 1923 per terminare la costruzione nel 1928”. Sono molti i nomi di confratelli che ven-gono ricordati nella lettera, e che hanno segnato la storia della presenza france-scana in Argentina: Fr. Salvatore Sargen-ti, Fr. Igino de Petris, Fr. Angelo Savini, Fr. Apollinare Campana, Fr. Raimondo Monfeli, Fr. Giuseppe Buttinelli, Fr. Ber-

nardino di Prospero, Fr. Carlo de Santis, e molti altri, specifica l’epistola dei fratelli sudamericani, i quali non mancano in nessun paragrafo di esprimere gratitu-dine per il servizio che la Provincia Ro-mana ha offerto in nome di Cristo. E proprio nel ricordo dell’evangelizza-zione argentina che tutti questi frati del Lazio hanno portato avanti negli ultimi ottanta anni verrà dedicata una lastra marmorea nella città; a ciò si aggiunge-rà l’imposizione dei nomi di alcuni frati a strade della città di Jujuy. Vicina oggi nello spirito come ieri nella spinta missionaria, la Fraternità provin-ciale della Provincia Romana si stringe ancora una volta intorno alla “sorella mi-nore” argentina.

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NOTIZIE IN BREVE

VLK (Arcivescovo di Praga), il Prof. Vin-cenzo (Associazione Intellettuali Isla-mici) e il Rabbino Di Porto (Comunità Ebraica di Roma) si erano confrontati sul-le attuali sfide del dialogo interreligioso, mettendo in risalto, ciascuno con le sue particolarità, l’urgenza di procedere sen-za tentennamenti sulla via dell’incontro e della mutua comprensione reciproca tra le religioni monoteistiche.Questo momento così bello si è svolto nel ricordo di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolarini, che ha speso la sua vita per far crescere la stima

Associazione alla ProvinciaRoma, Aracoeli, 19 Dicembre 2008: Il Ministro provinciale consegna il diploma di “Associato” alla Famiglia Francescana al sig. Gio. Battista Gior-gi, presidente Astral Lazio. Alla de-stra il sig. William Di Cesare.

Presentazione editorialeIl 6 dicembre 2008 Fr. Marino ha presentato a Lisbona il suo volume “Apontamentos històricos 1911-2003”, storia della Missione cattolica di San Giovanni di Dio, Homoine, Mozambico. In terra di Portogallo ha portato la sua testimonianza diretta, maturata nella sua pluriennale espe-

rienza nella missio-ne. In foto: Da sin. frei José Marciel, missionario in Mo-zambico, Fr. Mari-no, frei Isidoro La-melas, ex Ministro provinciale della Provincia porto-ghese, frei Victor Melicias, Ministro provinciale della Pr. Portoghese OFM.

Il rumoredella felicità

di Fr. Fabio Berti ofm

Domenica 26 ottobre ho incontrato un uomo felice. Un semplice monaco, come ama definirsi, che dopo aver incontrato l’esperienza cristiana, attraverso l’amici-zia con Chiara Lubich, è rimasto un mo-naco semplice, ma anche più felice...Il suo nome è divenuto “Luce Ardente” da quando Chiara glielo ha donato...è un monaco thailandese, un uomo che si sposta da monastero a monastero con un vecchio pulmino, annuncian-do le bellezze della religione buddista, insieme all’importanza del dialogo e dell’amicizia tra tutti gli uomini, a qua-lunque fede appartengano.Domenica, dopo una bellissima visita al Santuario di Greccio, nella Valle San-ta di Rieti, il Forum Internazionale Civiltà dell’Amore (promosso da MCL e dai Frati Minori del Lazio) lo ha premiato a Rieti, nella splendida cornice dell’Auditorium Varrone, per il suo impegno a favore del dialogo e della fratellanza tra le religioni.Prima della consegna del Premio, il Card

e l’amore scambievole fra tutti gli uomi-ni e le religioni.Ho sentito, attraverso le parole e i sorrisi di quel monaco vestito di giallo, in co-loro che hanno lavorato con passione e speranza per quel momento, o che han-no sentito il bisogno di esserci, il calmo rumore della felicità, che passa inosser-vato a chi è troppo occupato a costrursi una gioia per sé, ma che è invece chiara-mente udibile per chi si lascia, lietamen-te, sorprendere da esso...

freifabio.myblog.it

Dialogo. Una parola che ne racchiude un’infinità. L’esperienza del “Forum Civiltà dell’Amore” 2008 con un uomo che dal dialogo ha imparato la felicità.

Da destra, Fr. Fabio, “Luce Arden-te”, Nazza-reno Figorilli, presidente del Forum, il monaco accompa-gnatore, Fr. Marino.

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COMUNIONE DEI BENI

Sono le 20.30 del 31 dicembre 2008, a Makabandilu, cen-tro “padre Angelo Redaelli”.

In realtà avremmo dovuto cominciare alle 22.00 ma… il gruppo elettrogeno in panne non ci permette di aspettare senza far niente, al buio fino alle 22.00.E allora cominciamo prima. Tutto è pronto, nel buio costellato di mille luci lontane, con i nostri ragazzi intorno ad un grande fuoco, nel silenzio, comincia la nostra veglia di preghiera.La prima tappa prevede la drammatiz-zazione della parabola del figliol pro-digo. Un lettore legge, fr Frederik, un frate francese che passerà un anno con noi, accompagna con la chitarra, e in-tanto alcuni ragazzi mimano il tutto. Tutti sono attenti. Con noi stasera an-che una delegazione delle suore di Sant’Antonio. La scena è molto bella e i

ragazzi dimostrano – nei loro gesti – di averne ben compreso il senso.Alla fine restiamo in silenzio e dopo un canto proposto dalle suore, comin-ciamo il secondo momento: ciascuno legge la lettera a Gesù che ha avuto modo di scrivere durante la giornata. Le lettere sono tutte molto belle, perché semplici e vere. Un ragaz-zo tra l’altro, ha scritto: fino a qual-che tempo fa dormivo nell’erba, ora ho una casa, grazie ancora, Gesù.Man mano che le lettere si leggevano, finivano nel grande fuoco e ogni tre let-tere c’era un canto.Alla fine ci prendiamo tutti per mano, facendo cerchio intorno al fuoco e reci-tiamo il padre nostro.Silenzio.Fatto questo, parto in cucina e prendo dei bicchieri di plastica, apro il bidone

da 25 litri di tschamba (vino di palma, leggermente alcolico) e comincia la festa.Al ritmo del tam tam, cantiamo e ballia-mo tutta la notte, fino all’una. I ragazzi ci mettono veramente tutto il cuore: è il nuovo anno, non pensiamo ai problemi che ci potranno essere, tutti sono otti-misti, bisogna fare festa.Stanchi, andiamo a letto verso l’una e mezza. Spero di addormentarmi, do-mani alle 09.00 ho la messa in parroc-chia, ma i ragazzi sono contenti, e an-che io.Domani mangeremo pollo e chenis (dei piccoli lombrichi). Ecco, in breve, il nostro capodanno: buon anno a tutti.

Fr. AdolfoMissionario in Congo Brazaville

Fondazione Compi

Racconto di Capodanno

Scatti tratti dal volume ‘Francescani senza frontiere’ di Fr. vincenzo Brocanelli ofm edito per il Segretariato Gene-rale Evangelizzazione.In alto, il centro Ismaele per bambini (Congo), sopra, ragazzi di strada a Brazzaville, a destra, Fr. Marino Porcelli con i bambi-ni di Homoìne (Mozambico).

Congo Brazzaville. Fr. Adolfo, Missionario francescano, racconta il Capo-danno di Makabandilu. Una festa tanto semplice quanto ricca di gioia

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COMUNIONE DEI BENI

A llora ragazzi … che si fa a ca-podanno? È ancora metà no-vembre ed eccola lì la fatidica

domanda, puntuale come ogni anno. Ed ecco i flashback dei capodanni pas-sati: i brindisi in piazza con gli amici, gli interminabili trenini a suon di pepepeee alle feste private, gli innumerevoli litri di alcool bevuti e le mezzanotti ad abbrac-ciare improbabili sconosciuti. Beh, an-che se i ricordi non sono poi così male, quest’anno noi “giovani francescani del Palatino” avevamo voglia di cambiare. Noi ragazzi che passiamo le giornate, le serate e a volte anche le nottate dentro il convento di San Bonaventura; noi pe-corelle smarrite che diamo sempre filo da torcere ai poveri frati; noi piccole anime in pena alle quali i frati hanno rovinato la vita e che ormai non sappiamo più vivere senza ci siamo guardati in faccia e abbia-mo pensato: Perché non riunirci tutti e festeggiare insieme proprio nel luogo in cui ci sentiamo più a casa? E perché non trasformare il capodanno in un’occasione per aiutare i ragazzi meno fortunati di noi? Così è nata l’idea di fare festa in un modo diverso: unendo insieme divertimento e preghiera, gioia e solidarietà. Il program-ma della serata, nato dalla collaborazione tra noi ragazzi e i frati, è stato così pen-sato: iniziare con la messa di ringraziamento alle 20; pro-seguire con cena e festa; alle 23:45 iniziare un momento di preghiera con il Te Deum fino alle 00:15; infine brindisi e ancora festa fino a tarda notte. No, non è un errore di lettura: eb-bene si, la mezzanotte l’abbiamo passata in preghiera. Eccesso di “bizzocaggine”? Forse si, ma in fondo abbiamo solo deci-so di interrompere la festa per dedicare un pezzettino della serata a ringraziare il Creatore di tutti i doni, per quelli ricevu-ti nell’anno appena terminato e pregare per i desideri che ci portiamo dentro per il nuovo. E non solo per i nostri. Ognuno di noi ha portato un oggetto, incartato come un regalino e con il proprio nome, che rappresentasse un desiderio per il nuovo anno. Durante la serata sono stati raccol-ti in un cesto e dopo la mezzanotte sono stati sorteggiati. Chi l’ha ri-cevuto, si è impegnato a pregare per il deside-rio di quella persona. Contrariamente alle aspettative di chi pen-

sava che quel cesto sarebbe rimasto vuo-to, le adesioni sono state tante ed il cesto per poco non bastava a contenere tutti i regali! Alle 20 del 31 sera il convento era pieno di ragazzi con la voglia di divertir-si: dopo la messa ci siamo scatenati con il karaoke (indimenticabili le performan-ce dei marroni..) mentre ci abbuffavamo delle prelibatezze preparate da noi stessi e a mezzanotte tutti in chiesa in religioso silenzio! Beh.. non proprio religioso, se consideriamo il sottofondo della Nanni-ni che cantava proprio sotto il Colosseo! Ma a noi non è dispiaciuto affatto e infatti dopo il momento di preghiera siamo cor-

si a brindare in giardi-no per godere ancora meglio della voce di Gianna e ammirare il cuore dell’antica Ca-pitale alle scoppiet-tanti luci del nuovo anno. E infine, non poteva mancare la tombola! Due tombo-

late super premiate, e dirette professio-nalmente dai frati del Palatino e proprio per questo davvero esilaranti. Inoltre, una misteriosa scatola si è aggirata per il convento per tutta la notte: la scatola della solidarietà. Questa l’altra novità: ognuno di noi ha avuto la possibilità di donare dieci euro al convento per un fondo destinato ai ragazzi in difficoltà. Fraternità, gioia, preghiera e solidarietà: il nostro 2009 è iniziato con queste pa-role d’ordine. E se vogliamo riassumerle in una sola io le riassumerei così: casa. Il nostro capodanno è stato vissuto a casa. La casa è il luogo della festa, il luo-go dove si può essere se stessi e il luogo dell’accoglienza. Quello che in fondo i giovani che hanno ricevuto il dono di conoscere il convento del Palatino ed i suoi frati hanno vissuto su quel colle in questi anni e che si può prevedere da come è iniziato, vivranno certamente anche per questo nuovo anno. Buon 2009!!

Elide Maltese

Capodanno «minore». Il racconto della festa nel Convento di Roma, dal-la voce di Elide, una dei tanti giovani che anima il Centro vocazionale.

Un momento della festa. In basso, Fr. Roberto e Fr. Alessandro

E al Palatinoil Capodanno è di solidarietà

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

Anche se sono passati solo nove mesi dallo scorso foglio, voglia-mo aggiornarvi delle novità sulle

recenti attività culturali e sui lavori di mi-glioramento del Convento.L’estate 2008 e’ stata particolarmente at-tiva, si sono succeduti gruppi nazionali e internazionali. Allargando significativa-mente i contatti e le opportunita’ di pub-blicizzazione, abbiamo potuto riscuotere l’interesse di organizzazioni umanitarie, di ricercatori IT “open source”, di praticanti di arte-terapia e yoga che hanno trascor-so ciascuno 1-2 settimane di formazione.Abbiamo realizzato in collaborazione con l’Università Tulane di New Orleans due scuole estive sui temi della globalizzazio-ne, della sicurezza alimen-tare e dell’aiuto umanita-rio. Oltre 20 studenti, circa un mese totale di lezioni, laboratori, visite alle isti-tuzioni delle Nazioni Unite in Roma che si occupano di cibo, per capire i mec-canismi fondamentali che hanno creato interdipen-denza economica, tra-sformazione nelle colture, nelle abitudini alimentari, nelle possibilità di acces-so al cibo, ma anche le fasi e i limiti della risposta della comunita’ internazionale nelle crisi umanitarie e nelle emergen-ze ambientali, politiche, economiche. In collaborazione con la Society for interna-tional development e con la cattedra di Antropologia dello Sviluppo dell’Univer-sita’ della Sapienza, con un finanziamento della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, abbiamo realizzato in dicembre un dialogo in due parti sul cambiamento climatico e le possibili alternative energe-tiche. Una prima fase ha portato insieme rappresentanti di 3 province italiane e

3 province europee per confrontarsi su buone pratiche e sui reali ostacoli che a oggi impediscono sul territorio un effetti-vo passaggio alla produzione di energia in maniera sostenibile (e autonoma).La seconda parte ha riunito partecipanti di 17 nazionalità, molti africani, asiatici, sudamericani, ma anche statunitensi e australiani, con l’obiettivo di ragionare insieme sulla reale posta in gioco, al di là della propaganda politica, del cambia-mento climatico e sulle pratiche possibili per una trasformazione degli stili di vita che hanno un impatto sempre piu’ irre-versibile sull’ambiente e per una gestio-ne delle conseguenze ormai in atto.In collaborazione con la città dell’Al-treconomia di Roma l’associazione ha promosso due laboratori e iniziative di formazione (maggio / settembre) per la “decrescita felice”, per disseminare cono-scenze, pratiche e stili di vita e consumo ambientalmente più sostenibili, nonché più attenti alle relazioni interpersona-li: laboratori di cucito, di pasta fatta in casa, ma anche lezioni di economia per riflettere sui comportamenti indotti da consumatori globali, per capire quali pratiche, quali esperienze di economie

altre più rispettose dell’ambiente e della dignita’ umana esistano e ci ispirino la fiducia per giocare un ruolo attivo e di trasformazione nella presente società dei consumi.Ristrutturazione e manuten-zione. Il Convento continua ad essere ristrutturato e mantenuto con continuità, attenzione e qua-lità di intervento. Nel periodo di riferimento abbiamo: migliora-to il giardino sud e ovest, creata

la terrazza del tramonto; risistemato e arredato le antiche cucine, ora sale comuni, con ripristino dell’antico cami-no; allestito un sentiero a forma di Tau nell’aia, per collegare più agevolmente la casa alla cappellina e al giardino sud.Un invito. Ora che, pur nella semplicita’ dell’accoglienza che resta un tratto carat-terizzante, il servizio offerto alla casa per ferie è stato significativamente migliora-to, sarebbe per noi un gran piacere poter ospitare alcune attività promosse dai fra-ti della Provincia Romana. Il Convento ha ora tutte le stanze ripulite, arredate con gusto e dotate del necessario per trascor-rere qualche giorno di studio, o di incontri e lavori di gruppo. I giardini sono curati e ricchi di angoli piacevoli e capaci di favori-re la meditazione, il dialogo e la creatività. Ausipicando di poter incontrare nella prossima stagione primaverile e estiva i frati definitori perché possano constata-re di persona l’andamento del progetto, sarebbero comunque gradite intanto impressioni e comunicazioni per email: [email protected] e bene a tutti.

I volontari dellAssociazione

A fianco, al-cuni dei par-

tecipanti al Development

Dialogue.

Bolsena. Una lettera con gli aggior-namenti dell’Associazione che opera nell’antico Convento del viterbese.

Associazione Punti di vista

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Il sentieroa formadi Tau.

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

L’intervento di Buffon si è concluso con l’esempio di p. Bernardino da Portogruaro, e di come a causa di alcune difficoltà vis-sute tra il religioso e l’Ordine sia andato di-sperso parte del materiale del suo archivio personale, in modo da rendere più difficile la ricostruzione della biografia del religioso.La giornata di martedì 18 novembre è stata dedicata alla visita presso l’Archivio Gene-rale delle Suore Francescane Missionarie di Maria. In questa sede suor Alma Brogli,

insieme ad altre con-sorelle, ha proposto un itinerario che prevedeva la presentazione della

storia dell’Istituto, del suo Archivio Gene-rale, con successiva visita e dell’Archivio della Postulazione, ora conservato presso il Centro Sorgente di Grottaferrata... L’Archi-vio generale, che è stato visitato in questa occasione, si presenta come un comples-so organico e ben conservato. Infatti le modalità con cui questi archivi sono stati conservati, furono già previste dalla ma-dre fondatrice, che dettò le basi per una sistemazione organica del materiale do-cumentario. Nel pomeriggio è intervenu-to il prof. Marco Pizzo, direttore del Museo Centrale del Risorgimento, che ha propo-sto all’assemblea un’analisi specifica su due fondi personali, da lui catalogati, il pri-mo di p. Andrea Martini, frate minore della Provincia romana, che ha svolto nella sua vita attività artistica; il secondo di Luchino Visconti, famoso regista, archivio conser-vato dalla Fondazione Gramsci. Il prof. ha presentato in maniera più approfondita il fondo relativo al p. Andrea Martini parten-do dalla condizione in cui è stato ritrovato il materiale dopo la morte del religioso...Nella mattinata di mercoledì 19 novem-bre, nella programmazione era prevista la visita presso il Museo del Risorgimento. In questa sede la dott. Mariagrazia Maridia-ni ha illustrato il lavoro di catalogazione dell’Archivio personale di Alberto Maria Ghisalberti, conservato al Museo del Risor-gimento insieme ad altri fondi di collezio-nisti. Alberto Ghisalberti, importante stu-dioso e intellettuale del XIX sec., fu soldato nella Prima Guerra Mondiale e presidente dello Studio per la storia del Risorgimento... Vista la sua intensa attività di intellettuale e storico, la documentazione conservata è risultata di notevole interesse storico. Nel pomeriggio, lo stage è continuato con una

Lo stage, largamente partecipato, aveva come scopo l’approfondimento delle te-matiche che la scienza archivistica pro-pone in relazione ai fondi personali, nello specifico a quelli di Religiosi. Dopo la pre-sentazione del prof. Pietro Messa, la parola è stata lasciata al prof. Giuseppe Buffon, il quale è intervenuto con una riflessione sulla metodologia e sulla trattazione delle fonti per una biografia di ambito france-scano in epoca moderna. Il prof. Buffon ha distinto le varie tipologie di fonti, da un lato quelle storiografiche e dall’altro quelle archivistiche. I nuclei tematici della sua le-zione sono stati: genere agiografico, mar-tirologi e moderni florilegi; scriptores tra storia letteraria e rassegna bibliografica; materiale biografico nei flutti del conflitto istituzionale; ambienti culturali che hanno sfavorito la biografia. .. Sono stati indicati i cronisti missionari del XIII sec., insieme a personaggi di rilievo come Tommaso da Eccleston e Salimbene da Adam, i quali eb-bero l’intento di inserire la storia dell’Ordi-ne all’interno di un progetto di storia uni-versale. Inoltre, è stato aggiunto dal prof. Buffon, che in questi anni andava deline-andosi un filone storiografico, definito spi-rituale, che vedeva protagonisti personag-gi come il Clareno e Ubertino da CasalePassando al XIV secolo, il Buffon ha evi-denziato l’importanza del testo intitolato

Roma. Dal 17 al 20 novembre ha avuto luogo il III Stage ar-chivistico riservato agli operatori delle famiglie francescane.

la Cronaca dei ventiquattro Generali e del testo ancora più famoso il De Conformi-tate di Bartolomeo da Pisa. Questi rappre-sentano il tentativo di utilizzare le fonti biografiche per scopi didattici, quindi per formare le nuove generazioni di frati. Tra i biografi dell’età moderna il prof. Buf-fon ha ricordato Marco di Lisbona, il qua-le scrisse le sue Cronache, con il tentativo di ripercorrere le vite di quei personaggi, che all’interno dell’Ordine, avevano vis-suto radicalmente lo stile francescano... Affrontando i biografi del secolo XVI il prof. Buffon ha potuto delineare un filo-ne di scrittori eruditi, tra cui Pietro Ridolfi da Tossignano proveniente dalla famiglia Conventuale. Nel XVII sec. nasce il Martiro-logium Franciscanum, opera che conserva la cronologia dei martiri francescani dal 1600 ca. al 1900 circa. Altra opera impor-tante per questo periodo è il Giardino Sera-fico Istorico e Fasti Serafici di Pietro Antonio di Venezia, che, con uno stile tipicamente barocco, rappresenta metaforicamente l’Ordine come un giardino pieno di per-sonalità eccellenti e sante. Inoltre il prof. Buffon ha brevemente indicato le fonti bibliografiche che in Italia sono d’aiuto per la ricerca storica di personaggi france-scani, e nel far questo ha citato gli studi di Frascadore e Ooms, pubblicati in articoli in Archivium Franciscanum Historicum.

III Stage di archivistica all’Antonianum

Quest’anno è stato approfondito il temadei fondi personali.

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Provincia Romana dei Frati Minori * Notiziario numm. 11-12/2008

C iao mi chiamo Claudy e ho 15 anni (almeno credo). Quest’an-no dovrei fare la cresima.

Quando ero a casa (nel quartiere Ma-kala di kinshasa) vivevo con i miei ge-nitori, altri due fratelli più grandi e una sorella grande (io sono il più piccolo).Quando mia madre morì, mio padre pre-se un’altra donna che però non ci vole-va bene perchè non eravamo suoi figli. Per questo i miei fratelli e mia sorella se ne andarono dai parenti di mia madre a Mbuji mayi. Io andai da una nonna (sorel-la di mia nonna) in un altro quartiere (Massina). Quan-do anche questa nonna morì, tornai dalla matrigna che, quando papà partì per la guerra (da cui non è ancora tornato), mi trattava male e alla fine ho preferito meglio star-mene per strada. Andai al mercato di Kin-shasa dove elemosinavo oppure lavavo i piatti nei ristoranti. Poi dopo un bel po’ di tempo entrai nel centro AED (di accoglienza per ragazzi di stada) dove però davano solo da man-giare, non potevi dormire (non erano at-trezzati per questo) al limite ti tenevano solo per i periodo di malattia (se eri mala-to) e poi dovevi tornare per strada. Dopo un pò mi trasferii con altri amici al porto di Kinshasa e cominciai a fare avanti e in-dietro tra Kinshasa e Brazzaville (cercan-do da mangiare, da dormire, soldi...). A Brazzaville c’era un ministro che ci faceva giocare a Ping Pong e per noi era quindi un punto di riferimento per ritrovarci e giocare ma rimaneva sempre il problema di dove mangiare e dove dormire. Uno dei ragazzi più grandi ci disse che

La storia di Claudylezione del prof. Andrea … Maia-relli, presso l’aula San Cesidio della Pontificia Università Antonianum. Dopo aver fatto un riepilogo delle giornate precedenti, la lezione è stata incentrata sull’analisi dei fondi per-sonali... Descrivendo tutte le possibili fattispecie documentarie, che posso-no essere presenti all’interno di una archivio personale, il prof. Maiarelli le ha così distinte in: corrisponden-za, documentazione anagrafica e di identità, documentazione patrimo-niale etc... La molteplicità di materiale può quindi portarci alla definizioni di “archivi composti” i quali possono es-sere costituiti da elementi eterogenei: bibliografici, artistici, archivistici, etc. .. Nella seconda parte del pomeriggio il prof. Maiarelli si è occupato in partico-lare della trattazione del software GEA e ha presentato il sito Archivi Nove-cento. Nell’ultima giornata il Maiarelli ha ripreso il discorso, mentre nella seconda parte della mattinata è inter-venuto il dott. Paolo Pieraccini, il qua-le ha dimostrato come attraverso una sua ricerca storica sia giunto alla risco-perta dell’Archivio di p. Girolamo Go-lubovich, importante storiografo del francescanesimo orientale, apparte-nente alla Custodia di Terra Santa. Tra le opere più importanti del religioso è possibile ricordare la prima e la secon-da edizione della Biblioteca biobiblio-grafica d’Oriente e Terrasanta. Inoltre fondò l’Archivum Franciscanum Hi-storicum e curò la terza edizione de-gli Annales Minorum del Wadding...Nel pomeriggio della quarta giorna-ta il prof. Andrea Maiarelli ha fornito un più attento sguardo all’archivio personale di p. Girolamo Golubovich. Dopo questa analisi il prof. Maiarelli ci ha mostrato come si può costruire una scheda per un’unità archivistica utilizzando come software Word.Alla fine della giornata il prof. Maiarel-li ha affrontato il discorso relativo alle cause di beatificazione, spiegando che quando è aperta una causa la Po-stulazione fa richiesta della documen-tazione che può essere conservata nei luoghi in cui la persona in que-stione è vissuta. Infine l’incontro si è concluso con un piccolo dibattito per chiarire alcuni temi trattati e condivi-dere il lavoro svolto dai vari operatori.

Valeria Vestrelli

avevano appena aperto un centro die-tro il posto dove si giocava a Ping Pong e andai a vedere. Fu così che entrai al centro Ndako ya Bandeko. All’inizio il centro funzionava solo di notte: entra-vamo il pomeriggio per lavarci, giocare, fare scuola e poi mangiare e dormire e la mattina dopo bisognava uscire.Uscivo e giravo per le strade a cercare un pò di soldi per comprare qualcosa per me (ad esempio una radiolina e le pile). Siccome volevo andare a scuola i frati mi portarono a Djiri dove frequentavo la scuola e vivevo di

giorno con i frati insieme a un altro mio compagno (Char-les) e di sera e la notte stavo con mama Honorine in casa

sua. Mama Honorine tutto il giorno lavora-va con i frati per questo anche noi stavamo là con loro. In realtà Mama Honorine vive-va nella sacrestia della parrocchia perchè ancora non aveva una casa. Quando poi la casa di mama Honorine fu pronta andam-mo ad abitare con lei in quello che si chia-mò “casa sant’ Antonio di Padova”, nel quar-tiere Massengo, sempre gestito dai frati. Li sono rimasto per tre anni finchè anche la casa Ndako ya Bandeko (che intanto si era trasferito a Makabandilu) è diventata centro stabile di vita, cioè ci potevi stare tutto il giorno e allora ho cominciato a fre-quentare la scuola stando però nel centro.Adesso frequento la CM2 (la sesta ele-mentare) e da grande vorrei diventare calciatore. Magari potrei intanto fare il meccanico però dovrei imparare per questo penso di cominciare i corsi pres-so i salesiani quando avrò fatto almeno altri due anni di scuola.Ciao a tutti.

La strada è spesso un’alternativa miglio-re alla vita in famiglia

Una delle abitazioni più

usuali nella zona: lamiere,

legno, mate-riali di fortuna.

Congo. Infanzia e adolescenza a Brazzaville, raccontate dalla voce di chi le vive ogni giorno.

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È il periodo, quando le piogge co-minciano arrivano i nostri amici (insieme a una miriade di altri

animaletti) ad animare le nostre serate. Makokolo è il plurale di Likokolo ed è una specie di scarabeo molto grosso a cui molti danno la caccia. Una volta rimasi sorpreso nel trovare in un tegame una cinquantina di questi animaletti ben grigliati e pronti per essere serviti. Alcuni ragazzi avevano fatto buona caccia. È una gioia vedere i ragazzi dietro a questi animaletti volanti e insieme a loro anche i cani che, scodin-zolando, partecipano a questa festa di ini-zio novembre. Ma insieme ai Makokolo le piogge portano con sé anche le malattie et... voilà anche gli ospiti estemporanei.Mentre mi apprestavo ad uscire dal sen-tiero del nostro villaggio e imboccare i due Km di strada che separano il conven-to dei frati dalla casa dei ragazzi, una si-gnora mi fa cenno di fermarmi. Suo figlio è molto ammalato e deve portarlo con urgenza al centro medico del villag-gio. Lui è grande e pesante e non riesce a camminare da solo. Va bene – rispon-do – salite che vi accompagno. Ma ... da quando c’è un centro medico nel nostro villaggio... e dove? Oh, da non molto, e si trova giusto nella stradina dietro il mer-cato. Mi lascio guidare e arriviamo in una zona di campagna, qualche albero di

mango, palme e due o tre baracche di la-miera distanti tra loro. Ecco, è laggiù – mi dice la signora. Quello? Avevo fatto la conoscenza del nuovo centro medico del vilaggio. E a vederlo dall’esterno l’unico sentimento che mi saliva alla mente era quello di andare a vederlo all’interno. Il dottore in realtà è un infermiere che ha deciso di mettere a servizio del suo villaggio le sue cono-scenze... meglio di niente, e soprattutto, meglio dei presunti guaritori. Sulla cima di una collinetta, cinque lamiere fanno il tutto della costruzione (quattro lati e un tetto) e l’interno (terra per pavimento durante la stagione secca, fango durante le piogge) essenziale. Eppure il dottore/infermiere ha una ricchezza: la cordiale accoglienza e l’esperienza. Depositiamo il ragazzo, lui si mette subito al lavoro. Dico alla signora che se finisse per tempo di chiamarmi, nel caso fossi ancora in zona li avrei riportati a casa. Torno in strada e arrivo al centro: ecco l’estemporaneo, D.G., uno dei nostri amici più grandi che vivono per strada e che fanno capolino al momento del bisogno per essere curati. Che ti è successo? Sto male, ho dolori qui e qui e non riesco a mangiare. Ma dove ti porto a quest’ora? E soprattutto c’era-no altre urgenze da soddisfare... A quel punto mi viene in mente il nuovo centro

medico del villaggio: si, preparati che an-diamo dal dottore. Strana la vita, ti fermi a soccorrere qualcuno senza sapere che poi tutto ti sarebbe tornato utile... o forse non così strana se la leggiamo con gli oc-chiali del Vangelo?Prendo il ragazzo con un paio di accom-

pagnatori e ci rechiamo al villaggio. Il dottore è con-tento di rivedermi e subito vede il ragazzo. Con un’abi-lità degna di un chirurgo,

uno a uno elimina le possibili diagnosi, tutte tranne una. Ecco - mi dice, questo è il suo problema. E subito si mette al la-voro. Sarebbe solo da filmare il “lettino” su cui tra l’altro ora c’erano due pazienti, con le flebo inserite e altri strumenti ap-poggiati su un pezzo di stoffa per terra. Già che ci siamo, puoi farmi il test per la malaria? La stagione permette, abbiamo tempo e anche alcuni sintomi. Senza lasciarsi scomporre mi chiama in un an-golo, tira fuori un microscopio, una busta arrotolata piena di siringhe pulitissime, preleva un campione di sangue e mi dice che in dieci minuti avrei avuto il respon-so. Aspettavo fuori e guardavo la bellezza del paesaggio intorno. Mi dicevo, chissà, se un giorno qui dovesse realmente na-scere un ospedale, sarebbe così semplice, efficace, accogliente e paradossalmente bello? La povertà nasconde sempre un segreto dentro di sé, che non saremo forse mai in grado di decifrare completa-mente. Povertà che parla di semplicità, di relazione, di mutuo sostegno ... Preso com’ero nei miei pensieri, quasi non mi ero accorto del dottore che mi chiamava chissà da quanto tempo: no, non avevo la malaria, solo un pò di stan-chezza. E il ragazzo aveva finito il trat-tamento. Aspettiamo che anche l’altro finisca e poi andiamo a casa. D.G., come le altre volte, resterà qualche giorno con noi, il tempo di riprendersi. Poi tornerà per strada, troppo grande per stare nel centro, troppo piccolo per essere rifiuta-to dalla sua società.Avessimo i mezzi potremo pensare qual-cosa per i ragazzi di strada della sua età: quanti bisogni, quante poche forze... tut-to quello che facciamo resta sempre una goccia nell’oceano di bisogni di questo mondo malato. Ma finchè potremo, fare-mo quello che riusciremo a fare.

Fr. Adolfo Marmorino ofmMissionario in Congo Brazaville

«Scarafaggi». Quello che ai congolesi offre ogni giorno la vita, insieme alle malattie, alle piogge. E all’aiuto dei missionari.

Makokolo

Un bambinogioca con la sabbia.

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RICORRENZE DEI FRATI

ONOMASTICI COMPLEANNI

NovembreFr. Marco Pulzella Fr. Pietro Campagna Fr. Alessandro CavicchiaFr. Vito De Bianchi Fr. Adolfo Porfido Fr. Giuseppe Vallone Fr. Bernardo Mele Fr. Riccardo Burattin Fr. Vito D. Fiorentino Fr. Sidival Fila Fr. Vittorio Margiotti

1 2 7 9

10 12 19 22 24 25 28

(1979)(1923)(1968)(1916)(1916)(1947)(1913)(1974)(1947)(1962)(1952)

DicembreFr. Giulio Cerchietti Fr. Carlo Iacomussi Fr. Alfredo Olivera Fr. Ludovico Di Pascasio Fr. Stefano Tamburo Fr. Sebastiano VinciguerraFr. Carlo D’Andrea Fr. Mauro Zannin Fr. Giuseppe Panella Fr. Raffaele Talone Fr. Alessandro Partini Fr. Stefano Marsili Fr. Mariano Marchetto

127

11141717182021232629

(1958)(1970)(1951)(1918)(1970)(1923)(1941)(1959)(1951)(1912)(1958)(1972)(1946)

GennaioFr. Ortensio Gionfra Fr. Simone Maria CastaldiFr. Fernando Paolone Fr. Marcelo E. Méndez Fr. Giovanni Schiavarelli Fr. Sergio Mecocci Fr. Giovanni Rossi Fr. Vincenzo Galli Fr. Alberto Bonafaccia Fr. Luca Di Pietro Fr. Stefano Bianchi Fr. Paolo Lombardo Fr. Ludovico Fazzone Fr. Paolo Maiello Fr. Carlo M. De Santis Fr. Michele Marinotti Fr. Damaso Cioeta

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1

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6

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23

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27

31

(1918)

(1973)

(1937)

(1958)

(1947)

(1935)

(1948)

(1948)

(1938)

(1971)

(1913)

(1951)

(1937)

(1962)

(1920)

(1941)

(1926)

NovembreFr. Livio Petroselli Fr. Sidival FilaFr. Rino BernardiniFr. Carlo M. De SantisFr. Giancarlo RubertoFr. Carlo Di GiovanniFr. Carlo IacomussiFr. Renato PalmegianiFr. Alberto Bonafaccia Fr. Benigno Di Fonzo Fr. Virgilio Maurizi Fr. Massimo Cocci Fr. Giacomo Speziali Fr. Andrea Stefani

1 1 1 4 4 4 4

12152027272830

DicembreFr. Nicola Macale Fr. Nicola Sorbo Fr. Emiliano Longhi Fr. Loreto Fioravanti Fr. Damaso Cioeta Fr. Stefano Bianchi Fr. Stefano M. Sarro Fr. Stefano Tamburo Fr. Stefano Marsili

6 6 6

101126262626

Gennaio 2009Fr. Gregorio Mazzitell Fr. Carlo Cadderi Fr. Giancarlo Sboarina Fr. Luciano De Giusti Fr. Luciano Zanecchia Fr. Carlo D’Andrea Fr. Aldo La Neve Fr. Ortensio Gionfra Fr. Reginaldo Maiorano Fr. Modesto Cruciani Fr. Odorico Bartolaccini Fr. Fulgenzio Bufalini Fr. Mauro Zannin Fr. Marcelo E. Méndez Fr. Mario Cannucciari Fr. Mario Silvio Riccitelli Fr. Sebastiano Vinciguerra Fr. Alvaro Cacciotti Fr. Massimo Fusarelli Fr. Vincenzo Battaglia Fr. Giovanni Lucci

2 7 7 7 7 71011121214 14 15 16 19 192020212231