Le ultime novità sui CSS

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Attività CTI Mattia Merlini - [email protected] LA PROSSIMA PARTITA SUI CSS E LE ULTIME NOVITÀ Se ad oggi si registrano condizioni piuttosto sfavorevoli per uno sviluppo dei CSS in ambito nazionale – nel Dos- sier CTI dal titolo I combustibili solidi secondari abbiamo cercato di spiegare ed affrontare in maniera critica e allo stesso tempo costruttiva il contesto nazionale – è altrettanto vero che l’Europa si sta rimboccando le maniche per af- frontare una nuova stagione normativa che porterà il CSS, non più e non solo sui tavoli europei, ma anche su quelli asiatici, americani e mediorientali. Su spinta europea e in risposta ad un’esigenza di mercato sempre più globale, è infatti ormai operativa la commissione tecnica dell’ISO che normerà a livello internazionale i CSS. Il coinvolgimento del blocco asiatico – composto da Giappone, Cina, e Co- rea del Sud – è solo una delle novità all’interno dell’ISO/ TC 300 ‘Solid recovered fuels’; i nuovi stakeholder faranno valere il proprio peso e la propria politica industriale su norme tecniche che – grazie al Vienna Agreement, ovvero la cooperazione tra ISO e CEN – diventeranno di fatto le norme di riferimento anche per il mercato italia- no. I soggetti coinvolti nella filiera dei CSS che dal 2002 (anno in cui la Commissione Europea ha richiesto al CEN, mediante il mandato M/325, l’elaborazione delle ormai vigenti norme tecniche sui CSS) ad oggi hanno investito tempo e risorse per sviluppare un corpus normativo parti- colarmente nutrito, si trovano pertanto davanti a un bivio: se fare squadra e continuare a giocare nel massimo cam- pionato o se prendere posto nel settore ospiti. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per capire quale sarà il ruolo dell’Italia; il prossimo 18 aprile infatti si svolgerà a Helsinki la prima plenaria dell’ISO/TC 300 che vedrà la partecipa- zione in prima linea del CTI e dei suoi esperti. L’impegno del CTI nel settore dei CSS, com’è noto, risale proprio al 2002 quando si è preso carico del coordinamento del WG 1 e del WG 5 del CEN/TC 343 nell’ambito del mandato M/325. Non solo, l’ultima fase del mandato prevedeva la validazione degli standard elaborati dal CEN/TC 343, validazione che è stata affidata al Progetto Quovadis, coordinato dall’RSE e al quale in parte ha con- tribuito il CTI. Insomma le competenze e l’esperienza non mancano per poter continuare ad avere un ruolo di primo piano anche in ambito ISO, tenendo presente che senza il coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera (produttori e utilizzatori di CSS, laboratori e pubblica amministrazio- ne) l’obiettivo sarà difficile da raggiungere. Nei prossimi giorni sarà quindi importante capire le diverse posizioni sul tema, in modo da poterle adeguatamente supportate e presentare nel corso della già menzionata plenaria dell’I- SO/TC 300. È presumibile che con l’avvio dei lavori in ambito ISO, le attività CEN andranno calando, anche se proprio in questi giorni è al voto una proposta tutta italiana promossa dal CTI, con scadenza il prossimo 30 marzo, che mira a fornire delle specifiche di riferimento per quelle tipologie di CSS destinati a particolari utilizzi, come per esempio l’utilizzo in impianti di gassificazione e pirolisi. Nel corso della prossima plenaria del CEN/TC 343, che si terrà il 19 aprile sempre a Helsinki, verranno quindi discusse le risultanze del documento al voto e in caso di esito positivo dovrà essere presentata una proposta su quali materiali potrebbero essere normati. CAMPIONAMENTO DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI Articolo tratto dal numero di Febbraio 2016 di Unificazione&Certificazione Il recupero energetico dai rifiuti e l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS) in impianti dedicati rappresenta tutt’oggi un’opportunità di sviluppo per il settore e per l’e- conomia nazionale. I CSS posso essere ottenuti per esem- pio da rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata e da rifiuti speciali quali: rifiuti da costruzione e demolizioni, da attività manufatturiere e da trattamento di rifiuti. In ogni caso, i CSS sono ricavati da rifiuti unicamente non perico- losi e non più economicamente riciclabili ed essendo a tutti gli effetti dei combustibili, al pari di quelli fossili, possono 20 Le ultime novità sui CSS

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Mattia Merlini - [email protected]

LA PROSSIMA PARTITA SUI CSS E LE ULTIME NOVITÀ

Se ad oggi si registrano condizioni piuttosto sfavorevoli per uno sviluppo dei CSS in ambito nazionale – nel Dos-sier CTI dal titolo I combustibili solidi secondari abbiamo cercato di spiegare ed affrontare in maniera critica e allo stesso tempo costruttiva il contesto nazionale – è altrettanto vero che l’Europa si sta rimboccando le maniche per af-frontare una nuova stagione normativa che porterà il CSS, non più e non solo sui tavoli europei, ma anche su quelli asiatici, americani e mediorientali. Su spinta europea e in risposta ad un’esigenza di mercato sempre più globale, è infatti ormai operativa la commissione tecnica dell’ISO che normerà a livello internazionale i CSS. Il coinvolgimento del blocco asiatico – composto da Giappone, Cina, e Co-rea del Sud – è solo una delle novità all’interno dell’ISO/TC 300 ‘Solid recovered fuels’; i nuovi stakeholder faranno valere il proprio peso e la propria politica industriale su norme tecniche che – grazie al Vienna Agreement, ovvero la cooperazione tra ISO e CEN – diventeranno di fatto le norme di riferimento anche per il mercato italia-no. I soggetti coinvolti nella filiera dei CSS che dal 2002 (anno in cui la Commissione Europea ha richiesto al CEN, mediante il mandato M/325, l’elaborazione delle ormai vigenti norme tecniche sui CSS) ad oggi hanno investito tempo e risorse per sviluppare un corpus normativo parti-colarmente nutrito, si trovano pertanto davanti a un bivio: se fare squadra e continuare a giocare nel massimo cam-pionato o se prendere posto nel settore ospiti. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per capire quale sarà il ruolo dell’Italia; il prossimo 18 aprile infatti si svolgerà a Helsinki la prima plenaria dell’ISO/TC 300 che vedrà la partecipa-zione in prima linea del CTI e dei suoi esperti. L’impegno del CTI nel settore dei CSS, com’è noto, risale proprio al 2002 quando si è preso carico del coordinamento del WG 1 e del WG 5 del CEN/TC 343 nell’ambito del mandato M/325. Non solo, l’ultima fase del mandato prevedeva la validazione degli standard elaborati dal

CEN/TC 343, validazione che è stata affidata al Progetto Quovadis, coordinato dall’RSE e al quale in parte ha con-tribuito il CTI. Insomma le competenze e l’esperienza non mancano per poter continuare ad avere un ruolo di primo piano anche in ambito ISO, tenendo presente che senza il coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera (produttori e utilizzatori di CSS, laboratori e pubblica amministrazio-ne) l’obiettivo sarà difficile da raggiungere. Nei prossimi giorni sarà quindi importante capire le diverse posizioni sul tema, in modo da poterle adeguatamente supportate e presentare nel corso della già menzionata plenaria dell’I-SO/TC 300. È presumibile che con l’avvio dei lavori in ambito ISO, le attività CEN andranno calando, anche se proprio in questi giorni è al voto una proposta tutta italiana promossa dal CTI, con scadenza il prossimo 30 marzo, che mira a fornire delle specifiche di riferimento per quelle tipologie di CSS destinati a particolari utilizzi, come per esempio l’utilizzo in impianti di gassificazione e pirolisi. Nel corso della prossima plenaria del CEN/TC 343, che si terrà il 19 aprile sempre a Helsinki, verranno quindi discusse le risultanze del documento al voto e in caso di esito positivo dovrà essere presentata una proposta su quali materiali potrebbero essere normati.

CAMPIONAMENTO DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI Articolo tratto dal numero di Febbraio 2016 di Unificazione&Certificazione

Il recupero energetico dai rifiuti e l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS) in impianti dedicati rappresenta tutt’oggi un’opportunità di sviluppo per il settore e per l’e-conomia nazionale. I CSS posso essere ottenuti per esem-pio da rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata e da rifiuti speciali quali: rifiuti da costruzione e demolizioni, da attività manufatturiere e da trattamento di rifiuti. In ogni caso, i CSS sono ricavati da rifiuti unicamente non perico-losi e non più economicamente riciclabili ed essendo a tutti gli effetti dei combustibili, al pari di quelli fossili, possono

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quindi essere utilizzati per produrre energia. Da diversi anni le attività normative sul tema, sia in ambito nazionale che europeo, sono seguite e in parte guidate dal CTI ed in particolare dalla Commissione Tecnica (CT) 283 ‘Energia da rifiuti’ che ha sviluppato e pubblicato una nu-trita documentazione tecnica proprio sui CSS, grazie alla collaborazione con aziende, associazioni e professionisti del settore. Sulla base delle esigenze dei principali opera-tori, la CT 283 ha concordato sulla necessità di elaborare delle linee guida che fornissero indicazioni e procedure per facilitare l’applicazione della normativa tecnica eu-ropea elaborata dal CEN e dedicata ai Solid Recovered Fuels (SRF), ovvero quelli che in Italia conosciamo proprio come CSS. Nello specifico le norme oggetto delle suddette linee guida sono la UNI EN 15359 sulla classificazione e sulle specifiche e la UNI EN 15358 sui sistemi di gestione per la qualità.La UNI/TR 11581 ‘Combustibili Solidi Secondari – Linee guida applicative delle norme UNI EN 15359 e UNI EN 15358’, destinata principalmente agli enti preposti ai controlli (ARPA) e ai laboratori di analisi, descrive in prima analisi la procedura di campionamento finalizzata all’otte-nimento di un campione composito che sia rappresentativo del lotto. Ai fini della classificazione e specificazione dei

CSS, la procedura di campionamento deve essere eseguita in accordo alla UNI EN 15359 che, per quanto concerne le modalità di campionamento e la preparazione del campione, richiama, rispettivamente la UNI EN 15442 e la UNI EN 15443. Nella figura 1 è riportato uno schema riassuntivo di tale procedura.Il prelievo dei campioni deve essere quindi rappresentativo del lotto, sulla base di un piano di campionamento che deve essere elaborato prima che il campionamento abbia luogo. In conformità con la UNI EN 15442, il piano di campionamento prevede i seguenti passaggi:- individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto;- determinazione della procedura di campionamento;- determinazione del numero di incrementi;- determinazione della massa minima del campione;- determinazione della massa minima dell’incremento;- selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto.

Successivamente il rapporto tecnico descrive le diverse fasi che portano alla preparazione del campione di laborato-rio a partire dal campione composito, ovvero il campione prelevato in campo. In tutte le fasi della preparazione è necessario garantire la rappresentatività, vale a dire che la composizione del campione deve rispecchiare quella originale. Ogni parte del campione deve avere uguale probabilità di essere contenuta nella/e aliquota/e finali per le analisi. Per raggiungere questo scopo è necessa-rio che il campione sia adeguatamente e correttamente ridotto sia in termini di riduzione di massa che di granu-lometria.La CT 283 si è anche posta il problema di come poter agevolare i controlli, effettuati dagli enti preposti, sul ma-teriale destinato all’impianto di utilizzo e per tale ragione la UNI/TS 11581 prevede le modalità per determinare il numero di veicoli che costituiscono il lotto da sottoporre a campionamento e il rispettivo numero di incrementi. Sempre nell’ambito dei controlli, le linee guida forniscono indicazioni su come effettuare un confronto tra i valori di analisi (espressi come mediana) e quelli contenuti nelle autorizzazioni (espressi solitamente come media). Per quanto concerne invece le modalità di campionato ven-gono inoltre proposte diverse soluzioni a seconda della tipologia di impianto: impianto nuovo, che inizia la pro-

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FIGURA 1 - Schema riassuntivo della procedura di campionamento, con riferimento alle norme UNI EN 15442, UNI EN 15443 e UNI EN 15413 e al loro campo di applicazione

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duzione (in fase di avviamento) o impianto che modifica il processo/materiale in ingresso e impianto già avviato, per il quale esistono dati di analisi pregressi.Infine la seconda parte del documento è dedicata allo sviluppo di un sistema di gestione della qualità (SGQ), in conformità alla UNI EN 15358, per la produzione ed il commercio di CSS. In estrema sintesi la UNI EN 15358 verte sui seguenti punti:- creazione di una più ampia fiducia nella produzione e commercio dei CSS;- definizione della documentazione da usare per le proce-

dure interne e per comunicare a tutti gli interessati le spe-cifiche necessarie per assicurare il raggiungimento degli obbiettivi di qualità;- verifica delle origini e dimostrazione delle proprietà dei materiali in ingresso (cioè che siano rifiuti non pericolosi).

Tenendo conto delle specifiche esigenze della filiera, la strategia del SGQ è fondamentalmente basata sul fatto che, aumentando la conoscenza del processo di produ-zione dei CSS, è possibile ridurre il campionamento ed i controlli che devono essere effettuati sui prodotti finali.