Le tecnologie mobili ci sono: è ora di usarle appieno · IL RESTO È NOIA … LE TECNOLOGIE ......

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Le tecnologie mobili ci sono: è ora di usarle appienoAlfonso Fuggetta CEFRIEL – Politecnico di Milano

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FONDAZIONE CARIPLO, MILANO 12 MARZO 2015

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Perché facciamo ancora questi convegni?

2LE TECNOLOGIE MOBILI CI SONO: È ORA DI USARLE APPIENOTITLE

FONDAZIONE CARIPLO, MILANOLOCATION

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MOBILE SUMMIT 2015EVENT

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Non siete stufi?



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Perché dobbiamo discutere ancora di queste cose?



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Dobbiamo ancora convincere qualcuno o spiegare che le tecnologie mobili ci sono, sono strategiche, cambiano la società, non si possono ignorare né sottoutilizzare?



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Alla fin fine non innoviamo (o innoviamo poco) perché non abbiamo compreso fino in fondo cosa sia l’innovazione e perché non la sentiamo come un bisogno essenziale del Paese. Di conseguenza, non è una priorità “vera” e diffusa, ma solo declamata o evocata.

ABBIAMO UN PROBLEMA GRAVEIL RESTO È NOIA …

LE TECNOLOGIE MOBILI CI SONO: È ORA DI USARLE APPIENOTITLE


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Arranchiamo tra qualche pannicello caldo, molti convegni, un profluvio di dichiarazioni di principio, sempre in perenne attesa di un qualche Godot che magicamente risolva i problemi, sfoderando lo slogan di turno o il Santo Graal del momento.



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Gli alibi

• “Non abbiamo le risorse economiche”.

• “Non c’è il business case.”

• “Non mi autorizzano la spesa”.

• “Non abbiamo tempo”.

• “Queste cose sono fuori dalla mia responsabilità”.

• ...



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Le scorciatoie

• Open source (“è gratis”), open data, open government, open “qualcosa” …

• Open Innovation (“basta chiedere …”).

• “Facciamo un hackaton”.

• “Chiediamo agli studenti”.

• “Chiediamo ai fornitori che per loro è un investimento commerciale”

• “Facciamo una startup”.

Rincorsa ad evitare i problemi veri e seri e a cercare “la via facile” …



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La semplificazione e la banalizzazione (come dice il Maestro Yoda in Guerra Stellari) costituiscono il “lato oscuro della forza” — la “via facile” — che non ci porta da nessuna parte.



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Gli errori

• Mancanza di visione.

• Si guarda al breve periodo e al valore assoluto.

• Invece sono vitali:

• Derivate prime (velocità) e seconde (accelerazione).



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Le riorganizzazioni permanenti

• Siamo in uno stato di riorganizzazione permanente.

• Come si può lavorare così?

• Scorciatoia quando non si sa che fare? Riorganizziamo.

E intanto il mondo va avanti … Anzi, corre.

È così che si accelera? Così non rallentiamo ancora di più?



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Rischi e costi del non fare

• “È nel mutamento che le cose si riposano” (Eraclito)

• “Si fa più fatica a resistere” (Domenico De Masi)

• “Not taking a risk is a risk. That’s how I see it.” (Robert Redford)

Non potrebbero essere persone più diverse tra loro,

eppure esprimono lo stesso chiarissimo concetto.



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Quindi?

• Di fronte a noi c’è una scelta:

• Continuare pervicacemente ad affrontare i problemi con l’attitudine e le modalità del passato.

• oppure …

• Renderci conto che dobbiamo cambiare la nostra lettura dei fatti del mondo e il nostro modo di affrontare i problemi.

A noi tutti la responsabilità di fare le scelte giuste.



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Grazie per l’attenzione

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http://medium.com/@alfonsofuggetta

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