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LA MEDICINA “ ALTERNATIVA “ NELL’EDEMA LINFATICO IN ORTOPEDIA Dr. Giovanni Maria Spinelli – Via C. Piccolpasso 97 – 06128 PERUGIA Tel.: 348 5545382 – E-mail: [email protected] RIASSUNTO Facendo riferimento a quegli edemi linfatici secondari a patologie di pertinenza Ortopedica, analizziamo le possibilità di intervento che ci offre la medicina “ alternativa “. In particolare, vengono prese in considerazione le possibilità terapeutiche che offrono i cosiddetti “farmaci alternativi” nei linfedemi acuti traumatici( da fratture ossee, strappi muscolari, patologie capsulo-legamentose acute, sfibramenti legamentari ), nei linfedemi post-traumatici duri ( per contusioni, distorsioni tibio-tarsiche ), nei linfedemi da gesso o, comunque, da prolungata immobilizzazione, etc. L’EDEMA LINFATICO in ORTOPEDIA Linfedemi acuti traumatici : da fratture ossee, strappi muscolari, patologie capsulo-legamentose, sfibramenti legamentari Linfedemi post-traumatici duri: contusioni, distorsioni tibio-tarsiche Linfedemi da gesso o da prolungata immobilizzazione INTRODUZIONE Farmaci veramente attivi sul sistema linfatico ne esistono davvero pochi. Nonostante ci sia il bisogno di affidarsi a preparati che siano al contempo affidabili, efficaci e, quanto più possibile, scevri da effetti collaterali importanti, la farmacopea ufficiale ci offre pochissime valide scelte. Eppure esiste un’ampia gamma di preparati considerati “ alternativi “ che, ignorati dai testi di medicina ufficiale, in realtà sono sicuramente efficaci sulle patologie linfatiche. Stiamo parlando di prodotti appartenenti alla cosiddetta “ medicina alternativa (Omeopatici, Omotossicologici, Fitoterapici ) che, in realtà, di alternativo non hanno proprio niente in quanto, se somministrati per un tempo adeguato e con cognizione di causa, sono davvero efficaci e fanno conseguire molto spesso risultati terapeutici veramente soddisfacenti, frequentemente al di là di ogni aspettativa. Prima di passare alla descrizione di questi prodotti, ed illustrare in particolare il loro utilizzo nelle patologie di pertinenza ortopedica, è opportuno ricordare che il Sistema Linfatico viene comunemente considerato un sistema di drenaggio attraverso cui una gran parte del liquido interstiziale rifluisce nel torrente circolatorio.

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LA MEDICINA “ ALTERNATIVA “ NELL’EDEMA LINFATICO IN ORTOPEDIA

Dr. Giovanni Maria Spinelli – Via C. Piccolpasso 97 – 06128 PERUGIA Tel.: 348 5545382 – E-mail: [email protected]

RIASSUNTO Facendo riferimento a quegli edemi linfatici secondari a patologie di pertinenza Ortopedica, analizziamo le possibilità di intervento che ci offre la medicina “ alternativa “. In particolare, vengono prese in considerazione le possibilità terapeutiche che offrono i cosiddetti “farmaci alternativi” nei linfedemi acuti traumatici( da fratture ossee, strappi muscolari, patologie capsulo-legamentose acute, sfibramenti legamentari ), nei linfedemi post-traumatici duri ( per contusioni, distorsioni tibio-tarsiche ), nei linfedemi da gesso o, comunque, da prolungata immobilizzazione, etc.

L’EDEMA LINFATICO in ORTOPEDIA

� Linfedemi acuti traumatici : da fratture ossee, strappi muscolari, patologie capsulo-legamentose, sfibramenti legamentari

�Linfedemi post-traumatici duri: contusioni, distorsioni tibio-tarsiche

�Linfedemi da gesso o da prolungataimmobilizzazione

INTRODUZIONE Farmaci veramente attivi sul sistema linfatico ne esistono davvero pochi. Nonostante ci sia il bisogno di affidarsi a preparati che siano al contempo affidabili, efficaci e, quanto più possibile, scevri da effetti collaterali importanti, la farmacopea ufficiale ci offre pochissime valide scelte. Eppure esiste un’ampia gamma di preparati considerati “ alternativi “ che, ignorati dai testi di medicina ufficiale, in realtà sono sicuramente efficaci sulle patologie linfatiche. Stiamo parlando di prodotti appartenenti alla cosiddetta “ medicina alternativa “ (Omeopatici, Omotossicologici, Fitoterapici ) che, in realtà, di alternativo non hanno proprio niente in quanto, se somministrati per un tempo adeguato e con cognizione di causa, sono davvero efficaci e fanno conseguire molto spesso risultati terapeutici veramente soddisfacenti, frequentemente al di là di ogni aspettativa. Prima di passare alla descrizione di questi prodotti, ed illustrare in particolare il loro utilizzo nelle patologie di pertinenza ortopedica, è opportuno ricordare che il Sistema Linfatico viene comunemente considerato un sistema di drenaggio attraverso cui una gran parte del liquido interstiziale rifluisce nel torrente circolatorio.

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E’, pertanto, un Sistema di flusso la cui funzione, comunque, non è solo quella di trasporto linfatico ma ha, tra gli altri, un importantissimo ruolo in ambito immunologico. Tale Sistema è intimamente connesso con la Sostanza fondamentale dalla quale parte il trasporto della linfa verso il sangue: ne deriva che la condizione del connettivo interstiziale è un importantissimo fattore che condiziona l’integrità della funzionalità linfatica. Ogni alterazione del Mesenchima connettivale può, pertanto, essere causa di disturbo del drenaggio della linfa fino al sangue. CENNI di ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL SISTEMA LINFATIC O. Unità anatomica fondamentale del vaso linfatico è il Linfangione. I capillari linfatici, costituiti da un unico strato endoteliale delimitante uno spazio “ virtuale “, sono a fondo cieco mentre l’altra estremità confluisce in vasi linfatici sempre più ampi che poi si gettano, tramite il Dotto Toracico e il Dotto Linfatico Destro, nel sistema venoso. Le pareti dei linfatici maggiori possiedono anche fibre muscolari lisce e valvole mono o bicuspidi unidirezionali, e lungo il decorso dei linfatici stessi si incontrano molte stazioni linfonodali con funzione anche di filtro. I vasi linfatici tendono a confluire nel Dotto Toracico e nella Grande Vena linfatica tributari, rispettivamente, della Vena Succlavia sinistra e destra, vicinissime allo sbocco delle Succlavie nelle vene Giugulari.

CENNI DI ANATOMO-FISIOLOGIA DEL SISTEMA LINFATICO

IL LINFANGIONE

CENNI DI ANATOMO-FISIOLOGIA DEL SISTEMA LINFATICO

CONNESSIONE DEL SISTEMA LINFATICO AL SISTEMA VENOSO : SCHEMA

Nel Sistema linfatico circola liquido interstiziale proveniente dal drenaggio del liquido extracellulare, con flusso decisamente molto lento che, in condizioni fisiologiche, è legato a fattori attivi (contrazione della muscolatura liscia delle pareti), e passivi (vis a tergo, contrazione dei muscoli adiacenti, vis a latere ) che permettono gradienti pressori che, pur molto bassi, assicurano il fluire della linfa fino alle vene Succlavie.

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Le sostanze contenute fisiologicamente nella linfa (che viene prodotta dall’organismo in misura variabile dai 2 ai 4 litri giornalieri), comprendono principalmente proteine (fino a 20 gr./ litro circa), lipidi, enzimi etc. L’edema linfatico Un edema linfatico è legato ad uno squilibrio tra assorbimento e filtrazione, con conseguente stasi linfatica, e può essere dovuto a lesioni o a disfunzioni (spasmo) del Sistema linfatico, con diminuzione del drenaggio ovvero sovraccarico del Sistema stesso per troppa offerta di liquido.

Fisiopatologia dell’edema

Fisiopatologia dell’edema

Il circolo venoso recupera il 90% dell’ ultrafiltra to. Il 10% che residua a livello interstiziale (frazione liquido-proteica) rientra attraverso il circolo linfatico.

A volte l’edema si instaura per insufficienza della pompa muscolare del polpaccio (pazienti non o poco deambulanti) o per lesioni e/o ostruzioni delle vie linfatiche (post-traumatiche, post-operatorie), o, ancora, per patologie cronico-infiammatorie, flebolinfedemi, flebiti e periflebiti da prolungato allettamento o immobilizzazione ecc. Essendo i linfatici un’importante via di deflusso del liquido extracellulare dei tessuti, i meccanismi principalmente responsabili dell’edema possono essere legati ad un incremento della pressione idrostatica sanguigna per un qualsivoglia ostacolo alla progressione del sangue nel sistema venoso, oppure ad un blocco linfatico dovuto ad una lesione traumatica o ad una compressione dei linfatici dall’esterno, ovvero ad un’alterazione della microcircolazione tissutale con aumento della permeabilità capillare.

Perché si formi edema è necessaria una alterazione della legge di Starling

•aumento della pressione idrostatica

•diminuzione della pressione oncotica (proteine <= 2.5 gr/dl)

•aumento della permeabilità capillare

•ostruzione linfatica o aumento della pressione oncotica interstiziale.

Fisiopatologia dell’edema

Legge di Starling

FM = K f (∆∆∆∆P - ∆π∆π∆π∆π)

FM = movimento del fluidoK f = permeabilità della parete vasale ∆P = differenza fra pressione idrostatica intracapillare ed

extracapillare ∆π = differenza fra pressione oncotica intracapillare ed

extracapillare

BMJ1999; 318: 1610-3

Ricordiamo che, comunque, la permeabilità capillare può variare anche in seguito all’azione di una stasi venosa o di sostanze istaminosimili e serotoninosimili, oltre che per fenomeni idrostatici locali.

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L’edema di tipo infiammatorio, particolarmente ricco di proteine, è provocato da svariati fattori chimici tra cui, in particolare, enzimi di tipo monoamminoossidasico ( dopadecarbossilasi, dopaminoossidasi ) che hanno la capacità di inattivare sostanze quali la dopamina e la noradrenalina che inibiscono l’infiammazione in quanto riducono la permeabilità capillare. Inoltre, insieme a questi enzimi, sembra entrare in gioco anche la stimolazione del cosiddetto LPF ( Lymph Permeability Factor ) che, a sua volta, aumenta la permeabilità capillare.

LA MEDICINA “ ALTERNATIVA “: OMEOPATIA, OMOTOSSICOL OGIA,

FITOTERAPIA Principi di Omeopatia ed Omotossicologia A proposito della possibilità di una valida terapia offertaci dalla cosiddetta medicina “Alternativa” o “ Naturale”, accanto ai preparati Fitoterapici, che prenderemo in considerazione più il là, dobbiamo doverosamente soffermarci, in particolare, sulla presenza sul mercato, sull’azione e sulle possibilità di utilizzo di un nutrito gruppo di “ farmaci “ appartenenti all’Omeopatia ed alla Omotossicologia, definiti più correttamente “rimedi “. L’ Omeopatia è una metodica medica che utilizza, in dosi infinitesimali, sostanze di origine minerale, vegetale o animale preparate in varie diluizioni. Il principio dell’Omeopatia prevede che una sostanza provochi, nell’individuo sano e a dosi tossiche, gli stessi sintomi riscontrabili nell’individuo malato: è la legge del “ similis” o del “ simillimum “.

OMEOPATIA

Una sostanza provoca, nell’individuo sano e a dosi tossiche, gli stessi sintomi

riscontrabili nell’individuo malato.

Legge del SIMILIS o del SIMILLIMUM

OMEOPATIA

Un farmaco è in grado di curare quei sintomi che si osservano dopo la somministrazione dello stesso in

dosi prolungate su soggetti sani

Samuel Hahnemann

Samuel Hahnemann, formulatore della metodica Omeopatica, osservò che un “ farmaco è in grado di curare quei sintomi che si osservano dopo la somministrazione dello stesso farmaco in dosi prolungate su soggetti sani” . Basandosi sul principio Ippocratico del “Similia similibus curantur”, Hahnemann trovò conferma che ciò che intossica può poi guarire se somministrato a dosaggi molto bassi, e non solo, ma il rimedio Omeopatico riesce a curare anche quelle malattie che presentano sintomi simili a quelli dovuti alla intossicazione da quel farmaco. In pratica, per trattare un malato con un rimedio Omeopatico bisogna stabilire una similitudine tra il quadro clinico presente nel malato stesso ed il quadro tossicologico indotto da un certo tipo di sostanza in un soggetto sano. Dopo aver stabilito tale

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similitudine, viene somministra la sostanza terapeutica appropriata in dosi infinitesimali. Questa premessa è necessaria per poter poi comprendere appieno l’azione dei componenti dei rimedi Omeopatici. In Omotossicologia, intelligentemente definita da Reckeweg il “ponte” tra l’allopatia ed il “ simillimum”, fermi restando i principi generali dell’Omeopatia, tutte le malattie sono l’espressione della lotta che avviene nell’organismo contro i principi velenosi (“le tossine“) al fine di neutralizzarli ed espellerli.Un organismo intraprende, cioè, una battaglia il cui fine ultimo è cercare di difendersi contro le ” tossine “ o cercare di compensare i danni subiti da una sostanza tossica: o questa lotta viene vinta e la “tossina “ neutralizzata ed espulsa, o possono esserci danni più o meno gravi legati all’attività della tossina stessa.

OMOTOSSICOLOGIA

Tutte le malattie sono l’espressione della “lotta“ che avviene

nell’organismo contro i princìpi velenosi (“le tossine”) al fine di

neutralizzarli ed espellerli

A questa battaglia partecipa il Sistema Immunitario nella sua interezza: è il “ Sistema della Grande Difesa “, composto da 5 sottosistemi che hanno la finalità appunto di neutralizzare le sostanze nocive e drenarle fuori dal corpo, oppure, anche, eliminare i metaboliti intermedi che possono recare danno. I 5 sottosistemi: 1) Il Reticolo-endotelio 2) L’asse Adenoipofisi-Corticosurrene: controllo della funzione del tessuto connettivo, stimolazione e conseguente inibizione dell’ infiammazione 3) Il Sistema di risposta nervosa tramite il riflesso neurale (sindrome di eccitazione e irritazione sec. Reilly ) 4) La funzione disintossicante del fegato 5) La detossificazione operata da parte del tessuto connettivo (deposito di omotossine, infiammazione, reazioni antigene-anticorpo). In Omotossicologia sono identificati 6 livelli di danno legato alla tossina: le cosiddette Fasi. Nelle prime due (Fase di escrezione; Fase di reazione), dette anche Fasi umorali, l’organismo riesce a disintossicarsi e le malattie sono facilmente guaribili. La seconda e la terza (Fase di deposito; Fase di impregnazione), che sono Fasi della Sostanza fondamentale, gli enzimi sono progressivamente danneggiati dalle omotossine e hanno meno possibilità di espletare le funzioni a loro demandate.

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Nelle ultime due Fasi (Fase di degenerazione; Fase di dedifferenziazione), che sono Fasi cellulari, ci troviamo di fronte ad un quadro decisamente più compromesso del precedente, con notevole danneggiamento degli enzimi cellulari, tendenza a peggioramento e scarsissima possibilità di autoguarigione: si tratta di fasi per lo più inguaribili. Ritornando un attimo a quanto accennato prima sui principi fondamentali, la frase “ Similia similibus curantur “ deve essere intesa nel senso che, nell’ attuazione di una terapia Omeopatica e Omotossicologica, da un lato c’è una manifestazione patologica e dall’altra il rimedio Omeopatico che induce manifestazioni quanto più simili alla tossina che provoca la malattia (simillimum). In pratica, il rimedio cerca di mimare, imitare la malattia inducendo l’organismo, già attivato contro la noxa patogena, ad attivare altri meccanismi difensivi, ancora in riserva, in modo che tutto il Grande Sistema difensivo partecipi all’inattivazione delle sostanze tossiche ed alla disintossicazione. Circa l’uso pratico dei preparati Omeopatici, in Omeopatia si usano rimedi diluiti : la diluizione è giustificata in quanto grazie ad essa si eliminano gli effetti velenosi della sostanza utilizzata pur persistendo la capacità di attivare e/o potenziare il Sistema d difesa. Inoltre in Omeopatia e Omotossicologia, oltre alla legge del “ similis”, entra in gioco anche una legge fondamentale in biologia: la cosiddetta “ Legge dell’inversione dell’effetto delle sostanze in base alla dose “, detta Legge di Arndt-Schulz. Per questa Legge, stimoli deboli eccitano le funzioni biologiche, stimoli medi le promuovono, stimoli forti le inibiscono mentre stimoli fortissimi le annullano. Ciò significa che il rimedio, scelto accuratamente ( simillimum ) e con diluizione appropriata, deve sì corrispondere, da un lato, quanto più possibile a quella noxa patogena che provocherebbe una malattia il più possibile simile a quella in atto, ma dall’altro lato, grazie alla diluizione, stimola le funzioni vitali dell’organismo ad una più intensa attività antitossica specifica e all’attivazione, ripetiamo, di tutti i meccanismi difensivi, compresi quelli ancora in riserva. Diluizioni La materia prima da cui si parte per le diluizioni può essere: • di origine vegetale ( tinture madri, macerati glicerici ) • di origine animale ( estratti, escrezioni patologiche, secrezioni animali, liofilizzati d’organo, polveri ) dalla tintura madre in alcool o in glicerina • prodotti chimici Per ottenere la diluizione, il ceppo Omeopatico stesso viene messo in un flacone e diluito in un veicolo in rapporto di 1/10 (decimale) o di 1/100 (centesimale), e per ogni operazione si agita il flacone stesso con una serie di forti succussioni in modo da “ dinamizzare” il preparato stesso. Il grado di diluizione è dato dal numero di operazioni effettuate, cosjcchè generalmente si utilizzano preparazioni in diluizione decimale (D, DH, X, XH) e centesimale (C, CH), mentre il numero che accompagna la diluizione rappresenta il numero di passaggi effettuato.

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GLI EDEMI IN ORTOPEDIA: POSSIBILITÀ di TERAPIA CON FARMACI

“ALTERNATIVI“ I Linfedemi dovuti a patologie di pertinenza Ortopedica di più frequente osservazione nei quali si è avuto un evidente effetto terapeutico grazie all’uso, localizzato e sistemico, di preparati “alternativi“ sono stati in particolare: • I linfedemi post-traumatici duri dovuti a distorsioni tibio-tarsiche e/o a contusioni, etc. • I linfedemi acuti traumatici secondari a strappi muscolari, stiramenti e sfibramenti legamentari, lesioni tendinee acute, fratture ossee, post-operatori, etc. • linfedemi da gesso o, comunque, da prolungata immobilizzazione, etc. Anche nelle patologie sportive è molto importante poter disporre di farmaci efficaci ed affidabili soprattutto nel ridurre i tempi di recupero, al fine di ripristinare al più presto l’integrità fisica e l’idoneità sportiva degli atleti. Questi obbiettivi vengono ottenuti, nelle fasi acute, con bendaggi funzionali e con farmaci antinfiammatori e antiedemigeni. Tra le patologie acute ricordiamo in particolare le distorsioni, le fratture, le lussazioni, gli stiramenti e gli strappi muscolari, le tenosinoviti e le borsiti, le contusioni. Tra quelle croniche, ricordiamo, le patologie risultato di continui microtraumatismi, a volte associati a traumi acuti, che interessano in particolar modo le membrane sinoviali e le guaine tendinee (artrosinoviti, specie malleolari o del ginocchio). E anche la terapia di queste forme, oltre che dell’immobilizzazione dell’arto, con o senza ghiaccio, per pochi o molti giorni, dell’artrocentesi per la rimozione dell’eventuale liquido, eventualmente della terapia chirurgica nonché della fisioterapia, può concretamente giovarsi di rimedi antinfiammatori e antiedemigeni “alternativi”. TERAPIA La terapia Omotossicologica dei linfedemi si avvale di interventi sia ambulatoriali che domiciliari.

TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA

dei LINFEDEMI

Interventi ambulatoriali: mesoterapia linfodrenaggio

Interventi domiciliari: terapia orale

localeginnastica attiva e passiva

Gli interventi ambulatoriali comprendono una terapia locale iniettiva basata sul trattamento della o delle aree edematose mediante la creazione di pomfi intradermici realizzati con ago da mesoterapia ( ago da 4 mm 24-30 G, 0,30-050 cc per pomfo) ), nonché interventi di linfodrenaggio come importante terapia di accompagnamento.

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L’ intervento domiciliare si basa soprattutto sulla terapia orale (gocce, compresse da sciogliere sotto la lingua), locale (pomate) e sulla ginnastica attiva e/o passiva, in base al tipo e alla gravità delle lesioni. I cocktails da iniettare per via mesoterapica sono composti da sostanze derivate da vegetali o animali, o, ancora, sono oligoelementi, il tutto in diluizioni variabili e sempre basandosi sulla legge del similis o del simillimum, come accennato prima.

MESOTERAPIA

I cocktails da iniettare per via mesoterapicasono composti da sostanze derivate da vegetali o

animali o, ancora, sono oligoelementi, il tutto in diluizioni variabili e sempre basandosi sulla

legge del “similis o del simillimum”

L’ azione dei rimedi, in quest’ambito Ortopedico, è schematizzabile in un ripristino graduale dell’omeostasi locale grazie ad una potente azione antalgica con conseguente miglioramento della mobilizzazione sia attiva che passiva, all’attenuazione dell’ipertono dei muscoli scheletrici nonché alla riduzione dell’edema attraverso il migliorato drenaggio attraverso le vie linfatiche. I rimedi più utilizzati e più sperimentati possono essere unitari (unica sostanza) oppure, più frequentemente, composti che contengono anche, oltre al simillimum, catalizzatori, estratti organici, oligoelementi, vitamine ecc.

AZIONE dei RIMEDI

�all’azione antalgica

�all’attenuazione dell’ipertono dei muscoli scheletrici

�alla riduzione dell’edema attraverso il migliorato drenaggio

Si esplica attraverso il ripristino graduale dell’omeostasi locale grazie:

Nella nostra esperienza utilizziamo entrambe le formulazioni, ed in particolare: Arnica compositum Heel° ( Traumeel °) e Chiroplexan H. Inj. Pflugerplex°: grandi rimedi Omotossicologici che, grazie alla loro particolare composizione, agiscono come potenti antiflogistici in svariate patologie, soprattutto nei traumi di ogni tipo, specie contusioni, distorsioni, fratture, versamenti articolari, nonché edemi delle parti molli, edemi post-operatori e post-traumatici delle parti molli, lesioni tendinee e legamentose, borsiti, periartriti ecc., e questo grazie al sinergismo ed alla complementarietà dei loro componenti.

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RIMEDI VEGETALI

� Belladonna(tropismo vascolo nervoso e flogosi)� Calendula (tumefazioni post-traumatiche)� Hamamelis (Azione sulla permeabilità vasale)� Aconitum ( modulazione della fase neurogena

dell’infiammazione)� Hepar sulfuris (tropismo per il sist. Linfatico)� Bellis perennis(tumefazioni fase interstiziale ed

essudativa)� Conium, Hydrastis, Phytolacca(modulazione

permeabilità capillare per blocco sintesi e captazione delle E Prostaglandine e Trombossani con diminuzione aggregazione piastrinica)

In particolare, per Arnica compositum°: - Calendula D 2 ( tumefazioni post-traumatiche muscolari ed articolari), Belladonna D 4 (tropismo vasculo-nervoso e infiammazione), Hamamelis D 2 (azione sulla permeabilità vasale), Echinacea angustifolia D 2, Arnica montana D2, Aconitum D 2 nelle fiale o D 3 nelle gocce (modulazione della fase neurogena dell’infiammazione), Hepar sulfuris D 6 nelle fiale e D8 nelle compresse e gocce (tropismo per il Sistema Linfatico), Bellis perennis D 2 (tumefazioni, fase interstiziale essudativa), Mercurius solubilis Hahn.D 3. Questo rimedio viene somministrato preferibilmente per via mesoterapica. La frequenza di somministrazione in genere varia in base alla gravità delle lesioni: da 1 fl. al dì fino a due-tre fl. a settimana. A completamento, terapia orale con gocce (15-20 gocce x 2-3/die) o compresse (1 cpr. x 3-4/die) ed applicazione locale di pomata un paio di volte al dì. Le controindicazioni sono ovviamente rappresentate dall’ipersensibilità a qualcuno dei componenti. Per Chiroplexan H. Inj°: - Achillea millefolium D 4 (contusioni e tumefazioni), Aconitum D 4 (modulazione della fase neurogena dell’infiammazione), Arnica D 6, Calendula D 4 (tumefazioni post-traumatiche muscolari ed articolari), oltre ad Hamamelis D 4 ( permeabilità vasale), Mercurius solubilis Hahn. D 10 (tumefazioni delle parti molli) e Bellis perennis D 4 (tumefazioni, fase essudativa interstiziale). Anche questo rimedio viene somministrato preferibilmente in mesoterapia, ma anche i.m. o s.c.: nei casi acuti 1 fl. al dì, poi 1 fl. 1-2 volte a settimana. Le controindicazioni sono sempre rappresentate dall’ipersensibilità a qualcuno dei componenti. Allenvis° Linda’s gocce: Questo rimedio può, a ragione, essere considerato un antistaminico omotossicologico. La sua composizione, che comprende, tra l’altro, Apis DH 5, DH 7, DH 12 e 30, Ac. Formicicum DH 7, Histaminum muriaticum DH 15, Histaminum DH 12, Ledum palustre DH 15, Urtica urens DH 5, rende questo rimedio estremamente interessante in quanto, oltre che regolare la produzione ed il rilascio dell’istamina e sostanze simili, smorza l’eventuale eccessiva risposta infiammatoria, l’edema, lo spasmo, ed ha anche un’efficace azione drenante generale. Il dosaggio prevede 15 gocce x 3/ die. In acuzie, possiamo prescrivere 10 gocce ogni 20-25 minuti x 2-3 ore; poi pausa di almeno 3-4 ore e poi ripetizione del dosaggio. Le controindicazioni sono sempre rappresentate dall’ipersensibilità a qualcuno dei componenti.

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Drenvis° Linda’s gocce : la sua ricca formulazione lo rende un ottimo drenante omotossicologico, utile sia nelle patologie acute che in quelle croniche. Tra l’altro spiccano disintossicanti connettivali (Sulfur iodatum DH 5-12-30, Pulsatilla DH 12, Histaminum muriaticum DH 9-12-30-200) e stimolatori linfatici (Apis CH 12, Hydrastis DH 7, Scrophularia nodosa DH 5 e Mercurius bijodatus DH 12). Dosaggio 15 gocce x 3-4/die). Le controindicazioni sono sempre rappresentate dall’ipersensibilità a qualcuno dei componenti. Hamamelis comples F 24 Omeodrema° Linda’s fiale: rimedio molto interessante, da usare soprattutto nelle patologie post-traumatiche in quanto è efficace laddove vi sono compromissioni più o meno accentuate della funzione vasculo-linfatica. Questo grazie alla presenza, tra l’altro, di Placentine CH 4, Vaso linfatico CH 4, Hamamelis CH 2, Tabacum CH 3, Secale CH 3, Cobalto e Vanadio. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. Dose: 1 fl. 1-2 volte a settimana in mesoterapia, i.m., s.c. Lymphomyosot° Heel : questo magnifico rimedio, grazie alla sua peculiare composizione ( Myosotis arvensis D 3, Junglans regia D 3, Pinus silvestris D 4, Genziana lutea D 4, Geranium robertianum, Thyroxin D 12, Scrophularia nodosa D 3, Ferrum jodatum D 12 ed altri ) trova indicazione, tra l’altro, nel linfatismo, linfedema post-chirurgico e post-traumatico, debolezza immunitaria, drenaggio mesenchimale, adenomegalia in genere. L’azione specifica è depurazione mesenchimale e connettivale, nonché potente effetto drenante del Sistema linfatico (ovviamente con collettori linfatici efferenti non bloccati, altrimenti si può avere accumulo di liquido). Non ha un effetto diuretico in senso stretto: a tal proposito, ricordiamo che nel linfedema i diuretici in generale non vanno usati in quanto favoriscono il riassorbimento solo dell’acqua e del sodio, mentre le proteine della linfa restano negli spazi interstiziali. Le controindicazioni sono ovviamente rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. La somministrazione prolungata in pazienti con patologie tiroidee deve essere attentamente monitorata per la presenza di Levothyroxin D12 e Ferrum jodatum D12. La somministrazione preferibile è in fiale in mesoterapia (1 fl./die nei casi acuti fino a 2-3 fl. a settimana x 2-3 settimane; nei casi cronici 1-2 fl. a settimana), insieme a gocce orali (10-15 gocce x 2-3/die fino a 20 goccex3 nei casi acuti) Lymdiaral° Pascoe: l’azione di questo preparato, presente in fiale, gocce e pomata, si esplica a livello dei linfatici grazie alla sua formulazione che prevede, in particolare, Conium D3 ( conina e conidrina nella pomata ), Hydrastis D3, Phytolacca (Fitolaccofide) e poi, ancora, Scilla D 1, Asteria rubens D 3 e Viscum album D 2. Il meccanismo d’azione si basa sulla modulazione della permeabilità capillare, nel senso di riduzione, alle proteine grazie al blocco della sintesi e captazione delle E prostaglandine a livello endoteliale, nonché sul blocco della sintesi dei trombossani (diminuzione dell’aggregazione piastrinica) e regolazione dei sistemi enzimatici lisosomali. La somministrazione è in fiale in mesoterapia, i.m., in gocce orali (15-20- gocce x 2/die) e pomata. La durata della terapia varia da 1 fl./die per i casi acuti fino a 1 fl. a settimana in quelli cronici. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. Linflovis Linda’s gocce e fiale orali: è particolarmente efficace nelle patologie acute per evitarne la cronicizzazione e/o manifestazioni di tipo flogistico eccessive. In particolare, è eccellente, addirittura risolutivo, nelle patologie traumatiche (traumi di ogni tipo,

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contusioni, distorsioni, fratture, nonché edemi delle parti molli, lesioni tendinee e legamentose, borsiti, periartriti, edemi post-operatori e post-traumatici, versamenti articolari ecc.) grazie ad Arnica DH 5, Bellis perennis DH 5 (tumefazioni, fase interstiziale essudativa), Achillea millefolium DH 6 (contusioni e tumefazioni), Belladonna DH 8 (tropismo vasculo-nervoso e infiammazione), Hypericum DH 4 ( danni neurali), Juglans regia DH 4, Scrophularia nodosa DH 5, Apis DH 5, Urtica urens DH 5, Hepar sulfuris DH 8. Dosaggio: gocce – Acuzie 10-20 x 4-6 volte/die; casi cronici 15 gocce x 2-3/die Fiale os: Acuzie 1-2 fl./die, subacuzie 3 fl. a settimana, casi cronici 1-2 fl. a settimana. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. Infi*Hamamelis° comp. Infirmarius-Rovit gocce : simile ad Arnica comp. ed a Chiroplexan come azione ed indicazioni, contiene Hamamelis D 2 (azione sulla permeabilità vasale), Aconitum D 6 (modulazione della fase neurale dell’infiammazione), Calendula D 2, Echinacea ang. D 3, oltre a Bursa pastoris D 2, Hypericum D 2 (danni neurali) e altri. La somministrazione orale prevede 15-20 gocce x2-3/ die. La formulazione in fiale iniettabili, Infi*Hamamelis° comp. Injekt, ha, tra gli altri, Hamamelis D 2, Aconitum D 4, Arnica D 6, Echinacea ang. D 3. La somministrazione che usiamo preferibilmente è in mesoterapia, da 1 fl. al dì fino a 2-3 fl. a settimana. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. Infi*Myosotis°injek. Infirmarius-Rovit : ha una composizione abbastanza simile al Lymphomyosot ed ha indicazioni sovrapponibili. Non contiene Thyroxin, Veronica, Pinus silvestris, ma, in compenso, presenta Calcium carbonicum D 8 (azione sui linfonodi ingrossati) e Lycopodium D 10. La somministrazione è in fiale in mesoterapia, i.m., in gocce orali (15-20- gocce x 2/die) e pomata. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. La durata della terapia varia da 1 fl./die per i casi acuti fino a 1 fl. a settimana in quelli cronici. Ultima Ratio° Alexander: è un complesso salino costituito da moltissimi sali lavorati omeopaticamente, ed ha la peculiarità di essere un potente attivatore e regolatore del Sistema linfatico. Si somministra sottocute, preferibilmente nei punti di agopuntura, e le somministrazioni variano da 1 fl. al dì per 2-3-settimane fino ad arrivare, nei casi cronici, a 1 fl. ogni 2-3 settimane. Non sono mai state osservate, a tutt’oggi, incompatibilità di nessun genere. Barytine comples Litoligo° Linda’s gocce e fiale: è un litoterapico ed è utile nei disturbi e nelle insufficienze circolatorie periferiche. Nella sua composizione è presente anche Blende DH 8 e Barytine DH 8. Lo somministriamo soprattutto nelle patologie traumatiche osteo-articolari non in fase acuta: Dosaggio: 25 gocce x 2/ die; 1-2 fl. a settimana in mesoterapia. Le controindicazioni sono, come sempre, rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti. Molto efficaci sono anche cocktails che si basano su preparazioni derivate da veleni animali, in particolare dai serpenti o insetti. La loro azione ci fa comprendere meglio di altri esempi il principio del “similis” e del “simillimum”. E’, infatti, essenziale considerare l’effetto locale del veleno per poter scegliere il rimedio più adeguato al linfedema che intendiamo trattare.

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VELENI ANIMALI

� APIS: apitossina, acido formico, istamina(provoca edema pallido, urente, tendente al rosato)

� BOTHROPS LANCEOLATUS (edema livido, ecchimotico, emorragico con flittene, doloroso, tendente alla necrosi)

� LACHESIS MUTA (notevole edema veno-linfatico, aree necrotiche, flittene emorragiche)

� VIPERA BERUS (edema bruciante e molto doloroso)

� NAJA ATRA (edema pallido, soffice, roseo, senza vescicole o papule)

La puntura di un’Ape, ad esempio, inoculando nel malcapitato un liquido molto ricco di acido formico, apitossina ed istamina, provoca localmente un’edema piuttosto pallido, urente, tendente al rosato. Il morso del Bothrops lanceolatus, detto anche Crotalo dalla testa a punta di lancia, provoca in poche ore, oltre alla reazione sistemica, una reazione locale imponente caratterizzata da edema livido di tipo ecchimotico-emorragico con flittene, con tendenza alla necrosi e vivissimo dolore che, in caso di localizzazione agli arti, si irradia anche alla radice degli arti. Il rimedio che utilizziamo è Bothrops lanceolatus injeel D 15-30-200. La Lachesis muta è un altro crotalo, piuttosto grosso, il cui morso provoca localmente, in poche ore, oltre al danno sistemico un edema linfatico e venoso ragguardevole, tendente a formare soffusioni bolloso-emorragiche fino ad aree necrotiche, nonché intenso dolore col movimento. Il rimedio Lachesis injeel contiene Lachesis D 13-30-200-1000. Lachesis lo troviamo anche in Echinacea compositum°, Aconitum Heel°, Infi*Lachesis° injeel, Lilium Compositum Heel°, Ypsiloheel°. La Vipera berus provoca col suo morso un edema molto doloroso, bruciante. Il rimedio che utilizziamo, Vipera berus injeel, rimedio principe delle tromboflebiti, contiene Vipera berus D 15-30-200. La Naja Atra (Cobra cinese) col suo morso provoca un edema pallido, soffice, roseo, senza vescicole o papule. Naja tripudians injeel contiene Naja tripudians D 15-30-200. Come possibilità terapeutiche legate, allora, alle caratteristiche dell’edema linfatico da trattare, possiamo così utilizzare: Apis: Come Apis injeel°Heel è formulato alle diluizioni D10-30-200 e 1000. E’ contenuto anche in molti preparati composti, tra cui Arnica Heel°, Galium Heel°, Aesculus compositum Heel°, Lowe Komplex nr. 12 “Aesculus”° Infirmarius-Rovit gocce ( Apis D 4, Aesculus, Arnica, Formica rufa D 6 ecc), nonché nell’Apis Homaccord° Heel in cui, oltre ad Apis D 4-10-30-200-1000 c’è anche Scilla D 4-10-30 , Apisinum D 8-30 e Tartarus stibiatus. Le controindicazioni sono ovviamente rappresentate dall’ipersensibilità verso uno o più componenti, in particolare ipersensibilità alla puntura di api o di altri insetti.

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La somministrazione è in fiale in mesoterapia (1 fl./die in acuzie) e in gocce orali (Apis Homaccord, 10-15 gocce x 2-3/die, Lowe Komplex nr.12 20 gocce x 2-3/die). Bothrops+Lachesis+Vipera Berus in caso di edema acuto duro e rosso, con ecchimosi. Questo cocktail è particolarmente efficace nei linfedemi acuti traumatici, specie fratture ossee, sfibramenti legamentosi, strappi muscolari ma anche in quelli duri post-traumatici, insieme a drenaggio linfatico, Lymphomyosot o Infi*Myosotis e Arnica compositum fiale o Chiroplexan per mesoterapia o Lymdiaral, con accompagnamento di terapia orale con Arnica compositum cpr. 1 x 3/die o gocce 10-15 x 3/die, Lymphomyosot gocce e Manganese-Cobalto 1 fl. os a giorni alterni. A completamento, terapia locale con Arnica compositum pomata. Naja+Apis è efficace nell’edema soffice, giallo brunastro, insieme a Lymphomyosot o Infi*Myosotis e Arnica compositum fiale o Chiroplexan o Lymdiaral per mesoterapia, con accompagnamento di terapia orale con Arnica compositum cpr. 1 x 3/die o gocce 10-15 x 3/die, Lymphomyosot gocce o Lowe Komplex nr. 12 gocce e Manganese-Cobalto 1 fialoide os a giorni alterni, per 3 settimane circa, e terapia locale con Arnica compositum pomata. Tra i vari preparati somministrabili per os dobbiamo, infine, ricordarne uno molto particolare, da usare in via sperimentale: Amovis° Linda’s gocce: è un interessantissimo rimedio omotossicologico che possiede nella sua formulazione anche veleni di serpenti quali Lachesis (DH 10), Crotalus horridus (DH 12) e Vipera berus (DH 12). Questi veleni, che hanno prevalentemente una azione emorragica, emolizzante, necrotizzante, coagulante e neurotossica, grazie alla legge del similis agisce sia sul sangue che sui tessuti. La dose è 10-20 gocce x 2-3 al dì. Le controindicazioni sono sempre rappresentate dall’ipersensibilità verso qualcuno dei componenti. E’ opportuno ripetere ancora una volta che, ovviamente, l’uso di questi preparati è assolutamente controindicato se è accertata un’ipersensibilità verso uno o più componenti, in particolare ipersensibilità alla puntura di api o di altri insetti e al veleno di serpente. TECNICA La somministrazione dei preparati per via mesoterapica deve essere effettuata, oltre che nella zona lesionale e perilesionale, vicino alle stazioni linfonodali zonali nonchè in particolari punti di Agopuntura (Omeosiniatria) al fine di ottenere un notevole potenziamento dell’effetto. Volendo andare in dettaglio, per l’Arto superiore abbiamo: • Per la mano (dorso) i punti dei linfonodi interossei, a livello metacarpale (Baxie-Extra 28) nelle pieghe tra le teste dei metacarpi • MC 4 (maestro del cuore) per il linfonodo radiale • P 3 (Polmoni) per i linfonodi cubitali superiori • TR 10 (Triplice Riscaldatore) per quelli epitrocleari • C 2 (Cuore) per quelli omerali • IG 9 (Piccolo Intestino) per la regione dell’ascella

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In particolare: • MC 4 è situato 5 cm circa sopra la linea di flessione del polso, a metà circa della superficie anteriore dell’avambraccio.

• TR 10: tenendo flesso il gomito, è a circa 1 cm al di sopra dell’olecrano, oppure proprio sulla punta dell’olecrano se l’avambraccio è esteso.

• P 3 è circa 5 cm sotto la piega ascellare, sulla faccia anteriore del bicipite brachiale.

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• C 2 è a circa 3 cm sopra la piega del gomito, solco mediano del bicipite brachiale.

• IG 9 è 1 cm circa sopra l’estremità della piega posteriore dell’ascella

Per l’Arto inferiore abbiamo: • Linfonodi interossei del piede (dorso), a livello metatarsale (Bafeng-Extra 36) nelle pieghe tra le teste dei metatarsi • E 36-37-38 (Stomaco) per i linfonodi tibiali anteriori • V 40 (Vescica) per quelli della regione poplitea • F 11 (Fegato) per quelli della regione inguinale In particolare:

• Meridiano milza-pancreas

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OMEOSINIATRIAMERIDIANO MILZA-PANCREAS•5: depressione sul bordo antero-inferiore del malleolo mediale. Flebopatie, edemi, artralgie, stitichezza ed emorroidi

•6: quattro dita trasverse sopra l’apice del malleolo mediale, dietro il bordo posteriore della tibia.Punto di unione dei tre mer. Yin della gamba; affezioni ginecologiche.

•7: quattro dita trasverse sopra il punto sei. Azione diuretica, utile negli edemi.

•9: nella depressione del condilo mediale della tibia, sotto la sua tuberosità. Diuresi

•10: superficie interna della coscia, margine posteriore del sartorio, tre dita trasverse sopra l’angolo postero-superiore del condilo mediale femorale. Negli edemi ( governa la distribuzione dei liquidi ), ginecologia.

•11: sul sartorio, a metà tra l’inguine e il bordo supero-esterno della rotula. Edemi

• E 36 tra la testa del perone e la tibia • E 37 poco sotto E 36 (4 cm) • E 38 circa 3 cm sotto E 37 • V 40 in mezzo alla piega poplitea • F 11 sulla piega dell’inguine, internamente alla crosse della Vena Grande Safena.

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A questi punti aggiungiamo altri punti omeosiniatrici importantissimi che, però, non corrispondono a linfonodi o a stazioni linfonodali: • V 58 all’altezza dell’inserzione del muscolo gemello esterno • V 60 a metà della linea che unisce il malleolo esterno al tendine Achilleo

FITOTERAPIA Anche la Fitoterapia ci può offrire un valido aiuto nella terapia dei linfedemi. Sono, infatti, numerose le sostanze con azione antiedemigena che il regno vegetale ci offre, e sono utilizzate per lo più sotto forma di estratti secchi di piante o tinture madri o, ancora, macerati glicerici o, ancora, sotto forma di Fitosoma ( carrier fosfolipidico derivato dalla soja che viene legato alla molecola del fitoterapico con formazione di un fitocomplesso che assicura un assorbimento molto maggiore a livello gastroenterico ). La somministrazione di queste sostanze deve avvenire esclusivamente per os.

FITOTERAPICI ed OLIGOELEMENTI

� Amamelide (riduce la permeabilità capillare)� Gambo d’Ananas(lisi dei depositi di fibrina grazie alla

bromelina)� Ginkgo Biloba ( flavonoidi, leucoantocianosidi) � Ippocastano(anti-edemigeno e anti-infiammatorio)� Meliloto (blando anticoagulante e tonico)� Centella asiatica (asiaticosidi),Vite rossa (polifenoli),

Ruta, Erva de bicho( polifenoli, tannini e flavonoidi)� Cobalto-Manganese-Rame; Zinco-Nichel-Cobalto;

Manganese-Rame

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Tra le più efficaci, ricordiamo: - L’Amamelide ad azione vasotonica. E’ ricca di Vitamina P, tannini gallici, flavonoidi, colina, acidi fenolici e sali minerali. Agisce soprattutto riducendo la permeabilità capillare.

- La Centella Asiatica: viene utilizzata la pianta in toto; contiene Asiaticosidi, sostanze triterpeniche molto attive sul connettivo. Queste sostanze aumentano la quantità di Glicosaminglicani (GAG) della sostanza cementante le cellule endoteliali.

- L’Equiseto, particolarmente utile negli sportivi grazie anche al suo contenuto in silice che facilita la condrogenesi, insieme all’Artiglio del Diavolo (Harpagophytum) che ha un’azione favorevole sull’elasticità dei tendini, dei legamenti e delle pareti vascolari - L’Erva de Bicho (polifenoli, tannini, flavonoidi). - La Ginkgo Biloba, che contiene flavonoidi, flavoni ginkgolidi e leucoantocianosidi. Agisce incrementando la perfusione ematica, anche a livello periferico . Migliora la ipoperfusione locale agendo sulle piccole arterie e sulle arteriole pre-capillari con una azione vasocinetica capace di incrementare il volume e la velocità del flusso ematico locale. azione sulla media della parete arteriosa grazie ad un’interazione diretta con i miociti parietali. Tale azione sembrerebbe migliorare sia la componente fasica che quella tonica della contrazione miocitica che normalmente sviluppa l’onda sfigmica. Può incrementare l’effetto degli anticoagulanti ed antiaggreganti piastrinici.

- Il Gambo d’Ananas, ricco di Bromelina che, come noto, è un enzima proteolitico che aumenta la lisi dei depositi di fibrina nella zona di infiammazione, depositi che altrimenti bloccherebbero sia i capillari sanguigni che linfatici: l’azione si esplica principalmente attraverso il miglioramento del microcircolo.

- L’ Ippocastano (corteccia) che contiene derivati cumarinici (Vit.P). L’Escina, triterpene pentaciclico, aumenta la resistenza capillare, diminuisce la permeabilità ed ha un modesto effetto vasocostrittore: ne deriva un’azione antiedemigena, antinfiammatoria e venotonica.

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- Il Meliloto, efficace tonico e leggero anticoagulante. Contiene bioflavonoidi ed eterosidi cumarinici. A questi ultimi viene attribuita una notevole attività linfocinetica, con azione di drenaggio del liquido interstiziale.

- Il Mirtillo , ricco di Vit.P ed antocianosidi. EEffetto capillaro-protettore basato sulla formazione di complessi liposolubili tra le antocianidine (agliconi degli antocianosidi) ed i fosfolipidi delle membrane endoteliali; attività sulla biosintesi dei glicosaminoglicani (in particolare acido jaluronico) della sostanza fondamentale del connettivo e, in definitiva, sul manicotto mucopolisaccaridico peri-capillare.

- La Ruta: da questa pianta si estraeva la Rutina, un flavonoide presente anche nell’eucalipto, nel grano saraceno, nella forsythia e nel tabacco. Oggi la rutina viene estratta da altre piante ; ha un’azione capillaro-protettrice nonché antiossidante, e svolge la sua azione principalmente diminuendo la permeabilità vasale ed aumentando la resistenza capillare.

- La Spirea Ulmaria, antinfiammatorio, particolarmente efficace a livello delle articolazioni. - La Vitis Vinifera (polifenoli): LLee leucoantocianidine sono risultate essere inibitori non- competitivi di enzimi come la xantino-ossidasi (genera quei radicali liberi imputati del danneggiamento delle pareti endoteliali) e di enzimi come l’elastasi, la collagenasi, la ialuronidasi e la beta-glucuronidasi ( regolano il turn-over dei componenti della matrice extracellulare che circonda le pareti dei capillari ); hanno proprietà capillaro-protettive, in quanto capaci di legare in maniera aspecifica le fibre che compongono le pareti dei vasi.

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Per completare, ricordiamo che anche gli Oligoelementi sono molto utili nei linfedemi, ed in particolare le associazioni Cobalto-Manganese-Rame, Zinco-Nichel-Cobalto e Manganese-Rame. CONCLUSIONI Anche nei linfedemi da patologie acute e croniche di pertinenza Ortopedica, accanto ai farmaci tradizionali, alla riabilitazione fisioterapica ed all’imprescindibile impegno del paziente alla terapia prescritta, l’utilizzo di preparati cosiddetti ”alternativi” si dimostra estremamente importante per accelerare il recupero della lesione e la restitutio ad integrum. BIBLIOGRAFIA 1. BIANCHI I.: La metodica clinica Omotossicologica nella patologia linfatica. La Medicina Biologica, Ottobre-Dicembre 1998: 47-55 2. CAMPISI C.: Il linfedema, aspetti attuali di diagnosi e terapia. Flebologia Oggi, Minerva Medica Ed 1997; 1: 27-41 3. CASPER J., FOERSTEL G.: Traumeel negli edemi traumatici delle parti molli. Rivista Italiana di Omotossicologia n° 3, 1984 4. CONFORTI A., BERTANI S., LUSSIGNOLI S., BELLAVITE P.: Effetti dei farmaci Omotossicologici sulle infiammazioni acute e croniche. La Medicina Biologica n° 1, 1999 5. La Metodica Terapeutica Omeopatica e Bioterapica. Dolisos Italia Dir. Marketing. Febbraio 1997, Stampa TIPAR, Roma. pp 10-12 6. KIRCHOFF HW.: Trattamento Omotossicologico del linfedema. Da Medicina Biologica ( edizione spagnola ) 1/96 7. MILANI L.: Terapia locale dei linfedemi con farmaci Omeopatici di origine animale. La Medicina Biologica n° 4, 1998: 13-25 8. Mortimer PS. Therapy approaches for lymphedema. Angiology (1997) 48: 87-91 London, U.K. 9. OMEOPATIA E OMOTOSSICOLOGIA. In: Ordinatio Antihomotoxica et Materia Medica. Dip. Scientifico della Biologische Heilmittel Heel GmbH, Baden Baden, Germany, 1998 8th Edition, pp 5-12 10. PEDRETTI M.: Chimica e Farmacologia delle piante medicinali. Studio Edizioni 1978 Milano 11. RIVA SANSEVERINO E.: Fisiopatologia del Sistema Linfatico. Organizzazione generale del letto vascolare linfatico. La Medicina Biologica, Ottobre-Dicembre 1998: 3-8 12. SCHIRMOHAMMADI R., WERNER B.: Il Sistema Linfatico e le possibilità terapeutiche. 12 anni di esperienza clinica con Lymdiaral°. Acta Biologica n°1, 28 Maggio 1996-Anno XXXV 13. ZENNER ST., METELMANN M.: Impiego terapeutico di Lymphomyosot: risultato di uno studio multicentrico condotto su 3512 pazienti. Biologische Medizin 5/89

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