Le Stagioni dell'Amore

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Le Stagioni dell'Amore di Francesco Costantino INTRODUZIONE Corre lieve, a volte, altre turbolento come un fiume in piena questo flusso poetico intriso di amore, di passione, di profondo travaglio interiore. Amori vissuti con intensità e con la consapevolezza che tutto può finire, con un soffio di vento. E’ la consapevolezza di essere un “illuso di sempre” in un mondo “stupido” e che perciò viene escluso dalla nicchia dei sentimenti in cui si rifugiano gli amanti: Solo la Natura è un testimone sempre presente e partecipa, specchio di una realtà vissuta fino in fondo. Roma ottobre 2011 Antonella Piano M’era sembrato di toccar con mano cose sognate e speranze antiche. E finalmente tutto era concreto palpabile visibile reale. La voluttà era nel corpo tuo elastico carnoso vellutato. Nelle tue mani c’eran le carezze che avrebbero sciolto il mio dolore. Un tuo sguardo furtivo, un tuo sorriso erano la lusinga e la promessa. Ma quando t’ho sfiorato colla mano tu sei svanita e tutto adesso è sogno. ---------- Per un istante i sogni sono veri ed è nell’attimo in cui sorge il sole come nell’attimo in cui sorridi. ----------- Senza un perché, nel nulla sei sparita; grazie, m’hai regalato la speranza. Senza motivo non mi vuoi vedere; grazie, perché mi fai sentire vivo nella ricerca di una risposta.

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Poesie di Francesco Costantino

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Page 1: Le Stagioni dell'Amore

Le Stagioni dell'Amoredi Francesco Costantino

INTRODUZIONE

Corre lieve, a volte, altre turbolento come un fiume in piena questo flusso poetico intriso di amore, di passione, di profondo travaglio interiore. Amori vissuti con intensità e con la consapevolezza che tutto può finire, con un soffio di vento. E’ la consapevolezza di essere un “illuso di sempre” in un mondo “stupido” e che perciò viene escluso dalla nicchia dei sentimenti in cui si rifugiano gli amanti: Solo la Natura è un testimone sempre presente e partecipa, specchio di una realtà vissuta fino in fondo.Roma ottobre 2011 Antonella Piano

M’era sembrato di toccar con manocose sognate e speranze antiche.E finalmente tutto era concretopalpabile visibile reale.La voluttà era nel corpo tuo elastico carnoso vellutato.Nelle tue mani c’eran le carezzeche avrebbero sciolto il mio dolore.Un tuo sguardo furtivo, un tuo sorrisoerano la lusinga e la promessa.Ma quando t’ho sfiorato colla manotu sei svanita e tutto adesso è sogno.

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Per un istante i sogni sono veried è nell’attimo in cui sorge il solecome nell’attimo in cui sorridi.

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Senza un perché, nel nulla sei sparita;grazie, m’hai regalato la speranza.Senza motivo non mi vuoi vedere;grazie, perché mi fai sentire vivonella ricerca di una risposta.

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Parole gesti chiacchiere sorrisiin corse folli io ti rincorro.

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Per prati e boschi andiamo leggerilo so un giorno ti raggiungeròbella e agile tu seiio ti seguo senza volontàe so che un giorno ti raggiungeròtu mi sorridi e mi dai la manopoi scappi via ed io ti riprendoe so che un giorno ti raggiungeròfino all’anima io ti raggiungerò.

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Sussulti tremiti non so dove seipalpita il cuoreora ti vedouna cascata mi travolgesoffoco tra la schiumasbattuto fra gli scoglile tue mani mi tirano sumi aggrappo alla tua vitae mille frutti dalla tua bocca assaporo.Di nuovo dubbi palpiti paurain altalena promesse speranze e sogno e mi innalzo fino al cielo.

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Vieni con melasciati sollevarenoi voliamoormai senza pesoin compagnia di nuvolette rosa.

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Sciogliamoci nell’acqua d’un ruscelloscorriamo fra i sassicantiamo insieme una sola canzone.

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Mi fai uscire il cuore dal pettoma, dimmi, perché tu mi lasci vivo?Toglimi i desideri e le illusionicosì almeno io andrò avanti.

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Io corro spero e mi guardo attornodove mai ti sei nascosta?E scavalco colline e varco fiumipercorro praterie e non ti vedonon sento la tua vocema solo il cuore mio che batte forte.

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Siedi vicino a me che ti raccontodi me e di te le cose che non sai.Ero nel purgatorio della vitae in qualche modo io andavo avanti.Tu mi hai fatto vedere il paradisoed ora mi rivolto nell’inferno.

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Saltella gira batte il cuore in pettogira l’anima mia su se stessae tutto insieme gira intorno a te.

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Ma so le labbra tue desiderosee so i capricci dell’animo tuo:andiamo, andiamo, portami con te;la vita tutta io la spenderòin delusioni e tu dammi una mano

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Seduto sulla sabbiain un desertocanto quest’amorecol mio povero flautodi canna.

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Come sigaretteio fumo i ricordidi questo viziodi questo amoreassurdo.

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Senza una parolasei andata via:di una sola possibile storiame ne hai regalatecentomila;e tutte, a mio capriccio,io le vivofino alla follia.

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Sia larga la tua viadiritta senza ostacoli sicura.La brezza ti accompagnie ti ristori.

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Da ore ormaiil sole è tramontatoe invano aspettoche sorga la luna.Ma tu, almeno,vienimi a trovare!E come un tempo,guardandoci negli occhi,rideremo.

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Nell’ariapura musicatu suonie ognuno a modo suoti comprendee tu volteggicullante melodiae sei a un tempomille e nessuna.

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E tu fresco ruscellocome una fogliaper vie sinuosemi conduci.

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Della montagna tu sei la lacrimae della sera sei la prima stella.Tu sei il primo frutto dell’estatee della primavera il primo fiore.Dell’inverno tu sei la prima nevedell’autunno sei la prima foglia.

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L’amore è grande finché non s’avvera, l’amore è grande perché non s’avvera.

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Dentro di me scorre una sorgenteche mi parla continuamente di te.e la sorgente diventa ruscelloe poi torrente fiume e mare.

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La pioggia tu ed iola vita la memoria e l’oblìoeco del tempo eco di stagionila sera dolce i sogni le illusionivita che vive palpiti e sussurri.

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Ti penso intensamentee più tu stai dentro di me più io sto fuori di me.

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All’improvviso, quasi a tradimento,son calate le ombre della sera.La luna sopra il platano giganterisplende tonda silenziosamente.Così risplendi tu nella mia mente.

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Il sole brilla dentro gli occhi tuoio sono gli occhi tuoi che son felici?

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Svuotatanello stupore della nottetrema l’animaamorevana speranzafra le cose mute.

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Parliamoci ascoltiamo ci guardiamoma più ci uniscequel che non diciamo.

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Quanto è bello ciò che non è stato,quanto è bello ciò che mai sarà.Con note lunghissime di violini,in verticale,saliamo verso il cielo.Quanto è bello ciò che non è vero.

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La gioia di vedere la tua gioia,la gioia pura di esisterenegli occhi tuoi ridenti,padrone di me stesso e del destino.

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Ho scavalcato tutte le montagneavanti ora c’è il sole in pianuracosa cercare?Io cerco la mia nave nel desertocerco la mia palma in mezzo al marema forse cerco te, amore mio.

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Noi pulsiamo in una sola pellein un impasto di sensazioni.Se non è amoreche non sia amoreche almeno sia infelicità cosciente,così vicina alla felicità.

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Non so per quale gioco di magìaall’improvviso tu sei sparita:non t’ho più vista, non t’ho più sentita,non so che fai, che pensi, come vivi.Quante domande mi vengono in mente.Intorno a me è tutto inanimato,senza colore odore né saporecalato in un silenzio di pietra.

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In eterna altalenadalla memoria profondaoltre la nascitaal mio presente dolce e tormentatoio mi lascio andare.

Ora sono notti di luna pienastupore della terra sotto il cieloe buio e luce in mille sfumatureper monti e valli, fino alla pianura.

Ed ora sono sognie feste travolgentie danze vorticose e ubriacanti.

Poi torno nel presenteal piacere e l’ansiadi sapere che ti rivedrò.

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- Ho perso la dolcezza e non so dove cercare.- Se cerchi la vedrai sul suo seno riposare.- Ho perso la speranza e non so dove cercare.- Se guardi il cielo azzurro un giorno anche tu potrai volare.. Ho perso l’amor mio e non so dove cercare.- Se cerchi lo vedrai legato in fondo al mare.

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Pensieri d’amorecoltivo nella mente.Se tu mi sorridi,come fiorisbocceranno.

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Quando ho abbracciato il tuo corpo caldoson tornato all’origine del mondoe ho varcato la soglia della morte.Fra il principio e la fine, questa vitaquesta labile vita che mi illudenelle mie braccia tutta era racchiusa.

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La gioia di vederti! La gioia di vederti è senza nome.

Sento la bocca dolce come il miele,nell’aria c’è un profumo di viole ed i colori dell’arcobaleno.La gioia di vederti!La gioia di vederti!La gioia di vederti che m’illude!

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Intorno a me la vita è inariditacome un letto di fiume disseccato;allora chiudo gli occhi e me l’invento.E vedo l’acqua, i prati, il cielo azzurroe vedo che mi guardi e mi sorridi.

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Tu eri innamorata del tramontoio ero innamorato del mattino.Tu avevi bisogno di saggezzaio d’amore morte e giovinezza.

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Le nostre strade si sono divise:tu volevi comprendere la vitaed io volevo essere capito.

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La voce tua come una copertamorbida e calda ancora mi avvolge.Io mi rannicchio e ascolto a occhi chiusil’eco che ancora sento nella mentee questo vago stordimentoe questo dolce sapore sulle labbraquest’aria serena impregnatadi odori e di sapori sensuali.

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Le cose che ti scrivo sono foglieche stacco ad una ad una dai miei rami.Adesso sono quasi tutto spoglio.Chissà quando verrà la primavera.

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Farò tutto in silenzioe lascerò che questo fuocomi cavi dentro il pettoma una volta almenofammi una carezza.

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A te non chiedo nessuna certezzama solo io ti chiedo un’illusione,una vaga speranza che m’aiutia portare il fardello della vita.

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Tu mi chiami dai monti lontanitu mi chiami da verdi pianuretu mi chiami da oasi ondeggiantitu mi chiami dalla notte senza fondoo forse sono io che ti chiamo.

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Uomo e le tue piccole coseriempi i giorni di malinconiai giorni come petali di rosevelocemente il vento porta via.

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Guardo la luna candida nel cieloe non mi sembra veroche tu esista pura e trasparente. ---------------

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Con mille nodi tu m’hai legato,più mi dibatto e più si fanno stretti.

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Il sole sorge e illumina ogni cosa;ti mi ricordi il sorgere del sole.

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Vedo la donna miache non mi vedevedo la donna mia che non mi sentevedo la donna miache non mi ama.

Sento la donna mia che non mi vedesento la donna miache non mi sentesento la donna miache non mi ama.

Amo la donna miache non mi vedeamo la donna miache non mi senteamo la donna miache non mi ama.

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Ma te lontanavive la folliain questa vitaisola desertae cerco appigli e richiamiascolto di gabbianie memorie del mare sconfinatoma per tornare indietronon c’è nave.

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Sale ad arco silenzionella nottee sale questa dolorosacoscienza di ferite.

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Quest’amore dalle mille vitemuore e rinascesempre diverso e sempre ugualeed ogni volta tocco il mio limitela sofferenza.Ma quante volteio dovrò morireprima di poter ricominciare?

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Soffio nel tempo cavola conchigliadell’amor mioche nasce dal bisognoe tu veleggiangelosui prati.

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Cosa ti posso dire amore mio,se le parole ormai l’ho consumate?Cosa serve a me avere occhi,se ogni cosa ormai è scolorita?E a cosa mi serve avere orecchiese tutto è affogato nel silenzio?

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Per sé brilla la lunanon per la terra.Per sé fiorisce il fioree vibra la chitarracosì l’amore mio.

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Luna di pace pellegrinadalla finestrain alto mi richiami.

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Sento che ti dovrò dimenticarelevare l’ancorae riprendere il mare;ma quanti nodidovrò districare?

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Di me, di te,di questa storia crudadi questa silenziosa sofferenzaio so la parte intima e segreta.E più ricordo e penso,più cerco di fissarti nella mente,più t’allontaniineluttabilmente.

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L’orecchio del tempopiegato sul cuoreil cuoreuna fogliache trema per te. -------------

Tutto come una danza non danzatama che freme nei muscoli e nel pettoed è vago il pensieroe la dolcezza di cose possibili.

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Il paradiso è solo un’illusione,un frutto che svanisce se lo cogliun’idea che muore mentre nasce;ma se ti guardo io so ch’esiste.

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Mi sono risvegliato all’imbrunire.Il cielo è azzurroe rosa l’orizzonte.A stormi, a coppie, solevolteggiano le rondini nel cielo,battono l’ali e planano.Anch’io vorrei librarmi in volo.

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Ma forse fino ad ora ho sbagliato.Ti guarderò come si guarda il mareo come una cascata d’acqua pura.

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Prima che sorga l’aurora,c’è un’aria tranquillain cui penso a te.Prima che cada la sera,c’è un’aria serenain cui penso a te.

--------------Mille cose mi sfiorano soltantoe la mia vita si trascina stancaa volte cerco almeno un punto fermotrovo solo deserto senza ventoe la vita trascorreun fiume senza inizio e senza finetu sei l’albero mionella pianura.

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Ho scritto troppe cose e son confuso,non riesco nemmeno a copiarleperché se le rileggo io rivivoin poco tempo troppe emozioni:la gioia la speranza lo sconfortol’ansia il desiderio la folliain un groviglio di sensazionifinchè mi sento vuoto e come morto.Allora lascio tutto e scrivo ancoracolla speranza di vederti prestoe ritrovare un poco di chiarezza.

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Va e vieneil ricordo dell’amore miova con un suono d’armonicae viene col crescendo d’una orchestrava e vieneil ricordo dell’amore miova con un sussurro di chitarraviene con un galoppo di cavalliva e vieneil ricordo dell’amore miova con un pellegrino all’orizzontee viene a mani vuote emigranteva e vieneil ricordo dell’amore miova col sole calante all’orizzontee viene come acqua alla sorgenteva e vieneil ricordo dell’amore miova con stormi d’uccelli in autunnochissà se tornerà in primaverava e vieneil ricordo dell’amore miova e vieneva e viene.

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Tu sei venutacome il sole,per la vita,per sempre.

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Nella nebbia del mattinovedo la mia fanciullezza,vedo case illuminatesparse lungo la collina,la vallata con il fiume,la pianura cogli ulivie mi vedo saltellantea braccetto colla vita.Ora vado a lavorarefra le macchine e il cementoe quel mondo non c’è più….e riprendo a camminarefischiettando a cuor contento,mentre vado a lavorarefra le macchine e il cemento.Ma quel mondo non c’è più;per fortuna ci sei tu.

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Ti ho rivista dopo tanto tempo…era un suono a distesa di campanee fuochi d’artificio coloratimilioni di gocce di rugiadailluminate dentro gli occhi tuoiridenti della tua e della mia gioiae l’ansia di colmare la distanzadi pochi metri che ci separavae poi l’abbraccio forte ad occhi chiusi.

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M’hai dato la certezza del passato.Quello che ho fatto e quello che ho pensatoadesso acquista un significatoperché anche tu l’hai fatto e l’hai pensato.Tutto acquista valore di certezza;la tua, la mia, la nostra tristezza;il sentirsi diversi e non capitiil sentirsi da tutti un po’ traditici lega adesso come ci ha legato.

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La mia tristezza viene da lontanoeppure è così simile alla tua;prima che tu parlassi, l’ho capita,prima che tu apparissi, l’ho sentita.

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Obliquamente sull’onda del ventocome un gabbiano sei volata via.

---------------- Ho un vestito che mi sta a pennelloche mi è stato fatto su misura;lo porto sempre, la malinconia.

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Varchi d’azzurro fra nuvole biancheoltre un viale d’alberi fronzutiche mollemente ondeggiano alla brezzae di nuovo tu sbocci nella mente.

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Tu vedi come discendepioggia fredda nelle mie venee riga i vetri alla finestra chiusa.Però l’anima mia è spalancatae assorbe tutto dolorosamente.

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In un castello sotto un gran loggiatoeravamo seduti su un divanoe insieme colla mano nella manoascoltavamo il suono della pioggia,la pioggerella tenue e sottiledolce sommessa e tenera d’aprile.

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“ Padre mio mi sono smarritanella grande foresta della vitala via da sola non la so trovare.” “Figlia mia, disse il padre saggio,io posso dirti per la mia esperienzabasta guardarsi intorno e aver pazienza”

Sorrise il padree la guardò teneramentecolla tristezzaserena e distaccata del sapiente.La figlia lo vide svanirenella nebbia del paradisodi chi non ha capito.

Rimasta sola la figlia si chiese:dove posso mai guardarese il mondo lo voglio cambiare?

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Si snoda e scioglieuna dolce canzonetu, il mio cuore ovunquenel mattino.

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Guardava l’orizzonte il cavaliereimmobile sul suo cavallo;sul viso una lacrima di pietra.

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Fresca è l’aria della seranei miei poripenetra la vitae il tuo profumo.

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La luna piena racconta leggended’antichi amori donne cavalieri.Stringimi forte, così tra cent’anniavrò una storia da raccontare.

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In un giardino tu sei la rosae in un prato sei la margherita.Tu fra le stelle sei la più lucentetra i frutti sei la pesca vellutata.Tra i giorni, la domenica, la festatra le stagioni sei la primaveratra i mesi aprile in fiore profumato. ----------------

Più del mio cuoretu mi sei vicina.

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Il sole sorge appena ti vedoe tramonta quando te ne vai.

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Un cielo stellatoun lago coi cigniil sole che sorgeil mare di seraun bimbo che rideuna bianca cascataun chiaro di lunaun ramo fioritouna rondine in volouna nave che va.Tu sei tutto questoe molto di più.

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Tu sei una stranissima bevandaio più ti bevo e più mi viene sete.Tu sei una caldissima copertaio più mi copro e più mi viene freddo.Tu sei come un miraggio nel deserto;più mi avvicino e più sei lontana.

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Io sono come te luna calantee ogni sera un poco mi consumo. ----------------

Teneramente volge la stagionein questo pomeriggio di settembre.Luce dorata sui tronchi dei pinistanche le membra e ancora si ripetel’illusione e gli occhi dilatativarcano la sognante realtà.

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Coltivo un fiore, amorosamente;cosa farò io quando sboccerà?

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Tu hai qualcosasimile a una chiaveche fa capire il senso delle cose.

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Dai tuoi capelli rivoli di gioiascendono lungo il corpo sinuosoe la felicità degli occhi tuois’irradia su tutto ciò che guardi;sei come un fiore che sta per sbocciare.

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Tu che mi fai ridicolo e bambinotu che mi lasci vuoto ed infelicetu che mi fai sperare e che mi uccidi.

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L’amore mio io lo voglio darea chi di me non gliene importa nientecosì non rischio d’essere felice.

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Conducimi per boschi e per pianuresopra il tuo seno fammi addormentaree svegliami quando sarò smemorato.

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Rapito da un vento di tempesta,attraverso pianure sconfinatee poi deserti, boschi, laghi, fiumi.Attraverso monti di ghiaccio e nevee poi sempre più in alto su nel cieloe mi sono smarrito fra le stelle.Lanciato negli spazi sideralisenza sapere a cosa sostenermifra un turbinio di luci e di coloriho perso la coscienza.Mi sono risvegliatoin riva ad un ruscello mormorante:tu mi sorridi accanto alla sorgente.

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Tu non parli ma dici molte coseed io tutte quante le capisco.

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Ti ho sognata e forse era vero:eri coperta da un velo bianco,camminavi sull’erba a piedi nudi;poi ti sei sollevata nell’azzurroassieme ad una nube di farfalle.

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Quest’amore che è sempre statoperché non è mai morto e mai è nato.

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Attorno a te c’è un’aria elettrizzatacome d’estate quando l’aria è tesae sta per scoppiare un temporale.Ma fra (le) braccia tue c’è la freschezzaliberatrice e dolce della pioggiache scende dalle vene fino al cuore.

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La serena bellezza del cielosi rifletteva dentro gli occhi tuoi.

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Come è bello quello ch’è passato!Come è bello quel che non c’è più!Come è bello quel che non è stato!Ma che importa, se sei bella tu?

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Nel fiume ininterrotto della vitanoi formiamo come fotogrammimomenti in cui il tempo s’è fermato.Può essere la luce di un tramontoche avvolge tutto in un manto ovattato,oppure un’aurora immacolatao un campo di grano sconfinatoche ondeggia al vento in mille onde d’oroo sei tu che mi guardi e mi sorridi.

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Certe piante crescono all’ombraperciò fioriscono tardi.

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Vai via nel via vai della via.

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Tu sei il me stesso al di là di me stesso nonostante me stesso anche contro me stesso che non è stato che non è e che mai sarà che è stato che è e che sarà che un giorno fiorirà.Io sono te stessa al di là di te stessa nonostante te stessa anche contro te stessa che non sei stata che non sei e che mai |sarai che sei stata, che sei e che sarai che un giorno fiorirà.

Noi siamo un’unica persona, indivisibile e perfetta.

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L’albero tuo è carico di frutti; io li colgo, cogli occhi, a piene mani.

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Tra te e meè brevema incolmabile la strada.Tu mi separie mi unisci alla vitacome fa il marecon i continenti.Tu, parte di me irrealizzata,irrealizzabile,mi daie mi togli la vita.

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Le rondini nel cielo del mattinovanno intrecciando mille ghirigori.Così intorno a te i miei pensieri.

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Intorno a te c’è un alone rosadi profumo di carne e giovinezza;io ti respiro e svanisce ogni cosa.

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A lungo il cielo azzurro stamattinami ha parlato di te.Mi ha parlato di mondi lontani,valli incantate, isole felici,dove tu vivi assieme alle farfalle. A lungo l’aria fresca stamattina mi ha parlato di te. Mi diceva di tenere carezze, di baci a fior di labbra vellutati, sul corpo come petali di rose.A lungo sono stato sul balcone.

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Sto male se ti pensoche ti vorrei vedere.Sto male se ti vedoche ti vorrei toccare.Sto male se ti toccoche ti vorrei amaresto male se ti amoche non lo posso fare. Sto male se ti amo ma ti posso toccare sto male se ti tocco ma ti posso vedere sto male se ti vedo

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ma ti posso pensare.Sto male se ti penso…ma che ti penso a fare?Sto male se ti vedo…ma che ti vedo a fare?Sto male se ti toccoma che ti tocco a fare?Sto male se ti amo…ma che ti amo a fare? Perciò io ti saluto… e ti vado a pensare! ----------------

Un giorno bacerò la primavera;avrà la bocca tua di melograno.Un giorno abbraccerò la giovinezza;avrà il tuo seno caldo e rigoglioso.E se del cuore tuo m’apri le porte,un giorno abbraccerò anche la morte.

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Il piacere scendeva lentamente,dai tuoi capelli in rivoli di gioia,sul collo, sulla schiena, fino ai piedi;poi risaliva le gambe ed i fianchifino alle orecchie, agli occhi ed alla bocca,dove faceva una piccola sosta.E ancora giù pel collo e per le spallee per le braccia fino alle tue ditae su di nuovo fino ai caldi senidove indugiava a lungo, in mille giochi;poi attraversava piano il ventree fra le gambe tue trovava pace.

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Page 28: Le Stagioni dell'Amore

Per tutto quello che ci siamo detti,noi ci apparteniamo.Per tutto quello che mai ci diremo,noi ci apparteniamo.Contro la mia e la tua volontà,noi ci apparteniamo.

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Nel mio campo coltivo di tuttopiante da fiore e piante da fruttopiante che hanno vita solo un annopiante perenni che mai moriranno.E le coltivo con lo stesso amoree le circondo delle stesse cure.Coltivo sogni coltivo paurecoltivo certezze ed anche nostalgiementre coltivo io mi sento vivoma c’è una cosa che mi preme (piace) moltovorrei ……… essere colto.

Più io coltivo e più mi sento vivopiù io coltivo e più mi sento colto.

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Ad occhi chiusipercorro la viasbagliatache so.

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Amo quello che non hoforse perché non ce l’hoe se un giorno io l’avròcerto più non l’amerò. Io non amo quel che ho il perché io non lo so ma quando lo perderò certamente l’amerò.

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Come e quando non lo soma un giorno io sapròamare quello che hoe anche quello che non ho.

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Cogli l’alba e non cogli il giornocogli le intenzioni e non i fatticogli il fiore e non cogli il fruttocogli il passato e non il presentecogli lusinghe, cogli promesse.Coglione!

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PRIMAVERA

Prima verapoi falsaprima veraseconda fintaprima v’eraora non c’è più.

Ma anche inverni!

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BUONGIORNO

Nel tuo buongiorno c’è il sole nascente,un passerotto allegro e cinguettante,il suono d’un ruscello chiocchiolante,l’azzurrità del cielo trasparente,una cascata d’acqua roboante,c’è un arcobaleno iridescente;ed io mi sento vivo e palpitante.

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GIORNO 1. Oggi è un giorno piovoso…. E’ un giorno noioso…. E’ un giorno triste…………………………….. E’ un giorno!

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GIORNO 2

Un nuovo giorno! Eccolo servitoin un vassoio d’argento sfavillante.Di cosa lo vogliamo riempire?

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Artecorinto ottuplicante orcasiobistramadera arcista riconvitta ostra la mosta ti pilanterinaareas inta rimma lesticatafaresta arlata rimma la rinenteolastica casente ta rifariasumma graffente emmatica calanaassisma rente bulla verimiragrasisma licca divera (olivera) tamenteosticalinta ossica sbeffalinostrilla balino marica rivellae spelloriconellararipà.

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Amica mia, prendiamoci per manoe andiamo nel passato e nel futuro.

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Amica mia, la malinconiaè come una coperta fredda che ti avvolge;vorrei darti tutto il mio calore. Amica mia, la malinconia è come una bevanda molto amara, vorrei darti miele profumato.Amica mia, la malinconiaè come il grigio cielo dell’inverno,vorrei tutte le nubi spazzar via. Ma se a te non bastan le parole, voglio esser triste anch’io, amica mia, per farti almeno un po’ di compagnia.

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Riflettere, pensare, immaginare,non voglio più pensare alla vita;vorrei con te su un prato camminaree regalarti una margherita.

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Se stai male senza di me,forse puoi stare bene con me. Se stai male con me, forse puoi stare bene senza di me.Se stai bene senza di mestarai bene anche con me! ------Dice: non voglio farmi coinvolgereDico: questo mi coinvolgeDice: voglio farmi coinvolgereDico: questo mi coinvolgeDice: non ti voglio coinvolgereDico: questo mi coinvolgeDice: ti voglio coinvolgereDico: questo mi coinvolgeDice: allora ti coinvolgo sempreDico: sìDice: perché?Dico: perché stiamo assieme.

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- Perché parli?- Per paura dei pensieri.- Perché dipingi?- Per paura delle parole.- Perché scrivi?- Per paura della voce.- Perché pensi?- Per paura del vuoto.- Perché parli?- Per amore delle parole.- Perché dipingi?- Per amore dei segni e del colore.- Perché scrivi?- Per amore dei pensieri ordinati.- Perché pensi?- Per amore della vita.

Page 33: Le Stagioni dell'Amore

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Anche se non è vero,prendimi per mano,solo per un istante.Io starò ad occhi chiusicosì sarò felice di morire.Anche se non è vero.

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Per leggere cose di un mondo lontanocosì lontano e bello perché vagonon so perché io brucio quel che toccomonotone le stradee mi manca il respiroe le parole tutte consumatei visi attorno vuoti e inespressivicosì ovunque vadatutto ha breve vitavive finchè lo cercose lo raggiungo muorecome la predaper il cacciatore.

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Tu scorri calma florida e sicuracome un fiume ch’è giunto alla pianura;io sono un ponte presto superato.Tu sei come un discorso senza fine;io faccio solo inutili domande.Tu sei come un disco volante;io sono una nuvoletta bianca.Tu sei come una notte silenziosa;io come un cane che abbaia alla luna.Tu sei la primavera allo sbocciare;io sono solo l’ultima stagione.

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Notte mare costauno scacciapensieri.

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Alba mare navebrezza bandiera salutoscia terraocchiorizzonte???

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Ballo chitarragiravolta graziasorriso.

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Flamenco repressioneviolenza trattenutanel corpo intossicatodelirio insensato.

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Parole: pasta scottaMusica: vino annacquato.

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Page 35: Le Stagioni dell'Amore

Residui di bilancioprelevamenti dal fondo di riservalegittimità formalecompetenza dell’autoritàcorretta imputazioneitera…

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Vento notte alberifischio rumore cantina ? pulsare stillicidioniente vuoto monotonoansia respiro.

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Blues voce curva dolorealbero contorto faticacuoce pentola carnetenete pulita la mia tomba.

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Amorefoglia inclina cadendogiardino verdebrezza sfoglia libro biancocolomba sulla magnoliasole.

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Page 36: Le Stagioni dell'Amore

Non so quando verràil compleanno della mia solitudinema so che nessuno ci sarà.

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Mi sono risvegliato all’imbrunirepallida luce che bagna le coseimbalsamate eppure presentiin questa assenza di colorein questo puro sognosolo tu sei realeilluminata e sorridenteed io insieme a tutta la stanzati guardo e piano pianomi allontano.

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All’imbruniresulla collinaprofili di alberi e casegiù per la valle luce radentee adesso se allungo la manola vita di semprela posso toccare.

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Un bisogno simile alla setemi spinge a dissetarmi alla tua voce.

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Page 37: Le Stagioni dell'Amore

Scendevano le pecore dal montesulle colline morivano sogniil sole si spegneva in mezzo al maree tu nascevi insieme alla lunaspuntavano le stelle ad una ad unaera colmo il bicchiere della vita.

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Troppi giorni ho passato sotto il soletra l’erba verde e il volo degli uccelliper stare chiuso qui tra quattro mura.Troppe notti ho vegliato colle stellesmarrito con i grilli nella notteper stare chiuso qui, fra quattro mura.

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Sei nata dentro me come sorgentee la sorgente diventa ruscelloe poi torrente fiume lago mare:se non annegherò, avrò la pace.

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Sei vicina, un’ansia nel petto,ti sento, ti respiro;eppure sei lontana mille miglia.

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Dai tetti bianchiverso i campi bianchiun volo silenzioso di colomba.

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L’arista secca stride la cicalala luce filtra biancatra gli ulivi.

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Chiudi la porta tuastancamentedietro il tuo giorno vuotoprigioniero.

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Va e vieneil ricordo dell’amore mio;va come una nave verso il maree viene come l’onda travolgente.Va e vieneil ricordo dell’amore mio;va con la dolcezza dell’oblioe viene con l’amarezza del rimpianto.Va e vieneil ricordo dell’amore mio;va con una carezza estenuantee viene come lama nella carne.Va e vieneil ricordo di te.Va e vieneil bisogno di te.

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Vertiginosamentegirano soffitti e lampadarila tua presenza mi rapisce a volocome in vorticoso mulinelloil sole sprizza raggi verso il cielodi vetro i prati verdi alla pianuraed ioin un mare calmissimo sprofondo.

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E’ aprile come quando ti conobbiaprile tu e gli alberi e le fogliee l’aria il solee il grembo della terraed il ciliegio coi suoi frutti acerbie il grano verdeamorlievitovita.

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Da qualche parte sarà primavera,se il passero trilla come allora.Da qualche parte sarà primavera,se piove piano piano come allora.Allora erano campi d’erba verde,adesso case strade marciapiedie l’albero un’antenna di metallo;eppure anche qui è primavera,perché mi sento dentro come allora. ------

Piccola moglie, vedi quanta pioggiaviene giù ora fuori di stagionee tu vorresti avere un po’ di sole.Ma io ti dico che non sempre il tempoviaggia assieme ai nostri desideri.Lascia che ora l’acqua venga giùlascia diluviare e grandinarelascia sfogare il vento e la tempesta.Dove c’è buio vedi ecco la luce;un suono d’arpa, la pioggia è finita.Un passero trilla sull’antenna:così è l’altalena della vita.

Page 40: Le Stagioni dell'Amore

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Immaginavo un mondo perfettoin cui incontrarsi come sulla lunasterilizzati d’ogni umano errore:un mondo imbalsamato di poesia. Ero una negazione in fantasia, tu mi hai spiegato con mestiere perché io mi sentivo rifiutato e mi realizzavo rifiutando.Ora ho capito e mi sento sicuroe sento che son nato un’altra voltaeppure a volte mi sento sospesoper quell’insicurezza che mi hai tolta.

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Sera fronte distesa calma nottestelle lacrime vetro tremolantiuomo proteso occhi dilataticoscienza nuda penetra universo.

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A due mani afferro la spadae con un colpo nettospacco in due le mie montagnela mia storiala storia della mia gentee dal profondo di me stessodal ventre delle montagnedalle origini del temporinasco. ------

Page 41: Le Stagioni dell'Amore

Vivevo la giornata con faticama non volavo sopra la mia vita

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Quando avevo tempo l’ho buttato,adesso cerco nella spazzatura.

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Colline naviganti come navitu sulla cima come sulla proradorata nella luce del tramontonuvole bianche sparse veleggiantitra le vallate fiumi tra vaporile vene della terracaldo sangue.

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A lungo, colla penna tra le dita,sono rimasto a contemplar la vita.Pensieri mi affollavano la menteed alla fine non ho scritto niente.

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Un usignolo all’alba mi ha svegliatocon canto melodioso e appassionatoed ho capito ch’era un tuo saluto.

------Perché, appena sento la tua voce,sento un’ansia dentro che mi assale?

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Sei come una bellissima farfalla.Oh se potessi diventare un fiore!

Tu che cammini come una reginapadrona di se stessa e della vita. ------

Dopo un lunghissimo viaggio,su una barca a vela tutta bianca,siamo approdati sopra un’isoletta,piena di verde in mezzo all’azzurro.Ti siedi sulla spiaggia e guardi il mare,la brezza gioca con i tuoi capelli,io ti guardo e sento che la vitatutta intera così potrei passare.

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Ascolto l’alto silenzio della nottee seguo le immaginidi quest’amoretenace e incomprensibile.Un sogno mi rapiscecome seguire un fiumee ti rincorro nell’eterna giostradel tempoinafferrabile.

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Tu non lo sai ma tutta la notteti ho tenuta stretta per la mano.Prima eri tutta raggomitolataperché avevi paura della guerra,ma poi ti sei distesa e rilassataed hai dormito come una bambina.E, giunta l’alba, sono andato viae per svegliarti e farti compagniati ho lasciato un pensiero d’amore.

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Page 43: Le Stagioni dell'Amore

La vita non si dice e non si scrive,la vita è solo quella che si vive.Negli attimi che con te ho condivisoho capito che cosa è il paradiso.

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Tu sei l’alba, il sabato, la festatu sei la quiete dopo la tempesta; sei il mattino, sei la primavera,sole nascente, seme nella terra,gemma germoglio nascita caloreacqua sorgiva cielo aria luce,sei la speranza, la promessa, il fiore,la gioia incontenibile, l’amore.

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Febbraio ha gonfiato le tue gemmeMarzo ti ha scaldata e sei fioritaAprile: già le prime fogliolineMaggio: sei piena di acerbi fruttiGiugno: i frutti sono maturatirossi, succosi, dolci e profumati.

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Con un solo sorriso hai cancellatola sofferenza d’una notte intera:e come per incanto ho ritrovatotutta la gioia della primavera.

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Giocando ad occhi chiusi colla vitami son trovato in un vicolo cieco;allora ho giocato ad occhi apertima sempre collo stesso risultato.

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Io ero un pesco carico di frutti,in fretta tu li hai fatti maturare.

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Tu sei una cascata spumeggianteed io una nuvola di spruzzistordito soffocato inebriatomi abbandono ai tuoi mille abbracci.

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Come una ballerina graziosatu mi rapisci coi tuoi movimentied io ti seguo senza dire niente. ------Quando sorridi e fai capolinoalla mia porta, illumini la stanza.

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Tu sei come la festa straripantetu sei la giovinezza prepotentetu sei la gioia pura e inebriantetu sei il sole sempre sorridente.

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Tu non vuoi dominarené essere dominata;tu hai bisogno di essere amata.

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Forse tu, come me, sei nata querciae cresci dentro più velocementedi quanto non lo faccia la corteccia.Ma la quercia è una pianta previdente, sa tutto quello che bisogna fare per mantenere intatta la sua forza; quando la vecchia si sta per spaccare si è fabbricata già una nuova scorza.La quercia è una pianta secolare,la quercia è una donna intelligente.

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La tua voce l’ho sempre sentita;per questo adesso mi è familiarecome la luna il sole il cielo il mare.Da sempre t’ho aspettato perché dentroavevo un posto che è rimasto vuoto.E finalmente tu l’hai occupato.

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Mi hai telefonato e la tua voceparlava dal profondo di me stesso.Parti di me ormai dimenticatesono affiorate alla luce del sole.Vibra tutto il mio corpo e la mia menteè un turbinare di sensazioni.Sei passata come una tempestae come un albero m’hai squassato;e son rimasto attonito e svuotatoe sofferente fino alle radici.

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Non ti crucciare d’essere diversaperché io mi sento uguale a te.

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Non sei appariscente? – M’hai colpito.Non sei affascinante? - M’hai sedotto.Non ti sai “vendere”? – Ti ho “comprata”.Non sei allegra? – M’hai divertito.Non sei amata? – Ti voglio bene.

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Sei svogliata? – Non sei apprezzata.Sei scontrosa? - Non sei capita.Sei delusa? - Il mondo è povero.Sei introversa? – E’ per difesa.Ti senti sola? – Nessuno ti merita.Sei diversa? – Son come te.

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Il Cardo e l'Erba di Prato

L’erba di prato un giorno disse al cardo:“Te ne stai sempre lì tutto isolato,sei brutto, sei spinoso e rinsecchitoe da chiunque sei sempre evitato”. “Sarò brutto però son rispettato e su di me si posan le farfalle; tu invece finisci calpestata da quello stronzo che t’ha innaffiata. Perciò, zitta e non rompere le palle!…

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Com’era fresca prima la tua voce“Stasera, hai detto, vado ad una festa”.La gioia m’ha invaso e saziato,come se alla festa andassi io.

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Il sole è appena tramontato:è come quando tu te ne vai via.Aspetterò che sorga la lunaper rivederti almeno di riflesso.

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Il tempo trascorreva con pienezza,la vita era a portata di manoed io e te e tutto l’universopartecipi di un unico destino.

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Oltre i rami degli alberi spogli,nell’aria serena e cristallina,la luna fianco a fianco mi cammina.Amica mia, limpida e lontanaeppure così tenera e vicina.

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Le Droghe

Compagni, dico, il vero problemaè quello di combattere il sistemache ci propina droghe tutto il giorno:alcool sigarette aperitivicocacola aspirina sedativifumetti radio televisionecalcio dibattiti riviste porno;tutte le cose che danno assuefazione. Quando vedo un bambino ore ed ore ipnotizzato dal televisore, quando giovani a frotte all’impazzata sculettano sfrenati in discoteca, quando la massa è resa tanto cieca da non capire quanto è sfruttata, quando vedo montagne di fumetti consumati per quanto son riletti, quando vedo operai alcolizzati che seguono i comizi allucinati,io vorrei sfogare la mia rabbiacome un leone uscito dalla gabbia.Comunque, prima di fare un macello,non ci starebbe male uno spinello.

Verrà un'Alba

Verrà un’alba immacolataci desteremo con la pace nell’anima

apriremo la finestrae una luce bianchissima

ci abbaglierà. E ci terremo per manofinché il nostro essere sensibile

si struggerà.

Page 48: Le Stagioni dell'Amore

LANGUIDO MERIGGIO

Raccolta e assopita nel languido meriggio un’eco di parole ha breve vita nell’aria come fumo una parvenza s’espande sinuosa e la memoria varca nell’oblìo.

RIDE LA PIOGGIA

Ride la pioggia intrisa tra gli ulivi gioiosa al sole caldo ed improvviso come un riso di sposa e ruscelletti scorrono come un piacere oltre la sazietà.

ALLORA…….

Allora ogni cosa mi sembrava immensa e la terra finiva all’orizzonte vivere in questi campi verdi in questi giorni tiepidi di marzo era come gioire in una culla ed il mistero della morte era chiuso tra le mura del piccolo cimitero.

POESIA 3

Mi risvegliai indeciso sulla soglia d’un alito di vento e mi mancò il respiro dei sogni; s’innalzò intatto un coro di bimbi e il ricordo di te mi si confuse col primissimo palpito di vita.

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L’AMORE

Come una lente sempre nuova l’amore dilata il mio sentire. Dritta è la via della ragione: ne vedi la fine; per una via tortuosa affascinante trepidante cieco mi conduci.

DEI MALI

Dei mali e le ferite che mi hai fatto non ti chiedo ragione ma ogni giorno più ne sento il peso.

DALLE NUBI

Dalle nubi malate il sole è fuggito presto lasciando la terra agonizzante solo a tratti nel cielo qualche piccolo incendio roseo di debole vita. Le nuvole della pioggia livide sopra i monti ferme per una tregua. In doloroso corteo sfilano i volti del passato volti di creta giallastra nella penombra diffusa ombra trasparente che respira. I ricordi: unico fragile legame come foglie morte legate al ramo per pietà dal vento. Né sera né giorno. Forse si aspetta la luna o forse il tuo sorriso prima della notte.

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TIEPIDI MERIGGI

Nei tiepidi meriggi verso la spiaggia senza fine tra le barche arenate si pettinano le donne e tu come dal fumo d’un caffè sinuosa ballerina ridi di me e ti dissolvi.

LA TUA BELLEZZA

Ora la tua bellezza è pienaCome un vasto respiro di raggiin una trascendenza di colorie gli alberi incantatie le fronde farfalle imbalsamateaerei profili oltre le cimevivi d’un consapevole moriresolo ricordi racconterò alla lunadopo quest’ora breve di trapasso.

INESORABILE AUTUNNO

Di che materia sei?Vera o sognatao forse intravistacome un paesaggio dal trenobella perché fuggicome una cerbiattadi quali parole ti riscalderòdi quali carezze mi rivestiraiin quest’inesorabile autunno.

PRIMA

Prima era tutto informema ora….guarda: si svelano due mondi;l’uno tra ombre profondein un plastico sonno e l’altro tenue di coloriin un sospiro di raggi verso l’alto..Sento nell’aria e in memoltiplicarsi cellule vitali.

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FRAGILE GROVIGLIO

Distrutto il passatopesa il presentevuoto sul futuro.Nell’ultima vana ricercabrucia lo sguardo l’anima denudatadelle cose.Non più distintes’intersecano le formee tutto crollaa un tocco capricciosoin silenzioso fragile groviglio.

IN RITARDO

Sono in ritardo sul mio tempo;è come svegliarsiall’imbrunire:il volto è una mascheradi cartaforse vissutamolto tempo prima(corteccia diventata sughero).un belatodai campi semibuiteme la nottee si ripete.Domani il solema sarà un altro giorno.

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ALBA

L’alba nuvolette vellosea miriadi nel cielo ha sparseper prolungareil riposo della Terra.E ancora indugianelle valli semibuieil Sonno, mollementetardo a dileguarsi. Una coltre ricoprele pendici dei montie la pianura tra vapori.Passano uccelli in altomirando lontano. Il giorno avanzae la Terra lo senteancora intorpiditae grata alla nottee si ridesta al caloredei primi raggi.Così il tuo risvegliocosì vorrei coglieresulle tue labbranell’atto di sbocciare al nuovo giornoil tiepido profumo dei tuoi sogni.

VIA

Sfiorì l’ultima patina di rosaimpallidì il tramontoe ogni cosa dalle sue radicis’assottigliò nell’ombraserpeggiando.Con archi infiniti di rondinitu fuggisti via.

PENSIERI D’AMORE 1

Pensieri d’amorenascono dalla mano cavadella nottepetali sorgivial respiro tuo che li dischiudestille di luna sorprendonoinnocenti le cose.

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PAPAVERO

Palpita un papaveroebbro di solecome un fiottod’amore pullulante.

CUORE

Tu tremi cuored’un futuro incertonon vedi che il presenteè già passatonote invocano un seguito e lo saianche se un rigurgito l’inghiotte.

PENSIERI D’AMORE 2

Pensieri d’amore furono accoltinel grembo della notteriflessi dalla lunanel suo perenne metodico fluireora inceneriti al giornobarriera di fuocorisveglio consapevole crudele.

TI CERCO

Ti cerco nel mattino insonnequando la terraè raccolta in un torporeed i primi bisbigliesplorano l’aria intattaquando tutto rinascepura formada una cellula primitiva xnel cielo ancora tiepido di sogniprima che La vitainevitabile dilaghi.

TI RICORDO Ti ricordo adolescente

col fazzoletto che t’incorniciava il viso puro come la prima neve. Allora ti evitavo per immaginarti come ti sognavo. Ricordo. Gesti, luoghi legati indissolubilmente.

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FIORISCI FIORE

Fiorisci fiorefremiti di brezzae il cielo nuvoloso sull’alturae ti rapisceprimavera.

PAESAGGIO ALLA FINESTRA

Fisso un paesaggioalla finestrae per la tua presenzaal di qua dei miei occhitutto si dilatacome un’immagine sfocataoltre la tua immagine sensibileche dolorosamente io riproduco.

TI PENSO

Ti penso e ti percorro di carezzee ti possiedo e sono possedutoe ti contengo e sono contenutopiù grande e più piccola di memisteriosamente.

FUCILATA

Una fucilata nel boscot’abbraccia nella tua solitudinecalma nella sera.E ti è caroil rumore degli uomini in sordina,come ogni cosa prima di morire.Si dilata la fronte della seracome un sorriso luminosos’allarga il cuoree l’anima è leggera. SE TI PARLO

Se ti parlo o ti pensonon ti amoma se tu fossicielo terra mareed io uccello erba o navet’amerei.

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EMIGRANTE

Arrivi all’alba;si placa il treno alla stazione.Un lieve tremolaredi biancargentee foglie d’ulivo.Più oltre il mare s’increspail mare in una fittaragnatela d’onde.Una barca s’addentrascivolando pianoe tu ritorni a mani vuote, emigrante.

GIACERO’

Giacerò cadavere nel sonnola luce di domani non t’inganniuna parte migliore non si trovach’è la mortepiù insulsa della vita.

DECLINA IL TEMPO

Declina il tempo tardo a morire allora invento vita frutto del silenzio.

RISVEGLIO

Mi risveglio come su un treno all’alba quando tutto ritorna in discussione per un brivido interminabile che ho nel petto.

QUANDO

Quando sarò mortoNo, non voglio morire smemorato:ricorderò l’azzurro sopra i monti.Quando sarò mortoNo, non voglio morire smemorato:ricorderò la vigna verde

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sotto il cielo turchino.Quando sarò mortoNo, non voglio morire smemorato:ricorderò che sto soffrendoperché nessuno mi ha mai amato.

LA MIA SOLITUDINE

La mia solitudinela percorro ogni giornocome un lungocorridoio d’ospedale.Il rumore dei passimi segue come una condanna.

TROVO

Trovo sempre un segnoche a te mi riconduce.E una turba dannata di ricordisquarcia il velo dell’oblìoe come carne viva denuda la memoria.Una turba dannatae non la fermo.

IL TUO PROFUMO

Pure io sento ancora nella stanzail tuo profumo tiepido di carnee baci sospirati sopra il collo.Ed il silenzio ronza nelle orecchiee le cose rapprese nello sguardo insonne. Ma tu già dormiin una posa anticacol viso dolce di chi ha ceduto al sonnoe la saggezza di chi non ha etàe navighi serena oltre il tempo.

SCROSCIA LA PIOGGIA

Scroscia la pioggia nel cortilemartellando.Il primo piano è buioed il secondo il terzoil quarto il quinto.Solo nel sesto una finestra gialla.Poi la pioggia diradae riprende il sottofondo

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perenne delle umane cose.Dal cielo sconvoltole nubi doloranti si disperdonovascelli provati dopo la battaglia.

SE LASCIO TE

Se lascio teritrovo le mie stellese lascio teritrovo la mia lunaritrovo la mia strada senza uscitaricado nella nottesenza tempoe tu non corried io non cavalcoritrovo pomeriggicoi canarini del cortilee il passero trafiggemattine insonnise lascio tesono in un desertoa saziarmi dell’acquamortale dei ricordi.

CIELO D’APRILE

Il cielo è una nuvole biancastramentr’è vicina l’ora del tramontopiù giù delle nuvolette color piombocangian di forma col cangiar del vento.

Ora si distendon in dolci sfumaturea guisa di lievi e delicati veli,or s’appressan quasi filiformicome serpenti viscidi e deformi.

Ora han la forma d’un mostro spaventosoora di donna il gentil sembiante,ma passa rapida una nuvola nerae in un attimo tutto è cancellato.

Forse anche l’uomo è una piccola nuvolasenz’una meta sospinta dal vento

e quando al fine il dì fatal verràforse nel nulla anch’egli svanirà.

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EPPURE….

Eppure eri vicinama irraggiungibiledisanimata parvenza lunarediafana agli occhie al desiderio vana.attraverso il tuo corpotrasparivail mio nulla.

NOIA

Panni stecchiti contro la siepegalline razzolanti nella polverefruscìo di serpi sulla foglie seccheronzìo monotono d’insetti neri.Disteso sotto il sol cocentele membra abbandonateun cane sembra morto.Stanco di pascolaril bue rumina immoto.Seduta contro un muroil capo reclinatouna vecchia attende la morte.Rintocchi dell’orologio della chiesache lentamente batte l’orapoi tutto di nuovo immobile.Mi siedo all’ombrae ho come un capogiro:vorrei tornare al solema il corpo resta immotoe l’occhio fissa il cielobianco e vuoto.

RIMOSSO

Mi hai rimossomorto in un desertoe nacqui in quell’istantevedendo tela prima creaturala tua manoil tuo sorrisoero vivo.

SOGNI DI CARTA

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Erano sognierano di cartasono bruciatiil dolore restacome fumo. ERA AZZURRO IL CIELO

Era azzurro il cielo stamattinagli altri lo dicevanoma ho ricordatoe s’è velato come ad un trapasso.

TRIPUDIO INTORNO

E l’occhio vede un gran tripudio intornoe sembra tutto sollevarsi il cuore;sotto una volta d’infinito azzurroridon le margherite e le viole

Smagliante la campagna si distendee nel suo verde fulgido risplende.Le case d’un sol lato illuminateridono al sol di sé tutte beate.

Ridon le more pregne di rugiadalungo la siepe al ciglio della stradae gli augelletti sul ciliegio in fiorecantano un dolce messaggio d’amore.

RESPIRO D’ETERNO

Fuori dal temposola, smemorataquasi smarritain un silenzio assorto,l’anima sente il respiro dell’eterno.L’onda lievesi strugge sulla riva;su duro scoglioripetuti i miei sospiri.

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OCCHI NERI

Occhi neriprofondi silenziosimi specchio e mi smarriscovoi siete come un’oasi di paceove felice il cuorpago si tace.Non vi scorderòo che vaghi e pietosimi guardateo che di presta gioiav’illuminatecome due morepregne di rugiadaall’apparir del sole.

PIOGGIA SOTTILE

La pioggia sottile,grigia, senza finecade sulla pergola disciolta.Dai lividi tralciil vento una gocciaporta viae il cuore tremadi malinconia. RINCORRERSI

E’ un gioco sempre varioil rincorrersi.Ogni pausa è densa.di nuovo l’impazienzadi mutare? ; un volteggiarefino a inebriarsiper poi lasciarsi vincere.E la gioia prorompecome una cascatache spruzza perlepreziose di un istante,nasce e muorevive e si consumama ora è tua, è tua e l’assapori. TI HO RIVISTA

Ti ho rivistama non ti ricordo.Dietro di tei muri dissolvevano

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e s’aprivano cieliindietreggiavo in una scia.Parole incerteVani tentativi.Il silenzio tagliava nettoe noi come burattiniin varie pose assurde.Il resto fu casuale.

BURATTINI

Una sedia un tavolo tre muri (?)dormono i burattini nelle caseuna sedia un tavolo tre muricalati nel silenziosenz’anima di frontea semicerchio.

DOLOROSA PACE

La dolorosa pace sconfinatadopo una lotta immane.Da un campo fumantedi battagliaun tuo sorrisoil sole che mi scaldi

MUTO COLLOQUIO

In muto colloquiosto nel ricordartiesistenza palpabilenel cielola tua e la mia vicendae quel ch’è statoe quello che sarà

LO SGUARDO

Lo sguardo il sanguepulsavano all’unisonoin uno spazio tempo senza dimensionicome l’origine dell’universo

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e le parole inutili giocattolida sempre conosciuticome il sole nascentesugli esseri felicima il nostro era il sole di dicembreil sole dei malatiaffascinante.

FLUIDAMENTE

Fluidamente scivoli nell’ariainconsapevole dell’ansia miaindugio a lungoin comunionefluttuando nella tua materia

NON TI VOGLIO PARLARE

Dell’amore che ci unisce non ti voglio parlaredelle promesse tuetesso la mia giornatadei mille nodi della solitudinedella speranzadi ciò che non so direperché mi possiededelle tue mani caldedel tuo piccolo senodella mia amarezzadei tuoi sedici anninon so darmi ragione. PALPITA PRIMAVERA

Palpita primaveraazzurra oltre il pioppobagnato di lucee tu esistiesisticome una promessa.

LA TUA CARNE

Molle di calda lucerosea e azzurrinastancamente languidaal sole tiepido di marzo

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la tua carnecome un desideriomacerato sofferenteche ti trapassae ti consuma.

GIRI E GIRI

Ti abbassi e cogli un fioree poi volteggivelo biancotra verdi alberiluce filtranterivelazionee giri e girie lasci orme sull’erbapoi voli verso il lagoazzurro.

Mi sono risvegliato all’imbrunirepallida luce che bagna le coseimbalsamate eppure presentiin questa assenza di colorein questo puro sognosolo tu sei realeilluminata e sorridenteed io insieme a tutta la stanzati guardo e piano pianomi allontano.

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Scendevano le pecore dal montesulle colline morivano sogniil sole si spegneva in mezzo al maree tu nascevi insieme alla lunaspuntavano le stelle ad una ad unaera colmo il bicchiere della vita.

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PROGETTI

Tu fai progettimentr’è l’ultimo raggio

giallo sui tetticaldi d’arancione.

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Io dal balconeguardosolo.

DEL NOSTRO AMORE

Del nostro amore in fuga nelle stagioni in mattini immobili naviga la fantasia sul dosso dei monti nitidi lontani

che ti assale e ti fa partecipe di un’eterna malìa oltre il riquadro definire ma ch’è la tua infima radice che ti lega.

TI CERCHERO’

Se con te mi realizzo ti cercherò ora che maturano le prime giornate di dicembre

PER UN ISTANTE

Per un istante libero nel tempoferma quel bacioch’è troppo dolceassaporar la meta.

AMORE AMORE AMORE

Amore che nasce furtivoin boccio come una magnoliacandida morbida tenera fresca.Amore che profuma l’aria

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Amore maturo inebriante vinoAmore che ti delude e ti ripagaAmore che ti vince e ti rafforzache ti fa diverso e t’arricchisceAmore che ti fa sperarelottare e sopportare

Amore che cresce dentro come un’onda e ti sommerge Amore Amore Amore.

PULSAVANO

Pulsavano le vene dell’azzurro quando nel mondo tutto è una promessa

e le vene dell’aria e le vene degli alberi e dell’erbe e le vene della terra

e le mie e le tue vene.Respiravo nell’aria il tuo profumoe il tuo profumo era come l’ariaquando nel mondo tutto è una promessa.Eri fresca come le nuove frondequando nel mondo tutto è una promessa.

O LUNA….

O luna navigantefra bianche vele sparsecome ancelleti seguono le stellee se ti veliè un’eco di sospirisulla terra.

DISCIOGLI I TUOI CAPELLI

Disciogli i tuoi capelli amore miole campane ricorrono nel ventocome l’ansia mia d’andar lontanodisciogli i tuoi capelli amore miofra le nubi scivola la lunaabbandoniamo il mondo in una scia.

MORIRE

Morire da stupidinon è nienteil dramma verràse mi disseppellisci

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i gesti linee senza sensoghirigori d’abitudineanimalescamente ripetutil’istinto non dà sollievocome una scoperta incontri di esseri come pali ?tra la paralisi d’un binario mortoe fili d’erba fintain mezzo ai sassismarriti come occhi di palude.

RICERCORicerco parole insensibilicome vedere dietro una montagnai movimenti fluidi casualigronda l’animo di fieledei nostri possibili modi di essereassieme nessunocosa faraidi una conquista mancatamai cercataun nastro trasportatorema non serve costruireparole di cartone a caratteri cubitaliparatie stagne elastico allentatocorda che si dipana sulla sabbianuvole di ricottatu e la lunafranare come argillacime disciolte di calcaresottacqua e sottoterra.

PASSANO NUBIRoseepassano nubilentein solenne corteodisciolte formeeffimeri vaporiarmonia di pure lineeche s’inseguonos’annodanosi sciolgonopoi nullae il tuo sorriso. UOMO

Uomo e la tua vicendala luna stagna?sospesa oltre il tuo canto solitariosenza un’eco che non sia silenzio

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ed un riflussoche segna il tuo tempo d’amarezza.

CON TE

Con te cipresso aspiro all’infinitoCon te prato verde assaporo il soleCon te collina il corpo mio distendoCon te fico contorco le mie membraCon voi campanili chiedo aiuto al cielo Con voi nubi ricopro le pianure Con voi vallate mi svuoto di piacere Con voi pali? mi sento inerme Paralizzato e spoglio di speranzaCon voi cespugli nascondo l’ombraCon te mare sciolgo la fantasiaCon te cielo mi smaterializzoCon te pioggia penetrala terraCon te buio soffro la solitudineCon te treno violento gallerieCon te mandorlo amo la primaveraCon te nebbia sfioro le collineCon te palma apro le mie braccia.

NON VAGHEGGIATI BOSCHI

Non vagheggiati boschie corse giovanilii due vecchi sulla panchinadi rada ombra.passa la ragazzaondeggiante le lunghegambe bianchee la bocca socchiusa che incanala l’aria.In attonita decrepitezzale mani artritiche abbandonatela vecchia stupitadagli occhiali neri.

COME UNA TRAVE

Come una travecome una trave trapanata dal tarlocon lentezza metodica e costante,amara certezza

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del male, che ti vince,sempre più graveè il pesoe il crollo s’avvicina.

DIROMPONO I GIORNI

Dirompono i giornibrucia l’ombracome carta.Disperato frinirefragile rivoltacome secche ariste?calpestate.

PRIMI RAGGI

Dorati i primi raggial sole nascentecon vasto chiacchieriobisbigliano salutii passeri nel bosco.Balugina una finestrae ruba un raggiouna goccia di rugiadaprigionierain una ragnatela.

L’AMORE MIO

L’amore mio come una lentedilata il mio sentire.

PIOGGIALa pioggia è caduta a sazietàla terra ha partoritotenerezza della maternitàsoave sorriso soddisfattoricolmo di gratitudinee di sé compiaciuto.Il corpo non ha pesonella felicità raggiunta.Un breve voloun tremolìo di frondeun ritrovarsi all’originee il caos è vinto. FIORI FELICI

Fiori felici fremitidi brezzae d’oleoso tremolìo del piopporiecheggia un richiamo

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di conchiglia nella profonda valle.Pure se inafferrabilela pienezza dei tempisi ? raggiunse.

SONO RICORDI

Sono ricordi o son parole o perleconcatenate alla nascente luna luce sorgiva da una fonte di latte.

NON SO

Non so come nascieppure vivicome un’albapiena di promesse e cresci prestoverde come un pratoe vivi e cresci e mi trascinicome un fiume un tronco verso il mare.

ODORE

Odore di terra smossasu un ripianotra due pinil’occhio varca l’orizzonte d’un profumo d’erbe nel cielo plumbeocome fronde ombre scendono.

MAI TI SAPRO’ DIRE

L’amore che io mai ti saprò direcon nessuna parola consumataè fatto di carezze vellutatee di lacrime amare fatte salesi consuma e nasce mai ugualeed ha una sua vita indipendenteio sono il nido e lui l’uccelloio sono il cieloe lui la luna io sono solo il maree lui la navee uccello e luna e nave lui si muoveed io sto fermoe me lo covo dentroma sono cieco muto e sordo.

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ROMBO ATONO

Con rombo atonoun aereo fende l’aria densadi pioggia cristallizzatacon levità trascorrono minutivecchi paralizzati su panchinee bimbi scavanoterra umidafisso una giostra cigolanteche gira a vuotocome pensierid’un tempo feliceche ora non capiscisulla sabbiaun bimbo traccia lineefisso un oggetto a casoe l’orologio a scattia tradimento segna l’ora.

INTATTA LA LUNA

Intatta la luna nascenteattorno alla città disfattacola un fiume di sangueoltre i profili neri delle caseora di sconfittanon c’è un rifiatotrascorre sulle coseil raggio opacod’uno sguardo malatoimmobili figure di tramontoechi di cavalcatee solo non dissipataaria di morteristagna e corrode lentamente.

ORMA SULLA SABBIA

Un’orma sulla sabbiasi cancellaun amore o una morteè breve cosama la morte di sempre,mai saziamorte d’ogni istantemorte progressiva verso la paralisimorte di cose non più speratemorte di cose passate.

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SOLITUDINE

La solitudine d’un luogoha sempre un palpitoun alito come una fogliaun raggio penetranted’un sospiroma ciò ch’è solitudinedi sempreti divide da tuttoe non ha volto.

UMILE SILENZIO

Nell’umile silenzio del mio nullanell’immensa notte stellatatu sei il mio portoe l’intima radice che mi lega.

GIACQUI

Giacqui in una sommanudità dell’esseree tornò la memoria degli attimi più belli.Pure rifulse un dìla tua bellezzaed ora si spegnetra cumuli bluastril’immenso fuoco ad occidente,ma prima ho rivissutotra i raggi agonizzantitrepidante gioiache strugge pianointensamentecome una nubea forma di cavalloche nello spasimodiventa filiforme.

INDIFFERENZA

Forse questa tua indifferenzaè solo un segno,una nube di lattestrisciata nell’azzurroo forse è un altro sentireche mi esclude.

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ED IO

Ed io nel mio rifugionel mio lettoe tu inconsapevolmente abbandonatail sonno ti sfoglia petali sul visoe vince l’ansia con mille promessee veglio per spiarti nei tuoi sogni.

VAGARE

Vagareè una ricercache si puntualizzaritmicamente determinatain toni consonanti.Risale un interventoe segna il temae il seguito scorreconseguentecome il desiderio di gioire.

MA SE TI AMO

Ma se ti amote lo devo diree non girare il mondosenza métal’azzurro rapiscela fantasiacalda lucelusinga il corpoma se ti amote lo devo dire.

LEGAMENTO

Un legamento forza l’andaturadi note loschemolli vaporosecome sogni sopitiappena accarezzatiin un diradarsidi sensazionis’aprono varchi di lunaevanescenti.

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NON SO

Non so in quale temposto vivendosono qua per casoil passato mi scavalcail futuro è indietreggiatoe il presente chiusoin una morsadai muri mi fissano crepele macchie dei soffittimi affascinano e le nubima è una strisciadi bianco nell’azzurroluminescentedi luce dissociatapuntineggiante negli occhiil vento s’è disseccatovedo volti su un mucchiodi pietre e mi somiglianogrottesche bocche contortesentimenti rovesciatiinformi e sfigurateaguzze protese sfregiatedolenti rassegnatefissano dal mio limitesenza occhi non sai che cosavivente o mortail lezzo della terraè molto anticodicono alla materia corrottail volto vero non si vedesi può solo pensaretremano steli dalle radicisulle pietre la brezza muoreperdono scaglie ma hanno sempreun voltonell’ariauna voce gracchiaper la strada un meccanismobalzella senza leggel’equilibrio è una sferami guarda una figuranera contro il solequalcosa ogni tanto si spostae mi fa trasaliremorto al trillo del passeroperché insiste?Uno squarcio di lamierabocca strappata mi attiradivorante

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un fischiettare è inghiottitodalla distanzauna forma silenziosasegue un rumorecome un corpo lanciatoche si ferma a mezz’arial’attira la voraginel’acqua riempie i vuoticome una serpenegli interstiziraccolgo i cocci dei nostri ricordinon ti posso sfuggiresto morendo e non so comecosì mi sono innamoratoogni cosa che toccosi annerisce avvelenatalo sporco è sotto l’apparenzail moscio è nel midollocamminavamo insiemein armoniail tempo bruciava senza fumoora lascia il mio sangueintossicato e resto vuotoe disseccato come un canto di cicaleamo le pietre sempre mortesolo: ricordi dietro la finestraalla viltà necessità di viveremi spiano e mi tradisconocon la vitae mi compromettono con la morte.

DI COSE

Di cose che mai ti saprò diredi questo nostro esserein più punti tempi e modi casualiquando non credicon l’animo in pacetu diventi muto.

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VERME

E’ un verme che s’ingrossa nel cervellonel midollo delle ossa bacate,è ansia, distruzione, solitudinela tua vita divampa come un lampoe ti esplode un tuono nella testa.E’ la violenza che squarciale tue viscere di lottae ti dilacera stridendocome un trenoin una galleria.Un amore disperato.

LA MORTE

Un fulmine m’acceca,un tuono il cervello mi sconquassa,trema la terra tutta,sol buio intorno a me.

Esplode il vento e sbattela finestra con le tendine impazzitei libri in mille foglisfrecciano per la stanza.

Sobbalzo a un nuovo fulmine,nuvole immense e nerefolli s’accavallanopoi s’abbassan fulmineee schiacciano la terra.

E’ buio come a notte fonda,il vento cessa come ad un comando,un silenzio soffocantegrava sul cuore oppresso.

Uno sbatter di porteche stridono sui cardini,una lunga pausae una risata satanicapiena di gioia trionfantecopre il frastuono,s’insinua nel cervelloche non connette più;un fulmine, la mortenella fuggente lucee innanzi a me.

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Mi sveglio all’improvviso,le membra intorpidite,lo sguardo senza luce,il cervello annebbiatoe guardo lento intorno:

tutto è tranquillo e tacee bianca oltre i vetri sta la lunastupita e sorridente al mio stupore. SCORRE CALDO

Scorre caldoil sangue del passatoe non si raggruma:il rimpianto ti dissangua pianoma ti lascia vivoa riscaldar la mortecol suo piatto vermiglio.

ANSIA

Un’ansia ti distruggeil dolore ti frusta e ti flagellaun grido il ventre ti dilaniama l’amore perdutol’amore perdutotutta la vita ti terrà braccato.

2

Varcò il tuo braccio l’infinito spazio della mia solitudine. Astrali silenzi furono ricolmati. Poi tutto s’incantò al gesto tuo che mi accolse.

OLTRE LE STELLE

Oltre le stelle per le vie del cielo da questa quiete vaga il mio sentire, pellegrino stanco alla tua via.

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NON PIU’ L’AMORE

Non più l’amore o il tempo t’affatica. Raggi d’autunno come a primavera. Ma tu sei dolce, dolce più di un tempo e i tuoi baci profumano più maturi.

NELL’ALBA

Nell’alba di tenui colori l’anima è protesa ad un lontano affascinante invito; di te l’aria profuma e scorre il tempo placato come un fiume alla pianura.