Le sfere geochimiche - liceomazara.gov.it · e nell’acqua, il flogisto. Verso la metà XVII...

9
Le sfere geochimiche: Parte non vivente della terra: Atmosfera: l’involucro gassoso che avvolge il pianeta Litosfera: l’involucro roccioso che ricopre il globo terrestre Parte vivente della terra: Idrosfera: l’insieme di tutte le acqua presenti sul pianeta terra Biosfera: insieme della vita presente sulla terra Geosfera

Transcript of Le sfere geochimiche - liceomazara.gov.it · e nell’acqua, il flogisto. Verso la metà XVII...

Le sfere

geochimiche:

Parte non vivente della terra:

• Atmosfera: l’involucro gassoso che avvolge il

pianeta

• Litosfera: l’involucro roccioso che ricopre il

globo terrestre

Parte vivente della terra:

• Idrosfera: l’insieme di tutte le acqua presenti sul

pianeta terra

• Biosfera: insieme della vita presente sulla terra

• Geosfera

La terra è l'unico pianeta del sistema solare che ospita la vita. La biosfera è

la parte del pianeta in cui esistono i viventi, poiché i viventi sono insidiati in

territori e ambienti di tipo differente, possiamo affermare che la biosfera, è

suddivisa in una serie di ecosistemi. Ogni ecosistema è l’insieme

dell'ambiente fisico (acqua, aria,

LA BIOSFERA

suolo) e delle forme di vita

presenti in un certo luogo

(grande come una foresta o

piccola come una pozza

d’acqua). Per questo motivo

possiamo definire la biosfera

anche come l’insieme di tutti gli

ecosistemi esistenti sulla terra.

COME SI È FORMATA LA VITA?

Valvola

L'esperimento di Miller rappresenta la prima

dimostrazione che le molecole organiche si

possono formare spontaneamente, nelle giuste

condizioni ambientali, a partire da

sostanze inorganiche più semplici.

L'esperimento fu condotto negli anni

'50 da Stanley Miller, per dimostrare la teoria

di Oparin, il quale ipotizzava che le condizioni

della Terra primordiale avessero

favorito reazioni chimiche conducenti alla

formazione di composti organici a partire da

componenti inorganiche.

Per compiere questo esperimento Miller ricreò

determinate condizioni ambientali che si

pensava fossero presenti nella Terra primordiale.

Partì dal presupposto che in quell'atmosfera non

ci fosse ossigeno libero, quanto piuttosto

abbondasse idrogeno, l'elemento più diffuso

nell'universo, e altri gas quali metano (CH4)

e ammoniaca (NH3), oltre ad acqua (H2O). Con queste condizioni ed in presenza di una fonte di

energia, come fulmini o la radiazione solare, si sarebbero potute originare molecole più complesse.

Dopo circa una settimana ininterrotta in cui le condizioni dell’esperimento erano mantenute costanti,

Miller osservò che circa il 15% del carbonio era andato a formare composti organici, tra cui alcuni

aminoacidi.

CHE COS’È LA ‘’VITA’’?

In biologia la vita è la condizione propria della materia vivente, che la

distingue dalla materia inanimata. Per distinguere un vivente dalla

materia inanimata, si utilizzano dei criteri derivanti dall’esperienze

quotidiane. Nel corso dei secoli i biologi hanno cercato di definire quali

siano queste caratteristiche.

Mantenimento

in vita

• Nutrizione

• Respirazione

• Escrezione

Sopravvivenza • Reattività

• Movimento

Mantenimento

della specie

• Crescita

• Riproduzione

LA BIODIVERSITÀ

Per esprimere l’enorme varietà delle

forme di vita, i biologi utilizzano il

termine biodiversità. Per dare un nome

ad ogni vivente, si è sviluppata una

particolare disciplina della biologia

chiamata tassonomia o sistematica, che

consente il collocare ogni organismo

all'interno di categorie, cioè di

classificarlo tenendo conto delle

somiglianze e diversità con gli altri

viventi. Le differenze fondamentali tra

gli organismi sono:

• Unicellulari e pluricellulari

• Autotrofi ed eterotrofi

• Procarioti ed eucarioti

LA VITA È ORGANIZZATA IN MODO GERARCHICO

bios fera ecosistema

comunità biologica popolazione

organismo

sistema

organo

tessuto

cellula

molecole

atomi

ABIOGENESI

Una questione che impegnò a lungo gli uomini di scienza fu la generazione

spontanea detta anche abiogenesi. Nel passato non si credeva esistesse una netta

linea di separazione tra viventi e materia non vivente; era chiaro che gli essere

umani venivano partoriti dalla madre ma si riteneva che molti organismi venissero

generati spontaneamente dalla materia inanimata. Di questo processo di

‘’generazione spontanea’’ era ritenuto responsabile un fluido vitale presente nell’aria

e nell’acqua, il flogisto.

Verso la metà XVII

secolo queste

convinzioni

cominciarono a

incrinarsi, il primo a

occuparsene fu

Francesco Redi; infatti

egli aveva osservato la

comparsa di larve di

mosca nei materiali in

putrefazione.

Redi aveva osservato la comparsa di larve di mosca nei materiali in putrefazione, ma si era

accorto di come molte mosche, richiamate dall’odore si posas-

sero sul marciume prima della comparsa delle larve. Ipo-

tizzò quindi che fossero le mosche la causa della ‘’nasci-

ta’’ delle larve. Per avvalorare la sua ipotesi effettuò

un primo esperimento: mise della carne in quattro

contenitori, ne lasciò aperti due e ne chiuse ermeti-

camente altri due. Dopo pochi giorni vide che le

larve comparivano solo nei contenitori aperti. De-

dusse che le larve non erano nate per generazione

spontanea, ma dalle mosche che avevano in prece-

denza depositato le loro uova sulla carne(biogenesi).

I sostenitori della generazione spontanea obbiettarono

però che la chiusura ermetica dei flaconi aveva impedito

l’entrata dell’aria e quindi del fluido vitale. In un secondo

esperimento, Redi, invece di chiudere due contenitori, si limitò di ricoprirli con una garza. In

questo modo l’aria poteva passare liberamente. Anche in questo caso le larve non si

formarono in questo gruppo di contenitori. Gli esperimenti di Redi per la prima volta misero

in discussione la teoria della generazione spontanea, mediante un approccio sperimentale.

GLI ESPERIMENTI DI REDI

Realizzato da:

Maltese Giuseppe Pio

Malek Naoui