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RENDICONTI ItaUana di Mineralogia e 38 IJ}: 1'1'. 1271-1280 Lavoro accettato per la 6tampll. nel luglio 1983 EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHE DI EPISODI EVAPORITICI NELLA SEQUENZA DIATOMITICA (MESSINIANO «PRE·EVAPORITICO ») DI SUTERA (SICILIA CENTRALE) ADRIANA BELLANCA, SALVATORE CALDERONE, RODOLFO NERI htituto di Mineralogia, Petrografia e Geochimica dell'Università, via Archirafi 36, 90123 Palermo RIASSUNTO. - Vengono riportati i risultati di in- dagini isotopiche, mineflilogiche e tessiturali, con- dotte su una sequenza diatomitico-carbonatica del Messiniano inferiore affiorante nella Sicilia centrale, che evidenziano variabilità dell'ambiente di deposizione. Gli strati diatomitici della pane inferiore ddla sezione, CQn CQmponente carbonatica prevalentemen- te calcitica, mostrano testimonianze di deposizione in condizioni variabili da francamente marine a moderatamente ristrene. Gli strati marnosi interca· lati alle diatomiti mostrano, d'altra parte, evidenze di deposizione in CQndi7.ioni evaporitiche. le marne aragonitiche della parte superiore della sezione sono riferibili ad un ambiente marino relativamente nor- male. La dolomite è dominante negli Strati (diato- mitici, carbonatici e marnosi) che presentano indizi di de!?Osizione in acque marine fortemente evapo- rate. Qui essa valori di 6"'''0 molto positivi (fino a +8,89;f<J ed è interpretata come un precipi· tato primario 0, al più, come un prodotto di diage. nesi molto ptecoce; la calcite coesistente mostra va. lori estremamente negativi (fino a -38,40 del 6""'C che indicano una sua origine per ridu7.ione bat- terica di solfati. Tale meccanismo di formazione del. la calcite è CQnfetmalO da impronte riconducibili ad originari cristalli di gesso e dalla presenza di abbono dante pirite. ABSTRACT. - Texmral features, mineralogy and stable isotope compositions of diatomaceous, marly and carbonate deposits from the Lower Messinian sequence of Sutera (Caltanissetta) point aut a wide range of genetic conditions. The lower diatomaceous leve1s, whose carbonate component is mainly constituced by calcite, indicate normal marine IO moderately basins. The interbedded marly levels, on the other hand, bear evidences of evaporitic conditions. The aragonitic marls (upper part or the stratigraphic sequcnce) are ascribed to a relath'dy normal marine environment. Dolomite is dominant in thooe levds which show clear evidenccs of a deposition in extrcmcly evapo- rated waters. This dolomite presents highly positive values of 6"''"0 (up to 8,89;f,) and is intetpreted 3S a primary precipitate or, at most, as a very early diagenetic product; the coexisting calcite shows extre· mc1y negative values (up to -38,40;f.) of 6""<: which indicate an origm by bacterial sulphate reduction. Such a calcitization mechanism is confirmed by the presence of ghoolS of originai gypsum crystals and by abundanl pyrile. Introduzione La crisi di salinità che caratterizza i de- positi evaporitici del Messiniano, secondo DROOGER (I 973), può essersi manifestata at- traverso graduali variazioni delle condizioni manne. In uno studio petrografico sulla serie sol- fifera siciliana OGNIBEN (1957) attribuisce l'abbondanza di carbonati nelle diatomiti a fenomeni di concentrazione per evaporazione già in ano durante la deposizione del Tripoli. McKENZIE et al. (1979-1980) e BELLANCA et al. (1982), attraverso ticerche condotte su sedimenti diatomitici siciliani, prospetta- no la possibilità di fenomeni evaporitici già iniziati durante la sedimentazione del Tripolj, prima della deposizione della sequenza eva- poritica principale. ' STURANI e SAMPÒ (1973) suggeriscono l'ipotesi che la deposizione delle diatomiti nell'area del Meditemmeo avviene durante una fase di progressivo isolamento di bacini minori caratterizzati da condizioni euxiniche non necessariamente connesse COI) salinità anormali. La finalità del presente lavoro è quella di allargare il campo delle conoscenze sulla sto- ria deposizionale e di!lgenetica di formazioni del Messiniano inferiore attraverso la presen- tazione e discussione di dati isotopici, mine- ralogici e tessiturali ottenuti da una sequenza pre-evaporitica affiorante nella Sicilia cen- trale.

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RENDICONTI Soo!~td ItaUana di Mineralogia e P~trologÙ1, 38 IJ}: 1'1'. 1271-1280Lavoro accettato per la 6tampll. nel luglio 1983

EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHEDI EPISODI EVAPORITICI NELLA SEQUENZA

DIATOMITICA (MESSINIANO «PRE·EVAPORITICO »)DI SUTERA (SICILIA CENTRALE)

ADRIANA BELLANCA, SALVATORE CALDERONE, RODOLFO NERIhtituto di Mineralogia, Petrografia e Geochimica dell'Università, via Archirafi 36, 90123 Palermo

RIASSUNTO. - Vengono riportati i risultati di in­dagini isotopiche, mineflilogiche e tessiturali, con­dotte su una sequenza diatomitico-carbonatica delMessiniano inferiore affiorante nella Sicilia centrale,che evidenziano un'ampi~ variabilità dell'ambientedi deposizione.

Gli strati diatomitici della pane inferiore ddlasezione, CQn CQmponente carbonatica prevalentemen­te calcitica, mostrano testimonianze di deposizionein condizioni variabili da francamente marine amoderatamente ristrene. Gli strati marnosi interca·lati alle diatomiti mostrano, d'altra parte, evidenzedi deposizione in CQndi7.ioni evaporitiche. le marnearagonitiche della parte superiore della sezione sonoriferibili ad un ambiente marino relativamente nor­male. La dolomite è dominante negli Strati (diato­mitici, carbonatici e marnosi) che presentano indizidi de!?Osizione in acque marine fortemente evapo­rate. Qui essa p~ema valori di 6"'''0 molto positivi(fino a +8,89;f<J ed è interpretata come un precipi·tato primario 0, al più, come un prodotto di diage.nesi molto ptecoce; la calcite coesistente mostra va.lori estremamente negativi (fino a -38,40 %~) del6""'C che indicano una sua origine per ridu7.ione bat­terica di solfati. Tale meccanismo di formazione del.la calcite è CQnfetmalO da impronte riconducibili adoriginari cristalli di gesso e dalla presenza di abbonodante pirite.

ABSTRACT. - Texmral features, mineralogy andstable isotope compositions of diatomaceous, marlyand carbonate deposits from the Lower Messiniansequence of Sutera (Caltanissetta) point aut a widerange of genetic conditions.

The lower diatomaceous leve1s, whose carbonatecomponent is mainly constituced by calcite, indicatenormal marine IO moderately ~tricted basins. Theinterbedded marly levels, on the other hand, bearevidences of evaporitic conditions. The aragoniticmarls (upper part or the stratigraphic sequcnce) areascribed to a relath'dy normal marine environment.Dolomite is dominant in thooe levds which showclear evidenccs of a deposition in extrcmcly evapo­rated waters. This dolomite presents highly positivevalues of 6"''"0 (up to 8,89;f,) and is intetpreted 3S

a primary precipitate or, at most, as a very earlydiagenetic product; the coexisting calcite shows extre·mc1y negative values (up to -38,40;f.) of 6""<: which

indicate an origm by bacterial sulphate reduction.Such a calcitization mechanism is confirmed by thepresence of ghoolS of originai gypsum crystals andby abundanl pyrile.

Introduzione

La crisi di salinità che caratterizza i de­positi evaporitici del Messiniano, secondoDROOGER (I 973), può essersi manifestata at­traverso graduali variazioni delle condizionimanne.

In uno studio petrografico sulla serie sol­fifera siciliana OGNIBEN (1957) attribuiscel'abbondanza di carbonati nelle diatomiti afenomeni di concentrazione per evaporazionegià in ano durante la deposizione del Tripoli.

McKENZIE et al. (1979-1980) e BELLANCAet al. (1982), attraverso ticerche condottesu sedimenti diatomitici siciliani, prospetta­no la possibilità di fenomeni evaporitici giàiniziati durante la sedimentazione del Tripolj,prima della deposizione della sequenza eva-poritica principale. '

STURANI e SAMPÒ (1973) suggerisconol'ipotesi che la deposizione delle diatomitinell'area del Meditemmeo avviene duranteuna fase di progressivo isolamento di baciniminori caratterizzati da condizioni euxinichenon necessariamente connesse COI) salinitàanormali.

La finalità del presente lavoro è quella diallargare il campo delle conoscenze sulla sto­ria deposizionale e di!lgenetica di formazionidel Messiniano inferiore attraverso la presen­tazione e discussione di dati isotopici, mine­ralogici e tessiturali ottenuti da una sequenzapre-evaporitica affiorante nella Sicilia cen­trale.

1272 A. BELLANCA, S. CALDERONE, R. NERI

Fig. 1. _ Colonna stratigrafica schematica l: ooUo­cuione dei campioni studiati. I campioni 511, 519,523, 524, 526, 529. SJ2 e 533 sono stati suddivisiin due o più sottOC1lmpioni (indicati nel testo cona, b, etc.) sulla base di variazioni tessitumli.

Caralleristic.he tC8situraii e mineralo·giche

Strati dia/amiliciLe diatomiti affioranti nella parte inferiore

della sezione (interv~111o: Sl-Sl7) mostranoal microscopio la tipica struttura mm-ritmica

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(1964) e da BECKER e CLAYTON (1972). LaC02 raccolta dopo l'inizio della reazione, adintervalli di tempo di 20 minuti per il car­bonato di calcio e di 72 ore per la dolomite,veniva analizzata con uno spettrometro dimassa Varian Mat 250. I valori analitici sonoespressi in unità 8'h e riportati contro lostandard PDB-l. La deviazione standard del­l'intera procedura analitica è minore o ugualea ± 0,1 ~o (lO'") sia per l'ossigeno che peril carbonio.

Materiali e metodi

La sezione oggetto di studio è statacampionata lungo il fronte di una cava(UB877546) situata presso l'abitato di Su­tera (6g. 1).

Il suo limite inferiore non è reperibilein affioramento per l'abbondante coperturadetritica che nasconde il contatto con le sot­tostanti argille del Tortoniano. La porzioneinferiore della sezione è caratterizzata, peruno spessore di circa 17 metri, dall 'alternanzadiatomiti-marne calcaree tipica della Forma­zione del Tripoli. Lo spessore degli strati dia­tomitici varia da 1,5 fino a 5 m, mentre glistrati marnosi intercalati hanno uno spessorepressochè costante di circa 0,5 m. Le diato­miti, che in basso appaiono leggere e friabili,diventano verso l'alto sempre più pesanti ecompatte per l'aumentare della componentecarbonatica. La parte superiore della succes­sione, per uno spessore di circa 13 m, è co­stituita da un'alternanza irregolare di straticarbonatici (spessore 30-70 cm), strati mar- Enosi (spessore 0,4-2 m) e strati argillosi privi ~

di carbonato (spessore 10-50 cm).Il colore grigio, caratteristica ricorrente

degli strati marnosi, denota la presenza disostanze bituminose; nella parte intermediadella sezione, peraltro, anche le diatomitimostrano zonature in bande amdide e grigie.

La mineralogia dei campioni è stata deter­minata con una apparecchiatura Philips uti­lizzando la radiazione CuKa filtrata da Ni.Le percentuali di aragonite, calcite e dolo­mite della frazione carbonatica sono stateottenute mediante tecniche diffrattometrichestandard (TUREKIAN e ARMSTRONG, 1960;ROYSE et al., 1971). I contenuti di MgC03delle calciti e di CaC03 nelle dolomiti sonostati stimati secondo procedure descritte daGRIFFIN (1971).

I metodi di colorazione selettiva, impie­gati per lo studio delle relazioni tessituralitra i minerali carbonatici, sono quelli sugge­riti da FRIEDMAN (1959).

I campioni da misurare per le determina­zioni isotopiche sono stati attaccati, dopoarrostimento sotto vuoto spinto a 4000 C,con H3P04 aliDO % per tempi variabili(12 h per il CaC03 e 72 h per la dolomite)a seconda del minerale presente. In caso dicoesistenza dei carbonati venivano utilizzatele procedure suggerite da EpSTEIN et al.

EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHE DI EPISODI ETC. 1273

data da un'alternanza di lamine più chiaree più scure composte principalmente da fru­stoli di diatomee opaline, minerali argillosie carbonato micritico. La componente bio­granulare è costituita, oltre che da diatomee,radiolari e frammenti di spicole di spugna,da foraminiferi la cui distribuzione apparepiuttosto irregolare; spesso, veri e propri adu­namenti di microfossili a guscio calcitico se­gnano il passaggio verso lamine completa­mente prive di foraminiferi (6g. 2 a). Lacomponente carbonatica, di tessitura micri­dca, ha composizione calcitico.dolomitica. Inquesti campioni la calcite ha un contenutomolto basso di Mg (max. 0,5 mol% MgCOa);la dolomite coesistente è una dolomite « cal­cica» (54-55 mol% CaCO!d. Sono frequenti,inoltre, piaghe irregolari di apatite a strut­tura fibrosa e anidrite, in forme lamellari,come riempimento di microfossili (6g. 2 b).

Nella parre più alta della sequenza diato­mitica (dal campione 20 al 25) il feltro didiatomee appare ricoperro più o meno este­samente da dolomite micritica. Il carbonatoimpregna il sedimento diatomitico preservan­done la struttura originaria; frustoli di dia­tomee, radiolari e frammenti di spicole ap­paiono ben conservati. In questo gruppo didiatomiti sono assenti i foraminiferi. La do­lomite è ancora discretamente «calcica»(53 mol% CaCOa).

Stratt marnosi

Al microscopio questi campioni presenta­no una scarsa componente argillosa in unamatrice micritica, di composizione prevalen­temente dolomitica, contenente sparsi cri­stalli di quarzo e, talvolta, feldspati detritici.Quarzo e feldspati si arricchiscono notevol­mente in un intervallo compreso tra un sot­tile strato di argilla priva di carbonato e unostrato dolomitico (campione 29); il passag­gio a quest'ultimo livello è contrassegnatodall'alternanza di lamine a differente apportodetritico (S29a).

Nella parte superiore della sezione sonointercalati strati marnosi la cui componentecarbonatica è prevalentemente aragonitica;l'aragonite si presenta in microcristalli aghi­formi, isorientati lungo i piani di stratifica­zione (fig. 2 c).

La dolomite degli strati marnosi intercalatialle diatomiti è abbastanza ricca in Ca

(52-55 mol% CaCOa); gli strati marnosi su­periori contengono, invece, una dolomite piùvicina al rapporro stechiometrico (51-52mol % CaCOù La calcite associata ad arago­nite e/o dolomite è debolmente magnesiaca(1,5 mol% MgC03).

In tutti questi strati è frequente il rinve­nimento di pirite in piccoli cristalli cubici oin microaggregati più o meno alterati in os­sidi di Fe. Si ritrovano, inoltre, cristalli dicelestina accresciuti all'interno di microfos­sili (S18, fig. 2 d) e anidrite lamellare inpiaghe irregolari (S32, 6g. 2 e). Talora è pre­sente gesso in piccoli cristalli.

Strati carbonaticiQuesti strati presentano una composIZIO­

ne dolomitica (S29) o prevalentemente dolo­mirica (S24 e S26) con quantità variabili dicalcite associata; le proporzioni di calcite edolomite si equivalgono soltanto nel cam­pione 533. L'aspetto macroscopico, la pre­senza di numerosi pellet e frequenti vacuolidi forma cubica riconducibili a preesistenticristalli di NaCI (fig. 2 f) accomunano alcunidi questi livelli carbonatici al «Calcare dibase» sottostante i gessi della FormazioneGessoso-solfifera.

La dolomite è sempre mieritica e presentacomposizione stechiometrica (50-51 mol%CaCOa); la calcite, debolmente magnesiaca(1-3 mol% di MgCO~), si ritrova, in grossiadunamenti, con tessitura spatitica o sottoforma microspatitiea a costituire il cementodella dolomite, soprattutto nelle zone dovela roccia è più porosa. Le relazioni tessi tu­rali indicano per la calcite una deposizionesuccessiva a quella della dolomite (fig. 2 g).

In tutti i campioni si osservano improntedi cristalli tabulari o prismatici, isolati o inaggregati, a volte geminati (6g. 2 h e 2 i).Queste forme, ora riempite da calcite, sonoriconducibili ad originari cristalli di gesso.Talora è presente l'anidrite (S26), con lastessa tessitura lamellare riscontrata nellediatomiti, come riempimento di vacuoli del­la micrite dolomitica.

Isolopi

1 risultati delle analisi isotopiche condottesui carbonati della sezione di Sutera sonoriportati nella tabella 1 insieme alla minera­logia della frazione carbonatica. I dati isoto-

1274 A. BELLANCA, S. CALDERONE, R. NERI

Fig. 2. - FOlografie di sezioni sottili. (a) Adunamento di miCfofossili in uno strato diatomitico (S8).Nicol incr.; la barrena rappresenta 0,75 mm. (bl Anidrite a tessitura lamellare che riempie le cameredi un microfossile a guscio calcitico in uno strato diatomitico (514). Nicol incr.; la barretta rappusenta0,25 mm. (c) Marna costituita prevalentemente da aragonite in microcristalli 3.ghiformi isorientati lungoi piani di stratificazione (S.H). Nicol incr.; la barretta rappresenta 0,75 mm. (d) Cristallo di celestinaaccresciuto all'interno di un microfossile in uno stralO marnoso (518). Solo palar.; la barretta rappre­senta 0,15 mm. le) Anidrite a tessitura lamellare come riempimento di cavità in uno strato mamoso (532).Nicol incr.; la barrena rappresenta 0,20 mm. (f} Impronta di cristallo cubico (probabilmente halite) inuna matrice di dolomite micritica (529). Nicol ìncr.; la barretta rapptesenta 0,35 mm. (g) Relazione cal­cite-dolomite negli strati carbonatici. La calcite spatitica riempie una cavità nella matrice dolomitica; In

alto a sinistra sono visibili granuli di quarzo detritico (524). Sezione colorata con alizarina rosso-sodica;nicol incr.; la barretta rappresenta 0,60 mm. (hl Impronle di cristaJ1i di gesso riempite da calcite spatiticain una matrice micritica di composizione dolomitica (524). Nicol incr.; la barrelta rappresenta 0,20 mm.(i) Impronta di gesso geminato a ferro di lancia riempita da calcite spatitiC3 in una matrice dolomi­tica (526). Nicol incr.; la barreua rappresenta 0,60 mm.

plci sono visualizzati tramite il diagramma8t80-o"l3C (fig. 3) nel quale vengono colle­gati con segmenti i punti rappresentativi del·la composizione isotopica del CaCOa e delladolomite coesistenti.

Le calciti mostrano variazioni di composi­zione isotopica relativamente limitate per

l'ossigeno e, al·contrario, molto ampie peril carbonio. Il 8180 delle calciti varia, infatti,tra +0,01 e +3,21 5fc. Per quanto riguardainvece il 813C, la 'distribuzione dei punti nelgrafico indica l'esistenza di due intervalli divalori caratterizzati da: a) 813C compresi tra-0,83 e -3,93 %0 relativi alla componente

EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHE DI EPISODI ETC. 1275

calcitica delle diatomiti e degli strati mar­nosi intercalati; h) 8u C molto negativi (da-10,07 a -38.40 %u) corrispondenti allecalciti dei livelli carbonatici. Il valore81Se meno negativo di questO intervallo(-10,07 ~,,), essendo relativo ad una mi­scela piuttosto equilibrata di calcite e arago­nite (538), riflette la composizione isotopicadi amlxdue i polimor6. del CaCÙ3. Il va­lore 81SC = -5,275'", corrispondente allacalcite dello strato marnoso stratigra6camen­te più elevato (539), si colloca tra i due in·tervalli.

Le aragoniti mostrano limitate variazionidi composizione isotopica sia per l'ossigenoche per il carbonio. Infatti, il 8180 e il 818Cdei campioni aragonitici variano, rispettiva.mente, tra +1,76 e +3,09%" e tra +1,17e +2,12 %", In realtà va considerato che ilCaC03 di questi campioni è una misceladi aragonite e calcite; i dati isotopici misu­rati possono, comunque, considerarsi rappre­sentativi dell'aragonite poichè la calcite, fattaeccezione per il campione 538, è presentesempre in quantità estremamente limitate.~ dolomiti mostrano, sia per quanto ti·

guarda il rapporto JSOj1SO che per il rap­porto ISCj1te, un'ampia variabilità composi­zionale all'interno della quale è possibile l'in­dividuazione di tre ~ruppamenti di valori:a) valori di 818() e 81,<: relativi alle dolo­miti, coesistenti con calcite, dei IiveUi diato­mitici stratigra6camente più bassi (818() tra+1,27 e +4,365',,; 813C tra -2,84 e--4,75 ~); h) valori di 818() corrispondentialle dolomiti delle diatomiti sttatigra6camen­te più alte, alle dolomiti degli strati carbo­natici e a quelle degli sttati marnosi inter­calati lungo tutta la sezione. I valori del8180 di queste dolomiti variano tra +4,82e +8,89%11 con un valore medio di + 7,13%11(I r1 = 1,03) che denota un considerevolearricchimento in 18(). I valori 818C dellestesse dolomiti presentano un'ampia escur­sione (da + 0,43 a -13,62 %(1); c) va­lori rdativi alle dolomiti associate ad arago­nite e calcite. I 818() di queste dolomiti (da+ 1,98 a + 3,51 ~c;) sono simili ai 818() delCacol coesistente e più bassi rispetto aquelli delle dolomiti degli strati immediata·mente sopra- e sottostanti. I valori 81,<:,variabili ma sempre piuttosto negativi (da-0,41 a --8,89 %<1), rientrano nell'interval-

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Fig. 3. - IlOlopi mbili ddI'ossigeno e del carobonio nella frazione arbonatia dei campioni Slu­d.Uoti. Le linee congiungono punti fl_ppresenutividc:lla composizione isotopia del Caco. e ddladolomile coesiuenli. • = ak::ite, O =:; aragonite +calcite, 0 = dolomite.

lo composizionale delle altre dolomiti"Dalla figura 3 si nota che l'andamento

dei segmenti che collegano i punti rappre­sentativi delle composizioni isotopiche dellecoppie CaCOs-dolomite evidenzia un gene­rale arricchimento (6no a circa 6,5 ~'c) in 180delle dolomiti rispetto alle calciti coesistenti.Per le coppie dolomite-aragonite si "rimandaa quanto detto in preadenza. La compara­zione della composizione isotopica del car­bonio nelle dolomiti e nelle calciti coesistentimostra due andamenti distinti: a) discretoimpoverimento in 'sc (6no a circa 3~d nelladolomite delle dinomiti e delle marne. Ana·loga tendenza si nota per le coppie dolomite­aragonite; h) notevole arricchimento di ne(fino a 33 ~Il) nella calcite dei livelli car­bonatici.

1276 A. BELLANCA, S. CALDERONE, R. NERI

Discussione

La componente calcitica delle diatomitipresenta valori di 8180 (da O a +2,47 ~I)

che sono indicativi di un ambiente di depo­sizione variabile da francamente marino amoderatamente ristretto. Le dolomiti coesi­stenti sono leggermente arricchite in 18() eimpoverite in 13c. Le differenze piuttostocontenute tra i valori del 8180 di dolomitie calciti coesistenti (al massimo +2,47 %0)potrebbero indicare che la dolomite si è for­mata, a spese della calcite, in acque sostan­zialmente simili a quelle da cui è precipitatala calcite. L'impoverimento di 13C nella do­lomite (8 l3C fino a -3,55 %0) suggerisce,invece, un appono di CO~ da sostanza orga·nica, in fase di precipitazione della dolomitestessa.

Il ritrovamento di anidrite all'interno del­le camere dei microfossili, in quantità cre­scenti proporzionalmente al contenuto di do­lomite nella roccia, ed adunamenti di forami­niferi, interpretati come segnali dell'instau­rarsi di condizioni ostili allo sviluppo diquesti organismi, concordano con la compo­sizione isotopica di calciti e dolomiti nel te­stimoniare un ambiente di deposizione varia·bile tra francamente marino e moderatamenteristretto.

A conferma dell'esistenza di episodi neiquali dominavano condizioni anormali, le do·lomiti delle marne intercalate alle diatomitimostrano valori di 8180 estremamente posi­tivi (tra +7 e +8 %0) indicativi di un am­biente ristretto con acque notevolmente eva­porate.

Anche le dolomiti che costituiscono l'uni·ca fase carbanatica delle diatomiti affiorantipiù in alto nella successione stratigrafica pre­sentano valori 8180 molto positivi (da +6,17a +8,17 %0); i valori del 8\3C sono, invece,abbastanza negativi (fino a -6,457<_0). Inquesti campioni la dolomite micritica ri­copre, più o meno estesamente, il feltro didiatomee ed impregna il sedimento diato­mitico preservandone la struttura originaria.Le osservazioni tessiturali e i dati isotopicisuggeriscono che la formazione della dolo­mite è avvenuta per precipitazione neglispazi interstiziali del sedimento diatomiticoda acque notevolmente arricchite in ISO econ parziale utilizzazione di carbonio deri­vato da decomposizione di sostanza organica.

Un modello genetico in parte simile è statoproposto, recentemente, per dolomiti ritro­vate in sedimenti diatomitici di mare pro­fondo (PISCIOTTO e MAHONEY, 1981; KELTSe McKENZIE, 1982). Tuttavia, le differenzeesistenti tra i valori di 8180, dedsamentepiù positivi nelle dolomiti di Sutera rispettoa quelli delle dolomiti profonde, evidenzianodifferenti ambienti di formazione.

La sequenza diatomitica di Sutera passaverso l'alto ad un'alternanza di strati carbo­natici e marnosi. La calcite dei livelli carbo­natici, quando è presente, è caratterizzatasempre da valori estremamente negativi di813C (6no a -38,40 %0). In letteratura, percarbonati che presentano simili impoveri­menti di 13C, viene invocata un'origine, inambiente anaerobico, attraverso processi cheimplicano riduzione batterica di solfati e con­comitante ossidazione di sostanza organica(DESSAU et aL, 1962; SASS e KOLODNY,1972; LIPPMANN, 1973). La ca1citizzazionedi gesso, quale meccanismo di fotmazionedelle calciti degli strati carbonatici di Sutera,è comprovata, oltte che dalla composizioneisotopica, da evidenze tessiturali come im­pronte monocline o prismatiche riconduci.bili ad originari cristalli di gesso (vedi fig. 2 he 2 i) e ptesenza di pitite prodotta utiliz­zando lo zolfo ridotto.

Le dolomiti degli stessi strati catbonaticie degli sttati marnosi intercalati mostrano va·lori 813C che variano in un intetvallo com­preso tra circa O e -13 %0. Nella sequenzasedimentaria è individuabile, anche se nonperfettamente delineato, un andamento ci·clico del 8lSC che può corrispondere a varia­zioni graduali negli appotti di CO2 bioge­nica. Le stesse dolomiti (ad eccezione diquelle associate con aragonite) hanno valoridi 8u O che appaiono tra i più alti finorariportati in letteratura. Valori di 8180 =+8,5 %" sono riportati da MCKENZIE et al.(1979-1980) per due campioni dolomitici in­fercalati alle diaromiti di Monte Capadarso(Sicilia); valori discretamente più bassi (al.l'incirca +5 0".10) sono indicati da FONTESet al. (1972) per dolomiti di evaporiti me­diterranee. Rapporti l80j180 molto positivivengono riportati sia per dolomiti formatecome precipitato chimico primario (PARRYet aL, 1970) che per dolomiti originate daun precursore calcitico o aragonitico (AHA-

EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHE DI EPISODI ETC. 1277

RON et aL, 1977).La dolomite degli strati carbonatici di Su­

tera non si origina per trasformazione dellacalcite coesistente. Le telazioni tessituraliindicano, infatti, che la calcite è su~siva

alla dolomite (vedi fig. 2 gl. D'altra parte,la dilferenza tra le composizioni iSOIopichedelle due fasi, sensibile per i valori di 8''0ed estrema (6no a 33 ~d per i D''C, sugge­risce meccanismi di fO!mll2.ione differenti peri due carbonati.

Evidenze di una trasformll2.ione aragoni­te .... dolomite si riscontrano soltanto nellemarne ad aragonite dove le due fasi mo­strano valori di composizione isotopica pres­socchè equivalenti. Rispetto alle dolomiti as­sociate con aragonite, tutte le altre dolomitidei livelli carbonatici e marnosi sono notevol­mente arricchite in 180 e, pertanto, la loroformazione potrebbe essersi realizzata attra­verso un mecranismo differente. All'osserva·zione in sezione sottile queste dolomiti ap­paiono anedrali e a grana molto fine, contessiture simili a quelle descritre più volteper dolomiti di precipitazione diretta (hIED­MAN e SANDERS, 1967; FONTES et al., op.cil.). In deiinitiva, anche se le evidenze tessi­turali e le considerazioni sui dati isotopicinon forniscono prove conclusive contro laformazione della suddetta dolomite da uncarbonato precursore, ruuavia esse sembrnnofavorire l'ipotesi di una precipitazione direttao al più di una formazione in diagenesi moltoprecoce.

Un'interpretazione genetica simile può es­sere proposta per la dolomite delle marneintercalate alle diatomiti che mostra compo­sizione isotopica e caraueristiche tessituralidel tuttO analoghe.

Come già deno, nelle mame stratigrafica­mente più elevate coesistono tre fasi carbona­tiche: aragonite, calcite e dolomite. In realtà,le quantità di calcite e di dolomite sonoestremamente subordinate tranne che nellaparte più alta della sequenza. I valori 8''Odell'aragonite, più bassi di quelli riportati inleueraturn per aragoniti di ambienti iperalini(HATHA""AY e DEGENS, 1968; AHARoN et aL,1977), sono, piuttosto, indicativi di un am­biente moderatamente ristretto. Un tale am­biente doveva essere caratterizzato da unacon~ntrazione di ioni Mg" sufficientementealta da favorire la formazione e la conserva-

zione dell'aragonite. l'aragonite precipitatain queste condizioni presenta, come quellaritrovata nei campioni di Sutera, aspetto mi­critico e fibroso (FOLK e UND, 197.5). Lapiù estesa dolomitizzazione del campione S38indicherebbe un successivo aumento del rap­porto Mg/Ca nelle brine; la sotu'azione diCa, causata dalla precipitazione di CaS9~.

avrebbe promosso la trasformazione di partedell'aragonite in dolomite. A conferma diciò, tra le marne aragonitiche solo il cam­pione S38 contiene piaghe di anidrite ed im­pronte di cristani di gesso ora riempite dacalcite. Il valore DIlIC = -10,07 7<~, relati­vo alla miscela aragonite<alcite presente inquesto campione, riflette l'origine della calciteper riduzione batterica del gesso.

Nella tabella l vengono riportate, insiemeai dati isotopici, le concentrazioni di MgCOsnella calcite e di CaCOs nella dolomite.La calcite ha contenuti di MgCOs sem­pre abbastanza limitati (max. 3 mol%); ladolomite è più ricca di Ca nelle diatomitie nelle marne intercalate, mentre presen­ta una composizione «stecruometrica» oquasi negli strati carbonatici e mamosi dellaparte superiore della sezione. Un'interpreta­zione univoca di questi dati appare difficile.In letteratura si legge, infatci, che le dolo­miti formate in ambiente evaporitico hannocomposizione steeruometrica e sono ben ordi­nate (GoLDSMtTH e GRAF, 1958; FUCHT­BAUER, 1974; VQN ENGELHAROT, 1977) maviene riportato, anche, che le dolomiti for­mate in ambienti iperalini sono poco ordinatee ricche in Ca a causa dell'alta velocità dicristallizzazione (FOLK e LAND. 1975). Le do­lomiti di diagenesi precoce, secondo FOCHT­BAUER e GOLOSMtTH (in LtPPMANN, 1973)sarebbero dolomiti calciche. Inoltre, sembrache la porosità del sedimento controlli, insede di diagenesi precoce, la trasformazioneprotoclolomite - dolomite che avviene piùfacilmente nei sedimenti a più alta permea­bilità (FOCHTBAUER, op. cit.). In definitivala composizione della dolomite risulta con­trollala da molteplici fattori che ne rendonola cinetica di cristallizzazione complessa edarticolata. Nella sequenza di Sutera appare,così, possibile che dolomiti fonnate attra­verso meccanismi analoghi abbiano composi.zioni differenti.

Nella fig. 4 vengono visualizzate le varia­zioni attraverso la successione stracigra6ca

1278 A. BELLANCA, S. CALDERONE, R. NERI

TABELLA 1Dati isotopici e composizione min~ralogica

della compon~nt~ carbonatica dei mat~riali studiati

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del Ol~ nella dolomite e delle percentualidella stessa fase nella frazione carbonatica.Dall'analisi del grafico risulta evidente un'ele­vata correlazione positiva Ira i due para­metri considerati. Quindi, per il significatoattribuito ai valori del Ol~, livelli che pre­sentano chiari indizi di deposizione in acquemarine fortemente concentrate mostrano lapresenza dominante di dolomitej questa,' in­vece, si riduce notevolmente a vantaggio di

calcite o aragonite in altri livelli riferibili adambienti deposizionali francamente marini omoderatamente ristretti. In altre parole, cisembra di poter interpretare "andamento deiprofili nel senso che condizioni di salinitàanormali favoriscono la formazione della do­lomite sia che essa precipiti direttamente siache derivi dalla trasformazione, in diagenesiprecoce, di un carbonato precursore.

1.0 stesso grafico fornisce una rappresen-

EVIDENZE GEOCHIMICHE E MINERALOGICHE DI EPISODI ETC. 1279

I 1 , I Io +2 +4 +6 +8 +10

Fig. 4. ~ Pro61i illustranti le variazioni del8'''0 (O) nella dolomite e delle percentuali dellastessa fase (.) nella fl"ll2ione carbonatics allraverwla sel.ione studiata.

un ambiente ristretto.In de6nitiva, possiamo dire che la mutevo­

lezza delle condizioni ambientali di deposi­zione, che è stata posta in evidenza per leevaporiti «sensu strictu» prima (LoNGINELLI,

1979-1980) e per il Calcare di base poi(CENSI et al., 1980) è una caratteristica ri­scontrabile anche nei depositi diatomiticimeSSlnl3n1.

Conclusioni

Caratteristiche tessiturali, mineralogia edati isotopici ottenuti dai campioni dellasequenza di Sutera portano alle seguenti con­siderazioni:

l) Le diatomiti stratigra6camente piùbasse hanno una componente carbonatica pre­valentemente calcitica e mostrano chiari in­dizi di deposizione in condizioni ambientalivariabili da francamente marine a moderata­mente ristrette. Gli strati diatomitici più altisono, invece, intensamente dolomitizzati;questa dolomite appare precipitata negli spaziinterstiziali del sedimento, in presenza diacque fortemente concentrate.

2) La dolomite e la calcite coesistenti ne­gli strati carbonatici mostrano marcate diffe­renze nella composizione isoropica. I valori8180 estremamente pO$itivi (fino a +8,89%~)

della dolomite sono indicativi di un ambienteristretto con acque notevolmente evaporate;questa fase, che presenta tessitura micritica,viene interpretata come un precipitato pri­mario o, al più, come un prodotto di diage­nesi molto precoce. I valori estremamentenegativi del 813C (6no a -38,40 %~) dellacalcite, a tessitura spatitica, indicano qualemeccanismo di formazione la calcitizzazionedi un solfato, la cui primitiva presenza è,peraltro, documentata da frequenti ritrova­menti di impronte di cristalli di gesso e dallapresenza di pirite.

3) Le marne intercalate lungo tutta lasezione, che contengono una dolomite ana­loga per tessitura e composizione isotopiea aquella dei livelli carbonatici, sono rHeribiliad un ambiente ristretto.

4) Le marne ad aragonite mostrano in­dizi di deposizione in acque relativamentenormali. I dati isotopici suggeriscono che ladolomite, in questi campioni, si è formata aspese dell'aragonite coesistente.

20 40 60 80 100% dolomite O

tazione diagrammatica dell'evoluzione am­bientale del bacino. La sedimentazione dellediatomiti, in un ambiente variabile da franocamente marino a moderatamente ristretto,viene interrotta a causa di episodiche ridu­zioni nelle comunicazioni verso il mare aper·ro; questi primi episodi a carattere evapori­tico sono contrassegnati dalla deposizione dimarne dolomitiche. La successiva evoluzioneverso un ambiente ristretto è marcata dal­l'intensa dolomitizzazione delle diatomiti;quindi, le acque marine raggiungono e man­tengono per un lungo periodo di tempo con­centrazioni sensibilmente elevate, per quantoperiodici apporti di abbondante materiale de­tritico turbano queste condizioni. Le marnead aragonite segnano il ritorno a condizionirelativamente normali che persistono 6nchènon si registra una nuova evoluzione verso

1280 A. BELLANCA, S. CALDERONE, R. NERI

Da queste considerazioni emerge un'ampiavariabilità dell'ambiente di deposizione dellasequenza di Sutera. Viene evidenziato, inol­tre, che la presenza di dolomite è dominantein quei livelli che, con ogni evidenza, si sanodepositati in acque marine fortemente con­centrate e diminuisce notevolmente, a van­taggio di calcite o aragonite, nei livelli rife-

ribili ad ambienti deposizionali francamentemarmi o moderatamente ristretti.

Ringraziamen/i. - Desideriamo ringraziare l'ing.A. DECIM... per le utili indiC1lzioni concernenti illavoro di ellmpagna, il prof. A. Ù)NGINELLI per al·cuni suggerimenti nel corso della ricerca, il prof.M. LEONE e i! prof. M. C... R"'PEZZ... per aver letto,critiC1lmente, il nostro mllnoscriuo.

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