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1 Associazione Antropologica Italiana – A.A.I. _____________________________________________________________ _ Le Scienze Antropologiche in Italia NOTIZIARIO N.1 APRILE 2005

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Associazione Antropologica Italiana – A.A.I. _____________________________________________________________

_

Le Scienze Antropologiche in Italia

NOTIZIARIO N.1 – APRILE 2005

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Notiziario n.1 – aprile 2005

A.A.I. Associazione Antropologica Italiana (fondata nel 1977) Presidenza: prof. Brunetto Chiarelli Dipartimento di Biologia Animale e Genetica Laboratori di Antropologia ed Etnologia Via del Proconsolo, 12 50123 Firenze (Italy) email: [email protected] Segreteria: dott. Sergio De Iasio (Università di Parma) email: [email protected] Consiglio Direttivo 2001-2004 Brunetto Chiarelli (Firenze) – Presidente Sergio De Iasio (Parma) – Segretario Gian Franco De Stefano (Roma “Tor Vergata”) Giovanni Floris (Cagliari) Giorgio Paoli (Pisa) Carlo Peretto (Ferrara) Davide Pettener (Bologna) Emma Rabino Massa (Torino) Gabriella Spedini (Roma “La Sapienza”)

A partire dal 1974, con cadenza biennale, l’Associazione Antropologica Italiana organizza il

proprio Congresso; nel mese di ottobre 2005 avrà luogo la XVI edizione con sede a Genova. In occasione del suo XV° Congresso, il Consiglio Direttivo della A.A.I. ha deciso di

predisporre il presente notiziario per la promozione delle discipline antropologiche, per la comunicazione fra i Soci e per metterlo a disposizione di studenti, docenti ed enti interessati. Sommario 1. Le Scienze Antropologiche oggi in Italia 2. Le discipline del raggruppamento BIO-08 3. Docenti e ricercatori di Antropologia nelle Università Italiane 4. Dottorati di ricerca in Scienze Antropologiche 5. I Master in Antropologia 6. Riviste di interesse antropologico pubblicate in Italia 7. Libri 8. I rapporti della A.A.I. con altre istituzioni antropologiche internazionali

Copyright 2005 – A.A.I. Associazione Antropologica Italiana Supplemento alla rivista International Journal of Anthropology Cura editoriale del Notiziario: Angelo Pontecorboli Editore, Firenze Si ringrazia per la collaborazione all’editing la dott.ssa Francesca Romana Tramonti

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1. Le Scienze Antropologiche oggi in Italia

L’impatto che le popolazioni umane, con il loro sviluppo demografico e con l’incremento tecnologico odierno, stanno avendo sugli ecosistemi, sulla biodiversità e sulle culture tradizionali, impone una nuova riconsiderazione delle Scienze Antropologiche, che si traduce in primo luogo in una revisione dei piani di studio universitari, sia per le facoltà scientifiche che per quelle umanistiche.

Le Scienze Antropologiche devono prima di tutto proporsi lo studio della specie umana come unità zoologica, lo studio delle sue origini , della sua storia biologica e culturale; devono analizzare la sua grande adattabilità ai diversi ambienti, nonché il suo differenziamento fisico e biosociale.

Molte discipline studiano caratteri diversi della nostra specie, ma nessuna di esse è interessata allo studio della posizione di essa nel regno animale, né ai problemi della sua origine, né alle sue relazioni con i Vertebrati superiori e con le altre forme di vita. Nessuna di esse inoltre si occupa del ruolo svolto dalla nostra specie nell’ambiente che l’Uomo peraltro sta così radicalmente trasformando con le sue attività culturali.

L’Anatomia, ad esempio, descrive le caratteristiche morfologiche del nostro

corpo, la fisiologia ne studia le funzioni, la patologia si occupa delle alterazioni e delle condizioni anormali, la psicologia delle proprietà elaborative della nostra psiche e di comprendere la natura della relazione fra psiche e comportamento, ed infine la storia si occupa dei “prodotti” della cultura umana. Tuttavia, nessuna di queste discipline, studia in modo specifico la nostra specie da un punto di vista naturalistico e le basi biosociali della cultura.

L’importanza dell’Antropologia sta quindi anche nella sua funzione di coordinamento delle conoscenze finora acquisite dall’uomo.

L’Antropologo è quindi principalmente interessato a descrivere le varie caratteristiche proprie della specie umana e delle sue varietà, come fa lo zoologo con una particolare specie animale o con un gruppo di specie animali, o come fa il botanico con le piante. Ovviamente i metodi adottati saranno diversi a seconda della preparazione e degli interessi di ciascuno studioso, ma tutti i risultati devono convergere verso la costruzione di una sintesi e non costruire un semplice mosaico di differenti informazioni.

Questa sintesi, in definitiva, deve costituire un ponte fra quelle che vengono definite Scienze Sperimentali e quelle che vengono definite Scienze Umanistiche, secondo la terminologia della filosofia e della cultura europea.

Una integrazione o un punto di contatto fra i maggiori gruppi di discipline afferenti all’Uomo è inoltre auspicabile proprio per l’attuale sviluppo delle

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conoscenze - che inevitabilmente necessitano di una sintesi - e per l’imminente integrazione delle differenti culture tradizionali delle diverse popolazioni del mondo.

Le discipline afferenti a questo gruppo hanno, quale denominatore comune, lo studio della Storia Naturale dell’Uomo e delle sue diverse popolazioni di cui considerano quindi l’origine, il differenziamento, l’evoluzione fisica e bio-sociale. Queste discipline tendono ad una sintesi di conoscenze finora acquisite sulla storia biologica dell’Uomo e includono come temi fondamentali argomenti come:

- lo studio dei Primati come gruppo differenziato di Vertebrati, la loro tassonomia ed evoluzione al fine di meglio comprendere l’evoluzione e la variabilità umana;

- le caratteristiche biologiche e molecolari nel differenziamento delle popolazioni attuali ed i processi dei loro rispettivi adattamenti alle condizioni ambientali;

- la cronologia e la paleoecologia nei processi evolutivi dell’uomo; - la raccolta, la classificazione e l’analisi dei resti fossili degli Ominidi, allo

scopo di ricostruirne la filogenesi e la comprensione dei processi e dei meccanismi che hanno condotto all’evoluzione biologica e culturale dell’uomo;

- la composizione corporea e gli aspetti antropometrici e auxologici anche nelle loro prospettive applicative, e gli elementi dello sviluppo ontogenetico dell’uomo;

- l’origine, l’evoluzione e il differenziamento delle culture da quelle preistoriche (paleoetnologia) a quelle attuali (etnologia).

Brunetto Chiarelli

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2. Le discipline del raggruppamento BIO/08 La declaratoria ministeriale (D.M. 4 ottobre 2000) relativa al raggruppamento delle Scienze Antropologiche così suona: BIO/08 ANTROPOLOGIA Il settore studia la Storia Naturale dell’Uomo, considerandone l’origine e l’evo-luzione fisica e bio-culturale. I campi di competenza sono: la tassonomia, l’etologia e l’evoluzione dei Primati per comprendere l’evoluzione e la variabilità umana; la classificazione e l’analisi dei resti fossili degli Ominidi per ricostruire la filogenesi umana e per migliorare la comprensione dei processi e dei meccanismi che hanno prodotto l’evoluzione dell’uomo; la ricostruzione della storia del popolamento umano di specifiche aree geografiche attraverso lo studio della distribuzione dei marcatori morfologici e molecolari; l’origine e l’evoluzione delle culture nei loro aspetti naturalistici e lo studio delle strategie di sussistenza; la paleodemografia e la biodemografia; l’archeo-antropologia, anche nei suoi aspetti molecolari; gli aspetti comparativi dello sviluppo ontogenetico dell’Uomo; le caratteristiche biologiche delle popolazioni umane fossili e viventi e i rispettivi adattamenti alle condizioni ambientali; le applicazioni anche nel campo ergonomico e museologico dell’Antropologia e dell’Etnologia; le metodiche d’indagine antropometrica e le teorie e metodologie per il trattamento dei dati al fine di fornire standard sulle popolazioni umane, indispensabili in ambito ergonomico, biomeccanico e clinico; la valutazione dello stato nutrizionale e le relazioni tra caratteristiche antropologiche ed attività motoria sportiva nei vari periodi di vita (*)

(*)(in corsivo le proposte di modifica)

L’attuale declaratoria va a sostituirsi al precedente elenco delle discipline antropolo-giche previste dal settore scientifico-disciplinare E03B ANTROPOLOGIA (D.M. 12-4-1994: Suppl. ord. alla G.U. n.184 del 8-8-1994):

o ANTROPOLOGIA o ANTROPOMETRIA ED ERGONOMIA o BIOLOGIA DELLE POPOLAZIONI UMANE o BIOLOGIA UMANA o ECOLOGIA PREISTORICA o ECOLOGIA UMANA o ETOLOGIA DEI PRIMATI o PALEOANTROPOLOGIA o PALEONTOLOGIA UMANA o PALETNOLOGIA o PRIMATOLOGIA

I predetti argomenti sono sviluppati dall’armonica presenza nei diversi corsi di laurea delle Università italiane di insegnamenti di cui di seguito si danno le definizioni.

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Sottosettori 1. L’Ordine dei Primati nella storia naturale dei Vertebrati

- La Primatologia: affronta problemi connessi con lo studio della storia naturale dei Primati, l’adattamento degli stessi ai differenti habitat e le loro caratteristiche morfologiche e fisiologiche.

I Primati, come gruppo zoologico, sono particolarmente interessanti, sia perché appartengono allo stesso ordine della specie umana, sia perché sono gli unici Mammiferi per i quali la sistematica delle forme attualmente viventi ricapitola, per grandi linee, le probabili tappe che hanno condotto alle forme recenti più evolute.

Altro motivo di importanza deriva dalla stretta e peculiare affinità biologica fra la nostra specie e quelle degli altri Primati; la loro conoscenza costituisce quindi un contributo fondamentale ad una più ampia ed adeguata comprensione della biologia umana.

La Primatologia ha, quali settori di attività interdisciplinare, tutte le discipline connesse in qualche modo con lo studio dell’evoluzione (Anatomia comparata, Genetica, Fisiologia, Biochimica) e trova importanti applicazioni pratiche nel campo biomedico e psico-biologico.

- L’Etologia dei Primati si occupa, con impostazione naturalistica, del

comportamento umano comparativamente con quello degli altri Primati e di altri animali. Studia in particolare le basi biologiche del comportamento e lo compara con quello di altre specie nell’intento di offrire elementi per l’elaborazione di modelli di comportamento propri dell’uomo.

L’Etologia dei Primati presenta caratteristiche di interdisciplinarietà con la Primatologia, l’Antropologia, l’Etnografia Naturalistica, la Psicologia Sperimentale e con l’Etologia Generale.

FIRENZE. Storia naturale dell’ambiente e dell’Uomo 68S: Primatologia. PISA. Neurobiologia 6S: Etologia dei Primati. Scienze Naturali 27S: Primatologia.

Scienze ecologiche e della Biodiversità 12S: Primatologia. TORINO. Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo 68S: Primatologia;

Eto-ecologia Umana. Conservazione e Biodiversità Animale 6S: Primatologia.

2. La Storia evolutiva dell’Uomo

La storia evolutiva dell’Uomo, analizzata nei suoi contesti biologico, naturale e culturale, è parte inalienabile dell’Antropologia e rappresenta un settore di particolare interesse nel riconoscimento e nella definizione dei processi che hanno determinato l’origine e lo sviluppo della nostra specie. Oggi sappiamo che l’uomo è parte integrante della natura che lo circonda; la definizione dello stretto rapporto

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con essa e con il mondo degli esseri viventi passa obbligatoriamente attraverso lo studio del lungo processo di ominazione distribuito in un arco di tempo dell’ordine di alcuni milioni di anni, dall’acquisizione della stazione eretta, alla comparsa di un pensiero concettuale e simbolico attraverso le differenti forme fossili riconosciute dall’origine più antica fino ai nostri giorni.

I contenuti didattici e scientifici riguardanti la nostra storia evolutiva possono rientrare nei seguenti ambiti disciplinari:

- Paleoantropologia: studia le fasi dell’evoluzione dei Primati e dell’uomo in particolare, con riferimento agli aspetti dell’evoluzione biologica in relazione ai differenti ambienti naturali di vita. Si prefigge da una parte lo studio e la descrizione dei reperti fossili inquadrati nel loro contesto cronologico, ambientale, ecologico ed archeologico, e dall’altra la costruzione di modelli interpretativi dei processi che hanno caratterizzato le varie fasi dell’evoluzione umana, come ad esempio l’acquisizione della postura eretta, l’allungamento dei tempi di sviluppo postnatale, l’origine del linguaggio, l’aumento delle dimensioni cerebrali, etc.. L’impostazione della disciplina è inquadrare le ricerche nel contesto della biologia evoluzionistica più in generale, con particolare riferimento alla comparazione dell’uomo con le altre specie di Primati.

- Paleontologia umana: studia l’uomo fossile e sub-fossile, tanto nei suoi aspetti fisico-morfologici quanto in quelli legati al suo psichismo. Il contenuto di questa disciplina è pertanto rivolto da un lato alle ragioni e al dinamismo biologico che, ad un dato momento dell’era Cenozoica, hanno condotto, nell’ambito dei Primati, alla individuazione ed alla separazione della linea degli Ominidi, dall’altro lato, si interessa all’evoluzione di questa linea di Ominidi fino al conseguimento del “livello umano” espresso, oltre che all’acquisizione di alcuni particolari attributi biologici distintivi anche dagli elementi culturali quali le industrie litiche, ossee, le strutture dell’abitato, ecc.. L’impostazione generale e la metodologia della Paleontologia umana sono naturalistiche, differenziandosi così da altre discipline, che pure si occupano di elementi culturali, ma con un indirizzo eminentemente storico-archeologico. Al fine di una più ampia interdisciplinarietà, in considerazione del ruolo avuto dall’ambiente fisico ed in particolare biologico sull’evoluzione dell’uomo, la Paleontologia umana si avvale ampiamente dei sussidi che le provengono da varie branche naturalistiche quali la Geologia e la Paleontologia del Quaternario e l’Ecologia preistorica.

- Ecologia preistorica: studia i rapporti tra uomo e ambiente, durante lo sviluppo della storia dell’antichità umana. Esamina in particolare gli influssi esercitati dai cambiamenti climatici e ambientali del Quaternario sulle culture umane e come esse reagiscono a tali influenze in base alla loro tradizione culturale e al grado di sviluppo tecnologico. Poiché l’adattamento all’ambiente esterno non è mai un fenomeno passivo, ma comporta una modifica dell’ambiente stesso, essa si occupa delle modifiche indotte della nostra specie sul mondo circostante, anche nei tempi più lontani. L’Ecologia preistorica è uno studio spiccatamente

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multidisciplinare, in quanto trae la sua materia da tutta una serie di linee di documentazione di cui va compreso il significato rispettivo (Archeologia preistorica, Paleobotanica, Paleozoologia, Paleoclimatologia, Sedimentologia e pedologia, Geologia del Quaternario). La specificità dello studio consiste nell’indagine delle interazioni fra i diversi componenti paleoambientali, risultante da una ricostruzione integrata dei loro sviluppi durante i tempi preistorici. Rappresenta quindi un complemento della Paleontologia umana e della Paletnologia di cui approfondisce gli aspetti naturalistici.

- Paleopatologia umana: studia le malattie del passato attraverso l'esame diretto dei resti umani antichi scheletrici e mummificati. Offre elementi per individuare le cause di minor efficienza fisica dei singoli soggetti e più generalmente di gruppi umani, contribuisce inoltre alla ricostruzione della storia di alcune condizioni morbose, delle pratiche e delle conoscenze mediche del passato, proiettandosi anche nell'interpretazione epidemiologica delle malattie moderne. L'integrazione dei risultati delle indagini paleopatologiche permette di correlare i dati biologici e patologici con quelli ambientali.

- Paleonutrizione umana: è la disciplina che si propone di definire, attraverso lo studio degli elementi chimici presenti nell'osso, il tipo di nutrizione dei gruppi umani antichi. Essa prende in considerazione le variazioni climatiche e ambientali, le scelte economiche e le strategie di sussistenza dei gruppi umani del passato e trova integrazione con altre discipline quali la Fisiologia e la Patologia Umana, l'Archeologia, la Geologia, la Climatologia, la Zoologia e la Botanica.

AGRIGENTO (Palermo). Archeologia 2S. Paleoantropologia. BARI. Biologia ambientale ed evolutiva 6S: Evoluzione umana. CAGLIARI. Biologia applicata e sperimentale 6S. Laboratorio di Paleoantropologia.

Rilevatore di ambienti naturali 68S. Laboratorio di Paleoantropologia; Laboratorio paleobiologico.

FERRARA: Scienze dei beni Culturali e Ambientali 13S: Antropologia, Origine ed evoluzione del linguaggio; Archeo-Antropologia. Scienze Naturali 27S: Antropologia, Ecologia Preistorica; Paleontologia umana. Tecnologo per i Beni Culturali 41S: Antropologia e paleoantropologia. Conservazione e gestione del patrimonio naturale ambientale e culturale 68S: Paleontologia Umana I. Scienze Preistoriche 68S: Paleontologia Umana e Paleoantropologia; Cronologia e Culture del Paleolitico inferiore e medio; Biologia dello scheletro umano.

FIRENZE. Storia naturale dell’ambiente e dell’Uomo 68S: Paleoantropologia; Ecologia preistorica.

PARMA. Ecologia 6S. Paleoecologia e analisi del paesaggio; Conservazione della Natura 68S: Paleontologia umana e paletnologia.

PISA. Gestione e valorizzazione delle risorse naturali 68S: Paleontologia umana e delle faune continentali; Preistoria e protostoria; Evoluzione biologica dell’Uomo. Archeologia 2S: Laboratorio di paleo-nutrizione. Scienze naturali 27S: Paleonto-

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logia umana; Ecologia preistorica. Scienze ecologiche e della Biodiversità 12S: Paleontologia umana; Ecologia preistorica.

RAVENNA (Univ.Bologna. Conservazione e valorizzazione dei Beni Archeologici 2S: Archeoantropologia.

SIENA. Biodiversità, Ecologia ed Evoluzione 6S. Paleoecologia degli ambienti preistorici; Ambiente e culture preistoriche dell'Olocene; Laboratorio di Preistoria.

TORINO. Evoluzione e Diversità nei Sistemi Naturali 68S: Paleontologia Umana. Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo 68S: Evoluzione dell’Uomo (anche in Conservazione e Biodiversità Animale 6S).

3. Misura, struttura fisica e funzioni del corpo umano

Questo ambito disciplinare include un insieme di conoscenze teoriche e meto-dologiche relative alla variabilità nelle caratteristiche quantitative e qualitative del corpo umano, alla loro valutazione ed alle possibili applicazioni in diversi campi.

Le principali discipline che fanno capo a questo ambito sono: - l’Antropometria (misura dell'uomo): riguarda lo studio della variabilità

delle caratteristiche fisiche umane (dimensioni, forma, composizione). L'individuazione, la standardizzazione e la misura, sia sullo scheletro che sul vivente, dei caratteri antropometrici costituiscono elementi utili per la ricerca paleoantropologica e per varie tipologie di applicazione in ambito biomedico. Le ricerche antropometriche utilizzano tipicamente metodologie biometrico-statistiche, che consentono di trarre conclusioni generali dalle osservazioni campionarie, ai fini di una migliore conoscenza delle variazioni sessuali, costituzionalistiche e del ciclo vitale, delle variazioni associate ad alcune malattie, delle dinamiche evolutive popolazionistiche;

- l’Ergonomia: studia le relazioni reciproche tra Uomo e ambiente artificiale (inclusi i manufatti) che deve essere progettato a sua misura. Un'attenzione particolare è riservata allo studio dell'ambiente di lavoro. Un ulteriore campo applicativo è quello relativo alla scelta di una specifica attività sportiva in base al tipo somatico.

Lo studio dell'interfaccia Uomo-strutture tecnologiche è reso possibile dall'applicazione delle conoscenze e metodiche dell'Antropometria e dell'Antropologia in generale. Esso considera anche degli aspetti fisiologici, psicologici e comportamentali, in particolare gli aspetti dinamici e prossemici, che derivano principalmente dallo studio delle popolazioni umane nelle aree industrializzate. L'Ergonomia offre metodologie e criteri d'interpretazione alla Preistoria, alla Medicina del Lavoro, all'Architettura ed all'Ingegneria, da cui a sua volta trae utili indirizzi di ricerca.

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BOLOGNA. Scienze dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Chinantropometria. Scienza e tecniche dello sport 75S: Antropometria sportiva.

CAGLIARI. Scienza e tecniche dello sport 75S: Antropometria. CHIETI. Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative 76S:

Antropometria ed Ergonomia del movimento. FERRARA. Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata 76S:

Antropometria sportiva; Valutazione della composizione corporea. Scienze Preistoriche 68S: Biologia dello scheletro umano.

L’AQUILA. Scienza e tecniche dello sport 75S: Metodologie e tecniche di valutazione dello sport.

ROMA “Tor Vergata”. Biologia ed evoluzione umana 6S: Accrescimento umano; Antropologia applicata; Analisi dei dati I

TORINO. Biologia dell’Ambiente e del Lavoro 68S: Ergonomia.

4. Uomo e ambiente

- La Biologia Umana tende a definire caratteri morfologici e soprattutto fisiologici, nelle fondamentali correlazioni a livello individuale, quindi d’ordine costituzionalistico e della specie, nel loro differenziamento sincronico e diacronico. Pertanto la Biologia Umana considera soprattutto sia l’ereditarietà di caratteri normali e patologici sia conoscenze già sperimentate in altri esseri viventi.

Costituiscono argomenti di particolare interesse il dimorfismo sessuale, le variazioni ontogenetiche (soprattutto d’ordine auxologico e gerontologico), gli effetti delle combinazioni individuali fino al meticciamento gruppale.

- L’Ecologia Umana si propone di individuare e valutare le complesse relazioni tra le popolazioni umane organizzate in comunità, i fattori fisici, abiotici, biotici, socio-culturali, politici, economici ed i processi che sono presenti ed agiscono sull’ambiente di vita considerato nella sua globalità. L’Ecologia Umana riconosce la necessità che l’oggetto preminente di studio sia l’identificazione dei “bisogni” delle comunità e del modo in cui questi sono o possono essere soddisfatti in una triplice problematica:

- adattamento delle popolazioni umane ai diversi ambienti naturali ed artificiali;

- influenze delle comunità umane sull’ambiente; - prospettive di miglioramento della qualità di vita delle comunità, intendendo

con essa non solamente l’assenza di malattie ma anche il completo benessere psichico, fisico e sociale degli individui (preambolo della W.H.O.).

. BARI. Biologia ambientale ed evolutiva 6S: Antropologia ed adattamento. Rilevatore

di ambienti naturali 68S. Uomo e ambiente naturale; Ecologia umana; Biologia umana.

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CAGLIARI. Biologia applicata e sperimentale 6S. Biologia umana; Ecologia umana. Rilevatore di ambienti naturali 68S. Uomo e ambiente naturale; Ecologia umana; Biologia umana

FERRARA. Ecologia ed Evoluzione 6S: Ecologia umana. Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Biologia dell’età evolutiva e dell’invecchiamento.

FIRENZE. Storia naturale dell’ambiente e dell’Uomo 68S: Biologia umana; Ecologia umana.

L’AQUILA. Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Fisiopatologia dell’invecchiamento.

PARMA. Conservazione della Natura 68S. Biologia umana; Ecologia umana. PISA. Scienze ecologiche e della Biodiversità 12S: Ecologia umana. ROMA “La Sapienza”. Fisiografia del territorio ed Ecologia del paesaggio 82S:

Complementi di Ecologia umana. ROMA “Tor Vergata”. Biologia ed evoluzione umana 6S: Accrescimento umano;

Antropologia applicata; Antropologia ecologica. TORINO. Analisi e Gestione dell’Ambiente 68S: Genotossicologia Umana.

5. Dinamiche biodemografiche e popolamento umano

I fenomeni demografici di base (fecondità, mortalità e mobilità) concretamente rappresentano i meccanismi di attuazione della dinamica evolutiva dei gruppi umani; essi rappresentano l’esito di una stretta interazione tra biologia e cultura. La disciplina, nata dall’interazione tra ambiti biologici e genetici, demografici e socio-culturali, si prefigge di evidenziare modalità e intensità con la quale i fenomeni si manifestano, quale sia il ruolo e il peso della cultura nella loro determinazione, quali ne siano le conseguenze sulla struttura e composizione dei gruppi umani e sulla evoluzione della loro caratterizzazione biologica.

La Biodemografia analizza le dinamiche demografiche in quanto definizione concreta delle variabili in gioco nell’evoluzione dei gruppi umani, con particolare attenzione alla fecondità, alla mortalità, e alla mobilità (matrimoniale e migratoria) degli individui. I comportamenti demografici vengono analizzati in sé, in funzione degli effetti che essi provocano sulla composizione e struttura delle popolazioni e sulla loro caratterizzazione biologica, nella ricerca delle interazioni con il contesto culturale, sociale ed economico nel quale si verificano. Lo studio riguarda sia le popolazioni del passato, mediante la loro ricostruzione a partire dalla documentazione storiografica, sia le popolazioni attuali, assumendo anche valore predittivo sugli effetti futuri derivanti dai comportamenti attuali.

BOLOGNA. Scienze Statistiche 92S: Biologia delle popolazioni umane CAGLIARI. Biologia applicata e sperimentale 6S: Biologia delle popolazioni umane PARMA. Conservazione della Natura 68S: Biodemografia; Biologia delle popolazioni

umane; Scienze per i Beni Culturali 12S: Fonti archivistiche per lo studio delle popolazioni storiche; Storia del popolamento umano

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PISA. Scienze naturali 27S: Biologia delle popolazioni umane. Scienze ecologiche e della Biodiversità 12S: Biologia delle popolazioni umane.

TORINO. Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo 68S: Biologia delle Popolazioni Umane.

6. Biodiversità e variabilità molecolare nell’Uomo

- La Biologia delle Popolazioni Umane è la disciplina che studia i gruppi umani viventi sotto il profilo genetico e ambientale. Partendo dall’osservazione dei caratteri biologici dell’Uomo, essa fornisce, attraverso l’analisi delle somiglianze e delle differenze entro e tra i gruppi umani, gli elementi per l’interpretazione dei meccanismi connessi con la variabilità biologica dell’uomo. Essa pertanto comprende lo studio dei meccanismi di adattamento all’ambiente, l’analisi dei fenomeni microevolutivi, lo studio dell’evoluzione numerica dei gruppi e dei problemi ad essa connessi.

- L’Antropologia Molecolare si occupa della ricostruzione su basi molecolari

delle relazioni filogenetiche esistenti tra specie o popolazioni diverse, attuali o del passato, in base al confronto delle somiglianze e delle differenze ottenute con la comparazione di singoli geni o sequenze geniche del DNA nucleare (nDNA) e mitocondriale (mtDNA).

BARI. Scienze della natura 68S: Antropologia molecolare. CAGLIARI. Biologia applicata e sperimentale 6S: Antropologia molecolare. L’AQUILA. Biologia sanitaria 6S: Antropologia molecolare. PALERMO. Biodiversità ed evoluzione animale 6S: Antropologia biologica. PISA. Scienze naturali 27S: Antropologia molecolare. ROMA “La Sapienza”. Biodiversità e Conservazione della Natura 68S: Biodiversità

umana. Biologia evoluzionistica 6S: Biodiversità umana. Ecobiologia 6S: Biodiversità umana; Antropologia genetica e molecolare.

ROMA “Tor Vergata”. Biologia ed evoluzione umana 6S: Archeologia molecolare; Analisi dei dati II.

7. Altre prospettive disciplinari

Oltre ai sottosettori testé descritti, vengono presentate ulteriori prospettive disciplinari finalizzate soprattutto alle esigenze di corsi di laurea quali Scienze e tecnologie per il restauro e la conservazione dei Beni Culturali, Conservazione dei Beni culturali, Medicina e Chirurgia, Psicologia, Scienze Motorie ed altri.

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Antropologia cognitiva. L’Antropologia cognitiva si occupa dei processi evolutivi che hanno portato alla definizione delle strutture anatomiche associate con l’evoluzione del pensiero simbolico (cervello, laringe, apparato locomotore, ecc..) e delle sue manifestazioni culturali (industrie litiche, ecc..) ed è finalizzato allo studio della mente (esperienze, ragione, sistema concettuale) utilizzando contributi sia neurobiologici che antropologici culturali e psichiatrici. L’Antropologia cognitiva si propone di indagare le basi genetiche del comportamento. Il suo intento è sia scientifico puro (per la conoscenza dei processi mentali), sia applicativo in molteplici settori dell’attività umana in cui questi processi avvengono (Antropologia sociale).

GENOVA. Storia dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico 95S: Antropologia

ed evoluzione della comunicazione. Antropologia della conservazione. Le tematiche antropologiche, a

contenuto biologico, evolutivo e culturale, concorrono alla definizione dei contenuti di musei a carattere spiccatamente antropologico e in altri casi costituiscono importanti sezioni espositive in musei di Anatomia Umana e di Storia e/o Scienze Naturali. Sul piano contenutistico, l’Antropologia della conservazione interviene nell’ambito del restauro, della catalogazione e dell’archiviazione, intesa come costruzione e gestione di banche dati; inoltre si occupa delle problematiche riguardanti l’adeguamento dei depositi e la gestione delle collezioni sia a scopo scientifico che didattico. Un’importanza fondamentale riveste questo ultimo aspetto nella definizione di percorsi di formazione per le scuole di ogni ordine e grado, con lo scopo di consentire un adeguato sviluppo delle conoscenze necessarie per una corretta comprensione del significato dell’Uomo, definendo i nostri contenuti biologici, morfologici, evolutivi e, per ultimo, anche quelli comportamentali. La disciplina è quindi a carattere interdisciplinare con una spiccata valenza naturalistica.

CAGLIARI. Rilevatore di ambienti naturali 68S: Laboratorio di Museologia naturali-

stica FERRARA. Tecnologo per i beni culturali ed ambientali 41S: Didattica museale PADOVA. Scienze della Natura 68S: Didattica antropologica museale RAVENNA (Università di Bologna). Scienze e tecnologie per la conservazione e

restauro dei Beni Culturali 12S: Degrado di materiale bioarcheologico ROMA “La Sapienza”. Museologia e divulgazione naturalistica 68S: Museologia

antropologica; Didattica e divulgazione antropologica Antropologia forense. Attraverso lo studio dettagliato dei caratteri

antropologici più variabili da un individuo ad un altro è possibile arrivare alla identificazione di gruppi di caratteri variabili che sono caratteristici di un solo individuo. Questo procedimento prevede tecniche di rilevamento, metodi di studio e strumenti di analisi che sono propri dell’Antropologia. In molti paesi

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(principalmente USA e in Germania) l’Antropologia forense si occupa appunto di identificare i singoli individui attraverso lo studio dettagliato dei caratteri variabili, come i dermatoglifi, le fini morfologie della fisionomia facciale e del padiglione auricolare e, più modernamente, attraverso le minute variazioni cromatiche dell’iride.

BOLOGNA. Conservazione e gestione del patrimonio naturale 68S: Laboratorio di Bioarcheologia e osteologia forense

Bioetica Globale. La Bioetica Globale si differenzia dalla Bioetica intesa come deontologia medica (incentrata sull’aggiornamento ed approfondimento delle problematiche legate al rapporto tra medico e paziente delle Facoltà Mediche) in quanto essa affronta i problemi generali che interessano l’umanità nel suo rapporto con l’ambiente naturale, proponendosi come disciplina in grado di far incontrare cultura umanistica e cultura scientifica nel comune interesse per il destino dell’uomo. In questo senso le conoscenze biologiche, la riflessione filosofica e le realizzazioni biotecnologiche si uniscono in un quadro volto ad interpretare la complessa realtà del genere umano nell’attuale fase evolutiva.

Antropologia per le Scienze Motorie. I principali contributi dell’Antro-

pologia nell’ambito delle Scienze Motorie riguardano alcuni aspetti della biodiver-sità umana con particolare riferimento a: metodologie di valutazione antropome-trica; caratteristiche antropometriche nella progettazione ergonomica; statica e biomeccanica del movimento; interazioni tra caratteristiche biologiche, ambiente e stile di vita; variazioni delle caratteristiche biologiche durante il processo di crescita ed invecchiamento, standard di crescita, età biologica, valutazione antropometrica dello stato nutrizionale nel bambino e nell’anziano; caratteristiche antropometriche, proporzioni corporee e composizione corporea nell’atleta.

Corsi in Bioarcheologia, Osteologia forense, Tafonomia forense, Antropologia

archeologica, Restauro e trattamento conservativo dei resti umani, Antropologia dello sport etc possono trovare ampio spazio tra gli insegnamenti opzionali dei corsi di laurea citati in precedenza. _____________________________________________________________

L’Antropologia nelle valutazione di impatto ambientale. L’andamento esponenziale dell’incremento demografico umano crea un impatto sugli ecosistemi naturali che deve essere analizzato con prospettive dinamiche sia a livello delle risorse nutrizionali che per quello delle disponibilità energetiche e dell’inquinamento ambientale. Le società umane attuali sono in uno stato di disequilibrio che deve essere studiato per una equilibrata riprogrammazione.

Prima di ogni intervento sul territorio è quindi opportuno operare una valutazione di opportunità e di fattibilità. La direttiva 85/337 del Consiglio della Comunità Europea nell’art.3 specificatamente insiste sulla individuazione, descrizione e valutazione degli effetti diretti e indiretti dell’attuazione di ogni progetto sull’uomo, la fauna e la flora, il paesaggio e il patrimonio culturale del luogo di intervento. La direttiva è ora legge dello Stato Italiano ed è compito anche degli antropologi promuoverne l’applicazione.

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3. Docenti e Ricercatori di Antropologia (BIO-08) (Per sede universitaria - aggiornamento aprile 2005).

BARI DE LUCIA Amelia PESCE DELFINO Vittorio SCATTARELLA Vito SUBLIMI SAPONETTI Sandro TOMMASEO PONZETTA Mila VACCA Eligio

BOLOGNA BELCASTRO Maria Giovanna BRASILI GUALANDI Patricia FACCHINI Fiorenzo GUERESI Paola LUISELLI Donata PETTENER Davide TOSELLI Stefania

CAGLIARI CALÒ Carla Maria FLORIS Giovanni FLORIS Rosalba MARINI Elisabetta SANNA Emanuele VONA Giuseppe

CAMERINO LUCIANI Stefania ROLLO Franco

CHIETI CAPASSO Luigi

FERRARA BROGLIO Alberto GUALDI RUSSO Emanuela PERESANI Marco PERETTO Carlo

FIRENZE BORZATTI Edoardo CARAMELLI David CHIARELLI Brunetto LOMBARDI PARDINI Elena MANNUCCI Piero MOGGI CECCHI Iacopo

SCARSINI Caterina

GENOVA CONSIGLIERE Stefania GUERCI Antonio

L’AQUILA BIONDI Gianfranco DANUBIO Maria Enrica

LECCE FABBRI Pier Francesco

MILANO “Statale” FASANI Leone

MILANO “Bicocca” CATTANEO Cristina

NAPOLI FEDELE Francesco

PADOVA DRUSINI Andrea GALLO Pia

PALERMO SINEO Luca

PARMA BONARDI Alessandro DE IASIO Sergio LUCCHETTI Enzo MANFREDINI Matteo

PAVIA FORMENTI Daniele

PISA BORGOGNINI TARLI Silvana BOSCHIAN Giovanni FORMICOLA Vincenzo MALLEGNI Francesco PAOLI Giorgio SORRENTINO Claudio TOZZI Carlo

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RAVENNA GRUPPIONI Giorgio

ROMA “La Sapienza” BIETTI Amilcare COPPA Alfredo DESTRO BISOL Giovanni MANZI Giorgio PASSARELLO Pietro SPEDINI DE CICCO Gabriella VECCHI Francesco Corrado

ROMA “Tor Vergata” CAPUCCI Enrico DE STEFANO Gian Franco FUCIARELLI Maria Felicita MARTINEZ LABARGA Maria Cristina RICKARDS Olga SCANO Giuseppina

SIENA CALATTINI Mauro GALIBERTI Attilio GAMBASSINI Paolo GUIDOTTI BELARDI Assunta MORONI Adriana RONCHITELLI Annamaria

TORINO BOANO Rosa BIGATTI Maria Paola FUBINI Enrica FULCHERI Ezio LIGABUE STRICKER Franca MASALI Melchiorre MOTTURA Alberto RABINO MASSA Emma

Professori di Antropologia di I fascia

nelle Università

italiane, dal 1860

(Mantegazza)

(grafico a cura del prof. Giancarlo Alciati)

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Altre Sedi in cui l’Antropologia è coperta per supplenze o incarichi didattici (a.a. 2004/2005):

AGRIGENTO (Univ.Palermo): MALLEGNI Francesco CATANIA: SAMMARTANO Francesca ISERNIA (Univ. del Molise): MINELLI Antonella MESSINA: DE IASIO Sergio MODENA: PETTENER Davide PERUGIA: FANARA Fausto CHIARELLI Brunetto SASSARI: FRANCALACCI Paolo URBINO: LUCHETTI Francesca VERONA: BELCASTRO Maria Giovanna VITERBO: MARTINEZ LABARGA Maria Cristina Corsi di laurea specialistici in cui sono presenti insegnamenti antropologici (per Ateneo; aggiornato ad aprile 2005).

AGRIGENTO (Palermo). Archeologia 2S: Paleoantropologia; Laboratorio di Antropolo-gia

BARI. Scienze della natura 68S: Complementi di Antropologia; Antropologia molecolare. Biologia ambientale ed evolutiva 6S: Antropologia ed adattamento; Evoluzione umana. Medicina e Chirurgia 46S: Antropologia.

BOLOGNA. Conservazione e gestione del patrimonio naturale 68S: Laboratorio di Bioarcheologia e osteologia forense. Scienze Statistiche 92S: Biologia delle popolazioni umane. Scienze dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Chinantropometria. Scienza e tecniche dello sport 75S: Antropometria sportiva.

CAGLIARI. Biologia applicata e sperimentale 6S: Biologia umana; Biologia delle popolazioni umane; Antropologia molecolare; Ecologia umana II; Laboratorio di Paleoantropologia. Rilevatore di ambienti naturali 68S: Uomo e ambiente naturale; Laboratorio di Museologia naturalistica; Laboratorio di Paleoantropologia; Ecologia umana; Biologia umana; Laboratorio paleobiologico. Scienza e tecniche dello sport 75S: Antropometria.

CHIETI. Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative 76S: Antropometria ed Ergonomia del movimento.

FERRARA. Ecologia ed Evoluzione 6S: Ecologia umana; Antropologia. Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Biologia dell’età evolutiva e dell’invecchiamento; Antropometria sportiva; Valutazione della composizione corporea. Scienze dei beni Culturali e Ambientali 13S: Antropologia, Origine ed evoluzione del linguaggio; Archeo-Antropologia. Scienze Naturali 27S: Antropologia, Ecologia Preistorica; Paleontologia umana. Tecnologo per i Beni Culturali 41S:

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Antropologia e paleoantropologia. Conservazione e gestione del patrimonio naturale ambientale e culturale 68S: Paleontologia Umana I. Scienze Preistoriche 68S: Paleontologia Umana e Paleoantropologia; Cronologia e Culture del Paleolitico inferiore e medio; Biologia dello scheletro umano.

FIRENZE. Storia naturale dell’ambiente e dell’Uomo 68S: Biologia umana; Primatologia; Paleoantropologia; Ecologia umana; Ecologia preistorica.

GENOVA. Storia dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico 95S: Antropologia ed evoluzione della comunicazione.

L’AQUILA. Biologia sanitaria 6S: Antropologia molecolare. Scienza e tecniche dello sport 75S: Metodologie e tecniche di valutazione dello sport. Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata 76S: Fisiopatologia dell’invecchiamento

PADOVA. Scienze della Natura 68S: Didattica antropologica mussale. PALERMO. Biodiversità ed evoluzione animale 6S: Antropologia biologica. PARMA. Ecologia 6S. Paleoecologia e analisi del paesaggio. Conservazione della Natura

68S: Biodemografia; Biologia delle popolazioni umane; Biologia umana; Ecologia umana; Paleontologia umana e paletnologia. Scienze per i Beni Culturali 12S: Fonti archivistiche per lo studio delle popolazioni storiche; Storia del popolamento umano.

PISA. Gestione e valorizzazione delle risorse naturali 68S: Paleontologia umana e delle faune continentali; Preistoria e protostoria; Evoluzione biologica dell’Uomo. Archeologia 2S: Antropologia; Laboratorio di Antropologia, Laboratorio di paleo-nutrizione. Scienze naturali 27S: Antropologia; Paleontologia umana; Laboratorio di Antropologia e paleontologia umana; Biologia delle popolazioni umane; Antropologia molecolare; Primatologia; Ecologia preistorica. Scienze per la Pace 35S: Aggressività, potere e conflitto; Biologia delle popolazioni umane. Scienze ecologiche e della Biodiversità 12S: Paleoantropologia; Biologia delle popolazioni umane; Primatologia; Ecologia umana. Neurobiologia 6S: Etologia dei Primati

RAVENNA (Univ. Bologna). Conservazione e valorizzazione dei Beni Archeologici 2S: Archeoantropologia. Scienze e tecnologie per la conservazione e restauro dei Beni Culturali 12S: Degrado di materiale bioarcheologico.

ROMA “La Sapienza”. Biodiversità e Conservazione della Natura 68S. Biodiversità umana. Biologia evoluzionistica 6S: Biodiversità umana. Ecobiologia 6S: Biodiversità umana; Antropologia genetica e molecolare. Museologia e divulgazione naturalistica 68S: Museologia antropologica; Didattica e divulgazione antropologica. Fisiografia del territorio ed Ecologia del paesaggio 82S: Complementi di Ecologia umana.

ROMA “Tor Vergata”. Biologia ed evoluzione umana 6S: Accrescimento umano; Antropologia applicata; Antropologia ecologica; Archeologia molecolare; Analisi dei dati I; Analisi dei dati II.

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SIENA. Biodiversità, Ecologia ed Evoluzione 6S. Evoluzione dell'uomo: aspetti fisici e culturali; Paleoecologia degli ambienti preistorici; Ambiente e culture preistoriche dell'Olocene; Laboratorio di Preistoria. Comunicazione naturalistica ed ambientale 68S. Evoluzione dell'uomo: aspetti fisici e culturali

TORINO. Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali 12S: Complementi di Antropologia. Evoluzione e Diversità nei Sistemi Naturali 68S: Paleontologia Umana. Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo 68S: Eto-ecologia Umana; Primatologia; Biologia delle Popolazioni Umane; Evoluzione dell’Uomo. Analisi e Gestione dell’Ambiente 68S: Genotossicologia Umana. Biologia dell’Ambiente e del Lavoro 6S: Ergonomia. Conservazione e Biodiversità Animale 6S: Primatologia; Evoluzione dell’Uomo.

L’elenco dei corsi BIO-08 attivati nelle lauree specialistiche (magistrali) verrà tenuto aggiornato e sarà consultabile all’indirizzo di rete aai.unipr.it/LS_elenco_insegnamenti.html. Laurea Specialistica in Scienze Preistoriche

Attivata presso l’Università di Ferrara nella Classe 68/S, sviluppa principalmente i temi dell’evoluzione dell’uomo sotto l’aspetto biologico e culturale, analizzata attraverso il costante rapporto con l’ambiente naturale di vita nel corso del tempo (http://www.unife.it/). Scienze Umane fondamentali. Firenze. Corso di Diploma Universitario per Ostetrico/a. Argomento del corso sono le strategie riproduttive femminili con una visione storica di costi e benefici, ad iniziare dalla riproduzione sessuale, la viviparità dei Mammiferi, l’allattamento, l’arcoricolità nei Primati, la placenta emocoriale degli Aplorrini, le conseguenze del bipedalismo negli Ominidi, l’encefalizzazione in Homo, la prole inetta, l’assistenza al momento del parto, l’interazione col nascituro e il baliatico e i problemi relativi all’assistenza al momento del parto.

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4. Dottorati di Ricerca in Scienze Antropologiche

Nelle sedi di Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Napoli, Roma, Palermo, Parma, Padova, Pisa, Ferrara, Torino e Sassari sono stati attivati negli anni passati corsi di Dottorato di Ricerca in Scienze Antropologiche.

Attualmente risultano attivi ad indirizzo antropologico i seguenti corsi di Dottorato dipartimentali: BOLOGNA: dal 2002 è attivo il Dottorato di Ricerca dipartimentale in Biodiversità

ed Evoluzione con curriculum di Antropologia. CAGLIARI: dal 2001 è attivo il Dottorato di Ricerca in Biologia Animale,

Molecolare e dell'Uomo. FIRENZE: dal 1988 è attivo il Dottorato di Ricerca in Scienze Antropologiche. Dal

2005 in consorzio con l’Università di Genova e con la collaborazione delle Università di Torino e Messina il Dottorato è divenuto Scuola.

GENOVA: è attivo il Dottorato di Ricerca “Psicologia, Antropologia e Scienze Cognitive”.

PISA: dal 2001 è attivo il Dottorato dipartimentale in Scienze Archeologiche con curriculum “Antropologia e Paleopatologia”. Nella stessa sede è attivo dal XV ciclo un Dottorato dipartimentale di Biologia Evoluzionistica con un indirizzo antropologico.

ROMA “La Sapienza” e ROMA “Tor Vergata”: dal 2004 è attivo il Dottorato di Ricerca dipartimentale in Biologia Evoluzionistica con curriculum di Scienze Antropologiche.

La Scuola di Dottorato in Scienze Antropologiche dell’Università di Firenze.

Scopo del dottorato è la formazione di ricercatori altamente qualificati nel campo delle Scienze Antropologiche. Il corso offre ai dottorandi sia un aggiornamento teorico costante sulle tematiche più attuali attraverso cicli di seminari, sia laboratori attrezzati per le attività sperimentali. Per tematiche e organizzazione dei curricula, il Dottorato in Scienze Antropologiche si allinea agli standard universitari Europei previsti dal Thematic Network on Teaching Anthropology del Progetto Socrates per il quale è considerata sede referente e di coordinamento. Quattro sono i curricula attivati Primatologico, Biologico umano, Paleoantropologico; di Bioetica Globale. Gli argomenti dei seminari e degli insegnamenti avanzati vengono individuati nell’ambito di tutti i sottosettori caratterizzanti le discipline antropologiche e in molte di quelle di settori affini.

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5. I Master in Antropologia

Fin dal 2000 la sede di Firenze ha promosso un master in Scienze Antropologiche con il titolo di “Master in Antropologia Biologica della Regione Mediterranea”. Il titolo rilasciato dall’Università di Firenze è riconosciuto a livello europeo come Master Europeo di Antropologia promosso dal gruppo GRANDI con sede a Bruxelles.

Presso la sede di Roma “La Sapienza” è attivo il “Master in Bioetica ed Etica Applicata”.

Presso la sede di Ferrara è attivo il “Master biennale europeo in Quaternario e

Preistoria”. Finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma ERASMUS MUNDUS per il periodo 2004-2008. Partner associati sono l’Universitat Rovira i Virgili di Tarragona; il Museum National d’Histoire Naturelle di Parigi; l’Instituto Politecnico De Tomar e l’Universidade de Tràs-os-Montes e Altido Douro in Portogallo. Le istituzioni rilasceranno un titolo congiunto europeo. Il programma finanzia borse di studio dell’importo di 21.000 EURO per studenti di Paesi Terzi nel numero di 10 per il primo anno di attività e di 20 per gli anni successivi. Per l’anno accademico 2004/05 partecipano studenti di Argentina, Brasile, Algeria, Senegal, Turchia, Giordania, Georgia, Indonesia e Filippine. Vengono inoltre finanziati scambi di docenti. Il Master si articola nei seguenti curricula: Preistoria, Paleoantropologia, Metodologie per la ricerca preistorica e archeologica, Geologia e Paleontologia del Quaternario, Conservazione e valorizzazione del patrimonio. E’ obbligatorio lo svolgimento del 30% dei crediti presso un partner differente da quello presso il quale lo studente è iscritto. Per informazioni: Prof. Carlo Peretto 329-3191650, 0532-293702, [email protected].

Nel polo di Ravenna dell’Università di Bologna, presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, è attivo il master “Bioarcheologia e archeologia del popolamento umano”.

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6. Riviste di interesse antropologico pubblicate in Italia

Storicamente le riviste che per molti anni hanno sostenuto la cultura antropologica in Italia sono: Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia Fondato da Paolo Mantegazza nel 1871 come organo ufficiale della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia, oggi al suo CXXXII volume con sede editoriale a Palazzo Nonfinito, Via del Proconsolo, 12 Firenze Journal of Anthropological Sciences (ex Rivista di Antropologia) Dal 2004 la “Rivista di Antropologia”, fondata da Giuseppe Sergi nel 1893 come organo ufficiale della Società Romana di Antropologia, ha assunto la denominazione di “Journal of Anthropological Sciences” (JASs); essa è edita dall’Italian Institute of Anthropology (ISItA) con sede presso la Città Universitaria di Roma, via Aldo Moro 8, e pubblica esclusivamente in lingua inglese, salvo eccezioni destinate ad un audience nazionale quali, ad esempio, le problematiche riguardanti l'insegnamento dell'Antropologia nelle Università italiane. Informazioni editoriali al sito http://www.isita-org.com/jass_index.htm. Nella primavera del 2005 l’ISItA ha dato vita al JASs-forum, un sito on-line per la discussione di argomenti di attualità in Antropologia (indirizzo http://www.isita-org.com/jass_forum_da_isita.htm). Antropologia Contemporanea Con il 1998, al suo 20° volume, la rivista Antropologia Contemporanea ha concentrato le competenze e cambiato titolo in Antropologia Mediterranea con sede editoriale in Palazzo Nonfinito, Via del Proconsolo, 12 Firenze Gli Antropologi italiani poi possono contare sulla rivista elettronica Antropo edita a cura di J.A. Peňa di Bilbao, i cui responsabili editoriali per il nostro paese sono la prof.ssa Emma Rabino Massa, il prof. Luca Sineo e la dott.ssa Monica Zavattaro. L’International Institute for the Study of Man con sede in Palazzo Nonfinito, Via del Proconsolo, 12 Firenze, pubblica in lingua inglese, in collaborazione con la Casa Editrice Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, le riviste: • Human Evolution, il cui obiettivo è la pubblicazione di articoli originali

sull’evoluzione fisica e sociobiologia dei Primati non umani e sull’evoluzione dell’uomo. La rivista integra le molte discipline coinvolte nello studio dell’evoluzione umana e riflette gli attuali interessi di evoluzione molecolare e

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genetica, così come quelli paleontologici e tassonomici. Numeri speciali sono dedicati a singoli argomenti.

• International Journal of Anthropology che costituisce un veicolo di comunicazione internazionale fra antropologi ed il cui intento è la pubblicazione rapida di articoli originali e note su argomenti correnti di Antropologia come la Biologia umana e dei Primati non umani, l’Auxologia, la Biologia di popolazioni, la nutrizione, la Paleopatologia, l’Antropologia biosociale e applicata,ecc.

• Global Bioethics , che rappresenta la continuazione di Problemi di Bioetica, il periodico della Società Italiana di Bioetica, ed è un forum di riflessioni e dibattiti su questioni inerenti gli aspetti generalmente definiti bioetici; essa non copre solamente argomenti di etica medica (eutanasia, aborto, sperimentazione umana, etica della ricerca biomedica, controllo natale e ingegneria riproduttiva), ma considera anche aspetti di etica ambientale (la relazione fra l’uomo e la natura, studi ambientali, biotecnologie, animali e piante modificati per mezzo di ingegneria genetica, ecc.). L’espressa intenzione della rivista è di integrare le scienze biologiche col pensiero umanistico e sviluppare differenti approcci nel campo della conoscenza senza presupposti ideologici e metodologici.

7. Libri

A titolo indicativo vengono qui riportati alcuni testi di riferimento di recente pubblicazione in uso per gli insegnamenti dell’Antropologia in ambito accademico: CHIARELLI BRUNETTO (2002) Dalla Natura alla Cultura, vol. I, II, III, Piccin editore, Padova. CHIARELLI B., BIGAZZI R., SINEO L. (2003) Lineamenti di Antropologia per le Scienze Motorie, Piccin editore, Padova. FACCHINI FIORENZO (1995) Antropologia, Evoluzione, Uomo, Ambiente, UTET, Torino. SPEDINI GABRIELLA (2005) Antropologia Evoluzionistica, Piccin editore, Padova. FRANCESCO MALLEGNI (2004) Come eravamo: il divenire biologico della famiglia degli Ominidi, LTU Guarguaglini, Pisa.

Un elenco di numerosi altri recenti testi di approfondimento consigliati, editi sempre da Autori italiani e di ampia diffusione, è in rete sul sito della Associazione Antropologica Italiana aai.unipr.it .

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8. I rapporti della A.A.I. con altre associazioni antropolo-

giche internazionali European Anthropological Association (E.A.A.)

L’Associazione Antropologica Italiana è cofondatrice della European Anthropological Association e attraverso i suoi membri partecipa attivamente alla promozione di ricerche, conveni e iniziative diverse promosse da colleghi d’oltralpe e delle aree circummediterranee con contratti Erasmus, Socrates e Leonardo della comunità Europea.

L’Associazione Europea, quest’anno al suo 35° anno di esistenza, è retta da un board eletto da oltre 600 membri. L’Associazione pubblica regolarmente una newsletter, ogni due anni organizza un congresso e pubblica un volume tematico collettivo. L’ultimo è stato dedicato a “Ecological Aspects of Past Human Settlement in Europe”. Rappresentante per l’Italia è la prof. Emma Rabino Massa dell’Università di Torino. International Union of Anthropological and Ethnological Sciences (I.U.A.E.S)

Anche in questa organizzazione internazionale - che è affiliata all’UNESCO - gli antropologi italiani sono attivamente rappresentati, ed il prof. Brunetto Chiarelli ne è stato eletto vice-Presidente.

L’intercongresso della IUAES del 2004 si è tenuto a Calcutta fra il 12 e il 15 Dicembre 2004. Il tema del congresso è stato “Mega urbanization, multiethnic society, humanrights and developments”, con l’organizzazione del prof. Asis Kumar Banerjei cosegretaria c/o B.3 Rochadale Hausing (Sunanda) 15c Jubilee Park, Calcutta 700.033 India. Il prossimo congresso plenario si terrà a Pechino nel 2008. Nel frattempo sono previsti intercongressi a Parduvice (Cecoslovacchia) e Città del Capo (Sud Africa).

Gruppo GRANDI

Onde facilitare la cooperazione didattica fra gli antropologi di lingua latina e quelli della regione mediterranea si è convenuto, in occasione del Congresso degli Antropologi Italiani che si è tenuto a Sabaudia nel 2000 e organizzato dalla prof.ssa Gabriella Spedini, di promuovere un “Groupment d’Anthropologie Didactique”, da cui GRANDI. International Association of Human Biologists

Gli Antropologi italiani sono ottimamente rappresentati in questa organizzazione dal prof. Gianfranco De Stefano del Dipartimento di Biologia

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dell’Università di Roma Tor Vergata, che è stato nominato Presidente per il periodo 2003-2005. International Institute for the Study of Man

Questo istituto intende promuovere la conoscenza integrata della Storia Naturale dell’Uomo e del suo impatto sull’ecosistema Terra, onde meglio affrontare le sfide biodemografiche e biotecnologiche in atto. Esso sviluppa le sue attività promuovendo convegni, conferenze, corsi e attività editoriali: in particolare patrocina la pubblicazione delle riviste Human Evolution, International Journal of Anthropology, Global Bioethics e Sistema Naturae Union Internazionale des Sciences Préhistoriques et Protohistoriques (U.I.S.P.P.)

L’Unione, che ha le sue origini alla metà dell’800, è Membre du Conseil International de la Philosophie et des Sciences Humaines (C.I.P.S.H. – U.N.E.S.C.O.). Al Comitato Esecutivo partecipa di diritto il prof. Carlo Peretto in quanto Segretario Generale del XIII Congresso Mondiale tenutosi a Forlì nel 1996. Del Consiglio Permanente fanno parte, in qualità di rappresentati della nostra nazione, gli Antropologi proff. Alberto Broglio e Carlo Tozzi. L’Unione ha formalizzato l’istituzione di circa 15 Comitati Speciale e di oltre una ventina di Commissioni Scientifiche con lo scopo di approfondire le tematiche relative alla nostra storia evolutiva con particolare riferimento agli aspetti naturalistici, paleontologici e culturali. Comitati e Commissioni si riuniscono regolarmente. Ogni cinque anni si tiene il Congresso Mondiale dell’Unione; il prossimo si terrà nel 2006 a Lisbona.