LE RISORSE NEL SISTEMA DI IMPRESA
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LE RISORSE
NEL SISTEMA DI
IMPRESA
Maria Antonella Ferri
Maria Antonella Ferri “Le risorse nel sistema di impresa’’
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è
coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche
parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L . 22.04.1941/n.
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Indice
1. PREMESSA ......................................................................................................................... 3
2. LE RISORSE NEL SISTEMA AZIENDALE .................................................................. 4
3. ARTICOLAZIONE E SPECIFICITÀ DELLE RISORSE INTANGIBILI .................. 6
4. LE RISORSE UMANE E IL CAPITALE SOCIALE .................................................... 10
5. LA RISORSA "CONOSCENZA" ................................................................................... 12
6. LA RISORSA “FIDUCIA” .............................................................................................. 16
BIBLIOGRAFIA ....................................................................................................................... 18
Maria Antonella Ferri “Le risorse nel sistema di impresa’’
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è
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1. PREMESSA
Questa unità didattica approfondisce il tema delle risorse aziendali
quali determinanti primarie dei comportamenti aziendali, della sua
posizione competitiva e delle sue performance.
Si introduce il significato di risorsa e si approfondiscono in modo
particolare, le diverse tipologie di risorsa intangibile, approfondendo
anche il ruolo che queste hanno nello sviluppo dell’azienda. Viene,
infine fatto cenno alla terza tipologia di risorsa notevole che è quella
umana e al capitale sociale.
Il rilievo delle risorse nell’evoluzione aziendale viene ribadito
nell’approfondimento delle due “meta – risorse” cui è possibile
ricondurre tutte le altre: “conoscenza” e “fiducia” Si precisano le
diverse tipologie di conoscenza e i fattori che generano “fiducia” verso
l’impresa da parte di operatori esterni.
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2. LE RISORSE NEL SISTEMA AZIENDALE
La centralità delle risorse nel comportamento e nell’evoluzione
dell’impresa è stata evidenziata fin dagli albori degli studi economico-
aziendali. Si vuole qui ricordare solo il contributo di Edith Penrose
che a metà dello scorso secolo, definì l’impresa “as a collection of
resources”.
Più recentemente, Hamel (1994) ha sottolineato come l’impresa non
vada considerata solo come un insieme di attività più o meno
coordinate per produrre determinati output, quanto piuttosto, come
un portafoglio di competenze che, opportunamente combinate,
mettono l’impresa nelle condizioni di svolgere attività che creano
valore.
Le risorse possono essere definite come l’insieme di fattori tangibili
e intangibili che l’impresa controlla (direttamente o indirettamente) e
utilizza nei suoi processi operativi. Si tratta di entità che oltre a
rendere possibili determinate attività produttive, sono in grado di
auto – alimentarsi, determinando lo sviluppo di se stesse o la
generazione di altre risorse.
Le risorse sono, dunque, alla base del processo di “auto-creazione”
che caratterizza l’evoluzione dell’impresa in quanto “sistema vivente”.
Le risorse di cui l’impresa dispone in un certo momento della sua
esistenza sono il risultato dei comportamenti che essa ha posto in
essere nel tempo; comportamenti, a loro volta, basati sulle risorse
dell’impresa.
L’interazione tra comportamenti e risorse implica che il patrimonio
di risorse dell’impresa sia il risultato di un particolare processo di
accumulazione che accade nel tempo. Questo processo è abbastanza
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specifico della singola impresa e attribuisce elementi di “diversità” al
suo patrimonio di risorse; diversità che, come sarà chiarito più avanti,
è alla base del vantaggio competitivo dell’impresa.
Il modo in cui le risorse sono accumulate nel tempo rendono queste
ultime tendenzialmente specifiche dell’impresa e, quindi,
imperfettamente mobili (sticky), non fungibili da un’azienda all’altra.
L’importanza attribuita al processo di accumulazione sottolinea come
il patrimonio di risorse di un’azienda non è il risultato della semplice
somma delle risorse che lo compongono.
Le risorse sono normalmente distinte in tre categorie:
risorse tangibili;
risorse intangibili;
risorse umane
Le prime comprendono il capitale fisico e le risorse finanziarie;
determinano il potenziale produttivo e commerciale complessivo
dell’impresa. In questo senso, rappresentano un parametro
importante (anche se non esclusivo) per descrivere la “dimensione”
dell’impresa.
Le “risorse tangibili” hanno un riscontro quantitativo nella
Situazione Patrimoniale dell’impresa. Tuttavia, il loro valore
contabile non necessariamente ne riflette in modo corretto il valore
economico e strategico.
Le risorse umane sono considerate come categoria particolare, sia
per la loro centralità all’interno di qualsiasi organizzazione, sia per il
fatto che presentano allo stesso tempo caratteristiche di “materialità”
e anche di “immaterialità”.
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3. ARTICOLAZIONE E SPECIFICITÀ DELLE
RISORSE INTANGIBILI
Le risorse “intangibili” sono componenti appunto “immateriali”
dell’impresa; sono decisive nel modo in cui l’impresa pone in essere le
proprie attività e stabilisce una certa posizione nel proprio ambiente
competitivo.
Alcune risorse intangibili (es. i brevetti, i marchi) possono essere
almeno in parte valorizzate in maniera oggettiva nel bilancio
dell’impresa; tuttavia, gran parte del reale valore di queste risorse
non può essere determinato in termini patrimoniali.
In questo senso, le risorse intangibili sono il fattore determinante
la differenza tra il valore contabile dell’azienda e il suo valore di
mercato (nell’ipotesi di mercato “perfetto”).
Questo maggiore valore dell’impresa deriva dal fatto che le risorse
intangibili favoriscono:
maggiore coerenza dei processi produttivi con le condizioni interne
che caratterizzano l’impresa;
maggiore coerenza delle attività aziendali con le condizioni esterne
e in particolare con le attese della domanda;
maggior valore intrinseco dell’offerta proposta al mercato;
migliore accesso alle risorse materiali per la realizzazione delle
attività;
migliore utilizzazione e sviluppo delle risorse disponibili;
migliore connessione tra i processi produttivi interni e tra questi e
quelli degli interlocutori rilevanti esterni.
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Le risorse intangibili possono essere raggruppate in tre categorie:
risorse attinenti la posizione dell’impresa nel mercato; risorse le
attinenti l’organizzazione; risorse attinenti la produzione.
Esempi di risorsa del primo tipo sono: i) il marchio; ii) l’immagine e
la reputazione dell’impresa; iii) la fedeltà dei clienti; iv) le relazioni
consolidate con gli attori del mercato.
Esempi di risorse del secondo tipo sono: i) le competenze
organizzative; l’imprenditorialità diffusa; iii) la forza e il radicamento
dei valori aziendali; iv) il grado di coesione interna; v) l’accesso alle
informazioni; vi) il grado di responsabilità sociale.
Attenzione
Le “idee” sono l’asset più prezioso che un’azienda possiede.
Ci si chiede allora, quali sono le condizioni che favoriscono la migliore
generazione di idee all’interno di una determinata organizzazione.
L’esperienza delle aziende maggiormente creative mostra
chiaramente che una condizione fondamentale è il giusto equilibrio
tra la presenza di individui di eccellenza, “beautiful minds”,
l’organizzazione efficace di gruppi di lavoro al cui interno, l’intuizione
del singolo viene elaborata e sviluppata nelle sue prospettive
applicative; un clima aziendale favorevole alle relazioni
interpersonali, all’impegno, all’innovazione.
Il mix delle culture e delle nazionalità dei membri dell’organizzazione
è un altro elemento importante; l’esperienza mostra in modo chiaro
che la generazione di idee è più feconda in ambienti eterogenei. Da
questo punto di vista, le grandi aziende globali sono luoghi più
favorevoli all’innovazione e alla creatività.
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Esempi di risorse del terzo tipo sono: i) l’innovatività del processo
produttivo; ii) la capacità di innovare il prodotto; iii) le conoscenze
tecnologiche; iv) l’esperienza manifatturiera.
Una risorsa intangibile “trasversale” e molto importante è
costituita dalla combinazione di alcune delle precedenti risorse.
Devono, infine, essere poste in evidenza due “meta – risorse” di tipo
intangibile:
La conoscenza
La fiducia
“Conoscenza” e “fiducia” sono “meta – risorse” perché tutte le altre
risorse aziendali possono essere considerate in termini appunto di
conoscenza e di fiducia. Infatti, il potenziale d’uso e il valore di una
risorsa consistono nella conoscenza e nella fiducia che essa genera a
favore dell’impresa, in particolare ai fini della realizzazione di un
certo disegno strategico.
Le risorse intangibili hanno alcune proprietà. In primo luogo, sono
“sedimentabili”, nel senso che sono il risultato di una lunga
accumulazione nel tempo all’interno del sistema aziendale.
In secondo luogo, sono in gran parte specifiche dell’impresa, quindi
poco imitabili e non facilmente trasferibili ad altri soggetti.
Si sviluppano attraverso la loro stessa utilizzazione; al tempo
stesso sono in qualche misura deperibili.
Infine, possono essere condivise, ma in maniera non sempre
agevole tra unità organizzative della stessa impresa o tra imprese
dello stesso gruppo.
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Esempio
LEPROPRIETA’ DELLE RISORSE INTANGIBILI
L’immagine dell’impresa percepita dal pubblico esterno è la risultante
dei comportamenti che l’impresa pone in essere nel tempo nelle varie
aree dell’agire d’impresa. Gli effetti sull’immagine conseguenti una
certa azione si “sedimentano” sull’immagine che l’impresa aveva
acquisito fino a quel momento determinandone una variazione più o
meno consistente.
L’atmosfera che si “respira” in un’impresa e che influenza fortemente
gli atteggiamenti di coloro che vi lavorano come di coloro che con
l’azienda hanno rapporti è un aspetto assolutamente specifico
dell’impresa stessa, in quel particolare momento storico in cui essa
viene considerata.
Il rilievo del marchio come “segno” di riconoscimento di un certo
prodotto/servizio e della sua qualità cresce e assume contorni precisi
man mano che il marchio si diffonde e i consumatori acquisiscono
“familiarità” con esso e con l’offerta che rappresenta. D‘altro canto,
passato un certo periodo di tempo, se il marchio non viene in qualche
modo rinnovato, sia nei suoi aspetti materiali, che nella sua
immagine, tende a perdere forza e “nitidezza” nella mente del
consumatore.
Le conoscenze produttive possono essere trasferite da una divisione
all’altra all’interno della stessa impresa, attraverso l’attuazione di
programmi di trasferimento di conoscenze e la rotazione delle risorse
umane.
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4. LE RISORSE UMANE E IL CAPITALE SOCIALE
Le risorse umane sono la terza tipologia di risorsa utilizzata
dall’impresa; è stato già osservato che esse sono considerate come
categoria a sé sia per la loro importanza, sia perché per certi aspetti
costituiscono una risorsa tangibili, per altri, sono più assimilabili alle
risorse intangibili.
Dal punto di vista dell’impresa, le risorse umane rilevano come
“capacità di lavoro” e, in questo caso sono analoghe ad una risorsa
tangibile; vanno però considerate anche come insieme di competenze,
e quindi, una risorsa intangibile.
L’insieme delle risorse umane, ovvero l’insieme della capacità di
lavoro e di conoscenze che esse garantiscono all’impresa può essere
indicato con il termine di “capitale umano”.
Le caratteristiche e le problematiche del capitale umano sono
approfondite nei corsi dedicati all’organizzazione dell’impresa e alla
gestione delle persone.
Si vuole qui mettere a fuoco una aspetto particolare ma sempre più
rilevante del capitale umano di un’impresa: il suo grado di
eterogeneità.
Nei grandi gruppi internazionali, la “diversità” delle risorse umane
in termini di culture e valori di provenienza, abitudini e, ovviamente
nazionalità è un aspetto sempre più pervasivo; ma è anche
considerato un elemento di forza dell’impresa; una risorsa
(intangibile) in sé. Questo implica però la necessità di gestire tale
diversità. Già da una quindicina di anni nei grandi gruppi esiste una
precisa funzione chiamata “diversity management” che si occupa
appunto di gestire i problemi connessi alle diversità culturali delle
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persone impiegate e a valorizzare gli aspetti positivi che derivano da
tale diversità
Le risorse umane sono alla base del “capitale sociale” dell’impresa.
Il “capitale sociale” deriva dall’insieme delle relazioni esterne che
l’impresa attiva con gli attori esterni, e determina l’opportunità per
l’impresa di acquisire dall’esterno le condizioni migliori per competere
con successo.
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5. LA RISORSA "CONOSCENZA"
Vicari, definisce la “conoscenza” di un’impresa come l’insieme di
schemi cognitivi sufficientemente stabili e diffusi all’interno
dell’impresa che sono alla base dei comportamenti aziendali e in
particolare del modo in cui sono utilizzate le risorse disponibili e in
cui avviene il processo di loro accumulazione.
Dal punto di vista della sua manifestazione nei contesti
organizzativi, la conoscenza va distinta in “superficiale” e “profonda”.
Il primo tipo di conoscenza si manifesta in schemi cognitivi
codificati nel sistema organizzativo e che pertanto risultano essere
diffusi, omogenei e stabili al suo interno. La condivisione della
conoscenza superficiale da parte di tutti gli attori aziendali rende
possibili comportamenti regolari se-automatici; questi permettono
all’impresa di reagire in maniera efficiente e relativamente rapida a
determinati stimoli ambientali.
La conoscenza superficiale favorisce lo sviluppo di un linguaggio
comune che agevola le relazioni tra gli attori del sistema aziendale e
stimola l’adozione di comportamenti uniformi, prevedibili e tra loro
coerenti.
Essa è, dunque, la determinante essenziale di efficienza e coesione
interna del sistema organizzativo; della sua capacità di gestire al
meglio gli stimoli esterni, in condizioni di stabilità ambientale.
La conoscenza superficiale si esprime concretamente nelle routine
organizzative.
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Citazione
Una routine organizzativa è intesa come un modo di operare regolare
e prevedibile, che si sostanzia in una sequenza di azioni coordinate da
parte di determinati individui. Poiché è basata sulla conoscenza
superficiale, è “semi – automatica”, si attiva senza bisogno di direttive
esplicite e tende a massimizzare l’efficienza dell’organizzazione.
Nelson – Winter, 1982
Esempi concreti di routine organizzative sono: la gestione dei
materiali in uscita dal magazzino fino ai macchinari per la
lavorazione; la procedura di erogazione al cliente di un servizio di
assistenza post-vendita; la selezione delle offerte presentate dai
fornitori per la fornitura di un determinato input produttivo; la
predisposizione dei budget da parte delle diverse unità aziendali e il
loro consolidamento da parte della direzione amministrativa.
La conoscenza superficiale si rivela inadeguata di fronte ad un
significativo cambiamento; quindi a fattori che rendono non più
efficaci quelle risposte “semiautomatiche” che su di essa sono appunto
basate.Di fronte all’esigenza di “cambiamento”, le routine consolidate
devono essere rinnovate, attraverso il ricorso alla conoscenza
“profonda”.Questa riguarda le condizioni di generazione del “saper
fare” e di elaborazione di nuovi schemi comportamentali adeguati alle
diverse condizioni ambientali. La conoscenza “profonda” determina la
capacità dell’impresa di apprendere da situazioni nuove e di attivare
il rinnovo della conoscenza superficiale e delle routine organizzative
che essa ha sviluppato in precedenza.
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Nonaka, riprendendo anche studi precedenti tra i quali in
particolare, quelli di Polany, distingue la conoscenza “tacita” da quella
“esplicita”.
La prima è una conoscenza non formalizzata, detenuta dalle
persone e comunicata in maniera non sistematica. La seconda à
invece espressa attraverso strumenti formali; è, quindi, trasferibile e
può essere interiorizzata da diverse componenti dell’impresa.
Le conoscenze in forma tacita ed esplicita possono essere trasferite
e convertite: si ha “socializzazione” nel passaggio da conoscenza tacita
a conoscenza tacita; “combinazione”, la trasmissione di conoscenza
esplicita da alcuni individui dell’organizzazione ad altri, insieme alla
sua ricombinazione. Infine, si parla di “Internalizzazione” ed
“esternalizzazione”, nel passaggio, rispettivamente da esplicita a
tacita e da tacita ad esplicita.
Esempio
Innovazione del processo di creazione di innovazione; ottimizzazione
delle risorse investite in ricerca attraverso lo sfruttamento di sinergie
tra aree diverse del Gruppo; forte tensione allo sviluppo di nuovi
prodotti Questi sono i punti di riferimento del progetto Mindsh@re
avviato da Finmeccanica da alcuni anni.
Mindsh@re è una metodologia (codificata in un marchio registrato)
finalizzata a favorire il trasferimento di conoscenze e tecnologie
prodotte in una determinata unità del gruppo per il proprio business,
a favore di altre unità del Gruppo dove quelle conoscenze possono
trovare applicazione per altri business.In questi anni il progetto ha
favoritola creazione di una rete tra chi lavora nei laboratori del
Gruppo e tra questi e il management. Ha anche prodotto concreti
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risultati di fertilizzazione tra ricerche nate in ambiti diversi. Un
esempio molto significativo a riguardo è un progetto di Oto Melara
che sulla base della tecnologia sviluppata per le cucchiaie utilizzate
per il caricamento automatico dei cannoni sulle navi, ha sviluppato un
particolare sistema innovativa di scaletta – gretta in titanio per
grandi imbarcazioni da diporto.
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6. LA RISORSA “FIDUCIA”
La Fiducia è uno schema cognitivo attraverso cui determinati
soggetti danno una rappresentazione dell’impresa sufficientemente
definita e stabile nel tempo.
Tale schema è generato dall’insieme di azioni comunicative che
l’impresa pone in essere direttamente o indirettamente verso tali
soggetti. Attraverso la comunicazione, lo schema cognitivo di un
determinato soggetto è alimentato da nuove informazioni che, se
sufficientemente convergenti con quelle ricevute in precedenza,
raggiungono il livello critico necessario per dare stabilità allo schema
cognitivo.Raggiunta questa stabilità, il soggetto in questioni tende ad
avere comportamenti inerzialmente guidati dallo schema cognitivo
che ha maturato. Si consolida una “fiducia” verso l’organizzazione che
da un lato rende meno necessaria la ricerca di informazioni e verifiche
e, dall’altro, può aumentare il valore percepito del prodotto/servizio
offerto.
Esempio
Attraverso la fiducia, il consumatore interiorizza una
rappresentazione definita del prodotto che genera un comportamento
di acquisto, da un lato più stabile, dall’altro più rapido. In questa
prospettiva, la fiducia riduce i costi di comunicazione del prodotto e
aumenta, a parità di altre condizioni, la fedeltà del cliente.
La risorsa “fiducia” si manifesta concretamente nel capitale di
reputazione dell’impresa, il quale è il prodotto nel tempo
dell’interazione di sei fattori:
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- qualità dell’ambiente interno
- qualità complessiva dell’offerta
- emozioni suscitate
- vision e leadership dell’impresa
- risultati economici e stabilità finanziaria
- trasparenza, onestà e responsabilità sociale e ambientale
Citazione
In today’s world, where ideas are increasingly displacing the physical in the
production of economic value, competition for reputation becomes a significant
driving force for propelling our economy forward. Manufactured goods often
can be evaluated before the completion of the transaction; service providers, on
the other hand, usually offer only their reputation
Alan Greenspan, 1999
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BIBLIOGRAFIA
di Vicari S. L’impresa vivente.Itinerario di una diversa concezione
(1991)Milano Etas Libri