Le origini di una casa editrice veneziana
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Le origini di una casa editrice venezianaAuthor(s): CLAUDIO SARTORISource: Fontes Artis Musicae, Vol. 7, No. 2 (1960 JULI-DEZEMBER), pp. 57-61Published by: International Association of Music Libraries, Archives, and Documentation Centres(IAML)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23504634 .
Accessed: 17/06/2014 05:42
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C. SARTORI: LE ORIC1NI DI UNA CASA EDITRICE 57
Sie kann erst erfolgen, wenn Spezialuntersuchungen über Kistner und andere europäische
Verleger der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts vorliegen. Wahrscheinlich sind in fran
zösischen und deutschen Verlagsarchiven, soweit sie die Wirren des letzten Krieges über
standen haben, noch manche Dokumente zur Chopin-Biographie verborgen. Sie aufzuspüren und der Forschung zugänglich zu machen und damit einen Beitrag zur Klärung noch so man
cher offenen Frage zur Biographie wie auch zur Quellenlage Chopinscher Werke zu liefern, wäre ein verdienstvolles Unternehmen, zu dem mit diesen Zeilen im Chopin-Jahr 1960 auf
gerufen sei.
CLAUDIO SARTORI (M1LAN0)
Le origini di una casa éditrice veneziana
Devo alla costante cortesia del prof. Morozzo Delia Rocca, direttore dell'Archivio di Stato
di Venezia, grazie al quale ho altra volta potuto raccogliere e pubblicare interessanti docu
menti sulla famiglia e l'attività dei Gardano a Venezia, la comunicazione di altri documenti
che permettono di chiarire le origini di un'altra illustre casa éditrice veneziana, quella di
Giuseppe Sala, che fra il 1676 e il 1715 diede in luce eleganti e nitide edizioni musicali.
La produzione quasi compléta dell'officina del Sala si puô leggere nel catalogo dal Sala
pubblicato nel 1714 col titolo Indice dell'Opere di Musica sin hora stampate da Giuseppe Sala in Venetia, dove le edizioni sono raggruppate per materia: Salmi, Motetti, Cantate e
Sonate. Gli autori sono tutti i più noti del momento, dal Monferrato, al Sartorio, al Cazzati, al Bassani; dal Legrenzi al Bonporti, al Bononcini, al Degli Antoni al Gasparini; dal Caldara
aU'Albinoni all'Albergati Capacelli e infine dal Vitali alio Ziani, al Corelli, al Taglietti, al Bernabei e al Marcello. Ma i preferiti sono il Corelli, del quale il Sala pubblica almeno 13
ristampe delle prime cinque opere, il Taglietti, il Bassani e il Monferrato.
E il Natale Monferrato è appunto l'autore con il quale il Sala incomincia la propria atti
vità éditoriale in Venezia nel 1676, pubblicandone i Salmi concertati a 2 voci con violini et
senza, op. 11. Ne aveva ben donde, perché proprio grazie al Monferrato e al suo concorso
finanziario il Sala aveva potuto aprire la sua officina. Questo almeno pare risultare dal testa
mento olografo del Monferrato vergato il 16 novembre del 1684 e conservato nell'Archivio di Stato di Venezia (Filza 80 testamenti, notaio Pietro Bracchi N° 1013).
Il testamento, sulle tracce del quale mi ha messo una segnalazione di Francesco Caffi, con
tenuta nelle pagine da lui dedicate al Monferrato nella sua Storia délia musica sacra nella già
Cappella Ducale di S. Marco in Venezia, è interessante per più punti, sia per quanto riguarda la biografia del Monferrato, sia soprattutto per i suoi rapporti con Giuseppe Sala. Natale
Monferrato, nato a Venezia intorno al 1603, in Venezia e nell'ambito di S. Marco visse ed
espletô tutta la sua attività. Sacerdote, allievo del Rovetta, fu dapprima cantore in S. Marco,
poi vice-maestro di cappella dal 20 gennaio 1647, prima sotto la direzione del Rovetta, poi sotto quella del Cavalli. Morto il Cavalli, assume alla fine la direzione délia Cappella di
S. Marco il 30 aprile 1676, preferito nel concorso agli emuli Pier Andrea Ziani e Giovanni
Legrenzi, e alla cappella dedica totalmente la sua attività fino alla morte, avvenuta il 23
aprile 1685, riorganizzandola disciplinarmente e soprattutto dal lato didattico e portandone
l'organico a 36 cantori (6 soprani, 7 contralti, 13 tenori e 10 bassi). Anche corne compositore non si lasciô distrarre da interessi mondani e teatrali e, quasi unica eccezione fra i contem
poranei, scrisse solamente musica sacra quasi tutta polifonica, ma concertata e con violini
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58 C. SARTORI: LE ORIGIN/ DI UNA CASA EDITRICE
ad libitum, dall'op. 1 Salmi concertati a 5, 6 et 8 voci con Violini et senza (Venezia, Gar
dant), 1647) all'op. 19 Missae et Magnificat (Venezia, Sala, 1681). Pubblicô anche perô 3 libri di Motetti a voce sola (il Libro 1° op. 4 nel 1655 presso il Vincenti; il Libro 2° è
smarrito; il Libro 3° op. 6 nel 1666 presso il Bartoli) e un libro di Antipkonae unica voce
decantandae op. 17 (Venezia, Sala, 1678).
Alla fine di una vita cosi intensa e lineare il prete Natal Monferrato quondam Zuanne
vergava il proprio testamento di suo pugno in data: Venetijs anno 1684 die décima sexta
Novembris. Poichè l'intero lunghissimo documento si stende per ben 18 pagine, non è qui il
caso di riprodurlo per intero. Ci limiteremo ad estrarne i passi più significativi :
Laus Deo, Beatissimae Mariae Virgin/ et omnibus Sanctis.
Venetijs anno 1684 die decima sexta Novembris.
Ritrovandomi io Prete Natal Monferrato quondam Zuanne per I'lddio gratia sano di mente et
intelletto ho deliberato di scriver di mia propria mano l'ultima mia volontà nel modo seguente cas
sando et annullando ogn'altro testamento sine sedula, che da me fosse stato fatto, et questa voglio
sij l'ultima mia volontà.
Prima raccomando 1'anima mia aU'immensa pietà del Sig. Iddio benedetto mio creatore, alia Bea
tissima Vergine Maria, a! mio Angelo Custode et a tutti Ii Santi, et Sante del Cielo accio terminato il
corso di mia Vita, sij fatto degno di godere per tutta l'eternità tra quei beati, la gloria del Cielo.
Voglio perà spirata ch'havrà l'anima mia, che da miei Commissarij nella Chiesa di S. Bortolamio, mi sijno fatte celebrare per l'anima mia Messe cento, et sijno sopra tutti gl'altari poste candele da
oncie quattro per cadauna et voglio che l'elemosine delle Misse che si doverano alli Sacerdoti, ch'havrano celebrato, et anco il denaro che si dovrà esborsaro per le candele, sij estratto dal mio residuo, avertendo che la sera doppo la mia morte desidero anzi voglio sij portato il mio cadavere nella
suddetta Chiesa di S. Bortolamio, per ivi restar sepolto nella mia Area, usque ad sonum tubae . . .
Voglio sijno invitate otto Congregationi, eccettuata quella di S. Cantiano, accio ciascheduna, la
mattina délia mia sepoltura, celebri un esequio per l'anima mia, et voglio sij dato a ciascheduna per sua elemosina duccati cinque del mio residuo senza obligatione di processione, fuor che quella di
S. Cantiano, nella quale essendo ascrito, et essendo Confratello di molti et molti anni voglio sperare sarano esercitati tutti gl'atti di carità, a solievo dell'anima mia, et voglio alla detta siano dati per elemosina duccati sette estrati dal mio residuo et di più voglio, siano invitati Ii doi Capitoli R.mi di S. Marco, et Castello, alli quali voglio siano dati per elemosina duccati dieci per ciascheduno con
obbligatione di processionalmente honorare il mio cadavere alla sepoltura, uniti con la mia amata
Congregatione di S. Cantiano, et voglio ancora siano pregati dal M.to R.do Sig.r Procurator di Capi tolo, il Sig.r Maestro di Capella, se vi sarà, et in caso non vi fosse, il Sig.r Vice Maestro, et tutti li
SS.ri Musici di Capella ad honorar loro ancora il mio cadavere processionalmente alla sepoltura a quali
per segno d'affetto perche mi cantino nella medesima Chiesa ove sarà il mio corpo Tistessa mattina
la Messa grande da morto del quondam Sig.r Cio. Rovetta, già preclarissimo Maestro di Capella nella Ducal di S. Marco, et il Miserere nella processione, et fatta la fontione sopra la mia Area del Depro fundis, voglio g li siano del mio residuo per questa sola fontione et per questa volta tantum, duccati
vinticinque, dico d. 25, da essere tra di loro divisi....
Seguono altri lasciti a S. Bartolomeo, tra i quali uno ... in farmi ogn'anno un essequio anniversario
in Chiesa di S. Bortolamio ... et prego il M. R.do Sig.r Procurator di Capitolo, che sarà pro tempore,
degnarsi far intendere al Sig. Maestro di Capella, et non v'essendo al Sig.r Vice Maestro accio mi
favoriscano far intendere alli Sig.ri Musici il giorno, che sarà terminato dal lor Sig.ri per tal fontione accio personalmente mi favoriscano, avertendo, che voglio mi cantino la Messa del quondam Sig.r Gio.
Rovetta, et voglio ch'ogn'anno in perpetuo per tal fontione siano dati alli Sig.ri Musici duccati
vinti...
Lascio duccati ottanta, dico d.80, all'anno in perpetuo per il maritar, overo monacar di quattro
figliole donzelle nate di legitimo matrimonio, quali habitino attualmente nella Parochia di S. Borto
lamio, per il spatio di mesi sei almeno, per poter prender qualche informatione de suoi costumi, et
voglio ch'arrivino all'età almeno d'anni sedeci per ciascheduna ....
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C. SARTORI: LE ORIGINI DI UNA CASA EDITRICE 59
Seguono altri lasciti alla Congregatione di S. Cantiano, alla Fraterna di S. Marciliano, alla Fraterna
di Murano, a S. Bartolomeo e a S. Polo per funzioni varie. Infine destina quadri, oggetti d'argento e
paramenti sacri ad alcuni amici.
Lascio solo Padrone del negotio délia stamparia di Musica, all'lnsegna del David a S. Cio. Chri
sostomo di mia ragione, Messer Iseppo Sala sin hora compagno del negotio con obligatione di dar
ogn'anno duccati quaranta ma in questa guisa, vinti al Sig.r Pietro Aquilini, et vinti alla Sig.ra Chiara mia Nezza, consorte del detto, et doppo la di loro morte, voglio, che vadino nel Sig.r Domenico
Aquilini, di loro figliolo, et doppo lui ne suoi figlioli, se ne haverà, et morendo senza figlioli, voglio che
vadino alla Fabrica di S. Bortolamio per spender o nella Sacristia, overo in Chiesa in cio fosse neces
sario, et in caso, che Dio il conservi longo tempo, premorisse il detto Messer Iseppo Sala voglio che
quella persona, che succederà al negotio sij sempre obligata dar Ii duccati quaranta, al medesmo Sig.r Domenico Aquilini, overo a suoi figlioli, se ne sarano, et in caso non vi fossero, ne Padre, ne figlioli,
voglio, che siano dati li duccati quaranta da chi succederà al negotio alla Chiesa di S. Bortolamio, per
spender in cio sarà neccessario, in servitio della Fabrica, et della Chiesa, et cià in perpetuo sino si
conserverà detto negotio, succéda chi si sij, pregando Io Prete Natal Monferrato, il sudetto Messer
Iseppo Sala, corne prattico della mia Casa ad assistere alli Sig.ri Commissarij in cià havessero qualche
difficoltà. Et terminando una Compagnia d'anni cinque, tra me Prete Natal Monferrato padrone del
negotio, et il sudetto Messer Iseppo Sala, se piacesse a Dio benedetto levar me di Vita, prima che
fornisca la Compagnia sudetta, voglio che tutti g li utili, se perd ne sarano, siano dati at Sig.r Do
menico Aquilini, quelli pero della mia portione. Mi trovo in cassa di ragion Patrimoniale, duccati sette mille, dico d. 7.000 aile tre per cento, de
quali ne son herede per ess er restato in vita, 1'ultimo de gl'altri frattellii Di questi voglio ne siano
rinontiati doi mille alla Sig.ra Chiara Aquilini mia Nezza, mille al Sig.r Pietro Aquilini di lei consorte,
mille al Sg.r Domenico Aquilini, figliolo delli detti et mille per ciascheduna alle tre figlie, pur figlie delli detti, per il suo maritar, o monacar, che sarano tra tutti, duccati sette mille, avisando che voglio che restino le tre figlie, con quelli denari sodisfate delli duccati doi cento che g li lascia per ciascheduna
il quondam mio frattel Ciacomo, al suo Maritar o monacar....
Lascio al Sig.r Antonio Secchi mio Nepote per una sol volta, duccati quattro mille cento e sette, dico d. 4.107, di mia ragione, che mi trovo in cassa, il Ritratto del quondam mio Padre, il Ritratto in
picolo del quondam Sig.r Ciacomo di miniatura, et uno delli specchi di grandezza di quarti cinque con le soare intagliate et dorate.
Seguono altri lasciti a Madonna Domenica Torregona da Este « mia fedel donna di govemo »,
a Catte da Fiesso « mia serva », a Messer Christofolo d'Agoro « mio Barcarolo »...
II quondam Sig.r Innocente Monferrato mio frattello mi lascio doppo la sua morte il suo organo, del
quale vivendo se ne serviva nelle Musiche della Città, et anco mi lascià una Spinetta di fabrica del
Sig.r Geronimo Undeo con obligatione di dar detti doi Instromenti doppo la mia morte all'Hospital de
Mendicanti per servitio del Choro, l'Organo già molt'anni mi son volentieri contentato rinontiarlo
per carita al detto Hospital, essendomi stata fatta particolar instantia dalli Sig.ri Governatori, resta
la sola Spinetta, che si trova nella Camera che mi riservo nella Casa in Canonica, come Maestro di
Capella, et questa g li dovrà esser data dalli miei SS.ri Commissarij . . .
Seguono altri lasciti. Mi trovo un sordina con tasti da suonar scavezzi, questa voglio sij data al R.mo Sig.r Gio. Battista
Volpe detto Rovetta, dignissimo organista nella Ducale di S. Marco, pregandolo gradirlo in testimonio
del mio affetto, et in segno del mio amore ...
Tutti li manuscritti di Musica lascio a Messer Iseppo Sala Stampator di Musica all'insegna del
David, con conditione di darne se fosse ricercato all'Hospital de Mendicanti.
Lascio al Sig.r Pietro Veralli mio cordialissimo amico, la mia spinetta fabricata dal Sig.r Geronimo
Undeo, sopra la quale quando ero giovine, facevo li miei studij, et questa in testimonio del mio affet
to, et di molte obligationi....
Dopo altri lasciti ai quattro Hospitali di Venezia e ad altri conventi, istituisce erede di quanto
rimane di tutto il suo la Chiesa di S. Bartolomeo ... eccettuati. . per quelli che sono di ragione delli
quondam SS.ri Giacomo et Innocente Monferrato miei frattelli, che doverano essere consegnati... a chi
per loro dispositioni testamentarie aspetarano .. .
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60 C. SARTORI: LE ORIGINI DI UNA CASA EDITRICE
Segue l'elenco dei capitali investiti: 5.300 ducati al Magistrato del Sale, 4.500 ducati al Dazio del
Vino, 2.000 ducati al Magistrato dell'Uscita + 4.000 ducati al Magistrato del Sale di ragione del fratello Giacomo.
Seguono altri lasciti: a Gio. Battista Volpe detto Rovetta una pettiniera con «fomimenti dorati»; 2.000 ducati alla nipote Chiara Aquilini; 1.000 ducati al marito Pietro Aquilini.
Et questa intendo sij I'ultima mia volontà a gloria del Sig. lddio, et salute dell'anima mia. Io D. Natal Monferrato quondam Zuanne soprascritto affermo, questo esser mio testamento et
l'ultima mia volonta, quai ho scrito di mia propria mano.
Da questo testamento risulta dunque ben chiara anzitutto la composizione délia famiglia dei Monferrato, nobili e benestanti. Il padre Giovanni aveva avuto tre figli maschi, Giacomo,
Innocente e Natale, e per lo meno una femmina, délia quale non sappiamo il nome, ma
sappiamo che si era sposata con certo Secchi, dal quale aveva avuto un figlio, Antonio
Secchi. Il fratello Giacomo doveva avere avuto invece una figlia, Chiara, che aveva sposato certo Pietro Aquilini, dal quale aveva avuto il figlio Domenico Aquilini e altre tre femmine.
Non pare che si fosse sposato Innocente, che era musicista come il fratello Natale. Fu
infatti organista e in qualche modo legato all'Ospedale dei Mendicanti.
Natale Monferrato sopravvisse ai tre fratelli e riuni cost una ingente sostanza amministrata
molto saggiamente. Parte di questa aveva investito in un'impresa éditoriale, affidata al tipografo Giuseppe
Sala. Le ricerche dell'atto di costituzione délia ditta sono state vane, ma la società dovette
fondarsi nel 1675, poichè nel 1676 era già in grado di pubblicare il suo primo volume, i
Salmi op. 11 del Monferrato. La ditta, col negozio di vendita relativo, doveva essere inte
stata al suo fondatore, il Monferrato, poichè egli dice esplicitamente che essa è di sua
«ragione», e si fregiava délia marca tipografica e dell'insegna del Re David che suona
l'arpa. Aveva sede a S. Giovanni Crisostomo nella casa stessa di abitazione del Monferrato
e subito dopo aver divulgato le composizioni del proprietario, con vero spirito di cavalleria
si dava a stampare le musiche proprio dei concorrenti ai quali il Monferrato era stato
preferito quale direttore délia cappella di S. Marco, Pietro Andrea Ziani e Giovanni
Legrenzi. In seguito, prosperando la ditta e allargandosi il suo raggio d'azione, il Monferrato
aveva associato all'impresa il suo tipografo e amico Giuseppe Sala, poichè nel 1684 era
tuttora in corso una società Stabilita fra i due per un quinquennio non si sa in quale data.
All'avvicinarsi délia conclusione délia vita terrena il Monferrato generosamente cede al
socio e amico Tintera propriété délia ditta e dei manoscritti musicali in suo possesso, con
l'unico obbligo da parte dell'erede, di versare ai nipoti del Monferrato una rendita annua di
40 ducati, oltre agli eventuali utili alla chiusura del bilancio del quinquennio di attività.
Ecco dunque chiarita anche l'origine délia casa éditrice di Giuseppe Sala. Fondata dal
Monferrato, passa in proprietà al suo tipografo nel 1685 e da questi sarà tenuta in vita per altri trenta anni sempre con la stessa marca del Re David, che ne aveva contrassegnato la
nascita. Direi anche che l'indirizzo impresso dal fondatore rimase quello dominante nella
scelta délia produzione da stampare: larga scelta di musica sacra e strumentale degli autori
di alta dottrina e ispirazione. Era un'impresa evidentemente nata con precisi intenti e che
rimase in vita finchè gli uomini che l'avevano fondata la ressero. Probabilmente la scomparsa del Sala fu anche la conclusione dell'attività délia ditta. Del resto il secolo XVIII in Italia
doveva vedere il generale decadere dell'arte éditoriale italiana, incapace di adattarsi e di
rispondere alla prevalente richiesta di musiche teatrali da parte del pubblico e soprattutto alla sete di continue novità che non consigliava investimenti finanziari infruttuosi in imprese editoriali senza sufficiente esito, poichè gli spettacoli teatrali, anche se ripresi, non venivano
mai riprodotti come nelle edizioni precedenti. Le trasformazioni e gli adattamenti era dunque
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D. W. KRÜMMEL: FRENCH MUSIC PUBLISHERS' CATALOGS 61
assai meno costoso operarli su materiali manoscritti. Mentre la rapidità con la quale
venivano composte e allestite le opere teatrali non concedeva nemmeno il tempo necessario
alla stampa delle partiture o delle singole parti staccate.
(The last will and testament of Natale Monfenato, composer and organist at St. Mark's Cathedral,
which is in the holdings of the Archivio di Stato of Venice, yields valuable information on the
beginnings of Giuseppe Sala's publishing firm. Large extracts of the testament are published here
for the first time. Monferrato founded the firm in 1675 securing the assistance of the printer Sala
whom he made his partner subsequently. Upon Monferrato's death, in 1685, Sala became sole
proprietor of the firm and went on publishing valuable editions of sacred and instrumental music
until 1714, with his printer's mark of King David.
Le testament de Natale Monferrato, compositer et organiste à Saint Marc, conservé à TArchivio di
Stato à Venise et dont de larges extraits sont publiés ici pour la première fois, donne de précieux
renseignements sur l'origine de la maison d'édition de Giuseppe Sala. Fondée en 1675 par Monferrato
qui s'était assuré les soins de l'imprimeur Sala pour en faire ensuite son associé, elle devient à la mort
de Monferrato en 1685 l'entière propriété de l'imprimeur qui, jusqu'en 1714 publiera à l'enseigne du
Roi David des œuvres de musique religieuse et instrumentale de valeur.)
DONALD W. KRÜMMEL (WASHINGTON)
Late 18 th Century French Music Publishers' Catalogs in the Library of Congress
Among the unexplored treasures of the Library of Congress is a noteworthy collection
of music publishers' catalogs. Over 1000 cards can be found in the Music Literature catalog
under the subject heading, "Catalogs-Publishers," even in spite of the fact that it has been
impossible to add cards for items cataloged during the past twenty years. The usefulness of
this file as a less than perfect reference tool can be seen in the area covered by Cari
Johansson's French Music Publishers' Catalogues of the Second Half of the Eighteenth
Century.1 Nearly two hundred catalogs of the nine publishers studied by Miss Johansson
can be found in this file. Her extensive research in European libraries has not only opened
up new possibilities for assigning dates; it has also provided a perspective of the whole
music publishing industry, and a basis for evaluating new material in this area as it appears.
Of the two hundred Library of Congress catalogs, for instance, as many as 150 could be
located at a glance among the FMPC facsimiles. Many of the remaining fifty duplicate lists
cited in Miss Johansson's text, and others vary but slightly from the facsimiles. Several in
particular, however, provide unique contributions to our knowledge of this area of music
publishing. Of three catalogs which uncover important information about the evasive Huberty, the
first establishes his early partnership with de la Chevardière. This catalog, appearing in the
score of Philidor's Blaise le Savetier, is entitled, "Catalogue de musique que Mr. Huberti,
ordinaire de l'Académie Royle. de Musique, et Mr. De la Chevardière, successeurs de Mr.
1 Stockholm: Kungl. Musikaliska Akademiens bibliotek, 1955; hereafter cited as F MPC, followed
by page number from the commentary volume (p.), or facsimile number (facs.).
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