Le nuove regole sul welfare aziendale: cosa cambia per ... · regole in tema di welfare aziendale e...

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& SVILUPPO ORGANIZZAZIONE 13 GENNAIO/FEBBRAIO 2016 WHAT’S UP Franca Maino e Giulia Mallone regole in tema di welfare aziendale e produttività contenute nei com- mi dal 182 al 191, che illustriamo di seguito evidenziando le oppor- tunità che si aprono per imprese e lavoratori. Un incentivo alla contratta- zione aziendale In occasione della conferenza stam- pa di presentazione del provvedi- mento, Matteo Renzi aveva an- nunciato lo stanziamento di quasi 500 milioni di euro per sostenere la contrattazione di secondo livello e nuovi interventi in ambito di welfa- re aziendale. Uno degli elementi di novità della Legge di stabilità 2016 è proprio la volontà del Governo di promuovere lo sviluppo della contrattazione di secondo livello e, al suo interno, il welfare azienda- Lo scorso 15 ottobre, giorno in cui il Presidente del Consiglio Renzi e il Ministro dell’Economia Padoan hanno presentato in conferenza stampa i contenuti della Legge di stabilità 2016, è iniziato l’intenso iter parlamentare per l’approva- zione della manovra. Dalla pro- posta originaria si è presto passati al maxiemendamento interamente sostitutivo del testo, su cui il Gover- no ha posto la fiducia il 20 novem- bre 2015. Approvato in Senato, il provvedimento è passato all’esa- me della Camera dei Deputati, dove ha atteso il 19 dicembre per il voto favorevole e il 22 dicembre per diventare, con il via libera del Senato, finalmente legge. La Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, pub- blicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2015 e in vigore dal pri- mo gennaio 2016, prevede impor- tanti novità. Tra queste, le nuove Le nuove regole sul welfare aziendale: cosa cambia per imprese e lavoratori? Franca Maino Dirige il Laboratorio ‘Percorsi di secondo welfare’ presso il Centro di ricerca Luigi Einaudi di Torino ed è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Milano, dove insegna Poli- tiche sociali e del lavoro e Social Innovation & Welfare Mix. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano il Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2015, il Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2013 e il working paper Social innovation beyond the State . Italy’s Secondo Welfare in a European Perspective . È attualmente impegnata (con Bandera L. e Lodi Rizzini C.) nella realizzazione di un vo- lume sulla povertà alimentare in Italia che uscirà nel 2016 per Il Mulino. Giulia Mallone Laureata in Scienze Internazionali e Istitu- zioni Europee presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la laurea magistra- le in Economics and Political Science (MA) presso la stessa Accademia con una tesi sulle esperienze di welfare aziendale e territoriale in Italia. Attualmente è dottoranda di ricerca in Studi del Lavoro presso la Graduate School in Social and Political Sciences (GSSPS) dell’Università degli Studi di Milano e, dal 2011, è ricercatrice del Laboratorio ‘Percorsi di secondo welfare’ dove si occupa principalmente di welfare aziendale, politiche di conciliazione famiglia- lavoro e relazioni industriali. Tra le sue pubblicazioni, il working paper Il secondo welfare in Italia: esperienze di welfare aziendale a confronto e il Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2015.

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13gennaio/febbraio 2016

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Franca Maino e Giulia Mallone

regole in tema di welfare aziendale e produttività contenute nei com-mi dal 182 al 191, che illustriamo di seguito evidenziando le oppor-tunità che si aprono per imprese e lavoratori.

Un incentivo alla contratta-zione aziendalein occasione della conferenza stam-pa di presentazione del provvedi-mento, Matteo renzi aveva an-nunciato lo stanziamento di quasi 500 milioni di euro per sostenere la contrattazione di secondo livello e nuovi interventi in ambito di welfa-re aziendale. Uno degli elementi di novità della Legge di stabilità 2016 è proprio la volontà del governo di promuovere lo sviluppo della contrattazione di secondo livello e, al suo interno, il welfare azienda-

Lo scorso 15 ottobre, giorno in cui il Presidente del Consiglio renzi e il Ministro dell’economia Padoan hanno presentato in conferenza stampa i contenuti della Legge di stabilità 2016, è iniziato l’intenso iter parlamentare per l’approva-zione della manovra. Dalla pro-posta originaria si è presto passati al maxiemendamento interamente sostitutivo del testo, su cui il gover-no ha posto la fiducia il 20 novem-bre 2015. approvato in Senato, il provvedimento è passato all’esa-me della Camera dei Deputati, dove ha atteso il 19 dicembre per il voto favorevole e il 22 dicembre per diventare, con il via libera del Senato, finalmente legge. La Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, pub-

blicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2015 e in vigore dal pri-mo gennaio 2016, prevede impor-tanti novità. Tra queste, le nuove

Le nuove regole sul welfare aziendale: cosa cambiaper imprese e lavoratori?

Franca MainoDirige il Laboratorio ‘Percorsi di secondo welfare’ presso il Centro di ricerca Luigi einaudi di Torino ed è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Milano, dove insegna Poli-tiche sociali e del lavoro e Social innovation & Welfare Mix. Tra le sue pubblicazioni più

recenti si segnalano il Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2015, il Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2013 e il working paper Social innovation beyond the State. Italy’s Secondo Welfare in a European Perspective. È attualmente impegnata (con bandera L. e Lodi rizzini C.) nella realizzazione di un vo-lume sulla povertà alimentare in italia che uscirà nel 2016 per il Mulino.

Giulia MalloneLaureata in Scienze internazionali e istitu-zioni europee presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la laurea magistra-le in economics and Political Science (Ma) presso la stessa accademia con una tesi sulle esperienze di welfare aziendale e territoriale in italia. attualmente è dottoranda di ricerca

in Studi del Lavoro presso la graduate School in Social and Political Sciences (gSSPS) dell’Università degli Studi di Milano e, dal 2011, è ricercatrice del Laboratorio ‘Percorsi di secondo welfare’ dove si occupa principalmente di welfare aziendale, politiche di conciliazione famiglia-lavoro e relazioni industriali. Tra le sue pubblicazioni, il working paper Il secondo welfare in Italia: esperienze di welfare aziendale a confronto e il Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2015.

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le come sostituto totale o parziale della componente monetaria. La legge reintroduce la detassazione del premio di produttività, istituto previsto per la prima volta nel 2008 e mantenuto con caratteristiche di-verse di anno in anno fino all’inter-ruzione per l’anno 2015, e incen-tiva il ricorso al welfare aziendale – o, per meglio dire, contrattuale – nell’ambito dell’erogazione della parte variabile del salario legata alla produttività, favorendo fiscal-mente i servizi di welfare rispetto all’equivalente in denaro1. Se il premio di produttività mantiene un’imposta sostitutiva del 10%, lo stesso erogato in welfare gode delle agevolazioni fiscali già pre-viste dall’art. 51 del TUir e non concorre, dunque, alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

entrambe le opzioni rimangono soggette alle limitazioni di 2.000 euro di importo e 50.000 euro di reddito, e ogni lavoratore avrà la facoltà di scegliere come ricevere l’importo del premio.Mentre il welfare erogato in sosti-tuzione del premio di risultato è vincolato ai tetti, il welfare ‘tradi-zionale’ – sia esso legato a obietti-vi aziendali o previsto in aggiunta a un premio di risultato, senza na-turalmente la possibilità di sostitu-zione con denaro – non è soggetto a limiti, eccetto quelli già previsti dall’articolo 51 del TUir2. il li-mite di importo potrà però essere aumentato fino a 2.500 euro se l’azienda introdurrà dei sistemi di coinvolgimento diretto dei la-voratori nell’organizzazione del lavoro, secondo modalità che ver-

ranno illustrate in un successivo decreto.

Meno limiti al welfare defi-scalizzatoSecondo punto centrale del testo di legge è la riforma – a lungo auspica-ta dagli addetti ai lavori – dell’art. 51 del TUir, il Testo Unico delle imposte sui redditi del 1986. Le modifiche introdotte costituiscono un cambiamento di enorme porta-ta, poiché non si applicano solo ai beni e servizi erogati in sostituzio-ne totale o parziale del premio di produttività, ma a tutti i benefit di welfare aziendale offerti ai lavora-tori. il comma 190 della Legge di stabilità modifica il testo dell’art. 51 del TUIR con tre finalità prin-cipali: superare il limite della vo-lontarietà; aggiornare e ampliare il paniere di servizi; favorire lo svi-luppo di strumenti che facilitino la fruizione dei servizi. La modifica della lettera f consente ad aziende e sindacati di concor-dare interventi a favore dei di-pendenti richiamando le finalità elencate nell’art. 100 del TUir (educazione, istruzione, ricreazio-ne, assistenza sociale e sanitaria o culto) senza ‘portarsi dietro’ anche il vincolo della volontarietà. L’arti-colo 100 prevede infatti che il wel-fare debba essere “volontariamen-te sostenuto” per essere deducibile dal reddito di impresa nel limite del 5 per 1.000 del costo del lavoro e non assoggettato a imposizione in capo al lavoratore. La nuova formulazione “volontariamente o in conformità a disposizioni di contrat-to o di accordo o di regolamento

1 Per approfondire la disciplina del nuovo premio di produttività si rimanda a Leonardi M. (2015), L’arma del welfare per la contrattazione aziendale, in Lavoce.info, 11 novembre, disponibile all’indirizzo: http://www.lavoce.info/archives/38224/larma-del-welfare-per-la-contrattazione-aziendale/. 2 Maino f., Mallone g. (2015), Welfare aziendale e produttività nella legge di stabilità: tra indiscrezioni e nuove conferme, in Percorsi di secondo welfare, 27 ottobre, disponibile all’indirizzo: http://secondowelfare.it/aziende/welfare-aziendale-e-produttivita-nella-legge-di-stabilita-2016-tra-indiscrezioni-e-nuove-conferme.html.3 Maino f., Mallone g. (2015), Welfare aziendale e produttività nella Legge di stabilità 2016, in La nuvola del Lavoro, 7 novembre, disponibile all’indirizzo: http://nuvola.corriere.it/2015/11/07/welfare-aziendale-e-produttivita-nella-legge-di-stabilita-2016/.

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aziendale” esplicita infatti la possi-bilità di coinvolgere legittimamen-te i rappresentanti dei lavoratori nella definizione dei piani di wel-fare, equiparando i benefit previsti da accordi aziendali a quelli ero-gati unilateralmente dall’azienda. La lettera f-bis aggiorna e amplia il novero dei benefit soggetti ad age-volazioni fiscali e contributive in base all’art. 51, includendo tutti i servizi per l’infanzia e ricompren-dendo persino quelli integrativi e di mensa collegati alla frequenza sco-lastica dei figli. La lettera f-ter apre la strada all’importante riconosci-mento delle sfide connesse all’in-vecchiamento demografico: la non autosufficienza e i servizi di cura per i familiari anziani meritano fi-nalmente di essere esplicitamente richiamati nel TUir e considerati strumenti di sostegno al benessere delle famiglie e di conciliazione vi-ta-lavoro al pari delle politiche per la cura dei figli. il nuovo comma 3-bis prevede infine che l’erogazione di beni e presta-zioni possa avvenire anche me-diante documenti di legittimazio-ne, o voucher, in formato cartaceo ed elettronico.

Prospettive di conciliazione vita-lavoroLa legge prevede ulteriori novità in materia di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa. in tema di tutela della maternità dispone che il periodo obbligatorio di con-gedo di maternità sia computato ai

fini della determinazione dei pre-mi di produttività. il comma 191 stabilisce inoltre l’ammontare del-le risorse dedicate alle misure di conciliazione vita-lavoro, uno dei ‘pilastri’ del Jobs act. il decreto legislativo del 15 giugno 2015 at-tuativo del Jobs act e contenente le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro aveva destinato – all’articolo 25 – una quota pari al 10% delle risorse del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livel-lo alla promozione della concilia-zione tra vita professionale e vita privata. Queste risorse, finalmente quantificate nella Legge di stabili-tà, ammontano a 38,3 milioni di euro per l’anno 2016, 36,2 milioni di euro per il 2017 e 35,6 milioni per il 2018, a fronte della riduzione dello stesso fondo per la contrat-tazione di secondo livello a 344,7 milioni nel 2016, nonché 325,8 milioni e 320,4 milioni rispettiva-mente per gli anni 2017 e 2018. La quantificazione delle risorse non è tuttavia stata accompagnata dalla definizione delle regole di utilizzo dei fondi dedicati alla conciliazio-ne, che rimane quindi una delle questioni da affrontare nei primi mesi del 2016.

Le novità per il mondo pro-duttivoguardando agli elementi distintivi dell’intervento sul welfare azienda-le contenuto nella Legge di stabili-

tà in un’ottica di secondo welfare, sono identificabili – in aggiunta alla disciplina del premio di pro-duttività – tre fronti più rilevanti. il primo riguarda la volontà da parte del governo di eliminare il requisito della volontarietà per i beni e servizi erogati per finalità di educazione, istruzione, ricreazio-ne, assistenza sociale e sanitaria o culto, consentendo alle parti sociali di entrare a pieno titolo nella ne-goziazione di questi benefit, prima riservati all’iniziativa unilaterale del management aziendale. La norma segna un passaggio epocale dall’idea di welfare come ‘dono’ di stampo paternalistico a quella del welfare come parte costitutiva del rapporto di lavoro e meritevole di condivisione paritetica tra le parti, aprendo a una visione più moder-na dei benefit ormai considerati strategicamente rilevanti sia per il management aziendale sia per le rappresentanze sindacali. il secondo aspetto concerne l’am-pliamento dei servizi considerati nell’ambito del welfare aziendale. i servizi a supporto della conci-liazione vita-lavoro e dei compiti di cura dei minori sono estesi per ricomprendere non solo tutte le strutture per l’infanzia e l’educa-zione, ma anche i servizi integra-tivi a essi collegati, come le mense e i doposcuola. il punto più rile-vante riguarda l’introduzione di un esplicito riferimento al tema della non autosufficienza, con ri-ferimento ai drammatici carichi di

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cura che le famiglie oggi sostengo-no a causa dell’allungamento del-la vita e del contestuale aumento della disabilità. aziende e sinda-cati sono, dunque, chiamati ad ampliare il loro raggio di azione oltre le questioni legate ai rappor-ti di lavoro, per condividere una nuova responsabilità sociale allar-gata all’intero nucleo familiare e, di conseguenza, al sistema di ser-vizi del territorio in cui operano. Un allargamento alla comunità locale che presuppone l’instaura-zione di una stretta collaborazio-ne con le amministrazioni pubbli-che e con gli altri stakeholder che a vario titolo operano sui territori, attraverso un sistema di secondo welfare che favorisca sussidiarietà e compartecipazione.il terzo elemento di innovazione è costituito dalla possibilità di utiliz-zare i voucher per erogare servizi di welfare, al fine di facilitare l’in-troduzione di piani di welfare nelle piccole e medie imprese attraver-so l’adozione di uno strumento acquistabile e immediatamente

spendibile. Un sistema di voucher potrebbe agire da ‘leva’ per favo-rire la diffusione del welfare anche nelle aziende di piccole dimensio-ni e tra gli enti bilaterali, incenti-vare l’effettivo utilizzo dei servizi e produrre indirettamente nuova occupazione e l’infrastrutturazione dell’offerta sui territori. in linea con l’orientamento della Commissione europea – che ha più volte invitato negli ultimi anni gli Stati membri a sfruttare il po-tenziale di occupazione offerto dai servizi alla persona e alla famiglia – il ricorso al voucher può favorire la costruzione di un sistema di servizi più efficiente, di qualità e con costi sostenibili, in grado di facilitare la conciliazione fra vita privata e atti-vità professionale e contribuire alla crescita dell’occupazione femmini-le e all’aumento dell’occupazione regolare, particolarmente nel com-parto dei white jobs. Un sistema di voucher per l’acquisto di servizi di natura socio-sanitaria e per il di-sbrigo delle incombenze quotidia-ne favorirebbe infatti l’emergere

del lavoro nero così diffuso fra i collaboratori domestici e gli assi-stenti personali, con il vantaggio di migliorare le condizioni di lavoro e incrementare il gettito contributivo determinato dall’aumento dell’oc-cupazione regolare.

I nodi ancora da scioglierein futuro il welfare aziendale sarà oggetto senza limitazioni della ne-goziazione tra azienda e sindacati, avrà a disposizione un menù più ampio di possibili interventi – ero-gabili anche attraverso voucher – e potrà essere legittimamente inse-rito all’interno della disciplina del premio di produttività. il gover-no sembra così aver mantenuto le promesse, rispondendo alle attese di quanti da tempo auspicavano un ammodernamento della normativa sul welfare aziendale (in particola-re il TUir) e chiedevano chiari-menti circa la questione della vo-lontarietà e lo ‘spazio’ da dedicare al welfare all’interno delle relazioni industriali. rimangono tuttavia ancora molte questioni aperte e alcuni nodi da sciogliere. La portata del provvedi-mento dipenderà in ultima istanza dall’emanazione del decreto che, in base al comma 188 della Legge, dovrà stabilire i criteri di misura-zione degli incrementi di produtti-vità, redditività, qualità, efficienza e innovazione che regoleranno l’erogazione del premio di produt-tività, nonché le modalità attuative di tutte le previsioni contenute nei commi dal 182 al 191. Si tratta di questioni cruciali per la corretta applicazione e il buon funziona-mento delle novità previste dalla Legge, come l’utilizzo dei voucher per il welfare, l’effettiva partecipa-zione all’organizzazione del lavoro da parte dei dipendenti e l’effica-cia del monitoraggio dei contratti aziendali e territoriali.

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18 gennaio/febbraio 2016

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La parola alle imprese…

Stando all’articolo di Maino e Mallo-ne saranno essenzialmente tre le rica-dute della Legge di stabilità 2016 in materia di welfare aziendale: il pas-saggio dal concetto di welfare come ‘dono’ a quello di welfare come par-te costitutiva del rapporto di lavoro; l’ampliamento dei servizi a disposi-zione dei dipendenti e delle loro fa-miglie, grazie alle importanti oppor-tunità di defiscalizzazione introdotte; la possibilità, infine, di attuare politi-che di welfare aziendale anche nelle piccole e medie imprese, considerata la semplicità di fruizione dei servizi tramite voucher.in base a queste considerazioni, ab-biamo chiesto ad alcune società spe-cializzate nell’erogazione di servizi di welfare aziendale di raccontarci come prevedono che cambierà la loro offerta nel corso del prossimo anno. in che termini si sentono di valutare la domanda di welfare da parte delle aziende. Quale, infine, il futuro del welfare aziendale nel nostro Paese.

Emanuele Barberis, Socio dello studio legale Chiomenti

“La Legge di stabilità, unitamente agli ultimi orientamenti dell’agen-zia delle entrate oggetto di inter-pello (agosto 2015), apre un fronte

molto positivo per ciò che attiene al welfare aziendale nel nostro Paese.il bonus produttività, per esempio, è un’ottima opzione per sviluppare il welfare anche nella PMi. Per quanto riguarda il restyling del TUir – compresa la modernizza-zione del linguaggio – si tratta di una grande novità, che permette di inserire nella contrattazione di se-condo livello anche i servizi relativi all’articolo 100. in questo modo, è possibile creare un sistema di wel-fare fruibile dall’intera popolazione aziendale, senza distinzione tra art. 51 e art.100. È, nei fatti, una sorta di ‘target welfare’, ossia un nuovo modo di intendere il sistema pre-miante e incentivante all’interno dell’organizzazione. Un modello che si aggiunge a quello dato ‘on top’ (oggetto di liberalità) e al ‘bo-nus di produttività’.il nostro ruolo come studio legale è quello di capire quali sono le esigen-ze delle aziende per proporre loro la forma migliore di welfare nonché la più in linea con i desiderata dei dipendenti. oltre a essere una sorta di guida operativa, fungiamo anche da consulenti supportando le orga-nizzazioni nel rivoluzionare com-pletamente, viste le possibilità che si aprono con questa legge, i loro pia-ni di incentivazione. Questo al fine di migliorare l’attraction e retention dei talenti.Visto l’aumento, già in queste prime settimane dell’anno, della domanda di welfare da parte delle azienda, credo che avremo molto lavoro da fare nel corso del 2016.il welfare aziendale sarà, infatti, sempre più spesso preso in consi-derazione dalle imprese che deci-deranno di porsi a integrazione del sistema socio-assistenziale pubblico, attualmente piuttosto lacunoso. il nostro lavoro accanto al governo va proprio nella direzione di un nuovo welfare integrato: pubblico e privato”.

Alessandra Bertazzoni, Responsabile Welfare di Day Ristoservice

“nella Legge di stabilità 2016 colgo una grande occasione di semplifica-zione. Se guardiamo alle esperienze d’oltralpe, non si tratta, a mio avvi-so, di un salto nel buio; vista la gran-de letteratura prodotta soprattutto dai nostri vicini francesi. in francia i voucher sociali, cosid-detti Cesu, per i servizi alla persona, introdotti per la prima volta nel 1996 proprio dal nostro gruppo – la coo-perativa Cheque Dejeuner – con la finalità di sviluppare l’economia so-ciale e del territorio, ha permesso la creazione di nuovi posti di lavoro e la regolarizzazione dei lavori di cura. finalmente anche in italia permette-ranno una fruizione semplice dei ser-vizi di welfare, come il pagamento di baby sitter, badanti o ludoteche, ecc. Le aziende mostrano interesse sem-pre maggiore. alcune sono davvero informate in materia, tanto da esse-re addirittura più avanti rispetto alle istituzioni; altre fanno ancora fatica a cogliere i reali vantaggi o a raccapez-zarsi nel mondo dell’offerta dei ser-vizi di welfare, essendo tantissime le società che vi operano. ecco perché oggi è fondamentale fare cultura. il nostro modo di sostenerle consiste nel pensare a un’offerta che tenga conto delle esigenze di ogni singola

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azienda e, all’interno della stessa, di quelle di ogni singolo dipendente. a tal proposito, e rispetto al 2015, la nostra offerta si arricchisce ma non cambia. auspicavamo l’approvazio-ne di una legge simile proprio perché conosciamo i benefici apportati negli altri Paesi.La nostra rete di servizi è importan-te e a contraddistinguerci è anche il ruolo di mediatori tra le tante coope-rative sociali che erogano i servizi e le aziende bisognose di riceverli.Credo che il futuro del welfare azien-dale vedrà una sempre maggiore consapevolezza del ruolo di respon-sabilità sociale da parte delle impre-se. Un welfare, di secondo livello, che andrà a integrare quello primario, o pubblico, in una sorta di continuum pubblico-privato. esemplare, in que-sto senso, è la partnership di Day con diversi comuni in italia che erogano voucher sociali anche a favore di al-cuni cittadini svantaggiati; segno che il welfare pubblico ha bisogno anche del privato o, meglio, di società spe-cializzate che sappiano ottimizzare i costi e migliorare con strumenti in-novativi la finalizzazione degli aiuti”.

Silvia Burigana, Responsabile Marketing e Comunicazione di Sodexo

“integrazione, innovazione e contrib-uto culturale al mercato. Le novità

normative si basano sostanzialmente su questi tre asset strategici, in grado, secondo noi, di contribuire a favorire anche in italia la cultura del welfare aziendale come tassello fondamen-tale nelle politiche di compensation & benefit delle aziende. Questo nuovo orientamento si ispira a esempi inter-nazionali, dove sono già consolidati sistemi di welfare basati sui servizi alla persona efficaci e facilmente fruibili; in particolare in Paesi come belgio, francia e regno Unito, dove Sodexo è un attore molto importante.il tema dell’integrazione e della innovazione ci tocca particolarmente perché da tempo lavoriamo nell’ottica di sviluppare servizi sempre più ef-ficienti e facilmente fruibili. Il tutto per un’offerta in grado di coinvolgere target di beneficiari e di aziende vari e diversificati, indipendentemente dalla dimensione o dal settore.in termini quantitativi, le nuove regole e la possibilità di utilizzare i voucher per erogare i servizi gettano le basi per un incremento del nu-mero di imprese che scelgono sistemi di welfare, aprendo il mercato anche alle piccole e medie aziende, che pos-sono così avvicinarsi e sperimentare nuove soluzioni con notevoli vantag-gi fiscali, da un lato, ed effetti positivi sulla qualità della vita dei dipendenti, dall’altro. Ciò avrà conseguenze positive in termini di accessibilità ai benefit da parte di più beneficiari. A questo proposito, la progressiva dif-fusione di programmi e sistemi inno-vativi e orientati alla digitalizzazione costituiscono un’ulteriore spinta alla semplificazione e all’accessibilità. Quella che definiamo ‘digital experi-ence’ è già da tempo parte integrante della nostra offerta, la quale com-prende una gamma abbondante di servizi – dai buoni shopping ai ben-efit pensati per la salute fino a quelli dedicati al tempo libero – pensati per essere fruiti in modalità multi-chan-nel attraverso card, coupon online, mobile app, ecc.

favorire la diffusione di strumenti sempre più efficaci e accessibili sig-nifica anche poter soddisfare la conti-nua necessità di fare cultura sui temi del welfare, al fine di dimostrare gli effetti benefici che queste politiche hanno su organizzazioni e individui.Come confermato dalla nostra ul-tima indagine, condotta con Harris interactive, il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori, la va-lorizzazione del capitale umano e la motivazione hanno infatti un impat-to determinante sulle performance aziendali”.

Stefano de Santis, Partner dello studio legale Toffoletto De Luca Tamajo e Soci

“La Legge di stabilità per l’anno 2016 ha introdotto rilevanti incen-tivi al welfare aziendale attraverso l’ampliamento delle categorie di be-nefit esclusi dall’imponibile fiscale e contributivo del reddito da lavoro dipendente ai sensi dell’articolo 51 del TUir. È stata, inoltre, prevista espressamente la facoltà del dipen-dente di sostituire il premio di pro-duttività con i benefit previsti dalla normativa (per esempio i servizi di assistenza ai familiari anziani, gli asi-li nido per i figli). Tutto questo in un momento di forte domanda, da parte delle aziende, di soluzioni retributive

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20 gennaio/febbraio 2016

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alternative a quelle puramente eco-nomiche e di significativo mutamento delle politiche di remunerazione del personale che tendono a valorizzare sempre più, anche in conseguenza delle nuove esigenze dei dipendenti, gli aspetti di assistenza alla famiglia, di istruzione e di educazione. Tutta-via, al fine di valutare concretamente l’impatto della nuova disciplina sul mercato e sul costo del lavoro sarà necessario attendere il decreto attua-tivo ministeriale (che dovrebbe essere emanato entro fine febbraio) e i chia-rimenti dell’agenzia delle entrate, specialmente per quanto concerne i limiti e le condizioni per l’applicabi-lità degli esoneri e la deducibilità dei costi sostenuti dai datori di lavoro. Da questo punto di vista, il ruolo dei professionisti sarà focalizzato, preva-lentemente, nel coadiuvare i clienti nella predisposizione di un sistema di welfare aziendale e di incentivi alla produttività che siano particolarmen-te efficienti dal punto di vista della so-stenibilità fiscale e contributiva. Alla possibilità di beneficiare degli esoneri previsti dalla legge da parte del dipen-dente non sempre si accompagna, in-fatti, la deducibilità integrale dei costi sostenuti da parte del datore di lavo-ro, rendendo talune scelte di welfare aziendale scarsamente appetibili dal punto di vista prettamente economi-co. Non bisogna dimenticare, infine, che le politiche di welfare sono sem-pre meno rimesse a una valutazione e concessione unilaterale del datore di lavoro ed entrano, ormai a pieno diritto, tra le tematiche trattate nella contrattazione collettiva di secondo livello. Tendenza, questa, che è stata prontamente recepita dal legislatore con le ultime modifiche”.

Chiara Fogliani, Direzione di Welfare Company“Le novità introdotte dalla Legge di stabilità 2016 confermano l’evo-luzione del mercato del secondo welfare che dal 2012 contribuiamo

a costruire. La nostra offerta, che spazia dai servizi sanitari integrati-vi, per famiglie, anziani e bambini, a formule di time saving, prevede soluzioni adatte alla vita dei nostri tempi. il mondo del lavoro ha, in-fatti, registrato grandi cambiamen-ti, che vanno sostenuti mettendo in campo politiche di employee care. Con la finanziaria viene introdotto il voucher universale per i servizi alla persona, il buono acquisto uti-lizzabile per l’erogazione di servizi di welfare. MyVUSP sarà il nostro voucher cartaceo e digitale, con cui facilitare l’introduzione di piani welfare anche in realtà con poche decine di dipendenti. Un buono spendibile su un circuito di welfare che è costruito a partire dalle esi-genze dei lavoratori. Con l’indagine Il futuro del welfare aziendale, condotta insieme al profes-sor Pesenti dell’Università Cattolica di Milano, abbiamo chiesto a 100 manager con quale tipologia di ser-vizi costruirebbero i propri piani di welfare. La survey ha confermato il peso preponderante sia delle coper-ture sanitarie integrative sia della diffusione di formule di flessibilizza-zione degli orari di lavoro, finalizzate a realizzare pratiche di work-life ba-lance. Pratiche messe in atto nel no-stro gruppo per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, in particolare delle neo-mamme.

inoltre, come partner di retindustria, siamo un riferimento per diverse as-sociazioni territoriali di Confindu-stria, che ci confermano un aumento d’interesse da parte delle aziende sul tema. Per il futuro crediamo che le nuove regole porteranno a una mag-gior diffusione del welfare aziendale, incentivando il coinvolgimento attivo del lavoratore, che potrà decidere, ad esempio, se recepire il premio di produttività sotto forma di ‘cash’ op-pure in welfare; in quest’ultimo caso, ottenendo l’intera quota del premio di risultato. Per far fronte alle richieste degli attuali clienti e di quelli futuri, abbiamo ampliato il paniere dei servi-zi esentasse dedicati alle grandi azien-de e alle PMi. Dai servizi di mobilità ai flexible benefit: offriamo strumenti concreti per la realizzazione di piani welfare”.

Federico Isenburg, Founder & CEO di Easy Welfare

“Come sappiamo, oltre all’amplia-mento dei servizi welfare disponibi-li, la nuova normativa introduce la possibilità di fruire dei servizi tramite voucher. Proprio per questo abbiamo deciso, già da qualche mese, di lavo-rare per adeguare i nostri sistemi in-formatici e migliorare ulteriormente la nostra offerta.easy Welfare ha sempre unito tecno-

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logia e semplicità; quello che va fatto oggi non è altro che smussare e adat-tare una base già pronta da tempo. a oggi easy Welfare mette, infatti, a disposizione dell’utente finale (il di-pendente delle nostre aziende clien-ti) un network di oltre 2mila partner convenzionati – dato in continua crescita – che nessun altro competi-tor possiede. Un bacino di servizi tal-mente ampio da soddisfare i bisogni più disparati. a breve uscirà anche la nostra app che permetterà all’utente di accedere da mobile al piano welfa-re. rispondiamo pertanto alla Legge di stabilità innovando i nostri sistemi e fornendo servizi sempre più vicini alle necessità dell’utente.i cambiamenti in arrivo ci permetto-no di prevedere finalmente anche una crescita netta della richiesta da parte delle PMi. fino a oggi non si perce-pivano gli effettivi vantaggi derivanti dall’attivazione di un piano welfare. Con la nuova normativa questo tema viene messo finalmente sotto i riflet-tori, permettendo alle diverse realtà lavorative di percepirne i benefici. Da parte nostra abbiamo una consolidata esperienza nel settore che ci ha por-tato oggi ad avere un portfolio clienti che conta oltre 180 importanti azien-de italiane; dato che ci auspichiamo vada ad aumentare significativamente nel corso dell’anno appena iniziato.Stabilire quale sarà il futuro del wel-fare nel nostro Paese non è semplice. Quello che posso affermare alla luce delle recenti novità legislative è che, senza ombra di dubbio, esistono tutte le premesse affinché il welfare diventi parte integrante dei sistemi incenti-vanti di ogni azienda. Se ne conosco-no i vantaggi, ora bisogna solo avere la mentalità giusta per portare davvero innovazione”.

Elena Oriani, Information Solutions Leader di Mercer Italia“L’utilizzo del welfare aziendale quale componente importante del total re-

ward, inteso come insieme degli stru-menti di ricompensa dei collaborato-ri, al di là dei meri elementi monetari e in un’ottica di engagement, è prassi corrente nelle società medio-grandi italiane e nelle multinazionali.Possiamo prevedere che la maggiore chiarezza normativa consenta anche alle piccole imprese di approccia-re con più facilità questo universo. Quella dei benefit è, infatti, una leva in più che il datore di lavoro può ge-stire per attrarre, motivare e trattene-re le proprie risorse, soprattutto dopo averne correttamente individuato e segmentato i bisogni.La contrattazione di secondo livel-lo, d’altro canto, può consentire alle aziende di collegare in maniera più chiara salari, produttività e competi-tività aziendale. Quello della scarsa correlazione tra produttività e salario nella percezione della business com-munity era un tema forte che ave-vamo sollevato come Mercer nella redazione del nostro Human Capital Index Report, in collaborazione con Wef. Su questo indicatore, in parti-colare, l’italia risultava 119esima sulle 128 nazioni prese in esame nel 2014. È positivo che, invece, venga incenti-vata un’ottica di partecipazione e di responsabilità dei dipendenti.Ci sembra importante, infine, sot-tolineare il fatto che la normativa recepisce e tutela i servizi di welfare legati all’invecchiamento della popo-

lazione. noi di Mercer riteniamo che si tratti di una delle grandi sfide che individui e aziende dovranno affron-tare nel medio-lungo periodo”.

Cristiano Dalgrosso, Affinity and Employee Health & Benefits Leader di Marsh S.p.A.“Siamo convinti che il contesto nor-mativo favorisca quella flessibilità in materia di benefit che oggi ancora manca in molte aziende e che riflet-te le mutate esigenze dei dipendenti. Per capire come le aziende stanno affrontando questo cambiamento, Mercer Marsh Benefits ha promosso un sondaggio che le aiuterà a valu-tare meglio l’impatto delle novità introdotte, sia in termini economici sia su produttività, benessere ed en-gagement dei dipendenti”.

Alberto Perfumo, Amministratore Delegato di Eudaimon

“Le nuove norme sul welfare aziendale contenute nella Legge di stabilità sono proprio quel che serviva. D’altronde era stata proprio questa la richiesta che eudaimon e il network ieP (imprese e Persone) avevano fatto al Ministro Sacconi nel 2009 e poi, più avanti, al Viceministro Martone nel 2012, nel-la logica di confrontarsi sulle esigen-ze delle aziende e tradurle in pratica all’interno di norme di legge.

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ben venga, quindi, la volontà del go-verno di favorire le imprese che adot-tano sistemi di welfare, tenuto conto che ciò produrrà un risultato positivo anche sul welfare pubblico, perciò su tutta la comunità, non solo quella co-stituita dai dipendenti a cui i servizi sono diretti. Senza dimenticare il fat-to che a essere favoriti saranno anche il lavoro femminile, l’emersione del ‘nero’, lo sviluppo di nuova occupa-zione: un’operazione, in sostanza, lungimirante e nella quale vinceran-no tutti. e ben venga anche la volon-tà di indirizzare il welfare aziendale all’interno della contrattazione di secondo livello e delle relazioni indu-striali, rendendo più robusta tutta la struttura del welfare.Se le premesse sono incoraggianti, adesso però serve un po’ di coraggio, sia da parte dei datori di lavoro sia dei sindacati. e non per discutere il pre-mio di produzione e la sua conversio-ne in welfare rivolta ai lavoratori delle grandi aziende – quelle che già si sta-vano muovendo su questo terreno –, ma soprattutto per portare l’opportu-nità anche nelle PMi, dove il sindaca-to spesso non esiste e il datore di lavoro non è interessato a svilupparlo.La mia opinione è che non saranno i voucher a facilitare il welfare contrat-tuale nelle PMi, e in questo dissento con le autrici dell’articolo. Penso che uno strumento così ‘vicino’ alla mo-neta si presti, invece, a sostenere un uso paternalistico del welfare. Servirà piuttosto sviluppare una cultura delle relazioni industriali moderna in cui le aziende o, meglio, le associazioni da-toriali e i sindacati si mettano in gioco per contribuire davvero a una grande operazione di innovazione sociale”.

Miriam Quarti, Senior Consultantdi OD&M Consultingrispetto alle tre macro ricadute delle Legge di stabilità individuate, possiamo affermare che parlare di

welfare come parte costitutiva del rapporto di lavoro è in linea con il nostro approccio che vede il welfare come una delle leve del Total re-ward. attraverso questo approccio l’azienda può puntare a migliorare la performance e i risultati aziendali combinando fra loro una molteplici-tà di processi e strumenti (monetari e non) che sono percepiti dalle persone come ‘elementi di valore’ nella rela-zione di lavoro. Ciò va così a influire positivamente sulla loro motivazio-ne e soddisfazione, aumentando il contributo individuale al successo aziendale. A fianco delle più tradi-zionali leve del compensation, dello sviluppo e dell’ambiente di lavoro, si assiste all’evoluzione della leva dei benefit nel welfare, che include tutti i beni e servizi messi a disposizione dei dipendenti e dei loro familiari. abbiamo da sempre puntato su que-sto approccio sistemico e alla luce delle modifiche della legge di stabi-lità pensiamo che saper cogliere il corretto equilibrio delle leve di Total Reward, rispetto alle finalità e alla ti-pologia di patto che l’azienda vuole instaurare con i propri collaboratori, sia la strada da percorrere.La Legge di stabilità, ampliando il numero dei servizi inseribili in con-trattazione di secondo livello ha reso più interessante l’utilizzo di questa leva che diventa a tutti gli effetti una

valida opzione sostitutiva dei premi monetari, non solo per i benefici di natura fiscale, ma perché in grado di cogliere le diverse necessità dei beneficiari attraverso la progetta-zione di un paniere di servizi in gra-do di rispondere ai loro bisogni. Per questo motivo l’ascolto delle perso-ne e la rilevazione dei lori effettivi interessi diventa un elemento chiave per il successo dei piani.La possibilità di fruire dei servizi tra-mite voucher potrebbe davvero au-mentare i piani di welfare in azien-de di piccole/medie dimensioni. in una recente survey condotta da oD&M esse indicano, infatti, come principale deterrente per la realiz-zazione delle iniziative di welfare, la complessità di gestione e rispettivi costi. È plausibile che la volontà del governo di promuovere lo svilup-po della contrattazione di secondo livello e, al suo interno, il welfare aziendale come sostituto totale o parziale della componente mone-taria, insieme alla possibilità di pro-gettare e implementare il piano con strumenti più flessibili, avrà come conseguenza una diffusione più am-pia dei piani sul territorio. Punto di attenzione dovrà essere non solo la capacità di gestire i tecnicismi legati all’ implementazione del piano, ma anche comprendere il cambio cul-turale che questo comporterà; sarà fondamentale per le aziende capire l’importanza di una comunicazione interna efficace su finalità e oppor-tunità dei piani welfare.

Francesca Rizzi, Amministratore Delegato di Jointly“Le novità introdotte dalla Legge di stabilità 2016 andranno sicuramente a favorire una maggiore estensione del-le proposte di welfare delle società che già oggi sono attive in questo settore. era, infatti, fondamentale ampliare le possibilità di utilizzo dell’articolo 51,

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sia adeguandolo ai cambiamenti de-mografici della popolazione sia supe-rando il vincolo della volontarietà. in tal senso, si osserva un incremento di richiesta da parte delle aziende a sup-porto della progettazione ed erogazio-ne di alcuni servizi (per esempio, quelli di cura legati alla non autosufficienza); servizi prima scarsamente presidiati anche dalle aziende più grandi. inol-tre, la possibilità di finanziare i piani attraverso i premi di produttività, non-ché quella di far ricorso ai voucher per l’erogazione degli stessi, sarà sicura-mente uno stimolo per avvicinare al welfare anche aziende che fino a oggi non lo hanno preso in considerazione per scarsità di risorse o difficoltà nella gestione operativa dei piani. Ritengo, tuttavia, che la sfida più gran-de per le aziende che si avvicineranno a questo tema sarà quella di dare un senso e una credibilità alle proposte di welfare. Molte imprese ci stanno chie-dendo supporto nella pianificazione e comunicazione dei loro piani, perché – al di là del valore economico – capi-scono che il welfare è un’opportunità vera per migliorare il benessere delle persone e dell’organizzazione e per fidelizzare i collaboratori. Purtroppo non basta avere un qualsiasi progetto di welfare per ottenere questi risultati.È necessario, dunque, articolare una proposta di welfare sostanziata da vera utilità, costruita sulla comprensione

dei bisogni e articolata sulla messa in atto di servizi che diano risposte reali ai desiderata delle persone. in questo senso Jointly si distingue per la costru-zione di una vera e propria rete di servizi e per la capacità di progettare soluzioni costruite su richiesta dei no-stri clienti”.

Fabio Streliotto, Welfare designer & HR consultant di Innova

“in base alle opportunità che si apro-no con la Legge di stabilità, prevedia-mo che l’offerta di welfare aziendale, nel corso del 2016, sarà soggetta a im-portanti sviluppi, in particolare per le PMi. in questo contesto, il ruolo di in-nova sarà quello di facilitatore nelle reti territoriali formate da piccole e medie imprese, oltre a supportare le singole imprese nella gestione dell’offerta di servizi innovativi integrati alle politi-che di welfare locale. a tal proposito abbiamo sviluppato il modello Wel-farenet supportato da WelfarePlace, una piattaforma web pensata per reti di imprese che vogliono offrire servizi e convenzioni per aumentare il potere d’acquisto, migliorare il benessere e la conciliazione vita-lavoro dei lavoratori ma allo stesso tempo con l’obiettivo di sviluppare servizi territoriali fruibili da tutti i cittadini grazie ad alcuni Welfa-rePoint. nel nostro modello è fonda-

mentale partire dall’analisi dei bisogni dei lavoratori, ma anche capire quali servizi sostenere per rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Stando all’indagine condotta nel 2015 – rea-lizzata su un campione di 55 PMi nel-la provincia di Padova, per un totale di 1.403 lavoratori –, le misure di welfare aziendale più richieste da parte dei la-voratori risultano essere: opportunità di formazione (38% dei rispondenti, con picchi del 41% per la fascia 16-40 anni), orari di lavoro flessibili (38% dei rispondenti, con picchi del 47% per la fascia 16-30 e del 41% per la fascia 31-40), i buoni acquisto e i buoni spesa (30% dei rispondenti, con picchi del 45% per la fascia 16-30 e del 40% per le donne). La survey somministrata a 1.418 famiglie dell’alta Padovana ha evidenziato che le misure più richieste sono l’apertura prolungata di negozi e uffici pubblici (50,6%), i servizi do-poscuola (42%), le convenzioni con negozi e associazioni (39,8%). Come si può facilmente evidenziare, in en-trambe le analisi il tema orari e quel-lo dei servizi per aumentare il potere d’acquisto sono tra le priorità dei la-voratori e delle famiglie per migliorare il benessere e la conciliazione tra vita privata e vita lavorativa.Dal nostro punto di vista il futuro del welfare in italia dovrà vedere sempre di più l’integrazione del welfare pub-blico, aziendale e familiare, con il ri-sultato di offrire servizi migliori e più efficienti a tutta la collettività. Questo non può avvenire solo ‘per legge’, é un processo che richiede impegno e col-laborazione ma soprattutto prevede un cambiamento culturale profondo al fine di generare valore condiviso”.

Andrea Verri, Founder & Ceo di Amilon“La nuova normativa sul welfare aziendale non ci coglie di sorpresa. Da tempo stiamo monitorando il set-tore e, negli anni, abbiamo visto cre-scere l’interesse delle aziende verso

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lo strumento del voucher, per la sua flessibilità e semplicità di fruizione; in particolar modo del voucher digitale, del quale ci consideriamo pionieri. La Legge di stabilità 2016 costitu-isce una vera e propria svolta per le aziende, i dipendenti e il settore di riferimento, che vede sicuramente un aumento della competitività, ma anche un ampliamento dell’offerta e dei servizi. in tale contesto è impor-tante garantire qualità ed efficienza e un attento e costante supporto alle esigenze delle aziende.in amilon stiamo lavorando per am-pliare l’offerta di voucher digitali rela-tivi all’erogazione di beni e prestazioni per le finalità richiamate dall’articolo 100 del TUIR, oltre ai fringe benefit che gestiamo da diversi anni in part-nership con più di 50 insegne retail nazionali, siti e-commerce e operatori petroliferi. L’ampliamento dell’offer-ta riguarderà ambiti come l’edutain-ment, l’istruzione, la ricreazione e il tempo libero, per completare un as-sortimento che già oggi prevede vou-cher viaggi (alpitour, Volagratis, ecc.) ed entertainment (Sky, buoni cinema, ecc.). in tal senso abbiamo già stretto partnership strategiche con aziende operanti nel mondo del fitness, del benessere e dell’istruzione, che lance-remo a breve sul mercato.nel corso degli anni abbiamo visto aumentare la domanda di voucher

digitali nel mondo del welfare sia da parte di operatori specializzati del set-tore sia direttamente dalle aziende. il trend, a nostro parere, tenderà a cre-scere, grazie a una nuova sensibilità che questa legge, di fatto, ha percepi-to e tradotto in norma. non si tratta solo di una crescita quantitativa, ma anche qualitativa. Le richieste delle aziende, oggi, entrano nelle specifico di parametri oggettivi quali affidabili-tà dei partner, efficienza organizzativa e utilità percepita del servizio da parte dell’utente finale, ossia il dipendente. il vantaggio della nostra offerta è la sua proposizione digitale, comprensi-va anche di una serie di piattaforme tecnologiche flessibili e innovative, che permettono alle aziende di otti-mizzare i costi logistici e di gestione”.

Alessandra Vultaggio, Responsabile BU welfare di Edenred

“Dopo l’aumento a 7 euro del tetto defiscalizzato sui buoni pasto elettro-nici, ecco arrivare la seconda impor-tante, e tanto attesa, innovazione in tema di welfare ed employee benefit.Come ben spiegato dalla professores-sa Maino, la Legge di stabilità rappre-senta una profonda innovazione sot-to due importanti aspetti: l’ampiezza dei servizi fruibili dai dipendenti e la semplificazione delle modalità di

implementazione dei piani e di ac-cesso ai servizi, attraverso l’utilizzo di voucher. Sono queste due condizioni essenziali per lo sviluppo e il successo delle iniziative di welfare aziendale, finora rimaste appannaggio preva-lentemente di medio-grandi aziende. edenred, inventore del Ticket restau-rant, ha già vissuto e concretamente sviluppato il welfare aziendale nel mondo, sia con piattaforme avanzate di flexible benefit – come nel caso di inghilterra, Spagna, Portogallo, italia e Paesi dell’est europa – sia attraver-so voucher per i servizi alla persona, come in inghilterra, francia, belgio e brasile. oggi la grande opportunità in italia è quella di vedere concretiz-zati i risultati positivi raccolti da altri Paesi attraverso la voucherizzazione dei servizi di welfare. Dove è stato ap-plicato, il modello ha portato non solo aumento del potere d’acquisto dei lavoratori, ma anche ottimizzazione dei costi per le aziende, incremento ed emersione del Terzo Settore, con importanti effetti occupazionali e sul PiL, nonché un incentivo al lavoro femminile, grazie a un migliore equi-librio vita-lavoro.Questi sono effetti diretti misurabi-li e misurati. in francia dal 2005, grazie al voucher universale CeSU (Cheque emploi Service Universel) sono stati creati 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro. in italia si potrebbe-ro creare già nel primo anno circa 300mila nuove aziende e posti di la-voro qualificati, pari a circa un pun-to di PiL in più. edenred è dunque pronta a rispon-dere alla sfida con una suite mirata di soluzioni: in concreto, gli utenti che beneficeranno di un piano wel-fare potranno sia accedere a speci-fiche piattaforme web based attra-verso cui comporre un pacchetto personalizzato di servizi sia ricevere i nuovi Ticket Welfare per accede-re in modo semplice e immediato a un’ampia gamma di servizi”.