Le nostre storie

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Classe 2B della Scuola Media di Predazzo Anno scolastico 2008/2009 1

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Lavoro svolto in un'ora opzionale dagli alunni della classe 2B

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Classe 2B della Scuola Media diPredazzo

Anno scolastico 2008/2009

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Page 2: Le nostre storie

1) Il drago Zeus   ................................................................................pag.  3

2) Le avventure di Raimondo   ..........................................................pag.  5

3) Ciccio al salvataggio   ....................................................................pag. 10

4) Il drago Gino   ................................................................................pag. 14

5) Il mostro fortunato   .....................................................................pag. 16

6) I Dragalli Alati   ..............................................................................pag. 20

7) Il piccolo draghetto Tiger   ............................................................pag. 24

8) Il drago Dixi   .................................................................................pag. 26

9) Scedo e Sara   ................................................................................pag. 30

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Un bel giorno la mamma di Zeus decise di mandare a scuola il suo figlioletto.Zeus non voleva perché era in classe con dei bambiniche lui non conosceva. Alle fine la mamma loconvinse ad andare. Il drago volò per 5 minuti soprala città. Arrivato a scuola era emozionato e nonvoleva entrare nella sua classe perché secondo lui loavrebbero preso in giro. Infatti, appena entrato inclasse, tutti iniziarono a ridere, tranne due bambinedi nome Sara e Veronica; il drago si mise a piangere.Durante la ricreazione il drago iniziò a mangiare la sua merenda ma ad un certo

punto arrivarono dei bambini che iniziarono aprenderlo in giro e lui si mise a frignare. Sara eVeronica difesero il drago, il drago ringraziò ledue bambine e giocarono insieme. Alla fine dellascuola il drago decise di invitare le nuove amichea casa sua. Stabilirono di incontrarsi nelpiazzale della scuola il pomeriggio e si diederoappuntamento alle 4. Andarono poi tutti a

mangiare. Alle 4 il drago cercò le due bambine, le trovò ma di nascosto sentì le due bambineparlare male di lui. Allora il drago disse alle due ragazze che non le voleva più vedere.Le bambine si scusarono, ma il drago non accettò leloro scuse e scappò via da scuola piangendo. Il giornodopo Veronica e Sara non volevano più fare del maleal drago. Quel giorno il drago non si era presentato ascuola e le sue compagne erano molto tristi. Locercarono dappertutto e alla fine lo trovarono in unbosco. Il drago fu molto dolce e accettò le loro scuse.

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Alla domenica il drago decise di invitare Sara e Veronica a fare shopping; volòper tutto il paese, chiamò le due sorelle che salirono sulla schiena del drago ed insiemesi divertirono un mondo. Verso sera tornarono a casa, ma il drago era stato moltocontento e non le voleva lasciare più andare via. Alla fine però si salutarono e il dragotornò a casa sua. Il giorno dopo a scuola il drago portò le caramelle in quanto era ilsuo compleanno. Tutti gli fecero gli auguri e tirarono le sue lunghe orecchie. Doposcuola le due bambine dissero al drago che si sarebbero incontrati il pomeriggio alle4.30. Lui accettò l’invito. Alle 4.25 il drago andò a casa loro e bussò alla porta dellesue due nuove amiche. Entrò, e si trovò in mezzo a coriandoli e torte per la sua festa,i suoi compagni spuntarono fuori e gli cantarono “Tanti auguri a te...”.

Il drago si era commosso perché pensava che a nessuno importasse del suocompleanno. Festeggiarono fino alle 23,30 e come regalo le due sorelle gli diedero unciondolo color oro. Quel ciondolo però era magico: quando le due bambine sitrovavano in pericolo il ciondolo d’oro suonava, così avvertiva il drago in modo chepoteva andarle a salvarle! Lui chiese loro se potevano andare a casa sua a dormire.

Le bambine chiesero ai loro genitori se potevano andare a dormire a casa deldrago; questi all'inizio dissero di no perché non sifidavano del drago ma poi ci ripensarono e cambiaronoidea. Fecero un pigiama party, e dopo siaddormentarono. La mattina si svegliarono e restaronotutto il giorno da lui. Il drago era felicissimo perchéavrebbero potuto stare insieme a loro per tutto il giorno. Dopo restarono a dormire perqualche giorno e ogni mattino andavano a scuola insieme in groppa al drago. Qualchetempo dopo però il drago, stanco di vivere da solo in quell’immensa casa, si precipitòda Sara e Veronica piangendo. Le bambine preoccupate chiesero al drago cosa gli fossesuccesso. Zeus rispose che era stufo di vivere da solonella sua casa. Le mamme sentirono il drago e loinvitarono a vivere insieme alle due bambine; luiaccettò. Vissero così felici e contenti e il drago non sisentì più solo !

Veronica Dellantonio

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LE AVVENTURE

DI RAIMONDOVoglio raccontarvi una bella ed emozionante storia. Spero che vipiaccia !!!!!!

Tanto tempo fa sulla Luna, un pianeta molto affascinante, c’eraun paese di nome Mascolpit dove vivevano degli abitanti un po’strani, tra cui Raimondo, un personaggio molto raffinato. Quasisempre indossava il fiocco rosso, perché lui pensava che fosseimportante essere eleganti.

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Raimondo lavorava nel bar più bello di tutto il paese, si chiamava“Bar Sig”. La sua casa si trovava vicina a quel locale e perciò nonarrivava mai in ritardo al lavoro.

Lui voleva conquistare una RAGAZZA di nome Silvia, che moltevolte andava nel suo bar a bere un caffè: quando Raimondo laserviva diventava tutto rosso, cosa che accadeva anche quandoci pensava.

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Dovete sapere che Raimondo era magico o meglio aveva delledoti magiche nelle mani: quando cucinava ci metteva solo 1secondo e tutto era pronto !!

Finalmente dopo un po’ di tempo riuscì a CONQUISTARLAdandole un anello d’ oro bianco con un brillante al centro.

I due decisero presto di sposarsi nella loro chiesetta dimontagna. Il paesaggio era veramente speciale, vicino allachiesetta c’erano tre alberi: uno con la chioma rotonda, unoquadrata e uno triangolare, tutti con colori vivaci. Gli alberi

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erano eleganti e maestosi, a parte uno che era piuttosto basso esenza voglia di vivere. Erano circondati da un immenso tappetoverde, cosparso di foglie arancioni, gialle e rosse.

Gli alberi non si muovevano, perché non c’era vento che li potessemuovere. Erano circondati anche da un cielo limpido e un mucchiodi uccelli dormivano fra i loro rami.

Vicino c’era anche un orto con molte coltivazioni, ma era autunnoe perciò non c’erano quasi più. Le foglie degli alberi si spargevanoper tutto l’orto, erano gialle con vene più chiare e macchiolinepiù scure, con un gambo lungo: correvano, saltavano e giravano susé stesse intorno all’orto.

Erano bellissime e sembravano divertirsi un mondo.I nostri sposini vissero felici e contenti in un bellissima villettacon due incantevoli gemelline: LELLY e KELLY.

Siccome erano uguali alcune volte si confondevano, ma poiriuscivano a distinguerle.

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E ora ditemi: vi è piaciuta la STORIA ??

FINE !!!!!!ALESSIA FELICETTI

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ra un giorno come tutti gli altri e Ciccio sialzò dal letto. Fece colazione con vermifritti raccolti la sera precedente e melma

bollita. Si fece poi un bel bagno nel fango, e andòa controllare nella buca delle lettere per vedere sec’era posta per lui. Vide un messaggio, lo prese elo lesse:

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MESSAGGIO PER CICCIO CICCIONE

La tua spasimante è stata rapita e imprigionata nella stanza più remota della torre .

Parole della principessa :

o mio amor corri a salvarmi !!!!

il re Arturo

FINE MESSAGGIO

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Oh no!!!!!!!!!!!!! La principessa Fiona, la mia amata, è stata rapita!! Devoassolutamente andare a salvarla!

Entrò in casa, una casetta piccola ma graziosa con una piccola porta colorcioccolato. La casa è fatta tutta di legno con un tavolo e un piccolo letto.Sul tavolo c'era un cestino con dentro alcune provviste; lo prese e partì allaricerca della sua amata. Corri e corri, dopo un po’ si fermò a pensare: “Sulla lettera c’era scritto che Fiona è imprigionata nella stanza più remota!Ma quale?!” Ciccio si mise seduto per terra con le gambeincrociate facendo yoga!  Ciccio aveva deipoteri magici: poteva vedere con la forza delpensiero qualunque cosa lui chiedesse. Cicciologicamente chiese dove era imprigionataFiona! Gli venne una risposta: “Girati, c’è un buconel cancello entrarci e vedrai…” Ciccio senza perdere un minuto ma soprattutto senza pensare a quello chegli sarebbe potuto succedere, entrò e ... si ritrovò in un bosco incantato!!Si guardò attorno e vide dei fiori giganti, un villaggio fatto di dolciumi masoprattutto il castello dove era stata rapita la sua amata!

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Si rimise a correre e si ritrovò davanti una porta gigantesca!! Ciccio conmolto coraggio entrò e si diresse verso la stanzapiù remota del castello! C’era una cosa che nonconvinceva Ciccio: “Ma perché non c’è neancheuna guardia?” Pensò con le idee confuse!!!Arrivato davanti alla porta la apri e trovò Fionasdraiata sul letto che piangeva!!! Fiona si alzò evedendo che era Ciccio gli corse in contro e lo

abbracciò!! Fiona gli raccontò che quel castello era disabitato e che ilprincipe Arturo l’aveva rapita solo perchénon si era sposata con lui! Ciccio e Fionatornarono a casa molto felici e il giorno dopoCiccio chiese a Fiona: “MI VUOISPOSARE?” La principessina moltoemozionata rispose di si!!!!!!!!!!! Sisposarono e da quel giorno vissero tutti e duefelici e contenti!!!!!!!!!!!!

SOFIA OSS

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Il drago Gino abitava nelle lontane,sperdute e tenebrose montagne del mondofantastico dove nessuno che non abbia leali ci può arrivare.

Lui non era cattivo come i suoi compagnidraghi ma era bravo, ma per restare fra isuoi simili doveva saper uccidere una

persona dimostrandolo a tutti.

Il drago Gino cominciò a studiare le mosse degli umani per attaccare euccidere uno di essi.

Il drago venne però scoperto da un bambino di nome Giovanni e diventanoamici; il drago lo andava a trovare tutti isanti giorni, ma di nascosto.

I draghi però riuscirono a scoprirlo edallora decisero di fargli uccidere non unuomo qualunque ma proprio il suo amico. Ildrago non sapeva cosa fare: se uccidereGiovanni e restare fra i suoi simili oppurese andare via mantenendo l’amicizia con il

suo amico e magari andare a vivere con lui.

Ma alla fine decise di optare per la seconda scelta.

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I draghi lo scacciarono senza pietà,sputando fuoco dalla bocca; il drago allorascappò verso la casa del suo amicoGiovanni .

L’amico, dopo aver sentito la storiaaccadutagli, accettò di ospitarlo nel suogarage.

E da quel giorno i due vissero per sempreassieme felici e contenti nella casa di Giovanni.

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Il mostro fortunato

Tanto  tempo   fa,  c’era  un  mostro  che  si  chiamava  Sfortunello:  era  un  tipobrutto,  ma  molto  simpatico.  Purtroppo  non  conosceva  nessuno;   tutti  avevanopaura di lui e appena lo vedevano scappavano e non si facevano più vedere. 

Sfortunello   era  molto   dispiaciuto   perché     non   voleva   essere   escluso   dalmondo.

Era   un  animale  di  una   specie  mai   vista,   così   gli   abitanti   di  Giangi  Giupensavano   in  tutti   i  modi  di  ucciderlo  o  di  acchiapparlo,  per  fortuna  era  moltoagile e forte e riusciva a difendersi. Non voleva far male a nessuno, ma era l’unicomodo per non farsi uccidere.

Il suo muso era rugoso e tutto amacchie,   i   suoi   occhi   erano   di   uncolore  marrone   scuro,  quasi  nero,  efacevano  molta  paura.   Il   suo   corpoera   fatto   come   il   muso   e   lui   sivergognava molto.

Un  giorno  stava   tornando  dallasua   solita   passeggiata   delpomeriggio,   quando   calpestò   unafoglia,   sentì   un   voce   che   diceva“raccoglimi, raccoglimi…”

Sfortunello   eseguì   il   comando:d'altronde era la prima volta che qualcuno gli rivolgeva la parola!

Dopo aver raccolto e osservato bene la foglia si sedette ai piedi di un albero,che era magico;  lui non sapeva dei poteri che avesse l’albero,  in realtà pensavafosse  solo  un  albero  come   tutti  gli  altri.  Appena  si  appoggiò  al   tronco  vennecatapultato dentro ad una specie di   ascensore magico. Salì per tutto il tronco epoi volando su un tappeto a forma di foglia girò tutto il mondo e l’universo.

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Quando  atterrò si trovò di fronte una forestagigantesca, piena di liane e alberi. Non avevaidea  di  che  posto  si  trattasse,  ma  era  sicuroche avrebbe trovato qualcosa di interessante.Si infilò  tra i rami e le liane e cercò un postodove stabilirsi per quei giorni di permanenza.

Per una volta Sfortunello si sentiva fortunato epensò che quell’avventura gli avrebbe portatosolo del bene. 

Girò tutta la giungla, ma non riuscì a trovare un posto dove potersi stabilire;allora visto il posto e la quantità di materiale per costruire qualunque cosa riuscì,pezzo  per  pezzo,  a  mettere  assieme  rami,  foglie  e  fango  per  farne    una  piccolacapanna. 

Era   già   tarda   ora   quando   sisistemò  nel   letto  che  aveva  costruitocon   legno  e   foglie  molto  morbide;  siaddormentò   e   cadde   in   un   sonnoprofondo.

Il   giorno   dopo   si   risvegliò   e,allegro come non era mai stato, preseda   un   piccolo   armadietto,   semprefatto   da   lui   il   giorno   prima,   dellafrutta   che   aveva   trovato   durante   ilcammino.

Partì  per  una  passeggiata.  D’untratto scoprì un laghetto: era il momento giusto per farsi un bagno. Si tuffò e dopouna bella nuotata uscì, si scosse per asciugarsi e alzando lo sguardo vide una grottamolto lontana.

Andava tutto a meraviglia. Pensò che quella poteva essere la sua nuova casa ,così  rifletté  e  decise  di  andare  a  prendere   le  riserve  di  cibo  e  partire  per   la  suanuova abitazione.

Dopo qualche ora arrivò di fronte alla grotta. Contento e tranquillo posizionòla   sua   roba;  nel   raggiungere   la  grotta  aveva   trovato   tanta   frutta  e  un   foglia

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grandissima   con   la  quale   trasportò   il   cibo  dalla   capanna;   si  portò  anche  unacoperta che aveva trovato in mezzo al bosco il giorno precedente. 

La   grotta   era   buia   e   fredda,  ma   per   fortuna   quel   giorno   c’era   un   solecaldissimo e così la grotta si riscaldò e allo stesso modo si illuminò.

Vide anche che nella grotta anche c’era unarmadio pieno di vecchie cianfrusaglie.

In   quel   momento   si   sentì   un   rumore:sembrava quasi il verso di un animale!

Improvvisamente nel rifugio di Sfortunelloentrò  un  piccolo  orsetto:  era   stato   lui  aemettere quel verso?

Sfortunello a quel punto capì che la grottaera la casa del piccolo orso!

Quell’orsetto non era cattivo, ma nonvoleva che qualcuno gli rubasse la casa: si

trovava nella stessa situazione di Sfortunello.

Divennero   amici   e   condivisero   lagrotta.

Una   sera     Gigi,   l’orsetto,   estrassedall’armadio   una   sfera,   la   porse   aSfortunello   e   gli   disse   che   potevaesprimere   tre   desideri.   Sfortunello   noncredeva alle proprie orecchie.

Pensò   che   doveva   sfruttare   benequell’occasione,  non   capita   tutti   i  giorniche qualcuno venga a dirti che puoi esprimere tre desideri.

La cosa che comunque desiderava di più era diventare un uomo affascinante eintelligente,  era proprio il suo sogno. Decise  di impiegare  la prima occasione peresaudire     il  desiderio  della  sua  vita.  Pertanto  pronunciò  un   incantesimo  che  gliaveva  detto  Gigi  e  così,  dopo  essere  stato  travolto  da  un  vortice  magico,   il  suodesiderio si esaudì.

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Sfortunello  aveva  Gigi  sempre  accanto e    si  raccontavano  le  loro  avventure,insieme  vivevano  benissimo  anche  se  uno  era  un  orso  e  uno  un  umano.  Questadifferenza complicava un po’  le cose, ma aveva anche dei vantaggi.

A Sfortunello non piaceva essere diverso dal suo amico, che aveva già sprecatoi  suoi  desideri  e  così,  siccome  a  Gigi  andava  bene  di  diventare  un  uomo,  usò   ilsecondo desiderio per far diventare Gigi come lui.

Gli amici erano come il burro e la marmellata, Sfortunello però voleva tornarenel suo paese di Giangi Giu.

Una sera i due amici parlarono del fatto che Sfortunello voleva tornare a casa.

Decisero che tutti e due dovevano partire per Giangi Giu.

Partirono con la sfera e arrivarono a destinazione all’alba.

Sfortunello  accompagnò  l’amico alla sua vecchia casa (i due alberi), ma nonera il massimo per due uomini come loro. Decisero di andare in città e trovarsi unacasa. Sfortunello sapeva dove si trovava l’agente immobiliare, si recarono assieme,videro  molte case, ma decisero  di prendere quella meno costosa. Il problema erache tutte costavano un sacco di soldi.

Era   giunto   il   momento   di   esprimere   il   terzodesiderio:   diventare   miliardari   per   sempre.   Cosìcomprarono  una  delle  case  più  belle  (non   importava   ilcosto),  vissero  per  sempre  felici   insieme  nella  casa  cheavevano comperato, tutti e due diventarono  insegnanti professionisti, finalmenteebbero una vita felice.

Decisero  che i loro nomi non andavano  bene,  allora  Gigi decise di chiamarsiFrancesco De Alberoni e Sfortunello si chiamò Paolo De Giangi.

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MARIANNA BERNARDI

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C’era una volta un branco di una specie a noi sconosciuta;erano - e forse sonoancora -, dei draghicon la coda dicavallo e un paio diali.

Il capo branco sichiamava Medoro;lo si identificavadal-la corona cheportava sulla testa.

Questo gruppo si poteva avvistare in tutte le parti delmondo, infatti tutti gli esemplari di quella specie sul corpoavevano un simbolo di infinito proprio perché erano“infiniti”.

Un bel giorno, nelluogo dove si trovavaMedoro, alcunimembri del branco,dopo aver mangiatoun'erba strana, simisero a dormiremolto profondamente.

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Medoro, incuriosito da quello strano comportamento,decise di mettersi in cammino in cerca di un possibilerimedio a questa stranezza, anche se non sapeva doveandare. Dopo qualche ora di cammino si mise a piovere e,per ripararsi, decise di andare sotto un salice piangente lìvicino; ma si addormentò pure lui. Dormiva già daparecchie ore quando  sognò un piccolo elfo con dellebraghettine verde acceso, la camicetta bordeaux, le miniscarpette marroni e, per finire, un cappellino a puntaverde con un ciuffetto sulla punta color bordeaux che glidisse : “Il rimedio che tu staicercando è un frutto rosso,tondeggiante ed ha un gustonon dolce e neanche amaro,che matura su alcunepiantine alte circa trentacentimetri e cresce nei campi”.Così  si rimise in cammino percercare quel rimedio.

Dopo un po’ arrivò in unacittadina che si affacciava sul mare dove una nave stavapartendo. Medoro senza farsi vedere saltò su e si nascose inuno sgabuzzino.

Lì si addormentò e appena si svegliò sbirciò fuori e siaccorse che la nave era ferma nel porto di un’altra città.Così scese e proseguì con il cammino. Piano piano, preseuna strada di ghiaia.

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PERCORSO!!    

Questa continuava fino ai piedidi due montagne altissime, e leattraversava. All’interno sembravadi essere in una galleria buia eumida dove non c’era vita, soloqualche pipistrello. Camminacammina si ritrovò ai piedi di unacollina piena di foglie secche, ma

la cosa buffa era che non si vedeva neanche l’ombra di unalbero; arrivato sulla cima guardò giù ma la situazioneera uguale e si vedeva la strada continuare.

Dopo aver camminato un altro po’ si trovò davanti a uncampo con alcune piantine alte trenta centimetri circa conattaccati degli ortaggi somiglianti a quelli delladescrizione, così provò ad assaggiarne uno. Ma appena lomise in bocca, si accorse che non era affatto ciò checercava, quello era del peperoncino molto piccante e appenaMedoro lo assaggiò il viso gli diventò completamente rosso egli usciva addirittura del fumo dalle orecchie.

Così riprese velocemente il cammino e continuò fino adarrivare ad un ponte che passava un torrente non tantolargo; l’unico problema era che il ponte traballava e nonsapeva come fare in quanto aveva un po' di paura.

Allora prese la rincorsa e fece un salto spettacolare,lungo e alto che lo portò dall’altra parte incolume.

Era molto stanco, affamato e un po’ deluso perché fino aquel momento non aveva trovato neanche una traccia delrimedio; ma quando sembrava fosse tutto inutile vide inlontananza un altro campo pieno di piante con attaccatidegli ortaggi rossi.

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La delusione svanì in un solo colpo e anche la fame nonsembrava più esserci così si mise a correre; quando Medorolo raggiunse pieno di speranza, cominciò ad assaggiare ifrutti rossi: erano proprio quelli giusti! Inoltre, neanchefarlo apposta ,vicino al campo c’era pure un sacco.

Così non perse tempo prezioso e cominciò a riempirlo;quando fu pieno non aveva ancora finito le piante, maquello che riuscì a prendere bastava per tutti i suoicompagni. Allora si riavviò per la strada di ritorno che glisembrò molto più facile. Arrivato dai suoi compagni chedormivano beati e increduli di tutto quello che era successo,Medoro gli fece mangiare l’ortaggio e loro subito sirisvegliarono.

Lui raccontò loro l’accaduto e, come si suol dire,VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI!!!.

DRAGALLO ALATO!!!

NADIA ROCCA

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C'era   una   volta,   poco   più   lontano   dalla   nostra   età,   un   piccolodraghetto  di  nome  Tiger;  era  molto   triste  e   solo,  perché  non  avevanessuno che gli facesse compagnia. Allora dopo alcuni giorni si rifornì dicibo  e  del  minimo   indispensabile  per   restare   fuori   casa  e   si  mise   incammino, alla ricerca di un amico che gli sarebbe stato fedele. Dopo unalunga   camminata   fuori   casa,   si   stancò   e   si  mise   su   un   sasso   e   siaddormentò  subito,  perché  era  molto  affaticato  e  aveva  gli  occhi  rossi.Passata la notte, Tiger si rimise in cammino e dopo alcuni chilometri trovòuna coniglietta che stava piangendo. Tiger si avvicinò a lei e le domandò ilperché  del  pianto,  ma   lei  non  rispose  perché  era  troppo  preoccupata.Dopo  aver  convinto   la  coniglietta  a  parlare  gli  domandò  perché  avevapianto.  La  coniglietta  gli  disse    che  non    aveva  nessun  amico,  allora   ildrago decise di giocare con lei. La coniglietta accettò, ma c’era ancora unacosa  che  il  drago  non  sapeva:   il  suo  nome.  Lei  rispose  che  si  chiamavaPasqualina.  Giocarono   fino  al  giorno  seguente,  ma   loro  volevano  staresempre insieme, divertirsi e trascorrere delle belle avventure.

Il drago andò a casa di Pasqualina, e lì giocarono tutto il pomeriggio,ma   lui  aveva  preso  una grande   cotta   per   Pasqualina,  manon riusciva a dichiaragli i   suoi   sentimenti.   In   fin  dei   contianche   lei   aveva   preso una   cotta   per   Tiger.   Andaronoassieme   al   parco   a prendersi   un   gelato.   Mentrepasseggiarono  si  dissero che   erano   innamorati   l’unodell’altro. Così si fidanzarono e diventarono morosi. 

Ad   un   certo   punto,   Pasqualina   vide   un   altro   coniglietto   che   glipiaceva. Allora a quel punto lei non sapeva più cosa fare, si lasciarono e

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rimasero  tutti  soli.  Dopo  alcuni  mesi  di  riflessioni   lei  aveva  capito  cheaveva perso un pezzo della sua vita. La coniglietta voleva rimediare al suogrosso errore, allora scrisse una lettera a Tiger con le sue sincere scuse.Quando il drago ricevette la lettera pianse dalla gioia. Subito incominciò aleggerla;   le   rispose   che   voleva ritornare   insieme   a   lei   eche   in  questi  mesi  non   aveva fatto altro che pensarla. Gliscrisse  anche  che  per   rivedersi dovevano   incontrarsi   inuna   crociera.   Quel   giorno   si incontrarono   davanti   allanave, lui gli fece un regalo, lei lo baciò e gli diede una rosa...Dopo due mesi si sposarono e fecero tanti incroci di razza.

SERENA BRIGADOI     

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Tanti anni fa appesa alla torre più alta del paese c’era una statua di drago…Un giorno una stregaccia si avvicinò allastatua e la trasformò in un drago vero! Leivoleva spaventare gli umani e impossessarsi delloro mondo diventando la loro padrona … Benpresto però la strega si liberò del drago perchénon faceva affatto paura e poi era stolto e nonsapeva nemmeno sputare fuoco. Il drago erapiuttosto grande come dimensioni, ma nonaveva l’aspetto del cattivo. Era di colore bianco

a macchie nere e aveva sul dorso delle grandi ali azzurre. Così il povero Dixi si ritrovò solo e abbandonato in mezzo ad una

strada. Decise allora di cercarsi una casa disabitata dove stare. Trovòproprio quello checercava: una casa fuoricittà disabitata. Eramolto vecchia e le paretisi stavano staccando.

Questa era moltogrande e spaziosa ed erapiena di ragnatele,davvero terrificante! Lacasa era anche piena di

polvere e purtroppo lui era allergico. Così poco dopo aver messo piede in casacominciò a starnutire e ad un tratto … un fortissimo starnuto fece tremarela casa! Un mobile si rovesciò e si aprì un cassetto. All’interno c’era un

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grande librone impolverato, Dixi lo aprì e scoprì che narrava proprio la suastoria!

Così scoprì di avere un drago gemello dinome Fufi. Incuriosito dall’idea diavere un gemello partì alla sua ricerca,anche se impaurito dall’idea diincontrare gli uomini. In paese incontròun ragazzo che appena lo vide sispaventò a morte e svenneall’improvviso. Il ragazzo aveva lafaccia da gentile, era abbastanza alto e

magro e i suoi capelli erano dritti come se avesse appena visto un fantasma. Il drago lo annusò per bene e sentì che sapeva di buono, capì così che potevafidarsi di lui e gli chiese aiuto. Il ragazzo accettò volentieri e ascoltò coninteresse la storia dell’amico Dixi.

Capirono che non sarebbe stato facileritrovare il gemello, ma non siscoraggiarono e si misero in cammino.Dovettero subito attraversare un’enormeforesta di ghiaccio. Entrandoavvertirono subito un brivido di freddo edi paura. Gli alberi sembravano deigrossi mostri con tentacoli pronti adafferrarli. Non si sentiva alcun rumore

tranne l’ululato del vento gelido. Si fecero coraggio e avanzarono concautela facendo attenzione a non scivolare sul terreno ghiacciato.

Tutto ad un tratto il buio li inghiottì impedendo loro di trovare lastrada giusta. All’improvviso Dixi perse l’equilibrio e scivolò in un burronetrascinando con sé il suo amico. Dopo un grande salto nel vuoto avvertironoun grande calore e un forte odore di zolfo. Si guardarono spaventati attornoe si accorsero di trovarsi sopra un masso all’interno di un vulcano prossimo

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all’eruzione. Il magma ribolliva tutto attorno a loro e la temperaturacontinuava ad aumentare… All’improvviso ci fu una forte scossa diterremoto seguita da un esplosione. Cosicché furono scaraventati fuori dalcratere assieme a cenere e lapilli!

Sorvolarono la foresta e finirono in uno strano paese …

Quando si risvegliarono erano su letti piccoli e dei folletti li stavanocurando. Quando gli elfi si accorsero del loro risveglio spiegarono l’accadutoai due nuovi arrivati. Dixi però non aveva tempo di stare ad aspettare, luidoveva andare a cercare suo fratello e sicuramente i folletti non sarebberoriusciti a fermarlo. Così si alzo subito dal letto e uscì. Davanti ai suoi occhivide su una piccola montagna un arcobaleno e decise di arrampicarsi per

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vedere cosa c’era dall’altra parte … anche l’amico umano lo accompagnò esorpassata la montagna videro con sorpresa una statua di drago.

Dixi riconobbe subito suo fratello Fufi intrappolato in una statua acausa di un malefico incantesimo, ma purtroppo non sapeva come liberarlo escoppiò in lacrime …

All’improvviso dalle lacrime di Dixi, dall’affetto dell’amico uomo edegli elfi la statua cominciò a tremare e tutto ad un tratto Fufi diventò undrago vero e i due gemelli poterono finalmente riabbracciarsi …

I draghi decisero di restare nel villaggio dei folletti assieme all’amicoumano e a tutti gli amici elfi. Così il giorno dopo i folletti organizzaronouna grande festa per dare loro il benvenuto! Da quel giorno vissero tuttiinsieme felici e contenti.

Dellagiacoma Sara   Indice

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C’era una volta una tigre, che abitava in un grandissimo ebellissimo castello, isolato dal paese in una immensa prateria con lasua famiglia.

Era una tigre siberiana, e in quel regno tutti gli animali avevano leali.

Un bel giorno dopo aver giocato con il fratellino, decise di andar afarsi un bel bagno nel lago.

Arrivata lì, stava per immergersi, quando vide sull’altra sponda unragazza che piangeva disperatamente. Si avvicinò e le chiese: “Come mai piangi?”

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“Piango perché Giuliano ilcacciatore, mentre correvo ingroppa a Fulmine, il mio cavallo,alla ricerca di bacche, avevasistemato una trappola e ci siamofiniti dentro, e ci siamo ritrovati atesta in giù. Ci ha portato nel suorifugio, nel bosco; mi ha lasciatoandare però Fulmine se lo è tenutoper venderlo in un circoall’estero.” disse lei dolorante. “Ma perché proprio il cavallo?”domandò. “Perché il cavalloall’estero è molto richiesto esoprattutto perché c’è una razzache non ha le ali…” disse laragazza. “Ma allora ti do una mano, ti aiutoa riprendere il tuo Fulmine emanderò via Giuliano una volta

per tutte!” esclamò. “Sarà troppo tardi, a quest’ora l’avrà gia venduto…” disse.“Ma no…! Se ci sbrighiamo, magari possiamo farcela!!!” affermò. “Grazie mille! Allora andiamo”Salì allora in groppa alla tigre e si diressero verso il bosco.”Come ti chiami?” domandò la ragazza. ”Mi chiamo Scedo, e tu?””Mi chiamo Sara, grazieancora che mi aiuti!!!”esclamò lei.“Di niente è unpiacere…”.Arrivati nei pressi dellacasa del cacciatore sinascosero dietro uncespuglio e guardaronoda lontano se c’era ilcane di Giuliano, unferoce e cattivo boxerche faceva la guardia.“Non c’è, sarà dentro con lui.” disse la ragazza.

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“Possiamo andare; dove si trova Fulmine?” chiese la tigre.“Vedi, si trova li, dietro quella porta, dai avviciniamoci…”

Si avvicinarono quatti quatti e provarono ad aprire la porta, maahimè, era chiusa.

Ad un tratto a Sara venne in mente che aveva visto Giulianosistemare la chiave in una rientranza del muro; apri una piccolaporticina e trovò la chiave. Felici aprirono di corsa la porta etrovarono Fulmine legato ad un palo. Sara corse verso di lui e iniziò adaccarezzargli il muso.

“Scedo, come facciamo a tagliare la corda?” domando lei. AlloraScedo si avvicinò al cavallo e tirò fuori gli artigli, tagliò la corda euscirono e... si trovarono davanti il cane di Giuliano che alla loro vistainiziò ad abbaiare furiosamente.

Di corsa iniziarono a correre, e Scedo a volare.Giuliano sentendo udire il cane, prese il fucile e venne fuori di

casa, sparò 2 colpi a Scedo che essendo molto veloce e snello li evitò,ma il terzo… lo colpì ad una zampa e cadde per terra dolorante.

Sara fermò Fulmine e si girò per andare a salvarlo, ma Scedo legridò di andare via e che se la sarebbe cavata da solo. Sara allora condelle lacrime che scendevano sul volto se ne andò con un buco nelcuore…

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Uscita dal bosco decise di andare al castello dove abitava lafamiglia di Scedo per riferire del triste avvenimento accaduto.

La famiglia alle sue parole invece di scoraggiarsi ordinò subito alleguardie di andare a salvarlo.

Intanto nella baita di Giuliano Scedo era stato messo in unagabbia su di una jeep per portarlo all’estero.

In men che non si dica arrivarono le guardie cioè i leopardi, velociaccerchiarono Giuliano e lo avvolsero con una corda impedendogli lafuga; Scedo venne liberato e portato a casa.

Tutti erano felici e Scedo andò da Sara ringraziandola per averracontato ai suoi cosa era successo e soprattutto per averlo salvato.Sara rispose che anche lui aveva fatto lo stesso per Fulmine e poi pergli amici si farebbe di tutto.

Da allora Sara e Fulmine rimasero ad abitare con Scedo nelcastello e restarono amici per sempre.

Valle Sabrina

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