L’e learning

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Università degli Studi dell’Aquila Facoltà di Scienze della Formazione Anno Accademico 2010 – 2011 Insegnamento di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento TESINA L’e-learning La nuova frontiera dell’apprendimento

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Università degli Studi dell’Aquila

Facoltà di Scienze della Formazione Anno Accademico 2010 – 2011

Insegnamento di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento

TESINA

L’e-learningLa nuova frontiera dell’apprendimento

Docente StudentessaV. Pellegrino Eleonora Capone Matr. 181726

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INTRODUZIONE..............................................................................................1

CAPITOLO I.....................................................................................................4

Introduzione all’e-learning.............................................................................41.1 Generazioni e storia della Fad...............................................................61.2 La FaD di prima generazione................................................................71.3 La FaD di seconda generazione............................................................91.4 La FaD di terza generazione................................................................10

CAPITOLO II.................................................................................................12

Paradigmi dell’apprendimento......................................................................122.1 Paradigma razionalista-informazionista..............................................132.2 Paradigma sistemico-interazionista.....................................................142.3 Paradigma costruttivista-sociale..........................................................15

CAPITOLO III...............................................................................................18

Elementi essenziali dell’e-learning...............................................................183.1 Forme di apprendimento.....................................................................223.2 Modelli didattici..................................................................................253.3 Blended learning e andragogia............................................................273.4 Le caratteristiche tecnologiche dell’e-learning...................................303.5 Strumenti di collaborazione e comunicazione....................................34

CAPITOLO IV................................................................................................39

Le figure professionali dell’e-learning.........................................................39Considerazioni finali.....................................................................................43

Problematiche e potenzialità dell’e-learning................................................43

BIBLIOGRAFIA..............................................................................................48

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INTRODUZIONE

Sin dall’antichità i filosofi si sono interrogati sulla natura dell’essere

umano, in che modo l’educazione possa rispettarla, e sulla tensione tra

educazione individuale, che ha lo scopo della realizzazione libera

dell’individuo, ed educazione sociale, che ha l’obiettivo di trasmettere i valori

di una determinata società. Solo nel Novecento, la scuola è divenuta, almeno

di diritto, una realtà di tutti e per tutti, anche se, di fatto, in vaste aree del

mondo, l’alfabetizzazione di massa non è ancora completata. Agli inizi di

questo secolo l’educazione si trova di fronte a nuove problematiche; non si

tratta soltanto di rispondere all’accusa di autoritarismo, ma anche di ridefinire

gli ambiti delle discipline che convergono all’interno delle scienze

dell’educazione, conciliare le esigenze qualitative con quelle quantitative

(relative alle procedure di apprendimento, alle tecnologie, all’organizzazione

della scuola), considerare il ruolo dei media e i fenomeni di globalizzazione;

ma si tratta anche di decidere e ridefinire la posizione dell’insegnante che deve

diventare un educatore complesso e non un semplice applicatore di metodi e

tecnologie.

L’evoluzione tecnologica ha esercitato un impatto notevole sul sistema

insegnamento-apprendimento, sia nell’ambito della formazione sia

dell’aggiornamento, facilitando il contatto e l’erogazione dei servizi al docente

e allo studente, migliorando la comunicazione e ottimizzando l’uso delle

risorse umane e strumentali. Nella società della conoscenza, l’e-learning si

mostra come un’alternativa reale, non più solo un’ipotesi per il futuro, ma

un’ulteriore possibilità per l’apprendimento. “L'istruzione è un'esigenza della

società che, generazione dopo generazione, deve porsi il problema di definire

natura, modalità e finalità dell'educazione. Essa subisce oggi una rapida

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trasformazione, imponendo così alla scuola una risposta adeguata ai nuovi

bisogni formativi. Nell'età del villaggio globale, dove la comunicazione si è

smisuratamente moltiplicata anche per via delle nuove tecnologie, la scuola

non può pensare di trasmettere tutte le conoscenze necessarie alla vita adulta.

Piuttosto che contenuti, essa deve fornire strumenti e sviluppare capacità che

rendano gli individui disponibili ad apprendere. L'alunno deve innanzitutto

imparare ad imparare"1.

L’e-learning, infatti, propriamente utilizzato, consente di modificare il

modo di fruire e fare didattica, trasformando la comunicazione unilaterale e la

supervisione dall’alto verso il basso in un lavoro di gruppo, d’interazione e

cooperazione tra pari. La figura principale non è più quella del docente, ma si

sviluppa una comunità costituita da docenti, tutor e studenti. La presenza del

docente naturalmente non può essere sostituita, piuttosto gli strumenti

informatici possono rappresentare un valido e potente supporto alla didattica

tradizionale. Non a caso i migliori risultati si ottengono con una scelta blended

in cui parte del corso è erogata in presenza con tradizionali lezioni frontali e

parte online con attività ed esercitazioni da svolgere all’interno di una

piattaforma e strumenti per l’interazione tra i diversi attori.

Insomma, cambia il modo di fare didattica: lo studente è messo in

condizione di apprendere qualcosa non soltanto ed esclusivamente dalla

lezione del docente e dallo studio dei libri, ma anche attraverso lo scambio

intellettuale tra colleghi, grazie all’interazione favorita dalla rete. Con tale

metodologia, dunque, non si vuole semplicemente trasmettere il sapere, ma

piuttosto si mira a rendere gli studenti interattivi non solo con il docente ma

anche tra loro, e si tende a stimolarli a compiere un proprio percorso

formativo, a pensare in modo autonomo, a prendere iniziative originali per la

risoluzione di un problema d’interesse comune. 1 Trombino, M., Studi di Storia della filosofia: Un percorso sul concetto di educazione. Dai modelli dell’antichità classica all’idea di una pedagogia scientifica nella società complessa http://www.ilgiardinodeipensieri.com, 2004

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Il tema centrale di questa tesi riguarda proprio il rapporto

formazione/tecnologia e in particolare come la tecnologia sia riuscita a

cambiare le modalità di erogazione e di fruizione della formazione.

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CAPITOLO I

Introduzione all’ e-learning

Con il termine e-learning si intende una particolare forma di

apprendimento supportata da strumenti elettronici. Numerose sono le

definizioni di e-learning che si rintracciano nella documentazione, sia cartacea

che on-line: secondo la definizione riportata nel Glossario Asfor, “l’e-learning

è una metodologia didattica che offre la possibilità di erogare contenuti

formativi elettronicamente (e-learning) attraverso Internet o reti Intranet. Per

l’utente rappresenta una soluzione di apprendimento flessibile, in quanto

fortemente personalizzabile e facilmente accessibile”2. Esso “presuppone l’uso

delle reti digitali, sia con modalità sincrona che asincrona, per la distribuzione

dei corsi e le attività relative di insegnamento; la gestione dei servizi

amministrativi; la fornitura di servizi di assistenza ai discenti”3.

La Comunità Europea definisce l’e-learning come “l’uso di nuove

tecnologie multimedia e di Internet per migliorare la qualità

dell'apprendimento mediante l'accesso a risorse e servizi e a collaborazioni e

interscambi a grande distanza”. Nella categoria dell’e-learning rientrano

numerose pratiche (lezioni in video-conferenza, apprendimento on-line,

attività e strumenti diversi), per cui è molto difficile, visto anche lo sviluppo

attuale del settore, dare una definizione esaustiva che le comprenda tutte. In

ogni caso, il termine e-learning, da un lato implica, l’adozione di determinati

strumenti tecnologici che fungono da mezzo per l’erogazione di un corso di

2 Glossario Asfor, in lettera Asfor n.3, 2003.3 Farrel, G.M. (a cura di), The changing Faces of Virtual education, The Commonwealth of Learning, 2001, Vancouver.

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apprendimento a distanza, e dall’altro sottolinea lo scopo dell’e-learning

stesso, cioè l’apprendimento vero e proprio.

Nella società della conoscenza, l’e-learning sembra essere una soluzione

a molti dei nuovi problemi che il mondo della formazione deve affrontare. In

particolare ne vengono esaltate l’indipendenza dai vincoli spazio temporali e

l’economicità; consentirebbero interventi formativi a distanza più rapidi e

flessibili, e quindi più adatti a discenti che spesso sono già inseriti nel mondo

del lavoro e che difficilmente potrebbero seguire i ritmi imposti dalla didattica

tradizionale.

Nonostante gli indiscutibili vantaggi in termini di tempo e di risparmio

economico, quindi, si rende necessaria oggi una riorganizzazione dell’intero

intervento formativo, il quale non può essere una “copia” tecnologicamente

adatta di quello tradizionale o per corrispondenza, in quanto i suoi presupposti

sono mutati.

Bisogna, in altre parole, comprendere che la così detta FaD di terza

generazione in realtà è un modo nuovo di fare formazione che, per quanto

riprenda alcune caratteristiche delle due generazioni che l’hanno preceduta, è

per molti aspetti, diversa da esse.

1.1 Generazioni e storia della Fad

Il concetto di istruzione a distanza è naturalmente antecedente a quello

di e-learning e fa riferimento ai primi esperimenti di formazione a distanza (in

seguito Fad) messi a punto allo scopo di liberare l’attività di formazione dai

vincoli di spazio e tempo dell’insegnamento in presenza.

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L’ISFOL nel Glossario di Didattica della Formazione4 definisce la FaD

come “una strategia formativa che consente di partecipare ad un insieme di

attività formative strutturate in modo da favorire una modalità di

apprendimento autonomo e personalizzato, discontinuo nel tempo e nello

spazio.”

Un’altra definizione prevede la FaD come “l’insieme dei metodi

didattici in cui, a causa della separazione fisica tra gli insegnanti e i discenti, la

fase interattiva dell’insegnamento (stimolo, spiegazione, domande, guida),

come inoltre quella pre-attiva (scelta degli obiettivi, compilazione del

curriculum e delle strategie didattiche), è condotta per mezzo cartaceo,

meccanico, elettronico”5.

L’espressione “a distanza” indica la mancanza di una continuità spaziale

o temporale tra chi insegna e chi impara. Per superare tale intervallo bisogna

ricorrere ad una tecnologia di collegamento che garantisca la comunicazione

tra le due parti secondo regole e criteri di studio formalmente esplicitati.

Generalmente l’evoluzione storica della Fad, legata allo sviluppo delle

tecnologie dell’informazione e della comunicazione, è segnata da tre tappe

fondamentali, individuate da Nipper nel 19896 e che corrispondono allo

sviluppo degli elementi di supporto e di divulgazione dei contenuti didattici:

1. formazione per corrispondenza (prima generazione),

2. formazione multimediale (seconda generazione),

3. formazione in rete (terza generazione).

4 ISFOL Glossario di didattica della formazione, ed. Franco Angeli, Milano, 1991.5 M. Moore in G. Costa, E. Rullani, 1999.6 Nipper S., “Third generation distance learning and computer conferencing”. In Mason R. e Kay A.(a cura di) Mindweave: Communication, Computers and Distance Education, Oxford, UK, Pergamon Press, 1989.

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1.2 La FaD di prima generazione

Gli esperimenti di Fad di prima generazione risalgono alla metà

dell’Ottocento e corrispondono ai corsi di didattica per corrispondenza.

Il mezzo utilizzato è, infatti, il servizio postale che, soprattutto nei Paesi

di lingua inglese, ha il compito di diffondere opuscoli e altri supporti didattici

di tipo cartaceo agli allievi. Il successo di questi primi esperimenti di Fad è

dovuto anche all’efficienza della rete postale in grado di garantire una

diffusione capillare dei materiali; in Italia l’esperienza più importante è

costituita dalla Scuola Radio Elettra, un istituto privato torinese che dal 1951

diffonde corsi di formazione professionale su tutto il territorio.

Il modello formativo si può riassumere come segue:

1° fase di auto-apprendimento: lo studente studia da solo il

materiale didattico inviatogli;

2° fase di valutazione e auto-valutazione: il discente

esegue gli esercizi di valutazione; in questo modo ha anche la

possibilità di auto-valutare il grado di conoscenze raggiunte

confrontandole con quelle richieste dal corso;

3° fase di invio via posta degli esercizi svolti all’ente

erogatore della formazione;

4° fase di feedback dell’ente erogatore: l’ente erogatore del

corso fornisce un feedback all’allievo appena possibile.

Nei corsi per corrispondenza, il feedback della quarta fase era l’unico

modo in cui entravano in contatto “il docente” e l’allievo.

Successivamente la Fad si arricchisce di un’importante scoperta, la

radio, la cui adozione comporta il passaggio da una modalità di

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comunicazione uno a uno, ad un’altra uno/pochi a molti (broadcast). Grazie

alla radio, e in seguito anche al telefono, si cominciano a vedere i primi servizi

interattivi di assistenza a beneficio degli studenti; in ogni caso si è ancora di

fronte a una didattica che non offre possibilità di apprendimento collaborativo

o di condivisione delle informazioni tra discenti. L’allievo usufruisce del

materiale secondo i propri bisogni, servendosene nei tempi e nei luoghi

preferiti e con metodi di studio personalizzati.

1.3 La FaD di seconda generazione

È con la fine degli anni ’60 del secolo XX, grazie all’avvento di

specifiche istituzioni e giovandosi della diffusione dei nuovi sistemi

multimediali quali il testo scritto, la radio, il telefono, la televisione, le

audiocassette e successivamente di software didattici, videoregistrazioni (i

cosiddetti sistemi FaD plurimediali o di seconda generazione), che l’istruzione

a distanza si trasforma radicalmente, cercando la forma migliore di connubio

tra media, contenuto dell’apprendimento e risorse istituzionali disponibili.

Vengono introdotti i primi supporti audio-visivi. La televisione risulta

essere un media facilmente fruibile che può raggiungere come la radio un gran

numero di persone contemporaneamente, essendo di grande impatto cognitivo

per le sue caratteristiche multimediali (i suoni, sfumature di grigio per il

bianco e nero delle immagini intorno alla metà degli anni ’70 si presentano sul

mercato i primi registratori video con lo standard VHS (video home system).

In questo modo le persone interessate hanno la possibilità di registrare

le trasmissioni televisive per rivedersele successivamente, assecondando così

le proprie necessità e personalizzando i tempi di fruizione.

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Gli enti erogatori di corsi potevano consegnare i contenuti in

videocassetta agli allievi. Anche in questo caso i vantaggi introdotti da questa

tecnologia non riuscivano ad andare oltre il modello di comunicazione

monodirezionale (uno a uno, uno-molti).

Gli strumenti tecnologici cambiano il modo di presentare i contenuti

della formazione: dalla semplice lettura di libri e dispense si passa alla

fruizione dei contenuti in audio e video, ma il modello pedagogico resta

immutato.

Ci sono molti vantaggi in questo modello: il soggetto lontano dall’ente

erogatore del corso, con la radio e la televisione ha la percezione di essere

meno isolato; familiarizza con le voci e i volti che gli provengono dalla radio e

dalla TV anche se non si può ancora comunicare in tempo reale con i docenti,

se non telefonicamente o raramente con incontri in presenza.

Il concetto di aula o classe non esiste ancora in questo contesto, di

conseguenza la comunicazione tra i soggetti è pari a zero. Avere a

disposizione differenti e molteplici supporti per l’apprendimento è una

premessa indispensabile per la trasformazione della lezione frontale in

processo learner centred, centrato cioè non solo sulle esigenze formative, ma

anche cognitive dell’utente.

1.4 La FaD di terza generazione

La terza generazione della Fad prende avvio nella seconda metà degli

anni Novanta ed è senza dubbio quella che porta con sé gli elementi più

rivoluzionari nel modo di intendere il progetto didattico. Tale passaggio è

segnato dalla diffusione di Internet e dal suo utilizzo non solo in ambito

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professionale ma anche familiare, dall’aumento dei supporti tecnologici alla

didattica (software, piattaforme, archivi digitali…), dalla nascita di forme di

comunicazione sincrone mediate dal computer (chat-line, videoconferenza,

aula virtuale), dall’avvento del digitale e dall’applicazione delle interfacce

cosiddette user-friendly che facilitano l’utilizzo per l’utente. Inoltre ci sono

nuovi supporti di memoria: alle cassette audio si vanno ad aggiungere i floppy

disk e i CD ROM; questi possono essere consegnati agli allievi con all’interno

interi corsi preconfezionati.

Tali strumentazioni veicolano però ancora un’istruzione a distanza

costruita sul self-learning e offrono scarse prestazioni in termini di interattività

e multimedialità. La vera rivoluzione perciò, soprattutto per quello che

riguarda i paradigmi dell’apprendimento, è l’applicazione delle reti

telematiche. Grazie alla standardizzazione dei protocolli del Web e alle nuove

forme di abbonamento, Internet si diffonde in modo esponenziale e attraverso

la Rete si moltiplicano le forme di interazione tra utente e sistema informatico;

nell’ambito dell’istruzione a distanza si può iniziare a parlare così di

interazione vera e propria tra docente/discente e tra discenti stessi e si va verso

un modello di apprendimento di tipo learning by doing, cioè fondato

sull’esperienza, e learner centered, centrato sull’allievo.

L’utilizzo della Rete permette, inoltre, di collegare individui distanti

geograficamente, che così possono interagire e lavorare su un obiettivo

comune di apprendimento.

“L’elemento rilevante che caratterizza questa fase della FaD è il

tentativo di superare la distanza sociale, oltre che geografica”7, affermano nel

loro libro Calvani e Rotta. Non si deve trascurare che le condizioni migliori

per la formazione e l’apprendimento sono quelle che consentono l’interazione

allievo- docente e allievo-allievo, cioè quelle che si realizzano in una comune

7 Antonio Calvani, Mario Rotta, Fare formazione in Internet. Manuale di didattica on-line, Trento, Erickson, 2000.

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aula scolastica. Pertanto, l’obiettivo primario della FaD attuata mediante l’uso

di internet è quello di riprodurre questo tipo di interazioni. Non basta che

docente e allievo/i siano contemporaneamente presenti sulla rete, è necessario

creare le condizioni affinché anche gli studenti possano stabilire una

favorevole rete di scambi reciproci.

Aumentano, quindi, le occasioni di interazione interpersonale che, se

rivolte a uno scopo educativo o di aggiornamento di competenze, realizzano il

tanto auspicato apprendimento collaborativo, una delle possibilità senza

dubbio più efficaci dell’e-learning. Il salto di qualità che si è prodotto con

l’avvento della terza generazione di Fad sta nell’aver individuato nell’utente e

nella rilevanza dei contenuti la base da cui partire per la progettazione di un

efficace corso di apprendimento a distanza. Accanto a questa considerazione

se ne è fatta strada un’altra, ugualmente importante, relativa alla scelta tra

formazione in presenza e formazione a distanza. Se prima le due metodologie

didattiche erano ritenute come due alternative opposte, attualmente è possibile

considerarle, invece, come due modi complementari e coesistenti di intendere

l’intero percorso formativo dell’individuo. La stessa formazione in presenza

continuerebbe a garantire l’importanza del contatto diretto tra docente e

discenti e il valore della gestualità, mentre l’e-learning diventerebbe un

momento secondario di approfondimento e riflessione attraverso l’uso di

contenuti multimediali e svincolato dai limiti della formazione in presenza.

Nella FaD di terza generazione si sviluppano i primi CAI (Computer

Aided Instruction) e CBT (Computer Based Training) e nascono espressioni

come IBT (Internet Based Training) e il WBT (Web Based Training).

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CAPITOLO II

Paradigmi dell’apprendimento

Il passaggio alle diverse fasi della Fad è caratterizzato dall’evoluzione

delle tecnologie della comunicazione e comporta un progressivo cambiamento

dal punto di vista dei paradigmi dell’apprendimento. Accanto all’evoluzione

degli strumenti di volta in volta utilizzati, si registra un graduale mutamento

dei metodi e delle procedure didattiche. In particolare si passa da una didattica

basata sul “sapere cosa”, ad un’altra fondata sul “saper fare”, un passaggio

segnato dall’evoluzione dal paradigma razionalista-informazionista a quello

costruttivista-sociale.

2.1 Paradigma razionalista-informazionista

Tale paradigma intende la comunicazione, più specificamente quella

didattica, come trasferimento di un’informazione/messaggio da un emittente

(l’insegnante) a un ricevente (l’allievo). In tale modello, in cui è centrale la

trasmissione del messaggio, la comunicazione non è altro che un trasferimento

d’informazione. Diventa importante, quindi, allo scopo di ridurre le difficoltà

nell’apprendimento, la perfetta comprensione del contenuto del messaggio.

Un’impostazione di questo tipo è alla base dell’approccio comportamentista,

che ha generato importanti conseguenze in ambito pedagogico-educativo:

l’apprendimento è inteso meccanicisticamente come un addestramento fatto di

precisi metodi messi a punto allo scopo di garantire, in ordine e tempi ottimali,

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il possesso di una serie di nozioni in base a programmi didattici di tipo

“chiuso”. La trasmissione delle conoscenze ha carattere collettivo, mentre il

controllo degli apprendimenti è di tipo individuale. Nonostante sia innegabile

che questo modello di programmazione della didattica abbia contribuito a

rendere più scientifico l’insegnamento, tuttavia la natura del sapere acquisito

in tal modo resta di tipo statico e dichiarativo (“sapere cosa”, basato su

memorizzazione e abilità nel produrre risposte corrette), anche nel caso di

apprendimento a distanza, laddove il testo scritto è sostituito dalla

registrazione audiovisiva di lezioni verbali o da quella digitale di testi.

2.2 Paradigma sistemico-interazionista

Tale paradigma postula un apprendimento per scoperta e considera la

comunicazione didattica come un insieme sistematico e tecnologico di

relazioni interpersonali. Rilevante importanza acquista l’analisi, da un punto di

vista pragmatico, delle interazioni, nonché delle regole e delle motivazioni alla

base di ogni scambio linguistico. Due aspetti essenziali del modello

interazionista sono costituiti dall’analisi della comunicazione educativa

(influenza del docente/formatore, sentimenti e idee degli allievi) e dal rilievo

dato all’esperienza vissuta dai gruppi, intesi, questi ultimi, come luogo sia

d’incontro in cui si realizzano le interazioni, sia di apprendimento in cui si

lavora congiuntamente per uno scopo comune. Diventa centrale non più il

“sapere cosa”, ma il “sapere come”, ossia la ricerca di procedure di soluzione

di problemi che emergono dall’esplorazione della realtà.

L’insegnante non svolge più il ruolo di trasmettere e/o spiegare le

conoscenze, ma quello di guidare i discenti verso i metodi appropriati per

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risolvere i problemi, nonché di scegliere i media più adatti a creare ambienti di

apprendimento amichevoli, informali e coinvolgenti emotivamente.

L’utilizzo di tale paradigma nell’e-learning richiede un uso dei media

distinto per funzioni didattiche e la realizzazione di programmi aperti, costruiti

sulle risposte dell’allievo; cambia il ruolo svolto dalle tecnologie della

comunicazione: da semplici strumenti per comunicare, diventano ambienti in

cui comunicare.

2.3 Paradigma costruttivista-sociale

Sulla base delle teorie di J. Piaget, L. Vygotskij e J. S. Bruner, in tale

paradigma la mente è vista come costruttrice di significati e di senso

nell’interazione con l’ambiente. La conoscenza è costruita dall’esperienza e,

come tale, è ancorata al contesto; l’apprendimento è una personale

interpretazione del mondo e ha carattere attivo e collaborativo (“saper fare”).

L’ambiente di apprendimento che ne scaturisce è da intendersi come luogo in

cui gli individui coinvolti nell’apprendimento si aiutano reciprocamente,

ricorrendo a molteplici strumenti e risorse informative.

Forte rilievo è dato alla comunicazione e alla cooperazione,

all’autonomia di scelta del discente in fatto di percorsi e obiettivi, alla

molteplicità delle piste percorribili e allo studio per casi. Il gruppo diventa il

luogo in cui apprendere in modo attivo e collaborativo, fermo restando che è

sempre il singolo a progettare il proprio percorso, in quanto l’apprendimento è

individuale. La programmazione didattica, quindi, è centrata sugli studenti e

sulle interazioni che si creano fra loro.

Le possibilità offerte dalla nuova tecnologia e gli strumenti da questa

messi a disposizione rivoluzionano il mondo della formazione a distanza in

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quanto offrono nuovi punti di vista e impongono un approccio diverso. Il

cambiamento di prospettiva creatosi negli ultimi anni nell’ambito

dell’apprendimento a distanza riguarda proprio questo aspetto: la tecnologia

non è più considerata soltanto un semplice supporto, ma una parte costitutiva

della didattica stessa.

L’uso delle tecnologie multimediali presuppone un cambiamento

fondamentale: dal modello d’insegnamento tradizionale, basato sul rapporto

insegnante/classe e insegnante/allievo a un modello a tre elementi:

insegnante/media/allievi. Ciò vuol dire che il rapporto tradizionale

insegnante/allievo, fondato sull’interazione faccia a faccia e sul supporto del

libro stampato, si arricchisce di un terzo elemento, il media, e il tradizionale

supporto cartaceo viene sostituito con supporti multimediali audio/video, che

veicolano linguaggi analogico-digitali. In tale prospettiva cambia anche il

ruolo dell’insegnante/formatore, riqualificato come interprete/mediatore tra le

informazioni che arrivano dalla macchina e il processo di conoscenza dei

discenti.

E’ evidente che le soluzioni tecnologiche offerte dai diversi produttori

di piattaforme ed erogatori di corsi on-line non bastano a rispondere

all’interrogativo sul modello didattico di riferimento, per cui qualsiasi

soluzione tecnologica non è di per sé sufficiente a garantire il successo e

l’efficacia di un percorso di apprendimento a distanza. Non si può, infatti,

pensare di trasferire meccanicamente gli elementi essenziali e le figure della

didattica in presenza nella Rete e non capire come la portata innovativa dell’e-

learning risieda proprio nella possibilità di riconfigurare i ruoli dell’allievo,

del maestro e in generale di tutto l’insegnamento. In definitiva, nessuna

soluzione tecnologica sarà mai efficace senza un adeguato modello

pedagogico a sostenerla. Per gli operatori del settore si tratta sostanzialmente

di verificare se l’applicazione delle nuove tecnologie permetta o meno di

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migliorare e di rendere più efficace il processo di apprendimento, o se invece

non ci siano miglioramenti sostanziali dal punto di vista qualitativo

2.4 Nuovi ambienti per l’apprendimento

Uno degli elementi che caratterizzano l’e-learning, insieme alla distanza

degli utenti e al supporto tecnologico, è la diffusione in rete. Con lo sviluppo

di questa nuova metodologia didattica, la Rete si configura come un nuovo

ambiente di apprendimento, diverso da quelli dell’istruzione in presenza, che

necessità perciò di modelli interpretativi distinti.

In questo nuovo ambiente di apprendimento vengono a ridefinirsi il

concetto stesso di sapere, nonché quelli di tempo e spazio relativi al percorso

di apprendimento. Il sapere veicolato da un ambiente Internet si caratterizza

come un “sapere-flusso”, come cioè una forza in continuo movimento e

trasformazione, che favorisce l’attività di ricerca, diverso dal sapere

preordinato o organizzato gerarchicamente. Tale interpretazione dinamica

dell’attività del conoscere è strettamente funzionale alla struttura stessa della

rete, che si configura, appunto, come un ambiente costituito da numerose reti

tra loro connesse che favoriscono, quindi, un percorso di conoscenza più

variegato e complesso. Anche spazio e tempo, subiscono un processo di

trasformazione; nella formazione in presenza e in definitiva in tutta la storia

dell’istruzione, il tempo dell’apprendimento è inteso in senso lineare e a volte

rigidamente definito sulla base della programmazione scolastica, una

concezione favorita dalla struttura stessa del testo stampato che veicola

un’interpretazione “chiusa” della conoscenza attraverso l’organizzazione in

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capitoli. A differenza di quello stampato, il testo web, o meglio i tanti testi che

si incontrano durante il percorso di navigazione, non hanno affatto una

struttura lineare, né impongono gerarchie ma, anzi, si strutturano come una

serie di rimandi e si combinano con quell’interpretazione dinamica della

conoscenza e propensione alla ricerca.

Il testo in rete è quindi veramente in continua evoluzione e viene

modificato di giorno in giorno, favorendo in tal modo una reale partecipazione

da parte del lettore-fruitore impegnato nell’attività di lettura-ricerca. A

differenza dell’ipertesto, essenzialmente quello dei CD-ROM, che prometteva

solo sulla carta un lettore-autore, il cui percorso, fatto di links, era in realtà il

frutto delle decisioni del vero autore dell’ipertesto, il testo web richiede un

ruolo veramente attivo da parte dell’utente, più aperto alla trasformazione e

all’interazione. Per quanto riguarda il concetto di tempo, nel web si realizza il

superamento del tempo tradizionalmente inteso del processo di

apprendimento, cioè scandito in modo sequenziale e ordinato, a favore di un

tempo più libero dalla successione prima, durante e dopo e legato alla

navigazione casuale e alla costruzione intenzionale e dinamica del sapere.

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CAPITOLO III

Elementi essenziali dell’e-learning

Se nei primi progetti di Fad l’attenzione era rivolta soprattutto alla

produzione dei materiali didattici, piuttosto che ai bisogni dei fruitori, solo in

un secondo momento e con il progredire delle tecnologie, si sviluppa la

progettazione di corsi maggiormente personalizzati che guardano ad un’utenza

più frammentata, specializzata e desiderosa di costruire autonomamente la

propria conoscenza. Ed è proprio su quest’ultima impostazione che si è venuto

a definire l’e-learning, letteralmente “apprendimento elettronico”, si propone

come una modalità o meglio come un sistema di formazione, dove ciò che

assume valore è il processo all’interno del quale la singola attività formativa è

inserita. Questo significa che per parlare di e-learning non è sufficiente

utilizzare la rete per la fruizione dei corsi o per la comunicazione fra docenti e

studenti ma è necessario individuare strumenti flessibili e contenuti adeguati

in grado di abbattere le barriere temporali e spaziali della formazione

tradizionale.

Per Elliot Maise, uno dei maggiori esperti al mondo in materia, e-

learning significa utilizzare le tecnologie di rete per progettare, distribuire,

scegliere, gestire e ampliare l’apprendimento. Questa breve definizione ci

suggerisce quattro nodi fondamentali: con l’e-learning cambia il modo di

pensare e progettare i contenuti formativi; cambia il modo di organizzarli e

archiviarli; cambia la modalità di fruizione e di scelta da parte dell’utente;

cambia la modalità di erogazione dei contenuti e di gestione del processo.

La Commissione delle Comunità Europee propone la seguente

definizione di e-learning: “e-learning is a learning focused approach to the use

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of a new multimedia technologies and the internet to improve the quality of

learning by facilitating access to resources and services as well as remote

exchanges and collaboration.”8 Questa definizione presenta l’e-learning come

pratica formativa che si serve della tecnologia, ma evita l’esclusione di tutti i

suoi sviluppi che verranno presentati nei paragrafi successivi.

Più in generale, con il termine e-learning si intende “l’uso delle nuove

tecnologie multimediali e di internet per migliorare la qualità

dell’apprendimento”, e questo miglioramento viene ottenuto “facilitando

l’accesso alle risorse e ai servizi come pure gli scambi e le collaborazioni fra

le persone”. Il termine è tuttavia molto ampio e comprende una serie di

espressioni più specifiche come ad esempio online learning o distance

learning. In esso confluiscono significati legati all’educazione aperta e

multimediale e ad internet.

Grazie all’uso della rete l’e-learning può, inoltre, raggiungere un

grandissimo numero di utenti a costi ridotti, consentendo uno scambio

continuo di informazioni tra tutti partecipanti all’esperienza formativa (allievi,

docenti, tutor, valutatori) e stabilendo i presupposti per un reale

coinvolgimento tra università, scuole e aziende nella messa a punto di

competenze sempre più qualificate. Si realizzerebbe in tal modo un legame

continuo tra learning e working in un’ottica non solo lavorativa, ma secondo

la prospettiva del life long learning. Attraverso l’e-learning nascono, inoltre,

forme di comunicazione che coinvolgono un gran numero di persone che, una

volta connesse alla rete, possono interagire in modo bilaterale o collaborativo,

prospettando uno scenario caratterizzato da modelli di cooperative learning,

l’apprendimento favorito dalla collaborazione tra soggetti di un certo gruppo.

Proprio questo tipo di apprendimento è quello su cui oggi si punta di più nella

progettazione di un corso di apprendimento on line perché la cooperazione tra

8 Commission of the European Communities, The use of ICT to support innovation and lifelong learning for all. A report on progress , Brussels, 2008, SEC (2008), 2629 final.

20

Page 22: L’e learning

i soggetti in formazione diventa l’elemento chiave per sopperire alla mancanza

di relazioni sociali in presenza. Tale dimensione è, tra l’altro, facilmente

realizzabile grazie all’impiego dei nuovi media e alla loro duttilità, che

favoriscono così lo sviluppo di ambienti comuni di acquisizione del sapere e

di condivisione delle competenze. Questi ambienti, seppur virtuali, oggi sono

sempre più costruiti in maniera verosimile e danno l’idea al discente di

trovarsi in situazioni concrete in cui è possibile effettuare delle azioni e

ricevere feedback rispetto alle scelte fatte. L’importanza di tali ambienti è

legata allo sviluppo di un apprendimento basato sull’esperienza e, quindi,

contestualizzato. L’adattabilità del mezzo e la possibilità di creare nuovi

ambienti ricchi di stimoli formativi per il discente sono attualmente elementi

basilari per l’espansione di tali metodologie didattiche.

La scelta a favore dell’e-learning presuppone, come suggerisce lo stesso

termine, un’integrazione tra due ambiti tradizionalmente lontani e distinti per

linguaggi e metodologie, quello della tecnica e quello dell’apprendimento. Si

tratta ora di vedere se tale avvicinamento comporta una reale ricomposizione

tra questi settori così diversi, e quindi un effettivo cambiamento soprattutto

per quanto riguarda la qualità della didattica e della formazione, o se si è di

fronte soltanto a un avvicinamento temporaneo la cui portata innovativa resta

solo sulla carta. L’attesa dei numerosi operatori del settore sta proprio nel

vedere come e se la contaminazione tra media interattivi e sistemi formativi

produrrà un salto qualitativo in questo senso. Si avverte, quindi, la necessità di

verificare se l’e-learning porta con sé un reale mutamento pedagogico o se non

sia in realtà soltanto un tentativo di riproporre, attraverso l’uso di nuovi

supporti tecnologici, i vecchi modelli didattici dell’insegnamento in presenza.

21

Page 23: L’e learning

3.1 Forme di apprendimento

L’e-learning permette di andare oltre le tradizionali forme di

apprendimento, basate sulla comunicazione uno-molti, e di mettere a punto

nuovi modelli didattici fondati sulla cooperazione e l’interattività.

Naturalmente, a seconda dei contesti di utilizzo, dei partecipanti e della

natura del corso, l’e-learning assume caratteristiche diverse; vengono così a

crearsi differenti strategie di apprendimento:

Autoapprendimento individuale - lo studente sperimenta un percorso di

apprendimento fortemente individualizzato e autogestito. Tale percorso può

avvenire secondo le caratteristiche di una libera navigazione in rete alla ricerca

di materiale (autoapprendimento informale), o all’interno di una determinata

struttura organizzativa e formativa e quindi mediante il supporto di tutor o

assistenti (autoapprendimento assistito). Questi ultimi hanno il compito di

guidare lo studente nella scelta del proprio percorso, garantendo allo stesso

tempo un apprendimento libero e autonomo. Nel primo caso prevale la

responsabilità dell’individuo e la sua disposizione alla ricerca, nel secondo

caso l’individuo mette in atto una comunicazione in rete con il tutor di

riferimento che lo guida nella ricerca del materiale. In entrambi i casi si tratta

di una particolare forma di e-learning che riguarda soprattutto i singoli

individui che apprendono in modo isolato o all’interno di organizzazioni

differenti (scuola, università, formazione professionale).

Nel caso in cui l’e-learning si organizza in maniera strutturata e all’interno di

processi di apprendimento intenzionali, allora si parla di formazione vera e

propria. Tale formazione può avvenire in modo non collaborativo o

collaborativo.

22

Page 24: L’e learning

Formazione strutturata non collaborativa - si basa su processi formativi

intenzionali e, pur non utilizzando la dimensione del cooperative learning, è

comunque incentrata sul discente e i suoi bisogni. Prevede, infatti, la

possibilità di personalizzare il percorso di apprendimento attraverso la

modularità e quindi sfruttando la metodologia dei learning objects. Orientare il

soggetto in formazione nella costruzione del percorso è compito del tutor, per

questo l’interazione è soprattutto tra docente e discente (uno-molti), mentre è

inesistente la comunicazione tra gli allievi. I corsi sono strutturati e organizzati

secondo degli obiettivi precisi, utilizzano strategie pedagogiche diverse per

facilitare l’apprendimento e vengono spesso erogati su piattaforme. Il

vantaggio di questa tipologia di e-learning sta nella capacità di raggiungere un

gran numero di utenti mantenendo i costi ridotti, ma producendo risultati

efficaci sul piano dell’apprendimento; inoltre è un approccio che favorisce un

reale avvicinamento tra lavoro e formazione - potenzialmente in qualunque

momento della giornata è possibile collegarsi in rete alla ricerca di

approfondimenti culturali o professionali - e si rivolge a un pubblico

variegato: dallo studente al dipendente di un’azienda. Si struttura, in pratica,

un percorso di formazione integrata nel mondo del lavoro, per favorire, ad

esempio, l’aggiornamento professionale, ma anche un’occasione di

approfondimento al di fuori delle istituzioni scolastiche tradizionali.

Formazione strutturata collaborativa - questo tipo di formazione, secondo un

approccio costruttivista al sapere, si pone come obiettivo la realizzazione di un

apprendimento collaborativo, costruito cioè sull’interazione tra tutti i

partecipanti al processo formativo. Anche in questo caso i corsi sono

organizzati e programmati secondo scopi specifici, ma vengono richiesti ai

discenti livelli più elevati di professionalità, autonomia e motivazione ad

apprendere. Si tratta sostanzialmente di gruppi o anche di comunità di pratica

23

Page 25: L’e learning

che utilizzano forme di collaborazione per favorire e rendere più efficace

l’apprendimento. Nel caso delle comunità di pratica, queste ultime vengono a

costituirsi quando si prospetta il bisogno di un apprendimento orientato allo

svolgimento di un compito; si costruisce in tal modo un’identità collettiva

legata alla condivisione di obiettivi e di pratiche. Nelle comunità di pratica

ogni individuo si impegna in vista di un obiettivo comune, negoziando

all’interno del gruppo il proprio ruolo e il modo in cui svolgerlo. Secondo gli

studi di E. Wenger9, le “comunità di pratica” sono caratterizzate da tre

elementi: impegno reciproco (mutual engagement), impresa comune (joint

enterprise) e repertorio condiviso (shared repertoire). Essi fanno riferimento a

un’assunzione collettiva di responsabilità in relazione a uno o più obiettivi da

raggiungere, negoziati all’interno del gruppo e alla costruzione di risorse che

diventano parte stessa della comunità.

Secondo il paradigma collaborativo, tutti gli interessati alla formazione

possono interagire tra di loro, sulla base di una comunicazione molti-molti, per

far emergere esperienze e conoscenze e trasformare tali elementi in un

repertorio codificato e condiviso di saperi. Nonostante siano di solito coinvolti

piccoli gruppi, nel caso in cui i partecipanti siano molto motivati o abbiano

obiettivi professionali precisi, la formazione collaborativa può riguardare

anche gruppi più numerosi. La costruzione del sapere avviene attraverso la

condivisione e l’interazione tra gli individui del gruppo secondo le istanze del

cooperative learning. In questo caso più dei learning objects e della

modularità dei corsi, assume un valore fondamentale lo scambio tra i

partecipanti volto a realizzare un apprendimento collaborativo vero e proprio,

basato sulla motivazione, la socializzazione (soprattutto in ambito scolastico),

la flessibilità e l’innovazione (ambito aziendale). L’utilizzo di un linguaggio

specifico e il rispetto di regole condivise, fanno sì che l’apprendimento

9 Wenger, E., Communities of practice. Learning, meaning and identity. Cambridge University Press, 1998.

24

Page 26: L’e learning

collaborativo favorisca l’emergere di un sentimento di appartenenza e la

formazione di un’identità di gruppo, fattori che a loro volta facilitano la

realizzazione di un’acquisizione condivisa del sapere.

L’approccio costruttivista spinge il discente a essere responsabile del

suo apprendimento e quindi in un certo senso, co-autore di tale processo

attraverso una continua ridefinizione degli obiettivi e una costruzione

dinamica della conoscenza. Il rilievo del paradigma costruttivista

nell’apprendimento di rete sta nella sua capacità di eliminare o comunque

attenuare, gli elementi più deboli della didattica tradizionale che altrimenti

finirebbero con il caratterizzare anche l’apprendimento on-line, quali la

comunicazione unidirezionale tra docente e discente e, quindi, il ruolo passivo

di quest’ultimo. La sfida più impegnativa per gli operatori della formazione e

per i realizzatori di piattaforme, il cui valore è importante tanto quanto la

scelta di una particolare soluzione tecnologica, sta nel costruire ambienti di

apprendimento fondati sul paradigma costruttivista o sull’apprendimento

collaborativo, che favoriscano perciò una costruzione collettiva di un sapere

condiviso.

3.2 Modelli didattici

Ogni progetto di e-learning impone una scelta dal punto di vista della

didattica. Nella pratica tale scelta riguarda l’impostazione del corso su un

modello di istruzione determinato e, di conseguenza, sulla realizzazione di un

certo ambiente di apprendimento. A tal proposito, è possibile distinguere tra

modelli impostati su una didattica trasmissivo-espositiva e modelli fondati su

una didattica attiva10.

10 Sarti, L., Sugliano, A. M., Incontri di formazione sull’e-learning. Contesti, Metodologie e Strumenti, CampusOne, 13 novembre 2002.

25

Page 27: L’e learning

Modello didattico trasmissivo-espositivo

I modelli didattici trasmissivo-espositivi si fondano sui principi del

comportamentismo e, quindi, su una trasmissione unidirezionale del sapere. In

tale modello didattico il contenuto è frazionato in piccole unità di significato,

organizzate secondo una struttura gerarchica, e somministrato in tal modo

all’utente del corso. Gli ambienti di apprendimento fondati su tale paradigma

sono soprattutto quelli che fanno largo uso di test di apprendimento e verifica

e, nel passato, i cosiddetti CAI (Computer Aided Instruction) e CBT

(Computer Based Training). In tali ambienti il docente svolge un ruolo forte e

ha il compito di proporre un percorso di lettura o far lavorare gli studenti su un

argomento specifico del corso.

In questo caso, il valore attribuito ai processi mentali e alle capacità

logico-cognitive, pone le basi per un processo di apprendimento così

articolato: elaborazione dell’informazione, memorizzazione, applicazione di

regole. Gli ambienti di apprendimento che sfruttano tale impostazione sono

quelli che utilizzano lo strumento della simulazione, la navigazione

ipertestuale e il “problem solving”.

Modello didattico attivo

Tale modello riprende molti elementi del paradigma costruttivista,

soprattutto per ciò che riguarda il concetto di apprendimento, visto come il

risultato di un processo di costruzione soggettiva e basato su una dinamica di

tipo interazionale. Il percorso di conoscenza procede per scoperta e

sperimentazione e si privilegiano, perciò, gli ambienti che favoriscono

l’emergere di tali elementi. La didattica attiva si rivela efficace sia nella

realizzazione dell’apprendimento individuale, che in quello collaborativo.

26

Page 28: L’e learning

Nel primo caso l’utente utilizza il sistema per scoprire le informazioni

funzionali alla risoluzione di problemi specifici; il docente, in questo caso, ha

il compito di proporre attività utili e gestire il percorso di conoscenza.

Vengono utilizzati materiali didattici poco strutturati, per favorire

l’iniziativa dello studente e perché molti problemi non presentano un’unica

soluzione.

La valutazione è di tipo aperto, considera cioè il modo in cui i concetti

sono stati applicati nei diversi contesti. Nel caso dell’apprendimento

collaborativo, gli studenti vengono coinvolti in un lavoro comune su progetti

ed esercizi ed incoraggiati ad imparare gli uni dagli altri, mediante discussione

e negoziazione. L’ambiente che meglio favorisce l’apprendimento

collaborativo è la Classe Virtuale in cui il docente svolge un ruolo flessibile

nel fornire i materiali semi-strutturati del corso o anticipare contenuti che

serviranno agli studenti. Questi ultimi cooperano sulla base di discussioni e

confronto e vengono valutati sia quantitativamente che qualitativamente.

3.3 Blended learning e andragogia

Le metodologie fin qui descritte si riferiscono tutte ad una didattica che

si svolge totalmente in rete, quindi a progetti di e-learning basati sulla

modularità di corsi totalmente a distanza, sull’interoperabilità, la

standardizzazione e l’indicizzazione degli argomenti e su ambienti di supporto

che stimolano l’apprendimento.

Negli ultimi anni, tuttavia, si sono sviluppate anche modalità formative

miste, che contemplano attività didattiche sia in presenza che a distanza. Si

parla a questo proposito di blended learning, una modalità che combina,

appunto, didattica in presenza e didattica in rete. Talvolta tale espressione può

27

Page 29: L’e learning

riguardare l’uso congiunto, in un corso di apprendimento a distanza, di più

media (cd-Rom insieme alla fruizione video ad esempio), l’uso di differenti

modelli didattici ispirati a differenti paradigmi pedagogici o un corso che

prevede attività in modalità sia sincrona che asincrona. Ma l’accezione

riconosciuta come più adeguata è quella che vede nel blended learning, la

possibilità di erogare percorsi formativi a distanza, combinati con altri in

presenza. Il notevole successo riscontrato nella recente applicazione di tale

metodologia e i buoni risultati conseguiti, hanno spinto gli operatori della

formazione a distanza a considerarla come la tipologia di e-learning più utile

in termini di efficacia e di efficienza. Il valore di tale applicazione è dovuto a

un insieme di fattori, primo fra tutti il sapersi adattare alle caratteristiche

dell’apprendimento degli adulti. L’utenza a cui si rivolge un corso di e-

learning è, infatti, specificatamente adulta e tale peculiarità necessità di un

modello didattico appropriato; per questa ragione, nell’ambito della

formazione, negli ultimi anni si è portati a parlare di “andragogia” per

definire l’insieme di teorie relative all’apprendimento degli adulti, piuttosto

che di pedagogia, che rimanda all’educazione infantile. La definizione di

andragogia si deve principalmente allo psicologo M. Knowles11 che si

preoccupa di definire le principali differenze nell’apprendimento tra adulto e

bambino: al contrario del bambino, che apprende in seguito a ragioni connesse

allo sviluppo biologico, l’adulto impara sulla base di forti motivazioni che

utilizza per capire a cosa serviranno i nuovi concetti appresi; poiché il sé del

bambino non è ancora pienamente sviluppato, le figure degli insegnanti o dei

genitori rivestono un ruolo importante nel processo di apprendimento; ciò non

avviene con gli adulti che hanno invece bisogno di sentirsi autonomi durante

tale processo; un gruppo di bambini presenta caratteristiche essenzialmente

simili rispetto all’eterogeneità di un gruppo di adulti; nozioni di ordine pratico

11 Knowles, M., Quando l’adulto impara. Pedagogia e Andragogia, FrancoAngeli, 1997 (ed. or. 1973).

28

Page 30: L’e learning

o strettamente connesse all’applicazione diretta sono apprese con più facilità

dagli adulti; nel processo di apprendimento le motivazioni che guidano gli

adulti sono soprattutto di ordine interno e quindi legate a soddisfare o a

migliorare se stessi o il proprio status sociale; l’adulto impara più facilmente

se può scoprire personalmente il contenuto oggetto dell’apprendimento.

Tali caratteristiche, soprattutto in merito alla capacità degli adulti di

apprendere attraverso modalità e strumenti diversi, possono essere sfruttate

con efficacia scegliendo un approccio blended, che consente, appunto, l’uso di

più strumenti e risorse per l’erogazione di contenuti e, di conseguenza, un

approccio diretto all’autoistruzione e, allo stesso tempo, il supporto da parte

del docente in aula. Il metodo blended facilita, inoltre, l’accesso al mondo

dell’e-learning, sia per i discenti, sia per gli stessi formatori e progettisti,

perché la combinazione apprendimento in rete-lezione in aula, rende più

graduale tale passaggio e aiuta a familiarizzare con gli strumenti di un corso a

distanza. Per quanto riguarda le pratiche, non esiste ancora una procedura

adottata come standard e in ogni caso, scegliere se far precedere la fase in

autoistruzione da quella in aula, e viceversa, dipende sempre dagli obiettivi

educativi del corso e dal tipo di competenze che si vogliono far apprendere.

Attraverso l’e-learning si cerca di realizzare, quindi, una didattica

fondata sulla partecipazione attiva degli allievi, che divengono responsabili in

prima persona del loro percorso di apprendimento mediante differenti

strategie:

formazione totalmente in rete (autoapprendimento, apprendimento

collaborativo…);

formazione blended (formazione on line combinata con formazione in

presenza);

formazione open learning (considerata la nuova frontiera della

formazione, che avviene non più attraverso percorsi di istruzione di

29

Page 31: L’e learning

massa ma secondo un approccio più attento ai bisogni individuali, che

lascia ampi margini di autonomia al soggetto in formazione).

Le potenzialità insite nell’e-learning non solo consentono di operare a livello

di formazione professionale, ma offrono più di un’occasione per arricchire i

nuovi contesti di apprendimento della società contemporanea, in cui

quest’ultimo non è più legato al solo mondo dell’istruzione scolastica. In tal

senso, lo scopo di un corso di e-learning potrebbe andare nella direzione

dell’apprendimento formale, così come interessare quello non formale e

informale.

3.4 Le caratteristiche tecnologiche dell’e-learning

L’e-learning è strutturato su due piani, uno strutturale e uno funzionale.

Il piano strutturale indica quelle componenti, costanti e/o variabili che

caratterizzano e che hanno caratterizzato questo modo di produrre istruzione e

formazione. Un modo per descrivere l’e-learning su un piano strutturale è dire

che esso si compone dell’integrazione di tool (strumenti) dell’information and

communication technology (ICT), e delle più recenti pratiche dell’instructional

design (didattica). Queste componenti sono presenti in diversa misura e

costituiscono la struttura dell’e-learning.

Il piano funzionale spiega come vanno integrati i vari strumenti dell’ICT che

descrivono l’e-learning e perché.

“In sostanza, per fare e-learning bisogna sapere quali tool dell’ICT utilizzare

(descriverne le componenti) e per quale scopo o funzione utilizzarli”12.

12 Esposito Giuseppe, Mantese Giuseppe, E-learning: una guida operativa. Come realizzare e valutare un progetto, Franco Angelli, 2003.

30

Page 32: L’e learning

Il panorama tecnologico dell’e-learning è estremamente articolato ed è

possibile realizzare ambienti di e-learning più o meno complessi a seconda

degli obiettivi didattici e pedagogici, dai quali discendono scelte sugli

strumenti tecnologici da utilizzare. La complessità tecnologica degli strumenti

utilizzati per erogare corsi in modalità e-learning è cresciuta pari passo con

l’evoluzione delle tecnologie per l’elaborazione dell’informazione (che hanno

permesso di realizzare piattaforme per la formazione a distanza sempre più

sofisticate) e di tecnologie e metodologie di comunicazione (che ha invece

consentito di realizzare piattaforme in grado di gestire in modo sofisticato

l’assistenza a distanza degli e-learner, la cooperazione e la comunicazione

molti a molti).

Il costante sviluppo tecnologico ha anche consentito di diversificare le

piattaforme di erogazione dei contenuti e passare dai soli personal computer in

rete, alla televisione e alle tecnologie mobili (ad esempio: i palmari e i

notebook collegati in wi-fi), amplificando in modo esponenziale

l’indipendenza dallo spazio e dal tempo tipica dei processi di e-learning.

Componente essenziale dell’e-learning è, quindi, la piattaforma

tecnologica che gestisce la distribuzione e la fruizione della formazione: si

tratta di un software che permette di creare un ambiente virtuale di

apprendimento all’interno del quale è possibile erogare corsi di formazione,

gestire e monitorare i percorsi formativi degli utenti e accedere ad una serie di

strumenti di comunicazione e di servizi collegati, quali i forum e il tutoring13.

Esistono due tipi di piattaforme: quelle di prima generazione, più orientate al

delivery, ovvero all’erogazione dei contenuti/corsi, e pertanto denominate

Content Delivery System; quelle di seconda generazione, più orientate alla

gestione di tutto il processo formativo e pertanto denominate Learning

Management System (LMS).

13 http://formare.erickson.it/glossario.html.

31

Page 33: L’e learning

La costruzione di una piattaforma ruota attorno alla presenza di un data-

base, cioè di un grande archivio di informazioni classificate logicamente e

organizzate attraverso tabelle di descrittori legate tra loro secondo criteri

diversi che ne garantiscano l’utilizzo in contesti differenti. In questo archivio

elettronico è contenuta tutta la conoscenza del sistema, cioè la memoria

relativa ai dati sui contenuti dei corsi, le informazioni sugli utenti e altre

informazioni relative alla gestione del corso in generale.

L’organizzazione logica dei diversi dati fa in modo che il data-base non

sia un semplice archivio di informazioni memorizzate, ma un insieme di

elementi in continua evoluzione e aggiornamento, per cui gli stessi legami tra

le componenti dell’archivio possono cambiare continuamente. Le piattaforme

hanno un’architettura di tipo modulare, cioè sono composte da un insieme di

moduli per l’apprendimento tra loro legati. Ogni modulo è organizzato per

svolgere diverse funzioni: moduli per la didattica, per la gestione del corso,

per le funzioni amministrative. A sua volta, ogni modulo è costituito da sotto-

moduli organizzati in modo crescente in base alla complessità delle funzioni

che devono svolgere; tale criterio organizzativo facilita il lavoro di

disposizione degli stessi moduli e di eventuale loro riposizionamento. La

struttura modulare, inoltre, consente alla piattaforma di essere maggiormente

flessibile, in quanto è possibile adattare le capacità del sistema in base agli

scopi dei fruitori, e di rallentare il livello di obsolescenza grazie alla possibilità

di aggiornamento. L’architettura modulare della piattaforma è applicata alla

progettazione stessa dei corsi; ogni corso è organizzato in unità modulari

autonome che possono combinarsi ad altre per dare vita a più corsi.

Questi blocchi di contenuto sono i learning objects (LO), ognuno dei quali

corrisponde a un preciso obiettivo formativo; all’interno di tali unità si

possono trovare contenuti multimediali o testuali e altri materiali per

l’apprendimento. Più che una tecnologia i LO rappresentano un nuovo modo

32

Page 34: L’e learning

di organizzare il percorso di conoscenza perché attraverso la loro caratteristica

più importante - la riusabilità - possono essere riutilizzati in contesti diversi. I

LO una volte inserite in un archivio digitale divengono accessibili a tutti e

utilizzabili in qualsiasi momento.

C’è il rischio che, con un approccio modulare, il processo di

apprendimento venga ridotto a una visione troppo semplicistica che non tiene

conto della complessità dei fattori su cui esso invece si basa. Anche

l’approccio learning objects non può, in definitiva, non tenere conto delle

strategie formative complesse su cui si basa l’intera progettazione di un corso

di e-learning.

La piattaforma ha quindi il compito di gestire l’intero processo

formativo, di mettere in comunicazione programmi diversi e far funzionare il

lavoro di figure differenti quali i discenti, gli operatori e i responsabili.

Non bisogna credere, quindi, che la piattaforma sia un semplice elemento

materiale la cui scelta dipende soltanto da motivazioni tecniche fornite dal

produttore di turno; si tratta, invece, di individuare soluzioni tecnologiche che

permettano un utilizzo produttivo e proficuo di tali supporti, diretto a

soddisfare le esigenze dei docenti e dei discenti e a garantire il raggiungimento

degli obiettivi del percorso formativo.

3.5 Strumenti di collaborazione e comunicazione

All’interno delle piattaforme vi sono degli strumenti definiti di

collaborazione e comunicazione in grado di mettere a disposizione degli utenti

degli ambienti di lavoro comuni, in cui modificare prodotti o crearne di nuovi.

33

Page 35: L’e learning

Gli strumenti di comunicazione servono da supporto alle interazioni tra i

partecipanti ai diversi corsi, e sono la chat, il forum, la videoconferenza. In

particolare, la Virtual Classroom (VC), è il modulo che consente la

comunicazione e lo scambio dal vivo tra docenti e discenti collegati, attraverso

strumenti di modalità sincrona14, come la lavagna virtuale e la chat, e

asincrona, forum, faq. In questo spazio studenti e istruttori possono

comunicare in tempo reale mediante la scrittura o in audio-video.

Le tecnologie digitali possono essere utilizzate per mettere a punto delle

strategie formative in cui gli operatori connessi da postazioni remote, possono

comunicare in un modo alternativo che si avvicina all’interazione che si

svolge in un’aula tradizionale. Attraverso la connessione internet, docente e

discente possono comunicare in modalità sincrona, assicurando un ambiente di

apprendimento valido e funzionale. La comunicazione sincrona permette di

avere un feedback quasi immediato sulle interazioni docente-discenti e

consente una gestione più agevole del gruppo; necessita, però, di server

potenti e appositi software. Può essere realizzata con strumentazioni di diverso

tipo, tutte, comunque, in grado di assicurare un alto livello di cooperazione tra

docenti e discenti e un notevole risparmio di tempo:

- Chat line: è lo strumento di interazione sincrona più conosciuto in rete e

permette un dialogo in tempo reale tra uno o più utenti mediante la scrittura

di testi, ma può includere anche audio e video. Nell’ambito della

formazione a distanza è probabilmente l’applicazione meno efficace, in

quanto consente una comunicazione docente-discente piuttosto lenta.

- Audioconferenza-videoconferenza: si tratta di applicazioni che

consentono una comunicazione immediata, simile al tradizionale dialogo 14 La modalità di trasmissione sincrona è un’opportunità recente offerta dagli strumenti informatici e in particolare dalle tecnologie digitali, in quanto nella formazione a distanza tradizionale non poteva esserci sincronia in virtù dei media utilizzati (ad esempio, il mezzo postale).

34

Page 36: L’e learning

tra studenti e docenti. Non sono ancora molto diffuse, ma la loro

applicazione in ambito formativo risulta essere molto utile perché

garantisce una simulazione realistica dell’aula tradizionale. Tale

strumentazione necessita di notevoli capacità da parte del docente, che

deve risultare il più possibile coinvolgente per i discenti, incoraggiare il

dialogo, fornire spiegazioni non banali e variare le modalità istruttive

alternando discussione, esercitazioni, spiegazione. Le potenzialità in

ambito didattico offerte dallo strumento della video-conferenza sono

numerose; tuttavia non bisogna sottovalutare il rischio di inibizione che

può indurre la telecamera e la necessità, da parte degli utenti, di essere

dotati di periferiche specifiche come microfoni, videocamere, ecc.

- Lavagna condivisa: è lo strumento che simula le funzioni di una normale

lavagna, quindi mostra agli utenti il contenuto delle lezioni online e dà loro

la possibilità di condividere e trasmettersi i comandi di disegno e scrittura.

Applicata al settore della formazione alla distanza, la lavagna condivisa

offre una serie di vantaggi: consente di superare i limiti fisici della lavagna

reale (spazio ridotto, scarsa visibilità, impossibilità di offrire raffigurazioni

grafiche articolate, assenza di memoria) e permette allo studente di

osservare in tempo reale cosa sta facendo il docente e di interagire, allo

stesso tempo, con il materiale presentato o con il docente stesso.

- Tool sharing (condivisione dello strumento): è un’applicazione simile alla

lavagna condivisa e permette al docente di insegnare agli utenti, connessi

da postazioni remote diverse, l’utilizzo di un software mediante la

condivisione dei comandi del programma stesso. E’ un’applicazione molto

efficace perché non necessità di particolari strumentazioni, basta una

normale connessione internet, ed è molto utile per i corsi a distanza che

35

Page 37: L’e learning

prevedono la presenza di contenuti tecnici. In ambito didattico può essere

utilizzata per mostrare l’esecuzione di un esercizio o verificare il livello di

conoscenza degli studenti. Offre il duplice vantaggio di riprodurre un

ambiente simile a quello reale e di favorire un apprendimento

collaborativo, ma richiede un certo livello di conoscenza informatica.

- Aula virtuale: è una strumentazione che simula le interazioni che

avvengono in un’aula tradizionale. Utilizza, quindi, le applicazioni

descritte precedentemente (chat, videoconferenza) ed è gestita da un

docente che ha il compito di controllare le interazioni e gli scambi tra gli

allievi. Nella classe reale le relazioni che si instaurano tra le figure

coinvolte tendono a mettere al centro della scena la figura del docente, con

un accesso alle risorse essenzialmente individuale. Nella classe virtuale,

invece, l’insieme dei discenti e le interazioni che si creano all’interno del

gruppo, occupano un ruolo di primo piano. L’inserimento del discente

all’interno di una classe virtuale lo rende parte di un gruppo, lo incoraggia

a partecipare alle discussioni e ad apprendere in modo collaborativo. A

differenza del docente tradizionale che si comporta come un dispensatore

di contenuti precedentemente organizzati, nella classe virtuale il docente ha

il compito di agevolare la didattica, guidando gli allievi nell’accesso alle

risorse e nella costruzione di un sapere condiviso e collettivo. Naturalmente

in virtù delle sue caratteristiche, l’apprendimento in una classe virtuale

comporta anche una serie di difficoltà, legate alla disomogeneità del

gruppo (per questo sono preferibili piccoli gruppi), alle diverse

motivazioni, al differente livello di competenze e ai tempi di

apprendimento individuali. Nonostante tali difficoltà, la classe virtuale può

rappresentare senza dubbio un elemento qualificante per un corso di

formazione in modalità e-learning, in quanto favorisce un apprendimento

36

Page 38: L’e learning

collaborativo all’interno di un ambiente di rispetto reciproco,

collaborazione e apertura agli altri.

A differenza della formazione a distanza sincrona, che si è sviluppata soltanto

recentemente con l’avvento delle tecnologie digitali, la formazione a distanza

asincrona è sempre esistita ed è riconducibile alla fruizione del materiale

didattico effettuata singolarmente dallo studente. Nel corso degli anni tale

fruizione è stata accompagnata da differenti strumenti: dal testo stampato si è

passati alle tecnologie audiovisive e successivamente a quelle digitali, che

hanno reso più dinamico e interattivo il rapporto tra discente e documento.

Due sono gli elementi che caratterizzano la formazione a distanza: la

trasmissione dei contenuti e la fase di dialogo-verifica dell’apprendimento. Per

quanto riguarda il primo elemento, nella formazione a distanza è naturalmente

assente la possibilità di interagire direttamente con il docente. E’ necessaria

perciò una gestione diversa di tale rapporto asincrono, che implica

un’attenzione particolare alla presentazione dei contenuti sul computer (la

lettura video non è scorrevole come quella su carta), alla loro strutturazione e

la messa a punto di un linguaggio adeguato a veicolare contenuti in rete.

Nella fase di dialogo e in quella di verifica dell’apprendimento un ruolo

importante è svolto da quegli strumenti che consentono di realizzare un

feedback tra l’utente e l’organizzazione del corso di formazione a distanza.

Tali tecnologie hanno il compito di informare sulla qualità dell’apprendimento

(nel caso della verifica) o di completare l’ambiente di apprendimento

attraverso spiegazioni e approfondimenti. La comunicazione asincrona può

contare su differenti strumentazioni:

- Mailing lists: è l’applicazione che consente lo scambio di

messaggi attraverso lo strumento della posta elettronica a

molteplici destinatari, su argomenti anche non inerenti al corso.

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Page 39: L’e learning

Viene utilizzata prevalentemente per le attività di tutoraggio, per

fornire informazioni legate all’organizzazione del corso, per

inviare allegati al materiale didattico o per scambiarsi pareri su

argomenti diversi.

- Newsgroups: si tratta di ambienti virtuali in cui gli utenti

possono dialogare su un argomento di interesse comune senza

vincoli di tempo.

- Forum: è un ambiente virtuale all’interno di un sito web in cui

gli utenti, previa registrazione, danno vita a un dialogo su uno o

più argomenti. All’interno del forum è possibile recuperare

materiale e informazioni archiviati secondo l’oggetto di

discussione, e rielaborare tale materiale che andrà poi ad

arricchire l’insieme delle conoscenze condivise. Il forum

incoraggia, inoltre, l’iniziativa dei discenti e, quindi, favorisce la

discussione, l’interazione nel gruppo e la comunicazione molti a

molti.

- Bacheca: è uno strumento che permette la circolazione di brevi

messaggi o segnalazioni. In pratica, una volta scritto nell’apposito

spazio di testo e premuto il tasto invio, è possibile inviare un

messaggio che resterà visibile a tutti gli utenti; non consente,

però, di inviare allegati.

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Page 40: L’e learning

CAPITOLO IV

Le figure professionali dell’e-learning

Svariate sono le figure professionali che ruotano attorno al complesso

mondo dell’e-learning; il numero di persone realmente impegnate nel portare a

termine il progetto, tenderà poi a variare in relazione al grado di difficoltà del

progetto e del budget messo a disposizione dall’istituzione formativa.

I profili solitamente coinvolti nella progettazione di prodotti e-learning, sono:

E-learning system leader : è una figura di organizzazione e gestore di

completi e sistemi di formazione a distanza. Esperto di e-learning, con

spiccate abilità nell’ambito dello sviluppo e della gestione di sistemi

formativi, in particolare in organizzazioni virtuali15 .

E-learning project manager: è una figura di ideatore, progettista e

gestore di corsi in modalità e-learning con specifiche e approfondite

competenze di: formazione tradizionale a distanza, progettazione,

sviluppo, erogazione e manutenzione dei corsi di formazione in e-

learning nei più diversi campi della conoscenza e nei più diversi settori

di applicazione. È anche un profondo conoscitore delle più diffuse

tecnologie per l’e-learning (in particolare delle piattaforme di e-

learning), delle metodologie di e-learning.

15 Un’organizzazione virtuale è un insieme di persone interessate ad un determinato argomento, o con un approccio comune alla vita di relazione, che corrispondono tra loro attraverso una rete telematica, in prevalenza Internet, e le reti di telefonia, costituendo una rete sociale con caratteristiche peculiari.

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Page 41: L’e learning

Expert in e-authoring : è un esperto nella produzione di contenuti per

l’e-learning, con competenze di progettazione, sviluppo, redazione,

pubblicazione e manutenzione di tali materiali. Un esperto con

conoscenze ampie sui più diffusi ambienti informatici per la produzione

di contenuti per l’e-learning e sulle tecniche di produzione di tali

tipologie di prodotti didattici, con competenze specifiche nella gestione

di gruppi di lavoro che coinvolgono tutte le professionalità che

contribuiscono alla produzione di contenuti per la formazione a distanza

(autori, grafici, tecnici multimediali).

Expert in e-editing and e-publishing : questa figura professionale è

denominata anche redattore ed editore di e-content management. Nella

fase di e-editing, questo esperto controlla che i contenuti prodotti dagli

author e dagli expert in media production rispettino gli standard di

produzione per la loro trasformazione in e-content. Controlla inoltre i

link ipertestuali16 degli approfondimenti. In alcuni casi questa figura

opera anche per controllare, nella stessa maniera di un redattore

editoriale, i contenuti dal punto di vista linguistico (grammaticale).

Questa figura professionale è un tecnico esperto di piattaforme di

produzione di e-learning object (LCMS).

Expert developer of advanced content for e-learning : è una figura di

esperto nella produzione di contenuti innovativi per l’e-learning, cioè di

quei materiali che rappresentano forti strumenti di supporto applicativo

nello studio a distanza e che comprendono ambienti di simulazione,

16 Un link ipertestuale è un collegamento tra un certo elemento di un ipertesto (quale testo, immagine, suono o video) con un altro elemento di un altro ipertesto residente all’interno dello stesso file o all’interno di un altro file situato su un computer collegato in Internet.

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Page 42: L’e learning

ambienti di produzione virtuali, ambienti di sperimentazione virtuali,

ma anche prodotti editoriali innovativi che provengono da prodotti

tradizionali, quali gli e-book e i servizi a loro supporto. Quindi, una

figura con elevate competenze nel settore.

Expert in media production : è un tecnico di media che conosce le

metodologie e le tecnologie per lo sviluppo e la gestione di media

grafici, animazioni, filmati, suoni. Conosce, inoltre, i vincoli di

produzione per la realizzazione di media a supporto di contenuti per la

formazione a distanza.

E-teacher : è un esperto di didattica disciplinare in grado di gestire

processi di formazione-apprendimento in modalità e-learning. L’e-

teacher conosce anche i fondamenti tecnici dell’e-learning ma è un

esperto di e-didatics (e-didattica) in grado di progettare e pianificare con

l’aiuto dell’e-learning project manager percorsi formativi che utilizzano

in tutto o in parte la formazione a distanza. È in grado, inoltre, di

pianificare ed implementare componenti e-learning, finalizzate al

sostegno o all’integrazione, nell’ambito di percorsi formativi

tradizionali. È in grado, infine, di utilizzare gli strumenti messi a

disposizione dalle piattaforme e-learning per la comunicazione discente-

studente.

Le competenze di partenza di un e-teacher sono quelle di un docente, di

un professore universitario, di un docente di scuola o di un formatore, in

grado di progettare, pianificare, produrre ed erogare, nell’ambito delle

proprie discipline di insegnamento, interventi di formazione-

apprendimento.

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Page 43: L’e learning

E-tutor : nell’ambito dell’e-learning assistito17 e/o collaborativo, questa

figura professionale si affianca all’e-teacher come tecnico di supporto

dei processi formativi, sia sul versante cognitivo che tecnologico. L’e-

tutor possiede competenze di processo (gestione di comunicazione in

ambienti virtuali sincroni e asincroni, capacità di gestire la valutazione e

il feedback, gestione della pianificazione dei tempi di lavoro e loro

controllo), di contenuto (dare assistenza nella fase iniziale tecnologica si

uso del sistema e del corso/modulo di e-learning) e di metodo

(competenze di pedagogia della comunicazione formativa).

L’e-tutor è competente nelle discipline interessate dalla sua azione, ha

competenze metodologico-didattiche, di valutazione psico-cognitiva e

di interventi finalizzati al sostegno e all’incitamento. Dal punto di vista

tecnico, è esperto nell’uso delle piattaforme a distanza. L’e-tutor è, in

sostanza, un “facilitatore dell’apprendimento”.

Web editor : È uno sviluppatore di portali e siti web. Conosce e sa

utilizzare i principali e più avanzati ambienti di produzione

multimediale per la rete. Opera sotto la supervisione del web master.

Web master : è un “regista” per lo sviluppo di portali e siti internet.

Conosce le tecniche di comunicazione multimediale ed ha competenze

di grafica multimediale e di sistemi di produzione di prodotti per la rete.

Il web master è responsabile dell’intero web di un sistema di e-learning.

17 È una delle forme più significative di e-learning; in essa è presupposta la presenza di operatori esterni (e- tutors, e-coachers, e-teachers) che supportano l’e-learner nel processo di insegnamento-apprendimento a distanza.

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Page 44: L’e learning

Considerazioni finali

Problematiche e potenzialità dell’e-learning

L’elemento centrale che caratterizza un qualunque sistema di FaD è la

flessibilità, di spazio e/o di tempo per la fruizione. Flessibilità di spazio perché

discente e docente non sono più costretti ad essere compresenti; flessibilità di

tempo perché la fruizione può essere svincolata dall’erogazione e il discente

può apprendere quando e quanto vuole. Contrariamente a quanto si pensa,

l’uso delle nuove tecnologie non deve isolare, ma potenziare le relazioni tra

individui anche se non presenti simultaneamente.

Un beneficio strettamente connesso alla flessibilità è l’accessibilità alla

formazione. Tipicamente si tratta di coinvolgere individui impossibilitati a

frequentare i luoghi tradizionali della formazione, come possono essere ad

esempio i lavoratori a tempo pieno, i portatori di handicap e i residenti in

luoghi remoti o poco accessibili.

Un fattore di forza dell’e-learning è la modificabilità del materiale

formativo, in particolare modo nei contesti in cui il materiale sia soggetto a

frequenti integrazioni o aggiornamenti. Diversamente da quanto accade con il

supporto cartaceo, l’informazione digitalizzata può essere modificata,

distribuita e gestita con la maggiore flessibilità possibile. Oltre a ciò, l’utilizzo

della rete internet per l’erogazione consente che le modifiche siano visibili a

tutti istantaneamente e con costi praticamente nulli.

Altro beneficio di non secondaria importanza è la riduzione dei costi di

erogazione, in termini sia di tempo sia di denaro. Nel caso in cui l’utenza da

raggiungere sia ampia e distribuita su ampi territori, i costi dell’utilizzo di

strumenti di e-learning sono più bassi di quelli della formazione tradizionale.

Dal punto di vista didattico, quindi, grazie all’e-learning l’apprendimento si

arricchisce di autonomia: il soggetto ha la possibilità di trovare le condizioni

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Page 45: L’e learning

personali più adeguate alla formazione ed è libero di scegliere i momenti più

opportuni di riflessione e di intervento. Ma rimane sospesa la questione se il

discente lasciato libero sia in grado di seguire la direzione giusta.

A sua volta l’autonomia nello studio, che si concretizza in una maggiore

libertà di interazione con le attività didattiche, favorisce la divergenza

cognitiva tra i discenti o, meglio, limita l’uniformazione di atteggiamenti e di

stili di pensiero: i discenti possono più liberamente sviluppare i propri punti di

vista nel rispetto della propria natura e degli obiettivi della formazione.

Accanto alle grandi opportunità che l’e-learning porta con sé, è

innegabile la presenza di alcuni rischi che per molti versi rappresentano l’altra

faccia della stessa medaglia.

È così che flessibilità, velocità di accesso, personalizzazione e

abbondanza di informazione si tramutano da elementi positivi in negativi o

comunque dall’impatto ancora non sufficientemente compreso a livello

scientifico. Un filmato in videocassetta o uno streaming audio/video o un

corso online sembra possano trasmettere al discente meno delle stesse

informazioni di una lezione in presenza. Malgrado la possibilità di scegliere,

nella maggior parte dei casi si opterebbe per una lezione tradizionale piuttosto

che per una lezione a distanza. Sembra che a volte i vantaggi effettivi - di

natura emozionale, motivazionale e di contesto - che offre un incontro in

presenza superano i vantaggi di una lezione a distanza. Il contatto diretto

facilita, per immediatezza e molteplicità delle fonti, la definizione del gruppo

e delle strategie di lavoro necessarie per rimanervi ben integrati. Il docente

espone i contenuti sulla base dei feedback che riceve dai discenti, ad esempio

ripete il concetto se questo non è stato chiaro o cambia lo stile delle lezioni se

i discenti sono stanchi, annoiati o nel caso contrario interessati. Si riesce ad

individuare quali sono i concetti più importanti e quali quelli su cui

risparmiare tempo nella preparazione.

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Page 46: L’e learning

Un problema dell’e-learning talvolta sottovalutato è la necessità di

familiarità con lo strumento. L’e-learning avviene per via “indiretta”, mediata

da un mezzo che può essere del tutto ignoto - nel caso specifico il computer;

inoltre, richiede maggiore responsabilità e partecipazione attiva del learner nel

decidere tempi e modalità di fruizione. È necessario che i contenuti siano

diversificati, meno generalisti come spesso capita nei prodotti venduti “a

pacchetto”, più vicini agli obiettivi formativi e, in generale, è necessaria una

maggiore attenzione alla “usabilità”.

La strada che ha portato all’e-learning è piena di insuccessi di vario

tipo, di solito causati dalla sottovalutazione di aspetti tecnici o pratici, alcune

volte anche banali. È importante che vengano adottati strumenti tecnologici di

produzione ed erogazione maturi, altrimenti si rischia di produrre a costi

troppo elevati o realizzare prodotti non visibili dall’utente finale. È inoltre

importante fare molti test di erogazione dei prodotti a campioni di utenza e

implementare prodotti formativi facili da utilizzare.

L’utilizzo dell’e-learning presuppone, infatti, delle adeguate conoscenze

informatiche che non tutti hanno, ma anche, e soprattutto, un cambiamento di

mentalità. Sono ancora in molti a guardare con diffidenza all’argomento e ad

aspettare risultati concreti prima di rivoluzionare i propri assetti organizzativi.

Permangono, inoltre, alcune criticità di natura più precisamente educativa,

soprattutto in merito alla progettazione dei materiali didattici per i corsi di

apprendimento a distanza. Attualmente la soluzione più diffusa è quella dei

Learning Objects, un approccio modulare che presuppone la scomposizione

del contenuto di apprendimento in molteplici unità di significato, ma che pone

anche interrogativi di non semplice soluzione. I contenuti didattici, infatti, non

sono semplici blocchi di conoscenza da comporre e ricomporre a piacimento

con il rischio che venga perso il loro significato più profondo. Una delle

difficoltà maggiori sta, quindi, nell’avvicinare due mondi così distanti, per

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Page 47: L’e learning

modelli e pratiche, come quello tecnologico e quello della formazione e

dell’apprendimento.

Negli ultimi tre anni in Italia, lo sviluppo del mercato dell’e-learning è

stato costante, tuttavia sono ancora pochi i cittadini che utilizzano la rete per

seguire corsi di formazione on-line18.

La società della conoscenza sta portando ad una profonda

trasformazione delle nostre abitudini; tale trasformazione, sotto la spinta della

diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, porta la modifica delle

metodologie e degli strumenti dell’educazione. Con la formazione in rete

diventa possibile imparare ad imparare, imparare insieme, imparare dal

confronto con gli altri, in modo collaborativo e superare il tradizionale

isolamento di chi apprende a distanza.

In questo contesto l’e-learning si presenta come un percorso di

formazione e di apprendimento caratterizzato da una modalità di rapporto con

lo studio che richiede all’utente un’interazione diretta e costante: la

costruzione della formazione è facilitata se i discenti possono mettere in

pratica tutte le loro capacità di ricerca, selezione, interpretazione e giudizio

sulle informazioni provenienti dall’ambiente. Il processo dell’apprendimento

dei discenti è facilitato se essi ci sono direttamente coinvolti, invece di

ricevere le informazioni passivamente: al centro del processo formativo non è

più il docente, l’istruttore, bensì lo studente, l’allievo, reso parte attiva e

protagonista del proprio processo di apprendimento continuo.

La metodologia formativa dell’e-learning può rappresentare dunque una

soluzione efficiente in grado di creare valore aggiunto all’educazione

tradizionale.

La formazione in rete amplia le possibilità di comunicazione

rimuovendo i vincoli spaziali e temporali, grazie alla flessibilità delle modalità

d’interazione; tale comunicazione può essere sincrona, quando si realizza in 18 L’Osservatorio ANEE/Assinform analizza annualmente il settore dell'e-Learning in Italia cfr. www.anee.it

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Page 48: L’e learning

tempo reale o asincrona, realizzata in tempo differito. In questa visione

orientata alla centralità dei bisogni formativi, la figura del docente cambia: si

evolverà in un ruolo di guida, di tutore, di membro esperto di un gruppo che

collabora con gli altri soggetti del processo.

Eppure, anche in un settore in piena evoluzione come quello dell’e-

learning, non deve essere mai dimenticata l’importanza della componente

umana, anche quando si fa uso delle tecnologie più avanzate.

47

Page 49: L’e learning

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