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Le figure retoriche III le figure del contenuto (teoria ed esempi di utilizzo tratti da poeti e prosatori classici e contemporanei) a cura di Nadia Gambis 1

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Le figure retoriche IIIle figure del contenuto

(teoria ed esempi di utilizzo tratti da poeti e prosatori classici e contemporanei)

a cura di Nadia Gambis

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LE FIGURE RETORICHE a cura di Nadia Gambis

Le figure del contenuto

Literaria Academy

Riproduzione vietata. Copyright di Nadia Gambis 2017E-book gratuito disponibile sul sito www.literaria.it

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Questo lavoro nasce all'interno della sezione Academy

di Literaria Servizi e Consulenza Editoriali

dedicata alle Figure retoriche a cura di Nadia Gambis __________________________________________________________________

Il progetto prevede la trattazione divulgativa suddivisa in E-book formato .pdf rilasciati per i download gratuiti sul sito di Literaria,

al seguente link https://goo.gl/vzyDmr

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http://www.literaria.it/category/academy/

Le figure retoriche del contenuto1 (livello del significato)

Le figure retoriche del contenuto sono riconducibili, in sostanza, a un unico, grande ambito dellacreativit della lingua: quello della metafora. Esse infatti, pur con sfumature e sottolineaturediverse, delineano sempre un passaggio dal senso proprio al senso traslato della linguaconvenzionale e questo precisamente il significato del termine metafora, dal greco metafro,trasferire, portare oltre. Del resto ha il medesimo significato anche il termine traslato, dallaradice latina del supino transltum del verbo trnsfero, trasferire, far passare, trasformare. La metafora tuttavia non soltanto o semplicemente un passaggio di senso. La metafora per noimolto di pi di una semplice operazione di transfert di significato: essa un modo di approccio e diconoscenza della realt ed in quanto tale deve essere riscoperta e rivalutata. Se da un punto di vistaoperazionale la metafora consiste nella decontestualizzazione e ricontestualizzazione di un elemento[], da un punto di vista psicologico la metafora, che pur si avvale di tale operazione, consisteessenzialmente nella creazione di nuove realt, di nuove esperienze che non sarebbero altrimentidesignabili. La metafora contemporaneamente magica e logica, soggettiva e oggettiva, interiore ecomunicativa, e la sua forza sta proprio nel fatto che in essa si conciliano poli differenziati. Se da unlato la metafora esprime ci per cui il linguaggio denotativo insufficiente, la sua funzione non siesaurisce in questo ma consiste essenzialmente nellevocazione di una nuova realt e nellareificazione dei suoi significati. In questo senso la metafora ha una forza magica, consistente nelsuo potere di creare e di imporre nuove presenze (A. Fonzi-E. Negro Sancipriano, La magiadelle parole: alla riscoperta della metafora, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1975: 3)E ognuno di noi un ideatore di metafore. Per la nostra civilt ossessionata dalle retoriche dellaquantit pu essere utile sapere che, in base a calcoli approssimativi, ogni parlante elabora oltreventisei milioni di metafore nel corso della sua vita. Beninteso, questa cifra comprensiva di quellecongelate (21,4) e di quelle nuove (4,7). Invero essa non ha alcuna pretesa di esattezza, perchrisponde a una procedura di stima di una media statistica; tuttavia, le si pu riconoscere il merito diindicare il grado di pervasivit che la metafora ha nella vita quotidiana. (Giuseppe Mininni, Lemetafore con cui ci pensiamo, in La metafora tra letteratura e scienza, Atti del convegno di studi,2006: 147, Universit degli Studi di Bari)

1Poich tutte le figure del contenuto attuano un passaggio dal senso proprio al senso traslato, la linea di demarcazione fra luna e

laltra assai labile e talvolta del tutto convenzionale.4

N.1 ADNATON o, in forma italianizzata, ADNATO (gr. adnaton, a + dnamai, cosaimpossibile): affermazione dellimpossibile realizzazione di un evento, che viene dato comepossibile in subordine al compiersi di un altro evento di per s irreale.Tale figura sottolinea con maggiore enfasi il valore paradossale di quanto affermato.

Esempio 1.Se di meve trabgliti, follia lo ti fa fare.Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,labere desto secolo tut[t]o quanto asembrare:avere me non pteri a esto monno;avanti li cavelli maritonno.(C. dAlcamo, Rosa fresca aulentissima 6-10)

Esempio 2.quando avr queto il core, asciutti gli occhi,vedrem ghiacciare il foco, arder la neve:non tanti capelli in queste chiomequanti vorrei quel giorno attender anni.(F. Petrarca, Giovene donna sotto un verde lauro 9-12)

Esempio 3.Prima divelte, in mar precipitando,spente nellimo strideran le stelle,che la memoria e il vostroamor trascorra o scemi.La vostra tomba unara; e qua mostrandoverran le madri ai parvoli le belleorme del vostro sangue.(G. Leopardi, AllItalia 121-127)

Esempio 4.Chi potr della gemina Dora,della Bormida al Tanaro sposa,del Ticino e dellOrba selvosascerner londe confuse nel Po;chi stornargli del rapido Mellae dellOglio le miste correnti,

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chi ritogliergli i mille torrentiche la foce dellAdda vers,quello ancora una gente risortapotr scindere in volghi spregiati,e a ritroso degli anni e dei fati,risospingerla ai prischi dolor:[](A. Manzoni, Marzo 1821, 17-28)

Esempio 5.Cessate duccidere i morti,non gridate pi, non gridate,se li volete ancora udire,se sperate di non perire.(G. Ungaretti, Non gridate pi 1-4)

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N.2 ALLEGORA (gr. allegora, lle[i] + agoruo, dire in un altro modo): espressione di unconcetto astratto di valore etico-morale, che viene sotteso al senso letterale del testo. Il rapporto trasignificato letterale, che conserva il suo senso immediato, e significato allegorico, che deve essereinterpretato attraverso processi razionali, esterno al valore proprio delle parole. Pertanto il valoreallegorico di un testo pu essere interpretato in modo corretto solo se viene collocato allinterno diuna visione culturale univoca e condivisa. Ci vale per il Medioevo, ad esempio, ma a partiredallet moderna, con la trasformazione della societ e il venire meno di un unico modello etico-culturale di riferimento, lallegoria si fa pi soggettiva e arbitraria, tanto che la sua interpretazionespesso risulta difficile e assai differenziata.Tale figura consente di esprimere significati concettuali di natura metafisica o filosofica, attraversoraffigurazioni realistiche vicine allesperienza comune del lettore.

Esempio 1.Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscura,ch la diritta via era smarrita.(Dante, Inferno I, 1-3)

Esempio 2.La notte lava la mente.

Poco dopo si qui come sai bene,fila danime lungo la cornice, chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del maretraccia un segno di vita, figge un punto.Raramente qualche gabbiano appare.(M. Luzi, La notte lava la mente)

Esempio 3.Al tempo che san Francesco dimorava nella citt dAgobio, nel contado dAgobio appar un lupograndissimo terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gliuomini, intantoch tutti i cittadini istavano in gran paura, perocch spesse volte sappressava allacittade, e tutti andavano armati quando uscivano della cittade, [].(Anonimo, I fioretti di S. Francesco XXI)

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Esempio 4.Tirato via il lenzuolo, il corpo del visconte apparve orrendamente mutilato. Gli mancava unbraccio e una gamba, non solo, ma tutto quel che cera di torace e daddome tra quel braccioe quella gamba era stato portato via, polverizzato da quella cannonata presa in pieno. Delcapo restavano un occhio, un orecchio, una guancia, mezzo naso, mezza bocca, mezzo mento emezza fronte: dellaltra met del capo cera pi solo una pappetta. A farla breve, se nerasalvato solo met, la parte destra, che peraltro era perfettamente conservata, senza neanche unascalfittura, escluso quellenorme squarcio che laveva separata dalla parte sinistra andata inbricioli. I medici: tutti contenti. [] Cucirono, applicarono, impastarono: chi lo sa cosa fecero.Fatto sta che lindomani mio zio aperse lunico occhio la mezza bocca, dilat la narice e respir.La forte fibra dei Terralba aveva resistito. Adesso era vivo e dimezzato.(I. Calvino, Il visconte dimezzato)

Esempio 5.Il primo Grande Evento Nebbioso risaliva a quattro anni prima. Era durato un intero giorno.Quando la nebbia si era diradata, ci eravamo riversati nelle strade per scoprirle invase dauninfinit di oggetti risalenti agli anni Settanta []. Al principio, qualcuno ne rise mentre altrine fecero unossessione. Rest la domanda: che cosa era accaduto? Si formularono ipotesi astruse, ein ci lopinione degli scienziati pareggi quelle dei bambini pi fantasiosi.(G. Specioso, Dinosauri)

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N.3 ANALOGA (gr. analogha, corrispondenza): rapporto di equivalenza fra due o pioggetti, concetti o immagini, posti in relazione diretta sulla base di alcune affinit spesso nonimmediatamente riconoscibili o puramente soggettive.Tale figura, fondata sulla libera associazione di idee, consente di dare vita ad accostamenti insoliti eintensamente espressivi fra realt anche lontane tra loro.

Esempio 1.Cielo e Terra dicono qualcosaluno allaltro nella dolce sera.Una stella nellaria di rosa,un lumino nelloscurit.I Terreni parlano ai Celesti,quando, o Terra, ridiventi nera;quando sembra che lora sarresti, nellattesa di ci che sar.Tre pianeti su lazzurro gorgo,tre finestre lungo il fiume oscuro;sette case nel tacito borgo,sette Pleiadi un poco pi su.Case nere: bianche gallinelle! Case sparse: Sirio, Algol, Arturo!Una stella od un gruppo di stelleper ogni uomo o per ogni trib.(G. Pascoli, Limbrunire 1-16)

[Tutta la lirica costruita in modo dichiarato sui rapporti analogici fra Cielo e Terra, tra piccoloborgo, il microcosmo, e universo, il macrocosmo. Ne segnaliamo alcuni: stella + aria di rosa deltramonto, da una parte, un lumino + oscurit, dallaltra; tre pianeti su lazzurro gorgo, cionelluniverso, da una parte, tre finestre, cio tre case, + fiume oscuro, quindi nel buio, dallaltra.]

Esempio 2.La luna coronata di margheriteride nei vaghi occhi infermi,caprioli dargentoscherzano nelle radure del cielo.(A. Bertolucci, Amore 1-4)

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[Rapporto analogico tra: caprioli che ruzzano + radure, da una parte, volta celeste (radure delcielo) + costellazioni che brillano (caprioli argento), dallaltra.]

Esempio 3.Un torrente di montagna a mezza costa. E non gelato. Lacqua scivola gi impetuosa, trascinandorami, cespugli, tavole. Non ci penso neppure un istante. Sfilo gli anfibi pieni di soldi. Li lascioaccanto alla borsa, sullargine. Scivolo in acqua. Il giubbotto ancora allacciato ai fianchi. Il vestitodi seta. Lacqua vento liquido. Rapinosa. Vado sotto e riemergo.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

[Rapporto analogico tra: acqua che scorre impetuosa (rapinosa) + vento, da una parte, vento + soffiimpetuosi (liquido), dallaltra.]

Esempio 4.La luce andava via, arrivava il freddo, e allora, accaldati e tremanti, ci infilavamo in un anticocaff nei pressi di Villa Borghese. [] Lhanno spazzato via, quel vecchio bar, con le ruspe, iltritolo, i caterpillar. Hanno dovuto raderlo al suolo, in un cantiere orrendo che sembrava Baghdad.Quellunico nido, caldo e luminoso nelle tenebre, che ci aspettava la domenica sera.(V. Magrelli, Geologia di un padre)

[Rapporto analogico tra: sera (La luce andava via, tenebre) + freddo, da una parte, antico caff,vecchio bar + calore, luce, senso di protezione (nido, caldo e luminoso), dallaltra.]

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N.4 ANTTESI (gr. antthesis, ant + tthemi, contrapposizione, opposizione):giustapposizione, allinterno della stessa proposizione o periodo, di espressioni o concetti oppureimmagini di significato opposto.Tale figura accentua in modo enfatico il concetto voluto proprio grazie allaccostamento di elementiantitetici tra loro.

Esempio 1.Non fronda verde, ma di color fosco;non rami schietti, ma nodosi e nvolti:non pomi veran, ma stecchi con tosco.(Dante, Inferno XIII, 4-6)

Esempio 2.Pace non trovo e non ho da far guerra;et temo et spero; et ardo et sono un ghiaccio;et volo sopra l cielo et giaccio in terra;et nulla stringo et tutto l mondo abbraccio.(F. Petrarca, Pace non trovo e non ho da far guerra 1-4)

Esempio 3.So che non foco, ma ghiaccio eravate,o mie candide fedi giovanili,sotto il cui manto vissicome un tronco sepolto nella neve:tronco verde, muscoso,ricco di linfa e sterile.(V. Cardarelli, Illusa giovent 7-12)

Esempio 4.Il padre Cristoforo arrivava nellattitudine dun buon capitano che, perduta, senza sua colpa, unabattaglia importante, afflitto ma non scoraggito, sopra pensiero ma non sbalordito, di corsa enon in fuga, si porta dove il bisogno lo chiede, a premunire i luoghi minacciati, a raccoglier letruppe, a dar nuovi ordini.(A. Manzoni, I Promessi Sposi VII)

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Esempio 5.Sei pazzo, figlio mio! Andare a mettersi con quella gente!, Sono tutti mafiosi e imbroglioni. UnFalconeri devessere con noi, per il Re. Gli occhi ripresero a sorridere. Per il Re, certo, ma perquale Re? Il ragazzo ebbe una delle sue crisi di seriet che lo rendevano impenetrabile e caro. Senon ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica. Se vogliamo che tutto rimanga come ,bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato? Abbracci lo zio un po commosso.(G. Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo)

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N.5 ANTONOMSIA (gr. antonomasa, ant + onomzo, designazione con un nome al postodi [un altro nome]): utilizzo del nome proprio di chi o di che cosa eccelle per una determinatacaratteristica, al posto del nome comune che designa proprio quella caratteristica; oppure, alcontrario, utilizzo di una parola o di un giro di parole comuni, che esprimono la peculiaritdellindividuo o della cosa cui ci si riferisce, invece di usare il suo nome proprio.Tale figura, mediante il riferimento a figure deccellenza o luso di epiteti comunque noti, rendeimmediatamente identificabile la caratteristica che si vuole porre in evidenza.

Esempio 1.Cesare fui e son Iustinano,che, per voler del primo amor chi sento,dentro le leggi trassi il troppo e l vano.(Dante, Paradiso VI, 10-12)

Esempio 2.e tu prima, Firenze, udivi il carmeche allegr lira al Ghibellin fuggiasco,e tu i cari parenti e lidomadsti a quel dolce di Calliope labbroche Amore in Grecia nudo e nudo in Romadun velo candidissimo adornando,rendea nel grembo a Venere Celeste;[].(U. Foscolo, Dei Sepolcri 173-179)

Esempio 3.Poteva essere una cosa comicissima, alla Fantozzi per intenderci, quel poveraccio a braghe calateche tentava di aggredirlo e finiva gi e invece la scena gli aveva gelato il sorriso sulla faccia.Improvvisamente quel poveretto gli aveva fatto un po pena.(N. Ammaniti, Ti prendo e ti porto via)

Esempio 4.Lei alza le sopracciglia. Dice, ne parliamo dopo, okay? Sei un po frastornante, tesoro. Mi faidimenticare le cose. Togli il giaccone, che ti rimetto a posto questo braccio. Non puoi girare conuna mano al contrario. Non possiamo giocare tutto il tempo alla famiglia Addams.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

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N.6 APOSIOPSI (gr. aposipesis, ap + siopo, il cessare di parlare) o RETICENZA (lat.retceo, tacere, passare sotto silenzio): interruzione improvvisa di un discorso gi avviato, cheresta come sospeso ma del quale possibile intuire la conclusione. Tale figura, per lo pi seguitadai puntini di sospensione o da un punto fermo, consente di non dire in modo esplicito ci chetuttavia si vuole lasciare intendere e che, proprio per questo, ha grande rilievo; in tal modo inoltre sichiama il lettore a partecipare attivamente allintegrazione di quanto taciuto.

Esempio 1.Quando leggemmo il disiato risoesser basciato da cotanto amante,questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basci tutto tremante.Galeotto fu l libro e chi lo scrisse:quel giorno pi non vi leggemmo avante.(Dante, Inferno V, 133-138)

Esempio 2.Quivi mor; e come tu mi vedi,vidio cascar li tre ad uno ad unotra l quinto d e l sesto; ondio mi diedi,

gi cieco, a brancolar sovra ciascuno,e due d li chiamai, poi che fur morti.Poscia pi che l dolor pot l digiuno.(Dante, Inferno XXXIII, 70-75)

Esempio 3.Che voli di rondini intorno! Che gridi nellaria serena! La fame del povero giorno prolunga la garrula cena. La parte, s piccola, i nidi nel giorno non lebbero intera. N io... che voli, che gridi, mia limpida sera!(G. Pascoli, La mia sera 25-32)

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Esempio 4.Il nostro manoscritto lo nomina Egidio, senza parlar del casato. Costui, da una sua finestrina chedominava un cortiletto di quel quartiere, avendo veduta Gertrude qualche volta passare o girandolarl, per ozio, allettato anzi che atterrito dai pericoli e dallempiet dellimpresa, un giorno osrivolgerle il discorso. La sventurata rispose.(A. Manzoni, I Promessi Sposi X)

Esempio 5.Ud una voce: - Sor ufficiale, chiedo scusa, ma quand che arriva il cambio? Mhanno piantato quigi da tre ore! - Era una sentinella che sappoggiava alla lancia come avesse il torcibudella.Agilulfo non si volt neppure; disse: - Ti sbagli, non sono io lufficiale di scolta, - e pass avanti.- Perdonatemi, sor ufficiale. Vedendovi girare per di qui, mi credevo...(I. Calvino, Il cavaliere inesistente)

Esempio 6.- Nic, finisci che mi fai male se continui a muoverti come un gorilla.- Lasciami stare, Andra, che ogni volta che vengo qui e vedo cosa sta facendo quel disgraziato(M. Murgia, Accabadora)

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N.7 CATACRSI (gr. katchresis, abuso, consumo): uso figurato di parole o immaginitalmente comune e per cos dire stabilizzato, da aver perduto il suo iniziale valore traslato (peresempio: collo della bottiglia, piedi della montagna, gambe del tavolo, letto del fiume ecc.).Tale figura risponde a un criterio di economia linguistica, in quanto si utilizzano termini giesistenti, spesso riferiti al corpo umano o alle attivit umane, invece di dare vita a parole nuove.

Esempio 1.La palma della manoi datteri non fa,sulla pianta del piedechi si arrampicher?Non porta scarpe il tavolo,su quattro piedi sta:il treno non scodinzolama la coda ce lha.Anche il chiodo ha una testa,per non ci ragiona:la stessa cosa capitaa pi duna persona.(G. Rodari, La testa del chiodo)

Esempio 2.Ti do me stessa,i meriggisul ciglio delle cascate,i tramontiai piedi delle statue, sulle colline,fra tronchi di cipressi animatidi nidi (A. Pozzi, Bellezza 13-19)

Esempio 3.Le mie ginocchiaavide di molto camminosono state generatedalla tua grazia.

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Ho dovuto riposareai piedi della montagnasenza mai sormontarlama Ti ringrazioper avermi destinata a servire.Non ad essereuna regina potentema unumile serva.(A. Merini, da Magnificat. Un incontro con Maria 1-12)

Esempio 4.Un vento gelido spazzava i viali, torcendo le chiome leggere dei platani. Sotto il cielo gravido dinubi di pioggia, una ventina di persone si assiepavano intorno alle bare.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

Esempio 5.La camicia e i jeans si erano asciugati malamente appesi nel bagno, ma se li rimise, non avendoscelta. Decise di prendere un autobus, cosa che non faceva mai, e di andare in ufficio anche lui.(G. Lepore, Angelo che sei il mio custode)

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N.8 EUFEMSMO (gr. euphemo, u + phem, dire parole di buon augurio): utilizzo ditermini o espressioni gradevoli al posto di termini o espressioni sgradevoli, oppure oggetto di tablinguistici o culturali. Il procedimento opposto, che si chiama DISFEMSMO (gr. dusphemo, dus+ phem, dire parole di cattivo augurio), impiega, al posto di espressioni o termini positivi,termini che hanno di per s valore negativo o offensivo, ma che nel contesto sono utilizzati in modoscherzoso e affettuoso (per esempio: birbante).La figura delleufemismo consente di esprimere con un certo riguardo o almeno attenuarelasprezza di termini e concetti non graditi o per vari motivi ritenuti censurabili.

Esempio 1.Quando rispuosi, cominciai: Oh lasso,quanti dolci pensier, quanto disiomen costoro al doloroso passo!.(Dante, Inferno V, 112-114)

Esempio 2.Angelica a Medor la prima rosacoglier lasci, non ancor tocca inante:n persona fu mai s aventurosachin quel giardin potesse por le piante.(L. Ariosto, Orlando Furioso XIX, 33, 1-4)

Esempio 3. un vecchio che parte; e il paesegli porta qualcosa che chiese, cantando sotto il cielo doro:O vivo pan del ciel!...(G. Pascoli, Il viatico 13-16)

Esempio 4.Il tabaccaio sullangolo della strada dove abitava Enne 2 riconobbe nella fotografia luomo cheveniva a prendere la sua razione di tabacco da lui. Cribbio! esclam. Chi lavrebbe maipensato?(E. Vittorini, Uomini e no)

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Esempio 5. [disfemismo]Sta zitto, buffone, sta zitto: non rimestar queste cose; ch, se dovessimo ora fare i conti, non sochi avanzerebbe. Io ho perdonato tutto: non ne parliam pi: ma me navete fatti de tiri. Di te nonmi fa specie, che sei un malandrinaccio; [].(A. Manzoni, I Promessi Sposi XXXVIII)

Esempio 6. [disfemismo]Mi sono entrati in casa, dice. In casa mia. [] Mollo casa per mezzora. E me la trovo saccheggiata.A casa di Paco, da cui la gente gira al largo. Le lampadine ancora calde, ho trovato. []Dappertutto sono entrati. Da Magda. Da Luisa. Perfino dalle due rinco, Ver e quellaltra.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

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N.9 FIGURA ETIMOLOGICA: ripetizione nella stessa frase o enunciato di due o pi terminiche hanno la stessa radice etimologica.Tale figura, di natura grammaticale, consente di insistere su un concetto o immagine che si vuoleporre in rilievo.

Esempio 1.Amor, cha nullo amato amar perdona,mi prese del costui piacer s forte,che, come vedi, ancor non mabbandona.(Dante, Inferno V, 103-105)

Esempio 2.Perch a me par, vivendo questa miapovera vita, unaltra rasentarnecome nel sonno, e che quel sonno siala mia vita presente.(C. Sbarbaro, Talor, mentre cammino solo al sole 13-16)

Esempio 3.Sognavamo nelle notti ferociSogni densi e violentiSognati con anima e corpo:Tornare; mangiare; raccontare.(P. Levi, Alzarsi 1-4)

Esempio 4.La tua irrequietudine mi fa pensareagli uccelli di passo che urtano ai farinelle sere tempestose: una tempesta anche la tua dolcezza,turbina e non appare.(E. Montale, Dora Markus 16-20)

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Esempio 5.Aveva avuto incarico dalcune commissioni da parte della sora Liliana, povera signora! Pag unconto, compraje du scope da lo scoparo: provede er riso, la cera per li parquet, ann a port unfagotto a la sarta.(C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana)

Esempio 6.Rise il mio principe della sua dolce risata; e con un remo solo manovr per riavvicinarsi.(F. Petrizzo, Memorie di una cagna)

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N.10 HPAX (avverbio greco: una volta soltanto) o HPAX LEGMENON (gr. detto unavolta soltanto): termine che compare una sola volta allinterno di una singola opera o in tutte leopere di un autore o in un tutto il sistema letterario di una lingua. Soltanto studi statistici relativi allafrequenza duso delle parole di un determinato corpus, e conseguente compilazione di dizionarispecifici, possono dare nota di questo fenomeno linguistico; limpiego delle moderne tecnologieinformatiche rende molto pi celeri e sistematici questi tipi di ricerca.Gli hapax non costituiscono una figura retorica in senso stretto, rispondono piuttosto alla volontdellautore di usare un certo termine solo in un determinato contesto, oppure, nel caso in cuilhapax sia anche un neologismo, alla necessit dellautore di creare un termine nuovo peresprimere un concetto ritenuto altrimenti inesprimibile.

Esempio 1. Trasumanar significar per verbanon si poria; per lessemplo bastia cui esperenza grazia serba.(Dante, Paradiso I, 70-72)

[Hapax nella Commedia e fino alla raccolta di versi di P. P. Pasolini, Trasumanar e organizzar,1971]

Esempio 2. E nella notte nera come il nulla,

a un tratto, col fragor darduo dirupo

che frana, il tuono rimbomb di schianto:

rimbomb, rimbalz, rotol cupo,

e tacque, e poi rimareggi rinfranto,

e poi van. Soave allora un canto

sud, di madre, e il moto di una culla.

(G. Pascoli, Il tuono)

[Hapax neologismo, che riproduce foneticamente il moto ondeggiante del mare, anticipa i fonemi dirinfranto e suggerisce il movimento della culla a fine poesia]

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Esempio 3. Caro piccolo insettoche chiamavano mosca non so perch,stasera quasi al buio

mentre leggevo il Deuteroisaiasei ricomparsa accanto a me,ma non avevi occhiali,non potevi vedermin potevo io senza quel luccichoriconoscere te nella foschia.(E. Montale, Xenia I, 1)

[Hapax nel Montale pi tardo]

Esempio 4. [] Perci la nostra rigenerazione dipende da una, per cos dire, ultrafilosofia, che conoscendolintiero e lintimo delle cose, ci ravvicini alla natura. E questo dovrebbessere il frutto dei lumistraordinari di questo secolo. (7 giugno 1820)(G. Leopardi, Zibaldone)

[Hapax nel sistema letterario italiano]

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N.11 IPRBOLE (gr. hyperbol, hypr + bllo, il lanciare oltre, esagerazione,amplificazione): enfatizzazione sproporzionata, per eccesso o per difetto, nellespressione di unconcetto.Tale figura conferisce maggiore incisivit allenunciato, che si connota di proporzioni maggiori ominori rispetto alla realt oggettiva.

Esempio 1.Ondeggi il sangue per campagna, e corsecome un gran fiume, e dilag le strade.Ottantamila corpi numerorse,che fur quel d messi per fil di spade.(L. Ariosto, Orlando furioso XVIII, 162, 3-6)

Esempio 2.Or poserai per sempre,stanco mio cor. Per linganno estremo,cheterno io mi credei. Per. Ben sentoin noi di cari inganni,non che la speme, il desiderio spento.(G. Leopardi, A se stesso 1-5)

Esempio 3.Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scaleE ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino.Anche cos stato breve il nostro lungo viaggio.(E. Montale, Xenia II, 5, 1-3)

Esempio 4.Basta: ci penser questa notte; ma intanto non cominci a farsi male da s, a rovinarsi la salute;mangi un boccone.Ci penser io, rispose, brontolando, don Abbondio: sicuro; io ci penser, io ci ho da pensare.E salz, continuando: non voglio prender niente; niente: ho altra voglia: lo so anchio che tocca apensarci a me. Ma! la doveva accader per lappunto a me.Mandi almen gi questaltro gocciolo, disse Perpetua, mescendo. Lei sa che questo le rimettesempre lo stomaco.(A. Manzoni, I Promessi sposi I)

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Esempio 5.Io ti supplico, fiamma divina, fuoco di Promteo. Che col tuo tocco puoi distruggere una citt.Asciugare il mare. Tramutare la pietra in pane. Il fango in oro. Loro in cibo. (C. Alvaro, Lunga notte di Medea)

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N.12 LITTE (gr. littes, semplicit, attenuazione): affermazione di un concetto che nonviene espresso in modo esplicito, bens mediante la negazione del suo contrario.Tale figura consente di attenuare la portata negativa di quanto si intende affermare, ma anche, alcontrario, rimarcarne la positivit; talora la litote connota lespressione di una certa ironia.

Esempio 1.[] e fea quelle isole fecondecol suo primo sorriso, onde non tacquele tue limpide nubi e le tue frondelinclito verso di colui che lacque

cant fatali [].(U. Foscolo, A Zacinto 5-9)

Esempio 2.Molte volte Novembre ritornatoNella mia vita, e questo che oggi ha inizioNon il peggiore: quietoBench non privo di apprensioni.(M. Guidacci, Molte volte Novembre ritornato 1-4)

Esempio 3.C ancora qualche lume allorizzontee chi lo vede non un pazzo, solo un uomo e tu intendevi di non esserlo per amore di unombra. [](E. Montale, A questo punto 14-17)

Esempio 4.Il nostro Abbondio non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, sera dunque accorto, primaquasi di toccar gli anni della discrezione, dessere, in quella societ, come un vaso di terra cotta,costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.(A. Manzoni, I promessi sposi I)

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Esempio 5.Il campanello trill. La Lul fece il diavolo a quattro. LAssunta era andata ad aprire. Dopo qualcheparlotto, di l, entr in sala un giovane, vestito dun completo grigio di taglio non inelegante. Fufatto sedere.(C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana)

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N.13 METFORA (gr. metafro, trasferire, portare oltre): trasferimento semantico dalsenso proprio al senso traslato di un elemento, che sia parola, locuzione o concetto, associato in unasintesi unitaria a un altro sia per similarit evidenti, sia per affinit anche molto lontane tra loro.Tale figura, definita a lungo come similitudine abbreviata (non sono impiegati connettivi logicidel tipo come, cos, tale quale, similmente ecc.), va oltre la semplice somiglianza fraelementi, perch in realt consente di creare liberamente nuove associazioni di idee, nuovi modi dipensare la realt delle cose, nuovi modi di intendere e descrivere il mondo che ci circonda. Non acaso viene considerata da molti la regina delle figure.

Esempio 1.Din su la vetta della torre antica,passero solitario, alla campagnacantando vai finch non more il giorno;Ed erra larmonia per questa valle.Primavera dintornobrilla nellaria, e per li campi esultas cha mirarla intenerisce il core.(G. Leopardi, Il passero solitario 1-7)

Esempio 2.Non ho vogliadi tuffarmiin un gomitolodi strade(G. Ungaretti, Natale 1-4)

Esempio 3. Fanciullo, fanciullo,sopra il mio cammino,che va per una landa senza ombre,sono i tuoi puri occhidue miracolose corollesbocciate a lavarmi lo sguardo.(A. Pozzi, Notturno invernale 26-31)

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Esempio 4. Io ero un uccellodal bianco ventre gentile, qualcuno mi ha tagliato la gola per riderci sopra, non so.Io ero un albatro grande e volteggiavo sui mari. Qualcuno ha fermato il mio viaggio, senza nessuna carit di suono. Ma anche distesa per terra io canto ora per tele mie canzoni damore.(A. Merini, Lalbatros)

[La lirica di Merini si sviluppa tutta quanta lungo due ampie metafore strettamente connesse: laterribile vita in manicomio della poetessa, albatro catturato, ferito e tenuto a terra, e il cantodamore innalzato attraverso la poesia.]

Esempio 5.In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo. Quello che accaddedegli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilire allora n dopo: la notteli inghiott, puramente e semplicemente.(P. Levi, Se questo un uomo)

Esempio 6.Clitemnestra, incinta per la seconda volta, accanto al marito sorrideva con il sorriso da lupo che glianni non avevano scalfito. Ma adesso cera abbastanza fuoco dentro me per reggerlo. Io sono dipietra. Mi sporsi in avanti, baciando Menelao sulla guancia destra.(F. Petrizzo, Memorie di una cagna)

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N.14 METONMIA o METONIMA (gr. metonyma, met+ noma scambio di nome):sostituzione di un termine di senso proprio con un altro di senso traslato, che ha con il primorapporti di contiguit logica, materiale o concettuale (per esempio, il contenitore per il contenuto,leffetto per la causa e viceversa, il proprietario per la cosa posseduta, lautore per lopera, il luogoper i suoi abitanti, il concreto per lastratto e viceversa ecc.); pertanto i due termini sono legati da unrapporto di reciproca dipendenza. Quando tale sostituzione riguarda il piano della quantit (peresempio la parte per il tutto e viceversa, il singolare per il plurale e viceversa), si parla piprecisamente di SINDDOCHE (gr. synekdok, syn + dchomai, accogliere insieme).Tale figura, presente ampiamente anche nel linguaggio quotidiano, conferisce maggiore espressivite creativit allimmagine prodotta.

Esempio 1.Io gli studi leggiadritalor lasciando e le sudate carte,ove il tempo mio primoe di me si spendea la miglior parte,din su i veroni del paterno ostelloporgea gli orecchi al suon della tua voce,ed alla man veloceche percorrea la faticosa tela.(G. Leopardi, A Silvia 15-22)

Esempio 2.ma per le vie del borgodal ribollir de tiniva laspro odor de i vinilanime a rallegrar.(G. Carducci, San Martino 5-8)

Esempio 3.Non gridatemi pi dentro,non soffiatemi in cuorei vostri fiati caldi, contadini.

Beviamoci insieme una tazza colma di vino!(R. Scotellaro, Sempre nuova lalba 1-4)

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Esempio 4. [sineddoche]Sul lago le vele facevano un bianco e compatto poemama pari pi non gli era il mio respiroe non era pi un lago ma un attonitospecchio di me una lacuna del cuore.(V. Sereni, Ritorno)

Esempio 5. [sineddoche]Tutta vestita a festa la giovent del loco lascia le case, e per le vie si spande; e mira ed mirata, e in cor sallegra.(G. Leopardi, Il Passero Solitario 32-35)

Esempio 6. [sineddoche][] Quando vi mettete a fare tutti quei figliuoli non ci pensate che son tante bocche chemangiano? Ve li ho fatti far io tutti quei figliuoli? Io mi son fatto prete per non averne.(G. Verga, Il reverendo, in Novelle rusticane)

Esempio 7.Non so neppure dove stiamo andando. Non glielho chiesto. E lei non ne ha fatto cenno. Guidaassorta. I capelli attorti in un nodo stretto. I rayban fissi sulla strada. Chiss che sta pensando.(C. Palazzolo, Strappami il cuore)

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N.15 OSSMORO o OSSIMRO (gr. oxmoron, oxs + mors, arguta insensatezza):accostamento nella stessa unit grammaticale o sintattica di due termini antitetici che sicontraddicono a vicenda.Tale figura conferisce maggiore incisivit allimmagine, posta in rilievo proprio dallapparenteincongruenza verbale con cui viene espressa.

Esempio 1.Di tutto quel cupo tumulto,di tutta quellaspra bufera,non resta che un dolce singultonellumida sera.(G. Pascoli, La mia sera 13-16)

Esempio 2.Spazio spazio, io voglio, tanto spazioper dolcissima muovermi ferita:voglio spazio per cantare crescereerrare e saltare il fossodella divina sapienza.Spazio datemi spazioChio lanci un urlo inumano,quellurlo di silenzio negli anniche ho toccato con mano.(A. Merini, Spazio)

Esempio 3.Lasciate, disse Federigo, prendendola con amorevole violenza, lasciate chio stringa codestamano che riparer tanti torti, che sparger tante beneficenze, che sollever tanti afflitti, che sistender disarmata, pacifica, umile a tanti nemici.(A. Manzoni, I Promessi Sposi XXIII)

Esempio 4.Se prendevi ogni parte del volto singolarmente, il naso aquilino, la bocca grande, il mentosfuggente, gli occhi slavati era un disastro, ma poi, se ricomponevi tutto, usciva fuori qualcosa distranamente magnetico, con una sua disarmonica bellezza.(N. Ammaniti, Ti prendo e ti porto via)

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Esempio 5.Sono la Mirta che vuole tutto. [] Lamante di Robin. Quella che non sarrende di fronte a unaporta chiusa. Quella che sfonda le porte. Che spinge via la lapide come una coperta pesante. Sonoil suo amore esigente. Sono lurlo muto che lattraversa. Questa Mirta. La vera Mirta.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

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N.16 PERFRASI (gr. perphrasis, per + phrzo, parlare con circonlocuzioni) oCIRCONLOCUZINE (lat. circumloctio, circmloquor, usare perifrasi): giro di parole peresprimere un unico termine o concetto.Tale figura consente di evitare la ripetizione di un medesimo termine o lespressione esplicita di untermine troppo crudo e sgradevole oppure oggetto di tab culturale o sociale; consente anche, alcontrario, di dare maggiore rilievo a quanto non esplicitato in modo diretto con un solo termine.

Esempio 1.Era gi lora che volge il disioai navicanti e ntenerisce il corelo d chan detto ai dolci amici addio;[].(Dante, Purgatorio I, 1-3)

Esempio 2.Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna;[].(F. Petrarca, Chiare, fresche et dolci acque 1-3)

Esempio 3.[] Io quando il monumentovidi ove posa il corpo di quel grandeche, temprando lo scettro a regnatori,gli allor ne sfronda, ed alle genti sveladi che lagrime grondi e di che sangue;e larca di colui che nuovo Olimpoalz in Roma a Celesti; e di chi videsotto letereo padiglion rotarsipi Mondi, e il Sole irradiarli immoto,onde allAnglo che tanta ala vi stesesgombr primo le vie del firmamento:te beata, gridai, [].(U. Foscolo, Dei Sepolcri 154-165)

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Esempio 4.Giova guarire? Giova che si viva?O meglio giova lOspite furtivache ci affranca dal Tempo e dallo Spazio?(G. Gozzano, La signorina Felicita VII, 40-42)

Esempio 5.Eppure, la vita di questuomo era dominata dal pensiero della donna! Quando, nella valle diJosafat, le tre sorelle sapranno che cosa pensava Giovanni nelle lunghe ore del pomeriggio, di cheparlava con gli amici, [] le povere donne rivolgeranno lo sguardo a Dio come le alunne alprofessore che si degnato di far loro una burla.(V. Brancati, Don Giovanni in Sicilia)

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N.17 PRETERIZINE (lat. praetertio, prter + o, il passare oltre, il tralasciare):dichiarazione di voler rinunciare a parlare di un dato argomento, nel momento stesso in cui invecelo si sta facendo in modo esplicito.Tale figura consente di richiamare lattenzione proprio su ci di cui, in apparenza, si dice di nonvoler parlare.

Esempio 1.Che per leffetto de suo mai pensierifidandomi di lui, io fossi preso e poscia morto, dir non mestieri;[].(Dante, Inferno XXXIII, 16-18)

Esempio 2.Cesare taccio che per ogni piaggiafece lerbe sanguignedi lor vene, ove l nostro ferro mise.(F. Petrarca, Italia mia, bench l parlar sia indarno 49-51)

Esempio 3.(e non ti nascondoquelle infinite complicazioni simboliche che non ti rivelo)(E. Sanguineti, Codicillo 9, 2-3)

Esempio 4.Noi non seguiremo Gertrude in quel giro continuato di spettacoli e di divertimenti. E neppuredescriveremo, in particolare e per ordine, i sentimenti dellanimo suo in tutto quel tempo: sarebbeuna storia di dolori e di fluttuazioni, troppo monotona, e troppo somigliante alle cose gi dette.Lamenit de luoghi, la variet degli oggetti, quello svago che pur trovava nello scorrere in qua e inl allaria aperta, le rendevan pi odiosa lidea del luogo dove alla fine si smonterebbe per lultimavolta, per sempre. Pi pungenti ancora eran limpressioni che riceveva nelle conversazioni e nellefeste. La vista delle spose alle quali si dava questo titolo nel senso pi ovvio e pi usitato, lecagionava uninvidia, un rodimento intollerabile; [].(A. Manzoni, I promessi Sposi X)

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N.18 PROSOPOPA (gr. prosopopoia, prsopon + poio, lett. rifaccio il volto, da cuipersonificazione) o PERSONIFICAZIONE: raffigurazione con caratteristiche di persona umanadi esseri inanimati o astratti oppure animali e anche individui morti.Tale figura, tipica delle fiabe, delle favole o delle narrazioni allegoriche, consente di avvicinare almondo umano qualunque personaggio inanimato di fantasia, oppure di dare voce a personaggi gidefunti, le cui parole in questo modo rivestono maggiore autorevolezza e saggezza.

Esempio 1.Laudata sii per il tuo viso di perla,o Sera, e pe tuoi grandi umidi occhi ove si tacelacqua del cielo![]Laudata sii per le tue vesti aulenti,o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salceil fien che odora!(G. DAnnunzio, La sera fiesolana 15-17; 32-34).

Esempio 2.Da un pezzo si tacquero i gridi:l sola una casa bisbiglia.Sotto lali dormono i nidi,come gli occhi sotto le ciglia.[]Unape tardiva sussurratrovando gi prese le celle.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno 5-8; 13-14)

Esempio 3.Vanno a sera a dormire dietro i montile nuvolette stanche.(U. Saba, Favoletta 5-6)

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Esempio 4.Febbraio sbarazzino.[]Questo mese un ragazzo fastidioso, irritante,che mette a soqquadro la casa,[].(V. Cardarelli, Febbraio 1; 8-10)

Esempio 5.Dalla finestra apertaentran le voci calmedel fiume,[].(A. Bertolucci, Mattino 1-3)

Esempio 6.E ripresa lascia in mano, tir gi un solennissimo colpo sul pezzo di legno. Ohi! tu mhai fatto male! grid rammaricandosi la solita vocina.(C. Collodi, Le avventure di Pinocchio)

Esempio 7.Giuseppe prese il fucile e and a caccia. Vide subito una lepre che balzava da una siepe e correva inun campo. Punt il fucile, prese la mira e premette il grilletto. Ma il fucile disse: Pum!, propriocon voce umana, e invece di sparar fuori la pallottola la fece cadere per terra. (G. Rodari, Il cacciatore sfortunato, in Favole al telefono)

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N.19 SMBOLO (gr. smbolon, syn + bllo, lett. lancio insieme, da cui unione ,segno [diriconoscimento]): rappresentazione iconica di concetti o qualit astratte mediante un oggettoconcreto, la cui dimensione simbolica o interna alloggetto stesso o fondata su convenzionicondivise allinterno di un medesimo ambito culturale.Tale figura, facendo uso di animali, oggetti o immagini che appartengono al patrimonio culturaledel lettore, allinterno di una medesima societ o epoca, consente unimmediata interpretazione delsignificato voluto, anche se complesso.

Esempio 1.Poscia che Costantin laquila volsecontr al corso del ciel, chella seguiodietro a lantico che Lavina tolse,

cento e centanni e pi luccel di Dione lo stremo dEuropa si ritenne,vicino a monti de quai prima usco;[].(Dante, Paradiso VI, 1-6)

Esempio 2.Oh giornate del nostro riscatto!Oh dolente per sempre coluiche da lunge, dal labbro daltrui,come un uomo straniero, le udr!Che a suoi figli narrandole un giornodovr dir sospirando: io non cera;che la santa vittrice bandierasalutata quel d non avr.(A. Manzoni, Marzo 1821, 97-104)

Esempio 3.Ora l, come in croce, che tendequel verme a quel cielo lontano;e il suo nido nellombra, che attende,che pigola sempre pi piano.

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Anche un uomo tornava al suo nido:luccisero: disse: Perdono;e rest negli aperti occhi un grido:portava due bambole in dono...(G. Pascoli, X agosto 9-16)

Esempio 4.Forse, la Salnitro un po pi magra, ma le cosce.E guarda le cosce di questa, scemo! Guarda, asino! Uhuu!.(V. Brancati, Don Giovanni in Sicilia)

Esempio 5.Lamore. Certo, lamore. Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta. Lo sapeva lui che coseralamore(G. Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo)

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N.20 SIMILITDINE (lat. similitdo, smilis, somiglianza, paragone): rapporto disomiglianza fra due entit (oggetti, persone, animali, immagini, situazioni, concetti ecc.), che hannoin comune almeno un elemento; esse sono messe a confronto tramite limpiego di connettivi logicidel tipo come, cos, tale quale, similmente ecc., o espressioni verbali quali sembrare,parere, essere simile, somigliare ecc. la figura retorica pi semplice, perch costruita su unastruttura analitica ed esplicita raffigurabile come x come y.Tale figura consente di rendere chiari e comprensibili concetti anche molto complessi, comedimostrato, per esempio, dallampio uso che ne fa Dante nella Divina Commedia. Va da s che lesimilitudini, anche se frutto di un ragionamento analogico palese ed evidente, possono produrre esitiinediti e decisamente creativi.

Esempio 1.Da un pezzo si tacquero i gridi:l sola una casa bisbiglia.Sotto lali dormono i nidi,come gli occhi sotto le ciglia.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno 5-8)

Esempio 2.Si sta comedautunnosugli alberile foglie(G. Ungaretti, Soldati)

Esempio 3.Tu sei come la rondineche torna in primavera.Ma in autunno riparte;e tu non hai questarte.(U. Saba, A mia moglie 69-72)

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Esempio 4.Verr la morte e avr i tuoi occhi questa morte che ci accompagnadal mattino alla sera, insonne,sorda, come un vecchio rimorsoo un vizio assurdo. [](C. Pavese, Verr la morte e avr i tuoi occhi 1-5)

Esempio 5.La Gina non laveva neppur guardata, dopo una stretta di mano di dovere. Fece solo una carezzacciaalla canina: che da quei bf bf cos stizzosi, cattiva! trascorse ad alcuni ringhi decrescenti, comedun temporalino in ritirata, e alfine si chet.(C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana)

Esempio 6.La cosa pi straordinaria [n.d.r. del geco] sono le zampe, vere e proprie mani dalle dita morbide,tutte polpastrelli, che premute contro il vetro vi aderiscono con le loro minuscole ventose: le cinquedita sallargano come petali di fiorellini in un disegno infantile, e quando una zampa si muove, siraccolgono come un fiore che si chiude, per tornare poi a distendersi e a schiacciarsi contro ilvetro, facendo apparire delle striature minutissime, simili a quelle delle impronte digitali.(I. Calvino, Palomar 2.1.2)

Esempio 7.Il figlio come un filo che deve entrare nella cruna della propria crescita. Il padre come un filoche va sfilato.(V. Magrelli, Geologia di un padre)

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N.21 SINESTESA (gr. synisthesis, syn + isthesis, percezione simultanea): associazionenella medesima locuzione, grammaticale o sintattica, di termini appartenenti a sfere sensorialidiverse.Tale figura consente di dare vita a immagini molto suggestive e allusive, che creano ineditedimensioni multisensoriali.

Esempio 1. [olfatto e vista]Dai calici aperti si esalalodore di fragole rosse.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno 9-10)

Esempio 2. [udito e vista]Don Don E mi dicono, Dormi! mi cantano, Dormi! sussurrano,Dormi! bisbigliano, Dormi!l, voci di tenebra azzurra (G. Pascoli, La mia sera 33-36)

Esempio 3. [gusto e udito]Io vivere vorrei addormentatoentro il dolce rumore della vita. (S. Penna, Io vivere vorrei addormentato)

Esempio 4. [gusto e vista]Io penso che il tuo modo di sorridere pi dolce del solesu questo vaso di fiorigi un pocoappassiti (A. Pozzi, Non so 1-5)

Esempio 5. [tatto, vista, udito]Quanto, marine, queste fredde luciparlano a chi straziato vi fuggiva.(E. Montale, Riviere 39-40)

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Esempio 6. [olfatto e tatto]La porta del tempio si apr e pensai che fosse Callira. Perdevo il senso del tempo l immobile perlunghe ore, le narici piene del profumo morbido del legno di sandalo, gli occhi persi nella luceobliqua che entrava dallunico lucernario, appena sopra laltare.(F. Petrizzo, Memorie di una cagna)

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N.22 SOLECSMO (gr. soloikisms, da sloikos, che parla male, derivato a sua volta da Sloi,Soli, antica colonia greca della Cilicia, costa sud-orientale dellAnatolia vicino allodierna Siria,dove i coloni ellenici parlavano un greco assai sgrammaticato rispetto alla lingua dellamadrepatria): uso errato o improprio della lingua, rispetto alle norme standard riconosciute corrette.Il solecismo, pi diffuso in prosa che in poesia, non costituisce una figura retorica in senso stretto.Tuttavia, quando non si tratti di un errore vero e proprio, esso impiegato per caratterizzare inmodo espressivo un personaggio, una situazione, un ambiente (forme dialettali, registro colloquiale,linguaggio infantile o giovanile ecc.). Appartiene al campo dellordine, della sintassi o delcontenuto, a seconda del tipo di sgrammaticatura prodotta.

Esempio 1.Ognuna pe ss, Dio pe ttutte! A Taormina, a Cernobbio, a Ppositano, a Baveno, sintestard: aCapri, a Fiesole, a Santa Margherita, a Venezia, il tono sindur, senfatizz severo nel crescendo,ruga verticale n miezz a fronte: A Ccortina dAmpiezzo!DAmpezzo, brontol Ingravallo.DAmpezzo, dAmpezzo: e vva buono, Ingravallo, vuie site nu professore e filosofia.(E. Gadda, Quer pasticciccio brutto de via Merulana)

Esempio 2.Il languore cominciava a Giovanni fin dal pomeriggio, quando egli faceva seriamente discorsicome:La lina stasera non usci.Ma perch dici la lina e non la luna? Usci e non esce?, domandava lamico.Giovanni alzava una spalla. Ma una volta rivel il segreto: voleva risparmiarsi la fatica dipronunciare esattamente le parole []. Mi secca dirle giuste!.(V. Brancati, Don Giovanni in Sicilia)

Esempio 3.Non credo di avere un posto in cui tornare. Da nessunissima parte del mondo. Al mondissimo,direbbe Robin. O forse ce lho.(C. Palazzolo, Non mi uccidere)

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Esempio 4.Mi osserva con un pizzico di preoccupazione mista a sostanziale disapprovazione, mentre cerco disalire sul cavallo che mi hanno gentilmente affidato: una femmina di nome Luna, e spero che siadavvero lopposto del pianeta che ricorda.(A. Premoli, Ti prego lasciati odiare)

Esempio 5. [famoso solecismo di natura non letteraria]Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sonoesercitate dal Presidente del Senato. [](Costituzione della Repubblica Italiana, art. 86, primo comma)

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NADIA GAMBIS: / NATA E VIVE A LIVORNO. HA FREQUENTATO LUNIVERSIT DI PISA, LAUREA CON LODE IN LETTERE,

INDIRIZZO CLASSICO. GRAZIE AL SUO LAVORO DI TESI SUL TEATRO PLAUTINO, CONTRIBUTI AD UNA

METAFOROLOGIA PLAUTINA. (PSEUDOLUS), LE STATO RICONOSCIUTO UN ASSEGNO MINISTERIALE

QUADRIENNALE PRESSO IL DIPARTIMENTO DI FILOLOGIA LATINA DI PISA. HA INSEGNATO MATERIE

LETTERARIE, CURANDO IN PARTICOLARE LASPETTO LINGUISTICO E LETTERARIO DELLITALIANO E DEL

LATINO. NEL 1989 HA PUBBLICATO UNA SILLOGE POETICA, FIORE DI DONNA, EDITRICE NUOVA FORTEZZA.

COAUTRICE DI DUE CORSI DI GRAMMATICA, LINGUA E CULTURA LATINA PER IL BIENNIO DEI LICEI, PROXIME,

TREVISINI EDITORE, 2010; AGENDA LATINA, BOMPIANI, 2013 E 2014. TIENE SEMINARI DI LATINO E LEZIONI

DI LETTERATURA ITALIANA PRESSO LUNITRE CITTADINA. SI DEDICA ANCHE ALLA SCRITTURA DI TESTI

POETICI E RACCONTI BREVI, PUBBLICATI TALVOLTA IN FORMA CARTACEA OPPURE ON-LINE. NEL 2016 HA

FATTO PARTE DELLA GIURIA DEL CONCORSO NAZIONALE DI PROSA E POESIA SCARABEUS.

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Le figure retoriche III le figure del contenutoQuesto lavoro nasce all'interno della sezione Academydi Literaria Servizi e Consulenza Editorialidedicata alle Figure retoriche a cura di Nadia GambisNADIA GAMBIS: / NATA E VIVE A LIVORNO. HA FREQUENTATO LUNIVERSIT DI PISA, LAUREA CON LODE IN LETTERE, INDIRIZZO CLASSICO. GRAZIE AL SUO LAVORO DI TESI SUL TEATRO PLAUTINO,CONTRIBUTI AD UNA METAFOROLOGIA PLAUTINA. (PSEUDOLUS), LE STATO RICONOSCIUTO UN ASSEGNO MINISTERIALE QUADRIENNALE PRESSO IL DIPARTIMENTO DI FILOLOGIA LATINA DI PISA. HA INSEGNATO MATERIE LETTERARIE, CURANDO IN PARTICOLARE LASPETTO LINGUISTICO E LETTERARIO DELLITALIANO E DEL LATINO. NEL 1989 HA PUBBLICATO UNA SILLOGE POETICA,FIORE DI DONNA, EDITRICE NUOVA FORTEZZA. COAUTRICE DI DUE CORSI DI GRAMMATICA, LINGUA E CULTURA LATINA PER IL BIENNIO DEI LICEI,PROXIME, TREVISINI EDITORE, 2010;AGENDA LATINA, BOMPIANI, 2013 E 2014. TIENE SEMINARI DI LATINO E LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA PRESSO LUNITRE CITTADINA. SI DEDICA ANCHE ALLA SCRITTURA DI TESTI POETICI E RACCONTI BREVI, PUBBLICATI TALVOLTA IN FORMA CARTACEA OPPURE ON-LINE. NEL 2016 HA FATTO PARTE DELLA GIURIA DEL CONCORSO NAZIONALE DI PROSA E POESIASCARABEUS.