“LE DIRETTIVE ATEX. SVILUPPI E PROSPETTIVE” · caratteristiche chimico-fisiche sostanze, ......
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“LE DIRETTIVE ATEX. SVILUPPI E PROSPETTIVE”
“LE DIRETTIVE ATEX. SVILUPPI E PROSPETTIVE”
Contenuti del Documento sulla protezione contro le esplosioni e la gestione del rischio in aziende certificate
secondo OHSAS 18001 o LINEE GUIDA UNI-INAIL
Relatore: ing. Matteo Pettenuzzo NECSI S.r.l
ConsulenzaSintesi e verità
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Contenuti del Documento sulla protezione contro le
esplosioni e la gestione del rischio in aziende certificate
secondo OHSAS 18001 o LINEE GUIDA UNI-INAIL
MARCATURA CE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE, NON ELETTRICHE, SISTEMI DI PROTEZIONE, DISPOSITIVI DI CONTROLLO E SICUREZZA PER
ATMOSFERE ESPLOSIVE
94/9/CE = ATEX 100a
FABBRICANTE
99/92/CE = D.Lgs. 81/08
DATORE DI LAVORO
VALUTARE IL RISCHIO ESPLOSIONE A CUI SONO SOTTOPOSTI I
LAVORATORI, FORMAZIONE, MANUTENZIONE, ADEGUARE
IMPIANTI E ATTREZZATURE ECC.
SOGGETTI COINVOLTIATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
DIFFICOLTA’ DI APPROCCIO ALLA MATERIA VISTE LE CONOSCENZE MULTIDISCIPLINARI RICHIESTE
Competenze richieste in ambito ATEX:
� PARAMETRI CHIMICO FISICI E COMPORTAMENTO DI GAS,
LIQUIDI e POLVERI
� IMPIANTI MECCANICI E PROCESSI PRODUTTIVI
� IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICI
� DIRETTIVA 94/9/CE E PRINCIPALI STANDARDS
� DIRETTIVA MACCHINE 2006/42/CE PER I MOLTI CASI DI
APPLICAZIONE CONGIUNTA (MOLTI CONTRASTI)
� RISK ASSESSMENT E RISK MANAGEMENT
� D.LGS.81 (NON SCONTATA)
Seminario tecnico
FOIT
mercoledì26 SETTEMBRE 2012 -TORINO
Seminario tecnico
FOIT
mercoledì26 SETTEMBRE 2012 -TORINO
PRINCIPALI PROBLEMATICHE NELLA GESTIONE DEL RISCHIO ESPLOSIONE
� Problematiche di formazione continua e preparazione sia dei costruttori sia dei tecnici presenti in azienda.
� POLVERI: rimane ancora un problema culturale nelle aziende (difficolta’ nel conoscere e gestire i parametri di combustione ed esplosione).
� Gli esiti del documento di classificazione delle zone e della valutazione del rischio rimangono troppo spesso nell’ufficio del servizio sicurezza (scarsa coinvolgimento ufficio tecnico, manutenzione e acquisti).
� Difficoltà nel gestire i continui cambiamenti introdotti da sostanze utilizzate, modalità di utilizzo, modifiche agli impianti tecnologici.
� Difficoltà nel gestire in anticipo le specifiche tecniche di acquisto.
� Continuo ed inarrestabile cambiamento ed evoluzione delle norme tecniche (armonizzazione a livello IEC).
IMPIANTO TRITURAZIONE STAMPANTI
ESPLOSIONE DA TONER DURANTE LE FASI DICOLLAUDO
ESPLOSIONE DA POLVERE DI TONER
� Nel manuale c’era scritto “… l’impianto deve essere
alimentato da fotocopiatrici e stampanti sprovvisti di
cartucce”;
� Peccato che l’esplosione è stata generata dal
personale del fabbricante stesso durante l’avviamento
!!
� Totale inadeguatezza dal punto di vista costruttivo
dell’impianto!
� Si presume che l’esplosione sia stata generata a causa
dei residui di toner presenti dai fotocopiatori o per
presenza cartuccia non asportata dal fotocopiatore;
�Analizzare il processo produttivo ed
individuare le sostanze ed i
reparti/impianti potenzialmente
esposti al pericolo di esplosione;
�Individuare e censire i punti o aree
di lavoro ove possono verificarsi
emissioni di sostanze in grado di
formare una miscela potenzialmente
esplosiva;
�Classificare le aree di lavoro, le
macchine ed impianti ove si possono
formare atmosfere potenzialmente
esplosive;
FASE 1
�Produrre e mantenere aggiornato il
“documento sulla protezione contro le
esplosioni”
�Individuare e valutare il rischio esplosione
nelle zone classificate;
� Misure tecniche per la prevenzione e
protezione (utilizzo di nuovenuove app.certificate
ATEX, valutazione ed eventuale
adeguamentoadeguamento app. elettriche, meccaniche
esistentiesistenti e sist. protezioni contro le esplosioni)
�Misure organizzativeorganizzative (formazione,
procedure e autorizzazioni scritte, gestione
manutenzionimanutenzioni, cartellonistica ecc.)
�Procedure coordinamento imprese coordinamento imprese
esterneesterne;
FASE 2
DATORE DI LAVORO: OBBLIGHI IN SINTESI
PROCEDIMENTO GENERALE DI CLASSIFICAZIONE
•STUDIO DELLE SOSTANZE TRATTATE
caratteristiche chimico-fisiche sostanze, temperature e pressioni massime alle quali le sostanze vengono a trovarsi, modalità con le quali vengono utilizzate nel processo produttivo, ecc.
•STUDIO AMBIENTALE
Ipotizzare caratteristiche geometriche locali, caratteristiche ventilazione dei locali e macchine, temperature e pressioni ambiente, ecc.
•INDIVIDUAZIONE E ANALISI DELLE SORGENTI DI EMISSIONE
studio delle modalità (grado) e quantità (portata) con le quali le sostanze vengono emesse, ecc.
•CLASSIFICAZIONE DEL TIPO DI ZONA
sulla base dei procedimenti suggeriti dalle norme, individuazione del tipo, forma ed estensione delle zone pericolose
FASE 1: CLASSIFICAZIONE
CONFRONTO APPROCCIO GAS - POLVERI
�APPROCCIO ANALITICO PER IL CALCOLO
DELLE ZONE TRAMITE L’APPLICAZIONE DEI
MODELLI ELEMENTARI SUGGERITI DALLA
GUIDA 31-35 (POZZA, GAS IN SINGOLA
FASE, CONTENITORE ECC.)
�NECESSARIA BUONA CONOSCENZA DEL
FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI
PROCESSO, PRESSIONI, PORTATE,
TIPOLOGIA COMPONENTISTICA UTILIZZATA
ECC.
�VENGONO CALCOLATI I PARAMETRI
DELLA VENTILAZIONE, LE PORTATE DI
EMISSIONE, IL VOLUME PERICOLOSO Vz, LA
DISTANZA PERICOLOSA dz ECC.
GAS, LIQUIDI, VAPORI INFIAMM.
•DIFFICOLTA’ DI REPERIRE I PARAMETRI DI
COMBUSTIONE ED ESPLOSIONE DELLE
POLVERI
•IN MOLTI CASI E’ NECESSARIO RICORRERE
A PROVE DI LABORATORIO
•LA NORMA EUROPEA DEFINISCE UN
APPROCCIO QUALITATIVO ALLA
CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE
•LA NUOVA GUIDA 31-56 ALLINEA IL
PROCEDIMENTO DI CLASSIFICAZIONE DELLE
POLVERI A QUELLO INTRODOTTO DALLA 31-
35 PER I GAS (DISPONIBILITA’ DELLA
VENTILAZIONE, SECONDO TIPO DI ZONA
ECC.); RIMANE IN OGNI CASO UN
APPROCCIO QUALITATIVO
POLVERI COMBUSTIBILI
CLASSIFICAZIONE ZONE:COSE IMPORTANTI DA RICORDARE
�Accertarsi che il documento di classificazione contenga la
rappresentazione grafica in pianta e prospetti possibilmente; le
tavole grafiche devono diventare un documento operativo che
agevola la diffusione del risultato e ne facilita la lettura anche da
personale operativo;
�Non perdere mai il senso fisico delle quantità in gioco
� Buona conoscenza e sensibililtà nell’utilizzare gli strumenti di
calcolo delle zone;
� Profilo multidisciplinare del classificatore;
�Richiesta conoscenza norme tecniche armonizzate specifiche di
alcuni settori industriali;
�MISURE DI CONCENTRAZIONE ED ANEMOMETRICHE IN ALCUNI CASI
a=b=1m
a=b=1m a=b=1m
SE-090SE-091
SE-092
SE-093
SE-095
SE-094
SE-097
SE-096SE-097
T200IP6XT200IP6X
T200IP5X
T200IP5X
T200IP6X
IP5X
TO DC
DUST SUCTION
DUST COLLECTOR
RECYCLE
TO DC
OUTPUT OK
POS 2
POS 1
OUTPUT OK
POS 2
GROSS OUTPUTGROSS OUTPUT
POS 1
FINEOUTPUT
TO DC
CLASSIFICAZIONE ZONE: IMPORTANTE UNA BUONA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA PER RENDERLA FRUIBILE ALL’INTERNO DELL’AZIENDA
IMPORTANTE EVIDENZIARE I PARAMETRI CHE INFLUENZANO LA SCELTA DELLA APPARECCIATURE IP6X T200
FILTRI A MANICHE: ESEMPIO DI DIFFICOLTA’ NELLA GESTIONE DEL RISCHIO
� Nel caso in cui il filtro a maniche si trovi ad aspirare da fasi diverse di un processo produttivo (Es. settore materie plastiche) con diverse tipologie di polveri combustibili e non, in tempi e fasi non controllabili.
FASE A
Es. cariche minerali non combustibili
FASE B
Es. additivi combustibili
FASE C
Es. polimeri combustibili
FASE A
Es. cariche minerali non combustibili
FASE C
Es. polimeri combustibili
FASE A
Es. cariche minerali non combustibili
FASE B
Es. additivi combustibili
FASE C
Es. polimeri combustibili
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
NECSI utilizza come metodo di approccio alla valutazione del rischio il “RASE
PROJECT 2000 – Metodology for risk assessment of unit operations and equipment
for use in potentially explosive atmospheres””
PROJECT PARTECIPANT:
INBUREX (GERMANY) HSE (ENGLAND)
FSA (GERMANY) INERIS (FRANCE)
NIRO (DENMARK) CMR (NORWAY)
�Il RASE PROJECT è all’analisi del CEN/TC305/WG4 per essere incorporato in un
futuro standard europeo (EN ….)
�Si utilizza sia ai fini della marcatura CE Atex delle apparecchiature sia ai fini
della valutazione del rischio esplosione ai sensi della ATEX137
RASE PROJECT 2000: PRINCIPALI CARATTERISTICHE
• E’ basato su standard utilizzati nell’industria aereospaziale americana (us
military standard 882)
• E’ un metodo gia’ ampliamente collaudato in quanto utilizzato da diverse
aziende del settore chimico, farmaceutico, alimentare e siderurgico
• E’ utilizzato anche nel settore assicurativo (zurich insurance company)
• Utilizza un approccio qualitativo
• E’ apprezzato per la semplicita’ e per l’economicita’
RASE PROJECT 2000: STEPS PRINCIPALI
1. Identificazione delle sostanze in gioco, identificazione dei parametri di innesco
e infiammabilita’ delle sostanze, identificazione dei parametri di processo
significativi [vedi classificazione]
2. Identificazione della probabilita’ di accadimento dell’atmosfera esplosiva [vedi
classificazione]
3. Identificazione delle tipologie di inneschi presenti e per quelli presenti
identificazione delle cause, della probabilita’ di accadimento ed efficacia
4. Determinazione della probabilita’ di accadimento dell’esplosione, magnitudo e
livello del rischio tramite la matrice proposta
Analisi del rischio esplosione
Identificazione dei rischiProbabilità presenza atmosfera esplosiva
Probabilità presenza sorgenti di accensione efficaci
Stima del rischioAttribuire un livello del rischio incrociando probabilità/effetti prevedibili
LIVELLO DEL RISCHIO
A � MOLTO ALTO
B � ALTO
C � MODERATO
D � BASSO
Valutazione del rischioDecidere se il rischio è accettabile
Riduzione del rischioValutare le soluzioni tecniche ed organizzative che consentono di eliminare o ridurre il rischio
Tecniche di analisi del rischio
HAZOP, Fault Tree Analysis, Event Tree Analysys, FMEA (Failure Mode and EffectAnalysis)
SORGENTI DI INNESCO DA CONSIDERARE: UNI EN 1127-1
AUTOACCENSIONE DELLE POLVERI ORGANICHE
FULMINI
REAZIONI ESOTERMICHE ELETTRICITA’ STATICA
CONPRESSIONE ADIABATICA E ONDE D’URTO
CORRENTI ELETTRICHE VAGANTI
ULTRASUONIMATERIALE ELETTRICO
RADIAZIONI IONIZZANTISORGENTI DI ORIGINE MECCANICA
ONDE ELETTROMAGNETICHE
(3x1011 - 3x1015 Hz)
FIAMME, GAS CALDI, SCINTILLE DI SALDATURA O TAGLIO
ONDE ELETTROMAGNETICHE A RADIOFREQUENZA (104-3x1012 Hz)
SUPERFICI CALDE
CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI INNESCO
� sorgenti di accensione che possono manifestarsi durante il NORMALE FUNZIONAMENTO;
� sorgenti di accensione che possono manifestarsi unicamente a SEGUITO DI
DISFUNZIONI;
� sorgenti di accensione che possono manifestarsi unicamente a seguito di RARE
DISFUNZIONI.
� Per valutare il rischio bisogna confrontare la probabilità di
� presenza di atmosfera esplosiva con la probabilità di esistenza
� di sorgenti di innesco efficaci
SORGENTI DI INNESCO PRESENTI
O1 Probabile durante il normale funzionamento
O2
Poco probabile durante il normale
funzionamento, ma se accade persiste per un
lungo periodo
O3 Poco probabile durante il normale funzionamento
O4 Probabile durante malfunzionamenti
O5 Probabile durante rari malfunzionamenti
STIMA DEI DANNI
DANNI ALLA PERSONA
L1 - Morte
L2 - Grave danno alla salute o malattia professionale importante o lesioni irreversibili
L3 - Danno minore alla salute o malattia professionale breve o lesioni reversibili
L4 - Lesioni lievi (primo soccorso, trattamento medico interno)
DANNI ALLA PROPRIETA'
S1 - Distruzione massiva o perdita totale della produzione
S2 - Danno maggiore alla proprietà e perdita di produzione (settimane/mesi)
S3 - Danno maggiore alla proprietà o perdita di produzione (giorni)
S4 - Danno minore alla proprietà e breve perdita di produzione (ore)
S5 - Nessun danno
A1 - Importante incidente ambientale
A2 - Contaminazione reversibile
A3 - Confinato e senza conseguenze significative
•NELLA STIMA DEI DANNI CAUSATI DA
UN’EVENTUALE ESPLOSIONE BISOGNA
CONSIDERARE I SEGUENTI FATTORI:
•DANNI ALLA PERSONA (GENERALMENTE SEMPRE
GRAVI)
•DANNI ALL’AMBIENTE NEL CASO DI RILASCIO DI
SOSTANZE INQUINANTI
•DANNI ECONOMICI ALLA PROPRIETA’ IN
TERMINI DI DANNEGGIAMENTO IMPIANTI E/O
MANCATA PRODUZIONE
FASE 2: LA MATRICE DEL RISCHIO BASATA SU RASE PROJECT 2000
STIMA DEL DANNO
PROBABILITA’ PRESENZA
ATMOSFERA ESPLOSIVAZONA
PRESENZA
OCCORRENZA
EFFICACIA
ALLA PERSONA
AMBIENTALE
ECONOMICO
D1 - Catastrofica
D2 - Grave
D3 - Lieve
D4 - Trascurabile
P1 - Molto probabile A A B B
P2 - Probabile A A B C
P3 - Poco probabile A B C D
P4 - Remoto B B C D
P5 - Improbabile C C D D
PROBABILITA’ INNESCO
FASE 2: DIAGRAMMA MISURE TECNICHE ED ORGANIZZATIVEIMPORTANTE DEFINIRE UN DETTAGLIATO PIANO DEGLI INTERVENTI
MISURE CONTRO
L’ESPLOSIONE
TECNICHE
ORGANIZZATIVE
PROTEZIONE
PREVENZIONE
EVITARE LA FORMAZIONE DI
ATMOSFERA ESPLOSIVA
EVITARE LA PRESENZA DI
ACCENSIONE EFFICACI
PROGETTAZIONE RESISTENTE
ALL’ESPLOSIONE
SCARICO DELL’ESPLOSIONE
SOPPRESSIONE DELL’ESPLOSIONE
PREVENZIONE DELLA PROPAGAZIONE DEGLI EFFETTI (ISOLAMENT0)
QUALIFICAZIONE DEL PERSONALE
FORMAZIONE DEL PERSONALE
SISTEMA AUTORIZZAZIONE SCRITTE AL LAVORO
ISTRUZIONI SCRITTE AL LAVORO
GESTIONE SICUREZZA IN MANUTENZIONE
COORDINAMENTO IMPRESE ESTERNE
CONTROLLO SORVEGLIANZA
SEGNAZIONE TRAMITE CARTELLONISTICA
ATEX: APPLICARE SEMPRE IL PRINCIPIO INTEGRATO DI PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI
PREVENIRE LA FORMAZIONE
DI ATMOSFERA ESPLOSIVA
EVITARE LA PRESENZA
DI SORGENTI DI INNESCO
EFFICACI
LIMITARE GLI EFFETTI
DELL’ESPLOSIONE
1
2
3
IMPIANTO TRITURAZIONE FRIGORIFERI
IMPIANTO FRIGORIFERI: PROBLEMATICHE
� L’impianto di aspirazione “gas” convoglia le sostanze raccolte in un primo filtro a maniche a scuotimento per vibrazione ed in un successivo filtro a carboni attivi.
� Durante il recupero di frigoriferi l’impianto aspira: -CFC o CICLOPENTANO/ISOBUTANO (agente espandente poliuretano)-CFC oppure “PENTANO” o ALTRI GAS INFIAMMABILI FRIGORIFERI
� Le polveri raccolte dall’impianto di aspirazione “polveri” vengono convogliate in un filtro a maniche (16) a scuotimento per vibrazione (ventilatore in spinta) e la polvere filtrata convogliata in un silos dal quale preleva il materiale una brichettatrice (17). Il bricchetto ècaricato in un nastro per il carico di big-bag.
� L’aria depolverizzata in uscita dal filtro a maniche viene convogliata in un filtro a carboni attivi e successivamente in atmosfera; non è presente alcun sistema di monitoraggio in continuo dei gas emessi.
� Durante il recupero di frigoriferi l’impianto aspira tutte le polveri di poliuretano e quantitativi non noti di CFC o PENTANO a seconda del tipo di frigoriferi
IMPIANTO FRIGORIFERI: 2 ESPLOSIONI REGISTRATE
� in diverse occasioni ed in vari punti dell’impianto vi sono stati fenomeni di incendio e 2 ESPLOSIONI NEL MULINO;
� l’ impianto di inertizzazione ad azoto si è dimostra inadeguato a svolgere la funzione di sicurezza e oltremodo oneroso nei costi di gestione;
� mancanza rispetto dei limiti al camino per i CFC;
1
2
3
AZOTO COMANDATO DA SISTEMA ANALISIPENTANO
IMPIANTO FRIGORIFERI: SOLUZIONI ADOTTATE
� DETERMINAZIONE DEI
PARAMETRI DI
ESPLOSIONE IN PRESENZA
DI MISCELA IBRIDA;
� ELIMINAZIONE SISTEMA
INERTIZZAZIONE AZOTO
E UTILIZZO SISTEMA
ASPIRAZIONE;
� ADEGUAMENTO SISTEMI
FILTRAZIONE E
ABBATTIMENTO;
Materiale
Nuova aspirazione "CFC o altri infiammabili"
Aspirazione esistente (mantenere per "non pericolosi")
1
2
3
4
5
NASTRO DI CARICO
STRUTTURA DI CARICO
MACINATORE / MULINO
TRAMOGGIA DI SCARICO SU NASTRO
1
2
3
4
NASTRO DI SCARICO5
IMPATTO DELLE ATTIVITA’ DI MANUTENZIONE NELLA GESTIONE DEL RISCHIO ESPLOSIONE
MANUTENZIONE IN AREE A
RISCHIO DI ESPLOSIONE
POSSONO INFLUENZARE EMISSIONI DI SOSTANZE
INFIAMMABILI E COMBUSTIBILI
POSSONO INFLUENZARE O
DETERMINARE CAUSE DI INNESCO
POSSONO INFLUENZARE LA FUNZIONALITA’ DEI SISTEMI DI PROTEZIONE
E RILEVAZIONE
�� LA CLASSIFICAZIONE DEVE CONSIDERARELA CLASSIFICAZIONE DEVE CONSIDERARE gli eventi anormali
“ragionevolmente prevedibili”, compresi quelli eventuali dovuti alle
attività di MANUTENZIONE ORDINARIAMANUTENZIONE ORDINARIA
� le attività di MANUTENZIONEMANUTENZIONE possono INFLUIREINFLUIRE sulle caratteristiche
delle SORGENTI SORGENTI DIDI EMISSIONEEMISSIONE (fori di guasto, tenute, guarnizioni,
verifiche perdite, prove periodiche di tenuta ecc.) e delle estensioni
delle zone pericolose stabilite per l’esercizio ordinario.
� Ai fini della classificazione dei luoghi con pericolo d’esplosione si
devono inoltre considerare GENERALMENTE ESCLUSIGENERALMENTE ESCLUSI anche le avarie, I I
GUASTI E GLI STATI DIFETTOSIGUASTI E GLI STATI DIFETTOSI che possono verificarsi per colpa e per
MANUTENZIONE TRASCURATAMANUTENZIONE TRASCURATA.
MANUTENZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE CON PERICOLO DIESPLOSIONE 1/2
� [art. 294] …. che i luoghi e le attrezzature di lavoro,
compresi i dispositivi di allarme, sono concepiti,
impiegati e mantenuti in efficienza tenendo nel debito
conto la sicurezza; …. sono stati adottati gli accorgimenti
per l'impiego sicuro di attrezzature di lavoro
� [art. 294 bis] …. i lavoratori esposti al rischio di
esplosione (SOPRATTUTTO I MANUTENTORISOPRATTUTTO I MANUTENTORI) e i loro
rappresentanti vengano informati e formati in relazione al
risultato della valutazione dei rischi;
MANUTENZIONE E D.LGS. 81/08 –TITOLO XI (RISCHIO ESPLOSIONE) 1/2
� [art. 292] …. LAVORI LAVORI DIDI MANUTENZIONE IN APPALTOMANUTENZIONE IN APPALTO il
datore di lavoro che è responsabile del luogo di lavoro,
coordina l'attuazione di tutte le misure riguardanti la
salute e la sicurezza dei lavoratori e specifica nel
documento sulla protezione contro le esplosioni, di cui
all'articolo 294
� [All. L, 2.5] …. Si devono prendere tutte le misure
necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro con
i loro dispositivi di collegamento a disposizione dei
lavoratori, nonchè la struttura del luogo di lavoro siano
state progettate, costruite, montate, installatemontate, installate,, tenute in tenute in
efficienzaefficienza e utilizzate in modo tale da ridurre al minimo i
rischi di esplosione …..;
MANUTENZIONE E D.LGS. 81/08 –TITOLO XI (RISCHIO ESPLOSIONE) 2/2
� [All. L, 2.8] …. Anteriormente all'utilizzazione per la
prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in
cui possano formarsi atmosfere esplosive, è verificata la
sicurezza dell'intero impianto per quanto riguarda le
esplosioni. Tutte le condizioni necessarie a garantire le condizioni necessarie a garantire
protezioneprotezione contro le esplosioni sono mantenutesono mantenute. La
verifica del mantenimento di dette condizioni è
effettuata da persone che, per la loro esperienza e da persone che, per la loro esperienza e
formazione professionale, sono competenti nel campo formazione professionale, sono competenti nel campo
della protezione contro le della protezione contro le esplosioniesplosioni.…..;
�… ed altri riferimenti
MANUTENZIONE E D.LGS. 81/08 –TITOLO XI (RISCHIO ESPLOSIONE) 2/2
MANUTENZIONE APPARECCHIATURE E IMPIANTI ELETTRICI: NORMATIVA DI RIFERIMENTO
MANUTENZIONE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE
GAS VAPORI E NEBBIE POLVERI COMBUSTIBILI
CEI EN 60079-14:2004 (*)
CEI EN 60079-17
CEI EN 60079-19
CEI EN 61241-14:2006 (*)
CEI EN 60079-17
CEI EN 60079-19
INSTALLAZIONE
MANUTENZIONE
RIPARAZIONE
Dal 01/07/2011 in vigore CEI EN 60079-14:2010 (*)
MANUTENZIONE APPARECCHIATURE ELETTRICHE CEI EN 60079-17
VERIFICHE E MANUTENZIONI
FINALIZZATE AL MANTENIMENTO
REGOLARI VERIFICHE PERIODICHE O A CAMPIONE PERSONALE ESPERTO PERSONALE ESPERTO
(PES)(PES)
CONTINUA SUPERVISIONE DA PARTE DI
PERSONALE ESPERTO (PES) PERSONALE ESPERTO (PES) E ADDESTRATOE ADDESTRATO
VERIFICA INIZIALE VERIFICA APPROFONDITA
VERIFICA
“A VISTA”
VERIFICA
RAVVICINATA
VERIFICA
APPROFONDITA VERIFICA
“A VISTA”
VERIFICA
RAVVICINATA
�Conoscenza delle zone classificate e dei parametri di
innesco delle sostanze in relazione;
�Conoscenza dei modi di protezione, e delle loro
specifiche modalità di installazione (EN 60079-14) sia dal
punto vista teorico che pratico;
�Conoscere le modalità dei GRADI DI VERIFICA (“A VISTA”,
RAVVICINATO E DETTAGLIATO);
�CONOSCENZA sugli obblighi certificativi in modo da
mantenere aggiornata la documentazione di impianto;
� Frequentare stage e corsi di aggiornamento continuo
(SUGGERITI OGNI 5 ANNI);
QUALIFICA E FORMAZIONE DEL PERSONALE ADDETTO ALLE
MANUTENZIONI ELETTRICHE
�� Non esiste una norma specificaNon esiste una norma specifica che regolamenti le attività
di manutenzione per le apparecchiature meccaniche;
�Bisogna attenersi al piano di manutenzione del
costruttore e del fabbricante;
�Definire un piano di manutenzione preventivamanutenzione preventiva per i
sistemi di contenimento delle sostanzecontenimento delle sostanze pericolose e per i
sistemi di aspirazionesistemi di aspirazione;
�Per le apparecchiature meccaniche in grado di sviluppare
una sorgente di innesco NECSI suggerisce un approccio
basato sul rischio reale di innesco;
E PER LE MANUTENZIONI MECCANICHE?
GESTIONE AUTORIZZAZIONI INTERVENTI DI MANUTENZIONE
INDIVIDUARE
SOSTANZE E
NATURA
DEL PERICOLO
MISURE DI PREVENZIONE
INTRODUZIONE EPL PER LE SOLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE
� EPL (Equipment Protection Level) deriva dall’armonizzazione
in corso a livello IEC; equivale alla categoria di marcatura.
� Le apparecchiature meccaniche sono oggetto di
certificazione solo in Europa (NO EPL!).
EPL – IMPATTO SU NORME
APPARECCHIATURE ELETTRICHE
CLASSIFICAZIONE ZONE GAS E POLVERI
MARCATURA E MODI DI
PROTEZIONE
PROGETTAZIONE INSTALLAZIONE MANUTENZIONE
POLVERI: NUOVA MARCATURA SECONDO EN 60079-0
IERI
GIA’ IN VIGORE
OBBLIGATORIO DAL 01/06/2012
Db IP65
EPL
LA TROPPA E CONTINUA COMPLICAZIONE DELLE MODALITA’ DI
MARCATURA COSTRINGE LE AZIENDE A TROVARE SOLUZIONI
ALTERNATIVE PER LA GESTIONE DELLA MANUTENZIONE
� TARGHETTA ROSSA ZONA 0/20
� TARGHETTA ARANCIONE ZONA 1/21
� TARGHETTA GIALLA ZONA 2/22
� TARGHETTA ROSSAZONA 0/20
� TARGHETTA ARANCIONE ZONA 1/21
� TARGHETTA GIALLAZONA 2/22
ESEMPIO: LA TARGHETTA COLORATA, DOPO UNA EVENTUALE SOSTITUZIONE VIENE RIPRISTINATA
RISC
HIO
AU
ME
NT
A
GESTIONE ATTIVA DEL RISCHIO ESPLOSIONE IN AZIENDA:
SONO SUFFICIENTI I SISTEMI DI GESTIONE PER LA
SICUREZZA?
Conformità 81/08
Sistema di Gestione per la
Salute e Sicurezza
SGSS basato su OHSAS 18001 /
UNI INAIL
Ad esempio:
• Valutazione dei rischi
• DUVRI
• Sorveglianza sanitaria
• Etc.
Ad esempio:
• Obiettivi /strategia sicurezza
• Organigramma per la sicurezza
• Procedure ex art. 30 comma 1 T.U
• Registrazioni
Tutela persona fisica
Tutela persona giuridica
Certificazione
•Ufficialità
•Verifiche di terza parte
•Obbligo
miglioramento
•Presunzione di conformità ex art.30 T.U. (in sede di prima applicazione)
Modello di Organizzazione,
Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01
(solo sicurezza)
•Analisi del rischio reato di commissione dei reati
•Previsione di misure di prevenzione
•Sistema sanzionatorio che dia efficacia alle procedure previste
•Nomina OdV
OBBLIGO VOLONTARIETA’
ATEX E SISTEMI DI GESTIONE PER LA SICUREZZA:CHE RAPPORTO C’E?
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
• Sistema di Deleghe e procure formali
• Deleghe interne
• Organigramma / funzionigramma
• Mansionario
• Procedure di gestione delle attività sensibili
• Meccanismi di diffusione e aggiornamento del Modello
• ...
• Sistema dei controlli di primo livello, formalizzati
• Sistema di controlli di secondo livello, formalizzati
• Nomina di un apposito Organismo di Vigilanza 231 che effettui verifiche e relazioni all’Organo dirigente
Plan
Do
Check
Act
Organizzazione Gestione Controllo
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
Per essere certificabile un SGS deve rispettare i requisiti della norma BS OHSAS 18001:2007
1 – Scopo
2 – Pubblicazioni di riferimento
3 – Termini e definizioni
4 – Requisiti del SGS
4.1. – Requisiti generali
4.2. – Politica SSL
4.3. – Pianificazione
4.3.1. – Identificazione dei pericoli e
valutazione del rischio
4.3.2. – Requisiti legali ed altri
4.3.3. – Obiettivi e programmi
SGS: requisiti inderogabiliSGS: requisiti inderogabiliATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
4.4 – Attuazione e funzionamento4.4.1. – Risorse, ruoli, responsabilità e autorità4.4.2. – Formazione, consapevolezza e competenza
4.4.3. – Comunicazione, partecipazione e consultazione4.4.4. – Documentazione del SGS4.4.5. – Controllo dei documenti del SGS4.4.6. – Controllo operativo4.4.7. – Preparazione e risposta alle emergenze
4.5. – Verifica4.5.1. – Misura e monitoraggio delle prestazioni 4.5.2. – Valutazione della conformità4.5.3. – Analisi degli incidenti e mancati incidenti4.5.3.1. – Non conformità, azioni corr / prev4.5.4. – Controllo delle registrazioni4.5.5. – Audit interno
4.6. – Riesame della direzione
SGS: requisiti inderogabiliSGS: requisiti inderogabili
ATEX DAY ROMA -
23 NOVEMBRE 2012
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23 NOVEMBRE 2012
CRITICITA’ APPLICAZIONE SISTEMI GESTIONE
SICUREZZA IN RELAZIONE AL RISCHIO ATEX
� ASSENZA DI PIANI DI FORMAZIONE SPECIFICI IN AMBITO ATEX
� GESTIONE CAMBIAMENTO: DIFFICOLTA’ NEL GESTIRE
TEMPESTIVAMENTE LE MODIFICHE E VALUTARE LE RIPERCUSSIONI IN
AMBITO ATEX (TIPICAMENTE VIENE SVOLTO DOPO E NON
PREVENTIVAMENTE)
� SCARSO COINVOLGIMENTO TRA PRODUZIONE, SICUREZZA,
MANUTENZIONE ED ENGINEERING IN CASO DI NUOVI INVESTIMETI
� CARENZE DI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLE
NUMEROSE ATTIVITA DI VERIFICHE MANUTENTIVE E DI LEGGE E LORO
REGISTRAZIONE
� ASSENZA AUDITING PERIODICO SPECIFICO IN AMBITO ATEX DA PARTE
DI PERSONALE SPECIALIZZATO
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DALLA VALUTAZIONE ALLA GESTIONE DEL RISCHIO
CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE CON
PERICOLO DI ESPLOSIONE
FASE 1
•AUDIT IMPIANTISTICO DETTAGLIATO
SULLE APPARECCHIATURE
ELETTRICHE E MECANICHE.
•COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE
FIGURE INTERESSATE (PROBLEMA
AZIENDALE E NON DEL SERVIZIO
PREVENZIONE);
•PROCEDURE GESTIONE MODIFICHE
IMPIANTISTICHE E DI PROCESSO;
•PIANO DI MANUTENZIONE
REGISTRATO PER APPARECCHI
ELETTRICI E MECCANICI;
•PIANI DI FORMAZIONE PER IL
SERVIZIO MANUTENZIONE
FASE 3
FASE 2
•EFFETTUARE LA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO. E “DOCUMENTO SULLA
PROTEZIONE CONTRO LE
ESPLOSIONI”
•MISURE TECNICHE PER LA
PREVENZIONE E PROTEZIONE
•MISURE ORGANIZZATIVE
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MANUTENZIONE ELETTRICARESPONSABILI MAN MECCANICA
RESPONSABILI AREA, DIRIGENTI
OPERATIVI e PREPOSTI formazione base
ENGINEERINGSICUREZZA
Durata formazione in ambito ATEX
PIRAMIDE DELLA FORMAZIONEATEX DAY ROMA -
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CONTENUTI MINIMI PER I LAVORATORI
�Articolo 294-bis – Informazione e formazione dei lavoratori
�1. Nell’ambito degli obblighi di cui agli articoli 36 e 37, il datore di lavoro provvede affinché i
lavoratori esposti al rischio di esplosione e i loro rappresentanti vengano informati e formati in
relazione al risultato della valutazione dei rischi, con particolare riguardo:
�a) alle misure adottate in applicazione del presente titolo;
�b) alla classificazione delle zone;
�c) alle modalità operative necessarie a minimizzare la presenza e l’efficacia delle sorgenti di
accensione;
�d) ai rischi connessi alla presenza di sistemi di protezione dell’impianto;
�e) ai rischi connessi alla manipolazione ed al travaso di liquidi infiammabili e/o polveri
combustibili;
�f) al significato della segnaletica di sicurezza e degli allarmi ottico/acustici;
�g) agli eventuali rischi connessi alla presenza di sistemi di prevenzione delle atmosfere
esplosive, con particolare riferimento all’asfissia;
�h) all’uso corretto di adeguati dispositivi di protezione individuale e alle relative indicazioni e
controindicazioni all’uso.
NECESSITA’ DI UN DIALOGO COSTRUTTIVO E TEMPESTIVO TRA I SOGGETTI COINVOLTI
COMMITTENTE
DATORE DI LAVORO
NECSI
PROGETTISTI IMPIANTI
PROGETTO IMPIANTI ?
CLASSIFICAZIONE?
CLASSIFICAZIONE?ClassificazioneCEI EN 60079-10CEI EN 61241-10
1
2
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COSTRUTTORI MACCHINE/IMPIANTI
Documentazione rischio esplosione nelle condizioni di utilizzo previste?
DOCUMENTAZIONE TECNICAISTRUZIONI PER L’USO
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CLASSIFICAZIONE: NEL CASO DI UN NUOVO IMPIANTOE ATTIVITA’ DI PROGETTAZIONME
�Classificazione preliminare e definitiva;
�Coordinamento con gli altri progettisti (edili, termotecnici, elettrici,
ecc.) e costruttori di macchine.
Prog. Elettrico
Prog. Sistemi di aspirazione (combustore)
Costruttori macchine/impianti
Prog. Edile
Prog. termotecnico
Prog. Impianti
di processo
Classificatore
CHI HA L’OBBLIGO DELLA ZONIZZAZIONE?
LA DIRETTIVA 99/92/CE (D.ls
81/08) OBBLIGA DI
CLASSIFICARE IN ZONE
PERICOLOSE (0,1,2,20,21,22)
IL LUOGO DI LAVORO
DATORE DI LAVORO
•LA NORMA UNI EN 1127-1 INDICA
CHIARAMENTE AL COSTRUTTORE DI
UTILIZZARE LA CLASSIFICAZIONE COME
ATTIVITA’ FONDAMENTALE PER
ANALIZZARE IL RISCHIO DI ESPLOSIONE
ED INDIVIDUARE LE APPARECCHIATURE
COINVOLTE NELLA ANALISI DEL
RISCHIO DI ESPLOSIONE
COSTRUTTORE
� In alcuni casi, come negli impianti di processo “custom” o macchine complesse la
classificazione è di fatto un obbligo che riguarda sia il committente-datore di
lavoro sia il costruttore o il “general contractor”
Grazie per l’attenzione!www.necsi.it
Grazie per l’attenzione!www.necsi.it
ing. Matteo Pettenuzzo
NECSI S.r.l
345.5414204