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LE CLASSI IN DIRETTA NUMERO XXVI SETTEMBRE- OTTOBRE 1 N. XXVIII LE CLASSI IN DIRETTA MAGGIO-GIUGNO 2016 “Incontro l’autore “ di Cecilia D.P. 2A Pag. 2-3 “Incontro con la scririce Emanuela Da Ros” di Costanza O., Chiara C. 1C Pag. 4-5 “Riflessioni su un grande scriore: Umberto Eco” di Irene M. 2F Pag.6-7-8 “Il nostro corle sempre più bello” di Sofia B., Blanca D., Sofia Z., Giovanni D.Z., Francesco R., Jean C. 2A Pag.9-10 “Cinque cenmetri d’aria” di Arrigo M., Claudia P., Giulia P. , Gabriele G., Luca T. & Marna B. della II D Pag.11-12 “Un giorno sarai un posto bellissimo” di Maeo S. 3H Pag. 13 “Stanza 259” di Alessandro B., Caterina C., Francesco M., Andrea N., Paolo P. 3C Pag. 14-15 Arcoli scuola primaria “Porta-Agnesi” Da pag. 16 a pag. 25 INVIATE I VOSTRI ARTICOLI A: [email protected] Buone vacanze a tu ! Vi aspeamo numerosi a seembre.

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LE CLASSI IN DIRETTA

NUMERO XXVISETTEMBRE- OTTOBRE

1

N. XXVIII

LE CLASSI IN DIRETTA MAGGIO-GIUGNO 2016

“Incontro l’autore “ di Cecilia D.P. 2A Pag. 2-3

“Incontro con la scrittrice Emanuela Da Ros” di Costanza O., Chiara C. 1C Pag. 4-5

“Riflessioni su un grande scrittore: Umberto Eco” di Irene M. 2F Pag.6-7-8

“Il nostro cortile sempre più bello” di Sofia B., Blanca D., Sofia Z., Giovanni D.Z., FrancescoR., Jean C. 2A Pag.9-10

“Cinque centimetri d’aria” di Arrigo M., Claudia P., Giulia P. , Gabriele G., Luca T. & Martina B.della II D Pag.11-12

“Un giorno sarai un posto bellissimo” di Matteo S. 3H Pag. 13

“Stanza 259” di Alessandro B., Caterina C., Francesco M., Andrea N., Paolo P. 3C Pag. 14-15

Articoli scuola primaria “Porta-Agnesi” Da pag. 16 a pag. 25

INVIATE I VOSTRI ARTICOLI A:[email protected]

Buone vacanze a tutti ! Vi aspettiamo numerosi a settembre.

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INCONTRO CON L’AUTORESono entrata lì, in biblioteca, sbuffando; la miavoglia di incontrare l’autrice del libro letto in classe,“L’equazione impossibile del destino”, ElisaPuricelli Guerra, era minima, quel libro lo avevoodiato dalla prima all’ultima pagina.

Sono felice di averla potuta incontrare in un luogotranquillo, nessuno di noi alunni ha fatto tropporumore, l’ho potuta ascoltare attentamente senzadistrazioni. Rispetto all’anno scorso, è stataun’altra cosa, la prima volta, nell’aula LIM nonavevo sentito nulla.

Penso che rifarei questi incontri più o meno unavolta al giorno, e non solo per saltare le lezioni(beh anche per quello…), leggere un libro ormainon mi basta più, ho bisogno di conoscerlo afondo, di scoprire ogni minimo dettaglio, diandare sotto le parole scritte in nero su bianco.

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E invece… sorpresa, quando l’hosentita parlare mi sono praticamenteinnamorata, ha detto delle cose in cuimi rispecchio moltissimo e avreicontinuato ad ascoltarla per altre milleore. Mentre raccontava della suainfanzia, di quanto si sentisse inqualche modo oppressa dalla famiglia,che la voleva vedere sempre al primoposto, con quell’immagine di te stessoche non ti permette di sbagliare operdere la via, ho pensato che potesseessere la mia più completa descrizione.Ho capito quanto coraggio ci deve avermesso per partire e andarsene via,troncando i rapporti, anche col padrecon cui non ha più legami, e nella miamente mi sono chiesta se sarò maipronta anch’io per questo spacco. avermesso per partire e andarsene via,troncando i rapporti, anche col padrecon cui non ha più legami, e nella miamente mi sono chiesta se sarò maipronta anch’io per questo spacco.

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Ho bisogno di un’analisi completa, scovandoinsieme all’aiuto degli scrittori gli aspetti più profondie capire il perché di quel libro, di quella storia e diquei personaggi.Solo così posso letteralmente entrare nel libro,superare la barriera delle pagine e delle parole edentrare nel mondo inventato dall’autrice o autoreche sia e vivere tante vite diverse, per allontanarmimomentaneamente dalla realtà.

Cecilia D. P.II A

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Il giorno 30 marzo nella nostra scuola è venuta Emanuela Da Ros autrice di molti libri perragazzi fra cui “La storia di Marinella”. Questo libro narra l’ultimo normale giorno di vita di unabambina che abitava a Longarone nel 1963, quando ci fu la catastrofe del Vajont.Una volta finito di leggere il libro abbiamo riflettuto sulla catastrofe, sulle cause, sulleconseguenze e soprattutto su come si sarebbe potuta evitare. La scrittrice ha incominciato a esporre una presentazione da lei realizzata sul libro e sulle fontiche ha utilizzato per scriverlo. Infatti ci ha subito spiegato come e perché l’ha scritto. Ci haraccontato che un giorno, visitando il cimitero delle vittime del disastro, fu molto colpita dalsilenzio che la circondava e dalle tombe con le croci tutte uguali, con date di nascita differenti,ma con la stessa data di morte: 9 Ottobre 1963. Un’altra cosa da cui l’autrice rimase colpita èstato il quaderno di una certa bambina di nome “Marinella”, (uno dei pochi oggetti recuperatidai pompieri nel fango) esposto in una bacheca al cimitero. Il quaderno è aperto sull’ultimapagina scritta che riporta la data del 9 Ottobre 1963, una mattina in cui tutti erano andati ascuola e al lavoro, ignari di ciò che sarebbe accaduto quella notte.

INCONTRO CON LA SCRITTRICE EMANUELA DA ROS, AUTRICE DEL LIBRO: “LASTORIA DI MARINELLA”

A questo punto l’autrice, incuriosita, ha cercato maggiori informazioni su“Marinella”, scoprendo che era una bambina che frequentava la scuolaelementare a Longarone, in paese che si trovava sotto la diga del Vajont.Emanuela Da Ros spinta ancor di più dal desiderio di conoscenza,haindagato finché non ha trovato la zia della bambina, la quale le hatrasmesso testimonianze e dato fotografie con le quali ha potuto ricostruirel’aspetto e il carattere della bambina. Ad aiutarla a scrivere il libro è statoanche il maestro Paolino, insegnante della scuola elementare frequentatada Marinella, che le ha fornito informazioni sull’ambiente di vita quotidiana aLongarone.

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LE CLASSI IN DIRETTA MAGGIO-GIUGNO 2016Il fatto di scrivere un libro per ragazzi sulla storia del Vajont, aiuta in primo luogo a farconoscere la catastrofe, ma soprattutto a far riflettere su come, per denaro e desiderio difama, l’uomo metta in pericolo la sua incolumità e quella degli altri. Infatti i geologi eranoconsapevoli che prima o poi il versante del monte Toc sarebbe franato, ma hanno continuatoi lavori peggiorando sempre più la situazione, finché, il 9 Ottobre 1963 alle ore 22:39 tutto siè fermato a causa di un enorme onda anomala, che ha oltrepassato la diga e hacompletamente raso al suolo i paesi di Longarone, provocando gravi danni anche ad altripaesi circostanti.L’incontro è stato un’ esperienza molto interessante e ci ha fatto capire l’importanza dirispettare ed interpretare i “messaggi” che la natura ci manda, così da evitare catastrofisimili.

Una volta che Emanuela Da Ros ha concluso la sua presentazione, abbiamo avutol’opportunità di porle delle domande che la nostra classe aveva preparato. Le domandeerano rivolte all’autrice, al suo lavoro e alle sue esperienze personali.

Eccole: suo libri si ispirano sempre a storie vere o ne ha scritti altri che nascono dalla sua fantasia?-No, non tutti i miei libri si ispirano a storie vere, ma sempre da esperienze personali-Quale emozione ha provato dopo la pubblicazione del suo primo libro?-Dopo la pubblicazione del mio primo libro ero euforica perché non me l’aspettavo e perchého vinto anche il premio “Pippi Calzelunghe”-Ha un luogo speciale o si concentra ovunque per scrivere?-Scrivo ovunque e non ho bisogno di tranquillità, scrivo perfino in spiaggia con l’IPAD-Il lavoro della scrittrice è impegnativo? Qualcuno l’aiuta o la consiglia?-Sì,anche se a volte mi aiutano a scrivere i miei figli, suggerendomi delle idee-Le è capitato, mentre scriveva un libro, di avere il così detto “blocco dello scrittore”?-Sì, mi è capitato spesso e l’ho superato distogliendo la mia mente dal lavoro, passeggiandoper poi ricominciare-Qual è il suo genere di libro preferito e quale il suo libro preferito?-Non ho un solo genere preferito: leggo di tutto -Quando e perché ha deciso di diventare scrittrice?-Non c’è stato un momento preciso, ma ho cominciato scrivendo articoli per il giornalino delmio condominio-Pensa che in futuro i libri cartacei saranno sostituiti da quelli elettronici?-Secondo me, i libri cartacei non saranno mai totalmente sostituiti da quelli elettronici-Ha dei consigli da dare a noi ragazzi per imparare a scrivere meglio e a farci nascere lapassione per la scrittura?-Il segreto per scrivere meglio e far nascere la passione per la scrittura è leggere, leggeremolto, individuando poi il nostro genere preferito- Costanza Orestano e Chiara Ciccirillo classe IC

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Riflessioni su un grande scrittore: Umberto Eco

Ho letto sui giornali che lo scrittore, filosofo e professore universitario Umberto Eco èrecentemente scomparso. Non ho ancora letto i suoi libri perché credo che siano un po’difficili per dei ragazzini delle medie, però in classe abbiamo cercato di conoscere lui e le sueopere e io ho letto su internet molti suoi aforismi. Ho capito che la sua scomparsa è statauna grande perdita, ma che i suoi insegnamenti resteranno comunque di grande utilità pernoi giovani. Cito ad esempio quelli riguardanti il tema della lettura che mi hanno colpito dipiù:“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammiraval'infinito. Perché la lettura è un'immortalità all'indietro.”Grazie alla lettura possiamo capire gli errori commessi in passato dagli uomini ed evitarli.Ad esempio il libro di Anna Frank, che sto leggendo ora, ci mostra le atrocità commesse dalnazismo e i terribili errori commessi dalle persone che hanno davvero creduto nell’esistenzadi una razza ariana superiore alle altre.Per questo Umberto Eco ha giustamente scritto che “La biblioteca è testimonianza della veritàe dell'errore”.Inoltre, leggere le storie di persone vissute tempo prima di noi ci aiuta a capire quanto eradiverso il loro modo di vivere dal nostro e quanto dobbiamo ritenerci fortunati per leconquiste raggiunte.Questa è l’importanza di leggere. Anche per queste ragioni ho apprezzato gli interventi diUmberto Eco a favore del liceo classico, un tipo di studi ritenuto ingiustamente inutile inun’epoca in cui pare che soltanto la tecnologia possa risolvere i problemi dell’umanità.

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Vorrei pertanto concludere con queste bellissime parole di Umberto Eco:"i libri daleggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per esserepresi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche,anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati,sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonatiaperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano,[...] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa comevogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer,amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. [...] Il libro da leggere appartiene aquei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, ilmartello, la pentola, la bicicletta". Io condivido queste riflessioni…e voi?

Irene Marelli – II F

A questo mio breve articolo vorrei aggiungere la lettera che Umberto Eco scrisse qualcheanno fa al nipote. L’abbiamo letta e commentata in classe e a tutti noi è piaciuta molto.

Caro nipotino mio,non vorrei che questa lettera natalizia […] esibisse consigli circa l’amore per i nostri simili, perla patria, per il mondo, e cose del genere. Non vi daresti ascolto e, al momento di metterla inpratica,tu adulto, io trapassato,il sistema di valori sarà così cambiato che probabilmente lemie raccomandazioni risulterebbero datate.[…] Quindi vorrei soffermarmi su una sola raccomandazione, che sarai in grado di mettere inpratica anche ora, mentre navighi sul tuo IPad, né commetterò l’errore di sconsigliartelo, nontanto perché sembrerei un nonno barbogio ma perché lo faccio anch’io. […] Ma non è diquesto che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito la tua generazione e persinoquella dei ragazzi più grandi di te, che magari vanno già all’università: la perdita dellamemoria.È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno o dove stia Kuala Lumpurnon hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito. Fallo quando serve, madopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato acercarlo una seconda volta se per caso te ne venisse il bisogno impellente, magari per unaricerca a scuola. Il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogniistante, tu perda il gusto di mettertelo in testa.

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[…] La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tudiventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota. Einoltre, siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’Alzheimer, unodei modi di evitare questo spiacevole incidente è di esercitare sempre la memoria.Quindi ecco la mia dieta. Ogni mattina impara qualche verso, una breve poesia, o comehanno fatto fare a noi, “La Cavallina Storna” o “Il sabato del villaggio”. E magari fai a garacon gli amici per sapere chi ricorda meglio. Se non piace la poesia fallo con le formazionidei calciatori, ma attento che non devi solo sapere chi sono i giocatori della Roma di oggi,ma anche quelli di altre squadre, e magari di squadre del passato […]. Fai gare di memoria,magari sui libri che hai letto […].Sembra un gioco (ed è un gioco) ma vedrai come la tua testa si popolerà di personaggi,storie, ricordi di ogni tipo. Ti sarai chiesto perché i computer si chiamavano un tempo cervellielettronici: è perché sono stati concepiti sul modello del tuo (del nostro) cervello, mail nostrocervello ha più connessioni di un computer, è una specie di computer che ti porti dietro checresce e s’irrobustisce con l’esercizio, mentre il computer che hai sul tavolo più lo usi e piùperde velocità e dopo qualche anno lo devi cambiare. Invece il tuo cervello può oggi duraresino a novant’anni e a novant’anni (se lo avrai tenuto in esercizio) ricorderà più cose diquelle che ricordi adesso. E gratis.C’è poi la memoria storica, quella che non riguarda i fatti della tua vita o le cose che hailetto, ma quello che è accaduto prima che tu nascessi. […] Ma perché è così importantesapere che cosa è accaduto prima? Perché molte volte quello che è accaduto prima ti spiega perché certe coseaccadono oggi e in ogni caso, come per le formazioni dei calciatori, è un modo diarricchire la nostra memoria. Bada bene che questo non lo puoi fare solo su libri eriviste, lo si fa benissimo anche su Internet. Che è da usare non solo per chattare congli amici, ma anche per chattare (per così dire) con la storia del mondo.[…] Verrà il giorno in cui sarai anziano e ti sentirai come se avessi vissuto mille vite,perché sarà come se tu fossi stato presente alla battaglia di Waterloo, avessiassistito all’assassinio di Giulio Cesare e fossi a poca distanza dal luogo in cuiBertoldo il Nero, mescolando sostanze in un mortaio per trovare il modo di fabbricarel’oro, ha scoperto per sbaglio la polvere da sparo, ed è saltato in aria (e ben glistava). Altri tuoi amici, che non avranno coltivato la loro memoria, avranno vissutoinvece una sola vita, la loro, che dovrebbe essere stata assai malinconica e povera digrandi emozioni.Coltiva la memoria, dunque, e da domani impara a memoria “La Vispa Teresa”.

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Il nostro cortile sempre più belloDopo l’esperienza della giornata “GREEN STREET”, con la professoressa Albanese abbiamodato vita a un progetto creativo e costruttivo. Abbiamo, dopo tanto tempo, migliorato l 'area"verde" del nostro inutilizzato ma potenzialmente bellissimo cortile, organizzandoci perrenderlo tale, insieme all'aiuto della classe 1A. In una prima fase abbiamo cominciato arenderlo più pulito e accettabile da un punto di vista estetico. Questo passaggio hacomportato, oltre la pulizia di fogliame ed erbacce, la piantumazione di ciclamini e piante varielungo tutto il perimetro del cortile. Infine, dopo tanto lavoro, i miglioramenti si sono visti.Adesso il cortile é in ottime condizioni e ci siamo sentiti pronti per ricevere il commento di unodei più importanti architetti di Torino: l'egregio e molto disponibile architetto Pejrone, a cuiabbiamo scritto la seguente mail: Caro Architetto Pejrone,siamo una classe della Scuola Media Statale "L. Majno" di Milano, sappiamo che è bravissimoe molto impegnato, ma speriamo in un suo consiglio per sistemare il nostro cortile, chepotrebbe essere un luogo dove recuperare forza e serenità durante le lunghe ore di impegnoquotidiano. " L' anima ha bisogno di spazio, più del corpo. "La ringraziamo fin da ora per il tempo che, se vorrà, potrà dedicarci. Per ora abbiamo piantatodei ciclamini come può vedere dalla foto.La nostra mail è [email protected] grazieGli alunni della 2°A della S.M. L. Majno

Carissimi,il posto ha certamente bisogno di moltiaiuti......Come possiamo fare?Ci sarebbe qualcuno disponibile il giorno3.12.15 tra le 10,30 e le 11,30 per poterparlare e vedere il posto ?A presto.

Paolo Pejrone

Con grande sorpresa, dopo appena due giorni abbiamo ricevuto questa risposta

Ed ecco che il 3 dicembre, puntualissimo é riuscito atrovare il tempo, nonostante i numerosi impegni, per venirenella nostra scuola e mettersi a nostra disposizione.Lo stimiamo tanto e volevamo ringraziarlo per il suo aiuto.Così come volevamo ringraziare la gentilissimaprofessoressa Albanese che ci ha fatto capire chel'importante, per ogni cosa, piccola o grande che sia, ècrederci, osare, chiedere e saper chiedere. Abbiamo capitoanche che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare ilmondo che ci circonda e tutti assieme fare la differenza

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Sofia B. Blanca D. Sofia Z. Giovanni D.Z. Francesco R.Jean C. 2A

PS:Purtroppo, nonostante il nostro impegno, ilcortile in questo momento non è nellecondizioni migliori. L’averlo trascurato per laquantità di impegni e il maltempo chesfortunatamente ha rovinato i germogli lohanno reso nuovamente spoglio e triste.Ovviamente il progetto continuerà,nonostante gli imprevisti. Per ora ci stiamooccupando della realizzazione di una cartinadescrittiva del nostro cortile. Intanto il comunedi Milano dall’area dismessa EXPO abbiamoricevuto un acero, un carpino ed un fico.Siamo molto fiduciosi e aspettiamo con moltaansia la prossima visita del nostro carissimoArchitetto.

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LE CLASSI IN DIRETTA

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MAGGIO-GIUGNO 2016

Cinque centimetri d’aria

La sera del 26 giugno 1975, alla fine di un caldo giorno d’estate, Cristina Mazzotti e i suoiamici sono pronti per festeggiare il termine delle lezioni; ma ad un tratto la felicità che illuminai loro occhi svanisce. Si ritrovano davanti una macchina con alla guida delle persone che poiscopriranno essere dei rapitori che fecero quella domanda: “Chi di voi è Cristina Mazzotti?“.Così la diciottenne viene rapita.Quarant’anni fa tra le strade d’Italia c’era il terrore della mafia, i cui bersagli principali erano ifigli delle famiglie ricche, allo scopo di chiedere riscatti ingenti. Le organizzazioni mafioseutilizzavano i soldi del riscatto per finanziare i loro affari illeciti.Il sequestro di persona è un delitto contro la libertà personale e il patrimonio previsto dalcodice penale italiano dell’art. 630.L’articolo di legge dice: “Chiunque sequestra una persona allo scopo di conseguire, per sé oper o altri, un ingiusto profitto come prezzo della liberazione, è punito con la reclusione da 25a 30 anni. Se dal sequestro deriva comunque la morte,quale conseguenza non voluta dal reo,della persona sequestrata, il colpevole è punito con la reclusione di 30 anni. Se il colpevolecagiona la morte del sequestrato si applica la pena dell’ergastolo.”In particolare negli anni ’70 i sequestri erano molto diffusi e, spesso, la zona in cui i rapitivenivano nascosti era l’Aspromonte, in Calabria.L’Aspromonte è stato da sempre un luogo selvaggio, impenetrabile e misterioso. Qui tra icastagni, querce e antichi faggi, lungo quei tornanti a strapiombo, in anfratti nascosti dallaflorida vegetazione sono stati nascosti per mesi i sequestrati dalla malavita calabrese.Secondo le indagini degli inquirenti è risultato che la maggior parte di essi hanno in comune lalocalizzazione del luogo, dove sono stati gestiti i sequestri di persona in Calabria con unanetta dominanza nel triangolo territoriale S.Luca-Natile-Platì.

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LE CLASSI IN DIRETTA MAGGIO-GIUGNO 2016Tornando al rapimento della nostra giovane Cristina, e indagini hanno dimostrato la completatranquillità di azione dei sequestratori che avevano gestito il sequestro spostandosi, anche inore diurne, da un covo all’altro. Alle volte si è verificato che alcuni rapiti non fossero sorvegliatiin maniera severa tant’è che alcuni di essi siano riusciti a liberarsi da solo.Per non dimenticare questi avvenimenti, giovedì 3 dicembre, abbiamo assistito ad unarappresentazione teatrale che si proponeva di trasmetterci emozioni, ansie angosce dellagiovane rapita.Lo spettacolo si è svolto nella “scatola magica” del teatro Strehler, una sala dove solitamente sisvolgono gli spettacoli per le scuole. La scenografia era molto semplice e tenebrosa ed era composta da un muro nero ed un pianodelimitato da delle linee bianche su fondo nero, con l’intento di produrre le misure reali dellospazio reale della prigione di Cristina Mazzotti di qui il titolo “Cinque centimetri d’aria”.Lo spettacolo è stato un monologo che, attraverso il personaggio di Cristina raccontava dialcuni dei rapimenti avvenuti nel Sud Italia in quel periodo; i primi ad essere rapiti furono gliadulti, ma col passare del tempo i rapimenti di adulti, non facendo più scalpore e vennero cosìsostituiti da quelli dei figli dei grandi imprenditori, in modo tale che i genitori pagassero subitoil riscatto.Cristina aveva parlato spesso con i suoi genitori dei rapimenti, ed erano arrivati a constatareche i rapitori che trattavano meglio i propri ostaggi erano quelli lombardi, l’ultimo che fu rapitodalla mafia lombarda aveva un letto, un lavandino e tutte le cose indispensabili per vivere cosìche, quando Cristina sentì l’accento lombardo dei suoi rapitori si tranquillizzò, ma non sapevadi essere caduta fra le mani di uomini incapaci che, portandola in luogo troppo umido, dandoleporzioni di cibo insufficiente e somministrandole eccitanti e calmanti in continuazione necausarono la morte.Questo spettacolo ci ha fatto riflettere su diversi temi: la mafia, l’oppressione, la paura, ma infondo ha lasciato a tutti un momento bello e magico, perché insieme abbiamo molto riflettutoma ci siamo anche divertiti veramente tanto.Questa rappresentazione fa parte di un ciclo di cinque spettacoli riguardanti episodi legati allamafia e noi stiamo aspettando di poter andare a vedere il prossimo.

A cura di:Arrigo M. Claudia P. Giulia P. Gabriele G. Luca T. & Martina B.Ragazzi e ragazze della II D

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LE CLASSI IN DIRETTA MAGGIO-GIUGNO 2016Un giorno sarai un posto bellissimo

Quest’anno, come gli altri anni trascorsi in questa maestosa e impegnativa scuola,alcuneclassi hanno avuto la fortuna di partecipare ad uno dei progetti offerti dalla scuola: “ Incontrol’autore”. Il progetto in questione consiste nel leggere in classe un libro con i compagni esuccessivamente incontrare l’autore per porgli alcune domande e curiosità derivate dallalettura del libro stesso. Noi abbiamo letto “Un giorno sarai un posto bellissimo” di CorradoFortuna: un ragazzo siciliano dotato di grande umiltà e disponibilità. L’autore nel suo romanzo ha raccontato come ha vissuto la propria adolescenza in unaSicilia dominata dalla mafia ,con il ricordo di due esplosioni a soli 56 giorni l’una dall’altrache né oggi né mai potrà dimenticare. L’unica nota positiva a riguardo, se proprio la si vuoletrovare, è che quello è stato uno dei momenti di maggiore difficoltà per la mafia perché comeci ha spiegato l’autore la mafia non fa rumore, non manifesta la sua presenza, se lo fa èperche qualcuno o qualcosa la obbliga. Il libro racconta, attraverso un ripetuto uso diflashback e di un linguaggio che muta per adattarsi alla diversa età del protagonista, la storiadi Lorenzo e Arturo, grandi amici, entrambi palermitani. Lorenzo, però, è figlio di un bossmafioso ma decide di non seguire le orme del padre. Se ne distacca. Segue un’altra strada,più tortuosa ma nuova. I due ragazzi cercano in ogni modo di trovare la prova chedimostrerebbe inesorabilmente il collegamento tra mafia e governo. Evito di svelare il finale perché confido che la lettura di questo articolo susciti in voi lacuriosità di leggere questo fantastico libro e successivamente di capire il parallelismo tra libroe realtà perché le cose accadono perché devono accadere o perché qualcuno vuole cheaccadano. Questa è la mafia e non possiamo fermarci all’indifferenza ma bisogna agire,parlarne e denunciare. Come disse Falcone:“la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avràuna fine”.

Matteo S. 3H

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MAGGIO-GIUGNO 2016

Stanza 259

Carlo si svegliò prima del solito. Quel giorno doveva andare a trovare suo nonno Pietro,da tempo malato. Sua madre l’aveva avvertito della situazione del nonno, se non sifosse sbrigato, non pensava l’avrebbe potuto rivedere.Ormai erano due anni. Due anni in cui aveva sofferto numerosi interventi, ma senzarisultato. Due anni di agonia, con l’ultimo passato a ripetere ai familiari che nonsopportava più il dolore.Così Carlo uscì, ascoltando musica “depressa”, così la chiamava. Non la ascoltavaquasi mai, ma ora la riteneva la più adatta per l’occasione.Arrivò quasi in anticipo, entrònella stanza 259 dove il nonno lo aspettava. Si sedette e aspettò quasi mezz’oretta. Aquel punto se ne stava per andare. Si ripeteva nella testa se faceva bene arestare, anche se il nonno sembrava apparentemente addormentato.Aprì la porta, maproprio nel momento in cui mise il piede fuori dalla stanza 259, sentì un: “Ciao, nonpensavo venissi”. Ormai con gli occhi pieni di lacrime, si girò e corse ad abbracciareil nonno. “ Ti devo raccontare una cosa…” disse il vecchio. Così Carlo si sedette, pronto perascoltare. “Sai, da quando sono nato, non sono mai stato molto fortunato…”. A quelpunto capì tutto, prese uno dei cuscini che erano in fondo al letto e lo sistemò dietrola sua testa mettendosi comodo. Il nonno gli raccontò tutta la sua storia, di quando erapiccolo e orfano, che per guadagnarsi da vivere doveva rubare nei mercatini, con i suoi“amici”, più che altro erano alleati.Raccontò di quel giorno che gli cambiò la vita. Quel giorno in cui venne“adottato”, preso in affido, da un anziano senza figli, proprietario di una panetteria conla moglie.Pietro aveva appena preso una pagnotta dal banco, e dopo essere statosorpreso da un cliente provò a scappare, ma senza successo.Svenne poco dopo avervisto la faccia della moglie Elena, proprietaria del negozio.Non era mai stato bravo a correre. Era il più furbo del gruppo. Lui doveva soltantoprogettare i loro “piani”. Era quello il suo compito. ll giorno dopo si svegliò in un lettocaldo; da quanto non provava quella sensazione, di solito dormiva per strada sopra unacoperta che dividevano in tre. In quell’abitazione si sentiva a Casa, nel vero senso dellaparola, e con l’andare del tempo lo era diventata veramente.

Passarono gli anni e crescere in quella famiglia per lui significava tutto. D’altronde nonaveva altro. Con il padre che continuava a ripetergli quella maledettissima frase che luinon aveva mai compreso del tutto, sua madre che si preoccupava di tutto e di tutti, ed iprofessori che lo tartassavano di compiti :“ severi ma bravi” gli ripetevano sempre i suoigenitori.Studiò tanto, “ non ho niente da fare tutto il giorno”, diceva ai suoi amici, per paura chelo prendessero in giro.Si laureò in medicina. Si sposò, con una dolce ed umile mogliedai capelli dorati ed il viso incantevole, ebbe figli (tre precisamente: Camilla, solare esimpatica, Marco, il padre di Carlo nonchè il maggiore dei fratelli, e Stefano il piùpiccolo ma il più intelligente e carismatico) e poi nipoti (otto per l’appunto: Carlo, lasorellina Sara, ed i cugini Francesco, Alessandro, Giada, Paolo, Andrea e la più piccoladi tutti, Margherita).

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Tutto ciò è solo grazie a mio padre” disse Pietro “mio padre mi diede la forza solo conuna frase, solo con un gesto, un gesto che mi cambiò la vita”.Carlo uscì dalla stanza 259, non dimenticò mai quella frase che il nonno Pietro gli avevadetto di tenere sempre a mente. Se la portò dietro per tutta la vita, anche ad anni didistanza dalla morte del nonno. Al suo funerale non aveva pianto. Pensava che se suononno l’avesse visto lo avrebbe di certo sgridato. Pietro lo riteneva un gesto non adatto adei veri uomini, preferiva farlo fare agli altri. Così trattenne tutto dentro e con l’andare deltempo quel dolore lo trasformò in ricordo. Un ricordo bellissimo.Ancora oggi, però, ripete quella frase che ha tenuto nel cuore per tanto tempo a suanipote Virginia:“il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente, non scordarlo mai”. Classe 3 CAlessandro B., Caterina C., Francesco M., Andrea N., Paolo P.

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ADESSO VI PRESENTIAMO GLI ARTICOLI DEI NOSTRICOMPAGNI DELLA SCUOLA PRIMARIA “PORTA-AGNESI”

Progetto Arcobanleno: Cartoline dall'Australia … Pag. 17Immagini ed Emozioni a Villa Carlotta … Pag.21Progetto “ConsigliaMI per ragazze-ragazzi” del Consiglio di Zona 1 ………………………. Pag. 24Consumi e Risparmi CDZ1 (Milano Ristorazione)...Pag. 26Assemblea CDZ1RAR: La conferma di un'ipotesi...Pag. 29

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PROGETTO ARCOBALENOI bambini della scuola di Coburg (Australia) hanno inviato alcune “cartoline”per presentare loro stessi, in risposta al materiale mandato loro da alcuneclassi del nostro Istituto Comprensivo. Nella mail di accompagnamento la loroinsegnante scrive : “Please note some may have minor errors because theywere written by the children themselves”; gli alunni di Coburg studianoItaliano come Lingua 2. Ecco alcune delle loro simpaticissime “cartoline”.

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Dear Sister SchoolCiao il mio nome è Sienna, sono abbastanzaalta e la mia scuola si chiama Coburgo ovest

elementare. Ho 12 anni e sono nella classe 6c,e mi piace la scuola. Ho un bel viso. Ho gli

occhi marroni e le ciglia lunghe. Il mio colorepreferito è blu - Tiffany blu e il mio cibo

preferito è McDonalds. Amo la musica. Mipiace cantare con le ragazze nel coro

Australiano e a suonare il violino. Non mipiace mangiare e a vedere i pesci.

Durante la mia vacanza Io Ho visto un film e statofantastico. io sono adato a shopping. Io mi sono

riposata ma ero annoiata la maggior parte. Mipiace Neighbours lo spettacolo.

Ciao Sienna

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QUESTO SONO IOCiao mi chiamo Carla. Sono un bambino.

La mia scuola si chiama Coburg Ovest Elmentare.Houndici anni e sono nella classe 6K.

Ho la faccia bella.Ho gli occhi blu.Ho la bocca bella e’ rosa.

Il mio cibopreferito e’ il gelato.Io sono contenta.

Non mi piace la pasta.

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Immagini ed emozioni a Villa CarlottaQuel giorno, il 5 maggio 2016, andammo a Tremezzo, contutte le classi Quarte, a Villa Carlotta. Appena arrivati inquel meraviglioso giardino, un’esplosione di fiori e difoglie ci accolse con un abbraccio colorato. La bianca eimponente villa davanti a me si presentava dietro a dueripide scalinate ricoperte anch’esse di fiori e foglie. Lenuvole cominciavano a lasciar spazio al sole e noiiniziammo il nostro percorso.Vedemmo fiori simili a colibrì, camelie fiorite, intrecci dirami e valli di felci e bambù che mi fecero pensare a chelavoro incredibile dovevano svolgere i giardinieri.

(Martina F.) Era un giorno piuttosto nuvoloso. Ero sul pullman da unbel po’di tempo, ad un certo punto vidi il lago. Verde ,bianco, blu erano i colori che governavano quel luogo. Ipini e gli altri alberi sembravano osservare quellagigantesca piscina. Ad un tratto fui attirato dal colorebianco di un’enorme villa: era villa Carlotta. Sopra la villaspuntava il sole come un riflettore.

(Umberto G.)

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La villa si divideva in due metà, quasi simmetriche.Sull’alto della villa s’innalzava un orologio simile a quellodel Big Ben. Salite le scale, ricoperte da fiori rossi, duefile di alberi di agrumi, fra cui limoni e mandarini,intrecciavano i rami più alti formando una galleriavegetale. Guardando in alto si vedeva, al posto del cielo,l’intrico delle foglie e la fioritura bianca e gialla cheemanava un profumo dolcissimo. Bastava sfiorare i ramiperché una cascata di petali cadesse per terra comecoriandoli. Da lì si poteva ammirare, come in un quadrodalla cornice di foglie, il lago e gli alberi più alti.

(Devis S.)Da una cornice naturale di rami e foglie siintravedeva il lago che sembrava un mare.Sotto si potevano notare due pareti verdi. La primaera fiera delle sue piante grasse che pareva siinchinassero; l’altra aveva le foglie ruvide e grandi,avevano la forma di ninfee.

(Valentina C.)

Si percepivano profumi diversi e colori variopinti. C’eranofiori insoliti provenienti da altri paesi. Ho visto un fioreche sembrava il becco di un uccello e persino un fioresimile ad un ananas.

(Emma C.) Il panorama era incredibile: sembrava un quadroincorniciato dalle chiome degli alberi. Quando scomparivail sole, il lago era di un colore scuro e quando riappariva,l’acqua luccicava sotto i suoi raggi.

(Benedetta C.)

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Quello che mi è piaciuto è stato una capanna per gliincontri d’amore che mi ha trasmesso un senso ditranquillità con il cinguetto degli uccelli: “tic, tic”. Sullosfondo il lago rifletteva il sole. Era veramente un paradiso.

(Lorenzo B.) Vanessa ci raccontò diverse storie sulle piante come lacamelia e la pianta del caffè e io restai molto affascinato.Al seguito di queste storie andammo a mangiare. Quelposticino, dove ci mettemmo, era veramente spettacolareperché si potevano ammirare un sacco di bambù. Entratinel museo vedemmo cose fantastiche, ma quella che mistupì di più fu il bassorilievo della guerra tra Babilonia eAlessandro Magno. Le stanze erano affascinanti: letti concoperte oro e rosse, tavolini, poltrone rosse e soffittiaffrescati. A quel piano si trovava un balcone da cui siosservava l’immenso lago. (Tommaso C.)

La villa era splendida con sale lussuose; all’esterno eraspettacolare, ma all’interno molto di più con le sue statue, iquadri e stanze con oggetti antichi che oggi non si usanopiù. (Matteo A.) Era tutto un paradiso. Nella villa c’erano molte stanze ec’era anche una penna d’oca che mi ha colpito. Questagiornata mi ha emozionato. (Francesco H.) Villa Carlotta è il luogo ideale per stare tranquilli.

(Martina B.)Mi è piaciuta tanto questa bellissima gita meravigliosa e iomi sono rilassato. (Lorenzo B.)

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Progetto “ConsigliaMI per ragazze-ragazzi” del Consiglio di Zona1

dalle nostre inviate al CONSIGLIO DI ZONA 1Martina F. – Emma C.

Riunione del giorno 8 febbraio 2016 ore 17.00/18.00PUNTO 1: sicurezza stradale percorso casa-scuolaAl termine dei saluti e delle presentazioni da parte del Presidente e dei neo-eletti, alcunialunni segnalano che ci sono poche strisce pedonali in zona Papiniano vicino alla scuolaCavalieri e che il ciclo semaforico accanto alla scuola di via Ariberto è troppo breve.L’incrocio via Ausonio - via San Vincenzo è privo di semaforo.Per quanto riguarda la Scuola Porta Agnesi il rappresentante eletto, Claudio Sanvito,fa notare che in via Beatrice d’Este/via Oriani l’attraversamento è pericoloso, che inporta Vigentina spesso ci sono camion parcheggiati sulle strisce pedonali e che invia dei Pellegrini i marciapiedi sono stretti,spesso sporchi e disagevoli perché inpendenza.La rappresentante eletta Vittoria Pezzano segnala che i motorini sorpassano i tramin modo pericoloso. Il presidente dà la parola al rappresentante (sostituto) MatteoAmbrosio che illustra la situazione di via San Calimero corredandola didocumentazione fotografica.È presente il Commissario dei Vigili che risponde affermando che alcuni deiproblemi non sono risolvibili, per altri invece assicura la presenza di agenti dellaSicurezza Stradale ed invita a segnalare la loro assenza. La soluzione dei dossi perrallentare la velocità dei veicoli non è perseguibile in quanto risulta pericolosa permoto, ciclomotori e biciclette. Il Commissario invita tutti all’osservanza del Codicedella Strada e ricorda che la bicicletta è considerata come un veicolo e che quindideve attenersi alle regole del Codice Stradale, p.e. non può andare contromano. Unalunno presente interviene a proposito per segnalare la presenza di veicoli chefanno il loro ingresso contromano in area C.

PUNTO 2: allestimento cortiliGli eletti della scuola Cavalieri chiedono rastrelliere per biciclette emonopattini, un chiosco per le merende e tavoli per riunirsi all’aperto. Lascuola Porta Agnesi chiede rastrelliere per due ruote, pista da atletica ecampi da gioco.Le richieste della scuola Crocefisso sono innanzituttorelative alla pulizia e al restauro della statua di Athena, liberando leiscrizioni, ora indecifrabili, dal muschio che le ricopre. Inoltre propongonodi dotare il cortile della scuola di una scacchiera a pavimento.Il Presidente prende nota delle varie richieste e proposte e comunica cheinizieranno i lavori nei cortili delle scuole Crocefisso e Quadronno.

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PUNTO 3: servizio ristorazioneTutti gli alunni rappresentanti eletti si lamentano per le porzioni scarse, la dieta in biancopoco varia, l’insalata eccessivamente condita o non condita affatto e chiedono la spremutad’arancia.Il Presidente prende nota e, prima dei saluti, assicura per la successiva riunione che si terràtra circa un mese, la presenza di un rappresentate del Servizio Ristorazione.

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