SENATODELLAREPUBBLICA · risma. Vaquindi apprezzato l'annuncio del presidente Spadolini chefra...

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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA 287a SEDU1"A PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO J\11ERCOLEDì 8 LUGLIO 1981 (Pomeridiana) Presidenza del vice presidente OSSICINI, indi del presidente FANFANI e del vice presidente VALORI COMUNICAZIONI DEL GOVERNO Seguito della discussione: PRESIDENTE . . . . . . BARSACCHI (PSI) .... BRUGGER (MistcrSVP) .. COLOMBOVittorino (L.) (DC) CROLLALANZA (MSI-DN) FOSSON (MistcrUV) . . GUALTIERI (PR!) . . . LA VALLE(Sin. Ind.) LEPRE(PSI) .... MALAGODI(Misto~PL1) . SIGNORI (PSI) . . . . STANZANI GHEDINI (Misto-PR) CONGEDI . . . . INDICE Pago 15361 e passim . 15387 . 15379 . 15414 . 15393 . 15353 . 15406 . 15369 . 15403 . 15357 . 15409 . 15382 . 15353 CORTE DEI CONTI Trasmissione di decisioni sul rendiconto generale dello Stato . . . . . . Pago 15353 DISEGNI DI LEGGE Assegnazione . . . . . . . . . . ,15353 INTERROGAZIONI Annunzio .......... 15426 ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDUTA DI GlOVEDI' 9 LUGLIO 1981 . . . . .15427 SENATO Composizione ............15368 TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~ "

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  • SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

    287a SEDU1"A PUBBLICA

    RESOCONTO STENOGRAFICO

    J\11ERCOLEDì 8 LUGLIO 1981(Pomeridiana)

    Presidenza del vice presidente OSSICINI,indi del presidente FANFANIe del vice presidente VALORI

    COMUNICAZIONI DEL GOVERNO

    Seguito della discussione:

    PRESIDENTE . . . . . .BARSACCHI (PSI) . . . .BRUGGER(MistcrSVP) . .COLOMBOVittorino (L.) (DC)CROLLALANZA (MSI-DN)

    FOSSON(MistcrUV) . .GUALTIERI(PR!) . . .LA VALLE(Sin. Ind.)LEPRE(PSI) ....MALAGODI(Misto~PL1) .SIGNORI(PSI) . . . .STANZANI GHEDINI (Misto-PR)

    CONGEDI . . . .

    INDICE

    Pago 15361 e passim. 15387. 15379. 15414. 15393. 15353. 15406. 15369. 15403. 15357. 15409. 15382

    . 15353

    CORTE DEI CONTI

    Trasmissione di decisioni sul rendicontogenerale dello Stato . . . . . . Pago 15353

    DISEGNI DI LEGGE

    Assegnazione . . . . . . . . . . ,15353

    INTERROGAZIONI

    Annunzio . . . . . . . . . . 15426

    ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDUTADI GlOVEDI' 9 LUGLIO 1981 . . . . .15427

    SENATO

    Composizione . . . . . . . . . . . .15368

    TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~"

  • Senato della Repubblica ~ 15353 ~ VIII Legislatura

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    Presidenza del vice presidente O S S I C I N I

    P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 16).

    Si dia lettura del processo verbale.

    M I T T E R D O R FER, segretario, dàlettura del processo verbale della seduta po-meridiana del giorno precedente.

    P RES I D E N T E. Non essendosi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

    Congedi

    P RES I D E N T E. Hanno chiesto con-gedo i senatori Codazzi e Deriu per giorni2 e Jannelli per giorni 3.

    Disegni di legge, assegnazione

    P RES I D E N T E. I segue:I1Jtidisegnidi legge sono stati deferiti

    ~ 'in sede referente:

    alla 7a Commissione permanente (Istru-zione pubblica e belle arti, ricerca scienti-fica, spettacolo e sport):

    « Conversione in legge, con modificazioni,del decreto-Iegge 28 maggio 1981, n. 255, re-cante copertura finanziaria dei decreti delPresidente della Repubblica concernenti lacorresponsione di miglioramenti economicial personale della scuola di ogni ordine egrado, compresa l'università» (1500) (Ap-provato dalla Camera dei deputati), previpareri della la e della sa Commissione;

    alla 84 Commissione permanente (Lavoripubblici, comunicazioni):

    « Agevolazioni ai turisti stranieri in ma-teria di pedaggi autostradali» (1487), previ

    pareri della la, della sa, della 6a e dellaloa Commissione.

    Corte dei conti, trasmissione di decisionisul rendiconto generale dello Stato

    P RES I D E N T E. Il Presidente dellaCorte dei conti ha trasmesso la decisione,con annessa relazione, pronunciata dallaCorte stessa, a Sezioni unite, nella udienzadel 25 giugno 1981, sul rendiconto generaledello Stato e conti allegati, relativi all'eser-cizio finanziario 1980 (Doc. XIV, n. 3).

    Tale documento sarà inviato alla sa Com-missione permanente.

    Seguito della discussionesulle comunicazioni del Governo

    P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il seguito della discussione sulle comu-nicazioni del Governo.

    ~ iscritto a parlare il senatore Fosson. Neha facoltà.

    F O S S O N. Signor Presidente, signorPresidente del Consiglio, onorevoli colleghi,quando, nell'ottobre scorso, si era passatidal tripartito Cossiga al quadripartìto For-lani avevo preso atto con piacere del ritor-no del Partito socialdemocratico nel Gover-no, rammaricandomi .invece che non fosse&tata possibile l'inclusione del Partito libe-rale italiano nella nuova coalizione. L'auspi-cio, già espresso allora, della formazione diun governo a più larga maggioranza si è con-cretato nell'attuale pentapartito Spadolini.

    Le recenti elezioni amministrative, se pu-re parziali, hanno fornito alcune indicazioniche non potevano e non devono essere igno-rate. La prima è il regresso del sistema bi-polare; la seconda è la crescita dell'area che

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15354 ~

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    va dai liberali ai socialisti; la terza è l'au-mento considerevole delle astensioni e deivoti nulli. Queste indicazioni hanno determi-nato la rottura degli equilibri preesistenti ecreato le condizioni per abbandonare un or-mai cronico immobilismo politico e dare ini-zio ad una nuova fase il cui sbocco definiti-vo non è ancora ben chiaro: dipenderà in~fatti da come il Partito socialista itaHano in~tenderà a,pplicare il principio della governa~bilità; dipenderà dallo spirito di coesionedei partiti laici minori, impegnati nel nuovoGoverno; dipenderà ~ in questo concordocon quanto ha detto l'onorevole Craxi in unarecente intervista ~ da come la Democra~bia cristiana sarà capace di reagire alla suacrisi di logoramento e da come il Partitocomunista affronterà il problema della pro.-pria identità rispetto alla società industria-le e nell'ambito delLa democrazia italiana.

    L'importante per il momento è che la si-tuazione si sia messa ,in movimento e chealcune novità si riscontrino nel Governo chesi presenta oggi a chiedere la fiducia delParlamento. Una tprima novità è il ritornodopo più di trent'anni ad una convivenzanello stesso Governo del Partito socialistaitaìiano e del Partito liberale italiano; la se--conda e più sorprendente è che, nell'impos-sibilità a.ttuale di una alternativa, ,la Demo-crazia cristiana abbi,a accettato nei fatti ilprincipio dell'alternanza alla guida del Go-verno. La richiesta che questo principio ve-nisse riconosciuto dalla Democrazia cristia~na doveva costituire la garanzia di quell'ac-cordo di legislatura proposto dal Partito so-cialista italiano prima delle ultime elezioniamministrative. Nei giorni scorsi il segreta-rio del Partito socialista italiano ha tenutoa precisare che il varo di un Governo a guidadel leader repubblicano non avv1ene nel can-testo di un accordo di legislatura, spiegandoche questo richiedeva una riflessione più ap-profondita delle proposte che i socialisti ave--vano avanzato.

    Contemporaneamente da più parti si fan-no previsioni di elezioni anticipate per laprossima primavera. Ora, se per l'ultimoscioglimento anticipato delle Camere potevavaLere il proverbio « non c'è il due senza iltre» e se in quella circostanza si è dovuta

    constatare !'impossibilità di costituire unamaggioranza dopo la fine del Governo di so-lidarietà nazionale, oggi la situazione è mol-to diversa.

    L'accettazione della Democrazia cristianadi appoggiare un Laico a Palazzo Chigi e l'ac-cettazione del Partito socialista italiano dicollaborare con la Democrazia cristiana econ i partiti ,laici minori ha sbloccato il si~sterna e permesso la formazione di un Go~verno di coalizione che può contare su unasicura maggioranza. precostituita. In questecondizioni ritengo sarebbe un grave errorericorrere per la quarta volta. consecutiva alloscioglimento anticipato delle Camere.

    Gli ultimi risulUati elettorali sono una con~ferma della crisi del sistema politico e il fe~nomeno del rifiuto del voto, già verifkatosiin precedenti occasioni, è aumentato consi-derevolmente. I partiti ne devono tenereconto, dimostrando finalmente di avere ri-trovato il senso di responsabilità necessarioad affrontare i terribili problemi del paese edando prova di lungimiranza. Nessuno d0-vrebbe soggiacere alla tentazione di cercarein elezioni politiche anticipate una confermadel sucoesso riportato o una rivincita al-l'insuccesso subìto nelle recenti elezioni par~ziali. Sarebbe questa un'ulteriore dimostra-zione dell'inòapacità dei partiti di subordina.re gli interessi di 'parte agli interessi gene-rali. Il pubblico si staccherebbe sempre dipiù dai partiti, il rifiuto del voto aumente-rebbe ancora, il nostro sistema democraticoriceverebbe forse un colpo mortaJ.e. C'è ve-ramente da augurarsi che il buon senso ab-bia a prevalere sui complicati giochi di po~tere.

    I punti principali del programma che ilpresidente Spadolini ha esposto alle Came-re, a parte la politica estera, sono tre: lottaall'inflazione, terrorismo e moralizzazionedella vita pubblica. Questi stessi punti ,era-no contenuti in tutte le ,dichiarazioni pro-grammatiche che ho sentito in quest'Aula,ma salvo marginali eccezioni esse sono ri-maste delle semplici dichiarazioni di inten-zioni. Su questi argomenti ho già avuto l'oc-casione di esprimermi più volte in passato.

    Per quanto concerne il primo problema,mi sia permesso ricordare che nella discus-

  • Senato della Repubblica ~ 15355 ~ VII I Legislatura

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    sione suUe dichiarazioni del Governo Forla~ni, tra l'altro dicevo: ora l'economia, dopole vicissitudini e l'incertezza di quest'anno,richiede un'attenzi.one particolare e dei prov-vedimenti urgenti sia per poter condurrequella rigorosa politica di rientro dall'infla~zione che ritengo prioritaria, sia rper poterscongiurare la svalutazione della lira, la cuistabIlità è elemento essenzÌiale per .il conte~nimento dei prezzi. Sono passati otto mesie tutto è cont'inuato come prima. Si è quin~di accresciuta l'urgenza di pravvedere. L'in~flazione è un mastro che si alimenta da sè,ha detto qualcuno. Sono arrivato alla con~elusione che bisogna concentmre tutta l'at~tenzione, tutti i messaggi e tutti i pravve~dimenti su un solo obiettiva: combatterennflazione, ha detto recentemente il mini~stro Andreatta. Se si perde il contrallo del~l'inflazione, noi andiamo alla rovina; alla ro~vina economica e la rovina economica tra~scinerà con sè la rovina della democrazia, hadetto 1'onorevole Craxi.

    Come si vede, tutti hanno ben presente ladrammaticità della situazione e non rimaneche sperare che il nuovo Governo sappia,voglia e possa affrontare finalmente e con~venientemente l'ardua problema per batte~re quello che Amendala aveva definito il par~tito del1'inflazione. La lotta all'inflazionevual dire anche difesa del risparmio e dife~sa del potere di acqui.sta dei cittadini, deilavoratori, dei pensionati, dei ceti più debali,vuoI dire garantire la competitività del si~sterna produttivo. Essa quindi deve potercontare sul ruolo attivo e sul contributo fat~tivo di tutte le forze sociali.

    Al terrorismo qualche colpo era stato in~ferto, aveva ragione però chi ammoniva dinon iHudersi di essere ormai vkini alla sualiquidazione, prevedendo contemporanea~mente che lo stesso avrebbe cercato di rior-ganizzarsi per agire ancora con la stessadeterminazione e spietatezza di prima. I fat~ti .di questi giorni ne sono una dimostrazione.

    Certo è che l'affare della loggia P 2, contutte le sue implicazioni, ha avuto un forteriflesso negativo anche nella lotta al terro~risma. Va quindi apprezzato l'annuncio delpresidente Spadolini che fra i primi prov~vedimenti del suo gabineuo vi sarà sia la de~finizione per legge delle sacietà segrete e

    quindi la previsione delle misure per scio~glierle, sia una norn1a che prevederà lo scio~glimento della loggia P 2. Si pensa di soste~nere la lotta al terrorismo attraverso il per~fezionamento e l'estensione delle norme afavore dei pentiti e l'impegno a rafforzarela sicurezza delle carceri.

    Ma vi è un altro problema che va affron~tato ed è quello di rendere più rapida la giu~stizia. L'esempio di Catanzaro è emblemati~co. Su ques10 punto e su altri riguardantila magiostratura l'onorevole Presidente delConsiglia si è ampiamente soffermato, ricon~fermando fra l'altro l'impegno per una sol~lecita approvazione del nuovo codice di ,pro-cedura penale. Ma di questo si parla da piùdi trent'anni e, pur sperando che sia la vol~ta buona, prendo atto con piacere dell'affer~mazjone più realisÌ'ica che nell'attesa è find'ora possibile varare alcuni provvedimentiurgenti e già maturi suscettibili di miglio~rare l'attuale situaziane.

    Sulla questiane morale mi sano spessa di-lungato in altre occasioni, ritenendola fon~

    , damenta1e per ridare credibilità alla classepalitica. Non è il caso di dpetermi oggi. Con~divido d'altra parte quanto detto dal Pre-sidente del Consiglio su questa punto.

    Ho già espresso poco fa il mio apprezza~menta per i provvedimenti che il Governointende adottare nei riguardi della loggiaP 2; è chiaro quindi che cancordo anchesull'esigenza non eludibile di far luce sututta la vicenda, apprafondendo inoltre l'in~dagine sui rapporti fra il potere visibile, ilpotere semisommerso o sottogaverna e ilpotere sommersa a occulto.

    Avenda fatto parte, nella passata l~gisla~tura, della Commissione inquirente e aven~done potuto constatare .j difetti e le stor~ture, sono completamente d'accardo di ri~vedere la sua struttura come pure di ride~finire ruoJi e funziani dei procedimenti c

  • Senato della Repubblica ~ 15356 ~ VII I Legislatura

    287-a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    non si tratta soltanto del governo degli one-sti nel senso generico della parola. Si trattadel governo di uomini che antepongono l'in-teresse dello Stato al proprio, a quello delproprio partito, della propria corrente, delproprio clan, di uomini che rispettino nonsolo le regole della morale comune ma an~che quelle della propria morale professIO-nale ».

    A qualcuno potrà sembrare superflua que-sta citazione: io ritengo invece che il richia~mo a certi princìpi sia più che mai necessa~rio nella situazione attuale.

    Molte cose dette sui temi istituzionali van~no condivise. C'è sO'lo da augurare che nonrimangano delle semplici enunci azioni di in-tenti: vedi la legge sulla Presidenza del Con-siglio, l'applicazione dell'articolo 95 dellaCO'stituzione, la commissione di controllosulla spesa pubblica prevista dall'ultima leg~ge finanziaria, soprattutto per quanto con-cerne l'efficienza e la funzionalità della pub-blica amministrazione. In questo ultimo pun~to prendo atto con piacere che siano statievidenziati due aspetti particolari richieden-ti un'urgente soluzione: quello della regola~mentazione dello sciopero dei pubblici ser~vizi e quello della protezione civile.

    Sulla rivalorizzazione delle autonomie lo-cali il discorso andrà approfondito.

    Durante le recenti consultazioni, assiemeal mio collega mppresentante della Valled'Aosta alla Camera, onorevole Dujany, ab~biamo fatto presente ancora una volta alPresidente del Consiglio le istanze e le at-tese della popolazione che abbiamo l'onoredi rappresentare. A seguito dell'incontro, co~me d'accordo, abbiamo trasmesso un pro-memoria per il Governo relativo ad un cer~to numero di problemi interessanti i rappor~ti fra lo Stato e la regione Valle d'Aosta.Questi problemi sono sempre gli stessi, per~chè non avendo potuto portare a terminela loro soluzione eon i precedenti governi,essi permangono d'attualità. Vorrei rispar~miarvi una ripetizione anche se parziale, main ossequio al mio mandato devo ricordarebrevemente alcune cose.

    Premesso che la V,alle d'Aosta è stata laregione a statuto speciale maggiormente sa-crificata dai livellamenti e dagli appiatti~menti della sua spèCialità, si chiede il recu~

    pero integrale di questa specialità. Si chiedela completa e corretta applicazione dellostatuto speciale con immediato I1iguardo altrag,ferimento integrale delle competenze dal~lo Stato alla regione, tenendo conto delleparticolarità dell'ordinamento valdostano;la revisione dei rapporti finanziari fra loStato e la regione; l'attuazione della zonafranca, come previsto dall'articolo 14 dellostatuto; la soluzione del problema del parcodel Gran Paradiso; la soluzione della viabi-lità internazionale fra Aosta e i trafori delMonte Bianco e del Gran San Bernardo.

    Sui problemi culturali e linguistici ci sia-mo dilungati nel promemoria. In questa se~de vorrei solo accennare a due punti: il pri-mo interessa i nostri giovani studenti ed èil riconoscimento dei titoli accademici~ con~seguiti in Francia o in Svizzera rOlJI1anzadacittadini italiani residenti in Valle d'Aosta;il secondo concerne l'applicazione dell'arti-colo 19 della legge di riforma radiotelevisivan. 103 del 14 aprile 1975.

    Per quanto concerne il problema occupa~zionale, si tratta per la società Cogne di faravanzare senza ulteriori ritardi e senza ta~gli il programma di ristrutturazione ap-provato nel gennaio 1980 dal CIPI. Per laSADEA di Verres, con gli operai in cassaintegrazione da 18 mesi per mancanza di or~dini per monete metalliche da parte delTesoro, si chiede al ministro Andreatta diesaminare al più presto l'introduzione di nuo-vi tagli, quali le 500 lire in aornonitrul.

    Tenendo conto di alcune istanre partico-lari, fra cui ,la nostra, il Presidente del Con~siglio ha inserito nelle sue dichiarazioni pro-grammatiche il seguente capoverso: «Sa~ranno infine prese adeguate misure per l'at~tuazione ancora lacunosa degli statuti delleregioni a statuto speciale, per l'estensionealle stesse dei compiti previsti dal decretodel Presidente deLla Repubblica n. 616. Il Go-verno si impegna in particolare a definire ~d'intesa con i rappresentanti delle minoran~ze linguistiche ~ e ad emanare con solleci-tudine le rimanenti norme di attuazione del~lo statuto della regione Trentino-Alto Adige.Sono inoltre ben presenti al Governo nellaloro specificità e complessità, i problemidella Valle d'Aosta e del FriuH-Venezia Giu-lia ». Ne prendo atto per quanto ci concerne.

  • Senato della Repubblica ~ 15357 ~ VIII Legislatura

    8 LUGLIO1981287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

    A questo punto, però, fra i vari problemiprospettati, ne vorrei enucleare alcuni che,non risolti in tempo utile, richiedono ades-so una soluzione urgente da parte del nuo-vo Governo. Prioritario è quello della solle-cita approvazione del dcisegno di legge pre-disposto dal Governo Forlani per la revisio-ne dell'ordinamento finanziario deLla regio-ne, già trasmesso al Senato. I ritardi aceu-mulatisi nella predjsposizione di questoprovvedimento da parte del Governo hannoreso veramente grave l'odierna situazione fi-nanziaria della regione. Ulteriori ritardi ri-schierebbero di bloccare completamente lasua attività.

    Un secondo problema che riguarda il re-cupero della specialità del nostro statuto diautonomia e lo stesso funzionamento dellaregione è l'emanazione dei decreti che il Go-verno era delegato ad emanare in base allalegge sulle norme di attuazione dello statu-to speciale della Valle d'Aosta, approvato de-finitivamente dal Senato il 10 maggio 1978.A tutt' oggi questi decreti, a causa del sus-seguirsi delle crisi e dello slittamento deitermini fissati ogni volta, sono ancora daemanare. Un disegno di legge per la prorogadi questi termini è stato approvato recen-temente dalla Camera dei deputati, è giàstato discusso nella 1a Commissione affa-ri costituzionali del Senato, aspetta solodi essere approvato in Aula. Il rappresen-tante del Governo in Commissione, èomeaveva già fatto alla Camera, ha sollevatouna riserva marginale. La Commissione hainvece accettato all'unanimità il provvedi-mento come approvato dalla Camera. Chie-do che questo disegno di legge venga porta-to in Aula al più presto e che da parte del

    Governo non siano sollevate ulteriori riser-ve in modo che s,i possa approvarIo defini-tivamente.

    Un terzo problema richiede solo un po' dibuona volontà per applicare una legge. Hogià accennato alla legge n. 103 del 14 aprile1975. Détta legge in materia di diffusioneradiofonica e televisiva prevede all'articolo19 trasmissioni in lingua francese per la Val-le d'Aosta, da regolarsi con apposite conven-zioni deJ.le competenti amministrazioni delloStato. A sei anni dalla sua entrata in vigoreJe convenzioni non sono ancora state stipu-late. Chiedo che anche in questa materia sivoglia provvedere al più presto. Su questiultimi problemi, la cui importanza non puòsfuggire, chiederei all'onorevole Presidentedel Consiglio degli impegni precisi nella suareplica.

    I rappresentanti della Valle d'Aosta hannovotato a favore dei passati governi basando-si su impegni che non sono stati mantenuti.La nostra popolazione non crede più allepromesse generiche ed io ho il dovere difarIo presente in quest'Aula. Appartenenteall'Union Valdotaine, ma eJetto con l'appog-gio di varie altre forze, tra cui una gI1anparte di quelle che costituiscono l'attualemaggioranza, vorrei poter dare senza riser-ve il mio voto al nuovo Governo, di cui ap-provo in larga parte il programma. Nellamia qualità di autonomi sta e di federalistavorrei poter dare senza riserve il mio votoal nuovo Governo di coalizione guidato perla prima volta da un rappresentante del Par-tito repubblicano italiano che, rifacendosi aCattaneo, dovrebbe capire meglio le nostrejstanze.

    Presidenza del presidente F A N F A N I

    (Segue F O S S O N ). Onorevole Pre-sidente del Consiglio, confidando che ellavorrà dare una risposta positiva alle aspet-tative della mia regione, esprimo per il mo-mento a lei ed al Governo gli auguri dibuon lavoro. (Applausi dal centro. Congra-tulaziont) .

    P RES I D E N T E. ~ iscritto a par-lare il senatore Malagodi. Ne ha facoltà.

    M A L A G O D I. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, nel corso di una ormai nonbrevissima carriera politica mi è avvenuto diascoltare una trentina di discorsi di presen-

  • Senato della Repubblica ~ 15358 ~ VIII Legislatura

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTOSTENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    tazione di nuovi governi. Debbo dire che miè sembrato un pregio particolare del discor-so del senatore Spadolini, fra i tanti, quellodi segnare fortemente una iSlpirazione di fon-do sulla quale tornerò, oltre a quello di averdato rilievo, fra tanti argomenti, ad alcunipunti centrali ed urgenti.

    A nostro giudizio, questo Governo non de-ve divenire un governo a tempo, un gover-no provvisorio, come male qualcuno ha det-to. Ne fa fede il suo programma che rispondead un sist6l11a di esigenze con tempi tecnico-politici più o meno larghi, ma mai brevi obrevisismi. Questo Governo deve segnarel'inizio di una inversione di rotta rispettoalla decadenza che, con velocità crescente,ha condotto l'Italia nella drammatica situa-zione attuale. E tale nuovo corso, per realiz-zarsi, richiede un'azione immediata, direttaa tagliare alcuni nodi che rischiano di so£-focarci.

    C'è una data che ha valore di legge, la datadel 30 settembre, ricordata anche dal presi-dente Spadolini, entro la quale il Governodeve presentare la legge finanziaria. Questosignifica che entro il 30 settembre nel setto-re essenziale della spesa e del disavanzo pub-blico allargato bisogna salvare H salvabileper il 1981 e impostare in modo concreto edirreversibile il 1982. Per logica inesorabile,entro la stessa data bisogna anche attaccarel'essenziale della bonifica morale, da cui tan-to dipende, del problema del lavoro, del pro-blema della giustizia e del terrorismo, di al-cuni aspetti delle istituzioni. Inoltre occorre~ealizzare subito quella linea enunciata incampo europeo, atlantico e mondiale, checontrasta con l'ondata di neutralismo stri-sdante che ha già invaso i paesi scandinavied i Paesi Bassi, larga parte della Germania,la sinistra del partito laburista inglese e cherischia di valicare le Alpi.

    Queste azioni a scadenza immediata sonola condizione ~ lo ripeto ~ per poter af-frontare l'ulteriore lavoro. Se, per disgrazia-ta ipotesi, queste azioni tardassero in conse-guenza della consueta lentocrazia del nostrosistema politico ed amministrativo o, peggioancora, se fallissero, saremmo esposti a queldegrado ed a quella avventura che giusta-

    mente il pres.idente Spadolini ha indicato co-me pericolo gravissimo per il nostro paese.

    Con questa premessa vorrei fare alcune os-servazioni proprio limitatamente ai compitiurgenti ed alle loro condizioni etko-politi-che. Comincio dalla bonifica morale, pas-so alle finanze, all'economia ed ai problemisociali, alle istituzioni, aI.l'ordine pubblico,alla politica eumpea ed internazionale, allasituazione politica interna.

    Come ho già accennato, i cOIl1!pitiurgentili definisco come quelli che sono da realizza-re entro il 30 settembre o da impostare subi-to perchè se ne possa vedere qualche effettoentro il 30 settembre e risultati importan-ti entro la fine dell'anno.

    Bonifica morale. Sulla P 2 non abbiamonulla da aggiungere o da eccepire a quantoha detto il Presidente del Consiglio. Crediama che il problema sia però più largo. Sitratta del problema di un ethos politico gra-vemente deteriorato e che bisogna corregge-re ricordando che al centro della malattia èla lottizzaziolle del sottogoverno, l'uso delsottogoverno per vantaggi personali, vantag-gi di gruppo, di partito, un sottogoverno chedefinimmo a suo tempo, e molte volte, unlaccio al collo della democrazia italiana; cheabbiamo per parte nostra sempre combat-tuto, lieti quando abbiamo trovato altri chelo combattevano, non disposti a dare il mo-nopolio di tale lotta nè alla destra, nè alla si-nistra. Come problema specifico connessoalncora con la politica morale vorrei citarequello dell'anagrafe patrimoniale che da an-ni sosteniamo, che è passato al Senato e chedovrebbe passare ora alla Camera.

    Stretta monetada e creditizia. La strettamonetaria e creditizia si è rivelata indispen-sabile nella misura attuale non per destinooscuro, perchè le stelle così hanno voluto,ma semplicemente perchè i governi non han-no funzionato. Tra il mese di gennaio e quel-lo di marzo non solo non si è ddotto il disa-vanzo pubblico allargato, ma lo si è moltoallargato, e quanto alla prima st~etta mone-taria e poi alla seconda si è detto di volerfar succedere le leggi di sostanza (la cosid-detta fase due e fase tre), ma poi non si èfatto letteralmen.te niente. All'ultimo momen-to il Governo precedente ha emanato alcune

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15359 ~

    8 LUGLIO 1981287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

    disposizioni con decreto-legge che non mi ri-sulta che il Parlamento abbia ancora avuto

    ~ crisi od altro adiuvante ~ la possibilitàdi esaminare.

    P RES I D E N T E. La prossima setti-mana verranno in Aula, senatore Malagodi.

    M A L A G O D I. Ne sono lieto. Nel frat-tempo l'inflazione è aumentata di qualcosacome il 5 per cento.

    P RES I D E N T E. Di questo non rim-proveri il Parlamento.

    M A L A G O D I. Certamente no. Rim-provero me stesso, facendo il mestiere di par-lamentare, ovvero rimproverando il Gover-no. Però non bisogna nascondere che c'è unaresponsabilità di noi tutti.

    Vorrei dke che questa stretta mdnetaria ecreditizia, divenuta indispensabile per glierrori commessi, è arrivata al limite in cui,senza andare più oltre, essa è già contropro-ducente ed anzi va allentata gradualmente infunzione di azioni sulla realtà finanziaria eproduttiva, ma il più presto possibile. Se do-vessimo continuare la stretta senza aziolnicollaterali sull'economia reale, se dovessimotardare ancora, la stretta porterebbe a chiu-sure di aziende, a disoccupazione, a necessitàineluttabHi di intervento del Tesoro, quindia rinnovate maggiori pressioni inflazionisti-che. Siamo al limite di questo pericolo. Que-sta stretta diventa controproducente per que-ste ragioini anche sul terreno politico. È unastretta che nessuno può illudersi possa ser-vire ad arrestare da sola l'inflazione, anzicontiene il pericolo cui ho accennato. Ricor-diamoci che in una pagina famosa di queltanto abusato e mal usato Keynes, citandoLenin, si ricorda di questo il detto che « l'ar-ma più sicura contro le economie capitalisti-che è l'inflaziOJlle ». Noi di.remmo che l'armapiù sicura contro le democrazie I1bere è l'in-flazione.

    Parallelamente ai limiti alla stretta credi-tizia, vi sono i limiti alla stretta fiscale che,anche senza decreti-legge, aumenta costante-mente per il fiscal drag, ;per il trascinamenoofiscale, perchè, come è noto a tutti, le aliquo-

    te stabilite per certe somme rimangono fis-se per quelle somme, mentre quelle sommevalgono sempre meno. Perciò aumenta lapressiOfr1efiscale, aumenta il reddito d'impo-sta, si rende più complicato il problema delfinanziamento aziendale e del risparmio, piùcomplicato anche il problema della scala mo-bile.

    Nel valutare la situazione della finanza edell'economia ci atteniamo a documenti no-ti a tutti: al piano triennale, alla nota inte-grativa del ministro La Malfa, agli intervootidei ministri Andreatta, La Malfa, Maroora eSignorello alla Confederazione dei commer-cianti ed alla Associazione bancaria i.taliana;ci atteniamo al recente documento della Co-munità europea diretto al Governo italiano,scritto con tale conoscenza delle cose italia-ne da sembrare ve.ramente scritto più daidestinatari che non da coloro che hanno as-sunto la responsabilità di SlPedirlo, non pe.rquesto di minore valore. Quali sono a giudi-care, a desumere da questi documenti gliobiettivi? Prima di tutto quello di ricondur-re il disavanzo pubblico allargato del 1981alla cifra di 37.500 miliardi e di fissare lostesso disavanzo per il 1982, ciò che equivalea ridurlo in percentuale reale sul prodottonazionale lordo. Io non so se questo sia deltutto pOiSSibile, se non si dovrà forse tenerconto in qualche misura dell'aumento mone-tario del reddito nazionale, però certo biso-gnerà che se lo si fa sia sempre in misurasensibilmente inferiore al tasso programma-to d'inflazione per i11982. Questo è un bellis-simo obiettivo, ma la situazione, diciamocelochiaro, oggi è molto più grave di quella chenon apparisse due o tre mesi fa. Nei primisei mesi del 1981 il disavanzo pubblico allar-gato ha raggiunto i 22.000 miliardi, cresceancora ad un ritmo ohe di mese in meseaumenta con la prospettiva di un aumentomassiccio come ogni anno alla fine del-l'esercizio. Rischiamo di avere nel 1981, senon interveniamo, una cifra di disavanzo di50.000 miliardi, contro i 37.500 che si sonoinvece previsti. È inquietante che in questasituazione manchi, fra i tanti documenti cheho citato, uno che avrei volentieri avuto ecioè la previsione di cassa per il 1981 che ciannunziano, ci annuInziano e non esce mai;

  • Senato della Repubblica ~ 15360 ~ VIII Legislatura

    8 LUGLIO1981287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

    e se le notizie che riusciamo a raccoglieresono esatte, nOll1esce perchè non si riesce adeterminare esattamente la situazione: la si-tuazione in qualche misura è già fuori dicontrollo.

    Per raggiungere l'obiettivo che ho indica-to per 1'81 e per 1'82 occorronlO i tagli, chia-miamoli così, Forlani, che dovrebbero, comeil Presidente ci ricordava, venire la settima-na prossima in Aula e che sommano nellarealtà delle cose a 2.000-2.500 miliardi eoccorrono i tagli che, col permesso del Pre-sidente del Consiglio, chiamerò i tagli Spa-dalini, che dovrebbero misurare non menodi 500-600 miliardi. Però questi tagli non ba-stano; i pericoli di frornte a cui ci troviamo,anzi le certezze negative di fronte a cui ci tro-viamo, se non agiamo al di là dei tagli, sonoquesti: prima di tutto c'è l'ondata di pienache il ministro Andreatta ha efficenternenteillustrato all'Associazione bancaria italiana;la piena dell'80 è stata, con le solite abilitàdella Ragioneria generale dello Stato, river-sata sul 1981. C'è Ulna piena dell'81 che sisomma alla piena dell'80; vogliamo riversarel'una e l'altra sul 1982? Il bilancio di assesta-mento, di cui non siamo ancora in possesso,ma che ci viene annunziato come imminen-te, e del resto avrebbe già dovuto essere pre-sentato a norma di legge, costruisce, comeha detto il ministro Andreatta, una specie diargine elntro cui far correre questa ondata dipiena. Ma ad un certo momento l'arginenon sarà abbastanza alto, crollerà sottol'ondata; bisogna provvedere a r.idurre l'on-data.

    Come si fa intanto a creare l'argine? Losi fa con misure che non sono particolar-mente simpatiche; bisogna ridurre gli inve-stimenti pubblici, bisogna creare maggioriresidui passivi: l'una e l'altra cosa sono me-glio che non ulna traboccante inflazione, pe-ro significano anche un'attenuazione di quel-la politica doppia di controllo e di stimolocui è ispirato il .piano triennale e cui noicrediamo, con queste parole, da più di diecianni. La seconda certezza, se non si agisceimmediatamente, è quella di uL.ia serie diesplosioni finanziarie: un'esplosione dellasanità, un'esplosione delle pensioni, tm'esplo-sione deIramministrazione pubblica, un'e-

    splosione degli enti locali. Perchè uso la pa-rola esplosione? Perehè ormai è visibile chedi armo in anno, dal 1979 al 1980, dal 1980al 1981, dal 1981 al 1982, le previsioni di spe-sa e i disavanzi di questi settori aumentanoal di là di tutte le possibilità di oalcolo e por-tano a quella situazione quasi incontrollabi-le cui mi sono riferito parlando della man-canza del bilancio di cassa.

    Credo che il settore .più pericoloso da que-sto punto di vista sia il settore della sanità,in cui l'esplosione, del 1980 sul 1979 e oggisoprattutto del 1981 sul 1980 e in previsio-ne del 1982 sul 1981, è ~mmens:a; è cosìgrossa che non credo che nessuno l'abbia an-cora esattamente calcolata. Credo (mi pren-do la responsabilità di questa affermazione)che essa sia di tale misura da avere effettodeterminante sullo squilibrio attuale del bi-lancio dello Stato e la cosa è talmente grave,porta a riflessioni talmente serie sulla natu-ra della riforma sanitada, sul modo di appli-carla e di correggerla, che domando formaI.mente, non solo perchè il Ministro è un caroamico, liberale, uomo giovane e valente, maproprio nell'interesse dello Stato, che il Mi-nistro medesimo venga dinanzi ,alla Commis-sione sanità del Senato al' più presto entroquesto mese e esponga a grandi linee quel-la che è la situazione, in modo che si possapoi discutere seriamente dei rimedi. Il se-oondo settore iln esplosione è quello dellepensioni. Alla fine del 1980 (sono dati pubbli-ci, ma poco noti) c'erano in Italia circa 13milioni e mezzo di pensioni (non di miliar-di, ma di pratiche pensionistiche .in atto); diqueste poco meno della metà, tra 5 milioni emezzo e 6 milioni, eraln.o pratiche di invali-dità e di queste la metà erano fasulle, cioècomposte da quelle pensioni di invalidità chesono state distribuite un pò dappertutto inItalia a chi le ha chieste avendo un piccolosanto, un venerabile laico o cattolico in pa-radiso. Addirittura, vi sono regioni anche dimodesto benessere o di benessere (come que-la del Presidente del Senato, che conoscoanch'io un poco) dove il fatto .di non avereuna pensione di invalidità è considerato co-me un celtificato di stupidità. Uno che nonabbia saputo procurarsi una pensione diquesto gelnere è un fesso.

  • Senato della Repubblica ~ 15361 ~ VIII Legislatura

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    P RES I D E N T E. Vaglio dire aLlora,poichè ha invocata me, che in tutta la regio-ne, dave qualche valta ha vissuta e raramen.te riesco ad andare, non ha mai fatto daree nan ho mai appoggiata richieste ,infonèAtedi pensione per invalidità civile, giudicando.gli sperperi in materia una delle più grassestupidaggini che da anni andiamo facendo..

    M A L A G O D I. Posso risponderIe chenel mia piccola mi trava nella stessa condi-zione sia in Toscana che in Lombardia chenel resta di Italia. Mi trovo anche in questacondizione di essere, come senatore, in pos-sesso. di un disegna di legge presentato nelnavembre 1979 al Senato. dal ministro. dellavara Scotti, ,di cancerto cal ministro deltesoro. Pandolfi, due attimi ministri, per ri-formare questa materia delle pensioni di in-validità con due rifarme semplicissime e fon-damentali, tendenti a sastituire come tHoloalla pensiou.ìe la capacità di lavoro anzichèla capacità di guadagno e di stabilire che lepensioni valgano per tre anni e siano rinno-\lIabili o mena secondo le effettive condizia-ni del pensianata. Questa legge nan mi ri-sulta che sia mai 'neanche venuta dinanzialla Cammissione competente e tanto menoè venuta in Aula e tanta mena è stata ap-provata, nè qui, nè a Mantecitorio ed io nesallecito dal Governo l'immediato esame e!'immediata assunzione di responsabilità.

    Terza settore esplosiva è quella dell'ammi-nistrazione pubblica: c'è UJnproblema di nu-meri, particolarmente nella scuala; c'è unprobLema di livello di remuneraziani, can ri-chieste costanti di aumenta; c'è un proble-ma di produttività ed una serie di altri pra-blemi ch~ chiamerò col nome del beneme-rito ministro Giannini. AJnche qui è urgentepravvedere: è una dei settori a cui attingereuna parte di quei cinque-sei mila miliardiaddizionali che sono indispensabili.

    Il quarta settore riguarda gli enti locali,(specialmente i camuni) che sono finanziatidal Tesoro in base al fabbisogno starico,con la canseguenza che quanta peggio è statoamministrato un comune, tanto più ricevedallo Stato. Questo richiede una urgente- car-rezione.

    Per tutta questa insieme di prablemi, chie-do non solo che i singoli Ministri compe-

    tenti vengalna nelle Commissiani a in Aula arendere canta della situazione per un dibat-tito. più approfondito di quella che aggi nonsia passibile od appartuno fare, ma che ven-gano in particolare i Ministri del bilancia edel tesoro., profittando di una dis.pasizionedella cOIIlbabilità dello Stato secondo la qualeessi devona, alla fine di luglio., presentare al-le regioni le prime linee del bilancia 1982.Sarebbe molto utile se essi le presentasseroanche in Senato, alla Commissione bilancioe po.i, se necessario e se c'è tempo, all'Aula.La previsione che il Presidente ha fatto dinan mandarci via prima della prima setti-mana di agosto lascia. . . .

    P RES I D E N T E. Ha avvertito che,se non ci applichiamo. seriamente sulla va-langa dei decreti-legge che sano davanti anoi e se i! presidente Spadolini ~ come è

    nei suoi propositi ~ non ferma questa va-langa, rischiamo. di andare fino a metàagosto. Era un invito alla prudettlZa gene-ralizzata.

    M A L A G O D I. Ne approfitta, nonavendo l'onOl1edi dover essere prudente, perdamandare questa presenza dei Ministri nel-le Commissioni campetenti. .

    Nel cansiderare la situaziane bisognerà chei Ministri ci dicano. qualcosa sulle nuovespese che sono urgentemente necessarie e chesono già indicate, per sammi ca(pi, nella di-chiarazione del presidente Spadalini.

    Prima di tutto ci sono le spese per l'ener-gia (energia nucleare, da carbone) e per laricerca applicata per le altre fanti di ener-gia. Siamo. in un ritardo che ha avuto l'ono-re di illustrare più valte in quest' Aula, dopoaverlo Hlustrato più valte nell'Aula della Ca-mera. Il presidente Spadolini ha parlato ditempi brevissimi. Mi augura che veramentesiano. brevisimi; è vero che in tutte le occa-siani precedenti si è sempre .detta: la setti-mana prassima, e poi nan è mai successo nul-la, ma questa valta uno dei seg1ni della no-vità di questo Governo sarà certamente unadecisione molta pronta. Questo ha conse-guenze finanziarie ed economiche sul 1981,e più ancara sul 1982, che devono essere in-serite in quei documenti che devano essercipresentati il 30 settembre.

  • Se11ato della RcpubbZ'ca ~ 15362 ~ VIII Legislatura

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

    Con il problema dell'~.nergia vanno anchequelli di nuove infrastrutture pubbliche, Spf?cialmente nei trasporti; vanno alcune misurenecessarie per il Mezzogiorno, alcune misureper i settori in difficoltà, tra cui l'edilizia.Ci SOonoinoltre nuovi settori per i quali sonooppottuni la ricerca e lo sviluppo, nuovisettori avanzati che devoll10rimpiazzare quel-li invecchiaii, dOovela concorrenza dei paesinuovi diventa insuperabile. In una prospet-tiva appena un pò più lunga ci sono altretre cose; inmmzitutto c'è la necessità, se vo-gliamo che la CEE funga da redistributricedel reddito in Europa a vantaggio nostro, maanche di altri. di aumentare la percentualedell'IV A che diamo al bilancio della Comuni-tà europea, pOoichèla percentuale attuale con-sente di fare a malapena quello che si fa og-gi e non c'è gioco di bussolotti rispetto allapolitica agraria che possa permetterci di mo-dificare questo stato di cose. Non dimenti-chiamo che se la nostra inflazione è oggi laprima in Europa, gli altri paesi, anche se inmisura diversa, non sono senza inflazionepoichè credo che la media della Comunitàoggi raggiunga il 12 per cento. C'è la necessi-tà di mantenere e forse di ampliare i nostricontributi per il terzo mondo, anche al di làdel problema umano urgente della fame. C'èpoi il problema della difesa che si pone in-dubbiamente a distanza non grande se vo-gliamo fare la nostra parie nella alleanza.Si parla di disarmo; sarei ben lieto se si po-tesse parlare di un riarmo rallentato e ten-dente alla stabilizzazione ad un livello nontroppo superiore a quello attuale. Può sem-brare un discorso crudele, ma credo che siarealistico.

    Tutto questo si riassume poi nella parolaprogrammazione, di cui da tempo sottoli-neiamo la necessità di fronte a coloro che neparlano più di noi e poi si rifiutano di farequalche cosa. Una programmazione basatasulla iniziativa individuale, noln burocratiz-zata, cogente per la mano pubblica, determi-nante per alcuni settori strategici, coerentecon la Comunità europea e con l'economiamondiale, coerente con il carattere dell'Italiacome paese di trasformazione. Su tutto ciòi Ministri del tesero e del bilancio dovrebbe-ro darci ulna prima visione prima delle va-

    8 LUGLIO 1981

    canze, per poi tornare ad illustrare tutto ilquadro della situazione dettagliatamente insede di legge finanziaria.

    Il Presidente del Consiglio ci ha detto cheil primo articolo della legge finanziaria dovràcontenere il totale del ricorso al mercato eda quella cifra bisognerà partire per definireil disavanzo della finanza pubblica allargata.Essa dovrà essere aJpprovata prima del restodella legge per impedire che ci siano preva-ricazioli1i nel dibattito e nell'approvazione fi-nale, che deve essere considerata dal Gover-no e dalle forze politiche che oggi lo appog-giano, ma io vonei augurarmi anche dalle al-tre fOorzepolitiche, un impegno d'onore danon modificare entro il 1982.

    Si passa con questo al costo del lavoro perunità di prodotto, quello che si chiama consigla pittoresca il CLUP. Ora per poter tocca-re il costo del lavoro c'è una condizione es-senziale, cioè che il Governo, iJ Parlamentoe le forze politiche facciano iprima quello cheè il loro dovere specifico. Se non siamo ca-paci di approvare per il 1982 delle previsio-ni impegnative che siano veramente quali lasituazione esige, non vedo come il Governopossa rivolgersi ai sindacati ed agli impren-ditori. Non mi preoccupo delle parole « pat-to sociale », che possono piacere o meno.Quello che mi interessa è che la politica delGoveTno sia il necessario referente cui deb-bono far capo imprenditori e sindacati perprendere gli impegni che sono di loro com-petenza. Ma la competenza è primamente dichi deve creare quel referente.

    In questo quadro, quando il 15 di luglio ilPresidente del Consiglio chiamerà di nuovole parti sociali, unite o separate (queste sonoquestioni procedura:li che hanno la loro im-portanza, ma che non sono decisive), mi pareche si dovrà chiarire che il problema del la-voro non è solo quello della scala mobile cheoggi qualcuno vorrebbe aboJire addiritturaper sostituida con una conflittualità contrat-tuale a breve scadenza che potrebbe esseredisastrosa. Però, ripeto, se la scala mobile èimportante e va mantenuta, essa non è tut-to. A proposito delJa medesima vorrei faredue osservazioni. La prima è che si può im-maginare un ritoCCOoaccettabile probabilmen-t~ anche per i sindacati, distinguendo tra i

  • ;)enalO della Repubblica ~ 15363 ~

    8 LUGLIO 1981

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    287a SEDUTA (pomerid.)

    VIII Legislatura- :;:>

    ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

    fattori esterni e i fattori interni di aumentodella scala mobile e i fattori interni dell'im~posta sul valore aggiunto e gli altri fattori diaumento; la seconda è che il concetto di unascala mobile che viene bloccata a un certoHvello, perchè poi alla fine dell'anno il Go~verno e lo Stato si fanno carico della diffe-renza attraverso una fiscalizzazione, è un con~cetto di estremo pericolo perchè significa cheo quella fiscaHzzazione viene coperta con al~tre economie o con nuove tasse ~ Dio nonvoglia ~ oppure diventa 'essa una improvvi~sa iniezione inflazionistica supplementare nelsistema.

    Accanto alla scala mobile vi sono i proble-mi deLla mobilità, dello assenteismo, deglistraordinari e tutti gli altri che dovranno es-sere esaminati.

    Per quello che riguarda le istituzioni hogià parlato deUa P 2. Voglio ricordare l'im-Jnllilità par.1amentare che va riformata. l'in-quirente che va riformata, lo sciopero cheva disciplinato. A queste cose ha già fatto ri~ferimento il Presidente del Consiglio in ter~mini che noi accettiamo: sono termini di ba-se e bisognerà agire il più rapidamente pos-sibile.

    Per quello che riguarda la giustizia, iocredo che i termini prudenti in cui si èespresso :ùlPresidente siano giusti. Oggi nonc'è dubbio che l'equilibdo tra le garanzie peril cittadino e le garanzie per il giudice èturbato. Come lo si debba correggere è que-stione da esaminare con estrema oura; nonsi può improvvisare e precipitare, non sipuò rischiare che da interferenze che chiame~rei atmosferiche si passi addirittura domaniad interferenze istituzionalizzate che sotto ilnome di Governo nascondano le interferenzedei partiti che non godono, e fors1e con ragio~ne, una grande reputazione di disinteresse,da questo punto di vista, nella opinione pub-blica. Quindi d'accordo che il problema deb-ba essere esaminato, ma con grandissimacura.

    Terrorismo e grande criminalità. Vogliopremettere anche per quello che ci riguardauna lespressione di profondo cordoglio e sim-patia per la fan1iglia dell'ingegnere Talier-cia. È stato detto che è stata ripristinata inItalia la pe!rla di morte. È vero. Noi come

    cittadini italiani abbiamo deliberato sulla pe-na di morte e l'abbiamo respinta a gran-dissima maggioranza. Io sono uno dei mi-lioni che hanno votato contro. Ma oggi esi-stono tribunali brigatisti, tribunali mafiosi,tribunali camorristici, gruppi in conflitto tradi loro che pronunciaillo ininterrottamentesentenze di morte e le eseguono. Noi nonpossiamo assistere a questo spettacolo anchese esso sfuggè al terrorismo, in parte, ri~peto, per passare alla grande criminalità.

    Qui il numero dei problemi di urgenza ègrande. C'è da ricostruire ancora una voltai servizi di informazione. Credo che il Presi~dente sia ben conscio della gravità e dellaestrema urgenza di questo. C'è da rafforzarele forze dell'ordine, comprese le guardie car~cerarie; c'è da pensare ad una migHore or-ganizzazione delle carceri. Qualcuno ha par~lato della vigilanza esterna da affidare al-l'esercito. Io non sono un tecnico, non sapreidare una valutazione in questo momento, mail problema esiste. C'è la necessità di un pro-gramma di urgenza di edilizia carceraria. Og-gi si costruisce una casa di sei piani in unanno, se si vuole: è mai possibile che per co-struire delle carceri debbano passare annie anni e non si faccia niente? Noi abbiamochiesto iln questa Aula al Guardasigilli ~

    mi pare fosse il ministro Sarti ~ di darci in-formazioni sul programma di edilizia carce-raria, sui mezzi disponibili, su quello che siera fatto, su quello che si stava facendo, sul-le probabili scadenze. Non mi risulta diaver mai ricevuto una risposta a questo pro-posito. Raccomando il problema al Presiden~te del Consiglio perchè è uno dei più gravi,umanamente parlando, non solo dal punto divista dell'opinione pubblica, ma alnche dalpunto di vista ,dei carcerati che sono cittadi-ni italiani, sia pure puniti, che hanno diritto

    'l essere trattati non come bestie, ma comeuomini.

    Passo alla politica europea. Il fatto più im-portante è in questo momento quella pitto~resca iniziativa che ha il nome di «Cocco~drillo », a cui mi pare di aver già accennatoin quest'Aula. Il «Coccodrillo» è un risto~rante di Strasburgo dove un gruppo di euro~deputati capitanati da un italiano, da Altie-ro Spinelli, ha dato vita a un'iniziativa per~

  • SenatO' della Repubblica ~ 15364 ~ VIII Legislatum

    8 LUGLIO1981287"' SEDUTA (pamerid.) '\:,Si3.:.ADLLi\.- RESOCONTO STENOGRAHCO

    chè il Parlamento proponga esso una rifor-ma istituzionale della Comunità europea. Noicome liberali abbiamo appoggiato questa ini-ziativa contro alcune freddezze e scetticismialtrui. Sano molto lieto di poter dire al Se-

    nato di aver ricevuta stamane una telefonatada Strasburgo in base alla quale illprogettO'di risoluzione che istituisce un comitato spe-ciale, così come il « Coccadrillo » proponeva,passerà, se non all'unanimità, certo can unagrandissima maggiaranza nel Parlamento eu-ropeo: avrà il voto dei liberali, il voto delPartito pO'polare europeo finora piuttostoriluttante, il voto dei camunisti italiani, ilvota di una buana parte dei socialisti; do-vrebbe, ripeto, essere una casa fatta entropochi giarni: almenO' !'inizio dovrebbe esse-re fatta.

    Vorrei sottolineare, a praposito di questa,la necessità di un maggiore contatto fra ilParlamento europeo e i parlamenti nazionali.Ho letto che il nostro Presidente e la signo-ra Jotti s~'lo stati invitati, insieme agli altripres.identi dei Parlamenti dei dieci, dalla si-gnora Veill'altro giorno per un incontro pre-liminare. Non so che cosa si sianO' detti, pro-babilmente avranno avuta un'eccellente co-lazione, almeno lo spero... (Cenni del Presi-dente). Neppur questo?

    P RES I D E N T E. Una buona colazio-ne, ma non eravamo riuniti per questo.

    M A L A G O D I. Forse ne sarà uscitoalmeno uno spunto per qualcasa. Riservo perla mia parte su questa materia un'inizia-tiva aperta, anzi chiedo la collaborazionedi tutti gli altri Gruppi e spero che qualchecosa sotto gli auspici del nostro Presidentee del Governo si possa fare.

    Ho già accennato all'IV A, al bilancio delParlamento. Alla seconda fase dello SME haaccennato il presidente Spadolini: bisagnacertamente passare alla seconda fase delloSME, ma per passarci bisogna poterci pas-sare, il che vuoI dire ancora una volta chebisogna che in Italia, entro brevissimo termi-ne, si facciano almeno quelle cose essenzialia cui ho già accennato e che apra!no la viaad un'azione ulter:iore.

    P RES I D E N T E. Senatore Malagodi,non vorrei che i nostri calleghi credesseroche stiamo confabulando tra noi, ma imma-gino che lei lo faccia anche per rendere unpò più movimentate le nostre sedute. Vole-vo dade qualche informazione: mi sembraun dovere verso il Parlamenta europeo, laVeil e anche la Presidente della Camera.

    In quel convegno, che è il secondo che laVeil ha promosso (il primo si tenne l'annoscorso a Madrid), si sono dettagliatamentediscussi proprio i problemi che lei dice. C'èstato un lungo comunicato: se poi i comuni-cati restano nei flashes delle agenzie, questa èun'altra faccenda. Ma c'è stato un lungo especifico comunicato su tutti i problemi chesono stati trattati.

    La cosa è sembrata così interessante cheio ho invitato la signora Veil nel mese di ot-tobre a vemre qui al Senato nella sala Zuc-cari, a spiegare, in una delle nostre « Integra-zioni conoscitive al dialago parlamentare »,tra i tanti problemi che noi di ta!nto in tan-to cerchiamo di affrontare insieme, che co-sa è stata la novità e l'attività del Parlamen-to europeo, quali 'Prospettive si presentano.Insieme all'onorevole Jotti, poi, abbiamo pro-posto che la riunione del prossima anno, diconcerto 1ra i presidenti dei parlamentidella Comunità, avvenga proprio 'a Roma equesto è stato accettato.

    M A L A G O D I. La ringrazio, signorPresidente.

    Politica internazionale. Ho accennato inprincipio che il compito più urgente delGoverno (a cui si riferiva non ricordo qualedelle tracce del Presidente del Consiglio, macerto è nel suo spirito e risulta dal suodiscorso) è quello di opporsi all'ondata dineutralismo più o meno strisciante che siva diffondendo in Europa.

    Il detto che circola per la Germania, « me-glio rossi che morti », ha un precedente sto-rico nel nostro paese: «Francia o Spagnapurchè se magna». E quello fu !'inizio diuna decadenza grave, di un'oppressione po-Utica e spirituale del nostro paese, che èdurata quasi tre secoli e mezzo. Non vorreiche fossimo al principio di qualcosa di si-mile. Certo siamo ancora immuni da questo

  • VIII Le[;islaturaSenato della Repubblica ~ 15365 ~

    8 LUGLIO 198128'? SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

    percbè nessuno nel nostro paese sottovalutal'importanza di un'equilibrata difesa dellanostra libertà e della nostra indipendenzapur nel perseguimento dell'equilibrio poli~tico e della pace. Altri sono in condizionipiù disgraziate. lin terzo circa del gruppoparlamentare socialdemocratico tedesco su~bisce questa specie di morbillo o di scar~lattina. Metà del gruppo laburista inglese losubisce in forme acute. Ci sono gruppi con~servatori e gaullisti che hanno la stessa ma~lattia. Noi ce ne dobbiamo guardare e guar~darcene significa anche, come ha detto ilPresidente del Consiglio, non dividerci inun partito europeo ed in un partito ameri~cano. Credo che ci sia un solo partito pernoi tutti, il partito italiano, che è un partitodi pace, di civiltà e di libertà che richiedonouna costruzione piÙ intima dell'Europa, ilmantenimento, nene condizioni che indiche~rò, dell'alleanza atlantica e una visione glo-bale degli affari mondiali d'accordo con inostri alleati.

    Condizione dell'alleanza atlantica è unaconsultazione effettiva e continua nella qua-le l'Italia sia sempre implicata. Abbiamo sa-lutato con molta soddisfazione l'iniziativadel ministro Colombo di protestare per laesclusione dell'Italia da quell'incontro al-l'aeroporto di Londra prima del viaggio dilord Carrington a Mosca e siamo ben lietiche lord Carrington abbia amabilmente fat~to le sue scuse passando per Roma. Sperone sia valsa la pena anche come sostanza.Questo è un primo punto.

    Vi è poi il problema del dollaro. Conti~nuiamo a dire che gli europei debbono as~sumere una posizione comune nei confrontidel problema del dollaro. Non è facile per~chè le posizioni dei vari soci della Comunitàeuropea nei riguardi dei problemi che ccrstituiscono la questione del dollaro sonomolto diversi. Il differenziale di inflazionenostro e quello tedesco sono l'uno dall'altroad una distanza di più del15 per centocirca, Vi è poi da domandarsi se in qualchemisura gli americani non abbiano ragionedi dire che sono capaci di prendere misuredure per combattere l'inflazione ed assicu-rare una ripresa sana fino al punto di fre-nare una ripres8 malsana oggi in vista di

    una ripresa sana domani, mentre noi non nesiamo capaci.

    P E R N A. La mandano dagli altri l'in~flazione.

    M A L A G O D I. La mandano dagli altriperchè noi siamo disposti a prenderla. Vcrlevo citare in questo momento un epigram-ma dell'Alfieri che è in piemontese. Sonofiglio di madre piemontese, ma non oseròtentare di pronunciare quel bellissimo dia~letto. L'epigramma era diretto a coloro chedicevano all'Alfieri che era troppo duro etermina con due versi che tradotti in italia~no dicono: la questione è sapere se io sonoduro o se voi siete di polenta. Questo èquello che non vorrei sentir dire dal presi-dente Reagan agli europei e particolarmentead alcuni europei quando si riuniranno adOttawa. Dobbiamo dare la prova di essereanche noi non di polenta su questi fonda-mentali problemi.

    A N D E R L I N I. Volete aumentareil tasso di inflazione.

    M A L A G O D I. Non essere di polentae fare quello che dobbiamo fare e che è nelprogramma del Governo ~ speriamo che ilGoverno lo esegua ~ ci dà la possibilitàpolitica di chiedere agli americani la solacosa che possiamo chiedere, cioè un mix unpo' migliore tra politica di bilancio e poli~tica monetaria che oggi non abbiamo ildiritto di chiedere perchè stiamo facendounicamente una politica di restrizione mo~netaria forsennata e i tassi d'interesse inItalia sono piÙ alti che non negli Stati Unitid'America e se questo non attrae capitaliè perchè la gente non si nda dell'Italia e sifida dell' America. Queste sono le dure real-tà dinanzi alle quali è inutile chiudere gliocchi. C'è il problema dell'equilibrio politicoe militare che noi vogliamo sia ottenuto alpiù basso livello possibile con una ripresadi dialogo. Non basta pensare al Patto diVarsavia e alla NATO. Oggi più che mai èvero il titolo di un libro di un presidenteamericano di SO anni fa che si chiamava~ Un mondo »: noi siamo un mondo e non

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15366 ~

    287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    possiamo chiuderci in una parte sola di que-sto mondo. Dobbiamo anche nel riprendereil dialogo, affinchè i sovietici si rendanoconto delle nostre preoccupazioni, rendereiconto delle preoccupazioni loro. C'è un reci.proco timore di accerchiamento che deveessere dissipato da una pane e dall'altra,che è alIa base di quella visione, di quellacrisi globale di cui non ripeto qui i terminiperchè dovrei fare un'enunciazione somma-ria e superflua, crisi globale che richiedeuna visione che si estenda oltre i confinidella NATO.

    C'è poi il problema del Terzo Mondo, irapporti con il quale hanno uno specificosignificato politico, economico, militare, masoprattutto un significato umano. Ho ade-rito all'iniziativa dei premi Nobel per lafame nel mondo, ma ho chiarito molto beneche il problema non è solo quello dellafame, perchè questo è solo un pezzo urgentema limitato di un insieme infinitamente piùcomplicato e difficile, al quale possiamopensare come Europa e come Italia soltantoa condizione di mettere ordine nella nostracasa. Un pezzo essenziale di questo proble-ma è poi quello dei diritti umani che ilpresidente Carter ebbe il merito di mettereal centro della politica americana, anche secon una certa ingenuità di esecuzione, conuna certa mancanza di equilibrio tra i dirittiumani e le necessità della Realpolitik, cheperò oggi si è avuta !'impressione che qual-che volta il Governo americano abbia avutola tendenza a dimenticare. Certo è compitodi noi europei, di noi italiani ricordarglielo.

    Con questo giungo all'ultima parte dellamia esposizione, cioè alla nostra politica ealle sue prospettive di fondo. Innanzituttocredo ebe questa breve disamina dei puntipii! urgenti sia la conferma del giudizio cheho dato in principio circa la grande urgenzae il carattere condizionante dei primi tremesi del nuovo Governo come premessa perla sua azione ulteriore che noi auguriamonon solo con il cuore, ma con la mente lungae fruttifera. Questa disamina ha confermatonella sua brevità la logica inesorabile cheunisce la moneta, la finanza, l'economia, lecondizioni di lavoro, la bilaneia dei paga-menti, l'efficienza pubblica, la bonifica mo-

    rale, la lotta al terrorismo, alcuni aspettidelle istituzioni, la politica europea ed in-ternazionale. Questo conferma la sorte cheattenderebbe l'Italia se questa prima fasedovesse disgraziatamente fallire.

    A questo punto vorrei rovesciare la pro-spettiva e supporre, come ci auguriamo dalpiù profondo del cuore, che il Governo rie-sca nella prima rapidissima fase del suolavoro. In tal caso si apre una prospettivadi azione feconda sulle linee del programmaForlani che il Presidente ha richiamato nellaparte non superata e sulle linee del pro-gramma Spadolini, linee che dovremo alloradiscutere nei vari modi che il Parlamentoe la realtà politica permettono, ma soprat-tutto in una di quelle verifiche parlamentariperiodiche che il Presidente del Consiglio haprospettato e che ci sembrano un'idea ec-ceLLente. Probabilmente, se i govemi passatiavessero fatto delle periodiche verifiche par-lamentari avremmo avuto qualche crisi dimeno. Non è mia intenzione esaminare af-frettatamente e superficialmente il riccomateriale che il discorso del Presidente delConsiglio ci ha offerto. È un materiale dilegislatura che ha linee ormai obbligate qua-li che siano i governi che dovranno trasfor-marlo in realtà. Vorrei piuttosto esaminareil significato politico di questo mio auspi-cio e le condizioni della sua realizzazione.

    Noi ci troviamo, non solo in Italia, in unasituazione, in un periodo di grande confu-sione morale e mentale; molti punti di rife-rimento che sembravano permanenti sonoscomparsi per gli uomini, le economie, lesocietà, gli Stati. Molti princìpi restano va-lidi solo se applicati in modo nuovo, a ma-terie nuove. Equilibri di ogni sorta sonoprofondamente turbati, sono divenuti pre-cari, sono addirittura rovesciati. Di frontea ciò e nello specifico caso italiano la for-mula, che si impone per realizzare i conte-nuti che pure si impongono e nei tempi bre-vissimi e brevi che egualmente si impon-gono, è quella che riunisce i partiti cheper dottrina e per prassi si richiamano allademocrazia libera, liberale, cristiana, repub-blicana, socialdemocratica e socialista e chesono oggi dopo molto lavoro e travaglio suf-ficientemente omogenei per affrontare il

  • VII l LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15367 ~

    8 LUGLIO 1981287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

    complesso di emergenze immediate e menodi fronte a cui il paese si trova. Non è senzaun significato profondo che questi partiti,abbiano radici antiche nell'ethos, nella sto-ria le nella cultura italiana, che siano risorgi-mentali come il Partito liberaJ.e, il Partitorepubblicano o siano nati come il Partitosocialista e più tardi il Partito socialdemo~cratico nel quadro della nuova storia ori-ginante della nuova Italia; che siano natiattraverso difficoltà grandi che riconoscia-mo bene, come la Democrazia cristiana, an-che essa spezzando !'involucro di forze chevolevano impedire questo ammodernamento.

    Certo queste forze si sono avvicinate tra .loro attraverso dure contrapposizioni e di- 'vergenze.

    Ma io vorrei ricordare per tutti noi, per :tutti questi partiti un detto di papa Gio- i

    vanni XXIII, il detto sulla storia che tutto'vela e tutto svela, un detto pronunciato nelricordare e celebrare la riconciliazione fraliberaldemocrazia e cattolicesimo nella rin-novata storia d'Italia; un giudizio che noiliberali da parte nostra auspichiamo da trequarti di secolo e più e che uomini eminentidel socialismo ~ ce lo ha ricordato ieri LeoVali ani ~ auspicavano da parte loro di poterapplicare anche ai nostri rapporti reciproci.Così come è divenuto felicemente possibileanche in Italia e anche per !'influenza del.l'avvenuta conciliazione fra cattolicesimo so~ciale e socialismo democratico, attraversomolteplici contrasti e molteplici collabora-zioni, gli uni e le altre confluiti come usala storia nel risultato attuale.

    Valiani ha ricordato ieri Giolitti, Trevese Turati; mi sia concesso di dire che hoavuto la fortuna, giovanissimo, di conoscerlitutti e tre. Io per me vorrei ricordare oggiEinaudi e De Gasperi, La Malfa, Mòro eNenni e se me lo consentite, per quello cheriguarda il Partito liberale e il Partito socia-lista, i successivi loro dirigenti fino agliattuali .

    Una riconciliazione che noi auspichiamocome era già avvenuta col Partito socialde-mocratico soprattutto nel segno di una fede,comune nella libertà e nel1a civiltà occiden-tale fin dal principio degli anni '50 nel segnoe nel nome del presidente Saragat.

    Quanto al Partito liberale e al Partitorepubblicano il Senato ricorda forse un re-cente riconoscimento reciproco fra il sena-tore Spadolini e il senatore Malagodi. Siamo,come si dice a Roma, fratelli cugini, qual-che volta un po' aggressivi, qualche voltacollaborativi come nella federazione liberaledemocratica della Comunità europea, masempre insieme nelle ore delle grandi neces-sità nazionali.

    Ora non si può, voglio aggiungere, ralle-grarsi della caduta degli antichi steccatieretti dalla storia, caduti, risorti, ora cadutisperiamo per sempre, senza evocare il temadi portata così grande dei rapporti tra l'at.tuale maggioranza e le opposizioni e soprat-tutto, la maggiore di esse, l'opposizione co-munista.

    Il nosiro pensiero al riguardo è statoespresso da tempo e confermato più volteanche nei giorni scorsi dal nostro consiglionazionale e un mese fa a Genova in un docu-mento unitario approvato all'unanimità da]consiglio stesso. Noi, che siamo e ci sentia.ma alternativi al comunismo, riteniamo chein un regime di democrazia parlamentarel'opposizione abbia una sua fondamentalefunzione costituzionale; che ciò debba ri-specchiarsi nella dialettica parlamentare;che ci siano circostanze in cui il motivodialettica dell'opposizione permanentementeavversaria non deve prevalere su temi chetoccano da vicino tutto il popolo rispetto almomento della sintesi, ferme restando, siintende, la funzione, !'iniziativa e la respon-sabilità specifica della maggioranza.

    Voglio aggiungere che il discorso di stama-ni del capogruppo comunista, senatore Per-na, mi è sembrato muoversi, se non sbaglio,su linee non troppo lontane da quelle chequi indico. Con tali presupposti, in tale spi-rito costruttivo, lavoriamo anche noi libe-rali al successo del Governo Spadolini, unsuccesso ~ mi sia permesso di ripeterloancora perchè è un fatto fondamentale ~che è possibile solo se il Governo stesso saagire col ritmo incalzante della necessità,un successo, d'altra parte, che richiede comenon mai la più difficile forma di coraggiopolitico, il coraggio della impopolarità tem~poranea, quando essa è condizione neces~

  • Senato della Repubblica ~ 15368 ~ VIII Legislatura

    8 LUGLIO 1981287a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

    saria di misure senza le quali la democrazialibera cadrebbe in breve, essa tutt'intera,nell'impopolarità e quindi nella involuzionee nell'avventura anarchico-totalitaria. Con.sento in ciò, con pienezza di responsabilità,con il Presidente del Consiglio.

    Il partito, i parlamentari, i membri delGoverno liberali, pochi per numero ma nonper questo pochi per quello che significala loro presenza nella storia e nel futurodell'Italia, faranno in tal senso il loro do~vere. Così ~ ne siamo sicuri ~ gli altri

    partiti della coalizione, tutti con pari digni-tà e responsabilità morale e politica, maciascuno anche con il grado di possibilità eresponsabilità operativa che gli deriva dallasua consistenza numerica, quindi il PSI ela DC in prima linea. Disse ieri in tema unpo' diverso il Presidente del Consiglio chele due maggiori potenze mondiali, gli StatiUniti e la Russia, essendo le maggiori hannole maggiori responsabilità. Ora alla DC (misia in particolare consentita l'osservazione)si apre oggi in questo Governo e in questamaggioranza, di cui essa ha una larga mag~gioranza, una possibilità di benemerenzeconcrete morali, politiche, sociali ed econo~miche che le auguriamo di cogliere nell'in-teresse di tutta la democrazia italiana e aldi fuori di dispute nominalistiche, organiz~zative o tribali, per quanto affascinanti eanche importanti. Così come si apre al PSIla possibilità di un consolidamento del fa-vore con cui zone non indifferenti del paeseguardano al suo impegno per la governabi-lità democratica, che da oggi si fa più arti-colata e concreta.

    E noi, gli altri laici malamente detti mi-nori? A noi si apre la possibilità di segnarenella realtà, partecipando in prima linea allosforzo per rovesciare una rotta che portal'Italia sulle secche o sugli scogli, di segnarei tratti di un'Italia più moderna e coerentecon la sua funzione in Europa, in Occidentee nel mondo. È questo il motivo profondodella nostra comune volontà di innovare se-condo le necessarie direttive dei tempi e nonsecondo schemi astratti, intrinsecamenteconservatori se non reazionari. Il motivo percui salutiamo in Giovanni Spadolini il pri-mo presidente laico dopo 35 anni è questo:non per ostilità o pregiudizio o volontà di

    permanente discriminazione verso nessunaltro, ma per il segno di novità nella con~tinuità che egli ci vuoI dare, perchè dopotanti anni, prima guadagnati e poi perduti,speriamo che questa soluzione possa avereil nome di speranza.

    Mi sia lecito usare infine senza retoricauna parola abusata, ma la sola che esprimea questo punto il sentimento dei miei amicie mio, la parola rivoluzione. Quello che ciaspettiamo è che il fondo dell'abisso ci ob-blighi a risalire, che si abbia la forza dirisalire e che dal confuso e per tanti versidoloroso travaglio attuale, attraverso leenormi novità che già si sono realizzate equelle che vediamo nascere o intravediamo,esca una civile rivoluzione pacifica, che fon-di, per questo scorcio di secolo e per ilprossimo, lo Stato democratico, capace didominare quelle novità nella libertà, capacedi esprimere una società pluralistica ma nonspaccata, anzi riconciliata con se stessa: unarivoluzione di libertà responsabile e di disci-plina liberamente scelta, libertà e disciplinaintime agli animi e incarnate nelle istitu-zioni, in un quadro di cooperazione tra !'ini-ziativa dell'individuo e l'azione della comu-nità che a lui appartiene, che egli ispira erispetta, che non lo opprime e non lo offende(Applausi dal centro e dalla sinistra. Moltecongratulazioni) .

    Senato, composizione

    P RES I D E N T E. Informo che laGiunta delle elezioni e delle immunità par-lamentari ha comlmicato che, occorrendoprovvedere, ai sensi dell'articolo 21 dellalegge elettorale per il Senato, all'attribuzio-ne del seggio resosi vacante ne1la regionedell'Umbria, in seguito alle dimissioni delsenatore Giancarlo De Carolis, ha riscontra~to, ne1:la seduta dell'8 luglio 1981, che ilprimo dei candidati non eletti del Gruppo,cui il predetto senatore apparteneva, è ilsignor 110 Mariotti.

    Do atto alla Giunta di questa sua comu-nicazione e proclamo senatore il candidato110 Mariotti per la regione de1l'Umbria.

    Avverto che da oggi decorre, nei confrontidel nuovo proclamato, il termine di venti

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15369 ~

    287a SEDUTA (pomericl.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

    giorni per la presentazione di eventuali re-clami.

    Ripresa della discussione

    P RES I D E N T E. È iscritto a par~lare il senatore La Valle. Ne ha facoltà.

    L A V A L L E. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, signor Presidente del Con-siglio, il mio compito è di spiegare perchè,nonostante la simpatia personale che abbia~mo per lei e l'apprezzamento per una pre-sidenza che si è convenuto di chiamare« laica », ci collochiamo all'opposizione diquesto Governo. Del resto credo che il se-natore Spadolini sarebbe il primo a dolersise fossimo a suo favore solo perchè laico,anzichè democristiano; anzi crediamo cheproprio sulla questione del laico e della lai~cità bisogna uscire dai miti, bisogna dareuna valutazione laica e non clericale dellalaicità: ci può essere infatti un ritualismolaico, ci può essere un sottile integrismo eliturgismo anche ~ mi scusi, signor Presi-dente ~ quando si citano Mazzini e Catta-neo e credo che lei, onorevole Spadolini,l'abbia avvertito, nella sua sensibilità, ve-nendo meno solo alla fine del suo discorsoad uno stile di controllata sobrietà, avver-tendo subito !'insidia e facendoselo volen-tieri perdonare con quell'esorcismo che hafatto contro i rischi della retorica.

    Ma la retorica non è la peggiore derogaalla laicità, anzi è la più innocua. Altre sonopiù gravi. Ci permetta di dire che noi ab-biamo una sensibilità particolare in questamateria perchè il nostro Gruppo è fatto dilaici di antica tradizione e di cattolici e cri-stiani di altrettanto antica tradizione, chesi sono incontrati in nome del rifiuto del-l'integrismo e della ferma convinzione dellalaicità della politica, in quel senso maturoe ormai non piLl inutilmente polemico e con-flittuale della laicità che non vuoI dire anta-gonismo alla fede (perchè, anzi, ognuno sitiene la fede che ha) ma vuoI dire un eser~cizio non clericale della fede, dei valori chesi professano, vuoI dire prendere sul serioil mondo e quindi Io Stato, la politica, lalegge, la cultura nella loro corretta autono-

    8 LUGLIO 1981

    mia secondo le norme e le logiche propriea ciascuna.

    Dunque ci sembra di avere, per così dire,un fiuto ed una suscettibilità particolari checi fa essere così esigenti che non ci bastaaffatto un presidente laico per definire laicoun governo. Voglio dire che non abbiamonessuna superstizione delle forme, e nondispiacerà ad uno storico, ed a uno storicodei rapporti tra Chiesa e Stato, se lasciamoai futuri storici, ad esperienza compiuta, ilcompito di giudicare della laicità di questoGoverno, dicendoci fin da ora per nulla sor-presi od offesi se per caso a loro toccasseconcludere che, ad esempio, un GovernoDe Gasperi o Moro, nella storia dell'Italiarepubblicana, siano alla fine risultati piùlaici di un Governo Spadolini. Vogliamo direcioè, e senza presunzione ma come un promemoria amichevole, che la laicità si con-quista, non è data una volta per tutte, nonviene nè per nascita nè per ascendenza ideo-logica nè, ovviamente, per privilegio divino.

    Dobbiamo dire allora che qualche cosagià ci insospettisce, come avremo modo divedere discutendo il programma di politicaestera di questo Governo. Ci sembra di scor-gere proprio lì un difetto di laicità, un pro-filo troppo basso di analisi della situazionemondiale, una mancanza di coraggio ad usci-re dai miti irragionevoli, dai luoghi comuni,dagli incensi bruciati agli idoli del tempo.Diciamo pure che notiamo un fideismo trop-po accentuato nei riguardi della grande ma-dre americana, una sorta di devozionismoatlantico non inferiore forse a quello demo-cristiano, un certo infallibilismo che HansKung contesta perfino al papato, ma che quivediamo trasposto dall'ambito della religio-ne a quello della politica mondiale, comese gli Stati Uniti, per il solo fatto di esseregli Stati Uniti, godessero di un carisma su-premo di discernimento e di inenerranza enon potessero sbagliare anch'essi analisi escelte.

    Beninteso, le nostre riserve su questo Go-verno non vertono solo sul programma nèsono motivate solo dal discorso del Presi-dente del Consiglio. Esso è solo un elemen-to, certo importante, ma non esclusivo delnostro giudizio. Altri elementi sono altret-tanto e forse anche più importanti: la strut-

  • Senato della Repubblica ~ 15370 ~ VIII Legislatura

    287" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONT.O STENOGRAFICO

    tura'e la composizione del Governo, le sceltee le esclusioni che sono state fatte, il mododella enucleazione della maggioranza parla-mentare, !'inciampo finale, non meno con-turbante perchè coperto .dal paravento del-l'articolo 92, nel manuale Cencelli; insommail giudizio ,è su tutto il complesso dell'ope-razione politica che, attraverso il Governodel primo presidente laico dopo FerruccioParri, si è andata di spiegando.

    Non neghiamo .certo le .cose buone che cisono nel programma di Governo; anzituttoil senso pressante della molteplice emergen-za morale, economica, civile, internazionale.Siamo solidali con il proposito .di un riscat-to .morale, siamo d'accordo per lo sciogli-mento della P 2 attraverso un disegno dilegge e dunque attraverso una com'esponsa-bilità tra Governo e Parlamento; e su que-sto ,il Presidente del Consiglio avrà il nostroappoggio convinto, anche se dovesse venirmeno altrettanta convinzione di appoggioda parte di qualche suo alleato di Governo.

    Sull'emergenza economica abbiamo ap-prezzato il tentativo di dire qualthe cosadi più preciso e circostanziato 'del solito sulmodo della formazione del bilancio e sulruolo della legge finanziaria, sul ritorno aduno stile di severità e di rigore dell'a spesapubblica, ànche se tutto ciò è ancora troppopoco per capire che cosa veramente accadràe se veramente qui si segneranno dei puntidi sostanziale novità, ed anèhe se ci sonodei rischi che non vanno taciuti. In verità,propositi dei governi di lotta contro !'infla-zione sono stati sempre enunciati, anche sei fatti non sono seguiti. Ma il problema èancora più grave ora, perchè se gli attualipropositi non fossero tradotti in comporta-menti coerenti, visibili e concreti, gli effettisarebbero più che mai devastanti non soloper lo stato di maggiore gravità in cui 'sitrova oggi la nostra economia rispetto alpassato, ma anche perchè questo 'Governonon vuole limitarsi ad un generico appelloalle parti sociali, ma vuole porsi come lorointerlocutore, come modello dei 10170stessicomportamenti. Perciò se esso non sapessedare, al di là delle parole e dei richiamimoralistici, dei segnali giusti sul piano ope-rativo, le conseguenze sarebbero le più gra-vi, proprio nel comportamento delle parti

    8 LUGLIO 1981

    sociali a cui verrebbe meno un punto diriferimento fondamentale quale oggi sembravoler essere il Governo.

    AI'lora, ad esempio, non ci sembra corret-to dire, con t~glio reaganiano, che il riequi-librio dei conti dello Stato, per evitare cheavvenga a danno degli investimenti, debbaavvenire a carico della spesa sociale la cuicrescita dovrà essere inferiore a quella delreddito nazionale. Perchè fare questo discor-so,solo a carico della spesa sociale? In realtàquesto discorso deve esser messo a caricoe gravare su tutta la spesa corrente delloStato. E nemmeno basta dire che la dina-mica di tale spesa deve restare al di sottodella dinamica del reddito nazionale. Occor-rerebbe fare qualcosa di 'più concreto e pre-ciso, cioè mantenere ferma la spesa correntein termini reali, vale a dire consentire cheessa aumenti in termini nominali solo nellamisura in cui aumenta l'inflazione, ma an-che questo 'entro ,quei limiti prefissati e con-cordati di inflazione che si vogliono prede-terminare nell'accordo con le parti sociali.

    Solo se si procedesse in tal modo il Go-verno diverrebbe effettivamente un buonmodello per i comportamenti altrui.

    Nel campo della giustizia abbiamo regi-strato ,positivamente il proposito di revisio-ne delle circoscrizioni giudiziarie, mai at-tuata finora, e l'assunzione nel programmagovernativo delle riforme .in corso, come itribunali della libertà, la depenalizzazione,la modifica delle competenze, l'istituzionedel giudice onorario. Ma ci sembra man-care un quadro coerente di misure idoneea superare in tempi brevi l'attuale stato dicrisi dell'amministrazione giudiziaria, nè es-serci elementi di giudizio univoci per de-durne delle precise linee di politica legi-slativa.

    Abbiamo apprezzato il pentimento gover-nativo sul ventilato controllo politico delpubblico ministero, sugli istituti adombratie gravissimi della ricusazione e delle avoca-zioni attivate dal basso. Ma abbiamo notatocon preoccupazione che, mentre si mettel'enfasi sulla «indiscutibile» indipendenzadella magistratura giudicante, non altrettan-to sembra invece farsi riguardo all'indipen-denza della magistratura requirente, chesembra invece piil discutibile e discussa.

  • Senato della Repubblica VIII L.egislatura~'

  • Senato della Repubblica VI II Legislatura~ 15372 ~

    8 LUGLIO 1981287" SEDUTA (pomerid.)

    ~

    ASSElI. rBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

    Presidenza del vice presidente O S S I C I N I

    (Segue L A V A L L E ). Non una pa-rola ci sembra sia stata detta suNe questionicomplesse della istruzione, della cultura, deibeni culturali. Quale 1=olitica il Governo vor-rà seguire su questi punti ci è ignoto. NuLlaanche sulla crisi del turismo, e non è unacosa da poco. Signor Presidente, se ,la crisidel turismo non viene arrestata essa faràabbattere sul nostro paese un disastro noninferiore a quello del deficit petrolifero. Og-gi 4.000 miliardi di saldo attivo deI.1a bilan-cia turistica compensano per oltre la metàil deficit petroJifero c4e è di 7.000 miliardi,all'attuale cambio del dollaro.

    Come fare per bloccare questo nuovo di-sastro valutario? Il problema non è soloquello di attivare e favorire gli operatoridella grande industria dell'accoglienza in'Italia e soprattutto quella grande ossaturache è il complesso delle aziende familiari,che si tratta di sorreggere sia con una reteefficiente di servizi e di strutture, sia evi-tando un fiscalismo punitivo che finisca peressere disincentivante, insieme al cresceredelle altre difficoltà, al proseguimento delleattività turistiche. ma si tratta di qualchecosa di più complessivo e più generale: sitratta del clima generale di questo paese,della sua capacità di attrarre e di accoglie-re gli ospiti stranieri. Come fare a renderedi nuovo accogliente questo paese?

    Certo qui viene in primo piano la que-stione degli scioperi nei trasporti, nei ser-vizi pubblici essenziali, nei periodi culmi-nanti delle stagioni turistiche. Mi doman-do allora se la questione degli scioperi neipubblici servizi comunque incidenti sui flus-si turistici non possa avere anche un altroapproccio oltre quello cui lei si è riferitodei codici di autoregolamentazione. Non sipotrebbero, ad esempio, proporre e stabili-re, d'accordo con i sindacati, dei periodidell'anno in cui debbano avere corso nor-malmente i rinnovi contrattuali, con le ine-vitabili lotte di lavoro che vi sono connes-

    se, avendo cura di evitare che questi perio-di coincidano con quelli nei quali si regi-strano i maggiori flussi turistici dal!' este-ro? Se questo si potesse stabilire in mododa salvaguardare le condizioni del soggior-no in Jtalia degli stranieri nei periodi piùinteressati al fenomeno, la volontà del pae-se di dimostrarsi più accogliente ed ospi-tale sarebbe ben presto conosciuta all' este-ro e potrebbe riportare all'opzione italianagrandi correnti turistiche che negli ultimianni se ne sono allontanate. Il che vuoI direnon solo sostenere la bilancia dei pagamen-ti, ma anche salvaguardare il lavoro ed iltenore di vita di centinaia di migliaia dilavoratori ed operatori del settore.

    .Bisogna rendersi conto che ormai ci sono

    modalità di attuazione dello sciopero chesono eticamente criticabili perchè colpisconoprincipalmente non i più ricchi ed i più po-tenti, ma i più poveri ed i più deboli. E cisono modalità di sciopero che immediata-mente colpiscono e danneggiano coloro stessicbe conducono la lotta. I posti di lavoro chesi perdono per il crack tudstico sono perdutioggi, subito, non domani, e per lungo temponon potranno essere recuperati. Credo chequesto discorso si possa fare oggi con tuttalealtà e serenità con le parti in causa.

    Ma non voglio ancora dilungarmi sugliaspetti programmatici del suo discorso.È tempo ormai di discutere il senso generaledi quello che è avvenuto e che sta avvenendocon la costituzione di questo Governo. Nonvoglio qui ripercorrere le diverse fasi e levicende non tutte esaltanti della crisi. Nonvoglio ricordare come si sia passati, all'ombrainquietante della P 2, dalla crisi del GovernoForlani, al fallimento del tentativo di fari orisorgere daIIe sue ceneri, al passaggio dimano per la soluzione della crisi che non èstato solo da un uomo all'altro, ma dal piùgrande ad uno dei più piccoli partiti italiani.Vorrei piuttosto tentare, signor Presidentedel ConsigJio, un giudizio di carattere gene~

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15373 ~

    28'P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    rale. Quello che, a mio parere, sta avvenendoè il tramonto di quel particolare assetto dipotere che è stato definito H regime demo-cristiano. La crisi che scuote la Democraziacristiana, di cui abbiamo in questi giornidrammatiche testimonianze, non è se non tIcontraccolpo, ,reso più violento dalla perditadi palazzo Chigi, di questo tramonto di unregime su un partito che non era preparatoall'evento. I due fenomeni, beninteso, cioè lafine del regime democristiano e la crisi o ildeclino del partito della Democrazia cristia-na, sono concomitanti, ma non sono 10 stes-so fenomeno, non si identificano l'uno conl'altro. E vorrei che fosse chiaro prima ditutto ai democristiani stessi che la fine delregime democristiano non vuoI dire neces-sariamente la fine della Democrazia cristia-na; anzi per la Democrazia cristiana il solomodo per uscire dalla sua crisi è quello disaper uscire, di saper fare rinuncia allacontinuità del suo regime.

    La Democrazia cristiana deve cambiarepolitica, dice il senatore Granelli. Ma quinon si tratta tanto dL scegliere una politicapiÙ di destra o piÙ di sinistra, di preferireun'alleanza con il Partito socialista o un'in-tesa con il Partito comunista. Qui si trattapiù fondamentalmente, a mio parere ~ per-mettete che lo dica un non democristiano ~

    di riuscire a pensare la Democrazia cristia-na fuori dal suo regime, mutando la suanatura e trovando il suo nuovo ruolo inuna democrazia pienamente dispiegata. Sequesto ormai sia possibile saranno i demo-cristiani stessi a dirIo e la storia dei pros-simi anni a verificarlo, ma certo questo èormai necessario non solo per la Democra-zia cristiana, ma per il paese.

    Si può fare con sicurezza questa diagnosidi una fine ormai sopraggiunta di quelloche si è chiamato il regime democristiano?Il passaggio delle consegne a palazzo Chigine è un sintomo, importante certo, ma nonsufficiente. Non credo nemmeno, come qual-cuno ha detto, che sia un fatto ormai irre-versiblle. Credo invece che in una democra-zia pienamente realizzata sia ancora possi-bile un presidente del Consiglio democri-stiano di un regime non più democristiano;e a questo punto credo che sia interesse di

    tutti, anche della Democrazia cristiana, crea-re le condizioni di questa democrazia senzaregime.

    Che cos'è un regime nel senso in cui quise ne parla, come lo abbiamo sperimentatoin questi anni? È !'identificazione di un par-tito con lo Stato, è la totalità di un sistemadi potere onniestensivo, non importa se nel-le forme ancora democratiche dell' egemoniaculturale e spirituale, come fu nelle primelegislature, o nelle forme sempre più dege-neri e degradate delle lottizzazioni e dellespartizioni degli ultimi tempi. Questo regi-me, o se si preferisce, il sistema di poteredemocristiano, è oggi al suo epilogo. Vistoin prospettiva storica bisogna dire che, comeaccade per ogni fine di regime, esso com-porta turbamenti e sconvolgimenti ancheprofondi, come dimostra la cronaca italianadi questi ultimi anni, e comporta anchepurtroppo un prezzo di sangue. Anche quel-lo l'abbiamo pagato e lo stiamo pagando,benchè in misura, nonostante tutto, incom-parabilmente minore di quella comportataaltrove o in altri tempi da altri trapassipolitici e sostituzioni di class~ dirigenti.

    Ciò che infatti, pur nella sua durezza, ren-de meno traumatico in Italia l'attuale pas-saggio di regime, è che esso avviene in unquadro ancora democratico, in cui la co-scienza popolare è ormai profondamenteintrisa di valori di libertà, di tolleranza, dipluralismo, che sono il vero lascito storicodi questi primi 35 anni di democrazia re-pubblicana, di cui non si può negare il me-rito nè alla Democrazia cristiana, che hamantenuto le forme della dialettica demo-cratica, nè alle grandi forze popolari di op-posizione che nel patto democratico si sonopienamente riconosciute ed identificate.

    Che cos'è che annuncia la fine di regime?Molti ne sono i sintomi, ma certo, quandouna classe dirigente perde !'impunità, quan-do una magistratura esercita pienamente lapropria indipendenza, senza arrestarsi difronte ai tabù del potere, quando vienemeno il privilegio del foro che di fatto senon di diritto salvaguarda i detentori delpotere, quando il potere non riesce più adifendere i suoi, allora vuoI dire che unregime perde la sua invulnerabilità, la sua

  • VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 15374 ~

    287a SEDUTA (pfJmerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 8 LUGLIO 1981

    compattezza, la sua immunità. La vicendadella Lockheed fu iJ primo serio segnale diquesto mutamento che stava avvenendo eche traeva ,la sua origine dal mutamentodei rapporti di forza nel paese e nel Parla-menta eletto nel giugno 1976. Moro capì su-bito il significato sconvolgente del votoche il Parlamento stava per dare sulla Lo-ckheed. Capì che ,la Democrazia cristianaaveva perduto la cOf.::~~'mraparlamentare epolitica ai suoi errori e aHe sue responsa-bilità; capì che l'evento preannunciava lafine di un'epoca, e fece quel durissimo di-scorso, che tutti ricordiamo, rifiutando ilprocesso alla Democrazia cristiana. 'Nellostesso tempo però cercò di attrezzare e dipreparare il suo partito a sopravvivere allafine del regime da esso creato, salvaguar-dando un suo ruolo nella nuova situazioneche si andava creando. Ammonì, come dis-se, che «il futuro non è più interamentenelle nostre mani », nelle mani della Demo-crazia cristiana, avvertì che il potere nonpoteva più semplicemente riprodurre sestesso, ed impostò il discorso deLla «terzafase », cioè di un rapporto nuovo con il Par-tito comunista, non in funzione del com-promesso storico, ma piuttosto in vista del-lo stabilirsi del