LBFMagazine XI

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vol. 11 Il magazine online della lega basket femminile - uscita quindicinale RNB e COCONUDA CUP Con l’eccezionale collaborazione di Franco Arturi La Gazzetta dello Sport e di Mario Castelli Sportitalia Racconti e analisi del meraviglioso weekend di basket a Rimini.

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L'11mo numero del Magazine della LegA Basket Femminile

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vol. 11Il magazine online della lega basket femminile - uscita quindicinale

RNB e COCONUDA CUP

Con l’eccezionalecollaborazione

di Franco ArturiLa Gazzetta dello Sport

e di Mario CastelliSportitalia

Racconti e analisi del meraviglioso weekend di basket a Rimini.

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SOMMARIOFAMILY LEGENDOvvero #sapevatelo

di Franco Arturi

UN’IDEA DI SUCCESSOLe interviste a Paolo De Angelis e

Claudio Coldebella

SHOT AROUND La gallery della Coconuda Cup

foto di Marco Brioschi

SULLA GIUSTA STRADAPerché LBF e LNP hanno fatto centro

di Mario Castelli

LBF a RNBUno spettacolo più grande del Big Bang

di Giorgio Pomponi

INSTAGRAM#LBFlive

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FAMILY LEGEND (#SAPEVATELO)

Ve lo dico prima (#sapevatelo): ciò che legge-rete da qui in poi non ha alcuna pretesa di obbiettività. Non mi mancherebbero gli stru-menti tecnico-professionali per un articolo “normale”: in fondo seguo il basket, e quello femminile in particolare, da quasi 40 anni e

ancor prima era cominciato il mio percorso giornalistico. Ho visto e raccontato pallacanestro ad ogni livello, compreso il massimo, di uomini e donne. Ma se l’argomento è il Geas, il mio conflitto d’interessi è flagrante, sia in senso di mestiere che di vita. Ero io l’inviato della Gazzetta quel 30 marzo 1978 a Nizza quando questa squadra, in formazione tutta italiana (forse è il caso di ribadirlo: nemmeno una straniera né in campo né in panchina) conquistava la prima coppa dei Campioni del nostro basket femminile, anzi dell’intero sport delle donne italiane. E il mio giornale rosa sapete come sistemò la notizia? Primo titolo della prima pagina: yes, più su del calcio. In campo una squadra di straordinarie interpreti-combattenti di questo sport: le dirigeva Rosi Bozzo-lo, che di lì a poco sarebbe diventata mia moglie: l’amore era nato fra una trasferta e l’altra di quella stagione.

Ho sposato la più grande playmaker della storia del basket italiano (ritornate all’inizio del mio pezzo, ma la mia idea, peraltro condivisa da molti, è questa) grazie al Geas e per il Geas. Ma tutte le belle favole devono avere una conclusio-ne: e così fu poco dopo per la straordinaria carriera di Rosi. Col Geas credevamo di avere finito, entrambi. Finché com-parve all’orizzonte sportivo nostra figlia, Giulia: ammetto, ce l’ho messa tutta per instradarla su atletica e tennis, dove, vi assicuro, avrebbe fatto strada. Forse temevo che i con-fronti cestistici con la mamma l’avrebbero potuta stritolare. Niente da fare: il minibasket funzionò come un richiamo irresistibile. Questione di geni, più che mai. E così, magi-camente, il Geas tornò nella nostra vita. Uguale a com’era, soprattutto nella persona di Carletto Vignati, il presidente onorario più operativo che si sia mai visto. Sembrava che il tempo a Sesto San Giovanni non fosse mai trascorso.

E allora ho ripreso la mia funzione di suiveur, scoprendo, in tante partite seguite accanto a mia moglie, che fra la cam-pionessa e la madre prevale sempre la prima, nei giudizi e nella severità. Incredibile che Giulia sia nata playmaker (oggi la migliore in Italia per visione di gioco a mio avviso: tornare alle prime righe di questo articolo, please) e che sia a sua volta diventata capitana della stessa squadra qualche decennio dopo. Per me, e lo capite bene, i due trofei, quel-lo di Nizza e quello di Rimini, coppa Italia di A2, hanno lo stesso peso specifico.

Anche perché c’è un filo rossonero comune: l’attenzione al vivaio: a Nizza 4 ragazze nate nel settore giovanile pro-tagoniste, a Rimini addirittura 10 su 12, che a questi livelli è un record ineguagliabile. Il Geas è scuola di vita: tutte le ragazze sono studentesse o liceali o universitari. Giulia ha conseguito la sua laurea specialistica un anno fa. Il Geas è il maggior fornitore delle squadre azzurre, a tutti i livelli: i nomi di Crippa, Zanoni e Zandalasini, nate a Sesto, vi diranno qualcosa. Elencare le presenze nei gruppi azzurri

“Under “ esaurirebbe lo spazio a disposizione. E’ un modello obbligato per tutto il nostro basket: o

così o ci si consegna ad un declino rapido. Per me, da tifoso professionista, è stato impagabile veder crescere queste ragaz-ze dagli Interzona Under 15 al livello più alto. E, Giulia a parte, mi diverto da matti nel toccare con mano i miglioramenti

costanti delle sue compagne: hanno lo stesso spirito di chi le ha precedute con que-

sta maglia. Che non a caso ha ripreso, con un look più moderno, i “quarti” rossi e neri della divisa dei primi anni 60: un saldo richiamo alle radici. Na-turalmente non c’è solo la mia storia

di famiglia nel Geas: la coppa l’hanno vinta anche Giulia Giorgi, figlia del vicepresidente Mauro, Betty Mazzoleni (vi raccomando il suo filmato di backstage sul sito Geas), figlia del presidente Mario, Francesca Galli, figlia dell’allenatrice Cinzia Zanotti e di Roberto Galli, a lungo ex tecnico della squadra. Se vi dicono “family team”, credeteci: questo è.

Franco Arturi

P.s.: che regalo farò a questa coppia di straordinarie di-rettrici d’orchestra cestistiche Giulia&Rosi? Ancora non lo sanno e lo apprenderanno da queste righe che quindi sono uno “sgoob”: dopo 37 anni di ricerche ho finalmente messo le mani sul filmato dell’intero secondo tempo e della premiazione finale sul campo (inedita in Italia e con scene toccanti) della finale di Nizza. Era scomparsa negli archivi Rai nei quali resta sepolta per sempre. Infatti l’ho scoperta altrove. Per Rosi, capirete, vale un diamante: è il suo giorno dei giorni sportivo. Per Giulia costituirà l’unico momento in cui potrà vedere come giocava la madre: era una sua grande curiosità. E’ un regalo in realtà all’intero basket femminile italiano, così distratto (qui non avete bisogno di tornare alle prime righe: esercito la mia funzione critica a pieno titolo) e di-mentico del suo grande passato. Un peccato mortale non aver aggiornato lo straordinario almanacco di Massimilia-no Mascolo (Lega, sveglia!), una grande occasione per ora persa quella di non avere un archivio delle immagini più belle e gloriose della pallacanestro femminile italiano: un

sito dove poter rivedere almeno tutte le finali vinte (senza dimenticare le medaglie azzurre) di giocatrici e squadroni indimenticabili a Como, Vicenza, Torino, Cesena, Priolo per citare solo le prime. Cominciamo allora col Geas, da cui, in effetti, tutto è cominciato. E non solo per me.

Da sinistra: Ticha Penicheiro, Rosi Bozzolo e Mabel Bocchi.

Da ex geassina vedere il Geas trionfare mi fa molto piacere e ne sono felice. Penso che la squadra si sia meritata questa coppa per il bel gioco e la grinta messa in campo. Quindi complimenti a tutte le ragazze, allo staff e alla società. Un super in bocca al lupo per questo finale di stagione! E un saluto a tutti gli amici del GEAS!

Martina Crippa

Complimenti alle ragazze e alla dirigenza del Geas basket per questa meritata coppa Italia. Ho tifato per voi a distanza! Il cuore è sempre lì!

Ilaria Zanoni

Bozzolo play del Geas anni 70. Penicheiro play del Geas nel 2008/09. Arturi figlia di Bozzolo e play del Geas di oggi.

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UN’IDEA DI SUCCESSO

Giunto alla sua seconda edizione, l’RNB Basket Festival di Rimini rafforza i rapporti tra Lega Basket Femminile e Lega Nazionale Pallacanestro. Un progetto sposato con gran-de entusiasmo da ambo le parti e che sta garantendo grandi soddisfazioni così come

espresso dal presidente della LBF, Paolo De Angelis, e dal DG della LNP, Claudio Coldebella.

Claudio Coldebella, DG Lega Nazionale Pallaca-nestro. Tutto è nato da un’idea. Siamo andati dalle persone che conosciamo, dai nostri amici e abbiamo fatto partire que-sto splendido progetto. Allora non posso non ringraziare la Lega Basket Femminile nella figura del suo presidente Paolo De Angelis che, quando ci siamo incontrati, è stato veramente molto disponibile ad ascoltarmi e, forse, pren-dere anche la palla al balzo. Ora i risultati sono chiaramente sotto gli occhi di tutti, ma quando abbiamo pensato a que-sto progetto era molto più difficile immaginare la possibile evoluzione delle cose.Siamo ora giunti alla seconda edizione: le cose stanno pro-cedendo per il verso giusto ma adesso dobbiamo iniziare ad aumentare il numero delle persone che hanno accettato questa sfida. Perché è una sfida unire la pallacanestro italia-na. Rinnovo i ringraziamenti alla Lega Baste Femminile che ha ben sposato questo progetto e concludo ricordando che le porte sono aperte anche per tutte le altre componenti della pallacanestro.

Paolo De Angelis, presidente Lega Basket Fem-minile. Mi voglio complimentare con gli amici della Lega Nazionale Pallacanestro, dal presidente Basciano al direttore Col-debella a Nicola Tolomei. Questo evento, giunto alla sua seconda edizione, sta acquisendo sempre più importanza. L’anno scorso abbiamo creduto da subito che questo potes-se essere un momento d’incontro non necessariamente e non esclusivamente della pallacanestro maschile ma anche della femminile. Nella scorsa edizione eravamo presen-ti con l’All Star Game mentre quest’anno abbiamo voluto portare un evento un po’ più competitivo come le Final 4 di Coppa Italia di serie A2 e i risultati si stanno vedendo: migliaia le persone presenti (oltre 30 mila n.d.r.)in questi 3 giorni di kermesse qui a Rimini. Lo spazio che abbiamo qui, all’interno dell’RNB, è bellissi-mo tanto che ne abbiamo messo a disposizione anche delle 4 squadre che si sono qualificate alla Final 4 e che hanno potuto così esporre i loro prodotti. Abbiamo dato spazio anche ad aLmonature, lo sponsor della squadra di Genova che sta attuando una nota politica di beneficenza riguardo i pasti in omaggio per i canili di tutta Italia. E quindi il nostro stand si è trasformato in un vero e proprio punto d’incontro. Sono passati a trovarci anche i grandi del basket maschile, da Dan Peterson a Carlotn Myers a Fabio Vullo.Speriamo che l’anno prossimo lo spazio per lo stand sia il doppio in modo tale da poter dire a tutte le società: venite, dateci qualcosa di vostro, utilizzate lo spazio che la Lega ha a disposizione per pubblicizzare voi stessi, la squadra o il vostro main sponsor.

Le interviste al presidente della Lega Basket Femminile, Paolo De Angelis, e al DG della Lega Naziona-le Pallacanestro, Claudio Coldebella, raccolte durante l’RNB Basket Festival.

Claudio Coldebella, DG della Lega Nazionale Pallacane-stro

Paolo De Angelis, presidente della Lega Basket Femminile

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LBF E LNP SIETE SULLA GIUSTA STRADA

Occupandomi per lavoro quasi esclusivamente di pallacanestro maschile, talvolta la gente si stupisce del fatto che io segua costantemente anche il basket femminile per mio semplice diletto personale. Come se si trattasse di due sport diver-si: uno molto più nobile e moralmente superiore, l’altro da evitare assolutamente per non rischiare di contrarre

qualche brutto male contagioso. Chiariamoci fin da subito con onestà: non sarò certo io a negare che il basket maschile sia giocoforza più spet-tacolare ed attraente di quello femminile, non fosse altro per il netto diva-rio atletico e fisico che differenzia l’uno dall’altro; ma è altrettanto vero che, se ami davvero il Gioco, lo ami in ogni sua forma e declinazione. Per questa ragione, e per l’amicizia che mi lega a tante giocatrici impegnate nella manifestazione, a Rimini mi sono ritagliato lo spazio necessario per abbandonare per qualche ora il basket maschile e godermi quasi interamente anche tutti e tre i match femminili della Coconuda Cup, peraltro caratterizzati da una buona cornice di pubblico. La prima premessa che vorrei fare è che ho molto apprezzato la collaborazione tra Lega Nazionale Pallacanestro e Lega Basket Femminile, che ha portato quest’ultima ad avere una bella vetrina di esposizione all’interno di RNB Festival sia nella passata stagione che nell’e-dizione di quest’anno, accordo che ha portato chiari vantaggi ad ognuna delle due parti in causa. La seconda è che mi sono trovato particolarmente d’accordo anche con il cambio del format rispetto alla scorsa edizione - ovvero la sostituzione dell’All Star Game di serie A1 con la coppa Italia di Serie A2- principalmente per due motivi: quello di dare la giusta visibilità anche ad una categoria che, logicamente, vede “fagocitata” dalla A1 la poca attenzione che viene data al basket femminile in Italia, e quello di fornire un contesto più in linea con lo spirito adrenalinico del weekend, fatto di fi- nali, gare ad eliminazione diretta, match pieni di carica e tensione positiva che ov- viamente lasciavano le briciole a un “divertissement” amichevole come un All Star Game. E infatti è stata proprio la vibrante carica agonistica delle tre partite il punto di forza della competizione. Se prima delle semifinali mi a v e s s e r o chiesto un pronostico sul- le due fina-liste, probabilmen- te avrei indicato Torino e Magika, e qui potete a n c h e c a p i r e p e r -c h é i o vin- ca

raramente alle scommesse. Ferrara sembrava ormai spacciata sul -10 di fine terzo quarto, ma con un carattere incredibile ha piazzato un 18-6 che ha tramortito

Torino, grazie alla grinta infinita di Mini e alla classe di una giocatrice che adoro come Giulia Rulli, che personalmente considero geniale. Il giallo finale del fallo sulla sirena ha aggiunto un po’ di tensione, però non me ne vogliano gli amici di Torino: la chiamata iniziale di tre tiri liberi era onestamente sbagliata. Nella seconda semifinale poi altra rimonta nell’ultimo periodo, questa

volta da -9, con il Geas che si è aggrappato al carisma di capitan Arturi (un’altra delle mie giocatrici preferite in assoluto, oltre che una grande ami-

ca) e al genio di Gambarini, mentre Castel San Pietro ha un po’ pagato i sorprendenti errori in lunetta dell’insospettabile Ballardini e, a mio modesto parere, i vorticosi cambi a raffica del secondo tempo che hanno un po’ spezzato il ritmo ad alcune giocatrici.

La finale del giorno dopo è stata forse la meno bella delle tre partite, ma ha meritatamente premiato Sesto e la sua “family team” con 10 giocatrici su 12 provenienti dal vivaio. La MVP è stata giustamente Tognalini, decisiva nonostante le varie ferite di guerra al volto, ma an-

che due giovanissime fatte in casa come la guerriera Barberis e l’armoniosa Kacerik sono state cruciali nel parziale decisivo del secondo tempo. Ferrara ha disputato un weekend

super e ha dimostrato di essere molto ben allenata, ma comunque non è bastato. La vittoria del Geas, alla prima coppa dopo 37 anni di digiuno, è stata la dimostra-

zione che con delle idee di qualità, con la programmazione e con il lavoro si può arrivare molto lontano. Che poi è lo stesso discorso che si può fare

pure per il RNB Festival e per il suo staff organizzativo. Per il basket femminile (e il basket in generale, visto anche il

successo avuto dai tornei maschili) questa manifestazione deve rappresentare quello che rappresenta anche per il Geas e la sua giovane squadra: un punto di partenza, più che un punto d’ar-

rivo. Le potenzialità ci sono, ora bisogna continuare a sfruttarle.

Mario Castelli

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UNO SPETTACOLO PIÙ GRANDE DEL BIG BANG

Letteratura, musica. E il basket. Dovendo raccon-tarvi del week end a Fiera di Rimini in occasione di RNB 2015, in fondo, mi rendo conto che per una volta l’acronimo RNB (Rythm’n Basket) coinci-de con i voli pindarici della mia mente.La premessa, tuttavia, doverosa, è che sono stato

bene, con il microfono in mano a raccontare di tre partite di basket una più appassionante dell’altra, e a chiacchierare di nubi, per dirla alla Guccini, con i tanti protagonisti che hanno reso lo stand LBF una sorta di red carpet.Dal bellissimo ed accogliente stand, peraltro collocato in una posizione strategicamente perfetta, sono passati scu-detti da collezionare stelle (Dan Peterson, Carlton Myers, Galanda, Coldebella, Costa, Gallinari senior, De Pol per ci-tarne alcuni), cannonieri straordinari come Boni e Niccolai, campionesse da Hall of Fame come Rosi Bozzolo, giornalisti (Franco Arturi in primis), giovani promesse, dirigenti, presi-denti, atlete e atleti, registi e produttori.Uno spettacolo…, più grande del big bang. Ed un successo, soprattutto, quello sancito dalla Coconuda Cup, che ha una volta di più confermato che la A2 è la categoria che, dello stare in mezzo, esprime tutte le qualità.I numeri parlano delle 30.000 presenze registrate da RNB 2015 almeno il 20% abbiano visitato lo stand LegA Basket Femminile: bello, colorato, accogliente, e solidale, anche alla presenza di Carlo Besana (presidente della NBA-Zena Genova e autentico marketing manager) e dell’iniziativa “A canestro per aLmore - un altro modo di essere

basket”.Oltre 6 ore di diretta streaming (anche su Youtube), peraltro in HD, grazie alla “lucida follia” dell’ING (non inteso come gruppo bancario) Walter Munarini, che sarebbe capace di stabilire una connessione medium finanche con Steve Jobs…Open Sky si è rivelato rientrare in quella (ahinoi rara) ca-sistica in cui uno sponsor diventa partner, condividendo il cammino, la ricerca, gli sviluppi e, in prospettiva, i successi.Bravo Gianfranco “themaker” Galanti con lo staff di Studio 375 per l’idea di uno stand 2.0, bellissimi teloni in materiale “America’s Cup” (teli in spinnaker), gli amici della Magika che hanno regalato caramelle favorendo l’affluenza in uno stand che, intorno alla 17 del sabato, sembrava un locale della movida all’ora dell’happy hour, di Ferrara per il roll up e di Torino per la divisa da gioco.E il Geas? Beh il Geas ha vinto la Coppa Italia, e si sa che chi vince ha sempre ragione.Bravo il nucleo storico di LBF, con Emiliano e Alessia sempre pronti a dispensare sorrisi anche nei confronti della rigidità talvolta eccessivamente burocratica degli steward, che di voler far accedere i coach ai campi proprio non ne volevano sapere…A chiacchierare di nubi, nel senso bello del termine, che poi è anche l’unico che riesco ad immaginare, ci hanno pensato Silvia e Annalisa, e se oggi al refrain #shegotgame noi tutti aggiungiamo, come logica conseguenza, #wegotgame, è anche merito loro.

Regista o videomaker che dir si voglia l’una, produttrice o visionaria l’altra, non c’è dubbio che hanno messo in piedi quella che sarà destinata ad essere l’opera prima intera-mente dedicata alla pallacanestro femminile, ribaltando letteralmente l’Italia rimbalzando, appunto, come una palla a spicchi.Aspettiamo l’uscita di #shegotgamethemovie prima dell’estate, come Silvia Gottardi mi ha confessato al micro-fono e in diretta, perché noi vogliamo giocare!!!Il microfono e le interviste mi riportano all’incipit, perché se la musica l’ho citata (i più attenti avranno notato i richiami a Guccini e Jovanotti…), la letteratura non ancora.Prima, però, fatemi dire che nessun regista avrebbe sapu-to scrivere un copione in cui la finale della Coppa Italia si sarebbe giocata l’8 marzo e a vincerla sarebbe stata l’unica squadra allenata da una donna, Cinzia Zanotti, peraltro nata l’8 marzo.La letteratura, per chiudere, se permettete me la dedico, da vecchio uomo di basket emozionato per essere tornato, un anno dopo, a commentare una, anzi tre partite.Non so quanto casualmente nel mio trolley, avevo messo “Diatriba d’amore contro un uomo seduto” di Gabriel Gar-cia Marquez, e guardando una foto che mi ha scattato alle spalle il mio caro amico Luca Maggitti, ci ho letto il mio amo-re per questo nostro sport.Grazie, di cuore, a tutti.

Giorgio Pomponi

A RNB l’LBF corner è diventato straordinario punto d’incontro delle più importanti personalità del basket di ieri, oggi e domani. Ecco la ricetta di questo successo.

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#LBFliveIl prossimo sarai tu

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CREDITSEDIZIONE A CURA DI

Nicolò Dalle Molle

COORDINAMENTO E GRAFICAStudio375

HANNO COLLABORATOFranco Arturi

Giorgio PomponiJacopo Cattaneo

Mario Castelli

FOTOGRAFIEMarco Brioschi

SI RINGRAZIANO PER LA GENTILE COLLABORAZIONEIlaria Zanoni

Martina Crippa

www.bancastabiese.com