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Alma Mater Studiorum – Università di Bolognasede di Cesena - Facoltà di Architettura

Corso di laurea specialistica a ciclo unico in Architettura

Riabi(li)tare la residenza sociale

Riqualificazione del complesso �Virgolone��a Bologna, quartiere Pilastro

Tesi inArchitettura Sostenibile

RelatoreProf. Ernesto Antonini

CorrelatoriProf. Kristian Fabbri Prof. Andreina Maahsen Milan

LaureandeValentina LazzariSilvia Sgariglia

Sessione IIIAnno accademico 2010/2011

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SOMMARIO0. Introduzione 9

PARTE 1: Social Housing 11

1. Abitare sociale 13 1.1 Evoluzione delle politiche abitative in Europa 131.2 La situazione in Italia dal primo Dopoguerra ad oggi 201.3 L’edilizia sociale a Bologna 281.4 I grandi interventi di edilizia sociale in Europa nel XX secolo: alcuni esempi 331.5 Abitare sociale oggi 43 1.6 Domanda abitativa 57 1.7 Esempi di quartieri di edilizia popolare oggi: i casi europei 59

2. Demolizione o riqualificazione? 67

2.1 I costi e l’impatto ambientale 692.2 L’identità 732.3 Esempi di riqualificazione italiani e europei 75

PARTE 2: Stato di fatto 85

3. Area di intervento 87

3.1 Localizzazione e caratteristiche dell’insediamento 873.2 Viabilità e connessioni 903.3 Sistema del verde 923.4 Servizi 943.5 Criticità dell’area 96

4. L’edificio: il �Virgolone� 105

4.1 Caratteristiche e stato di conservazione 1054.2 Elementi di criticità 110

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PARTE 3: il progetto 123

5. Strategie di progetto 125 5.1 Studio di fattibilità dell’intervento 125

6. Il progetto dell’intervento 143

6.1 Fase 1: Retrofit 1456.2 Fase 2: Space making 170

7. Bibliografia 181

8.Allegati 189

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0. Introduzione

Il progetto che qui presentiamo, è stato elaborato all’interno del labo-

ratorio di sintesi finale Architettura sostenibile, e sviluppa il tema della

riqualificazione di un edificio di housing sociale.

Perché il social housing? La scarsità di alloggi di edilizia sociale nel

patrimonio esistente e il crescente numero di persone che necessitano

di una residenza a basso costo, ma che non sono povere al punto tale

da poter accedere all’edilizia agevolata, porta ad incentrare la nostra

ricerca su questo argomento. Osservando nel nostro paese la forte

necessità di ampliare e migliorare questo patrimonio, oltre al rinnovato

interesse per queste tematiche nel settore pubblico, diventa per noi

un momento di riflessione e confronto nel campo della progettazione

architettonica.

Quale l’obiettivo? Il fine di tale ricerca è quindi quello di assecondare

le odierne esigenze abitative, ripensando il patrimonio esistente in ter-

mini di recupero e rifunzionalizzazione degli spazi, migliorando il livello

di confort e conseguendo allo stesso tempo elevate prestazioni ener-

getiche. L’obiettivo si allarga poi alla scala del quartiere proponendo

strategie utili alla rivitalizzazione delle dinamiche sociali.

Qual è il metodo? La strategia utilizzata è quello della riqualificazione

sostenibile. Questa scelta è motivata dall’intento di ridurre l’uso di ri-

sorse primarie, in termini di materiali, ed evitare l’ulteriore sfruttamento

di aree non ancora urbanizzate. A questo va ad aggiungersi la neces-

sità di realizzare un intervento economicamente sostenibile, data l’as-

senza di risorse da investire per tali fini.

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PARTE 1Social Housing

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Gli insediamenti di edilizia popolare hanno antiche radici nella storia

europea. Fino alla rivoluzione industriale, fu promossa per la maggior

parte da associazioni religiose, di carità o, in qualche caso, di ricchi

borghesi, con iniziative in cui spesso si combinavano motivazioni fi-

lantropiche e interessi speculativi. Un riferimento importante, la cui

formazione risale al X secolo in Gran Bretagna, è dato delle Almhou-

ses, ovvero delle case di carità atte a fornire un alloggio ad anziani

e senzatetto. Un’ulteriore esempio è rappresentato dalla Fuggerei di

Augusta, in Germania ancora oggi esistente: un quartiere circondato

da mura pensato per offrire un alloggio ai bisognosi, la cui creazione

risale al 1516 da parte della famiglia Fugger, da cui ne deriva anche il

nome. Venne istituita una fondazione che nacque assieme al quartiere,

è una delle più importanti a livello europeo. Fu costruito su progetto

dell’architetto Thomas Krebs che sviluppò il tema della città dentro la

città. L’affitto era un fiorino all’anno e tre preghiere al giorno per il be-

nefattore e la sua famiglia. (Fig. 1 e 2)

1. Abitare sociale

1.1 Evoluzione delle politiche abitative in Europa

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Con la rivoluzione industriale, il ruolo dominante assunto dall’industria

molti settori -soprattutto tessile, chimico, siderurgico e metalmecca-

nico- fece aumentare vertiginosamente la richiesta di mano d’opera,

producendo un forte spopolamento delle campagne a favore delle aree

dove si trovavano le industrie, che col diffondersi del carbone come

fonte energetica vennero sempre più spesso localizzate in prossimità

dei grandi centri urbani. (Fig.3)L’industrializzazione portò ad una profonda riorganizzazione della so-

cietà: le grandi concentrazioni di popolazione urbana, impensabili per

le epoche precedenti, assunsero dimensioni mai conosciute prima.

Ciò produsse, tra l’altro, una domanda di alloggi a basso costo larga-

mente superiore alla disponibilità e quindi il massiccio ricorso a solu-

zioni abitative inadeguate, insalubri e sovraffollate, che provocarono

emergenze sanitarie ed epidemie, ma anche crescenti tensioni sociali.

A seguito del ripetuto manifestarsi di questi problemi, a Londra nel

1844 fu istituita per la prima volta una commissione che vigilasse sul-

la costruzione di alloggi popolari, la Royal Commission for Housing

and Health. L’attenzione per il tema si manifestava in tutti i Paesi indu-

strializzati: l’esposizione universale di Parigi del 1878 ospitò in primo

congresso internazionale in cui si discusse del tema delle dotazioni di

servizi igienici negli alloggi operai.

In Italia lo sviluppo industriale, e perciò anche il problema delle espan-

sioni urbane, arrivò con qualche ritardo rispetto ad altri paesi nordeu-

ropei, anche se nel 1865 la prima legge urbanistica dello Stato unitario,

che tratta il risanamento dei centri storici e introduce il controllo delle

aree di espansione oltre le mura, dimostra che la questione era già ben

presente anche nel nostro Paese.

Una delle prime forme di edilizia popolare, che accompagna la prima

fase della rivoluzione industriale, furono i villaggi operai autosufficienti

rispetto alla città, che molti imprenditori decisero di edificare in prossi-

mità delle loro aziende, al fine di favorire un rapporto più stabile con i

propri operai1. Questi agglomerati urbani, localizzati nelle periferie dei 1 Leonardo Benevolo, Le origini dell’urbanistica moderna, Bari, Laterza, 2005

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Fig.1: Almhouses, hospital of S. Cross, Winchester, Gran Bretagna

Fig.2: Fuggerei, Augusta, Germania

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centri industriali o anche in aree rurali in cui si era insediata una fabbri-

ca, spesso in relazione alla disponibilità locale di una fonte energetica

e o di materie prime, dipendono strettamente dall’attività produttivo a

cui sono collegati, sono destinati ad ospitare esclusivamente i dipen-

denti dell’azienda e sono in genere costituiti da abitazioni mono e bi-

familiari. (Fig.4)

Un’altra tendenza che si diffuse fu quella della costruzione di interi

isolati urbani, resi possibili dai nuovi regolamenti e norme igieniche,

che proseguivano l’espansione della città decongestionando il centro

cittadino e rendendolo più vivibile. Edifici compatti a più piani costituiti

da alloggi minimi a basso costo andavano così a costituire le periferie

urbane, diversamente dai villaggi operai erano destinati alle classi più

povere. La pubblica amministrazione, in certi casi, era la diretta realiz-

zatrice di tali insediamenti, come le Hof a Vienna o gli alloggi popolari

in Olanda, mentre in altri casi gli interventi erano promossi da società

senza scopo di lucro, come in Francia o in Italia dove, con la legge Lut-

tazzi (n.253 del 31/03/1903) si delegava il compito della costruzione

e gestione delle abitazioni a basso costo agli Istituti Autonomi per le

Case Popolari e si dava loro la possibilità di accedere a crediti agevola-

ti e garantiti dallo Stato. Questa direzione venne definita ancora meglio

con l’emanazione del Testo Unico sull’edilizia economico-popolare nel

1908, aggiornato poi nel 1919. Vennero inoltre inseriti metodi di con-

trollo pubblico sull’edilizia privata attraverso la redazione di piani urba-

nistici per disciplinare l’uso del suolo e l’edificabilità al fine di evitare

crescite urbane incontrollate. L’Olanda fu il primo paese a muoversi in

questa direzione, seguita poi da tutti gli stati europei, Italia e Francia

invece arrivarono a tal punto solo a metà del secolo scorso. Si cerca di

definire una direzione di sviluppo delle città ristabilendo un ordine che

si era andato perdendo durante questi ultimo secolo. Vennero così fis-

sati gli indici di affollamento massimi per stanza e standard minimi per

gli alloggi; il discorso sul tema dell’abitare proseguì nei dibattiti inter-

nazionali (CIAM) al fine di identificare quali fossero le forme più adatte

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Fig.3: G.Dorè, Over London by rail, Esempio di sovraffollamento in una città inglese

Fig.4: Villaggio operaio di Saltaire, Gran Bretagna 1851

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ad ospitare tale funzione e alle dotazioni minime per alloggio e ai mo-

delli urbani. la Carta di Atene del 1933, definito uno dei testi fondatori

dell’architettura e dell’urbanistica moderna racchiude questi principi

per migliorare le condizioni di esistenza nella città moderna, che de-

vono permettere lo svolgere armonioso delle quattro funzioni umane,

quali abitare, lavorare, ricrearsi e spostarsi, e contribuendo all’avan-

zare della ricerca. Al finire della seconda guerra mondiale, le distru-

zioni e i danni al patrimonio residenziale pubblico avevano assunto

dimensioni enormi, e si partì proprio da queste per ricreare l’economia

e la società: con i nuovi piani per la ricostruzione si crearono nuovi

posti di lavoro nel campo dell’edilizia dando anche sviluppo al setto-

re della prefabbricazione e ai nuovi sistemi di costruzione. Da questo

punto le linee direttive dei singoli paesi diventano sempre più definite,

ogni paese affrontò il problema in modo diverso ponendo come base

di partenza ciò era stato fatto nel periodo precedente alla guerra.2 In

particolare vedremo nel paragrafo seguente l’evoluzione del panorama

legislativo in Italia fino ai giorni nostri al fine di poter delineare la situa-

zione con la quale ci si è dovuti confrontare.

2 M.Mamoli, G.Trebbi, L’Europa del secondo dopoguerra, Laterza, Roma-Bari, 1988

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Fig.5: Grand Hornu, città operaia, Francia, 1822

Fig.6: Metzleinstaler Hof, Vienna

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1.2 La situazione in Italia dal primo Dopoguerra ad oggi

1.2.1 Evoluzione legislativa

Come processo di industrializzazione, in Italia anche le politiche a so-

stegno dell’edilizia sociale si avviano in ritardo rispetto a quanto av-

viene altri Paesi europei. Dopo l’interruzione dovuta alla prima guerra

mondiale, le azioni a favore dell’edilizia sociale riprendono con il Fa-

scismo, che ne fa uno degli assi della sua politica sociale, oltre che un

potente strumento di propaganda.3 Dalla fine degli anni ’20 e soprat-

tutto durante gli anni ’30, in particolare nelle nuove periferie urbane

in rapido sviluppo, si moltiplicano le realizzazioni di nuovi interventi

residenziali, spesso di grandi dimensioni, la cui progettazione è og-

getto di numerosi concorsi a cui partecipano i migliori architetti italiani

dell’epoca. (Fig. 7)Nel 1938 il nuovo Testo Unico sull’edilizia economico-popolare pose

un nuovo assetto su base provinciale per gli Istituti di Case Popolari,

oltre a definire la differenza tra edilizia economica e popolare e ad in-

trodurre agevolazioni all’edilizia non di lusso.

Dopo la Seconda guerra mondiale, per riparare le enormi distruzioni

causate dal conflitto, in tutti i Paesi europei vennero lanciati importanti

programmi di ricostruzione, ponendo particolare attenzione alla nuova

urbanizzazione e alla strategie di sviluppo edilizio, che si proponevano

anche di dare impulso all’economia, rilanciare la produzione industria-

le ed offrire una prospettiva alle grandi masse di disoccupati.

Ad una prima fase, caratterizzata dal ricorso a tecniche costruttive e

spesso anche a tipologie insediative tradizionali, come nei programmi

italiani INA-Casa (1949-1963), seguì la progressiva diffusione di me-

todi di prefabbricazione, che consentivano costruzioni più veloci ed

economiche senza bisogno di mano d’opera specializzata.

il programma INA-casa (legge del 28.02.49 n.43) si poneva come

�������� ��� �� ��������� ��� ��������� ��������� ���������� ��� ��� ��������� ���������� ��� ��co-3 G. Ciucci, Gli architetti italiani e il fascismo, Milano Electa

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Fig.7: Franco Albini, Quartiere Fabio Filzi per Ifacp, Milano, 1936-38

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���J��������� ������=�����������������������������������Il problema della casa non era ancora risolto: nel 1966 furono stimati

infatti 10 milioni di abitazione in meno rispetto al richiesta di alloggi.

Nel 1949, durante lo svolgimento dell’esperienza INA-casa, venne ap-

provata la legge Tupini, per incentivare la costruzione di abitazioni: la

legge prevedeva agevolazioni fiscali per la costruzione di abitazioni

non di lusso da parte dei cittadini, indipendentemente dal tipo di lavoro

svolto, purché bisognosi di una casa. Nel 1962, la legge n.167 discipli-

nò la formazione dei Piani di Zona dando disposizioni al fine di favorire

l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare

attraverso la pratica dell’esproprio. Questa legge diede la possibilità

di integrare l’edilizia realizzata dagli Enti pubblici con quella privata,

per favorire la mixité sociale, che porterà alla costruzione degli edifici-

quartiere.

Fig. 8: Targa INA casa, Pietro De Laurent

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Fig.9: Ina-casa, Forte Quezzi, Genova, 1956

Fig.10: Ina casa, quartiere Falchera, Torino, 1948

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Alla gestione INA-casa subentrò la Gescal (istituita dalla Legge n.60

del 1963) che, attraverso l’utilizzo di norme tecniche di esecuzione

delle costruzioni e finanziamenti, consentì la realizzazione di attrez-

zature e servizi per attività spirituali, ricreative, sociali nonché di im-

pianti ed attrezzature sportivi, ed inoltre la ricerca operativa sull’edilizia

residenziale e su progetti sperimentali per consentire una maggiore

integrazione tra abitazione e servizi. Purtroppo la maggior parte dei

finanziamenti interessarono quest’ultimo campo riducendo la possi-

bilità di finanziamento per le attrezzature di servizio, che erano state

demandate a interventi successivi.

Con la legge “Legge per la casa” n.685 del 1971 si ebbe un riordino

generale delle competenze in materia di edilizia residenziale pubblica:

a livello istituzionale per quanto riguarda le attività di programmazione

e gestione del patrimonio edilizio venne istituito un Comitato per l’Edili-

zia Residenziale(CER), mentre a livello finanziario per il coordinamen-

to le risorse. In particolare, per poter ottenere terreni da espropriare a

costi minori, al fine di poter realizzare i Piani per l’Edilizia Economico

Popolare (PEEP), si decise di abbassare gli indennizzi. Questa parte

della legge sarà poi dichiarata incostituzionale e spetterà ai Comuni

risarcire i proprietari espropriati.

Con l’arrivo degli anni settanta la crescita urbana si ridusse grazie an-

che al minor flusso di persone che si trasferivano dalla campagna alla

città e alla minor crescita del settore industriale e allo sviluppo del ter-

ziario. Il bisogno di abitazioni non era più al centro dei piani urbanistici,

e si iniziò a porre l’attenzione al recupero e alla riqualificazione del

patrimonio pubblico esistente nei centri storici e allo stanziamento di

incentivi (leggi 166/75 e 513/77 dette anche “programmi straordina-

ri” per la riorganizzazione della legge n.865). La costruzione di nuovi

quartieri di edilizia continua concentrandosi su due diverse modalità

di progettazione: quella dell’edificio unico e autosufficiente, emblema-

tico fu il caso del Corviale a Roma, e quella di considerare l’opinione

degli abitanti su programmi di interesse pubblico attraverso percorsi di

progettazione partecipata, tra i precursori in Italia Giancarlo de Carlo,

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di cui si ricorda l’intervento per case per lavoratori Matteotti a Terni. I

programmi straordinari precedettero la ben più ampia legge n.457/78,

detta anche Piano Decennale per l’Edilizia Residenziale Pubblica con

la quale vennero stabilite le norme per l’edilizia residenziale, i ruoli de-

gli operatori, assegnando alle regioni l’importante compito della loca-

lizzazione e controllo degli interventi. Allo stesso tempo aumentarono i

contributi per il recupero dell’esistente attraverso la creazione dei Piani

di Recupero di iniziativa pubblica o privata e si proseguì con l’introdu-

zione del concetto della programmazione pluriennale “a scorrimento”.

Dal 1981 al 1995 venne redatta una serie di delibere da parte del

C.I.P.E. (Comitato Interministeriale Per la Programmazione Economi-

ca) di cui la prima è il primo atto programmatorio dello Stato che attuò

i contenuti della legge di riforma per la casa del 1971 n. 865 prima

ricordata. Si aggiorna il concetto di Edilizia residenziale pubblica (pre-

visto dal d.p.r. n. 1035/72): “… tutti gli alloggi realizzati o recuperati da

enti pubblici a totale carico o con il concorso o contributo dello Stato

o delle regioni, nonché quelli acquisiti, realizzati o recuperati da enti

pubblici non economici per le finalità proprie dell’edilizia residenziale

pubblica”. Le delibere oltre ad aggiornare ogni due anni i limiti di ac-

cesso per l’ E.R.P. ebbero un’importante ruolo nella distribuzione delle

risorse finanziarie per il settore, definite dal precedente Piano Decen-

nale per la casa, soprattutto per l’edilizia sovvenzionata e agevolata.

Nel 1992, con la legge 179/92, si decise di creare degli appositi stru-

menti per regolare la riqualificazione urbana come i Piani integrati di

intervento; i Programmi di riqualificazione urbana, i Programmi di re-

cupero urbano PRU (legge 493/93) e i Contratti di Quartiere che con-

sistono in progetto di recupero urbano promossi dai Comuni in quartie-

ri segnati da diffuso degrado sia del costruito, sia dell’ambiante urbano

, che da scarsa coesione sociale e da carenze di servizi. Con questa

legge si disciplinò il nuovo rapporto pubblico-privato per quanto riguar-

da l’edilizia residenziale pubblica che recepisce le leggi di ordine ge-

nerale n.175/91 e n.498/92.

Il tema del recupero interessa anche il successivo decreto del 1998

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del Ministro dei Lavori Pubblici che creò i Programmi di riqualificazione

urbana e di sviluppo sostenibile del territorio PRUSST al fine di uno

sviluppo corretto della città, che si ricollegano ad una serie di norme

precedenti in materia sia a livello nazionale che a livello europeo tra i

quali si ricorda Agenda 2000. Con questo nuovo strumento vengono

ampliati gli ambiti di intervento dei PRU che si limitavano ad aree di

singoli comuni e comprendono anche il recupero di infrastrutture, la

riqualificazione dell’ambiente, dei tessuti urbani e sociali. Prevede inol-

tre la partecipazione del privato sia per opere di iniziativa privata, sia

per opere pubbliche o di interesse pubblico. I programmi di riqualifica-

zione arrivano in Italia in ritardo rispetto ad altri paesi europei che sono

supportati in miglior modo anche dal punto di vista normativo. Sem-

pre nello stesso anno, vennero soppresse le trattenute Gescal mentre

scompare dal bilancio statale qualsiasi finanziamento all’ E.R.P..

La legge del 8/02/2001 n. 21 stabilì finanziamenti per l’edilizia age-

volata oltre ha prevedere un programma in ambito urbano chiamato

Contratti di Quartiere II, finalizzato ad incrementare, da parte del Mini-

stero dei Lavori Pubblici e con la partecipazione di investimenti privati,

regionali, degli enti locali e degli istituti, la dotazione infrastrutturale dei

quartieri residenziali pubblici degradati.

La definizione di “alloggio sociale” nasce nel 2008: è un alloggio dato

in locazione permanente di interesse generale nella salvaguardia della

coesione sociale, per ridurre il disagio abitativo di persone e famiglie in

condizione svantaggiata, che non sono in grado di accedere alla loca-

zione di alloggi nel libero mercato. Sempre in quel periodo furono varati

due programmi: Il Piano nazionale di edilizia abitativa” (art.11 decreto

legge 112/2008 convertito nella legge 133/2008) e il�Y������ ���[ del

2009 questi piani hanno bisogno, per essere realizzati, dell›accordo

con le regioni e le province autonome (Conferenza Stato-Regioni). Il

primo diede l’avvio a interventi prioritari e immediatamente realizzabili

di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ad opera degli ex IACP

o dai comuni con investimenti pubblici e privati per oltre 2 miliardi e

700 mila euro per realizzare 15.200 alloggi. Per quanto concerne il Pia-

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no Casa, fu attivato al fine di rilanciare un settore chiave della nostra

economia quale è l›edilizia e, nello stesso tempo, andare incontro alle

esigenze delle famiglie italiane, dando la possibilità al singolo cittadino

di effettuare interventi di ampliamento e ricostruzione della propria abi-

tazione e secondariamente per semplificare le procedure burocratiche

riguardanti lavori di edilizia. La Corte Costituzionale con la sentenza

n.121/2010 ha dichiarato parte del Piano Casa illegittimo: il fatto che

nel piano nazionale rientrino programmi integrati per promuovere inter-

venti di edilizia residenziale non aventi carattere sociale è contraddit-

torio rispetto alle premesse che ne legittimano l’intera costruzione; in

questo modo la potestà legislativa è passata dallo Stato alle Regioni.4

Durante il 2009 conseguentemente al terremoto che colpì la L’Aquila

fu avviato il Progetto C.A.S.E., un piano che prevede la costruzione di

“Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili” nel comune di L’A-

quila. Furono progettati e realizzati in breve tempo dei quartieri resi-

denziali compresi di servizi per tutti i cittadini con abitazione distrutta

dal terremoto o dichiarata inagibile dopo le verifiche.

4 http://www.governo.it

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1.3 L’edilizia sociale a Bologna

A Bologna le prime espansioni urbane al di fuori della cerchia muraria

e della ferrovia avvennero tra ‘800 e ‘900 con la costruzione di piccoli

insediamenti residenziali lungo le principali vie di collegamento. Di li

a pochi anni la presenza di edilizia popolare fu permessa grazie alla

nascita dell’istituto autonomo di case popolari (IACP)5 che contribuì in

maniera cospicua all’ampliamento delle aree periferiche. Uno dei primi

nuclei di abitazioni di edilizia popolare realizzate dall’ente fu costruito

nel quartiere San Donato nel 1909: una zona di campagna segnata

dall’attuale via San Donato che era considerata l’ingresso alla città per

coloro che giungevano dai paesi limitrofi, ciò ad indicare l’estraneità

di questa rispetto alla città urbanizzata. La successiva costruzione di

altri alloggi popolari e “popolarissimi” portò a definire la destinazione

sociale che il quartiere avrebbe assunto negli anni successivi; in al-

cuni di questi edifici furono sistemati elementi problematici al fine di

isolarli, situazione che portò a vari disordini sociali. Nei primi anni del

Dopoguerra il quartiere, nonostante la sua crescita demografica, rap-

presentava ancora una zona di passaggio dalla città alla campagna,

solo durante gli anni ’50 l’importante aumento demografico portò il

quartiere ad espandersi oltre la ferrovia: alcune fonti riportano che nel

decennio 1951-1961, la popolazione residente aumentò dalle 10.571

alle 27.222 unità ed il numero delle abitazioni crebbe nello stesso pe-

riodo da 2.544 a 8.051.

Al decennio successivo appartengono invece i grandi cambiamenti

infrastrutturali, come la realizzazione della tangenziale e dello scalo

merci San Donato, e terziari tra cui la costruzione del Fiera District nel-

la parte ovest del quartiere. Questi grandi mutamenti portarono all’in-

tensificazione del tessuto residenziale già costruito e alla nascita di

nuove zone residenziali, di cui il più importante per estensione e capa-

cità , il rione Pilastro. Oltre a questo motivo, la necessità di nuove zone 5 M.Giardini, Per Bologna: novant’anni di attività dell’Istituto Autonomo Case Popolari, 1906-1996, Bologna: Istituto Autonomo per le Case Popolari della provincia di Bologna, 1996

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di edilizia popolare, fu essenziale per sopperire alle ondate di immigra-

ti arrivati a Bologna in seguito al suo sviluppo industriale.

1.3.1 Il quartiere Pilastro

Nel 1962 Iacp propose la costruzione di una nuova zona di edilizia po-

polare che fu individuata con il rione Pilastro, così il progetto fu inserito

nel Piano di Edilizia Economica Popolare. Il primo insediamento, collo-

cato nell’attuale parte sud-est del rione, fu disegnato dall’arch. Santini

ed era costituito da 441 alloggi che non rappresentavano che la metà

del progetto originario: i due insediamenti risultavano speculari tra loro

costituiti da edifici in linea che dipartivano da un unico centro indivi-

duabile come l’odierna piazza Lipparini. Il complesso doveva risultare

una rivisitazione di un borgo medievale, che riportasse le figure tipiche

dei centri cittadini nella periferia, anche se i collegamenti con il centro

cittadino erano molto limitati e la distanza da questo rappresentava

ancora una criticità sia fisica che percettiva. Infatti i primi 2500 abitanti

trovarono un ambiente poco confortevole: l’area non era ancora dotata

di riscaldamento, acqua, trasporti pubblici piccole attività commerciali

e servizi primari. Questi servizi di primaria importanza vennero con-

seguiti con la costituzione di un comitato di quartiere dopo qualche

tempo. Gli standard urbanistici risultavano però ridotti rispetto ai pre-

cedenti piani INA CASA e gli spazi tra gli edifici non erano sufficienti

in rapporto alla loro altezza. Come spiega l’arch. Mattioli in “Storia del

Pilastro”, i problemi di ordine sociale e lo scarso collegamento con la

città portò alla ghettizzazione del nuovo quartiere e il Comune prese la

scelta di modificare del primo progetto passando l’incarico all’architet-

to Morelli. Attraverso un sondaggio, vennero coinvolti i residenti nella

scelta tra pochi edifici ad alta densità con un unico grande parco o più

edifici a densità minore e zone verdi frammentate. La scelta ricadde

sulla prima proposta, si acquistarono i terreni a nord e si progettarono

degli edifici a tipologia a torre e in linea: quest’ultimo lungo circa 700

metri e alto 8 piani, venne ribattezzato “Virgolone” per la tipica forma

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curvilinea. L’edificio ospita 552 appartamenti e racchiude il parco sul

lato Nord, mentre le torri si trovano sul lato opposto. I servizi, tra cui,

campi sportivi e centro sociale, furono concentrati nella parte sud del

rione, mentre le attività commerciali si insediarono nella fascia centrale

a lato della strada principale di quartiere. 6

Per quanto riguarda gli abitanti insediati, giunsero al Pilastro veneti,

ferraresi, profughi dalla Libia, bolognesi oltre ai meridionali già citati,

ci furono alcune difficoltà di integrazione dovute ai differenti modi di

vivere e abitudini ciò che li univa era il lavoro operaio e la composizio-

ne numerosa delle famiglie. In effetti la concezione del Pilastro come

“quartiere meridionale” non corrisponde del tutto a verità. Da un’inda-

����� ����������������%>\"�������� ������?#$������������������-

����������]����� ���+^$�����'���� ���?$����� ������ ��%$��������������_�

Probabilmente la percezione che vi fosse una prevalenza di famiglie

del sud derivava dalla loro concentrazione superiore rispetto alle al-

tre zone della città.7 Al di là della provenienza geografica si trattava di

famiglie in prevalenza operaie e molto numerose rispetto alla media

cittadina: d’altra parte queste erano le condizioni richieste per vedersi

assegnato un appartamento dello Iacp. Con la costruzione del Virgo-

lone si pensò di affidare una parte dell’edificio ad alcune cooperative

locali, definendo inoltre una quota di appartamenti a riscatto, al fine

di incentivare il mix sociale e favorire l’integrazione tra gli abitanti, ma

la scarsità di luoghi di socializzazione e le grandi distanze portarono

comunque a definire il Pilastro come quartiere dormitorio. Nei decenni

successivi ci furono altre ondate migratorie provenienti per la maggior

parte da paesi extracomunitari e che continuano tutt’ora.

Dopo il Virgolone si proseguì con la costruzione di quattro torri sul lato

opposto del parco ed infine, nei primi anni ’90, si completò l’insedia-

mento con nuovi edifici di edilizia privata nella parte Nord e sulla via

San Donato per creare un percorso presidiato e pedonale verso la città

fino a quel momento mancante. Con il PRG del 1985 vennero creati il

6 Morelli, Storia del Pilastro, video documentario 7 http://www.prog-res.it

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Fig.11: Primo insediamento del Pilastro

Fig.12: Quartiere Pilastro, in Dal cielo sopra Bologna, 2002

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CAAB (Centro Agro Alimentare Bologna) e la Città Scambi, posizionati

nella zona a Nord del rione Pilastro vicino ai quali si sviluppò una zona

commerciale, e il DUC-FIERA, ampliamento del Fiera District verso il

quartiere Navile, mentre, sul finire degli anni ’90, si decise di insediare

la Facoltà di Agraria vicino al CAAB: questi grandi cambiamenti porta-

rono ulteriore domanda abitativa oltre al bisogno di residenza speciale

per studenti.

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1.4 I grandi interventi di edilizia sociale in Europa nel XX secolo: alcuni esempi

Si è deciso di riportare degli esempi di quartieri di edilizia sociale ita-

liani ed europei sia precedenti che contemporanei al quartiere Pilastro

e che ognuno di questi complessi presentasse alcuni elementi di simi-

litudine al caso studio ( tra cui dimensioni, costruzione, distanze dal

centro cittadino, dinamiche sociali, ecc.) al fine di evidenziare pregi

e difetti della produzione architettonica di quel periodo e da cui poter

partire per approfondire il tema in esame.

1.4.1 Karl Marx-Hof, Vienna, Austria

Progettato alla fine degli anni ‘20 (1926 – 1930) da Karl Ehn, allievo

di Otto Wagner e architetto capo della città di Vienna in quegli anni,

responsabile della progettazione di residenza pubblica. E’ diventato

il simbolo della “Rote Wien”, ossia Vienna Rossa che corrisponde al

periodo dal 1920 al 1933 quando Vienna fu governata da un’ammini-

strazione austromarxista. Il quartiere fu pensato come una città auto-

noma comprendente servizi e attività commerciali, un concetto d’avan-

guardia per il periodo e di riferimento per gli interventi seguenti in tutta

Europa,8 Il complesso, lungo 1,5 chilometri fu collocato nel quartiere

di Heiligenstadt, immerso nel verde, a margine dell’espansione della

città di quel momento. I 1325 alloggi erano studiati in modo da avere

un affaccio all’esterno per ogni stanza ed erano fornite di bagno con

acqua corrente. La massa imponente dell’edificio deriva anche dall’u-

tilizzo di una struttura in mattoni e stucco con grandi arcate passanti a

piano terra che conducono al giardino interno. Il prospetto è rivestito

da stucco di colori rosso e giallo, mentre dei balconi molto sporgenti

creano un segno distintivo in facciata, che viene ripetuto su ogni gran-

de arcata.

In questo periodo la città fu soggetta ad una grande espansione e fu-

rono costruite 70.000 unità abitative dotate di giardini, biblioteche, 8 M.A.Crippa, Architettura del XX secolo, Jaca book, Milano, 1993

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cliniche e spazi comuni attrezzati. Vi viveva un viennese su dieci. Per

garantire spazi per la costruzione dei nuovi complessi di edilizia popo-

lare, gli Hof, l’amministrazione ricorse all’espropriazione dei proprietari

attraverso imposte sui terreni edificabili e revisione degli affitti.

Gli hof derivano dal modello dei Siedlungen riproponendoli ad una

scala maggiore: la casa ruotava intorno alla cucina, con bagno esterno

e una netta separazione del reparto giorno dal notte. Una regola fon-

damentale degli hof viennese è che almeno la metà della superficie sia

adibito a cortile. Questo elemento, oltre a dotare la zona di aree verdi

di svago e gioco, ha consentito l’eliminazione dei lucernari per l’illumi-

nazione e l’aerazione delle abitazioni.

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Fig.13: Karl Marx Hof vista del fronte sulla città

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1.4.2 Cité des 4000 logements, Saint-Denis, Parigi , Francia

Courneuve

Nel secondo Dopoguerra in Francia, momento in cui infuriò la crisi abi-

tativa, si cercò di trovare soluzioni abitative che possano rispondere

al meglio nell’immediato ai problemi di migliaia di senza tetto e disa-

giati, ma allo stesso tempo definisca una riforma sociale e urbana. Il

programma di ricostruzione prevede la costruzione di edifici colletti-

vi composti da un minimo di 500 alloggi, costruibili nel minor tempo

possibile attraverso sistemi di prefabbricazione in cemento armato e

ponendo poco interesse alla posizione e alla localizzazione delle infra-

strutture esistenti. Diversi furono i cantieri sperimentali dove nacquero

molti brevetti costruttivi poi esportati anche in altri paesi come l’Italia e

che servirono a rilanciare l’economia francese di quegl’anni. Tra que-

sti sistemi di costruzione si ricorda il “Camus” brevettato dall’omonima

azienda di cemento armato che consisteva nella disposizione trasver-

sale di pannelli prefabbricati che consentivano una maggior libertà

espressiva in facciata. La Cité des 4000 logements fa parte del sistema

dei Grands Ensembles costruiti nella periferia parigina dall’inizio degli

anni ’50 e che permise a molti di avere accesso ad un alloggio dignito-

so e confortevole, con acqua corrente e riscaldamento centralizzato. Il

termine Grands Ensembles sta ad indicare il raggruppamento di grandi

edifici in linea, in blocco o a torre di ispirazione razionalista posizionati

su una “tabula rasa”, declinato sia come azzeramento della storia di

un luogo, ma anche come costruzione del suolo su cui posizionare i

volumi9. Come denunciato dal nome, Cité des 4000 logements, si trat-

ta di 4.000 unità ordinate dall’Ufficio HLM della Città di Parigi. La sua

costruzione ha avuto inizio nel marzo 1956, su progetto degli architet-

ti�Tambuti Clemente�e�Henri Delacroix�, ed è durata oltre 10 anni.

La popolazione è per la maggior parte costituita da immigrati dalle ex

colonie francesi e nel 1971 raggiunge le 17 000 unità. Nel corso de-

gli anni ci furono numerosi problemi sociali che culminarono nel 1983

9 G.Braghieri, A.Trentin, A.Palmieri, I quartieri e le case: edilizia sociale in Romagna e nell’Europa del XX,. Clueb, Bologna, 2007, p.177

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con la morte di un bambino ucciso da un vicino di casa irascibile.�Nel

1984 la città di Parigi decide di affidare questo complesso al comune

di zona che provvederà alla sua riqualificazione. Il 18 febbraio 1986, la

riqualificazione inizia con l’implosione della barre Debussy, episodio

emblematico della attuazione della politica di rinnovamento urbano su

scala nazionale e ha dato il via una massiccia operazione di riqualifi-

cazione urbana, segnata dalla distruzione di altri edifici, alcune avve-

nute in tempi recentissimi (edifici Renoir, Ravel, Presov, Balzac). La

mancanza di fondi statali per il rinnovamento urbano, oltre alle difficol-

tà finanziarie dell’Ufficio HLM comunale, sciolto poi nel 2005, hanno

portato a ritardi nella costruzione di nuovi alloggi sociali in affitto sui

terreni liberati dalle demolizioni e all’inserimento di servizi mancan-

ti.�<��j��������������{��������������������������������������������La Courneauve oggi è abitata per la maggior parte da figli di immi-

grati di seconda o terza generazione, a tutti gli effetti francesi ma che

continuano ad essere considerati come stranieri; numerose agitazioni

Fig.14: Citè des 4000 allogements: vista di uno di alcuni edifici

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hanno infatti interessato il quartiere derivanti da episodi di repressione

e razzismo e alle demolizioni di interi blocchi di alloggi occupati da

senza tetto e disagiati. Scintilla scatenante di questi fermenti fu la mor-

te di un ragazzo di 11 anni nel 2005 a causa di un proiettile vagante e

che generò numerose rivolte anche in altri grands ensembles. Franco

La Cecla nel suo libro “Contro l’architettura” affronta il tema delle pe-

riferie francesi, le Banlieue, indicando quali sono i problemi alla base

della discriminazione dei banlieuesard (abitanti delle banlieue): per La

Cecla le cause sono da ricondurre alla progettazione di massa, “erede

del falansterio e di una concezione funzionalista dello stoccaggio di

utenti in spazi dormitorio”. Per lui, manca il rapporto con la strada tipi-

ca nei centri cittadini sostituita da “una continuità pilotata e da un’idea

degli spazi pubblici tutta didattica” e ancora riferendosi alle periferie,

“la loro disgrazia è di essere prodotti di un ragionamento astratto che

isola la residenza da tutte le altre funzioni”.10

10 F. La Cecla, Contro l’architettura, Bollati Boringhieri, Torino, 2008

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1.4.3 Les Courtillières, Patin-Bobigny, Parigi

|�������j�{�������� ���������������{�<���j�������{������������������{�<���j�������{������������������Les Courtillières a Patin proget-

tato da Emile Aillaud e costruito tra il 1954 e il 1969 contemporaneo del

precedente grands ensembles descritto. Gli elementi a torre e a blocco

sono uniti da un lungo edificio in linea di forma sinuosa di 1,5 chilome-

tri, tanto da entrare nell’immaginario degli abitanti come il “Serpentin”.

Un enorme parco al centro del quartiere viene abbracciato da questo

edificio a cui l’accesso è garantito da un piano terra porticato e da

alcune interruzioni della linea stessa. Il riferimento è quello del Royal

Crescent di Bath anche se Aillaud ne aumenta la scala. La prefab-

bricazione, e in particolare il sistema “Camus”, venne utilizzato anche

in questo progetto, a formare una struttura a tunnel portanti chiusi in

facciata da elementi prefabbricati di tamponamento colorati in rosa e

azzurro per gli edifici in linea e rivestiti in ceramica colorata nelle torri.

Fig.15: Les Courtillières, vista dall’alto, Fondo Émile Aillaud

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1.4.4 Il Nuovo-Corviale, Roma, Italia

Progettato da M. Fiorentino nel 1972 il Nuovo-Corviale fa parte dei Pia-

ni di Zona, il quartiere si colloca nella periferia metropolitana di Roma e

viene identificato con un edificio, detto il “Serpentone”, formato da due

stecche collegate tra loro e da un secondo edificio, sempre lineare, che

le prosegue il sistema precedente fino alla lunghezza di un chilometro

e a cui è collegato tramite un ponte sospeso. E’ composto da 9 piani in

altezza e ospita 1200 appartamenti di vario taglio e dimensione.

L’edificio {����� �� ����� �me un complesso autosufficiente11, e do-

veva essere un modello di sviluppo abitativo in netto distacco dallo

sviluppo urbanistico incontrollato di Roma già iniziato negli anni ’50.

Lo stesso progettista lo definisce come “un segno elementare e fuori

scala rispetto al tessuto urbano circostante come parte componente

di un disegno generale più complesso, la città” dove riconosce come

riferimenti gli acquedotti antichi e grandi ruderi del paesaggio (scheda

illustrativa Corviale). Il richiamo all’Unitè di Abitation di Le Courbusier

è evidente sia per la scala del complesso che per la concezione fun-

zionale di “macchina per abitare”: l’unione di residenza e servizi in un

unico edificio.

L’utilizzo della prefabbricazione è risultato necessario sia per ridur-

re i tempi di costruzione sia perla riduzione dei costi dell’intervento;

sono stati impiegati pannelli di cemento armato prefabbricati dispo-

sti ad un passo di 6 metri.�La circolazione avviene in verticale tramite

vani scala primari e secondari e in orizzontale attraverso dei ballatoi

interrotti da numerosi spazi comuni e cortili. Dal centro delle stecche

si diparte la «spina servizi», completata successivamente, che acco-

glie alcuni uffici municipali, piccole attività artigianali, centro sanitario

locale oltre ad alcune associazioni artistiche e culturali. Nel proget-

to iniziale erano comprese 6 sale condominiali per le attività comuni,

oggi utilizzate dell’università di architettura, una sala riunioni, un� an-

fiteatro�all›aperto,�scuole dell’infanzia, elementari e medie, laboratori

artigianali e un piano, il quarto, dedicato agli esercizi commerciali poi 11 R. Pierini, La città distante: piani e progetti di edilizia residenziale pubblica, Edizioni ETS, Firenze, 2001

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Fig.16: Nuovo Corviale: veduta dell’insediamento

Fig.17: Nuovo Corviale: edificio in linea

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in parte occupato abusivamente e utilizzato come residenza.

Molti servizi previsti nel progetto iniziale non furono mai completati o

insediati��� �J�{�������������� ��������������� ��� ���������������

=����� ������������ ���� �������� Yj������� {� �������� ��}� ��������� ���Per Purini, “Corviale è l’opera più importante re-

alizzata a Roma in tutti gli anni Settanta e una delle architetture più

significative della produzione mondiale di quegli anni”. “L’unico suo

problema”- prosegue l’architetto – “è la necessità di essere portato a

termine al più presto, seguendo le indicazioni di Fiorentino. È neces-

sario liberare il quarto piano da coloro che lo occupano e installare lì

al più presto i servizi che il piano originario prevedeva: non solo abi-

tazioni, dunque, ma case dello studente, residenze per anziani, uffici

pubblici, centri sociali”.

Le prime abitazioni furono consegnate nell›ottobre 1982, ma già qual-

che mese più tardi ci furono le prime occupazioni abusive degli alloggi

da parte di 700 famiglie, episodi che si ripeteranno anche negli anni

seguenti prima con l’occupazione del IV piano, poi del complesso Cor-

viale Centro e della spina centrale. Ad oggi il quartiere, dopo essere

stato al centro del dibattito architettonico e sociale fin dalla sua na-

� ����{������������������������ �������� ���������=������ ������� ���{������������������������ �������� ���������=������ ������� ��� di recupero sociale e riqualificazione com-

plessiva dell’intero ambito, che si prefigge di favorire interventi per la

valorizzazione dell’ambiente e lo sviluppo locale e completando l’area

con servizi ora mancanti.12

12 http://www.ilcorviale.it

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1.5 Abitare sociale oggi

Il dibattito sull’abitazione ha assunto un’importanza strategica nella

costruzione e nel rinnovo delle città odierne. Infatti, il cambiamento

della società ha reso obsolete la maggior parte del patrimonio di edili-

zia sociale ereditato dal passato: stili di vita e composizione famigliare

diversi oltre al degrado funzionale e prestazionale degli edifici sono i

principali motivi di questo problema. Ulteriore problematica che influ-

isce sul mercato dell’abitazione, e che va ad aggiungersi alle prece-

denti, è la situazione economica e sociale di questi ultimi tempi, dove

le politiche di divaricazione sociale e la crisi finanziaria hanno portato

alla povertà fasce di popolazione prima abituate a stili di vita diversi,

i “nuovi poveri”. Larga parte dell’offerta che gli istituti e le associazio-

ni per l’edilizia popolare offrivano non è più adeguata a soddisfare la

domanda abitativa odierna e ciò contribuisce ad aumentare i problemi

di appropriazione indebita degli spazi e subaffitti in nero che portano

all’ulteriore degrado degli alloggi.

Da qualche anno si è così ricominciato a parlare del problema della

casa, che si pensava sorpassato o meno importante di altri, diversa-

mente da altri paesi europei quali Olanda ed Gran Bretagna che hanno

affermato la sua esistenza e di cui si sono fatti precursori di diverse ini-

ziative e sperimentazioni sull’abitare. Sono state attuate numerose tra-

sformazioni nei programmi di edilizia residenziale pubblica, mentre si

assiste ad una trasformazione delle figure promotori in questo campo,

passando sempre più dal pubblico ad una partecipazione congiunta

di enti pubblici e privati. Affianco alle esperienze di edilizia sovvenzio-

nata promosse da investimenti statali e a quelle di edilizia agevolata

attuate finanziate in parte da enti promotori quali Acer, di cui trattato

precedentemente, si è sviluppata un’offerta abitativa favorita anche

da investimenti provenienti da enti privati, per far fronte alla sempre

più ampia e diversificata richiesta. A proposito di tale cambiamento,

la Gran Bretagna ha sviluppato queste forme di partenariato già dagli

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anni ’80 con l’organizzazione di agenzie in cui anche gli inquilini parte-

cipano alle scelte di gestione con ottimi risultati. Altri esempi europei

arrivano dall’Olanda, dove si sono avute esperienze di cooperative di

autocostruzione, e dal Belgio con l’inclusione delle agenzie immobiliari

nel processo di assegnazione di alloggi sociali in subaffitto e che loro

stesse prendono in affitto da privati a prezzi economici in cambio di

manutenzione. Il nostro paese, in rapporto agli altri stati europei, pre-

senta un patrimonio estremamente limitato di edilizia popolare con una

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Questi dati sono la conseguenza del ritardo del nostro paese rispetto

agli standard europei. Così, negli ultimi anni, l’Italia si sta interessando

in modo particolare alle politiche sull’abitare sociale al fine di incenti-

varle e diminuire il “gap” rispetto agli altri paesi: ne sono indice i nume-

rosi dibattiti, conferenze, concorsi e realizzazioni in corso o avvenuti

negli ultimi anni. Molti Comuni e Regioni infatti, si stanno muovendo in

questa direzione, favorendo la costruzione e la riqualificazione di com-

plessi abitative o addirittura di quartieri di edilizia sociale, attraverso

l’emanazione di leggi e con lo stanziamento di fondi. Emblematica in

questi tempi di crisi sono le figure del promotore, enti e fondazioni pub-

bliche e no-profit, e del finanziatore sempre più interpretati da privati,

quali istituti di credito, cooperative edilizie e imprese.

All’interno del dibattito sull’abitare sociale, risulta di particolare interes-

se il “Manifesto dell’Housing Sociale” redatto durante l’ultima edizione

torinese di Urban Promo, evento culturale che tratta il tema della rige-

nerazione urbana e promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica. Il

manifesto riporta 12 punti che formano un “elenco di raccomandazioni

significative, in grado di indirizzare l’iniziativa delle principali istituzioni

verso uno sviluppo del settore organico e rispondente alla domanda

abitativa espressa dalle varie forme di disagio sociale.” Queste racco-

mandazioni riguardano sia la dimensione urbana, architettonica e di

13 http://www.housingurope.eu/, Cecodhas, ush, dexia survey, 2007

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rigenerazione delle città, sia le politiche abitative sociali relative alla

domanda abitativa, che la dimensione finanziaria degli interventi. 14

Punti fondamentali nella progettazione dei nuovi insediamenti residen-

ziali sono la mixitè sia funzionale che sociale, oltre all’offerta di alloggi

flessibili e adatti ad un’ampia varietà di nuclei famigliari in modo da

evitare che interi complessi siano abitati da un solo tipo di famiglia.

Questo tipo di approccio porterà ad evitare pratiche di segregazione

sociale favorendo la convivenza tra realtà diverse e le relazioni tra abi-

tanti. Altro elemento di cui tenere conto oltre al numero di componenti

è la diversa natura dell’utente derivante sia dall’età, giovani o anziani,

sia dalle attività svolte, studenti, ricercatori, giovani coppie o giovani

da poco entrati nel mercato del lavoro. Oltre a questo, bisogna valu-

tare il fatto che l’abitante deve poter essere autonomo di modificare e

“abitare” gli spazi interni dell’alloggio personalizzandoli. Infine, biso-

gna puntare sulla rigenerazione dei quartieri esistenti al fine di perse-

guire la sicurezza urbana e l’integrazione sociale. Il tutto pensato in

modo sostenibile, dove sostenibilità va intesa in tutte le sue accezioni:

finanziaria, ambientale, sociale, energetica e di cantiere.

L’abitare sociale può diventare così un modo per mettere in pratica

sperimentazioni e modi di operare innovativi dal punto di vista costrut-

tivo e del risparmio energetico. In Germania, ad esempio, la costru-

zione di alloggi sociali è collegata all’obbligo di introduzione di misu-

re sostenibili negli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione

proposti, mentre l’Olanda, paese che è sempre stato all’avanguardia

nel campo dell’edilizia pubblica, ha intrapreso già da anni numerose

iniziative e sperimentazioni, in particolare la realizzazione di quartieri

ecologici attenti sia dal punto di vista energetico, con l’inserimento di

prodotti all’avanguardia e sostenibili, che dal lato della progettazione

dell’interno ciclo di vita dell’edificio, e quindi dal trasporto dei materiali,

al contenimento degli sprechi in cantiere, alla manutenzione e gestio-

ne dell’edificio costruito. 14 http://www.urbanpromo.it/, Urban Promo 2011, Manifesto dell’Housing So-ciale

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1.5.1 Evoluzione dei modelli sociali

Il primo ambito di lettura dell’evoluzione dei modelli sociali è la tra-

sformazione demografica nella quale rientrano numerosi fattori quali

l’invecchiamento della popolazione, lettura dei fenomeni migratori, la

composizione delle famiglie.

La popolazione italiana ha subito dei cambiamenti notevoli nella sua

composizione a seguito delle numerose vicende che hanno interessa-

to il nostro paese dal secondo Dopoguerra ad oggi, oltre al modificarsi

degli stili di vita e delle abitudini dei suoi componenti. La diminuzione

della natalità e della fecondità, e i nuovi modelli di costituzione e di

scioglimento delle coppie e delle famiglie sono solo alcune delle cau-

se di tali cambiamenti. Assieme a queste vanno sicuramente ricordate

l’invecchiamento della popolazione e la maggior durata della vita, oltre

ai problemi delle minoranze, etnie ai flussi migratori.

L’analisi della composizione della società italiana e in particolare di

quella bolognese, risulteranno rilevanti al fine di valutare la domanda

abitativa, utile per definire delle linee guida nella progettazione. Nel

caso della nuova costruzione, serviranno per la progettazione dei nuo-

vi alloggi, mentre per la riqualificazione ci aiuteranno a valutare se l’of-

ferta abitativa esistente è appropriata alle nuove esigenze o se occor-

rerà ridefinire il taglio degli alloggi o, addirittura, se risulterà necessario

progettarne di nuovi in aggiunta a quelli già esistenti.

Di seguito sono definite e analizzate le cause princi-

pali che hanno portato alla trasformazione demografi-

ca, oltre che alla composizione della popolazione odierna.

1.5.2 Invecchiamento della popolazione

l’Italia nel confronto con i paesi europei, risulta essere il paese con il

maggior numero di persone anziane (la speranza di vita è pari a 76,1

anni per gli uomini e 82,2 anni per le donne): tale primato è evidenzia-

to dai principali indicatori demografici di struttura della popolazione.

La diminuzione della fecondità, l’innalzamento della speranza di vita

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a tutte le classi di età e la riduzione del tasso di mortalità sono solo

alcune delle cause che portano la popolazione verso un progressivo

invecchiamento demografico. Questo aumento del livello di anzianità

ha portato all’incremento sia del numero delle persone anziane, sia

della loro proporzione nei confronti delle altre fasce di età.

Il forte incremento delle nascite verificatosi dopo la Seconda guerra

mondiale, identificabile col fenomeno del baby-boom degli anni ’60,

rappresenta anche per l’Italia il periodo di maggior fecondità del seco-

lo. Fino al 1971 i giovani con età inferiore ai 19 anni rappresentano più

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L’inversione di tendenza, osservabile negli anni successivi, e quindi il

ridursi delle nuove leve a favore delle sempre più ampie prospettive di

vita delle vecchie generazioni, ha portato all’invecchiamento della po-

polazione. Il maggior controllo sulle nascite indesiderate, la riduzione

del numero di morti precoci, hanno contribuito ad alimentare questo

fenomeno che ha avuto forti ripercussioni sia a livello macro che micro

(pensiamo, solo come riferimento, al sistema previdenziale, assisten-

ziale, sanitario, dei consumi) arrivando ad essere un argomento vivo

all’interno del dibattito politico quotidiano.

Per descrivere ed analizzare questo fenomeno è necessario innanzi-

tutto definirne i confini. I concetto di vecchiaia è però esteso e difficile

da circoscrivere, non essendo possibile definire in modo univoco l’an-

ziano sia in termini biologici, psicologici, demografici o previdenziali.

Una chiave di lettura unificata e riconosciuta è individuabile con la “so-

glia” di ingresso alla vecchiaia, tra i 60 e i 65 anni, definita convenzio-

nalmente e basata sull’età di uscita dal mondo del lavoro (pensiona-

mento). Questo resta comunque un riferimento relativo.

L’invecchiamento è, come si è già detto, il risultato della rarefazione

dei due eventi fondamentali della vita di una popolazione, la nascita

e la morte. E infatti nei Paesi occidentali, e in Europa in particolare, il

sensibile allungamento della durata media della vita e la diminuzione

della fecondità hanno modificato profondamente, nel corso degli ultimi

decenni, la struttura della popolazione.

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In Italia il livello della fecondità, all’inizio degli anni ‘50, era ancora su-

periore al valore che assicura la sostituzione dei due genitori (2,1 figli

in media per donna); al 1993 il nostro Paese è, tra quelli della Unione

europea, quello che detiene, peraltro già da qualche anno, il primato

della più bassa fecondità del mondo (1,22 figli per donna).

L’indice di mortalità si è ridotto molto soprattutto negli ultimi vent’anni,

grazie al miglior tenore di vita raggiunto dalla popolazione, arrivando

addirittura a dimezzarsi rispetto ai primi anni ’80. Questo ha provo-

cato e tutt’ora provoca l’allungamento della durata media della vita e

porta alla modifica significativa della società nel suo complesso: cam-

biamenti nello stato civile, nella struttura familiare, nella sistemazione

abitativa, nel grado di istruzione e nella attività lavorativa costituiscono

perciò componenti essenziali nell’analisi dell’invecchiamento.

Un’importanza crescente hanno assunto le famiglie composte da per-

sone anziane, ossia con il componente più giovane di almeno 65 anni.

In Italia, dal 1991, le famiglie formate da coppie di anziani, sposate o

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meridione e maggiori nel settentrione. Sempre nel nord Italia si riscon-

tra il maggior numero di anziani che vivono soli (quasi uno su tre) ed

è importante osservare come la condizione del vivere soli riguarda in

particolare le donne: nelle provincie del Nord infatti, risulta 5-7 volte

maggiore di quella maschile. Da un’indagine fatta sulla città di Bolo-

gna è emerso che il numero di anziani soli rispetto al numero totale di

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delle persone anziane vive con una persona che ha a sua volta più di

65 anni. Altra possibilità di vita per gli anziani sono le istituzioni, in Italia

sono molto pochi gli anziani che ricorrono a questo tipo di conviven-

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ciò, questa media risulta molto inferiore rispetto a quella europea, e

resta ancora da definire se ciò sia dovuto alla carenza di domanda o

15 http://www.iperbole.it/, Quadro demografico della città di Bologna, 2009

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di offerta, cioè comprendere se siano gli anziani che non vogliono far

ricorso alle istituzioni o se invece non ci siano strutture sufficienti, sia

dal punto di vista qualitativo che quantitativo, a soddisfare la domanda

degli anziani.

La maggior vulnerabilità degli anziani non è dovuta solo al complesso

delle condizioni fisiche, psicologiche, cognitive e di sistemazione abi-

tativa, ma anche al fatto che sono meno ricchi e meno istruiti del resto

della popolazione. E’ possibile osservare una forte differenziazione in

termini territoriali rispetto a questo dato: il livello più alto di istruzione

degli anziani risulta al nord, e rispetto al sesso, gli uomini più delle

donne. Questo divario diventa più grande se il metro di paragone è

il possesso di una laurea, minore se si valuta il raggiungimento della

licenza media.

Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, al 1 gennaio 2010, risulta che il

numero di anziani con età maggiore ai 75 anni si colloca con una per-

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minima l’età di 65 anni arrivando a 985.692 unità; dato che risulta mag-

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Bologna e più in particolare il rione Pilastro nel 2009 si nota come la

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to a quello delle altre parti del comune e alla media regionale ricordata

in precedenza.

Fig.18: Foto d’epoca Pilastro

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1.5.3 Fenomeni migratori

Negli ultimi quindici anni, in Italia, si è assistito ad un fenomeno già

riscontrato da tempo in altre parti d’Europa: l’immigrazione di persone

da paesi più poveri e culturalmente diversi dal nostro. Le zone da cui

proviene la maggior parte di questi flussi migratori sono individuabili

soprattutto con aree meno sviluppate, provenienti da guerre o da re-

gimi politici totalitari: africa centro-settentrionale, paesi appartenenti

all’ex Jugoslavia, Romania (la comunità straniera prevalente in Italia),

Albania e più in generali paesi dell’Est Europeo.

Il fenomeno dell’immigrazione ha sostituito quello di emigrazione, dal

Sud e dal Triveneto verso il Nord-Ovest del nostro Paese, di persone in

cerca di lavoro e fortuna, che ebbe la sua maggior espansione durante

l’arco degli anni ’50-’60, non a caso gli anni in cui fu costruito l’edificio

Virgolone.

Il numero di stranieri in Italia al 1 gennaio 2011 è di 4.570.317 con un

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denti nel corso 2010 è cresciuto soprattutto per effetto dell’immigra-

zione dall’estero (425 mila individui), mentre i nati da famiglie immi-

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nati da residenti italiani. Rispetto al 2009, l’aumento di nascite risulta

inferiore, dato che il numero di permessi di soggiorno rilasciati è au-

mentato. Questo dato non influisce comunque sul fatto che il numero

di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua

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dell’anno successivo. La distribuzione nel territorio italiano non risulta

omogenea, infatti la maggior parte degli immigrati risiede nel Centro-

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possibilità di lavoro.16

In particolare consultando i dati relativi al comune di Bologna risalenti

al 2010, il numero di immigrati residenti è di 48.466, che costituisce il

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spetto al 2009 di 4.802 unità.17 Il quartiere che conta il maggior numero 16 http://www.istat.it/, dati riferiti al 201117 http://www.provincia.bologna.it

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di stranieri è San donato, che comprende anche il rione Piastro e che si

colloca al suo interno come una delle aree a maggior concentrazione.

1.5.4 Famiglie e nuclei famigliari

Altro dato importante che aiuterà a definire meglio come risulta suddi-

visa la richiesta di alloggi è lo studio dei nuclei famigliari e del numero

di componenti che ne fanno parte. Il numero medio dei componenti

della famiglia, è sceso, nel corso di 50 anni, da 4,0 (Censimento 1951)

a 2,6 (Censimento 2001) con una tendenza al moltiplicarsi di famiglie

monocomponenti e coppie senza figli o con al massimo un figlio.

La nostra analisi della famiglia mette in luce i considerevoli mutamenti

nell’aggregarsi e nel coabitare delle persone nell’ultimo secolo in Italia.

Il modello di famiglia più diffuso e storicamente riconosciuto, definito

dal legame di sangue che si instaura tra un padre e una madre uniti in

matrimonio e dei figli diviene meno comune e ricorrente con l’avvento

degli anni sessanta. L’attenuazione di questa tendenza è dovuta sia

all’evoluzione dei modelli culturali e sociali sia ai fenomeni di migrazio-

ne interna (dalla campagna alla città e dal sud al nord) che caratteriz-

zano gli anni ’50 e ‘60. Le grandi famiglie rurali, dedite all’agricoltura e

all’allevamento, si spostano in città per dedicarsi ad attività più reddi-

tizie come il commercio e l’industria; una delle prime conseguenze di

questi fenomeni migratori è la riduzione, nelle generazioni successive,

del numero dei componenti del nucleo familiare. Questa tendenza vie-

ne poi rafforzata negli anni ’70 con l’introduzione del divorzio nella legi-

slazione italiana (Legge n.898 del 1° dicembre 1970) che da una parte

provoca la diminuzione del numero di matrimoni e di figli per coppia e

dall’altra aumenta le separazioni.

L’ingresso nella seconda metà del secolo, la cultura degli anni ’70 ed

’80, l’avvento della globalizzazione, ma più in generale, l’evoluzione

della società, hanno portato alla costituzione di nuovi modelli familiari

dove il vincolo non è più solo quello matrimoniale. Si inizia quindi a par-

lare di convivenza, di libere unioni, di famiglie ricostituite (in cui alme-

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no un componente proviene da un matrimonio precedente), di legami

che non riguardano più solo il vincolo di parentela ma che si basano

ad esempio sull’affinità, sull’adozione, sulla tutela o più semplicemen-

te e frequentemente su vincoli affettivi. La diminuzione del numero di

componenti del nucleo familiare diventa quindi esponenziale dagli inizi

degli anni settanta ad oggi.

A questo mutamento dei nuclei familiari si adegua anche la legislazio-

ne italiana che con il d.p.r. n.229 del 1898 definisce la famiglia come un

insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità,

adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abi-

tuale nello stesso comune, ed evidenzia che una famiglia può essere

costituita anche da una sola persona.

Proprio su questo concetto si basano le analisi statistiche dell’Istat che

ci permettono di comprendere e quantificare numericamente questo

fenomeno evolutivo. Il primo dato significativo è il numero medio di

componenti per famiglia che rimane pressoché invariato per la prima

metà del secolo ( 4,5 persone per nucleo nel 1901 e 4,0 nel 1951)

mentre decresce vorticosamente nella seconda metà arrivando nel

2001 a 2,6 componenti per famiglia.

Le serie storiche dell’archivio della statistica italiana riguardo alle “Fa-

miglie residenti per ampiezza e numero medio di componenti per fami-

glia ai censimenti 1901-2001” ci permettono di osservare nel dettaglio

il fenomeno di sgretolamento dei grandi nuclei familiari. Nell’analisi

di questi dati l’attenzione si è concentrata, in termini temporali, sugli

estremi, ovvero sul 1901 e sul 2001, e sul 1961, anno più prossimo

alla progettazione del complesso residenziale in analisi. Si è potuto

osservare come nella prima metà del secolo la diminuzione dei com-

ponenti del nucleo familiare sia significativa e leggibile nel decremento

dei nuclei grandi a favore dei nuclei medi: le famiglie restano quindi

“numerose” anche se si riduce il numero di quelle da cinque o più com-

ponenti a favore di quelle da tre o quattro. I nuclei piccoli, ossia quelli

formati da uno o due componenti non subiscono variazioni significa-

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diventa decisivo nella seconda metà del secolo, dove rispetto al 1901,

vediamo raddoppiare il numero dei nuclei familiari piccoli e scomparire

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quasi totale invarianza, nel corso del novecento, del numero dei nuclei

medi (composti da tre o quattro componenti).

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Analizzando più nel dettaglio i nuclei familiari (piccoli, medi e grandi),

e quindi le famiglie per numero di componenti, nella seconda metà del

secolo, è possibile osservare il raddoppiamento del numero dei nuclei

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ti. In parallelo osserviamo una quasi totale scomparsa dei grandi nuclei

da cinque e sei o più componenti dato concordante con la riduzione

della natalità.

Dopo questa analisi sulla riduzione del numero di componenti all’in-

terno dei nuclei famigliari, sembra difficile capire come il numero di

famiglie sia potuto crescere: negli ultimi anni infatti il numero di famiglie

cresce di oltre 400.000 unità. La risposta invece viene data se consi-

deriamo i nuovi tipi di nuclei famigliari già ricordati prima, come coppie

senza figli, persone single o divorziate che poi si uniscono ad altri per

formarne di nuove, genitori single con figlio a carico.

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1.6 Domanda abitativa

Dai dati analizzati precedentemente si è potuto delineare un primo

quadro attraverso cui definire la domanda abitativa odierna. L’invec-

chiamento della popolazione, l’arrivo di immigrati e la diversa compo-

sizione dei nuclei famigliari, porta a dover ripensare il patrimonio resi-

denziale esistente e a definire nuovi modelli abitativi per soddisfare le

esigenze della società di oggi.

A questi cambiamenti della composizione della società vanno ad ag-

giungersi i problemi legati alla creazione di nuovi fasce sociali legati al

reddito. Negli ultimi anni si è visto il formarsi di una categoria interme-

dia che oggi indichiamo con “nuovi poveri” una classe eterogenea che

comprende tutti quegli individui che fino a qualche tempo fa riuscivano

a vivere in maniera dignitosa e che oggi, a causa della crisi e dei prezzi

troppo elevati in rapporto agli stipendi percepiti, faticano ad arrivare

a fine mese. Persone che non hanno la possibilità di comprare un’a-

bitazione ma neanche la facoltà di accedere all’edilizia popolare per

via del reddito non rientrante nei canoni prestabiliti. Tra le persone che

rientrano in questa nuova classe si trovano in particolare nuclei fami-

gliari ridotti o persone sole (studenti, single, anziani, lavoratori tempo-

ranei, giovani coppie, famiglie formate da un solo genitore con un figlio

a carico) che più difficilmente riescono a risparmiare, data la grandi

incidenza di affitti e mutui sul reddito mensile.

L’aumento delle condizioni di povertà può essere dedotto anche dai

dati riguardanti la richiesta di sfratti per morosità, infatti dopo una lie-

ve diminuzione avuta nel 2006, nel 2008 le richieste hanno superato

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nio in affitto è pubblico. Il dato è ancora più rilevante considerando che

la maggior parte delle famiglie in affitto risultano le meno abbienti. Le

condizioni di povertà sono più accentuate al Sud rispetto al Centro e al

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Non si presentano confortanti neanche i numeri riguardanti il mercato

immobiliare. Infatti “Se si considerano i numeri riguardanti le famiglie

italiane e gli alloggi disponibili, senza considerare le seconde case, si

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soddisfare la domanda primaria. Si ha quindi uno squilibrio di un milio-

ne e mezzo di abitazioni…”.18 Questo ha portato ad ampliamento del

divario tra classi disagiate e benestanti e all’inutilizzazione di buona

parte del patrimonio esistente, oltre all’aumento dei prezzi dovuti a tale

squilibrio.

Per quanto riguarda l’offerta abitativa pubblica, i dati non sono miglio-

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duzione edilizia di nuovi alloggi di residenza sovvenzionata è calata

vertiginosamente da allora, da 34.000 abitazioni all’anno a 1.900 unità

nel 2004. Stesso andamento si è avuto per le residenze agevolate o

convenzionate che sono diminuite da 56.000 a 11.000 nel ventennio

considerato.

18 AA.VV., Cuore motra SAIE 2009, low cost, low energy, quality architectur., Una nuova stagione per l’housing, BE-MA Editrice, Milano, 2009

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1.7 Esempi di quartieri di edilizia popolare oggi: i casi europei

1.7.1 GWL terrein, Amsterdam, Olanda, 1994-2004

Si tratta di un quartiere residenziale ad alta densità di 625 abitazio-

ni che ospitano 1800 residenti circa situato a 3 chilometri dal centro

storico della città. E’ stata una delle prime sperimentazioni sugli eco

quartieri e l’abitare sostenibile, reso possibile da un’amministrazione

illuminata. Vennero utilizzati i principi della progettazione partecipata e

definiti delle linee guida per la progettazione. Il progetto scelto, fu quel-

lo del gruppo KCap in collaborazione con Kees Christiaansen e West8.

Il progetto ha portato alla riqualificazione di un’area dismessa prima

sede della Compagnia Municipale dell’Acqua di Amsterdam.

Gli edifici preesistenti sono stati recuperati e accolgono attività com-

merciali di vicinato, centri per attività sociali, culturali, e servizi alla per-

sona. Le nuove costruzioni sono riservate alla residenza per la metà

sociale, con vari tagli di alloggio per favorire il mix sociale, con parti-

colare attenzione agli alloggi per anziani e disabili. Il programma ha

stabilito la divisione degli alloggi esistenti in 150 alloggi a libero mer-

cato, 350 di social housing, 300 in affitto a canone agevolato e 150 in

vendita a prezzi calmierati19. Quasi tutti gli appartamenti dispongono

di cortili esterni privati, alcuni infatti sono ricavati sui tetti verdi degli

edifici più alti. Sui fronti a nord e a ovest, lungo il margine del quartiere

è stato costruito un edificio in linea con distribuzione a ballatoio che va

da un’altezza da 5 a 9 piani che va a definire il limite dell’area e pro-

tegge l’insediamento dai venti provenienti da ovest20. Gli altri blocchi di

alloggi più bassi sono disposti all’interno dell’area rispettando l’asse

elio termico nord-sud e vanno a completare il tessuto costruito costitu-

ito dagli edifici riqualificati.

Per quanto riguarda gli spazi pubblici, tutta l’area all’interno dell’isolato

è car-free e la circolazione carrabile è circoscritta alle strade che de-è circoscritta alle strade che de- circoscritta alle strade che de-

19 http://www.laterizio.it20 http://www.architetturaecosostenibile.it

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scrivono il perimetro esterno. Questo approccio, che ha reso appetibile

il quartiere anche a famiglie agiate, è stato consentito da una mas-

siccia presenza di trasporti pubblici, dalla breve distanza che separa

il quartiere dalla stazione centrale e da un servizio di car sharing di

quartiere21. Si è deciso di concentrare una piazza pubblica nella zona

a nord dove si trovano i principali servizi, mentre nel resto del quartiere

i percorsi pedonali consentono il collegamento delle varie aree verdi.

Nella progettazione si è tenuto conto dei principi stabiliti dal Green

Building Council:

Siti sostenibili( gestione dei rifiuti e raccolta differenziata)

Gestione efficiente dell’acqua piovana( raccolta dell’acqua piovana e

impiego del sistema gustavberg nelle toilette per il risparmio)

Energia e atmosfera ( energia solare, cogenerazione, car-free, colle-

gamenti verde)

Materiali e risorse ( materiali di riciclo)

Qualità degli ambienti interni ( luce naturale, flessibilità)

Progettazione e innovazione

Altre scelte sostenibili, oltre alla riduzione della circolazione carrabile,

riguardano la scelta dell’orientamento solare degli edifici, nella raccol-

ta e riciclaggio dell’acqua piovana, nell’impianto combinato per calore

ed elettricità e nel sistema sotterraneo per la raccolta differenziata dei

rifiuti22. Nel quartiere si svolgono attività sociali per favorire l’integra-

zione e i rapporti tra gli abitanti e promosse da un’associazione di quar-

tiere come l’assegnazione di piccoli appezzamenti di terra ai cittadini.

21 M. Robert, No auto per la fine della civiltà dell’automobile, Asterios, Trieste 200922 http://www.gwlterrein.nl

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Fig.19: GWL Terrein, vista del quartiere

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1.7.2 Greenwich Millenium Village (GMV), Londra 1999

Il Greenwich Millennium Village (GMV) è un quartiere in via di costruzio-

ne progettato dell’architetto svedese Ralph Erskine nella parte orienta-

le della penisola di Greenwich, ad est del centro di Londra. L’intervento

rientra nel processo di riqualificazione e bonifica di questa penisola,

un tempo occupata da un’importante zona industriale che produceva

gas per la città ora dismessa. L’ente promotore è Homes and Commu-

nities Agency, che ha provveduto all’acquisito delle aree e si è occu-

pata poi, a proprie spese, della rigenerazione dei suoli, dello sviluppo

delle infrastrutture generali a servizio della zona e della gestione dei

rapporti con gli operatori immobiliari23. A quartiere completato saranno

presenti 3.000 unità abitative che potranno ospitare 6/7.000 abitanti.

Nel 1996 fu indetto un concorso di pianificazione urbana di questa

zona della città vinto poi dallo studio Richard Rogers Partnership che

propose un masterplan basato sui concetti di sostenibilità ambientale

e di spazio appartenente alla città. La pianificazione prevedeva l’inse-

diamento di un distretto commerciale ed amministrativo comprendente

un parco e delle aree residenziali caratterizzate da mix funzionale e

affacciate sul fiume tra le quali quella che ospiterà poi il Greenwich

Millennium Village, mentre le numerose infrastrutture collegano l’area

alla città. Le disposizioni dettate dal piano, che ritroviamo anche all’in-

terno del progetto di Erskine, riguardano sia l’aspetto costruttivo che

di rigenerazione sociale: per quanto riguarda il primo punto la costru-

zione deve seguire criteri ecologici; gli edifici devono essere realizzati

con materiali a basso impatto ambientale e ottimizzando la gestione

ambientale del cantiere; raccolta delle acque piovane, che consentirà

���������������� �����������+"$��������������������� � �����������������_�

Il secondo punto è affrontato sostenendo il mix funzionale; una densità

piuttosto elevata ed eterogenea dal punto di vista sociale, favorendo

la residenza pubblica e la varietà dei tipi edilizi. Le linee di intervento

23 http://www.greenwich-village.co.uk

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Fig.20:Greenwich Millenium Village, fronte sul Tamigi

Fig.21: Greenwich Millenium Village, percorsi pedonali

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verranno poi chiarite e definite da un Codice di Progettazione utile alla

progettazione concertata delle varie aree. Gli edifici di altezze diffe-

renziate sono a tipologia a corte e i loro orientamenti contribuiscono

a massimizzare i guadagni termici nel periodo invernale. Conclusa la

prima fase di progettazione, e con l’aggiornamento del Codice di Pro-

gettazione si è passati alla seconda fase, che vede l’arrivo di nuovi

progettisti: Proctor e Matthews. Si è posto particolare attenzione agli

spazi pubblici, ai percorsi pedonali, aumentandone l’estensione, la

complessità e all’utilizzo dell’automobile che viene ulteriormente limi-

tato. La diversità delle due fasi si percepisce anche negli edifici pro-

gettati, dove primi sono realizzati in struttura massiva e alta, mentre i

secondi sono costruiti con tecnologie assemblate a secco. Sono pre-

viste altre 2 fasi di svolgimento dei lavori che prevederanno una minor

quantità di alloggi sociali.24

24 - http://www.greenwich-village.co.uk - http://www.greenwichpeninsula.co.uk - http://www.erskine.se; - http://www.tovatt.com; - http://www.proctorandmatthews.com - http://www. englishpartnerships.co.uk/gmv.html - C. Bisceglia - Greenwich Millennium Village, Londra, in L’industria delle costruzioni n. 382, pp.30-41, 2005

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L’edificio Virgolone a Bologna, come molti altri dei complessi che for-

mano le periferie italiane, costruiti dal secondo Dopoguerra, soffrono

di alcune problematiche comuni non previste al momento della loro

progettazione: sono parti del territorio poco integrate alla città, costitu-

ite da edifici isolati, degradati dal punto di vista tecnologico e non con-

formi ai nuovi standard necessari per un livello sufficiente di confort,

inoltre gli alloggi non soddisfano la domanda abitativa odierna, portan-

do al non utilizzo di molti di questi. Gli spazi urbani, seppur pensati non

�������������������������������������� ���������� ������_�<��������������<�������������a limitata inte-

grazione di collegamenti atti ad ospitare mezzi di movimento alternativi

all’automobile favorisce la scarsa utilizzazione degli spazi aperti, a vol-

te troppo distanti e dilatati, non a misura di uomo. Fino a pochi anni fa

la demolizione di questi edifici sarebbe stata incentivata a favore della

costruzione ex novo di edifici, più facili da gestire per quanto riguarda

il soddisfacimento degli standard e per la funzionalità, ma l’utilizzo del-

le risorse naturali per la produzione di una notevole quantità di beni e

2. Demolizione o riqualificazione?

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prodotti, spesso con durata di vita limitata nel tempo ha comportato un

prelievo di risorse superiore alla capacità di rinnovamento ed una pro-

duzione di rifiuti maggiore della capacità di assorbimento degli stessi

da parte dell’ambiente. Sicuramente la demolizione è ancora una delle

possibilità perseguibili, ma se il problema viene valutato nella sua in-

terezza, ossia tenendo presente le conseguenze economiche, sociali

e temporali oltre a quelle ambientali, la riqualificazione si pone come

scelta preferenziale.

Fig.22: Demolizione di un edificio

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2.1 I costi e l’impatto ambientaleUna delle prime cause riconosciute riguarda l’impatto ambientale del

settore edilizio: si consideri infatti che il 42,6% dei rifiuti totali deriva

proprio da questo comparto e che i consumi energetici necessari al

mantenimento in esercizio degli edifici residenziali e terziari è stimato

intorno al 40%, come indicato nel saggio “Note per il retrofit energe-

tico: possibili azioni sul patrimonio edilizio” di Mariangela Bellomo e

Mario Losasso. I processi edilizi, infatti vanno ad alimentare l’emer-

genza ambientale e ciò è dovuto anche al fatto che gran parte dei re-

sidui provenienti dalla demolizione non sono rinnovabili, riutilizzabili o

facilmente smaltibili e a questo si aggiunge la limitata disponibilità di

risorse energetiche di cui si dispone in natura. I prodotti di scarto de-

vono essere trasportati in discariche specializzate (di confinamento)

per essere smaltiti e ciò comporta un costo ulteriore rispetto a quelli

di demolizione. I problemi non si limitano solo a questi costi e a quelli

di smaltimento, ma anche all’energia utilizzata per compiere tali azioni

Fig.23: F. Druot, A. Lacaton & J.P. Vassal, “Les grands ensembles de logements, territoire d’exception”

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e per il trasporto dei rifiuti, oltre che alle emissioni di gas inquinanti e

all’inquinamento di acque e terreni.

Per quanto riguarda la demolizione con ricostruzione, i costi stimati ri-

sultano chiaramente maggiori di quelli di riqualificazione di uno stesso

edificio come viene descritto da uno studio francese sulla questione

dei Grands Ensembles francesi 1. Da questo studio è infatti emerso

che sono necessari 15.000 euro per la sola demolizione di un’abita-

zione standard, a cui vanno aggiunti 152.000 euro per la nuova costru-

zione, mentre un’operazione di riqualificazione può portare a ridurre si

può arrivare addirittura a ridurre questi ultimi da 8 fino a 10 volte i costi

di demolizione e nuova costruzione.

In seguito alla lettura di questi dati si è deciso di condurre una stima

preliminare per quanto riguarda l’edificio in esame per capire nel no-

stro caso specifico quale fosse il vantaggio dal punto di vista economi-

co e poter intraprendere successivi ragionamenti a riguardo.

Si è ricorsi ai valori di prezzo medi e, considerando la superficie to-

tale dell’edificio e ipotizzando di ricostruirne altrettanto con la nuova

costruzione, siamo giunti a sintetizzare i dati in modo da poter con-

frontare i due valori finali. Sono stati inseriti anche i costi dei consumi

energetici ipotizzando le classi energetiche a cui si potrebbe giungere

con i due tipi di intervento. Per quanto riguarda la nuova costruzione

si deve giungere almeno al soddisfacimento della classe energetica

B, ossia minore di 50 kWh/m2*anno. Mentre per quanto concerne la ri-

qualificazione, definiamo un livello di fabbisogno energetico maggiore,

ossia la classe C (<70 kWh/m2*anno), e quindi una spesa annua da

sostenere più rilevante: una previsione pessimistica che, se soddisfat-

ta, possa avvalorare maggiormente la nostra ipotesi. Dalla stima infatti,

risulta che i costi di demolizione e ricostruzione risultano più di 3 volte

maggiori rispetto alla riqualificazione dell’edificio, come è visibile dal

grafico qui riportato.

1 F. Druot, A. Lacaton & J.P. Vassal, Les grands ensembles de logements, territoire d’exception, Etude réalisée pour le Ministère de la Culture et de la Com-munication, Direction de l’Architecture et du Patrimoine - Août 2004

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Un altro punto a favore della riqualificazione trova luogo nella carenza

di alloggi sociali e pubblici, dato che l’attuale patrimonio di edilizia so-

ciale non riesce a soddisfare la richiesta abitativa. Con la demolizione

infatti, l’incremento di questo numero di alloggi non risulterebbe suffi-

ciente a tale soddisfacimento. A questo punto si aggiunge la questione

dell’utilizzo incontrollato del suolo che ha caratterizzato la costruzione

di edifici nel secolo scorso e che ha portato allo propagazione a mac-

chia d’olio di gran parte delle nostre periferie. Un modo per evitare

un ulteriore spreco di terreni e contribuire alla razionalizzazione delle

risorse è dato dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Ciò può consentire anche la maggior connessione tra la città storica

consolidata e le periferie attraverso una ricucitura dei tessuti esistenti

e con il recupero di zone inutilizzate che ricadono all’interno del territo-

rio urbanizzato per ampliamenti al costruito.

Quando si parla di edifici di dimensioni così importanti non si può non

pensare alla conseguenze che l’eventuale demolizione può causare ai

suoi abitanti. Essendo i tempi di costruzione di un nuovo edificio pro-

lungati, si deve pensare a come poter trasferire e ricollocare i residenti

e ciò provoca il dissipamento di risorse, che si vanno ad aggiungere ai

costi di demolizione degli edifici e di smaltimento dei rifiuti di cantiere

precedentemente ricordati. Il problema del trasferimento si ricollegata

a quello dell’attuale mancanza di alloggi pubblici, che porta al conse-

guente non soddisfacimento della domanda abitativa. Il fatto di voler

demolire interi complessi residenziali per poi ricostruirli, costituisce un

enorme spreco di risorse che potrebbero essere impiegate per la ri-

qualificazione degli stessi oltre che alla costruzione di nuovi edifici e

servizi a completamento di queste zone.

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2.2 L’identitàQuesti edifici costituiscono inoltre un documento del passato, e por-

tano con loro il segno del tempo, della società che li ha costruiti e dei

fatti accaduti, che non possono essere dimenticati e cancellati dalla

memoria dei suoi abitanti. Anche se molti di questi vengono visti come

un errore o un fallimento del modo di pensare l’architettura di quegli

anni, questi edifici hanno portato al formarsi di un’identità del luogo

e dei suoi abitanti che molto spesso si riconoscono in questi e che

vi hanno sviluppato un forte senso di appartenenza. La demolizione

porterebbe a cancellare questi segni senza lasciare la minima traccia,

ricreando così la “tabula rasa” esistente prima della loro costruzione.

In questo modo si rischia di sostituirli con altre astrazioni, privandoli

degli indispensabili processi di stratificazione che possono contribu-

ire a renderli parte della città. Intervistando alcuni degli abitanti del

Pilastro, e in particolare del Virgolone, ci si accorge infatti del senso di

appartenenza che hanno instaurato col quartiere e l’edificio nel quale

vivono: alcuni di questi sono stati tra i primi insediati e hanno riscattato

la loro abitazione. Sebbene denuncino innumerevoli problematiche so-

ciali, architettoniche e di confort, elencano i lati positivi e si identificano

in questi. Sono contenti delle zone verdi e diversificate che costellano

il quartiere e mostrano con orgoglio le piccole modifiche che hanno

apportato ai dintorni dell’edificio per definire zone di incontro all’aper-

to tra gli abitanti (un esempio dato dall’inserimento di piccole aree di

ristoro composte da sedute e pavimentazioni reversibili dove quotidia-

namente si incontrano).

Queste considerazioni portano a pensare che la strada della demoli-

zione pur essendo la più semplice non è sempre la preferibile. Le pe-

riferie non possono più essere viste come luoghi marginali della città

storica e da eliminare, ma vanno considerate come zone urbane da

integrare nel tessuto edilizio e sociale della città.

Riabilitare queste aree può diventare allora una sfida costruttiva: avvia-

re processi di trasformazione, ripensando gli edifici esistenti, raggiun-

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gendo elevate prestazioni energetiche, mutando la mobilità interna

favorendo percorrenze ciclopedonali, ma soprattutto riorganizzando i

luoghi pubblici in spazi socialmente integrati attraverso opere di risa-

namento e recupero delle aree degradate, e con l’inserimento di fun-

zioni e attività per servizi collettivi e attrezzature, volti a favorire i pro-

cessi d’inclusione e sviluppo sociale. Si devono progettare interventi

di riqualificazione tesi a fornire nuove qualità e prestazioni originaria-

mente non previste. E’ neccessaria una mixitè funzionale e sociale per

combattere l’eccessiva zonizzazione di queste aree, diventate col tem-

po quartieri dormitorio, unita alla necessità di recuperare senza con-

traddire la consistenza e l’identità culturale di questi edifici. Entro tale

quadro si collocano le azioni di retrofit energetico, che rappresenta

una risposta ad istanze di aggiornamento funzionale e prestaziona-

le delle preesistenze ed ha come finalità il miglioramento dell’attuale

condizione del rendimento energetico degli edifici. Il retrofit può essere

definito come un processo di retroazione, adattamento, adeguamento,

attuato con l’applicazione di tecnologie, sistemi ed elementi tecnici in-

novativi. Nei casi in cui è possibile, l’intero edificio può essere soggetto

a interventi di riqualificazione più pesanti, con parziali demolizioni o

integrazioni volumetriche. L’inserimento di volumi all’esterno dell’invo-

lucro consente di dotare le unità immobiliari di spazi aperti o protetti, di

modificare l’immagine architettonica, di integrare nell’involucro dell’e-

dificio dispositivi atti a captare l’energia solare. La riorganizzazione de-

gli spazi interni permette inoltre di migliorare l’orientamento in funzione

della destinazione d’uso, contribuendo ad ottimizzare gli apporti di aria

e luce naturale.

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2.3 Esempi di riqualificazione italiani e europei

2.3.1 Tour Bois le Prêtre, Parigi, Francia, 2011

“…se oggi gli insediamenti ad alta densità… presentano condizioni

abitative il più delle volte insoddisfacenti e inadeguate, restiamo co-

munque convinti del loro potenziale qualitativo. Il più delle volte il po-

tenziale geografico, strutturale e spaziale di questi grandi edifici rap-

presenta un valido punto di partenza per migliorare radicalmente le

normali condizioni abitative. Offrire appartamenti con il doppio della

superficie e un’ottima esposizione alla luce naturale, con tipologie di-

versificate e non standardizzate, con impianti e servizi ad alto livello, e

considerare la qualità degli interni e degli spazi comuni come prioritari

al conseguimento di una qualità urbana, sono i nuovi obiettivi.” Con

queste parole, il gruppo di ricerca composto da F. Druot, A. Lacaton,

J.P. Vassal illustra lo studio fatto a proposito della questione della de-

molizione dei Grands Ensembles costruiti tra gli anni ’60 e ’70 in Fran-

cia2.

Costruito tra il 1959 e il 1961 dall’architetto Raimondo Lopez per la

città di Parigi, la torre di Bois-le-Priest, composta da 16 piani di altezza

e 96 appartamenti, {������������������������ ����������=�������ova

urbanizzazione a nord della città.

La torre è stata oggetto di rinnovamento nel 1990 da parte della Tecte-

am, una società di ingegneria, che ha provveduto all›isolamento e alla

riparazione dell’involucro e agli impianti di riscaldamento.

Nel 2002, la torre è rientrata all’interno del programma di rinnovamen-

to della città, con una proposta di riqualificazione. Venne indetto così

un concorso nel 2005 al quale parteciparono grandi nomi di architetti

tra i quali Roland Castro, Dominique Perrault. I vincitori furono Frede-

rick Druot, Anne Lacaton���Jean-Philippe�Vassal.

La proposta di Druot, Lacaton & Vassal prevede la riqualificazione 2 F. Druot, A. Lacaton & J.P. Vassal, Les grands ensembles de logements, territoire d’exception, Etude réalisée pour le Ministère de la Culture et de la Com-munication, Direction de l’Architecture et du Patrimoine – Août, 2004

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dell’edificio riprogettando la disposizione e il taglio degli appartamenti,

aggiungendo nuovi spazi di pertinenza, come logge e giardini d’inver-

no. Il progetto prevede l’inserimento a piano terra di nuovi spazi abita-

tivi che portano a collegare le torri prima isolate. Le facciate esistenti

con aperture ridotte e i balconi sono eliminati e completamente ripro-

gettati a favore di un sistema di facciata esterno costituito da una strut-

tura autoportante che integra spazi aperti/coperti agli alloggi ad ogni

piano con grandi aperture trasparenti e aiuta a ridurre i consumi ener-

getici dell’edificio. Attraverso queste aggiunte gli 8 900 m2 di superficie

esistenti, sono stati ampliati arrivando alla realizzazione di oltre 3 560

m2 in più di estensione. I consumi di energia sono così ridotti del 50%

rispetto all’edificio esistente e la flessibilità degli alloggi lascia largo

margine di personalizzazione agli utenti.

Il piano terra completamente rinnova-

to è stato progettato in continuità con l’esterno.

Per migliorare la circolazione nell’edificio sono stati ripensati gli acces-

si agli appartamenti e la distribuzione. Per la costruzione vengono uti-

lizzati elementi prefabbricati in acciaio, che collaborano con la struttura

esistente, al fine favorire la velocità dei lavori di riqualificazione.3

3 http://www.lacatonvassal.com; http://www.druot.net

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Fig.24: Viste dell’edificio prima e dopo la riqualificazione

Fig.25: Sezioni dell’edificio prima e dopo la riqualificazione

Fig.26: Organizzazione degli spazi interni esterni degli alloggi

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����������� ���������������������������

Per più di 50 anni Park Hill è stato uno dei più famosi punti di riferimen-

to di Sheffield, per la sua figura imponente e grigia posta su una collina

dominante il centro della città. E ‘stato progettato alla fine del 1950 da

Ivor Smith e Jack Lynn al posto di una baraccopoli bombardata durante

la guerra ed era ispirato all’Unitè d’Habitation di Le Corbusier. Il com-

plesso {������������������������������ ����������� ������ ������������

������� ��� ���� �������� Erano inclusi anche una scuola elementare

e una zona commerciale. L’altezza degli edifici varia da 4 a 14 piani e

sfruttano le diverse quote in modo da mantenere il livello del tetto con-

tinuo. I blocchi sono collegati da una lunga passerella che corre inter-

na all’edificio pensata per far transitare i carretti del latte e per evitare

alle persone di bagnarsi nel tragitto da un capo all’altro dell’edificio. La

strada si è poi rivelata col tempo poco sicura per gli abitanti. Gli edifici

sono costituiti da una struttura in cemento armato mentre i tampona-

menti in mattoni dovevano variare di tonalità dal rosso, al rosa all’a-

rancio, purtroppo il tempo e l’inquinamento hanno reso il complesso

totalmente grigio, come se fosse stato costruito interamente in cemen-

to armato. Dopo i primi tempi di riscontri positivi il quartiere diventò un

luogo insicuro tanto da diventare l’ultimo posto dove si sarebbe voluto

finire a vivere come un inquilino sociale.

Nel 1998 si è iniziato a ripensare questo complesso: si è deciso di non

demolirlo perché rientrato ormai nella memoria cittadina e di proget-

tarne la riqualificazione. Il progetto è stato affidato a Hawkins / Brown

e Egret West che hanno ripensato l’immagine dell’edificio ripartendo

dalla struttura in cemento armato. Sono stati ricavati 874 alloggi in du-

plex ciascuno con doppio affaccio. Oltre alla riqualificazione degli al-

loggi si è pensato anche a quella dei percorsi e delle parti commerciali

provvedendo all’inserimento di nuovi servizi come caffetterie e negozi.

La “via del cielo” è stata chiusa e gli accessi sono presidiati in modo

da ridurre la percezione di insicurezza. Gli alloggi saranno ridistribuiti

destinandone una parte anche a privati per aumentare il mix sociale

prima inesistente. Solo una parte degli appartamenti sono stati com-

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Fig.27: Park Hill, stato di fatto

Fig.28: Prospetto, prima e dopo l’intervento

Fig.29: Interno di un alloggio tipo

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pletati, ma si sono già avute numerose richieste di vendita da parte dei

cittadini.

L’esterno si presenta completamente trasformato: la struttura fatiscen-

te in cemento è stata pulita e riparata, sono state progettate bucature

più ampie e i rivestimenti in mattone sporco sono stati sostituiti da pan-

nelli in metallo anodizzato colorato con le stesse tonalità di colori caldi

presenti nelle facciate del primo progetto (rosso, arancione e giallo).

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81

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2009

Fig.30: Vista del nuovo complesso

Fig.31: Nuova costruzione: pianta tipo

Fig.29: Planimetria dell’area di progetto

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!��������������=������ ��������� �������������������������������� ��������������������������� �����di una serie di edifici re-

sidenziali situati in Richard-Strauss-Straße a Monaco è�������������

al fine di fornire protezione acustica per gli edifici� ������������� sorti a

fianco di «Mittlerer Ring», uno dei principali viali di circonvallazione

della città. Fu indetto un concorso nel 2005 vinto poi dal progetto pre-

sentato dello studio Lèon Wohlhage Wernik architekten.

Gli edifici sono disposti in maniera tangenziale alla circonvallazione

e vanno a formare una serie di corti e giardini con gli edifici in linea

esistenti. La connessione tra nuovo ed esistente è data da una serie

di pannelli semitrasparenti terra-cielo che lasciano passare la luce ma

non i rumori. Gli spazi di servizio sono posizionati a formare uno spazio

cuscinetto lungo la tangenziale mentre su fronte adiacente alle corti si

trovano gli appartamenti. La facciata del nuovo edificato è costituita

da parallelepipedi di tonalità di verde differenti come la barriera anti-

rumore che collega a piano terra i vari edifici per 250 metri.

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PARTE 2Stato di fatto

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L’area di progetto fa parte del comune di Bologna e si colloca nella

zona urbanizzata della città, in particolare rientra all’interno del quar-

tiere S. Donato nel rione Pilastro.

Altitudine: 54 s.l.m.

j����������**�&>�+^��]�%%�&"�+*���

La città di Bologna, si caratterizza per la presenza di un clima conti-

nentale che non risente dell’influenza del mare con inverni rigidi con

formazione di nebbie ed estati calde e afose a causa dell’umidità favo-

rita dalla mancanza di forti venti. Secondo la classificazione climatica

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Gradi Giorno: 2259

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3. Area di intervento

3.1 Localizzazione e caratteristiche dell’insediamento

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Il rione Pilastro si trova a nord-est rispetto al centro storico bolognese,

e sorge al di là del sistema infrastrutturale tangenziale-autostrada. La

zona interessata ha come limiti lo scalo merci S. Donato a sud e a est,

la strada comunale S. Donato a ovest che permette il collegamento

con il centro storico, oltre alla quale troviamo delle aree coltivate, men-

tre il centro agro alimentare bolognese (CAAB), la facoltà di agraria e

un parco commerciale disegnano il confine a nord.

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>"

3.2 Viabilità e connessioni

Il Pilastro, per la sua collocazione geografica “dall’altra parte” della

tangenziale, è sempre stato percepito come un’area marginale rispetto

al quartiere S. Donato, pur essendo ben connessa sia al centro storico

sia alle altre zone dell’area periferica della città. A livello urbano l’area

è collegata alla città tramite la strada provinciale S. Donato, una strada

ad alto scorrimento, unico collegamento con il centro storico, mentre

un sottopassaggio a sud permette la comunicazione con il quartiere S.

Vitale. La connessione con le altre zone della città invece {�consentita

attraverso l’uscita della tangenziale posta in prossimità dell’area.

La viabilità interna del quartiere {� ���������������� � strada princi-

���������<_������������� ��������������=����������������~������� ���

sono insediati sia i principali servizi sia un parco lineare che conduce

alla piazza centrale vicina al primo nucleo costruito del Pilastro, detto

anche Pilastro Vecchio. Via Pirandello descrive la spina del quartiere,

da cui si dirama poi la viabilità secondaria. Tutto il comparto è servito

da autobus che collegano area sia con il centro cittadino che con l’a-

rea commerciale e universitaria posta a nord del Pilastro. La viabilità

ciclabile è presente solo nella parte sud del quartiere e nelle aree verdi

di collegamento, mentre un passaggio a nord consente l’accesso all’a-

rea commerciale. L’edificio in esame è fiancheggiato per tutta la sua

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S. Donato, e quindi all’esterno del rione, sia a via Pirandello tramite

viabilità secondaria.

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3.3 Sistema del verde

Uno degli elementi più importanti dell’area è rappresentato dal sistema

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?"$����=����������{� ��������������������� �� ������� ����������-

ni e verde stradale. Una buona parte di questa percentuale è formata

da i due grandi parchi esistenti nell’area: il parco Pier Paolo Pasolini,

uno dei polmoni verdi della città, situato in prossimità dell’edificio “Vir-

golone” e che ne costituisce il limite a nord, e il parco dell’Arboreto

situato a sud molto frequentato dagli abitanti e costituente una zona di

mitigazione verso lo scalo merci prima citato. Altri parchi e aree verdi

meritevoli di citazione sono il parco Schiassi che collega il rione al par-

co commerciale a nord attraverso un percorso ciclopedonale e il parco

Mitilini_Moneta_Stefani, un parco lineare che corre a lato delle due

anse di via Pirandello e che ha come conclusione una piazza verde,

ossia piazza Lipparini.

Un altra presenza importante nell’area {� ������� delle zone verdi di

pertinenza dei complessi scolastici e dalle attrezzature sportive che

possono contare su un ampio bacino di utenza, sia per la larga dispo-

nibilità di campi e sport praticati, sia per l’utenza universitaria garantita

da una sede decentrata della facoltà di Scienze Motorie e dal Centro

Universitario per lo Sport di Bologna. Questa grande sovradotazione

costituisce una polarità importante in grado di richiamare utenti sia dal

centro che da fuori città.

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getto di tesi, si trova una zona costituita da orti coltivati dati in conces-

sione ad anziani del quartiere. Molti degli abitanti del Virgolone infatti

coltivano alcuni di questi appezzamenti.

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3.4 Servizi

La dotazione di servizi all’interno del quartiere è discreta e concentrata

in alcuni punti in base al tipo di servizio: scolastico, sportivo o sanitario.

Molti dei servizi sono raggruppati nel centro commerciale posizionato

su via Pirandello a lato del parco P.P. Pasolini, o in piazza Lipparini, e

comprendono servizi di vicinato e alimentari. Dato lo sviluppo planime-

trico del Virgolone alcune parti dell’edificio sono più distanti dai servizi

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sono posizionati nella parte sud del quartiere e comprendono sia im-

pianti all’aperto che al coperto, ricoprono un ampio bacino di utenza.

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terna, elementari e medie. I servizi di culto e culturali, quali biblioteche

e associazioni, si raggruppano nella parte centrale del quartiere. La

maggior parte delle dotazioni commerciali e terziarie invece si trovano

a nord nella nuova area commerciale esterna al rione raggiungibile at-

traverso un unico passaggio ciclopedonale nel parco Schiassi, mentre

non esistono percorsi carrabili di collegamento tra le due zone se non

attraverso la strada provinciale S. Donato.

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piedi, si può notare dal diagramma a cerchi concentrici sottostante,

che prende come centro un punto ipotetico nel parco in cui si incontra-

no le radiali dell’edificio, che buona parte dei servizi non sono raggiun-

gibili se non tramite mezzi ciclabili o automobili.

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96

3.5 Criticità dell’area

Dall’analisi dell’area si sono rilevate delle criticità di tipo ambientale,

sociale e architettonico che saranno poste come base per arrivare a

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cessaria alla formulazione di tali strategie è la definizione degli obiettivi

a cui la risoluzione delle problematiche riscontrate potrebbe aspirare.

Le criticità di seguito riportate sono riconducibili sia alla scala del rione

che a quella dell’edificio.

3.5.1 Fattori di degrado ambientale

L’edificio Virgolone è stato progettato suddiviso in due parti a causa

della presenza di servitù esercitata da un vincolo dovuto all’elettro-

dotto aereo ad alta tensione. Una seconda linea invece è posta al di

là della seconda parte edificio in linea. La distanza imposta per attività

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������� %>>&� {� ��� %"� ����� ��� ������� ������� ������� ����� �������� ���

progetto.

Distanze dell’edificato dalla linea dall’elettrodotto:

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Pur rispettando i limiti di legge, per garantire maggior confort sia agli

abitanti dell’edificio, sia per coloro che transitano o sostano nelle vici-

nanze degli elettrodotti all’interno nel parco si propone l’interramento

delle linee. In tal modo si provvede ad evitare un pericolo oggettivo

quale l’inquinamento elettromagnetico ed eliminare gli effetti associati

ad un’esposizione a lungo termine a queste basse frequenze.

Altra criticità è data dallo scalo merci che descrive un vincolo sia fisico

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98

che acustico e, anche se mitigato dalle fasce di rispetto e dalle albe-

rature presenti a margine dell’area non è sufficiente a far decadere il

livello acustico e a far rientrare buona parte della zona nei limiti di con-

������ ����������j��%*_%%_>\_�!������������������� ��� �������� ��

del comune di Bologna elaborata della facoltà di Ingegneria di Bolo-

gna% e qui riportata, risulta che buona parte del rione è soggetto ad un

livello acustico sia diurno che notturno non adeguato agli standard di

������� ��� ���������������??������*?���_��@��_�+*���+?�

3.5.2 Spaesamento

Percorrendo l’edificio sul lato strada, non si riesce a determinare in che

settore della costruzione ci si trova: per la sua particolare forma curva,

la visibilità su questo fronte dell’edificio risulta ridotta, la percezione

avviene per frammenti che si ripetono sempre uguali a se stessi. I vani

scala definiscono lo scandire di questi ultimi in facciata: non si hanno

strumenti o punti di riferimento per tutta la lunghezza dell’edificio se

non nelle parti iniziali e finali, unici indizi risultano i numeri civici dipinti

a caratteri grandi sulle parete dei vani scala. Sul lato parco, dove avvie-

ne l’accesso agli alloggi, ricorre la percezione di spaesamento anche

se in questo caso ci si può ricondurre ad alcuni elementi rappresentati

sia dalla scansione data dalle zone attrezzate, sia dal colore utilizzato

all’interno del porticato che varia in modo non costante. L’accesso al

parco e agli ingressi è consentito su tutta la lunghezza dell’edificio at-

traverso i varchi posti al piano terra e questo porta ad aumentare que-

sto effetto. Ciò ricorre anche nel Pilastro Vecchio, soprattutto dove gli

edifici sono soggetti a maggior degrado delle facciate , a causa della

dimensione degli edifici: la ristrutturazione dei soli prospetti di alcuni

di questi complessi e l’utilizzo di colori differenti per ciascuna sezione

di edificio ha portato a ridurre questa criticità.

%� �������� ��� ������ �������������������� �� �� �����������!�]j���facoltà di ingegneria di Bologna

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3.5.3 Percezione di scarsa sicurezza sociale

I numerosi episodi di criminalità avvenuti in passato, hanno contribui-

to a definire il Pilastro nella memoria delle persone, come un quartie-

re degradato e poco sicuro. Questa percezione è riscontrabile anche

nell’architettura degli edifici: spazi e percorsi non definiti, poco illumi-

nati, e lontani dalle zone di traffico e passaggio o addirittura posizionati

nelle parti retrostanti agli edifici. I percorsi non sono gerarchizzati e ciò

va ad alimentare anche la percezione di spaesamento.

3.5.4 Promiscuità dei percorsi carrabili e ciclabili

La viabilità esistente è costituita da un numero ridotto di strade prin-

cipali dove viene convogliata la gran parte del traffico di passaggio,

mentre le strade secondarie e locali di distribuzione si concentrano

nella parte del Pilastro vecchio. Data la presenza di edifici in linea

disposti in maniera radiale rispetto a piazza Lipparini, la distribuzione

secondaria risulta più presente in questi punti rispetto alla parte di edi-

ficazione più recente. La viabilità ciclabile, di cui è molto dotata la zona

del parco dell’Arboreto e degli impianti sportivi, risulta poco presente

e addirittura assente nelle altre zone del rione, unica eccezione è rap-

presentata dal collegamento ciclo-pedonale con il polo commerciale

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dei parchi e delle aree verdi non presentano soluzione di continuità nei

punti di incontro con la viabilità carrabile. In particolare, via Salgari per

sua geometria presenta dei problemi di visibilità che induco a pensare

ad una riorganizzazione dei percorsi ciclo-pedonali oggi assenti o non

accessibili ai disabili per via dei numerosi cambi di quota del percorso

pedonale più prossimo all’edificio in esame.

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3.5.5 Carenza di servizi di vicinato

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a nord di via Pirandello fino a via San Donato, già ricordata, la perce-

zione che gli abitanti di Bologna hanno del rione Pilastro, anche se

migliorata, non si è del tutto risolta. Il Pilastro vecchio infatti presenta

elementi di degrado urbano come zone non curate, spazi aperti poco

vissuti dai cittadini e non attrezzati, mancanza di mixitè funzionale, do-

vuta anche al fatto della cessata attività di diversi servizi di vicinato

una volta presenti attorno a piazza Lipparini. Diversi di questi servizi

si trovano all’interno del ridotto centro commerciale posizionato lungo

la spina centrale del rione, ma non risultano sufficienti, mentre alcune

edifici, costruiti per ospitare servizi e spazi per la collettività, sono stati

abbandonati. Per quanto riguarda invece i servizi sportivi, religiosi e

scolastici il quartiere risulta ben servito, e richiama utenti anche dalle

altre parti della città, mentre scarseggiano le attività culturali e giova-

nili.

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4.1 Caratteristiche e stato di conservazione

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nord del rione, deve il nome alla sua tipica pianta ad andamento

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è suddiviso in due fabbricati: il principale più esteso, sviluppato lungo

un asse curvo e il secondario, a pianta rettangolare, che si presenta

come un prolungamento del precedente.

La struttura, che si affaccia a sud sul parco Pier Paolo Pasolini, si

4. L’edificio: il �Virgolone�

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sviluppa su 9 piani, di cui uno interrato e uno di distribuzione e passaggio

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che attraversano l’edificio al piano terra e assicurano il collegamento il

collegamento con gli orti per anziani e le zone di parcheggio, attestate

a nord su via Salgari, che costituiscono le sole aree scoperte di

pertinenza, mentre i percorsi che si snodano a piano terra dell’edificio,

sia longitudinalmente che trasversalmente, sono pubblici.

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effetto dell’andamento curvo l’orientamento subisce una progressiva

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espone gli alloggi a condizioni di soleggiamento molto differenziate

durante le ore del giorno e nelle diverse stagioni dell’anno.

La rotazione dell’asse longitudinale è ottenuta alternando ai corpi di

fabbrica a geometria ortogonale che ospitano gli alloggi, i volumi dei

vani scala, a pianta trapezoidale, col lato lungo rivolto verso nord.

I volumi degli alloggi sono realizzati con strutture a setti portanti in

cemento armato gettati in opera con sistema costruttivo a tunnel,

mentre le strutture dei mentre i corpi scala sono in cemento armato

gettato in casseri tradizionali.

Ciascun blocco compreso tra due vani scala consecutivi costituisce

un modulo, formato da cinque campate strutturali, composte da tre

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corpi scala, ad eccezione del primo piano, che ospita alloggi di piccole

dimensioni e spazi accessibili tramite un ballatoio esterno collocato

lungo la facciata a nord.

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45 m2 di superficie e sono tutti al primo piano. Ai piani superiori sono

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sui due prospetti, l’utilizzo di ampie zone finestrate interposte a fasce

opache di tamponamento enfatizza l’orizzontalità dell’edificio. Al

piano terra il fronte Sud, che si affaccia sul parco, si differenzia dal

resto della facciata per la presenza del percorso porticato. Sul fronte

nord la continuità del prospetto è interrotta dai volumi dei corpi scala,

intonacati e dipinti, che sono traslati leggermente in avanti rispetto al

filo di facciata, e dal ballatoio esterno di distribuzione al primo piano,

che crea un volume sporgente esteso per tutta la lunghezza della

facciata. I prospetti delle due testate di estremità hanno dimensioni in

proporzione molto ridotte e sono privi di aperture se non al piano terra,

dove esce il percorso longitudinale che percorre tutto l’edificio.

I tamponamenti opachi dei due fronti principali, sono costituiti da

pannelli prefabbricati in calcestruzzo a vista debolmente coibentate sul

lato interno,mentre le parti finestrate sono per la maggior parte formate

da infissi apribili con telaio metallico e vetro singolo, che si estendono

da un setto all’altro e integrano di sistemi oscuranti avvolgibili con

cassonetto interno. La scansione in moduli è leggibile in copertura,

segnata dai volumi dei vani scala sormontati dai locali di fine corsa

degli ascensori.

La copertura, non visibile da terra a causa della presenza dei parapetti,

è a doppia falda ed è posizionata al di sopra dell’ultimo solaio,

debolmente coibentato. La sezione dell’edificio presenta altezze di

piano diversificate: il piano terra ha un’altezza utile di 2,58 m mentre tutti

���������������������������������������������&�\%��_�<����������������

altezza è dovuta all’inserimento di un pannello isolante in fibrocemento

che ha portato alla riduzione dell’altezza utile di questo livello.

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%%"

4.2 Elementi di criticità

4.2.1 Gli spazi esterni

L’intorno dell’edificio è caratterizzato dalla presenza di un grande parco

urbano su tutto il fronte sud e da una strada dall’andamento curvilineo

che si attesta al complesso abitativo assecondando la sua forma sul

fronte nord, questa è direttamente accessibile da Via Salgari. Proprio

lungo questa strada si colloca il sistema dei parcheggi, sul margine

superiore si attesta una infilata di parcheggi a pettine, posti ortogo-

nalmente all’asse strade, mentre su quello inferiore, nello spazio com-

preso tra strada ed edificio, si colloca un piccolo sistema di parcheggi,

contenente sedici posti, una piccola area di sosta che si ripete in corri-

spondenza di ogni vano scala. L’uscita delle autovetture dai parcheggi

è resa difficoltosa dalle condizioni di scarsa visibilità dovute all’anda-

mento curvo della strada.

Gli ingressi all’edificio avvengono a piano terra, è possibile accedere

alle residenze per mezzo di ingressi posti sul fronte sud, affacciato sul

parco, questi risultano scarsamente individuabili per la loro colloca-

zione: sono nascosti e distanti dalla strada carrabile. Per raggiungerli

da via Salgari necessario percorrere i passaggi che attraversano tra-

sversalmente l’edificio e si collegano al più articolato percorso longitu-

dinale, costituito da un porticato sul quale si affacciano sia gli ingressi

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parco che da quello rivolto verso la strada gli accessi non risultano

percepibili. La grande quantità di percorsi non gerarchizzati unita alla

ridotta visibilità, porta ad una percezione di scarsa sicurezza su tutta

la lunghezza dell’edificio. Questa criticità è enfatizzata dal fatto che

questi percorsi non sono presidiati e sono percorribili da chiunque.

L’accessibilità di questi spazi è limitata sia dalla presenza di barriere

architettoniche e di elementi che ostacolano il passaggio, che dalle

cattive condizioni della pavimentazione.

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4.2.2 Risposta all’azione sismica

La struttura dell’edificio è costituita da setti trasversali in cemento ar-

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ha garantito tempi brevi di realizzazione, impensabili per un edificio di

tali dimensioni.

Questo sistema, costruttivo venne importato dalla Francia, dove era

utilizzato da almeno un decennio ed era stato impiegato per la costru-

zione di alcuni grands ensembles. Furono impiegate casseforme mec-

canizzate per il getto del calcestruzzo del tipo “tunnel” di dimensioni

standardizzate, smontabili in breve tempo e subito riposizionabili per

la realizzazione del tunnel successivo.

Si formavano così dei setti verticali e orizzontali di spessore costante

composti da un unico getto e precedentemente armati. Tale metodo

consentiva di introdurre modalità di prefabbricazione in cantiere, velo-

cizzando così le operazioni di costruzione. I vani scala ricordati in pre-

cedenza, con la loro struttura scatolare, costituiscono l’unico elemento

di collegamento in senso longitudinale tra i vari moduli a tunnel. La

ridotta presenza di elementi strutturali su questo piano porta a pensare

che il complesso presenti problemi di risposta alle azioni orizzontali.

Si dovranno prevedere a tale proposito interventi di miglioramento atti

ad aumentare la sicurezza della struttura esistente, pur senza neces-

sariamente raggiungere i livelli richiesti dalle presenti norme, oggetto

invece dell’adeguamento. La normativa definisce anche le condizioni

per cui è obbligatorio l’adeguamento, come nel caso di sopraelevazio-

ne, ampliamento o una trasformazione dell’organismo edilizio, ovvero

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Sono invece da classificare tra gli interventi di miglioramento quelli che

siano comunque finalizzati ad accrescere la capacità di resistenza del-

le strutture esistenti alle norme sismiche variando il comportamento

strutturale locale e d’insieme.

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4.2.3 Gli alloggi

L’edificio ospita 567 unità abitative di diverse dimensioni, che furono

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tenza di allora: famiglie numerose di operai o immigrati dal sud e dal

triveneto. Tenendo in considerazione sia l’attuale domanda abitativa,

costituita nella maggior parte da nuclei familiari composti da uno o

due componenti, sia gli standard odierni, gli alloggi risultano sovradi-

mensionati. Infatti, come si può notare dai grafici riportati di seguito, il

numero degli alloggi di grandi dimensioni risulta cinque volte maggio-

re rispetto a quello degli alloggi di piccole dimensioni. Una delle con-

seguenze di tale dimensionamento risulta la mancata locazione delle

unità abitative con superficie più estesa,derivante dalla mancanza di

famiglie numerose.

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riducendo il bisogno di spazi distributivi ad ogni livello: solo al primo

piano si ha un ballatoio di distribuzione per fornire un accesso anche

agli alloggi con superficie minore; tale ballatoio è collegato al piano al

vano scala mediante un percorso trasversale aperto.

4.2.4 Gamma dimensionale e dotazioni

Sono individuabili sette differenti tipologie di alloggi che verranno indi-

cate, per facilitare la lettura, con una sigla. Le tipologie sono studiate

in modo da formare coppie di alloggi compresi tra due vani scala adia-

centi.

Gli alloggi di dimensione minore si trovano a piano primo, mentre ai

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unità abitativa è dotato di doppio affaccio, eccetto la tipologia A2 pre-

sente solo al primo piano.

Tutte le unità abitative sono dotate di zona giorno, cucina abitabile po-

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sta a nord, un servizio non dotato di ventilazione diretta dall’esterno,

almeno una camera da letto matrimoniale e una loggia a sud. Per quan-

to riguarda gli alloggi di dimensioni più estese si nota la presenza di un

secondo servizio, una o due camere da letto aggiuntive e, solo nella

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tipologia C, il soggiorno e la sala da pranzo scomposti in due vani.

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dente alla normativa allora vigente, e vani adibiti a magazzino. Alcuni

di questi spazi, presenti all’interno dell’edificio, sono stati occupati nel

corso del tempo dagli utenti con atteggiamento uti dominus, arrivando

addirittura in alcuni casi, all’appropriazione di vani in origine utilizzati

come ripostiglio comune o dei ballatoi di distribuzione agli alloggi.

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dente alla normativa allora vigente, e alcuni vani adibiti a magazzino.

Alcuni di questi spazi presenti all’interno dell’edificio sono stati occu-

pati nel corso del tempo dagli utenti con atteggiamento uti dominus,

arrivando addirittura in alcuni casi, all’appropriazione di vani in origine

utilizzati come ripostiglio comune o dei ballatoi di distribuzione agli al-

loggi.

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4.2.5 Confort termico e acustico

Dal punto di vista energetico l’edificio presenta numerose dispersio-

ni termiche dovute sia alla configurazione della struttura portante, sia

alla scarsa attenzione dedicata all’isolamento delle zone riscaldate. La

zona riscaldata è circoscritta alle unità abitative e alle sole zone comu-

ni situate al primo piano dell’edificio, non comprendendo così il piano

terra e gli spazi di distribuzione agli alloggi. Alla struttura a setti portan-

ti prima descritta sono stati applicati dei tamponamenti in calcestruzzo

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degli infissi in metallo a vetro singolo senza taglio termico che variano

in altezza a seconda della presenza o meno di una loggia, e che non

rispettano i valori minimi di legge per quanto riguarda la trasmittanza.

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sulla superficie interna del pannello di calcestruzzo che risultano poco

efficaci a causa dello spessore ridotto; lo strato di finitura interno è

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����������������������� ���� ��������������"�\^+�� �2K, maggiore

di oltre il doppio il minimo di legge. Questo sistema di chiusure infatti,

data la discontinuità tra i pannelli e la scarsa coibentazione, porta alla

formazione di ponti termici. La stessa problematica ricorre nelle pareti

divisorie tra alloggio e vano scala che sono costituite da pareti in cal-

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opache orizzontali, il pacchetto di chiusura inferiore del primo piano si

presenta composto da finitura interna in ceramica posizionata sui pan-

nelli strutturali e seguita da uno strato isolante di aria in quiete e eternit

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compone del solaio in calcestruzzo armato intonacato che disperde

verso un sotto tetto a due falde non riscaldato.

Con l’impostazione di un modello energetico effettuato con il program-

������������������������� �������������!¢&����{�������������������-

sogno energetico dell’edificio. Data la grande estensione e la possibi-

lità di scomposizione in moduli dell’edificio, sia a livello strutturale che

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distributivo, si è giunti a semplificare l’analisi riconducendola allo stu-

dio di un modello che {�������� dalla zona delimitata da due vani scala

contigui: si è notato che tutti i casi di distribuzione interna avvengono

all’interno di questo modulo. La determinazione dei dati energetici di

questi singoli casi si sono poi distribuiti in maniera ponderata sull’inte-

ro edificio.

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energia termica utile per la climatizzazione invernale per il riscalda-

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sogno di energia termica utile per la climatizzazione estiva (QC,nd) è

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un fabbisogno energetico maggiore del dovuto anche alla minor com-

pattezza e alla presenza di spazi di distribuzione più ampi.

Per quanto riguarda il confort acustico, i problemi maggiori sono ri-

scontrabili tra alloggi adiacenti. Sia le partizioni verticale che quelle

orizzontali sono costituite da un solo materiale e non presentano al-

cun accorgimento per la riduzione del livello di rumore. Altra criticità è

rappresentata dalla presenza in tutti gli alloggi di servizi igienici senza

aperture esterne e non dotati di un sistema di ventilazione meccanica.

In fase di progetto fu definito l’inserimento nelle porte di tali servizi, di

grate di ventilazione per consentire la ventilazione naturale e che cre-

ano problemi dal punto di vista acustico.

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PARTE 3Il progetto

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Considerando che l’intervento che si andrà a progettare riguarda la ri-

qualificazione di un complesso di edilizia sociale, e pensando all’attua-

le condizione di crisi e al crescente fenomeno della povertà a questa

collegato, si è scelto di valutare la fattibilità tecnico-economica dello

stesso. Infatti, osservando i dati a livello europeo, oltre una famiglia

su sette si trova in condizioni di fuel poverty. Già da alcuni anni sono

stati intrapresi studi in merito su questo tema, e si è arrivati ad una

definizione di tale fenomeno: “nella pratica una famiglia è da conside-

rarsi in condizioni di fuel poverty ove trovi difficile se non impossibile

assicurarsi un riscaldamento adeguato nella propria abitazione a fron-

te di spese sostenibili.”1 Questa condizione varia da paese a paese a

seconda del clima, del reddito percepito, del costi di produzione dell’e-

nergia, ecc. Le cause e gli effetti di tale problema sono stati approfon-

diti in uno studio che ha definito gli indicatori comuni di fuel poverty.

Tra questi, oltre al non pagamento del servizio e alla disconnessione

di questo da parte dell’ente fornitore, risultano di particolare interesse

1 www.fuel-poverty.org

5. Strategie di progetto

5.1 Studio di fattibilità dell’intervento

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126

la crescita dei problemi di salute connessi alle condizioni di confort ter-

mico e igrometrico, impossibilità di riscaldare tutti gli ambienti a causa

del sovradimensionamento e alla vetustà degli alloggi. Pensiamo che

la progettazione possa contribuire a ridurre queste problematiche so-

ciali attraverso l’utilizzo di un metodo di confronto tra interventi possibi-

li che mettano in relazione il risparmio di energia ottenuto con i relativi

costi di realizzazione. Infatti, partendo dall’analisi dell’edificio esisten-

te, vogliamo arrivare a definire quali interventi possano considerarsi i

più convenienti dal punto di vista economico al fine di minimizzare il

fabbisogno di energia primaria degli alloggi, sia per quanto riguarda il

riscaldamento che per il raffrescamento.

Tale riduzione dei consumi dell’edificio porterà ad una conseguente ri-

duzione delle emissioni di CO2. Questo valore è traducibile in termini di

risparmio economico se si considerano i vantaggi economici derivanti

dalle multe evitate. che si andranno a sommare a quello derivato dalla

diminuzione dei kWh/m2/anno consumati.

5.2.1 Valutazione termo-economica

Lo studio di fattibilità è uno strumento utile a valutare uno o più progetti;

definiti gli obiettivi e quindi le variabili fondamentali che dovranno es-

sere inserite al suo interno, fa si che queste vengano dimensionate in

modo da assicurare all’intervento la massima fattibilità.

Si considera questo metodo di lavoro come adeguato, necessario e

utile alla realizzazione di un progetto di riqualificazione di medio-gran-

di dimensioni, proprio perché permette di soppesare e ponderare delle

scelte mettendole a confronto e valutando l’impatto che avranno sulla

realtà. L’obiettivo di tale approccio è quello di dare maggior qualità al

progetto di riqualificazione di un edificio, attraverso l’analisi di più va-

riabili significative in un progetto di architettura con una vocazione per

il sociale: la compatibilità ambientale, la sostenibilità finanziaria e la

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convenienza economica e sociale.

Perché queste 3 variabili?

�������������������������������������=���������{���� ����� �����������{���� ����� �����������proceduto con una dia-

gnosi energetica dell’edificio, come definita dalla direttiva 2006/32/CE

all’art.3: “diagnosi energetica: procedura tecnica volta a fornire un’a-

deguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o

gruppo di edifici e ad individuare e quantificare le opportunità di rispar-

mio energetico sotto il profilo costi-benefici, e riferire in merito ai risul-

tati”. La stessa direttiva, nell’art.12, specifica che la certificazione di

cui all’art.7 della direttiva, 2002/91/CE (recepita dal DLgs 192/2005),

sul rendimento energetico nell’edilizia, “si può considerare equivalente

alla diagnosi energetica”. Questa è quindi una analisi preventiva che,

valutando lo stato di fatto dell’edificio, porta alla definizione di ipotesi

di intervento identificate di seguito con la parola “scenario”.

5.2.1 Scenari

Nell’impostazione dell’analisi si è deciso di definire delle ipotesi pro-

gettuali, denominate scenari, che saranno composte da uno o più in-

terventi da applicare al fine di una completa riqualificazione dell’edi-

ficio esistente. L’utilizzo di molteplici scenari deriva dalla necessità di

sondare e mettere a confronto varie possibilità di azioni più o meno

invasive. Si è scelto di inserire all’interno degli scenari solo le ipotesi

di minimo intervento, limitate al campo d’azione di involucro e impianti.

L’obiettivo è quello di formulare un’analisi generica che conduca all’im-

postazione di un metodo utilizzabile in altri interventi di riqualificazione

energetica. Per questo motivo si è deciso di limitare il numero di sce-

nari a quelli più basilari che, una volta definito il metodo, potranno es-

sere implementati a seconda della necessità. Lo stato di fatto, ovvero

l’ipotesi di non intervento sull’edificio, diventerà lo scenario di controllo

ossia l’unità di misura che permetterà di valutare la variazione del com-

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128

portamento energetico dell’edificio sottoposto ai vari interventi.

Di seguito, l’elenco dei diversi scenari definiti:

SCENARIO 0: Stato di fatto;

SCENARIO 1: Inserimento di 14 cm di strato isolante a cappotto in

pannelli di lana di roccia nelle chiusure verticali esterne (CVE);

SCENARIO 2: Inserimento di 14 cm di strato isolante a cappotto in

pannelli di lana di roccia nelle chiusure orizzontali esterne (COE);

SCENARIO 3: Inserimento di 14 cm strato isolante a cappotto in pan-

nelli di lana di roccia su tutto l’involucro (COE + CVE);

SCENARIO 4: Sostituzione degli infissi esistenti con nuovi serramenti

delle medesime dimensioni, ma con caratteristiche prestazionali mi-

gliori: doppiovetro con rivestimento basso emissivo e telaio a taglio

termico, trasmittanza termica del serramento Uw= 1,4 W/m2K (INF);

SCENARIO 5: Sostituzione degli infissi esistenti con nuovi serramenti

e inserimento di 14 cm di cappotto in pannelli di lana di roccia su tutto

l’involucro (INF+COE+CVE);

SCENARIO 6: Inserimento di un nuovo impianto di ventilazione con un

ricambio d’aria di 0,3 V/h (VENT);

SCENARIO 7: Sostituzione di tutti gli infissi con nuovi serramen-

ti, inserimento di 14 cm di cappotto in pannelli di lana di roccia su

tutto l’involucro, inserimento di un nuovo impianto di ventilazione

(VENT+INF+COE+CVE);

SCENARIO 8: Inserimento di 14 cm di cappotto in pannelli di lana di

roccia sui vani scala (VS);

SCENARIO 9: Sostituzione di tutti gli infissi con nuovi serramenti, inse-

rimento di 14 cm di cappotto in pannelli di lana di roccia su tutto l’involu-

cro, inserimento di un nuovo impianto di ventilazione e inserimento di 14

cm dello stesso cappotto sui vani scala (VENT+INF+COE+CVE+VS);

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Per ognuno di questi scenari viene impostato uno Studio di Fattibilità

volto a definirne la compatibilità ambientale, la sostenibilità finanziaria

e la convenienza economico sociale.

5.2.3 Compatibilità ambientale

Sono stati valutati gli indici di prestazione energetica EPi per la cli-

matizzazione invernale, non considerando in questa impostazione di

analisi quelli riguardanti l’acqua calda sanitaria (EPacs) che avrebbe

distolto l’attenzione dalla pura valutazione del miglioramento sia a li-

vello dell’involucro che di ventilazione. Questi indici saranno trattati

successivamente in un altro capitolo.

La simulazione di ciascun scenario è stata eseguita con il program-

ma di modellazione energetica Termolog Epix 2. Questo programma di

modellazione energetica consente di valutare la prestazione energeti-

ca di un edificio, di nuova costruzione o esistente, eseguendo verifiche

sia sugli impianti che sull’involucro in riferimento alle normative nazio-

nali e regionali vigenti.

Si è partiti dalla diagnosi energetica dallo stato di fatto e si sono indivi-

duate le condizioni termiche iniziali, procedendo poi alla determinazio-

ne di quelle di ogni scenario in modo da individuare attraverso un con-

fronto incrociato di questi, una volta inseriti i dati in un foglio di calcolo,

le condizioni favorevoli e sfavorevoli risultanti. Il riferimento normativo

per tale procedimento è il Decreto Legislativo 192/311 – DPR 59/09,

UNI TS 11300 della regione Emilia Romagna per la parte riguardante

la certificazione di edificio esistente.

Data la modularità dell’edificio, sia strutturale che distributiva, e la sua

grande estensione, si è scelto di semplificare l’analisi riconducendola

allo studio di un modello che comprende la zona delimitata da due vani

scala contigui, poichè tutti i casi di distribuzione interna avvengono

all’interno di questo modulo. La determinazione dei dati energetici di

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130

questi singoli casi {�������������������������������������� in maniera

ponderata sull’intero edificio dei dati ottenuti.

Si sono costruiti così i modelli dei vari casi definendo, attraverso input

grafico, le zone termiche riscaldate e quelle confinanti non riscaldate:

le prime, i singoli alloggi riscaldati, determinano le dispersioni e il fab-

bisogno energetico di ciascuno, mentre le seconde sono costituite dai

vani scala adiacenti agli alloggi.

La modalità di inserimento delle strutture disperdenti è al filo interno al

netto dei tramezzi. Le zone termiche sono state determinate in modo

da valutare le dispersioni e il fabbisogno di energia di ogni singolo

alloggio: dall’analisi risulta che gli appartamenti non hanno consumi

legati alla propria superficie utile, ma variano rispetto al loro orienta-

mento prevalente, alla superficie disperdente e all’area dei divisori che

separano i vani scala dall’alloggio. Bisognerà inoltre porre particolare

attenzione agli alloggi collocati al primo e all’ultimo piano: essi influ-

iscono sul fabbisogno energetico dell’edificio poiché presentano un

solaio disperdente verso l’esterno o verso zone non riscaldate, nel pri-

mo caso il portico al piano terra mentre nel secondo il sotto tetto non

riscaldato.

5.2.4 Stato di fatto (baseline)

L’edificio è costituito da una struttura a setti portanti in cls armato che

va a costituire dei tunnel posti in maniera trasversale rispetto alla lun-

ghezza dell’edificio. Alla struttura sono stati applicati successivamente

dei tamponamenti in calcestruzzo prefabbricato di spessore 15 cm,

che conferiscono all’edificio l’orizzontalità, sui quali sono stati poi po-

sizionati degli infissi in metallo a vetro singolo senza taglio termico che

variano in altezza a seconda della presenza o meno di una loggia e la

cui trasmittanza termica non soddisfa il valore di trasmittanza minimo

di legge (0,36 W/m2*K per tamponamenti verticali). La coibentazione è

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132

stata affidata a pannelli di polistirolo da 3,0 cm posti sulla facciata cal-

da del pannello di calcestruzzo che risultano poco efficaci per via dello

spessore ridotto; lo strato di finitura è costituito invece da un pannello

di cartongesso di spessore 1,5 cm. La trasmittanza ( U= 0,783 W/m2K

) del pannello così costituito risulta superare di oltre il doppio il minimo

di legge: questo sistema di chiusure, data la discontinuità tra i pannelli

e la scarsa coibentazione, porta alla formazione di ponti termici. Le

pareti divisorie tra alloggio e vano scala sono costituite da pareti in cal-

cestruzzo armato da 15 cm e anche queste non risultano conformi ai

valori minimi di trasmittanza per la zona climatica E. Per quanto riguar-

da le strutture opache orizzontali, il pacchetto di chiusura inferiore del

primo piano allo stato di fatto si presenta composto da finitura interna

in ceramica posizionata sulla struttura continua di calcestruzzo armato

seguita da uno strato isolante di aria in quiete e eternit di spessore

totale 12 cm; la chiusura orizzontale superiore, invece, si compone del

solaio in cls armato intonacato che disperde verso il sotto tetto non

riscaldato.

Dall’analisi dello stato di fatto si può notare che l’indice di prestazione

energetica dell’involucro (EPi) risulta pari a 109,41 Kwh/m2anno, corri-

spondente alla classe energetica D, valore troppo elevato per la legge

vigente sulla riqualificazione di edifici esistenti, che prevede almeno

il raggiungimento della classe energetica B. Il fabbisogno energetico

totale dell’edificio è di 154,41 kWh/m2*anno, di cui 45 kWh/m2*anno

per acqua calda sanitaria, valore molto elevato che porta l’edificio a

rientrare nella classe energetica E.

Il modello è stato aggiornato per ogni scenario con la configurazione

degli interventi precedentemente descritta; si è poi proceduto all’indi-

viduazione delle caratteristiche termiche di ciascuno valutando come

queste variassero da uno scenario all’altro e rapportandole in termini

di percentuale di miglioramento rispetto allo scenario 0 di controllo.

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134

Questo confronto è stato utile per individuare vantaggi e svantaggi di

ciascun intervento.

Scenario EP.i. (kWh/m2anno) �j������������� �1 109,41 Classe D2 96,63 Classe D3 89,82 Classe C4 86,84 Classe C5 59,41 Classe B6 49,65 Classe B7 93,14 Classe D8 34,54 Classe A9 7,86 Classe A10 78,53 Classe C

5.2.5 Osservazioni

Si possono fare alcuni interessanti ragionamenti riguardo ai valori ot-

tenuti: lo scenario 9, ovvero l’isolamento a cappotto del vano scala,

permette di ridurre del 28% il fabbisogno di energia primaria, un dato

nettamente migliore rispetto all’inserimento di uno strato di coibenta-

zione su tutta la superficie verticale (scenario 2). Allo stesso modo si

può valutare lo scenario 3 dove il cappotto delle sole superfici oriz-

zontali esterne porta ad un miglioramento significativo. Un’altra con-

siderazione riguarda la notevole ampiezza della superficie finestrata

dell’edificio che porta lo scenario 4 a ridurre drasticamente il valore

di fabbisogno energetico dell’edificio riducendolo quasi della metà ri-

spetto allo stato di fatto.

5.2.6 Sostenibilità finanziaria

Successivamente si è proceduto ad analizzare i valori ottenuti metten-

do a sistema i dati energetici di ogni scenario con quelli economici: si

è scelto di considerare il risparmio di energia primaria quale dato ener-

getico rilevante dal punto di vista economico, come un costo in meno

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da sostenere e quindi come un ricavo ottenuto. Dalla parte opposta si

sono collocati i costi relativi alla realizzazione di ogni specifico scena-

rio, determinati attraverso la consultazione dei Prezziari della Camera

di Commercio di Bologna e le schede tecniche dei prodotti. Mettendo

poi a sistema ricavi e costi ottenuti è possibile valutare quale scenario

sia più conveniente da realizzare, o ipotizzare una successione crono-

logica di applicazione in modo che i primi possano sostenere finanzia-

riamente in parte i successivi.

Analisi costi-ricavi

Ipotizzando la realizzazione dell’intervento si dovrà reperire il capita-

le necessario alla realizzazione dello scenario. Questo capitale sarà

costituito sempre da una prima quota che definiremo di Mezzi Propri

(MP), da una seconda quota di Capitale di Debito (CD) e da una terza

di un possibile Fondo Perduto (FP). La composizione percentuale delle

varie parti di capitale varierà al fine di individuare la soluzione econo-

micamente più conveniente.

I Mezzi Propri (MP) rappresentano il capitale di cui Acer è in possesso

e che vuole utilizzare per arricchire e migliorare il patrimonio di social

housing che gli appartiene. A questo capitale verrà applicato un tasso

pari all’inflazione per garantire all’Associazione, al termine dell’investi-

mento, un capitale non inferiore a quello iniziale, che non sia quindi

stato corroso dall’inflazione o accresciuto da un tasso che lo renda

speculativo. Il tasso di inflazione ha una variazione quotidiana, ma in

considerazione all’andamento storico dell’ultimo anno e alle previsioni

del suo andamento futuro , si è scelto di definirlo pari a Ti = 3 %.

La seconda quota è costituita dal Capitale di Debito (CD) ovvero quella

parte di capitale che il promotore dell’operazione chiederà in prestito

ad un istituto di credito o, essendo Acer un Ente operante nel settore

dell’Edilizia residenziale pubblica, accedendo ai mutui più vantaggio-

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si della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Tra le varie possibilità che la

Cassa depositi e prestiti offre la più adeguata è quella di realizzare un

Prestito Chirografario (proprio perché non vi è altra garanzia possibi-

le), con durata compresa tra i 5 e i 23 anni, con un tasso fisso (TD) che

sarà definito dall’andamento dell’Euribor a 6 mesi, cadenza corrispon-

dente alle rate semestrali di rimborso del capitale, e dallo scaglione di

Spread, riferito alla durata che verrà impostata per il mutuo.

L’ultima possibile quota di capitale sarà a Fondo Perduto (FP) , una

somma della quale non si richiederà restituzione (0%), derivante da

eventuali incentivi o fondi a livello nazionale ma ancor più europeo

(eeef European Energy Efficiency Found).

Una volta che il capitale sarà costituito nelle sue parti sarà possibi-

le determinare il saggio di attualizzazione da applicare al capitale nel

tempo.

Saggio di Attualizzazione SA

SA= (%MP)* Ti % + (%CD)* TD % + (%FP)*0%

SA= (%MP)* 6% + (%CD)*4,59% + (%FP)*0%

Sarà così possibile impostare l’Analisi costi ricavi Acr, la quale permet-

te, attraverso l’analisi del Valore Attuale Netto (VAN), di studiare i flussi

di cassa ( Fn = ricavin – costin ) in tutte le annualità in cui si svolgerà il

piano economico, avendo la possibilità di attualizzare il capitale all’an-

no 0 e di poter analizzare l’andamento del processo nei vari scenari.

��]���§��@��¨% ��%©�'���

Se nel determinato scenario verrà applicato il finanziamento in n an-

nualità ed in questo il VAN, (ovvero il Valore Attuale netto dei Flussi di

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138

����������������������������������������������������]ª"������������

scenario sarà fattibile e sicuro.

Altro metro di misura per un investimento è quello del controllo del SRI

(Saggio di Rendimento Interno), il quale esprime la redditività dell’in-

vestimento e una volta determinato può essere confrontato con un

saggio di riferimento (ad esempio il saggio di un’altra forma di investi-

�������'�!ª'���_

Nell’ipotesi di ottenere dalla Cassa Depositi e Prestiti un mutuo tren-

tennale ad un tasso del 4,9% ed osservando il Saggio di Rendimento

Interno dei vari scenari è possibile individuarne tra questi alcuni molto

vantaggiosi, che venendo realizzati potrebbero a loro volta finanziare

un successivo intervento.

Lavorando ulteriormente sul piano economico si osserva che è pos-

sibile variare la durata dell’investimento e il saggio di attualizzazione

(questo modificando sia la composizione del capitale che il tasso da

applicare al capitale di mezzi propri) in modo da modificare sensibil-

mente l’andamento dell’investimento in termini di VAN e SRI e da ren-

dere l’intervento fattibile.

Osservando i dati ottenuti in tabella, il Valore attuale netto risulta posi-

tivo in due scenari: quello che prevede la coibentazione delle chiusure

orizzontali esterne e quello riguardante l’isolamento dei vani scala. Il

tempo di ritorno dell’investimento di questi due ipotesi di intervento è

rispettivamente di 20 e 15 anni.

Dall’analisi comparata tali interventi, pur essendo i meno estesi ed in-

vasivi, portano a risultati migliori rispetto ad altri, quali ad esempio la

coibentazione delle chiusure verticali esterne o la sostituzione degli

infissi, come è possibile notare dai grafici riportati. Secondo questa lo-

gica alcuni degli scenari più convenienti sono poi stati applicati in fase

di progetto, mentre nei restanti casi si è deciso di ricorrere direttamen-

te alla sostituzione degli elementi costruttivi.

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Convenienza economica- sociale

L’analisi costi-benefici (cost-benefit analysis), indica genericamente

l’insieme delle tecniche di valutazione dei progetti di investimento ba-

sate sulla misurazione e la comparazione di tutti i costi e i benefici

direttamente e indirettamente ricollegabili agli stessi.

L’analisi viene condotta in genere riportando ogni unità di input in unità

di costi elementari e ogni unità di output in unità di benefici elementari.

Ad ognuna di queste unità si tenta poi di dare il valore più oggettivo

possibile, rendendolo in tal modo misurabile e confrontabile. Il costo

totale, di conseguenza, è la somma dei valori delle singole unità di

costi elementari, mentre il beneficio totale è, analogamente, la somma

dei valori delle singole unità di benefici elementari. Per aver risultati

affidabili è importante circoscrivere in modo quanto più possibile le

unità dei benefici.

Nell’analisi è stata considerata come beneficio indiretto la riduzione di

emissioni di CO2 di ciascun scenario, definibile dal punto di vista eco-

nomico come soldi risparmiati per aver evitato multe per gli eccessivi

consumi. A ogni tonnellata di CO2 non prodotta, infatti, si ottiene un ri-

sparmio di 1000 euro. Minore è il fabbisogno energetico dello scenario

maggiore è il risparmio economico derivato dalle ridotte emissioni di

anidride carbonica. Considerare i benefici all’interno dell’analisi eco-

nomica provoca un miglioramento dei valori ottenuti dall’analisi costi e

ricavi: i valori attuali netti ottenuti migliorano infatti ulteriormente.

5.2.4 Osservazioni

Come già anticipato alcune degli scenari saranno poi applicati in fase

di progetto perché rispondono in maniera efficace sia dal punto di vista

energetico che economico. Rientrano tra questi sia la coibentazione

delle chiusure orizzontali esterne, sia quella delle partizioni tra vani

scala e alloggi. Questi interventi risultano anche i meno invasivi e i più

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veloci da applicare, anche se la sola loro installazione non è sufficien-

te a raggiungere prestazioni energetiche sufficienti al raggiungimento

degli standard di legge.

Per quanto concerne gli scenari meno convenienti invece, non saranno

presi in considerazione, ma si ricorrerà direttamente alla sostituzione

di tali elementi costruttivi con materiali e tecniche più prestazionali al

fine di soddisfare gli standard di legge, spingendosi anche oltre ai limiti

minimi.

Si è progettato così un sistema di pannelli prefabbricati per riuscire

a conciliare al meglio sia l’obiettivo della riduzione del fabbisogno di

energia primaria, sia quello della velocità di realizzazione, aspetto im-

portante e da tenere in considerazione quando si agisce su edifici re-

sidenziali di dimensioni considerevoli per i disagi che possono essere

provocati agli utenti (come ad esempio la temporanea ricollocazione

degli abitanti) già ricordati in precedenza.

Il pacchetto ottenuto, che sarà approfondito nei capitoli seguenti, cerca

di dare una risposta all’aspetto dei costi da sostenere, sia per quanto

riguarda la realizzazione dell’elemento prefabbricato, sia per le spese

di noli, trasporti e mano d’opera in cantiere, dato che si tratta di edifici

di residenza sociale.

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Il progetto è definito da due fasi che si succedono e che si differenzia-

no in base al grado di necessità degli interventi che le caratterizzano.

La prima fase prevede la realizzazione di tutti quegli interventi di pri-

maria importanza per il miglioramento dell’edificio considerato come

organismo unitario ed isolato, mentre la seconda descrive una serie di

azioni sull’intorno più immediato utili alla rigenerazione del quartiere

e al miglioramento delle dinamiche sociali. Questo tipo di approccio

è stato individuato come il più adatto a soddisfare la complessità e

l’estensione del processo di riqualificazione di tale edificio. Lo scopo

di tale procedura progettuale è quello di poter consentire la realizza-

zione degli interventi in modo che il primo alimenti il secondo: la messa

in opera della prima fase e la conseguente riduzione del fabbisogno

energetico genererà un risorsa economica utile alla realizzazione della

seconda fase.

La prima fase prevede quindi la progettazione di una serie di interventi

di retrofit e recupero dell’edificio esistente, interventi volti a migliorare

6. Il progetto dell’intervento

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144

le caratteristiche strutturali, energetiche e funzionali dell’edificio. Suc-

cessivamente, allargando il campo visivo all’intorno del quartiere ab-

biamo definito una serie di interventi volti all’abbattimento del degrado

architettonico e sociale, che prevedono l’inserimento di una sistema

diffuso di servizi di carattere commerciale e sociale e un intervento

di aumento del carico urbanistico che prevede l’inserimento di nuove

residenze per un’utenza a ridotte capacità motorie.

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145

6.1 Fase 1: Retrofit

La prima fase di progettazione si colloca alla scala dell’edificio esisten-

te e ne prevede il recupero strutturale, energetico e funzionale: l’obiet-

tivo è quello di migliorare la qualità degli spazi di distribuzione e degli

alloggi, ponendo particolare attenzione al comportamento sismico ed

energetico dell’edificio. Tutti gli interventi saranno realizzati in modo

da compromettere al minimo il sistema strutturale esistente, faranno

eccezione solo piccole aperture realizzate nei solai, necessarie per

l’inserimento dei cavedi impiantistici verticali e nei setti portanti per il

riposizionamento delle porte all’interno degli alloggi.

Queste nuove strutture apportano modifiche puntuali e sistematiche

sia nella configurazione interna degli alloggi, andando a conferire un

superficie aggiunta, sia in quella dei due prospetti principali, valoriz-

zando sia i percorsi pubblici di accesso al parco che quelli di ingresso

all’edificio.

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La rifunzionalizzazione è prevista sia a livello dei percorsi di accesso

alla residenza, con la chiusura del percorso porticato a piano terra, sia

per quel che concerne la distribuzione interna. Sono stati progettati

nuovi tipi di alloggio per rispondere alla domanda abitativa odierna e

apportate modifiche ad alcuni di quelli già esistenti, compatibilmente

con la struttura. Per quanto possibile si è corretta la disposizione dei

locali esistenti, ponendo le zone più vissute della casa a sud, affac-

ciate sul parco, mentre la zona notte, che non necessita di rilevante

illuminazione diurna, si è posta preferibilmente a nord.

Il miglioramento del comportamento energetico è stato strutturato,

come già in parte espresso nel capitolo precedente, con una serie di

interventi più o meno invasivi. Partendo dall’isolamento delle parti strut-

turali esistenti, si giunge allo studio di un nuovo pacchetto di facciata

formato da pannelli prefabbricati. Per soddisfare il fabbisogno di acqua

calda sanitaria si prevede l’inserimento di un impianto solare termico in

copertura che,integrato al teleriscaldamento, già utilizzato per il riscal-

damento invernale, andrà a sostituire l’attuale sistema impiantistico a

caldaie elettriche autonome, che risulta attualmente dispendioso.

6.1.1 Retrofit strutturale

A cura di S. S.

Analizzando la struttura esistente ed individuate le maggiori problema-

tiche di quest’ultima, si è provveduto alla progettazione di un sistema

compatibile, reversibile e che rispetti la natura modulare dell’edificio.

Data la ridotta presenza di elementi strutturali sul piano che ospita le

chiusure di facciata, come già evidenziato, sono stati previsti degli in-

terventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza della struttura

esistente e finalizzati ad accrescerne la capacità di resistenza, nel ri-

spetto delle norme sismiche. Si è provveduto alla progettazione di un

sistema modulare formato da pilastri costituiti da profili IPE400 colle-

gati alla struttura in cemento armato con bullonature, e isolati per mez-

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148

zo di un sistema a taglio termico, per evitare ponti termici tra la nuova

struttura fredda e i setti, che rientrano invece nella zona riscaldata.

Questi pilastri sono collegati tra loro da travi IPE 140 con passo corri-

spondente all’altezza interpiano dell’edificio esistente. I profili metallici

sono connessi attraverso profili a L fissati con bullonature.

A nord questo modulo strutturale è ripetuto in corrispondenza di ogni

tunnel, mentre a sud è declinato in modo differente ovvero con una

struttura tridimensionale a base quadrata di lato 3,80 m, che nomine-

remo “torre”. Le dimensioni sono imposte dalla distanza tra due setti

portanti consecutivi della struttura esistente, ovvero dalla lunghezza

misurabile nei due tunnel adiacenti ad ogni vano scala. In cinque punti

strategici le torri si uniscono in gruppi di tre andando a costituire degli

elementi singolari ed identificativi dei punti di attraversamento pubbli-

co dell’edificio.

Considerando un modulo di edificio esistente, da giunto a giunto, le

torri inserite sono due e posizionate in corrispondenza dei vani scala e

in particolare a est di questi, ossia nel punto in cui avviene la rotazio-

ne dei setti. Questo sistema garantisce il miglioramento strutturale del

complesso, l’individuazione degli accessi al parco e un aumento della

superficie utile ad ogni alloggio a cui la torre si andrà ad attestare.

6.1.1.1 Accessi al parco

Il sistema di miglioramento strutturale appena descritto acquisisce un

valore aggiunto quando attraverso l’unione di tre dei volumi preceden-

temente descritti si ottiene un elemento identificativo degli accessi al

parco e rappresentativo dell’unico punto di passaggio per gli utenti

pubblici di quest’area. Questi volumi, che chiameremo portali, hanno

lo scopo di sistematizzare e dare ordine al sistema dei percorsi che

attraversano l’edificio saranno per questo posizionati in punti strategici

dell’edificio. Tale soluzione consente la chiusura del portico al piano

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terra, eliminando le zone grigie già individuate come criticità. I nuovi

accessi così indicati vanno a rappresentare gli unici passaggi da nord:

questa proposta punta alla riorganizzazione del sistema dei collega-

menti tra fronte nord e sud del Virgolone, individuando in modo uni-

voco i percorsi pubblici e distinguendoli dagli accessi privati, posizio-

nati sul fronte strada, diversamente da quanto accade ora. In questo

modo gli accessi all’edificio sono direttamente collegati alla strada e in

prossimità delle zone di sosta. Attraverso questa proposta, il sistema

strutturale si pone anche come elemento di risoluzione dell’impianto di

distribuzione pubblico.

I portali risultano visibili sia dall’interno del parco sia dal fronte strada

dell’edificio in modo da essere un punto di riferimento visivo riducendo

così la sensazione di spaesamento ora percepibile. La distanza tra i

portali è stata definita in modo che questi risultino raggiungibili facil-

mente anche dei residenti del Virgolone: la distanza maggiore da per-

correre per raggiungere uno dei varchi è di circa 50 metri, facilmente

percorribile anche da parte di persone anziane.

6.1.1.2 Spazi di pertinenza aggiuntivi

La proposta di inserire le torri strutturali apporta modifiche alla con-

figurazione degli spazi interni, generando superfici utili aggiuntive e

rendendo possibile la variazione della composizione interna degli al-

loggi. Le tipologie di alloggio ora esistenti non soddisfano la domanda

abitativa odierna che si è modificata in modo sostanziale rispetto agli

anni di costruzione dell’edificio. La necessità di un maggior numero

di alloggi di superficie ridotta, dimensionati per ospitare un maggior

numero di nuclei familiari composti uno o due componenti, trova solu-

zione in questa proposta. Al piano primo, dove si trovavano gli alloggi

di dimensioni minori, è stato possibile ricavarne di nuovi, sostituendo i

precedenti con tipologie più adeguate a soddisfare i nuovi stili di vita.

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Allo stesso modo i portali consentono alla porzione di edificio a cui si

attestano di ospitare un maggior numero di alloggi; laddove, nella su-

perficie compresa tra due vani scala, erano presenti solo due alloggi

ne sono stati inseriti tre di dimensioni minori. Questa soluzione si ripe-

te a tutti i livelli del portale. Attraverso questa soluzione diminuisce così

la divisione netta tra piano primo ospitante piccoli alloggi e piani dal

secondo al settimo formati da abitazioni di grandi dimensioni, aumen-

tando il mix sociale all’interno delle singole porzioni di edificio.

6.1.2 Retrofit energetico

A cura di V.L.

Durante le fasi progettuali ci si è serviti dei risultati ottenuti dall’analisi

termo-economica per individuare le strategie energetiche di intervento

necessarie al raggiungimento di elevati livelli di confort, con l’obiettivo

di soddisfare al meglio le esigenze e le possibilità di un complesso di

social housing.

In questa fase è stato molto importante il contributo del programma

Termolog EpiX 2, al fine di verificare in tempo reale le proposte proget-

tuali. Il dato relativo al fabbisogno di energia primaria riferito all’invo-

lucro dello stato di fatto, 109 kWh/m2anno, è stato poi confrontato con

quello ottenuto a seguito dell’intervento sull’edificio: 9 kWh/m2anno.

Da ciò risulta evidente come la strategia di isolamento termico dell’in-

volucro riduca dell’92% il fabbisogno energetico. Il progetto elaborato

prevede una molteplicità di interventi al fine di riqualificare energetica-

mente l’edificio sia a livello dell’involucro, sul quale ci si è soffermati

maggiormente, sia a livello impiantistico. Di seguito verranno indicati i

punti fondamentali di intervento.

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6.1.2.1 L’involucro

L’involucro è scomposto in una serie di pannelli prefabbricati dimensio-

nati per dialogare con la struttura portante esistente. Questa scelta {�

���������dalla necessità di semplificare le fasi montaggio e ridurre

la durata del cantiere ed i conseguenti costi. Il sistema partendo da un

modulo base bidimensionale si declina in due successive varianti a

seconda del posizionamento sulla struttura esistente. Il modulo base, il

più diffuso sulla superficie di facciata, sarà convenzionalmente chiama-

to “tappo”, poiché la sua funzione è proprio quella di andare a chiudere

un tunnel. Questo, come gli altri moduli sarà costituito da: un pannello

strutturale a tre strati in x-lam di spessore 7,2 cm che conferisce la

rigidezza necessaria e consente la collaborazione con la struttura ori-

ginaria attraverso il sistema di fissaggio; questo sarà dotato di un foro

per l’inserimento dell’infisso. Su un lato del pannello sarà posizionato

un foglio di cartongesso di spessore 1,2 cm, che andrà costituire la fi-

nitura interna, mentre sul lato opposto la coibentazione sarà garantita

da un doppio strato di fibra di legno a diverse densità per raggiungere

ottimi livelli di sfasamento. I pannelli si concludono con una camera

di ventilazione che integrandosi con i moduli adiacenti definisce una

facciata ventilata a giunto aperto. Il modulo è finito esternamente da

un pannello sandwich costituito da uno strato di polistirene, necessa-

rio a garantire la protezione dagli urti e dai rumori, e da una lamiera in

acciaio zincato preverniciato. Lo studio del sistema di montaggio dei

vari pannelli ha portato alla messa a punto di un giunto a ginocchio

realizzato con l’inserimento di pannelli di osb interposti agli strati di

isolamento in fibra di legno, questo giunto consente un margine di er-

rore in fase di posa senza generare ponti termici e permette inoltre un

montaggio semplice che non necessita di ponteggi ma il semplice uso

di un braccio meccanico. I pannelli devono essere posizionati dal bas-

so verso l’alto e da destra verso sinistra. Questo sistema prefabbricato

di facciata porta a soddisfare le esigenze energetiche, economiche, di

flessibilità e di velocità di montaggio.

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153

fig. 50: Particolare costruttivo del sistema di facciata

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154

Il secondo modulo nasce dall’inserimento della terza dimensione al

“tappo”: alla superficie bidimensionale vengono aggiunti un soffitto, un

pavimento e due pareti laterali, a formare una sorta di cubo aperto su

un lato. Questo elemento sarà nominato “cella” ed andrà a posizionarsi

in facciata in corrispondenza delle torri. Le cinque facce che costitu-

iscono la cella avranno la stessa stratigrafia del tappo ad esclusione

della camera di ventilazione sulle pareti laterali a est e ovest, su queste

la finitura esterna, in pannelli composti da listelli verticali di polipropi-

lene e fibra di legno, andrà a connettersi direttamente alla struttura in

acciaio delle torri. Queste schermatura risulta idonea a limitare il surri-

scaldamento solare estivo nelle ore pomeridiane.

Il terzo e ultimo sistema di tamponamento, che potremmo definire

come una “cella rovesciata”, si differenzia dai precedenti per essere

posizionato su un elemento esistente, ossia in corrispondenza delle

logge già presenti nell’edificio: l’intervento prevede la sostituzione del

tamponamento con un nuovo pannello e l’ inserimento di uno strato

coibente compreso di finitura esterna metallica sui setti laterali, eli-

minando in questo modo i ponti termici in facciata. I solai delle logge

sono isolati sia all’intradosso che all’estradosso e rifiniti con una pavi-

mentazione in listelli di polipropilene e fibra di legno al fine di evitare la

trasmissione del freddo all’interno dell’edificio.

Sul lato nord il prospetto appare concavo e la percezione visiva di chi

percorre la strada adiacente al complesso è quella di una suddivisio-

ne in sezioni di prospetto che si concludono tra due vani scala con-

secutivi. Qui, i nuovi elementi strutturali,posti di seguito al sistema di

tamponamento a pannelli prefabbricati, contribuiscono al disegno del

prospetto riquadrando le aperture,dando ritmo e scandendo la faccia-

ta. Le aperture in questo lato dell’edificio sono ridotte di dimensioni

rispetto a quelle poste a sud, al fine di soddisfare i principi di proget-

tazione bioclimatica. La scansione del prospetto così ottenuta è inter-

rotta dall’individuazione dei percorsi di attraversamento dell’edificio,

identificati con la ripetizione della struttura a torre precedentemente

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fig. 51: Dettaglio costruttivo del sistema a cella

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156

descritta andando a formare dei veri e propri portali immediatamente

individuabili e riconoscibili.

A sud, sul fronte parco, dove ponendosi al limite dell’area verde è pos-

sibile avere una vista d’insieme dell’edificio, il pannello è integrato con

sistemi di ombreggiamento a tende riavvolgibili collegati a dei mar-

capiani che conferiscono l’orizzontalità al partito architettonico asse-

condando così la lunghezza dell’edificio. L’inserimento delle strutture

a torre poste in adiacenza alla facciata interrompe in modo regolare

questa orizzontalità senza interferire con la lettura del prospetto nella

sua unità.

Dal punto di vista cromatico si è deciso di utilizzare le tonalità del grigio

chiaro a nord, dove l’illuminazione risulta scarsa e indiretta, mentre a

sud è stato fatto uno studio del colore sugli elementi di ombreggia-

mento in modo da ottenere una composizione di facciata in continuo

mutamento a seconda dell’ora del giorno e del periodo dell’anno. In

aggiunta a questo, gli imbotti di tutte le aperture sono trattati con una

colorazione bordeaux: ciò consente una visione dinamica dell’edificio

dal parco favorendo, a seconda del movimento dell’osservatore, la

percezione curvilinea del complesso.

6.1.2.2 Isolamento vani scala

Gli elementi di risalita dell’edificio esistente sono posizionati all’interno

di volumi scatolari che creano una scansione regolare sul prospetto

nord dell’edificio e sporgono rispetto al filo di facciata. Questi ambienti

non riscaldati sono costituiti da setti prefabbricati in cemento armato

scarsamente isolati;l’analisi energetica evidenzia inoltre come questi

spazi rappresentino una delle cause dell’elevato fabbisogno energe-

tico degli alloggi. Si propone perciò l’inserimento di un ulteriore strato

coibente, per motivi dovuti sia alla loro dimensione che alla loro collo-

cazione rispetto ai vani riscaldati. I setti che sono interessati da questo

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fig. 52: Particolare costruttivo del sistema a cella rovescia

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intervento sono quelli in adiacenza agli alloggi: l’isolante sarà collocato

all’estradosso dei muri perimetrali di divisione tra zone termiche riscal-

date e non riscaldate, con finitura in cartongesso.

Per quanto riguarda il trattamento esterno di facciata di questi volumi,

si propone un rivestimento in acciaio zincato, lo stesso materiale utiliz-

zato per gli altri tamponamenti. La giunzione tra le varie lastre crea del-

le suddivisioni orizzontali che riprendono la composizione del restante

prospetto già descritto in precedenza. La dimensione e il posiziona-

mento delle nuove bucature è dettata da tale scansione.

6.1.2.3 Dotazioni impiantistiche integrative

Dall’analisi termo-economica è stata rilevato come l’introduzione di un

sistema di ventilazione meccanica possa apportare miglioramenti in

termini di riduzione del fabbisogno energetico.

La soluzione adottata è stata quella di un impianto di ventilazione ad

aria, alimentato da un’unità di trattamento dell’aria, U.T.A., a funzio-

namento elettrico posizionata in copertura in corrispondenza di ogni

vano scala, in modo da poter essere contenuta in un volume attiguo

ai fine corsa degli ascensori e rivestita con la stessa finitura metallica

utilizzata per il resto del complesso. Bisogna distinguere tra funzio-

namento in regime invernale ed estivo: nel primo caso, l’aria calda e

umida viene aspirata, mentre il filtro provvede all’abbattimento delle

polveri e all’aumento della purezza dell’aria. L’aria calda e umida pas-

sa attraverso il raffreddatore che la raffredda e condensa una parte

dell’umidità presente; l’acqua è raccolta dalle vasche di condensa ed

è espulsa dall’impianto. Successivamente si ha il passaggio dell’aria

all’interno del compressore: l’aria viene compressa, e quindi aumenta

la sua temperatura oltre che la velocità del flusso. Superato il com-

pressore, l’aria compressa viene condotta nel condensatore che la fa

espandere nuovamente e la raffredda in modo da cedere l’ultima par-

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te di umidità in eccesso. L’aria così emessa può essere immessa nei

locali tramite apposite bocchette integrate nelle controsoffittature. In

regime invernale, invece, l’aria fredda viene aspirata e fatta passare

attraverso il filtro allo stesso modo descritto in precedenza. La presen-

za di un riscaldatore primario consente di pre-riscaldare l’aria che poi

verrà raffreddata per alterarne le caratteristiche. L’aria tiepida e secca

passa attraverso il post-riscaldatore che porta l’aria ad una temperatu-

ra adeguata. Successivamente il compressore aumenta ulteriormente

la temperatura e la velocità del flusso d’aria. Superato il compressore,

l’aria passa attraverso il condensatore dove si espande nuovamente e

per effetto della temperatura e della velocità del flusso assorbe umidi-

tà dall’umidificatore. In seguito l’aria potrà essere immessa nei locali

interni.

Per quanto riguarda l’aria esausta, essa viene prelevata dall’interno

degli alloggi e viene immessa in uno scambiatore di calore che, at-

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entrata sfruttando il calore rilasciato dall’aria in uscita, evitando perdite

di energia. L’inserimento di un impianto di ventilazione meccanica si è

reso necessario al fine di garantire condizioni ottimali di comfort inter-

no, soprattutto per consentire la ventilazione ai bagni esistenti, laddo-

ve non sia stato possibile dotarli di areazione naturale.

Come impianto di riscaldamento, si è deciso di mantenere il teleriscal-

damento esistente. La centrale termica è posizionata all’interno del ri-

one, nella parte del Pilastro vecchio, che serve l’edificio attraverso una

serie di sottocentrali. La distribuzione avviene attraverso delle colonne

montanti che portano il fluido termovettore ai terminali. Gli elementi og-

getto di modifica sono i terminali,che verranno sostituiti con dei nuovi

elementi ventilconvettori, e le colonne di distribuzione per diminuire le

perdite dovute alla vetustà di tali condotti.

Per quanto riguarda il fabbisogno energetico di acqua calda sanita-

ria si è deciso di eliminare i bollitori elettrici autonomi ad ora esisten-

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160

ti all’interno di ogni appartamento a favore di un nuovo impianto che

combina due tipi di produzione di energia: il teleriscaldamento e il so-

lare termico.

Si è pensato di utilizzare il teleriscaldamento, già utilizzato per la pro-

duzione del riscaldamento degli alloggi, dato il minor fabbisogno ener-

getico che l’edificio raggiungerà con il progetto: il teleriscaldamento

infatti, anche se si riducono i consumi, funziona sempre a regime in-

dipendentemente dalla richiesta, perciò si è deciso di compensare la

riduzione dovuta al minor fabbisogno energetico dell’involucro con la

produzione combinata di acqua calda sanitaria e riscaldamento. Il flui-

do termovettore, in questo caso acqua ad una temperatura di 90 gradi,

giunge dalla centrale termica alle sottocentrali interne all’edificio. La

presenza di un collettore porta alla distribuzione del flusso ai singoli

vani scala, circa sei per sottocentrale, ed è convogliato all’interno di

una serpentina nel bollitore, per il riscaldamento dell’acqua ad uso sa-

nitario.

Per quanto concerne il sistema solare termico si è optato per la tipologia

a circolazione forzata con serbatoio posizionato all’interno dell’edificio.

Il liquido solare, attraverso una pompa ausiliaria, circola all’interno del

pannello. Risulta così non necessaria la collocazione del serbatoio so-

pra al collettore. Può ritenersi un sistema impiantistico ad alta efficien-

za energetica che utilizza fonti energetiche rinnovabili. Il funzionamen-

to di questo tipo di impianto è collegato all’intensità dell’irraggiamento

solare: i raggi solari sono captati dal fluido termovettore che scorre

all’interno dei tubi sottovuoto. Il fluido è collegato attraverso un circui-

to ad un accumulatore che provvede all’immagazzinamento dell’ener-

gia termica che sarà poi erogata se necessario. Una centralina misu-

ra la temperatura di tale liquido congiuntamente a quella dell’acqua

all’interno del serbatoio: se la temperatura di quest’ultima è minore di

quella del fluido, la centralina aziona la pompa che convoglia il liquido

all’interno del circuito attraverso una serpentina interna al serbatoio. In

questo modo avviene il passaggio del calore dal flusso termovettore

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Fig. 53: Impianto di riscaldamento e acs

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all’acqua che potrà essere utilizzata per l’uso domestico. Tale sistema

permette un risparmio nell’utilizzo di altre fonti di energia non rinnova-

bili, diminuendo le emissioni di CO2 del complesso.

Il numero stimato di collettori solari per sopperire al fabbi-

sogno energetico di acqua calda sanitaria di un vano sca-

la è di dieci pannelli, mentre la portata del bollitore a doppio

serpentino è di 1500 litri. Si è prevista l’installazione di collettori solari

installati in copertura e orientati a sud con un’inclinazione di 30 gradi

per consentire un’alta efficienza nell’utilizzo e permetterne il funziona-

mento anche nei periodi invernali o di minore insolazione. L’inclinazio-

ne è necessaria anche per permettere al fluido di circolare all’interno

dei tubi.

Il dimensionamento dei pannelli solari è stato stimato con il program-

ma Termolog EpiX 2 impostando una percentuale del 60% di copertura

del fabbisogno di acqua calda sanitaria. La percentuale scelta è stata

vincolata dalla superficie di copertura dell’edificio esistente che può

ospitare un numero massimo di pannelli. Al fine di poter utilizzare al

meglio tale superficie, si è deciso di eliminare la copertura a doppia

falda e utilizzare l’ultimo solaio come copertura piana coibentandolo

adeguatamente. I consumi vengono poi suddivisi tra i vari proprietari

attraverso appositi contabilizzatori.

6.1.3 Retrofit funzionale

A cura di V.L. e S.S.

L’inserimento dei portali tripartiti a nord, come già anticipato, è stato

progettato al fine di identificare i percorsi di accesso al parco sistema-

tizzando il sistema di porticati prima esistente. Sullo stesso fronte si è

pensato alla riqualificazione degli accessi all’edificio, prima posizionati

sul fronte sud. L’intervento comprende la ridefinizione degli spazi di

pertinenza posizionati su questo lato del complesso attualmente adi-

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164

biti a zone di sosta private, poco organizzate, degradate e, in alcuni

tratti, non accessibili ai disabili. Si prevede lo spostamento delle aree

di sosta sul lato opposto della strada in modo da consentire una mag-

giore visibilità agli utenti e liberando le aree adiacenti all’edificio. Que-

sti spazi saranno così ridisegnati per mezzo del verde, ridefinendo un

percorso pedonale pubblico longitudinale rispetto all’edificio che col-

lega i vari assi di accesso al parco e che proseguiranno oltre la strada

carrabile a nord, verso il centro commerciale e il CAAB.

La ricollocazione degli accessi a nord conferisce maggiore visibilità ai

punti di ingresso, identificando in modo univoco le risalite e creando un

sistema presidiato di entrate. Sono stati inseriti dei volumi di accesso

in corrispondenza di ogni vano scala utili ad individuare gli ingressi,

a contenere i campanelli e le cassette della posta e che potessero

ospitare spazi di deposito, quindi una sorta di diaframma tra interno

ed esterno. I volumi sono formati da un sistema di setti in calcestruzzo

prefabbricato, a formare un vero e proprio portale, e rivestiti in lastre

metalliche in continuità con la struttura esistente. La chiusura del lato

frontale è composta da un grigliato metallico ad elementi verticali che

ricorda il sistema di ombreggiamento utilizzato nelle torri. Nello porzio-

ne compresa tra edificio e strada sono stati inseriti luoghi di servizio

alle residenze: piccole aree verdi, parcheggi per disabili e isole per la

raccolta dei rifiuti che risulta così facilmente raggiungibile dai mezzi di

raccolta. La percorribilità pedonale è garantita in senso longitudinale

rispetto all’edificio da due percorsi paralleli, un a ridosso della strada

l’altro che diventa l’elemento di coesione tra i vari accessi. Ciò si è

reso necessario per consentire un miglior collegamento tra gli spazi di

pertinenza diventando anche un luogo di passaggio e aggregazione.

L’entrata ai vani scala è stata posizionata in modo da semplificare l’ac-

cesso alle risalite. Al piano terra gli spazi saranno ridefiniti e chiusi

in modo da poter essere utilizzati come cantine e depositi privati, già

esistenti al piano interrato, ma non più sufficienti. In questo modo si

aumenta il numero degli spazi di servizio, oltre alla loro dimensione, in

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Fig. 54 Piante piano primo e piano tipo

Fig. 55 Baseline delle composizioni degli alloggi

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166

accordo con l’aumento del numero degli alloggi che permetterà l’inter-

vento di ridistribuzione degli spazi residenziali dell’edificio.

Al piano primo le nuove tipologie di alloggio sfruttano il sistema di di-

stribuzione esistente a ballatoio sul quale son posizionati gli accessi

agli appartamenti che andranno ad occupare il tunnel centrale. Si è

scelto interrompere il ballatoio in corrispondenza dei vani scala, tra-

sformandolo così in un sistema di terrazzi. In questo modo il sistema

di distribuzione risulta semplificato, eliminando il pericolo di appropria-

zione degli spazi comuni, oggi esistente.

Ai piani superiori il sistema di distribuzione è inalterato rispetto all’ori-

ginale con due accessi per piano, mentre in presenza delle nuove tipo-

logie gli alloggi serviti aumentano a tre. In presenza dei portali tripartiti

si prevede la stessa organizzazione degli spazi serviti descritta a pia-

no primo per tutti i piani. I solai saranno integrati con degli elementi

grigliati metallici retti dalle strutture a torre in continuità con quelli in

calcestruzzo esistenti.

La necessità di trovare una risposta adeguata alla domanda abitativa

ha portato ad un ragionamento più approfondito riguardante l’attua-

le disposizione interna dei vani,al fine di poter riconfigurare gli spazi

interni e ricavare un numero maggiore di alloggi, data la presenza ec-

cessiva di residenze sovradimensionate poco utilizzate, o addirittura

non locate. Al piano primo si è riusciti a riconfigurare la disposizione

inserendo cinque alloggi (e non più quattro) nello spazio risultante tra

due vani scala consecutivi. Si tratta di mini alloggi composti da alme-

no due vani al fine di assecondare la necessità sempre crescente dei

nuovi nuclei famigliari composti da un solo individuo, da coppie o da

nuclei monogenitore. La stessa linea di intervento è stata utilizzata per

quanto riguarda i piani superiori, dove una parte delle accoppiate di

alloggi con superficie maggiore sono state ridefinite inserendo tre al-

loggi di dimensioni minori.

Quando possibile, gli spazi interni di ogni alloggio vengono disposti in

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167Fig. 56 Tipologie di alloggio

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modo tale da posizionare sul lato affacciato verso sud gli spazi di vita

diurna, relegando sul lato esterno gli spazi notturni e di servizio. In al-

cuni casi, data la rigidità del sistema costruttivo, è risultato sconvenien-

te una riprogettazione dei servizi igienici volta a garantire la possibilità

di ventilazione e illuminazione naturale. Inoltre, la possibilità di poter

sfruttare il sistema impiantistico esistente e i vani di distribuzione, unita

alla scelta di garantire un sistema di illuminazione adeguato ai restanti

vani, ha portato alla progettazione dei servizi al centro dell’alloggio.

Come strategia progettuale si è deciso di riutilizzare, quando possibile,

le aperture esistenti. Stesso ragionamento vale per le logge, che costi-

tuiscono gli unici spazi di pertinenza dell’alloggio: per tale motivo si è

deciso di dotare di questi spazi aperti coperti anche le nuove tipologie

e di aumentare la superficie di quelli già esistenti a sud.

L’operazione di riorganizzazione degli spazi interni permette di ricavare

91unità abitative in più all’interno dell’edificio portando il numero degli

alloggi da 570 a 661, che rappresentano il 17% del totale. Le dimensio-

ni di questi variano dai 37 ai 90 m2, soddisfacendo così le esigenze dei

diversi tipi di utenza che rappresentano la domanda abitativa.

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Fig. 57 Composizione percentuale di alloggi e abitanti insediabili

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6.2 Fase 2: Space making

Al termine dello sviluppo della prima fase, che ha interessato la riquali-

ficazione dell’edificio in sé, si è proseguito con la progettazione di una

serie di azioni che riguardano l’ambito del quartiere, che definiamo col

nome di rigenerazione urbana. Gli obiettivi di tale fase sono di rivivifi-

care il quartiere e portare alla creazione di dinamiche sociali, ferman-

do il processo di degrado architettonico e sociale di quest’area, oltre

a portare all’aumento del carico urbanistico. Quest’ultimo punto è ne-

cessario per evitare lo sfruttamento di nuove risorse del suolo e razio-

nalizzare quelle già urbanizzate, evitando di alimentare le dinamiche

di sprawl urbano già presenti in molte nelle zone periferiche del nostro

paese. Questo atteggiamento porta alla riduzione delle distanze tra

abitazione e servizi incentivando l’uso di mezzi pubblici e sostenibili.

6.2.1 Densificazione accessibile

A cura di S.S.

Data la difficoltosa adattabilità dell’edificio alle esigenze di persone anziane e disabili si è deciso di aggiungere una serie di nuovi alloggi progettati ad hoc per questo tipo di utenza. L’analisi del reddito di que-sti individui, mette in luce come questa fascia di popolazione sia la più debole; queste persone percepiscono pensioni ridotte, vivono sole e non sono inclini a cambiamenti repentini e a sopportare disagi. La ri-qualificazione di un edificio esistente porterebbe a problemi di preca-rietà dell’abitazione durante l’arco dell’intervento. Questi motivi hanno portato alla scelta di porre particolare attenzione a questi individui.

Le nuove residenze si sviluppano in adiacenza al Virgolone sul lato sud, immerse nel parco. I volumi si sviluppano partendo dal sistema delle radiali generate dall’edificio esistente in direzione del centro del parco. Per questo motivo la profondità degli edifici in linea, partendo da 7,60 metri varia a seconda della distanza dall’edificio.

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172

Per consentire una maggior uniformità al complesso sono stati pro-

gettati dei volumi, della stessa altezza della nuova costruzione, che

consentono l’aumento della superficie degli spazi di servizio oltre ad

offrire nuova superficie terrazzata accessibile ai soli alloggi del primo

piano del Virgolone.

A sud, sul fronte parco, gli edifici sono collegati da un volume agget-

tante collocato al piano primo che contribuisce alla formazione di corti

trattate a verde a valenza diversa. Le corti private, in cui gli spazi ver-

di sono di pertinenza esclusiva del singolo alloggio, contengono gli

accessi e sono percorribili solo dai residenti e le corti pubbliche, in

corrispondenza dei portali, sono accessibili sia dai residenti che dagli

utenti del parco e costituiscono spazi di sosta e aggregazione. Come

sarà illustrato successivamente, questi spazi si trovano sempre in cor-

rispondenza di un “polo”, un edificio di pubblica utilità a carattere so-

ciale.

Gli accessi agli alloggi a piano terra avvengono attraverso gli ingressi

dell’edificio riqualificato, per le unità abitative collocate nella parte cen-

trale del complesso, mentre per gli appartamenti esterni, gli ingressi

si trovano sul fronte parco e sono raggiungibili mediante l’attraversa-

mento dei varchi al parco. Da questi punti è possibile anche accedere

alle residenze a piano primo attraverso i vani scala che conducono

ad un sistema sopraelevato a ballatoio. Tale sistema, posizionato a

nord dell’elemento di testata, consente la vista delle corti dall’alto e

per mezzo di vetrate. Gli spazi di pertinenza esclusiva a piano superio-

re consistono in una serie di logge annesse a ciascun appartamento,

sono affacciate sul parco e generano in facciata un sistema di vuoti e

pieni.

Il sistema costruttivo di questo nuovo complesso è a pannelli portanti

in x-lam disposti in entrambe le direzioni, che permette di mantene-

re una coerenza strutturale con l’edificio riqualificato adiacente, con il

vantaggio di una maggior libertà compositiva.

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173

Il sistema di coibentazione è costituito dalla stessa stratigrafia dei pan-

nelli progettati per l’edificio esistente, rispondendo in modo adeguato

ai limiti di trasmittanza per edifici di nuova costruzione. Le coperture

piane sono costituite da un sistema in lamiere grecate, scelto al fine

di consentire l’allineamento con il primo solaio dell’edificio Virgolo-

ne, mantenendo così le altezze già esistenti. Ciò è anche consentito

dall’aver collocato la nuova costruzione ad una quota inferiore rispetto

al solaio del piano terra dell’edificio. Il collegamento tra i due livelli è

permesso da una rampa che rende le corti accessibili ai disabili. La

finitura superiore è verde non calpestabile: ciò contribuisce assieme

all’isolamento in fibra di legno all’isolamento degli ambienti interni. Altri

vantaggi connessi a questo tipo di scelta sono l’assorbimento di calore

che porta alla riduzione dell’utilizzo degli apparecchi di raffreddamen-

to, oltre al filtraggio di aria inquinata e all’assorbimento di acqua piova-

na, contribuendo alla riduzione del carico nella rete fognaria. Lo stesso

vale per le coperture del volume a piano primo.

Gli alloggi sono stati progettati per rispondere ad un’ampia richiesta

e perciò hanno superfici variabili che vanno da 41 a 60 m2e risultano

completamente accessibili o in ogni caso adattabili. Hanno un doppio

affaccio,e uno spazio esterno di pertinenza in parte verde ed in parte

pavimentato. Il materiale utilizzato per la realizzazione di queste pavi-

mentazioni private esterne è lo stesso che va a formare i brise soleil,

già trovati nella prima fase per l’ombreggiamento delle logge: questo

per mantenere una coerenza nei materiali utilizzati oltre ad un’identità

formale.

A piano terra trovano luogo gli spazi comuni, necessari alla residenza

sociale, e che serviranno anche l’edificio riqualificato. Saranno posti

nelle testate affacciate sul parco degli edifici in linea e comprenderan-

no anche alcuni dei volumi leggeri e semi-trasparenti posti a chiusura

delle corti sul lato parco; i rimanenti vani avranno la funzione di spazi

di servizio e rimessaggio. Gli accessi agli spazi comuni si trovano sui

passaggi pubblici esterni alle corti e sono raggiungibili dagli utenti del

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Virgolone tramite i nuovi percorsi. Questi spazi potranno accogliere

riunioni,assemblee e rappresentare spazi per il gioco dei bambini. Ol-

tre ai nuovi passaggi, già progettati nella prima fase, il parco modifica

il suo assetto al fine di servire le nuove abitazioni progettate.

Per quanto riguarda il sistema impiantistico si è deciso di sfruttare il si-

stema di teleriscaldamento esistente all’interno del quartiere, inseren-

do un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore

di calore al fine di regolare i ricambi d’aria necessari al confort igrome-

trico dell’alloggio. Quest’ultimo potrà essere utilizzato come sistema

di riscaldamento e raffrescamento estivo. Questo sistema infatti sarà

collegato anche a degli scambiatori di calore interrati che consentono

di riscaldare o di raffreddare l’aria in entrata, dato che alla profondità di

100-150 cm la temperatura della terra rimane quasi costante per tutto

l’anno. L’aria esterna che attraversa lo scambiatore interrato si riscalda

in inverno e si raffredda in estate. In inverno, l’aria esterna di 0°gradi

può raggiungere una temperatura fino a 10-12°gradi, mentre in esta-

te, l’aria oltre i 30°gradi si raffredda fino a 25-27°gradi. L’acqua calda

sanitaria sarà ottenuta mediante l’inserimento di collettori solari sulla

copertura piana collegati ad un boiler a servizio di un solo edificio in

linea posto nel vano tecnico adiacente al vano scala.

6.2.2 Vivere sociale

A cura di V. L.

Come si è ricordato precedentemente, in corrispondenza dei varchi

sono stati progettati dei “poli”: degli edifici ospitanti attività sociali e ri-

creative a servizio della comunità, diversificati in base alle attività svol-

te e alla fascia di persone a cui sono rivolti: polo giovani, polo anziani

e polo bambini.

Ciascuno di questi ha una conformazione planimetrica e volumetrica

differente collegata alla funzione che deve ospitare, pur mantenendo

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176

dei caratteri simili. Questi edifici creano degli spazi pubblici sul lato

nord; la posizione favorisce la visibilità di questi servizi al cittadino,

mantenendo un collegamento forte con il parco e le attività ad esso

collegato: sul fronte sud infatti, sono inserite delle corti pubbliche di

diversa valenza, ognuna trattata in modo diverso, che consentono di

diminuire l’effetto di spaesamento. L’accesso avviene sempre sui lati

che si affacciano sui varchi pubblici, creando dei punti di aggregazione

e socializzazione.

Il fronte strada, prima scandito dai volumi di accesso all’edificio, as-

sume maggior complessità: gli edifici si presentano come dei volumi

più alti in prossimità dell’asse stradale al fine di ricreare un fronte ed

aumentare la visione per parti. Percorrendo longitudinalmente il Virgo-

lone questi edifici rappresentano degli episodi puntuali che accompa-

gnano la passeggiata; lo scopo è quello di rivitalizzare questa strada,

ora principalmente destinata al traffico e al parcheggio di automezzi,

poco praticata dai cittadini del quartiere e di consentire il passaggio

pedonale verso l’area commerciale posta a nord.

Percorrendo da Ovest a Est il fronte nord dell’edificio riqualificato, il pri-

mo polo raggiungibile è quello adibito alle attività per giovani. La posi-

zione risulta dettata dal fatto che nell’ultima parte dell’edificio, colloca-

ta al di là dell’elettrodotto, saranno localizzati degli alloggi per studenti,

data la presenza della facoltà di Agraria a nord del Pilastro e delle

strutture sportive della facoltà di Scienze Motorie. Sono stati progettati

degli spazi comuni utilizzabili per attività ricreative, corsi, oltre all’intro-

duzione di un internet point e una corte adibibile ad attività all’aperto.

Proseguendo all’altezza del secondo varco si trova il polo degli anzia-

ni, costituito da due edifici aventi stessa forma, ma funzioni diverse: il

primo è pensato per ospitare un mercato, gestito dagli anziani, di ri-

vendita dei prodotti coltivati a nord dell’edificio. Comprende gli spazi di

pulitura, conservazione e rivendita. Sul lato opposto troviamo un punto

di ritrovo con zona ristorazione e uno spazio polifunzionale annesso.

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Il terzo polo è quello che ospita le attività dei bambini. E’ posizionato

tra i due varchi più ravvicinati: a sud infatti la piazza verde che viene

a formarsi tra questi due varchi è pensata come un’area gioco per i

bambini, in questo modo il polo si pone come rimando a nord di tale

attività. L’edificio ospita aree per il gioco al chiuso e aule che possono

essere utilizzate per attività pomeridiane e di formazione. L’entrata è posta in una zona più riparata dal fronte strada: il varco si allarga ad abbracciare tale spazio creando una piccola piazza.

6.2.3 Completamento urbano

A cura di V.L. e S.S.

In ultimo si è deciso di progettare un’area commerciale che potesse

dare una conclusione all’edificio e avviare delle dinamiche di rigene-

razione a livello del quartiere. La posizione di quest’area contenen-

te servizi di vicinato e uffici risulta diametralmente opposta al centro

commerciale del Pilastro, già esistente, in condizione di degrado e che

costituiva l’unica area commerciale del rione. Il nuovo complesso si è

reso necessario per consentire anche alle persone anziane la possibi-

lità di raggiungere più facilmente una zona commerciale non dovendo

utilizzare i mezzi.

Per prima cosa si è deciso di rettificare via Salgari: questa operazio-

ne riduce il pericolo di manovra di immissione nella strada oltre che

portare alla definizione di un’area triangolare dove è stato progettato

il nuovo complesso di completamento. Sfruttando il sistema di assi e

radiali generate dal Virgolone si è definita la giacitura del complesso

dal punto di vista planimetrico, che risulta così formato da un edificio

lungo la nuova via Salgari, dove saranno inserite delle residenze spe-

ciali per ragazze madri. La continuazione della radiale proveniente dal

varco crea un allineamento che sarà descritto da un portico a piano

terra sul quale si affacceranno i nuovi spazi commerciali comprendenti

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principalmente attività rivolte al commercio di alimentari e di artigiana-

to. L’edificio d’angolo a tipologia a torre è costituito da un basamento

a piano terra che potrà ospitare altri servizi di vicinato. Gli altri piani

facenti parte della torre invece saranno adibiti ad uffici, in modo da au-

mentare la mixitè ad oggi inesistente. Questi volumi formano due lati

di una piazza di quartiere, che ad oggi non trova luogo al Pilastro, di

cui il Virgolone costituisce il terzo lato. La piazza si affaccia sull’ultimo

lato su una strada di nuova costruzione che raccorda la nuova via Sal-

gari con l’esistente tessuto stradale. In adiacenza sono stati collocati

degli ulteriori spazi commerciali che creano un distacco ulteriore tra la

residenza e lo spazio pubblico. Al di là della nuova strada di collega-

mento sarà posizionato un edificio destinato a parcheggio di cinque

piani, dimensionato al fine di creare un servizio sia ai residenti che al

completamento commerciale che al parco, in modo da sopperire alla

mancanza di parcheggi riscontrata e di esaurire il bisogno di posti auto

derivanti dal nuovo progetto.

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8. Allegati

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Scenario 0|A1-A2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 167,1 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 24.432,5 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 146,21 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.427,8 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 44,45 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 28.230,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 168,94 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 28.230,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 28.230,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 28.230,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 221,28 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,865

Classificazione energetica globale G

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Scenario 0|A2-A3

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 27.814,4 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 145,02 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 14.685,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 76,56 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 35.996,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 187,68 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,773

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 35.996,5 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 35.996,5 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 35.996,5 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 239,75 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,773

Classificazione energetica globale G

Scenario 0| B2-B2

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Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 7.368,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 48,16 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.328,6 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 67,51 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 11.441,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 74,78 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,644

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 11.441,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 11.441,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 11.441,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 119,79 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,644

Classificazione energetica globale D

Scenario 0| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo

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Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 12.841,8 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 83,93 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.231,4 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 60,34 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 18.372,4 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 120,08 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,699

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 18.372,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 18.372,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 18.372,4 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 165,09 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,699

Classificazione energetica globale E

Scenario 0| B1-C

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 151,7 m²

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Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 10.150,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 66,90 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 15.710,4 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 103,54 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 15.450,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 101,83 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,657

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 15.450,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 15.450,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 15.450,5 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 146,79 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,657

Classificazione energetica globale E

Scenario 0| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 17.925,7 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 118,14 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.651,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 50,43 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 24.366,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 160,59 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,736

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 24.366,9 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 24.366,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 24.366,9 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 205,55 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,736

Classificazione energetica globale F

Scenario 1|A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 13.204,1 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 79,02 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.819,6 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 52,78 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 15.256,8 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 91,30 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 15.256,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 15.256,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 15.256,8 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 143,63 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 1|A2-A3

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 26.251,8 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 136,87 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 14.891,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 77,64 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 34.174,8 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 178,18 kWh/m²anno Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,768

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 34.174,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 34.174,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 34.174,8 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 230,25 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,768

Classificazione energetica globale G

Scenario 1|B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 6.301,8 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 41,19 kWh/m²anno

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Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.548,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 68,95 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 9.969,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 65,16 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,632

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 9.969,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 9.969,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 9.969,9 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 110,17 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,632

Classificazione energetica globale D

Scenario 1|B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 11.702,1 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 76,48 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.397,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 61,42 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 16.981,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 110,99 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,689

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 16.981,5 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 16.981,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 16.981,5 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 156,00 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,689

Classificazione energetica globale E

Scenario 1| B1-C

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 151,7 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 8.752,9 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 57,69 kWh/m²anno

Page 202: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.000,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 105,45 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 13.619,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 89,76 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,643

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 13.619,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 13.619,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 13.619,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 134,72 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,643

Classificazione energetica globale E

Scenario 1| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 16.399,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 108,08 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.829,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 51,60 kWh/m²anno

Page 203: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 22.568,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 148,74 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,727

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 22.568,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 22.568,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 22.568,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 193,70 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,727

Classificazione energetica globale F

Scenario 2| A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 14.165,5 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 84,77 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.721,3 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 52,19 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite 30,00 kWh/m²anno

Page 204: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

EPe,inv,limite Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 16.367,7 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 97,95 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 16.367,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 16.367,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 16.367,7 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 150,28 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 2| A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 14.165,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 84,77 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.721,3 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 52,19 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Page 205: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 16.367,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 97,95 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 16.367,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 16.367,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 16.367,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 150,28 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 2|A2-A3

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 191,8 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 20.923,7 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 109,09 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 15.364,8 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 80,11 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite 30,00 kWh/m²anno

Page 206: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

EPe,inv,limite Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 27.830,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 145,10 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,752

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 27.830,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 27.830,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 27.830,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 197,17 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,752

Classificazione energetica globale F

Scenario 2| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 9.146,2 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 59,78 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.891,8 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 64,65 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Page 207: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 13.794,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 90,16 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,663

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 13.794,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 13.794,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 13.794,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 135,17 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,663

Classificazione energetica globale E

Scenario 2| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 13.907,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 91,66 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.972,4 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 52,54 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 19.590,6 kWh

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Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 129,11 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,710

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 19.590,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 19.590,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 19.590,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 174,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,710

Classificazione energetica globale F

Scenario 3| A1-A2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 167,1 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 13.204,1 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 79,02 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.819,6 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 52,78 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 15.256,8 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 91,30 kWh/m²anno

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Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 15.256,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 15.256,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 15.256,8 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 143,63 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 3| A2-A3

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 191,8 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 17.677,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 92,16 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 15.956,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 83,19 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 23.998,7 kWh

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Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 125,12 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,737

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 23.998,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 23.998,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 23.998,7 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 177,19 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,737

Classificazione energetica globale F

Scenario 3| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 8.045,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 52,59 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.085,4 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 65,92 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 12.322,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 80,54 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

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Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,653

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 12.322,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 12.322,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 12.322,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 125,55 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,653

Classificazione energetica globale D

Scenario 3| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 12.403,7 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 81,75 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.185,1 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 53,94 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 17.770,3 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 117,12 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Page 212: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,698

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 17.770,3 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 17.770,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 17.770,3 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 162,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,698

Classificazione energetica globale E

Scenario 4|A1-A2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 167,1 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 16.868,3 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 100,95 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.412,6 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 50,34 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 19.490,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 116,64 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

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Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 19.490,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 19.490,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 19.490,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 168,97 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 4| A3-A2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 21.301,6 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 111,06 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 15.560,9 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 81,13 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 28.265,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 147,37 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,754

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Page 214: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 28.265,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 28.265,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 28.265,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 199,44 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,754

Classificazione energetica globale F

Scenario 4| B2-B2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.219,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 14,51 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 11.477,4 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 75,02 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 4.057,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 26,52 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,547

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

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Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 4.057,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 4.057,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 4.057,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 71,53 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,547

Classificazione energetica globale C

Scenario 4| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 6.986,2 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 45,66 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.900,2 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 64,71 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 10.809,0 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 70,65 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,646

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Page 216: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 10.809,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 10.809,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 10.809,0 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 115,66 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,646

Classificazione energetica globale D

Scenario 4| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 4.891,2 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 32,24 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.370,3 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 107,89 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 8.118,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 53,50 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,603

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Page 217: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 8.118,1 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 8.118,1 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 8.118,1 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 98,46 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,603

Classificazione energetica globale D

Scenario 4| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 12.114,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 79,84 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.628,0 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 50,27 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 17.230,4 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 113,56 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,703

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno

Page 218: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 17.230,4 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 17.230,4 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 17.230,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 158,52 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,703

Classificazione energetica globale E

Scenario 5|A1-A2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 167,1 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 8.534,1 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 51,07 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.810,8 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 58,71 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 9.825,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 58,80 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,869

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno

Page 219: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 9.825,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 9.825,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 9.825,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 111,13 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,869

Classificazione energetica globale D

Scenario 5|A2-A3

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 191,8 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 9.857,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 51,39 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 17.479,2 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 91,13 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 14.344,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 74,79 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,687

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

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Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 14.344,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 14.344,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 14.344,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 126,86 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,687

Classificazione energetica globale D

Scenario 5| B2-B2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 4.155,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 27,16 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.598,3 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 69,27 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 6.940,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 45,36 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,599

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

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Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 6.940,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 6.940,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 6.940,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 90,37 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,599

Classificazione energetica globale

Scenario 5| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 3.765,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 24,61 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.619,2 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 69,41 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 6.390,6 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 41,77 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,589

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 6.390,6 kWh

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Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 6.390,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 6.390,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 86,78 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,589

Classificazione energetica globale C

Scenario 5| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 3.683,6 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 24,28 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.837,9 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 110,97 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 6.364,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 41,95 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,579

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 6.364,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 6.364,4 kWh

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Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 6.364,4 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 86,90 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,579

Classificazione energetica globale C

Scenario 5| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 7.395,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 48,75 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 6.424,4 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 42,35 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 11.284,3 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 74,39 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,655

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 11.284,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al 11.284,3 kWh

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lordo delle fonti rinnovabili Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 11.284,3 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 119,35 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,655

Classificazione energetica globale D

Scenario 6| A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 21.813,3 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 130,54 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.633,7 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 45,68 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 25.204,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 150,83 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 25.204,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 25.204,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 25.204,4 kWh

Page 225: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 203,16 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,865

Classificazione energetica globale F

Scenario 6| A2-A3

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 191,8 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 24.867,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 129,65 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 14.958,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 77,99 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 32.579,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 169,86 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,763

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 32.579,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 32.579,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 32.579,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 221,93 kWh/m²anno

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Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,763

Classificazione energetica globale G

Scenario 6|A2-A3

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 24.867,1 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 129,65 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 14.958,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 77,99 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 32.579,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 169,86 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,763

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 32.579,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 32.579,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 32.579,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 221,93 kWh/m²anno

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Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,763

Classificazione energetica globale G

Scenario 6| B2-B2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 5.247,0 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 34,29 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.695,7 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 69,91 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 8.539,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 55,81 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,614

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 8.539,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 8.539,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 8.539,4 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 100,83 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,614

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Classificazione energetica globale D

Scenario 6| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 10.535,3 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 68,86 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.495,1 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 62,06 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 15.559,7 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 101,70 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,677

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 15.559,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 15.559,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 15.559,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 146,71 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,677

Classificazione energetica globale E

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Scenario 6| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 8.778,4 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 57,87 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.052,9 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 105,82 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 13.671,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 90,12 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,642

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 13.671,1 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 13.671,1 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 13.671,1 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 135,08 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,642

Classificazione energetica globale E

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Scenario 6| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 151,7 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 16.423,8 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 108,27 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.809,5 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 51,48 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 22.626,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 149,15 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,726

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 22.626,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 22.626,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 22.626,5 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 194,12 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,726

Classificazione energetica globale F

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Scenario 7| A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 5.887,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 35,24 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.461,6 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 62,61 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 6.765,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 40,49 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,870

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 6.765,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 6.765,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 6.765,4 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 92,82 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,870

Classificazione energetica globale D

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Scenario 7| A2-A3

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 191,8 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 7.347,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 38,31 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 18.106,3 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 94,40 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 11.052,0 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 57,62 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,665

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 11.052,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 11.052,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 11.052,0 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 109,69 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,665

Classificazione energetica globale D

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Scenario 7| B2-B2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.313,6 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 15,12 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 11.178,5 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 73,06 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 4.205,0 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 27,48 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,550

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 4.205,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 4.205,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 4.205,0 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 72,50 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,550

Classificazione energetica globale C

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Scenario 7| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 3.765,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 24,61 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 10.619,2 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 69,41 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 6.390,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 41,77 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,589

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 6.390,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 6.390,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 6.390,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 86,78 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,589

Classificazione energetica globale C

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Scenario 7| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.593,4 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 17,10 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 17.307,5 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 114,09 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 4.712,8 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 31,07 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,550

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 4.712,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 4.712,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 4.712,8 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 76,03 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,550

Classificazione energetica globale C

Scenario 7| B1-C copertura

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Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 5.383,8 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 35,49 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.582,5 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 56,58 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 8.578,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 56,55 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,628

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 8.578,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 8.578,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 8.578,7 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 101,52 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,628

Classificazione energetica globale D

Scenario 8|A1-A2

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Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.007,7 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 12,02 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 12.072,4 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 72,25 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 2.295,4 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 13,74 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 2.295,4 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 2.295,4 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 2.295,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 66,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,875

Classificazione energetica globale C

Scenario 8| A2-A3

Principali risultati del calcolo

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Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 1.967,9 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 10,26 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 20.481,3 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 106,78 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 3.447,4 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 17,97 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,571

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.447,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 3.447,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.447,4 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 70,04 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,571

Classificazione energetica globale C

Scenario 8| B2-B2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m²

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Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 203,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 1,33 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 12.729,4 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 83,20 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 481,3 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 3,15 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,424

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 481,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 481,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 481,3 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 48,16 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,424

Classificazione energetica globale B

Scenario 8| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Page 240: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 923,7 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 6,04 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 12.030,4 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 78,63 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 1.887,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 12,34 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,489

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 1.887,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 1.887,5 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 1.887,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 57,35 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,489

Classificazione energetica globale B

Scenario 8| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 328,9 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 2,17 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 18.202,3 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 119,99 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 763,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 5,03 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,431

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 763,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 763,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 763,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 50,00 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,431

Classificazione energetica globale B

Scenario 8| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 1.866,9 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 12,31 kWh/m²anno

Page 242: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.170,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 60,45 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 3.468,8 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 22,87 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,538

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.468,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 3.468,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.468,8 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 67,83 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,538

Classificazione energetica globale C

Scenario 9| A1-A2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 167,1 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 15.179,3 kWh

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Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 90,84 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 8.639,4 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 51,70 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 17.539,0 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 104,96 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,865

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.992,8 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 8.744,5 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,33 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,33 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 17.539,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 17.539,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 17.539,0 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 157,29 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,865

Classificazione energetica globale E

Scenario 9| A2-A3

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 191,8 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 18.967,5 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 98,89 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.033,5 kWh

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Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 83,59 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 25.483,7 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 132,87 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,744

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.490,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 9.987,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 52,07 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 52,07 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,350

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 25.483,7 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 25.483,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 25.483,7 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 184,94 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,744

Classificazione energetica globale F

Scenario 9| B2-B2

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 7.158,3 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 46,79 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 11.706,1 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 76,51 kWh/m²anno

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Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 11.211,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 73,28 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,638

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 11.211,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 11.211,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 11.211,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 118,29 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,638

Classificazione energetica globale D

Scenario 9| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 12.863,3 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 84,07 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 9.226,5 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 60,30 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite 30,00 kWh/m²anno

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EPe,inv,limite Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 18.408,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 120,32 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,699

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.357,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.886,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 45,01 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 45,01 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 18.408,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 18.408,4 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 18.408,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 165,33 kWh/m²anno Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW

0,699

Classificazione energetica globale E

Scenario 9| B1-C

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 5.029,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 33,15 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 16.597,6 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 109,41 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

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Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 8.429,6 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 55,57 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 47,58 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,597

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 8.429,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 8.429,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 8.429,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 100,53 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,597

Classificazione energetica globale D

Scenario 9| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 151,7 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 12.178,1 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 80,28 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.867,0 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 51,86 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

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Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 17.553,0 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 115,71 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,694

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria

Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.334,6 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 6.821,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 44,96 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (0,00%) 44,96 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,342

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 17.553,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 17.553,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 17.553,0 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 160,67 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,694

Classificazione energetica globale E

Progetto| piano terra

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 135,6 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.292,6 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 16,91 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 3.958,8 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 29,19 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 2.621,2 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 19,33 kWh/m²anno

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Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 75,47 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.631,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 3.159,4 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 23,30 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (60,00%) 9,32 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,833

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 4.067,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 5.780,6 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.884,9 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 28,65 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,852

Classificazione energetica globale A

Progetto| piano tipo

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 178,0 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.818,9 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 15,84 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 5.517,2 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 31,00 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 3.222,8 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 18,11 kWh/m²anno

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Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,75 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 3.669,2 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 4.296,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 24,14 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (70,00%) 7,24 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,854

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 5.240,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 7.519,7 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 4.511,9 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 25,35 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,863

Classificazione energetica globale A

Progetto| B2-B2

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m²

Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.103,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 13,75 kWh/m²anno

Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 4.313,5 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 28,19 kWh/m²anno Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 2.404,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 15,72 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,34 kWh/m²anno

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Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.484,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 2.951,3 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 19,29 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (60,00%) 7,72 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,842

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.756,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 5.356,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.585,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 23,43 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,856

Classificazione energetica globale A+

Progetto| B2-B2 copertura

Principali risultati del calcolo Superficie utile Su 153,0 m² Involucro

Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.103,5 kWh Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 13,75 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 4.313,5 kWh

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 28,19 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 2.404,9 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 15,72 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 76,34 kWh/m²anno

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Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.484,0 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 2.951,3 kWh Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 19,29 kWh/m²anno

'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (60,00%) 7,72 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,842

Comportamento energetico globale Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.756,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 5.356,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.585,5 kWh

Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 23,43 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,856

Classificazione energetica globale A+

Progetto| B1-C

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 151,7 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 508,5 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 3,35 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 4.933,7 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 32,52 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 581,4 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 3,83 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 45,71 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

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Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.481,1 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 2.947,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 19,43 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (60,00%) 7,77 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,842

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 1.931,2 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 3.529,3 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 1.760,6 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 11,60 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,847

Classificazione energetica globale A+

Progetto| B1-C copertura

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 151,7 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 2.280,3 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 15,03 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 4.261,1 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 28,08 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 2.607,0 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 17,18 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 75,60 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

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Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.481,1 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 2.947,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 19,43 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (60,00%) 7,77 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,842

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.956,8 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 5.554,9 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 3.786,2 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 24,95 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,857

Classificazione energetica globale A+

N.C.

Principali risultati del calcolo

Superficie utile Su 102,9 m² Involucro Fabbisogno energia termica per riscaldamento involucro QH,nd 1.606,9 kWh

Indice prestazione energetica per riscaldamento involucro EPh 15,62 kWh/m²anno Fabbisogno energia termica per raffrescamento involucro QC,nd 7.758,9 kWh Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro EPe,inv 75,40 kWh/m²anno

Indice prestazione energetica per raffrescamento involucro limite EPe,inv,limite 30,00 kWh/m²anno

Edificio

Fabbisogno energia primaria per solo riscaldamento Qp,h 1.837,1 kWh Indice prestazione in energia primaria per riscaldamento invernale EPi 17,85 kWh/m²anno

Indice prestazione in energia primaria invernale limite EPi,limite 69,07 kWh/m²anno

Impianto di riscaldamento

Rendimento globale stagionale per riscaldamento ηg,H 0,875

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Rendimento globale stagionale limite ηg,H,limite 0,750

Produzione di acqua calda sanitaria Fabbisogno energia termica per produzione di ACS QH,W 2.140,5 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione annuale di ACS QP,W 2.569,9 kWh

Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al lordo delle fonti rinnovabili 24,97 kWh/m²anno 'Indice prestazione in energia primaria per produzione di ACS EPw al netto delle fonti rinnovabili (70,00%) 7,49 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per produzione di ACS ηg,w 0,833

Comportamento energetico globale

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata durante la stagione di riscaldamento QP,HW,i 3.013,9 kWh

Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al lordo delle fonti rinnovabili 4.407,0 kWh Fabbisogno energia primaria per produzione combinata annuale QP,HW al netto delle fonti rinnovabili 2.608,1 kWh Indice prestazione in energia primaria globale invernale EPgl 25,35 kWh/m²anno

Rendimento globale stagionale per riscaldamento e produzione di ACS ηg,HW 0,850

Classificazione energetica globale A

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Page 257: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

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Page 260: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

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Page 261: lazzari valentina tesi - unibo.it · 2012. 3. 26. · Valentina Lazzari Silvia Sgariglia Sessione III Anno accademico 2010/2011. 4. 5 SOMMARIO 0. Introduzione 9 PARTE 1: Social Housing

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