L’avventura della vita: cos’altro · Dianora, il Reiki, la Radionica, Amma ... medico ed il...

170
1 Vincenzo Longo L’avventura della vita: cos’altro è possibile? (Un’indagine sulla mente e sul mondo quantico/caotici) MARZO 2017

Transcript of L’avventura della vita: cos’altro · Dianora, il Reiki, la Radionica, Amma ... medico ed il...

1

Vincenzo Longo

L’avventura della vita:

cos’altro è possibile?

(Un’indagine sulla mente

e sul mondo quantico/caotici)

MARZO 2017

2

INDICE

Introduzione dell’autore ……………………..….……………………….. Pag. 3 Gli inizi ……………………………………………………………………………..Pag.4 L’Agopuntura …………………………………………………………………… Pag.8 Tira a petrella e nasconde a manella …………………………….…… Pag.14 La “magia” fa capolino ………………………………………………………..Pag.17 I miei genitori …………………………………………………………………… Pag.22 E’ credibile l’incredibile? …………………………………………………… Pag.29 Lo Spirito Santo …………………………………………………………………. Pag.35 Dianora, il Reiki, la Radionica, Amma …..…………………………….. Pag.41 IL fuoco cova sotto la cenere ……………………………………………….Pag.47 Nuovi orizzonti …………………………………………………………………. Pag.52 Access consciousness® …………………………………………………….. Pag.62 La spiritualità ……………………………………………………………………. Pag.67 DIO …………………………………………………………………………………… Pag.75 La Musica …………………………………………………………………………..Pag.82 Tutt’ Uno ……………………………………………………………………………Pag.89 Nuove acquisizioni …………………..……………………………………….. Pag.92 Come può essere ancora meglio di così?................................. Pag.95 La teoria del caos e la fisica quantistica ………………………………..Pag.99 La mente quantica/caotica ……………………………………………….…...Pag.110 Il mondo quantico/caotico……………………………………………………Pag.126 Gli strumenti per camminare………………………………………………….PAG.136 Una realtà misconosciuta: il Timo e la pineale……………………….Pag.139 L’amore……………………………………………………………………………….Pag.150 Ancora sul mondo quantico/caotico: la natura……………..………..Pag.161 Epilogo ……………………………………………………………………………..…Pag.169 Appendice………………………………………………………………………..….Pag.171

3

Introduzione dell’autore

La lettura di questo libro è totalmente gratuita: esso è reperibile e scaricabile dal

sito: htpp//www.vincenzolongoargilu.wordpress.com, ove sono presenti anche altri

contenuti, sempre gratuiti.

Se chi leggesse questo libro lo ritenesse opportuno, può consigliarlo, stamparlo,

regalarlo od inviarlo via e-mail alle persone ritenute eventualmente interessate,

sempre e solo in maniera assolutamente e totalmente gratuita, senza forme di

interesse economico/commerciale o di profitto.

Ringrazio Francesca (*), Dianora (+) ed Ida per il continuo confronto che ha sorretto la

stesura del libro, così come tutti coloro che vi hanno contribuito con le loro

osservazioni .

Vincenzo Longo

*Francesca Sifola, scrittrice: www.francescasifola.it

+ Dianora Basile: terapista olistica: www.argilux.com

4

GLI INIZI

Dopo la licenza liceale, non avevo le idee molto chiare sulle mie future scelte.

Nutrivo da ragazzo una forte curiosità per la fisica, anche se non avevo certo brillato

in questa materia durante gli studi liceali. Dall’altra, avevo coltivato moltissime

letture in campo psicologico, sociologico e psicoanalitico e c’era una crescente

attrazione per la medicina ed in particolare per la figura del dott. Albert Schweitzer.

Procrastinai la mia scelta sino ad uno degli ultimi giorni utili per l’ iscrizione.

Quando mi recai all’università ancora non avevo scelto.

Fu un attimo: in modo assolutamente non cosciente mi fiondai nel palazzo della

segreteria di medicina.

Terminato il corso di laurea, ero attirato dalla specializzazione in pediatria ed infatti

mi ero laureato con una tesi in emodialisi pediatrica.

Ma non riuscii a superare l’esame di ammissione, per cui l’anno successivo accettai

la possibilità di entrare nella scuola di specializzazione in Anestesiologia e

Rianimazione, anche se pensavo fosse una branca di scarso interesse.

In realtà poi mi sono appassionato alla materia, affascinato, com’ero, dalle profonde

conoscenze necessarie nel campo della fisiopatologia, in tutti i settori della

medicina, per poter esercitare seriamente la professione.

Inoltre fu questa scelta che aprì la strada a quella che sarebbe diventata la mia vera

passione: la terapia del dolore e poi anche le cure palliative.

Lavorando come anestesista rianimatore mi sono sempre trovato ad impiegare

farmaci molto potenti, in grado di determinare profondi e rapidissimi effetti sul

corpo umano in brevissimo tempo, tutti utilizzati secondo le conoscenze scientifiche

e mediche proprie della nostra cultura ufficiale.

Eppure, accanto a questa strada ne ho sempre percorsa un’altra, che mi è stata

indicata fin da subito.

5

Nei primi tempi della mia carriera di anestesista rianimatore lavoravo come

“gettonato” presso l’Istituto di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Napoli,

distaccato al reparto di Neurochirurgia.

Già allora provavo un forte interesse verso la Terapia del Dolore.

Nell’istituto di Neurochirurgia ogni tanto veniva chiamato dal Direttore uno strano

personaggio: il sig. M. P.

Costui lavorava come giardiniere presso il Comune di Napoli ed aveva come titolo di

studio la licenza elementare.

Ma … … era un genio dell’elettronica, di cui evidentemente aveva una profondissima

conoscenza innata, non avendola mai studiata.

Ricordo i nostri colloqui che erano tipo dialogo fra sordi: da un lato la mia ignoranza

in materia di fisica ed elettronica era abissale, dall’altra il sig. M.P. aveva scarse

capacità comunicative, per cui ogni volta alla fine desistevo dal tentativo di capire

cosa dicesse, anche perché ormai sapevo che tutto quello che tentava di dirmi e che

io non comprendevo era perfettamente in grado di farlo, avendo tutto chiaro nella

sua mente.

Il sig. M.P. aveva modificato alcune apparecchiature che venivano utilizzate in sala

operatoria dai neurochirurghi: ebbene, tali apparecchiature funzionavano molto

meglio delle originali, prodotte dalle ditte ufficiali.

Inoltre, aveva installato tutti i sistemi di monitoraggio centralizzati della

Rianimazione di una casa di cura privata, aveva inventato un braccio meccanico per

amputati e tanto altro ancora.

Tra le tante cose, aveva costruito un apparecchio per TENS (Stimolazione Elettrica

Transcutanea) che viene utilizzata in terapia del dolore.

La particolarità di questo apparecchio era che impiegava parametri di stimolazione

completamente differenti dagli apparecchi in commercio: non ho idea sul come il

Sig. P. fosse giunto alla conclusione di utilizzare quei parametri, quello che so è che

6

funzionavano benissimo, ottenendo risultati impensabili con gli strumenti ufficiali in

commercio.

Per farla breve mi feci costruire un esemplare di tale strumento e cominciai il mio

percorso di terapista del dolore.

Già allora avevo capito che quando si presentava una persona con un dolore cronico

da cui era affetto da anni, non potevo assolutamente limitarmi a prescrivere o

praticare terapie classiche, farmacologiche e non, che erano state già tutte tentate

invano.

E così è iniziata la ricerca di metodiche “alternative”.

A quei tempi la terapia del dolore era una perfetta sconosciuta anche in ambito

medico ed il terapista del dolore per molti anni è stato visto come una sorta di

stregone al quale ci si rivolgeva, ultima ratio, quando proprio non si sapeva e poteva

fare più nulla per controllare un dolore invalidante.

Non a caso per anni i miei “pazienti” sono state persone inviatemi da colleghi che

non sapevano più cosa fare per alleviare i dolori di costoro che ormai giudicavano

solo dei “rompiscatole”, per le continue lamentele circa le loro sofferenze.

A mo’ di semplificazione ricordo una giovane donna giunta da me per una cefalea

dalla quale non aveva trovato sollievo neanche presso centri specialistici.

A quei tempi avevo cominciato a praticare l’agopuntura energetica (cioè quella

“cinese”) che proposi alla signora come terapia per la sua cefalea.

La risposta fu: “ Non so cosa sia e comunque non ci credo che possa essermi di

qualche giovamento, ma non so cosa altro fare”.

Obiettai che i risultati dell’agopuntura non erano problemi di fede e che comunque

nella sua situazione tanto valeva provare: peggio di così non poteva stare.

Inutile dire che la signora guarì.

7

°°°°°°°°°°°°°°°°°

Cosa altro posso fare che non ho mai fatto? E che ritengo di non saper fare?

8

L’AGOPUNTURA

L’agopuntura energetica è stato il mio secondo step.

Già da tempo, ancora prima di laurearmi, nutrivo un interesse per le cineserie in

generale e l’agopuntura in particolare: erano i tempi di Mao Tse Tung ed alla Cina di

Mao si guardava con molta curiosità e passione politica, almeno in certi ambienti.

Decisi di addentrarmi nella conoscenza di questa materia quando cominciarono ad

arrivarmi persone con la nevralgia del trigemino: posizionare sul viso in punti precisi

ed in maniera stabile dei piccoli elettrodi della TENS, utilizzando cerotti e fasce

elastiche, era veramente complicato ed i risultati non erano ottimali.

Così comprai il mio primo libro: il Manuale di Agopuntura dell’Accademia di

Medicina Tradizionale Cinese .

Il primo impatto fu terribile: ne lessi pochissime pagine e lo richiusi.

Come potevo accettare che si parlasse di energie perverse, catarri, uomo sospeso

tra cielo e terra, e quella fantasia che chiamavano Yin e Yang?

Passai circa un mese arrovellandomi e rigirandomi tra la difficoltà di comprendere

un modo così diverso di ragionare ed affrontare il funzionamento del corpo umano

da un lato, e dall’altro la curiosità verso un qualcosa che da molte parti veniva

descritta come efficace: possibile che fosse tutto una grande balla?

Alla fine fortunatamente vinse la curiosità: riuscii a leggere tutto il libro,

naturalmente senza capire assolutamente nulla.

Mi presi circa una ventina di giorni di riposo, poi ripresi a leggere il libro: si aprì un

piccolo spiraglio di comprensione.

Così andai avanti per vari mesi.

Poi comprai un altro testo, in francese, giusto per semplificare le cose dato che a

scuola avevo studiato inglese, ma in Francia la divulgazione e lo studio

dell’agopuntura era molto avanzato.

Fortunatamente la mia “fidanzata” (allora così si diceva) del tempo conosceva il

francese e così riuscii ad avere una traduzione decente.

9

Devo moltissimo a questo piccolo manuale, che naturalmente lessi e rilessi varie

volte e che mi aprì definitivamente ad una più profonda comprensione ed ad una

corretta metodologia di studio e di prassi.

Naturalmente poi comprai, lessi e rilessi tanti altri testi essendo riuscito a

comprendere la cosa fondamentale: se si riusciva ad andare oltre il linguaggio

fantasioso e fiabesco ci si accorgeva che moltissime cose i cinesi le avevano scoperte

millenni prima di noi sapientoni occidentali.

Devo dire che poi in seguito ho anche frequentato diversi corsi di agopuntura, ma

nessuno è riuscito a darmi più di quanto avessi ricevuto dallo sforzo di “entrare

dentro” il senso di quanto si leggeva.

Tra le cose che maggiormente mi hanno affascinato è stato lo scoprire come in

agopuntura fosse perfettamente noto il funzionamento del Sistema Nervoso

Autonomo, per non parlare dei ritmi biologici che sono alla base della fisiopatologia

in agopuntura ed alla conoscenza dei quali in occidente siamo arrivati solo in tempi

relativamente recenti.

E dove vogliamo mettere l’influenza della psiche sull’equilibrio/squilibrio del corpo

umano? Altro che “medicina psicosomatica” della nostra scuola medica, parolona di

cui ci si riempie la bocca senza darle assolutamente alcun risvolto pratico.

Pardon! Dimenticavo la mirabile scoperta degli antidepressivi, tranquillanti e

sedativi di cui è piena la vita di tante persone, senza che si “antidepressi”,

“tranquillizzi” e “sedi” assolutamente nulla se non in modo puramente sintomatico.

La gastrite e l’ulcera gastrica da tempo ormai sono riconosciute come le più

classiche malattie di origine psicosomatica.

Ebbene come le cura la nostra medicina?

Con l’assunzione di inibitori di pompa (cioè farmaci che limitano la formazione di

acidi gastrici che servirebbero per la digestione) e di antibiotico, quest’ultimo nel

caso nello stomaco venga trovato l’ormai onnipresente ed onnipotente

10

Helicobacter Pylori ! Anche la prossima eruzione del Vesuvio sarà inevitabilmente

addebitata all’Helycobacter Pylori, dato che lo si troverà nel cratere del vulcano!!!

Tornando alla gastrite ed all’ulcera gastrica, mi devo essere perso qualcosa per

strada: ma la psiche che fine ha fatto?

A mo’ di esempio, per chiarire come in agopuntura funzionano le cose, vi racconto

questa storia.

C’era una volta un signore che faceva l’imprenditore edile.

Costui soffriva di una cefalea, che si accompagnava a disturbi visivi e digestivi, da cui

nessuno era riuscito a guarirlo, così decise di andare dallo stregone, alias terapista

del dolore, alias me medesimo.

Feci la mia brava visita, sia secondo i principi della medicina accademica sia,

soprattutto, secondo i dettami della pratica agopunturistica.

Individuai il livello di squilibrio energetico e quindi i punti di agopuntura da utilizzare

ed iniziai il trattamento secondo questi principi, strafegandomene del problema

cefalea.

Un giorno ( eravamo ormai al termine del ciclo terapeutico di dieci sedute) arriva il

signore e mi fa: ”Dottore! Mi è successa una cosa incredibile!”

Lo guardo un po’ spaventato, temendo qualche ripresa della cefalea, dalla quale

sembrava guarito, o qualche altro imprevisto accidente.

E lui mi fa : “L’altro giorno sono andato sul cantiere ed ho trovato che mi hanno

rubato dei macchinari per i lavori edili. Dottore, una cosa del genere, se mi fosse

successa qualche mese fa mi avrebbe fatto morire dalla rabbia! Ora, invece, non me

ne frega proprio niente!”

“E la cefalea?” gli chiedo.

“Sto benissimo ,dottore!” .

Cosa era successo?

Lo squilibrio fondamentale del signore era un eccesso di energia nel fegato.

11

In agopuntura il fegato non è solo l’organo che conosciamo nella nostra medicina,

ma molto di più.

In realtà è un insieme: di questo insieme fa parte non solo la colecisti (che anche noi

sappiamo strettamente legata anatomicamente e funzionalmente al fegato), ma

anche tante altre cose: la primavera, il vento, la rabbia, alcuni cibi, un suono preciso,

il colore verde, gli occhi, la vista ecc.

Si potrebbe dire che tutte queste realtà così diverse fra di loro sono accomunate da

una energia vibrazionale identica, per cui se una qualunque di queste componenti è

alterata l’effetto non potrà non ripercuotersi su tutto l’insieme.

Viceversa, curando una qualunque delle componenti sarà tutto l’insieme a

beneficiarne.

Nel signore in questione il trattamento agopunturistico del fegato non aveva solo

eliminato la cefalea, ma aveva avuto effetto anche sulla componente psichica ( la

rabbia) e sulle altre realtà funzionali comprese nell’insieme fegato.

Il risultato era stato un modo diverso di vivere la vita!

Altro che medicina psicosomatica!!

L’agopuntura mi ha dato incredibili soddisfazioni (tra cui anche l’aver indotto

analgesia per alcuni particolari interventi di chirurgia stereotassica effettuati a

paziente sveglio in neurochirurgia), spesso andando al di la delle mie aspettative.

Un giorno viene una collega , quasi a termine di gravidanza ma con feto che si

presenta in posizione podalica (cioè all’ingresso del canale del parto si presenta il

sedere e non la testa) e mi chiede se con l’agopuntura si può risolvere il problema,

dato che non vuole partorire con taglio cesareo.

Le rispondo che su testi cinesi è descritto il rivolgimento di feto, ma che non ne ho

minimamente esperienza né ho mai sentito che sia stata provato da qualcuno.

E lei: “ Ho fiducia nell’agopuntura ed in te. Proviamo!”

Facciano la prima seduta: il feto si gira di 90° con testa verso il lato sin. del corpo

della mamma, sta un po’ in questa posizione e poi ritorna nella posizione podalica

12

(la collega era monitorata eco-graficamente per poter seguire le eventuali variazioni

di posizione del feto).

Seconda seduta: il feto si pone di nuovo orizzontalmente ma questa volta rimane

stabile in questa posizione : cavolo, penso, così andiamo per forza a finire a taglio

cesareo!

Terza seduta: il feto si gira di altri 90° presentandosi di testa, ma dopo un po’ ritorna

orizzontale.

“Parto cesareo sempre più probabile!”, mi lamento dentro di me.

Quarta seduta: il feto si gira di nuovo di 90° e decide di rimanere in tale posizione,

presentandosi correttamente di testa. UAU!!! E’ FATTA!!!

Evviva l’agopuntura!

Circa un mese prima di iniziare a scrivere queste pagine vado ad un convegno ove

ero stato invitato a tenere una relazione.

Ad un certo punto si avvicina una signora e mi fa: “Ma tu sei Enzo Longo

l’anestesista agopuntore?”

“Si”, rispondo.

“Ti ricordi di me? Sono la collega a cui facesti l’agopuntura per il rivolgimento di

feto: era una bambina che è nata benissimo, sta benissimo ed è medico anche lei”

Ci abbracciamo, io con grande gratitudine per questa assolutamente inaspettata

gioia e gratificazione.

13

°°°°°°°°°°°

Come può essere meglio di così?

Cosa può succedere di ancora più bello?

14

TIRA ‘A PETRELLA E NASCONDE ‘A MANELLA

Un giorno si presenta un signore con una periartrite scapolo omerale.

Cominciamo il trattamento con agopuntura e naturalmente durante i venti/trenta

minuti della seduta si chiacchiera.

Mi racconta di essere un impiegato di banca e di aver conosciuto mio padre quando

era stato funzionario nello stesso Istituto.

Naturalmente durante le sedute si parla dell’agopuntura di cui mi chiede i principi di

funzionamento e i campi di applicazione .

Al termine della terza seduta mi dice: ”Dottore, ma lei è proprio sicuro che i risultati

che lei ottiene siano dovuti all’agopuntura?”

Come il 99,99% degli italiani da neonato ero stato battezzato e (come spesso

accade) avevo percorso il cammino dei sacramenti cristiani secondo i dettami di

Madre Chiesa più per spirito di obbedienza verso i genitori che per intima

convinzione.

In età giovanile avevo poi abbandonato ogni pratica religiosa e dopo varie

peregrinazioni ero giunto alla militanza marxista leninista, sviluppando e facendo

mia la visione materialistica della vita propria di questa ideologia.

Il crollo delle illusioni rivoluzionarie post sessantottine portò moltissimi giovani (e

tra questi anche me) ad “abbandonare l’impegno politico e ricadere nel

soggettivismo individualista del personale”, come si diceva allora.

Ma l’ impostazione materialista rimaneva, per cui rifiutavo fermissimamente e

bollavo come “oppio dei popoli” qualunque approccio spirituale e come sciocchezza

inverosimile qualunque cosa che non avesse un approccio di tipo scientifico.

Ritornando a : ”Dottore, ma lei è proprio sicuro che i risultati che lei ottiene siano

dovuti all’agopuntura?”, lo guardo stranito chiedendogli cosa intende dire.

“Potrebbe essere lei e non l’agopuntura a determinare i risultati che ottiene”.

Lo guardo ancora più stranito pensando dentro di me “questo è scemo”.

Il signore se ne va …. e non è mai più tornato.

15

Forse perché l’ho guardato troppo male?

Io penso che, come si dice a Napoli, “ha tirato ‘a petrella e nascosto ‘a manella”,

cioè ha tirato la pietra e nascosto la mano.

Al di fuori di ogni metafora: è venuto a fare una “provocazione”.

Per me era assolutamente inaccettabile pensare che io potessi in un qualunque

modo influenzare lo stato di salute di una persona se non utilizzando delle tecniche

terapeutiche che, se pur strane e poco conosciute come l’agopuntura, avevano

comunque un riscontro oggettivabile e ripetibile, quindi quasi scientifico.

Ma intanto la cosa era stata detta: stava lì e lavorava come un tarlo.

Era possibile?

E come facevo a saperlo?

E cosa poteva significare per me e la mia professione di medico?

Dove e come avrei trovato le risposte?

Le risposte a queste domande sembravano ancor più misteriose delle domande

stesse.

Un guazzabuglio da cui non avevo idea di come uscire.

16

°°°°°°°°°°°

Cos’altro può succedere ?

Cos’altro posso fare che penso di non saper fare ma che se lo faccio succede che

faccio quello che devo fare e che ora non so fare?

17

LA “MAGIA” FA CAPOLINO

In quel periodo mi chiama la signora Z W per praticare un ciclo di infiltrazioni intra -

articolari per una grave artrite diffusa ed un gravissimo interessamento delle

ginocchia che le impedisce di muoversi.

Sapendo quale era il mio orientamento di pensiero, la mia amica, che le aveva

consigliato di rivolgersi a me, mi avverte: guarda che Z W è una maga.

La cosa mi lascia sostanzialmente indifferente: se ci sono persone che vogliono farsi

abbindolare (penso) tanto peggio per loro.

Così vado da Z W deciso a dimostrare la supremazia della scienza nei confronti della

così detta magia.

Naturalmente le prime sedute si chiacchiera.

Lei mi racconta che vive con il compagno che non lavora, sia per problemi di salute,

sia perché si dedica a lei per aiutarla nella vita quotidiana, dato che non riesce a

muoversi. Entrambi di circa sessanta anni, vivono in una casa popolare molto

modesta.

In casa c’è una ragazzina: mi raccontano che l’ hanno adottata dopo aver ricevuto un

preciso “comando”.

Questa storia da un lato mi commuove ( era evidente che dovevano fare un grosso

sforzo economico e fisico per stare dietro alla figlia), dall’altro la storia del

“comando” mi lascia piuttosto interdetto, ma decido di non chiedere altro su questo

argomento.

Naturalmente Z. W. mi racconta anche di come esercita la magia soprattutto

attraverso la lettura delle carte, di come abbia clienti anche importanti e non

napoletani, di come molte persone non inizino un viaggio o un’attività se non dopo

averla consultata e così via.

In effetti durante il tempo del trattamento frequentemente telefonano persone che

chiedono consigli e lei si da da fare con le sue carte per rispondere ai vari quesiti.

18

Dato che il mio atteggiamento di fronte a questi racconti e questi fatti è

notevolmente sullo scettico e sul dubbioso, ad un certo punto Z. W. smette di

parlare di queste cose.

E così andiamo avanti con la terapia.

Ma qualcosa dentro di me sta cambiando: ma che sia questa l’unica persona che

conoscevo a cui posso chiedere lumi circa i misteriosi poteri di guarigione ipotizzati

dall’altro paziente?

Accidenti!!

Accidentaccio!!!

Ma tutte a me devono capitare queste persone “strane”?

Perché non posso avere solo normali, tranquilli pazienti che non sconvolgono la vita

di nessuno?

Naturalmente allora non potevo minimamente sospettare che con tutta probabilità

ero io che “calamitavo” queste persone verso di me!

E poi devo confessarlo: bruciava terribilmente al mio orgoglio il dover ammettere

che in qualche modo esistesse qualcosa che sfuggiva completamente ad ogni

approccio razionale e che per risolvere la quale addirittura dovevo rivolgermi ad una

persona che certo non godeva, razionalmente e culturalmente, della mia stima!

Che fare?

Se allora avessi conosciuto i fiori di Bach sicuramente mi sarei ubriacato di

Scleranthus!! (semplificando: il fiore che si usa quando ci si trova di fronte ad una

alternativa e non si sa cosa decidere).

Alla fine decido di chiedere.

Ma chiedere cosa? Già la sola espressione “potere di guarigione” per me

rappresenta qualcosa di assolutamente inimmaginabile e sconvolgente!!

E così arriviamo all’ultima seduta del ciclo terapeutico.

Per tutto il tempo dell’applicazione continuo a dibattermi nel dubbio.

Mi paga, ci accommiatiamo, devo solo infilare la porta ed andarmene.

19

Che faccio??

Tiro un profondo respiro, raccolgo tutto il coraggio che mi sembra di possedere (ora

o mai più!) e con un filo di voce chiedo:

“Signora, mi scusi, ma Lei sarebbe in grado di capire se una persona possiede delle

capacità, dei poteri particolari di guarigione?”.

“Certo” mi risponde, “di chi si tratta?”

A capo chino, sguardo basso e rosso di vergogna, “di me” rispondo ed oso

guardarla.

Anche lei mi guarda, con due occhietti penetranti come non le ho mai visto.

“E’ possibile”, mi dice. “Venga, facciamo una prova”.

Una prova? Sono in preda a sentimenti contrastanti : sollievo per essere riuscito a

parlare, vergogna per quello che ho detto, timore e dubbi per questa “prova” ( ma

che?! Sono un melone?).

Mi fa avvicinare al letto e mi dice di mettere le mani sul suo ginocchio.

Poi tocca con un dito una delle mie mani.

Nell’arco di pochi secondi incomincio a sentire un forte calore che aumenta sempre

più e si diffonde per tutto il corpo, la vista comincia ad annebbiarsi e mi rendo conto

che sto per perdere i sensi.

Lei appena capisce che non sto bene stacca il dito: immediatamente la sensazione di

calore diminuisce e scompare così come scompare la nebbia.

“Si, è vero” mi dice tranquilla, dopo essersi assicurata che sto bene.

Ma io non sono in grado di affrontare una discussione sul tema: mi sento

enormemente frastornato e provato, sia emotivamente che fisicamente.

Il mio corpo di sicuro non è in grado di sopportare quella botta di energia ed anche

psicologicamente la botta è stata notevole.

Questo episodio così eclatante in effetti è sembrato non avere effetti immediati e

diretti sulla mia attività professionale e sulla mia vita: sostanzialmente ho ignorato il

20

problema, almeno razionalmente, continuando a fare il medico anestesista e

continuando a cercare tecniche terapeutiche alternative “scientifiche”.

Frequentando un Prof. Universitario ho appreso tecniche di blocco antalgico

assolutamente particolari ed altamente specialistiche.

Ho affrontato lo studio della mesoterapia che mi ha portato alla composizione di un

cocktail particolare che tutt’oggi utilizzo e che mi ha permesso di ottenere risultati

veramente straordinari.

P.S., giusto per rimanere nella domanda e nel dubbio : è il cocktail o sono io ?

21

°°°°°°°°°°°

Quale stupidità sto usando per avvalorare e difendere i giudizi sulla mia vita e che mi

impedisce di essere me stesso e

di generare una vita senza gli attuali limiti?

22

I MIEI GENITORI

Un altro evento molto importante è stata la morte di mio padre.

Un giorno di agosto mi chiama: “Enzo è come se avessi tre testicoli” e mi racconta di

come, lavorando la terra nella villetta al mare, si era dato un colpo sui testicoli con il

manico della zappa di cui aveva inavvertitamente calpestato la lama ( immagino la

scena quasi fantozziana!).

Lo faccio visitare dal chirurgo dell’ospedale in cui lavoro e si decide per l’intervento

di asportazione di quella che sembra una cisti emorragica.

Ma durante gli esami preoperatorii vengono fuori immagini di noduli neoplastici ad

ambedue i polmoni.

Anche la massa testicolare, una volta asportata, si dimostra essere un tumore, ma

diverso da quello al polmone e senza alcuna relazione con questo.

Dopo aver consultato diversi oncologi che si esprimono per tempi di sopravvivenza

fino a Natale, decido di non fare la chemioterapia e di praticare solo radioterapia

con betatrone per evitare eventuali emorragie polmonari.

In quel tempo facevo l’agopuntura come trattamento antinausea ad una giovane

donna ammalata di tumore.

Un giorno questa giovane donna mi racconta una stranissima storia: un medico

oncologo le ha detto che in un laboratorio straniero di ricerca sul cancro scoprono

che tutte le cellule neoplastiche in coltura sono morte.

E’ successo che, inavvertitamente, si è riversato nella coltura il contenuto di un

barattolo che stava sulla mensola superiore (altra scena fantozziana!).

Questa sostanza era venduta, mi riferisce, come farmaco in Città del Vaticano.

Mi informo, ma non riesco a reperirlo.

Scopro però che un equivalente è tranquillamente venduto in Italia come banale

epatoprotettore.

In più su una rivista medica leggo di come, in persone con un tipo di tumore uguale a

quello polmonare di mio padre, siano stati trovati livelli molto bassi di Vit. A.

23

Detto fatto: mi invento una terapia con dosaggi da cavallo di questi due farmaci

(cos’altro sarebbe potuto succedere se non la morte di mio padre?).

A ottobre, dopo la radio-terapia, viene richiesto un controllo radiografico del torace

che evidenzia la totale scomparsa della neoplasia polmonare!

Gli oncologi ed i radiologi non sanno cosa dire e come spiegare l’accaduto:

addirittura ipotizzano un errore della diagnosi istologica (che verrà poi invece

confermata ad una revisione dei vetrini ).

Provo a raccontare la storia della terapia da me praticata: ne ottengo solo sguardi di

commiserazione e sufficienza incredula.

Fatto sta che mio padre, contro il parere dei sanitari, è vissuto bene per altri tre

anni.

Poi è deceduto per una metastasi cerebrale comparsa esattamente nell’estate di tre

anni dopo.

L’anno successivo a quello in cui viene operato mio padre è il turno di mia madre.

L’ingrossamento di linfonodi ascellari evidenzia la presenza di metastasi da

melanoma di cui però non riusciamo a trovare la localizzazione primaria.

Parlo con il prof. Veronesi che mi dice che a Milano non possono fare nulla di

diverso da quello che abbiamo già fatto per tentare di localizzare la neoplasia

primitiva e che la terapia del tumore è identica sia a Milano che all’Istituto dei

Tumori a Napoli.

Parlo con un oncologo che dà tre mesi di sopravvivenza a mia madre, mesi che

possono diventare 4/6 con la chemioterapia.

Ancora una volta decido di non praticare la chemio e ripeto invece la stessa terapia

fatta già a mio padre.

Sempre contro il parere dei sanitari, mia madre è vissuta benissimo per altri quindici

anni.

Nel corso di questo tempo è stata operata due volte per la comparsa di melanomi

cutanei ed ogni volta ho ripetuto quella terapia.

24

Dopo quindici anni dalla prima diagnosi mia madre è poi deceduta per la comparsa

di metastasi diffuse praticamente in tutto l’organismo.

Il decesso di mia madre è stato ciò che si potrebbe definire una “bella morte”, al di

là dell’inevitabile dolore personale.

Sorretta dalla fede e dalla volontà di essere sempre cosciente e consapevole di

quanto le succedeva e viveva, ha vissuto il tempo del passaggio con serenità e

consapevolezza, chiedendo di essere sedata solo nelle ultime ore, quando il dolore

ormai non era più in altri modi controllabile.

Io , d’altra parte, avevo alle spalle un’esperienza più che decennale anche nel campo

delle cure palliative dei malati terminali ed avevo progredito nel cammino di

consapevolezza giungendo ad accettare e considerare la morte come un momento

di passaggio, di nascita ad una realtà diversa.

Inoltre ebbi occasione di vivere in prima persona, e quindi confermate, tante cose di

cui ero convinto e che solitamente dicevo ai familiari delle persone in fase

terminale, per aiutare sia loro che il congiunto a vivere nel miglior modo possibile

l’evento del decesso.

Nella lunga esperienza di lavoro con i malati terminali avevo potuto osservare come

molte più persone di quanto si possa pensare, quando sono ormai al termine di

questa vita, riferiscono di vedere persone morte che per loro sono state importanti,

o addirittura figure “spirituali”, o comunque emblematiche e significative della loro

spiritualità o religione.

Il fatto è che queste esperienze, per una serie di caratteristiche che sarebbe troppo

lungo spiegare, non possono assolutamente essere classificate o interpretate come

allucinazioni (e questo non lo dico io, ma gli psichiatri che hanno studiato il

fenomeno).

Inoltre sono abbastanza frequenti i casi in cui i morenti riferiscono con esattezza non

solo il giorno, ma persino l’ora in cui avverrà il loro trapasso.

Come è possibile ciò?

25

Personalmente mi sono fatto l’idea che il morente si trova su una sorta di terra di

confine da cui non solo può continuare a vedere ciò che avviene da “questa” parte

(spesso anche con un notevole senso di distacco), ma può anche gettare uno

sguardo dall’ “altra” parte del confine (e dalla quale noi siamo troppo lontani per

“vederla”), che naturalmente viene poi interpretato sempre alla luce della personale

psicologia, delle proprie credenze, della propria consapevolezza.

Il prof. Cesare Boni era una delle pochissime persone al mondo che hanno vissuto

l’esperienza del ritorno in questo mondo dopo un tempo molto lungo intercorso

dalla propria morte (anche giorni come nel caso di una persona che ritornò nel

momento in cui stava per essere sottoposto ad autopsia).

Queste persone erano tenute in osservazione da un gruppo internazionale di

psichiatri.

Il prof. Boni non ha mai parlato di questa esperienza, ma teneva dei corsi, anche

universitari, sulla morte, basandosi sui testi delle maggiori religioni e del buddismo.

In uno di questi corsi ci espose come il defunto entrava in relazione con il Divino che

veniva riconosciuto dal defunto nel modo in cui poteva da lui essere percepito.

Se il defunto era stato un amante della natura, allora Dio veniva percepito come

Natura; se invece era stato una persona che aveva avuto un forte senso dell’amicizia

allora avrebbe percepito e riconosciuto Dio come Amicizia; se era stato un padre

che aveva molto amato i figli lo avrebbe riconosciuto come Amore Paterno, ecc.

Solo chi aveva progredito interiormente sino a diventare intimamente consapevole

della reale natura del Divino passava attraverso tutti questi svariatissimi livelli sino a

fermarsi nell’incontrare la Luce.

Naturalmente è anche possibile che un defunto non riconosca il Divino in alcuno dei

vari livelli che attraversa e oltrepassi anche la Luce senza “riconoscerla”: in questo

caso si reincarna.

26

Ho raccontato questo per evidenziare come anche la percezione dell’al di là sia

molto variabile soggettivamente e come ciò sia comunque assolutamente vero per

ogni singola persona.

Avevo quindi avvertito le sorelle, presso le quali mia madre volle trasferirsi per un

po’, di non contraddirla se capitava di sentirla dire cose che potevano sembrare

strane o inverosimili.

Un primo episodio fu quando lei raccontò, specificando che non era un sogno, che

Renato (mio padre) era andato a trovarla ed era stato accanto al suo letto. E si

arrabbiava pure per il fatto che nessuno di noi si fosse accorto che stava lì!

Un’altra volta era nel letto a casa sua. Ormai si alzava con difficoltà e con il nostro

aiuto, solo per andare in bagno.

Era sera e le persiane erano abbassate.

“Rita – dice rivolta alla sorella- guarda che incredibile cielo stellato”

“Si – risponde mia zia, memore della raccomandazione fatta di non contraddirla- è

proprio un bel cielo”

E mia madre: “Ma che fai, mi prendi in giro? Come fai a vederlo? Non vedi che la

persiana è abbassata?”

Nelle ultime ore , per la presenza di multiple fratture costali spontanee, accettò di

essere sedata per poter respirare senza dolore.

Ma, anche se sedata, il respiro rimaneva quello di una persona sofferente.

Andai a comprare il CD della musica “Fratello Sole Sorella Luna”, dell’omonimo film,

che lei amava molto cantare, anche se stonatissima.

Come iniziava la musica il suo respiro si faceva tranquillo e rilassato, appena il CD

terminava ridiventava affannoso ed agitato: inutile dire che passai le rimanenti ore

vicino al giradischi, che non aveva la funzione di ripetizione automatica, per

rimettere di nuovo ogni volta la musica.

Dopo alcune ore trovai la forza di darle il permesso di andare e Lei è andata.

La morte di mio padre fu invece un’altra cosa.

27

Anzitutto la mia vita personale affettiva era incasinatissima ed ero in uno stato di

confusione incredibile.

Poi i miei livelli di comprensione e consapevolezza erano molto diversi (verso il

basso!) e non ero pronto a vivere quell’evento e quel dolore se non in una

prospettiva di puro materialismo, con sofferenza individuale e soggettiva (anche

molto, troppo, controllata) ma incapace di dare un senso, un altro significato

all’evento, viceversa pieno di sensi di colpa per il detto ed il non detto, per il fatto ed

il non fatto nel rapporto con mio padre.

Fu mia figlia che in qualche modo mi diede un “input”.

Estella ( mia figlia) viveva a Trento con la madre, dalla quale avevo divorziato.

Come ogni anno era stata con me presso i nonni durante le vacanze di Natale.

All’epoca aveva circa dieci anni.

Mio padre stava ormai molto male e ricordo Estella seduta sul divano accanto a lui e

che gli teneva la mano.

Le vacanze terminarono ed Estella dovette tornare a Trento.

Poco dopo mio padre morì, ma non volli comunicare la notizia ad Estella per

telefono. Così subito dopo andai a Trento per renderla partecipe dell’evento.

“Lo so”,mi dice, e mi racconta (ma questo oggi lei non lo ricorda) che la sera del

giorno in cui morì mio padre, lei stava alla finestra e lo vide, sotto la luce di un

lampione, mentre la salutava con una mano: di qui la sua consapevolezza della

morte del nonno.

28

°°°°°°°°°°°

Quale realtà sto seguendo che continua a farmi cercare e vivere

l’errore di una vita che mi impedisce di essere tutto ciò che sono e potrei essere?

29

E’ CREDIBILE L’INCREDIBILE?

La morte di mio padre segna un cambiamento: inizio ad interessarmi anche delle

cure palliative nei pazienti terminali e comincio ad accettare che possano esistere

realtà sovrasensibili.

Leggo alcuni libri sugli angeli, ma soprattutto studio l’ipnosi che per me rappresenta

il “modo scientifico” di affrontare il “paranormale”.

Imparo a praticare molto rapidamente, e sempre da autodidatta, l’ipnosi-terapia .

La utilizzo nella mia attività diverse volte e con successo, addirittura in un caso di

cancro per il controllo del dolore, ma soprattutto mi avvia verso forme di training

autogeno che utilizzo su me stesso sia per ridurre l’ansia e l’angoscia legata al mio

secondo matrimonio che stava andando a rotoli, sia come terapia fisica (soffrivo di

emorroidi).

Inoltre tramite lo studio dell’ipnosi cerco di approfondire in modo particolare i

problemi dei cambiamenti del fisico nelle esperienze di spiritualità religiosa, per es.

le stimmate.

Da ragazzo/giovanotto avevo avuto diverse volte esperienza di stati coscienziali

diversi.

Mi era capitatoin fase di passaggio veglia/sonno, di ritrovarmi in una situazione in

cui da un lato ero sveglio, perché potevo osservare l’ambiente in cui mi trovavo e

sentire i rumori, dall’altra perdevo completamente il controllo del corpo che non

riuscivo a muovere.

Questo fenomeno non mi ha mai impaurito, mi limitavo ad aspettare che passasse

per poter riprendere il controllo del corpo.

Ma la cosa che invece mi incuriosiva veramente era il fatto che durante questo stato

comparivano pensieri (in genere di tipo filosofico - matematico) che sia per i

contenuti, sia per il modo in cui venivano formulati e sia per i termini utilizzati (e di

cui spesso non conoscevo il significato) non potevo riconoscere come miei.

30

Purtroppo però, quando uscivo da questo stato, il ricordo specifico scompariva

sempre più sino a rimanere una vaga impressione.

Una volta decisi di mettermi accanto carta e penna nel tentativo di mettere

immediatamente per iscritto quanto vissuto.

Tutto inutile : era impossibile riuscire a ricordare.

Tutt’oggi mi è rimasta perfettamente chiara l’impressione di una parola ascoltata,

che oserei chiamare “magica” perché pur essendo una sola parola era capace di

dare una conoscenza/consapevolezza ed una prospettiva estremamente ampia.

Era una parola piuttosto lunga e complessa e che mi sembrava di non aver mai

sentito, anche se mi pareva perfettamente compiuta , logica e coerente.

Non fui capace di ricordarla ma a tutt’oggi … ne conservo il ricordo dell’impressione.

Credo che questa sia stata l’ultima esperienza avuta di stato coscienziale diverso.

Fino a che …

…Era un giorno di estate ed ero di guardia in ospedale per tutta la giornata, dalla

mattina alla sera.

Quest’ ospedale una volta era stato un convento e la stanza degli anestesisti era

stata la cella di S. Alfonso Maria dei Liguori ed era situata piuttosto distante dal

corpo dell’ospedale.

Aveva una finestra che affacciava su una tromba interna e da cui passava quindi

poca aria.

Faceva caldo e dopo aver consumato un leggero pasto, non sapevo cosa fare.

Non c’era da lavorare, fortunatamente, e mi annoiavo un po’, né mi andava di

andare a chiacchierare con gli altri medici e gli infermieri.

Mi tolsi il camice e mi stesi sul letto, senza togliere il copertino.

All’improvviso mi ritrovai in quello stato in cui, pur essendo sveglio, non potevo

muovermi.

La cosa non mi spaventò in sé, ero solo preoccupato che se squillava il telefono per

un’urgenza non sarei riuscito ad alzarmi per rispondere.

31

Ma sapevo che non c’era niente da fare se non aspettare che il tutto passasse.

All’improvviso vedo una persona accanto a me, alla mia sinistra, accanto al letto.

Dico vedo perché la vidi anche se non potevo muovere la testa.

Era una persona piuttosto bassa di statura, vestita con un saio scuro e con un

cappuccio molto abbondante che ricopriva completamente il capo ed il viso.

Riuscii a scorgerne solo il sorriso: rassicurante, tranquillo, ma estremamente ironico,

quasi a dirmi “stai calmo, non ti preoccupare: mò ti faccio vedere io che sorpresa ti

faccio !!!!”

All’improvviso, mentre mi sembra che la stanza ruoti e cambi

orientamento/prospettiva, con un unico gesto mi sfila da sotto il corpo il copertino

del letto e con questo mi copre tutto.

Sento l’aria farsi più calda, dato che respiro sotto il copertino, ma non sono

spaventato: sono, piuttosto, eccitato per la cosa strana che sta succedendo e che

non so dove e come andrà a finire.

Malgrado sia coperto dalla copertina del letto, continuo a vedere tranquillamente la

stanza e quanto vi accade.

Mette la sua mano sinistra sulla mia sinistra, ne sento anche il tocco attraverso il

copertino: è un tocco leggero, rassicurante e la mano la percepisco piuttosto piccola.

Poi con la destra tira fuori una specie di stilo e con una delle estremità mi tocca la

fossetta che si trova subito sotto l’occipite, sulla linea mediana.

Incomincia una sensazione di scossa elettrica che parte dalla base della colonna

vertebrale, dal sacro, e percorre tutta la colonna sino ad arrivare alla testa.

E questa sensazione di scossa elettrica aumenta sempre più: non mi spaventa

perché evidentemente a qualche livello dovevo sapere che non avevo niente da

temere, ma la vibrazione continua ad aumentare e comincia a diventare fastidiosa.

E continua ad aumentare ancora: non è dolorosa, ma giunge ad essere

notevolmente fastidiosa per cui gli dico: “per favore basta, non la sopporto più”.

32

Lui gentilmente obbedisce, stacca la spina (cioè lo stilo), la corrente sparisce

lasciandomi un po’ intorpidito.

Mi guarda ancora con uno sguardo estremamente sardonico … e sparisce.

Io rimango ancora steso sul letto, aspettando di riprendere il controllo del corpo.

Quando riesco ad alzarmi tutto è tornato normale: la stanza era com’era sempre

stata ed il copertino si trovava ancora sul letto, con la impronta del mio corpo.

Cosa è successo?

Conosco benissimo tutte le obiezioni che si possono fare con un approccio di tipo

razionalistico: io stesso provengo da quel campo, quindi, per favore,

risparmiatemele!

Conosco perfettamente tutti i vostri interessanti punti di vista, io posso dire solo

semplicemente che non ho sognato.

Se potete credere di essere capaci di credere che si possa credere a ciò che appare

incredibile, bene!

Altrimenti né io né alcun altro potrà convincervi!

Molti anni dopo, quando raccontai per la prima volta quest’ episodio, la mia Maestra

di Reiki mi disse che avevo un amico spirituale che mi aveva attivato la Kundalini.

Io non so se questo sia applicabile alla mia esperienza, e comunque la cosa

porrebbe una serie incredibile di altre domande.

Oggi tendo a credere che, vista la mia pigrizia e lentezza dal liberarmi di tante false

credenze, qualcuno ha deciso di darmi una mano risvegliando energie sopite.

E tendo a credere che questo qualcuno sia io stesso, più precisamente un Enzo

Longo energeticamente più elevato, cioè una mia realtà di Essere che esiste in una

dimensione molto diversa da questa materiale e dove tutto esiste in un mondo

assolutamente energetico, vibrazionale, creativo.

E’ da questa realtà che, per successivi processi di “condensazione” della energia

vibrazionale, si arriva poi alla formazione dei vari corpi e dei vari mondi sino a

giungere a quello materiale in cui viviamo oggi.

33

Ma noi siamo contemporaneamente anche altro: siamo pura energia vitale e

creatrice! Ed ogni volta che in qualche modo, o inconsapevolmente perché guidati

da una parte profonda di noi che sa molto bene ciò che è necessario fare, o per

scelta consapevole, ogni volta che riusciamo ad allinearci con queste nostre realtà

più elevate, ecco che allora nella vita compare l’incredibile, il magico, il

sopranaturale ed il mondo, la nostra vita , cambia.

Così è, se vi pare.

34

°°°°°°°°°°°

Tutte le bugie degli altri che mi sono bevuto e tutte le falsità che mi sono raccontato

per rendere vero quello che non è vero di me,le frantumo e distruggo tutte ?

35

LO SPIRITO SANTO

Quello che seguì credo che sia stato il periodo più difficile della mia vita.

Da un lato, come detto, il mio secondo matrimonio era sulla strada del fallimento tra

enormi sofferenze mie e di mia moglie.

Dall’altra ormai gli episodi “strani” nella mia vita erano diventati tanti e tali che non

potevo più ignorarli. Questi mi indicavano strade sconosciute che non avevo idea di

come percorrere, ma tutto ciò cozzava violentissimamente con quelli che erano

stati i capisaldi razionalistici su cui avevo fondato la mia vita, che però sembrava

stesse andando a rotoli.

In altre parole mi sentivo come l’asino in mezzo ai suoni o come il classico vaso di

coccio tra i vasi di metallo.

Stavo veramente male e non sapevo cosa fare !

Un giorno viene allo studio una signora, P.R., che poi è diventata mia amica, e mi

dice certe cose.

Di quello che dice io capisco che c’è una specie di santone indiano che fa cose strane

e che viene in provincia di Salerno: e mi consegna un ticket per partecipare

all’evento.

In realtà, come ho scoperto dopo, mi dice tutt’altro: ma io capisco quello che sono

in grado di accettare.

E così nel giorno ed all’orario stabilito mi ritrovo sul posto.

In realtà lo stregone indiano era Padre Emiliano Tardiff, un sacerdote carismatico

aderente al movimento “Rinnovamento Nello Spirito” di cui non sapevo proprio

nulla, e l’incontro era una Messa di Guarigione.

Mi diede molto fastidio scoprire di trovarmi fra quegli “invasati”, ma tant’è: ormai

c’ero e decisi di rimanere.

Ci furono due episodi che furono altrettanti pugni da mandarmi al tappeto.

Il primo fu l’omelia. Tutto quello che disse padre Tardiff sembrava essere detto

proprio a me, perché rispecchiava fedelmente la mia vita: ma come faceva a sapere

36

tutte quelle cose, se era uno sconosciuto di cui non sospettavo minimamente

l’esistenza?, mi chiedevo fra me e me.

Il secondo fu la guarigione miracolosa. Nella stessa fila, tre sedie alla mia destra era

seduta una ragazza, che poi mi dissero sordomuta dalla nascita. Ad un certo punto

della Messa, padre Tardiff inizia la preghiera di guarigione, accompagnata da

musiche e canti. All’improvviso questa ragazza lancia un urlo, si alza e corre a

prostrarsi davanti all’altare tra singhiozzi e fiumi di lacrime: per la prima volta in vita

sua stava sentendo musica e parole!

Nel peofondo silenzio che scese sulla platea dei partecipanti percepii nettamente

una Energia Presente ed Operante.

Inutile dire che tornai a Napoli che ero ridotto ad una infinità di cocci che non

sapevo come rimettere insieme!

Ritorna P.R. allo studio, le racconto l’esperienza e lei comprende il mio stato

d’animo: “Perché non vai a parlare con Ida C.? può aiutarti” e mi dà il numero di

telefono.

Ancora una volta mi ritrovo ad affidarmi ad una sconosciuta: ormai non posso più

opporre resistenza, sono veramente ridotto ad un tappetino e così vado, dopo aver

preso un appuntamento.

Ida mi accoglie con molta disponibilità.

Inizio a parlare, in realtà le parole escono come un fiume in piena e mi ritrovo a

narrarle tutta la mia vita, anche i segreti più nascosti mai confessati a nessuno.

Ida ha per me solo parole di comprensione e di affetto e mi parla della parabola del

figliol prodigo, ma in un modo molto diverso da come potevo ricordarla: me ne parla

come del cammino dell’essere umano verso la scoperta della sua realtà più

profonda, più vera.

Non sono in grado di comprendere a pieno quello che dice, ma le sue parole mi

trasmettono un fascino incredibile.

37

E mi invita a partecipare agli incontri di catechesi che lei tiene settimanalmente

presso la sua parrocchia.

Così comincio a frequentare questi incontri ove succede una cosa strana.

Se durante la catechesi mi soffermo ad analizzare razionalmente quello che Ida dice

allora la mia reazione è di violenta ripulsa: che cavolo ci sto a fare qui ad ascoltare

queste sciocchezze?

Se invece sospendo il giudizio razionale e semplicemente mi abbandono al suono,

alla musica della parole, allora compare misteriosamente un senso di pace, di calma

del tutto imprevedibile e per me nuovo ed estremamente affascinante e piacevole.

Passati i trenta/quaranta minuti della catechesi e tornato alla mia vita quotidiana

ripiombo nel mio personale inferno.

Ancora una volta mi ritrovo nel dilemma: seguo la mia razionalità, che però a quanto

pare mi ha portato ad un punto morto della mia vita, o accetto di vivere quei

momenti?

Decido di vivermi l’esperienza per un mese, poi deciderò.

Ho vissuto l’esperienza con Ida ed il Rinnovamento per più di dieci anni, e di questo

sarò eternamente grato.

Ida mi ha accolto come un figlio ed io la considero come una seconda madre, dato

che mi ha fatto letteralmente ri-nascere.

Sono diventato suo intimo ed ho avuto il piacere e la gioia dell’amicizia del marito

Antonio, persona di una semplicità incredibile, ma molto profonda.

Di Antonio, preside in pensione, mi piace ricordare come si definiva: l’autista di Dio.

Infatti era lui che andava in giro per Napoli e provincia a portare Ida nelle varie

parrocchie dove erano richieste le sue catechesi.

Ida, maestra andata in pensione per poter portare La Parola , è sicuramente una

persona dalla storia particolare, colma di quelli che S. Paolo chiama “Doni dello

Spirito”.

Ma di lei mi piace ricordare quello che ritengo il suo insegnamento fondamentale:

38

non lasciatevi mai ingabbiare in schemi e formalismi, siate liberi da tutto quello che

vi può schiacciare ed opprimere.

Ida è sicuramente una persona profondamente cattolica, che sottopone al vaglio del

suo Padre Spirituale tutte le intuizioni e le esperienze spirituali che vive, prima di

farne oggetto di catechesi.

Ma è anche una persona intimamente e profondamente libera.

Un esempio.

Mia cugina Dianora, che da tempo segue un suo personale cammino di evoluzione

della consapevolezza, mi parla del Reiki ( http://www.reiki.info/Usui-Reiki/Reiki.htm).

La cosa mi attira molto, ma chiedo prima consiglio ad Ida.

Così le spiego il tutto, descrivendo le caratteristiche dell’energia del Reiki, che, tra

parentesi, sono praticamente sovrapponibili a quelle dello Spirito Santo.

Ida non solo mi invita ad andare, ma essa stessa parteciperà dopo un po’ ad un

corso di 1° livello.

Vi assicuro che questa cosa era assolutamente impensabile in una chiesa ove molti

sacerdoti consideravano diavoleria addirittura i Fiori di Bach!

L’esperienza di spiritualità con Ida è stata fondamentale nell’aprirmi a realtà

completamente diverse e nel trovare nella vita motivazioni più profonde, così come

ha avuto evidentemente fortissimi influssi nella vita affettiva conducendomi

all’annullamento del primo matrimonio, al divorzio dal secondo, ed ad un terzo

matrimonio con la nascita di mio figlio Andrea.

Inoltre è stata proprio Ida a guidare me ed un gruppo più ristretto sulla strada della

meditazione che poi non ho più abbandonato.

Poi le cose cominciarono a cambiare.

Da un lato il Movimento andava sempre più verso forme di istituzionalizzazione,

organizzazione e formalizzazione che ne facevano perdere la freschezza.

Dall’altro cominciavo a sentirmi un po’ a disagio, come se una cappa mi stringesse

addosso e mi opprimesse, ma non osavo pensare ad un futuro senza Ida.

39

Finché un giorno, in una riunione del pastorale (cioè della direzione del gruppo di

preghiera), per un equivoco insorto a causa di una terza persona, Ida ed Io ci

ritrovammo l’una contro l’altro in maniera estremamente veemente e furono

elevate contro di me accuse pesantissime.

Ricordo che quando tornai a casa, per fortuna ero solo, mi ritirai nel mio studio per

riflettere sull’accaduto.

Non ho mai sentito, né prima né dopo un dolore interiore simile : come una lama

che ti penetra nel petto e ti trafigge a lungo, sino a spaccarti il cuore, un dolore

acutissimo per il quale non c’era posto neanche per le lacrime. Solo un urlo,

disperato ed infinito, al quale mi abbandonai.

Sono sicuro che un eguale dolore deve averlo vissuto anche Ida, altrimenti non

avrebbe mai detto certe cose che erano solo lo sfogo di una sua profonda

sofferenza, causata involontariamente da me.

Ma tant’è: era successo e non si poteva tornare indietro.

Capii che non era un problema di colpe, che non sarebbe servito a nulla sforzarsi di

chiarire le cause e spiegare le rispettive posizioni.

Quello che era successo, era successo semplicemente perché era finito un ciclo della

mia vita: la mia strada doveva proseguire in altro modo, non sapevo ancora quale,

ma sarei stato solo, perché la mia strada era diversa da quella di Ida.

Continuai ad andare ancora per un po’ di tempo alle riunioni di preghiera ma in

maniera sempre più saltuaria ed occasionale.

Negli anni seguenti Il rapporto con Ida si è mantenuto molto saltuario: era

comunque bello confrontare come, sebbene percorrendo strade differenti, le

conclusioni di natura interiore/spirituale fossero le stesse.

40

°°°°°°°°°°

Quali proiezioni, aspettative, e giudizi

mi fanno vivere nel passato

impedendomi di creare un futuro?

41

DIANORA , IL REIKI, LA RADIONICA, AMMA

Ho accennato al fatto che ad aprirmi al Reiki fu mia cugina Dianora (sua madre è

sorella di mio padre)

lEI è stata, come dire, un po’ l’ apripista perché, per prima in famiglia, ha cominciato

a percorrere un cammino di consapevolezza, seguendo strade fuori dall’ “ordinario”

ed andando oltre gli inevitabili giudizi e prese in giro per le cose “strane” che faceva.

Qualche tempo fa Dianora, il fratello ed io ci ritroviamo insieme a pranzo e

ricordiamo un po’ i tempi della nostra infanzia/giovinezza.

Alla fine concludiamo che abbiamo scelto bene le famiglie in cui abbiamo deciso di

nascere perché in queste abbiamo ricevuto un grande dono: quello cioè di un

legame familiare molto stretto, unitamente alla bellissima esperienza di “famiglia

allargata” ad amici e conoscenti, che ha improntato la nostra vita per molto tempo.

Ma fra Dianora e me c’e da tempo un rapporto un po’ particolare, che chiamerei di

“mutuo soccorso”.

In effetti io considero Dianora un po’ una specie di fatina buona che ogni tanto,

quando è necessario, dice una cosa, racconta un’esperienza e “tac” (tocco di

bacchetta magica): si apre una porta.

Ho già detto come sia stata lei a parlarmi del Reiki, di cui presi anche un secondo

livello.

Ma ancora prima mi raccontò della radionica, a cui Arturo (il suo compagno del

tempo) si era avvicinato e mi prestò alcuni libri.

Un ingegnere napoletano, il prof Callegari, a seguito di lunghi studi, concepì un

apparecchio di radionica che, a differenza di tutti gli altri, non necessitava di fonte di

energia.

Con questa centralina si può individuare la frequenza vibratoria di qualunque cosa

esiste in questo mondo.

42

Le applicazioni sono tantissime, a cominciare da quelle mediche, dato che si può

stabilire lo stato di salute di una persona, individuarne la patologia e trattarla con le

frequenze vibrazionali opportune.

Ma si può utilizzare anche per individuare, ad esempio, la localizzazione di falde

acquifere o di persone scomparse, o per datare reperti archeologici utilizzando una

scala temporale con la forma di spirale a chiocciola, basata sulla serie numerica di

Fibonacci. Questa centralina veniva costruita dall’ing. T.

Decido di andare a trovarlo nel suo laboratorio.

Come mi vede, T. manifesta subito la sua gioia: mi racconta che circa un anno prima

gli avevo praticato una analgesia peridurale per un intervento di ernia inguinale

(cosa che non ricordavo proprio).

Era rimasto colpito dalla mia cortesia, umanità e professionalità (parole sue, non

mie!) per cui aveva sempre desiderato reincontrarmi ma, ora per una cosa ed ora

per un’altra, non gli era mai riuscito di venire a trovarmi in ospedale.

Come dice il detto?: se la montagna non va a Maometto è Maometto che va alla

montagna (o è il contrario? Boh!!).

Questo laboratorio (che affacciava a piano terra su un ampio cortile interno di uno

dei tanti, antichi magnifici palazzi di Napoli) consisteva in due stanze: quella interna

era il laboratorio vero e proprio, ove era possibile accedere solo su autorizzazione

dell’ingegnere.

La prima stanza fungeva da ingresso/salotto/deposito. Qui vi erano una serie

incredibile di cose realizzate dall’ing. T. .

C’era una lampadina che era accesa ininterrottamente da 20 anni.

C’erano alcune riproduzionei in scala di una piramide egiziana che manifestavano

delle caratteristiche energetiche particolari: le lumache, poste all’interno della

piramide, si disponevano sempre lungo gli spigoli dei lati; la carne lasciata nella

piramide per giorni non imputridiva ma mummificava; una pianta all’interno della

43

piramide cresceva meglio e più in fretta del controllo posto in un banale

contenitore.

C’erano delle lamette da barba che non perdevano mai il filo, perché erano esposte

alla luce lunare durante una sua fase particolare.

C’era una tavoletta di legno su cui era fissata una singola spirale di rame inclinata di

un certo numero di gradi rispetto alla tavoletta: se si orientava il tutto secondo

l’asse terrestre la spirale di rame diventava incandescente!!

Una volta raccontai all’ingegnere della micosi cutanea di cui non riuscivo a liberarmi.

Detto fatto, mi dà una bottiglietta dicendo di prendere una goccia il primo giorno e

di aumentare di una goccia al giorno per 14 giorni e poi continuare a ritroso

diminuendo di una goccia al giorno.

Naturalmente si rifiuta di dirmi cosa sia quel liquido.

Faccio come dice: al termine della terapia la micosi è scomparsa.

Finalmente mi racconta che è una antica preparazione di Paracelso, di cui però era

essenziale la esposizione alla Luna. In effetti la durata della terapia (14 giorni+14

giorni) era pari alla lunghezza di un ciclo lunare.

Nella prima stanza si riuniva una parte dell’intellighenzia napoletana: medici,

professori universitari, filosofi, scienziati si incontravano, anche con la

partecipazione di comuni mortali, per discettare dei massimi sistemi e della

radionica.

Non era semplice avere una di queste centraline, non era affatto sufficiente

ordinarla: a suo insindacabile giudizio era l’ing. T che decideva se una persona

poteva o meno riceverla.

Io non ebbi mai il coraggio di chiederla, la centralina.

Ma dell’ing. T. voglio ricordare la incredibile umanità e dolcezza.

Lui era sposato, e la moglie soffriva di una grave forma di demenza.

A causa delle cose che la moglie faceva, era costretto periodicamente a cambiare

casa, ma aveva sempre rifiutato la possibilità, anche teorica, di ricoverare la moglie

44

in ambiente sanitario opportuno: voleva stare con lei, assicurandole in prima

persona tutta l’assistenza di cui aveva bisogno.

Non ricordo di aver mai udito da lui una sola parola di stanchezza, delusione o

rammarico, anzi ogni volta che parlava di sua moglie gli occhi gli brillavano e si

illuminavano ed il viso diventava di una dolcezza estrema.

Poi smisi di frequentarlo, temendo di essere distratto dal cammino nel

Rinnovamento (!?!).

Alcuni anni dopo mi feci costruire una centralina di Callegari da un signore dell’alta

Italia che era in grado di farlo (e senza necessità di permesso!).

Ho avuto diverse esperienze interessanti.

Localizzai come defunta in un paese del Centro America (non ricordo quale) la figlia

scomparsa di due famosi cantanti, trovai le varie frequenze dei sette Chakra,

effettuai uno studio sulla cattedrale di Chartres scoprendo che sette caratteristici

punti del labirinto all’ingresso avevano la stessa frequenza dei Chakra.

Feci anche uno studio sulla Sacra Sindone: i risultati furono … interessanti.

La datazione ne conferma l’origine ai tempi di Gesù.

Il corpo della Sacra Sindone da un lato viene definito come vivo, dall’altra appare

portatore di lesioni incompatibili con la vita. Ciascun chakra dell’uomo della Sindone

ha una doppia frequenza: una corrisponde alla frequenza dei chakra dell’essere

umano, l’altra è di valori molto più elevati. Comunque i chakra erano attivi e vitali.

Infine ho avuto anche la possibilità di vedere come cambiano ( parlando in termini

vibrazionali) i chakra in occasione del decesso di una persona.

A questo punto, penserete voi, costui (cioè io) sicuramente utilizzerà tutte queste

conoscenze (tra reiki e radionica) nella sua professione!

E no… miei cari. Troppo semplice: non avete valutato una cosa che vi ho taciuto:

sono capricorno e quindi con testa durissima!

La giustificazione razionale era che già venivo considerato una sorta di stregone per

le cose strane che facevo ( in ospedale ero conosciuto come “o miereco che fa cose

45

strane e che fa ‘e punture into all’osso” cioè il medico che fa le siringhe dentro le

ossa!): cosa sarebbe successo se avessi cominciato con l’imposizione delle mani o

con l’usare uno stranissimo apparecchio? Avevo un ruolo istituzionale da rispettare

e difendere!

Viceversa accettavo tranquillamente le tante guarigioni straordinarie che

avvenivano durante le preghiere di guarigione negli incontri del Rinnovamento: ma

queste non mi coinvolgevano come medico e non erano legate ad una attività

personale, ma di gruppo.

Anni più tardi, dopo che Arturo è passato nella Luce, Dianora mi regalò tutto il suo

materiale riguardante la radionica.

Così ora posseggo ben due centraline di Callegari!

Cosa ci faccio? A cosa o come mi serviranno? Non ne ho la più pallida idea, aspetto

una risposta dalla vita.

46

°°°°°°°°°°°°°°°

Quando faccio una domanda faccio scorrere un processo: così emerge l’energia di

come ho creato quella limitazione.

Per qualsiasi cosa nella vita posso chiedere:

Che cosa è questo?

Cosa ci faccio?

Posso cambiarlo?

Se si, come lo cambio?

47

IL FUOCO COVA SOTTO LA CENERE

Gli anni seguenti il distacco da Ida furono anni in cui mi dedicai anima e corpo al

lavoro.

Approfondii la conoscenza e l’utilizzo dei fiori di Bach, che divennero un

efficacissimo strumento terapeutico al punto da avere in trattamento persone che

venivano esclusivamente per praticare la floriterapia.

Mi accostai all’uso di farmaci omotossicologici e studiai la omotossicologia,

mettendo a punto due cocktail assolutamente inediti.

Uno è efficace nel trattamento mesoterapico della periartrite scapolo-omerale

calcifica, riuscendo a far sciogliere le calcificazioni.

L’altro, utilizzato sia per via infiltrativa intervertebrale che mesoterapica su punti di

agopuntura, è efficace nel trattamento delle ernie del disco intervertebrale,

riducendone la grandezza sino alla scomparsa, con conseguente eliminazione del

dolore radicolare.

Ho seguito i corsi sulla morte tenuti dal prof. Cesare Boni e, come detto, il secondo

livello di Reiki, oltre al Karuna.

Tutto questo mentre continuavo a fare l’anestesista rianimatore e gestivo

gliambulatori di Terapia del Dolore che fondavo nei vari ospedali dove lavoravo.

Un cambiamento importante fu quando, dopo aver girovagato per diversi ospedali

di Napoli e Caserta, si presentò l’occasione di essere trasferito all’Ospedale

Cardarelli di Napoli presso la U.O.C. di Fisiopatologia, Terapia del Dolore e Cure

Palliative. Fu questa l’occasione in cui abbandonai definitivamente l’anestesiologia e

la rianimazione.

Il reparto era diretto dal dott. V. Montrone, persona più unica che rara, che ha

dedicato tutta la sua vita alla battaglia (nazionale e locale) per la formazione di una

cultura della terapia del dolore e la istituzione dei reparti specialistici con Hospice

per i malati terminali, senza mai portare avanti un discorso di interesse personale e

senza mai accettare alcun baratto o compromesso con i vari livelli istituzionali.

48

Sono stati anni veramente di fuoco, con lavoro intenso sviluppato su più fronti.

Il reparto era dotato di un ambulatorio di terapia del dolore, un D.H. per i malati

oncologici, e doveva poi assicurare le consulenze interne nei vari reparti

dell’ospedale.

Inoltre il nostro reparto erav uno dei pochissimi centri italiani riconosciuti ed abilitati

a livello internazionale per la sperimentazione farmacologica in terapia del dolore e

quindi c’era tutto questo lavoro da portare avanti.

In più c’era l’attività di partecipazione a convegni e congressi dove il Dott.

V.Montrone veniva invitato come relatore ( ma ai quali spesso e volentieri delegava

me), l’attività di “politica sanitaria” (essendo ambedue membri di una commissione

regionale) ed il lavoro per la Società Scientifica di cui il dott. Montrone è stato

presidente per diversi anni. E poi c’era l’impegno nella Associazione di Volontariato

“DO.NO Dolore No”, creata dal dott. V. Montrone per sostenere l’attività del

reparto.

Naturalmente l’animatore, la guida e l’organizzatore di tutto ciò era il dott. V.

Montrone, con il quale si sviluppò rapidamente un rapporto di reciproca stima ed

affetto.

Il problema era che tutta questa mole di lavoro eravamo solo lui ed io a sbrigarla,

dato che i tempi in cui c’erano tre medici in servizio sono stati veramente limitati.

Ah…. Dimenticavo l’impegno come tutor quando si presentava un nuovo collega,

che poi finiva naturalmente per andarsene, vanificando la fatica fatta per istruirlo.

Solo negli ultimi due anni si aggiunse una terza collega in maniera stabile ed

affidabile.

Ma il lavoro che riuscimmo a svolgere fu di prima qualità: ricordo di un paziente che,

per i gravissimi problemi che aveva, andò sino in Svizzera. Sulla prima pagina della

cartella clinica, rilasciata alla dimissione dall’ospedale svizzero, era scritto: rivolgersi

al dott. V. Montrone, Napoli.

49

Nel frattempo ho appreso e praticato la tecnica dello EFT (Emotional Freedom

Tecniques), e poi la kinesiologia seguendo un corso di medicina biointegrata del

dott. F. Mastrodonato; ho imparato inoltre ad utilizzare i fitofarmaci integrandoli

anche con farmaci tradizionali e/o omotossicologici.

Infine si riuscì a ad ottenere che fosse ufficialmente riconosciuto come pratica del

reparto, l’approccio alla terapia del dolore con tecniche “alternative”, non della

medicina accademica.

Verso la fine del primo decennio del nuovo secolo, viene da me un antico compagno

dei tempi del liceo, che lavora all’INPDAP.

Non ricordo come e perché arriviamo a parlare di pensionamento ed io gli raccontai

la mia storia.

Quando entrai stabilmente in ospedale (fine anni 70) feci la domanda di riscatto per

gli anni di laurea e specializzazione, ai fini della anzianità di servizio.

In quei tempi la domanda veniva inoltrata a Roma e ci voleva molto tempo per

ottenere la risposta.

In effetti questa arrivò dopo più di dieci anni, in un periodo però (quello della

malattia finale e decesso di mio padre) in cui non avevo proprio la testa per

dedicarmi ai fatti burocratici ed andare in giro per Napoli a procurarmi tutta la

documentazione richiesta.

Così passarono i sei mesi di tempo che avevo per assolvere a questi obblighi e persi

il diritto al riscatto alle condizioni economiche del tempo della domanda. Avrei

potuto ottenere comunque il riscatto ma con una nuova domanda ed in termini

economici molto onerosi.

Ecco cosa raccontai all’amico.

Dopo un po’ di tempo questi si ripresenta.

“Guarda, Enzo,-mi dice- che nel tuo fascicolo non c’è la copia della lettera di Roma in

cui venivi invitato a presentare la documentazione, per cui, per un errore

dell’Istituto previdenziale, tu hai ancora diritto a quel riscatto.”

50

Conclusione: ho potuto riscattare, con poche centinaia di euro, tutto il periodo del

corso di laurea ed una parte di quello di specializzazione, ritrovandomi di colpo in

età pensionabile!

Potevo aspettarmi un segnale più chiaro di così che mi dicesse: te ne devi andare in

pensione!?

Cosa che feci, pur potendo ancora rimanere in servizio per circa altri due anni.

Da allora, per il dott. V. Montrone sono diventato “Il Traditore”.

In effetti sono rimasto ancora per un anno al Cardarelli, sia pure con frequenza

dimezzata, perché il dott. V. Montrone riuscì a farmi ottenere una borsa di studio: in

questo modo si riuscì ad organizzare a Caserta il Convegno Nazionale

dell’Associazione e ad assicurare un passaggio più dolce al mio definitivo

allontanamento dal reparto.

51

°°°°°°°°°°°°°°°

A cosa mi piacerebbe che assomigliasse le mia vita?

52

NUOVI ORIZZONTI

La prospettiva del pensionamento prima e l’effettivo pensionamento poi, danno una

fortissima scrollata alla mia vita: quelli che erano stati i binari ed i cardini su cui

avevo camminato negli ultimi anni incominciano a vacillare sempre più.

Incomincia a pervadermi un senso sempre più profondo di non realizzazione ed

insoddisfazione sino a giungere alla certezza della mia morte interiore o addirittura

fisica se non avessi smesso quella vita “normale”.

Non avevo assolutamente idea di quello che avrei dovuto fare, di quale strada avessi

dovuto percorrere e, come spesso succede in questi casi, cerco una via di fuga in un

altro rapporto personale, addossando la responsabilità a mia moglie,.

In realtà non è così: lei è sempre rimasta eguale a se stessa, invece ero io che non

riuscivo più ad accettare ciò che avevo accettato sino a poco prima, che non riuscivo

più a vivere come “normale” quello che mi era sembrato normale fino a quel

momento.

Giungo così alla decisione di andare via di casa e di vivere da solo.

Un giorno la mia fatina (cioè mia cugina Dianora) mi manda un messaggio in cui

comunica l’inizio di un seminario tenuto da Josè Gonzalez, con la sua assistenza.

Non finisco neanche di leggere il messaggio: un’esplosione di gioia mi invade e

comincio a saltare e a ridere senza neanche preoccuparmi di sapere in cosa consiste

questo seminario.

La fig. 1 è il manifesto originario programmatico originario di quel seminario.

53

Fig. 1

Carissimi ci stiamo avvicinando ad un momento di

Cambiamento Cosmico per il pianeta Terra.

Il 2012 segna la Fine di un ciclo, di un’ era e l’Inizio

di un’altra Era Cosmica.

Se fino ad ora l’umanità ha sviluppato il materialismo

sempre più sfrenato ora è arrivato (finalmente) il tempo

del Cambiamento, che non può essere che Spirituale!

Per questo non dobbiamo lasciarci cogliere impreparati!

Lo scopo, l’obiettivo di questa è

di crescere nella nostra capacità di sentire e dare

GIOIA a noi e agli altri con un’ENERGIA PERMANENTE, di

rafforzare la nostra capacità di sentire e dare la Luce;

di attraversare questi anni davanti a noi con la

consapevolezza che il percorso (spirituale) fatto finora

è stato la base e che ora dobbiamo rafforzare il nostro

spirito per dare forza ad una Nuova Umanità: più

semplice, più sana, più onesta, più compassionevole, più

vera…..più ecologica.

54

Josè Gonzalez è un colombiano (di età indefinibile e misteriosa) che dopo aver

vissuto diversi anni presso una tribù di Indios dell’ Amazzonia, vive e pensa in Europa

come un Indios (e tale lui infatti si dichiara), profondamente legato a tutte le energie

e le forze della natura, sia quelle del cielo che quelle della terra.

Il seminario dura due anni, comprendendo incontri mensili ed un periodo finale di

vita insieme, in un casolare di campagna, per una settimana, a stretto contatto con

la natura. Il gruppo che seguirà tutto il seminario si attesterà su una decina di

persone.

In questi due anni impariamo a conoscere ed utilizzare le varie forme di forze ed

energie della natura e del suono, le tecniche che gli antichi Indios usavano per

connettersi ad esse, impariamo a sviluppare il corpo eterico e diverse forme di

energie terapeutiche, impariamo a connetterci con le tante manifestazioni della

natura (sole, stelle, luna, alberi, terra ecc), cominciamo ad imparare a vivere

raccordandoci con i ritmi stessi della natura.

In questo periodo pratico molto intensamente la meditazione, con notevoli frutti

nello sviluppo di una personale consapevolezza interiore.

Sempre in questo periodo, e sempre su indicazione di Dianora che è una sua devota,

conosco Mata Amritanandamayi Devi, più semplicemente conosciuta come

“AMMA”.

Amma, che sarebbe a dire “GRANDE MADRE”, è una donna di sessantatre anni che

sin dall’età infantile ha mostrato doti, capacità e caratteristiche estremamente

particolari. Oggi viene considerata dagli Induisti come la reincarnazione di una loro

divinità .

Amma vive in un ashram (che sarebbe come dire un monastero) fondato da lei, in

India, in compagnia di diversi monaci. Questi sono persone delle più diverse

nazionalità ed estrazione che, dopo aver incontrato Amma, hanno completamente

abbandonato la vecchia vita, scegliendola come Maestra e decidendo di vivere con

lei, condividendone ed assorbendone la spiritualità.

55

Nell’ashram inoltre vivono tantissime persone provenienti da tutto il mondo che

decidono di passare un periodo della loro vita (breve o più o meno lungo che sia)

alla luce degli insegnamenti di Amma ed alla sua presenza.

Tutto ciò in maniera assolutamente gratuita: devono però, evidentemente,

partecipare alle attività materiali necessarie al sostentamento e mantenimento

dell’ashram e di tutti coloro che vi vivono.

Amma ha dato vita ad una ONLUS chiamata “Embracing the World” (Abbracciando il

Mondo) che è stata indicata e premiata dall’ONU come l’unica onlus che riesce ad

utilizzare le donazioni ed i fondi a sua disposizione in maniera quasi totale per i

progetti che realizza: infatti tutte le attività a cui Amma dà origine sono totalmente

basate sul volontariato.

I progetti e le realizzazioni di Amma sono tantissimi ed è impossibile elencarli

(Amma-Italia.it).

Amma gira il mondo per abbracciare le persone. Una volta all’anno viene anche in

Italia, a Milano.

Per tre giorni migliaia e migliaia di persone si mettono tranquillamente in fila per

arrivare al cospetto di Amma e riceverne l’abbraccio.

L’energia, la forza, l’amore che Amma emana sono incredibili: non è possibile

rimanere indifferenti.

Tutto cambia e tanto è cambiato nelle vite di tantissime persone.

Vi sono anche momenti di meditazione, canti devozionali ed insegnamenti spirituali:

questi hanno però la caratteristica di poter essere accettati da tutti,

indipendentemente dalla religione cui si appartiene.

Amma si rivolge alla radice comune di ogni essere umano ed il suo insegnamento

fondamentale si può riassumere in una sola breve frase: ama secondo i dettami

della tua religione o della tua coscienza.

In effetti una delle cose più belle è il vedere come suore e sacerdoti cristiani, monaci

buddisti, mussulmani, induisti, giovani, anziani, bambini, sani, malati, sofferenti, atei

56

come Dario Fo e Franca Rame, siano tutti uniti da una sola realtà: l’abbraccio di

Amma.

Anche la partecipazione a questi incontri è assolutamente gratuita: si pagano solo gli

eventuali pasti e la oggettistica venduta come sostegno ad “Abbracciando il

Mondo”.

Anche in queste occasioni tutto si basa sul volontariato e chiunque può dare il

proprio servizio, a seconda delle proprie possibilità e disponibilità, ove è necessario

e richiesto.

Nulla viene sprecato di ciò che viene raccolto in termini di danaro e di ciò che viene

impiegato: vi faccio tre esempi.

Amma, e quindi anche i suoi monaci e tutti coloro che fanno parte stabilmente dello

staff, dormono per terra, su un tappetino, negli ambienti del palazzetto dello sport o

fieristico che ospita l’incontro, non vanno in albergo.

Una volta Amma si recò nelle cucine e vide una volontaria che stava per pulire sotto

l’acqua un frullatore utilizzato per preparare delle verdure.

Amma la ferma, raccoglie in un piatto tutti i residui che erano rimasti attaccati al

frullatore e dice alla ragazza: con questo che stavi per buttare, in India una persona

sopravvive per una settimana, non sprecarlo.

Nei giorni del raduno è attivo anche un servizio di intrattenimento per bambini:

tutto il materiale che viene utilizzato proviene dagli scarti delle varie attività.

Bicchieri e bottiglie di plastica, cartoni, lattine di metallo, carta di risulta sono il

materiale che viene utilizzato dai volontari con i bambini, cui evidentemente viene

dato anche un insegnamento di ecologia.

Personalmente sono andato due volte a ricevere l’abbraccio di Amma a Milano.

Non so se ci tornerò ancora, ma quello che so è che la mia strada è diversa.

Ma so anche che Amma sa che io so che lei sa che la mia strada è diversa:

ciononostante non fa mancare mai la sua presenza, il suo conforto, il suo intervento

quando è necessario.

57

Amma non abbandona mai chi, anche se per una sola volta, si è rivolto a lei.

Nei mesi seguenti la fine del seminario di Josè rincontro Ilaria, una collega che anni

prima avevo conosciuto per aver seguito la madre in fase terminale per malattia

tumorale.

Dopo un primo periodo di rapporto unicamente professionale nasce un legame

diverso, da un lato di attrazione personale scambievole, dall’altro di condivisione di

una ricerca in campo energetico/ spirituale che potesse portarci oltre i canoni di una

vita come viene normalmente accettata e vissuta.

Sulla base della esperienza del seminario di Josè e delle esperienze di maturazione

condivise, forti della benedizione di Amma, sviluppiamo il PROGETTO ATMA.

Quello che segue è il manifesto programmatico del progetto. ( Fig. 2)

Progetto ATMA (Fig. 2)

Oggi molte persone vivono una dicotomia: da un lato il mondo sembra sempre più

orientato verso il massimo egoismo e la totale autodistruzione, dall’altro (forse

proprio come risposta a queste tendenze) cresce l’esigenza di nuovi modelli di vita

e di rapporti interumani.

Il progetto ATMA nasce per cercare di dare una risposta a queste necessità nella

nostra specifica realtà, così come altri progetti vengono sviluppati e portati avanti

in tante parti del mondo.

In maniera molto schematica ( separando realtà che invece sono tra loro

inscindibili) il progetto si basa su tre principi: Armonia – Comunità – Comunione

con la Natura.

58

Armonia. (Definibile come concordanza di tutte le parti o come un tutto

incentrato) è uno stato che può derivare solo da un cammino di interiorità teso a

scoprire e realizzare la parte più profonda di ciascun essere umano.

Comunità. Solo nel confronto e nella vita sociale l’essere umano trova la sua

massima realizzazione e lo stimolo al continuo divenire.

La comunità è lo stato/luogo ove si concretizza e si manifesta l’armonia, ove

l’individualità (possibile solo con la completa realizzazione di tutte le proprie

capacità) sostituisce l’individualismo, realizzando totale e completa

complementarietà tra i membri.

Comunione con la Natura. L’armonia degli individui e fra gli individui sino a

concretizzare la comunità non è possibile se non con un profondo cambiamento del

rapporto con la Natura che è parte integrante ed attiva del mondo in cui viviamo

e del processo di maturazione ed evoluzione dell’essere umano.

Incontri periodici, apprendimento di tecniche per la personale evoluzione,

sviluppo di attività comunitarie, presa di consapevolezza degli enormi potenziali

energetici di ciascuno e loro sviluppo, scoperta e realizzazione della profonda unità

con il mondo della natura, condivisione del lavoro e dei prodotti della terra,

imparare a vivere nell’ Armonia, nella Gioia e nella Luce : questi i tratti

fondamentali del progetto ATMA.

La partecipazione è assolutamente gratuita.

Se ripenso a quello che abbiamo fatto, non ci credo.

Ilaria ha comprato un casale con circa 5000 mq di terreno, situato in prossimità di

Caiazzo (CE). In circa due anni abbiamo ristrutturato il casale, che da subito è

diventato la nostra abitazione, con possibilità di accoglienza per altre sette persone.

59

Abbiamo iniziato e poi sviluppato un orto (naturalmente biologico), abbiamo

piantato viti e fatto la vendemmia (che è stata un’esperienza sensoriale stupenda,

assolutamente non immaginabile), piantato alberi da frutta, piantato il grano e fatta

la trebbiatura con gli antichi strumenti dei contadini, iniziato un’esperienza con i

microorganismi efficaci.

Abbiamo raccolto le ulive, fatto il pane nel forno a legna, imparato a fare il

formaggio, i liquori con i vari agrumi, conserve di pomodoro, marmellate.

Molte attività venivano svolte nelle giornate di incontri mensili in cui si sviluppavano

anche tecniche energetiche di consapevolezza e di legame con la terra e le energie

dell’universo.

Tra le cose più belle c’e stato anche lo sviluppo del rapporto con Angelo, un

contadino di circa 80 anni che viveva in un vecchissimo casolare vicino a noi e che ci

era stato indicato come persona difficile da trattare, scorbutico, asociale.

Invece con noi si è sempre dimostrato molto educato, disponibile, rispettoso ma

socievole, come del resto eravamo socievoli e rispettosi noi nei suoi confronti.

Angelo ci ha aiutato molto nella conoscenza delle antiche pratiche della attività

contadina.

Poi è rimasto vedovo ed infine si è ammalato di cancro.

Gli siamo rimasti vicino anche in questi momenti difficili, contrariamente a quanto

hanno fatto i suoi familiari con i quali era in disaccordo, secondo una mentalità

tipicamente contadina, per l’assegnazione di pezzi di terreno.

Ricordo quando, soprattutto negli ultimi periodi, veniva a cena da noi, portando

incredibili ed enormi panini pieni di prosciutto e formaggio, per non venire a mani

vuote …. e trascorrevamo la serata chiacchierando e/o vedendo la televisione, che

lui non aveva.

L’ultima volta che lo abbiamo visto era ricoverato in una casa di cura privata,

sofferente per la malattia ormai in fase finale, la inadeguata assistenza sanitaria ed

affettiva, per l’inadeguato trattamento del dolore.

60

Ci tenevamo per mano e lui mi disse: dottore Vincenzo, ma noi ci vogliamo bene,

vero?

Forse solo al termine di questa sua vita ha sentito di ricevere quello che gli era

sempre mancato.

Se fosse così, anche solo questo basterebbe a bilanciare le enormi energie impiegate

nel progetto ATMA.

Purtroppo il progetto è terminato: da un lato errori commessi anche a livello di

rapporto personale, dall’aItra Ilaria è stata assunta nel Servizio Sanitario

Nazionale,con destinazione troppo lontana dal casale.

Per circa un anno e mezzo sono stato male : mi ero talmente identificato nel

progetto che la sua fine ha determinato una vera e propria perdita di identità

personale.

61

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Quale falsità sto seguendo che mi porta

ad impegnarmi marginalmente nella mia vita ?

62

ACCESS CONSCIOUSNESS®

Dianora (naturalmente!) mi aveva già accennato ad “Access Consciusness®”

ma non vi avevo prestato attenzione, dato lo stato d’animo in cui mi trovavo.

Ma un giorno, a casa sua, trovo sul tavolo il libro di Dain Heer “Sii te stesso e cambia

il mondo”.

Ne riesco a leggere solo poche righe, ma è più che sufficiente. Per farla breve mi

compro quello di Dianora (il libro si trova solo sul web) e me lo leggo (lo “faccio”)

tutto d’un fiato.

Eravamo ad aprile 2016: a maggio partecipo alla classe “access bars”® e via

streaming ad ”access business101-business fatto in modo diverso®”, a giugno alla

“Fondazione®” e ripeto una seconda volta la classe “access bars®”, a luglio ad

“access face lift®”.

A settembre partecipo alla classe “Scelta delle possibilità®”, con Dain Heer e alla

“classe per x Man®” di Diva Diaz ed infine nel gennaio 2017 ad “Access Body class®”.

Che cos’è “Access Consciousness®”? E’ un insieme di strumenti e di tecniche con le

quali è possibile cominciare a cambiare quello che non sei mai riuscito a cambiare

nella tua vita, dandoti così la possibilità di scegliere di creare qualcosa di

completamente diverso. La base del cambiamento è la domanda. Se fai una

domanda si apre una porta che ti dà accesso a nuove possibilità. Devi fare una

domanda, non devi darti una risposta. Sarà la vita a indicarti delle risposte ed in

questo modo diventano disponibili per te una serie di scelte. Scegliendo creerai un

insieme diverso di possibilità.

Quelle che avete trovato in corsivo al termine di ogni paragrafo sono alcune delle

tantissime domande che si possono fare.

Naturalmente, ai tempi di quanto narrato nei vari capitoli, non conoscevo Access,

ma mi sembra che le varie domande fatte nei diversi capitoli ben si adattano al

periodo cui sono riferite: è un po’ come se le avessi fatte … senza conoscerle!

63

Dopo la domanda viene pronunciata una frase di pulizia (che non posso trascrivere

perché protetta da copyright), di cui non si capisce assolutamente niente, ma è

meglio così !

Andiamo per gradi.

Io credo che più o meno siamo tutti di un’intelligenza media.

Se con la nostra intelligenza, con il nostro cervello razionale/lineare avessimo potuto

risolvere tutti i problemi della nostra vita non lo avremmo già fatto? Se non ci siamo

riusciti vuol dire che il nostro cervello “razionale” non è buono , adatto a ciò, anzi a

dirla tutta, con i pregiudizi e false opinioni che contiene spesso ci è più di ostacolo

che di aiuto!

Quindi le frasi di pulizia, come anche le domande, non sono rivolte al cervello

razionale, ma ad una parte più profonda di noi, per cui ciò che conta non è la loro

comprensione razionale, ma la carica energetica che trasmettono e la conseguente

capacità di cambiamento.

Con le domande e la frase di pulizia vengono fatte emergere delle energie che

l’Universo accoglie riorganizzandosi per fornirci delle risposte, delle possibilità

nuove.

Facile, no?

Ed in effetti è così, è facilissimo.

Un altro strumento sono le varie energie che si possono utilizzare sul corpo.

Non ci sono iniziazioni o strani riti o procedimenti particolari: semplicemente si

apprende ad usarle nelle varie classi, con estrema facilità, semplicemente

“facendo”. Basta una volta ed è un apprendimento possibile a tutti, non solo ad

eventuali ”iniziati”.

Un altro strumento, assolutamente indispensabile e fondamentale è “Access Bars®”,

che è anche la prima classe di apprendimento.

I bars sono 32 barre di energia che scorrono nella nostra testa.

64

In esse sono trattenute le componenti elettromagnetiche di ogni pensiero,

credenza, emozione, considerazione, atteggiamento, idea, decisione, giudizio che ci

bloccano nella nostra vita, quale è quella che viviamo.

Ci sono bars per ogni aspetto della vita: dal corpo all’invecchiamento, dal danaro alla

consapevolezza, alle relazioni , alla sessualità, la creatività ecc. per un totale di

trentadue.

Ogni bar è rappresentato da un punto particolare sulla nostra testa.

Il tocco leggero di questi punti determina lo scioglimento di queste cariche

elettromagnetiche, tipo cancellazione di file su un computer.

E così si crea un nuovo spazio con la possibilità di generare qualcosa di

completamente nuovo nella propria vita.

L’effetto di una seduta di “access bars®” è anche un incredibile rilassamento!

Certe volte sembra che ci si addormenti proprio! Qualcuno russa addirittura.

In realtà a me sembra che più che un addormentamento sia un entrare in uno spazio

coscienziale diverso, tipo meditazione per intenderci.

Dopo essermi accostato ad “Access Consciousness®” il primo effetto è stato che ho

accettato che nella vita quotidiana può essere presente la “magia” e che possiamo

esprimere e manifestare qualità particolari molto più facilmente di quanto si possa

pensare.

Vi racconto solo il primo caso che mi è capitato.

Un conoscente aveva un gomito del tennista bilaterale.

Dopo diversi tentativi falliti di farmacoterapia, va da un ortopedico che gli fa fare un

ciclo di tecar terapia. Al termine del ciclo il dolore rimane immutato ma l’ortopedico

lo rassicura: entro un mese il dolore scomparirà.

Dopo quaranta giorni il dolore è ancora lì, molto forte, e gli impedisce molti

movimenti degli arti superiori.

Una ecografia evidenzia sia la epicondilite bilaterale che la presenza di calcificazioni

a destra, dove il dolore è particolarmente violento.

65

La cosa che mi ha insospettito è stata la bilateralità della patologia: vuoi vedere che

questo dolore non gli appartiene? Infatti molti dei dolori che sentiamo non sono

nostri, ma li “assorbiamo” dagli altri, come nel gioco “passa parola” .

Sia con tecniche kinesiologiche che di “Access®” ho avuto conferma del sospetto.

Esattamente in quarantacinque minuti, utilizzando diverse tecniche di “Access”, il

dolore a destra scompare e a sinistra diminuisce nettamente.

66

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Quale menzogna sto seguendo che mi porta

a non scegliere mai di essere tutto ciò che sono?

67

LA SPIRITUALITA’

Io non sono né un filosofo né tanto meno un teologo, quindi le righe seguenti sono

unicamente una riflessione personale, un punto di vista che non vuole essere un

punto fermo o una verità. Inoltre, data l’educazione cristiana e l’esperienza vissuta

nel Rinnovamento, farò spesso riferimento ai contenuti della religione cattolica.

Che cosa abbiamo reso così importante e reale nella nostra vita che ci impedisce di

percepire ed essere tutto quello che ci permetterebbe di cambiare tutto nella nostra

vita?

Anzitutto partirei dal tentativo di intenderci sul termine spiritualità.

Per prima cosa chiariamo che la spiritualità è una componente dell’essere umano

che non appartiene a nessuna religione, sebbene le religioni siano lo strumento

principale attraverso cui essa viene espressa.

La spiritualità ha a che vedere con quella percezione, che tantissimi hanno, di valori

assoluti quali l’infinito, l’eterno, la comunione con un tutto, il bene, il bello,

l’armonia, che non appartengono alla realtà che viviamo tutti i giorni: questa infatti

ci appare come limitata nel tempo e nello spazio, estremamente parcellizzata e

disarmonica, duale in tutte le sue manifestazioni.

Quindi è come se noi vivessimo contemporaneamente due realtà, una più

superficiale, legata al mondo sensibile in cui siamo immersi, fatta di tanti pezzi di

spazio e tempo, limitata e sostanzialmente legata alla legge meccanica di causa ed

effetto; l’altra più nascosta, inesplorata, spessissimo trascurata e soffocata, i cui

principi di funzionamento in genere ci sono sostanzialmente dettati dalle varie

religioni.

Su una cosa le varie religioni sono d’accordo: tutte, anche se in modi molto diversi,

affermano il principio della vita dopo la morte, perfino gli assassini dell’ISIS!!!!

Quindi noi siamo contemporaneamente mortali ed immortali, finiti ed infiniti.

Come è possibile ciò? Sembra un paradosso.

68

La matematica possiede un paradosso di tale genere.

La serie di numeri razionali è infinita, ma se prendiamo per esempio solo i numeri

pari, e cioè la metà dell’infinito, anch’ essi saranno infiniti.

Questo vale naturalmente anche se consideriamo solo i dispari o i numeri di dieci in

dieci: la metà o la serie in 10 dell’infinito numerico sono infiniti essi stessi.

Ma consideriamo solo i numeri 1 e 2 o due numeri successivi qualunque.

Sembrano ben finiti, niente prima e niente dopo, ma in realtà tra 1 e 2 c’è una serie

infinita di numeri (1,1-,2-,3 ecc.), per cui anche essi sono infiniti o appartengono o

contengono l’infinito.

Se volessimo applicare questa realtà agli esseri umani, potremmo dire che al di la

della manifestazione specifica e diversa (equivalente alla serie di numeri pari, serie

di decine, serie di numeri successive ecc.) tutti siamo infiniti e partecipi dell’infinito.

Questa è la legge secondo la quale una parte del tutto è equivalente al tutto.

Questo principio dovrebbe essere ben conosciuto dai cattolici: se il sacerdote spezza

l’Ostia Consacrata in tanti pezzetti che poi distribuisce ai fedeli, ciascuno riceverà

per intero il Corpo di Gesù, e non una Sua specifica parte!

Ma questo principio lo troviamo anche nell’agopuntura energetica, ove l’orecchio è

la rappresentazione capovolta del feto umano: pungendo i punti sull’orecchio è

possibile trattare tutto il corpo.

La medesima cosa, ancora, si verifica nel massaggio podalico: anche nel piede si

trova rappresentato tutto il corpo umano.

Allora se mi prendo cura con consapevolezza di una sola pianta, mi prenderò cura di

tutta la terra!

Bello vero?

Se ognuno scegliesse con consapevolezza di curare quotidianamente una pianta, che

effetti ci sarebbero sulla terra?

Cosa possiamo fare, cambiare, creare perché ciò si manifesti?

69

In “Access Consciousness® si rimarca molto sul fatto che siamo esseri infiniti ed è

proprio questo ci permette di diventare creatori consapevoli della nostra vita.

Ciò ci rimanda ad un secondo significato della parola spiritualità.

La radice di questa parola è spiritus, parola latina che significa soffio d’aria, alito,

respiro, sospiro.

Nel primo versetto della Genesi è detto che lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Questo è il momento immediatamente precedente l’inizio della creazione, che

prende origine proprio dallo spiritus.

Quindi spiritualità significa : che ha a che vedere con la creazione, che dà inizio alla

creazione.

Noi siamo esseri infiniti, spirituali e quindi creatori!

Durante il periodo del Rinnovamento nello Spirito, un giorno Ida mi chiama e mi

chiede di andare da lei: doveva confrontare quanto emerso durante una

meditazione con i dati scientifici in nostro possesso, in particolare quelli riguardanti

il DNA, il nostro patrimonio genetico.

Quello che caratterizza il DNA sono 4 sostanze (adenina, timina, citosina e guanina)

che si uniscono a coppie (numero 2). Queste coppie si combinano poi in gruppi di

triplette (numero 3): gruppi di triplette (formate da coppie di queste sostanze)

costituiscono un gene e tutto il DNA ha una struttura a doppia elica.

Nel DNA a doppia elica le combinazioni delle 4 sostanze fra di loro sono :

adenina/timina, timina/adenina, guanina/citosina, citosina/guanina: ognuna di

queste sostanze abbinate in coppia si localizza su una delle due eliche (vedi figura).

Il numero di triplette possibili partendo da queste 4 coppie è 4 elevato alla terza,

cioè 64.

Su questi dati e su quanto emerso dalla meditazione Ida impostò tutta una

catechesi, basandosi sul significato simbolico/esoterico dei numeri.

Se si sommano i numeri componenti 64 (6+4) si ottiene 10

Il 4 e’ il numero della materia ( i 4 elementi fuoco – acqua – terra – aria).

70

Il Sei è un numero mistico. E’ il numero dell'ordine perfetto in quanto è il numero

dell'equilibrio tra gli opposti.

Il numero Dieci simboleggia la perfezione, contiene la globalità dei principi

universali: esprime la totalità, il compimento, la realizzazione finale in quanto

riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall’uno al nove.

Conclusione: Il 4 (il mondo della materia) si eleva al trascendente ( 10 ) se si

aggiunge il 6 (l’uomo che ha realizzato l’unità degli opposti).

Personalmente aggiungerei qualche altra riflessione. Il numero Due (sostanze

abbinate in coppie) è il simbolo della separazione, della dualità. il numero Due è

l'incarnazione degli opposti: materiale/spirituale, maschile/femminile, giorno/notte,

terra/cielo, yin/yang.

Il numero Tre è il simbolo del ternario con il suo valore unificante. Infatti il due

separa (la polarizzazione, il dualismo della realtà) mentre il tre riunisce. La sua

espressione geometrica è il Triangolo, simbolo del ritorno del multiplo all’unità.

Se sommiamo fra di loro il quattro e il tre di 4 elevato alla terza otteniamo sette.

Il numero Sette rappresenta il congiungimento del ternario divino con il quaternario

terrestre. E’il numero della Conoscenza e della Sapienza: Il Sette è il numero della

Piramide in quanto formata dal triangolo(3) su base quadrata (4).

Ormai tutti questi numeri fanno una gran confusione, girando vorticosamente nella

testa, ma ancora un attimo di pazienza, un ultimo sforzo!

Se sommiamo tutti i numeri 4+3+6+4 otteniamo 17. Se sommiamo 1+7 otteniamo 8.

Il numero Otto è il simbolo dell'infinito.

Se sommiamo il 6 di 64 con il 3 della elevazione a potenza otteniamo 9. Questo

numero è il periodo della gestazione: nove mesi per la nascita di una vita.

Il 9 è l'ultimo numero delle cifre essenziali che rappresentano il cammino evolutivo

dell'uomo ed è il simbolo della realizzazione, della nascita a nuova vita.

E per finire, osservate la struttura della doppia elica del DNA: non è forse una

sequenza di otto, cioè di infinito?

71

La struttura del DNA viene definita a doppia elica: essa prevede due filamenti esterni

antiparalleli che si avvolgono in giri destrorsi.

La distanza tra due basi successive in un singolo filamento è di 0.33 nm e vi sono 10

basi per ciascun giro dell’elica: per cui il passo del DNA è di 3.3 nm.

Tralascio ogni commento sul significato simbolico dei numeri su citati.

72

La duplicazione del DNA avviene con un meccanismo definito semiconservativo, in

quanto ogni singolo filamento costituisce lo stampo per un filamento

complementare ad esso e quindi uguale all’altro filamento.

In tal modo da una molecola di DNA si formano due nuove molecole, uguali tra loro

ed uguali alla doppia elica di partenza, in quanto ognuna è costituita da uno dei due

filamenti di partenza ed uno complementare di nuova formazione.

La cosa che mi sembra interessante è che un singolo filamento da solo non funziona

come DNA: è necessario che generi il suo opposto/complementare.

Ogni singolo filamento rappresenta gli elementi della dualità (due filamenti), ma, nel

momento stesso in cui essa si forma con i filamenti contrapposti, viene generata

una terza realtà (il DNA) che contiene il dualismo ma che contemporaneamente lo

supera generando una realtà che è superiore ai suoi componenti.

Insomma tutto sembra indicarci che anche nel DNA vi siano le impronte, i segni di

una dimensione dell’uomo che va ben oltre la sua semplice materialità.

Quale energia, spazio e consapevolezza possiamo essere per essere la

consapevolezza della spiritualità che è dentro di noi?

Come sarebbe se noi fossimo l’unica cosa che ci impedisce di essere facilmente quella

spiritualità che davvero ci piacerebbe essere e che potremmo essere e che siamo?

Quale stupidità stiamo usando per creare la realtà materiale di un mondo senza

spiritualità che stiamo scegliendo?

Attenzione! La cosa non finisce qua!!

Infatti di tutte le 16 (6+1=7= SAPIENZA/CONOSCENZA/PIRAMIDE) combinazioni

possibili in teoria per formare delle coppie utilizzando le 4 sostanze base, nella

pratica se ne realizzano solo 4 (2elevato alla seconda o 2x2!)!!!!

73

Infatti l’adenina si lega solo alla timina e la guanina solo alla citosina!

Questa è proprio bella ! Di tutte le 16 combinazioni possibili solo quattro (4=terra) si

realizzano!

E le altre 12 che fine fanno? Dove sono andate a finire?

Insomma sembra proprio che la creazione di un mondo duale quale quello che

sperimentiamo sia legato ad una specifica limitazione attuativa di tutte le altre

teoriche possibilità.

Ma allora l’infinito di cui straparliamo si esaurisce in un banale ed incasinatissimo

mondo duale?

EEEH NOO, non ci sto!

Che cos’è questo?

Cosa ci faccio?

Posso cambiarlo?

Se si, come lo cambio?

Se dentro di noi esistono le altre 12 possibili combinazioni di coppie di sostanze,

allora il numero teorico di triplette possibili diventa 16 elevato alla terza = 4096

(4+9+6=19, 1+9=10!!!) Ancora una volta possiamo dire che nel nostro DNA esiste

l’imprinting per cui, pur partendo da una realtà materiale (4) e duale (2), è possibile

la realizzazione dell’infinito (8) e della totalità (10).

E se queste altre possibilità inespresse esistono in teoria, deve esistere anche la

possibilità di attuarle, se no che esistono a fare !?!.

E dove e/o come possiamo trovare la possibilità di eliminare il blocco e realizzarle?

Se le combinazioni sono dentro di noi, è dentro di noi che esiste questa possibilità.

E come si fa?

Domanda da un milione di euro (vale più del vecchio e classico dollaro)!

Quello che so è che le uniche realtà/forze/energie in grado di mettere in moto

questo processo sono quelle manifestate dai numeri esaminati e di cui comunque

possediamo l’imprinting.

74

Ed allora non rimane altro che rivolgerci al buon vecchio Universo, nella certezza che

troverà il modo di come esprimere la risposta.

Quale stupidità stiamo seguendo che ci porta a vivere continuamente la separazione

come modo per avere un senso del sé?

Eliminiamo e distruggiamo tutto quello che ci blocca in una creazione duale del

mondo limitando le possibilità di creazione di un infinito e del tutto?

Quale realizzazione della manifestazione dell’infinito e del tutto siamo ora in grado

di generare e manifestare?

75

DIO

Tutte le religioni affrontano ciò che trascende la realtà materiale, il divino, Dio

(qualunque sia il modo di chiamarlo) raffigurandolo sostanzialmente in modo

estremamente antropomorfico.

Il motivo di questo fatto potrebbe essere che è un modo per esprimere una

profonda verità, e cioè che Dio è l’uomo, siamo noi.

Gesù si definiva “Figlio dell’uomo” e solo una volta compare la definizione di Figlio

di Dio (Matteo 16,13). - Essendo giunto Gesù nella regione di Cesare di Filippo,

chiese ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Risposero:

”Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. Disse

loro: ”Voi chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio

vivente.” E Gesù : ” Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue

te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. … Allora ordinò ai discepoli di

non dire ad alcuno che egli era il Cristo.-“

Alcune considerazioni.

La parola Padre esprime la realtà genitoriale (papà e mamma). I nostri genitori sono

la realtà dalla quale proveniamo e che è presente tutta intera dentro di noi (noi

possediamo tutto intero il patrimonio genetico dei nostri genitori), ma di cui siamo

manifestazione diversa.

Il Padre che è nei Cieli (cioè in una dimensione che non è quella materiale) è quella

realtà da cui tutti proveniamo e che è dentro di noi tutta intera e di cui siamo

manifestazione diversa. Perché Gesù dice di non rivelare a nessuno che egli è il Figlio

di Dio? Ma perché questa non è una informazione, tipo di chi sei figlio a livello

materiale (questo era il modo in cui si identificava la singola persona, il cognome

diremmo oggi), ma una verità di cui si può e si deve diventare consapevoli solo

attraverso un cammino interiore.

Che poi Gesù non considerasse il suo status come un privilegio, ma come una realtà

possibile per ogni essere umano, deriva dall’invito a considerarsi fratelli, cioè figli

76

dello stesso padre, e dalla affermazione che avremmo potuto fare cose più grandi di

quelle che aveva fatto lui.

L’antropomorfismo del Divino ha avuto però una gravissima conseguenza: ha finito

per attribuire a questa realtà tutti i sentimenti, le emozioni, i dualismi propri della

realtà materiale dell’uomo. Inoltre quelle che erano in origine indicazioni per un

percorso di crescita di consapevolezza sono state trasformate in regole, leggi morali

o comportamentali svuotate di ogni valore.

In realtà dovremmo pensare, vivere il trascendente in maniera completamente

diversa.

“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in

principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui.”

Così comincia il Vangelo secondo Giovanni.

Il termine verbo (dal latino verbum) significa letteralmente: parola.

Quindi dovremmo leggere: in principio era la parola.

Ma che cosa è la parola? La parola esprime un significato, ma ancora prima è

semplicemente un suono.

In principio era il suono.

Ma cos’è il suono? E’ vibrazione! E’ energia!

Genesi 1,3: -Dio disse:”Sia la luce” e la luce fu. ….Dio disse: “Sia il firmamento”.. Dio

fece il firmamento.-

Continuando nella creazione, ogni singolo atto creativo è preceduto dalla frase “Dio

disse”.

Cioè tutta la creazione consiste in una costante e continua emissione di suono,

energia vibratoria.

Le prime due creazioni (luce e firmamento) sono precedute dalla parola “sia”.

Nelle altre creazioni questa parola iniziale scompare, compare invece una

affermazione al termine di ogni atto creativo : “Dio vide che era una cosa buona”.

77

Il senso della parola “sia” e dell’affermazione “è una cosa buona” sono espressi nella

parola Amen della liturgia cristiana.

Amen è una parola ebraica. L'avverbio ebraico אמן ámén significa "certamente", "in

verità" o meglio "così sia", ma anche "esser certo, sicuro", "esser veritiero, vero".Il

sostantivo derivato אמת emet significa "ciò che è stabile e fermo", quindi "verità".

Secondo alcuni la parola Amen ha origine dalla sillaba OM.

« Questa sillaba esprime l'assenso. Quando si vuole dare l'assenso a qualcosa si

pronuncia OM. E ciò a cui si dà l'assenso verrà realizzato. »( Chāndogya Upaniad

I,1,8).

OM è il Brahman (unità cosmica da cui tutto procede),

OM è tutto l'universo » (Taittirīya Upaniad, I,8)

Nella Maitri Upaniṣad l'OM viene indicato come suono originario (VI,3) e viene infine

raccomandata la pratica della meditazione dell'OM come Sé.

L’antico sciamanesimo druidico aveva utilizzato il fenomeno del suono per spiegare

la struttura più intima dell’universo.

La tradizione druidica riporta che all’origine dell’universo si era manifestata una

condizione di esistenza definita con il termine “Baktà”: un campo energetico con una

sua potenzialità creativa.

All’inizio, secondo gli antichi testi, il Baktà primordiale si richiuse su se

stessodivenendo incandescente e piccolo quanto non avrebbe potuto essere

altrimenti. Il nuovo stato in cui il campo energetico si era trasformato produsse al suo

interno una “insofferenza” di cui si liberò con una immane eruzione energetica.

Evento che produsse un fenomeno ondulatorio di colossale potenza, che si propagò

in tutte le direzioni, creando l’esistenza.

Praticamente una descrizione ante-litteram del Big bang ipotizzato dagli astrofisici

moderni.

78

Nella violenza del rilascio energetico si erano formati vortici di “baktà secondario”,

differenti dalla natura posseduta da quello primordiale, che, raffreddandosi,

portavano a creare una varietà di istanze energetiche di ogni genere da cui

sarebbesorta poi la materia.

Non vi sembra che vi sia una sostanziale concordanza nell’indicare il suono come

l’energia quale momento/strumento/essenza dell’atto creativo?

Negli anni sessanta, alcuni scienziati americani, nel corso di rilievi radioastronomici,

scoprirono casualmente una radiazione elettromagnetica alla frequenza di 160.2 GHz,

rilevabile in ogni direzione di osservazione. Accertato che non si trattasse di

interferenza di origine terrestre, come in un primo momento si era ritenuto, si

dedusse successivamente che quella era la radiazione cosmica di fondo.

Ulteriori rilevi effettuati dalla NASA hanno consentito di tracciare una mappa molto

dettagliata della distribuzione spaziale della radiazione.

In pratica la mappa della radiazione fornisce la “registrazione” di quando l’Universo

aveva un’età di appena 376.000 anni. Le differenze di temperatura sono spiegabili

con variazioni nella concentrazione di materia; cioè denotano la presenza di

compressioni e rarefazioni della stessa, fenomeni tipici della propagazione di

un’onda sonica. Si potette così dedurre, come è ormai è accertato, che l’Universo

primordiale era percorso anche da onde sonore!

Poi ad uno scienziato americano, il Prof. John G. Cramer, anni fa venne in mente di

cercare di riprodurre il suono del Big Bang in modo tale che fosse udibile anche dagli

umani, e ciò per venire incontro alla richiesta di una maestra che gli aveva

domandato se fosse possibile fare ascoltare ai suoi alunni il rumore del Big Bang.

D’altra parte i MANTRA, cioè suoni che vengono pronunciati in modo ripetitivo e di

cui non è essenziale la comprensione razionale, nelle tradizioni orientali sono un

potentissimo strumento di trasformazione per accedere a stati coscienziali più

profondi.

79

Le incredibili capacità comunicative/trasformatrici del suono sono sperimentabili

in modo semplice osservando i diversi effetti che i vari tipi di musiche sugli stati

d’animo.

Avete mai osservato una neo-mamma che parla al suo neonato? Spessissimo emette

semplicemente dei suoni che non hanno alcun significato razionale, eppure è solo

attraverso di essi che può trasmettere al neonato tutto il suo amore: e viene

compresa!

Vi ho raccontato di quale fosse la mia reazione alle parole di Ida , nel Rinnovamento,

a seconda se sospendevo o meno il giudizio razionale!

D’altra parte in Access, a proposito delle frasi di pulizia, è specificato che perché la

frase di pulizia funzioni non è necessario che venga compresa, anzi funziona meglio se

pronunciata in una lingua che non è la tua. E questo perché la frase di pulizia, come

anche le domande, non sono rivolte alla mente logica.

Potenza del suono!

Questa realtà è descritta anche negli Atti degli Apostoli (2,1-13): riuniti per la

Pentecoste, gli Apostoli “furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in

altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Erano presenti parti,

medi, elamiti, giudei, egiziani, cretesi, romani, ma è detto che ognuno li sentiva

parlare nella propria lingua.”

Questo fenomeno viene chiamato anche glossolalia o “canto in lingue” e viene

considerato da S. Paolo un dono dello Spirito.

E’ tutt’oggi osservabile fra gli evangelisti e nel movimento del Rinnovamento nello

Spirito.

80

Aggiungiamo ancora che l’udito è l’ultimo dei cinque sensi che viene perso nella

dissoluzione del corpo fisico e che la parola/esortazione “ASCOLTA!” è frequentissima

in tutta la Bibbia. Ma ascoltare cosa? Forse possiamo intenderne meglio il senso se

sostituiamo ascolta con percepisci : percepisci questa realtà profonda che è dentro di

te e che costituisce il tuo vero essere infinito e che si manifesta come onda

vibrazionale!

81

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Che cosa ci impedisce di percepire

questa onda vibrazionale

che è dentro di noi e che ci permetterebbe

di essere quello che realmente siamo ?

82

LA MUSICA

Tutto ciò che noi possiamo udire (e non solo) è generato da vibrazioni, le quali si

misurano in Hertz (Hz), ovvero oscillazioni al secondo.

Lo standard della maggior parte della musica che siamo abituati ad ascoltare durante

le nostre giornate è a 440 Hz, cioè il LA centrale su cui sono accordati gli strumenti

vibra ad una frequenza di 440 Hz.

Ma non è stato sempre così .

Fino al XVII secolo l'intonazione degli strumenti musicali variava da paese a paese, a

seconda dell'uso che se ne faceva e della scuola di appartenenza dei musicisti. Il LA

centrale variava quindi da 370 fino 560 hertz.

Agli inizi del XVIII secolo Ernst Chladni già aveva definito, in un libro sulla teoria

musicale, il do a 256 hertz come un'intonazione scientifica.

Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, al Congresso di Vienna lo Zar Alessandro I

chiese un suono più “brillante” (LA a 440 HZ) e tale richiesta fu supportata poi da

tutte le famiglie reali d'Europa. Tale istanza fu osteggiata dai musicisti classici ma la

scuola romantica, guidata dal pianista Franz Liszt e dal compositore Richard Wagner,

sostenne l'intonazione più alta nel periodo tra il 1830 e il 1840.

Nel 1859, il governo francese uniformò per legge il LA a 435 hertz, intonazione tra le

più basse del periodo.

Ad un congresso tenuto a Milano nel 1881, Giuseppe Verdi, alla testa dei musicisti

italiani, si batté per l’adozione del LA a 432 Hz con queste motivazioni:

“L'abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell'esecuzione;

ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non

potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto.”

E così nel 1884 il governo italiano emise un decreto per la normalizzazione del

diapason a 432 vibrazioni per secondo.

83

Nel settembre 1938, la Commissione Acustica della Radio di Berlino richiese alla

British Standard Association di organizzare un congresso a Londra per adottare

internazionalmente l'intonazione a 440 Hz della radio tedesca.

Questo congresso fu tenuto poco prima della guerra, nel maggio-giugno del 1939 e

giunse a un accordo per il LA a 440 Hz: fu il ministro della Propaganda nazista Joseph

Paul Goebbles che spinse per la standardizzazione a questa frequenza, definendola

"l'intonazione ufficiale germanica".

Nell'ottobre del 1953 fu organizzato un secondo congresso a Londra

dall'organizzazione internazionale per la normazione, con lo stesso intento di

adottare internazionalmente il LA a 440 hertz. Infine nel 1971 l'intonazione con il LA

corista a 440 Hz fu riconosciuta sul piano giuridico da una delegazione nominata dal

Consiglio d'Europa, a cui si adeguò anche l'Italia.

Queste decisioni suscitarono elevatissime opposizioni in particolare tra i musicisti

francesi ed italiani: nel 1988 fu addirittura presentato un disegno di legge per il

ripristino del LA verdiano su iniziativa dei senatori Boggio, Mezzapesa, Cappelli e

Azzarà.

Mozart e Verdi composero le loro musiche basandosi sul LA a 432 Hz, e lo stesso, in

tempi moderni, hanno fatto i Pink Floyd.

Gli Stradivari erano intonati a 432 Hz.

Image di John Lennon, Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone (film The Mission), Now we

are free (film Il Gladiatore) sono tutte musiche composte a 432 Hz.

Oggi lo Schiller Institute ed alcuni esponenti del belcanto, tra cui il tenore Carlo

Bergonzi e il baritono Piero Cappuccilli, promuovono il LA a 432 hertz come

intonazione più consona al registro umano nel repertorio verdiano; ma anche Placido

Domingo e Pavarotti e tanti altri musicisti si sono schierati a favore del LA a 432 Hz.

Inoltre sono sempre più numerosi i gruppi musicali e singoli musicisti che si dedicano

allo studio ed alla creazione di musica con questa intonazione del LA.

Ma perché tutta questa diatriba, dato che il LA 440 Hz è solo quasi un semitono più

84

alto?

La corsa all'acuto iniziò con l'adozione unilaterale di un LA più alto (440Hz) da parte

delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner. Secondo alcuni tale

intonazione fu poi ripresa dai nazisti perché era stato notato che un diapason più

acuto ( tra i 440 e i 450 Hz ) suscitava nei soldati in guerra una sorta di instabilità ed

aggressività utile per fini militari.

Sulla scia di quanto detto da G. Verdi, secondo molti amanti della musica l' accordo e

il brano a 432 Hz risulta più bello per l'udito: è più morbido, più luminoso, di gran

lunga migliore dello stesso accordo generato a 440 Hz. Sembra che la musica

composta a 432 Hz si faccia ascoltare addirittura a volumi di amplificazione inferiori e

questo significa danneggiare di meno l'udito.

In alcune osservazioni è stato verificato che, in concerti eseguiti con strumenti

accordati sul La a 440 Hz, gli ascoltatori assumevano atteggiamenti polemici,

antisociali. Ma gli stessi ascoltatori, invitati a riascoltare lo stesso concerto, stavolta

eseguito con strumenti regolati su un La a 432 Hz, mostravano un atteggiamento

positivo, se non addirittura entusiasta.

Inoltre, 9 ascoltatori su 10 apprezzavano di più il secondo concerto, pur non sapendo

indicare il motivo.

Il suono a 432 Hz è collegato al chakra del cuore, diversamente dalla frequenza a 440

Hz che lavora sul "controllo mentale".

La musica a 440 Hz agisce solo sul cervello e viene ascoltata solo tramite le orecchie,

mentre la musica a 432 Hz viene “ascoltata” da tutto il corpo, entrando in risonanza

con le frequenze del DNA.

Inoltre si propaga nella natura , dato che i suoni della natura sono accordati a 432 Hz,

donando energia e senso di pace all’individuo ed all’ambiente circostante.

85

fig 3

Nella fig. 3 sono evidenziati i valori di alcune note che si ottengono (sulla base di

calcoli matematici, dato che la musica è anche matematica) partendo dal LA a 432 Hz.

Di particolare interesse è il DO a 8 Hz.

Andrija Puharich (morto nel 1995) era un medico, pioniere in ricerche

sull'elettrobiologia e sulle capacità extrasensoriali del cervello. Oltre che prototipo

dello scienziato che si interessa alla free energy, Puharich mostrò una curiosità

scomoda ed un'integrità scientifica disposta a giocarsi la carriera, piuttosto che

genuflettersi alla cieca politica accademica.

Negli anni '60 il dott. Puharich e il dott. John Taylor effettuarono una serie di ricerche

sulla frequenza 8 Hz, che possono così essere sintetizzate:

8Hz è il “battito” fondamentale del pianeta Terra, noto come “risonanza

fondamentale di cavità Schumann”;

8 Hz è la frequenza su cui opera la molecola del DMT

(Dimetiltriptammina), una sostanza allucinogena prodotta dalla nostra

ghiandola pineale e che è contenuta in alcune piante, in uso

specialmente fra i popoli indigeni del Brasile ed alcune tribù del sud

86

America, riservata agli sciamani, che la utilizzavano nei rituali per

entrare in contatto con gli "spiriti" o in pratiche di medicina.

8 Hz è la frequenza di replicazione del DNA umano e 8 Hz è anche il

ritmo delle onde Alfa del cervello nella quale i nostri emisferi cerebrali,

sono sincronizzati per lavorare insieme.

Gli otto cicli per secondo sono in grado di aumentare la predisposizione ad imparare,

inducendoci al theta mode (stato cerebrale che ci porta ad essere creativi e ad avere

profonde intuizioni di natura scientifica, mistica o comportamentale).

Questa è la banda di frequenza con cui il cervello attiva capacità extrasensoriali quali

visione a distanza, telepatia, telecinesi, ecc.

Nel prosieguo delle sue indagini il ricercatore americano scoprì che se un soggetto

veniva esposto alla frequenza Schumann si sarebbe ottenuta un'alterazione nella

percezione facendolo sentire bene.

Ad una frequenza di 10.80 hertz invece avrebbe suscitato un comportamento

violento mentre 6.60 Hz avrebbe causato invariabilmente la depressione del

soggetto.

In ulteriori ricerche si scoprì che la frequenza di 3.5 hertz provoca formazioni

cancerogene, che i 6-7 Hz risuonano nelle orecchie e danno la sensazione di

restringimento del petto, inoltre incrementano la pulsazione sanguigna e la

stanchezza,mentre le frequenze tra i 8.60-9.80 hertz provocano sensazioni di

formicolio ed induzione al sonno.

Mentre frequenze mixate tra i 17 Hz e 70 Hz provocano effetti biologici dannosi.

Con una serie di esperimenti, si è scoperto che gli 8 hertz sono in grado di penetrare

qualsiasi barriera fisica o energetica, svelando una loro natura non soggetta alla

materia del nostro spazio-tempo.

Gli 8 hertz stimolano la ghiandola pineale al rilascio di ormoni: questi non solo

provocano la capacità di percepire “oltre” il continuum a 3D, ma sono anche in grado

87

di rilasciare l'ormone della vita, la somatropina, che favorisce la trasformazione del

colesterolo in pregnenolone e di quest'ultimo in DHEA (deidroepiandrosterone), tutti

considerati elisir di lunga vita.

L'epifisi, o ghiandola pineale, controlla la sincronizzazione circadiana del nostro

sistema neuro-ormonale nei confronti di luce e temperatura, mediante la produzione

di melatonina.

In malattie degenerative, quali il morbo di Parkinson e la demenza di Alzheimer, la

melatonina riduce il danno cerebrale dovuto ai radicali liberi. La ghiandola pineale è

attivata direttamente mediante l'emissione di un segnale ad otto cicli per secondo,

mentre la melatonina induce, con un identico segnale, la replicazione mitosica del

DNA, rafforzando la riparazione del danno del DNA e la sua rigenerazione. La

ghiandola pineale inoltre favorisce il rilascio di serotonina, con

azione antidepressiva.

I ricercatori hanno visto che una corretta pratica della meditazione ad occhi chiusi

stimola il cervello a lavorare con onde cerebrali di tipo alfa e che la sincronizzazione

dei due emisferi cerebrali incomincia a lavorare a partire dagli otto cicli per secondo.

Questa sincronizzazione biemisferica espleta una moderata azione antineoplastica ed

incrementa la produzione di endorfine, sostanze endogene ad azione antidolorifica.

88

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Eliminiamo tutti i punti di origine di tutto ciò che consideriamo mistero dell’universo

che non possiamo conoscere e che ci impongono tutte le limitazioni del nostro

essere infiniti quale in verità siamo?

89

TUTT’ UNO

In “Access Consciousness®” non si parla di divinità, di Dio o di realtà trascendente, si

parla di “TUTT’UNO”.

Il problema fondamentale è che nel momento in cui pronunciamo la parola Dio, o

qualunque altro appellativo equivalente, immediatamente percepiamo questa realtà

energetica come esterna a noi, perché così da sempre ci è stato inculcato : ci

rivolgiamo a Dio o ai Santi per ricevere un intervento straordinario nelle nostre vite.

Eppure Gesù su questo punto è stato chiarissimo: non io, ma la tua fede ti ha

guarito! E’ la tua fede che ti ha salvato. (Luca 8,48)

Fede in cosa? Ma nel fatto che quella percezione, quel “sentire” quell’onda

potentissima di energia vibrazionale che ti pervade e che viene dal profondo del tuo

essere è vera! Non la puoi dimostrare, è difficilissimo raccontarla, se tenti spesso ti

prendono per pazzo, ma tu sai che è vera, operante e trasformante la tua vita che in

quel momento viene ri-creata. E sei tu che la metti in movimento, con la tua fiducia

o fede!! Certamente ci possono essere situazioni o persone che agiscono come

“facilitatori”, ma nulla è possibile senza un atto di accettazione: le realtà esterne

agiscono sempre e solamente attraverso realtà interne.

Una delle caratteristiche del Tutt’ Uno è il saper vivere nel momento,

abbandonandosi alla sua energia, senza aspettative, preoccupazioni, desideri, al di

fuori di ogni rapporto lineare di causa/effetto.

Scusate, ma tutto ciò non corrisponde all’atteggiamento di Maria, la Madre di Gesù?

Non voglio discutere se sia esistita o meno o chi fosse realmente, voglio solamente

mettere in evidenza che Maria, nel momento dell’Annunciazione, viveva

esattamente questa realtà!

Infatti non si è minimamente preoccupata che la sua gravidanza senza causa ed

effetto lineare avrebbe sconvolto tutti i suoi rapporti, le sue sicurezza, i suoi

progetti per il futuro. Si è limitata ad accedere alla semplicità del Tutt’Uno e vivere

90

in spontanea interazione con l’energia del momento. In termini cristiani tutto ciò

viene definito “abbandonarsi alla volontà del Padre”. Ancora una volta però il limite

di questa espressione è che ci presenta il tutto come abbandonarsi a qualcosa che è

esterna a noi.

Un’altra caratteristica del Tutt’Uno è vivere in incrementi di dieci secondi, cioè

vivere il momento, abbandonando ogni sicurezza o radice o connessione.

Questa frase mi ha fatto venire in mente il passo del Vangelo “Abbandonarsi alla

Provvidenza” (Luca 12,22-31): perché vi preoccupate di quello che mangiate, di

come vi vestite? Perché state in ansia? Non è questo quello che dovete cercare!

Cercate piuttosto quella realtà che soddisferà ogni vostra necessità e che vi

permette di essere senza legacci, connessioni o sicurezze limitanti.

La definizione del Tutt’Uno come Essere tutto e ogni cosa mi sembra veramente la

migliore definizione della realtà che chiamiamo Dio! Corrisponde esattamente

(Esodo 3,15) alla definizione che Dio stesso dà di sé a Mosè sul Sinai: “Io sono colui

che sono” ed ancora : ”Dirai agli Israeliti : Io –Sono mi ha mandato a voi”.

“Vivere senza polarizzazione, dicotomia, diversità è Essere tutto e ogni cosa

simultaneamente, senza discriminazione, separazione, differenziazione o giudizio,”

non è esattamente quello che dice Gesù ? (Luca 6,27-36): Amate i vostri nemici,

benedite coloro che vi maledicono, date senza aspettarvi nulla, non giudicate, non

condannate, quello che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Ma quelle che dalla chiesa vengono presentate come esortazioni di Gesù al fine di

ricevere un premio, in realtà sono strumenti attraverso i quali si concretizza la

realizzazione del Tutt’Uno che siamo.

Essere tutto e ogni cosa simultaneamente, senza discriminazione, separazione,

differenziazione o giudizio: ma non è questo l’atteggiamento, il modo di essere del

Budda, dell’Illuminato, di Colui che ha raggiunto l’Illuminazione?

91

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Cosa ci impedisce di accedere alla semplicità del TUTT’ UNO e vivere nel momento,

senza causa ed effetto lineare, senza radici o connessioni o sicurezze, senza

polarizzazione, dicotomia, diversità, essendo tutto ed ogni cosa simultaneamente,

senza discriminazione separazione differenziazione o giudizio?

Quale consapevolezza possiamo essere per essere

il TUTT’ UNO che saremmo se scegliessimo di essere il TUTT’ UNO che siamo?

Quale realizzazione del TUTT’ UNO siamo ora in grado di generare?

92

NUOVE ACQUISIZIONI

Anni fa, durante un serie di meditazioni praticate durante il seminario con Josè,

divenni consapevole del ternario che è in noi. Ho già detto che Il numero 3 è il

simbolo della conciliazione, della unificazione del dualismo, degli opposti e che la

sua espressione geometrica è il triangolo, simbolo del ritorno del duale all’unità.

Durante queste meditazioni divenni consapevole della presenza di questo triangolo

in noi. I suoi vertici sono rappresentati da:

-il punto del terzo occhio,

-il punto corrispondente a questo ma situato posteriormente, sull’occipite

-il punto corrispondente al 7° ciakra, localizzato al vertice del capo, nella fossetta

della fontanella.

Il primo punto veniva chiamato l’Annunciatore. Situato sulla parte anteriore del

corpo, ha a che vedere con il futuro e con la capacità di proiettarci in esso, di

“vederlo”.

Il secondo punto veniva chiamato “il Risvegliante”. Situato nella parte posteriore del

corpo, ha a che vedere con il nostro passato, la nostra memoria, in particolare con il

nostro passato cosmico,la nostra memoria cosmica- universale, con il nostro “DNA”

Cosmico- universale quale era in principio.

Il terzo punto veniva chiamato “l’Unificatore”. Situato sulla parte centrale del capo,

al suo vertice, ha a che vedere con la unificazione dei dualismi: passato/futuro,

anteriore /posteriore, prevedere/ricordare).

Questi tre punti dovevano essere toccati contemporaneamente: per esempio

(ponendosi a destra della persona) mignolo mano dx. su primo punto, pollice mano

sn. su secondo punto, pollice dx. e mignolo sn. sulla zona del terzo punto. Ecco che

così si materializza il triangolo, con vertice superiore sul terzo punto e base

rappresentata da una linea immaginaria che unisce i due mignoli.

Avevo completamente “dimenticato” questa cosa, ma un giorno,durante una seduta

di “Access Bars®” con Dianora ho compreso che questo triangolo, simbolo,

93

espressione e concretizzazione del ritorno del duale e del molteplice all’unità,

rappresenta anche la attivazione del “Corpo Integrativo”. È sufficiente chiamare

“corpo integrativo nutri alimenta ed integra tutti i corpi”.

Il nostro corpo fisico è in grado di esprimere certe potenzialità, certe capacità che ci

permettono di vivere in questa realtà, in questa dimensione.

Ma anche i nostri altri corpi energetici hanno delle specifiche capacità. Queste

evidentemente saranno diverse ed appropriate rispetto alla dimensione energetica

del corpo.

Per esempio il corpo astrale ha la capacità di compiere i cosi detti viaggi astrali.

Se alla frase “corpo integrativo nutri alimenta ed integra tutti i corpi” aggiungiamo

“e le specifiche facoltà di ciascuno” , potremo facilitare lo sviluppo della

consapevolezza delle tante capacità che possediamo ma che ignoriamo.

Naturalmente questo è un processo che richiede un tempo, assolutamente

individuale, ma che in genere non può prescindere dai livelli di consapevolezza

interiore raggiunti e da un certo adeguamento energetico del personale corpo fisico.

Esiste però ancora un altro triangolo con vertice superiore sul terzo punto: è quello

che ha gli altri due vertici situati ai lati destro e sinistro della testa, al centro degli

emisferi cerebrali. Il punto a dx. rappresenta l’emisfero DX., il cosiddetto cervello

emozionale; quello a sn. rappresenta l’emisfero S.N., il cosiddetto emisfero

razionale. Il terzo punto rappresenta il corpo calloso che è la struttura cerebrale

posta fra i due emisferi, che unisce, mette in relazione ed unifica funzionalmente i

due emisferi cerebrali.

Toccando con le dita questi tre punti si forma il triangolo cerebrale con vertice

sempre sul 7° ciakra. Chiamare “triangolo cerebrale unisci, integra ed armonizza

l’emisfero destro e l’emisfero sinistro” sembra attivare il funzionamento

dell’emisfero destro rispetto al normale prevalere di quello sinistro.

Recenti ricerche di scienziati americani hanno messo in evidenza come la inibizione

temporanea dell’emisfero sin. (ottenuta mediante campi magnetici) faccia emergere

94

doti funzionali dell’emisfero destro quali la visione inconsapevole e doti/capacità

artistiche.

E’ molto probabile che l’emisfero sinistro , il cosiddetto razionale/logico che

funziona con processi lineari di causa ed effetto, sia quello in cui risiedono le

componenti elettromagnetiche di ogni pensiero, credenza, emozione,

considerazione, atteggiamento,idea, decisione, giudizio che ci bloccano nella nostra

vita, quale è quella che viviamo.

L’emisfero destro, conosciuto come emisfero emozionale, è l’emisfero dell’intuito,

della conoscenza come “lampadina che si accende” e quindi in termini di

consapevolezza intesa come conoscenza immediata, completa, globale, intuitiva e

non lineare, di un tutto.

È questo emisfero che può aprirsi allo sviluppo della consapevolezza di nuove e

diverse capacità che possediamo, ma che non conosciamo e che sono proprie di altri

livelli energetici dimensionali.

Se tocchiamo contemporaneamente tutti e 4 i punti delle basi dei due triangoli

descritti ed il 7° ciakra, che è vertice comune, allora otteniamo una piramide, il

numero 7 (4 + 3).

Come si attiva la piramide?

Cosa succede se attiviamo la piramide?

Cos’è questa cosa?

Posso utilizzarla?

Come posso utilizzarla?

95

COME PUÒ ESSERE ANCORA MEGLIO DI COSÌ ?

Nel suo libro “Caccia allo zero”, Amir D. Aczel narra del suo approcciarsi alla logica

orientale riportando le parole di Nagarjuma, filosofo indiano del 2° secolo d.c.:

“Tutto è come è, oppure non è come è; o ancora, tutto è come è e non è come è, né

tutto è come è, né non è come è. Questo l’insegnamento degli Illuminati”.

Il suo amico matematico indiano gli spiega che la chiave di tutto è chiamata Shunya,

termine che significa zero ma che si riferisce anche al concetto filosofico buddista di

nulla, definito Shunyata.

Questo tipo di logica (chiamata anche tetralemma) secondo cui tutto è vero,tutto è

falso, oppure vero e falso o né vero né falso, implica la esistenza di situazioni nelle

quali il contrario di una asserzione potrebbe essere vera esattamente come

l’asserzione stessa.

A noi occidentali tale cosa appare assolutamente assurda, dato che la nostra logica

si basa su un principio diametralmente opposto, cioè della non contraddizione di

aristotelica memoria, su cui si fonda anche la nostra matematica.

Intorno al 1960, Alexander Grothendieck, matematico morto nel 2015, con la

ideazione di un nuovo concetto, il topos (parola greca che significa luogo), poteva

vedere i numeri non come semplici entità astratte, ma anche come forme

geometriche e poteva astrarre entrambe in entità che vivevano in territori

matematici, in spazi altamente esoterici che solo pochi potevano vedere.

Partendo dal lavoro di Grothendieck, Fred Linton (logico americano) ha dimostrato

che il tetralemma di Nagarjuna ha una base perfettamente matematica, basata su i

topoi di Grothendieck utilizzati come categorie.

Se ad una persona in stato di rilassamento voi pronunciate un tetralemma, il

cervello sinistro va in tilt, si blocca, perché segue una logica secondo la quale non

può interpretare il tetralemma.

Quello è il momento, lo spazio, in cui, utilizzando il triangolo cerebrale, l’emisfero

destro la fa da padrone e possiamo aprirci a nuove realtà, a nuove conoscenze

96

intuitive, a nuova consapevolezza, ben diversa dalla conoscenza cognitiva della

logica lineare dell’emisfero sin.

Si può utilizzare il tetra lemma già riportato o un qualsiasi altro.

tutto è ciò che sembra

tutto è ciò che non sembra

non tutto è ciò che sembra

non tutto è ciò che non sembra

niente è ciò che sembra

niente è ciò che non sembra

non niente è ciò che sembra

non niente è ciò che non sembra

O ancora

Tutto è tutto

Tutto non è tutto

Non tutto è tutto

Non tutto è non tutto

Niente è niente

Niente non è niente

Non niente è niente

Non niente è non niente

Potete divertirvi a fare voi stessi i tetralemma che più vi “sballano” l’emisfero

sinistro: l’importante è che non tentiate in alcun modo di analizzarli e comprenderli

razionalmente!

Lo spazio del tetralemma è lo spazio del non giudizio: se tutto e possibile,anche il

contrario di tutto, ogni giudizio crolla, semplicemente non esiste più.

Tutto è giusto

Tutto è non giusto

97

Non tutto è giusto

Non tutto è non giusto

Tutto è sbagliato

Tutto è non sbagliato

Non tutto è sbagliato

Non tutto è non sbagliato

Questo è lo spazio ove tutto è solo un interessante punto di vista, non un giudizio.

Se non hai giudizi puoi avere tutti i punti di vista e quindi avere infinite possibilità.

Questo è bene

Questo non è bene

Non questo è bene

Non questo non è bene

Questo è male

Questo non è male

Non questo è male

Non questo non è male

Che cosa è bene? Che cosa è male?

Boom! Si è imballato il cervello!

Anche a voi? Bene!! Complimenti!

Siamo nel non giudizio!!

Ben arrivati e ben trovati !!

Vi sentite anche voi più leggeri?

Come può essere meglio di così?

98

Se vuoi raggiungere la nuda verità,

non preoccuparti di giusto o sbagliato.

Il conflitto tra giusto e sbagliato

è la malattia della mente.

(poeta zen Seng-Ts'an)

99

LA TEORIA DEL CAOS, LA FISICA QUANTISTICA

Con il termine caos in genere si intende una realtà estremamente disordinata, priva

di qualunque ordine, quindi incontrollabile ed imprevedibile.

Ed è esattamente quello che noi tutti cerchiamo accuratamente di evitare nelle

nostre vite, nelle quali cerchiamo di immettere quanto più ordine è possibile per

avere (illusoriamente) il massimo controllo sulle stesse … fino a quando ci

scontriamo con l’imprevedibile, l’imprevisto.

Secondo i principi della fisica del caos le cose stanno in maniera un po’ diversa.

Senza entrare troppo in problemi, definizioni specialistiche e dettagli, un sistema

viene definito caotico quando è altamente destrutturato, non ordinato, non

organizzato.

Quanto più un sistema è caotico tanto più avrà la flessibilità necessaria per poter

variare con facilità il proprio comportamento con il variare della situazione iniziale

e/o degli stimoli cui è sottoposto .

Un sistema altamente strutturato, organizzato, ordinato, al contrario avrà

pochissima o nessuna flessibilità e quindi pochissima o nessuna variabilità di

comportamento/risposta.

Per esempio, nel corpo umano, le cellule altamente indifferenziate (quelle che

possono dare origine a tutte le altre cellule “specializzate”) hanno una altissima

capacità riproduttiva. Questa però diminuisce mano a mano che diventano cellule

“specializzate”, sino ad arrivare alle cellule del Sistema Nervoso, i Neuroni: queste

sono a tal punto specializzate (e quindi strutturate, “ordinate”) da aver perso

completamente la capacità riproduttiva. Per tale motivo le cellule dei nostri cervelli

sono in continua diminuzione, dato che quelle che muoiono non possono essere

sostituite dalla riproduzione delle rimanenti, mentre invece le cellule della pelle si

riproducono talmente facilmente da ricostituire la integrità della cute, per esempio

dopo una ferita.

100

In realtà in un sistema caotico è comunque presente un minimo di ordine, che è

quello necessario e sufficiente ad assicurare al sistema il massimo della operativa

flessibilità.

Un esempio di tutto ciò è il comportamento del cuore con le sue modificazioni del

ritmo.

Una volta si pensava che in condizioni di riposo il cuore avesse una sua frequenza

base, sempre uguale a se stessa. Ed in effetti è così, ma solo se la registrazione viene

effettuata per periodi di tempo brevi, per esempio come quando si fa un

elettrocardiogramma.

Se invece si allungano di parecchio i tempi di osservazione viene fuori che la

frequenza cardiaca a riposo non è fissa, ma è variabile in modo non prevedibile e

con valori anch’essi ampiamente variabili e non prevedibili.

Ma se si allungano ancora i tempi di osservazione si vedrà che queste fluttuazioni

imprevedibili del ritmo cardiaco a riposo tendono in realtà a mostrare una certa

ciclicità, cioè tendono a manifestarsi in modo ripetitivo ed eguale.

E’ proprio questa caoticità del sistema che permette al cuore di variare la sua

frequenza in tempi molto rapidi, a seconda dei bisogni dell’organismo, oltre che per

i vari sistemi di omeostasi.

Tale capacità sarebbe molto più limitata se la frequenza base del cuore fosse sempre

fissa ed eguale a se stessa.

Un’altra caratteristica di un sistema caotico è che infinitesime variazioni nelle

condizioni iniziali producono variazioni grandi e crescenti nel comportamento

successivo del sistema.

È il cosiddetto “effetto farfalla”, per cui un battito d’ali a Pechino può determinare

un uragano a S. Francisco.

Un’altra cosa molto interessante della teoria del caos è il “ frattale”.

Il termine frattale fu coniato per la prima volta nel 1975 e deriva dal latino fractus,

che significa rotto.

101

Questo termine divenne noto nel mondo della scienza e nel grande pubblico quando,

nel 1983, il matematico Mandelbrot pubblicò la pionieristica opera “ The Fractal

Geometry of Nature” .

I frattali sono in effetti delle figure geometriche (fig3) , che però hanno delle

caratteristiche speciali.

fig. 3

Esse infatti posseggono una tale regolarità geometrica per cui gli elementi

fondamentali che le compongono sono sempre riscontrabili, a qualunque

ingrandimento vengano osservate.

Per esempio, una struttura frattale può essere riconosciuta negli alberi: ogni singolo

ramo ha una struttura che ripete sostanzialmente quella dell’intera pianta. Ciò

avviene anche esaminando una singola foglia con le sue venature.

Un altro esempio di struttura frattale sono le coste: sono un susseguirsi di

insenature e promontori, ma se andiamo ad esaminare ognuno di questi singoli

elementi vedremo che anch’essi presentano un susseguirsi di insenature e

promontori, a qualunque ingrandimento vengono osservati.

102

Una struttura frattale è riscontrabile anche nel corpo umano, osservando l’albero

bronchiale e quello dei vasi sanguigni, arteriosi e venosi.

Questa proprietà dei frattali prende il nome di autosimilarità (o autosomiglianza) :

una parte dell'oggetto è simile al tutto.

Questa cosa non vi sembra stranamente simile a quella di cui abbiamo discusso a

pag 68?

Secondo studi specifici sulle vibrazioni ed il loro effetto, è emerso che quando uno

strumento musicale è accordato a 432hz, non importa quanto dura possa essere la

musica che verrà suonata: ciò che conta saranno le armoniche che sono prodotte.

Tale accordatura sarà sana per il corpo, sintonizzandolo e facendolo vibrare nei

frattali armonici con la matrice sonora elicoidale del DNA.

Potremmo azzardare che anche la figura umana, anzi l’umanità, può essere

considerata alla stregua di un frattale: seppure con delle variazioni legate al sesso,

alla razza e a variabili individuali, abbiamo tutti un tronco, due braccia, due gambe,

due piedi, una testa, un apparato riproduttivo, un cervello, due occhi, un naso, due

orecchie, due mani che si ripetono alla osservazione di ogni singolo individuo ed in

un qualunque periodo della vita di ciascuno.

Il nostro universo fisico non ha più come simbolo il moto regolare e periodico dei

pianeti, che è alla base della meccanica classica.

E' invece un universo di instabilità e fluttuazioni, che sono all'origine dell'incredibile

ricchezza di forme e strutture che vediamo nel mondo intorno a noi.

La fisica del caos ha trovato delle risposte straordinarie ed interessantissime

all'apparente disordine presente in Natura; affermando che anche il disordine può

essere studiato e ordinato, la fisica del caos è stata in grado di stabilire che

103

effettivamente l'Universo è sempre e comunque kosmos, cioè ordine (cosa che a

livello spirituale è sempre stata affermata da tutti i mistici).

Il caos, che in Natura è presente ovunque, è un ordine così complesso che

abitualmente sfugge alla comprensione e alla percezione umana, ma non per questo

è "assenza di ordine": tutto ciò conferma la visione che tutti i mistici hanno della

realtà, da sempre.

La fisica del caos rinnega completamente il riduzionismo (cioè la tendenza scientifica

a voler comprendere un insieme dalle analisi delle sue singoli componenti) ed

abolisce i dogmi della fisica newtoniana che già la teoria della relatività (attraverso la

dimostrazione del relativismo del tempo e dello spazio, in passato considerate

grandezze assolute) e la meccanica quantistica avevano messo in serie difficoltà. La

fisica quantistica ha infatti interamente stravolto la classica visione meccanicistica.

I principi della fisica quantistica sono sostanzialmente tre:

1) Sia la luce che le particelle che costituiscono gli atomi, cioè gli elementi

fondamentali che compongono la materia (quindi noi stessi e la realtà a noi

manifesta) sono costituite da minuscoli concentrati di energia detti QUANTI,

che hanno una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare. Più

specificamente, a livello subatomico la materia presenta le caratteristiche

tipiche delle onde e solo all'atto dell'osservazione assume un comportamento

corpuscolare. I due aspetti, corpuscolare e ondulatorio, non possono essere

osservati contemporaneamente, perché si escludono a vicenda.

Nell'esperimento di base, detto della doppia fenditura, un fascio di luce è

diretto perpendicolarmente verso una parete forata da due aperture a fessura

parallela. Se uno schermo di rilevamento è messo sull'altro lato della parete a

doppia fenditura, si osserverà la formazione di strisce verticali di luce ed

104

ombra, a frange, possibile perché la luce si comporta come un’onda (Vedi fig.4

e fig. 5)

fig 4

fig. 5

Se la luce si fosse comportata come corpuscolare avremmo dovuto avere un

risultato come quello della fig. 6

fig.6

105

Aprendo soltanto una fenditura (ad esempio, quella di sinistra), sulla lastra

fotografica si ottiene la proiezione di quella singola fenditura: la luce si è

comportata secondo la teoria corpuscolare (fig.7).

fig.7

Torniamo ad aprire tutte e due le fenditure, ma questa volta, all’altezza delle

fenditure, mettiamo un apparecchio di misurazione: ci aspettiamo che la luce si

comporti come un’onda (fig.5) … ed invece no: sullo schermo bersaglio compare

un’immagine come nella fig. 8.

fig.8

Spegniamo l’apparecchio misuratore e di nuovo la luce si comporta come un’ onda!

E tutto questo si verifica anche se spariamo dalla sorgente un singolo fotone, cioè

una singola particella, un quanto di luce.

Insomma sembra proprio che se la luce si comporti come onda o come corpuscolo

dipenda solo da noi, dalla nostra osservazione e cioè da quale esperimento vogliamo

fare: e la luce si adegua!

Proviamo a mettere ora il misuratore “dopo” la parete con le fenditure e prima dello

schermo-bersaglio ed accendiamolo “dopo” che la luce ha oltrepassato passato le

106

fenditure. Secondo logica (quella lineare basata su causa ed effetto del nostro

cervello sin.) dovremmo aspettarci l’immagine coma da onda: ormai il quanto di luce

è passato, non poteva sapere che lo avremmo osservato dopo il passaggio della

fenditura e quindi non può che comportarsi come onda.

ED INVECE NO!!! : si comporta come particella (fig.9) ! Questo fenomeno è chiamato

“cancellazione quantistica” pa fig.9

E può essere spiegato o ipotizzando che a livello quantico il tempo non esiste, o che

il quanto può tornare indietro nel tempo. In ogni caso noi, con la nostra

osservazione ed intervento, possiamo modificare gli effetti di eventi già avvenuti.

2) Non è possibile conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una

particella quantistica, poiché quanto maggiore è l'accuratezza nel

determinarne la posizione tanto minore è la precisione con la quale si può

accertarne la velocità e viceversa. La suddetta proprietà è conosciuta come

Principio d'Indeterminazione di Heisenberg (1901 – 1976) fisico tedesco

premio Nobel nel 1932.

L'indeterminazione non dipende dai limiti dei nostri strumenti, che comportano

necessariamente una interazione più o meno grande con l'oggetto da sottoporre a

misurazione, bensì rappresenta una caratteristica intrinseca della materia. Il

principio di indeterminazione pone limiti anche alla misura simultanea di altre

grandezze come ad esempio l'energia e il tempo: ciò produce delle conseguenze del

tutto incompatibili alla luce della nostra esperienza ordinaria. Infatti, il grado di

indeterminazione esistente tra energia e tempo fa si che delle particelle (ad esempio

107

una coppia elettrone-positrone), possano emergere dal nulla per una frazione

infinitesimale di secondo (inferiore a 10-20 secondi), prima di svanire, nuovamente.

Dette conseguenze costituiscono più di una semplice ipotesi teorica o di un

artificioso calcolo, poiché sono state verificate in esperimenti. Le relazioni di

indeterminazione rendono totalmente nulla la visione tradizionale. Per esempio è

impossibile ricavare una traiettoria continua del moto dell’elettrone. Le leggi della

meccanica quantistica non sono pertanto leggi esatte. Cadono, al contrario, nel

regno della probabilità. Il risultato della misurazione sarà sempre compreso entro un

intervallo di probabilità. Il centro nevralgico del principio di indeterminazione è per

l’appunto questa messa in questione della causalità rigorosa e, soprattutto, la

consapevolezza di non poter più fare riferimento alla nozione di causa intesa nel

senso classico.

3) Se due particelle si fanno interagire per un certo periodo e poi le si separa,

quando si sollecita una delle due in modo da modificarne lo stato,

istantaneamente si manifesta sulla seconda una analoga sollecitazione a

qualunque distanza si trovi rispetto alla prima.

Tale fenomeno è detto "Fenomeno dell'Entanglement".

Il fenomeno dell'entanglement viola il «principio di località» per il quale ciò che

accade in un luogo NON può influire immediatamente su ciò che accade in un altro.

Nel 1982 il fisico Alain Aspect, con una serie di sofisticati esperimenti dimostrò

l'esistenza dell’entanglement che poi fu definitivamente confermato nell'Ottobre

del 1998 dalla riuscita di un esperimento effettuato dall'Institute of Technology

(Caltech) di Pasadena, in California.

Questo esperimento dimostra che le particelle sono in grado di comunicare tra

loro trasmettendo ed elaborando informazioni e dimostra anche che la

comunicazione è istantanea, indipendentemente dalla distanza fra le particelle.

108

In conclusione, la meccanica quantistica nel microscopico ci conduce ad

abbandonare la descrizione della fisica classica deterministica, per arrivare a una

descrizione probabilistica in cui gli stati e le proprietà del mondo microscopico non

sono determinati, a priori, intrinsecamente, ma acquisiscono realtà solo se

vengono misurati o se entrano in contatto con altri “oggetti”.

La fisica quantistica ha scoperto che l’osservatore è determinante nella formazione

della realtà. In effetti, la realtà che noi percepiamo con i nostri sensi è l’incontro tra

il ‘funzionamento di base dell’Universo’, che potenzialmente può assumere infinite

forme, e la ‘presenza dell’osservatore’, che ne determina con la sua coscienza la

forma.

Praticamente, la realtà è come la pensiamo!

Robert Lanza (professore presso la Wake Forest School of Medicine nel North

Carolina e direttore scientifico della Ocata Therapeutics, dove si occupa di cellule

staminali e clonazione) fa un esempio sul modo in cui percepiamo la realtà intorno

a noi: una persona percepisce il cielo come di un certo colore, e gli viene insegnato

che quel colore si chiama ‘blu’. Ma le cellule del cervello di un’altra persona

potrebbero percepire un colore diverso, che chiamerebbe sempre blu, ma che

potrebbe corrispondere al mio ‘verde’.

Lanza pone questo postulato alla base della sua teoria: tutto ciò che percepisci del

mondo non può esistere senza la tua coscienza che è alla base della realtà. Ponendo

questo postulato nell’osservazione più generale dell’Universo, significa che lo spazio

e il tempo non si comportano in maniera ‘dura’ e ‘veloce’ come ci sembra di

percepire. In sintesi, essi non esistono di per sé fuori di noi, ma sono un prodotto

della nostra coscienza!

Una volta che spazio e tempo vengono accettati come costrutti della nostra mente,

significa che la morte e l’idea di mortalità e invecchiamento sono anch’esse un

fenomeno legato all’esperienza sensoriale della nostra coscienza. Con la morte del

109

nostro organismo, la nostra coscienza entra in una condizione dove non esistono più

confini spaziali e temporali: l’eternità!

Secondo Lanza, la vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di

pensare. Quando moriamo, non entriamo nel mondo del non-essere, ma torniamo

alla matrice fondamentale dell’Universo: “con la morte, la nostra vita diventa un

fiore perenne che torna a vivere nel multiuniverso”, il luogo delle possibilità infinite.

110

LA MENTE QUANTICA/CAOTICA

La osservazione più comune che viene fatta circa la fisica quantistica è che funziona

solo nel mondo dell’ultrapiccolo, non certo nel mondo reale, quello che viviamo ogni

giorno.

Ma siamo proprio sicuri di ciò?

Il dottor Masaru Emoto, (1943 – 2014) scienziato e ricercatore giapponese, ha

messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e poi fotografare i cristalli

che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua. Ha poi fotografato

l'acqua esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di

montagna, acqua inquinata, ecc. Si è visto che i cristalli dell'acqua trattata muta di

struttura quando si inviano messaggi. L'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e

pensieri positivi forma dei cristalli bellissimi, simili a quelli della neve; l'acqua

sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture

amorfe e prive di armonia. Nelle grandi città, dove l'acqua è fortemente carica di

sostanze chimiche provenienti da detersivi, saponi, cosmetici, ogni tipo di industrie

ecc., l'acqua non forma dei bei cristalli, ma strutture amorfe che comunicano la

mancanza di chiarezza e bellezza, presenti invece nell'acqua della natura non

influenzata dall'uomo.

Le foto seguenti sono alcuni esempi.

111

Andrea Gorgi Zuin è un musicista ricercatore che ha fatto questo semplice

esperimento (fig. 10). Ha preso tre semplici barattoli di vetro e li ha riempiti per 2/3

di acqua e 1/3 di riso crudo.

Li ha chiusi e su ciascuno ha messo una etichetta diversa e al vasetto “GRAZIE”

ripeteva la parola verbalmente sintonizzandosi su un sentimento di gioia e

gratitudine; al contrario al vasetto “TI ODIO” riversava tutto il suo stress, il suo

peggior vocabolario e il suo demone interiore; e al vasetto “432 Hz” gli suonava

delle serenate con il suoo HandPan accordato a 432 Hz “

Dopo un mese ha aperto i tre barattoli.

112

fig. 10

La differenza tra il vasetto “ti odio” e gli altri due è evidentissima.

Andrea Gorgi Zuin riferisce che ll vasetto “432 Hz” è stato il vasetto più “pulito” alla

fine dell’esperimento.

113

E per finire ecco la differenza fra i cristalli di acqua esposti alla stessa musica a

432Hz e a 440 HZ. (Fig. 11)

fig. 11

Questi esperimenti sono una bella dimostrazione di come possiamo influenzare il

mondo non solo con le nostre azioni materiali ma anche con il nostro “essere

interiore” e con stimoli vibrazionali.

Il nostro corpo è formato da acqua per il 75%/60%. Acqua è presente in ogni liquido

del corpo, ma anche in ogni cellula e negli spazi fra le cellule in tutti i tessuti, anche

quelli che ci sembrano più compatti.

Riuscite a immaginare gli effetti dannosi che produciamo nella nostra personale

acqua ogni volta che ci abbandoniamo ad emozioni e sentimenti “negativi”? o ai

danni che produciamo alle persone verso le quali riversiamo queste emozioni e

sentimenti?

Naturalmente è vero anche il contrario, e che cioè possiamo influenzare la nostra e

l’altrui acqua con sentimenti positivi e vibrazioni terapeutiche.

Ma potremmo fare di più, per esempio utilizzare il "Fenomeno dell'Entanglement".

Mi spiego.

114

Abbiamo visto che se si fanno interagire due particelle per un certo periodo e

quindi si separano, quando si sollecita una delle due in modo da modificarne lo

stato, si manifesta sulla seconda una analoga sollecitazione a qualunque distanza si

trovi rispetto alla prima.

Prendiamo un barattolo di acqua proveniente per esempio da un lago inquinato e ce

lo portiamo a casa.

Queste molecole di acqua (e quindi tutti i quanti che le compongono) sono state in

contatto per lungo tempo con le molecole (e quindi i quanti) dell’acqua del lago.

Se sottoponiamo queste molecole di acqua (e cioè i quanti) a delle variazioni con le

diverse stimolazioni possibili, queste variazioni si trasmetteranno alle molecole (ai

quanti) dell’acqua del lago con cui sono state in contatto, e queste a loro volta

trasmetteranno le variazioni alle molecole/quanti con cui sono in contatto e così via.

Quelle che seguono sono le foto di cristalli di un’acqua di un fiume inquinato,

rispettivamente prima e dopo una preghiera.

Ed allora cosa impedisce a quel che stato detto di manifestarsi?

Solo la nostra ferrea convinzione che ciò non è possibile ed il nostro profondo

scetticismo su come funziona il mondo quantico e su quello che possiamo fare!

Vogliamo provare a vedere noi stessi alla luce della teoria del caos e dei sistemi

frattali, in particolare quello a successive biforcazioni (tipo albero bronchiale)?

Immaginiamo (fig. 12) che quel cerchio rappresenti me stesso ad un determinato

punto qualunque della mia vita.

115

Come chiunque altro, io ho i miei schemi, i miei giudizi e pregiudizi, le mie

aspettative, i miei sogni e quindi ho une certa visione e previsione della mia vita che

mi sforzo di realizzare. Tutto ciò lo rappresentiamo nella linea rossa.

Quotidianamente la vita mi mette davanti una serie di decisioni da prendere, di

scelte da fare, di alternative, che mi appariranno più o meno discordanti dalla linea

rossa (che è quello che vorrei e mi sono prefigurato).

Può anche succedere che ad un certo punto la mia vita non mi soddisfi più

pienamente e che cominci a cercare qualcosa di diverso (fig.13).

fig13

Opererò quindi una serie di scelte che serviranno ad

immettere nella mia vita il massimo di ordine e di

strutturazione in modo che sostanzialmente la mia vita

vada nel modo desiderato.

Naturalmente questo modo di procedere non mi

permetterà mai di sapere dove mi avrebbero condotto

tutte le possibilità che non ho scelto, dato che ho deciso

in qualche modo di creare la mia vita secondo i canoni

da me scelti e fissati in precedenza.

Così incomincio a fare delle scelte che sembrano

portarmi verso una vita diversa. Ma i miei

condizionamenti interiori possono essere così forti per

cui alla fine mi ritroverò che avrò portato sì dei

cambiamenti, ma questi saranno stati, in fin conti,

marginali, non sostanziali, dato che la mia vita non ha

cambiato fondamentalmente direzione.

Potrò avere l’impressione di aver cambiato, ma questa

sarà, in ultima analisi, un’illusione.

116

In questi due casi mi sono comportato comunque come un sistema altamente

strutturato e stabilizzato, assai poco sensibile alle stimolazioni ricevute ed ai

cambiamenti possibili.

Per cambiare veramente la devo comportarmi come un sistema caotico, cioè

altamente sensibile al variare delle condizioni iniziali ed agli stimoli.

Proviamo a vedere come questo potrebbe succedere. Una prima ipotesi è che

comincino piccoli cambiamenti, che inizialmente potrebbero non comportare

apparentemente alcuna variazione sostanziale (fig.14 A, linea verde).

Fig. 14A

almeno due domande. La prima è : che cosa determina i piccoli cambiamenti iniziali?

La risposta è piuttosto semplice: tutto ciò che influenza in qualche modo la nostra

interiorità.

Può essere il perdersi nell’ammirare un tramonto od un paesaggio, un incontro con

una persona, l’innamoramento, l’ascolto di una musica, la lettura di un libro o una

poesia, la visione di un quadro o di un’opera d’arte, la percezione di realizzazione

per un lavoro ben fatto.

In parole povere qualunque cosa ci faccia superare, sia pure per un momento, il

senso della dualità che pervade perennemente la nostra vita.

Tutto ciò io lo chiamerei sessualità.

Ma ogni piccolo cambiamento determina una sia pur

minima variazione delle condizioni nelle quali mi

trovo compiere ogni scelta successiva.

Alla fine mi troverò che, sia pure partendo da piccole

variazioni, avrò raggiunto un grande risultato: avrò

completamente cambiato direzione alla mia vita!

Questo è l’effetto farfalla della teoria del caos, in base

alla quale un battito d’ali a Pechino determina un

uragano a S. Francisco.

Quanto sin’ora esposto fa sorgere inevitabilmente

due domande.

117

La sessualità è molto più ampia della genitalità, della copulazione, che sono la

unione fisica di due corpi che diventano uno.

La sessualità è il sentirsi una sola cosa con una realtà che un istante prima

percepivamo come altro da noi, diversa da noi.

Possiamo vivere la genitalità senza la sessualità, così come invece nella genitalità

possiamo vivere un’esperienza così profonda di sessualità da sentirci uno con

l’universo intero.

Penso sia questo il motivo per cui in tanti templi indiani, accanto ad immagini

ieratiche delle divinità, vi siano tante rappresentazioni di rapporti sessuali.

La seconda domanda che viene da fare è: come faccio a sapere se la scelta che

opero mi conduce verso una nuova realtà e non serva invece a farmi tornare

indietro, dato che comunque inevitabilmente sorgono resistenze che tentano di

eliminare il nuovo che nasce?

Ci possono essere diversi modi, ma uno molto semplice è la tecnica del

“leggero/pesante” , di derivazione chinesiologica.

Ammettiamo che mi trovi in una situazione in cui debba scegliere se fare A o B : cosa

decido? Normalmente cerchiamo di analizzare le due situazioni e le possibili

conseguenze e questo lo facciamo in base alla nostra “razionalità” ed ai nostri

“gusti”.

Razionalità e gusti, però, troppo spesso procedono da pregiudizi, idee sbagliate che

ci siamo fatte nel tempo, precedenti esperienze, condizionamenti familiari ed

ambientali.

La conseguenza di tutto ciò è che spessissimo prendiamo la decisione sbagliata.

E allora?

E allora basta farsi due semplici domande osservando, dentro di noi, che reazione

abbiamo.

1° domanda: come sarà la mia vita nei prossimi tre mesi, sei mesi, un anno, cinque

anni se scelgo A?

118

2° domanda: come sarà la mia vita nei prossimi tre mesi, sei mesi, un anno, cinque

anni se scelgo B?

Oppure :

1° domanda: come sarà la mia vita nei prossimi tre mesi, sei mesi, un anno, cinque

anni se faccio A?

2° domanda: come sarà la mia vita nei prossimi tre mesi, sei mesi, un anno, cinque

anni se NON faccio A?

Se siamo sufficientemente attenti e recettivi, una domanda provocherà dentro di

noi un senso di leggerezza, l’altra un senso di pesantezza.

Quella che provoca il senso di leggerezza è la risposta giusta, quindi la cosa che

dovremmo scegliere.

Troppo semplice?

Può darsi, ma bisogna stare attenti a non confondere la leggerezza con il piacere

soggettivo che una risposta potrebbe provocare: non sempre ciò che è opportuno

fare coincide con ciò che ci piace.

Un’altra difficoltà potrebbe derivare dal fatto che non siamo sufficientemente

allenati a percepire le nostre sensazioni interiori.

Allora ci si può allenare un po’, con cose semplici.

Al mattino:

come sarà la mia giornata se faccio colazione?

come sarà la mia giornata se non faccio colazione?

Comportatevi di conseguenza.

A pranzo:

come sarà il mio pomeriggio se mangio questo?

come sarà il mio pomeriggio se non mangio questo?

Come detto non date per scontato che le risposte rispettino sempre i vostri gusti

culinari.

Vi viene un attacco di fame? Chiedetevi:

119

Ho bisogno di cibo?

Ho bisogno di energia?

Ho bisogno di acqua e sali?

Non sempre la sensazione di fame corrisponde alla necessità di cibo.

Se vi sentite leggeri chiedendovi “ho bisogno di energia?” mangiare non vi servirà a

nulla e vi farà solo ingrassare: dovete utilizzare una tecnica per accrescere la vostra

energia.

Oppure potreste aver bisogno semplicemente di una coca, o di un gatorade o di un

bicchiere d’acqua proveniente da una bottiglia su cui avevate scritto “amore,

gentilezza, pace, armonia”.

Naturalmente potreste aver bisogno di più di una cosa.

Non di rado si verificano strane “coincidenze”: la vita ci presenta accadimenti che

sembrano essere la risposta in sintonia con quello di cui sentivamo la necessità,

anche se potevamo non esserne consapevoli.

In quest’ultimo caso sentiamo un senso di pace o di gioia che è il segnale che quella

cosa è proprio per noi.

Un’altra cosa cui bisogna fare attenzione è che noi tendiamo sempre a strutturare

ed organizzare qualunque cosa, anche eventuali scelte drastiche nella nostra vita.

Non sarebbe quindi una cattiva abitudine sottoporre a verifica, ogni tanto, le scelte

fatte.

Queste infatti hanno cambiato le condizioni iniziali del personale stato caotico, e

non è affatto detto che una determinata scelta sia vera “per sempre”. Non esistono

scelte giuste o sbagliate, esistono solo scelte che noi siamo in grado di fare in quel

determinato momento della nostra vita, in quelle situazioni interne ed esterne, con

la consapevolezza che abbiamo in quel momento.

120

In un tempo successivo (secondi, minuti, giorni, mesi, anni) e quindi in condizioni

cambiate, quella scelta potrebbe non essere più opportuna e necessaria.

Naturalmente è di grande aiuto l’utilizzo delle tecniche che possono aiutare a

liberarci di tutte le sovrastrutture, le credenze ed i condizionamenti che limitano le

nostre possibilità di scelta.

A questo punto il lettore di queste pagine potrebbe dirmi:

-scusa, ma da chi mi viene data l’informazione leggero/pesante?

ed io: -ma semplicemente dal tuo corpo

Lettore –e che ne sa il mio corpo?

Io - ma se non lo sa lui quello che ti serve, chi vuoi che lo sappia, Maga Magò?

Lettore –è mi posso fidare del mio corpo?

Io –guarda che il corpo è l’unica cosa di questo mondo che è veramente e

profondamente “tuo”: se non ti fidi di lui che sta in questo mondo solo per te, di chi

puoi fidarti? Il problema e l’inverso: sei tu che non ami, rispetti, apprezzi e ringrazi

sufficientemente il tuo corpo.

Fatti la domanda: “come sarà la mia vita nei prossimi tre mesi, sei mesi, un anno, tre

anni, se mi fido del mio corpo?” Come ti senti? Leggero? Ti sei risposto da solo.

Ti senti pesante? O non hai capito niente o stai completamente disconnesso dal tuo

corpo!!

Lettore – va bè.. ammettiamo che è come dici tu. Ma come fa il corpo a sapere

quello che mi riguarda fra un mese, tre mesi, uno/tre anni?

Questa è una bella domanda!

Il fatto è che il nostro corpo è un terminale.

Oltre al corpo fisico abbiamo altri corpi, nei quali la componente “materiale” è

sempre meno densa sino a risolversi in sola energia che diventa sempre più sottile,

121

più pura, semplice ed onnipotente, eterna, infinita man mano che si passa nei livelli

più prossimi a quella realtà che chiamiamo dio o trascendente.

Questi corpi sono connessi l’un l’altro sino ad arrivare al corpo fisico/materiale che è

quello che noi normalmente vediamo e che ci permette di vivere in questa realtà.

Ma tra i vari corpi esistono connessioni, sia in senso “ascendente” che

“discendente”.

Quindi il nostro corpo fisico è il terminale cui possono giungere le informazioni

provenienti dagli altri corpi.

Naturalmente non possiamo aspettarci di sentire queste informazioni con i nostri

sensi e la tecnica del leggero/pesante è un modo semplice per farci dire dal corpo le

informazioni che gli giungono dai nostri livelli energetici superiori che

evidentemente sono, almeno alcuni, al di là del nostro spazio/tempo, in dimensioni

in cui il passato ed il futuro non esistono.

Un altro modo per entrare in rapporto con livelli diversi del nostro essere e quello di

utilizzare stati coscienziali diversi , per esempio la meditazione.

Con la meditazione si cerca di superare la “presenza” della realtà fisica, emozionale

e razionale per entrare in uno spazio di “silenzio” interiore.

Spesso in questo spazio si possono avere esperienze particolari, caratterizzate dal

fatto che comunicano, anche in pochi attimi, una conoscenza/consapevolezza molto

ampia, intuitiva nella globalità, che poi è molto difficile riuscire a trasmettere

attraverso strumenti logico/razionale di tipo ragionamento lineare, analitico, di

causa ed effetto, che adoperiamo normalmente.

Quando entriamo nello spazio del silenzio sembra che entriamo nel nulla.

In realtà il nulla non esiste: ce lo insegna la fisica quantistica secondo la quale il nulla

è uno spazio dal quale emergono e nel quale scompaiono, continuamente, quanti di

energia.

Possiamo quindi pensare che il silenzio meditativo sia uno spazio dal quale

emergono quanti di pensiero/realtà (anche il pensiero è energia ed i pensieri

122

possono strutturare una realtà!) che si organizzano in modo tale da poter essere

“conosciuti” globalmente, percepiti, solo con un processo di tipo conoscenza

intuitiva, dato che in quelle dimensioni il tempo non esiste e che quindi non è

possibile un conoscenza lineare.

Altre volte durante la meditazione non succede alcunché: non bisogna preoccuparsi

perché, anche se non li percepiamo, i quanti di energia /pensiero arrivano

comunque e rappresentano uno dei tanti stimoli che modificano il personale stato

caotico di partenza.

Può accadere anche che particolari intuizioni, “brillanti idee”, compaiano durante

lavori di routine: infatti in queste situazione il cervello sin. “lavora al minimo”: la sua

attività è sufficientemente bassa (si tratta di impegni routinari) da lasciare un po’ di

spazio al cervello dx.

Durante il sonno ( in cui il cervello sin. è out) queste esperienze possono apparire

come sogni, oppure comparire all’improvviso come intuizioni al risveglio.

Alla luce di quanto detto possiamo anche pensare che il continuo chiacchiericcio del

nostro cervello sia l’espressione del continuo giungere, dai livelli superiori del nostro

essere, di quanti di pensieri/realtà che noi non sappiamo percepire nel nostro

“normale” stato coscienziale (emisfero dx. molto poco attivo per il prevalere del

cervello sin.). La conseguenza è che questi quanti vengono recepiti dal nostro

cervello sin., che però, non avendo una struttura di funzionamento adeguata, non

può fare altro che organizzarli in infiniti pensieri logico/lineari, che finiscono per

perdere ogni nesso e significato rispetto ai quanti, sino ad apparire totalmente

disconnessi tra loro.

A questo punto possiamo tornare alla figura 14 A e discutere dell’ altro modo in cui

possono avvenire i cambiamenti.

Più raramente succede che una persona cambi di colpo, o comunque in tempi molto

brevi. Questo succede in genere come conseguenza di gravi eventi/traumi di natura

123

direzione completamente opposta alla precedente (linea viola della fig.14 B). E’ come se si creasse una sorta di “comunicazione privilegiata”, libera da ogni

condizionamento, con i personali livelli energetici superiori che così possono

orientare molto più facilmente la nostra vita.

Può anche accadere, in questi processi, che si arrivi a modificare il proprio passato.

Quanto che cambia la sua natura “dopo” che ha passato la fessura?).

Quando si ingranano questi processi si assiste ad una incredibile accelerazione degli

avvenimenti: questi si succedono ad una velocità tale per cui ci riesce difficile stargli

dietro! E’ un po’ come cavalcare una grande e velocissima onda stando in equilibrio

su una tavola da surf.

La presenza di questi “canali preferenziali” spiega la possibilità che esistano persone

che sin dalle origini della propria vita, o comunque molto presto e non sempre in

accordo con la personale realtà ambientale, manifestino caratteristiche molto

particolari.

fisica e/o psichica. Questi eventi hanno il potere, la capacità di

scardinare in un sol colpo tutte le strutture e sovrastrutture che

ci facevano avere la vita quale quella che avevamo.

E così il nostro sistema diventa di colpo altamente caotico,

cambiando radicalmente le condizioni di partenza e diventando

altamente sensibile agli stimoli.

La conseguenza è che diventano possibili scelte altrimenti prima

impensabili e che orientano rapidamente la nostra vita in una

dre

In questi casi, le scelte, nel sistema frattale a biforcazione,

possono portare ad una intersecazione con la propria vita

(fig.15) in luoghi/tempi antecedenti l’inizio del cambiamento e

dare origine ad orientamenti della stessa completamente

diversi (vi ricordate della “cancellazione quantica”, cioè del

quanto

Fig.15

Fig. 14B

124

Penso al sig. M. P. ( di cui ho narrato all’inizio di queste pagine ), ad Amma, alla

stessa Ida.

Srinivasa Ramanujan, matematico prodigio indiano, autore di numerosi ed

importanti risultati, possedeva una conoscenza puramente intuitiva della

matematica. Egli conosceva/intuiva migliaia e migliaia di cose su i numeri e le

equazioni e non gli interessava il doverle dimostrare (le dimostrazioni, infatti,

venivano eseguite da matematici occidentali che non potevano che confermare le

intuizioni): per lui quelle cose erano assolutamente vere, e tanto gli bastava.

Il perché ciò accada non può essere discusso ora: quello che si può dire è che la

risposta è assolutamente personale e dipende dalla consapevolezza che la persona

acquisisce del proprio essere.

Un ultimo pensiero: e se fosse una scelta di frattale a biforcazione anche il modo in

cui facciamo funzionare il nostro cervello?

Cosa scegliamo?

125

IL MONDO QUANTICO /CAOTICO

Torniamo un po’ all’esperimento delle due fessure.

Quanto come particella Quanto come onda

A seconda che l’osservazione viene fatta con una maschera provvista di una sola o di

due fessure , il quanto si comporterà rispettivamente come particella o come onda.

Di conseguenza la interpretazione del mondo sarà di tipo corpuscolare o

ondulatorio/vibrazionale: tutto dipende da come osserviamo il fenomeno.

Il mondo sembra quindi possedere almeno due diverse possibilità di esistenza: è la

nostra osservazione, il modo in cui questa viene effettuata, a determinare quale

opzione si concretizzerà, e i risultati ottenuti ci confermeranno che la nostra

osservazione è quella esatta!

E se il nostro cervello fosse come la maschera che può essere dotata di una o due

fessure?

126

L’uso del solo cervello sinistro equivale all’esperimento con una sola fessura, mentre

l’uso dell’emisfero sinistro + l’uso dell’emisfero destro equivale all’esperimento con

la doppia fessura.

Se usiamo solo il cervello sinistro (linea viola) allora il quanto si comporta come

corpuscolo, se usiamo insieme cervello sinistro e cervello destro allora il quanto si

comporta come onda (linea verde).

127

La conseguenza sarà che possiamo avere due visioni del mondo completamente

diverse

Se usiamo solo o fondamentalmente il cervello sinistro, il quanto si comporterà

come corpuscolo e di conseguenza la nostra visione del mondo, e quindi il mondo

che creiamo, sarà fondamentalmente di tipo meccanicistico, governato dalla legge di

causa ed effetto e conseguente ragionamento di tipo lineare, improntato sul

giudizio.

Tutto ciò porta a vivere la propria vita come un sistema altamente strutturato,

organizzato, scarsamente disposto ai cambiamenti ed alle variazioni.

Il mondo del meccanicismo imperante, governato dalla legge di causa/effetto è la

visione nella quale siamo immersi e di cui, da secoli, ci viene inculcata in ogni modo

la imprescindibilità.

128

Oggi il meccanicismo portato all’estremo sta creando un mondo in cui tutto, dalle

malattie all’alcoolismo ed alla pedofilia, dal genere sessuale alle emozioni, tutto è

legato ai geni, al patrimonio cromosomico di cui ognuno è portatore.

In questo mondo così concepito e creato, dove sta la libertà della persona? Che

possibilità ha il singolo essere di scegliere?

Persino il destino trascendente dell’anima obbedisce alla legge di causa/effetto: se

mi sarò comportato bene andrò in paradiso, altrimenti andrò all’inferno: l’eterna ed

apparentemente insormontabile legge del giudizio!

Ma se il personale modo di essere è fondamentalmente legato alla espressività del

personale patrimonio genetico, perché si deve essere giudicati per qualcosa di cui

non si ha la responsabilità?

Per superare questo ostacolo le varie religioni introducono un concetto diverso, che

si stacca decisamente dalla legge di causalità, e cioè il concetto di grazia, di

misericordia.

Per effetto della “grazia”, della “misericordia”, la legge del determinismo viene

spezzata, frantumata, ed all’essere umano viene concessa l’opportunità che nella

sua vita sia creata una realtà completamente nuova, diversa.

Questo fatto introduce senza dubbi un elemento di discontinuità nel mondo

meccanicistico governato dalla legge di causalità, ma rimane un problema: chi

dispensa la “grazia”, la “misericordia”? E secondo quali criteri?

Il dispensatore è evidentemente il Dio nel quale si crede, ma i principi secondo cui

opera sono assolutamente imperscrutabili: perché a uno si ed a un altro no?

Persino la legge del karma e della reincarnazione è funzionale al mondo del cervello

sinistro: anch’essa infatti obbedisce alla legge di causa ed effetto.

A causa delle azioni compiute in precedenti vite (ancora e sempre giudizio!) sarò

costretto a reincarnarmi in infinite vite finché non avrò corretto l’effetto di tali

azioni.

129

Ma dato che non si possiede il ricordo delle precedenti vite e di ciò che si è

combinato, è molto probabile che questo passato continui tranquillamente ad

incidere e sul mio modo di essere e di vivere, funzionando di fatto come un

patrimonio genetico.

Povera libertà dell’essere umano!

Tutto quello che mi trascino come peso sulle spalle e che mi costringe a vivere la mia

vita schiacciato dal giudizio dato da me e dagli altri in questa e/o in tutte le mie vite

precedenti, e tutto quello che mi costringe a vivere la mia vita/le mie vite piegato

sotto la imperscrutabile presenza del karma/destino che ho organizzato come

immenso groviglio che tiene incatenata/ingabbiata la esistenza del mio essere a

tutto ciò che non sono, impedendo che possa essere ciò che realmente sono, lo

dipano, sciolgo, spezzo, frantumo, spazzo via e distruggo ora e per sempre? Si!! E

tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita emerga una realtà

completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Quale realtà/consapevolezza io ed il mio corpo siamo in grado di generare, ora, che

mi renda possibile la creazione di una diversa possibilità di vita che sia migliore e

diversa da quella attuale? Tutto quello che impedisce il manifestarsi ed il come si

manifesti ciò, lo dipano sciolgo spezzo frantumo spazzo via e distruggo ora? Si!! E

tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita emerga questa realtà

completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Se usiamo anche il cervello destro (maschera a doppia fessura) il quanto non si

comporta più come corpuscolo ma come onda.

130

La conseguenza è che ci rendiamo conto che il mondo corpuscolare/meccanicistico

della causa ed effetto, della necessità, non è l’unico possibile.

Entriamo quindi in un mondo diverso: quello della possibilità.

E’ il mondo della mente quantico/caotica.

E’ il mondo del tetra lemma, in cui tutto ed il contrario di tutto possono esistere

contemporaneamente, in cui giusto e sbagliato, bene e male si dissolvono, è lo

spazio del non giudizio, in cui ogni cosa è semplicemente una scelta possibile.

È il mondo in cui le scelte non vengono più operate sulla base di un processo

“logico”, che in realtà esprime solo un “condizionamento” ad operare secondo certi

schemi e canoni prefissati: le scelte, le decisioni, l’essere in un determinato modo

sono invece il frutto di una consapevolezza/conoscenza /percezione che quella

“cosa” (che in realtà è un tutto) è quella giusta per me, almeno in quel momento.

Dico “in quel momento”, perché, dato che nulla è giusto e nulla è sbagliato in

assoluto e per sempre, non è assolutamente detto che quella scelta debba essere

definitiva, anzi molto probabilmente è solo momentanea: avendo modificato le

condizioni del sistema caotico che sono, quella scelta mi apre a diverse possibilità

che prima non ero in grado di percepire/scegliere.

Può addirittura succedere che sia importante semplicemente la decisione interiore

di operare una determinata scelta: una volta fatto ciò (e quindi avendo modificato il

personale stato caotico) può verificarsi che non è più importante concretizzare

quella opzione.

Infatti avrò maturato una consapevolezza diversa che mi permetterà di andare

“oltre” quel dilemma, quella scelta, che non sarà più necessaria, essendo diventata

non più attuale.

Tutto quello che impedisce e limita il funzionamento del mio cervello come maschera

a doppia fessura lo dipano,sciolgo spezzo frantumo spazzo via e distruggo ora? Si!!

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita emerga questa realtà

131

completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Tutto quello che blocca e limita la mia personale capacità di percepire come nella

mia vita si manifesti la possibilità di operare scelte diverse, lo dipano sciolgo spezzo

frantumo spazzo via e distruggo ora? Si!! E tutto quello che può dare l’opportunità

che nella mia vita emerga questa realtà completamente nuova, diversa, lo creo e

concretizzo ora lasciando che emerga? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Come posso modificare le condizioni del sistema caotico che sono, in modo da poter

operare scelte che mi aprano a diverse possibilità che mi permettano di

percepire/scegliere come in realtà sono? tutto quello che impedisce a ciò di essere e

manifestarsi, lo dipano sciolgo spezzo frantumo spazzo via e distruggo ora? Si!! E

tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita emerga questa realtà

completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

132

Effetto farfalla Variazione improvvisa Cambiamento del passato

Torniamo ad osservare le figure che illustrano come il percorso della vita di una

persona possa essere interpretato alla luce del sistema frattale a biforcazioni

successive e come la modifica del sistema quantico/caotico personale possa, per

scelte successive, portare ad una diversa direzione della propria vita: o per

progressive variazioni di scelta (effetto farfalla), o per variazioni improvvise, sino alla

modifica del passato.

In ogni caso la vita avrà preso una direzione diversa.

In un sistema di questo tipo la “grazia”, la “misericordia” non esistono più: esse sono

semplicemente la possibilità/libertà che ogni persona ha di operare delle scelte che

sono “rottura” con il complesso sistema di credenze e condizionamenti che ciascuno

rende operanti e limitanti nella e per la propria vita.

La Misericordia è la legge quantica dell’universo che ci rende liberi di essere quella

realtà che veramente siamo.

Tali “scelte di rottura”, scelte di discontinuità, porteranno sicuramente ad una vita

più aderente, coerente e confacente al proprio reale essere.

133

Naturalmente tutto ciò è molto diverso per ciascun singolo individuo, ma non è

importante se nell’infinita serie di numeri io sono semplicemente due numeri

successivi o la sequenza di numeri pari, o di dieci in dieci: la cosa importante è che in

ogni caso sono un infinito che è parte di un infinito che io stesso contribuisco a

manifestare.

Volendo utilizzare una metafora si potrebbe dire: non è importante che la botte sia

grande o piccola, ma che la botte sia piena!

Tutto quello che mi impedisce di riempire completamente sino all’orlo la mia botte,

grande o piccola che sia, , lo dipano sciolgo spezzo frantumo spazzo via e distruggo

ora? Si!! E tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita emerga questa

realtà completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che

emerga? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM

Quale rubinetto posso aprire per riempire completamente e sino all’orlo la mia

botte? e tutto quello che mi impedisce di scegliere e creare ciò, lo dipano sciolgo

spezzo frantumo spazzo via e distruggo ora? Si!! E tutto quello che può dare

l’opportunità che nella mia vita emerga questa realtà completamente nuova,

diversa, lo creo e concretizzo ora lasciando che emerga? Si!! E COSI SIA AMEN OM

OOOOMMMM.

A questo punto le reazioni di te lettore possono essere di tre tipi (schematizzando al

massimo).

1) Potresti dire che tutto quello che hai letto è assolutamente incomprensibile,

sono sciocchezze che scivolano su di te senza provocare alcun moto di interesse o

curiosità o addirittura generando un senso di repulsione. Va bene così , vuol dire

semplicemente che tutto ciò non è per te o non è il tuo tempo: è inutile che continui

a leggere. Ti consiglio, se non lo hai già fatto, di impiegare più proficuamente il tuo

134

tempo. Se fra un mese, un anno, dieci anni, ti dovesse venire una certa curiosità

ricordando queste pagine, puoi sempre riprendere il libro.

2) Di quel che hai letto non tutto è chiaro, magari alcune cose non le condividi,

ma è comparsa una sorta di curiosità (tipo: ma questo dove vuole andare a parare?),

oppure una sorta di vocina interiore (tipo: e se non fossero proprio tutte

scemenze?).

Insomma è come se fosse comparsa un’ombra di dubbio.

Bene, vuol dire che sei un sistema sufficientemente caotico da permettere ad uno

stimolo di variare le tue condizioni originarie di partenza. Questo potrebbe essere il

punto di origine per un cambiamento della tua vita.

Quante volte nella TUA vita hai fatto delle scelte che intimamente sapevi non

opportune, che ti avrebbero procurato solo problemi, ma che hai comunque fatto

per conformismo, per stanchezza, per paura di conseguenze, perché era più facile

che mettersi in discussione? Potresti essere così gentile nei tuoi confronti da

riconoscere che tante volte hai operato scelte che esprimevano semplicemente la

tua paura di essere diverso?

3) Uau! Sei rimasto affascinato! Al di la della comprensione logica, molto di

quello che hai letto ti “risuona” dentro come vero. Forse addirittura ti è capitato di

avere esperienze simili a qualcuna di quelle narrate!

Sei attratto, incuriosito, addirittura ansioso di continuare.

Bene, vuol dire che sei un sistema notevolmente quantico/caotico, in grado di

percepire cosa è per te. Sicuramente nella tua vita hai già operato scelte di tipo

quantico/caotico, anche se forse non ne sei cosciente. Hai veramente la possibilità di

un cambiamento radicale della tua vita.

Potresti essere così gentile nei tuoi confronti da riconoscere quali scelte hai fatto

semplicemente perché potevi farle e che non avevano alcun senso per nessuno e

che indicano quanto sei diverso?

135

Potresti essere così gentile nei tuoi confronti da riconoscere che hai creato e stai

creando una realtà diversa da quella che ti è stata data/preconizzata?

Potresti essere così gentile verso te stesso da riconoscere che sono le tue scelte e

non la tua educazione che stanno creando la tua vita e la tua esistenza?

Naturalmente sono possibili tante altre sfumature di risposta, ma quello che

interessa è che si aprano sempre delle possibili vie e scelte diverse.

Non voglio minimamente sostenere che quello che sto dicendo in questo libro sia

l’unico modo per cambiare la propria vita: le strade per giungere ad una

realizzazione del proprio essere sono tantissime (fortunatamente), ma sempre,

quando “inciampiamo” in quel che veramente ci serve, proveremo quella

“risonanza”, quella gioia o quel dubbio delle personali certezze che dovrebbe farci

rizzare le antenne (Eureka! Ho trovato!).

E, se tu che stai leggendo hai trovato, ora tutto dipende da te.

Infatti i processi di ”caosizzazione” del sistema che siamo e la possibilità di una reale

scelta quantico/caotica dipendono unicamente dalla nostra volontà e

determinazione.

Sono infatti la volontà, la determinazione ad operare continuamente scelte di tipo

quantico/caotico, che permettono di proseguire sulla strada del frattale a

biforcazione, per realizzare il proprio reale essere.

136

GLI STRUMENTI PER CAMMINARE

E’ impossibile affrontare l’analisi di tutti gli strumenti possibili.

Di alcuni si è fatto cenno, altri sono stati appena nominati: quelli che, nella

personale esperienza, sono i più efficaci saranno discussi negli incontri di cui si parla

al termine del libro.

In questo momento è opportuno dire alcune cose su un metodo utilizzato sin’ora e

che deriva da “Access Consciusnes®”.

Avrete sicuramente notato come ogni tanto vengono fatte delle domande (espresse

in corsivo) cui seguono delle affermazioni.

La tecnica delle domande è a sua volta derivante dalla PNL (Programmazione Neuro

Linguistica).

Con la domanda si focalizza l’attenzione/consapevolezza su come la persona ha

creato una limitazione nella sua vita.

Può essere un trauma, un evento, una scelta, una influenza esterna.

Con la domanda emerge l’energia psico/emozionale legata all’evento.

A questo punto si pronuncia una frase di “pulizia” che libera l’energia bloccata,

rendendo l’evento “indifferente” e rendendo utilizzabile in modo nuovo l’energia

liberata.

Questa frase non la posso scrivere perché protetta da copyright, ma la ho sostituita

con : tutto quello che impedisce a ciò di essere e manifestarsi, lo dipano sciolgo

spezzo frantumo spazzo via e distruggo ora? Alla domanda la persona può

rispondere si o no.

Se la risposta spontanea, interiore, non “ragionata, è no ci si ferma qui: la persona in

sostanza non vuole cambiare (è l’equivalente della sensazione “pesante”).

Se la risposta è si (equivalente alla sensazione “leggero”), allora si pronuncia la

seconda parte della frase di pulizia, che egualmente non posso trascrivere.

137

La ho sostituita con: E tutto quello che può dare l’opportunità che nella mia vita

emerga questa realtà completamente nuova, diversa, lo creo e concretizzo ora

lasciando che emerga? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

La diversità consiste soprattutto nel fatto che questa frase è propositiva ed esprime

la volontà di creare una realtà nuova: non a caso la frase termina con le

parole/suono che in diverse lingue esprimono l’assenso all’atto creativo.

La sillaba OM viene trascritta OOOOMMMM per indicare che va pronunciata in

modo che in metà del tempo si pronunci OOOO e nell’altra metà si pronunci

MMMM, senza soluzione di continuità e cercando di dare la massima risonanza alle

vibrazioni prodotte dai due suoni.

Ricordo infine che il suono O di OM è un po’ particolare e va emesso pronunciando

O ma pensando A.

Senz’altro è di aiuto anche pronunciare OOOOMMMM con la intonazione a 432 HZ.

(https:www.youtube.com/embed/SBiwLibZqfw)

Naturalmente le frasi utilizzate nel libro sono forzatamente generiche.

Nella pratica “dal vivo”, seguendo l’energia liberata da una domanda si può andare

sempre più in profondità, per giungere al nocciolo del problema di cui ci si vuole

liberare.

La cosa importante è che non venga mai suggerita una possibilità concreta del

cambiamento, perché ciò limiterebbe le teoriche infinite possibilità ad una sola:

quella suggerita.

Di tutte le soluzioni possibili, si concretizzerà quella corrispondente e più adatta allo

stato quantico/caotico della persona in quel momento: questa entrerà in risonanza

o “inciamperà” nella soluzione nello scorrere della sua vita.

138

UNA REALTÀ MISCONOSCIUTA: IL TIMO E LA PINEALE

Il timo è una ghiandola localizzata nella parte alta del mediastino anteriore, dietro lo

sterno, tra questo ed i grossi vasi che escono dal cuore.

L’attività e le dimensioni del timo raggiungono la loro massima espressione all’inizio

del periodo adolescenziale, quando la ghiandola pesa circa 30-40 grammi.

Dopo questo periodo il timo regredisce lentamente.

Thumos (anche 'thymos', in greco: θυμός) è una parola greca antica che esprime il

concetto di "anima emozionale" ed era utilizzata per indicare (in senso generale) le

emozioni, il desiderio, o l’ impulso. La parola era usata anche per esprimere il

desiderio umano per il riconoscimento.

Platone parla del thumos come di una delle tre parti costituenti la psiche umana: nel

celebre Mito del carro e dell'auriga, descrive il logos come un cocchio il cui auriga

guida i due cavalli Thumos ed Eros; mentre nel libro IV della Repubblica presenta

l'anima come tripartita in nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia

(appetito). L'epithumia è ciò che attiene i desideri derivanti dall'essere corporeo, il

thumos è la parte legata alle emozioni e all'emotività, e il nous è ciò che "controlla"

l'anima, dominando epithumia con la compartecipazione di thumos.

Nel secondo secolo Galeno (medico greco nato a Pergamo nel 129 A.C.) chiamò

“timo” quella ghiandola perché, racconta la leggenda, gli ricordava una mazzetto di

139

timo. Ma lo stesso timo aveva preso tale nome perché veniva bruciato come

incenso sugli altari degli dei.

Pertanto la parola timo ricorda l’alzarsi del fumo; il bruciare dell’incenso come

preghiera innalzata verso gli dei.

Infatti la parola timo deriva dalla radice Indo-Europea dheu, che è alla base di una

larga varietà di significati derivati, come “alzarsi in fiamme“, “sollevarsi in una

nuvola“, “fumare“.

Camillo Sbarbaro, nella sua poesia “Taci, anima mia”, scrive:

“Il timo è la ghiandola dell’entusiasmo giovanile, del gioco e dello scherzo, della

poesia e della fantasia; purtroppo tende ad atrofizzarsi dopo la pubertà, quando

aumentano disciplina scolastica e lavorativa, responsabilità familiari e sociali. Una

persona normale e sana e con il timo in ordine, resta spumeggiante a vita, sprizza

gioia da ogni poro, è contentissima di stare al mondo, ha energia in

sovrabbondanza, comunica freschezza ed ottimismo, è una persona radiosa.”

Fino al 1950 il funzionamento del timo era poco conosciuto, anche se già nel 1902 il

dott. Foulerton, a Londra, usava l’estratto di timo nel trattamento del cancro.

Oggi si sa che la funzione del timo è di portare a maturazione vari tipi di linfociti,

finalizzandoli a distruggere i patogeni intracellulari.

I linfociti, prodotti dal midollo osseo in forma di precursori immaturi, subiscono, nel

timo, una serie di trasformazioni, diventando dapprima timociti e poi linfociti T (da

Timo). La loro attività sta alla base dell’immunità cellula - mediata, vale a dire di quel

processo per cui l’organismo riconosce e distrugge le cellule infette/malate,

risparmiando quelle sane. Una volta “addestrati”, i linfociti T non rimangono nel

timo, ma migrano verso altri organi linfatici periferici (linfonodi, milza, tonsille ecc.)

dove si moltiplicano per svolgere a pieno la loro mansione difensiva.

Quanto il timo sia importante viene dimostrato quando, in un uomo o un animale,

viene rimosso oppure viene distrutto. In queste condizione si riscontra

140

un’immediata perdita di efficienza del sistema immunitario, specialmente per ciò

che riguarda la protezione dalle infezioni e la rimozione delle cellule tumorali.

La ghiandola del timo, inoltre, influenza lo sviluppo di scheletro e muscolatura,

dell’apparato genitale e di altre ghiandole endocrine, tra cui la tiroide e surrenali

(risposta allo stress).

Il suo volume sembra variare notevolmente in funzione dell’età: continua ad

aumentare fino alla pubertà (quando pesa circa 30-40 grammi), quindi inizia un

processo involutivo durante il quale la massa ghiandolare viene lentamente

sostituita da tessuto adiposo, anche se non scompare mai completamente.

Nell’anziano pesa 7 grammi.

Il timo è la ghiandola endocrina facente parte del 4° chakra: anatomicamente infatti,

si “adagia” sul cuore. Essa però si protende verso l’alto con due propaggini verso il

5° chakra (la gola, la laringe) e la sua corrispondente ghiandola (la tiroide).

Timo trachea tiroide

141

Cuore

Inoltre è direttamente collegata, tramite un canale energetico, alla ghiandola

pineale.

Il 4° chakra (del cuore) è l’ultimo chakra che riguarda la struttura fisica/anatomica

del corpo come lo percepiamo (4= materia), mentre il 5° chakra è il primo degli

ultimi tre che stanno ad indicare il passaggio ad una realtà superiore, sovrasensibile,

in grado di superare il dualismo della realtà materiale, insomma una realtà

quantico/caotica.

La realtà governata dai primi 4 chakra è una realtà fondata su campi

elettromagnetici (vedi le differenze di potenziale di membrana che sono alla base

del funzionamento delle cellule, la registrazione di tale attività a livello cardiaco con

l’ECG e cerebrale con l’EEG).

La realtà governata dagli ultimi tre chakra è fondata invece su campi vibrazionali: il

primo è quello sonoro, generato dal 5° chakra (quello della gola, del suono).

Il timo è la struttura di passaggio fra queste due diverse realtà ed il suo nome

esprime la preghiera come desiderio/impulso verso realtà superiori cui l’essere

umano aspira in quanto riconoscimento /realizzazione del proprio essere.

Sul piano materiale/dualistico, anatomico/funzionale, ciò si traduce in sistema

immunitario, fondamentale per il riconoscimento ed il mantenimento del self/non

self dell’individuo.

Secondo il dott. John Diamond, il picchiettamento della zona del timo ha come

effetto il rafforzamento funzionale di questa ghiandola.

Il dott. Ilio Neiman, medico naturopata che opera a Roma, ha ampliato questo tipo

di approccio.

In una conferenza/incontro tenuto a Napoli nel 2015, il dott. Ilio Neiman ha

illustrato come vi siano fondamentalmente tre zone cutanee di proiezione del

sistema immunitario:

142

1) la zona tutta intorno all’ombelico. Essa corrisponde alle placche di Peyer che

sono degli addensamenti di tessuto linfatico presenti nell’intestino ileo e

tenue. Questa zona è attiva soprattutto nella protezione dai batteri.

2) La zona corrispondente al timo, localizzata sulla parte alta dello sterno, attiva

soprattutto nella protezione da virus.

3) La zona sopra la radice del naso, al centro tra i due sopracigli che corrisponde

al corpo calloso, struttura del SNC posta fra i due emisferi che sarebbe

coinvolto nelle malattie degenerative del SNC e nelle infezioni da funghi (ciò

non è conosciuto dalla medicina ufficiale).

Il picchiettamento di queste zone va effettuato con i polpastrelli, tenendo le dita a

martello, in maniera non violenta.

Prima si picchiettano, con una sola mano, in successione, le singole tre zone.

Poi , a due mani si picchiettano insieme:

zona 1 + zona 2

zona 1 + zona 3

zona 2+ zona 3

Con questa procedura non solo si attivano i singoli distretti del sistema immunitario,

ma si facilità “il dialogo” fra questi, favorendo una modulazione complessiva del

sistema.

Tutto il processo non richiede più di otto/dodici minuti ed andrebbe praticato una-

due volte al giorno.

Esistono poi delle tecniche che servono ad una riattivazione del timo dal punto di

vista strettamente energetico.

Queste tecniche si basano sia sulla attivazione di specifiche energie/processi

energetici, sia su processi di visualizzazione unitamente a pratiche particolari di

respirazione.

143

In ogni caso questi diversi approcci condividono tutti una stessa realtà: dal punto di

vista energetico esiste una strettissima connessione tra timo e ghiandola pineale o

epifisi.

La ghiandola pineale — o epifisi — è una ghiandola endocrina del cervello dei

vertebrati.

Situata al centro del cervello, è collegata, mediante alcuni fasci nervosi pari e

simmetrici (peduncoli epifisari) alle circostanti parti nervose ( nervi ottici/retina,

ipofisi, ipotalamo).

La pineale, durante le ore di buio, se non è esposta alla luce, produce Melatonina,

un ormone importantissimo che regola i ritmi sonno-veglia e i ritmi circadiani,

migliora le difese immunitarie, combatte i radicali liberi ed influenza l’attività

dell’ipofisi (che si potrebbe definire la centrale di comando di tutto il sistema

endocrino).

144

La ghiandola pineale, inoltre, produce ciò che e' conosciuto come DMT, sostanza in

grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali ed extratemporali.

Ciò accade di notte durante i sogni, quando la pineale e' maggiormente attiva.

La ghiandola pineale va progressivamente incontro a calcificazione con conseguente

atrofia progressiva.

La causa principale di questa calcificazione è la formazione di depositi di fluoro,

proveniente o da acque idrotermali ricche di per sé di tale elemento, o da acque

potabili appositamente arricchite.

Altre fonti responsabili di assunzione eccessiva di fluoro sono: additivo nei dentifrici

e colluttori, integratori alimentari, superfici polimere di fluoruro che si trovano

come antiaderenti nelle pentole e nelle lamette da barba.

Nelle pratiche esoteriche la pineale è chiamata anche terzo occhio: essa è associata

ad una visione che va oltre quella puramente fisica, alla evoluzione del sé interiore,

al collegamento con il trascendente ed è quella parte del corpo che viene risvegliata

negli stati meditativi.

Anche alcuni tipi di suoni ed energie avrebbero la capacità di ripulire e riattivare

queste funzioni della pineale.

Fu Galeno che diede tale nome alla ghiandola, perché somigliante ad una pigna.

Sarà una coincidenza (casuale o reale?), ma il simbolo della pigna è presente in

moltissime culture: da quella sumerica a quella egizia.

Lo scettro di Osiris è rappresentato da

due serpenti che si incrociano (DNA)

intorno ad un’asta centrale (colonna

vertebrale) che termina in una pigna

(pineale): è lo stesso segno del nostro

caduceo, solo che noi ci siamo

dimenticati della pineale.

145

Persino nella simbologia del cattolicesimo è presente la pigna!

Quella che segue è la rappresentazione, presso gli antichi egizi, dell’ “Occhio di

Horus” (Il signore dei Cieli), simbolo potentissimo di regalità e di protezione,

chiamato anche Udjat o Occhio della perfezione.

L’occhio di Horus è chiamato anche “Occhio di Rha”, il dio del sole.

Non è veramente strana la incredibile rassomiglianza tra la rappresentazione grafica

dell’occhio di Rha con quella delle strutture cerebrali di cui stiamo parlando?

Fontana nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani e

due immagini della ferula del Papa

Occhio di Rha

146

Ma le casualità non finiscono qui.

In base alle antiche tecniche di misurazioni egiziane, il disegno dell’occhio è

composto da differenti frazioni, ognuna con un suo significato

147

½ rappresenta l’odore (forma di naso al lato dell'occhio)

¼ rappresenta la vista e la luce (pupilla)

⅛ rappresenta il pensiero (sopracciglio)

1/16 rappresenta l’udito (freccia sul lato dell’occhio che punta verso l’orecchio)

1/32 rappresenta il gusto, il germogliare del frumento (coda curva)

1/64 rappresenta il tatto (piede che tocca terra).

Tutto il sistema di calcolo è basato sulla frazione 64/64: questo numero non vi

ricorda qualcosa, tipo le 64 possibilità di triplette del DNA?

E non vi rievoca il significato misterico del numero 64 ( 6+4=10)?

In realtà, sommando tutte le frazioni corrispondenti ai vari pezzi dell’occhio di Horus

si ottiene 63/64 e non 64/64. Gli egiziani dicono che l'1/64 mancante sarebbe

comparso grazie a una magia del dio Thot ( Thot è il nome greco dato alla divinità

egizia che insegnò agli uomini la scrittura, la magia e la scienza). Il Thot egizio veniva

rappresentato in sembianza di ibis, uccello caratterizzato da un lungo collo curvo,

(da cui la denominazione di dio-ibis).

Probabilmente la mancanza di 1/64 esprime semplicemente che in generale,

nell'eseguire una divisione, non importava andare oltre la approssimazione del

risultato esatto per 1/64.

Questa spiegazione potrebbe soddisfare, ma certo incuriosisce non poco cosa ci

potrebbe essere dietro la magia di Thot.

Nella stele marmorea di Nebipusesostri, risalente al regno di Amenemhet III

(faraone appartenente alla XII dinastia egizia e vissuto circa tra il 1860 AC e il 1814

148

AC), invece del consueto solo occhio sinistro, sono rappresentati due occhi di Horus

(destro e sinistro: maschera a doppia fessura? ) e tra questi si scoprono tre simboli .

Se si pone 1/128 (la metà di 1/64) al posto di ognuno dei due simboli esterni e 1/64

(che è la loro somma) a quello centrale, avremo ottenuto il 1/64 mancante.

Il simbolismo di ciò potrebbe essere che solo se si supera la realtà duale (ogni

singolo occhio + ogni singolo 1/128 ) si può arrivare alla perfezione (64/64)

rappresentata dal numero 10 (6+4) che simboleggia appunto la perfezione e che

contiene la globalità dei principi universali: esso esprime la totalità, il compimento,

la realizzazione finale in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi e

la imperfezione del duale: vedere lo splendore!.

Secondo alcuni autori, ognuno di quei tre simboli si riferiscono al cuore e trachea:

ma che, forse gli antichi egizi intendevano parlare del timo?

E’ tutto un caso?

O invece non è più probabile che i nostri antenati conoscessero realtà la cui

simbologia e la cui essenza sono andate completamente perse?

149

Tutto quello che ci impedisce di accedere alla “ SAPIENZA” insita dentro di noi, lo

dipaniamo,sciogliamo, spezziamo, frantumiamo, distruggiamo e spazziamo via ora?

Tutto quello che ci blocca e ci impedisce di accedere alla CONOSCENZA ed alla SAPIENZA insiti nel nostro DNA ancestrale/cosmico lo dipaniamo sciogliamo spezziamo frantumiamo distruggiamo e spazziamo via ora? E tutto quello che può dare l’opportunità che nella nostra vita emergano queste realtà completamente nuove, diverse, lo creiamo e concretizziamo ora lasciando che emergano? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Tutti i cosiddetti principi scientifici del mondo duale secondo cui è vero solo ciò che è dimostrabile secondo la logica lineare del principio causa/effetto e della sperimentazione ripetibile, e che ci blocca nella non conoscenza della intuizione e del semplice sapere/accogliere ciò che è insito e vero in noi, lo dipaniamo sciogliamo spezziamo frantumiamo distruggiamo e spazziamo via ora? E tutto quello che può dare l’opportunità che nella nostra vita emergano queste realtà completamente nuove, diverse, lo creiamo e concretizziamo ora lasciando che emergano? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Quale realtà quantico/caotica possiamo accogliere ed essere per poter accedere alla verità meravigliosa e splendente che siamo ed alla realtà meravigliosa e splendente che possiamo essere, invece di dibatterci nell’eterno dualismo che ci blocca nel non essere che la nostra vita è? E tutto quello che ci impedisce di scegliere e creare ciò, lo dipaniamo sciogliamo spezziamo frantumiamo distruggiamo e spazziamo via ora? Si!! E tutto quello che può dare l’opportunità che nella nostra vita emergano queste realtà completamente nuove, diverse, lo creiamo e concretizziamo ora lasciando che emergano? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

150

L’AMORE

Sono perfettamente consapevole che, come mi ha detto un amico, con questo

capitolo vado a mettermi in un vespaio: ancora una volta faccio presente che non

pretendo minimamente di dire LA VERITA’.

Il mio è semplicemente un punto di vista, più o meno interessante.

Quello che sarebbe veramente utile è invece stimolare anche altri punti di vista: il

confronto senza pregiudizi e giudizi ci apre a nuove possibilità.

Come può essere meglio di così?

Non credo che oggi esista al mondo una parola più inflazionata - amore - e, quindi,

più incomprensibile, perché diventata priva di reale significato.

Anzitutto con questa unica parola si esprimono cose molto diverse tra loro: si parla

di amore di Dio, amore per Dio, amore coniugale, amore per i figli, amore per i

genitori, amore per la famiglia, per la natura, per “gli altri”, amore per se stessi, per

il lavoro, per lo sport, per la casa, gli animali e se ne avete altre aggiungetele

tranquillamente: qualcuna in più non cambia il problema.

La seconda osservazione è che “ ti amo” o “amo questa cosa” spessissimo viene

detto per esprimerere una cosa completamente diversa e che andrebbe tradotta

con “ho bisogno di te” o “ho bisogno di questa cosa”.

La terza osservazione è che paradossalmente la stessa parola sta ad indicare

l’opposto di quello che “amore” dovrebbe intuitivamente significare.

E’ l’ “amore” per Dio che conduce quelli dell’isis a sterminare gli “infedeli”, o che ha

portato la chiesa a bruciare coloro che venivano considerati eretici, o le “streghe” o

intere popolazioni, con l’intento di convertirli all’ ”amore” per Dio o di Dio.

E’ l’ “amore” per la ex compagna o moglie che porta l’ex marito o ex compagno ad

ammazzare la propria ex, magari aggiungendoci anche eventuali figli, sempre per

“amore”.

E che dire dell’amore filiale che si traduce in assassinio dei genitori, dell’amore

materno che porta ad abbandonare il neonato in un cassonetto, dell’amore per lo

151

sport che si traduce in doping, dell’amore per il prossimo che sfocia in pedofilia, e

così via?

Poveri noi! A questo punto mi verrebbe da dire che è molto meglio non amare e

dimenticare questa parola per sempre!

Già, mi potreste dire, ma il vuoto che rimane (perché un vuoto rimane!) come lo

riempiamo?

Il problema di fondo mi sembra sia il fatto che la parola “amore” oggi stia ad

indicare più delle emozioni, dei sentimenti, una sovrastruttura mentale/emozionale

e non invece una realtà.

Ritengo illuminante, a questo proposito quanto detto da Gesù ( Giovanni 15, 13-15):

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri , come io vi ho amati.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete

miei amici se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo

non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici , perché tutto quello

che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi”.

Quello che mi ha colpito profondamente è stata la frase “Nessuno ha un amore più

grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

Anzitutto Gesù sottintende una diversità di amori (amore più grande), ma poi ne dà

una definizione: “dare la vita per i propri amici”.

Qui, ci sono diverse considerazioni da fare.

Osservate bene: Gesù, che si considerava Figlio di Dio (anche se, come già visto, non

lo andava dicendo in giro) e che stava in costante comunicazione con “il Padre” -

sorpresa! - non dice affatto che l’amore più grande è amare Dio! …. Noooo!... amore

più grande è “dare la vita per i propri amici”!

A questo punto, per intendere bene quel che dice Gesù, dobbiamo chiedere aiuto

alla filologia, e “leggere” la versione greca dei Vangeli, più antica di quella latina su

cui si basa l’attuale versione.

152

Già ho detto come la lingua greca, molto più della nostra, abbia una ricchezza di

termini tale da riuscire a cogliere sfumature di significato che noi abbiamo perso.

In greco antico vi sono almeno tre termini che possono essere tradotti come

“amore”: Eros, Agape e Filia.

- Eros è l’amore dei sensi

- Agape è l’Amore spirituale o universale, disinteressato. Questo è il termine

che Gesù usa per indicare l’amore di Dio che eleva l’uomo e gli fa comprendere che

non è lui a possedere Dio ma Dio che lo possiede.

- E poi ci sono i termini filia/filos che Gesù usa nella frase “Nessuno ha un

amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

Filia è l’amore che si stabilisce in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e

di comunità di intenti. Filos (amici) in greco significa: “amico, amante, colui che è in

confidenza o in profondità con qualcuno”. Filía, che deriva a sua volta da Fílos, non

era caricato di quel valore sentimentale e affettivo che la parola “amicizia” oggi ci

evoca: la parola esprimeva innanzitutto e più basilarmente una relazione di

appartenenza.

Insita nella relazione di filía c’è la reciprocità della relazione stessa, una reciprocità

che però non assimila le parti coinvolte l’una all’altra .

Fílos è colui che si trova in una relazione di appartenenza non identitaria.

Fílos è al tempo stesso irriducibile diversità dall’altro e coinvolgimento essenziale

con l’altro.

D’altra parte Gesù lo afferma chiaramente: non vi chiamo più servi perché il servo fa

semplicemente ciò che il padrone gli dice, non ha bisogno e non deve capire il

perché. Io invece vi ho reso partecipi di tutta la mia consapevolezza, per cui ora

sapete il perché di quello che vi chiedo. Siamo partecipi, anche se in modo diverso,

e condividiamo la stessa realtà del Padre, di cui non vi ho taciuto nulla: per questo vi

chiamo amici.

153

Ne consegue che “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i

propri amici” con i quali si condivide una realtà, un progetto, una appartenenza non

identitaria.

La frase “dare la vita per i propri amici” Gesù la ha interpretata fin dentro il suo

significato letterale di “morire per”…, così come tutt’oggi fanno tanti sconosciuti,

che preferiscono morire piuttosto che rinnegare la propria “Filia” con Gesù.

Ma in senso più ampio, la frase “dare la vita per i propri amici” si dovrebbe anche

interpretare come “dedicare la vita ai propri ”amici”, “spendere la propria vita per

“gli amici”.

A questo punto, alla luce di quanto detto, come possiamo sostituire la parola

“amore”?

Forse si potrebbe con la parola “servizio”, ma da sola questa parola in realtà non è

sufficiente. Essa infatti può esprimere due realtà:

1) “essere al servizio di ….”

2) “essere in servizio per …”

Ne cogliete intuitivamente la differenza ?

In effetti “essere al servizio di ….” riconduce la persona ad uno stato di servitù,

mentre “essere in servizio per …” mantiene la persona libera da qualunque

identificazione o servaggio con l’altro.

Faccio un banale esempio.

Un medico lavora in ospedale (ma l’esempio vale per qualunque tipo di lavoro):

“è in servizio per” curare, aiutare, sostenere tutti i malati che gli si presentano.

Se invece “è al servizio di” un malato, potrà curare, aiutare, sostenere solo quello.

Se invece “è al servizio di” se stesso, il medico vivrà il suo lavoro unicamente come

fonte di possibile guadagno, o fama, o realizzazione di sé, a scapito o addirittura

contro l’interesse dei suoi pazienti.

Ed allora, nella nostra vita cosa stiamo scegliendo: “essere al servizio di …” o

“essere in servizio per …”?

154

Ed ancora: quale è quella realtà nella quale siamo “al servizio di” ?

Quale è quella realtà nella quale siamo “in servizio per” ?

Volendo esprimerci con una visione quantico/caotica: qual è l’insieme

quantico/caotico all’interno del quale siamo “in servizio per” ?.

L’insieme quantico/caotico di cui parlo è quella realtà in cui siamo “in servizio per”:

può essere una persona, la famiglia, il lavoro ecc.

Naturalmente nella vita di una persona possono coesistere più di un insieme

quantico/caotico di servizio.

Perché parlo di insieme quantico caotico?

Perché quella realtà è formata da componenti (almeno due) il cui totale è superiore

alla somma dei singoli componenti e le cui caratteristiche e capacità di variazione di

risposta dipendono dal grado di strutturazione dell’insieme “sistema” e dal tipo di

stimoli cui è sottoposto. Se all’interno di questo insieme io sono “al servizio di”,

allora non potrò portare nessun elemento di consapevolezza, e quindi di possibilità

diversa di risposta o comportamento ed il sistema tenderà a strutturarsi ed irrigidirsi

sempre di più. Viceversa, se sono “in servizio per” allora, non essendo schiavo di

nessuno, potrò essere “quanti” di diversa consapevolezza che potranno portare il

sistema quantico/caotico ad essere meno strutturato e quindi capace di dare diverse

possibilità di risposta e modi di esistere.

Ho accennato che nella frase “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la

vita per i propri amici” é sottintesa una diversità di amori tra i quali il più grande è

“dare la vita per i propri amici”.

Questa frase, intesa come “essere in servizio per”, infatti, rappresenta la legge

fondamentale dell’universo quantico/ caotico.

Nelle pagine precedenti ho tentato di chiarire come, secondo la fisica quantistica e

la teoria del caos, l’universo non abbia una forma preconfezionata di unica

possibilità di manifestazione.

155

Esso sembra apparire piuttosto come una informe matrice di “quanti” (energia), la

cui organizzazione/manifestazione obbedisce sostanzialmente all’osservatore: siamo

noi che decidiamo, a seconda di quelli che sono i nostri pensieri, il nostro modo di

“vedere, sentire, essere”.

Ricordate i vecchi detti popolari “piove sempre sul bagnato” o “il cane morde

sempre lo stracciato”?

Questi detti esprimono bene questa realtà: se io mi sento uno sfortunato, un

poveraccio, l’ universo certamente farà di tutto per assecondare questa mia visione

e nella mia vita continueranno sempre a manifestarsi episodi e situazioni che

confermeranno questa mia visione.

Abbiamo anche visto che però la mia vita può cambiare, per effetto di una serie di

input che la vita stessa offre: se comincio ad essere un sistema sufficientemente

caotico, l’universo continuerà a creare possibilità e realtà nuove, che mi

orienteranno sempre più verso modi diversi di vedere/vivere e quindi verso una

nuova creazione della vita, sempre più secondo le mie necessità del momento.

Insomma sembra proprio che la legge a cui obbedisce l’universo quantico/caotico

non è affatto quella dell’ordine meccanicistico di causa ed effetto, ma esattamente il

contrario: quella di “essere in servizio per” creare una serie infinita di nuove

possibilità a seconda dei desideri e delle necessità dell’essere umano.

Ecco perché l’”essere in servizio per” è la forma più grande di amore: essa non è

altro che la legge a cui si ispira il funzionamento dell’intero universo

quantico/caotico, di cui l’essere umano dovrebbe e potrebbe essere parte

consapevole ed armonica ispirando ad essa ogni modo di essere nella propria vita.

Se c’e una scala di “amori” (di cui abbiamo affrontato il vertice) ce ne saranno

inevitabilmente altri: gli scalini di questa “scala”.

Questo è un modo non quantico/caotico di affrontare il problema: parlare di scala

significa implicitamente esprimere un giudizio: ce ne è uno su un gradino più basso

ed un altro su un gradino più alto, uno “migliore” di un altro.

156

Superando ed andando oltre ogni giudizio di “migliore” e quindi di “giusto o

sbagliato” si può semplicemente dire che esistono tanti modi per esprimere

l’”amore”, parola che però probabilmente, a questo punto, sarebbe più opportuno

sostituire con interesse, intesa come particolare attenzione rivolta verso qualcuno o

qualcosa.

Gli interessi di un essere umano possono essere infiniti quanto le cose che esistono

al mondo: non esiste un interesse sbagliato ed uno giusto, esistono solo l’interesse,

la passione per l’esistente, nelle sue infinite forme.

Quello che invece è importante è che ogni interesse dovrebbe esprimersi secondo la

legge dell’ ”amore più grande” (cioè quella che informa, regola tutto l’universo) :

”essere in servizio per”.

Proviamo ad affrontare qualche tema, qualche interesse/amore, magari

cominciando da quello probabilmente considerato il più scabroso : l’eros.

Eros può essere tradotto semplicemente come amore per/dei sensi.

Eros, e quindi erotico, è abbandonarsi e vivere intensamente il profumo di una rosa,

della terra o dell’erba, della donna o dell’uomo che ci è accanto.

Eros/erotico è abbandonarsi alla visione affascinante o estatica di una bellezza, sia

essa un quadro, una pianta, un viso, un corpo.

Eros/erotico è apprezzare e godere pienamente del sapore di una pietanza, un vino,

di un bacio.

Eros/erotico è la piacevolezza di abbandonarsi al tocco morbido del pelo di un

animale, della pelle della persona che ci è accanto, del calore di una stufa quando

siamo morti di freddo o del fresco del mare quando siamo soffocati dal caldo.

I sensi fanno parte del modo di funzionare del nostro corpo e ci permettono di

vivere in questo mondo.

Noi non siamo il nostro corpo, ma non possiamo ignorare le sue necessità,

esattamente come non possiamo ignorare le nostre necessità che ci spingono ad

andare “oltre” il nostro corpo e questa realtà.

157

L’erotismo è semplicemente una componente della vita del nostro corpo: per quale

motivo dovremmo giudicarlo “cattivo” ed abolirlo? Dopo tutto, il corpo che abbiamo

fa molto per noi: perché non dovremmo, quando possibile, gratificarlo in qualche

modo, essere in servizio anche per lui, nelle forme e nei modi a lui più graditi?

Ricordo un film il cui protagonista è un giovane dall’olfatto estremamente

sviluppato, potremmo dire addirittura molto più di quello di un cane.

Questa caratteristica lo porta prima a lavorare per un profumiere di cui fa la fortuna

per gli incredibili profumi che riesce a creare, poi lo porta alla ricerca sempre più

esasperata del “profumo perfetto”. Incamminato su questa strada giunge ad

uccidere alcune donne delle quali percepisce il profumo particolare: utilizza alcune

parti del loro corpo per creare le essenze del profumo perfetto.

Diventato pluriomicida ormai braccato dalla polizia, alla fine si cosparge del profumo

creato e si lascia letteralmente mangiare vivo dagli abitanti del quartiere, che a ciò

vengono spinti proprio dal percepire il profumo da lui creato e di cui si é cosparso il

corpo.

Questo mi sembra un buon esempio di come un erotismo, di per se normale, possa

portare alla distruzione di se stessi se viene vissuto all’esterno della legge

fondamentale dell’universo.

E’ quello che succede, per esempio, anche negli obesi.

L’erotismo del godere dei sapori dei cibi, vissuto all’interno della legge dell’universo

(in questo caso essere al servizio del corpo), non dovrebbe condurre all’abbandono

della salute del corpo. Non credo proprio che il corpo degli obesi sia contento delle

limitazioni delle attività e delle molteplici patologie che lo affliggono e lo limitano,

conseguenza non di un erotismo, ma di un egoico bisogno asservito agli schemi

psico/mentali della persona.

Naturalmente l’erotismo, essendo semplicemente “diverso” e non migliore o

peggiore, può tranquillamente coesistere, per esempio, con “filia”: in questo caso il

158

contenuto della legge universale si arricchisce per la contemporanea presenza del

voler onorare i “filoi”, con i quali condividiamo il momento conviviale.

Certamente erotismo, sessualità (inteso nei termini di cui ne ho parlato in

precedenza) e “filia” possono coesistere nel rapporto genitale, che nell’essere

umano non può essere assolutamente catalogato come semplice strumento per la

conservazione della specie.

Gli infiniti modi in cui erotismo, sessualità, “filia” e genitalità possono coesistere e

mescolarsi determinano le svariate modalità di contenuti ed espressioni del

rapporto di coppia.

Nessuna di queste realtà è sempre identica in una persona, nel corso della sua vita.

L’essere umano ha una caratteristica: possiede contemporaneamente due realtà che

sono inconciliabili secondo la logica lineare : da un lato un principio di identità

immutabile (io sono Vincenzo Longo da quando sono nato, anzi da quando sono

stato concepito e probabilmente anche da prima), dall’altra il mio modo di essere è

cambiato nel tempo.

Nessuno di noi è eguale a quando era neonato, adolescente, giovane, o è identico a

30, 20, 10, 5 anni fa : ognuno di noi è cambiato non solo nel fisico, ma anche

mentalmente, affettivamente, psichicamente. Rispetto a venti anni fa non siamo né

migliori né peggiori, siamo semplicemente diversi, e questo perché non possiamo

impedirci di essere un sistema quantico/caotico che varia le sue capacità di

manifestazione in risposta ai tanti stimoli che comunque riceviamo nel corso della

vita.

In un quadro generale di questo tipo, pretendere che un rapporto di coppia sia “per

sempre” mi sembra la cosa più improbabile che esista.

Non dico che sia impossibile, dico improbabile, per le numerosissime varianti che

possono intervenire nel rapporto di coppia, o più generalmente umano, e che

possono portare alla rottura dell’insieme quantico/caotico rappresentato dal

rapporto.

159

Forse diventare consapevoli di queste realtà ci aiuterebbe a vivere una vita migliore,

con più senso, con più armonia e senza tante colpe ed insoddisfazioni.

Anche il modo di essere consapevoli della legge dell’“essere in servizio per” e le sue

manifestazioni possono cambiare nel tempo: i problemi cominciano quando questa

legge viene ignorata e la vita di una persona si esaurisce nell’”essere al servizio di se

stessi”.

Tutte le false credenze che ti sono state inculcate, tutte le bugie che ti sei bevute e

tutti i giudizi su di te e la tua vita che danno gli altri e che dai tu stesso e che ti

hanno portato e portano a fare della tua vita un continuo e solo essere al servizio di

…, tutto ciò lo dipani ,sciogli, spezzi, frantumi, distruggi e spazzi via ora?

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga questa realtà

completamente nuova e diversa di essere in servizio per lo crei e concretizzi ora,

lasciando che emerga? Si!! E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Tutto quello che ti impedisce di diventare consapevole dell’insieme quantico/ caotico

all’interno del quale puoi creare e realizzare la tua libertà di essere in servizio per,

tutto ciò lo dipani ,sciogli, spezzi, frantumi, distruggi e spazzi via ora?

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga questa realtà

completamente nuova e diversa lo crei e concretizzi ora, lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Tutto quello che ti impedisce di pensare e creare un’ insieme quantico/ caotico

ancora più grande o diverso dall’attuale all’interno del quale hai creato la tua

libertà di essere in servizio per, tutto ciò lo dipani , sciogli, spezzi, frantumi,

distruggi e spazzi via ora?

160

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga questa realtà

completamente nuova e diversa lo crei e concretizzi ora, lasciando che emerga? Si!!

E COSI’ SIA AMEN OM OOOOMMMM.

161

ANCORA SUL MONDO QUANTICO: LA NATURA

Si è già accennato a come la incredibile ed infinita varietà di manifestazione del

mondo della natura obbedisca al principio quantico/caotico di un sistema altamente

poco strutturato e quindi altamente sensibile ad ogni stimolo.

La scienza ci dice che in realtà alla base di tutte le infinite manifestazioni della

natura vi sia un numero relativamente piccolo di molecole ed un numero ancora più

piccolo e limitato di atomi: le diverse possibilità di aggregazione e combinazioni di

questi dà poi origine alla infinità di manifestazioni della natura. Ma noi sappiamo

che tutti i vari atomi sono a loro volta formati da un numero ancora più limitato di

realtà, i quanti, che sono sostanzialmente energia: in ultima analisi le infinite

possibilità di aggregazione e condensazione di queste energie sono alla base di ogni

manifestazione della natura.

Un’ idea di come funzioni questo principio la si può avere se si osserva il fenomeno

della vaporizzazione dell’acqua.

Mettiamo una pentola piena d’acqua sul fuoco.

Possiamo considerare l’acqua come un sistema altamente caotico: infatti non ha una

forma propria e definita, ma assume la forma del suo contenitore.

Il fuoco è lo stimolo al quale sottoponiamo il sistema caotico.

All’inizio sembra che non succeda nulla, ma poi cominciano a comparire piccolissime

bollicine sul fondo e sulle pareti della pentola: sono i gas naturalmente sciolti

nell’acqua che, con l’aumentare della temperatura, si dilatano e cominciano a

diventare visibili. Man mano che la temperatura aumenta queste bollicine diventano

sempre più grandi e compaiono zone in cui sono osservabili, ad occhio nudo, zone di

diversa densità dell’acqua.

Di colpo l’acqua comincia a bollire: il movimento delle molecole, per effetto del

continuo aumento della temperatura dell’acqua sino ad un valore critico, diventa

162

talmente violento da modificare i legami tra le molecole e trasformare l’acqua

liquida in vapore.

Possiamo considerare questo fenomeno secondo il principio dell’effetto farfalla: per

sommazione di stimoli, inizialmente apparentemente inefficaci, si arriva ad un

cambiamento radicale e profondo di una realtà.

Questo principio lo si può anche esprimere dicendo che variazioni quantitative

(inizialmente anche piccole) di una realtà (la temperatura dell’acqua) si traducono in

variazioni qualitative della realtà stessa (trasformazione dell’acqua in vapore).

Queste leggi funzionano anche per noi esseri umani: le realtà che noi definiamo

nascita e morte possono essere interpretati in questo modo.

La pubertà è un altro momento in cui variazioni quantitative (produzione di ormoni)

si traducono in variazioni qualitative (passaggio dalla fanciullezza ad essere umano

adulto), sia sul piano fisico che su quelli psico/mentale e sociale.

In effetti, se analizziamo bene la nostra vita, non possiamo non renderci conto che

tutti i cambiamenti importanti nella nostra evoluzione personale, non si sono affatto

manifestati in modo graduale e dolce, ma sempre attraverso momenti di “crisi”, che

possono anche essere vissuti con sofferenza, dato che si tratta appunto di momenti

di profondo cambiamento di stato, ai quali non raramente opponiamo anche una

certa resistenza, più o meno conscia.

Probabilmente questi principi regolano l’evoluzione stessa della natura.

Noi sappiamo che la Terra ha subito, nel corso di tempi per noi enormi ed

inimmaginabili, profondissime trasformazioni: dal tempo di Pangea (tutte le terre

emerse racchiuse in un unico blocco) a quello della formazione dei continenti, alle

varie epoche glaciali che hanno comportato trasformazioni profondissime (per

esempio sono state trovati reperti fossili di conchiglie marine nel deserto del Sahara

e sulle Alpi) sino ad arrivare alla attuale conformazione.

Nel corso di questi miliardi di anni è comparsa la vita: anche questa ha seguito gli

stessi principi.

163

Ne è un esempio l’improvvisa scomparsa del mondo dell’“infinitamente grande” dei

dinosauri, forse per un (casuale?) impatto della Terra con un enorme meteorite.

La vita non morì, ma assunse manifestazioni diverse.

E poi è comparso l’essere umano, nella cui storia ed evoluzione sono rintracciabili gli

stessi principi: le storie del diluvio universale, della scomparsa di antiche civiltà e di

diverse manifestazioni dell’essere umano (i giganti), appartengono alla memoria

mitologica o religiosa di molte e diverse civiltà: tutto inventato?

Ma a questo punto mi viene da fare una considerazione e conseguente domanda.

Se si considera la storia della natura, si può evincere che essa basta a se stessa,

segue le leggi quantico/caotiche cui si adegua nel suo sviluppo e non ha bisogno di

altro: non ha certo bisogno dell’essere umano.

Viceversa è l’essere umano che ha bisogno della natura, senza la quale non

potrebbe sopravvivere.

Ed allora quale è il senso della presenza dell’uomo sulla Terra?

Una considerazione molto diffusa circa le “leggi della natura” è che quella

fondamentale sia la “legge del più forte”: nella scala delle forme di vita esistenti,

quelle che si trovano ad un gradino superiore si servono di quelle che stanno più in

basso per nutrirsi e sopravvivere.

In realtà questa è semplicemente la proiezione del modo in cui l’essere umano

“osserva” la natura, specchio del modo in cui pensa, si pone, nei confronti della

stessa: una realtà di cui servirsi, abusandone in ogni modo, per la propria

“sopravvivenza”, intesa unicamente come realizzazione di un profitto, di un

vantaggio.

La natura, invece, appare piuttosto come un insieme armonico, le cui componenti

non possono esistere l’una senza l’altra ed il cui totale è superiore alla semplice

somma delle singole parti, che sono dunque inscindibili l’una dall’altra.

164

In questo insieme, la legge che regola i rapporti fra le parti non è quella “del più

forte” ma quella di “essere in servizio per”: ogni singola parte esiste in quanto serve

alla manifestazione di un tutto armonico, superiore alle singole parti.

Ma la natura non sembra possedere una consapevolezza di tale principio: essa si

limita a seguire la legge comportandosi di conseguenza (quello che noi chiamiamo

istinto).

Chi è che potrebbe avere la consapevolezza di tutto ciò? L’essere umano.

Il rapporto attuale fra essere umano e natura da un lato e fra esseri umani dall’altro,

è caratterizzato dal fatto che l’ uomo considera gli altri e la natura come “essere al

servizio di” se stesso, e quindi considera se stesso come “essere al servizio di”

qualcuno o qualcosa (potere, guadagno, interesse).

Ed è questo elemento di consapevolezza che l’essere umano porta all’interno del

mondo della natura, entrando violentemente in contrasto con i principi a cui essa si

adegua e introducendo nel sistema quantico/caotico “natura” elementi di

strutturazione e rigidità che non possono non avere, come risposta, che

“comportamenti” esplosivi di rifiuto/ribellione istintiva.

Anche il cane più docile, se lo costringi in un angolo picchiandolo, si rivolterà contro

ed alla fine ti attaccherà.

Come sarebbe se l’essere umano invece fosse capace di vivere il rapporto con la

natura come “filia”?

Come sarebbe se l’essere umano fosse capace di portare all’interno del sistema

quantico/caotico “natura” elementi di consapevolezza e adeguamento al principio

di “essere in essere in servizio per”?

Una vaga idea la possiamo avere osservando per esempio i rapporti che S. Francesco

aveva con gli animali.

Filo conduttore della esistenza di San Francesco è stato l’amore per la natura,

declinato in tutte le sue forme: non a caso San Francesco chiamava fratello il Sole e

sorella la Luna.

165

Per lui tutti gli animali meritavano rispetto e il suo Cantico delle creature inizia

proprio con una lode: Laudato sie, mi Signore cum tucte le Tue creature.

Quelle che seguono sono le leggende che ruotano attorno al frate francescano e che

mostrano il suo stretto rapporto con gli animali.

La leggenda più conosciuta è quella legata al lupo che terrorizzava la città di

Gubbio. Si narra che Francesco riuscì a parlare con il lupo, domando la sua ferocia e

facendo tornare la pace nel paese.

E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi domesticamente per le

case a uscio a uscio, senza fare male a persona e senza esserne fatto a lui; e fu

nutricato cortesemente dalle genti; e andandosi così per la terra e per le case,

giammai niun cane gli abbaiava dietro. (Fioretti, cap. XXI).

San Francesco e gli agnelli

Un episodio narrato da Tommaso da Celano racconta che un giorno Francesco e un

suo compagno si imbatterono in un uomo che portava due agnellini sulle spalle, per

venderli al mercato. Francesco, preso da pietà, sapendo che gli animali sarebbero

stati venduti e mangiati, diede all’uomo il suo mantello barattandolo con i due

agnellini.

San Francesco e i pesci

Si narra che quando Francesco vedeva pescatori che avevano fatto una

sovrabbondante pesca, chiedeva loro di rigettare i pesci in acqua. Un giorno, un

pescatore vedendolo passare, lo fermò e gli regalò una tinca appena pescata.

Francesco accettò il regalo, ma subito rigettò l'animale nell’acqua cantando le lodi di

Dio. La leggenda racconta che il pesce non andò via, ma rimase vicino al Santo a

giocherellare.

166

San Francesco e le anatre

Nei racconti francescani, si narra di un miracolo avvenuto a Lugnano in Tavernina.

Un giorno San Francesco vide un lupo aggredire una donna per strappargli il suo

bambino. Il santo chiese alle anatre di rincorrere il lupo, esse lo raggiunsero

riportando il piccolo alla propria madre.

San Francesco e gli uccelli

Mentre si recava a Bevagna con altri frati, San Francesco entrò in un campo per

predicare agli uccelli. Leggenda vuole che essi si riunirono attorno a lui ascoltando le

sue parole.

Fratelli miei, voi dovete molta riconoscenza a Dio creatore, perché vi ha dato il

grande dono di volare nell'aria. Voi non seminate, non mietete, eppure Dio vi nutre e

vi da fiumi e fontane per bere. Voi non sapete filare e tessere, eppure Dio veste Voi e

i vostri figliuoli col più morbido e grazioso dei vestitini di penne e piume.

San Francesco e le allodole

Anche al 4 ottobre, giorno della morte del Santo, è legata una leggenda. Si narra,

infatti, che San Francesco prima di morire si mise a cantare un ultima volta il Cantico

delle Creature e d’improvviso le allodole, che di solito cantano al mattino, mentre in

quel momento era buio, lo accompagnarono con il loro suono, facendogli

compagnia fino alla fine.

Tutto quello che ti è stato inculcato in migliaia di secoli circa il fatto che la natura

sia al nostro servizio, e tutti gli atteggiamenti, le credenze, le scelte che

continuamente fai supponendo che la natura sia “al servizio per” noi, tutto ciò lo

dipani, sciogli, spezzi, frantumi, distruggi e spazzi via ora?

167

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga queste realtà

completamente nuova e diversa di un rapporto con la natura basato sulla

consapevolezza di “essere in servizio per”, lo crei e concretizzi ora, lasciando che

emerga? Si!! E COSI SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Tutto quello che ti impedisce di essere in un rapporto di “filia” con la natura lo

dipani, sciogli, spezzi, frantumi, distruggi e spazzi via ora?

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga queste realtà

completamente nuova e diversa, lo crei e concretizzi ora, lasciando che emerga? Si!!

E COSI SIA AMEN OM OOOOMMMM.

Quale spazio di consapevolezza puoi immediatamente creare e manifestare per

essere da subito l’energia di un rapporto di “filia” con la natura?

Tutto quello che impedisce ciò, lo dipani, sciogli, spezzi, frantumi, distruggi e spazzi

via ora?

E tutto quello che può dare l’opportunità che nella tua vita emerga queste realtà

completamente nuova e diversa, lo crei e concretizzi ora, lasciando che emerga? Si!!

E COSI SIA AMEN OM OOOOMMMM.

168

EPILOGO

Perché ho scritto queste pagine?

Tutto è iniziato con l’idea di ampliare una relazione sulle energie, fatta ad un

incontro di medici, ma da subito si è trasformato in qualche cosa di molto diverso

che si è andato plasmando man mano che scrivevo, senza un piano prestabilito.

Sono arrivato alla fine? Ho detto tutto quello che avevo da dire?

Non lo so.

Ma so che questo non è un punto di arrivo, ma di partenza.

Ormai il tempo di grandi trasformazioni per il mondo sta arrivando, è molto vicino:

adeguare i processi di trasformazione individuale è assolutamente necessario.

Forse questo è il mio piccolo contributo, se quanto esposto potrà servire a qualcuno.

Forse è solo il modo in cui ho fatto il punto su di me per poter ancora andare avanti.

Forse è tutte e due le cose o nessuna delle due.

Non lo so, non ne ho la minima idea e non credo sia importante saperlo.

Quello che posso fare è una serie di domande.

Come può essere ancora meglio di così?

Cosa può succedere di ancora più bello?

Cosa significa tutto questo?

A cosa mi serve?

Posso trasformarlo?

Come posso trasformarlo?

169

Una cosa la so: è che è fortissima la tensione verso una realtà di ARmonia (IL Tutt’

Uno), di GIoia e LUce (perché si sta per disfare l’arazzo della polarizzazione), in una

sola parola verso ARGILU.

Ho impiegato 70 anni per arrivare a questo.

Magari ci risentiamo fra altri 70 anni per vedere come è andata a finire?

O forse solo fra 3/4/5 anni?

O fra un paio di mesi?

Cos’ altro è possibile?

170

APPENDICE

Nel 2017 partirà un progetto mirante allo sviluppo delle capacità della mente

quantica/caotica.

Il progetto si articolerà in incontri mensili e si svilupperà su tre direttrici

fondamentali : apprendimento di tecniche miranti allo sviluppo del proprio essere

quantico/caotico, processi di trasformazione di se stessi, trasformazione del rapporto

con la natura.

La partecipazione è gratuita.

Chiunque fosse interessato può contattarmi:

Vincenzo Longo cell. 3498365227

Chi vuole, e nella misura in cui vuole, può contribuire al progetto, in maniera

assolutamente volontaria, con un versamento sul cc iban

IT89E0501803400000009013091 (Banca Etica) intestato a Vincenzo Longo .

Le date ed il luogo degli incontri saranno rese note sul sito:

vincenzolongoargilu.wordpress.com, dove sono disponibili anche altri contenuti.

Un particolare ringraziamento a Renata, senza il cui contributo questo sito non

esisterebbe.