Lavoro e sistema produttivo ott.2014 def1

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10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 1

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LAVORO – IMPRESE due aspetti che vanno visti con una forte e determinante integrazione e correlazione; affermazione ovvia ma non per scontata; 1. Da almeno 15-20 anni il tema del lavoro viene visto prevalentemente nella sua dimensione teorica e pratica da un solo

punto di vista che ha condizionato l’intero periodo;

2. È prevalso l’approccio giuridico, gli interlocutori sono giuristi del lavoro e i giudici , nomi importanti alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita : Biagi, Treu, Giugni, Ichino,Sacconi,Tiraboschi…. Approccio che ha diretto e anche condizionato il dibattito, la politica, l’azione sindacale , l’attività legislativa ORIENTANDOLO prevalentemente su aspetti giuridici… del diritto del lavoro , contrattuali , statuto dei lavoratori, art.18 ecc…….

3. Aspetti questi certamente importanti ma NON DETERMINANTI anche se ESSENZIALI nel contribuire a creare Lavoro ;

4. La ricaduta pratica di questo approccio non ha portato a grandi risultati : • il diritto del lavoro è rimasto bizantino ed intellegibile solo a pochi specialisti ; • le tipologie contrattuali sono diventate oltre 40 ; • la precarietà è diventata la norma standard del “ rapporto “ generando infinite cause giudiziarie individuali con grande

soddisfazione degli studi legali che hanno visto crescere il loro volume di lavoro; • oggi ci si ritrova a mettere mano a questa complessa materia per l’ennesima volta.

5. La base “ culturale, professionale di fondo di tale approccio era “ … che solo lavorando sulle norme è possibile far

crescere l’occupazione, (tutelando in realtà sempre di più la riserva indiana dei tutelati ); questo approccio settoriale e quasi maniacale non ha portare alcun RISULTATO al tema occupazionale.

6. Assente o molto emarginato il filone economico –industriale ( in genere considerato troppo vicino ai punti di vista delle aziende salvo rari casi Tarantelli, Gallino , Boeri, Fortis, Navaretti , Grandinetti, Berta;

7. Scarsi gli studi sui settori produttivi , comunque limitati agli specialisti e mai oggetto di dibattito pubblico ,per cercare di capire che cosa stava succedendo nel mondo delle imprese ;nessuna attenzione ai temi di politica industriale in realtà appaltata al sindacato nella sola parte difensiva cioè la gestione al meglio di cassa integrazione, dei processi di mobilità, dei licenziamenti, delle chiusure aziendali e/o delocalizzazione.

8. è necessario ripartire dal metodo: tenere ASSIEME “ le varie viste “, per UNA VISION SISTEMICA, ATTIVARE UN MODELLO DECISIONALE E PROGRAMMATICO fatto di piani ,azioni monitorandone l’efficacia …… mettendo le imprese al CENTRO ……. Ma si continua anche nel attuale dibattito politico –sindacale a lavorare prevalentemente sugli aspetti giuridici …..

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LAVORO

FORZA LAVORO ( occupati + disoccupati ) 25,5 mln ; tasso di occupazione 55,7%

SITUAZIONE ATTUALE agosto 2014

dipendenti ; 16,9

indipendenti ; 5,5

Valori assoluti mln

agricoltura; 0,8

industria; 6,1

servizi ; 15,5

Valori assoluti mln

occupati; 22,4

disoccupati; 3,1

Valori assoluti mln

INDICATORI OCCUPAZIONE fonte istat agosto 2014

valori assoluti tassi %

classe età popolazione riferimento occupati (a )

disoccupati ( b)

forza lavoro ( a+b)

occupazione /su

popolazione disoccupazione

sulla forza

14-64 40.300.000 22.460.000 3.144.000 25.604.000 55,7 12,3

14-24 5.977.000 895.000 710.000 1.605.000 15,0 44,2

svizzera germania austria r.unito francia italia

2004 77,4 65 67,8 71,7 63,7 57,6

2008 79,5 70,1 72,1 71,5 64,8 58,7

2010 78,6 71,1 71,7 69,5 63,9 56,9

2013 79,6 73,3 72,3 70,8 64,1 55,6

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

%

tasso di occupazione 2004-2013 fonte eurostat

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LAVORO Che cosa è successo 1

STRUTTURA DELL'OCCUPAZIONE 2008-2013

TIPOLOGIA OCCUPATI valori assoluti 000

var. 2008-2013

var. 2011-2013

variaz 2011-2013% 2008 2009 2010 2011 2012 2013

dipendenti 17.446 17.277 17.110 17.240 17.214 16.878 -568 -362 -2,10%

indipendenti 5.959 5.748 5.762 5.727 5.685 5.542 -417 -185 -3,30%

TOTALE 23.405 23.025 22.872 22.967

22.899 22.420 -985 -547 -2,40%

fonte ISTAT

QUADRO GENERALE DELL’OCCUPAZIONE: 1. Dal 2008 al 2013 si sono persi 985.000

posti di lavoro pari al -4,3% degli occupati: di cui 3,4% dipendenti e il 7,5% indipendenti .

2. sono stati colpiti gli indipendenti e le classi di età giovani

3. Tasso di occupazione in riduzione 4. Tasso di disoccupazione in crescita 5. Tasso disoccupazione giovanile oltre

40%

2004 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

TASSO DI OCCUPAZIONE 57,5 58 58,9 58 57,1 56,9 57,1 56 55,5

52

54

56

58

60

%

TASSO DI OCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat

2004 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 8,1 7,4 6,5 7,2 8,5 8 9,5 11,8 12,6

0

5

10

15 %

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat

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LAVORO Che cosa è successo 2

Avviamenti al lavoro negli anni 2011-2013 ( prima e dopo la riforma Fornero ) fonte ministero del lavoro da comunicazioni

obbligatorie:

TI TD APPRENDISTATO COCOPRO ALTRI

2011 17,6 62,9 2,8 8,5 8,2

2013 16,3 67,3 2,5 6,9 7,0

0,0 5,0

10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 70,0 75,0

%

TIPOLOGIA CONTRATTUALE DEGLI AVVIATI % al lavoro 2011-2013 ministero del lavoro

L’84% degli avviati hanno una struttura contrattuale PRECARIA ; solo il 16% degli avviato hanno un contratto a TI

1. 84% degli avviati hanno una struttura contrattuale di tipo precaria; solo il 16% degli avviati hanno un contratto a TI; 2. Gli avviati al lavoro sono passati da 10,5 mln di unità del 2011 a 9,7 mln del 2013, meno 800.000 unità;

3. gli avviati hanno avuto per ciascun anno più contratti procapite proprio perché l’84% hanno contratti precari; non vi è un

dato certo sulla durata del contratto, che può essere di poche settimane o qualche mene per ciascun contratto;

4. Sui licenziamenti individuali post riforma Fornero non vi sono dati certi e monitorati; si stima che siano stati licenziati circa 40.000 unità nei 2 anni; di questi ,come prescrive la legge si può ricorre al giudice ( stima 30% ) o si patteggia una indennizzo economico ( circa il 70% ); per cui i licenziamenti effettivi concretizzati non dovrebbero superare i 28-30.000 unità = 15.000 su base anno, circa lo 0,1% dei dipendenti a TI

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EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO PER QUALIFICA PROFESSIONALE 1. Diminuiscono i dirigenti e quadri, e i lavoratori in proprio e cocopro; 2. Crescono gli impiegati i liberi professionisti e i prestatori d’opera occasionali 3. Tengono gli 0perai

APPROFONDIMENTO

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1992 2000 2009 2011 2014

TOTALE OCCUPATI 21,5 21,7 23,3 22,9 22,3

20,5

21

21,5

22

22,5

23

23,5

va.m

ilio

ni

TOTALE OCCUPATI 1992 -2014 fonte istat

1992 2000 2009 2011 2014

UOMINI 13,8 13,4 14 13,5 13

DONNE 7,7 8,3 9,3 9,4 9,3

0

5

10

15

va m

ilio

ni

andamento occupazione di genere 1992-2014 fonte istat

1. L’occupazione al 2014 rispetto al 1992 è cresciuta di 800.000 unità per effetto di un riequilibrio occupazionale tra uomini e donne e cioè : diminuzione di - 800.000 unità per gli uomini ( da 13,8 mln a 13 mln ) e + 1.600.000 unità per le donne ( da 7,7

mln a 9,3 mln ) con saldo positivo di + 800.000, anche se appare ancora evidente uno squilibrio dei due tassi di occupazione a svantaggio delle donne.

2. l’occupazione dal 2009 al 2014 si è ridotta di 1 milione

LAVORO Che cosa è successo 3

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LAVORO Che cosa è successo 4

Agricoltura perde oltre 1 mln di unità pari a -57%; in dettaglio: il 63,4% gli indipendenti; il 47,7% i dipendenti

Industria perde 747.000 unità pari a -10,9 % ; in dettaglio: 1. crescono gli indipendenti soprattutto

nelle costruzioni, 2. Diminuiscono di 769.000 i dipendenti

metà riferita al settore costruzioni.

Servizi crescono di 3milioni di unità pari al 23,5%. il 96% sono dipendenti

Complessivamente l’occupazione cresce di 1,1 mln pari al 5,3%; in dettaglio : 1. dipendenti crescono del

11,2 % ( + 1,7 mln) 2. Indipendenti diminuiscono

di 560.000 unità

Tavola 10.9.1 Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione e sesso - Anni 1990-2014 (a) (in migliaia)

serie storiche istat

ANNI

Agricoltura Industria di cui: costruzioni Servizi Totale

Dipen-

denti

Indipen-

denti totale

Dipen-

denti

Indipen-

denti totale

Dipen-

denti

Indipen-

denti totale

Dipen-

denti

Indipen-

denti totale

Dipen-

denti

Indipen-

denti totale

1990 791 1.104 1.895 5.679 1.166 6.845 1.371 488 1.859 8.753 3.812 12.565 15.222 6.082 21.304

1995 510 710 1.220 5.365 1.449 6.814 969 608 1.577 8.811 3.915 12.726 14.687 6.074 20.761

2000 426 587 1.013 5.268 1.446 6.714 940 648 1.588 9.760 4.108 13.868 15.455 6.141 21.596

2005 436 511 947 5.464 1.476 6.940 1.186 727 1.913 10.633 4.042 14.675 16.533 6.030 22.563

2010 429 462 891 5.131 1.380 6.511 1.199 731 1.930 11.550 3.921 15.471 17.110 5.762 22.872

2011 413 438 851 5.226 1.312 6.538 1.138 709 1.847 11.601 3.978 15.579 17.240 5.727 22.967

2012 457 421 878 5.103 1.259 6.362 1.073 681 1.754 11.683 4.004 15.687 17.243 5.684 22.927

2013 408 406 814 4.916 1.194 6.110 948 643 1.591 11.554 3.942 15.496 16.878 5.542 22.420

2014 * 412 403 815 4.910 1.188 6.098 900 630 1.530 11.606 3.927 15.533 16.928 5.518 22.446

variaz.2014/199

0 -379 -701 -1.080 -769 22 -747 -471 142 -329 2.853 115 2.968 1.706 -564 1.142

2014 * 1 semestre

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PREVISIONI OCCUPAZIONALI AL 2017 fonte Excelsior Ministero del Lavoro

SETTORI STOCK OCCUPAZ . confronto 3 modelli

BENCHMARK OTTIMISTICO PESSIMISTICO

INDUSTRIA 6.100.000 6.400.000 5.900.000

SERVIZI 15.200.000 15.500.000 14.800.000

TOTALE 21.300.000 21.900.000 20.700.000

variaz.2012 % -1,9 0,7 -4,5

INDUSTRIA -6,2 -2,3 -10

SERVIZI -0,1 2 -2,1

Sulla base di diversi scenari di crescita del PIL al 2017, sono state simulate previsioni sull’occupazione: 1. Scenario base 1: definito benchmark che prevede una crescita del

PIL: 2014 ,0,5%; 2015:1%; 2016:1,2%; 2017:1,2%. 2. Scenario ottimistico che prevede una crescita del PIL 2014: 1,5%;

2015:2%;2016:2,2%; 2017: 2,2%; 3. Scenario pessimistico che prevede una crescita del PIL 2014:

-0,5%; 2015: 0,0%;2016: 0,2%; 2017: 0,2%;

4. Sulla base degli scenario delineati sono state effettuate previsioni evidenziate nella tab;

5. risultati non sono CONFORTANTI:

• il settore industriale nel periodo 2015-2017 avrà

un saldo netto ( entrate –uscite ) di --170.000 unità;

• i Servizi nello stesso periodo avranno un saldo netto (

E-U ) di circa + 300.000 unità; • complessivamente il bilancio previsto ( E-U ) sarà di circa

+ 130.000 unità per effetto della tenuta dei servizi;

66.. II LIVELLILIVELLI OCCUPAZIONALIOCCUPAZIONALI NEINEI MIGLIORIMIGLIORI DEIDEI CASICASI RIMARRANNORIMARRANNO FERMIFERMI AIAI LIVELLILIVELLI aa quelliquelli DELDEL 20122012,, ANCHEANCHE SESE VERRA’VERRA’ EFFETTUATOEFFETTUATO UNUN RIMESCOLAMENTORIMESCOLAMENTO PROFESSIONALEPROFESSIONALE ee tratra settorisettori..

LAVORO Previsioni al 2017 1

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LAVORO Previsioni al 2017 2

Sintesi : 1. Si stimano entrate medie anno di 1,3 mln fino al 2017 con saldo netto occupazionale come da previsione definita nei vari scenari; 2. l’aspetto interessante e positivo è che Il 30% di tali richieste ( 400.000 unità anno ) riguardano profili ad alta scolarizzazione: (dirigenti

45.000, professioni scientifiche 130.000, professioni tecniche 214.000)

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In sintesi : 1. Industria -400.000 unità ( soprattutto per il

settore Costruzioni; 2. Servizi + 250.000 unità; 3. PA - 275.000 unità;

4. Il quadro economico previsionale MEF/

ottobre 2014 sotto questo aspetto prevede al 2018 una crescita occupazionale netta consolidata del 1,1%

QUADRO MACRO ECONOMICO PROGRAMMATICO fonte DEF 2014/OTTOBRE

2014 2015 2016 2017 2018

PIL -0,3 0,6 1 1,3 1,4

PIL NOMINALE MLN € 1.626 1.646 1.690 1.742 1.799

TASSO OCCUPAZIONE % Età 15-64 55,6 55,8 56,1 56,3 56,7

TASSO DISOCCUPAZIONE 12,6 12,5 12,1 11,6 11,2

CONSUMI FAMIGLIE 0,1 1 1 1,3 1,3

INVESTIMENTI -2,1 1,5 2,1 2 1,8

EXPORT 1,9 2,8 3,1 3,3 3,7

LAVORO Previsioni al 2017 3

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1. le micro imprese,piccole e medie (MPMI ) italiane sono circa 4,3 mln Francia e Spagna 2,5 mln; Germania 2 mln; 1, 6 mln del R. Unito.

2. Assicurano 13 mln di occupati e circa 2.000 mld di fatturato;

3. Oltre il 50% sono imprese familiari con incidenza del 70 % nelle imprese fino a 10 ADD.

4. rappresentano un tessuto imprenditoriale diffuso sul territorio senza eguali in UE, ma nel 2013 hanno avuto un calo del fatturato del -29%; dei profitti del -49%;.

IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E ADDETTI ISTAT 2013

classe dimensionale

valori assoluti distribuzione %

definizioni n. imprese addetti imprese addetti

micro-piccola impresa 0-49 4.401.644 11.025.306 99,46 67

media impresa 50-249 20.838 2.013.721 0,48 12,3

grande impresa 250-oltre 3.468 3.415.055 0,08 20,7

totale 4.425.950 16.454.082 100 100

MICROIMPRESE ISTAT 2013

classe dimensionale imprese addetti

0 205.229 0

1 2.477.500 2.477.500

2 689.744 1.379.549

3-5 626.251 2.300.450

6-9 215.876 1.541.699

totale 4.214.600 7.699.198 10-15 105.889 1.270.857

TOT GENERALE 4.320.489 8.970.055

Dipendenti : 16,4 mln: 1. dipendenti tutelati art 18 statuto dei lavoratori = 7,6 mln 2. No tutelati 8,9 mln dipendenti + 5,5 mln di indipendenti =14,4 mln

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 SITUAZIONE ATTUALE 2014

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TASSO DI NATALITA' E DI MORTALITA' 2007-2012 ISTAT

SETTORE

NATALITA' MORTALITA' TASSO

TURNOVER n. imprese

anno tasso% n. imprese anno tasso%

INDUSTRIA 22.000 5 28.000 5,4 -0,4

COSTRUZIONI 54.000 8,8 68.000 10 -1,6

COMMERCIO 76.000 7,3 96.000 7,9 -0,7

ALTRI SERVIZI 130.000 7,8 110.000 6,2 1,6

1. Nel periodo 2007-2012 il tasso di mortalità delle aziende è stato superiore al tasso di natalità tranne che nel settore dei servizi;

2. creare una società nel settore industriale è molto più difficile che non in altri settori.

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 2 SITUAZIONE ATTUALE 2014 2

2007 2008 2009 2010 2011

valore 66,1 66,7 64,1 63,5 62,9

60

62

64

66

68

Tito

lo a

sse

imprese x 1000 abitanti fonte istat

2007 2008 2009 2010 2011

valore 4 4,1 4 4 3,9

3,8 3,9

4 4,1 4,2

Tito

lo a

sse

n.medio dipendenti industria fonte istat

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1. Nel periodo 2000-2013 la produzione

manifatturiera livello mondo è cresciuta del 36%;

2. DAL 2007-2013 a livello mondo la manifattura è cresciuta del + 10%;

3. Italia nello stesso periodo ha vissuto un crollo del -25,5%.

1. Italia ha avuto un crollo proprio nei settori che a livello mondo sono cresciuti di più ( elettronica, computer, mezzi di trasporto, …), cause:

2. caduta della domanda interna (-5,1% ) mentre gli altri paesi hanno avuto nel periodo 2000-2013 la seguente dinamica: positive Usa +22%,Cina +208%, Brasile +65%,Corea del Sud +29%, Germania + 0,9%;

3. La differenza con la Germania è data in particolare dal fatto che la quota di fatturato estero è stata nel 2012 il 59% e in settori ad alto valore aggiunto;

4. Per Italia la quota di fatturato estero è stata del 41% vs 59% di Germania , ben 18 punti di differenza e in settori con prodotti a tecnologia medio –bassa.

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 3 SITUAZIONE ATTUALE 2014 3

1. l’Italia tra il 2000-2013 perde quota nella produzione

manifatturiera mondiale e passa dal 4,2% al 2,6%;

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1. Italia ha una struttura produttiva prevalentemente a medio-bassa tecnologia;

2. Quindi deve competere sulla base di prezzi e costi di produzione più bassi rispetto alla concorrenza;

3. Questa situazione è determinata da molteplici fattori tra i quali :

prevalenza di imprese piccole ( 95%)

che fanno poca innovazione per carenza di capitali e di competenze;

La maggior parte delle piccole aziende opera sul mercato domestico quindi soggetti a una concorrenza “ misurata “;

l’innovazione è prevalentemente dei processi e all’introduzione di nuovi macchinari che recuperano efficienza produttiva e non ai prodotti;

• struttura della occupazione a bassa

scolarità;

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IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 4 SITUAZIONE ATTUALE 2014 4

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IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 5SITUAZIONE ATTUALE 2014 5

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INVESTIMENTI LORDI IN CAPITALE FISSO IN % PIL 2013 fonte EUROSTAT

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 6SITUAZIONE ATTUALE 2014 6

1. Nel 2013 gli investimenti esteri ( IDE ) in Italia sono stati 12.4 MD € , il 58% in meno rispetto al 2007;

2. siamo al 65 posto come attrattività di investimenti a livello mondo; 3. Abbiamo l’1,6% dello stock mondiale contro il 2,8% della Spagna,

3,1% della Germania, 4,8% della Francia e il 5,8% del Regno Unito.

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10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco

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Quindi un quadro poco confortevole: 1. Pochi investimenti in entrata( 65 posto livello

mondo) 2. Investimenti di sostituzioni di aziende esistenti

(cambio proprietà-shopping..); 3. Pochi investimenti “ nuovi “( greenfield ) 4. pochi gli investimenti ad alto valore tecnologico .

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 7SITUAZIONE ATTUALE 2014 7

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1. Imprese con almeno 10 addetti e che

hanno svolto attività di R&S, sono il 31% in Germania, il 22% in Francia, il 17% in Italia, l’11% in Spagna;

2. L’innovazione è legata ai settori: quelli

più innovativi sono i manifatturieri : fabbricazione apparecchi radiotelevisivi,medicali e di precisione,farmaceutica ,chimica;

2. molto ridotta invece nei settori

tradizionali quali tessile, abbigliamento ,calzature ecc..;

3. In tutti gli altri settori ad ecc dei servizi all’impresa e del settore informatico la propensione alla innovazione è molto bassa.

4. I prodotti hi-tech manifatturiero sono di poco superiori al 30% prodotto

AUSTRIA BELGIO DANIMARC

A FINLANDIA GERMANIA ITALIA SPAGNA

REGNO UNITO

manifattura 6,8 6,2 7 9,7 7,4 2,3 2,4 4,2

servizi 2 1,5 2,1 2,9 2 0,6 0,8 1,3

0 1,5

3 4,5

6 7,5

9 10,5

%

Investimenti in R&S per settore e paese in % sul Valore Aggiunto fonte OECD 2010

IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 8SITUAZIONE ATTUALE 2014 8

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1. Le multinazionale italiane sono solo 14; 2. il 55% del fatturato prodotto fa capo a imprese pubbliche; 3. L’incidenza sul PIL è del 26,7% ( 19,6% se si esclude la Fiat per la prossima sede legale in Olanda), vs il 42% di Germania e Francia,

e il 57,3% del R.Unito; 4. Il 46% è a controllo familiare vs il 26% medio europeo; 5. Le dimensioni medie delle società sono la metà di quelle tedesche;

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1. L’ Italia investe nella ricerca meno della metà di quanto investe la Germania; 2. Il settore privato investe poco , 0,5% del PIL; 1/3 di quanto investe la Germania:

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B) AZIONI

1. Promuovere la crescita dimensionale; 2. Consolidare le filiere industriali e i distretti; 3. Sviluppare l’internazionalizzazione e la crescita del

fatturato estero; 4. Sviluppare innovazione e ricerca : (più rapporti con

Università e centri di ricerca, assunzione di laureati, utilizzo dei fondi UE);

5. Più capitale di rischio, superando il vincolo della resistenza familiare ;

6. Attrarre investimenti dall’estero creando le condizioni favorevoli ( riforme !!!! ) allo sviluppo del business;

7. incrementare occupazione a più elevata scolarità; 8. favorire accesso al credito 9. sviluppo delle Infrastrutture digitali nel paese

Il quadro sinteticamente evidenziato non rassicura per un futuro occupazionale: non può svilupparsi occupazione ( buona o cattiva che sia ) se: A ) CONDIZIONI

1. crescita economica del paese ( PIL ); 2. Espansione della base produttiva ( incentivare la crescita); 3. sviluppo dei settori a media –alte tecnologia; 4. La tassazione sul sistema che produce occupazione è tra le più

E elevate; 5. gli investimenti disponibili o un contesto paese favorevole

agli investimenti esteri;, 6. Semplificazione della normativa del lavoro ossessivamente

burocratizzata e punitiva; 7. Riforma della PA non solo sotto il profilo amministrativo ma

anche sotto il profilo delle competenze, razionalizzazione dei processi e digitalizzazione

CONCLUSIONI

C) METODO 1. il nostro sistema produttivo ha subito nei ultimi 20/25 anni una profonda trasformazione in negativo per effetto anche della nostra inerzia a definire

politiche industriali innovative; 2. la malattia è molto grave e richiede terapie in tempi medio lunghi per poter dare risultati; 3. Vendere soluzioni a presa facile non aiuta; una riforma del mercato del lavoro ,NECESSARIA E IMPORTANTE SI fa in ½ mesi ; lavorare sui

FONDAMENTALI EVIDENZIATI richiede molto tempo, richiede un approccio sistemico e piani operativi per ciascun elemento evidenziato, E UNA FORTE COERENZA E CONTINUITA’ NEL TEMPO non sempre compatibile con le facili discontinuità della politica nostrana.

1. i fattori evidenziati vanno tutti messi in lavorazione/cantiere da subito anche se producono effetti in tempi diversi; 2. La politica ha bisogno anche di scorciatoie per esigenze di consenso e di immagine, ma solo progetti integrati, di sistema , monitorati e migliorati

possono dare avvio ad un profondo cambiamento e di ripresa; 3. OGGI QUESTO APPROCCIO NON C’è, NON SI VEDE ….. E QUESTO E’ UN SERIO PROBLEMA CHE NON FA BEN SPERARE!!!!!!