Lavoro E Immigrazione Nova Milanese 29 Aprile 2009

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LAVORO E IMMIGRAZIONE Nova Milanese 29 aprile 2009

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LAVORO E

IMMIGRAZIONE

Nova Milanese

29 aprile 2009

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Fasi del ciclo migratorio in Italia

1. Neutralità (anni ‟70):

– Fenomeno quantitativamente trascurabile

– Straniero: studente o rifugiato

– Curiosità; nessuna aspettativa sociale

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Fasi del ciclo migratorio in Italia

2. Inconsapevolezza (1980-85):

– Fenomeno quantitativamente rilevante

– Immigrato: in cerca di un lavoro

– Paura per la percezione di una potenziale

concorrenza (lavoro e casa)

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Fasi del ciclo migratorio in Italia

3. Emergenza (1986-1990):

– Immigrazione: problema sociale

– Mobilitazione delle forze politiche e sociali

– Immigrato: colui che compromette gli equilibri sociali ed economici

– Immigrato: colui che allarga l‟area dell‟emarginazione e della devianza

– Immigrato: colui che non dà alcun contributo e che produce solo maggiori costi sociali

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Fasi del ciclo migratorio in Italia

4. Etichettamento (1991-2000):

– Immigrazione: problema di ordine pubblico

– Immigrato: indesiderato e socialmente pericoloso

– L‟elemento definitorio è il suo stereotipo: massima

distanza sociale

– Intolleranza: preoccupazioni, timori e inasprimento

dell‟atteggiamento negativo

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Fasi del ciclo migratorio in Italia

5. Normalizzazione (2001-2006):

– Immigrazione: elemento strutturale

– Stabilizzazione degli atteggiamenti

– Straniero: risorsa (3/5), minaccia per la cultura o per

l‟ordine pubblico (2/5)

– “Europeizzazione” degli atteggiamenti degli italiani e

ridimensionamento della percezione dell‟immigra-

zione come causa dell‟incremento della criminalità

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Tipologia degli atteggiamenti degli italiani(Eurisko, 2005)

Aperti 37%

Prudenti 28%

Pragmatici 10%

Ostili 25%

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Indice di apertura culturale degli italiani(Indagine ISPO, 2006)

Chiusi (0-5) 32%

Semi-aperti (5-7) 35%

Aperti (8-10) 31%

Non risponde 2%

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La situazione attuale• Progressiva metabolizzazione del fenomeno migratorio

• Diminuzione dei giudizi complessivamente positivi sull‟immi-

grazione come fattore di sviluppo e di confronto interculturale

• Stabilizzazione della quota di italiani convinti della stretta

correlazione tra immigrazione e incremento della criminalità

• Ricomparsa di timori e preoccupazioni che si concentrano

soprattutto:

nelle fasce più deboli della società italiana

in coloro che avvertono il pericolo della concorrenza

nell‟ambito del lavoro, della casa e dei servizi sociali

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Il lavoro: gli anni „80

• Uno scenario europeo dominato dalle politiche degli stop

• Un‟immigrazione spontanea e indipendente dalle politiche di reclutamento

• L‟eterogeneità della presenza e la forte incidenza di donne bread-winner

• La percezione dell‟immigrazione come presenza non voluta e non necessaria all‟economia

• La sostanziale assenza della regolazione istituzionale e la netta prevalenza della occupazione irregolare

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Il lavoro: i primi anni „90

• La “scoperta” della funzionalità economica dell‟immigra-

zione in contrapposizione all‟immagine dell‟immigrato

come deviante o parassita sociale

• Il lancio delle prime regolarizzazioni di massa

• L‟articolazione territoriale del fenomeno e il consoli-

damento di diversi modelli locali d‟incorporazione:

l‟immigrazione come “cartina di tornasole”

• L‟affermazione dell‟idea di complementarietà tra lavoro

autoctono e immigrato in relazione alla autonomia del-

l‟offerta

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Il lavoro: la seconda parte degli anni „90

• Il rafforzamento del processo di etnicizzazione dei rapporti d‟impiego

• Il consolidamento delle regolarizzazioni come modalità “normale” di ingresso nel mercato del lavoro, a fronte della inoperatività della programmazione

• L‟adozione di un nuovo regime di politica attiva degli ingressi

• Lo scarto tra l‟incorporazione economica e l‟integrazione sociale

• L‟avvio di un sistema di cooperazione internazionale per il contrasto dell‟immigrazione clandestina

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Il lavoro: la fine degli anni „90

• Il riconoscimento del carattere strutturale del lavoro im-migrato, a fronte degli andamenti demografici e dei pro-blemi di mismatch domanda/offerta di lavoro

• L‟esplicitazione pubblica della richiesta imprenditoriale di ampliare gli ingressi sull‟onda di una sorta di celebrazione dell‟idea di complementarietà

• La crescente enfasi sulla “qualità” dei flussi e sul loro rapporto con le strategie competitive delle imprese

• La valenza innovativa del modello italiano di gestione dei flussi nel contesto del dibattito europeo per andare “oltre l‟opzione zero”

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Il lavoro: il nuovo millennio

• La crescente incidenza degli stranieri sugli avviamenti complessivi

• Il lancio della “grande regolarizzazione” e la svolta in senso “funzionalistico” del regime di governo dei flussi

• L‟ampliamento degli ingressi “diretti”, ma anche di quelli “indiretti” e, in prospettiva, di quelli “differiti”

• L‟emergere del problema della disoccupazione degli immigrati e di forti dubbi in ordine alla capacità di assorbimento di questa offerta aggiuntiva

• La persistenza dell‟occupazione irregolare e il consolidamento di un “mercato parallelo”

• L‟incipiente preoccupazione per i rischi di “spiazzamento” dell‟offerta autoctona dentro la “società in declino”

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Il m.d.l. italiano e l’immigrazione

• Gli effetti dell’allargamento dell’Unione europea: l’ingresso di uno dei maggiori esportatori di manodopera verso l’Italia

• La persistente capacità d’assorbimento da parte del m.d.l. italiano, nelle sue componenti regolare e sommersa, che sembra sbaragliare qualsiasi tentativo di contingentamento

• La persistente insoddisfazione per l’assetto normativo in vigore, insieme alla difficoltà di progettare soluzioni soddisfacenti

• L‟esplosione sulla scena pubblica della questione delle seconde generazioni

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I caratteri dell’offerta

• Un’elevata propensione degli immigrati a offrirsi sul mercato del lavoro: il tasso di attività è del 71,4%, anche se nelle ultime rilevazioni si registra un ridimensiona-mento

• Un tasso di attività maschile che riflette la bassissima incidenza della disoccupazione “volontaria”: 86,5% per gli uomini, oltre 12 punti percentuali superiore a quello complessivo

• Un tasso di attività femminile (58,7%) che riflette l’eterogeneità dei modelli migratori familiari: dal 26% delle marocchine al 90% delle filippine.

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I caratteri dell’occupazione

• 1.678mila gli occupati stranieri censiti dall‟Istat al 1° trimestre 2008 (933mila uomini e 586mila donne)

• È concentrata per quasi i due terzi al Nord

• È composta in oltre la metà dei casi da lavoratori con un‟istruzione superiore (42,6%) o universitaria (10,9%)

• È concentrata nei servizi (39 immigrati su 100 e 86 immigrate su 100)

• Registra un‟inusuale presenza anche nel comparto industriale e, in particolare, nel settore delle costruzioni (27 immigrati su 100, con un‟incidenza più che doppia rispetto a quella degli italiani)

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I caratteri dell’occupazione

• È per l‟84% costituita da lavoratori dipendenti

(che però sono solo il 70% degli occupati in

edilizia), e per l‟86% da lavoratori a tempo

indeterminato

• Rivela la specificità del modello italiano

d‟incorporazione, con una domanda distribuita tra

i mestieri a bassa o nulla qualificazione (tipici del

terziario) e quelli di tipo artigianale e operaio

(tipici dell‟industria).

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Gli occupati

per profilo professionale

Stranieri Totali

Dirigenti e imprenditori 1,21 % 4,79%

Professioni intellettuali 1,56 % 10,89%

Professioni tecniche 4,73 % 21,17%

Impiegati 3,23 % 10,78%

Vendite e servizi alla persona 16,92 % 16,67%

Artigiani, operai specializzati,

agricoltori 29,36 % 18,47%

Conduttori di impianti 12,84 % 8,48%

Personale non qualificato 30,15 % 8,75%

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I principali profili

professionali maschiliCentro-

nordSud Totale

Italia

Operai edili 21,3 12,8 20,4

Operai generici industria 15,6 3,0 14,3

Titolari attività commerciali 8,0 26,5 10,1

Operai generici terziario 10,1 5,2 9,6

Addetti ristoraz./ alberghi 8,8 8,5 8,7

Artigiani 8,0 4,1 7,6

Operai agricoli 4,0 20,8 5,9

Operai specializzati 6,3 0,8 5,6

Addetti alle vendite 5,1 4,0 5,0

Addetti ai trasporti 3,8 1,4 3,6

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I principali profili

professionali femminiliCentro-

nordSud Totale

Italia

Domestiche a ore 19,2 20,9 19,6

Assistenti domiciliari 15,2 25,8 16,5

Addette ristoraz./alberghi 14,2 11,0 13,5

Domestiche fisse 9,5 14,4 10,1

Operaie generiche industria 6,0 0,9 5,5

Impiegate di concetto 5,6 2,5 5,2

Operaie generiche terziario 5,4 1,4 5,0

Baby sitter 5,2 3,6 4,9

Addette alle vendite 4,6 4,1 4,5

Impiegate esecutive 4,1 1,2 3,8

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Gli aspetti problematici

• 159mila i disoccupati stranieri censiti dall’Istat al 1°gennaio 2008 (di cui ben 96mila donne)

• Una esposizione al rischio di disoccupazione superiorerispetto agli italiani (lo scarto è di 0,7 punti percentualiper gli uomini, ma di ben 5 punti percentuali per ledonne), che colpisce soprattutto le donne ricongiunte econ famiglia.

• Una maggiore esposizione al rischio di infortuni sullavoro: 140.579 quelli occorsi nel 2007, con una tendenzainversa rispetto a quella complessiva dell’andamentoinfortunistico

• Un’evidente discrasia tra i livelli di istruzione deglioccupati stranieri e i profili professionali ricoperti

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Indicazioni in tema

di politiche migratorie• Operai specializzati nell’industria, ruoli non qualificati

nell‟agricoltura e nei servizi, professioni sanitarie sono iprofili maggiormente permeabili all‟ingresso di stranieri

• Per buona parte del fabbisogno espresso dalle imprese il

carattere aggiuntivo è impossibile da dimostrare, laddove

emerge semmai la ricerca di una manodopera a buon

mercato e la propensione a riprodurre le tendenze all‟etniciz-

zazione

• La consistenza del fabbisogno di profili operai qualificati da

parte delle imprese conferma l’inscindibile legame tra migra-

zioni, politiche migratorie e strategie di riposizionamento

competitivo delle imprese

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Un mercato del lavoro che ha bisogno di regole:

alcune aree di vulnerabilità

• Forte incidenza dell‟occupazione irregolare, incentivata anche dal ricorsoripetuto alle sanatorie, che ha anche l‟effetto di rallentare la stabilizzazionee l‟integrazione salariale e, nel tempo, di accrescere paradossalmente ladisoccupazione

• Potenziale tensione tra la disciplina dell‟immigrazione e quella che regolail funzionamento del mercato del lavoro

• Persistente inadeguatezza delle procedure di ingresso in rapporto allemodalità concrete di incontro tra domanda e offerta di lavoro, specie per ifabbisogni espressi dalle famiglie

• Eccessiva politicizzazione della questione migratoria, che necessita diessere sottratta al suo utilizzo demagogico nella competizione politica enella controversia tra i diversi livelli dell‟amministrazione pubblica, inquanto facile terreno per alimentare la polemica sui fallimenti dell‟azionedi governo

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