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Lavoro femminile e politiche di conciliazione: le azioni positive di sistema e
territoriali
Chiara Cristini
Ricercatrice senior - Responsabile per le pari opportunità e progetti di conciliazione tra famiglia e lavoro dell’Agenzia regionale del lavoro
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welfare
pari opportunità
A causa della difficoltà di conciliazione, è ancora significativa la quota di donne che esce anzitempo dal mercato, in particolare in alcune fasce di età (quelle centrali) e in larga parte perché non riesce a ricomporre i tempi lavorativi, familiari, dei servizi.Non è tuttavia un “problema femminile”: tale fuoriuscita ha un costo per la persona (se la scelta è obbligata), per la società (diminuzione dei redditi, delle pensioni, ecc.), per l’ impresa (perdita della risorsa/competenza).
La domanda di conciliazione dei tempi interessa dunque trasversalmente più ambiti: lavoro, sociale e pari opportunità
Suggerimenti per migliorare l’occupabilità femminile (N=678) v.a. v.%
Orari più flessibili in azienda 394 58,1
Più capillarità asili nido 227 33,5
Orari più flessibili asili/scuole 164 24,2
Più servizi di cura per minori 124 18,3
Più servizi di cura per anziani 84 12,4
Più servizi di cura per disabili 29 4,3
Ripensare i tempi delle città 22 3,2
Condivisione compiti 19 2,8
Favorire il telelavoro 15 2,2
Totale 1.078 159,0
Fonte: Cons Reg Parità, Oltrefutura, F.Angeli, 2008
Sono pertanto molteplici i soggetti e gli attori che vengono coinvolti e devono essere attivati per affrontare tale complessità con azioni di sistema attente alla dimensione di genere
Cultura del lavoro eorganizzativaModalità di valutazionedelle RUDifferenziali salarialiTempi di lavoroFlessibilità family friendly
Città e servizi
Mercato del lavoro
Famiglia
Cultura, educazioneCondivisione attività
Orari e periodi diaperturaDiffusione territoriale
Conciliazione
Imprese e partisociali Genitori
Nuclei familiari
Istituzioni
Enti locali
Un forte impulso a “fare sistema” è derivato dalle politiche UE e dai programmi comunitari dedicati (FSE, Programmi quadro, ecc.)che sono passati dalla logica “di genere” a quella di “gender mainstreaming”
Esistono inoltre alcuni strumenti nazionali che supportano le azioni positive di sistema (L.125/91, L. 53/00), ma sono ancora poco conosciuti e non vi è ancora una piena consapevolezza di quanto siano importanti e quale possa essere la ricaduta.
Per gli enti locali in particolare la realizzazione di un Piano di azione positiva triennale rappresenta un’opportunità per avviare un’analisi di genere della propria organizzazione, ma anche del territorio circostante
Il FVG, dall’esperienza delle passate programmazioni comunitarie, da interventi sperimentali e buone prassi realizzate nei decenni precedenti (Equal, Futura…), si trova oggi con alcuni strumenti normativi (LR 18/05, LR 23/90) potenzialmente molto efficaci, ma non sempre sufficientemente conosciuti
L’applicazione del gender mainstreaming nelle misure anticrisi e negli interventi dedicati all’occupabilità femminile e alle pari
opportunità realizzati dalla Regione FVG e cofinanziate dal FSE
A) Declinazione degli interventi per genere (gender mainstreaming)
B) Azioni specifiche “di sistema” e gender oriented